Archivio mensile:Novembre 2019

29 NOVEMBRE 2019: SCIOPERO GLOBALE PER IL CLIMA! …Ci riguarda!

Pubblichiamo la lettera inviata da parte della RETE NAZIONALE NOGESI (No alla geotermia elettrica) al MOVIMENTO FRIDAYS FOR FUTURE in occasione della sciopero globale per il clima del 29 novembre 2019

 

 

Carissimi di Fridays For Future- Italia,

Abbiamo letto con molta attenzione il vostro Report finale della 2a Assemblea Nazionale di Fridays for Future Italia che si è svolta a Napoli il 5 e 6 ottobre 2019 tratto dal Granello di Sabbia n. 41 di Settembre – Ottobre 2019. “La società che vogliamo “.

Ci troviamo molto d’accordo, in particolare quando dite che “Vogliamo la decarbonizzazione totale entro il 2025 passando alla produzione energetica totalmente rinnovabile e organizzata democraticamente con le realtà territoriali” e quando dite che “Ci dichiariamo contrari a ogni grande opera inutile e dannosa, intesa come infrastruttura, industria e progetto che devasta ambientalmente, economicamente e politicamente i territori senza coinvolgere gli abitanti nella propria autodeterminazione.”

La Rete Nazionale NOGESI (“No Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante”) raggruppa dal 2013 a livello nazionale i comitati di cittadini ed associazioni ambientaliste contrari alla politica seguita dai vari governi sulla geotermia.

Come è noto, secondo l’ISPRA nel 2019 sono cresciute ancora le emissioni di gas serra (del 4,4%), mentre diminuisce il PIL dello 0,1 % e ciò è dovuto a un maggior uso di combustibili per la produzione di energia e, allo stesso tempo, di un decremento delle rinnovabili. Un disaccoppiamento “al contrario” rispetto ai principi che ispirano lo sviluppo sostenibile; quello stesso che il premier Giuseppe Conte – come ha detto nel suo discorso sulla fiducia del nuovo governo – vorrebbe facesse parte della nostra Costituzione.

Usare quindi la geotermia come fonte di produzione elettrica aumenta le emissioni di gas serra, per lo meno utilizzando le note tecnologie “Flash” e “Binarie”, cioè le tecnologie più vantaggiose per le aziende.

Infatti:
-La geotermia non è una fonte rinnovabile. Perché gli impianti geotermici perdono la loro capacità produttiva del 7-8% nei primi due anni e del 70% in 10 anni; man mano che i pozzi si esauriscono è necessario fare altri pozzi, sempre a profondità maggiori. In Toscana per le 34 centrali geotermiche sono stati scavati oltre 1000 pozzi, i primi a 200 metri di profondità e poi man mano fino a 5000 metri. La geotermia non è rinnovabile, perché nel tempo quanto consumato non si ripristina.
-La geotermia non è ecosostenibile e nuoce alla salute. Perché gli impianti utilizzanti la “tecnologia flash” (Amiata) emettono CO2, metano, mercurio, arsenico, boro, acido solfidrico, tallio, sostanze climalteranti che incidono sulla salute pubblica (malattie cardiovascolari, neurologiche, respiratorie, malformazioni, tumori). In Amiata il tasso di incidenza per i tumori nei maschi è il 13% in più rispetto alle zone limitrofe. Molti impianti hanno bisogno di filtri (AMIS) per il mercurio ed l’acido solfidrico (puzzo di uova marce), ma i filtri non risolvono il problema dell’inquinamento tanto che l’inquinamento da mercurio-provocato in Amiata dalle centrali geotermiche, via fiumi Paglia e Tevere, sta ormai invadendo il Centro Italia. Per non parlare del consumo delle falde acquifere, della subsidenza, delle scosse di terremoti indotti. Le aree dove impera la geotermia sono le aree più povere della popolazione (aree di crisi). Ed i binari salutati come il “toccasana” (in 10 anni non è stato autorizzato alcuno!) come Castel Giorgio e Poggio Montone (Piancastagnaio)non riescono a rimettere nelle formazioni di provenienza i gas incondensabili perché nel Centro Italia tali gas sono dell’ordine del 10% e non come nel resto di Europa dell’1%, oltre al fatto che tali impianti sono rumorosi, soggetti a terremoti, ecc.

Perché si vogliono fare? Perché vengono dati alle imprese grossi incentivi nonostante che la geotermia elettrica non è una fonte rinnovabile, né ecosostenibile. Finché intorno alla geotermia ruoteranno enormi interessi legati agli incentivi statali, nonostante le crepe mostrate, si continuerà imperterriti a sfruttare e devastare i territori.

Per cui crediamo necessaria una seria e profonda riflessione sull’energia geotermica in Italia e se non sia il caso di indirizzare gli incentivi al settore delle pompe di calore (come recita la Risoluzione Parlamentare del 2015, finora inapplicata, “a favorire lo sviluppo e la diffusione della geotermia a bassa entalpia, ossia ad impianti che sfruttano il calore a piccole profondità, per l’importante contributo che può dare alla riduzione del fabbisogno energetico del patrimonio edilizio italiano”) ed alla ricerca e sviluppo della cosiddetta “geotermia di terza generazione” (come gli scambiatori di pozzo (DBHE) e i generatori termoelettrici (TEG), come stanno facendo paesi all’avanguardia della tecnica come gli USA ed il Giappone, e annullare gli incentivi alle centrali geotermoelettriche ad alta e media entalpia. Più in generale siamo per le sviluppo del fotovoltaico (ma non sui terreni agricoli) e del mini-eolico (perché il grande eolico impatta sul paesaggio).

In ultimo sarebbe auspicabile lavorare per l’introduzione di una legislazione al passo con gli impegni di Parigi nella previsione che negli anni prossimi il settore della finanza dovrà affiancare i settori produttivi negli impegni a ridurre le emissioni. L’accordo di Parigi chiede di “rendere i flussi finanziari consistenti con il percorso di riduzione dei gas serra ed uno sviluppo resiliente ai cambiamenti climatici”. La trasparenza e la tracciabilità degli investimenti diventano prerequisiti necessari per il coinvolgimento del settore finanziario. Il primo passo è l’adozione di una legislazione per la trasparenza nella comunicazione dei dati degli investitori pubblici e privati in merito agli investimenti nei settori maggiormente esposti alle responsabilità di cambiamenti climatici.

Rete nazionale NoGESI

Amiata. Lettera dei cittadini di Saragiolo contro l’impianto geotermico di Poggio Montone

Riceviamo e pubblichiamo

 

Egregi Sig.ri/re,

Vorremmo iniziare questa lettera presentandoci. Siamo un gruppo di cittadini di Saragiolo che vivono nella zona interessata dalla costruzione della centrale geotermica di Sorgenia denominata Poggio Montone . Più precisamente, siamo un gruppo di persone preoccupate per il proprio territorio, il proprio futuro e soprattutto per quello dei propri figli. Cittadini amareggiati dalla scarsa presenza e interesse di politici che si ricordano solo in tempi pre- elettorali di fare promesse, ma che mai si presentano a vedere chi e dove le loro scelte prendono forma …. a volte una bruttissima forma. Vi chiederete perché. La risposta è semplicissima, la centrale di Sorgenia per il contesto ambientale in cui è prevista è una evidente violenza naturalistica e un disastro ambientale preannunciato.

A livello mondiale si parla di salvaguardia, di quanto non ancora compromesso e, politicamente ci si dice disponibili a invertire la devastante tendenza all’abuso cieco di ogni risorsa. Per questo motivo vi chiediamo di uscire da dietro alle vostre scrivanie e venire a verificare come e dove certi progetti dovrebbero realizzarsi, modificando irreversibilmente angoli bellissimi e preziosi del territorio, inibendone senza soluzione lo sviluppo turistico a tema ambientale. Solo per la zona della centrale è previsto infatti l’abbattimento di 5 ettari di bosco di cerro (espropriandola ai proprietari che ne fanno regolarmente uso per la produzione di legna da riscaldamento) per sostituirlo con una colata di cemento!! Sorgenia racconta una storia tranquillizzante di rispetto ambientale e di basso impatto … a noi, documenti tecnici alla mano, questo appare come un vero raggiro e una inutile violenza al territorio e ai suoi abitanti.

Il biotopo che esiste in questo comprensorio è ricco, vario, unico e, a suo modo diverso da quello reperibile in altri distretti a minore e maggiore altitudine della nostra bellissima montagna. Secondo le stagioni si possono osservare intere distese di orchidee, margherite e gladioli selvatici, ginepri, diverse varietà di funghi e molte specie di erbe montane.

Questa area è inoltre immediatamente confinate con la RISERVA NATURALE DEL PIGELLETO nella quale sono censite piante rare e protette oltre ad una ricca fauna tra cui anche piccoli animali come la “Salamandra tergiditata” ormai rarissima. Il delicato equilibrio verrà sicuramente alterato e turbato dagli importanti interventi sul territorio in fase di costruzione oltre che dalla innegabile influenza legata all’inquinamento acustico, termico e luminoso che si produrrà con la centrale in funzione.
Per quanto riguarda inoltre l’approvvigionamento idrico che verrà prelevato dal torrente Senna, sappiamo bene che la portata del suddetto è strettamente legata alla stagionalità e il 20% del valore di portata che avete richiesto non sarà sufficiente a preservare l’habitat di numerose piccole specie di pesci, insetti e anfibi ed anche gamberi di fiume (grazie alla ossigenazione e pulizia delle acque) specie ormai in estinzione. Tale utilizzo d’acqua andrà sicuramente a compromettere un equilibrio già fortemente incrinato dalla variazione climatica che ha ridotto fortemente la quantità e la regolarità delle precipitazioni. A questo sicuramente si aggiungerà la modifica dell’habitat circostante per rendere la zona adatta ai prelievi, con la costruzione di pompe e possibili invasi per assicurarsi il rifornimento continuo dell’acqua da questo piccolo e prezioso torrente che garantisce anche l’irrigazione di orti nel sottostante abitato delle Capannacce. Abbiamo anche visto che non sono esclusi rischi di contaminazione della falda con il fluido geotermico e l’inibitore di incrostazioni che verranno usati per le perforazioni. Sorgenia assicura che sono sotto le soglie di tossicità ma, chi da anni ha avuto occasione di vederne gli effetti su questo territorio già sufficientemente sfruttato da questi insediamenti, sa che non è assolutamente così.

Già dal 2017 numerosi Comuni della Toscana hanno dato vita ad un progetto denominato “Vettamare” e identificando percorsi e sentieri hanno disegnato itinerari naturalistici per collegare l’Amiata al Tirreno così da promuovere un turismo escursionistico ( a piedi, bici o cavallo ) di collegamento tra costa ed entroterra.
Proprio in riferimento a questo tipo di turismo, la centrale di Sorgenia, verrà a chiudere ogni passaggio proprio nella vallata in cui si snoda l’unica possibilità di accesso fuori da insediamenti industriali o geotermici già esistenti. In tal modo il cono dell’Amiata verrà tagliato definitivamente fuori da questo importante sviluppo di turismo in espansione, come è già successo per il ramo della Francigena che saliva storicamente fino ad Abbadia e che non vede ad oggi nessun significativo utilizzo.

Il traffico pesante che sempre accompagna la costruzione di centrali andrà inoltre a peggiorare gravemente le condizioni assolutamente precarie della strada provinciale che attraversa l’abitato di Saragiolo già strutturalmente inadeguata al tipo e al numero di mezzi oggi in circolazione. Verrà inoltre sottratta all’attuale uso di passeggiata, la strada sterrata che partendo dal paese e seguendo il crinale porta all’area interessata all’installazione.

Noi non crediamo alla grossa bugia che viene narrata per giustificare l’iniziativa sulla realizzazione di nuovi posti di lavoro. Per diretta ammissione di tecnici di Sorgenia, intervenuti in assemblee pubbliche, la centrale sarà quasi totalmente automatizzata e quindi necessiterà solo di qualche tecnico e forse di un guardiano. Per contro saranno penalizzate tutte le attività direttamente o indirettamente legate al turismo ambientale così da ridurre anziché incrementare l’occupazione.

Ci sono persone che hanno investito soldi e fatica per costruire qualcosa creando attività per se stessi e per le persone del territorio senza calcolare il possibile indotto su altre attività e proprio a queste si toglie ogni possibilità di sviluppo e certificazione di qualità. Vorremmo inserire la testimonianza della proprietaria di un agriturismo situato nella zona di Santa Fiora e come avrete modo di capire dalle sue parole la costruzione di una centrale potrebbe vanificare tutti i progetti che si sono proposti per il futuro: “La nostra struttura agrituristica è nata con immensi sacrifici della nostra famiglia per offrire alla comunità un punto di riferimento nel settore turistico. La costruzione di un impianto a così breve distanza, ci penalizzerebbe e potrebbe mettere a repentaglio ogni sacrificio fatto, inoltre crediamo nel turismo come risorsa fondamentale per il territorio, come leva di rinascita e di salvaguardia dell’ambiente nel quale ci troviamo. Per questo siamo convinti che una nuova centrale, in prossimità di ambienti a vocazione turistica sia una contraddizione in termini “.

Per voi la dicitura “vincolo paesaggistico” vale solo per le ristrutturazioni di abitazioni che molte volte comportano l’attesa di mesi e mesi per avere le autorizzazioni e a volte anche rifiuti solo per cambiare una persiana o un tegolino? Per noi vincolo paesaggistico vuol dire non distruggere e deturpare un paesaggio naturale che rappresenta questo territorio e una speranza di futuro.

Avete davvero creduto alla barzelletta sulla riqualificazione dell’ecosistema? In un articolo di un quotidiano Sorgenia afferma che c’è una massiccia presenza di specie aliene, per noi l’unica razza aliena che in questo momento disturba il territorio è come sempre l’uomo che non rispetta!! Avete inoltre creduto al possibile ripristino ambientale in caso questa centrale “sperimentale “ per loro stessa ammissione non dovesse dare le risposte attese dal punto di vista dei risultati energetici, già discutibili nelle più rosee previsioni produttive? Nella stessa zona peraltro, circa 50 anni fa furono realizzati da Enel almeno 3 punti di perforazione a scopo di valutazione e subito abbandonati per insufficiente potenza rilevata ….

Abbiamo solo elencato alcuni dei punti per noi importanti, ma assai più numerose e dettagliate sono le nostre ragioni e motivazioni per osteggiare questa inutile e dannosa opera.

Ribadiamo quindi con forza il nostro invito a venire in questo angolo importantissimo per la regione Toscana perchè l’ossigeno e l’acqua qui prodotti servono a tutti. Venite a fare una bella passeggiata per vedere di persona il luogo dove il prossimo “ecomostro” verrà costruito.

Acquapendente, 9 novembre 2019. 6° Meeting della Rete nazionale NoGESI

6° Meeting Rete Nazionale NoGESI
Acquapendente, Sabato 9 Novembre 2019

presso la Biblioteca Comunale, Via Cantorrivo 13, accanto Cinema Olympia
dalle ore 10:00 alle 13:30 (al termine, pranzo al Ristorante “Poder Riccio”) (*)

Scarica la locandina

 

ORDINE DEL GIORNO

● Velio Arezzini: portavoce Rete Nazionale NOGESI: la battaglia per riconoscere la fonte geotermica come nemica del “green new deal”;
● Vittorio Fagioli: Analisi storica della attività della Rete Nazionale NOGESI dalla fondazione: aspetti positivi e nuove necessità;
● Dibattito generale;
● Decisioni operative. 

“Per l’importanza degli argomenti da decidere si raccomanda
la massima partecipazione delle situazioni di lotta”

Ingresso con offerta libera e consapevole

(*) E’ necessario prenotarsi; il prezzo è di 18,00 euro a persona. Si pregano gli interessati a prenotare alla mail: vittorio.fagioli@gmail.com o al telefono 0763/217309 entro mercoledì 6.11.2019.