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Emissioni dalle centrali geotermiche in Amiata: chi controlla chi e cosa?

bagnore cassonettiMalori in concomitanza con “prove” ai pozzi: l’Enel è “esterrefatta” dagli “allarmisti”, ma i cittadini sono preoccupati …ed anche parecchio incazzati.

 

 

 

20160319_corr siena comunicato Enel

Corriere di Siena del 19 marzo 2016 – clicca sull’immagine per ingrandire –

Dunque, come da comunicato, Enel Green Power “…conferma, come già fatto a inizio del 2016, di essere esterrefatta di fronte a una costante attività di infondato allarmismo, priva di fondamento scientifico…” che impedirebbe “…un confronto serio e sereno sul tema dell’energia, e in particolare della geotermia…”.

Tutto nasce dal fatto che l’8 marzo scorso, durante normali prove sul pozzo PC38 in loc.Tre Case a Piancastagnaio, le popolazioni più vicine hanno lamentato il puzzo insopportabile e l’aria irrespirabile, arrivando, nel caso di una bimba e suo padre, a rivolgersi al pronto soccorso, prima di Abbadia e poi di Nottola, per disturbi agli occhi e alla pelle, diagnosticati come “iperemia congiuntivale oculare” ed “eritema”.
Ne abbiamo dato conto ricordando come non è la prima volta che si verificano danni più o meno gravi causati da emissioni geotermiche, fatti accertati anche dalla magistratura, l’Enel non faccia finta di non sapere…

A fronte quindi di una minaccia costante sulla testa delle popolazioni amiatine e la legittima preoccupazione nel vedere, e respirare, le “candide nuvole” che escono dalle centrali l’Enel non trova di meglio che snocciolare pagine di dati che dimostrano che quanto avvenuto è “impossibile”, in base ai dati “garantiti” dall’Arpat, l’agenzia alle dirette dipendenze della regione Toscana, che sarebbe responsabile dei monitoraggi, facendo sempre finta di non sapere che l’Arpat, sulle emissioni, demanda i controlli costanti alla rete di centraline, guarda caso, proprio dell’Enel, limitandosi a “verifiche” e “validazioni dei dati” come ha sempre dichiarato il dott.Pellegrini di Arpat, ex coordinatore di Area vasta sud: “La rete delle centraline QA di ENEL GP è molto ampia ed è composta da 17 centraline, che monitorano il parametro H2S. Questa rete fornisce una grande quantità di informazioni e copre praticamente tutti i centri abitati interessati dalle emissioni delle centrali geotermoelettriche. Come ARPAT ci siamo posti l’obiettivo di verificarne le modalità di gestione e la qualità dei dati.” (intervista pubblicata il 16.5.2013).
Strano? No, normale amministrazione.
Significa cioè che Arpat/Regione/Sindaci si limitano ad accettare la bontà del vino garantita dall’oste, cioè Enel, peraltro limitato al solo idrogeno solforato e mercurio e, sempre le stesse “autorità” dopo oltre 10 anni di costosi studi ancora non hanno individuato le cause dell’alta mortalità e altre patologie in eccesso rispetto alla media.

Sulla “qualità” delle emissioni, invece, sembra che l’unico interesse sia quello di monitorare l’idrogeno solforato e il mercurio, le uniche due sostanze per le quali hanno inventato dei filtri che, quando funzionano regolarmente, possono abbatterne fino al 90%.

marini arcidosso

Sindaco di Arcidosso Marini

Ma allora davvero, se si esclude “l’irrilevante” 10% di H2S e mercurio, dalle centrali esce vapor acqueo?
Avesse davvero ragione il sindaco di Arcidosso quando afferma che “…quello lì è vapore acqueo che fa parte del processo di produzione della centrale. Mah, ci saranno alcune volte che entrano a contatto con degli agenti atmosferici anche naturali, per cui il vapore si condensa di più, ma sempre vapore acqueo è.”. Benedetta verità…

Noi non vorremmo essere “allarmisti”, ma l’Arpat a suo tempo -probabimente quando faceva dei controlli in proprio- elencò che nelle tonnellate di sostanze emesse, oltre ai citati H2S e mercurio, ci sono anche arsenico, radon, ammoniaca, acido borico, anidride carbonica, metano ad altro ancora. Per la sola ammoniaca siamo al 17,7 % del totale delle emissioni di tutta l’Italia: farà mica bene?
Tanto che, in base ai dati delle emissioni, il prof.Basosi e il dott.Bravi hanno concluso un loro studio specifico sulle centrali amiatine dicendo che, per emissioni climalteranti, queste sono equiparabili, se non peggiori, delle centrali a combustibili fossili.
Saranno questi gli “allarmisti” di cui ciancia l’Enel?

enel montemaggi

Montemaggi di Enel Green Power

Possiamo tranquillamente dire all’Enel di “stare sereni”, perchè le cose che scriviamo arrivano sempre da fonti ufficiali e riscontrabili, abbiamo solo il vizietto di farle conoscere ai cittadini costretti a sorbirsi la geotermia in Amiata.
Quanto poi al clima che impedirebbe “…un confronto serio e sereno sul tema dell’energia, e in particolare della geotermia…” non possiamo che ribadire all’Enel che i comitati hanno sempre ricercato e promosso e sono sempre disponibili al confronto con chiunque ed, anzi, li sfidano ad un contraddittorio pubblico.
Il resto è propaganda.

Ancora arruolati: Amici della Terra …o della Trivella?

tommasi monica amici terra arruolatiC’è una lunga schiera di ex verdi, ex ambientalisti, associazioni di “ex combattenti e reduci” dell’ambientalismo nostrano che, nel corso degli anni, sono stati “folgorati sulla via di damasco” e sono passati, armi e bagagli, dall’altra parte della barricata, chi sostenendo le risorse fossili (petrolio, carbone, gas), chi le cosiddette rinnovabili, …però solo quelle che garantiscono ingiustificati e spropositati incentivi alle centrali: dalle “vecchie” centrali enel alle “nuove” della favoleggiata “buona geotermia”.

trivella san paoloAnche importanti associazioni che si spacciano per ambientaliste ce le siamo ritrovate spesso a sponsorizzare politiche per niente compatibili e rinnovabili. Oltre a Legambiente,  che tifa apertamente per la geotermia, ci sono una marea di gruppi, siti e blog che dietro gli aggettivi di “green”, “eco”, “ambiente”, “verde”, spesso lavorano per l’esatto contrario…

Degli Amici della Terra (Italia) avevamo già “apprezzato”, in merito alla geotermia, un lavoro della sezione di Firenze, del 2008, dal titolo “LA RISORSA GEOTERMICA PER USI ELETTRICI IN ITALIA: Energia, Ambiente e Accettabilità Sociale”, che vi invitiamo a scaricare e leggere.
Tale pubblicazione sembra un manuale ad uso degli amministratori pubblici e delle imprese (all’epoca solo l’Enel) che si vogliono, o debbono, confrontare con “…il conflitto ambientale emerso nell’ultimo decennio nel rapporto con comunità e istituzioni locali.”.
Chi scrive cerca di mantenersi al di sopra delle parti e fornisce utilissime strategie, soprattutto comunicative, per affrontare i “conflitti” con le popolazioni colpite, ma qui e là emerge la vera anima.
Indicativo è un passaggio sul “conflitto” già allora presente in Amiata dove si afferma: “…sicuramente non si può parlare di emergenza ambientale né, come viene sostenuto da parte del movimento di contestazione della geotermia in Amiata, di condizioni di insostenibilità ambientale, tali da richiedere una sospensione delle attività geotermoelettriche in nome del principio di precauzione…”.
Con questo prendendo definitivamente posizione sulla geotermia…

In vista del referendum contro le trivelle a mare (al quale vi invitiamo a partecipare votando SI’) la presidente dell’associazione, Monica Tommasi, il 1° marzo scorso prende posizione, ovviamente CONTRO, con argomentazioni che somigliano a quelle di governo e petrolieri; c’è anche da dire che il governo, pur di boicottare il referendum, spenderà 300 milioni di euro per organizzare la macchina elettorale, quando avrebbe potuto far coincidere la data con quella delle elezioni.
Ma ormai sui referendum di cui già sanno che hanno posizioni perdenti, da Craxi in poi, i governi tirano a boicottare la partecipazione e “mandare tutti al mare” piuttosto che argomentare e sostenere il NO.

Tornando quindi agli Amici della Terra – Italia -, questi erano collegati alla associazione internazionale Friends of the Earth; erano, in quanto da ottobre 2014 la stessa associazione madre, con un bel calcio nel culo, la allontana e non ne riconosce più l’appartenenza, con la seguente decisione (trad.automatica, qui la pagina originale):

A seguito di un approfondito processo di valutazione e discussione sullo stato di appartenenza Amici della della Terra nelle Amici della federazione Earth International, l’Assemblea FoEI Biennale Generale (BGM), riuniti a Kandy, Sri Lanka, nel mese di ottobre 2014, ha deciso di sospendere l’appartenenza di Amici della Terra.
Friends of the Earth International deplora che dopo trentasei anni di adesione, la visione della giustizia ambientale condiviso dalla federazione e la missione e la visione di Amici della Terra sono venuti a divergere in misura tale che l’adesione Amici della della Terra non è più sostenibile. Questa decisione ha effetto immediato e significa che a partire da ottobre 2014, Amici della Terra Internazionale non ha un gruppo membro in Italia.

Il 18 marzo scorso, la D’Orsogna pubblica sul suo blog un post in cui esplicita quella che a noi sembrava già una, fondata, impressione: che si tratti di Amici della Trivella.
Riportiamo quindi il testo con i links originali ( originale pubblicato QUI ) :

 

tommasi mMonica Tommasi, esponente di Amici della Terra.

Uno dira’, bene, e’ una Amica della Terra. Sicuramente vorra’ bene alla Terra, no? Sicuramente vorra’ proteggerla per le generazioni successive, migliorarla, farla piu’ verde, piu’ bella. E invece no. Monica Tommasi di Amici della Terra dice di essere favorevole al petrolio in Adriatico.

Perche’ chiamarsi “amici della terra” e dire cose assurde cosi? Perche’ farlo nel 2016 quando e’ una posizione intenibile?

Ma iniziamo con il chiederci chi e’ Amici della Terra. Amici della Terra e’ una supposta organizzazione ambientalista italiana il cui nome e’ la traduzione letterale di Friends of the Earth, un gruppo ambientale abbastanza famoso qui negli USA.

E siccome li conosco un po di esponenti di Friends of the Earth qui in California, mi disturba non poco che questi finti ambientalisti italici favorevoli al petrolio usino la traduzione letterale italiana di un gruppo serio.

Conosco di persona Nnimmo Bassey, nigeriano, che e’ stato direttore di Friends of the Earth dal 2008 al 2012, e che nel 2009 e’ stato anche nominato dal Time Magazine come uno dei piu’ influenti ambientalisti del pianeta. E’ stato uno dei firmatari della decsione di espellere Amici della Terra da Friends of the Earth e lo si vede nel comunicato in alto.

Nnimmo Bassey e’ un gran signore, e non ha niente a che vedere con Monica Tommasi, ve lo assicuro.

Eccola qui Monica, in uno dei tanti-video propaganda a favore del petrolio in mare. 

Sul TG2.

Ho dovuto veramente farmi forza per sentire le non-argomentazione e il vuoto logico di Monica, Amica della Terra che dice:

“Noi siamo favorevoli alle trivellazioni in Adriatico perche’ pensiamo che non si possa fare in altri paesi, verso altri popoli quello che non vogliamo fare a casa nostra. E quindi pensiamo che per tutto vada bene il chilometro zero e non comprendiamo bene perche’ non vada bene per il petrolio. 

Che mi tocca sentire. Nel 2016. Oddio.

Ovviamente ciascuno puo’ pensarla come vuole, ma allora, per coerenza, cara Monica inizi lei, Ci dia l’esempio. Forza. Si offra lei di fare pozzi e di estrarre la monnezza petrolifera nella localita’ marina di sua scelta. Dove va lei al mare, con i suoi figli, con la sua famiglia e il suo ombrellone. E scelga una localita’ dove vicino c’e’ una raffineria a terra o una nave FPSO.  E questi pozzi, a sua scelta, con tutta l’infrastruttura che si portano appresso devono essere a uno, due, al massimo cinque chilometri da riva, come e’ a Gela, come doveva essere a Vasto con Elsa, o ad Ortona con Ombrina, com’e’ in alcune localita’ dell’Emilia Romagna.

E poi mi dica.

Quello che lei dice cara Monica, e’ il solito argomentare del cosi’ fan tutte. Del siccome e’ gia’ fatto altrove facciamolo pure noi.

Cara Monica, io credo che se lei parlasse con un vero Amico della Terra, il mio amico Nnimmo Bassey sarebbe il primo, dalla Nigeria martoriata a dirle: fermatevi finche’ siete in tempo.

I luoghi dove gia’ trivellano devono esserci di monito, e le loro sofferenze devono servirci da un lato per apprezzare e migliorare quello che abbiamo e proteggerlo a spada tratta,  e dall’altro a fare tutto il possibile perche’ le cose siano migliori laggiu’.

Una vera Amica della Terra, cara Monica Tommasi con tutta la sua associazione, metterebbe su una campagna mediatica per esporre i misfatti dell’ENI in Nigeria, per fermare le trivelle laggiu’, per dar giustizia alla gente che vive all’ombra delle fiaccole perenni, per punire chi inquina, per far si che l’acqua si possa bere.

Una vera Amica della Terra avrebbe cose piu’ importanti da fare che star li a giustificare il petrolio in Adriatico.

Forse e’ per questo che quelli di Friends of the Earth vi hanno cacciato.

E ancora, lo sa, cara Monica che se veramente volessimo avere tutto il petrolio italico a chilometro zero dovremmo trivellare pure sotto la villetta dove abita lei? Perche’ — e sono dieci anni che lo ripetiamo! — di petrolio ne abbiamo poco e schifoso, e seppure trivellassimo ogni centimetro quadrato d’Italia non ce la potremmo mai fare.

La riposta e’ usare questo nostro tempo per CAMBIARE, per migliorare, per osare, per pensare. California, Germania, Svezia, Danimarca guardano al domani, e non all’altro ieri come fa lei.

Perche’ Amici della Terra, oltre alle campagne in favore della Nigeria martoriata da ENI e Shell, non fa campagne per l’Italia al 100% rinnovabile fra 10, 20, 30 anni invece che voler spremere fino all’ultima goccia di petrolio?

Forse perche’ Amici della Terra e’… finanziata per il 40% dall’ENI? Forse perche’ vi fate un po di tarallucci e vino in roboanti conferenze dal titolo: “Efficienza Italia” organizzata da Amici della Terra con la partecipazione di ENI? 

Forse perche’ nel 2014 siete stati esplusi da Friends of the Earth per connivenza con l’industria fossile e perche’ siete stati accusati di fare greenwashing?

Questo suo atteggiamento del “siccome abbiamo distrutto Nigeria e Ecuador, distruggiamo anche l’Italia” e’ un atteggiamento da perdenti, da vecchi, da deboli, da struzzi. Non e’ vero che siamo condannati a trivellare l’intero pianeta. Siamo piu’ intelligenti. E se in tutto il pianeta ci si ribellasse alle trivelle, e allora politici ed industriali dovranno *per forza* usare le alternative che gia’ esistono
invece che continuare ad assecondare le lobby petrolifere che pagano il 40% dei ricavati della sua associazione cara Monica.

Piu’ che una Amica della Terra, lei mi pare una Traditrice della Terra.

Fa pena anche il cronista del servizio che ovviamente, di tutto quello che Greenpeace dice, ricorda solo che il referendum costera’ fra i 350 e i 400 milioni di euro.  Meglio non sprecarli allora no? Meglio dire alla gente: visto che li sprechiamo, andateci a votare. No. Passa solo il messaggio che e’ uno spreco di soldi e che una amica della terra pensi che vada bene trivellare l’Adriatico. Un giornalismo proprio d’inchiesta e da Pulitzer Prize.

Purtroppo per noi, questo e’ il paese che abbiamo. Sta a noi cambiare le cose, per il poco che possiamo, ma ogni santo giorno, un pochettino almeno.

Infine, un sacco di gente mi chiede perche’ non vengo interpellata in queste interviste. La risposta e’ semplice: non mi ci vedrete mai alla TV italiana, hanno paura del confronto, cosi’ possono avere indistrurbati il TG1 e il TG2 e il TG3 e il TG345 a dire tutte le petrol-balle che piacciono a Matteo Renzi e ai suo petrol-amici.

Che democrazia malata e schifosa.

Maria Rita D’Orsogna

Enel in Amiata, dobbiamo aspettare il morto per fermare la geotermia?

cornaL’8 marzo, nel corso di “normali” operazioni intorno al pozzo PC38, “normali” emissioni e malori. Bimba e genitore al pronto soccorso. Chiediamo moratoria immediata e indagini rigorose sull’attività geotermica dell’Enel.

 

 

 

20160308_corriere di sienaL’Arpat, l’agenzia per la “protezione” ambientale alle dipendenze della regione Toscana, il 10 marzo us si vede costretta a “fornire informazioni” in merito a “una prova di produzione del pozzo” denominato PC38, l’8 marzo, in comune di Piancastagnaio, loc.Tre Case. “Costretta” perchè allarmata dal fatto che “sono apparsi sulla stampa locale di Siena alcuni articoli di stampa che hanno evidenziato il caso”, altrimenti sarebbe passato tutto sotto silenzio?

Ad ogno modo, per comunicare come tutto si sia svolto regolarmente e sotto stretto monitoraggio, Arpat mostra sì i monitoraggi, ma quelli dell’Enel (!) relativi ad un “Piano di Monitoraggio Ambientale – Pozzo PC38” che però sarebbe dovuto addirittura avvenire a luglio, come si legge in premessa: “Il periodo di test si svolgerà durante la prima settimana di luglio”. In base quindi ai controlli, “fatti dall’oste sul vino”, Arpat tranquillizza rilevando che durante tutto il periodo delle prove, dalle 10 alle 17, i limiti dell’idrogeno solforato (H2S) sono stati sembre ben al di sotto dai limiti previsti e, al massimo, “…è verosimile che una parte della popolazione abbia percepito le maleodoranze tipiche dell’H2S (uova marce)”.

20160313_corriere siena pronto soccorso_senza datiPurtroppo “parte della popolazione”, nell’area interessata dalle “prove”, sembra che si sia sentita proprio male tappandosi in casa, altro che “uova marce”; fino al caso della bambina e di suo padre che sono dovuti ricorrere al pronto soccorso, prima di Abbadia e poi di Nottola per disturbi agli occhi e alla pelle, diagnosticati come “iperemia congiuntivale oculare” ed “eritema”.
Ma se i valori dell’H2S, come ci racconta Arpat, erano molto al di sotto dei limiti, perchè ci sono stati malori?

Perchè l’Arpat si “accontenta” di far misurare solo idrogeno solforato e anidride carbonica?
E’ possibile che insieme all’H2S e alla CO2, le sole sostanze misurate dall’Enel, ci siano state -come in genere sull’Amiata- altre e altrettanto nocive sostanze come mercurio, arsenico, boro, radon, ecc.?
Abbiamo più volte denunciato come l’Arpat svolga il ruolo di “notaio” su quanto Enel dichiara, disponendo di pochi o niente mezzi autonomi di verifica, che spesso, come avvenuto all’accensione di Bagnore4, casualmente si guastano o sono in manutenzione

Non è la prima volta che l’Amiata deve subire danni a causa delle emissioni: oltre alle risultanze dello studio epidemiologico dell’Ars regionale che individua “eccessi significativi” di mortalità e altre patologie gravi rispetto ai comuni limitrofi e alla media regionale e che finora non hanno trovato “ufficialmente” una causa, e dovendo escludersi i famosi “stili di vita”, alibi buono per ogni disastro ambientale, nel corso degli anni più volte ci sono state fuoriuscite di gas che hanno provocato danni e moria di animali, per puro caso nessun umano, episodi di dominio pubblico, come il caso più eclatante al Podere Marchese nel settembre del 2000 (*), e alcuni dei quali già passati attraverso i tribunali con accertamento di responsabilità a carico dell’Enel.

20160308_terr abbadiaInoltre, di certo casualmente, durante le prove sul PC38, alle ore 12,46 a pochi chilometri di distanza, verso Abbadia, si verificava una scossa di magnitudo 1,6 a 6,8 km di profondità (fonte: INGV-Iside). Anche in merito agli episodi di sismicità indotta sono ormai acclarate le connessioni con la geotermia.

Da anni i comitati denunciano i gravi pericoli connessi alla attività delle centrali e dei pozzi geotermici dell’Enel in tutte le sedi, ma fino ad oggi né i sindaci, responsabili della salute pubblica, né le Asl, tantomeno la regione hanno imposto il fermo di tali attività.
Anzi, il “piano rossi” prevede un luminoso futuro per la geotermia in tutta la Toscana, soprattutto nell’area nord (Larderello) e in quella sud (Amiata) con l’aggiunta alle centrali ad alta entalpia dell’Enel anche decine di centrali a media entalpia, e nonostante che perfino quasi tutti i sindaci si siano mostrati, almeno a parole, contrari
Nel ribadire che non è questo lo sviluppo che vogliamo e che si merita una regione come la Toscana, trasformata in distretto industriale di produzione energetica, ribadiamo la richiesta di moratoria di ogni attività geotermia in Amiata, presente e futura; ci auguriamo altresì che la popolazione si faccia sentire presso i propri “eletti” e che finalmente qualche magistrato voglia prendere in carico la questione e verificare con rigore quanto accaduto e quanto sta accadendo sul monte Amiata.

(*) Emissioni che nel 1992 inquinarono l’area attorno al pozzo Senna 1 e che nei primi anni 2000 danneggiarono il Podere del Marchese, per il quale, con la nota sent. 692/09 R.S. pronunciata il 9.3.09 dalla IV Sez. Penale della Suprema Corte di Cassazione, veniva accertata in via definitiva la correlazione diretta fra le attività geotermiche svolte da Enel ed il disastro che ne derivò e per le quali l’allora Erga (l’attuale Enel Green Power) è stata condannata in primo grado, in sede civile, a risarcire il privato che le aveva subite, come non abbiamo dimenticato le emissioni che in loc. Lavinacci, sempre a Piancastagnaio, fecero evacuare varie case e per cui Enel ha risarcito i danni.
da Il Tirreno del 17 settembre 2000:
Eruzione devasta un podere. Intensa attività geotermica vicino a Piancastagnaio
AMIATA. Una casa è stata devastata, nelle adiacenze a Piancastagnaio, per un’esplosione di vapori gassosi, fango e sassi eruttati da un cratere che si è creato improvvisamente proprio sotto l’edificio,il «Podere del Marchese» in località «I Troni», di proprietà di Marcello Perugini. Era da mercoledì notte che in quell’area si registravano fenomeni di attività geotermica spontanea che avevano aperto un primo cratere, poi un secondo a poca distanza quando il primo era stato imbrigliato,ed infine il terzo – ieri mattina – che ha devastato l’edificio e causato, per le emissioni di gas venefici, la morte di alcuni gatti, di animali da cortile e dei pesci di un vicino invaso. L’assessore regionale all’ambiente e alla protezione civile, Tommaso Franci, ha dichiarato ieri pomeriggio che l’amministrazione regionale sta seguendo con attenzione quanto si sta verificando, e domani saranno a Piancastagnaio tecnici della Regione per una verifica della situazione e per dare supporto tecnico alla amministrazione comunale. Da diversi mesi l’attività sismica nella zona amiatina è in preoccupante aumento, ed è di ieri la notizia (la riportiamo a pagina VII della cronaca)che sono in arrivo gli assegni per le famiglie evacuate dopo il sisma del 1 aprile, sul versante senese dell’Amiata, che provocò solo a Piancastagnaio danni alle cose per un valore stimato di circa venti miliardi di lire. La delibera è all’ordine del giorno della prossima giunta regionale.

 

Sconti e piscine? Ridateci piuttosto quello che prendete dalle bollette e chiudete la baracca

paperone egp_medioE’ di ieri, 7 marzo, la notizia della firma di un ennesimo “protocollo” con Enel Green Power di cui la regione Toscana, a cominciare dal presidente Rossi all’assessora all’ambiente (?) Fratoni, vanno orgogliosi perchè -sorvolando su tutte le criticità che denunciano i comitati da anni- hanno ottenuto forti sconti, non per le famiglie, ma per le piccole e medie imprese, che “possono” arrivare fino -addirittura- al 10%. 
In più l’Enel cala l’asso e ci mette non una, ma due piscine (ma saranno quelle che sono anni che si rivendono a ogni elezione? boh…).
Quando il testo sarà pubblico sapremo davvero cosa c’è dietro a cotanti annunci e squilli di tromboni; per adesso, rimanendo nel campo economico, possiamo certamente dire che l’Enel non regala niente a nessuno e neanche rende lontanamente quanto incassa dallo Stato con gli incentivi che paghiamo noi tutti, popolo bue, nelle bollette.
Se questo è l’affare, meglio che Enel chiuda baracca e burattini.
L’Amiata, di certo, ne avrà maggior guadagno!

Ripubblichiamo i conti aggiornati (scarica e vedi anche le slides del convegno di Colle del 20 marzo 2015) e pubblicati dal PRC di Santa Fiora.

Quanto ci costa la geotermia amiatina

Aggiorniamo la situazione sugli incentivi statali alle centrali geotermiche amiatine alla fine 2015, con qualche riflessione sulla situazione occupazionale dell’Amiata.

Ricapitoliamo i tipi di incentivi statali per la produzione di energia elettrica mediante fonte geotermica:

  1. Certificati verdi per le centrali costruite fino al 2012 (nel nostro caso PC3-PC4-PC5 e Bagnore 3).
  2. Tariffe incentivanti definite dal D.M. 6 luglio 2012 per le nuove centrali (nel nostro caso Bagnore 4).

Gli incentivi sono erogati in base alla produzione di energia elettrica di queste centrali; il loro valore viene definito di anno in anno secondo parametri che fanno riferimento al prezzo medio di cessione dell’energia elettrica.

I certificati verdi (CV) sono erogati per la produzione di 1 MWh di energia elettrica; il prezzo di ritiro, definito dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, è stato di 89,28 €/CV per il 2013, di 97,42 €/CV per il 2014 e di 100,08 €/CV per il 2015.

Le tariffe incentivanti hanno un meccanismo di calcolo diverso dai certificati verdi (vedi D.M. 6 luglio 2012); per quanto riguarda Bagnore 4, secondo i dati del 2015, l’incentivo è pari a 48,31 €/MWh.

Vediamo di calcolare quanti incentivi statali, (scaricati sulle bollette dei cittadini), sono stati erogati nel 2013, nel 2014 e nel 2015 alle centrali Enel dell’Amiata.

La produzione di energia elettrica delle centrali amiatine, secondo dati Enel, è stata nel 2013 di 521 GWh, per l’anno 2014 la produzione è stata 661 GWh . Nel 2015 si devono aggiungere i 300 GWh prodotti dalla nuova centrale Bagnore 4.

Anno 2013

Produzione: 521 GWh (PC3, PC4,PC5 e Bagnore 3)

Incentivi (Certificati verdi): 521.000 MWh x 89,28 €/CV = 46.514.880 €

Anno 2014

Produzione : 661 GWh (PC3, PC4,PC5 e Bagnore 3)

Incentivi (Certificati verdi): 661.000 MWh x 97,42 €/CV = 64.394.620 €

Anno 2015

Produzione : 663 GWh (PC3, PC4,PC5 e Bagnore 3) + 300 GWh (Bagnore 4)

Incentivi (Certificati verdi): 663.000 MWh x 100,08 €/CV = 66.353.040 €

Incentivi (Tariffa incentivante): 300.000 MWh x 48,31 €/MWh = 14.493.000 €

Quindi l’Enel ha incassato come incentivi statali più di 46,5 milioni di € nel 2013, circa 64,4 milioni di € per il 2014 e 80,8 milioni di € nel 2015.

Praticamente in 3 (tre!) anni ENEL “Green Power”, con i soli incentivi statali della geotermia (191,7 milioni!!! ndr) si è più che ripagata la centrale Bagnore 4, che è costata circa 130 milioni di €.

Oltre a questi incentivi annuali ci sono gli incassi derivanti dalla vendita dell’energia elettrica prodotta; il prezzo di vendita è variabile e, con buona approssimazione, può essere compreso nella fascia tra 50 e 65 €/MWh.

Una prima considerazione che si può fare è quanti salari annuali, con attività produttive più rispettose del territorio amiatino, si sarebbero potuti garantire con questi incentivi statali. Ipotizzando un costo lordo annuale di 40.000 € per ogni posto di lavoro si sarebbero potuti garantire 1163 occupati nel 2013 , 1610 occupati nel 2014 e 2021 occupati nel 2015. Altro che qualche decina di occupati all’Enel!!

Mentre l’Amiata si dibatte in una crisi occupazionale drammatica, i nostri amministratori si baloccano con la piscina geotermica gentilmente promessa dall’Enel e la piccola riduzione del prezzo dell’energia a qualche azienda, il tutto però a carico delle bollette elettriche pagate da tutte le famiglie italiane: il costo degli incentivi rappresenta circa 24% delle tariffe elettriche. Per le famiglie dell’Amiata oltre al danno economico vi è la beffa delle emissioni di Ammoniaca, Mercurio, Acido Solfidrico, Arsenico, Boro, Metano, Radon, ecc. che devono sorbirsi quotidianamente dalle torri di raffreddamento delle centrali amiatine.

Circolo PRC “Raniero Amarugi” di S.Fiora /Amiata

Santa Fiora, 1 marzo 2016

La montagna che non vuol morire. Il punto sulla situazione sanitaria

PINOCCHIO AMIATA LETTO MALATOL’accavallarsi delle notizie in merito alla geotermia toscana rischiano spesso di far dimenticare questioni che, seppure già assodate e ormai patrimonio delle popolazioni, continuano a rimanere fondamentali per comprendere la dura opposizione di comitati e cittadini alla geotermia, soprattutto sul monte Amiata.
Per questo è bene riprendere, aggiornandoli, gli aspetti più gravi legati alla questione sanitaria sul monte Amiata.

 

Le emissioni e gli effetti degli impianti geotermici variano notevolmente da zona a zona, a seconda sia della natura mineralogica del bacino geotermico, che delle tecnologie utilizzate. Pertanto non si può mai generalizzare.
Le altissime temperature, con cui risalgono in superficie i vapori, fondono di norma i minerali presenti, i cui elementi vengono rilasciati in atmosfera dalle centrali “flash”, come quelle in Amiata, di più vecchia generazione. Esse immettono, salvo quanto trattenuto in parte dai filtri, quantità rilevanti di mercurio, arsenico, anidride carbonica, idrogeno solforato ed altri elementi tossici.

tabella2Ancora da ulteriori recenti pubblicazioni scientifiche, il prof. Riccardo Basosi e del dott. Mirko Bravi (*), le emissioni della geotermia dell’Amiata rappresentano il 17,7% per l’ammoniaca e il 42,5% per il mercurio di tutte le emissioni italiane relative ai settori industriali(clicca sulla tabella per ingrandire)

Per quanto riguarda le emissioni climalteranti delle centrali geotermiche dell’Amiata, gli stessi ricercatori scrivono in un recente studio (**) che: dal punto di vista dell’ACP [potenziale di acidificazione], l’impatto derivante dall’energia prodotta dalle centrali geotermoelettriche del Monte Amiata è in media 2,2 volte maggiore dell’impatto di una centrale a carbone. Il valore medio dell’ACP di Bagnore 3 è 4,3 volte più alto di una centrale a carbone e circa 35,6 volte più alto di una centrale a gas. Gli alti valori dell’ACP del campo geotermico di Bagnore rispetto a quello di Piancastagnaio, sono connessi alla grande quantità di ammoniaca (NH3) presente nelle emissioni di Bagnore 3”.

Le molecole di ammoniaca contribuiscono alla formazione delle polveri sottili Pm10 e Pm 2,5; sono trasportate a molte decine di Km di distanza e in atmosfera subiscono varie reazioni chimiche. Sulle più autorevoli riviste scientifiche (***) americane è aperto un dibattito sia sul costo sanitario delle emissioni di ammoniaca, stimato di recente pari a 100 dollari al kg, che sulla convenienza o meno di incrementare le produzioni agricole interne per l’esportazione di cereali e carne che richiedono dosi notevoli di concimi ammoniacali.

L’ammoniaca è infatti universalmente riconosciuta come un precursore del particolato inorganico, i cui effetti pericolosi e nocivi per la salute umana sono ormai accertati da almeno un decennio. Le polveri sottili sono costituite chimicamente, per circa il 70%, da sali ammoniacali: Nitrato di Ammonio e Solfato di Ammonio. Mentre nelle città e nelle aree industriali gli ossidi di zolfo e di azoto vengono emessi dalle auto, dalle fabbriche e dagli impianti di riscaldamento, l’ammoniaca di solito proviene dalle attività agricole di concimazione e di allevamento del bestiame. In Italia anche dalla geotermia dell’Amiata.
Ciò nonostante, il danno sanitario alla popolazione non viene considerato. A denunciare tale situazione, come riportato nelle pubblicazioni citate, è il prof. Riccardo Basosi, che scrive: ”Paulot e Jacob, chimici dell’Harvard University, descrivono le modalità di interazione dell’NH3 in atmosfera per formare particelle nocive e calcolano che l’impatto sulla salute umana (secondo l’EPA) negli Stati Uniti è pari a 100 $ al kg di NH3 emesso in atmosfera. Il problema dell’ammoniaca è stato discusso nel 2014 anche da Eric Stokstad sulla rivista Science giungendo alle stesse conclusioni. A livello europeo, il CAFE aveva quantificato nel 2005 i danni generati dall’NH3 specifici per l’Italia in media pari a 20,5 euro/kg di NH3”.
Pertanto il costo sanitario annuo delle emissioni di ammoniaca dalle centrali geotermiche dell’Amiata, che sono ammontate nel 2010 a 4.334 tonnellate, è stimato solo per quell’anno in oltre 90 milioni di euro. Cifre simili vengono invece date al gestore degli impianti sotto forma di incentivi per le energie rinnovabili.

La Regione Toscana ha pubblicato nel ottobre 2010 uno studio epidemiologico del CNR per verificare i possibili danni alla salute dei residenti nei sedici comuni della Toscana, sede di impianti geotermici, situati in due differenti aree: quella tradizionale nei comuni di Pisa e di Siena di Larderello e Pomarance e quella dell’ Amiata. Tale studio è stato aggiornato nel 2012 ed è ancora oggi oggetto di revisione, ma non viene più aggiornato il suo Allegato 6, che nel 2010 ha accertato per 54 patologie che ci sono evidenti correlazioni statisticamente significative tra l’aumento dei casi accertati di tali malattie e le concentrazioni crescenti di mercurio, arsenico, acido solfidrico… …misurate nei paesi geotermici e prodotte in gran quantità anche dalle centrali geotermiche.

L’analisi dei dati forniti dallo studio epidemiologico del 2010 sull’inquinamento di aria, acqua e suolo, rilevati nelle due aree geotermiche, ha messo in evidenza diversità importanti tra le due aree geotermiche per la quantità e qualità degli inquinanti rilasciati in atmosfera.
Lo studio per gran parte degli effetti sanitari, tiene correttamente ben separate le due are geotermiche, mettendo in evidenza i risultati per zona e per popolazioni esposte, segnalando sostanziali diversità tra uomo e donna e per area geografica.
Dall’analisi dei dati prodotti in suddetti studi emerge che, per i tumori, nei maschi residenti nei comuni geotermici dell’Amiata si registra un eccesso statisticamente significativo del + 13% (2010) e +10% (2012).
Per tutti i tumori sono segnalati eccessi statisticamente significativi intorno al + 30% in diversi comuni.
Nonostante tali dati, le conclusioni sono state fatte sui dati complessivi delle due aree geotermiche, aggregando valori molto differenti tra loro e diluendo situazioni molto preoccupanti in violazione di molti autorevoli studi in materia, che denunciano (****) tali metodi errati di confondimento, cumulando dati ricavati su popolazioni diversamente esposte.
E’ peraltro accertato anche in studi successivi che non hanno rilevanza i presunti diversi stili di vita” delle popolazioni locali, inizialmente ipotizzati dalla Giunta della Regione Toscana.

 

Note:

(*) Il prof. Riccardo Basosi, ordinario di Chimica Fisica presso l’Università di Siena, è stato nominato dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, tra i Rappresentanti italiani nel Comitato di Horizon 2020, Programma quadro della ricerca europea per il periodo 2014-2020: http://www.dbcf.unisi.it/en/department/people/academic-staff/riccardo-basosi
Il dott. Mirko Bravi è laureato in Economia Ambientale e con PhD in Scienze Chimiche indirizzo Ambientale (ottenuto sotto la direzione del Prof. Enzo Tiezzi), è socio fondatore ed E.S.Co. & LCA-LCC Manager di LMS ENERGIA. La sua esperienza unisce aspetti della ricerca scientifica dell’industria e della finanza, con l’obiettivo di implementare nuove opportunità di sviluppo sostenibile.

(**) M. Bravi-R. Basosi, Environmental impact of electricity from selected geothermal power plants in Italy, in “Journal of Cleaner Production”, 66 (2014), pp. 301-308
http://www.arpat.toscana.it/notizie/arpatnews/2014/12214/Bravi%20M%20Basosi%20R%20Environmental%20impact%20of%20electricity%20from%20selected%20geothermal%20power.pdf
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0959652613007798

(***) Si segnalano due lavori:
–F.Paulot e D.J.Jacob, “Hidden Cost of U.S. Agricultural Exports: Particulate Matter from Ammonia Emissions” in Environmental science & technology, 2014, 48 (2), pp 903–908: 
http://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/es4034793
–Erik Stokstad, “Ammonia Pollution From Farming May Exact Hefty Health Costs”, in Science 17 January 2014: Vol. 343: 
https://www.sciencemag.org/content/343/6168/238.summary?related-urls=yes&legid=sci;343/6168/238

(****) Si segnalano diversi studi che denunciano l’opera di confondimento:
a) V.Gennaro, P.Ricci, AG.Levis, P.Crosignani. Epidemiology’s and epidemiologists’ vice and virtues: Vizi e virtù dell’epidemiologia e degli epidemiologi. Epi & Prev 2009; 33 (4-5), supp 2:49-56. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20124642
b) V.Gennaro, L.Tomatis. Business bias: How epidemiologic studies may underestimate or fail to detect increased risks of cancer and other diseases. Int J Occup Environ Health 2005;11:356–359:  http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16350469
c) S.Parodi, V.Gennaro, M.Ceppi, PL.Cocco Comparison bias and dilution effect in occupational cohort studies. Int J Occup Environ Health 2007; Apr-Jun: 13 (2): 143-52:  http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17718170
d) Hernberg. ”Negative” results in cohort studies: how to recognize fallacies.SJWEH.1981; 7:121-6: http://www.sjweh.fi/show_abstract.php?abstract_id=2589
e) N.Pearce. Corporate influences on epidemiology. Int J Epidem 2008; 37(1):46-53: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18245050
f) N.Bailar. How to distort the scientific record without actually lying: truth, and the arts of science. Eur J Oncol 2006; 11(4):217-224.
g) D.Michaels. Doubt is their product. How industry’s assault on science threatens your health. Oxford  University Press 2008.

 

Da Sorano riparte la lotta in Toscana contro ogni tipo di geotermia

20160221_sorano_montaggioIl 21 febbraio scorso i comitati si incontrano e rilanciano le iniziative in tutta la regione: che 100 fiori sboccino…
Tanti i comitati presenti all’incontro di Sorano del 21 febbraio, dai comitati storici a quelli più recenti, nati soprattutto dopo il disvelamento dei tanti progetti delle nuove centrali a media entalpia che ormai coinvolgono tutto il territorio regionale.

Si è fatto il punto sulle diverse realtà, dalla ormai insopportabile geotermia Enel del monte Amiata ai progetti della media entalpia figli del piano Berlusconi-Scajola, ma fatti propri dal governatore Rossi che per la Toscana ha deciso di puntare solo e soltanto sulla geotermia -il solare sta praticamente scomparendo-, nonostante abbia già raggiunto le quote prefissate di rinnovabile e nonostante che ormai è appurato che siamo in sovrapproduzione di energia, tanto che Enel, lentamente, inizia la dismissione delle centrali a combustibili fossili.

A pensar male si potrebbe dedurre che non sia il reale bisogno di energia che muove la regione Toscana a sostenere un piano abnorme di geotermia, ma, più prosaicamente, tutta la partita degli incentivi, ancor più sostanziosi di quelli di cui gode l’Enel, che ruota attorno alle centrali a media entalpia, sperimentali e non.

Per questo i Comitati riuniti a Sorano rilanciano la sfida a tutto campo, sia per informare e coinvolgere tutti i cittadini toscani e sia per andare a contrastare direttamente la politica energetica di Rossi, nonostante sempre più sindaci siano contrari al suo piano.

E’ in preparazione un’iniziativa a Firenze, al consiglio regionale, dove i Comitati porteranno le ragioni di territori e coinvolgeranno scienziati, tecnici, politici e giornalisti; si chiederà conto agli amministratori regionali e alle forze politiche presenti in consiglio di pronunciarsi e sostenere la battaglia contro la geotermia speculativa e inquinante. L’iniziativa si terrà tra marzo ed aprile in base alle disponibilità dei Comitati e degli invitati; daremo conto del programma appena possibile.

In tutti i territori invece i Comitati sono mobilitati ad organizzare più iniziative possibili per giungere alla giornata regionale “100 fiori contro la geotermia”, una giornata di lotta e di festa in cui in tanti paesi e campagne della Toscana, in contemporanea, si terranno incontri, assemblee, feste, concerti, volantinaggi, riunioni conviviali, all’insegna della lotta e della gioia, in difesa del paesaggio, dell’ambiente, delle specialità enogastronomiche, della cultura e di un diverso sviluppo e valorizzazione della Toscana e per ribadire “basta altra geotermia in Toscana, moratoria subito” .
Succederà il 24 aprile ed a breve sarà disponibile il programma.

Sarà una primavera che vedrà la ripresa e il rilancio delle mobilitazioni e che non si esaurisce con il 24 aprile, ma continuerà sia a livello istituzionale – ricordiamo che il Governo è in ritardo di mesi sulle “linee guida” e che la Regione nel frattempo procede come se nulla fosse – e sia nei territori con le specifiche battaglie, i ricorsi, l’informazione diffusa, le feste, come a Monticello Amiata dove il 3 luglio ci sarà una giornata di mobilitazione e di festa.

Assemblea dei comitati contro la geotermia di Toscana, Umbria e Lazio
Rete nazionale NoGesi – NO Geotermia Speculativa e Inquinante

I giochi di prestigio della regione Toscana per favorire le lobby geotermoelettriche (ovvero la moltiplicazione dei MW)

magie-geotermicheL’11 febbraio 2015 il Consiglio Regionale Toscano approva il PAER (Piano ambientale ed energetico regionale ).
Segue un estratto della deliberazione:

Deliberazione_10_2015 del consiglio regionale (11 febbraio 2015)

…….Visto il parere obbligatorio favorevole espresso dalla Commissione di controllo nella seduta del 6 febbraio 2014;
DELIBERA
1. di approvare quali parti integranti e sostanziali della presente deliberazione:
– Allegato A “Piano ambientale ed energetico regionale” articolato nei seguenti documenti:
a.1. Disciplinare di piano e relativi allegati;
a.2 Quadro conoscitivo;
a.3. Sezione valutativa.
– Allegato B “Rapporto ambientale”, Allegato C “Sintesi non tecnica”, Allegato D “Dichiarazione di sintesi”, di cui agli articoli 24 e seguenti della l.r. 10/2010;
2. di prendere atto che il complesso delle risorse attivabili per l’attuazione delle politiche per il PAER per l’anno 2015 ammonta a 189.293.532,54 euro, meglio specificate nel quadro di riferimento finanziario pluriennale di cui al capitolo 4 “Risorse” del disciplinare di piano; ….

Cosa dice il PAER riguardo alle centrali geotermoelettriche:

PAER A.3 allegato 5

1.1.4 Geotermia
Al 2011 in toscana risultano operanti 33 impianti geotermici per la produzione di energia
elettrica con una Potenza Efficiente Lorda installata pari a 772 MW che hanno prodotto, nello stesso anno 5.654,3 GWh¹ di energia elettrica (486 ktep²), dato all’incirca costante da 10 anni a questa parte.
Supponendo, per gli impianti geotermici 7000 ore equivalenti di funzionamento, per il
raggiungimento dell’obbiettivo di 6.450 GWh (555 ktep) imposto dal Burden Sharing³
mancherebbe da installare 113,7 MW per produrre quei circa 69 ktep in più.

Dopo 5 giorni viene approvata la legge regionale N.17 con la quale, in campagna elettorale, si bloccavano per 6 mesi i pozzi esplorativi e i permessi di ricerca geotermica; all’articolo 2 si legge:

Legge Regionale N.17_2015 Articolo 2 (16 febbraio 2015)

2. L’obiettivo di assicurare un’attività di ricerca adeguata a raggiungere installazioni impiantistiche di potenza geotermoelettrica almeno di 150 MW entro l’anno 2020, così come previsto dal burden sharing;………….

Incredibile!!! Dopo soli 5 giorni la potenza geotermica da installare entro il 2020 è passata da 113,7 MW a 150 MW un incremento del 32%!!
Archiviate le elezioni, (che riconfermano Rossi alla presidenza della regione Toscana), scade la moratoria geotermica di 6 mesi e si ritorna alla” normalità”; il 15 dicembre la giunta approva i documenti di attuazione dell’articolo 1 della Legge Regionale N.17_2015 con la delibera N. 1229 che comprende due allegati, vediamo come si sviluppa nei due documenti la questione della potenza aggiuntiva geotermoelettrica da installare entro il 2020.

Delibera giunta regionale N 1229 del 15-12-2015 allegato B

…Tenuto conto che il PAER stimava che, di qui al 2020, fossero realizzate a seguito degli esiti dei nuovi permessi di ricerca centrali per 150 MW complessivi di potenza , basandosi sul parametro di 3 MW per pozzo appena calcolato si ottiene che occorrono 50 pozzi nuovi pozzi per la produzione di energia elettrica…

Delibera giunta regionale N 1229 del 15-12-2015 allegato A

…In base a quanto sopra riportato e considerando che:
1. a fine 2014 in Toscana risultavano operanti sul territorio 34 centrali geotermoelettriche per un totale di 821 MW di Potenza efficiente Lorda (915,5 MW Potenza nominale installata) installata che hanno prodotto 5’659,2 GWh (produzione Lorda), corrispondenti a 486,7 kTEP (dato all’incirca costante da 10 anni a questa parte); (n.d.r. la produzione lorda, secondo i dati Terna, è stata nel 2014 di 5.919,3 GWh pari a 509 ktep).
2. si puo’ ipotizzare cautelativamente un funzionamento di 7000 ore equivalenti per le centrali realizzate in futuro si ricaverebbe che al raggiungimento dell’obbiettivo del 2020 mancherebbero da installare 113,7 MW.
Come è stato, pero’, già specificato, la modalità di raggiungimento dell’obiettivo in termini di singole fonti è indicativo e non vincolante:
all’interno del Piano Ambientale Energetico Regionale di recente approvazione (Del. 10/2015), infatti, si ritrova che al 2020 si stima un incremento di potenza (rispetto al 2011 anno di riferimento delle stime del PAER) per gli impianti geotermoelettrici così articolata:
1. 15 MW dalla realizzazione di impianti Pilota; (n.d.r. la regione Toscana da già per scontata la costruzione di 3 centrali pilota; Montenero, Casa del Corto e Castelnuovo sono i progetti con l’iter procedurale più avanzato; facciamolo sapere ai Sindaci!!)
2. 40 MW dalla realizzazione della Centrale di Bagnore 4 (autorizzata e già in funzione da fine 2014);
3. 20 MW dalla realizzazione della Centrale di Monterotondo 2 (per cui si è concluso il procedimento di VIA, insieme alla relativa Concessione denominata Milia);
4. 150 MW dalla realizzazione delle nuove centrali connesse ai Permessi di ricerca vigenti.
Il raggiungimento di tale stima di potenza installata (in totale 225 MW) supera abbondantemente le necessità inerenti la sola Geotermia per quanto riguarda il Burden Sharing, ma risulta necessaria in quanto andrebbe a sopperire carenze che la nostra regione ha su altre fonti energetiche.

Et voilà!!
I 113, 7 MW geotermoelettrici del Paer ( Pari a 69 ktep aggiuntivi ) sono diventati 225 MW (pari a 136 ktep )”. Quindi si è passati nell’arco di 10 mesi da 113,7 MW a 225MW aggiuntivi con un incremento del 98%. La potenza aggiuntiva è praticamente raddoppiata per via delle “carenze”.

Facciamo un passo indietro, torniamo al PAER e vediamo cosa prevedeva per il fotovoltaico:
PAER A.3 allegato 5

1.1.3 Fotovoltaico
Avendo subito un forte incremento nel biennio 2011-2012, a maggio 2013 la potenza
installata in Toscana ammonta a 668 MW (fonte Atlasole – GSE). Supponendo,
cautelativamente, per gli impianti 1100 ore annue di funzionamento si ipotizza una
producibilità totale di circa 735 GWh (circa 63 ktep)
Lo schema di decreto sul Burden Sharing ci chiede solo 263 GWh (23 ktep).
Se la crescita del fotovoltaico continuerà almeno in parte, si potrebbe ipotizzare al 2020 in
Toscana di avere un installato complessivo di più di 80 ktep. …………
Secondo, infatti, una stima effettuata dall’ Energy & Strategy Group -PoliMi è prevedibile una crescita di 900 MW annui a livello nazionale anche in assenza di incentivi, e, quindi, tenuto conto di 1100 ore di funzionamento annue, regionalizzato in base alla percentuale di popolazione toscana si ottiene al 2020 circa 100 ktep di produzione da fonte solare.”….

Facciamo il punto: le previsioni per il fotovoltaico al 2020 sono di 100 ktep ma la regione Toscana nel PAER decide che ne servono solo 23 ktep (nel 2014 la produzione fotovoltaica era già arrivata 72,9 ktep). 77 ktep di energia fotovoltaica vengono quindi eliminati (distruggiamo i pannelli fotovoltaici !!) per lasciare spazio alle trivelle geotermiche .Che siano questi 77 ktep scomparsi le famose “carenze” ?

Perché tutte queste acrobazie? Forse una spiegazione c’è: le lobby geotermiche in regione Toscana sono in grado di condizionare la politica energetica fino a far stravolgere le leggi approvate solo 10 mesi prima. Da dove derivi questo potere ( Enel Green Power, Sorgenia Geothermal, Graziella Green Power (Tosco Geo e Magma), Gesto, Renewem (exGeoenergy)) ecc.) lo si lascia alla fantasia di chi legge.

 

P. S. Nel 2014 in Toscana la produzione di energia elettrica dal fotovoltaico e dal geotermico è stata rispettivamente: 72,9 ktep(847,8 Gwh) e 509 ktep(5919,3GWh) pari a 581,9 ktep (fonte Terna: http://www.terna.it/it-it/sistemaelettrico/statisticheeprevisioni/datistatistici.aspx)

Le previsioni del PAER per il 2020 erano: 23ktep di fotovoltaico e 555 ktep di geotermico pari a 578 ktep. Il re è nudo!!!

Note:
¹ 1 GWh equivale a 1 milione di KWh

² 1 ktep significa l’energia di un migliaio di tonnellate di petrolio equivalenti

1ktep = 11,63 GWh

³ Il Burden Sharing rappresenta la ripartizione regionale dell’obiettivo nazionale per raggiungere entro il 2020 la produzione del 17% di energia da fonti rinnovabili. Nel 2014 l’Italia ha già raggiunto l’obiettivo previsto dalle normative europee per il 2020 con la percentuale del 17,1%; in particolare la produzione da fonti rinnovabili elettriche FER è stata del 46% a fronte di un obiettivo vincolante previsto dall’Unione Europea nel 2020 del 29 %.
(Fonte GSE http://www.gse.it/it/salastampa/news/Pages/Pubblicato-il-Rapporto-statistico-Energia-da-Fonti-Rinnovabili-in-Italia-2014.aspx )

La schizofrenia del presidente Rossi sulla geotermia…

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Comunicato stampa della Rete NOGESI (preleva in formato rtf)

Dopo l’esplosione della vicenda Amiata, la geotermia in Italia non ha più consenso sociale nei territori (il problema non è mettere i filtri AMIS, ma cambiare tecnologia!).
Le bugie elettorali di Rossi hanno le gambe corte: le “nuove” norme sulla geotermia sono inconsistenti, si decide -senza bussola- secondo le convenienze politiche…
La Rete NOGESI ha portato nel palazzo del potere lo scorso novembre la sua proposta tecnica e politica: il territorio è di chi lo vive! Il governo –paralizzato- rimanda di mese in mese la riforma del settore votata all’unanimità dalle Commissioni parlamentari.

 

In questo quadro senza regole la Giunta toscana boccia la geotermia a Seggiano ed i suoi uffici, in un territorio di analoghe caratteristiche, “promuovono” le trivellazioni a Monte Labbro (Cinigiano) addirittura -per la prima volta- senza effettuare la usuale procedura di VIA; la Regione il giorno dopo corre ai ripari facendo capire che la Giunta in seguito potrebbe bocciare tale decisione…
Del resto è già successo a Seggiano: gli uffici formulano un parere positivo di compatibilità mentre la Giunta regionale boccia l’impianto con la motivazione, buona per tutte le stagioni, che approvare un progetto o negarlo è “un atto di natura politico –amministrativa che comporta la ponderazione e mediazione di interessi pubblici diversi, quali la tutela dell’ambiente, il governo del territorio e lo sviluppo economico”, nonché “l’utilizzazione razionale delle risorse naturali in ossequio al principio di sviluppo sostenibile”.
(qui la documentazione ufficiale sui permessi citati)

In Umbria e nel Lazio le Giunte regionali sono alla prese con l’approvazione o meno degli

impianti sulla piana dell’Alfina (Castel Giorgio e Torre Alfina): il consiglio regionale dell’Umbria ha posto in approfondimento una mozione che chiede alla Giunta regionale di bocciare l’impianto di Castel Giorgio e di intervenire presso la Giunta del Lazio per bocciare l’altro impianto confinante di Torre Alfina. Del resto nelle due Regioni ben 25 sindaci e consigli comunali si oppongono alla geotermia sullo stupendo altopiano dell’Alfina; anche in Campania i sindaci sono in prima fila contro le perforazioni nell’area dei Campi Flegrei(!).

Contro questa assenza di regole che valutino fino in fondo e con responsabilità l’opportunità di continuare o meno ad incentivare la costosissima energia elettrica prodotta da impianti geotermici inquinanti (anziché produrre calore di cui siamo deficitari e di cui eventualmente la geotermia -con le applicazioni a bassa entalpia-potrebbe essere particolarmente votata), la sperimentazione di impianti che- non muovendo fluidi- riducono fortemente l’inquinamento ambientale (tipo i BHE), le “linee guida” che tutelino veramente i territori, che identifichino le aree potenzialmente sfruttabili, che prevedano il pieno coinvolgimento della amministrazioni e delle popolazioni locali nel processo decisionale favorendo l’applicazione del principio di precauzione, contro un Governo che tace, sperando forse che le Regioni risolvano le problematiche poste dalla estesa opposizione alla geotermia allo scopo di “ridurre” la portata della riforma a cui il Parlamento lo ha chiamato ad intervenire, non ci resta come Rete Nazionale NOGESI che sostenere e sviluppare le lotte territoriali delle popolazioni ed amministratori locali contro quella che una interessata campagna di speculatori in erba chiama la “buona geotermia”.
La Rete Nazionale ha avanzato sin dal 15 ottobre le sue proposte tecniche e politiche e le ha presentate a Roma in Parlamento il 5 novembre, passando dalla protesta alla proposta. Ora è il tempo –di fronte all’inazione del Governo- di tornare nelle piazze, sollecitando i parlamentari che hanno approvato la Risoluzione a chiedere conto al Governo perché vengano rimosse le cause della sua inazione e si proceda verso la riforma del settore, coinvolgendo il mondo delle associazioni, i comuni e le Regioni.

Le prime iniziative dell’anno 2016 contro la geotermia elettrica, speculativa e inquinante: domenica 10 gennaio 2016 assemblea a Monticello Amiata ore 17 (al “Teatrino”) contro la decisione degli uffici regionali su Monte Labro; iniziative sono in programma a Viterbo, Perugia (Consiglio Regionale Umbria) e Roma (Consiglio Regionale Lazio).

NOGESI – Rete Nazionale contro la Geotermia Inquinante e Speculativa

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Il Cittadino online del 9 gennaio 2016:
“La schizofrenia del presidente Rossi sulla geotermia…”
La Rete Nogesi conferma: “Il territorio è di chi lo vive”
…segue ns. comunicato

GoNews.it del 9 gennaio 2016:
Geotermia, la Rete NOGESI: “Ecco la schizofrenia del presidente Rossi”
…segue ns. comunicato

Contropiano.org del 9 gennaio 2016:
La schizofrenia del presidente Rossi sulla geotermia…
…segue ns. comunicato

MaremmaNews del 9 gennaio 2016:
La schizofrenia del presidente Rossi sulla geotermia
…segue ns. comunicato

Abbadianews.it (La Postilla) del 9 gennaio 2016:
Rete Nogesi: “In Italia la GEOTERMIA non ha più il consenso dei territori
…segue ns. comunicato

RadioGiornale.info del 9 gennaio 2016:
La schizofrenia del presidente Rossi sulla geotermia…
…segue ns. comunicato

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Clima, da Parigi a Firenze, passando per Roma: quando le mucche inquinano più delle centrali geotermiche (invisibili)

muccaMa che strano, dopo Kyoto e nonostante le evidenze scientifiche, ancora si persevera con la “favola” che la geotermia amiatina non sia climalterante (come invece le centrali a fonti fossili, le industrie, le auto e …le mucche).

 

 

Oggi parliamo di ammoniaca e particolato Pm10 e Pm 2,5:

La componente dimenticata delle polveri sottili: il costo sanitario delle emissioni in Amiata

Il particolato fine (Pm10 e Pm 2,5) è pericoloso per la salute, tant’è che in questi giorni si èmappa diminuz aspett vita costretti a dover bloccare il traffico in molte città italiane. Su sollecitazione  dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la Comunità Europea raccomanda la
riduzione delle emissioni che concorrono a formare tali particelle, che per le dimensioni molto ridotte, pari a quelle dei batteri, arrivano negli alveoli polmonari e possono entrare nella circolazione sanguigna, aggredendo tutti gli organi del corpo umano e riducendo l’aspettativa di vita
.

 

Le polveri sottili Pm10 e Pm 2,5 sono costituite chimicamente, per circa il 70%, da sali ammoniacali: Nitrato di Ammonio e Solfato di Ammonio. Mentre nelle città e nelle aree industriali gli ossidi di zolfo e di azoto (SO2 e NOx) vengono emessi dalle auto, dagli impianti di riscaldamento e dalle fabbriche, l’ammoniaca di solito proviene dalle attività agricole di concimazione e di allevamento del bestiame. Essendo molto piccole, le molecole di ammoniaca sono trasportate a molte decine di Km di distanza e in atmosfera subiscono varie reazioni chimiche.riviste


Su autorevoli riviste scientifiche americane (vedi: -F.Paulot e D.J.Jacob, “Hidden Cost of U.S. Agricultural Exports: Particulate Matter from Ammonia Emissions” in Environmental science & technology, 2014, 48 (2), pp 903–908 e -Erik Stokstad, “Ammonia Pollution From Farming May Exact Hefty Health Costs”, in Science 17 January 2014: Vol. 343è aperto un dibattito sia sul costo sanitario delle emissioni di ammoniaca, stimato di recente pari a 100 dollari al kg, che sulla convenienza o meno di incrementare le produzioni agricole interne per l’esportazione di cereali e carne che, richiedendo dosi notevoli di concimi ammoniacali, contribuiscono alla formazione delle polveri sottili. L’ammoniaca è infatti universalmente riconosciuta come un precursore del particolato inorganico, i cui effetti pericolosi e nocivi per la salute umana sono ormai accertati da almeno un decennio, tanto che la Regione Toscana ha promosso il progetto PATOS (Particolato Atmosferico in Toscana), con l’obiettivo di determinare la quantità e la provenienza delle sostanze che danno origine alle polveri sottili.

2015_patos stazioni campionamento

Le “stazioni di misura” del Progetto PATOS evitano accuratamente l’area geotermica tradizionale e l’Amiata, …strano.

Però il progetto PATOS ha omesso di segnalare l’ammoniaca prodotta dalle centrali geotermiche dell’Enel in Amiata (a pag.52 del rapporto Patos, la zona dell’Amiata e le centrali geotermiche non vengono segnalate tra le fonti di emissioni di ammoniaca) ed anche l’ARPAT, le USL e l’Agenzia Regionale di Sanità, che da anni studiano le cause degli eccessi di mortalità registrati nella zona, non hanno mai preso in considerazione gli effetti di queste emissioni, in particolare per quanto riguarda i costi sanitari ad esse associati.

emissioni basosi bravi

Riccardo Basosi e Mirco Bravi, “Geotermia d’impatto”, in QualEnergia giungo/luglio 2015

Eppure, è accertato da vari studi autorevoli (vedi anche: Riccardo Basosi e Mirco Bravi, “Geotermia d’impatto”, in QualEnergia giungo/luglio 2015 scaricabile qui) che dalle centrali geotermiche presenti in Amiata si produce circa il 43% delle intere emissioni toscane di ammoniaca e il 17,7% delle intere emissioni italiane. A denunciare tale situazione è il prof. Riccardo Basosi, una delle più autorevoli personalità scientifiche italiane (*), che scrive: ”Paulot e Jacob, chimici dell’Harvard University (tiny.cc/PaulotJacob), descrivono le modalità di interazione dell’NH3 in atmosfera per formare particelle nocive e calcolano che l’impatto sulla salute umana (secondo l’EPA) negli Stati Uniti è pari a 100 $ al kg di NH3 emesso in atmosfera. Il problema dell’ammoniaca è stato discusso nel 2014 anche da Eric Stokstad sulla rivista Science giungendo alle stesse conclusioni (tiny.cc/Stokstad). A livello europeo, il CAFE (tiny.cc/CAFE) aveva quantificato nel 2005 i danni generati dall’NH3 specifici per l’Italia in media pari a 20,5 euro/kg di NH3”.
Il
costo sanitario annuo delle emissioni di ammoniaca dalle centrali geotermiche dell’Amiata, che sono ammontate nel 2010 a 4.334 tonnellate, è pertanto stimato solo per quell’anno in oltre 90 milioni di euro, ma il Presidente della Regione Enrico Rossi ha recentemente sostenuto che le centrali geotermiche sono da incrementare.

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Si vedano anche le slides di Roberto Barocci per l’intervento all’VIII congresso di Medicina Democratica a Firenze: SCARICA IN FORMATO PDF

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Il Prof. Riccardo Basosi è ordinario di Chimica Fisica presso l’Università di Siena, è stato nominato dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, Rappresentante italiano per le innovazioni in ambito energetico nel Comitato di Horizon 2020 (UE), Programma quadro della ricerca europea per il periodo 2014-2020.
Rappresenta l’Università di Siena nel soggetto gestore del PIERRE, è presidente del Comitato Tecnico Scientifico dello stesso Polo di Innovazione ed è membro, per il sistema della ricerca, del Comitato di Indirizzo Tecnologico del DTE-Toscana.
Direttore del Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Siena e Delegato del Rettore per l’energia e l’alta tecnologia; Direttore del Master per l’Uso Razionale ed Efficiente dell’Energia (Energy Manager), Siena.
Membro del Comitato Tecnico Scientifico Energia presso la Regione Toscana; Membro del Comitato Scientifico dell’ISSI (Istituto Sviluppo Sostenibile Italia); Delegato italiano per il progetto europeo COST P15.

20151228_locandina nazione polveri geotermia

20151228_nazione polveri geotermia

GoNews del 27 dicembre 2015:
Sull’Amiata la maggior parte di produzione di ammoniaca della regione
…segue ns. comunicato

QuiNewsMaremma.it del 27 dicembre 2015:
Geotermia, tra le polveri sottili anche ammoniaca
Il gruppo Sos Geotermia segnala il mancato rapporto della presenza di ammoniaca nel progetto Patos – Particolato Atmosferico in Toscana
…segue stralcio del ns. comunicato

i-Siena del 28 dicembre 2015:
“Sforamento polveri sottili. La geotermia come possibile causa”. La Lega chiede maggiori approfondimenti
di David Busato

Siena. Riceviamo e pubblichiamo: “L’inquinamento registrato nelle ultime settimane e lo sforamento continuo dei valori di Pm10 nell’aria, che sta alla base dello stop alle auto che in questi giorni ha sollevato molte proteste da parte di singoli cittadini e partiti politici, potrebbe avere come concausa anche lo sfruttamento delle risorse geotermiche. «A detta di alcuni esperti le centrali geotermiche dell’Amiata produrrebbero il 43% dell’intera emissione toscana di ammoniaca nell’aria, che è uno dei principali componenti del Pm10 e del Pm 2,5. Vogliamo che l’assessore all’Ambiente chiarisca in modo inconfutabile che non ci sia correlazione tra lo sforamento delle polveri sottili e lo sfruttamento della Geotermia amiatina.» afferma in una nota la consigliera regionale della Lega Nord Elisa Montemagni, membro della IV Commissione ambiente del Consiglio regionale.
Lega Nord-Ufficio Stampa

Il Cittadino online:
SOS Geotermia: “Una componente dimenticata delle polveri sottili”
E’ il costo sanitario delle emissioni
…segue ns. comunicato

La Postilla del 28 dicembre 2015:
AMIATA, geotermia: “La componente dimenticata delle polveri sottili, il costo sanitario delle emissioni”
…segue ns. comunicato

E’ questa la BUONA GEOTERMIA sponsorizzata dal PD e dai lobbisti? Intanto i comitati diffidano il Presidente della Regione Lazio

mangiata abbuffata trivellaLa “gioiosa macchina da guerra” del PD e dei suoi amici lobbisti della geotermia, dal sindaco di Abbadia al Roggiolani, dal Forum Nimby di Beulke all’ex protezione civile Barberi, dai vari Abrignani ai vari sig.Rossi è in febbrile attività nello sponsorizzare la famigerata “buona geotermia” delle centrali a media entalpia (sperimentali e non) magnificandone l’assoluta compatibilità ambientale, senza peraltro mai accusare la “cattiva geotermia” (quella dell’Enel) perchè contro i potenti bisogna pure stare attentini…

Il progetto approvato per l’Alfina-Castel Giorgio, che attende il via libera dalle Regioni interessate, fa parte di questa “buona geotermia”, talmente buona che gli stessi amministratori dei comuni coinvolti, oltre ai cittadini e comitati, sono tutti contrari.

Per questo è partita una diffida a Zingaretti, presidente della Regione Lazio in cui si elencano tutte le gravi criticità del progetto.
Invitiamo alla lettura della diffida e della documentazione allegata per capire, laddove ci fossero ancora dubbi, con che robaccia dobbiamo confrontarci.

TESTO DELLA DIFFIDA

Al Presidente della Regione Lazio NICOLA ZINGARETTI
e p.c. al Presidente Regione Umbria CATIUSCIA MARINI
al Dirigente Ing. MARCELLO SARALLI – MISE

OGGETTO: Istanza di permesso per due impianti pilota geotermici ubicati rispettivamente nella Regione Umbria e nella Regione Lazio denominato «CASTEL GIORGIO-TORRE ALFINA», così come definito dall’art.9 del D. Lgs.28 del 03.03.2011, presentato dalla Società ITW&LKW Geotermia Italia S.p.A. con sede legale in Torino, Piazza Statuto, 16/ Diffida al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

I SOTTOSCRITTI

Piero Bruni, Presidente dell’Associazione Lago di Bolsena, capofila delle Associazioni del lago di Bolsena.
Fausto Carotenuto, Presidente del Comitato per la Difesa della Salute e del Territorio di Castel Giorgio – Castel Giorgio (Terni).
Vittorio Fagioli, Portavoce Rete Nazionale NO Geotermia Elettrica Speculativa Inquinante,

DIFFIDANO IL PRESIDENTE DELLA REGIONE LAZIO NICOLA ZINGARETTI

per i seguenti motivi relativi all’oggetto
Il 29 Ottobre e il 16 Novembre 2015 il Presidente dell’Associazione lago di Bolsena ha inviato al Presidente della Regione Lazio una relazione tecnica che illustra l’impatto ambientale che avrebbe l’impianto geotermico a Castel Giorgio sull’acquifero del lago di Bolsena (allegati 1 e 2). Non avendo avuto alcun riscontro e data l’urgenza per essere in fase inoltrata la relativa Conferenza dei Servizi si è ritenuto necessario ricorrere alla presente diffida nei confronti del Presidente della Regione Lazio al fine di attivare la Sua personale attenzione su quanto segue.
Il progetto geotermico della ITW&LKW Geotermia Italia SpA (di seguito SpA italiana) non è un progetto industrialequale sarebbe se fosse stato proposto da una grossa azienda quale ENEL o ENI. Presenta ad una prima analisi le caratteristiche di un progetto finanziario, probabilmente nato al fine di beneficiare dei generosi incentivi offerti dallo Stato italiano. Il Direttivo è prevalentemente formato da commercialisti, l’ufficio tecnico è un consulente esterno, il Project Manager sembra non faccia parte della struttura societaria. La società proponente non ha mai fatto un lavoro industriale o artigianale per cui non può offrire referenze precedenti, tantomeno commisurabili all’opera da eseguire. Malgrado ciò si è proposta per affrontare un progetto molto complesso, multimilionario, pericoloso per le persone e per l’ambiente, laddove un altro soggetto di ben altro spessore tecnico e finanziario (ENEL) ha rinunciato per le difficoltà tecniche incontrate.
La SpA italiana ha un unico socio, la ITW & LKW BETEILIGUNGS GMBH, società di partecipazioni di diritto austriaco a responsabilità limitata. La SpA italiana è stata fondata dal socio unico con un capitale di 200.000 euro, poi integrati da prestiti del medesimo per fronteggiare le spese di avviamento fino ad un valore stimabile in 2-3 milioni di euro. Recentemente il capitale è stato aumentato ad un milione di euro, forse convertendo parte del prestito in capitale senza comportare cambiamenti sostanziali.
Il capitale richiesto per realizzare i due progetti è dell’ordine di 50-60 milioni di euro, mentre la SpA italiana ha un capitale di solo un milione di euro e nessuna esperienza nel settore geotermico. In Italia per esercitare una attività bisogna essere iscritti in un albo che garantisce professionalità, solidità finanziaria e che rilascia certificati antimafia, antiriciclaggio, ecc. La SpA italiana manca di questi requisiti.
Il valore delle azioni è attualmente pressoché nullo, ma se la SpA italiana riuscisse ad ottenere l’autorizzazione per gli impianti di Castel Giorgio e dell’Alfina il valore delle azioni aumenterebbe di alcuni milioni di euro “senza muovere zolla” per cui la prima parte dell’operazione finanziaria sarebbe molto ben riuscita, tutta a favore del socio unico austriaco, possessore delle azioni. Ma per realizzare il primo impianto occorrerebbe reperire sul mercato internazionale i mancanti 25 milioni di euro.
Se le azioni fossero vendute sul mercato internazionale, chi sarebbero i veri finanziatori dell’operazione? E se l’acquirente delle azioni fosse una lobby illegale che vuole assicurarsi un reddito all’estero per i prossimi 25 anni? Può lo Stato italiano trattare con una controparte attualmente senza sufficiente capitale, senza esperienza e che non può dichiarare chi sarà (o eventualmente chi è) il vero finanziatore responsabile dell’opera?
La SpA italiana non avendo alcuna esperienza nel settore geotermico, si è rivolta ad un consulente esterno per realizzare i due progetti. Quello di Castel Giorgio è sbagliato dal punto di vista ambientale perché preleverebbe da sotto il bacino del Tevere 1000 tonnellate all’ora di fluido geotermico con alta concentrazione di arsenico e lo riverserebbe sotto il bacino idrogeologico del lago di Bolsena, mettendo a rischio d’inquinamento la falda superficiale dalla quale viene attinta l’acqua per la rete potabile della provincia di Viterbo. Il progetto dell’Alfina è ugualmente sbagliato perché ubicato in area protetta, dove non può essere autorizzato dal Ministero dei Beni Culturali (il procedimento è reperibile sul sito del Comune di Acquapendente).
Per considerare l’impianto di Castel Giorgio compatibile con l’ambiente bisognerebbe che la SpA italiana dimostrasse “al di sopra di ogni ragionevole dubbio” che non vi sarà risalita di fluido geotermico verso la falda superficiale ad uso potabile. Accade invece il contrario, vi sono incontestabili relazioni tecniche che dimostrano che vi sarà una importante risalita di arsenico quantificabile in alcune tonnellate nel corso della concessione (vedasi i citati allegati 1 e 2).
L’interferenza fra pozzi geotermici e la falda superficiale utilizzata per la rete potabile è stata riconosciuta dal settore di VIA della Regione Lazio. (Determina G16874 del 25/11/2014). Il Responsabile del Procedimento, che ha condotto l’istruttoria con la collaborazione di un tavolo tecnico composto da sei esperti ha scritto: “i pozzi di estrazione e di reiniezione costituenti l’impianto pilota, interferiscono dal punto di vista quali/quantitativo con l’acquifero vulcanico vulsino, in particolare con la falda idropotabile di importanza regionale captata in numerosi pozzi e sorgenti dell’area”
Malgrado l’autorevole istruttoria l’allora Dirigente Tecnico, ora in pensione, ha espresso parere favorevole all’impianto geotermico a condizione che venga effettuato il monitoraggio chimico. E’ un chiaro espediente per concedere l’autorizzazione alla SpA italiana in mancanza dei necessari requisiti. La SpA ha proposto per il monitoraggio un consulente esterno con il quale ha provati conflitti di interesse. Il monitoraggio sarebbe comunque un tardivo controllo a posteriori, anzitutto l’impianto deve essere autorizzato e costruito e dopo averlo fatto funzionare per qualche anno si potrebbe rilevare un aumento percepibile della concentrazione di arsenico di qualche microgrammo per litro. A quel punto il danno irreversibile sarebbe già fatto.
Quanto espresso dal Dirigente è solo un discutibile parere: la responsabilità della decisione finale spetta al Presidente della Regione Lazio che dovrà decidere se autorizzare o meno gli impianti di Castel Giorgio e dell’Alfina tenendo conto: della inadeguatezza finanziaria e tecnica della SpA italiana; dell’inquinamento con arsenico della falda potabile; dell’opposizione dei Comuni e della Popolazione espressa in data 9.11.2015 da 25 consigli comunali (allegato n. 3) ; dell’aumento del rischio sismico; delle poco trasparenti autorizzazioni ministeriali e del fatto che il lago è un SIC-ZPS-ZSC per il quale la Regione non ha ancora deliberate le obbligatorie misure di tutela, situazione che ha provocato un avviso di pre-infrazione da parte della UE.
Siamo certi che il Presidente Zingaretti, dopo aver preso visione del quadro da noi descritto non avrà alcuna difficoltà a negare l’autorizzazione agli impianti geotermici definiti in oggetto. Qualora per motivi a noi non noti gli impianti venissero autorizzati, ricorreremmo alla UE per chiedere una urgente ispezione che con l’occasione potrebbe essere estesa alla mancanza del tratto di collettore lacuale a ponente e alle altre deficienze del collettore.

ALLEGATI
All. 1 – 00. Relazione Castel Giorgio con 15 suballegati del 29 Ott. 2015
All. 2 – 00. Geotermia e inquinamento idrico del 16 Nov. 2015
All. 3 – geo.843-L’assemblea interregionale dei Comuni ribadisce il no alla geotermia
Nota: Gli allegati sono reperibili sul sito www.bolsenaforum.net