Archivio mensile:Luglio 2019

1 agosto 2019. Consiglio regionale Toscana a Larderello. Lettera aperta di Sos Geotermia

Lettera aperta

Al Presidente ed ai Consiglieri del Consiglio Regionale della Toscana

Abbiamo appreso che giovedì 1° Agosto 2019 alle ore 10,00 si terrà a Larderello una seduta straordinaria del Consiglio Regionale della Toscana sul tema della geotermia e per formulare la richiesta al Governo di ripristinare, nel Decreto sulle rinnovabili FER2 di prossima approvazione, gli incentivi alla geotermia che erano stati eliminati dal Decreto FER1.

Non conosciamo il testo della risoluzione che sarà sottoposta alla discussione ed eventuale approvazione nella seduta dello stesso Consiglio Regionale, ma vogliamo sottoporre alla Vostra attenzione e riflessione, affinché ne teniate conto ed in debita considerazione nella elaborazione del testo da approvare, le problematiche di inquinamento ambientale che le centrali geotermoelettriche flash dell’ENEL creano nel nostro territorio.

A tale scopo Vi inviamo in allegato copia del “DOSSIER GEOTERMIA AMIATA” in cui sono contenuti dati e documenti riguardanti le emissioni inquinanti di tali centrali e le problematiche ambientali che esse creano nell’aria, nel suolo, nelle acque, nel territorio dell’Amiata, al suo ecosistema ed al suo grande patrimonio ambientale e boschivo, alla sua flora e fauna ed ai conseguenti gravi rischi per la salute dei cittadini.

Finanziare con i fondi delle rinnovabili e delle “energie pulite” simili centrali e richiedere che tali finanziamenti siano confermati anche nella nuova direttiva FER2, sarebbe, da parte Vostra, grave ed incomprensibile oltre che politicamente assurdo.

Le centrali geotermoelettriche ENEL, inquinanti e speculative, come anche quelle a ciclo binario, che presentano problematiche ambientali significative, non vanno finanziate con i fondi delle rinnovabili.

Occorre invece richiedere che la nuova direttiva FER e le politiche governative in campo energetico puntino a sostenere, tramite relativi incentivi, una seria politica per il risparmio energetico, sostenendo progetti a tal fine, sia per soggetti privati che per strutture pubbliche (edifici pubblici, scuole, impianti sportivi etc.), il sostegno a progetti di efficienza energetica in edilizia, il sostegno alle vere energie rinnovabili (solare, mini-eolico etc.) ed all’uso della geotermia a bassa entalpia, all’uso del calore geotermico, alle pompe di calore per progetti a sostegno delle attività economiche, industriali, artigianali, agricole, turistiche ed idrotermali.

Per quanto concerne l’uso della geotermia per fini elettrici, occorre sostenere la ricerca per la messa in produzione, per la relativa centrale, di scambiatori di calore in pozzo geotermico profondo (DHE), con una nuova tecnologia che risolverebbe appieno, senza nessuna emissione, le criticità ambientali oggi presenti con le centrali flash ed a ciclo binario.

E’ in questa direzione che la Regione Toscana dovrebbe muoversi con il sostegno tecnico di università, geologi, professori e società esperte in materia, a sostegno dei Comuni e degli imprenditori, artigiani, agricoltori, operatori turistici interessati.

Non basta quindi dire che gli incentivi vanno ripristinati anche per le centrali inquinanti con il solo fatto che verrebbero utilizzate “le migliori tecnologie”, poiché le grandi emissioni inquinanti ed i fattori di degrado ambientale che oggi producono le centrali ENEL in Amiata (riportate nell’allegato dossier), avvengono, a detta dello stesso ENEL, con l’uso delle “migliori tecnologie a livello mondiale” nel campo dello sfruttamento geotermico.

Un’altra politica energetica regionale è possibile.
Occorre la volontà politica di farla e non proseguire su quella attuale di svendita dei territori alle scelte dell’ENEL e delle varie società che hanno il solo scopo di realizzare impianti con l’unico obbiettivo di attingere ai finanziamenti per le rinnovabili, per poi dare ai Comuni geotermici delle “compensazioni ambientali”, come dire “ti inquino ma ti pago”.

Noi dell’Amiata non vogliamo più soldi: vogliamo un ambiente più sano, più rispettoso per la nostra montagna, per il nostro territorio, per il suo importante ecosistema e per i suoi cittadini che vi abitano.

S.O.S. Geotermia Amiata – aderente alla Rete Nazionale NoGESI

I sindaci di Bolsena e Castel Giorgio scrivono al Governo e alle Regioni Lazio e Umbria contro l’impianto di Castel Giorgio

Di seguito riportiamo la lettera scritta il 29 luglio dal sindaco di Bolsena e quello di Castel Giorgio al Governo e alle regioni Lazio e Umbria in merito all’impianto di progetto di Castel Giorgio.

AGGIORNAMENTO:
Valanga di prese di posizione a sostegno dei sindaci di Castel Giorgio e Bolsena che riportiamo in fondo.

 


Al Presidente del Consiglio On.le Giuseppe Conte
Al Vicepresidente del Consiglio e Ministro dello Sviluppo Economico On.le Luigi Di Maio
Al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, On.le Sergio Costa
All’On.le Salvatore Micillo, Sottosegretario di Stato all’Ambiente
All’On.le Vannia Gava, Sottosegretario di Stato all’Ambiente
All’On.le Davide Crippa, Sottosegretario di Stato al Ministero dello Sviluppo Economico
Al Presidente della Regione Umbria on.le Fabio Paparelli
Al Presidente della Regione Lazio On.le Luca Zingaretti
Al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, al sig. Capo di Gabinetto Prof Avv. Pier Luigi Petrillo, Al dott Tullio Berlenghi Capo Segreteria Tecnica del Ministro dell’Ambiente
Alla Presidenza del Consiglio, Segretario generale Pres. Roberto Chieppa
AlCapo Dipartimento per il Coordinamento Amministrativo, Cons. Paola Paduano
Al Ministero dello Sviluppo Economico Capo di GabinettoAvv. Vito Cozzoli, Vice Capo di Gabinetto Dott.ssa Elena Lorenzini,
Alla Direzione Regionale Lazio Politiche Ambientali e Ciclo dei Rifiuti Ing. Flaminia Tosini
Al Consigliere della Regione Lazio Dott. Enrico Panunzi
Al Consigliere della Regione Lazio Dott.ssa Silvia Blasi

Oggetto: autorizzazione dell’impianto geotermico pilota di Castel Giorgio all’o.d.g. del Consiglio dei Ministri del 31 Luglio 2019

Egregi Destinatari,
lo scrivente Sindaco del Comune di Bolsena, Paolo Dottarelli esprime a nome del Comune di Bolsena, parere contrario all’autorizzazione dell’impianto in oggetto per i seguenti motivi:

1. L’impianto, se approvato, preleverà per almeno 25 anni 1000 tonnellate all’ora di fluido geotermico ad alta temperatura dalla roccia carbonatica sotto il bacino del Tevere in Umbria e li scaricherà raffreddati sotto la falda acquifera del Comune di Bolsena nel Lazio. È uno scarico abusivo in quanto non autorizzato né dal comune di Bolsena né dalla Regione Lazio.

2. Il deflusso di tali ingenti quantitativi di reflui geotermici, essendo ostacolato orizzontalmente dalle innumerevoli faglie ivi presenti, non tornerebbero per vie ipogee in Umbria da dove sono stati estratti, ma rimarrebbero in modo permanente nel Lazio dove sono stati reiniettati. L’ingente loro accumulo causerebbe nel tempo scompensi pressori e termici con conseguente aumento del rischio sismico.

3. Una parte dei reflui geotermici potrebbe risalire attraverso le faglie, le quali, oltre che costituire un ostacolo ai deflussi in senso orizzontale, costituiscono una via preferenziale in senso verticale. I reflui potrebbero risalire verso la falda acquifera dalla quale viene prelevata l’acqua per uso potabile ed irrigua, contaminandola con sostanze cancerogene, notoriamente presenti ad elevata concentrazione nei fluidi di geotermici. Ciò comporta un inaccettabile rischio sanitario. La relazione tecnica allegata, redatta dalla Direzione regionale del Lazio per le politiche ambientali, a firma della Dirigente Ing. Flaminia Tosini, conferma quanto sopra concludendo che non sono da escludere impatti negativi derivanti dalla realizzazione del progetto sulle zone di prelievo dell’acqua potabile all’interno del bacino del lago di Bolsena.

4. L’impianto è stato autorizzato sulla base di una criticata valutazione di impatto ambientale effettuata nel 2014 dalla Commissione VIA del MISE. I Governi cambiano, ma i funzionari rimangono per cui è possibile che il governo attuale sia influenzato e decida sulla base di pareri elaborati nel corso di precedenti governi. L’allora Presidente della Commissione di VIA, ancora in carica, è l’Ing. Guido Monteforte Specchi, che è stato consulente privato della Società privata proponente il progetto, ciò mentre svolgeva le funzioni di Presidente della Commissione di VIA. Infatti ritenne opportuno uscire dalla riunione plenaria al momento dell’approvazione da parte dei Membri della Commissione, essendovi un palese un conflitto di interessi. Il Presidente ha ovviamente riconfermato nel 2019 il parere favorevole della Commissione VIA facendo riferimento al precedente parere del 2014, formulato quando vigeva un precedente governo.

5. L’impianto ha una incidenza sul SIC/ZSP lago di Bolsena. Salvo errori non ci risulta sia stata fatta una Valutazione di Incidenza Ambientale (VINCA), obbligatoria per i Siti tutelati da Natura 2000.

Tale disastro ambientale ha la finalità di produrre miseri 5 MW di energia elettrica elargendo lauti incentivi ad una impresa privata. Nella qualità di responsabile della salute pubblica e della tutela dell’ambiente, chiedo al Consiglio dei Ministri di respingere il progetto geotermico in oggetto per i motivi sopra elencati e per il criterio di precauzione.

Paolo Dottarelli, Sindaco di Bolsena

si allega relazione della Direzione delle Politiche Ambientali del Lazio


Castel Giorgio, 29/07/2019

Oggetto: Progetto geotermico di Castel Giorgio. Protesta e indignazione per l’inaccettabilità dei pareri tecnici forniti recentemente dalla Commissione Via per evitare approfondimenti sul progetto.

Gentili Signori,
è dovere di questa Amministrazione Comunale, a salvaguardia del territorio e della salute della cittadinanza, denunciare che i pareri tecnici recentemente forniti dalla Commissione Via in relazione all’impianto in oggetto, n.3025 del 31 maggio 2019 e n.3062 del 5 luglio 2019, sono inaccettabili e fuorvianti, in quanto tali da indurre le SS.VV. a prendere decisioni basate su dati incompleti.

Il grave problema è che sulla base di questi pareri potrebbe essere autorizzato dal Consiglio dei Ministri un impianto pericoloso per la salute della popolazione, per la salubrità delle acque e dell’aria del nostro Comune e dei comuni di una vasta area, oltre ai seri rischi di avvelenamento
del Lago di Bolsena, come evidenziati da una allarmata presa di posizione ufficiale della Regione Lazio (allegato A).
I pareri cui si fa riferimento sono stati espressi dalla Commissione VIA su richiesta della Presidenza del Consiglio, Dipartimento Coordinamento Amministrativo, allo scopo di fornire elementi utili ai fini del procedimento di rimessione ex articolo 14 quater della legge 241/1990. Richiesta effettuata per comprendere se gli elementi di novità portati alla Presidenza del Consiglio da varie parti in causa fossero tali da comportare la necessità di una nuova valutazione ambientale del progetto “Castel Giorgio”. Il Gabinetto del Ministro del MATTM, dopo consultazioni con il MISE, ha quindi dato indicazioni alla Direzione VIA perché la Commissione “in via preliminare ad ogni formale richiesta di riesame della valutazione di impatto ambientale dell’impianto di Castel Giorgio, si esprima in merito alla possibilità che gli eventi sismici verificatisi nell’estate-autunno 2016 in Italia Centrale, costituiscano elementi di novità tali da imporre una nuova valutazione”
La Commissione VIA ha quindi due volte – nel maggio e nel luglio 2019 – confermato il parere positivo n.1641 del 31.10.2014, emanato con decreto VIA positivo n 59 del 3.4.2015,
ed ha per questo motivo ribadito che nel parere n.1641, per argomentare la non pericolosità dell’impianto, si affermava che a Castel Giorgio c’è “una sismicità locale” con “magnitudo raramente superiore ai 3.5”. E “a conferma di questo quadro” veniva fornita una tabella che riportava i sismi verificatisi a Castel Giorgio “nel periodo marzo 1985 – giugno 2014” … “440 eventi di magnitudo compresa tra 0,8 e 3,4”.
Il parere n.3025 del maggio 2019 proseguiva poi in relazione agli eventi sismici del 2016, riferendosi a quelli avvenuti in modo distruttivo a partire dall’agosto nell’Italia centrale, affermando che quegli eventi non hanno avuto alcun effetto sulla sismicità naturale di Castel Giorgio.
Conclude quindi affermando che “non esistono pertanto ragioni che rendono necessaria una nuova valutazione ambientale del progetto”.
Questa risposta è veramente inaccettabile, così come lo era il parere 1641 del 2014, in quanto chiaramente ascientifici e capziosi, poiché omettono i fatti nascondendo la realtà.
Due eventi sismici molto importanti – i più importanti – vengono infatti del tutto taciuti – da questi pareri:
Dal parere n.1641, che produsse la valutazione VIA positiva per l’impianto, viene sorprendentemente escluso il grave terremoto del 6 dicembre 1957 di magnitudo 4,9, tale che – come riportano gli atti parlamentari della Camera dei Deputati del 16 dicembre 1957, ripresi da un parere negativo all’impianto dato dalla provincia di Viterbo – “500 case su 600 di Castel Giorgio furono seriamente lesionate e per settimane tutta la popolazione rimase attendata per il prolungarsi del pericoloso sciame sismico… Inoltre le acque divennero imbevibili per un lungo periodo”.
Nel parere n.3025, nel rispondere alla recente richiesta del Governo che chiede di valutare elementi di novità, questi importanti elementi – capaci di modificare il quadro rassicurante precedente – vengono

ingiustificatamente omessi. Nuovamente si esclude il terremoto del 1957 riportando dati a partire dal 1985. Si aggiunge una gravissima ulteriore omissione: non si fa alcuna menzione di un fatto nuovo rilevante, successivo alla VIA del 2014: il terremoto del 31 maggio 2016 di magnitudo 4.1, che si è
verificato proprio all’interno del campo geotermico di previsto sfruttamento da parte del proposto impianto in corrispondenza del punto di remissione dei fluidi geotermici. L’evento sismico generato ha creato gravi danni agli edifici, ancora oggi inagibili.
Le relazioni in nostro possesso di autorevolissimi professionisti hanno stabilito che quell’impianto produrrebbe comunque artificialmente sismi continui, suscettibili anche di innescare terremoti più importanti e distruttivi.
Ci domandiamo perché nello studio effettuato dalla Commissione siano stati tralasciati eventi così importanti preferendo deviare l’attenzione facendo riferimento solo ai più noti eventi sismici dell’Italia centrale a partire dall’agosto 2016, che nulla avevano a che vedere con Castel Giorgio, tacendo nel contempo sull’evento del 31 maggio 2016 con epicentro proprio nel campo geotermico del nostro comune.
Avendo ripresentato una tabella sismica dal 1985 al 2014 come base, ed evitando di citare i fenomeni sismici più importanti avvenuti poco prima e poco dopo, la commissione VIA ha capziosamente concluso che a Castel Giorgio l’attività sismica è praticamente irrilevante.
E’ evidente che si tratta di una voluta omissione dei dati tale da indurre in errore gli organi di governo che avevano chiesto chiarimenti in relazione alla realizzazione dell’impianto.
Tale manipolazione si riflette poi nell’altrettanta sorprendente risposta conclusiva data di conseguenza dalla Direzione Generale per le Valutazioni e le Autorizzazioni Ambientali del MATTM il 17 giugno 2019, nella quale si afferma che gli eventi sismici che hanno colpito le aree interessate al progetto:
“sono simili a quelli che si sono verificati in passato in quelle aree; non costituiscono pertanto un elemento di novità”.
Il che è vero solo se tali dati vengono taciuti, come è avvenuto per il gravissimo terremoto del 1957 e per quello del 31 maggio 2016 e inoltre lo stesso documento della Direzione Via afferma:
“… questi eventi…. Per la loro distanza sono poco avvertiti dalla popolazione di Castel Giorgio…”.
Il che è vero certamente per i sismi lontani, ma non per quelli vicini ed in particolare per i due omessi dalla Commissione del 1957 e del maggio del 2016, che hanno avuto gravi e documentati effetti sulla popolazione, incredibilmente non menzionati né dalla Commissione né dalla Direzione VIA.
Questo significa travisare la realtà in modo evidente, nascondendo fatti molto rilevanti. Non c’è stata nessuna tranquillità sismica, anzi il contrario – come riportato in precedenza – grazie ad un terremoto verificatosi il 31 maggio 2016, per nulla tranquillo per la popolazione e per i suoi beni, verificatosi proprio all’interno del campo geotermico di previsto sfruttamento. Queste sono
omissioni molto gravi e pericolose, di fronte alle quali questa amministrazione non può tacere.

Non c’è da sorprendersi, visti i precedenti di questa commissione VIA, infarcita di denunce penali e di conflitti di interesse, della quale da tempo il Governo ha annunciato la sostituzione, ma alla quale continua incredibilmente a chiedere pareri e come se le procedure burocratiche
dovessero comunque ciecamente prevalere, anche nei loro aspetti più perversi, su una sana e corretta gestione politica a salvaguardia della cittadinanza e del territorio.
Il precedente parere VIA favorevole n. 1641 del 31.10. 2014 presentava una serie enorme di criticità, inducendo questa Amministrazione comunale di Castel Giorgio, unitamente a quelle di Acquapendente, Allerona, Bolsena, Grotte di Castro, Montefiascone, Castel Viscardo, Orvieto ed alla Provincia di Viterbo ad impugnare di fronte al Tar del Lazio il provvedimento con il quale il MATTM ha rilasciato giudizio positivo di compatibilità ambientale (decreto MATTM n.59 del 3.4.2015).
In particolare, come si può ancora dare credibilità ad una commissione VIA il cui Presidente di allora ed attuale, Ing. Guido Monteforte Specchi, è stato consulente privato della Società ITW&LKW proponente il progetto, anche mentre svolgeva le funzioni di Presidente della Commissione VIA. (vedasi nell’Allegato C i documenti che comprovano questa ufficiale attività di consulenza del Monteforte Specchi nei rapporti tra ITW&LKW e regione Umbria in relazione al progetto, e che suscitò una viva e indignata reazione della stessa Regione Umbria.)
Non occorre sottolineare che l’Ing. Monteforte Specchi, è stato in tutti questi anni, ed è tuttora in una posizione di indubbia influenza sulla Commissione VIA in quanto suo Presidente. Nel maggio 2019 risulta assente al primo parere tecnico n. 3025, ma presente e favorevole al secondo parere n.3062 del 5 luglio 2019.
Tutto ciò pone in grave ed inaccettabile rischio la sicurezza dei cittadini e dei loro beni in una vasta area.
Oltre questo scandaloso e manipolatorio comportamento della Commissione Via, in relazione al quale ricorreremo in tutte le sedi, va anche segnalato che non si capisce perché, proprio appoggiandosi sulle dubbie valutazioni di una commissione VIA infarcita di denunce penali e di conflitti di interesse, si voglia a tutti i costi procedere ad autorizzare un impianto al quale si oppongono con fondatissimi argomenti politici, economici, sociali e scientifici, tutti i comuni di una vasta zona, la Regione Umbria e la Regione Lazio con ufficiali pareri degli organi tecnici della Regione che paventano un serissimo rischio di inquinamento del lago di Bolsena.
Alla commissione VIA è stato chiesto un parere in relazione ai nuovi fatti sismici, ed è stata fornita una risposta capziosa e deviante, ma doveva essere chiesto anche un parere in relazione ad altri rilevanti fatti nuovi emersi in questi anni e portati a conoscenza del Dipartimento DICA della Presidenza del Consiglio: come l’allarmata recente relazione tecnica della Regione Lazio sul possibile avvelenamento del lago di Bolsena, e la recente scoperta che i pozzi dell’impianto previsto finiscono per perforare in zone soggette a vincolo paesaggistico. (Si veda all’allegato D una sintesi degli elementi importanti – e non riportati all’attenzione della Commissione VIA – dei quali tenere debito conto).
Una nuova e diversa commissione, indipendente, estranea a collaborazioni e cointeressenze con la società proponente, potrebbe certamente rendersi conto della realtà dei fatti, da anni travisata da questa commissione VIA a danno dei nostri cittadini.

Il vero problema che questa Amministrazione ha il dovere di sollevare è che non stiamo parlando solamente di pratiche burocratiche da accelerare o meno: qui è in gioco la salute dei cittadini, la sicurezza dei loro beni e delle loro attività economiche, l’integrità di un territorio, della sua terra,
delle sue acque e della sua aria. Della quale questa Amministrazione, ma anche questo Governo nazionale sono responsabili. Non è possibile accettare con leggerezza e superficialità pareri che forniscono pericolose conclusioni false basate su dati manipolati. Come Comune di Castel Giorgio non possiamo accettare questo modo di fare privo di etica, di dirittura morale e di qualsiasi rispetto per la salvaguardia delle popolazioni, solamente favorevole agli interessi di una inesperta e improvvisata società privata che non ha mai realizzato nemmeno un impianto di alcun tipo.
Questi pareri sono una ulteriore, evidente conferma della totale mancanza di credibilità e di affidabilità di questa Commissione VIA. Noi non accetteremo alcuna deliberazione che coinvolga i nostri cittadini e che si basi sul lavoro manipolatorio di questa Commissione. Ci aspettiamo che questo Governo nazionale risponda con rettitudine e senso di verità e giustizia.
Chiediamo pertanto, a salvaguardia della cittadinanza, di respingere il progetto, tenendo conto della non intesa della Regione Umbria, dei pareri contrari della Regione Lazio e delle amministrazioni della zona, o comunque di sospendere ogni procedimento attuale, in quanto fondato sulle valutazioni capziose della attuale Commissione VIA, e di procedere in tal caso ad una nuova Valutazione di Impatto Ambientale da affidare ovviamente ad una nuova Commissione priva delle pesanti criticità di quella attuale.
Certo della Vostra attenzione sull’argomento, comunico che i nostri legali sono stati attivati per intraprendere azioni nei confronti degli uffici e funzionari preposti alle valutazioni del progetto geotermico denominato “Geotermia Castel Giorgio.”

Porgo distinti saluti.

Il Sindaco, Andrea Garbini


AGGIORNAMENTO

Angelo Ghinassi Sindaco di Acquapendente

Mercoledì 31 luglio è all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri l’autorizzazione dell’impianto geotermico pilota di Castel Giorgio. Crediamo, unitamente agli altri Comuni del territorio, che questa autorizzazione debba essere negata, così come si è espresso il precedente Governo in merito all’autorizzazione dell’impianto previsto sul nostro territorio comunale.
Da anni stiamo combattendo, insieme agli altri Sindaci e con una larga mobilitazione di cittadini, per impedire la realizzazione di questo tipo di impianti, che presentano alti rischi per l’ambiente e per la sicurezza di fronte a vantaggi economici inconsistenti per le nostre comunità.
In questo momento non può mancare la nostra convinta adesione alla protesta e comunque vada rimarrà attivo il nostro impegno per scongiurare qualsiasi scempio del nostro bel territorio.

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Pietro Bruni per l’Associazione Lago di Bolsena:

All’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio dei Ministri, mercoledì 31 luglio, è prevista l’approvazione del progetto dell’impianto pilota geotermico di Castel Giorgio, proposto dall’ITW-LKW Geotermia Italia.
Tutti i comuni del territorio, nell’Umbria e nel Lazio, ed anche la Regione Umbria hanno espresso la loro motivata contrarietà alla realizzazione della centrale. I comuni laziali hanno chiesto che anche il Presidente Zingaretti si esprima nello stesso senso.
L’impianto di Castel Giorgio aveva ottenuto il parere positivo del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) e del Ministero dei beni e delle attività culturali (MIBAC). Pare che adesso non possano far altro che confermare il parere espresso precedentemente da questi stessi ministeri, sulla base delle valutazioni verbalizzate nella conferenza dei servizi dell’8 settembre 2015.
Queste valutazioni positive sono state formulate da una Commissione VIA presieduta da Guido Monteforte Specchi, che (in evidente conflitto d’interesse) era contemporaneamente consulente privato della Società ITW-LKW proponente il progetto. Secondo il parere della commissione, la realizzazione e l’esercizio della centrale non avrebbero presentati pericoli per il territorio.
L’esito positivo della Valutazione d’Incidenza Ambientale poggia essenzialmente su due presupposti formulati dalla ditta proponente:
· che la copertura dal serbatoio che contiene il fluido geotermico e impermeabile;
· che il fluido geotermico può circolare liberamente all’interno del suo serbatoio.
Questi presupposti sono però stati confutati in una pubblicazione scientifica di Vignaroli et. al. (scarica qui), di cui gli “esperti” della commissione VIA (un astrofisico, un geologo specializzato in ghiacciai alpini e un avvocato) e la ditta proponente erano al corrente. Il permesso per la realizzazione dell’impianto di Castel Giorgio si basa quindi su un errore scientifico – incompetenza, svista, errore, falso?
Tenendo conto della realtà e quindi della conformazione specifica del sottosuolo fortemente fratturato nel comprensorio del Lago di Bolsena, è stato dimostrato che l’impianto presenta diversi possibili pericoli per la popolazione e l’ambiente. In particolare:
· il pericolo di depauperamento dell’acquifero superficiale nella zona di prelievo del fluido geotermico, a causa della presenza di numerose faglie;
· il pericolo della risalita del fluido geotermico verso la falda acquifera superficiale nella zona di reiniezione, inquinandola con arsenico e altre sostanze cancerogene;
· il pericolo del trasferimento permanente di fluido geotermico dalla zona di produzione a quella di reiniezione, a causa della formazione di “compartimenti” nella roccia del serbatoio dovuta alle faglie, che ostacolano i flussi orizzontali;
· l’aumento del rischio sismico dovuto agli squilibri di pressione e di temperatura nelle zone di produzione e di reiniezione, tenendo conto anche della presenza di faglie attive nella zona (evidenziata dal terremoto del 2016 e da altri eventi sismici che si verificano numerosi in questa zona).
Nella consapevolezza dei pericoli imminenti per la popolazione, tutto il territorio ha espresso una decisa opposizione all’impianto. Però, la verità scientifica e il No unito e motivato di tutto il territorio non valgono niente contro la lobby dell’industria geotermica.
In una lettera al Consiglio dei Ministri, il Sindaco del Comune di Bolsena, Paolo Dottarelli, ha espresso, a nome del Comune di Bolsena, parere contrario all’autorizzazione dell’impianto in oggetto perché questo costituisce “un inaccettabile rischio sanitario” in quanto può contaminare “la falda acquifera dalla quale viene estratta l’acqua per uso potabile ed irrigua” con “sostanze cancerogene, notoriamente presenti ad elevata concentrazione nei fluidi di geotermici.” Chiede pertanto “di respingere il progetto geotermico in oggetto”.
Anche il Sindaco di Castel Giorgio si è rivolto al Consiglio dei Ministri costatando che è suo dovere, “a salvaguardia del territorio e della salute della cittadinanza, denunciare che i pareri tecnici recentemente (il 31 maggio e il 5 luglio 2019) forniti dalla Commissione Via, sono inaccettabili e fuorvianti, in quanto tali da indurre le SS.VV. a prendere decisioni basate su dati incompleti”.
Suddetti pareri della Commissione che, sempre presieduta dall’Ing. Monteforte Specchi, si doveva esprimere in merito all’importanza degli eventi sismici nella zona di Castel Giorgio, affermano che c’è una sismicità locale moderata, fornendo una tabella di sismi locali di magnitudo tra 0,8 e 3,4, tra il 1985 e il 2014.
Si escludono dalla tabella (per motivi non specificati) due recenti terremoti che hanno causato gravi danni a Castel Giorgio: quello del 6 dicembre 1957 di magnitudo 4,9, e quello del 31 maggio 2016 di magnitudo 4,1.
Quest’è un’omissione voluta, che può avere conseguenze gravi.
Pochi giorni fa, nella sua consueta superficialità e ignoranza, il rappresentante dell’ITW-LKW Italia, Diego Righini, interpreta la massiccia adesione di enti e associazioni al Contratto del Lago di Bolsena, Fiume Marta e Costa antistante Tarquinia come una manifestazione del territorio in sostegno della geotermia parlando addirittura di “benedizione” da parte dei firmatari.
Questa affermazione fuorviante è stata duramente respinta con richiesta di rettifica, da Luciano Dottarelli, Presidente del Club per l’UNESCO Viterbo Tuscia.
È vero: il Contratto del Lago è un forte SÌ, ma all’uso ecosostenibile del territorio, alla tutela del Lago, alla protezione dell’ambiente, alla salvaguardia dei cittadini, al biodistretto del Lago di Bolsena. È un chiaro NO allo sfruttamento industriale delle nostre terre, un NO alla geotermia, un NO alla coltura intensiva della nocciola (anche se qualcuno non l’ha ancora capito).
Qui l’originale

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Francesco Di Biagi sindaco di Latera e Stefano Bigiotti sindaco di Valentano

Come già evidenziato dal collega sindaco di Bolsena, Paolo Dottorelli, nei prossimi giorni il governo italiano deciderà se autorizzare o meno l’impianto geotermico pilota di Castel Giorgio (Tr).
Un’eventuale autorizzazione, non solo non terrebbe conto del parere negativo di due regioni (Lazio ed Umbria), ma non prenderebbe in considerazione nemmeno la volontà degli amministratori locali, i quali hanno il maggior contatto con il territorio, più volte pubblicamente espressa, di voler puntare sul turismo e sull’ambiente.
Il lago di Bolsena, che vedrebbe interessato il proprio bacino da questo impianto, insieme alle sue isole individua alcune delle aree naturali protette e che tutti noi amministratori abbiamo l’obbligo di tutelare e preservare. Inaccettabile anche solo che si prenda in considerazione l’eventuale trasformaziome di un’area a vocazione evidentemente naturalistica a produttiva.
Proprio la Tuscia, per la sua caratterizzazione prevalentemente agricola, poco si presta inoltre a questa fonte di energia detta “rinnovabile”. Ci auguriamo che le voci di chi vive la Tuscia e il lago vengano ascoltate con la dovuta attenzione e che si individui un serio percorso di tutela e valorizzazione di quanto di bello abbiamo da custodire.

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Massimo Paolini Sindaco di Montefiascone e Antonio De Rossi Sindaco di Capodimonte

Noi sindaci di Montefiascone e Capodimonte, Massimo Paolini e Antonio De Rossi, ci affianchiamo al sindaco di Bolsena nel suo appello al governo perché non compia il clamoroso errore di autorizzare la centrale geotermica di Castel Giorgio.
Abbiamo anche scritto al presidente della Regione, Nicola Zingaretti, perché si opponga con forza all’approvazione dell’impianto umbro, che scaricherebbe i suoi reflui in una delle zone più belle del Lazio.
Il lago di Bolsena fa parte della Rete natura 2000, è sito di interesse comunitario, è zona di protezione speciale e zona speciale di conservazione.
Queste forme di tutela, sancite dalla normativa europea recepita dalle leggi italiane, non valgono nulla? Come si può pensare di mettere in pericolo le nostre risorse idriche con un impianto che avrebbe impatti ambientali catastrofici, come dimostrano importanti pubblicazioni scientifiche redatte dai maggiori studiosi del nostro territorio?
L’area del lago di Bolsena è costituita da vulcaniti porose e da rocce fratturate che non danno nessuna garanzia che i fluidi geotermici, ricchi di arsenico ed altre sostanze cancerogene, restino nel sottosuolo senza contaminare l’acqua che beviamo e con cui irrighiamo le nostre fertili terre.
La ditta Itw-Lkw Geotermia Italia non ha potuto in alcun modo garantire che la grande falda acquifera che alimenta il lago non venga contaminata.
E vogliamo parlare del rischio sismico? Nella zona a nord del lago si sono verificati negli ultimi decenni numerosi eventi sismici di grande intensità. Come si può mettere a rischio con tanta leggerezza intere popolazioni senza adottare il sacrosanto principio di precauzione?
Non è mai stata fatta una valutazione di impatto ambientale seria, anzi, come abbiamo avuto modo più volte di leggere, la commissione Via che nel 2015 ha dato parere favorevole all’impianto era costituita da un astrofisico, un geologo specializzato in ghiacciai alpini e un avvocato.
Non solo, era presieduta da Guido Monteforte Specchi che era contemporaneamente consulente privato della società Itw-Lkw. Abbiamo messo il nostro destino nelle mani di questi presunti “esperti” e con palesi conflitti di interessi?
Per questi motivi, ribadiamo con forza, insieme agli altri comuni del bacino lacustre, la nostra convinta opposizione contro un progetto che compromette il futuro delle nostre comunità.

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Luca Profili, Sindaco di Bagnoregio

Occorre prendere tutte le precauzioni necessarie e vigilare in maniera attenta sulla preservazione del territorio, perché è la nostra unica e vera ricchezza. L’ambiente incontaminato così come l’agricoltura di qualità sono gli asset di crescita su cui la Tuscia può e deve puntare grazie a uno sviluppo turistico che come Bagnoregio abbiamo dimostrato essere possibile.
Se permettessimo azioni e interventi portatori di possibili rischi di compromissione della salubrità e della godibilità dell’area viterbese allora avremmo perso anche questo treno, condannando a morte vera un’intera provincia. Avremmo preso una decisione, anche rimanendo fermi e insensibili a quanto accade, che rovina non solo noi ma pure i nostri figli e i nostri nipoti.
Il Lago di Bolsena va difeso perché rappresenta uno dei cuori della Tuscia. Va protetto senza se e senza ma. Tutte le istituzioni locali devono unirsi in una lobby sana, perché la tutela del nostro ambiente è la base degli interessi dei nostri cittadini e di noi tutti. Bagnoregio è pronta a lottare, in ogni modo, al fianco di tutti gli altri comuni del Viterbese.

 

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Laura Cartaginese, Consigliera regionale Lazio di FI vicepresidente commissione Ambiente e agricoltura

Condivido pienamente la battaglia degli amministratori di Bolsena e dei cittadini a difesa di un bene prezioso come il Lago, la cui sorte è legata a doppia mandata alla realizzazione dell’impianto di geotermia di Castel di Giorgio.
Il parere negativo della direzione Ambiente della Regione Lazio è solo un punto da cui partire e porterò io stessa la questione nella Commissione Ambiente e Agricoltura, di cui sono vice presidente, chiedendo a tutte le parti in causa di intervenire. Il nostro territorio è un patrimonio di inestimabile valore che deve essere difeso e non messo a rischio.

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Senatore Francesco Battistoni, capogruppo di Forza Italia in Commissione Agricoltura

Ho presentato un’interrogazione al Governo per chiedere maggiore chiarezza sulla procedura di autorizzazione della realizzazione dell’impianto di geotermia nel comune di Castel Giorgio. Impianto che potrebbe avere delle conseguenze drammatiche per il bacino idrologico del lago di Bolsena, il lago vulcanico più grande d’Europa.
Ci sono dei passaggi poco chiari nell’iter di rilascio della Valutazione d’Impatto Ambientale del MISE in merito a delle incompatibilità che andrebbero opportunamente valutate. Ci sono problemi sanitari che potrebbero scaturire dalla reimmissione di fluido geotermico nei pressi della caldera del lago di Bolsena, importante riserva idrica del Centro Italia. Ci sono anche delle ipotetiche conseguenze sisimiche che dovrebbero essere valutate con molta più attenzione.
Per questi motivi – conclude Battistoni – ho chiesto governo di fare luce su un argomento così delicato per la salute e la sicurezza pubblica, anche a fronte delle indiscrezioni che parlano di una eventuale approvazione mercoledì 31 luglio in Consiglio dei Ministri.

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Enrico Panunzi, Consigliere regionale Pd Umbria

La Regione Lazio ha già detto no all’impianto geotermico pilota di Castel Giorgio, in Umbria. Spetta però al Governo la decisione finale. Ascoltare le istanze del territorio o andare contro le comunità locali.
Anche la Regione Umbria è contraria.
La Regione Lazio ha espresso con chiarezza la propria posizione con una nota ufficiale della Direzione politiche ambientali e ciclo dei rifiuti, del 10 ottobre 2018, firmata dalla direttrice Flaminia Tosini. Senza dimenticare gli atti approvati nella precedente legislazione, sia in consiglio regionale sia nella commissione ambiente, di cui sono stato presidente, a dimostrazione da sempre della grande attenzione e sensibilità dimostrata su questo tema. Ma è il Governo ad avere il potere istituzionale di scelta.
L’eventuale autorizzazione andrebbe contro il parere negativo di due Regioni e calpesterebbe le giuste rivendicazioni di sindaci e popolazioni che hanno deciso di puntare su turismo e ambiente per lo sviluppo economico, sociale e culturale dei loro territori. Confermo quanto detto anche nei mesi scorsi. Non è la geotermia il futuro per la Tuscia e il Lago di Bolsena. L’autorizzazione deve essere negata così come è stato fatto per l’impianto di Torre Alfina ad Acquapendente. E’ evidente che questo tipo di impianti porta scarsissimi benefici economici e presenta rischi molto alti per l’ambiente e la sicurezza. Non sono io a dirlo ma le relazioni di tecnici ed esperti. Ribadisco tutta la mia vicinanza ai sindaci e alle comunità locali, confermando il mio impegno in questa protesta per salvaguardare il territorio.

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Bengasi Battisti, Associazione dei Comuni Virtuosi

Onorevoli Ministri della nostra Repubblica, che oggi sarete chiamati a esprimere il vostro parere per l’approvazione della centrale geotermica di Castel Giorgio , vi invito a alzare gli occhi da quelle sterili carte e guardare all’orizzonte , scoprirete i colori di un’antica e splendida terra che accoglie un bacino idrico maestoso quanto delicato che da millenni fornisce rara acqua destinabile a scopo umano.
Ecco, ora che avete visto e scoperto il lago di Bolsena con i suoi Borghi eccellenti che si specchiano nelle sue acque , con i suoi abitanti che si nutrono della sua acqua , con i turisti che si meravigliano al suo sguardo , sappiate che l’impianto che state per approvare scaricherà i suoi reflui in questi gioiello patrimonio dell’intera Umanità.
Fermatevi, aprite le porte alle Comunità che abitano i luoghi per un confronto dal quale alt(r)e voci potranno , non solo con le carte, ma anche con il cuore esprimere il loro pensiero.

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Mauro Rotelli – Deputato FdI

Subito un question time in commissione Ambiente per avere, al più presto, risposte chiare dai sottosegretari e dal ministro riguardo la prossima realizzazione dell’impianto geotermico pilota di Castel Giorgio.
Se si concretizzasse tale ipotesi, assisteremmo a un vero e proprio scempio del nostro territorio, caratterizzato dalla vocazione agricola e naturalistica.
Il pericolo è che il lago di Bolsena diventerebbe uno scarico abusivo di fluidi geotermici altamente cancerogeni, senza alcuna preventiva approvazione, tra l’altro, né della regione Lazio né del comune di Bolsena.
Per dare una risposta a tutti questi interrogativi e fare chiarezza su un progetto che va a compromettere il futuro del nostro lago, il mio impegno è, sin da subito, quello di sgombrare ogni dubbio nelle sedi opportune.

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Massimo Giampieri, portavoce FdI di Viterbo

Siamo vicini e solidali con i sindaci della Tuscia e del lago di Bolsena e condividiamo la loro contrarietà alla realizzazione dell’impianto geotermico pilota di Castel Giorgio (Tr).
Come già evidenziato in molti incontri che si sono tenuti al riguardo, un’eventuale autorizzazione sarebbe concessa sia ignorando completamente il parere negativo di due regioni (Lazio ed Umbria), e, soprattutto, calpestando quelle che sono le giuste rivendicazioni degli amministratori locali che, per lo sviluppo dei loro territori, hanno deciso di puntare su turismo ed ambiente.
Per la tutela del bacino lacuale, nel quale tra l’altro insistono delle aree naturali protette serve un’azione istituzionale compatta e condivisa da tutti, non possiamo permettere il completo stravolgimento di una zona a vocazione evidentemente naturalistica a produttiva in area soggetta ad uno sfruttamento intensivo in nome di una fonte di energia che, tra l’altro, poco si concilia con il nostro territorio.
Nel rinnovare il nostro sostegno ai sindaci dei comuni interessati, chiediamo una mobilitazione generale e l’individuazione di un percorso comune che punti alla tutela e valorizzazione delle nostre bellezze.

Geotermia Amiata. Una notizia ottima e una apparentemente buona, ma…

L’ottima notizia arriva da Monticello Amiata, dove il paese tutto con il supporto di Agorà CittadinanzAttiva, festeggia la sconfitta del progetto di centrale Monte Labro della soc.Renewem; di seguito il comunicato.

La notizia apparentemente buona è che l’Enel ha ritirato, dice per «rispondere a richieste derivanti dal nuovo quadro normativo», dalla valutazione di impatto ambientale (VIA) il progetto PC6 di Piancastagnaio per un’altra centrale a vecchia tecnologia flash, e fin qui tutto bene. La notizia va letta però alla luce di due recenti fatti: uno, la firma del decreto FER1 da parte dei ministri Costa e Di Maio che esclude la geotermia dagli incentivi per le rinnovabili e, due, la convocazione, per il 16 Luglio, della Conferenza dei Servizi decisoria della Regione Toscana proprio in merito al progetto PC6 che avrebbe potuto fare sostanziali rilievi sul progetto, anche, come spiega il Forum Ambientalista nel comunicato riportato in fondo, per il mancato rispetto di una nuova norma che prevede di ridurre le emissioni di Anidride Carbonica (CO2) del 10%, rispetto alle norme attuali che non pongono alcun limite.
L’Enel, peraltro, s’è affrettata a dichiarare che comunque per il progetto PC6 «nel corso dell’iter non sono emersi rilievi di elementi di criticità ambientale» e, comunque, «conferma peraltro l’interesse allo sviluppo dell’area e, non appena le condizioni lo consentiranno, potrà ripresentare un progetto aggiornato e rispondente alle nuove esigenze definite dall’evoluzione della cornice normativa e regolatoria».
Alla luce di questi fatti sembrerebbe quindi che l’Enel da una parte voglia evitare una disastrosa bocciatura del progetto che rischierebbe di rimettere in discussione tutte le attuali centrali, ma dall’altra potrebbe essere una forma di pressione verso il Governo sugli incentivi, magari facendo rientrare la geotermia dalla finestra del futuro decreto Fer2, quello che è stato cacciato dalla porta del decreto fer1.
C’è da augurarsi quindi che, almeno sulla geotermia, questo Governo non abbia alcun ripensamento e che tutte le centrali, esistenti e di progetto, chiudano.

Il comunicato di Agorà CittadinanzAttiva del 12 luglio 2019:

A Monticello si è conclusa la 5^ e riuscitissima edizione di “Giù le mani dalla nostra terra”, un festival di due giorni contro la geotermia e per la tutela del territorio. Per la prima volta una parte della festa si è svolta nel campo di Alberto, il luogo interessato dal procedimento di autorizzazione di ricerca geotermica Monte Labbro, dove abbiamo voluto ribadire che quel campo, come tutto il nostro territorio, è di chi lo ama, lo cura, lo abita, non certo degli speculatori.

Dal 2017, da quando la Conferenza dei servizi della Regione Toscana è stata costretta a mandare il procedimento “Monte Labro” alla Presidenza del Consiglio dei ministri, per un conflitto con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, eravamo in attesa del responso di Roma.

Ieri apprendiamo, con grande soddisfazione, che:

Il Consiglio dei Ministri su proposta del Presidente del Consiglio ha deliberato ai sensi dell’art 14-quater l. 241/90:

DI NON CONSENTIRE LA PROSECUZIONE DEL PROCEDIMENTO DI AUTORIZZAZIONE, RELATIVO AL PROGETTO CONCERNENTE LA “PERFORAZIONE DEL POZZO ESPLORATIVO MONTE LABBRO 1, COMUNE DI CINIGIANO (GR)”, NELL’AMBITO DEL PERMESSO PER RISORSE GEOTERMICHE DI CUI È TITOLARE RENEWEM S.R.L..”

Questo significa che ora la Regione Toscana dovrà riaprire la Conferenza dei Servizi per dare un PARERE NEGATIVO ALLA PROSECUZIONE DEL PROCEDIMENTO DI AUTORIZZAZIONE, RELATIVO AL PROGETTO CONCERNENTE LA “PERFORAZIONE DEL POZZO ESPLORATIVO MONTE LABBRO 1.

Per cinque anni il Comitato Agorà, i cittadini, l’Amministrazione comunale, i produttori locali, hanno portato avanti con determinazione e tenacia una lotta su più piani: legale, politico, sociale. Ricorso al Tar, coadiuvati dallo Studio Legale Greco, studi di esperti (ingegneri, geologi, naturalisti, etc. etc.), centinaia di osservazioni inviate al Ministero, alla Regione, incontri istituzionali, consigli comunali, assemblee pubbliche, e poi raccolte fondi, concerti, spettacoli teatrali, poesie, un libro, passeggiate, convegni, disegni, striscioni. A guardarsi indietro le cose che abbiamo fatto sono state tantissime, ed evidentemente hanno prodotto i loro frutti. Davide contro Golia.

Siamo felici, entusiasti della notizia di NON CONSENTIRE, perché vuol dire salvare quel luogo, una Riserva naturale, un paese intero, l’economia locale, l’agricoltura, il turismo ed è un passo avanti, grande, per la lotta contro la geotermia che riguarda tutta l’Amiata.

Un ringraziamento di cuore va ad ogni singola persona, di Monticello, dell’Amiata, ma anche alle/i tante/i che sono venute/i a portare il loro sostegno, la loro solidarietà attiva da tutte le parti d’Italia e anche dall’estero, ad una piccola comunità che ha vinto una grande battaglia, che è di tutte/i.
E non possiamo che ringraziare l’Amministrazione comunale, che in questi 5 anni di lotta non solo ci è stata sempre al fianco – in particolare nella figura della sindaca Romina Sani – ma hanno sempre camminato con noi, arrivando a questo splendido risultato.

L’amore per la terra paga. L’abbiamo vinta.

Agorà CittadinanzAttiva

per contatti: agora@inventati.org 

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Il comunicato di Roberto Barocci, Forum Ambientalista Grosseto:

Due le notizie collegate alla Geotermia in Amiata: la prima, positiva, il Consiglio dei Ministri su proposta del Presidente del Consiglio Conte ha deliberato di non autorizzare il progetto del pozzo esplorativo Monte Labbro, comune di Cinigiano; la seconda, preoccupante per l’arroganza che contiene, l’ENEL ha ritirato il progetto per la realizzazione della nuova centrale flash Pc6, piuttosto che farselo bocciare nella riunione di martedì prossimo (16 luglio, ndr), dato che il suo progetto non è conforme alla nuova legge, dichiarando comunque di volerlo ripresentare. Il motivo del rinvio sta nella nuova norma che prevede di ridurre le emissioni di Anidride Carbonica (CO2) del modestissimo 10%, rispetto alle norme attuali, che non pongono alcun limite.

Non si contano più gli appelli degli scienziati di tutto il mondo rivolti ai decisori politici affinché siano ridotte le emissioni in atmosfera di CO2 e non sono stati ascoltati neppure gli stessi portavoce italiani in ambito europeo in materia di innovazioni energetiche, scienziati di riconosciuto valore assoluto nel mondo, che hanno relazionato nei mesi scorsi alla IV Commissione Ambiente della Regione Toscana, criticando decisamente la modesta percentuale del 10% di CO2 da abbattere per i nuovi impianti e rammentando che esistono tecnologie geotermiche molto meno dannose per l’ambiente e la salute ma non applicate in Italia.

Ogni volta che si subisce una piccola prepotenza, giustamente si reagisce, ma come rammentava il Manzoni a proposito dell’arroganza di don Rodrigo, quando la prepotenza ci appare troppo grande, per lo più, l’umanità si rassegna. Così avviene oggi per gli effetti devastanti degli eccessi climatici dovuti alla crescente concentrazione di CO2 nell’atmosfera. Si subiscono alluvioni, cicloni e devastazioni, come se fossero fenomeni inevitabili e non la conseguenza certa di scelte scellerate, perché a vantaggio di pochi privati, dei decisori politici.

Le centrali geotermiche flash dell’Amiata emettono in atmosfera una enorme quantità di CO2 ed altri inquinanti, superiori a quelle delle centrali a carbone e, ciò nonostante, vengono finanziate con incentivi pubblici, come se fossero pulite. Come abbiamo sempre sostenuto è una truffa legalizzata contro la quale continueremo a combattere e chiunque affermi che sono energie naturali e pulite, meritevoli di contributi pubblici, è un ignorante e lo invitiamo a leggere i curricula degli scienziati citati.

Roberto Barocci, Forum Ambientalista Grosseto