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Geotermia. Incredulità e delusione per la sentenza del TAR toscano sulle emissioni di ammoniaca della centrale Bagnore 3

Enel ammette di non poter rispettare i limiti, due università lo certificano, ma il Tar Toscana non raccoglie. Faremo ricorso al Consiglio di Stato, affinché sia fatta giustizia.

 

 

 

 

Smentite dal Tar due strutture universitarie toscane, quelle di Siena e Firenze, che con autonome e diverse pubblicazioni ci davano ragione sulle superate e illegali tecnologie in uso nelle centrali geotermoelettriche Enel in Amiata.

Incredibilmente non considerata la “ammissione” della stessa Enel, la lettera scritta nel 2011 alla Regione Toscana nientemeno che dall’Amministratore Delegato di Enel Green Power, ing. Montemaggi, il quale, dopo la fissazione da parte della Regione dei nuovi limiti di legge per le emissioni di Ammoniaca, richiesti dalla Comunità Europea, afferma che l’Enel, con le tecnologie scelte ed adottate in Amiata, non riesce a rispettare quei limiti ed esplicitamente proponeva un diverso limite più permissivo.

Ma la Comunità Europea, nel sollecitare limiti più restrittivi per le emissioni di Ammoniaca, ha giustificato tale scelta sulla base delle stime dei notevolissimi costi sanitari che producono tali emissioni, le quali percorrendo centinia di Km e andando a formare le famigerate PM2,5 e Pm10, sono causa di patologie molto serie. Pertanto quella lettera e quelle richieste, così in disprezzo della salute pubblica, non potevano e non sono state accolte dalla Regione Toscana.

La recente sentenza del Tar Toscano riesce quindi a disconoscere quanto la stessa Enel ha documentato: sarebbe davvero buffo se non fosse in gioco la salute pubblica, per questo dovremo continuare la battaglia anche proponendo ricorso al Consiglio di Stato.

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La notizia della sentenza su La Nazione del 20 luglio 2017

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Il Cittadino online

Enel soddisfatta, sempre su Il Cittadino online

La Nazione 22 luglio 2017

A proposito di contraddizioni: i sindaci che oggi sono contro le centrali a reiniezione il 27 giugno difendono le centrali Enel

Abbiamo assistito negli ultimi tempi a posizioni più diverse dei Sindaci e degli amministratori, soprattutto del PD, con una sensibile virata critica verso certa geotermia; non si comprende quindi come, il 27 giugno 2017, quegli stessi sindaci siano schierati davanti al TAR toscano contro il ricorso  dei comitati per le centrali Enel, come Bagnore 3.

 

Dal momento che i Sindaci dell’Amiata si sono opposti davanti al TAR della Toscana contro le nostre critiche sulle autorizzazioni rilasciate a Bagnore 3, in deroga ai limiti emissivi sull’Ammoniaca, è utile rammentare gli scritti del prof. Riccardo Basosi (1) sulla pericolosità dell’Ammoniaca, emessa in gran quantità dalle centrali geotermiche dell’Amiata.

Il prof. Basosi e il dott. Bravi scrivono a pag.4 di “Geotermia d’impatto”, pubblicato sulla rivista QualEnergia del Giugno/Luglio 2015: “…Riteniamo quindi anomalo che il nuovo impianto realizzato a Bagnore da 40 MW, inaugurato a fine 2014, non rispetti i limiti previsti dalla stessa Regione nella DGRT 344, dato che la tecnologia utilizzata (flash + abbattitore) non è quanto di più tecnologicamente avanzato disponibile oggi dal punto di vista ambientale, ma probabilmente solo la scelta più conveniente dal punto di vista economico-finanziario….”. Dobbiamo quindi rammentare di nuovo perché hanno scritto anche in autorevoli riviste (2), non smentiti, nella speranza che i Sindaci dell’Amiata prendano conoscenza di tali scritti.

Secondo quanto riportato dal Report CAFE (Clean Air for Europe), le emissioni di Ammoniaca contribuiscono in maniera significativa alla formazione in atmosfera di particolato di origine secondaria (PM10 e PM 2,5) per circa il 20% in massa, i cui effetti sono nocivi per la qualità dell’aria e per la salute.
Nel 2005 il Report CAFE aveva valutato anche i danni specifici generati dall’Ammoniaca per l’Italia, quantificando il costo medio in Euro 20,5 al Kg.
Il costo sanitario annuo delle emissioni di Ammoniaca dalle centrali geotermiche dell’Amiata, che emettono per oltre il 43% di tutte le emissioni regionali (3) e sono ammontate nel 2010 a 4.334 tonnellate, è pertanto stimato solo per quell’anno in oltre 90 milioni di euro.

Per questi dati allarmanti una Direttiva del Parlamento Europeo ha imposto alla Regione la riduzione delle emissioni di Ammoniaca, ponendo limiti più restrittivi.
A questi limiti ci siamo appellati davanti al giudice amministrativo, ma trovando una forte resistenza.

Enel Green Power ammette in una lettera (4) che con gli impianti da autorizzare in Amiata non sta nei nuovi limiti e chiede alla Regione Toscana di aggirare la norma. La Regione non può modificare le norme e i limiti stabiliti, perché interverrebbero le Autorità Europee, ma la Provincia di Grosseto, sostenuta da Arpat e Regione, autorizza ugualmente l’esercizio di nuovi impianti, introducendo un altro criterio più permissivo.

Quindi il Forum Ambientalista e SOS Geotermia ricorrono anche alla Giustizia Amministrativa, ma i Sindaci dell’Amiata si oppongono davanti al Giudice con i loro avvocati. Questa in sintesi la storia che verrà discussa in udienza a Firenze il 27 di questo mese, davanti alla II Sezione del TAR Toscano.

Una divergenza nell’interpretazione della legge? Una normativa poco chiara? No: visto che è lo stesso Amministratore Delegato e rappresentante legale dell’Enel Green Power, ing.Montemaggi, a scrivere alla Regione (pensando evidentemente che la sua nota rimanesse riservata, oppure che il suo suggerimento fosse subito accolto), per chiedere di modificare quei limiti di legge perché le tecniche adottate da ENEL non li rispettano, stante il fatto che i fluidi dell’Amiata sono particolarmente inquinanti e ricchi di pericolosi elementi, tra i quali appunto l’Ammoniaca. (4)

Allora perché i Sindaci dell’Amiata sono più realisti del re? Tanto più che due strutture universitarie toscane, con articoli pubblicati su riviste internazionali (sia l’Università di Siena, con i lavori già rammentati di Basosi e Bravi, sia l’Univeristà di Firenze, con il Dipartimento (5) di Ingegneria industriale) hanno affermato che in Amiata non sono state introdotte le nuove tecnologie che sarebbero in grado di rispettare i suddetti limiti, anche se si perderebbero un po’ di profitti…

La Direttiva europea citata è la 2008/50/CE, che è stata emanata: “Ai fini della tutela della salute umana e dell’ambiente nel suo complesso” e, pertanto, dovrebbe stare molto a cuore ai Sindaci di paesi, come quello di Arcidosso, il più esposto ai vapori in uscita dalle centrali di Bagnore, in cui i dati sanitari, oggi scaricabili dal sito dell’Agenzia Regionale di Sanità, denunciano un eccesso di mortalità per tumori nei maschi fino a + 30%, rispetto ai dati regionali.

Di seguito quanto pubblicato sul sito dell’ARS Toscana: un grafico che bene illustra il valore delle scelte dei Sindaci dell’Amiata…

Forum Ambientalista Grosseto, aderente a SOS Geotermia

note: 

(1) Il prof. Riccardo Basosi, ordinario di Chimica Fisica presso l’Università di Siena, è stato nominato dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, tra i Rappresentanti italiani nel Comitato di Horizon 2020, Programma quadro della ricerca europea per il periodo 2014-2020;

(2) Bravi-Basosi, Environmental impact of electricity from selected geothermal power plants in Italy, in “Journal of Cleaner Production”, 66 (2014), pp.301-308;

(3) La tabella sotto riportata è tratta dall’articolo a firma del prof. Riccardo Basosi e del dott. Mirko Bravi: “Geotermia d’impatto” pubblicato sulla rivista QualEnergia del Giugno/Luglio 2015.

(4) Lettera dell’AD di Enel Green Power acquisita tramite accesso autorizzato agli atti dal Forum Ambientalista presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Santa Fiora; scarica il pdf.

(5) Lorenzo Bruscoli, Daniele Fiaschi, Giampaolo Manfrida and Duccio Tempesti, Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze “Improving the Environmental Sustainability of Flash Geothermal Power Plants – A Case Study” – – Pubblicato 18.11.2015 – Sustainability.


Il Tirreno del 26 giugno 2017

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La montagna che non vuol morire. Il punto sulla situazione sanitaria

PINOCCHIO AMIATA LETTO MALATOL’accavallarsi delle notizie in merito alla geotermia toscana rischiano spesso di far dimenticare questioni che, seppure già assodate e ormai patrimonio delle popolazioni, continuano a rimanere fondamentali per comprendere la dura opposizione di comitati e cittadini alla geotermia, soprattutto sul monte Amiata.
Per questo è bene riprendere, aggiornandoli, gli aspetti più gravi legati alla questione sanitaria sul monte Amiata.

 

Le emissioni e gli effetti degli impianti geotermici variano notevolmente da zona a zona, a seconda sia della natura mineralogica del bacino geotermico, che delle tecnologie utilizzate. Pertanto non si può mai generalizzare.
Le altissime temperature, con cui risalgono in superficie i vapori, fondono di norma i minerali presenti, i cui elementi vengono rilasciati in atmosfera dalle centrali “flash”, come quelle in Amiata, di più vecchia generazione. Esse immettono, salvo quanto trattenuto in parte dai filtri, quantità rilevanti di mercurio, arsenico, anidride carbonica, idrogeno solforato ed altri elementi tossici.

tabella2Ancora da ulteriori recenti pubblicazioni scientifiche, il prof. Riccardo Basosi e del dott. Mirko Bravi (*), le emissioni della geotermia dell’Amiata rappresentano il 17,7% per l’ammoniaca e il 42,5% per il mercurio di tutte le emissioni italiane relative ai settori industriali(clicca sulla tabella per ingrandire)

Per quanto riguarda le emissioni climalteranti delle centrali geotermiche dell’Amiata, gli stessi ricercatori scrivono in un recente studio (**) che: dal punto di vista dell’ACP [potenziale di acidificazione], l’impatto derivante dall’energia prodotta dalle centrali geotermoelettriche del Monte Amiata è in media 2,2 volte maggiore dell’impatto di una centrale a carbone. Il valore medio dell’ACP di Bagnore 3 è 4,3 volte più alto di una centrale a carbone e circa 35,6 volte più alto di una centrale a gas. Gli alti valori dell’ACP del campo geotermico di Bagnore rispetto a quello di Piancastagnaio, sono connessi alla grande quantità di ammoniaca (NH3) presente nelle emissioni di Bagnore 3”.

Le molecole di ammoniaca contribuiscono alla formazione delle polveri sottili Pm10 e Pm 2,5; sono trasportate a molte decine di Km di distanza e in atmosfera subiscono varie reazioni chimiche. Sulle più autorevoli riviste scientifiche (***) americane è aperto un dibattito sia sul costo sanitario delle emissioni di ammoniaca, stimato di recente pari a 100 dollari al kg, che sulla convenienza o meno di incrementare le produzioni agricole interne per l’esportazione di cereali e carne che richiedono dosi notevoli di concimi ammoniacali.

L’ammoniaca è infatti universalmente riconosciuta come un precursore del particolato inorganico, i cui effetti pericolosi e nocivi per la salute umana sono ormai accertati da almeno un decennio. Le polveri sottili sono costituite chimicamente, per circa il 70%, da sali ammoniacali: Nitrato di Ammonio e Solfato di Ammonio. Mentre nelle città e nelle aree industriali gli ossidi di zolfo e di azoto vengono emessi dalle auto, dalle fabbriche e dagli impianti di riscaldamento, l’ammoniaca di solito proviene dalle attività agricole di concimazione e di allevamento del bestiame. In Italia anche dalla geotermia dell’Amiata.
Ciò nonostante, il danno sanitario alla popolazione non viene considerato. A denunciare tale situazione, come riportato nelle pubblicazioni citate, è il prof. Riccardo Basosi, che scrive: ”Paulot e Jacob, chimici dell’Harvard University, descrivono le modalità di interazione dell’NH3 in atmosfera per formare particelle nocive e calcolano che l’impatto sulla salute umana (secondo l’EPA) negli Stati Uniti è pari a 100 $ al kg di NH3 emesso in atmosfera. Il problema dell’ammoniaca è stato discusso nel 2014 anche da Eric Stokstad sulla rivista Science giungendo alle stesse conclusioni. A livello europeo, il CAFE aveva quantificato nel 2005 i danni generati dall’NH3 specifici per l’Italia in media pari a 20,5 euro/kg di NH3”.
Pertanto il costo sanitario annuo delle emissioni di ammoniaca dalle centrali geotermiche dell’Amiata, che sono ammontate nel 2010 a 4.334 tonnellate, è stimato solo per quell’anno in oltre 90 milioni di euro. Cifre simili vengono invece date al gestore degli impianti sotto forma di incentivi per le energie rinnovabili.

La Regione Toscana ha pubblicato nel ottobre 2010 uno studio epidemiologico del CNR per verificare i possibili danni alla salute dei residenti nei sedici comuni della Toscana, sede di impianti geotermici, situati in due differenti aree: quella tradizionale nei comuni di Pisa e di Siena di Larderello e Pomarance e quella dell’ Amiata. Tale studio è stato aggiornato nel 2012 ed è ancora oggi oggetto di revisione, ma non viene più aggiornato il suo Allegato 6, che nel 2010 ha accertato per 54 patologie che ci sono evidenti correlazioni statisticamente significative tra l’aumento dei casi accertati di tali malattie e le concentrazioni crescenti di mercurio, arsenico, acido solfidrico… …misurate nei paesi geotermici e prodotte in gran quantità anche dalle centrali geotermiche.

L’analisi dei dati forniti dallo studio epidemiologico del 2010 sull’inquinamento di aria, acqua e suolo, rilevati nelle due aree geotermiche, ha messo in evidenza diversità importanti tra le due aree geotermiche per la quantità e qualità degli inquinanti rilasciati in atmosfera.
Lo studio per gran parte degli effetti sanitari, tiene correttamente ben separate le due are geotermiche, mettendo in evidenza i risultati per zona e per popolazioni esposte, segnalando sostanziali diversità tra uomo e donna e per area geografica.
Dall’analisi dei dati prodotti in suddetti studi emerge che, per i tumori, nei maschi residenti nei comuni geotermici dell’Amiata si registra un eccesso statisticamente significativo del + 13% (2010) e +10% (2012).
Per tutti i tumori sono segnalati eccessi statisticamente significativi intorno al + 30% in diversi comuni.
Nonostante tali dati, le conclusioni sono state fatte sui dati complessivi delle due aree geotermiche, aggregando valori molto differenti tra loro e diluendo situazioni molto preoccupanti in violazione di molti autorevoli studi in materia, che denunciano (****) tali metodi errati di confondimento, cumulando dati ricavati su popolazioni diversamente esposte.
E’ peraltro accertato anche in studi successivi che non hanno rilevanza i presunti diversi stili di vita” delle popolazioni locali, inizialmente ipotizzati dalla Giunta della Regione Toscana.

 

Note:

(*) Il prof. Riccardo Basosi, ordinario di Chimica Fisica presso l’Università di Siena, è stato nominato dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, tra i Rappresentanti italiani nel Comitato di Horizon 2020, Programma quadro della ricerca europea per il periodo 2014-2020: http://www.dbcf.unisi.it/en/department/people/academic-staff/riccardo-basosi
Il dott. Mirko Bravi è laureato in Economia Ambientale e con PhD in Scienze Chimiche indirizzo Ambientale (ottenuto sotto la direzione del Prof. Enzo Tiezzi), è socio fondatore ed E.S.Co. & LCA-LCC Manager di LMS ENERGIA. La sua esperienza unisce aspetti della ricerca scientifica dell’industria e della finanza, con l’obiettivo di implementare nuove opportunità di sviluppo sostenibile.

(**) M. Bravi-R. Basosi, Environmental impact of electricity from selected geothermal power plants in Italy, in “Journal of Cleaner Production”, 66 (2014), pp. 301-308
http://www.arpat.toscana.it/notizie/arpatnews/2014/12214/Bravi%20M%20Basosi%20R%20Environmental%20impact%20of%20electricity%20from%20selected%20geothermal%20power.pdf
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0959652613007798

(***) Si segnalano due lavori:
–F.Paulot e D.J.Jacob, “Hidden Cost of U.S. Agricultural Exports: Particulate Matter from Ammonia Emissions” in Environmental science & technology, 2014, 48 (2), pp 903–908: 
http://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/es4034793
–Erik Stokstad, “Ammonia Pollution From Farming May Exact Hefty Health Costs”, in Science 17 January 2014: Vol. 343: 
https://www.sciencemag.org/content/343/6168/238.summary?related-urls=yes&legid=sci;343/6168/238

(****) Si segnalano diversi studi che denunciano l’opera di confondimento:
a) V.Gennaro, P.Ricci, AG.Levis, P.Crosignani. Epidemiology’s and epidemiologists’ vice and virtues: Vizi e virtù dell’epidemiologia e degli epidemiologi. Epi & Prev 2009; 33 (4-5), supp 2:49-56. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20124642
b) V.Gennaro, L.Tomatis. Business bias: How epidemiologic studies may underestimate or fail to detect increased risks of cancer and other diseases. Int J Occup Environ Health 2005;11:356–359:  http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16350469
c) S.Parodi, V.Gennaro, M.Ceppi, PL.Cocco Comparison bias and dilution effect in occupational cohort studies. Int J Occup Environ Health 2007; Apr-Jun: 13 (2): 143-52:  http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17718170
d) Hernberg. ”Negative” results in cohort studies: how to recognize fallacies.SJWEH.1981; 7:121-6: http://www.sjweh.fi/show_abstract.php?abstract_id=2589
e) N.Pearce. Corporate influences on epidemiology. Int J Epidem 2008; 37(1):46-53: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18245050
f) N.Bailar. How to distort the scientific record without actually lying: truth, and the arts of science. Eur J Oncol 2006; 11(4):217-224.
g) D.Michaels. Doubt is their product. How industry’s assault on science threatens your health. Oxford  University Press 2008.