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Piancastagnaio, 18 maggio 2018. Conferenza Salute e Geotermia: quale compatibilità?

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Continuano le iniziative che Sos Geotermia, unitamente alla Rete Nogesi, ed ai gruppi locali (No Geo Amiata), sta portando avanti per informare la cittadinanza sullo stato dello sviluppo geotermico e salute nel territorio amiatino, anche alla luce dei risultati preliminari dello studio InVetta che non possono che contribuire ad alimentare uno stato di allerta e preoccupazione per le sorti di una popolazione la quale, ormai da anni, è sotto l’assedio di un indiscriminato sfruttamento geotermico.

Gli organizzatori degli eventi, reduci dalla partecipatissima assemblea del 12 maggio scorso ad Arcidosso, comunicano che intendono essere presenti con assemblee e presidi in tutti i comuni dell’Amiata, anche per supplire alle carenze informative degli organi istituzionalmente preposti, lamentando il fatto che ad oggi i risultati preliminari dello Studio InVetta siano stati presentati solo ad Arcidosso.

I militanti delle predette associazioni, anche supportati da soggetti politici ed istituzioni annunciano di avere già chiesto nelle deputate sedi la moratoria dell’attività di Enel e l’arresto di tutti i progetti di sfruttamento del territorio che sono in corso ed al vaglio della commissione VIA Regionale, e che intendono perseguire tutte le azioni giudiziarie più opportune a tutela della salute e del territorio.

Alle assemblee sono invitati a partecipare tutti gli esponenti politici locali che hanno a cuore le sorti del territorio e che sono chiamati ad esprimere il loro effettivo pensiero sul “quadro ambientale e sanitario” che si sta delineando, senza potersi ormai nascondere dietro ambiguità e mezzi termini.

I cittadini avranno modo di capire chi effettivamente non teme il confronto ed è disposto a schierarsi davvero per la tutela della salute, applicando anche il principio di precauzione e chi, al contrario, continua a sottostare alle logiche di uno sviluppo che ha portato i Comuni dell’area storica della Geotermia, in alta Val di Cecina, ad essere i più poveri della Toscana e con l’età media della popolazione residente la più vecchia della Toscana.

Per questo VENERDI’ 18 MAGGIO 2018, alle ore 21,00 presso la Saletta Comunale di Piancastagnaio (Si) si terrà una

CONFERENZA PUBBLICA
Tutela della Salute e Sviluppo Geotermico:
quale compatibilità?

INTRODUCE: Velio Arezzini – Portavoce Rete Nazionale NOGESI

RELAZIONE: Fabio Landi – ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente) – “Lo Studio Epidemiologico ARS (Agenzia Regionale di Sanità). Primi risultati del Progetto InVetta”

INTERVENTI: Roberto Barocci– Forum Ambientalista Grosseto – “Iniziative a difesa delle falde idropotabili”;
Beatrice Pammolli – SOS Geotermia – “Iniziative dei Comitati rispetto ai Progetti Geotermici in corso a Piancastagnaio;
Silvia Perfetti e Lapo Rossi– Attivisti Movimento 5 Stelle – “Petizioni lanciate in Europa e iniziative a livello Regionale”

DIBATTITO PUBBLICO

CONCLUSIONI: Cinzia Mammolotti – Comitato No GEO Amiata

Sono invitati i Cittadini, i Sindaci, I medici, I Consiglieri, i Partiti Politici,
Le Organizzazioni e Associazioni dei Comuni dell’Amiata


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Amiatanews.it

Corriere di Siena 15/5/18 (clicca per ingrandire)

CICLO DI CONFERENZE E INCONTRI: Scansano (GR), 20 gennaio 2018

Nell’ambito del ciclo di conferenze e incontri 2018 promosso dalla Rete NoGESI, la Rete e il Comitato Scansano Sos Geotermia elettrica presentano:

 

 

Conferenza pubblica sulla Geotermia Elettrica
Scansano (GR) Sabato 20 gennaio 2018 Ore 16.00
Presso la sala conferenze del Consorzio Tutela Morellino di Scansano
Via XX Settembre, 36

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Interverranno:
Velio Arezzini, portavoce Rete Nazionale NOGESI
Prof. Andrea Borgia, geologo, Univ. Milano
Fabio Landi, Sos Geotermia
Roberto Barocci, Rete Nazionale NoGESI

Per informazioni: scansano.sos.geotermia@gmail.com  

CICLO DI CONFERENZE E INCONTRI: Firenze, 10 febbraio 2018

Nell’ambito del ciclo di conferenze e incontri 2018 promosso dalla Rete NoGESI, la Rete e i Comitati toscani contro la geotermia elettrica presentano:

“Gli enormi problemi della geotermia elettrica in Toscana”

Sabato 10 febbraio 2018 – ore 9.00 Firenze, Consiglio Regionale Toscana – Auditorium, Via Cavour 4

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PROGRAMMA

● Ore 9:00 ACCREDITO PARTECIPANTI
● Ore 9:30 Conduce: Prof. Roberto Barocci
Presentazione e Saluti: Tommaso Fattori Capogruppo “Toscana a Sinistra” Introduzione: Velio Arezzini, Portavoce Rete Nazionale NOGESI, “Le problematiche della geotermia elettrica” Pino Merisio, SOS Geotermia – Rete Nazionale NOGESI “I bisogni energetici della Regione Toscana”
● Ore 10:00 SPAZIO PROBLEMATICHE
– Prof. Andrea Borgia, “Le tecnologie ad alta e media entalpia”
– Dr. U. Corrieri (ISDE), “Le problematiche sanitarie della Geotermia”
– Avv. E. Bonanni, “Per una class action contro la geotermia in Amiata”
– Dr. Giuseppe Mastrolorenzo, “Considerazioni sulla geo-etica”
– Avv. Michele Greco, “(Cio’ che resta de) i diritti di informazione, partecipazione e accesso alla giustizia dopo la riforma della VIA”
– Dr. Maurizio Marchi (MD), “La discarica geotermica di Bulera”
● Ore 12:00 SPAZIO SINDACI REGIONE TOSCANA: Sono stati invitati: Casole D’Elsa, Castel del Piano, Castiglione D’Orcia, Cinigiano, Seggiano, Scansano, Terricciola,
● Ore 13:00 LE FORZE POLITICHE DELLA REGIONE TOSCANA: Sono stati invitati a partecipare, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, la Giunta Regionale ed i membri del Consiglio Regionale.
● Ore 14:00 CONCLUSIONI

Abbadia SS, 2 dicembre 2017, giornata di studio. SULL’AMIATA STOP A NUOVE CENTRALI E AL POLO GEOTERMICO

Una partecipazione numerosa e interessata di cittadini provenienti dall’intero territorio amiatino ha vivacizzato la giornata di studio organizzata dalla Rete Nogesi e dai movimenti che lottano in difesa del Monte Amiata che si è tenuta ad Abbadia San Salvatore sabato 2 dicembre.
Rimarcata la totale assenza delle istituzioni, mentre le uniche risposte di impossibilità a partecipare sono arrivate dalla Protezione civile e da Acquedotto del Fiora.

Vulcanologi e geologi hanno concentrato i loro interventi sugli effetti e rischi che le trivellazioni e le centrali geotermiche arrecano al territorio, alle risorse idriche, all’ambiente e di conseguenza all’uomo, alla sua salute.

Cosa avviene nel sottosuolo andando a perforare sino a 4.000 metri per poi estrarre e reiniettare fluidi? Le centrali a ciclo binario della “Buona geotermia” sono davvero sicure e ad impatto zero? Quali le problematiche correlate ai fluidi geotermici e ai gas incondensabili? Quali conseguenze sul bacino idrico del Monte Amiata tra i più importanti del centro Italia con 700.000 utenze?
La montagna dell’Amiata, antico vulcano, ha caratteristiche geomorfologiche che la rendono un territorio tanto particolare quanto fragile, non a caso è considerata a rischio sismico e sottoposta a vincolo idrogeologico. Nella “Carta della pericolosità geologica” – ne ha parlato il geologo Massimo Bisconti – sono evidenziate le aree sottoposte a vincolo di inedificabilità assoluta. È anche emerso che talune centrali e pozzi sono stati realizzati da Enel in aree vincolate. A Piancastagnaio il territorio si è abbassato di un metro in circa 30 anni e ciò a causa dell’estrazione di vapore.
Il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo, primo ricercatore Osservatorio Vesuviano, afferma che il fenomeno di subsidenza può anche accelerare fenomeni franosi. Non solo, è risaputo a livello mondiale che tra le conseguenze delle centrali geotermiche (anche a ciclo binario) vi sono quelle della sismicità indotta e dell’irreversibilità del danno per cui “quando andiamo ad intervenire con trivellazioni e centrali si va a modificare l’intero sistema in modo permanente e ad innescare processi irreversibili. “Proprio l’assoluta irreversibilità e l’imprevedibilità delle modificazioni termofluidodinamiche e meccaniche dei sistemi idrotermali, a seguito di trivellazioni, estrazioni e reiniezioni di fluidi impone la rigorosa applicazione del ‘principio di precauzione’. Tale principio obbliga a evitare azioni delle quali non sia prevedibile e quantificabile l’effetto a breve, medio e lungo termine, a tutela dell’ambiente naturale, delle risorse e della pubblica incolumità. In caso contrario si tratterebbe di sperimentazione non dichiarata ed eticamente e giuridicamente inaccettabile sull’ambiente e sulle persone”, ha dichiarato. Da qui la responsabilità soprattutto dei presidenti delle Regioni e dei sindaci primi responsabili della salute, della sicurezza del territorio e della tutela delle risorse anche per le generazioni future nel rispetto dei principi fondamentali della “geoetica”.
L’alterazione della falda acquifera interagisce con il sistema idrotermale: cosa può accadere alle sorgenti di Bagni San Filippo o Bagno Vignoni? Roberto Barocci nella sua presentazione evidenzia l’obbligo della Regione Toscana di applicare il Piano di Tutela delle acque e come tale obbligo venga omesso, contravvenuto. “Abbiamo già perso la metà della risorsa idrica e aumentato la presenza di sostanze inquinanti tra cui l’arsenico”. (scarica le slides, pdf 1,8 Mb)
Andrea Borgia, geologo, dopo aver ricordato che le popolazioni dell’Amiata sono soggette a un “lento avvelenamento” da mercurio, arsenico e uranio (confermato dalle analisi di laboratorio sui capelli e, di recente, dai primi esami del sangue dello studio epidemiologico InVetta – Ars), ha riferito il recente parere del settore idrogeologico regionale, sede di Pisa, secondo cui “i livelli piezometrici sono caratterizzati da cicli di recessione e di ricarica pluriennali, che sembrerebbero indipendenti dalle precipitazioni”. Mentre i dati dei piezometri della regione, fin dal gennaio scorso, hanno mostrato come l’acqua venga risucchiata verso il basso dallo sfruttamento del campo geotermico.

La non rinnovabilità di questa energia è provata inoltre dalle enormi emissioni di gas climalteranti, che sul Monte Amiata risultano pari, se non superiori a quelle delle centrali a carbone. L’equivoco della energia geotermica continua, troppi gli interessi dietro gli incentivi che arrivano a pioggia in modo del tutto improprio. Si capisce bene come il concetto della geotermia sia collegato strettamente al puro profitto.

Seguiranno altre iniziative in tutta l’Amiata, alta Tuscia e Toscana. E, nel mese di febbraio 2018, una forte mobilitazione in Regione Toscana.

Abbadia San Salvatore 04/12/2017

Rete Nazionale NoGesi
Comitati e Cittadini in difesa del Monte Amiata


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Abbadia S.Salvatore, 2 dicembre 2017. “Effetti e rischi dello sfruttamento geotermico: dal sottosuolo all’ambiente e alla persona”, giornata di studio

Sabato pomeriggio 2 dicembre ore 15.00/19.00 si terrà ad Abbadia San Salvatore presso il Centro Giovani, via Mentana, una giornata di studio sul tema “Effetti e rischi dello sfruttamento geotermico: dal sottosuolo all’ambiente e alla persona”. Interverranno il geologo Massimo Bisconti con una introduzione sulla struttura vulcanica del M. Amiata e sugli aspetti geomorfologici; a seguire lo studioso Roberto Barocci del Forum Ambientalista di Grosseto sulla legislazione in essere in Toscana sulla tutela delle falde idriche e il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo, primo ricercatore presso l’Osservatorio Vesuviano INGV , il quale relazionerà sulle centrali pilota ad Ischia e Campi Flegrei sui rischi connessi all’attività di trivellazione e dello sfruttamento dell’energia geotermica. Il tema territorio e salute: inquinamento dalle centrali geotermiche sulle acque, suolo e aria verrà esposto dal geologo Andrea Borgia. L’iniziativa vuole essere un approfondimento sulle gravi conseguenze che le centrali geotermiche determinano sul bacino idrico e termale del M. Amiata, sulla salute umana e sull’ambiente. Da anni cittadini e comitati, sostenuti anche da Associazioni nazionali e da esperti del settore, accusano la Regione Toscana ed Enel Green Power di inquinamento ambientale e sanitario, del depauperamento delle acque e denunciano la non rinnovabilità della risorsa che tra l’altro implica enormi emissioni di CO2. In risposta la Regione intende trasformare il comprensorio del M. Amiata in un polo geotermico al pari di Larderello con la costruzione di decine di centrali non tenendo conto dell’importanza strategica del bacino idrico, del vincolo idrogeologico, paesaggistico, dell’alto rischio sismico e dei fenomeni di subsidenza già in atto.

Programma:

GIORNATA DI STUDIO
EFFETTI E RISCHI DELLO SFRUTTAMENTO GEOTERMICO:
DAL SOTTOSUOLO ALL’AMBIENTE E ALLA PERSONA
SABATO 2 DICEMBRE 2017 ORE 15/19 ABBADIA SAN SALVATORE
CENTRO GIOVANI, VIA MENTANA 16

PARTECIPANO
VELIO AREZZINI,”SALUTO”, PRESIDENTE PRO TEMPORE RETE NAZIONALE NOGESI
CINZIA MAMMOLOTTI, “INTRODUZIONE AI LAVORI E MODERATRICE”, RETE NOGESI
MASSIMO BISCONTI: “LA STRUTTURA VULCANICA DEL M. AMIATA”, GEOLOGO
ROBERTO BAROCCI: “LA MANCATA DIFESA DELLE FALDE IDROPOTABILI IN TOSCANA, FORUM AMBIENTALISTA GROSSETO aderente a SOS GEOTERMIA
GIUSEPPE MASTROLORENZO: “CENTRALI GEOTERMICHE PILOTA A ISCHIA E CAMPI FLEGREI: RISCHI CONNESSI ALL’ATTIVITA’ DI TRIVELLAZIONE NELLO SFRUTTAMENTO DELL’ENERGIA GEOTERMICA”, PRIMO RICERCATORE OSSERVATORIO VESUVIANO. VULCANOLOGO INGV.
ANDREA BORGIA: “TERRITORIO E SALUTE: INQUINAMENTO DELLE CENTRALI GEOTERMICHE“ GEOLOGO , ESPERTO CAMPO GEOTERMICO DEL M.AMIATA

ORGANIZZANO
RETE NAZIONALE NOGESI
COMITATI E CITTADINI IN DIFESA DEL MONTE AMIATA

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A proposito di contraddizioni: i sindaci che oggi sono contro le centrali a reiniezione il 27 giugno difendono le centrali Enel

Abbiamo assistito negli ultimi tempi a posizioni più diverse dei Sindaci e degli amministratori, soprattutto del PD, con una sensibile virata critica verso certa geotermia; non si comprende quindi come, il 27 giugno 2017, quegli stessi sindaci siano schierati davanti al TAR toscano contro il ricorso  dei comitati per le centrali Enel, come Bagnore 3.

 

Dal momento che i Sindaci dell’Amiata si sono opposti davanti al TAR della Toscana contro le nostre critiche sulle autorizzazioni rilasciate a Bagnore 3, in deroga ai limiti emissivi sull’Ammoniaca, è utile rammentare gli scritti del prof. Riccardo Basosi (1) sulla pericolosità dell’Ammoniaca, emessa in gran quantità dalle centrali geotermiche dell’Amiata.

Il prof. Basosi e il dott. Bravi scrivono a pag.4 di “Geotermia d’impatto”, pubblicato sulla rivista QualEnergia del Giugno/Luglio 2015: “…Riteniamo quindi anomalo che il nuovo impianto realizzato a Bagnore da 40 MW, inaugurato a fine 2014, non rispetti i limiti previsti dalla stessa Regione nella DGRT 344, dato che la tecnologia utilizzata (flash + abbattitore) non è quanto di più tecnologicamente avanzato disponibile oggi dal punto di vista ambientale, ma probabilmente solo la scelta più conveniente dal punto di vista economico-finanziario….”. Dobbiamo quindi rammentare di nuovo perché hanno scritto anche in autorevoli riviste (2), non smentiti, nella speranza che i Sindaci dell’Amiata prendano conoscenza di tali scritti.

Secondo quanto riportato dal Report CAFE (Clean Air for Europe), le emissioni di Ammoniaca contribuiscono in maniera significativa alla formazione in atmosfera di particolato di origine secondaria (PM10 e PM 2,5) per circa il 20% in massa, i cui effetti sono nocivi per la qualità dell’aria e per la salute.
Nel 2005 il Report CAFE aveva valutato anche i danni specifici generati dall’Ammoniaca per l’Italia, quantificando il costo medio in Euro 20,5 al Kg.
Il costo sanitario annuo delle emissioni di Ammoniaca dalle centrali geotermiche dell’Amiata, che emettono per oltre il 43% di tutte le emissioni regionali (3) e sono ammontate nel 2010 a 4.334 tonnellate, è pertanto stimato solo per quell’anno in oltre 90 milioni di euro.

Per questi dati allarmanti una Direttiva del Parlamento Europeo ha imposto alla Regione la riduzione delle emissioni di Ammoniaca, ponendo limiti più restrittivi.
A questi limiti ci siamo appellati davanti al giudice amministrativo, ma trovando una forte resistenza.

Enel Green Power ammette in una lettera (4) che con gli impianti da autorizzare in Amiata non sta nei nuovi limiti e chiede alla Regione Toscana di aggirare la norma. La Regione non può modificare le norme e i limiti stabiliti, perché interverrebbero le Autorità Europee, ma la Provincia di Grosseto, sostenuta da Arpat e Regione, autorizza ugualmente l’esercizio di nuovi impianti, introducendo un altro criterio più permissivo.

Quindi il Forum Ambientalista e SOS Geotermia ricorrono anche alla Giustizia Amministrativa, ma i Sindaci dell’Amiata si oppongono davanti al Giudice con i loro avvocati. Questa in sintesi la storia che verrà discussa in udienza a Firenze il 27 di questo mese, davanti alla II Sezione del TAR Toscano.

Una divergenza nell’interpretazione della legge? Una normativa poco chiara? No: visto che è lo stesso Amministratore Delegato e rappresentante legale dell’Enel Green Power, ing.Montemaggi, a scrivere alla Regione (pensando evidentemente che la sua nota rimanesse riservata, oppure che il suo suggerimento fosse subito accolto), per chiedere di modificare quei limiti di legge perché le tecniche adottate da ENEL non li rispettano, stante il fatto che i fluidi dell’Amiata sono particolarmente inquinanti e ricchi di pericolosi elementi, tra i quali appunto l’Ammoniaca. (4)

Allora perché i Sindaci dell’Amiata sono più realisti del re? Tanto più che due strutture universitarie toscane, con articoli pubblicati su riviste internazionali (sia l’Università di Siena, con i lavori già rammentati di Basosi e Bravi, sia l’Univeristà di Firenze, con il Dipartimento (5) di Ingegneria industriale) hanno affermato che in Amiata non sono state introdotte le nuove tecnologie che sarebbero in grado di rispettare i suddetti limiti, anche se si perderebbero un po’ di profitti…

La Direttiva europea citata è la 2008/50/CE, che è stata emanata: “Ai fini della tutela della salute umana e dell’ambiente nel suo complesso” e, pertanto, dovrebbe stare molto a cuore ai Sindaci di paesi, come quello di Arcidosso, il più esposto ai vapori in uscita dalle centrali di Bagnore, in cui i dati sanitari, oggi scaricabili dal sito dell’Agenzia Regionale di Sanità, denunciano un eccesso di mortalità per tumori nei maschi fino a + 30%, rispetto ai dati regionali.

Di seguito quanto pubblicato sul sito dell’ARS Toscana: un grafico che bene illustra il valore delle scelte dei Sindaci dell’Amiata…

Forum Ambientalista Grosseto, aderente a SOS Geotermia

note: 

(1) Il prof. Riccardo Basosi, ordinario di Chimica Fisica presso l’Università di Siena, è stato nominato dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, tra i Rappresentanti italiani nel Comitato di Horizon 2020, Programma quadro della ricerca europea per il periodo 2014-2020;

(2) Bravi-Basosi, Environmental impact of electricity from selected geothermal power plants in Italy, in “Journal of Cleaner Production”, 66 (2014), pp.301-308;

(3) La tabella sotto riportata è tratta dall’articolo a firma del prof. Riccardo Basosi e del dott. Mirko Bravi: “Geotermia d’impatto” pubblicato sulla rivista QualEnergia del Giugno/Luglio 2015.

(4) Lettera dell’AD di Enel Green Power acquisita tramite accesso autorizzato agli atti dal Forum Ambientalista presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Santa Fiora; scarica il pdf.

(5) Lorenzo Bruscoli, Daniele Fiaschi, Giampaolo Manfrida and Duccio Tempesti, Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Firenze “Improving the Environmental Sustainability of Flash Geothermal Power Plants – A Case Study” – – Pubblicato 18.11.2015 – Sustainability.


Il Tirreno del 26 giugno 2017

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Geotermia. Incontro di Magliano, la Maremma in rivolta contesta ogni ipotesi di nuove centrali

foto Il Giunco.net

Marras, capogruppo del PD in Regione Toscana, prova a tranquillizzare e corregge il tiro sulle aree non idonee, ma non sana le contraddizioni. Almeno Magliano e Montenero escluse dalle centrali geotermiche.

 

 

 

Clima surriscaldato sabato 6 maggio a Magliano in Toscana nell’incontro –molto partecipato- sulla geotermia moderato dal premio Nobel Riccardo Valentini che ha visto gli interventi di Fedora Quattrocchi, dirigente INGV, Aurelio Cupelli della Rete Geotermica, di Roberto Barocci del Forum Ambientalista e Rete NoGESI e Leonardo Marras, capogruppo PD regionale.

Il cuore della questione sono i tanti progetti di centrali geotermoelettriche in iter autorizzativo nonostante che il Governo e la regione Toscana stiano lavorando alle linee guida per individuare le “zone non idonee” a tali impianti, lavoro che avrebbe dovuto prevedere -come da noi richiesto più volte- una moratoria in attesa dell’attuazione di tali linee guida. Si è invece assistito a una insana corsa contro il tempo per fare in modo che, una volta definite le aree non idonee, si fosse determinata una situazione “di fatto” non modificabile.

foto Il Giunco.net

Facile immaginare quindi che le popolazioni, gli operatori turisti, i produttori e commercianti delle eccellenze agroalimentari della Maremma siano insorti contro qualsiasi ipotesi di centrale geotermoelettrica che danneggerebbe l’economia locale, svalutando tutta l’area e impoverendo, in finale, il territorio come si è visto, dopo cento anni di geotermia, a Larderello.

Al centro delle proteste si è trovato Marras, in quanto capogruppo del partito che governa in Regione, che ha dovuto prendere atto che ormai in Toscana ovunque di avvii un progetto di centrale geotermica, scoppia la rivolta e si costituiscono combattivi comitati di cittadini.

Comprensibile quindi l’atteggiamento di Marras che ha cercato di tranquillizzare l’uditorio dichiarando specificatamente che Magliano (interessato dall’impianto di Pereta) “sarà inserito nell’elenco dei Comuni toscani non idonei alle perforazioni geotermiche”; analoga sorte per Montenero dove, è stato assicurato da Marras, si darà un parere negativo al Ministero dello Sviluppo Economico.

Marras si è spinto anche oltre, correggendo -in peggio- quanto da lui sostenuto fino ad oggi, e ribadito recentemente a Castel del Piano (leggi articolo), quando indicava che i comuni che ad oggi non hanno impianti geotermici saranno inclusi “di default” (di prassi) nelle “aree non idonee” (cioè in aree che non vedranno sorgere alcuna centrale geotermica); ieri ha invece dato una nuova formulazione dei criteri che guideranno la Regione Toscana : nei comuni già sede di impianti geotermoelettrici ed i comuni ad essi confinanti (!) saranno applicate le future norme che regoleranno le “aree non idonee”,  quindi saranno escluse dagli impianti geotermici solo se ricorrono i presupposti ambientali e sociali ancora ad oggi da definire, in caso contrario saranno incluse…
 

foto Il Giunco.net

E’ chiaro che tale formulazione rischia di ampliare a dismisura le “aree idonee” in base a un criterio di mera adiacenza geografica, una sorta di lotteria che non tiene conto delle effettive vocazioni dei territori, ma soprattutto esclude per legge l’effettiva volontà delle popolazioni che fino ad oggi hanno ricevuto solo danni e, nel caso dei comuni limitrofi, neanche le “lenticchie” delle compensazioni ambientali.

Rimane comunque irrisolta la questione Amiata su cui già il PAER, Piano Ambientale e Energetico Regionale, affermava che ormai si è fissato “un punto di equilibrio tra lo sfruttamento della risorsa con le tecnologie oggi impiegate e la vocazione socio economica dei territori”, concetto ripetuto e ribadito da tutti gli amministratori, locali e regionali, in più occasioni. Se quindi si prende per buono, come dovrebbe essere, il PAER, allora significa che l’Amiata debba essere esclusa dalle “aree idonee” e, di conseguenza, anche i comuni limitrofi.

foto Il Giunco.net

Insomma un bel pasticcio, che continueremo come Rete Nazionale NOGESI a monitorare fino alla fine.

L’incontro di Magliano ha comunque reso lampante una verità: la volontà contraria delle popolazioni interessate dai progetti di centrali geotermoelettriche, volontà di cui chi oggi guida la Regione farebbe bene a tenere in considerazione per evitare ulteriori fratture tra cittadini e ceto politico.

 

La Rete NoGESI assicura comunque che sarà in prima fila a tutelare territori e cittadini dall’aggressione delle centrali geotermoelettriche speculative e inquinanti.


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Nuovi permessi di ricerca geotermica: dopo Seggiano, anche a Castiglion d’Orcia non si trivella. E dalle altre parti?

Dal monte Amiata, salutiamo con estrema soddisfazione la Decisione n.16 della Giunta regionale della Toscana, in data 2 maggio 2017, con la quale si nega l’autorizzazione alla Società Tosco Geo S.r.l. di iniziare i lavori inerenti il permesso di ricerca geotermica denominato “Castiglione D’Orcia”, ricadente nei Comuni di Seggiano, Castiglion D’Orcia e San Quirico D’Orcia.

Appare evidente la continuità, ed anche la contiguità territoriale, di questo progetto con quello di cui alla Delibera n.1237 del 21 dicembre 2015 con la quale la stessa Giunta regionale si esprimeva negativamente sul permesso di ricerca geotermica denominato “Seggiano” ricadente nei Comuni di Seggiano, Castel del Piano, Arcidosso e Castiglion D’Orcia.

Le motivazioni di entrambi gli atti sono imperniate sulla difesa del territorio, dell’ambiente, del paesaggio, delle aree variamente protette e tutelate, delle incompatibilità di tali progetti con le vocazioni socio-economiche, ecc., tutti temi che farebbero impallidire anche i più ferventi ecologisti e che, ovviamente, non possiamo che condividere.

Gli stessi atti sono la coerente e logica conseguenza di quanto viene sostenuto da almeno tre anni da tutti gli amministratori, locali e regionali, sul limite raggiunto dallo sfruttamento geotermico in Amiata, concetto poi cristallizzato nel PAER (Piano ambientale ed energetico regionale) approvato dal Consiglio regionale con delibera C.R. n. 10 del 11.02.2015, alla sezione 2, punto A.3 si afferma che il “territorio dell’Amiata dove il riassetto della concessione di Piancastagnaio e la nuova centrale denominata Bagnore 4, hanno portato la potenza complessivamente installata attorno ai 100 MW fissando un punto di equilibrio tra lo sfruttamento della risorsa con le tecnologie oggi impiegate e la vocazione socio economica dei territori”.

Fin qui tutto bene, parrebbe che il presidente Rossi e la sua giunta si stiano veramente adoperando per tutelare il territorio da ulteriori scempi in nome della geotermia speculativa e inquinante, ma allora perché non si interviene analogamente per i progetti in corso per le previste centrali di Monte Labro, Monticello Amiata, di Montenero, di Casa del Corto, di Scansano, Sorano, Casole d’Elsa, della Valdera, ecc.??

E ancora, scandalo sullo scandalo, perché si permette che l’Enel ancora presenti richiesta per altre centrali ad alta entalpia di tipo flash a rilascio libero nell’atmosfera come la richiesta per la VIA del progetto PC6 a Piancastagnaio??

Il segnale che arriva dalla Giunta il giorno stesso, con la Decisione n.40 del 2/5/2017, relativo a “Indirizzi agli uffici della Giunta regionale per la predisposizione delle linee guida per la individuazione delle aree non idonee per la geotermia”, la cd.zonazione, sembra di segno opposto alla citata Decisione n.16, almeno leggendo le premesse del provvedimento che sembrerebbero favorire comunque lo sviluppo geotermico limitando le possibili motivazioni per definire le “aree non idonee”, mentre, ad es., non cita il PAER quando parla della saturazione della geotermia in Amiata (vedi sopra) e, men che meno, tiene conto delle affermazioni del capogruppo PD in Regione, Marras, che ha assicurato che tutti i comuni in cui ad oggi non ci siano già impianti devono essere considerate “aree non idonee”.

Il presidente Rossi è uscito recentemente dal PD ed ha operato una profonda rottura proprio con quel Renzi che appena un anno fa, di ritorno dalla visita alle centrali Enel del Nevada, affermò con piglio decisionista che avrebbe raddoppiato la geotermia in Amiata; se tale rottura è vera e riguarda anche le scelte in materia di ambiente, energia, tutela della salute e del territorio, chiediamo allora che anche sulla questione geotermia Rossi lo dimostri con atti concreti e generali, come una moratoria generale su tutta la geotermia, esistente e di progetto, ed apra un vero e franco confronto con la popolazione, con i comitati, con le istituzioni locali.

 

Sos Geotermia aderente alla Rete NoGESI

Dall’Amiata alla Valle del Tevere seguendo la via del mercurio

In occasione del convegno che si è recentemente tenuto a Abbadia San Salvatore dal titolo “Dall’Amiata alla valle del Tevere: ancora geotermia industriale o un altro sviluppo è possibile?”, promosso dalle associazioni SOS Geotermia e Rete Nazionale NOGESI, ampio spazio è stato riservato al tema “Geotermia, mercurio e inquinanti”, tema illustrato e approfondito dalle relazioni di Roberto Barocci (Geotermia elettrica: rischi per la salute pubblica e le acque), Andrea Borgia (Amiata: Geotermia – un velenoso cocktail di inquinanti) e dal sindaco di Orvieto Giuseppe Germani (Mercurio: un problema emergente dell’Italia centrale).

Un grave allarme sulla situazione di inquinamento da mercurio era stato lanciato lo scorso anno, quando nel giugno 2016 furono resi noti i dati dell’attività di ricerca (raccolti dal 2009) del dipartimento di scienza della terra dell’università di Firenze e presentati dal professor Pilario Costagliola, docente di mineralogia, nell’ambito dell’incontro pubblico, organizzato dagli Amici della Terra, dal titolo “La strada del mercurio”, svoltosi a Roma, presso i locali del Senato. Nel loro report Gli Amici della Terra parlano di “60 tonnellate di mercurio nei sedimenti fluviali del fiume Paglia, 11 kg di mercurio che ogni anno arrivano al Mar Tirreno, concentrazioni elevate di mercurio nei campioni di muscoli dei pesci d’acqua dolce. Oltre il 90% del mercurio ritrovato nei pesci è nella forma metilata, la più pericolosa per la salute umana. Una grande percentuale dei campioni di muscolo di pesce supera le linee guida U.S. EPA 2009 (United States Environment Protection Agency) per il metil-mercurio ai fini della sicurezza per il consumo umano”.

L’origine di un tale disastro veniva attribuito tout court a “più di un secolo di estrazione e lavorazione dei minerali di mercurio nel Monte Amiata, uno dei più grandi giacimenti di mercurio di tutto il mondo”. Successivamente però gli Amici della Terra avevano ammesso che certamente, tra le cause dell’inquinamento da mercurio, andava annoverata la “già nota” produzione geotermica. Ora a riprovarci sono l’ARPA Umbria sostenendo che “dai primi riscontri in letteratura” ben poca cosa è il contributo della geotermia amiatina e comunque il suo contributo “va gestito in altro contesto ambientale (è (solo) una questione prettamente toscana)”. No, non è una questione solamente toscana –sostiene la portavoce della Rete Nazionale NOGESI Solange Manfredi– ma una questione dei territori attraversati dal fiume Paglia ed inquinati da mercurio, dunque un problema che riguarda tutte e tre le tre regioni Toscana, Umbria e Lazio!

Le miniere di mercurio dell’Amiata sono peraltro dismesse da quarant’anni e in massima parte bonificate, mentre le centrali geotermoelettriche di Enel Green Power, rilasciano continuamente in atmosfera un vero e proprio cocktail di inquinanti, tra i quali il mercurio occupa senza dubbio un posto d’onore, rappresentando il 42,5% delle emissioni di mercurio provenienti dall’intero comparto industriale italiano (Studio Basosi e Bravi, 2014), nonostante gli abbattitori di questo inquinante (AMIS).

“È possibile fare un calcolo approssimativo del mercurio emesso –questa quantità è sottostimata in quanto non vengono considerate le emissioni durante i fuori servizio degli impianti– in base ai dati disponibili”, osserva il geologo Andrea Borgia, attento studioso della geotermia amiatina. “Secondo i dati Enel nel 1996 –continua il prof. Borgia– le emissioni di mercurio erano pari a 2611 kg/anno. Nella DGR Regione Toscana, la n. 344, si ricava che le centrali di Piancastagnaio emettono mercurio nella quantità di 1969 kg/anno nel 2000; 749 kg/anno nel 2003; 914 kg/anno nel 2005; 740 kg/anno nel 2007; 248 kg/anno nel 2013. Il totale emesso negli anni 1969-1999 è di 37,894 tonnellate, a cui si aggiungono le emissioni dal 2000 al 2016, per un totale di 52,559 tonnellate. Questa quantità di Mercurio immessa nell’ambiente è esorbitante”.

“Concludendo, la quantità di mercurio emessa dalle centrali geotermiche di Piancastagnaio è di poco inferiore alla quantità di mercurio contenuta attualmente nel Paglia (considerate le approssimazioni fatte si dovrebbe dire che è circa uguale)”, afferma Borgia, il quale aggiunge: “La quantità di Mercurio che arriva al Mar Tirreno è 22 volte meno di quella che viene emessa attualmente dalle centrali geotermiche di Piancastagnaio e che ricade nel bacino del Paglia. Quindi si dovrebbe concludere, che non c’è bisogno di tirare in ballo le vecchie miniere di Mercurio dismesse ormai da quasi 40 anni ed in buona parte bonificate, ma che con tutta probabilità la maggior parte del mercurio accumulato nel Paglia, o che passa attraverso il Paglia per arrivare al Mar Tirreno, proviene dalle centrali geotermiche di Piancastagnaio”.


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Abbadia S.S., 4 febbraio 2017. Documentazione e materiali del Convegno

ATTENZIONE, PAGINA IN CONTINUO AGGIORNAMENTO: iniziamo la pubblicazione della documentazione e dei materiali del convegno del 4 febbraio 2017 ad Abbadia San Salvatore “DALL’AMIATA ALLA VALLE DEL TEVERE: ANCORA GEOTERMIA INDUSTRIALE O UN ALTRO SVILUPPO E’ POSSIBILE?”

 

 

COMUNICATO STAMPA del 6 febbraio 2017

INSIEME AD ABBADIA PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE, LIQUIDARE LA VICENDA GEOTERMIA

L’AMIATA NON È PIÙ SOLA CONTRO LA GEOTERMIA SPECULATIVA ED INQUINANTE

SABATO 4 FEBBRAIO 2017, AD ABBADIA SAN SALVATORE, NEL CORSO DEL CONVEGNO IN MEMORIA DEL PROF. ROBERTO MINERVINI SUL TEMA “DALL’AMIATA ALLA VALLE DEL TEVERE: ANCORA GEOTERMIA INDUSTRIALE O UN ALTRO SVILUPPO È POSSIBILE?”, ORGANIZZATO DALLA RETE NAZIONALE NOGESI E SOS GEOTERMIA, I RAPPRESENTANTI DEI COMUNI DI LAZIO, UMBRIA E TOSCANA SI SONO INCONTRATI PER DIRE CHE UN ALTRO SVILUPPO È POSSIBILE E DOVEROSO PER SALVAGUARDARE L’AMBIENTE, IL PAESAGGIO E BELLEZZA DEI LORO TERRITORI.

Il futuro dell’Amiata è il futuro del centro Italia. Il Monte Amiata, infatti, è al centro di un ecosistema a rischio, la cui salvaguardia e valorizzazione riguarda ben tre regioni: Toscana, Lazio e Umbria. Proprio per questo il convegno di sabato, connotato come sempre dall’alta qualità delle relazioni e che ha registrato una altissima affluenza di pubblico, ha visto gli interventi di diversi rappresentati dei comuni di tre regioni per dire no ad uno sviluppo dei loro territori fondato sulla geotermia speculativa ed inquinante.

La giornata, moderata da Vittorio Fagioli della rete NOGESI, si è aperta con i saluti del sindaco di Abbadia San Salvatore dr. Fabrizio Tondi e una introduzione di Velio Arezzini di SOS Geotermia che ha richiesto con forza la chiusura delle centrali geotermiche “flash” e l’elaborazione di piano energetico alternativo.

Nella prima parte del convegno i proff. Roberto Barocci e Andrea Borgia hanno evidenziato, avvalendosi dei dati ufficiali delle ARS, ARPAT e Università, le emissioni in atmosfera di inquinanti prodotte dalle 5 centrali flash geotermoelettriche dell’Enel presenti nel territorio del Monte Amiata, con effetti sulla salute dei cittadini, sull’ambiente, sulla sismicità, sul bacino idrico dell’Amiata (il più importante del Centro Italia), sui fiumi Paglia e Tevere, oggetto di inquinamento da mercurio pari al 42,5%  della intera produzione di mercurio dell’industria nazionale.

L’ing. Giorgio Santucci ha illustrato, poi, gli studi che gli scienziati di varie università nel mondo, stanno portando avanti per uno sfruttamento ecosostenibile dell’energia geotermica: BHE (Borehole Heat Exchangers). A conferma, se mai ve ne fosse stato bisogno, di come gli impianti idrotermali oggi conosciuti non permettano uno sfruttamento dell’energia geotermica rispettosa dell’ambiente e della salute dei cittadini.

La parola, quindi, è passata alla componente politica che, all’unisono, si è espressa con forza per ribadire il proprio proposito di voler portare avanti, ed attuare, una politica di sviluppo legata alla valorizzazione e salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio, dell’agricoltura, dell’enogastronomia e dell’immenso patrimonio storico, culturale ed archeologico di questi territori di straordinaria bellezza. Bellezza che va preservata, perché ha un compito etico insostituibile.

Sulla votazione del consiglio Regionale della Toscana in merito alla questione delle “aree non idonee alla geotermia” i tre consiglieri di opposizione Giacomo Giannarelli (M5S), Tommaso Fattori (SI) e Manuel Vescovi (LN) hanno evidenziato i risvolti della votazione del 1° febbraio in Consiglio Regionale e la volontà di proseguire sulla vicenda sanitaria e ambientale dell’Amiata, riportando in Consiglio il parere dei ricercatori e scienziati che saranno ascoltati dalla Commissione Ambiente. Vescovi ha posto la necessità che della questione sanitaria del Monte Amiata venga investita la Commissione Sanità del Consiglio Regionale.

Sulla vicenda del mercurio nel fiume Paglia e Tevere il sindaco di Orvieto Germani ha ribadito la volontà delle amministrazioni comunali dei territori coinvolti di risolvere il problema dell’inquinamento da mercurio per proseguire ed ampliare l’azione nella direzione della tutela a valorizzazione dei territori. Ha chiuso la sezione politica il sindaco di Acquapendente, Angelo Ghinassi, che ha sottolineato l’importanza che questa battaglia, in difesa dell’ambiente, della salute e della bellezza dei nostri territori, venga portata avanti insieme dalle amministrazioni comunali delle tre regioni coinvolte perché, come ricordato anche dalla Corte di Costituzionale, il benessere dei cittadini e la tutela dell’ambiente hanno un valore “primario ed assoluto” e la tutela del paesaggio non può essere «subordinata ad altri valori, ivi compresi quelli economici». Questa proposta- se praticata- farà fare un passo avanti alla vertenza “geotermia e mercurio” in quanto lo scontro è assunto in prima persona dagli stessi amministratori dei territori.

La seconda parte del convegno è stata poi dedicata alle proposte di un diverso tipo di sviluppo economico ed energetico dell’area. Particolarmente interessante è stata la testimonianza del sindaco di Castiglione d’Orcia, Claudio Galletti che ha evidenziato come la Val d’Orcia, in pochi anni, grazie ad una politica di “sanatoria” delle industrie insalubri del territorio, sia approdata ad uno sviluppo durevole rispettoso dell’ambiente e delle sue peculiarità e sia riuscita ad imporsi come area a forte vocazione turistica e culturale.

I lavori si sono chiusi con l’intervento della prof. Cinzia Mammolotti che ha rilanciato la proposta della istituzione del Parco Naturale Nazionale dell’Amiata per la tutela e la valorizzazione dell’intero patrimonio ambientale ,storico e culturale. Con l’impegno di tutti a “chiudere” la vicenda geotermia nell’Amiata e portare avanti progetti per uno sviluppo sostenibile dell’area, nella consapevolezza che degrado e diseducazione possono dar prova di essere un costo insuperabile per la società.

Rete NoGESI                                                               Sos Geotermia


MATERIALI E DOCUMENTAZIONE

Riprese e interviste a cura di Amiata News

Introduzione ai lavori Velio Arezzini, Sos Geotermia/rete Nogesi

Intervento Roberto Barocci, Sos Geotermia/rete Nogesi

Le slides (in pdf) dell’intervento di Roberto Barocci, clicca qui per scaricare

Intervento Prof.Andrea Borgia, geologo

Intervento Giuseppe Germani, sindaco di Orvieto

Intervento Solange Manfredi, portavoce rete Nogesi

Intervento Tommaso Fattori, consigliere regionale Toscana SI

Intervento Giacomo Giannarelli, consigliere regionale Toscana M5S

Intervento Manuel Vescovi, consigliere regionale Toscana Lega Nord

Intervento Andrea Bassetti, imprenditrice agricola, Pres. Biodistretto Val d’Orcia

Intervento Antonio Pacini, Orto Botanico del Monte Amiata

Intervento Fabio Menchetti, agronomo

Intervento Claudio Galletti, Sindaco di Castiglione d’Orcia

Intervento Fabrizio Tondi, sindaco di Abbadia S.S.

Intervento Ing. Giorgio Santuci, presidente EGS

Intervento Fabio Landi, Sos Geotermia

 Intervento Cinzia Mammolotti, Movimento di Cittadinanza,
sul Manifesto dell’Amiata

Interviste

 

 

 

 

 

 

TUTTO IL CONVEGNO IN 4 VIDEO

PARTE 1a

PARTE 2a

PARTE 3a

 

PARTE 4a

 

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