Archivio mensile:Novembre 2022

ECOSISTEMA VAL D’ORCIA: 3 RICORSI AL TAR TOSCANA CONTRO LA CENTRALE CASCINELLE IN VAL DI PAGLIA

Pubblichiamo il comunicato del Coordinamento Ecosistema Val d’Orcia.

 

 

 

 

ECOSISTEMA VAL D’ORCIA
3 RICORSI AL TAR TOSCANA DA PARTE DI IMPRENDITORI, OPERATORI AGRITURISTICI, COLTIVATORI DIRETTI, ASSOCIAZIONI, CITTADINI CONTRO LA CENTRALE CASCINELLE IN VAL DI PAGLIA

A inizio settimana sono stati prodotti, in aggiunta a quello presentato dal Comune di Radicofani al Tribunale Amministrativo della Toscana che vede la partecipazione anche del Comune di Castiglione d’Orcia, tre ulteriori ricorsi da parte delle comunità locali e degli imprenditori di Val d’Orcia, Val di Paglia e Amiata.

Tale risultato (mai si erano visti in precedenza nella nostra zona ben quattro ricorsi al TAR mossi da amministrazioni comunali e cittadini su uno stesso tema di tutela del territorio) è stato possibile in virtù della copiosa raccolta di oltre 38.000 euro in meno di un mese e mezzo, grazie alla contribuzione di centinaia di cittadini e operatori economici che, anche con questo atto, così come precedentemente con i convegni, le conferenze, le tavole rotonde, le pubblicazioni, intendono affermare la propria netta contrarietà alla Centrale Cascinelle voluta dalla società privata Sorgenia e dalla Regione Toscana.

Si tratta di un risultato straordinario, reso possibile dall’efficacia del Coordinamento Ecosistema Val d’Orcia, che vede al proprio interno soggetti pubblici e privati, amministrazioni comunali (Radicofani, Castiglione d’Orcia, Pienza), gruppi consiliari di maggioranza e minoranza, liste civiche, fondazioni, associazioni, circoli, comitati, tutti soggetti sottoscrittori della “Carta di Radicofani”, documento in cui si dichiaravano, motivandole analiticamente, le ragioni della contrarietà alla centrale. Il progetto prevederebbe, se realizzato, la collocazione in Val di Paglia, sulla via Francigena nelle località Voltole e Voltolino (siti lungo la storica arteria stradale citati con la denominazione Sce Petir in Pail da Sigerico Arcivescovo di Canterbury di ritorno da Roma nel 995) di una Centrale geotermica a ciclo binario e reimmissione forzata dei fluidi a grandi profondità nei terreni a fianco del fiume Paglia, sulla buffer zone dell’Area UNESCO Val d’Orcia nel comune di Radicofani, a poche centinaia di metri dalle sorgenti termali di Bagni San Filippo.

Comprendiamo che questa vicenda possa apparire paradossale ma così è, e i cittadini di Amiata e Val d’Orcia hanno dichiarato, anche in occasione dei tre ricorsi al TAR della Toscana, la propria volontà ferma, oltreché la tenacia e la determinazione, di far valere le proprie ragioni, ritenendo doveroso il diritto dei territori di essere ascoltati, fosse anche di fronte al Consiglio di Stato e al Consiglio d’Europa, e di non poter rinunciare all’impegno di collaborare attivamente a disegnare il futuro delle proprie terre, con responsabilità e visione alta, per chi vive qui ora e per le generazioni che verranno.

Ecosistema Val d’Orcia contrappone a un progetto che presenta rischi reali di sismicità indotta, subsidenza, alterazione delle falde acquifere profonde termali e non, alterazione ambientale e paesaggistica, avvalorati da numerosi pareri tecnici e scientifici, un modello di sviluppo rispettoso della vocazione storica e ambientale della valle. La centrale infatti, se realizzata, vanificherebbe anche l’ambizioso progetto, condiviso con le comunità locali, «PARNAS Parco Archeologia Natura Sostenibilità della Val di Paglia e dell’Amiata» presentato a maggio alla Accademia dei Fisiocritici di Siena da parte del Comitato Tecnico Scientifico che lo ha ideato e prodotto e che in quella stessa occasione lo inviò all’allora ministro della Cultura Franceschini. Il ministro, lo vogliamo ricordare, poco tempo dopo esercitò il suo potere di interdizione nei confronti del progetto della Centrale Le Cascinelle, recependo in pieno i cinque pareri negativi già espressi durante la Valutazione di Impatto Ambientale dal Soprintendente Gabriele Nannetti.

La partita è ancora tutta aperta. Intanto, cittadini e istituzioni dell’area Amiata-Val d’Orcia sono più che mai motivati ad andare avanti; con la determinazione e la visione di chi crede che non si possa e non si debba prescindere dal coinvolgimento e dalla partecipazione delle popolazioni nella costruzione del futuro delle terre nelle quali esse vivono e che, con il loro lavoro, contribuiscono a preservare e a valorizzare.

Coordinamento Ecosistema Val d’Orcia

Magliano, 5 novembre 2022. Dall’assemblea un NO chiaro contro le centrali. Nasce Maremma Amata

Il 5 novembre 2022 si è svolta una partecipata assemblea a Magliano per la difesa del territori dal rischio di esplorazioni e centrali geotermiche. Si è anche costituito un nuovo comitato col nome di Maremma Amata. Riportiamo il comunicato.

 

 

 

 

Comunicato Comitato Maremma Amata

Si è tenuta nella giornata di Sabato 5 Novembre, nell’area del comune di Magliano in Toscana, la prima riunione del neonato Comitato Maremma Amata alla presenza di innumerevoli cittadini e rappresentanti della politica e della scienza, per contrastare il folle progetto di trivellazioni esplorative in due aree naturali finora salvaguardate ed estremamente caratterizzate da produzioni agroalimentari di eccellenza.
Questo primo incontro nasce dalla cooperazione tra il Comitato Maremma Amata con il coordinamento SOS Geotermia Scansano e le amministrazioni di Scansano e Magliano nel tentativo di fermare il degrado ambientale che tale attività esplorativa comporterebbe. Tutto ciò in contrasto con la pianificazione locale e regionale che da anni ha dichiarato non idonee le zone delle future trivellazioni geotermiche esplorative.
Gli avvocati incaricati al contrasto di tali iniziative, che già hanno presentato ricorso al TAR della regione Toscana, evidenziano oltretutto quanto queste pericolose attività di trivellazione geotermica esplorativa potrebbero arrecare ancora un maggior danno per la totale assenza di tutela ambientale e sanitaria nel programma della frazione di Pereta e Scansano.
Ed è proprio a Pereta che si è formato il Comitato per la tutela di questo angolo di Maremma ancora incontaminata che si trova nel cuore della DOCG Morellino di Scansano, la denominazione storica della provincia di Grosseto.
Un’area di grandi eccellenze agroalimentari che comunque annovera ben una DOCG, 7 DOC, 2 IGT nonché una DOP olivicola, quella del prestigioso Olio di Seggiano e svariate eccellenze del food che spaziano dagli ottimi formaggi ai salumi di cinta, allo zafferano, divenuto presidio Slow Food fino alla produzione dell’aglio rosso maremmano.
Un territorio dove già a partire da metà degli 90, si crea uno dei primi distretti rurali di Europa e dove l’imprenditoria agricola e quella turistica sono fonti economiche di assoluto rilievo.
Proprio per questo motivo alla riunione hanno partecipato numerosi imprenditori agricoli e turistici e presidenti e direttori dei vari consorzi con la speranza di divulgare e sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni locali e politiche sulle gravi conseguenze di questi pozzi esplorativi, evidenziando quanto gli impianti geotermici nati alla fine degli anni 50 nel territorio del bacino geotermico del Monte Amiata abbiano alterato gravemente il sistema geomorfologico del vulcano contribuendo al depauperamento degli immensi serbatoi d’acqua che, attraverso l’acquedotto del Fiora, servono un bacino d’utenza che, d’estate, raggiunge le 700.000 persone.
Proprio nell’ottica di informare e accrescere la consapevolezza di tutti i cittadini è stato invitato come relatore il geologo e vulcanologo Dott. Andrea Borgia che ha fatto un quadro preciso ed esaustivo sulla pericolosità e le irreparabili conseguenze che impianti di produzione geotermica apporterebbero come l’inquinamento dell’aria circostante da polveri sottili e metalli pesanti e l’impoverimento del serbatoio idrico del polo termale di Saturnia.
Con queste premesse ci auguriamo che l’intervento dei rappresentanti politici con la presenza dell’On. Marco Simiani, dei Consiglieri regionali Donatella Spadi ed Andrea Ulmi, di Valentino Bisconti in rappresentanza della Provincia di Grosseto – tutti contrari allo sfruttamento geotermico nella zona di Pereta e Scansano – possa contribuire al blocco di una iniziativa che rischia di rovinare per sempre uno degli angoli più incontaminati della Maremma grossetana.
Noi del Comitato Maremma Amata ci siamo e ci adopereremo strenuamente alla salvaguardia della nostra terra.


Leggilo anche su:  AgenziaImpress.itLa NazioneControradio.itIl Giunco.net 8 novembre 2022Il Giunco.net 7 novembre 2022

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Il Tirreno 10/11/22 (clicca per ingrandire):

Presentazione Studio InVetta: bocciato merito e metodo. Politici -al solito- assenti

A seguito dell’assemblea pubblica di presentazione dello Studio epidemiologico InVetta ad Abbadia San Salvatore del 28 ottobre 2022, pubblichiamo il comunicato di Comitato Salvaguardia Ambiente Monte Amiata – Rete Nazionale NoGesi – SOS Geotermia – Lista civica Abbadia Futura del 29/10/22.

 

 

Fin dall’avvio della presentazione dello Studio “InVetta”, elaborato dall’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) con il contributo di Arpat e di altri organismi regionali, e avente ad oggetto lo “Stato di salute della popolazione amiatina”, che ha avuto luogo il 28 ottobre presso il Cinema-teatro Amiata di Abbadia San Salvatore, si è capito che il clima non fosse dei più tranquilli. Cinzia Mammolotti, consigliera di minoranza del Comune di Abbadia ed in rappresentanza dei comitati ambientalisti amiatini, ha subito richiesto l’inversione dell’ordine del giorno dell’assemblea, per consentire di far partecipare alla discussione anche il numeroso pubblico intervenuto. Respinta questa proposta, l’assemblea si è svolta secondo il programma prefissato ma l’illustrazione dei vari aspetti dello studio è terminata solo alle 19,45.

A quel punto ha avuto inizio l’esposizione delle domande e delle osservazioni. È stata innanzitutto contestata l’assenza degli organi politici regionali, a partire dagli Assessori Bezzini (sanità) e Monni (ambiente ed energia), mai visti in Amiata dopo la prima presentazione ufficiale avvenuta a Firenze oltre dieci mesi fa.

“Le conclusioni di oggi, per altro molto discutibili – è stata alla fine la considerazione dei comitati – non possono essere prese a giustificazione del disastro che si annuncia per l’Amiata, con il polo geotermico che la Regione Toscana vuole insediarci”. Tanto più che Fabio Landi – studioso del problema – ha messo chiaramente in evidenza i limiti intrinseci dello Studio che, essendo concepito come uno studio “di prevalenza”, non è in grado di determinare una relazione di causalità fra l’esposizione (ad un inquinante) e l’evento (una malattia). E ha rilevato anche la stranezza di quanto sostenuto in merito al fatto che, all’aumentare degli inquinanti geotermici, si osserverebbe una riduzione delle patologie respiratorie, mentre in uno studio contemporaneo della dottoressa Nuvolone sulle esposizioni croniche ad H2S eseguito secondo altri criteri, i risultati parlano di “un’associazione tra l’esposizione a concentrazioni crescenti di acido solfidrico e il rischio di mortalità ed ospedalizzazione”. A questo proposito i risultati dello studio InVetta potrebbero risentire – è stata la conclusione dei comitati – “della scarsa attendibilità dei valori delle concentrazioni di inquinanti associati ai singoli partecipanti all’indagine sulla base delle mappe di ricaduta utilizzate”.

Lo studio InVetta ha anche confermato come la popolazione residente nei comuni principali (Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio, Arcidosso, Santa Fiora e Castel del Piano) sia soggetta a livelli di esposizioni ambientali maggiori rispetto ai cittadini residenti nei comuni di controllo vicini (Radicofani, Castiglione D’Orcia, Seggiano e Cinigiano) e di conseguenza anche le concentrazioni dei metalli nei campioni biologici hanno mostrato valori decisamente più alti tra i residenti nei comuni principali rispetto a quelli di controllo.

Sulla stessa linea si osserva come l’esposizione alle emissioni delle centrali geotermiche comportano livelli urinari di tallio e di mercurio più elevati nei lavoratori presso le centrali geotermiche rispetto al resto del campione. Mentre la presenza di arsenico (inquinante emesso anche dalle centrali) nelle acque potabili, mostra una stretta relazione con l’aumento di rischio di tumori, di malattie respiratorie e cardiovascolari.

Abbadia San Salvatore, 29 ottobre 2022


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Centritalianews.it

La Nazione (clicca per ingrandire)

 

Amiata: parco nazionale o geotermia? Comunicato del Centro Parchi Internazionale

A seguito dell’assemblea pubblica di presentazione dello Studio epidemiologico InVetta ad Abbadia San Salvatore del 28 ottobre 2022, pubblichiamo un comunicato del 1/11/22 dal titolo “AMIATA: PARCO NAZIONALE O GEOTERMIA?” a firma del professor Franco Tassi per conto del Centro Parchi Internazionale.

 

 

 

Si è svolto il 28 ottobre 2022, nel cinema di Abbadia San Salvatore, un importante incontro – definito impropriamente dagli Organizzatori (Regione Toscana, ARS, ARPAT) come “Assemblea pubblica” (*) – aperto alla cittadinanza, sul tema “Geotermia e salute: i risultati dello studio InVetta”.

L’evento è stato contestato dai Comitati che difendono l’Amiata, sia per lo spazio limitatissimo concesso al dibattito, che per la completa assenza dei responsabili politici della Regione, il cui vero obiettivo è dichiaratamente quello di trasformare il Monte Amiata in “Area Industriale Geotermica”, costruendo almeno 15-20 nuove Centrali entro l’anno 2030.

Un obiettivo a dir poco folle, che non solo risulta in netto contrasto con le linee guida europee, le quali per fronteggiare la crisi climatica, ecologica e idrogeologica si prefiggono di tutelare entro il 2030 almeno il 30% del territorio con Parchi Nazionali e Aree Protette: ma appare anche devastante per un comprensorio tanto ricco di paesaggio, biodiversità, patrimonio naturale e tradizioni culturali, la cui autentica vocazione è senza dubbio quella di diventare un Parco Nazionale di valore internazionale. Perché la “Montagna Sacra degli Etruschi” può costituire un formidabile “attrattore” per il turismo naturalistico, fotografico e culturale di ogni provenienza, e in tutte le stagioni.

E l’Amiata continuerà anche in futuro, se non verrà sfigurato nel paesaggio e sconvolto nell’ecosistema forestale e montano, a offrire una eccellente qualità di vita, e a donare acqua di ottima qualità alle terre contigue.

Con ogni rispetto per le accurate statistiche sciorinate dai Relatori, da questo incontro la Geotermia non è quindi uscita candida e innocente come la Regione avrebbe voluto. L’inquinamento è palese, e un incremento delle patologie appare incontestabile, per cui suonano abbastanza goffi i tentativi di attribuirne la causa all’orticoltura, oppure alle predisposizioni individuali. Né va taciuto che i pericoli connessi all’invasione delle nuove Centrali sono assai più vasti, e vanno dal pesante inquinamento e depauperamento delle falde idriche (proprio quelle che dissetano tutti i territori limitrofi), alle possibili incidenze sulla vulnerabilità sismica (dato che sono proprio le acque sotterranee a garantire un prezioso effetto ammortizzatore).

Le proteste della Comunità Amiatina non sembrano quindi ingiustificate, anche perché è mancato un vero dibattito, e un giudizio indipendente e approfondito sugli effetti della Geotermia è stato semplicemente rinviato. Non si comprende quindi come la Regione possa insistere nell’assurdo progetto di trasformare l’Amiata in Zona Industriale, con disastrose conseguenze per la montagna, le zone vicine e l’avvenire delle popolazioni locali.

Nel frattempo, però, sta riprendendo quota l’idea del Parco Nazionale, previsto fin dal 1991 dalla Legge quadro sulle Aree protette, e finora realizzato solo in minima parte con il piccolo Parco delle Miniere. Una realtà ambientale che in un Paese civile e moderno dovrebbe estendersi alla tutela dell’intero patrimonio ecologico di questa straordinaria montagna, ricca di fauna, flora, selve e biodiversità che meritano di essere conosciute, studiate e protette. In questa prospettiva, assume rilievo anche la recente notizia della prossima creazione di un Centro Scientifico ad Abbadia San Salvatore, nella storica Palazzina delle Miniere, che verrà prossimamente restaurata e attrezzata, arricchendo così l’Amiata di un ulteriore importante richiamo culturale e turistico.

Roma, 1° Novembre 2022
Professor Franco Tassi – Centro Parchi Internazionale

(*) L’impressione percepita dai partecipanti è stata che gli organizzatori, temendo le contestazioni ma volendo sfoggiare una parvenza di verde e democraticità, abbiano scimmiottato le “public hearings” (audizioni, consultazioni) dei Paesi più avanzati, ma senza aprirsi a una vera discussione libera e approfondita.