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Monte Amiata e fiume Paglia. Emergenza mercurio: inquinamento inaudito, è ora di incominciare a chiedere i danni! -video-

Il 42,5% di tutto il mercurio emesso in atmosfera dal comparto industriale italiano, ed il 2,1% di tutto quello emesso dal comparto industriale europeo, viene emesso dalle centrali geotermiche del Monte Amiata, ed il fiume Paglia ha concentrazioni di mercurio abbondantemente superiori ai limiti di legge.

Di questo si è parlato sabato 8 aprile 2017 ad Acquapendente, nel corso del convegno sul tema “Dall’Amiata alla Valle del Tevere: l’inquinamento da mercurio lungo il Fiume Paglia” organizzato dal Comune di Acquapendente con la collaborazione della Rete Nazionale NOGESI. (qui il programma)

La giornata, moderata da Solange Manfredi, portavoce della rete nazionale NOGESI, si è aperta con i saluti del sindaco di Acquapendente Angelo Ghinassi che, sull’immagine del capolavoro di Brueghel il Vecchio, “La parabola dei ciechi”, ha esortato tutti a smettere di essere ciechi, e ad aprire gli occhi davanti alle minacce che minano il territorio e la salute e che rischiano di compromettere anni di sviluppo votato al turismo.

E la minaccia mercurio nel nostro territorio, secondo i dati ufficiali riportati dagli esperti intervenuti, è grave, perché il mercurio, uno dei metalli più tossici per l’uomo e l’ambiente, è estremamente persistente, una volta emesso nell’aria o nell’acqua può percorrere considerevoli distanze; ha la capacità, quindi, di distribuirsi globalmente e, dato il suo alto livello di tossicità, per la salute dell’uomo, la fauna e dell’ambiente, ha effetti devastanti sulla salute e sugli ecosistemi.

Ha aperto i lavori il dott. Maurizio Marchi, responsabile di Medicina Democratica di Livorno e della Val di Cecina, che ha evidenziato come, seppur dopo anni di battaglie, l’Unione Europea sia intervenuta per far convertire le industrie della zona della Val Cecina – che utilizzavano nei loro processi produttivi l’elettrolisi a mercurio e che, secondo i dati ufficiali, nel 2007, emettevano 143 kg di mercurio in aria e 143 kg di mercurio in acqua – e non sia intervenuta sugli impianti geotermici dell’Amiata che, sempre secondo i dati ufficiali, nello stesso anno, il 2007, emettevano in atmosfera circa 1500 kg di mercurio.

Ha proseguito l’analisi il prof. Andrea Borgia, geologo dell’Università di Milano che, avvalendosi dei dati ufficiali delle ARS, ARPA e Università, ha evidenziato come gli impianti geotermici dell’Amiata abbiano emesso in atmosfera, dall’inizio del loro sfruttamento, 52 tonnellate di mercurio: “Per avere una idea, è una quantità di mercurio sufficiente a portare sopra i limiti di legge l’acqua potabile che beve tutto il mondo in 100 anni (calcolando un consumo di due litri al giorno per abitante)….Ma non solo mercurio esce dagli impianti geotermici, anche CO2 – le centrali geotermiche emettono circa 2 volte più CO2 di una centrale a gas per produrre la stessa quantità di energia – metano, acido solfidrico, ammoniaca e l’acido borico, quest’ultimo poi lo ritroviamo nella frutta”.
Ed ancora: “…uno studio dell’università di Siena mostra come dalle centrali geotermiche esca anche uranio, cadmio, cobalto, cromo, antimonio, arsenico, tutti elementi dannosi per la salute che non hanno limiti di legge per le emissioni, possono emetterne quanto ne vogliono, emettono più radioattività delle centrali nucleari”. Quindi, conclude il prof. Borgia: “Come è possibile che nessuno si renda conto della gravità della situazione, e che queste centrali godano dei certificati verdi e degli incentivi? Questa è la forma più inquinante al mondo per produrre l’energia elettrica”.

Il dott. Federico Silvestri, Servizio tutela delle acque – Direzione regionale ambiente e sistemi naturali – Regione Lazio, ha, quindi, illustrato il Piano d’indagine nelle aste fluviali del F. Paglia e del F. Tevere per la verifica dello stato di contaminazione da mercurio elaborato dalle Arpa delle tre Regioni (Lazio, Umbria, Toscana), dopo la denuncia di danno ambientale inoltrata dalla Regione Umbria al Ministero dell’Ambiente, evidenziando come la prima fase dovrebbe concludersi verso la fine di luglio e, successivamente, elaborati i dati, verrà programmata una seconda fase di approfondimento.

Il prof. Endro Martini, geologo, presidente dell’Alta Scuola ha sottolineato come indagare la matrice ambientale dell’inquinamento da mercurio sia doveroso ed obbligatorio ma come, contestualmente, debba partire anche una indagine di tipo epidemiologico, per capire se nei nostri territori già ci sia qualche segnale di accumulo di mercurio nell’organismo umano. Ha concluso, quindi, auspicando che questa effettiva e doverosa collaborazione interregionale sul problema mercurio nel fiume Paglia possa svilupparsi, ricordando che i contratti di fiume sono strumenti importanti per i territori, riconosciuti come strumenti funzionali anche nella strategia di sviluppo e di adattamento ai cambiamenti climatici, strumenti che favoriscono il dialogo sociale e le linea guida del dissesto idrogeologico.

Il Dr. Rosario Castro, infine, Presidente della Commissione bonifica mineraria di Abbadia San Salvatore ci ha illustrato la situazione dello stato di avanzamento dei lavori di bonifica delle miniere di mercurio di Abbadia San Salvatore, evidenziando come, nel 2013, sia stato realizzato un canale idraulico avente la funzione di raccogliere le acque affluenti dai corpi idrici posti a monte dell’area mineraria bypassando così le zone inquinate della miniera. Il dott. Rosario ha concluso ricordando come la lista civica di cui è capogruppo, “Abbadia futura” sia contraria alla geotermia a livello industriale e si batta per un tipo di sviluppo sostenibile che punti sul turismo, sulla storia, cultura ed una agricoltura di qualità.

Ha chiuso il convegno il sindaco di Acquapendente, Angelo Ghinassi che, dopo aver ringraziato i relatori per i loro importanti contributi, ha sottolineato come: “Il tema dell’ambiente e della salute è un tema talmente trasversale che deve superare ampiamente gli schieramenti e le posizioni di parte, purtroppo sono proprio queste posizioni di parte che hanno generato per troppi anni una cecità e una barriera al dialogo e al confronto. Oggi abbiano avuto un’ennesima prova dei pericoli che gli impianti geotermici determinato sul nostro territorio. Qui non è più questione di confini amministrativi. È un problema interregionale molto serio. Devo ringraziare il dott. Silvestri per averci fornito le informazioni sul programma di indagine sul Fiume Paglia che Toscana, Lazio e Umbria intendono avviare in tempi brevi, e mi auguro che, da queste indagini, possano scaturire le cause che hanno generato l’inquinamento, in modo da utilizzare queste risultanze per contrastare la realizzazione di ulteriori impianti geotermici e per intraprendere iniziative giudiziarie per chiedere il giusto risarcimento dei danni arrecati, sotto il profilo ambientale, paesaggistico e sanitario. E chiudo sul contratto di fiume. Secondo me va fatto, va fatto per il carattere interregionale del bacino del Paglia. Se il sindaco di Orvieto si fa promotore di questo incontro tra sindaci del bacino, io aderirò sicuramente. Ringrazio ancora la Rete Nazionale NOGESI per aver promosso questo incontro, che ha aggiunto ulteriori elementi di spunti e riflessioni su questo tema, contribuendo a superare la sottovalutazione di cui è stato oggetto sino ad ora”.


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Introduzione Dott.ssa Solange Manfredi
portavoce della rete nazionale NOGESI
Saluti Dott. Angelo Ghinassi
sindaco di Acquapendente

Dott. Maurizio Marchi
responsabile di Medicina Democratica di Livorno e della Val di Cecina

Prof. Andrea Borgia
geologo, Università di Milano

 

 Dott. Federico Silvestri
Servizio tutela delle acque, Direzione regionale ambiente e sistemi naturali, Regione Lazio

 Prof. Endro Martini
geologo, presidente dell’Alta Scuola 

 Dott. Rosario Castro
Presidente della Commissione bonifica mineraria di Abbadia San Salvatore 

 Conclusioni Dott. Angelo Ghinassi
sindaco di Acquapendente


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Dall’Amiata alla Valle del Tevere seguendo la via del mercurio

In occasione del convegno che si è recentemente tenuto a Abbadia San Salvatore dal titolo “Dall’Amiata alla valle del Tevere: ancora geotermia industriale o un altro sviluppo è possibile?”, promosso dalle associazioni SOS Geotermia e Rete Nazionale NOGESI, ampio spazio è stato riservato al tema “Geotermia, mercurio e inquinanti”, tema illustrato e approfondito dalle relazioni di Roberto Barocci (Geotermia elettrica: rischi per la salute pubblica e le acque), Andrea Borgia (Amiata: Geotermia – un velenoso cocktail di inquinanti) e dal sindaco di Orvieto Giuseppe Germani (Mercurio: un problema emergente dell’Italia centrale).

Un grave allarme sulla situazione di inquinamento da mercurio era stato lanciato lo scorso anno, quando nel giugno 2016 furono resi noti i dati dell’attività di ricerca (raccolti dal 2009) del dipartimento di scienza della terra dell’università di Firenze e presentati dal professor Pilario Costagliola, docente di mineralogia, nell’ambito dell’incontro pubblico, organizzato dagli Amici della Terra, dal titolo “La strada del mercurio”, svoltosi a Roma, presso i locali del Senato. Nel loro report Gli Amici della Terra parlano di “60 tonnellate di mercurio nei sedimenti fluviali del fiume Paglia, 11 kg di mercurio che ogni anno arrivano al Mar Tirreno, concentrazioni elevate di mercurio nei campioni di muscoli dei pesci d’acqua dolce. Oltre il 90% del mercurio ritrovato nei pesci è nella forma metilata, la più pericolosa per la salute umana. Una grande percentuale dei campioni di muscolo di pesce supera le linee guida U.S. EPA 2009 (United States Environment Protection Agency) per il metil-mercurio ai fini della sicurezza per il consumo umano”.

L’origine di un tale disastro veniva attribuito tout court a “più di un secolo di estrazione e lavorazione dei minerali di mercurio nel Monte Amiata, uno dei più grandi giacimenti di mercurio di tutto il mondo”. Successivamente però gli Amici della Terra avevano ammesso che certamente, tra le cause dell’inquinamento da mercurio, andava annoverata la “già nota” produzione geotermica. Ora a riprovarci sono l’ARPA Umbria sostenendo che “dai primi riscontri in letteratura” ben poca cosa è il contributo della geotermia amiatina e comunque il suo contributo “va gestito in altro contesto ambientale (è (solo) una questione prettamente toscana)”. No, non è una questione solamente toscana –sostiene la portavoce della Rete Nazionale NOGESI Solange Manfredi– ma una questione dei territori attraversati dal fiume Paglia ed inquinati da mercurio, dunque un problema che riguarda tutte e tre le tre regioni Toscana, Umbria e Lazio!

Le miniere di mercurio dell’Amiata sono peraltro dismesse da quarant’anni e in massima parte bonificate, mentre le centrali geotermoelettriche di Enel Green Power, rilasciano continuamente in atmosfera un vero e proprio cocktail di inquinanti, tra i quali il mercurio occupa senza dubbio un posto d’onore, rappresentando il 42,5% delle emissioni di mercurio provenienti dall’intero comparto industriale italiano (Studio Basosi e Bravi, 2014), nonostante gli abbattitori di questo inquinante (AMIS).

“È possibile fare un calcolo approssimativo del mercurio emesso –questa quantità è sottostimata in quanto non vengono considerate le emissioni durante i fuori servizio degli impianti– in base ai dati disponibili”, osserva il geologo Andrea Borgia, attento studioso della geotermia amiatina. “Secondo i dati Enel nel 1996 –continua il prof. Borgia– le emissioni di mercurio erano pari a 2611 kg/anno. Nella DGR Regione Toscana, la n. 344, si ricava che le centrali di Piancastagnaio emettono mercurio nella quantità di 1969 kg/anno nel 2000; 749 kg/anno nel 2003; 914 kg/anno nel 2005; 740 kg/anno nel 2007; 248 kg/anno nel 2013. Il totale emesso negli anni 1969-1999 è di 37,894 tonnellate, a cui si aggiungono le emissioni dal 2000 al 2016, per un totale di 52,559 tonnellate. Questa quantità di Mercurio immessa nell’ambiente è esorbitante”.

“Concludendo, la quantità di mercurio emessa dalle centrali geotermiche di Piancastagnaio è di poco inferiore alla quantità di mercurio contenuta attualmente nel Paglia (considerate le approssimazioni fatte si dovrebbe dire che è circa uguale)”, afferma Borgia, il quale aggiunge: “La quantità di Mercurio che arriva al Mar Tirreno è 22 volte meno di quella che viene emessa attualmente dalle centrali geotermiche di Piancastagnaio e che ricade nel bacino del Paglia. Quindi si dovrebbe concludere, che non c’è bisogno di tirare in ballo le vecchie miniere di Mercurio dismesse ormai da quasi 40 anni ed in buona parte bonificate, ma che con tutta probabilità la maggior parte del mercurio accumulato nel Paglia, o che passa attraverso il Paglia per arrivare al Mar Tirreno, proviene dalle centrali geotermiche di Piancastagnaio”.


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4 febbraio 2017. DALL’AMIATA ALLA VALLE DEL TEVERE: ANCORA GEOTERMIA INDUSTRIALE O UN ALTRO SVILUPPO E’ POSSIBILE?

ABBADIA SAN SALVATORE (SIENA)
SABATO 4 FEBBRAIO 2017, ORE 14,30- 19,30
CINEMA TEATRO AMIATA
scarica la locandina

In memoria del Prof.Roberto Minervini

Sabato 4 febbraio 2017 ore 14,30-19,30 a Abbadia San Salvatore (Siena) presso il cinema teatro Amiata si terrà un convegno sul tema “Dall’Amiata alla Valle del Tevere: ancora geotermia industriale o un altro sviluppo è possibile?”, organizzato dalla Rete Nazionale NOGESI e SOS Geotermia. Il convegno è dedicato alla memoria del Prof. Roberto Minervini, animatore appassionato della rete NOGESI, recentemente scomparso.

Sarà una giornata di analisi e approfondimento delle tematiche della geotermia nel Monte Amiata, delle centrali flash geotermoelettriche dell’Enel presenti nel territorio (cinque centrali per una potenza installata di 120 MW), con emissioni in atmosfera di inquinanti, con effetti sulla salute dei cittadini, sull’ambiente, sulla sismicità, sul bacino idrico dell’Amiata (il più importante del Centro Italia), sui fiumi Paglia e Tevere, oggetto di inquinamento da mercurio sul territorio dei comuni dell’Alto Lazio e dell’Umbria.

Il Monte Amiata è al centro di un ecosistema a rischio, la cui salvaguardia e valorizzazione riguarda ben tre regioni: Toscana, Lazio e Umbria. Per questo il convegno vedrà la presenza di professori esperti in materia e di amministratori, non solo locali, ma anche di Lazio e Umbria. La presenza politica sarà dei consiglieri, membri della commissione ambiente del consiglio regionale della Toscana, perché esprimano le loro posizioni e gli impegni verso il consiglio regionale, il presidente e la giunta toscana.

Una parte importante del convegno sarà dedicata alla “proposta” che un cambiamento è possibile e che si può e si deve fare una diversa politica energetica del territorio in alternativa a quella attuale inquinante e speculativa, che si basi sul risparmio energetico, sulla efficienza e fonti realmente rinnovabili e compatibili con la salvaguardia dell’ambiente. Un piano energetico costruito con la partecipazione e la gestione dei cittadini, nel quadro delle effettive necessità energetiche in una situazione nazionale contrassegnata dalla riduzione dei consumi elettrici che non legittima, in questo momento, costruzione di nuove centrali elettriche.

E che si può e si deve puntare a un altro sviluppo economico, sostenibile, alternativo al “polo geotermico” che la regione Toscana vuol fare dell’Amiata, che si basi sul grande patrimonio ambientale, storico e culturale e sulla valorizzazione delle risorse del territorio (bio-agricoltura di montagna, artigianato locale, natura, etc.), che devono essere alla base delle scelte e dei programma del governo dei nostri amministratori locali e della stessa regione Toscana. Una giornata di “riflessione collettiva” sulle scelte che riguardano il futuro dell’Amiata e del Centro Italia.

Si invitano alla partecipazione, i cittadini, i comitati, i movimenti, gli amministratori, i partiti politici, le associazioni e organizzazioni di categoria, la stampa e le TV locali, regionali e nazionali.

PROGRAMMA (scarica la locandina in pdf alta qualità)

Ore 14:30 ACCREDITO PARTECIPANTI

Ore 15:00 APERTURA LAVORI
Presidenza: Vittorio Fagioli, Rete NOGESI
Saluto del Sindaco di Abbadia S. Salvatore (Siena): Dr. Fabrizio Tondi
Introduzione: Velio Arezzini, SOS Geotermia

Ore 15:15 GEOTERMIA, MERCURIO, INQUINANTI
Prof. Roberto Barocci, Geotermia Elettrica: rischi per la salute pubblica e le acque
Prof. Andrea Borgia, geologo, Univ. Milano, Amiata: Un velenoso cocktail di inquinanti
Giuseppe Germani, sindaco di Orvieto (Terni), Mercurio: un problema emergente dell’Italia Centrale
Dott.ssa Solange Manfredi, giurista, portavoce Rete NOGESI, Strasburgo chiama Amiata
Ing. Giorgio Santuci, presidente EGS, Nuove tecnologie geotermiche: BHE (Borehole Heat Exchangers)

Ore 16:30 LA POLITICA
Sono stati invitati: Stefano Baccelli, presidente Commissione Ambiente Consiglio Regionale Toscana. (PD)
Giacomo Giannarelli, vice presidente Commissione Ambiente Consiglio Regionale Toscana. (M5S)
Tommaso Fattori, membro Commissione Ambiente Consiglio Regionale Toscana. (SI)
Manuel Vescovi membro del Consiglio Regionale Toscana (Lega Nord)

Ore 17:15 IL CAMBIAMENTO È POSSIBILE: PROPOSTE PER UN ALTRO SVILUPPO
Dr. Andrea Strozzi, ideatore del “Low Living & High Thinking”, giornalista de “Il Fatto Quotidiano”, L’insufficienza dell’efficienza
Claudio Galletti, Sindaco di Castiglione d’Orcia (Siena), Parco della Val d’Orcia e Amiata: i territori protagonisti
Bassetti Andrea, imprenditore, Presidente del Biodistretto della Val d’Orcia
Antonio Pacini, L’Orto Botanico del M. Amiata e la sua Biodiversità
Fabio Menchetti, agronomo, L’olivo sospeso – il museo dell’olio di Seggiano
Angelo Ghinassi, Sindaco di Acquapendente (Viterbo), I comuni dell’Alto Lazio per un NO alla geotermia e uno sviluppo sostenibile del territorio

Ore 18:30 DIBATTITO
Ore 19:00 Prof.ssa Cinzia Mammolotti, Il manifesto dell’Amiata: idee e proposte per lo sviluppo durevole del territorio / Il Parco Nazionale del M. Amiata


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