Archivio mensile:Novembre 2018

MIRACOLI DELLA GEOTERMIA: BASTA ANNUNCIARE CHE TOLGONO GLI INCENTIVI ALL’ENEL E IL LAVORO TRIPLICA!!

Dopo l’annuncio che (forse) la geotermia verrà esclusa dagli incentivi per le rinnovabili, in un solo mese i lavoratori di questo settore sono TRIPLICATI (!!!) passando da 1700 a 5000.

 

 

 

Il 2 novembre un articolo di Greenreport (sponsorizzato da Cosvig, che gestisce gli incentivi toscani…) dice che la geotermia toscana “occupa circa 1.700 addetti tra diretti e indotto”, riprendendo gli stessi numeri forniti da un dossier del Corriere della Sera (Corriere Fiorentino) del 18 settembre 2017 che indicava, appunto, “occupati tra 650 e 700, oltre a un indotto indiretto di circa mille posti di lavoro”. Questo dato è di fonte Enel (oste, com’è il vino?) come dichiararono i consiglieri PD Pieroni e Nardini che il 22 marzo 2016 visitarono le centrali con la Commissione regionale Ambiente e dichiararono: “i dati illustratici questa mattina dai dirigenti di Enel… …700 dipendenti diretti e più di 1000 nell’indotto”.

Poteva mancare il sindacato geotermico? La Cisl, per fare la brava arriva a “circa 1.800 persone, tra occupazione diretta e indotto” (ToscanaOggi.it fonte agenzia Dire).
La Cgil rilancia e parla di “oltre 2.100 occupati tra interni ed esterni” (Il Tirreno)

Il 9 novembre La Nazione dice che i lavoratori sono 2.150, “650 nelle centrali di Enel Green Power e 1.500 nell’indotto”.

Il 9 novembre un comunicato di Toscana notizie (organo della Regione) dice che “gli occupati diretti sono 650 e quelli dell’indotto circa 2000”, e siamo a 2.650. Ma non basta, poco sotto, aggiungendo …l’indotto dell’indotto dell’indotto…. si raggiungono le “oltre 4000 le persone coinvolte, così suddivise: addetti occupati direttamente 650, addetti dei fornitori 2.000, altri addetti attivati dai fornitori dei fornitori 780, addetti attivati dai lavoratori per i consumi 890”.

La Nazione, 25 novembre

Anche Greenreport, che di solito è la grancassa della geotermia industriale toscana, vedendosi superato a destra, sempre il 9 novembre, per bocca del sindaco di Pomarance, Martignoni, arriva a “circa 800 occupati diretti e 1.200-1.500 

nell’indotto”, quindi sui 2.000/2.300 totali.

Ma La Nazione non ci sta e il 25 novembre, riprendendo dichiarazioni del presidente Rossi, afferma che i lavoratori sono 650 enel + 4350 indiretti, quindi 5.000 !!!

E’ chiaro e scoperto il giochino del ricatto occupazionale che viene messo in atto ogni qualvolta si chiede a qualche padrone di rispettare le leggi (ultimo caso l’ILVA). La cosa che salta agli occhi sulla geotermia toscana è la cialtronaggine di quanti, per paura di veder scomparire gli incentivi (pagati dai soliti cittadini in bolletta), non esitano a fare a gara a chi la spara più grossa!
E ancora non siamo a Natale, chissà cos’altro s’inventeranno…

Ormai le persone sono stanche e arrabbiate con un sistema di sfruttamento selvaggio dei territori, che devasta salute e ambiente e, paradossalmente, NON PRODUCE OCCUPAZIONE IN PROPORZIONE AGLI INCENTIVI ELARGITI! se solo si investissero i 600 milioni di incentivi (anno 2016) in posti di lavoro, calcolando il costo di 50 mila euro per lavoratore, si creerebbero 12.000 posti di lavoro, altro che chiacchiere.

La cosa certa è che gli occupati delle centrali toscane arrivano a circa 600 addetti che sono pari a quelli occupati nel turismo nel solo comune di Casole d’Elsa, dove un sindaco più attento agli interessi e alla salute della sua comunità, ha preso atto che, a seguito di un referendum sulla realizzazione di un impianto in cui il NO ha raggiunto il 93,4 %, la geotermia nel suo comune “non s’ha da fare”.

Ribadiamo quindi che l’eliminazione degli incentivi alla geotermia industriale speculativa e non rinnovabile è sacrosanta; ci auguriamo che su questo il Governo resista alle pressioni dell’Enel, di Rossi e dei loro supporter e non faccia marcia indietro.

Proponiamo che quanto tolto alla geotermia sia investito nei territori cd. geotermici per convertire l’occupazione nello sviluppo di fonti realmente rinnovabili, a cominciare dai piccoli impianti fotovoltaici e pompe di calore, in grado di realizzare una vera autosufficienza energetica ed una economia locale di supporto.

Sos Geotermia, Comitato Salvaguardia Ambiente M.Amiata,
Rete NoGESI, Medicina Democratica


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Il Cittadino online

Geotermia esclusa -per ora- dalla bozza di decreto sulle rinnovabili, sindaci e sindacati geotermici sulle barricate

La risposta di Sos Geotermia ai lamenti di certi sindaci e sindacati sempre schierati con l’Enel. Anche Rossi dichiara “guerra”.

 

 

Nel nuovo schema di Decreto legislativo (scaricalo QUI), che stabilisce gli incentivi per orientare le produzioni di energia verso sistemi sostenibili, la Geotermia viene momentaneamente esclusa, dovendo tale Decreto essere coerente con le prescrizioni della Commissione Europea in materia di aiuti alle energie pulite.
Noi speriamo che questo nuovo approccio porti ad un cambiamento rispetto al passato.

Invece, le parole usate dal Sindaco Giacomo Termine in difesa del preesistente sistema di aiuti pubblici alle centrali geotermiche ad alta entalpia dimostrano una profonda ignoranza, in quanto sono parole in realtà a difesa di un sistema che, invece di incentivare le produzioni di energia elettrica da fonti pulite, ha concesso enormi incentivi, circa 600 milioni di euro nel 2016 in Toscana, dirottandoli ai peggiori inquinatori dell’atmosfera.
Infatti, Giacomo Termine ignora un fatto accertato e scritto dai nostri rappresentanti scientifici   in ambito Europeo (1): cioè che le centrali geotermiche in Amiata sono decine di volte più inquinanti e clima alteranti delle centrali elettriche alimentate a combustibili fossili e, ciò nonostante, ricevono incentivi come se fossero fonti pulite. Come definire questa distorsione dei fini se non una colossale truffa, legalizzata dai Governi precedenti?

L’entità annua di tali incentivi, pagati con le bollette elettriche dei cittadini che consumano elettricità, vengono sottratti alle fonti energetiche davvero pulite, come ad esempio al fotovoltaico sui tetti delle abitazioni o alle pompe per il calore geotermico nei fabbricati, che sarebbero in grado di produrre occupazione e reddito ad artigiani e piccole imprese decine di volte superiore all’occupazione che oggi sono capaci di offrire le centrali Enel. Ma il sindaco Termine ignora questo necessario cambiamento, che invece il Parlamento italiano (2) ha già maturato e invano sollecitato, visto che i Governi a guida PD non hanno voluto assecondarlo.

Giacomo Termine ignora anche che nella Commissione per l’Industria che votò una Risoluzione all’unanimità, assieme alla Commissione Ambiente (2), che impegnava il Governo nella direzione che oggi si intravede: “a favorire lo sviluppo e la diffusione della geotermia a bassa entalpia, ossia ad impianti che sfruttano il calore a piccole profondità, per l’importante contributo che può dare alla riduzione del fabbisogno energetico del patrimonio edilizio italiano; -ad assumere iniziative per rivedere gli attuali meccanismi incentivanti garantiti al geotermico, in quanto fonte rinnovabile, al fine di sostenere maggiormente quelle a minore impatto ambientale” non sono stati solo i parlamentari 5 Stelle a votarla, ma anche esponenti di primo piano del PD, come la on. Braga, Responsabile Ambiente della Segreteria nazionale del PD e i Presidenti di tali due Commissioni della Camera dei Deputati, gli on.li Epifani e Realacci.

Ciò è avvenuto perché il sistema attuale è una truffa, anche se consentita dai Governi, e non può essere tollerata a lungo, nonostante l’ignoranza dei sindaci, che pur di ricevere una piccola parte di quegli incentivi non spiegano ai propri cittadini come mai nell’area tradizionale di più antico sviluppo geotermico in Toscana, deliberata come area di crisi dalla Giunta Regionale, si registrano (vedi Quaderni Irpet) il reddito procapite più basso e la popolazione di età più alta della Toscana a dimostrazione che la Geotermia delle centrali elettriche porta ad un declino economico e sociale, dove solo in pochi fanno affari.

(1) Basosi: “Dal punto di vista del potenziale di acidificazione (ACP), l’impatto derivante dall’energia prodotta dalle centrali geotermoelettriche del Monte Amiata è in media 2,2 volte maggiore dell’impatto di una centrale a carbone di pari potenza elettrica. Il valore medio dell’ACP di Bagnore 3 è 4,3 volte più alto di una centrale a carbone e circa 35,6 volte più alto di una centrale a gas” in QualEnergia, giugno 2015. Leggi QUI

(2) Risoluzione del 15.4.2015 delle Commissioni Parlamentari X (Industria) e VIII (Ambiente) Scaricala QUI


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MaremmaNews 9/11/2018

La Nazione 8/11/18