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Progetto Scarfoglio, E’ COMINCIATA LA BOCCIATURA DEGLI IMPIANTI PILOTA GEOTERMICI: …E UNO!

30 giugno 2015, in piazza contro il progetto Scarfoglio, foto Zerottantuno.com

ARCHIVIATO DAL MINISTERO DELL’AMBIENTE IL PROCEDIMENTO DI VIA DELL’IMPIANTO GEOTERMICO PILOTA “SCARFOGLIO” NEL COMUNE DI POZZUOLI (NA). LA REGIONE CAMPANIA AVEVA GIA’ DATO PARERE NEGATIVO

Progetto Scarfoglio della Geoelectric srl

Il primo dei 10 progetti pilota geotermici a media entalpia con tecnologia binaria è stato archiviato dal MATTM (Ministero dell’Ambiente) per mancata presentazione da parte della ditta Geoelectric srl della documentazione richiesta, come da comunicazione del Direttore Generale Giuseppe Lo Presti del 26.10.2017 (contenente parere negativo commissione tecnica VIA del 6.10.17).
Il che equivale ad una bocciatura del progetto, come del resto era stato chiesto dalla Regione Campania con il Decreto Dirigenziale n.111 del 26.09.2017.
La stessa Commissione Nazionale VIA-VAS –in seduta plenaria-con il suo parere n.2511 del 6.10.2017 aveva ritenuto-ai sensi dell’art.26, comma 3ter del D.Lgs.152/2006, previgente alle modifiche introdotte dal D.Lgs.104/2017- di “non procedere all’ulteriore corso della valutazione del progetto Scarfoglio visto che il proponente non ha ottemperato alle richieste di integrazioni da parte dell’autorità competente”.

E per fortuna che -come si legge nell’avviso ai giornali (Il Messaggero del 28.04.2015)– la società si vantava che “il progetto è stato sviluppato con il contributo scientifico di soggetti pubblici ai massimi livelli nazionali ed internazionali, quali l’INGV-Osservatorio Vesuviano e l’AMRA che detengono le più importanti competenze in ambito nazionale in relazione all’area di progetto”!

E’ chiaro che la società Geoelectric srl ha gettato la spugna, vista la bocciatura del progetto da parte della Regione Campania che si sarebbe tradotta poi in una mancata “intesa regionale” necessaria per l’approvazione del progetto.

Del resto la stessa Regione Campania era già intervenuta in data 16.06.2017 con parere negativo anche sull’analogo impianto geotermico pilota di Serrara Fontana nell’isola di Ischia, giusto in tempo prima del luttuoso terremoto del 21.08.2017 che ha provocato il crollo di numerose case e ha portato ad un bilancio di 2 vittime e 42 feriti.

Confidiamo che ciò sia di buon auspicio anche per l’impianto pilota di Torre Alfina nel comune di Acquapendente (Provincia di Viterbo) il cui procedimento VIA è al Consiglio dei Ministri per contrasto tra il MIBACT (e la stessa Regione Lazio) ed il MATTM. Nel senso che i primi due enti insistono sulla vigenza di un vincolo di notevole interesse pubblico instaurato nel territorio dal MIBACT con D.M. 12 maggio 2011. Come analogamente il comune di Acquapendente e la stessa Rete Nazionale NOGESI.

Del resto ormai non si capisce perché il Governo non ritiri la normativa che permette la realizzazione dei 10 progetti “pilota” binari, vista l’opposizione crescente di Comuni e popolazioni, impianti che peraltro hanno rendimenti bassissimi e difficoltà di re-immettere gli incondensabili nel sottosuolo (specialmente nel Centro Italia), alla faccia della loro ventilata “ecologicità”.

Quanto detto si amplifica se si pensa che la energia elettrica prodotta da tali impianti avrebbe un costo di ben 4 volte il costo medio dell’energia (finanziato con incentivi prelevati dalle bollette elettriche di cittadini ed imprese): un vero e proprio non-sense economico!

Terlizzese, MISE

Anche il Direttore Generale del MISE Ing. Terlizzese ha sostenuto recentemente- nell’intervista pubblicata su QualEnergia dell’8.09.17– che “…Non pensiamo però che i cicli binari siano la panacea: personalmente ho qualche dubbio sulla loro reale convenienza, ma certo bisognerà costruirne qualcuno ed effettuare più ricerca su questi sistemi per capirlo”

 

 

Allora, perchè continuare su una strada pericolosa e antieconomica?
Non sarebbe meglio annullarli tutti, come per Scarfoglio?


In merito alla società proponente scrive la D’Orsogna:

…Si trattava di un impianto geotermico “pilota” nell’area di permesso Scarfoglio, a Pozzuoli, Napoli come proposto dalla societa’ Geoelectric ed elaborato dall’ingegner Mario Massaro per conto di una ditta chiamata “ENvironment ENergy ENgineering” con sede a Roma.
Notare che questi studi specializzati in trivelle e tuttappostismi hanno sempre nel loro nome le parole “environment”, “ambiente”, “green” o “sostenibile”…
Ma poi, chi era questa Geoelectric?
Era una sorta di consorzio fra il gruppo Murena-Zecchina costruzioni, fra le prime 20 ditte italiane di edilizia e 500 impiegati che poi ha cercato di diversificare, specie con il fotovoltaico in Puglia; poi c’era il gruppo Marconi anche questa operante nel settore del fotovoltaico e infine il Gruppo Fiore che si occupa della costruzione di impianti complessi. Assieme volevano appunto dedicarsi al geotermico.
Chi li avrebbe aiutati ?
Ecco qui: l’INGV, l’istituto nazionale di geologia e di vulcanologia italiano, ente del quale non mi fiderei neanche per un millisecondo.
Vengono introdotti come partner della Geoelectric.
Ma puo’ essere che l’INGV si mette intanto ad aiutare una ditta di privati, e sopratutto che solo “pensi” che il tutto sia fattibile? Dove sta il loro senso della prevenzione? Il loro buonsenso? Come possono pensare che sia tuttapposto trivellare tra capannoni di automobili, fra le solfatare del Vesuvio? Alla fine il progetto e’ stato archiviato, ma loro si erano bene incamminati a dare il supporto a questo progetto…

TERREMOTO ISCHIA. L’OMBRA DELLA GEOTERMIA SPECULATIVA DIETRO GLI “ERRORI” DELL’INGV? -aggiornato-

Quattro giorni per ottenere la rilevazione del terremoto di Ischia. Quattro giorni di dati ballerini, vulcanologi e sismologi allibiti da valori incongruenti rispetto a quello che la storia sismica del luogo insegnava.
Venti minuti dopo la scossa delle 20.57 di lunedì scorso: magnitudo locale (Ml) 3.6, profondità ipocentrale 10 chilometri, epicentro a mare, al largo di Forio, come dice l’Ingv. Poco dopo la mezzanotte dall’Osservatorio Vesuviano, sede napoletana Ingv, arrivano i dati rielaborati con magnitudo durata (Md) 4.0, ipocentro a 5 chilometri di profondità e un epicentro sempre a mare ma stavolta a circa 3 chilometri dalla costa Nord. Il dubbio si insinua tra gli scienziati.
Quattro giorni dopo, l’ufficializzazione di una magnitudo durata di 4.0, una profondità ipocentrale di 1 chilometro 730 metri e un epicentro su via Santa Barbara, a Casamicciola.
Di fronte agli incredibili errori e alle minimizzazioni giunte dall’Osservatorio Vesuviano (la sezione partenopea dell’INGV) vale sempre interrogarsi “a chi giova?”, se cioè si tratta di una sequenza di pesanti leggerezze o se c’è una ragione che lega i fatti.

Si parla infatti di una convenzione dell’agosto 2016 tra l’INVG napoletano e la società Ischia Geotermia srl che è interessata al progetto di centrale geotermica pilota Serrara Fontana sull’isola; tale convenzione, che sembra peraltro pagata con i soldi pubblici della Protezione Civile, come riportato da ilfattoquotidiano.it, prevede la partecipazione di “tre ricercatori con contratto su fondi Protezione Civile-INGV” che sono Stefano Carlino, Maria Giulia Di Giuseppe e Antonio Troiano, tutti dell’INGV. La dr.ssa Maria Giulia Di Giuseppe era casualmente di turno nella sala operativa INGV la notte del terremoto…

Dal canto suo Francesca Bianco, Direttrice dell’Osservatorio Vesuviano dal 2016, il 2 agosto di quest’anno, ospite in TV di Piero Angela, si premura di intervenire sulla questione terremoti/Ischia minimizzando e dichiarando che “… a Ischia abbiamo una sismicità estremamente rara, abbiamo registrato 4 micro-terremoti negli ultimi 2 e lo studio della parte fluida – soprattutto delle acque- ci racconta di un sistema idrotermale in assoluta calma…”. E di fronte alle incalzanti domande del giornalista de “Il Mattino” su come è stata possibile tanta leggerezza, seguita a dichiarare, contro ogni evidenza, che “qui non ci sono stati errori”.

Ma la realtà tira brutti scherzi e il 21 agosto, come purtroppo sappiamo, alle 20,57 c’è il terremoto; stranamente pare che non siano partiti i soliti e immediati avvisi automatici, ma bisognerà attendere circa mezz’ora per avere il primo che parla di 10 km di profondità in mare a nord dell’isola e una magnitudo di 3.6. Passa la mezzanotte e arriva una prima rettifica che alza la magnitudo a 4.0 localizzando ancora il sisma sempre in mare, ad una profondità di 5 km, ma ormai anche dalle tv si era capito che qualcosa non tornava e probabilmente la scossa doveva essere di maggiore magnitudo e localizzata in terraferma, con un ipocentro più superficiale.

Dopo ben quattro giorni e una valanga di polemiche, vedi Boschi e Luongo, vengono rilasciati dati più credibili e alla magnitudo 4.0 si localizza il centro del terremoto nell’abitato di Casamicciola ad una profondità di meno di 2 km.
La differenza tra le prime valutazioni e quella finale è sostanziale, perché un sisma tra i 5 e i 10 km a largo della costa nord ha una probabile origine tettonica a differenza di uno a profondità di 2/3 km in terraferma che indicherebbe una origine vulcanica, come peraltro storicamente si è verificato sull’isola.

Ma certo che se fosse stata vera una delle prime ipotesi, un sisma di tal genere non avrebbe interferito più di tanto con eventuali centrali geotermiche che estraggono e reiniettano fluidi di sicuro al di sotto dei 5 km di profondità e comunque in terraferma; invece un sisma come quello che effettivamente c’è stato ridà fiato e legittimità alle proteste e alle voci contrarie all’impianto geotermico di Serrara Fontana, dai comitati locali, al prof. Ortolani, e da pochi mesi anche la Regione Campania.

Ma, ci chiediamo, come è stato possibile un tale livello di pressapochismo da parte dell’INGV? Come si chiede anche il prof. Boschi “che cosa è successo nelle sale di sorveglianza dell’INGV di Roma e di Napoli, operative 24 ore su 24, la sera del 21 agosto. Chi ha materialmente fatto e comunicato le prime valutazioni? Chi le ha successivamente corrette parzialmente?”.
E’ possibile che le prime valutazioni dell’INVG-OV di Napoli siano opera di personale non adeguatamente preparato all’evento?
Dalla enorme discrepanza tra i dati qualcuno potrebbe pensare che siamo di fronte a una assoluta incompetenza o una volontà di fornire dati diversi che non potessero danneggiare altri interessi.
Intanto l’Ingv rende noti i risultati dei rilievi compiuti il 23 agosto: la maggior parte delle abitazioni gravemente danneggiate in seguito al terremoto erano di buona fattura, in mattoni, pietra o tufo, ma prive di quelle ‘vecchie’ e semplici protezioni antisismiche che, ad esempio, sono presenti in molte case dell’Appennino, come le catene o i tiranti (!!!).

Torna prepotentemente in mente il quesito iniziale: “Cui prodest?”

Il silenzio e/o le spiegazioni ipertecniche non depongono a favore della trasparenza. Ci auguriamo che l’INGV chiarisca immediatamente le responsabilità, sanzionando eventuali errori e omissioni, per difendere la credibilità e la funzione di un Istituto pubblico e allontanare sospetti di qualsivoglia commistione con interessi privati.

Rete nazionale NoGESI – NO Geotermia Speculativa e Inquinante


Leggilo su:

Il Cittadino online

NewTuscia.it


aggiornamento 4/9/17

Il Golfo24.it:

Ischia e la geotermia, scatta l’indagine della Procura della Repubblica
Il sisma del 21 agosto, l’epicentro localizzato in ritardo, un paio di esposti presentati alla magistratura e la convenzione sospetta. E così si alimentano i dubbi

“…Che l’autorità giudiziaria si stia muovendo, beh questo lo confermerebbero anche una serie di indiscrezioni di natura giornalistica, che specialmente in determinati ambienti difficilmente riescono a non essere fondate. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia avrebbe infatti siglato una convenzione con la società Ischia Geotermia. Ed allora, siccome a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina come soleva dire Giulio Andreotti, ecco che non mancano – e tra questi ci sono anche alcuni quotidiani – coloro che ipotizzano una possibile relazione tra gli errori commessi dall’osservatorio nella stima dell’entità e dell’epicentro del terremoto ischitano e la predetta convenzione. Un’ipotesi alla quale ovviamente noi non vogliamo nemmeno lontanamente credere, e anzi siamo certi di poterla escludere a priori, e che potrebbe avere una sola spiegazione. Un teorema assolutamente malevolo potrebbe essere quello della localizzazione del terremoto: non c’è dubbio che il fatto che l’epicentro dello stesso si trovasse nel cuore del sottosuolo isolano, significa poter dire definitivamente addio al progetto geotermico. Se invece si fosse trattato dei soliti effetti di un sisma che nasce dal mare, le cose starebbero in maniera diversa…”

anche su IsolaVerdeTv.com


aggiornamento 5/10/17

Legambiente, o Segambiente, non perde occasione per schierarsi contro chi critica il sistema o i centri di potere, come già abbiamo avuto modo di denunciare. Anche sulle giuste critiche alla gestione del sisma di Ischa non all’altezza dei compiti e responsabilità, oltre alla replica del prof. Doglioni, presidente dell’INGV, ci tocca assistere alla difesa d’ufficio anche di Legambiente.
Il prof. Boschi, ex presidente dello stesso INGV, ribatte nell’articolo che segue.

Il Foglietto della Ricerca:

Sisma Casamicciola 2017: pretesti, argomenti effettivi e … Legambiente
di Enzo Boschi

Il 26 settembre, a più di un mese dal terremoto di Ischia, Elisabetta Galgani ha intervistato, per La Nuova Ecologia, il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni, e la presidente di Legambiente, Rossella Muroni. “Scoprendo un’unità di intenti” fra i due.
Doglioni afferma: “Dopo la prima localizzazione del 21 agosto, i sismologi dell’Istituto si sono subito messi a verificare i sismogrammi e alla fine hanno modificato l’ipocentro nel sottosuolo ischitano in una posizione a circa 5 in orizzontale a sud e 3 km più superficiale rispetto alla stima iniziale, il che significa che la localizzazione finale della sorgente sismica è stata ampiamente al di sotto dell’incertezza insita nella qualità dei dati a disposizione. La critica all’operato dell’Ingv è dunque inaccettabile e pretestuosa”.
Rossella Muroni conferma: “E’ evidente come dice Doglioni che le critiche siano state pretestuose: credo inoltre che le polemiche seguite siano state assolutamente strumentali …”
I due intervistati si guardano bene dall’analizzare i contenuti delle critiche ed eventualmente smontarle con appropriati argomenti scientifici, come è prassi normale nel mondo della moderna ricerca. Esprimono solo giudizi negativi. Poi, si sono abbandonati a disquisire su la scienza che si ritira in una torre d’avorio, la mancanza di sinergia tra scienza e politica, l’abusivismo … con l’auspicio finale “che tutto questo cambi”. Argomenti che erano già vecchi ai tempi del terremoto irpino del 1980. Parole di circostanza, che riempiono la bocca ma non il vuoto di idee e che, soprattutto, non indicano nessuna strada per risolvere i problemi.
Mi ha particolarmente colpito l’uso dell’aggettivo “pretestuose”, usato da entrambi gli intervistati per le critiche rivolte “all’operato dell’Ingv”. Sono andato a verificare sul vocabolario il significato di “pretestuoso” e ho trovato: “Addotto come pretesto, fondato su pretesti, non su effettivi argomenti”.
Rivendico di aver espresso, qui sul Foglietto, critiche molto ben circostanziate, con effettivi argomenti, non sull’operato dell’Ingv come un tutto, ma solo su un gruppo ristretto di persone ben identificate, che ha il compito della rilevazione e della comunicazione degli eventi sismici per tutto il territorio nazionale, 24 ore su 24. Di costoro mi sono persino spinto ad auspicare l’immediata rimozione. Critiche nette sono venute anche da altri esperti, la professionalità dei quali non è stata mai messa in discussione.
Non mi meravigliano i tentativi di giustificarsi da parte del presidente Ingv e sorvolo le sue considerazioni tecniche. A sismologi esperti sono bastati una decina di minuti per capire che quello del 21 agosto scorso era un terremoto a profondità minima, proprio sotto Casamicciola. I vertici dell’Ingv hanno impiegato quattro giorni per arrivare allo stesso risultato.
Le critiche non sono di natura accademica e non hanno intenti polemici. La vicenda riguarda un’area abitata da più di due milioni di persone, che vivono fra vulcani pericolosissimi: in caso di evento, è per loro necessaria un’informazione tempestiva e affidabile. Anche poche decine di minuti di ritardo possono significare la perdita di migliaia di vite umane.
Quello che colpisce nell’intervista della Galgani è la presa di posizione della presidente di Legambiente, istituzione che ho sempre ammirato e che ho frequentato ai tempi di Ermete Realacci.
Legambiente, attraverso le parole della sua legale rappresentante, afferma che le critiche sono pretestuose, quindi, per definizione, fondate su pretesti, non su effettivi argomenti. Immagino allora che, prima di fare un’affermazione tanto grave, la Signora Muroni avrà fatto delle indagini e, pertanto, la invito pubblicamente a chiarire quali pretesti sarebbero alla base delle critiche. Altrimenti si potrebbe pensare che Legambiente considera con superficialità e indifferenza l’elevatissima pericolosità vulcanologica di una parte importante del Paese.
Nell’attesa di conoscere i pretesti su cui si fondano le nostre critiche, ribadisco brevemente quelli che sono gli effettivi argomenti alla base di esse.
La prima valutazione del sisma del 21 agosto è stata comunicata dalla Sala operativa di Roma dell’Ingv circa mezz’ora dopo l’evento: magnitudo locale 3.6, 10 km di profondità, in mare ad alcuni km da Ischia, cioè i valori prodotti in automatico dal sistema di sorveglianza. Nel primo comunicato dell’Osservatorio Vesuviano (OV), si ritrovano esattamente gli stessi valori. Alle 22:33, l’OV emette un secondo comunicato, innalzando la magnitudo a 4.0 e riducendo la profondità focale a 5 km; epicentro sempre in mare ma un po’ spostato. Ma non è finita. Il 22 agosto, una ventina di ore dopo il terremoto, il presidente Ingv confermerà, al Tg2 delle 13, proprio quei dati, addirittura indicando su un grafico, con una freccetta rossa, la faglia e l’ipocentro. Non è ancora dato sapere, a più di un mese e mezzo dall’evento, quando e come si è arrivati alla soluzione corretta, quella che pone l’ipocentro proprio sotto Casamicciola a meno di 2 km di profondità, che è stata poi riportata il 25 agosto alla Commissione Grandi Rischi e narrata il 26 agosto dal presidente Ingv.
Non è accettabile quanto affermato dal presidente INGV sulla compatibilità fra le sue valutazioni e la corretta valutazione finale dei parametri dell’evento. Un terremoto in mezzo al mare di magnitudo 3.6 a una profondità di 10 km è poco più di una curiosità sismologica; un terremoto della stessa entità immediatamente sotto un antico centro abitato può essere una tragedia come è stato varie volte nella storia di Casamicciola.
La direttrice dell’OV, nei giorni successivi al sisma, rilascerà una intervista al quotidiano Il Mattino di Napoli per spiegare alcune incredibili circostanze verificatesi nello stesso OV la sera del 21 agosto.
Ulteriori dettagli possono essere letti nel Foglietto del 14 settembre scorso; qui osservo che in tutta la filiera decisionale dell’Ingv non c’è neanche un sismologo operativo esperto. Infatti, la sismicità ischitana, argomento di innumerevoli testi scientifici e non solo, era evidentemente sconosciuta a coloro che nella notte del 21 agosto hanno gestito l’evento.
Questo episodio è preoccupante non solo per i Napoletani, che in gran numero vivono in una delle zone più pericolose al mondo, ma anche per tutti noi che viviamo in un Paese fortemente sismico e che abbiamo il diritto di pretendere informazioni complete, tempestive e puntuali da un ente statale fatto crescere proprio con questo fondamentale scopo e che costa circa 60 milioni all’anno.
La presidente di Legambiente, un’importantissima istituzione nazionale, considera queste nostre osservazioni puramente pretestuose. Aspettiamo, ora, che dimostri l’infondatezza dei nostri argomenti. Se, come temiamo, non le riuscirà, auspichiamo scuse adeguate, non per puntiglio personale ma proprio per il rispetto che abbiamo verso Legambiente e le sue esternazioni.
L’uso improprio dell’aggettivo “pretestuoso”, in argomenti di questa gravità, si appalesa estremamente irresponsabile.

ISCHIA DOCET: TERREMOTO AD ISCHIA MAGNITUDO 4.0. NESSUNO HA DETTO CHE NELL’ISOLA E’ PREVISTA UNA CENTRALE GEOTERMICA A SERRARA FONTANA SECONDO IL PIANO BERLUSCONI-SCAJOLA (E CHE IL GOVERNO DI CENTROSINISTRA NON HA MODIFICATO)

SAGGIAMENTE LA REGIONE CAMPANIA A GIUGNO SCORSO HA BOCCIATO TALE IMPIANTO PER LA PREVEDIBILE SISMICITA’ INDOTTA (E SI APPRESTA A BOCCIARNE, PER GLI STESSI MOTIVI UN ALTRO IDENTICO PREVISTO AI CAMPI FLEGREI), MENTRE DOPO IL TERREMOTO DI CASTEL GIORGIO DEL 30.05.2016 DI MAGNITUDO 4.1 LA REGIONE UMBRIA-CHE PURE E’ STATA TRA LE REGIONI AMPIAMENTE COLPITE DAL TERREMOTO APPENNICO DI UN ANNO FA- ANCORA NON SI DECIDE A BOCCIARE L’IMPIANTO GEOTERMICO PREVISTO A CASTEL GIORGIO, MA ANZI RECENTEMENTE HA AUTORIZZATO ALTRE RICERCHE GEOTERMICHE SULLA PIANA DELL’ALFINA! VERGOGNA!

La motivazione di fondo della bocciatura dell’impianto geotermico di Serrara Fontana, uno dei sei comuni dell’isola di Ischia, sta nella sismicità indotta e danni rilevanti al turismo. Dice infatti la decisione della Regione Campania (Decreto Dirigenziale n. 15 del 16/06/2017): “Il modello geologico-geotermico e sismo-tettonico presentato dal proponente, anche a seguito delle indagini magnetotelluriche effettuate, è inadeguato e non consente di escludere con ragionevole certezza il verificarsi di sismicità indotta/innescabile connessa all’esercizio dell’impianto, con particolare riferimento alle fasi di estrazione e re-immissione dei fluidi geotermici….

Ed ancora: “In base ai dati presentati dal Proponente, l’avvertibilità e i potenziali effetti del terremoto indotto considerato dal progetto (M=2,5) sono da ritenere non del tutto trascurabili. Lo stesso Proponente evidenzia che i terremoti sarebbero avvertibili già per una magnitudo di 1,5 se con ipocentro entro 1 km di profondità. Gli effetti della percezione dei terremoti da parte della popolazione non sono stati adeguatamente considerati, come pure non sono stati considerati i potenziali impatti sull’economia turistica dell’isola, aspetti che allo stato attuale non sembrano essere stati approfonditi adeguatamente”.

Ed inoltre: In tale siffatto contesto ambientale, antropico e socio economico il proponente non solo non ha adeguatamente indagato gli stress introdotti dall’attività geotermica (sismicità indotta/innescabile) e i possibili effetti negativi sul sistema delle acque minerali e termali, al fine di escluderli con ragionevole certezza, ma inoltre non ha previsto nessuna garanzia economica in caso di danni a beni e persone derivanti dall’esercizio dell’impianto, ritenendo quindi implicitamente che tutte le esternalità negative debbano essere assunte, nel caso, dalla collettività a fronte di un “interesse pubblico” finalizzato alla produzione di soli 5 MW …”.

Continua così il Decreto Dirigenziale: “Allo scarso rilievo strategico dell’impianto, in termini di contributo all’energia da FER producibile in Campania, si associa, invece, un elevatissimo rischio antropico che impatta negativamente sul rischio ambientale, già alto nell’Isola d’Ischia, con conseguenze negative anche sul contesto socio economico, determinato dagli impatti che, in assenza di adeguate indagini e caratterizzazioni come nel caso di specie e considerato il contesto di riferimento, produce in termini di sismicità indotta/innescabile, impatti sul sistema delle acque minerali e termali, impatto paesaggistico, rischio idrogeologico nonché sul rischio vulcanico.

Per concludere così: “…Per tutto quanto rappresentato si ritiene che l’impianto, nel contesto ambientale, antropico e socio economico che caratterizza l’Isola d’Ischia, determina rilevanti impatti negativi, in termini di sismicità indotta/innescabile e conseguenti danni a beni e persone, non mitigabili di alcun modo, nonché, conseguentemente, anche al sistema socio economico fondato sul turismo”.

Le stesse motivazioni indotte dalla Regione Campania per “bocciare” Serrara Fontana e cioè: sismicità, assenza di garanzia economica in caso di danni a beni e persone derivanti dall’esercizio dell’impianto, scarso rilievo strategico dell’impianto (produzione di soli 5 MW!) impatti negativi sul sistema socioeconomico fondato sul turismo, potrebbero valere anche per “bocciare” il previsto impianto di Castel Giorgio ( e di Torre Alfina), come richiedono tutti i sindaci dell’area ed anche il Consiglio Regionale dell’Umbria. Peraltro il terremoto del 30 maggio del 2016 ha avuto proprio l’epicentro nella aree individuate da ITW-LKW per gli impianti pilota di Castel Giorgio e di Torre Alfina.

Questa ennesima posizione della Giunta regionale Campania è un ulteriore dimostrazione che “bocciare “gli impianti pericolosi si può, tutelando i cittadini dell’Alfina: se la Regione Umbria, anche dopo tale sollecitazione, non lo farà ai cittadini non rimarrà che punire alle prossime elezioni politiche e regionali il Partito Democratico che ha la responsabilità della gestione dell’Umbria.

Quanto è successo ad Amatrice e ora a Ischia mostra la gravità della situazione sismica del nostro Paese: non tenerne conto è puramente criminale.
Riportiamo alcune dichiarazioni a caldo –apparse sul Corriere della Sera del 23.08.2017- del prof. Doglioni, presidente dell’INGV: ”La ferita di Amatrice può ripetersi anche in altre parti d’Italia. La penisola si dilata di 3-4 millimetri l’anno, che ogni qualche secolo determinano movimenti di qualche metro. Potrà capitare di nuovo. Il fenomeno è lo stesso: a chiazze, il terreno sprofonda” e alla domanda di quanto ci vuole a mettere in sicurezza l’Italia Doglioni risponde così: ”Non basterebbero cinquant’anni per come siamo messi. I terremoti si dimenticano presto, è naturale eliminare un dolore. Questo aiuta la ricostruzione, ma non la prevenzione, perché induce atteggiamenti fatalisti e a non far nulla. Gli italiani metteranno in sicurezza le case solo quando avranno paura”.

E i cittadini che debbono fare? Contare solo i danni ed i morti? La presidente della Regione Marini e l’assessore Cecchini ci rispondano finalmente!

Rete nazionale NoGESI


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