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ALTRE CENTRALI GEOTERMICHE SULLA PIANA DELL’ALFINA, NO GRAZIE!

Non bastava la previsione delle due centrali geotermiche di Castel Giorgio e di Torre Alfina (ancora al palo per l’opposizione generalizzata), la Regione Umbria in data 14.06.2017 ha autorizzato-per la durata di 4 anni, prorogabile per non oltre un biennio- due permessi di ricerca geotermici denominati rispettivamente “Montalfina” nei comuni di Orvieto e Castel Giorgio e “Monte Rubiaglio” nei comuni di Orvieto, Castel Giorgio, Castel Viscardo e Allerona a favore della società ToscoGeo srl, con la contitolarità della Società Graziella Green Power.

Ne dà notizia ufficiale il BUR n.26 del 28.06.2017.Tali autorizzazioni sono state rilasciate –nonostante il parere negativo dei 4 sindaci dei territori coinvolti- dall’ing. Angelo Viterbo dirigente dell’area preposta, dopo la esclusione della valutazione ambientale (VIA). Nel maggio 2017 lo stesso trasmetteva informativa alla Giunta Regionale sullo stato del procedimento di rilascio del permesso di ricerca (quindi la Giunta Regionale ne era edotta!).

La sezione orvietana del Parco Culturale dell’Altopiano dell’Alfina, in via di definizione proprio in questi mesi, vi è compresa nella quasi totalità. Le prime 6 indagini geofisiche autorizzate riguardano territori dei comuni di Castel Giorgio (2), Allerona (2), Orvieto (1) e Castel Viscardo (1). I territori indicati per le indagini-sulla base di precedenti esperienze- non forniscono informazioni certe sulle aree che saranno, eventualmente, impegnate nella perforazione dei pozzi geotermici e nella installazione delle due rispettive centrali geotermoelettriche, potendo esse essere installate – a giudizio insindacabile della impresa- all’interno dell’area contrassegnata con i confini dei rispettivi permessi di ricerca.

Prime considerazioni politiche inevitabili sono la totale, reiterata a più riprese posizione di opposizione dei sindaci-sostenuti dalla associazioni e dai cittadini- di una vasta area umbro-laziale nei confronti di impianti geotermoelettrici, che finora ha impedito alle Regioni Umbria e Lazio di concedere l’intesa per la realizzazione degli impianti sperimentali di Castel Giorgio e di Torre Alfina, nonché la posizione avversa ad impianti geotermici sulla piana dell’Alfina manifestata- con una specifica Risoluzione del marzo 2016- dal Consiglio Regionale Umbria (i giorni scorsi il Consiglio Regionale Lazio ha approvato una moratoria sulle autorizzazioni delle centrali geotermiche nel Lazio, quindi anche Torre Alfina).

Era quindi noto alla Giunta Regionale l’opposizione dei territori e del proprio Consiglio Regionale e troviamo provocatorio autorizzare anche solo ricerche perché esse sono finalizzate non alla pura “ricerca accademica” ma alla costruzione di impianti di produzione di energia elettrica, resi convenienti grazie agli enormi incentivi prelevati dal Governo sulle bollette elettriche pagate dagli utenti domestici e dalle imprese.

Altre Giunte Regionali (per esempio la Toscana per i permessi di ricerca denominati “Seggiano” e “Castiglione d’Orcia” quest’ultimo rivolto alla stessa società ToscoGeo) quando l’opposizione dei territori era palese, hanno deciso di non autorizzare neppure le ricerche con la motivazione corretta che bocciando il progetto di ricerca “si evitavano -anche nell’interesse della stessa ditta- le necessarie consistenti spese di ricerca dato che in quel territorio mai la Regione avrebbe autorizzato un impianto geotermico”. Sconfessando palesemente le “interpretazioni” dell’ing. Viterbo secondo cui il rilascio del permesso si configura come atto dovuto ai sensi della normativa vigente (art. 3 del decreto legislativo 11 febbraio 2010, n. 22): il problema è che decisioni di questa valenza sociale non dovrebbero essere prese dai tecnici, ma dall’organo politico deputato ed eletto dai cittadini (che evidentemente in questo caso si è sottratto ad un suo compito istituzionale: non si lamenti perciò il partito politico al potere in Umbria per i futuri insuccessi elettorali, se le scelte sono così contrarie ai territori!)

E’ possibile dire NO all’ingresso nei terreni per le misurazioni come ha fatto recentemente il sindaco Piero Pii di Casole D’Elsa (SI) che alla fine si è visto anche riconoscere la sua opposizione dal tribunale di Siena. Sotto è riportata la sua storia.

Ci appelliamo quindi ai cittadini dell’Alfina, ai sindaci dei territori coinvolti ed anche ai membri del Consiglio Regionale perché facciano sentire di nuovo la loro voce contraria a questi investimenti industriali che portano solo problemi ai nostri territori vocati alla agricoltura di qualità, al turismo ed alla cultura.

Non si illudano questi nuovi “venditori di pentole”: il territorio dell’Alfina darà loro filo da torcere, come ha dato in questi anni alla società ITW-LKW per gli impianti di Castel Giorgio e Torre Alfina!


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