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E’ questa la BUONA GEOTERMIA sponsorizzata dal PD e dai lobbisti? Intanto i comitati diffidano il Presidente della Regione Lazio

mangiata abbuffata trivellaLa “gioiosa macchina da guerra” del PD e dei suoi amici lobbisti della geotermia, dal sindaco di Abbadia al Roggiolani, dal Forum Nimby di Beulke all’ex protezione civile Barberi, dai vari Abrignani ai vari sig.Rossi è in febbrile attività nello sponsorizzare la famigerata “buona geotermia” delle centrali a media entalpia (sperimentali e non) magnificandone l’assoluta compatibilità ambientale, senza peraltro mai accusare la “cattiva geotermia” (quella dell’Enel) perchè contro i potenti bisogna pure stare attentini…

Il progetto approvato per l’Alfina-Castel Giorgio, che attende il via libera dalle Regioni interessate, fa parte di questa “buona geotermia”, talmente buona che gli stessi amministratori dei comuni coinvolti, oltre ai cittadini e comitati, sono tutti contrari.

Per questo è partita una diffida a Zingaretti, presidente della Regione Lazio in cui si elencano tutte le gravi criticità del progetto.
Invitiamo alla lettura della diffida e della documentazione allegata per capire, laddove ci fossero ancora dubbi, con che robaccia dobbiamo confrontarci.

TESTO DELLA DIFFIDA

Al Presidente della Regione Lazio NICOLA ZINGARETTI
e p.c. al Presidente Regione Umbria CATIUSCIA MARINI
al Dirigente Ing. MARCELLO SARALLI – MISE

OGGETTO: Istanza di permesso per due impianti pilota geotermici ubicati rispettivamente nella Regione Umbria e nella Regione Lazio denominato «CASTEL GIORGIO-TORRE ALFINA», così come definito dall’art.9 del D. Lgs.28 del 03.03.2011, presentato dalla Società ITW&LKW Geotermia Italia S.p.A. con sede legale in Torino, Piazza Statuto, 16/ Diffida al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

I SOTTOSCRITTI

Piero Bruni, Presidente dell’Associazione Lago di Bolsena, capofila delle Associazioni del lago di Bolsena.
Fausto Carotenuto, Presidente del Comitato per la Difesa della Salute e del Territorio di Castel Giorgio – Castel Giorgio (Terni).
Vittorio Fagioli, Portavoce Rete Nazionale NO Geotermia Elettrica Speculativa Inquinante,

DIFFIDANO IL PRESIDENTE DELLA REGIONE LAZIO NICOLA ZINGARETTI

per i seguenti motivi relativi all’oggetto
Il 29 Ottobre e il 16 Novembre 2015 il Presidente dell’Associazione lago di Bolsena ha inviato al Presidente della Regione Lazio una relazione tecnica che illustra l’impatto ambientale che avrebbe l’impianto geotermico a Castel Giorgio sull’acquifero del lago di Bolsena (allegati 1 e 2). Non avendo avuto alcun riscontro e data l’urgenza per essere in fase inoltrata la relativa Conferenza dei Servizi si è ritenuto necessario ricorrere alla presente diffida nei confronti del Presidente della Regione Lazio al fine di attivare la Sua personale attenzione su quanto segue.
Il progetto geotermico della ITW&LKW Geotermia Italia SpA (di seguito SpA italiana) non è un progetto industrialequale sarebbe se fosse stato proposto da una grossa azienda quale ENEL o ENI. Presenta ad una prima analisi le caratteristiche di un progetto finanziario, probabilmente nato al fine di beneficiare dei generosi incentivi offerti dallo Stato italiano. Il Direttivo è prevalentemente formato da commercialisti, l’ufficio tecnico è un consulente esterno, il Project Manager sembra non faccia parte della struttura societaria. La società proponente non ha mai fatto un lavoro industriale o artigianale per cui non può offrire referenze precedenti, tantomeno commisurabili all’opera da eseguire. Malgrado ciò si è proposta per affrontare un progetto molto complesso, multimilionario, pericoloso per le persone e per l’ambiente, laddove un altro soggetto di ben altro spessore tecnico e finanziario (ENEL) ha rinunciato per le difficoltà tecniche incontrate.
La SpA italiana ha un unico socio, la ITW & LKW BETEILIGUNGS GMBH, società di partecipazioni di diritto austriaco a responsabilità limitata. La SpA italiana è stata fondata dal socio unico con un capitale di 200.000 euro, poi integrati da prestiti del medesimo per fronteggiare le spese di avviamento fino ad un valore stimabile in 2-3 milioni di euro. Recentemente il capitale è stato aumentato ad un milione di euro, forse convertendo parte del prestito in capitale senza comportare cambiamenti sostanziali.
Il capitale richiesto per realizzare i due progetti è dell’ordine di 50-60 milioni di euro, mentre la SpA italiana ha un capitale di solo un milione di euro e nessuna esperienza nel settore geotermico. In Italia per esercitare una attività bisogna essere iscritti in un albo che garantisce professionalità, solidità finanziaria e che rilascia certificati antimafia, antiriciclaggio, ecc. La SpA italiana manca di questi requisiti.
Il valore delle azioni è attualmente pressoché nullo, ma se la SpA italiana riuscisse ad ottenere l’autorizzazione per gli impianti di Castel Giorgio e dell’Alfina il valore delle azioni aumenterebbe di alcuni milioni di euro “senza muovere zolla” per cui la prima parte dell’operazione finanziaria sarebbe molto ben riuscita, tutta a favore del socio unico austriaco, possessore delle azioni. Ma per realizzare il primo impianto occorrerebbe reperire sul mercato internazionale i mancanti 25 milioni di euro.
Se le azioni fossero vendute sul mercato internazionale, chi sarebbero i veri finanziatori dell’operazione? E se l’acquirente delle azioni fosse una lobby illegale che vuole assicurarsi un reddito all’estero per i prossimi 25 anni? Può lo Stato italiano trattare con una controparte attualmente senza sufficiente capitale, senza esperienza e che non può dichiarare chi sarà (o eventualmente chi è) il vero finanziatore responsabile dell’opera?
La SpA italiana non avendo alcuna esperienza nel settore geotermico, si è rivolta ad un consulente esterno per realizzare i due progetti. Quello di Castel Giorgio è sbagliato dal punto di vista ambientale perché preleverebbe da sotto il bacino del Tevere 1000 tonnellate all’ora di fluido geotermico con alta concentrazione di arsenico e lo riverserebbe sotto il bacino idrogeologico del lago di Bolsena, mettendo a rischio d’inquinamento la falda superficiale dalla quale viene attinta l’acqua per la rete potabile della provincia di Viterbo. Il progetto dell’Alfina è ugualmente sbagliato perché ubicato in area protetta, dove non può essere autorizzato dal Ministero dei Beni Culturali (il procedimento è reperibile sul sito del Comune di Acquapendente).
Per considerare l’impianto di Castel Giorgio compatibile con l’ambiente bisognerebbe che la SpA italiana dimostrasse “al di sopra di ogni ragionevole dubbio” che non vi sarà risalita di fluido geotermico verso la falda superficiale ad uso potabile. Accade invece il contrario, vi sono incontestabili relazioni tecniche che dimostrano che vi sarà una importante risalita di arsenico quantificabile in alcune tonnellate nel corso della concessione (vedasi i citati allegati 1 e 2).
L’interferenza fra pozzi geotermici e la falda superficiale utilizzata per la rete potabile è stata riconosciuta dal settore di VIA della Regione Lazio. (Determina G16874 del 25/11/2014). Il Responsabile del Procedimento, che ha condotto l’istruttoria con la collaborazione di un tavolo tecnico composto da sei esperti ha scritto: “i pozzi di estrazione e di reiniezione costituenti l’impianto pilota, interferiscono dal punto di vista quali/quantitativo con l’acquifero vulcanico vulsino, in particolare con la falda idropotabile di importanza regionale captata in numerosi pozzi e sorgenti dell’area”
Malgrado l’autorevole istruttoria l’allora Dirigente Tecnico, ora in pensione, ha espresso parere favorevole all’impianto geotermico a condizione che venga effettuato il monitoraggio chimico. E’ un chiaro espediente per concedere l’autorizzazione alla SpA italiana in mancanza dei necessari requisiti. La SpA ha proposto per il monitoraggio un consulente esterno con il quale ha provati conflitti di interesse. Il monitoraggio sarebbe comunque un tardivo controllo a posteriori, anzitutto l’impianto deve essere autorizzato e costruito e dopo averlo fatto funzionare per qualche anno si potrebbe rilevare un aumento percepibile della concentrazione di arsenico di qualche microgrammo per litro. A quel punto il danno irreversibile sarebbe già fatto.
Quanto espresso dal Dirigente è solo un discutibile parere: la responsabilità della decisione finale spetta al Presidente della Regione Lazio che dovrà decidere se autorizzare o meno gli impianti di Castel Giorgio e dell’Alfina tenendo conto: della inadeguatezza finanziaria e tecnica della SpA italiana; dell’inquinamento con arsenico della falda potabile; dell’opposizione dei Comuni e della Popolazione espressa in data 9.11.2015 da 25 consigli comunali (allegato n. 3) ; dell’aumento del rischio sismico; delle poco trasparenti autorizzazioni ministeriali e del fatto che il lago è un SIC-ZPS-ZSC per il quale la Regione non ha ancora deliberate le obbligatorie misure di tutela, situazione che ha provocato un avviso di pre-infrazione da parte della UE.
Siamo certi che il Presidente Zingaretti, dopo aver preso visione del quadro da noi descritto non avrà alcuna difficoltà a negare l’autorizzazione agli impianti geotermici definiti in oggetto. Qualora per motivi a noi non noti gli impianti venissero autorizzati, ricorreremmo alla UE per chiedere una urgente ispezione che con l’occasione potrebbe essere estesa alla mancanza del tratto di collettore lacuale a ponente e alle altre deficienze del collettore.

ALLEGATI
All. 1 – 00. Relazione Castel Giorgio con 15 suballegati del 29 Ott. 2015
All. 2 – 00. Geotermia e inquinamento idrico del 16 Nov. 2015
All. 3 – geo.843-L’assemblea interregionale dei Comuni ribadisce il no alla geotermia
Nota: Gli allegati sono reperibili sul sito www.bolsenaforum.net