Archivi tag: centrali

ISCHIA DOCET: TERREMOTO AD ISCHIA MAGNITUDO 4.0. NESSUNO HA DETTO CHE NELL’ISOLA E’ PREVISTA UNA CENTRALE GEOTERMICA A SERRARA FONTANA SECONDO IL PIANO BERLUSCONI-SCAJOLA (E CHE IL GOVERNO DI CENTROSINISTRA NON HA MODIFICATO)

SAGGIAMENTE LA REGIONE CAMPANIA A GIUGNO SCORSO HA BOCCIATO TALE IMPIANTO PER LA PREVEDIBILE SISMICITA’ INDOTTA (E SI APPRESTA A BOCCIARNE, PER GLI STESSI MOTIVI UN ALTRO IDENTICO PREVISTO AI CAMPI FLEGREI), MENTRE DOPO IL TERREMOTO DI CASTEL GIORGIO DEL 30.05.2016 DI MAGNITUDO 4.1 LA REGIONE UMBRIA-CHE PURE E’ STATA TRA LE REGIONI AMPIAMENTE COLPITE DAL TERREMOTO APPENNICO DI UN ANNO FA- ANCORA NON SI DECIDE A BOCCIARE L’IMPIANTO GEOTERMICO PREVISTO A CASTEL GIORGIO, MA ANZI RECENTEMENTE HA AUTORIZZATO ALTRE RICERCHE GEOTERMICHE SULLA PIANA DELL’ALFINA! VERGOGNA!

La motivazione di fondo della bocciatura dell’impianto geotermico di Serrara Fontana, uno dei sei comuni dell’isola di Ischia, sta nella sismicità indotta e danni rilevanti al turismo. Dice infatti la decisione della Regione Campania (Decreto Dirigenziale n. 15 del 16/06/2017): “Il modello geologico-geotermico e sismo-tettonico presentato dal proponente, anche a seguito delle indagini magnetotelluriche effettuate, è inadeguato e non consente di escludere con ragionevole certezza il verificarsi di sismicità indotta/innescabile connessa all’esercizio dell’impianto, con particolare riferimento alle fasi di estrazione e re-immissione dei fluidi geotermici….

Ed ancora: “In base ai dati presentati dal Proponente, l’avvertibilità e i potenziali effetti del terremoto indotto considerato dal progetto (M=2,5) sono da ritenere non del tutto trascurabili. Lo stesso Proponente evidenzia che i terremoti sarebbero avvertibili già per una magnitudo di 1,5 se con ipocentro entro 1 km di profondità. Gli effetti della percezione dei terremoti da parte della popolazione non sono stati adeguatamente considerati, come pure non sono stati considerati i potenziali impatti sull’economia turistica dell’isola, aspetti che allo stato attuale non sembrano essere stati approfonditi adeguatamente”.

Ed inoltre: In tale siffatto contesto ambientale, antropico e socio economico il proponente non solo non ha adeguatamente indagato gli stress introdotti dall’attività geotermica (sismicità indotta/innescabile) e i possibili effetti negativi sul sistema delle acque minerali e termali, al fine di escluderli con ragionevole certezza, ma inoltre non ha previsto nessuna garanzia economica in caso di danni a beni e persone derivanti dall’esercizio dell’impianto, ritenendo quindi implicitamente che tutte le esternalità negative debbano essere assunte, nel caso, dalla collettività a fronte di un “interesse pubblico” finalizzato alla produzione di soli 5 MW …”.

Continua così il Decreto Dirigenziale: “Allo scarso rilievo strategico dell’impianto, in termini di contributo all’energia da FER producibile in Campania, si associa, invece, un elevatissimo rischio antropico che impatta negativamente sul rischio ambientale, già alto nell’Isola d’Ischia, con conseguenze negative anche sul contesto socio economico, determinato dagli impatti che, in assenza di adeguate indagini e caratterizzazioni come nel caso di specie e considerato il contesto di riferimento, produce in termini di sismicità indotta/innescabile, impatti sul sistema delle acque minerali e termali, impatto paesaggistico, rischio idrogeologico nonché sul rischio vulcanico.

Per concludere così: “…Per tutto quanto rappresentato si ritiene che l’impianto, nel contesto ambientale, antropico e socio economico che caratterizza l’Isola d’Ischia, determina rilevanti impatti negativi, in termini di sismicità indotta/innescabile e conseguenti danni a beni e persone, non mitigabili di alcun modo, nonché, conseguentemente, anche al sistema socio economico fondato sul turismo”.

Le stesse motivazioni indotte dalla Regione Campania per “bocciare” Serrara Fontana e cioè: sismicità, assenza di garanzia economica in caso di danni a beni e persone derivanti dall’esercizio dell’impianto, scarso rilievo strategico dell’impianto (produzione di soli 5 MW!) impatti negativi sul sistema socioeconomico fondato sul turismo, potrebbero valere anche per “bocciare” il previsto impianto di Castel Giorgio ( e di Torre Alfina), come richiedono tutti i sindaci dell’area ed anche il Consiglio Regionale dell’Umbria. Peraltro il terremoto del 30 maggio del 2016 ha avuto proprio l’epicentro nella aree individuate da ITW-LKW per gli impianti pilota di Castel Giorgio e di Torre Alfina.

Questa ennesima posizione della Giunta regionale Campania è un ulteriore dimostrazione che “bocciare “gli impianti pericolosi si può, tutelando i cittadini dell’Alfina: se la Regione Umbria, anche dopo tale sollecitazione, non lo farà ai cittadini non rimarrà che punire alle prossime elezioni politiche e regionali il Partito Democratico che ha la responsabilità della gestione dell’Umbria.

Quanto è successo ad Amatrice e ora a Ischia mostra la gravità della situazione sismica del nostro Paese: non tenerne conto è puramente criminale.
Riportiamo alcune dichiarazioni a caldo –apparse sul Corriere della Sera del 23.08.2017- del prof. Doglioni, presidente dell’INGV: ”La ferita di Amatrice può ripetersi anche in altre parti d’Italia. La penisola si dilata di 3-4 millimetri l’anno, che ogni qualche secolo determinano movimenti di qualche metro. Potrà capitare di nuovo. Il fenomeno è lo stesso: a chiazze, il terreno sprofonda” e alla domanda di quanto ci vuole a mettere in sicurezza l’Italia Doglioni risponde così: ”Non basterebbero cinquant’anni per come siamo messi. I terremoti si dimenticano presto, è naturale eliminare un dolore. Questo aiuta la ricostruzione, ma non la prevenzione, perché induce atteggiamenti fatalisti e a non far nulla. Gli italiani metteranno in sicurezza le case solo quando avranno paura”.

E i cittadini che debbono fare? Contare solo i danni ed i morti? La presidente della Regione Marini e l’assessore Cecchini ci rispondano finalmente!

Rete nazionale NoGESI


Leggilo su:

Radiogiornale.info

Pisorno.it

Sindaci e geotermia: sempre più sindaci si oppongono alla geotermia… Il pieno sostegno da parte della Rete Nazionale NOGESI

Lasciare soli i Sindaci a difendere il territorio e non ascoltare i cittadini ed i comitati non potrà che fare danni alla democrazia, in Toscana come nel Paese.

Entro il 31 agosto i comuni toscani individuati come “geotermici” dalla Regione Toscana dovranno definire, nell’ambito del proprio territorio, le “aree non idonee” per l’installazione di impianti di produzione di energia geotermica”.

“L’obiettivo delle ANI infatti non è quello di vincolare il territorio, bensì di introdurre elementi di semplificazione procedurale”, richiama l’assessore Fratoni, mostrando –ancora una volta- di aver per nulla compreso il punto di vista dei territori!

Ma sono sempre più i sindaci che hanno dubbi sulla compatibilità delle centrali geotermiche con il territorio da loro amministrato, con la salute dei cittadini, con l’economia esistente e/o che si vuole sviluppare e sul rischio di gettare alle ortiche tanto lavoro per promuovere i loro territori cercando e sviluppando una economia legata alle eccellenze e non all’industria inquinante e speculativa, che – secondo dati ormai inoppugnabili- porta solo miseria.
E per fare questo sono costretti ad attrezzarsi di santa pazienza, andarsi a studiare gli atti, approfondire la questione scientifica e tecnica sulla geotermia, contattare (e pagare) avvocati e tecnici, perdere ore e giornate con enti e amministrazioni, pagare dalle misere casse dei comuni tutto ciò!

La storia che non può un comune essere al 100% “non geotermico” è infatti una deviata interpretazione del D.M. 10.09.2010 previsto per le energie rinnovabili, ma la geotermia ha altre caratteristiche industriali che le “rinnovabili classiche” (per cui era stato emesso il citato DM) non hanno: secondo noi e molti sindaci è possibile dire che un comune è 100% non geotermico e farebbero bene i sindaci a dichiararsi “100% non idonei!”.
Infatti la geotermia ha con sé non solo problemi di “inserimento ambientale” (come prevede il citato DM) ma problematiche specifiche come sismicità e subsidenza, acqua, inquinanti (arsenico e mercurio in primis), la non rinviabile questione delle tecnologie, capacità tecnica ed economica di chi si propone per realizzare gli impianti, ecc.

Come del resto veniva indicato nella Risoluzione n. 140 approvata nella seduta del 1 febbraio 2017 del Consiglio Regionale in cui si dice espressamente che “nella individuazione delle aree non idonee deve essere tenuto conto delle implicazioni che l’attività geotermica comporta relativamente al bilancio idrologico complessivo, al rischio di inquinamento delle falde, alla induzione di sismicità”. E questo appunto non c’entra nulla con le previsioni del D.M. 10.09.2010.

Vedono “lungo” i consiglieri regionali PD Scaramelli e Bezzini che nella assemblea di Piancastagnaio del 29.05.2017 hanno chiesto che si arrivi ad una nuova legge organica sulla geotermia, in quanto hanno mostrato di rendersi conto che la questione geotermia ormai in Toscana ha assunto una dimensione “politica e quindi elettorale”, seguitare ad andare avanti –come se niente fosse- è solo miopia.

Una legge organica sulla geotermia che tenga conto della non effettiva necessità di ulteriore produzione elettrica da fonti geotermiche, delle caratteristiche turistiche e delle produzioni di qualità del territorio toscano, che apra un necessario dibattito in Consiglio regionale circa la non maturità delle attuali tecnologie geotermiche, ricordando che le competenze in materia risiedono ancora totalmente nelle Regioni sia per gli “impianti regionali” sia per quelli “pilota”, dopo il fallimento del governo Renzi sulla riforma costituzionale del 4 dicembre 2016, sonoramente bocciata dagli italiani.

L’intera partita che si sta giocando in Toscana sulla geotermia (tralasciando in questa sede gli impatti sanitari, l’eventuale interferenza con le falde potabili e il rischio sismico) ci dice che questi impianti sono “appetibili” solo finché ci saranno incentivi statali e che la limitata energia che producono, data l’attuale “crisi”, non è necessaria (dati Terna); ci dice inoltre che non porta posti di lavoro ai territori tranne l’iniziale insediamento del cantiere, ma, viceversa, posso arrecare gravi danni all’economia dei territori nei quali si insediano, compromettendo ambiente, paesaggio e la filiera dell’agroalimentare di eccellenza di cui la Toscana dovrebbe far tesoro e difendere.

Scatenano, in ogni luogo in cui esistono o sono previste centrali, conflitti con la popolazione, prova ne è la proliferazione di comitati e gruppi contro la geotermia, aumentando la distanza tra cittadini e politica che non può fare danni alla democrazia in questa Regione e nel Paese.
In una recente lettera, il sindaco di Casole ribadisce il valore della sentenza che lo ha visto assolto nella causa contro la Magma Energy. Piero Pii incassa il successo in tribunale contro la Magma Energy Italia srl e la porta all’attenzione delle istituzioni pubbliche: dalla Regione ai sindaci dei Comuni della Valdelsa. Il messaggio è chiaro: tutelare il territorio di propria competenza è possibile. Preservare il valore ambientale e la sicurezza dei cittadini è possibile. In una lettera recentemente inviata ai diversi rami della Regione interessati alla vicenda, oltre che ai sindaci dei Comuni interessati da eventuali ricerche geotermiche, Pii scrive: “si invia per opportuna conoscenza la sentenza emessa in data 13 luglio dal Tribunale di Siena in merito alla
denuncia presentata dal Sig. Stefano Boco, nella sua qualità di Presidente di Magma Energy Italia, nei confronti del sottoscritto. La sentenza introduce valutazioni di grande interesse in merito al ruolo primario e insostituibile che i Sindaci sono chiamati ad interpretare per garantire l’integrità e i valori ambientali e paesaggistici dei propri territori”.

Crediamo che ce ne sia abbastanza affinché la Regione scelga di “rivedere” la politica energetica e il rapporto con i suoi territori, evitando laceranti contrapposizioni con le popolazioni, ma anche con i suoi stessi amministratori. La Rete NoGESI si rende disponibile, come sempre, al confronto ed auspica che la Regione voglia cogliere l’occasione per riaprire – dopo la stagione feriale- un dialogo costruttivo.
Chiede inoltre alle forze politiche in Consiglio Regionale che- sulla materia- si fermino le procedure, si sospendano le delibere sulle ANI e si giunga ad una legge organica, attraverso una nuova moratoria, come anche chiesto dai consiglieri Scaramelli e Bezzini.

Rete Nazionale NOGESI (NO Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante)


Leggilo su:

Il Cittadino online.it

Contropiano.org

Controradio.it

OrvietoNews.it

MaremmaNews.it

La Città.eu

OrvietoSì.it

Il Tirreno 17/8/2017:

ALTRE CENTRALI GEOTERMICHE SULLA PIANA DELL’ALFINA, NO GRAZIE!

Non bastava la previsione delle due centrali geotermiche di Castel Giorgio e di Torre Alfina (ancora al palo per l’opposizione generalizzata), la Regione Umbria in data 14.06.2017 ha autorizzato-per la durata di 4 anni, prorogabile per non oltre un biennio- due permessi di ricerca geotermici denominati rispettivamente “Montalfina” nei comuni di Orvieto e Castel Giorgio e “Monte Rubiaglio” nei comuni di Orvieto, Castel Giorgio, Castel Viscardo e Allerona a favore della società ToscoGeo srl, con la contitolarità della Società Graziella Green Power.

Ne dà notizia ufficiale il BUR n.26 del 28.06.2017.Tali autorizzazioni sono state rilasciate –nonostante il parere negativo dei 4 sindaci dei territori coinvolti- dall’ing. Angelo Viterbo dirigente dell’area preposta, dopo la esclusione della valutazione ambientale (VIA). Nel maggio 2017 lo stesso trasmetteva informativa alla Giunta Regionale sullo stato del procedimento di rilascio del permesso di ricerca (quindi la Giunta Regionale ne era edotta!).

La sezione orvietana del Parco Culturale dell’Altopiano dell’Alfina, in via di definizione proprio in questi mesi, vi è compresa nella quasi totalità. Le prime 6 indagini geofisiche autorizzate riguardano territori dei comuni di Castel Giorgio (2), Allerona (2), Orvieto (1) e Castel Viscardo (1). I territori indicati per le indagini-sulla base di precedenti esperienze- non forniscono informazioni certe sulle aree che saranno, eventualmente, impegnate nella perforazione dei pozzi geotermici e nella installazione delle due rispettive centrali geotermoelettriche, potendo esse essere installate – a giudizio insindacabile della impresa- all’interno dell’area contrassegnata con i confini dei rispettivi permessi di ricerca.

Prime considerazioni politiche inevitabili sono la totale, reiterata a più riprese posizione di opposizione dei sindaci-sostenuti dalla associazioni e dai cittadini- di una vasta area umbro-laziale nei confronti di impianti geotermoelettrici, che finora ha impedito alle Regioni Umbria e Lazio di concedere l’intesa per la realizzazione degli impianti sperimentali di Castel Giorgio e di Torre Alfina, nonché la posizione avversa ad impianti geotermici sulla piana dell’Alfina manifestata- con una specifica Risoluzione del marzo 2016- dal Consiglio Regionale Umbria (i giorni scorsi il Consiglio Regionale Lazio ha approvato una moratoria sulle autorizzazioni delle centrali geotermiche nel Lazio, quindi anche Torre Alfina).

Era quindi noto alla Giunta Regionale l’opposizione dei territori e del proprio Consiglio Regionale e troviamo provocatorio autorizzare anche solo ricerche perché esse sono finalizzate non alla pura “ricerca accademica” ma alla costruzione di impianti di produzione di energia elettrica, resi convenienti grazie agli enormi incentivi prelevati dal Governo sulle bollette elettriche pagate dagli utenti domestici e dalle imprese.

Altre Giunte Regionali (per esempio la Toscana per i permessi di ricerca denominati “Seggiano” e “Castiglione d’Orcia” quest’ultimo rivolto alla stessa società ToscoGeo) quando l’opposizione dei territori era palese, hanno deciso di non autorizzare neppure le ricerche con la motivazione corretta che bocciando il progetto di ricerca “si evitavano -anche nell’interesse della stessa ditta- le necessarie consistenti spese di ricerca dato che in quel territorio mai la Regione avrebbe autorizzato un impianto geotermico”. Sconfessando palesemente le “interpretazioni” dell’ing. Viterbo secondo cui il rilascio del permesso si configura come atto dovuto ai sensi della normativa vigente (art. 3 del decreto legislativo 11 febbraio 2010, n. 22): il problema è che decisioni di questa valenza sociale non dovrebbero essere prese dai tecnici, ma dall’organo politico deputato ed eletto dai cittadini (che evidentemente in questo caso si è sottratto ad un suo compito istituzionale: non si lamenti perciò il partito politico al potere in Umbria per i futuri insuccessi elettorali, se le scelte sono così contrarie ai territori!)

E’ possibile dire NO all’ingresso nei terreni per le misurazioni come ha fatto recentemente il sindaco Piero Pii di Casole D’Elsa (SI) che alla fine si è visto anche riconoscere la sua opposizione dal tribunale di Siena. Sotto è riportata la sua storia.

Ci appelliamo quindi ai cittadini dell’Alfina, ai sindaci dei territori coinvolti ed anche ai membri del Consiglio Regionale perché facciano sentire di nuovo la loro voce contraria a questi investimenti industriali che portano solo problemi ai nostri territori vocati alla agricoltura di qualità, al turismo ed alla cultura.

Non si illudano questi nuovi “venditori di pentole”: il territorio dell’Alfina darà loro filo da torcere, come ha dato in questi anni alla società ITW-LKW per gli impianti di Castel Giorgio e Torre Alfina!


Leggilo su:

NewTuscia.it

OrvietoNews.it

Latera in movimento, 30 luglio 2017 -comunicato e foto-

Riportiamo il comunicato del 31/7 sulla iniziativa “Errare è umano. Passeggiata contro il perseverare del pericolo geotermico” del 30 luglio 2017 a Latera (VT) promossa dal Comitato per la tutela delle salute e dell’ambiente di Latera, assieme al Comitato Farnese, ambiente salute e territorio e a MaremmAttiva; col supporto di Rete Nazionale NOGESI.

 

 

 

ERRARE è umano

Ieri, domenica 30 luglio, in una caldissima giornata di luglio, si è svolta a Latera la manifestazione “ERRARE È UMANO – Passeggiata contro il perseverare del pericolo geotermico”. Il corteo, partito dal centro del paese era costituito da oltre 200 persone di tutte le età, di diversa estrazione politica e sociale, unite dall’interesse comune di tutelare i propri territori dalle speculazioni geotermiche.

I partecipanti hanno avuto la possibilità di visitare i luoghi dove sorge ancora la vecchia centrale ENEL, costruita circa un ventennio fa nelle campagne di Latera e mai smantellata, dove sono ancora evidenti le rovine delle serre costruite con l’illusione di ottenere energia a basso costo che contrastano con le bellezze di un area con pregevoli realtà agricole, zootecniche, turistiche e naturalistiche.

Alla passeggiata hanno preso parte sindaci, assessori e/o consiglieri dei comuni di Latera, Gradoli, Farnese, Pitigliano, oltre degli onorevoli Alessandra Terrosi, Alessandro Mazzuoli e Daniele Sabatini, che hanno sfilato a fianco di centinaia di cittadini preoccupati dai numerosi progetti di sfruttamento geotermico presentati per i territori dell’Alto Lazio, Umbria e Toscana.
Nel territorio di Latera sono in fase di approvazione due progetti, dalla richiesta di Enel Green Power di riapertura della centrale chiusa nel 2002, alla richiesta della Società Latera Sviluppo s.r.l., per la realizzazione di un impianto pilota, in fase di approvazione al Mise (Ministero dello Sviluppo Economico); nei territori limitrofi sono in fase di autorizzazione quattro perforazioni di esplorazione, due a Farnese ed altrettante ad Ischia.

Davanti ai cancelli della Vecchia Centrale hanno preso la parola il Presidente del Comitato per la tutela della salute e dell’ambiente di Latera, Luigi Freddiani e Amelia Belli (Accademia Kronos), che ha investito con suo marito, l’idrobiologo Roberto Minervini, i propri fondi e le proprie energie nelle serre di Latera che avrebbero dovuto essere alimentate con energia geotermica, mai arrivata. Nei loro interventi è emersa tutta l’amarezza per l’esperienza disastrosa vissuta nel 1999, anno in cui la centrale di Latera fu avviata ed mostrò gli effetti devastanti di un impianto geotermico in questo territorio: immissione in atmosfera di sostanze inquinanti e maleodoranti che determinarono il crollo delle attività turistiche nella Caldera di Latera e malori della popolazione di questo piccolo centro, oltre alla mancata fornitura, da parte di ENEL, di energia per consentire il funzionamento di attività produttive.

I Comitati cittadini di Latera, Pitigliano, Sorano, Farnese, Castelgiorgio, Torre Alfina, Carbognano, unitamente alla Rete NOGESI ed alla Ass. Donne del Lago, hanno ribadito la propria contrarietà ai progetti geotermici a media ed alta entalpia anche durante la tavola rotonda tenutasi al Parco comunale dei Castagneti nel primo pomeriggio, alla quale hanno preso la parola, oltre al Sindaco di Latera, tutti coloro i quali avevano esperienze da raccontare o dubbi da chiarire. Ci auguriamo che questa manifestazione pubblica sia un primo passo per la sensibilizzazione della cittadinanza nei confronti di una tematica di interesse comune.

Il comitato per la tutela della salute e dell’ambiente di Latera

Leggilo su:

ViterboNews24.it

OrvietoNews.it

LaCittà.eu

NewTuscia.it

Il Cittadino online.it

Casole d’Elsa, 31 luglio 2017, un Concerto contro la geotermia (dopo la sentenza favorevole del 13 luglio)

TUTTI A CASOLE D’ELSA A SOSTENERE LA BATTAGLIA CONTRO LE CENTRALI E FESTEGGIARE CON SINDACO, COMITATI E CITTADINI!

Cittadini in piazza contro la Magma nel 2016

Sconfitta ancora l’arroganza della Magma Energy: già nel dicembre del 2014 un referendum tra i cittadini vedeva la valanga di NO attestarsi ben oltre il 93 %, ma nonostante tutto il rappresentante della Magma Stefano Boco, ex senatore dei Verdi, con inusitata arroganza e smentendo anche se stesso, laddove aveva affermato che mai avrebbe realizzato l’impianto senza il consenso dei cittadini, nel 2016 si presentava a Casole con uomini e mezzi per le attività di ricerca e sondaggi propedeutiche alla futura centrale. Giova rammentare che tale attività di ricerca era stata appaltata a una società polacca, alla faccia degli sbandierati “posti di lavoro” per il territorio…

Il sindaco Piero Pii di fronte all’invasione di uomini e mezzi nella campagna casolese, per difendere territorio e turismo, il 22 luglio ordinava la cessazione di tali attività che, visto anche che ci si trovava in estate, era quindi anche a rischio incendi; ma l’intrepido ex senatore Boco riteneva probabilmente di potersene altamente infischiare e continuava le attività finchè il sindaco, in veste di ufficiale di Governo, il 29 luglio emetteva un provvedimento di immediata sospensione delle attività (Ordinanza n.24, vedi a lato), fintanto che ai primi di agosto l’ex senatore, camion operai e paletti se ne tornavano da dove erano venuti…

clicca per ingrandire

Ma evidente, memore delle tante battaglie ambientaliste che avrà pur condotto come verde o forse forte dei contatti in alto loco svelati nell’inchiesta di Potenza e raccontati da Il Sole 24 Ore, il Boco pensa bene di denunciare il sindaco Pii per abuso d’ufficio; dopo un anno circa, il 13 luglio scorso il Tribunale di Siena riteneva infondate le accuse e archiviava la denuncia (scarica la sentenza, pdf 50 kb). 
Ancora una volta la Magma e l’ex verde Boco escono malconci dal confronto con il territorio di Casole.

SAREBBE IL CASO CHE TUTTI COLORO CHE “VORREBBERO” FARE ALTRE CENTRALI IN TOSCANA, EVITASSERO DI PERDERE ALTRO TEMPO E SOLDI -E FARLI PERDERE ALLE AMMINISTRAZIONI E AI CITTADINI- 

Nel frattempo l’attenzione rimane alta nei territori ed il 31 luglio 2017 sarà l’occasione di godere di un ottimo Concerto e contemporaneamente festeggiare (scarica invito e programma); con questa iniziativa si vogliono anche raccogliere fondi per predisporre la documentazione di non idoneità del territorio casolese all’attività geotermica di cui agli atti della Regione Toscana.

Nel corso della serata saranno presentate le iniziative che faremo nei prossimi mesi.


Leggilo su:

Il Cittadino online

Latera (VT), 30 luglio 2017. Giornata contro la geotermia: Errare è umano…

Aggiornamenti luglio 2017 (in fondo, dopo il programma):

1. Documento “Geotermia Nuova Latera: Quando gli incentivi aumentano l’effetto serra” 

2. ANCHE IL SINDACO DI VITERBO MICHELINI PRONTO AD ENTRARE NEL COORDINAMENTO DEI SINDACI DELL’ALTA TUSCIA CONTRO LA GEOTERMIA

Scarica la locandina formato A4 in pdf, 245 kb

Scarica il manifesto 51×73 in pdf, 3 Mb

 

Domenica 30 luglio 2017, dalle ore 9, persone di ogni provenienza e credo politico, i comitati di varie regioni del centro Italia, e politici locali e parlamentari, si troveranno a Latera per un evento denominato “Errare è umano. Passeggiata contro il perseverare del pericolo geotermico”.

Promotore dell’evento il neonato Comitato per la tutela delle salute e dell’ambiente di Latera, assieme al Comitato Farnese, ambiente salute e territorio e a MaremmAttiva; col supporto di Rete Nazionale NOGESI.

La giornata di sensibilizzazione parte al mattino, con una passeggiata fino alla vecchia centrale geotermoelettrica, accompagnata da musica itinerante. Seguiranno le testimonianze di chi ha vissuto la vicenda e le conseguenze della centrale stessa. Nel pomeriggio infine è prevista una tavola rotonda aperta, in cui raccontare e ascoltare.

A quindici anni di distanza dal rovinoso e fallimentare esperimento di Enel, conclusosi con la chiusura dell’impianto – spiega il Comitato – l’incubo della speculazione geotermica torna a minacciare Latera e la Tuscia.
Due richieste distinte su Latera, in particolare, sono ora al vaglio delle istituzioni. La prima di Enel Green Power nella zona della vecchia centrale dismessa, la seconda da parte della società Latera Sviluppo srl per costruirne una ‘pilota’. A queste due richieste si sommano le decine di permessi rilasciati in tutto il Lazio, in Umbria e nella parte bassa della Toscana. Una vera corsa agli incentivi pubblici“.

L’occasione nasce per porre un fermo “no” alla speculazione geotermica e all’inquinamento dei territori che si estendono da Latera passando per Farnese e Ischia di Castro, fino all’Alfina ed al monte Amiata; ma allo stesso tempo occasione di incontro e condivisione di un crescente “si” a prospettive e sviluppo sostenibile dei territori interessati.

Il programma:

– Ore 9-11: Partenza da Latera, Piazza IV Novembre (parcheggio all’ingresso del paese), per visita alla vecchia centrale geotermoelettrica in disuso, con musica itinerante della Piccola Orchestra Tascabile. Percorso molto facile e in ombra, con varie soste narrative, durata 2 ore ca.

– Ore 12: Pranzo conviviale al parco comunale dei Castagneti, con jam session

– Ore 15: Tavola rotonda aperta (sempre ai Castagneti), per uno sviluppo sostenibile del territorio

Per informazioni, cell. 3398709711-3393233935

Comitato per la tutela delle salute e dell’ambiente di Latera


Leggilo su: 

OrvietoNews.it

Radiogiornale.info

Adesione della Fed. prov. di Viterbo di Rifondazione comunista/Sinistra Europea su La Città.eu


AGGIORNAMENTI luglio 2017

Pubblicato a cura dell’Osservatorio Lago di Bolsena QUI

Geotermia Nuova Latera: Quando gli incentivi aumentano l’effetto serra

Gli incentivi nel settore energetico sono motivati in primo luogo dall’urgenza di ridurre le emissioni di gas ad effetto serra e di evitare un surriscaldamento catastrofico dell’atmosfera. Sono incentivate le energie “rinnovabili” – termine impreciso che sottintende e include due aspetti della sostenibilità ambientale: quello di fonti rinnovabili di energia (non esauribili nella scala dei tempi geologici) e quello di fonti “pulite” (sfruttabili senza emissione di sostanze inquinanti e/o dannose per gli ecosistemi, p. e. gas ad effetto serra).
Tradizionalmente, “rinnovabili” sono considerate in modo sommario tutte le fonti di energia che non generano gas ad effetto serra durante il processo stesso di generazione di energia. Il loro “fattore di emissione” (emission factor EF) – la quantità di gas ad effetto serra prodotta per unità di energia – era definito uguale a zero.

“Rinnovabili” erano perciò definite l’energia del sole, del vento, del moto ondoso, l’energia idroelettrica, geotermica e anche quella nucleare.

Nel corso degli ultimi 20 anni la scienza ha elaborato un’analisi più differenziata della questione. Oggi i fattori di emissione delle diverse fonti di energia considerano l’insieme di tutti i gas emessi (in unità di “equivalenti CO2” – CO2eq) da una parte, e in più tutto il processo riguardo alla produzione di energia con una data fonte di energia, con un dato processo in un dato impianto, e questo “dalla culla alla morte” – durante tutto il ciclo di vita dell’impianto, dal reperimento dei materiali necessari fin al suo smantellamento.

La tabella presenta valori aggiornati di fattori di emissione per varie energie “rinnovabili” e non; ci permette quindi di paragonare il contributo all’effetto serra delle varie tecnologie:

Fattori di emissione in (gCO2eq)/kWh riferiti a tutto il ciclo di vita, per varie tecnologie di generazione di elettricità. Da “IPCC Working Group III – Mitigation of Climate Change, Annex III, p. 10, e Annex II, p. 14-31; IPCC (2014). In ordine di medie decrescenti.

Fattori di emissione in (gCO2eq)/kWh riferiti a tutto il ciclo di vita, per varie tecnologie di generazione di elettricità. Da “IPCC Working Group III – Mitigation of Climate Change, Annex III, p. 10, e Annex II, p. 14-31; IPCC (2014). In ordine di medie decrescenti.

tecnologia

minimo

medio

massimo

       

carbone

740

820

910

biomassa + carbone

620

740

890

gas – ciclo combinato

410

490

650

biomassa (Il valore corrisponde all’ipotesi che il CO2 liberato durante la combustione viene sequestrato dalla prossima generazione della vegetazione bruciata)

130

230

420

solare fotovoltaico industriale

18

48

180

solare fotovoltaico residenziale

26

41

60

geotermia

6

38

79

solare a concentrazione

9

27

63

idroelettrico

1

24

2200

eolico in mare

8

12

35

nucleare

4

12

110

eolico su terra

7

11

56

Questa tabella non considera tutti i casi particolari e tutte le condizioni particolari di emissione, e specificamente non prende in considerazione alcuni impianti geotermici, come per esempio la centrale Nuova Latera.

Il fluido geotermico estratto è particolare: contiene un’alta percentuale di CO2 (il “classico” gas ad effetto serra) – dal 3 al 6% del suo peso. Quasi tutto questo gas verrebbe rilasciato all’atmosfera. La centrale con una potenza nominale di 14 MWe estrae 500 tonnellate di fluido all’ora (i dati sono presi dalla descrizione tecnica fornita da ENEL Green Power).

Il fattore di emissione risulta quindi di più di 1000 (gCO2eq)/kWh (considerando solo CO2, e solo il processo stesso di generazione di energia, e in più negligendo il carattere ibrido dell’impianto)Uno sguardo alla tabella ci dice che la Nuova Latera avrebbe un contributo all’effetto serra più grande di una centrale a carbone (a parità di potenza).

La centrale Nuova Latera è un caso particolare, ma non unico: altri esempi simili sono la centrale di Kizildere nell’Anatolia e le centrali ENEL nella zona del Monte Amiata.

Siamo qui di fronte a un fatto grottesco: con gli incentivi destinati alla riduzione dell’effetto serra (pagati dalle famiglie con le loro bollette) l’ENEL vuole realizzare una centrale geotermica che aumenta l’effetto serra. Lo vogliamo permettere?


COMUNICATO STAMPA
Comitato Farnese, Ambiente salute e territorio

Leonardo Michelini entra nel Coordinamento dei sindaci della Tuscia contrari alla geotermia

Leonardo Michelini pronto ad entrare nel Coordinamento dei sindaci contrari alla geotermia.
Ieri pomeriggio, il sindaco di Viterbo, ha incontrato il pariruolo di Farnese Massimo Biagini. Una riunione a tre con il comitato “Farnese, ambiente, salute e territorio”, nella quale il primo cittadino del capoluogo si è detto interessato ad approfondire le roventi tematiche legate alla geotermia a media ed alta entalpia che riguardano sì l’Alta Tuscia, ma che a caduta potrebbero portare conseguenze disastrose in un raggio di ben trenta chilometri (oltre Viterbo, pertanto). Lo stesso Michelini ha chiarito che metterà a disposizione competenze e risorse utili per fronteggiare la questione.
Il Coordinamento dei sindaci contrari alla geotermia è quindi prossimo ad allargare il proprio raggio d’azione. Se infatti inizialmente il tavolo di lavoro ha giocoforza coinvolto solo i dieci paesi ubicati intorno a Latera (laddove si sta discutendo di due centrali geotermoelettriche, più quattro pozzi esplorativi), con l’entrata di Michelini, e le adesioni di Paolo Equitani (Bolsena) e di Eugenio Stelliferi (Caprarola, dove sono previste altre perforazioni), ecco che la “tavola rotonda” assumerà ben presto un aspetto provinciale. Un segnale compatto, di netta contrarietà alla geotermia, ma anche una sorta di “consorzio di tutela”, atto a prevenire sul territorio qualsiasi ulteriore tipo di speculazione presente e futura.
“Oggi il problema è Latera – ha spiegato Michelini – E quindi è giusto concentrarsi su di essa, con Farnese e Ischia di Castro annessi. Ma non si può stare a correre sempre qua e la per arginare tali stravaganti fenomeni. Uniamoci, trasversalmente, e cominciamo a programmare un destino comune. La Tuscia ha per natura e storia un destino legato a ben altro, penso alle tipicità agroalimentari, alle riserve, ai laghi, alle coste. Incentiviamo queste buone pratiche, unite anche a quel turismo che cresce costantemente, e poniamo dei fermi paletti a chi invece vorrebbe speculare o deturpare l’area”.
Nato lo scorso 5 luglio a Latera, il Coordinamento ingloba le amministrazioni di Latera stessa, di Farnese, Ischia di Castro, Canino, Cellere, Acquapendente, Grotte di Castro, Gradoli e Onano. I sindaci dei comuni appena elencati hanno già incaricato dei tecnici per presentare alla Regione le dovute osservazioni di contrarietà al progetto Enel di Latera. Ma non solo. Ad inizio settembre, infatti, si terrà a Viterbo la prima conferenza del nuovo Coordinamento. Una nuova e motivata entità provinciale, che racchiuderà in sé praticamente tutti i comuni della Tuscia (molti stanno già sottoscrivendo l’atto), e che a partire proprio dal progetto Latera vigilerà costantemente e trasversalmente al fine di tutelare il futuro della provincia intera.


AGGIORNAMENTO 28 luglio 2017
Presentata interrogazione in regione Lazio della consigliera Silvia Blasi (M5S)
Comunicato Gruppo Consiliare M5S Regione Lazio

“Ho depositato un’interrogazione in merito alle numerose richieste di sfruttamento di energia geotermica giunte agli uffici regionali che rischiano di creare una sorta di far west energetico nella Tuscia a causa dell’assenza di una pianificazione e programmazione del settore energetico. Il Piano energetico regionale risale infatti al 2001 ed attualmente è in corso una sua revisione che difficilmente vedrà luce in questa legislatura. La nostra provincia ha già dato tanto in termini di servitù energetiche, basta come esempio la centrale A. Volta Enel di Montalto di castro, monumento al fallimento della politica energetica nazionale, la centrale TVN Enel di Civitavecchia che seppure non insiste direttamente sul nostro territorio diffonde pericolosi inquinanti in un’area molto vasta del viterbese.
A queste due centrali si aggiungono gli oltre 80 ettari di centrale fotovoltaica di Montalto di castro, una delle più grandi d’Europa e l’impianto eolico di Piansano.
 
Viterbo è una provincia a vocazione agricola e insieme a Rieti ha i più bassi consumi di energia regionali. Prima di trovarci nuove servitù energetiche in un territorio fondamentalmente agricolo e ad alta valenza naturale mi piacerebbe capire gli obiettivi di questa iper produzione in una provincia così poco densamente popolata.
 
Ho quindi depositato un’interrogazione in consiglio regionale per sapere come si integra la produzione da risorsa geotermica in provincia di Viterbo con gli obiettivi e la programmazione energetica regionale. Un nodo fondamentale per non diventare territorio di conquista di società private con intenti esclusivamente speculatori e pericolosi per il nostro ambiente e la nostra salute.
 
Nello stesso atto, chiedo di sapere a che punto è lo stato di attuazione di un ordine del giorno a mia prima firma approvato all’unanimità in consiglio regionale che impegnava la Giunta ad una moratoria sugli impianti geotermici di competenza regionale. La mancata programmazione, soprattutto in settori ‘delicati’ come quello dell’energia, può avere conseguenze devastanti per un territorio, ed è nostro dovere scongiurarlo con tutti i mezzi.

Centrale geotermica di Latera, dopo il disastro del 2000 Enel ci riprova, ma La Regione Lazio parte col piede sbagliato, poi si corregge, e le osservazioni vanno in scadenza il 12 settembre!

Senza vergogna e con arroganza l’Enel, fuggita da Latera nel 2000 lasciando sul campo rovine e danni, ci riprova.
Il Comitato per la tutela della salute e dell’ambiente di Latera e la Rete Nazionale NOGESI chiedono alla Regione di annullare la procedura di VIA per violazione delle norme che la regolano, la Regione Lazio rimedia pubblicando per intero la documentazione di ENEL Green Power sul sito web dell’Ufficio VIA e le osservazioni vanno in scadenza il 12 settembre p.v.

Con una decisione che ha dell’incredibile, quasi una provocazione, Enel Green Power si ripresenta a Latera chiedendo di riaprire la vecchia centrale, già chiusa nel 2000 a seguito di incidenti, malfunzionamenti, ingestibilità dell’impianto, inquinamento atmosferico e a disturbi fisici avvertiti dalla popolazione in tutto il bacino del Lago di Bolsena; un disastro dal quale Enel, a suo tempo, era fuggita… Un precedente che non ha eguali nel panorama italiano e straniero!

Dopo una iniziale rinuncia, però, Enel ha pensato bene di mantenersi il permesso di ricerca fino al 2024, nella speranza che col tempo la popolazione dimenticasse e potesse di nuovo riprovarci; ad ottobre 2016 riperimetra l’area del permesso di ricerca (per fare posto alla istanza geotermica della società Latera Sviluppo, attualmente accettata con riserva dal MISE perché la “richiesta potenza elettrica non risulta disponibile, in quanto eccedente la capienza di 50 MW elettrici complessivamente autorizzabili, come stabilito dalla legge”) ed il 31 maggio2017 presenta l’istanza in VIA presso la Regione Lazio, che le popolazioni della Tuscia vivono come vera provocazione.

Però il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi!

Infatti l’ufficio VIA della Regione Lazio, pubblicando sul proprio sito web solo alcuni documenti, non rispetta le norme di legge ed i comitati sono costretti a diffidare l’Ufficio ad andare avanti. L’ufficio VIA subito dopo si corregge e pubblica tutta la documentazione depositata da Enel Green Power e da tale data possono partire i tempi per le osservazioni, che pertanto non scadono più il 30 luglio, ma il 12 settembre 2017!

Del resto la Regione Lazio non brilla per trasparenza sui siti web. E non lo diciamo solo noi: lo rileva la Bussola della Trasparenza, la piattaforma del Governo che effettua monitoraggi periodici di tutti i siti web delle pubbliche amministrazioni. Secondo la Bussola la Regione Lazio, su 47 enti monitorati, è al 17° posto mentre il Consiglio Regionale del Lazio è addirittura al 30° posto.

Intanto parte la mobilitazione dei cittadini con una prima manifestazione “ERRARE È UMANO – Passeggiata contro il perseverare del pericolo geotermico” che si terrà a Latera il 30 luglio a partire dalle ore 9 che prevede una visita allo scempio della vecchia centrale ENEL, mai smantellata, e dove sono ancora evidenti le rovine delle serre costruite con l’illusione di ottenere energia a basso costo, peraltro mai fornita…

Nel frattempo anche le amministrazioni locali si sono mobilitate costituendo a Latera il 5 luglio 2017 il “Coordinamento dei sindaci dell’Alta Tuscia contrari alla geotermia” al quale hanno aderito i Comuni di Latera, Farnese, Ischia di Castro, Grotte di Castro, Gradoli, Onano, Acquapendente, Cellere, Canino che hanno attivato un “tavolo di lavoro permanente” in opposizione ai progetti geotermici a media ed alta entalpia che interessano il viterbese, tra cui in primo piano gli impianti previsti a Latera da parte di Enel Green Power e Latera Sviluppo, gli impianti di Farnese ed Ischia di Castro, nonché quelli di Caprarola e Carbognano.

Comitato per la tutela della salute e dell’ambiente di Latera
Comitato Farnese, ambiente, salute e territorio
Comitato Caprarola-Carbognano
Rete Nazionale NOGESI


Leggilo su:

TusciaWeb.eu

OrvietoNews.it

La Città.eu

OrvietoSì.it

Incendi in Amiata. Sciacalli, non ci provate…

Pubblichiamo l’appello dei Cittadini indignati del Monte Amiata in merito alle voci, riprese anche da un giornale radio della Rai, di possibili responsabilità degli ambientalisti negli incendi che continuano a devastare l’Amiata, così come l’Italia intera.
Sciacalli che anche di fronte a tanta tragedia non perdono l’occasione per mostrare odio contro chi questa montagna invece vuole difenderla da tutti gli scempi, incendi o centrali che siano.

 

Siamo un gruppo di persone e varie realtà associative, riunitesi per la salvaguardia del Monte Amiata e delle sue acque.

Vogliamo segnalare che il Giornale Radio di RAI1 nell’edizione delle 8:00 del 18 Luglio 2017, dal minuto 5:26, ha attribuito la responsabilità degli incendi scoppiati a Piancastagnaio, sul Monte Amiata, agli ambientalisti, che da anni si battono per la tutela di un territorio segnato dallo sfruttamento, un tempo minerario ed oggi geotermico.

La trascrizione dell’audio: «Situazione ancora difficile anche nel comune di Piancastagnaio, in provincia di Siena. Tra i cittadini c’è la convinzione che gli incendi siano legati a chi non vuole le centrali geotermiche. I vapori, infatti, che fuoriescono dalle centrali e ricadono sul territorio sarebbero responsabili dell’aumento di arsenico nell’acqua. “Gli incendi sono scoppiati vicino alle centrali dove c’è la produzione col vapore. Molte persone hanno sempre digerito male questa cosa perché sapendo che ci sono i fumi, che in effetti fanno un pochino male, viene da pensare che qualcuno possa averlo fatto di proposito: chiaro e limpido”.»
Ascolta l’audio:

 

Siamo indignati!
Non è la prima volta che accuse infondate vengono scagliate contro il mondo ambientalista, ma adesso si è tragicamente perso il senso del ridicolo.

I cosiddetti “comitati antigeotermia” già in passato sono stati accusati di «terrorismo antigeotermico», «gravissimo danno di immagine», «procurato allarme sociale», «persecuzione antidemocratica», «atti vandalici», «polemiche strumentali», «sfregio all’immagine del territorio», «provocare un pesante clima di tensione», «atteggiamenti intimidatori», «squallidi attacchi personali» e chi più ne ha, più ne metta.

Mai però si era giunti all’assurdo di accusare noi “ambientalisti” di voler fisicamente danneggiare il territorio – che naturalmente vorremmo invece difendere.

Dovremmo aggiungere anche «piromani» alla lista e riderci sopra, come con gli altri epiteti?
Noi abitanti ed amanti del Monte Amiata – che, non dimentichiamo, è un importantissimo bacino acquifero del centro Italia minacciato da livelli crescenti di arsenico – siamo innamorati del territorio; da decenni ci battiamo per conservarne il magico equilibrio, messo a repentaglio (oggi come ieri) dalla rapacità speculativa ed incurante del “progresso” che guarda con miopia soltanto al profitto economico immediato.

È questo il clima che vogliamo respirare? Criminalizzare i cittadini inquinati?

Ci sentiamo profondamente offesi dal servizio andato in onda e chiediamo che si dia celermente risposta alla nostra richiesta di spiegazioni da parte del servizio pubblico – anche alla luce dell’interrogazione al Ministro degli Interni della Sen. Alessia Petraglia, sostenuta da Marco Sabatini e Daniela Lastri di Sinistra Italiana Toscana.

Per cominciare, in attesa di chiarimenti e/o smentite – ed oltre ad interrogarci sull’identità dell’intervistato, le cui gravissime affermazioni hanno dato lo spunto per un’offensiva, paradossale e fuorviante generalizzazione – chiediamo formalmente al Direttore del Giornale Radio di RAI1 di concederci spazio per delle interviste riparatorie.

Cittadini indignati del Monte Amiata

Avviata una petizione online su Change: CLICCA QUI

Aderiscono:
SOS geotermia – Coordinamento Movimenti Amiata (https://sosgeotermia.noblogs.org)
Rete nazionale No GESI – No Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante
Comitato Difensori della Toscana (https://www.facebook.com/pg/comitatodifensori.dellatoscana.5)
Agorà CittadinanzAttiva – comitato cittadini, Monticello Amiata (https://agorattiva.noblogs.org)
Rete Centrali Zero (https://retecentralizero.noblogs.org)
Comitato Fumarole (https://fumarole.noblogs.org)
Genuino Amiatino – rete Genuino Clandestino (https://genuinoamiatino.noblogs.org)
Comitato Maremmattiva Pitigliano Sorano (https://www.facebook.com/maremmattiva)
Comitato Farnese ambiente, salute e territorio (https://www.facebook.com/Comitato-Farnese-ambiente-salute-e-territorio-1386157201451446)
Comitato per la Tutela della Salute e dell’ambiente di Latera
Comitato Controvento, Seggiano
Movimento Agende Rosse, gruppo “Peppino Impastato” – Grosseto (https://www.facebook.com/groups/agenderossegrosseto)
Mariarita Signorini – presidente Italia Nostra Toscana (http://www.italianostra.org/?page_id=340)
Valerio Gennaro – medico epidemiologo ambientale presso IRCCS, associazione Medici Per l’Ambiente – ISDE, Genova
Mauro Chessa – geologo
Dario Tamburrano – deputato Europeo Movimento 5 Stelle (http://www.dariotamburrano.it)
Federica Daga – commissione ambiente Camera Deputati, Movimento 5 Stelle (http://www.federicadaga.net)
Tommaso Fattori – consigliere regionale, capogruppo Sinistra Italiana Toscana, referendum per l’acqua (http://www.tommasofattori.it)
Meetup Arcidosso presente a 5 stelle (https://www.facebook.com/arcidossopresentea5stelle)
Comitato di Zona Partito della Rifondazione Comunista Amiata Grossetana
Corrado Lazzeroni – consigliere comune Arcidosso
Pier Paolo Camporesi – capogruppo minoranza comune Arcidosso
No Geotermia Arcidosso (https://www.facebook.com/NO-Geotermia-Arcidosso-1511415942505278)


Interrogazione al Ministro degli Interni sugli incendi sul Monte Amiata

Dichiarazione congiunta della sen. di Sinistra Italiana Alessia Petraglia e Marco Sabatini/Daniela Lastri coordinatori regionale di SI.
Roma, 19 luglio 2017 – “Da alcuni giorni anche la Toscana è interessata da vari roghi ed incendi ma ad andare in fumo non è soltanto il nostro patrimonio naturale ma anche la capacità di dare una corretta informazione sul tema da parte del servizio pubblico radiotelevisivo nazionale” così la senatrice Alessia Petraglia di Sinistra Italiana che ha presentato una interrogazione al ministro dell’Interno per capire se tra geotermia e incendi esiste una qualche correlazione e se sì in che modo. “Il territorio di Piancastagnaio in modo particolare è flagellato da incendi quasi sicuramente di natura dolosa. Oggi però scopriamo, da un servizio della RAI ( Giornale Radio GR1 del 18/07/2017, edizione delle 8 ) che per alcuni abitanti del luogo gli incendi sarebbero appiccati da chi non vuole le centrali geotermiche. Nessun nome, nessuno che si assuma la responsabilità di certe dichiarazioni, eppure provocare incendi è un reato molto grave ed anche accusare qualcuno. A cosa mira questa tipologia di informazione? Messa così sembra che voglia cucire addosso ai cittadini che legittimamente e in maniera democratica esprimono il loro pensiero, anche in contrasto con le centrali geotermiche, una camicia da veri e propri criminali”.
“Indipendentemente dalla opinione di ciascuno sul tema della geotermia – aggiungono Marco Sabatini/Daniela Lastri, coordinatori regionali di Sinistra Italiana – troviamo poco professionale e di bassa qualità informativa, un telegiornale nazionale che contribuisce, tra l’altro senza citare fonti e senza riportare il nome di chi ha fatto certe affermazioni, a far passare l’idea che gli incendi in Amiata, ed in particolare a Piancastagnaio, siano responsabilità di chi è contrario alle centrali.”


Il Tirreno, 21 luglio 2017

Geotermia. Incredulità e delusione per la sentenza del TAR toscano sulle emissioni di ammoniaca della centrale Bagnore 3

Enel ammette di non poter rispettare i limiti, due università lo certificano, ma il Tar Toscana non raccoglie. Faremo ricorso al Consiglio di Stato, affinché sia fatta giustizia.

 

 

 

 

Smentite dal Tar due strutture universitarie toscane, quelle di Siena e Firenze, che con autonome e diverse pubblicazioni ci davano ragione sulle superate e illegali tecnologie in uso nelle centrali geotermoelettriche Enel in Amiata.

Incredibilmente non considerata la “ammissione” della stessa Enel, la lettera scritta nel 2011 alla Regione Toscana nientemeno che dall’Amministratore Delegato di Enel Green Power, ing. Montemaggi, il quale, dopo la fissazione da parte della Regione dei nuovi limiti di legge per le emissioni di Ammoniaca, richiesti dalla Comunità Europea, afferma che l’Enel, con le tecnologie scelte ed adottate in Amiata, non riesce a rispettare quei limiti ed esplicitamente proponeva un diverso limite più permissivo.

Ma la Comunità Europea, nel sollecitare limiti più restrittivi per le emissioni di Ammoniaca, ha giustificato tale scelta sulla base delle stime dei notevolissimi costi sanitari che producono tali emissioni, le quali percorrendo centinia di Km e andando a formare le famigerate PM2,5 e Pm10, sono causa di patologie molto serie. Pertanto quella lettera e quelle richieste, così in disprezzo della salute pubblica, non potevano e non sono state accolte dalla Regione Toscana.

La recente sentenza del Tar Toscano riesce quindi a disconoscere quanto la stessa Enel ha documentato: sarebbe davvero buffo se non fosse in gioco la salute pubblica, per questo dovremo continuare la battaglia anche proponendo ricorso al Consiglio di Stato.

—oOo—

La notizia della sentenza su La Nazione del 20 luglio 2017

clicca per ingrandire

Leggilo su:

Il Cittadino online

Enel soddisfatta, sempre su Il Cittadino online

La Nazione 22 luglio 2017

Non piove, governo ladro! Cosa succede all’acquifero amiatino?

Non ci sembra che il più grande serbatoio di acqua potabile del centro Italia goda di buona salute, la politica dovrebbe risponderne anzichè tranquillizzare. Nel caso gli venissero dei dubbi, agiscano in autotutela secondo anche il principio di precauzione e fermino le centrali

[PER QUANTO RIGUARDA LA SITUAZIONE NELL’AREA GEOTERMICA TRADIZIONALE (Larderello/Pomarance) SEGNALIAMO L’INTERESSANTE DOCUMENTO DEL COMITATO DIFENSORI DELLA TOSCANA pubblicato il 478717]

 

Dopo le denunce sugli sforamenti di arsenico e successive repliche, è di questi giorni l’allarme sulla siccità e sull’attenzione da prestare all’approvvigionamento idrico.

Riferendoci al piezometro di Poggio Trauzzolo, in effetti, quest’anno, dal 6 luglio, abbiamo superato la quota 307, record negativo raggiunto solo il 30/10/2012 (e fino all’8/4/2013); allora si chiamò in causa la mancanza di precipitazioni degli ultimi anni, ma lo studio Mobidic, commissionato dalla Regione, smentì tali affermazioni e alla nostra denuncia non ci furono repliche…

Oggi l’Acquedotto del Fiora, col comunicato del 12 luglio scorso, lancia la “massima attenzione alla gestione della risorsa ma al momento nessun allarme”. Sacrosanto l’invito ad una gestione oculata della risorsa evitando gli sprechi e gli usi non domestici, anche se magari una altrettanto rigorosa politica sulle manutenzioni e il recupero delle perdite della rete e verifica dell’uso della risorsa da parte dell’utenza, forse aiuterebbe.

Dice il comunicato: “Si registra però un calo delle portate delle sorgenti, nell’ordine del 10-15%, dovuto all’assenza di nevicate invernali negli ultimi tre anni. Sono tenuti sotto stretta osservazione da parte del gestore i pozzi che integrano l’approvvigionamento di acqua proveniente dal Monte Amiata, i quali risentono in maniera immediata della mancanza di piogge e che in alcuni casi presentano riduzioni anche del 50%.”

Sembrerebbe quindi che anche questa volta si suggerisca che il calo delle sorgenti sia del tutto “naturale” legato alle precipitazioni.

Ma -sempre con riferimento al piezometro David Lazzaretti di Poggio Trauzzolo- siamo andati a verificare l’andamento delle precipitazioni in relazione al livello dell’acquifero, desunte dalle rilevazioni giornaliere del SIR (Settore Idrogeologico Regionale) Toscana.

Riportiamo la tabella che raccoglie i dati annuali che ci mostra che, in effetti, le annate con più precipitazioni causerebbero, a distanza di un anno, una risalita del livello dell’acquifero, ma –oltre all’anomalia che denunciammo per il 2012-2013, questo trend di nuovo non viene rispettato con le precipitazioni mediamente abbondanti del 2016 (circa 1400 mm, molto più di quanto rilevato nel citato studio Mobidic dal 1990 al 2007) che avrebbe dovuto causare quest’anno una risalita che, a tutt’oggi, non si rileva; anzi, pare che il trend sia in ulteriore discesa.

Dati SIR Toscana, clicca per ingrandire

Una ulteriore anomalia si può notare nell’andamento per gli anni 2014-2015 che seguono due anni di precipitazioni particolarmente abbondanti, il 2013 con circa 1700 mm e il 2014 con circa 1800 mm; la crescita, che pur si rileva, ha una strana discesa dal settembre 2014 con forti oscillazioni giornaliere che si interromperà nella primavera del 2015 quando riprenderà la presumibile continua risalita. C’è da notare la strana coincidenza con l’avvio della centrale di Bagnore 4 e lo “stranissimo” episodio dell’impazzimento del piezometro che avevamo puntualmente denunciato e di cui il prof.Borgia diede una lettura ben diversa della semplice rottura del rilevatore e che invitiamo a rileggere.Il sospetto che le cause delle anomalie del livello dell’acquifero non siano tutte così “naturali” lo abbiamo sempre espresso, ma ancora una volta chiamiamo in causa chi ne sa di certo più di noi e potrebbe dare risposte convincenti. A meno che, come nel 2012, ritengano di non dovere (o poter) dare risposte ai cittadini.


Leggilo su:

Il Cittadino online

OrvietoNews.it

Radiogiornale.info

La Città.eu


Aggiornamento 19 luglio 2017

Il consigliere di Arcidosso Corrado Lazzeroni (Insieme per Arcidosso) presenta interrogazione sulla questione acqua e arsenico:

 

Questione ripresa su Il Tirreno il 25 luglio 2017