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Titanic Amiata: anche l’ISDE conferma la gravità del problema salute, ma si continua a far festa come nulla fosse

Altro che moratoria, occorre chiudere subito le centrali enel; anche i Sindaci agiscano e la smettano con il teatrino delle sponsorizzazioni di sagre e feste.

 

 

Abbiamo chiesto allISDE, Medici per l’Ambiente, di analizzare la situazione sanitaria amiatina alla luce degli studi fatti e in corso, a cominciare dallo Studio epidemiologico fino al progetto InVetta.
L’ISDE, con una puntuale relazione (clicca qui per scaricare) del Dr. Ugo Corrieri, Presidente della Sezione di Grosseto e Coordinatore per il Centro Italia, forse per la prima volta analizza e mette a confronto i vari studi; dalla relazione ne esce un quadro, se possibile, ancora più grave di quello che da anni i comitati vanno denunciando.
Queste le conclusioni a cui giunge il relatore: “…Le rilevanti correlazioni statisticamente significative che emergono dall’Allegato 6 dello studio del CNR del 2010 – tra le maggiori concentrazioni degli inquinanti tipicamente emessi dalle centrali geotermiche e gli aumenti di ricoveri ospedalieri e di decessi negli abitanti dei Comuni più esposti – comportano, come scrivono gli stessi Autori del CNR, un evidente nesso di “Plausibilità eziologica”. Posta pertanto la ragionevole esistenza circa la sopraddetta associazione eziologica, per adottare decisioni di sanità pubblica non occorrerebbe altro. Tutto ciò, associato al parere (agli effetti pratici negativo) della Asl Toscana Sud-Est qui sopra riportato e ai recentissimi reperti di elevate concentrazioni d’inquinanti nel sangue, nelle urine e nei capelli degli abitanti dei Comuni amiatini sedi di centrali geotermiche, ad avviso del sottoscritto non può che imporre – in coerente applicazione dei Principi di Prevenzione e Precauzione e delle Prescrizioni dei decreti di VIA delle centrali geotermiche amiatine (che richiedono se necessario la riduzione fino alla chiusura della produzione dell’energia geotermica) – una unica soluzione: l’immediata chiusura delle centrali con loro dismissione e bonifica dei siti…”.

Quindi l’ISDE si spinge anche più in là della richiesta di moratoria dei comitati, ritenendo che la grave situazione sanitaria impone “l’immediata chiusura delle centrali con loro dismissione e bonifica dei siti”!

In tale situazione anche i Sindaci, in quanto primi responsabili della salute pubblica, devono intervenire, come ancora auspica il relatore Dr.Corrieri: “…appare inevitabile che le Autorità Competenti sospendano, attraverso procedimenti in autotutela, tutti gli atti amministrativi propedeutici alla costruzione ed esercizio delle centrali geotermoelettriche attualmente in funzione in Amiata oltre a quelli relativi alle nuove eventuali autorizzazioni…”.

Invece, proprio come su Titanic che affondava mentre nel salone si faceva festa, assistiamo anche quest’anno al surreale teatrino di Cristicchi ad Arcidosso sponsorizzato -come al solito- dall’Enel

 che ormai sempre più scopertamente decide di dare i soldini solo per le iniziative degli amici delle centrali e “punire” quei sindaci che osano solo mettere in dubbio la bontà della geotermia, come è successo al sindaco Franci di Castel del Piano che si è visto negare la sponsorizzazione del Palio, una delle maggiori manifestazioni dell’Amiata. Questa è l’Enel, per chi non avesse capito…

Che nessuno domani dica quindi che non sapeva: governo, regione e comuni non si possono sottrarre alle loro responsabilità sul grave problema sanitario dell’Amiata. Diano seguito a quanto ormai da più parti viene denunciato e si arrivi al fermo delle centrali esistenti e di progetto.

Come Sos e come Rete nazionale continueremo puntualmente a denunciare la situazione e le responsabilità affinche si arrivi a tutelare davvero la salute dei cittadini contro i profitti delle società geotermiche e chiameremo le amministrazioni a rispondere delle eventuali omissioni e correità.

Sos Geotermia – Rete nazionale NoGESI


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La Città.eu

17 luglio 2018, INCONTRO CON IL PRESIDENTE PD AL CONSIGLIO REGIONALE LEONARDO MARRAS

Quello che si è tenuto a Firenze martedì 17 luglio 2018 nella sede del gruppo PD del Consiglio Regionale con il capogruppo Marras è stato un incontro per alcuni aspetti positivo, ma da verificare con il Presidente Rossi e la Giunta sulle reali intenzioni che gli stessi vogliono portare avanti sia riguardo al tema della nuova centrale flash PC6 di 20 MW, proposta da Enel a Piancastagnaio, sia sul tema della “Moratoria” e della nuova legge regionale sulla Geotermia.

Alle posizioni espresse dai rappresentanti dei Comitati ambientalisti di SOS Geotermia e della Rete Nazionale NOGESI, che hanno evidenziato, con la relativa documentazione, le criticità e i gravi problemi ambientali e sanitari, già oggi presenti in Amiata a causa delle attuali cinque centrali di Piancastagnaio e di Bagnore, e quindi la gravità che avrebbe la realizzazione del nuovo impianto flash PC6 e delle altre previste in Amiata e in Toscana a ciclo binario, il capogruppo consiliare PD Marras ha espresso alcune posizioni e considerazioni condivisibili e sostanzialmente riassumibili nei seguenti punti principali:
– La necessità da parte della Regione Toscana di completare l’iter e la approvazione delle Aree Non Idonee (ANI), dopo il pronunciamento dei vari Comuni dell’Amiata e della Toscana, in gran parte contrari a centrali geotermiche nel proprio territorio;
–  La posizione che deve assumere la Regione Toscana di uscire da “contratti” o “patti” con l’Enel e quindi la non accelerazione di tali accordi;
– La necessità, invece, che venga definito un quadro di riferimento chiaro e preciso a livello regionale, da raggiungere con una nuova normativa sulla Geotermia e la revisione del Paer sulle Fonti rinnovabili, che portino, a detta di Marras, “a più ambiente, più lavoro”;
– La valutazione di una “Moratoria” per le centrali in Toscana, compresa quella di PC6, da attuare per il tempo necessario alla definizione della nuova legge sulla Geotermia, alla definizione delle ANI, alla definizione dei nuovi limiti delle emissioni a tutela della salute dei cittadini.

Il problema è che tali posizioni condivisibili dovranno trovare consenso e attuazione da parte del Presidente Rossi e della Giunta Regionale. Marras ha comunicato che incontrerà Rossi su tali problematiche e, in particolare, sulla necessità di definire una legge sulla geotermia e di conseguenza di valutare la necessità di una moratoria sui procedimenti in corso, il giorno 31 luglio p.v. Ci auguriamo che in tale incontro prevalgano le posizioni espresse da Marras e che siano fatte proprie dal Presidente e dalla Giunta.

In caso contrario, e in particolare se si dovesse perseverare sulla realizzazione della nuova centrale PC6 di Piancastagnaio, i Comitati della Rete Nazionale NOGESI organizzeranno tutte le manifestazioni e le iniziative di lotta per respingere tale sciagurata scelta.

Amiata, 19 luglio 2018

SOS Geotermia Amiata – Rete Nazionale NOGESI

Accordo sulla geotermia del governatore Rossi: No alla monetizzazione della salute!

Al “mercante” rispondiamo che non esistono popolazioni amiche della geotermia e popolazioni nemiche, ma solo popolazioni inquinate, del cui inquinamento Enel e le amministrazioni regionali (non solo Rossi) e comunali dovranno rispondere, di fronte alla storia e alla magistratura.

 

L’edizione del “Il Tirreno” del 7 luglio 2018 -vedi in fondo- ci dà notizia delle intenzioni del governatore Rossi di spillare più quattrini all’Enel per la geotermia nell’Alta Val di Cecina e nell’Amiata. Secondo il giornale l’accordo sarebbe vicino.
Le intenzioni del “mercante in fiera” Enrico Rossi, verso la scadenza del suo doppio mandato, sono abbastanza trasparenti: monetizzare la salute della popolazione, tentando di dividere popolazioni buone (quelle della zona geotermica nord, acquiescenti ai disastri della geotermia) da quelle cattive (quelle dell’Amiata, più riottose) con un po’ più di fondi da spillare ad Enel, briciole rispetto a quanto quest’ultima ottiene dagli incentivi statali.

Inoltre, l’accordo in preparazione perché fa parti diseguali fra uguali? L’ospedale di Volterra perché andrebbe salvaguardato più degli ospedali amiatini? E perché il fiume Cecina andrebbe salvaguardato più del fiume Fiora e del Paglia, forse l’acqua non è il bene più essenziale per tutti? E poi sul Cecina non dobbiamo dimenticare il famoso sbandieratissimo accordo del 2003, (ministro Matteoli gran cerimoniere, cecinese) “Cecina bacino pilota”, finanziato con ben 35 milioni di euro, che non ha affrontato né tanto meno risolto neanche uno solo degli enormi problemi di questo fiume, dagli enormi prelievi d’acqua di Solvay per estrarre salgemma, all’inquinamento pregresso da mercurio, dagli scarichi della Società chimica Larderello alla discarica di rifiuti pericolosi di Bulera (recentemente ri-autorizzata per altri 9 anni dalla Giunta Regionale), dai ladrocini irreparabili di ghiaie dal suo alveo allo spandimento per tutta la valle di Gabbriccio contenente amianto e cromo, agli scarichi della geotermia, ecc.

In questo disperante contesto la banda ultra larga sembra, per lor signori, proprio la priorità assoluta, se a suggerirla al “mercante” sono le élite locali, quelle che hanno sostenuto questi scempi sistematici per decenni. Quanto poi al ripopolamento delle colline della val di Cecina, bisognerebbe riflettere profondamente sui motivi del loro spopolamento: in effetti i comuni di Castelnuovo e Pomarance (i più geotermizzati al mondo) sono tra i più poveri e con la popolazione più anziana della Toscana, con punte fino al 35% di ultrasessantacinquenni ed è proprio la monocoltura geotermica ad aver creato questa situazione. Non c’è lavoro, oltretutto l’aria è irrespirabile, i giovani ed intere famiglie emigrano in città. Un parzialissimo ripopolamento è costituito da immigrati albanesi e macedoni, che si adattano a fare i boscaioli, anche visto che Enel sta già affiancando le biomasse legnose ai fluidi geotermici in declino nelle centrali geotermiche.
Ma pare proprio che anche i sindaci toscani dell’Alta Val di Cecina, oltre a quelli dell’Amiata, non siano immensamente felici di colare a picco con Rossi…
Insomma, occorrerebbe una svolta radicale nelle politiche delle aree finora asservite alla geotermia, che invece il mercante Rossi conferma fino alla fine dei suoi giorni, in danno alla salute e al lavoro.

Da parte nostra continueremo fino alla vittoria a contestare la politica geotermica della Toscana, unica regione nel panorama nazionale rimasta “geotermica”. Anche se un recente studio commissionato dal PD di Grosseto individua una della cause del tracollo elettorale del PD appunto la geotermia. Seguire Rossi non porta bene…

Rete nazionale NoGESI – Medicina Democratica


Il Tirreno – Pomarance – del 7 luglio 2018

«Faremo l’accordo con Enel» rassicura il governatore Rossi. La Regione vuole incassare di più a vantaggio dei Comuni
Geotermia, protocollo chiuso entro l’estate
di SAMUELE BARTOLINI

Oggi al Parco delle Biancane di Monterotondo Marittimo, uno dei luoghi simbolo del turismo geotermico in Toscana, la serata “Italy Gold”, spettacolo con canzoni italiane d’autore interpretate dal soprano Silvia Dolfi e dalla sua band. Si esibiranno in uno scenario di rara bellezza quale l’anfiteatro naturale delle Biancane immerso nelle volute di vapori e giochi notturni di luci.Dalle 18 porte aperte all’impianto geotermico Enel Green Power di Monterotondo con visite guidate; alle 19.30 l’apericena geotermico al Parco delle Biancane e a seguire lo spettacolo serale “Italy Gold”.
LARDERELLO. «La trattativa è ancora in corso, ma entro l’estate raggiungeremo l’accordo». Il presidente della Regione Enrico Rossi non dice di più. La discussione tra Regione ed Enel Green Power sul nuovo protocollo della geotermia è ancora aperta, ma evidentemente il governatore è sicuro di chiuderla entro la fine della bella stagione. Rossi non lo dice, ma gli uffici regionali non smentiscono.La Regione vuole arrivare all’incasso di 60 milioni di euro l’anno con il nuovo accordo sulla geotermia. Se poi sarà qualche milione in meno, poco importa. Ma è quanto la Regione vuole da Enel Green Power per lo sfruttamento dei soffioni boraficeri nell’Alta Valdicecina e nell’Amiatino. È esattamente il doppio di quanto incassa finora. O meglio. È il doppio di quanto incassa ogni anno il Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche (Cosvig). Ma la Regione è dentro il capitale sociale di Cosvig. Un accordo da chiudersi dunque a vantaggio delle casse regionali. Oggi è il 6% del fatturato. La Toscana vuole salire al 10. La discussione ruota attorno a questo principio: io Regione permetto a te Enel Green Power di aumentare il numero delle centrali geotermiche, ma tu Enel Green Power mi garantisci un numero uguale o inferiore di emissioni inquinanti in atmosfera. Detto in altri termini: io Regione concedo a te Enel Green Power più autorizzazioni, incasso i soldi in più delle autorizzazioni, ma tu Enel adotti tecnologie ambientali così evolute da garantire emissioni bassissime.E fanno da modello le centrali geotermiche Bagnore 3 e 4 in attività nel comune di Santa Fiora. Bagnore 3 in funzione dal 1998 sviluppa 20 megawatt di potenza; Bagnore 4 accesa a dicembre 2014 e inaugurata a luglio 2016, il doppio. Ma sono entrambe dotate di un filtro chiamato Amis che abbatte il mercurio e l’idrogeno solforato. La Bagnore 3 ce n’ha uno, la Bagnore 4 ce n’ha due. Sono collegati l’uno con l’altro. E messe insieme, le due centrali consentono di ottimizzare le emissioni complessive. Regione ed Enel Green Power le prendono a esempio per scrivere il nuovo protocollo sulla geotermia.E i 60 milioni di euro che arriveranno dove andranno a finire? Anche qui Rossi non si espone, ma tutto fa pensare che andranno a disposizione dei territori. Le priorità dei cinque Comuni dell’Alta Valdicecina – Castelnuovo, Montecatini, Monteverdi, Pomarance e Volterra – sono sul tavolo del presidente Rossi da alcuni mesi. Aspettano solo di essere realizzate. Ecco cosa dicono. Stop ai tagli all’ospedale di Volterra. Ammodernamento della strada 439. Messa in sicurezza del fiume Cecina. Rilancio dell’economia tramite la banda ultra larga e il ripopolamento delle colline dell’Alta Valdicecina. E i 60 milioni di euro sarebbero come oro per la realizzazione di quei progetti. È la “roadmap” tracciata nella conferenza stampa di fine marzo a Palazzo Strozzi Sacrati presenti tutti i sindaci. Alberto Ferrini per Castelnuovo, Sandro Cerri per Montecatini, Carlo Giannoni per Monteverdi, Loris Martignoni per Pomarance, Marco Buselli per Volterra. Per la Regione l’assessore Vittorio Bugli e il consigliere Pd Antonio Mazzeo.


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Il Cittadino online.it

Larderello, 8 maggio 2018. 200 ANNI DI GEOTERMIA: ORA BASTA!

Inquinamento, malattie, terremoti, povertà: hanno fatto un deserto e lo chiamano sviluppo sostenibile

Condividiamo e pubblichiamo il comunicato di Medicina Democratica sull’iniziativa dell’8 maggio 2018 a Larderello.

Martedì 8 maggio Enel ha promosso una kermesse a Larderello con il CNR e altri soggetti, per festeggiare i suoi enormi profitti estratti dalla geotermia, a forza di inquinamento, malattie nella popolazione, terremoti e povertà.

In breve, cominciamo dalla povertà: i Comuni di Pomarance e Castelnuovo Val di Cecina sono i più poveri della Toscana, dalle statistiche dell’IRPET (Istituto regionale programmazione economica Toscana), a causa della monocoltura geotermica. Basso reddito pro-capite, popolazione che invecchia e diminuisce, natalità molto bassa, valore degli immobili in picchiata. Un territorio senza prospettive, che è costretto a pietire le imposizioni e le elemosine della multinazionale.

Terremoti: sono stati almeno una decina nell’ultimo mese di aprile 2018, di cui due di grado 3,6 della scala Richter, gli ultimi di migliaia di terremoti che hanno terrorizzato le aree geotermiche nord e sud negli ultimi decenni, specialmente da quando si tenta di re-iniettare nel sottosuolo una parte dei fluidi geotermici. Si aspetta che “ci scappi il morto” per prendere seriamente in considerazione questo aspetto inquietante? Strettamente correlata ai terremoti è la subsidenza dei terreni, vastissimi, osservata e misurata dagli organismi competenti, con una maggiore messa in pericolo di strutture pubbliche e private.

Malattie e morti: l’indagine CNR/2010 metteva in evidenza 535 morti in più nelle aree geotermiche, a confronto dei comuni confinanti, che certo non sono “bianchi” cioè immuni dall’inquinamento geotermico. I successivi studi della Regione Toscana confermano questo impatto sanitario, pur ridimensionandolo nei numeri e soprattutto nella lettura: “le cause non sono correlabili con la geotermia – dicono – ma con gli stili di vita ed altre cause”. Invece valga per tutti l’esempio di Volterra, comune confinante: mortalità superiore del 10,2% alla media toscana negli anni dal 2005 al 2014, ospedalizzazione superiore del 7,3% alla media toscana negli anni 2012/2016 (vedi QUI). Preoccupanti infine i primi risultati dello studio INVETTA (analisi del sangue e delle urine di oltre mille amiatini) con concentrazioni di metalli pesanti anche tre volte superiori a quelle di un qualsiasi italiano.

Inquinamento di aria, acqua, suoli: (calcoli del movimento su dati orari Arpat 2013/2015) con 1812 kg di mercurio/anno, 1463 kg di arsenico/anno, 3.202 tonn/anno di ammoniaca (obiettivo da raggiungere), 4.849 tonn/anno di acido solfidrico, oltre a 69.944 kg di acido borico e molte altre sostanze cancerogene in tracce, come cadmio radon uranio e cromo, e sostanze climalteranti come il metano e la CO2, la geotermia toscana si rivela un enorme disastro ambientale, che costerà molto di più per le bonifiche di quanto adesso renda ad Enel in incentivi statali e vendita di energia elettrica

Conclusione: fermare le centrali geotermiche, cominciando da subito, sostituendole con fotovoltaico ed eolico, nessun nuovo permesso di sfruttamento geotermico.

 

Progetto InVETTA Ars: i dati (parziali) non possono che confermare un allarmante problema sanitario in Amiata. Moratoria subito delle centrali geotermiche, esistenti e di progetto!

Tutte le analisi finora effettuate segnalano un eccesso generale di tutti gli inquinanti: Mercurio, Arsenico, Nichel, Cromo, Cobalto e, novità per l’Amiata, il Tallio, trovati in sangue e urina.

QUI LA PRESENTAZIONE ARS DEL PROGETTO INVETTA AD ARCIDOSSO 23/4/18 CON I DATI

 

Da molti anni, sulla base inequivocabile dei dati analitici del primo studio epidemiologico del CNR del 2010 (scarica qui), sosteniamo che le emissioni geotermiche in Amiata concorrono nel determinare gli eccessi di mortalità e di patologie registrati.
La Regione Toscana, mentre da una parte sta autorizzando altre nuove centrali geotermiche nel completo disprezzo dei principi di prevenzione e precauzione, dall’altra continua a finanziare nuovi studi sulle cause degli eccessi di mortalità per determinare “con certezza” ciò che non è determinabile: cioè l’esclusione della geotermia nelle patologie e nella mortalità in eccesso in Amiata.

Infatti, il nuovo studio InVETTA, non considerando l’insieme delle fonti inquinanti presenti e documentate in Amiata non sarà esaustivo e darà -probabilmente- l’alibi per chiedere nuove ricerche, rimandando, sine die, conclusioni certe.

Ma, ciò nonostante, non si può minimizzare sui risultati dei dati presentati dall’Ars il 23 aprile ad Arcidosso che smentiscono ancora chi continua a rassicurare sulla salute degli amiatini.
Premesso che abbiamo solo dati parziali, non essendo stata ancora analizzato tutto il campione previsto ed anche la popolazione non esposta, i cui risultati andranno comparati a quelli del campione amiatino, emergono comunque dati allarmanti, pubblicati dalla Agenzia Regionale di Sanità, in riferimento ai valori medi indicati dalla Società Italiana dei Valori di Riferimento (SIVR).

Ad esempio, per il Mercurio nel sangue la suddetta SIVR indica nel 2017 un valore medio nella popolazione non esposta in Italia di 1,2 microgrammo per litro (μgr/l) e che il 95% della popolazione italiana è sotto il valore di 5,2 μgr/l. Ebbene in Amiata secondo i dati InVETTA abbiamo un valore medio tre volte superiore al valore medio nazionale con il 30% dei casi, circa 200 persone sulle 637 analizzate in complesso, che superano il valore di 5,2μgr/l , con molti casi dieci/venti volte superiori al valore medio.
E certo sarebbe strano il contrario, considerato che lo studio del prof. Basosi, rappresentante italiano in sede UE per le energie rinnovabili, ha quantificato il Mercurio emesso nel 2010 in atmosfera con le centrali ENEL in Amiata pari al 42,5% di tutto il Mercurio emesso da tutte le industrie presenti sul territorio italiano. Se si pensa che tale emissioni ammontano a 400 kg/anno, pari 400.000.000.000 μgr/anno, ce n’è per tutti noi in abbondanza.
Ad aggravare la situazione del Mercurio, oltre ai segnalati valori oltre il 10% anche per il Nichel, il Cromo, l’Arsenico il Cobalto, è la situazione, relativamente nuova per l’Amiata, del Tallio, del quale si rilevano valori di più del doppio dei valori medi; giova rammentare che anche il Tallio, come afferma Carlo Locatelli, direttore del Centro Nazionale di Informazione Tossicologica della Fondazione Maugeri di Pavia, “è un veleno molto potente, tossico sia per inalazione che per ingestione” e “questo elemento ha un assorbimento gastrico molto rapido – conferma Paolo Maurizio Soave, del Centro Antiveleni del policlinico Gemelli di Roma – e danneggia tutti gli organi, dal rene al pancreas al cuore ai polmoni”.

Con la consapevolezza che la classe politica corresponsabile dell’odierna situazione, anche sanitaria, causata dalla geotermia ad alta e media entalpia sia destinata a scomparire, diffidiamo ancora una volta gli amministratori pubblici, dalla Regione Toscana ai Comuni, ad attivarsi immediatamente con la sospensione di ogni attività geotermica (moratoria) almeno fin quando gli enti preposti, Ars e Arpat, non daranno esiti definitivi alle ricerche, anche in base al principio di precauzione dettato dalle regole comunitarie della UE.

Sos Geotermia – Rete nazionale NoGESI


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Il Cittadino online

Il Tirreno (clicca sull’immagine per ingrandire, o vai alla notizia online)

 

 

 

 

 

 

 

MaremmaNews.it

LETTERA APERTA ALLA PRESIDENTE MARINI E L’ASSESSORE CECCHINI SULLA GEOTERMIA A CASTEL GIORGIO

Gentile Presidente, gentile Assessore,

La equivoca sentenza del TAR Umbria sulla vicenda della geotermia a Castel Giorgio ripropone in modo ultimativo la necessità di una decisione della Regione dell’Umbria in merito a questa vicenda, che si trascina da ben 7 anni.
Equivoca perché la sentenza si basa su disposizioni normative inconferenti e/o interpretate in modo aberrante, su una ricostruzione dei fatti distorta e travisata oltre che su motivazioni illogiche e contraddittorie con una scorretta interpretazione di istituti giuridici di rango costituzionale che regolano i rapporti tra stato e regioni, come quello dell’intesa. E non è solo il nostro parere, ma anche di qualificati attori della vicenda.

Ma nel contempo è la Regione che porta da tempo la responsabilità prima di questa situazione, non avendo deciso su indicazione dei territori e dello stesso Consiglio Regionale di bocciare tale progetto, rinunciando così alle sue prerogative anche di legge.

E’ già successo in Italia altre volte (questi impianti pilota da 5 MW non sono strategici), come ha fatto recentemente la Regione Campania sugli impianti pilota geotermici di Napoli e di Ischia o come spesso ha fatto la stessa Regione Toscana quando si era coagulata una vasta opposizione popolare ed istituzionale, o come ha fatto recentemente il Lazio inserendo una moratoria sulle decisioni, finché non saranno definite le aree idonee o non idonee alla geotermia.

Tutte le Regioni da 5 anni non autorizzano impianti geotermici (segnatamente i “piloti”), viste le preoccupazioni vivissime provocate dalle attuali tecnologie che portano con sé estese problematiche ambientali, sanitarie ed inducendo diseconomie nei territori, ma anche per l’alto costo del KWh geotermico (4 volte di più del KWh prodotto con altre fonti) dovuto alle laute incentivazioni che muovono tutto l’ambaradan. E questa legislatura favorevole alla geotermia è stata spazzata via dai recenti risultati elettorali, si è aperto un terremoto politico che potrà ancora colpire chi non tiene conto delle aspettative dei cittadini. La stessa Unione Europea, che pure aveva collocato la geotermia tra le fonti rinnovabili, nei mesi scorsi ha avuto un motivato ripensamento per cui entro l’anno emetterà una revisione della sua posizione.

Cara Presidente, cara Assessore,

Ora la Giunta non ha più alibi: la tecnica del “binario morto” non è più sostenibile. Crediamo che un rispetto dovuto per la posizione di contrarietà dei sindaci della Regione Umbria e dei vicini della Regione Lazio, della Assemblea Legislativa regionale, quella dei cittadini che vogliono un altro sviluppo dell’Alfina vi porterà a non concedere l’intesa.

C’è ancora tempo per negare l’intesa nelle prossime settimane, rispettando la volontà dei cittadini. Prima che sia troppo tardi per tutti: cittadini, politici e amministratori.
E’ quanto come cittadini e come associazioni, in lotta da circa 7 anni, ci aspettiamo.

Castel Giorgio, 26 aprile 2018


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UmbriaOn.it

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15 aprile 2018, passeggiata sull’Alfina contro la geotermia, le biomasse, le colture intensive

Passeggiando Conoscendo Ammirando Valorizzando

Una passeggiata organizzata dal Comitato Tutti in massa contro la biomassa di Castel Giorgio per il giorno 15 aprile 2018, domenica mattina, su una parte del meraviglioso territorio dell’Alfina.

La passeggiata è andata molto bene. Partenza dal Municipio di Castel Giorgio e via via le persone si sono accodate.
Tutti al grido “No alla Geotermia Speculativa ed Inquinante, No alle biomasse, No alle colture intensive”.
La popolazione di Castel Giorgio e dei paesi vicini si sta sempre più sensibilizzando sui valori del territorio su cui vive.
No deturpare ma solo valorizzare.
Buona partecipazione, soprattutto da parte di giovani genitori che vogliono lasciare ai propri figli un luogo migliore, più sano e sicuro.
Pur essendo grigio e promettente acqua, il cielo così dipinto ha accompagnato e seguito dall’alto il gruppo, ma alla fine lo ha graziato per tutto il percorso.
Luoghi affascinanti ed unici dell’Alfina si sono raggiunti: la cascata del fosso di Romealla
con i suoi colori, i profumi, i suoni. Un luogo definito da meditazione.
L’acqua che deve essere preservata. L’acqua che dei nostri luoghi è la vita.

Un picnic al prato, tutti insieme uniti. E dopo pranzo è uscito anche un timido sole.
Nella stessa giornata è avvenuto il lancio della Campagna “Alfina la mia Terra”
con le magliette ed il logo.

COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI ORVIETANO, TUSCIA E LAGO DI BOLSENA
Aderente alla Rete nazionale NoGESI


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LA SENTENZA DEL TAR UMBRIA SULLA GEOTERMIA A CASTEL GIORGIO E’ UN VERO ABBAGLIO

PERCHE’ FONDATA SU DISPOSIZIONI NORMATIVE INCONFERENTI E/O INTERPRETATE IN MODO ABERRANTE, SU UNA RICOSTRUZIONE DEI FATTI DISTORTA E TRAVISATA OLTRE CHE SU MOTIVAZIONI ILLOGICHE E CONTRADDITTORIE CON UNA SCORRETTA INTERPRETAZIONE DI ISTITUTI GIURIDICI DI RANGO COSTITUZIONALE CHE REGOLANO I RAPPORTI TRA STATO E REGIONI, COME QUELLO DELL’INTESA. Scarica qui l’atto

 

 

Non ci è mai capitato di leggere una sentenza più bislacca di questa che annulla atti endoprocedimentali (quindi non decisivi) della Regione Umbria e obbliga il MISE, con una motivazione non prevista dalla legge, a provvedere entro 45 giorni rimettendo gli atti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Leggi indicate in modo sbagliato o interpretate in malo modo per cercare di negare una verità che è nella legge che regola la materia, quel D.Lgs.22/2010- come modificato dal D.Lgs.28/2011- per cui per autorizzare un impianto pilota geotermico è necessaria l’intesa della Regione. E bene ha fatto il MISE nel settembre 2016 a limitarsi, dopo l’incontro con il sindaco di Castel Giorgio (capofila dei comuni contrari alla geotermia sull’Alfina), a sollecitare la Regione dell’Umbria ad emettere l’intesa negativa o positiva che fosse.

E’ proprio un abbaglio o se preferite un suo sinonimo (sbaglio, errore, fraintendimento, malinteso, fallo, svista, lapsus, confusione, equivoco, gaffe, qui pro quo, cantonata, granchio, papera) o peggio.

L’aver infatti annullato gli atti endoprocedimentali (quindi “discorsivi” con il MISE) della Regione Umbria vistosamente non risolve il problema. L’intesa è un atto “forte” amministrativo e politico in merito alla scelte strategiche della Regione, essendo l’energia una materia concorrente (art.117 Cost.). Infatti Renzi provò a fare il referendum costituzionale con lo scopo di decider tutto dal Governo, ma per fortuna sappiamo come è finito…

Ci sarebbero altre numerose “chicche”, di cui è infarcita la sentenza, su cui dilungarsi; ma non lo facciamo perché ora il problema è impedire l’obbligo imposto al MISE dalla sentenza–ancorché iniqua- di agire entro 45 giorni. Con un immediato ricorso al Consiglio di Stato da parte dei territori: il comune di Castel Giorgio, parte in causa nella sentenza, deve ricorrere contro tale bislacca, ma pericolosa, sentenza in tempo utile da stoppare con il ricorso il MISE dall’obbligo di provvedere entro 45 giorni.

Lo stesso chiediamo agli altri sindaci che hanno partecipato alla conferenza dei servizi (Orvieto, Castel Viscardo, Porano, Acquapendente, Bolsena e Montefiascone) ovvero a quelli che hanno fatto ricorso al TAR contro il decreto di compatibilità ambientale emesso dal Ministro dell’Ambiente Galletti (Acquapendente, Allerona, Bolsena, Montefiascone, Castel Viscardo, Orvieto e la Provincia di Viterbo), con tutte le forme di opposizione possibili.

Ci auguriamo infine che anche la Regione Umbria ed il MISE ricorrano contro questa sentenza. La prima perché è la responsabile prima di questa situazione non avendo deciso su pressione dei territori e dello stesso Consiglio Regionale (su iniziativa della Commissione Ambiente) di bocciare tale progetto (e festa finita! Cosa che potrebbe fare anche in queste ore…), il secondo per la correttezza istituzionale che lo ha sempre contraddistinto.

Rete nazionale NoGESI – No Geotermia Speculativa e Inquinante

Clamorose novità al Convegno sulla geotermia di Firenze del 24 marzo 2018 -COMUNICATO, VIDEO, FOTO-

Seguitissimi gli interventi e le novità che smontano la favola della geotermia “pulita e rinnovabile”

 

Firenze. Una serie di autorevoli e interessanti interventi nel corso del secondo Convegno di Firenze sulla geotermia, svoltosi nell’Auditorium del Consiglio della Regione Toscana, organizzato dalla Rete nazionale NO Gesi e dai Comitati toscani per la difesa del territorio, mentre all’esterno sotto grandi striscioni veniva diffuso materiale informativo e di protesta ai numerosi fiorentini che transitavano nella centralissima via Cavour, cittadini all’oscuro della problematica.

Tra le tante importanti testimonianze, due le notizie più clamorose, che non mancheranno di avere un seguito e che sicuramente riusciranno a rompere quel muro di menzogne costruito da una prepotente e falsa propaganda che vorrebbe ancora far credere la geotermia come una fonte energetica sempre pulita e rinnovabile, quando ormai dati scientifici e inoppugnabili dicono che centrali elettriche geotermiche toscane inquinano, sia per emissioni di gas climalteranti e di inquinanti tossici, più delle centrali elettriche alimentate con combustibili fossili.

La prima clamorosa conferma è stata fornita dall’on. Dario Tamburrano, europarlamentare del M5S, che da tempo sollecita le istituzioni europee ad identificare quelle forme di sfruttamento delle risorse geotermiche che, non essendo né rinnovabili né sostenibili, non meritano di essere finanziate dalle bollette dei consumatori, come invece sta avvenendo in Italia da molti anni. Per la prima volta la Commissione Europea ha avviato uno studio sulle emissioni delle centrali geotermoelettriche e la presidente della commissione parlamentare, Cecilia Wikström, rispondendo ad interrogazioni sul tema, ha annunciato la volontà della Commissione Europea di approfondire la questione. L’on. Dario Tamburrano valuta che “lo studio avviato dalla Commissione Europea è condizione necessaria, anche se non ancora sufficiente, per il varo di norme europee sulla geotermia a difesa dell’ambiente e della salute”. Siamo peraltro certi che un qualunque studio indipendente spazzerà via la propaganda sulla bontà della geotermia del Pd toscano. Auspichiamo che finalmente la Commissione Europea faccia quanto la maggioranza che governa in Regione non mai fatto e consenta l’audizione in Commissione di scienziati e tecnici indipendenti, docenti autorevoli nelle nostre Università.

Altra notizia importante è stata fornita dall’intervento dell’avvocato Michele Greco, che ha offerto una panoramica di quanto si è scelto di fare in altre Regioni d’Italia (come nella regione Piemonte), in attuazione di norme di legge a difesa e tutela delle falde idriche potabili o potenzialmente utilizzabili in futuro, individuando e tutelando con vincoli di uso diversificati le aree di ricarica delle falde idriche (art. 94 del D.Lgl.152/2006), mentre la Giunta della Regione Toscana continua ad omettere di applicare tale legge, come ha riferito anche il geologo Luigi Micheli, nonostante l’impegno a sanare tale ritardo sia stato preso dal Consiglio regionale. Un’altra maschera e ancora tanta propaganda da regime si stanno sgretolando.
È stato quindi denunciato, nei vari interventi sul tema, come la Regione Toscana, nel comunicare ai Comuni geotermici e ai Comuni confinanti i criteri usabili per indicare le Aree Non Idonee allo sfruttamento geotermico, abbia omesso di indicare la necessità di tutelare le risorse idriche e le aree di ricarica delle falde idropotabili.
Altrettanto interessanti sono stati gli interventi dei dottori Corrieri, Marchi e Gennaro riguardanti i dati sanitari preoccupanti delle popolazioni dell’Amiata e delle altre aree geotermiche della Toscana, che risiedono vicino alle centrali. E le testimonianze del professor Borgia sulle nuove tecnologie di ultima generazione per lo sfruttamento dell’energia geotermica e del professor Mastrolorenzo sui rischi irreversibili provocati dalle trivellazioni per pozzi geotermici.
La parte politica è stata altrettanto importante e ricca di prese di posizione con gli interventi dei consiglieri regionali Fattori (Sì Toscana), Giannarelli (M5S), Pecori (gruppo misto), che hanno dichiarato il loro impegno sui temi posti dal convegno e la loro azione al Consiglio regionale, per cambiare la politica di Rossi e della giunta sui temi energetici e delle rinnovabili.
Molto grave il comportamento del presidente Rossi, della giunta regionale e dei consiglieri regionali del Pd, tutti assenti, ancorché invitati a intervenire al convegno, sordi alle istanze dei comitati e dei cittadini.

Nei prossimi giorni daremo conto dello sviluppo e delle reazioni, stante che dell’autorevolezza del Convegno e dei relatori tutti dovranno prendere atto senza poter più dire che “non sapevano”.

Rete nazionale NoGESI – No Geotermia Speculativa e Inquinante


VIDEO INTEGRALE DEL CONVEGNO

Tempo e ordine degli interventi:
0.00.00 Apertura lavori Giovanna Limonta, Difensori della Toscana/rete NoGesi;
0.02.00 Saluti e intervento Tommaso Fattori, consigliere regionale SI Toscana a Sinistra;
0.17.00 Relazione introduttiva Velio Arezzini, portavoce rete NoGESI;
0.32.00 Intervento Pino Merisio, Sos Geotermia/rete NoGESI;
0.45.30 Intervento Ugo Corrieri, ISDE medici per l’ambiente;
1.03.00 Collegamento Valerio Gennaro, ISDE, Medicina Democratica;
1.13.30 Fabio Zita, ex funzionario regionale ufficio VIA;
1.27.00 Maurizio Marchi, Medicina Democratica;
1.51.00 Luigi Michele, geologo ex funzionario regionale;
2.10.33 Michele Greco, avvocato;
2.30.00 Andrea Borgia, geologo università di Perugia;
2.43.00 Giuseppe Mastrolorenzo, ricercatore Osservatorio naz.vesuviano;
2.59.00 Dario Tamburrano, deputato M5S parlamento europeo;
3.14.30 Monica Pecori, consigliere regionale Gruppo misto;
3.18.00 Giacomo Giannarelli, consigliere regionale M5S;
3.36.00 Conclusioni Roberto Barocci, rete NoGESI.


GALLERIA FOTOGRAFICA

Firenze, 24 marzo 2018. Convegno: Geotermia Elettrica speculativa e inquinante: l’inizio della fine?

Sabato 24 marzo 2018 – ore 9.00 Firenze, Consiglio Regionale Toscana – Auditorium, Via Cavour 4

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Megaconvegno della Rete Nazionale NOGESI il 24 marzo 2018 presso il Consiglio Regionale della Toscana sulle principali contraddizioni della geotermia elettrica

Torniamo dopo circa due anni a Firenze presso il Consiglio Regionale con un convegno sulla geotermia: sembra passato un secolo!
Infatti nell’aprile 2016 lo scopo del convegno era portare-per la prima volta- all’attenzione della politica regionale (unica in Italia ad avere a che fare con la geotermia), i pericoli a cui vengono esposti territori che hanno nella loro naturale vocazione il turismo, le risorse agroalimentari d’eccellenza, l’economia legata al paesaggio. Contro il tentativo di trasformare tale prezioso tesoro naturale in un distretto industriale dell’energia geotermica.
Da allora molti passi sono stati fatti:
a) l’accettazione da parte della Giunta Regionale Toscana della necessità di definire le “aree non idonee alla geotermia” (proposta dalla Rete Nazionale) che per la prima volta ha mostrato decine di comuni toscani contrari alla geotermia, tanto che ancora a distanza di mesi il tema è lungi dall’essere definito dalla Regione;
b) la vicenda europea per cui al Parlamento europeo si prende atto – per la prima volta-che la geotermia non sempre è pulita e rinnovabile. La Commissione Europea entro dicembre 2018 dovrà valutare la necessità di una proposta legislativa tesa a regolamentare le emissioni da parte delle centrali geotermiche di tutte le sostanze, tra cui la CO2, sia nelle fasi esplorative che in quelle operative;
c) sulla base della vicenda europea il governatore Rossi è costretto ad annunciare l’emissione di una legge regionale sulla geotermia –sarebbe la prima volta – che ha l’obiettivo dichiarato di ridurre l’impatto ambientale e paesaggistico di nuove centrali per la produzione di energia (ma allora la geotermia… inquina!) oltre – nella sua visione industrialista- di drenare da Enel Green Power maggiori incentivi per i territori (passando dal 6 al 10% del fatturato ricavato dallo sfruttamento dell’energia geotermica);
d) tempi duri per Enel Green Power: per la prima volta i vertici della società vengono indagati per ipotesi di reato, in relazione alle emissioni fuori norma delle centrali geotermiche di Bagnore sul monte Amiata. Il GIP di Grosseto dr. Mezzaluna ha ammesso l’incidente probatorio affidando l’incarico al perito. Oggetto della perizia sono la conformità o meno alla normativa di settore delle emissioni relative agli inquinanti ammoniaca e mercurio e l’adozione di ENEL delle migliori tecnologie disponibili per contenere l’attività inquinante.

Come sempre avviene quando il punto di vista dei cittadini, sospinti da “scienziati preoccupati”, è capace di mettere in discussione le certezze interessate delle lobbies e dei partiti che le sostengono.

E’ quindi in questo nuovo contesto che il convegno di Firenze vuole affrontare le maggiori contraddizioni della geotermia elettrica. In modo da fornire le migliori informazioni per i componenti del Consiglio Regionale che sarà chiamato nei prossimi mesi ad esprimersi, su di un tema così bisognoso di “innovazione” scientifica e politica.
Crediamo che sia nell’interesse della stessa Giunta Regionale, invitata a partire dal suo presidente Enrico Rossi, intervenire nel convegno per meglio recepire i motivi di opposizione dei sindaci e dei territori alla geotermia elettrica e cercare di governare tali contraddizioni. Anziché dover far fronte – isolati – alla vasta opposizione sociale che ormai la geotermia elettrica porta con sé.

Programma:

● Ore 9:00 ACCREDITO PARTECIPANTI
● Ore 9:30 Conduce: Giovanna Limonta Presentazione e Saluti: Tommaso Fattori Capogruppo “Toscana a Sinistra” Introduzione: Velio Arezzini, Portavoce Rete Nazionale NOGESI, “Le problematiche attuali della geotermia elettrica” SPAZIO PROBLEMATICHE
● Ore 10:00 Pino Merisio, SOS Geotermia, “I bisogni energetici della Regione Toscana”
● Ore 10:10 Dr. Ugo Corrieri, Coordinatore Italia Centrale ISDE, “I rischi sanitari della geotermia in Amiata”
● Ore 10:25 Dr. Valerio Gennaro, Medico Epidemiologo Ambientale, ISDE,“Il punto di vista di un epidemiologo sui rischi sanitari della geotermia. (SKYPE)
● Ore 10:40 Dr. Fabio Zita “Quale futuro della geotermia senza dati certi epidemiologici?”
● Ore 10:50 Dr. Maurizio Marchi, Medicina Democratica, “I problemi sanitari e territoriali della Val di Cecina”
● Ore 11:05 Dr. Luigi Micheli “La mancata difesa delle falde idropotabili in Amiata”
● Ore 11:20 Avv. Michele Greco: “Le iniziative a difesa delle risorse idropotabili”
● Ore 11:35 Prof. Andrea Borgia: Geologo, Università di Perugia“Le tecnologie ad alta e media entalpia e le nuove frontiere della geotermia”
● Ore 11:50 Dr. Giuseppe Mastrolorenzo: Primo Ricercatore Osservatorio Nazionale Vesuviano – INGV “Considerazioni sulla geo-etica”
● Ore 12:05 Dr. On. Dario Tamburrano, Parlamentare Europeo M5S “La questione geotermia nelle istituzioni Europee”
SPAZIO SINDACI
● Ore 12:15 Interventi dei sindaci delle aree geotermiche di Toscana, Lazio e Umbria. (Interventi dei sindaci di 10 minuti l’uno)
LE FORZE POLITICHE DELLA REGIONE TOSCANA
● Ore 13:15 Sono stati invitati: il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, la Giunta Regionale ed i membri del Consiglio Regionale
● Ore 14:30 CONCLUSIONI

Durante il convegno verranno effettuati flash mob all’esterno dell’Auditorium sulle principali vertenze geotermiche aperte in Toscana

Comitati toscani per la difesa del territorio
Rete nazionale geotermia elettrica NOGESI – NO Geotermia speculativa e inquinante