Archivio mensile:Luglio 2021

8 luglio 2021. INTERROGAZIONE DELLA DEPUTATA DAGA (M5S) AL MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA SULLA GEOTERMIA A CASTEL GIORGIO

Su sollecitazione del Coordinamento Orvietano, Tuscia e Lago di Bolsena l’On.Federica Daga (M5S) ha presentato una interrogazione al Ministro della transizione ecologica Cingolani sul progetto di impianto di Castel Giorgio, che riportiamo.

 

 

 

 

Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

il 26 giugno 2021, una scossa di terremoto di magnitudo 3.9 sulla scala Richter si è verificata in Francia, nei pressi di Strasburgo. Le analisi dei sismologi francesi hanno evidenziato che si tratta in parte di terremoti «innescati» ossia dovuti a modificazioni irreversibili nel sottosuolo. A dicembre 2020, l’impianto geotermico binario di Strasburgo, dopo un terremoto di magnitudo 3,5, è stato definitivamente chiuso per ordine della prefettura, che lo ha ritenuto pericoloso. Fonroche, la società che gestisce l’impianto, ha ammesso che le scosse erano legate all’attività dell’impianto geotermico. Dopo la chiusura forzosa dell’impianto si sono susseguiti due fenomeni sismici «indotti» di assestamento di magnitudo 2,5 il 25 dicembre e dopo quasi due mesi un altro di magnitudo 3,5;

il Consiglio dei ministri, il 31 luglio 2019, ha autorizzato la società Itw Lkw Geotermia Italia spa; relativamente all’impianto pilota geotermico binario nel Comune di Castel Giorgio (Terni), il quale utilizzerà una tecnologia simile a quella dell’impianto di Strasburgo chiuso d’urgenza perché ritenuto pericoloso;

gli impianti geotermici «binari» non rilasciano in atmosfera emissioni climalteranti, ma riemettono nel sottosuolo il fluido geotermico, operazione che potrebbe causare una sovrapressione del pozzo e l’innesco di sismicità, come avvenuto a Strasburgo;

il parere positivo della Commissione tecnica Via/Vas all’impianto pilota geotermico di Castel Giorgio risale al 31 ottobre 2014. L’iter autorizzativo dell’impianto geotermico pilota di Castel Giorgio è stato oggetto di precedenti interrogazioni parlamentari, che hanno ben messo in evidenza le criticità ambientali dell’impianto (interrogazione a risposta in Commissione n. 5-04086 presentata dall’interrogante e interrogazione a risposta scritta n. 4/03472 del senatore Battistoni);

oltre trenta sindaci dei comuni limitrofi all’area interessata, vari rappresentanti della provincia di Viterbo, della regione Umbria e della regione Lazio e numerose associazioni di liberi cittadini hanno presentato diversi ricorsi al Tar. Con l’ultima sentenza n. 1897 del 16 febbraio 2021, il Tar del Lazio ha accolto il ricorso dei comuni di Acquapendente, Allerona, Bolsena, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Grotte di Castro, Montefiascone e Orvieto, riconoscendo l’illegittimità della deliberazione del Consiglio dei ministri del 31 luglio 2019 e bloccando l’autorizzazione rilasciata alla società Itw-Lkw Geotermia Italia spa all’impianto pilota geotermico binario nel comune di Castel Giorgio;

la società Itw-Lkw ha presentato ricorso presso il Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar. La sentenza avrà sarà emessa il prossimo 16 settembre e sarà una sentenza definitiva;
lo stesso Ministro dello sviluppo economico pro tempore, in data 18 settembre 2020,nella risposta all’interrogazione n. 4-03472, ha concluso rimandando «al Ministero dell’ambiente ogni ulteriore e nuova valutazione relativamente alla sismicità dei luoghi interessati dall’impianto di “Castel Giorgio”» –:

se il Ministro interrogato, alla luce dei fatti sopra riportati e in nome del principio di precauzione, non reputi opportuno predisporre una nuova e più attenta valutazione di impatto ambientale, anche alla luce di quello che è accaduto a Strasburgo.
(5-06382)

27 giugno 2021, dopo il terremoto a Strasburgo. Stessi rischi -da evitare- per Castel Giorgio

Pubblichiamo una attenta riflessione del Coordinamento associazioni Orvietano, Tuscia e Lago di Bolsena dopo i continui eventi sismici di Strasburgo.

 

 

 

Il grave e scandaloso caso che accomuna a Strasburgo la cittadina umbra di Castel Giorgio: un inaccettabile rischio di terremoti anche catastrofici è ormai dimostrato.

Le vicende dei preoccupanti terremoti di Strasburgo sollevano ulteriori fortissimi allarmi e preoccupazioni sull’impianto geotermico che si vuole realizzare a Castel Giorgio, in Umbria. Le autorità competenti sembrano del tutto dormienti rispetto ai gravissimi rischi per la salute delle popolazioni.

Da oltre dieci anni le popolazioni, i comitati e ben 30 sindaci di un vasto comprensorio tra Umbria, Lazio e Toscana, lottano per impedire la realizzazione di impianti geotermici nelle loro aree. Ed in particolare il primo di questi impianti, quello che si intende realizzare a Castel Giorgio, vicino Orvieto. Si tratta di impianti che appaiono ecologici e “puliti”, in quanto riducono le emissioni in atmosfera, ma che presentano in effetti altri problemi ancora maggiori, soprattutto se implementati in aree non adatte.

E questo non perché le popolazioni e le autorità locali siano contrarie alle nuove forme di energia alternativa, o perché ossessionate da un insensato ed egoistico sentimento Nimby (Not In My BackYard). Ma perché oggettivamente questi impianti presentano seri, gravi ed accertati rischi di vario tipo. Primo dei quali quello di poter innescare terremoti, anche gravi, in una zona già ad elevata pericolosità sismica, come dimostrato da una serie di terremoti anche recenti proprio nella zona dove dovrebbe sorgere l’impianto.

In questi dieci anni il progetto – presentato da una fumosa società originariamente creata “ad hoc” nel paradiso fiscale del Liechtenstein, e che non ha alcuna esperienza di alcun genere di impianto, e tanto meno di questi rischiosi impianti – è andato tranquillamente avanti per quanto riguarda le autorizzazioni governative. Ostacolato e ritardato solamente da una intensa opposizione della popolazione, di ben 30 sindaci, e delle Regioni Lazio e Umbria. Ma insolitamente favorito e sostenuto da una vera e propria, evidente e imponente operazione lobbistica mirante a far ottenere ad un piccolo impianto, di produzione irrisoria (5 MW), enormi, sproporzionati incentivi governativi. Per ottenere questo negli anni sono emersi scandalosi conflitti di interesse tra i principali funzionari addetti all’approvazione del progetto per conto delle istituzioni governative. Conflitti di interesse dei quali le autorità preposte non hanno tenuto alcun conto, così come degli obiettivi rischi e della contrarietà delle popolazioni e delle istituzioni locali.

Ora, dopo una recente sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, si è arrivati finalmente a riconoscere l’illegittimità di alcune procedure e quindi al blocco del progetto. Ma una prossima sentenza del Consiglio di Stato, prevista per il prossimo settembre, rischia di riaprire nuovamente e definitivamente la strada a questo progetto. In relazione al quale le valutazioni fatte dagli organi governativi (in particolare la Commissione VIA del Ministero dell’ambiente) sono talmente scandalose ed omissive, da aver indotto il TAR del Lazio a disporre il rifacimento della procedura di valutazione.

Ma nel frattempo è avvenuto un fatto di portata enorme per confermare in modo drammatico che le previsioni di rischio per questi impianti erano assolutamente e completamente fondate: un impianto analogo a quello previsto a Castel Giorgio, è entrato in funzione nei pressi di Strasburgo, in una zona non sismica, ed ha prodotto subito una serie di preoccupanti terremoti, che ancora non si è esaurita, a partire dal 2020. Con un episodio maggiore alla fine dello scorso anno. Per questi terremoti è stato dimostrato che sono stati indotti proprio dall’impianto. La stessa società proprietaria dell’impianto e le autorità competenti francesi hanno ammesso il nesso di causa-effetto tra attività dell’impianto e i terremoti, che hanno spaventato la popolazione di Strasburgo. E quindi le autorità francesi hanno provveduto a chiudere le attività della struttura industriale, con la seguente dichiarazione del prefetto del Basso Reno Josephine Chevalier: “Ma préoccupation première est la protection des populations, ça l’emporte bien évidemment sur tout le reste”.

Ed allora hanno improvvisamente preso corpo e sono state drammaticamente confermate le previsioni evocate in passato da due noti scienziati, il Prof Borgia e il Prof Mastrolorenzo, secondo i quali questo tipo di impianti può scatenare terremoti, ed anche “catastrofici” se implementati in zone ad alta pericolosità sismica, come quelle umbro-laziali-toscane nelle quali è previsto questo primo impianto italiano. Non si trattava solo di “evocazione di fantasmi”, ma i fatti di Strasburgo hanno dimostrato che si tratta di solide ed estremamente pericolose realtà. Rispetto alle quali le autorità governative italiane rimangono ancora del tutto passive, al punto da apparire complici.

Questi sviluppi impongono una rivalutazione totale, e libera da indebite interferenze, di questo progetto.

Coordinamento associazioni Orvietano, Tuscia e Lago di Bolsena

27 giugno 2021, dopo il terremoto a Strasburgo. 30 sindaci (prov.VT e TN) contro la geotermia

A seguito dell’ennesimo terremoto di Strasburgo di ieri, 30 sindaci delle province di Viterbo e Terni tornano a pronunciarsi contro l’impianto di Castel Giorgio (VT).

 

 

 

Ieri mattina, 26 giugno, una scossa di terremoto di magnitudo 3.9 sulla scala Richter si è verificata in Francia, nei pressi di Strasburgo.La scossa, insolitamente forte per l’area, secondo il Rénass, la rete nazionale di monitoraggio sismico, sarebbe indotta da attività umane, cioè da iniezioni di acqua nel sottosuolo sul sito di una centrale geotermica a Vendenheim, nell’agglomerato urbano di Strasburgo.

La magnitudo della scossa si avvicina a quella dei più forti terremoti osservati storicamente in questa zona, e avviene molti mesi dopo l’arresto delle operazioni geotermiche decretata dalla prefettura locale, a causa di una serie di terremoti più deboli. La prefetta, Josiane Chevalier, aveva ritenuto che la sicurezza della popolazione non era più garantita.

Le analisi dei sismologi francesi hanno evidenziato che si tratta in parte di terremoti “innescati” dovuti a modificazioni irreversibili nel sottosuolo, con conseguenze imprevedibili e incontrollabili.
La notizia ci ha destato notevole preoccupazione perché, nel caso in cui un fenomeno del genere dovesse verificarsi dalle nostre parti, sarebbe molto più pericoloso, poiché abbiamo un potenziale raggiungibile di magnitudo 6: un tale terremoto sprigionerebbe un’energia mille volte più forte di quello di Strasburgo.

Per questo ci auguriamo tutti che il ricorso al consiglio di Stato relativo all’impianto di Castel Giorgio ci veda vincitori e che il ministero per la transazione ecologica – Mite, decida di non finanziare i progetti pilota di centrali binarie che sono dello stesso tipo di quelle che hanno provocato il terremoto a Strasburgo.

I sistemi geologici dell’area francese sono simili ai nostri, con l’aggravante che la nostra è anche area vulcanica, fattore che potrebbe aumentare il fattore rischio e imprevedibilità; questo non ci lascia assolutamente tranquilli.

Roberta Tardani, sindaco di Orvieto
Andrea Garbini, sindaco di Castel Giorgio
Daniele Longaroni, sindaco di Castel Viscard
Sauro Basili, sindaco di Allerona
Giovanni Arena, sindaco di Viterbo
Paolo Dottarelli, sindaco di Bolsena
Piero Rossi, sindaco di Graffignano
Massimo Bambini, sindaco di San Lorenzo Nuovo
Francesco Di Biagi, sindaco di Latera
Roseo Melaragni, sindaco di Piansano
Edoardo Giustiniani, sindaco di Cellere
Giuseppe Ciucci, sindaco di Farnese
Ermanno Nicolai, sindaco di Tessennano
Stefano Bigiotti, sindaco di Valentano
Maurizio Lacchini, sindaco di Marta
Lina Novelli, sindaco di Canino
Maurizio Testa, sindaco di Monte Romano
Marco Bianchi, sindaco di Celleno
Giuseppe Mottura, sindaco di Civitella d’Agliano
Salvatore Serra, sindaco di Ischia di Castro
Piero Camilli, sindaco di Grotte di Castro
Angelo Ghinassi, sindaco di Acquapendente
Cinzia Pellegrini, sindaco di Proceno
Carlo Attilio Mancini, sindaco di Gradoli
Publio Cascianelli, sindaco di Arlena di Castro
Antonio De Rossi, sindaco di Capodimonte
Luca Profili, sindaco di Bagnoregio
Giovanni Giuliani, sindaco di Onano
Fabio Bartolacci, sindaco di Tuscania

27 giugno 2021, dopo il terremoto a Strasburgo. L’APPELLO DEL COMITATO SCANSANO SOS GEOTERMIA: LA REGIONE BLOCCHI I PROGETTI IN DISCUSSIONE

Dopo il terremoto di ieri, 26 giugno 2021, a Strasburgo, il Comitato Scansano Sos Geotermia lancia un nuovo appello alla Regione Toscana.

 

 

 

“La Regione Toscana blocchi i permessi di ricerca geotermica concessi a Scansano e a Magliano per un​ elementare principio di precauzione, doveroso per gli amministratori pubblici”: il Comitato Scansano Sos Geotermia si appella agli​ amministratori pubblici​ perché fermino progetti in tutta evidenza non sicuri rilasciati in maniera illogica ed incomprensibile.

L’elenco degli ‘incidenti è ormai lungo: Strasburgo è l’ultimo caso e il più preoccupante. La società Fonroche aveva avviato ad ottobre sperimentazioni per la realizzazione della centrale in Alsazia. Dopo le prime smentite, a​ dicembre ha dovuto ammettere che i​ terremoti​ ripetutisi nella zona erano​ “indotti”​ ​ dalle prove di reimmmissione nel​ sottosuolo di acqua a forte pressione. Il progetto è stato bloccato e, a sei mesi di distanza, è arrivata la scossa più forte, 4.4.

Come a Basilea nel 2006, come a Latera, in provincia di Viterbo, nel 2002.​ La​ remissione del fluido a forte pressione provoca radicali modifiche negli equilibri del sottosuolo, provocando terremoti. E’ la stessa tecnologia proposta dalle società che hanno ottenuto i permessi di ricerca a Scansano, due, e a Magliano in Toscana: paesi sulle colline metallifere di origine vulcanica, dove il sottosuolo è ricco di sostanze pericolose come arsenico e mercurio. Dove edifici di pregio storico, come il Castello di Montepò o la Fattoria Sforzesca a Scansano o ancora la Cinta Muraria di Magliano in Toscana ​ non meritano una prova di tenuta sismica. Aree, oltretutto riconosciute dalla Regione stessa come “Non Idonee allo sfruttamento geotermico”.

Tanti indizi – dice Matteo Ceriola,​ portavoce del Comitato – fanno una prova. Chiediamo alla Regione Toscana di fermarsi prima che sia troppo tardi. Meglio farlo prima di realizzare quei progetti che dopo,​ per rincorrere danni inestimabili e irreparabili. Sollecitiamo anche, associandoci alle richiesta avanzata da Bice Ginesi, candidata alle​ prossime amministrative per il Comune di Scansano, gli Assessori competenti, Monia Monni e Leonardo​ Marras, ad incontrare la popolazione colpita da quei progetti per dare spiegazioni e rassicurazioni.

Intanto, in attesa che ad ottobre il Tar si pronunci sui ricorsi presentati contro i progetti, proseguiamo la raccolta di firme a sostegno della richiesta di revoca dei provvedimenti e delle osservazioni al​ Paer che propone una disciplina della Aree Non Idonee con tutta evidenza inadeguata a tutelare territori​ vocati alla produzione agroalimentare di qualità e ad un turismo​ rispettoso dell’ambiente”.

Comitato Scansano Sos Geotermia