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Tribunali e geotermia. Dopo Grosseto, Siena: ancora condannata l’Enel

boia-trivellaSeconda condanna in un mese per l’Enel: le centrali inquinano e si può gridarlo forte!

 

 

 

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25 luglio 2016, inaugurazione in “pompetta magna” di Bagnore 4

Nonostante gli sforzi “greenwashing” dell’Enel e dei sindaci “geotermici” con le sponsorizzazioni di ogni sagra, inaugurazioni di centrali in “pompetta magna”ed, ultima, la precettazione delle scolaresche per la “gita scolastica” del 5 novembre alle centrali di Bagnore -che evoca, sinistramente, il “sabato fascista”- , dal Tribunale di Siena arriva la seconda condanna in un mese per la geotermia in Amiata.

5 novembre 2016, "gita scolastica" a Bagnore (ph.amiatanews.it)

5 novembre 2016, “gita scolastica” a Bagnore 4 (ph.amiatanews.it)

Dopo il pronunciamento del Tribunale di Grosseto del 13 ottobre u.s. che respingeva la denuncia dell’Enel contro chi sosteneva “che le centrali geotermiche fossero fonte d’inquinamento e determinassero la presenza di arsenico nell’acqua potabile e che lo sviluppo geotermico da lei promosso fosse causa di morte, degrado ambientale e sottosviluppo” e, in più, condannava l’Enel alle spese, il 24 ottobre u.s., con sentenza n.718, il Tribunale di Siena si pronunciava sulle denunce per risarcimento danni fatte da cittadini di Piancastagnaio per l’inquinamento e l’irrespirabilità dell’aria causato dalle quattro centrali che allora, siamo tra il 2002 e il 2007, circondavano il paese.
Il Tribunale ha accolto le ragioni dei cittadini e condannato l’Enel a risarcire i danni, pagare le spese legali e del CTU, dalla cui perizia viene accertato che l’Enel ha costantemente e continuativamente superato i limiti previsti per le emissioni di acido solfidrico, come pure aveva rilevato l’Arpat.

5 novembre 2016, enel sindaci e acquedotto del fiora alla "gita scoalstica" (ph.GrossetoNotizie.com)

5 novembre 2016 enel, sindaci e acquedotto del fiora alla “gita scolastica” (ph.GrossetoNotizie.com)

Alla faccia delle assicurazioni che continuamente Enel e sindaci geotermici continuano a propagandare!

L’accertato superamento dei limiti delle emissioni di acido solfidrico H2S (quello che provoca il “puzzo d’uova marce”) è la ragione della condanna, ma la sentenza ci dice qualcosa di più: che cioè non è necessario che le emissioni provochino un danno biologico o una patologia, come indicato dalla “…Corte di cassazione (che) ha affermato, nell’ambito della tutela del domicilio e della famiglia, che pur quando non risulti integrato un danno biologico, la lesione del diritto al normale svolgimento della vita familiare all’interno della propria casa di abitazione e del diritto alla libera e piena esplicazione delle proprie abitudini di vita quotidiane sono pregiudizi apprezzabili in termini di danno non patrimoniale (v. Cass. n. 7875 del 2009; Cass. n. 26899 del 2014). A ciò deve aggiungersi che il diritto al rispetto della propria vita privata e familiare è uno dei diritti protetti dalla Convenzione europea dei diritti umani (art. 8). La Corte di Strasburgo ha fatto più volte applicazione di tale principio anche a fondamento della tutela alla vivibilità dell’abitazione e alla qualità della vita all’interno di essa, riconoscendo alle parti assoggettate ad immissioni intollerabili un consistente risarcimento del danno morale, e tanto pur non sussistendo alcuno stato di malattia. La Corte ha più volte condannato, per violazione dell’art. 8, gli Stati che, in presenza di livelli di rumore significantemente superiori al livello massimo consentito dalla legge, non avessero adottato misure idonee a garantire una tutela effettiva del diritto al rispetto della vita privata e familiare…”.

E’ il caso di sottolineare che la Corte Costituzionale, con sentenza 26 novembre 2009, n. 311, stabilisce che il giudice italiano deve essere considerato come il giudice comune della CEDU. Gli spetta, perciò, il compito di applicare le relative norme, nell’interpretazione data dalla Corte di Strasburgo, interpretazione vincolante per il giudice interno (Cass. Sez. Unite civ. del 27 novembre 2003 n. 1338,1339,1340, 1341).
Ma non solo. Il giudice italiano è chiamato a valutare il sistema normativo italiano alla luce dei principi stabiliti dalla CEDU, nel momento operativo della sua concreta ed effettiva applicazione, ovvero nel corso del giudizio (Cass. Sez. I pen., 12 maggio 1993) e non deve ignorare che le misure e le decisioni che egli adotta nell’ambito delle sue funzioni giurisdizionali possono configurare, se in quelle non abbia tenuto conto dei parametri convenzionali e della giurisprudenza della Corte di Strasburgo, una responsabilità internazionale dello Stato, per la quale egli deve assumere una precisa responsabilità.
Tale principi, ribaditi e fatti propri dal Tribunale di Siena, aprono le porte a possibili, e probabili, nuove azioni giudiziarie, ma soprattutto vanificano gli sforzi di coloro che ancora insistono a parlare di energia pulita e rinnovabile.

 

Quello che sosteniamo da anni, cioè che si tratta di energia inquinante e speculativa, pian piano trova riscontri anche nelle aule di giustizia.

Se ne facciano una ragione: ancora di più oggi denunciamo ad alta voce i danni e i rischi di queste scellerate scelte energetiche e chiediamo la moratoria generale di tutta le geotermia toscana, esistente e di progetto.

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P.S.: Vale la pena di ricordare come già in tema di “critica alla geotermia in Amiata”, già un anno fa, il 22 luglio 2015, l’ex Assessora Bramerini si prese una bella strigliata al Tribunale di Firenze, presso il Giudice di Pace per aver querelato -a spese della Regione…- altri attivisti di Sos Geotermia per aver “offeso la sua dignità e onorabilità”; il Giudice rilevava un difetto di legittimazione alla presentazione e quindi l’invalidità della querela dell’assessore, peraltro presentata utilizzando il patrocinio dell’avvocatura regionale costituita da ben due avvocati (quando il codice di procedura ne prevede solo uno), e quindi il venir meno della condizione di procedibilità, ragion per cui ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere per difetto di querela.
marchese-grillo-sordiMa non solo: il Pubblico Ministero, entrato direttamente nel merito della denuncia, accogliendo di fatto le tesi che la difesa aveva già esposto anche nei propri precedenti atti difensivi, ha affermato che “il fatto non costituisce reato, trattandosi di una critica, seppur accesa, non lesiva di interessi”. Ed ha aggiunto come la mail incriminata, con i suoi toni – seppur forti – rappresenti la “manifestazione di una opposta visione, critica, ma non lesiva della dignità altrui”, nemmeno di un personaggio pubblico, come l’assessore Bramerini, che per un fatto del genere ha addirittura “scomodato due avvocati della avvocatura regionale”.

Bene avrebbe fatto l’Enel e i suoi avvocati ad andarsi a cercare i precedenti, avrebbero evitato di buttare soldi di tutti noi visto che l’azionista è il Ministero dell’Economia e delle Finanze, di perdere la causa ed evitato l’ennesima figura di arroganti.


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100 fiori contro la geotermia sbocciano: assemblea del neocostituito comitato a Roccalbegna

assemblea-rocca1webIl virus dell’informazione contro la geotermia speculativa e inquinante, negata per decenni in Amiata, in Maremma e nella Toscana tutta, dove si è sempre sostenuto la sostenibilità e rinnovabilità di tale sfruttamento all’ombra delle compensazioni ambientali e delle sponsorizzazioni di sagre e feste da parte di Enel, ormai si va diffondendo in ogni borgo del nostro amato territorio, come era l’auspicio lanciato con le mobilitazioni dei “100 fiori contro la geotermia”.
Salutiamo l’esordio dell’appena costituito “Comitato per la Tutela del Territorio di Roccalbegna” che, con una partecipata assemblea pubblica alla quale -e non è una novità- si è sottratto il sindaco, ha iniziato la sua attività proprio con una giornata di informazione.
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del comitato.

 

GRANDE AFFLUENZA ALL’ASSEMBLEA PUBBLICA ORGANIZZATA DAL COMITATO PER LA TUTELA DEL TERRITORIO DI ROCCALBEGNA
I CITTADINI IN PIAZZA PER INFORMARSI SULLA GEOTERMIA!

Domenica 28 agosto 2016 si è svolta a Roccalbegna un’assemblea pubblica informativa sullo sfruttamento industriale della geotermia, nei territori Maremmani ed Amiatini. Erano presenti i relatori Pino Merisio (di SOS Geotermia) -SCARICA LA PRESENTAZIONE- ed il prof. Andrea Borgia (geologo), che hanno condotto l’assemblea davanti a circa 200 partecipanti, comprendenti sia abitanti di Roccalbegna e dei paesi vicini, sia molti rappresentanti dei diversi comitati, contrari alla geotermia industriale e speculativa, provenienti dalla Maremma e dall’Amiata.

Gli argomenti trattati sono stati vari: emissioni inquinanti nell’aria e nelle falde acquifere con relativi danni alla riserva idrica e alla salute; la spiegazione delle diverse tecnologie, utilizzate ad oggi dalle compagnie energetiche, per l’estrazione dei fluidi geotermici e conseguente conversione delle risorse termiche ad elettriche. Particolare enfasi è stata data alla bassa efficienza di questi processi, resi possibili economicamente solo grazie agli incentivi governativi, provenienti dai prelievi sulle bollette energetiche ai cittadini.

Dagli interventi fatti dai partecipanti, è apparsa evidente una forte preoccupazione e si è espresso l’auspicio di un utilizzo più efficiente di questi incentivi, che dovrebbero essere destinati alla diffusione delle fonti veramente rinnovabili; l’unica svolta possibile dallo sfruttamento delle fonti fossili e, come nel caso della geotermia industriale, da quelle fortemente impattanti per l’ambiente e per l’economia delle aree che le subiscono.

Al termine dell’assemblea e conseguente dibattito è stato proiettato il documentario indipendente “Un monte d’acqua” del regista Toni Montagna (2014).

L’evento è avvenuto a dieci giorni dalla costituzione del Comitato per la Tutela del Territorio di Roccalbegna, il più recente in Maremma, a testimonianza dell’aumento del dissenso verso l’industrializzazione geotermica.

assemblea-rocca2webI cittadini riunitisi ieri a Roccalbegna, hanno espresso il desiderio di un futuro diverso per i territori, con un fermo no all’industrializzazione e, dando voce al Comitato, nei giorni scorsi hanno accompagnato questa fermezza con intenti propositivi sul rilancio del territorio stesso, con la ricerca di dialogo con le amministrazioni locali e offrendo cooperazione nei progetti di sviluppo. E’ dispiaciuto quindi che il sindaco di Roccalbegna, Massimo Galli, abbia declinato l’invito a partecipare all’evento. Sarebbe certamente stato un confronto moderato e piacevole, con la stessa atmosfera pacata che ha caratterizzato tutta l’assemblea.

Guardando al futuro, ad un contesto di unione degli sforzi dei singoli comitati, le recenti energie impiegate sia in Maremma, che in Amiata ma anche nel resto della Toscana, Lazio ed Umbria, hanno visto partecipare all’assemblea informativa anche rappresentanze di queste zone, quali: Rete SOS Geotermia, SOS Geotermia Scansano, difesa dell’Alta Valle dell’Albegna di Semproniano, rete Centrali Zero, Agorà CittadinanzAttiva di Monticello Amiata, Fumarole della Selva, No Geotermia Seggiano, TerrAmiata di Castel del Piano, ed entrambi i meetup Arcidosso 5 stelle ed Amiata a 5 stelle.
Ringraziamo tutti per la partecipazione.

Comitato per la Tutela del Territorio di Roccalbegna


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Benni molla l’evento sponsorizzato dall’Enel e il sindaco Marini perde le staffe

benni sindacoInformato della situazione in Amiata, lo scrittore abbandona Cristicchi mentre il sindaco se la prende con i comitati antigeotermici
Lo scrittore Stefano Benni, ospite della serata clou di “Narrastorie” di Cristicchi sponsorizzato da Enel, coerentemente e a fronte dell’impossibilità di garantire anche soli tre minuti prima del suo spettacolo ai comitati antigeotermici, rinuncia a partecipare all’evento. Non possiamo che ammirare il gesto e la coerenza.
Ci auguriamo che anche altri “artisti” del cartellone ne seguano l’esempio, a cominciare da Paolini che pure, in “Vajont”, attaccava qella che sarebbe diventata l’Enel e che già causava tanti danni e morti.

Tale rinuncia deve aver colpito il sindaco di Arcidosso, Marini, che in un infuocato comunicato stampa (leggi sotto) se la prende con i comitati e i cittadini antigeotermici accusandoli di “atto vandalico.., …atto gravissimo che sfregia la manifestazione” contestando “con fermezza il modo di porsi quasi “intimidatorio” di alcuni esponenti dei comitati”, chiamando in causa per nome e cognome anche un consigliere dell’opposizione e un membro del M5S amiatino e accusando tutti anche di arrecare un danno economico per il turismo. Peccato non sia così puntuale nel contestare il ventilato raddoppio delle centrali amiatine annunciato dal suo premier Renzi e, di fatto, avallato dal governatore Rossi nella sua ultima sortita in Amiata o, ancora, non dica nulla sul furto di striscioni e opere artistiche dei bambini avvenuto il giorno che lui inaugurava la centrale di Bagnore 4 e invochi la censura per i comitati nelle iniziative dei paesi dell’Amiata, sembrerebbe addirittura -ma stentiamo a crederlo- andando a misurare quanti centimetri di suolo pubblico occupavano i banchetti antigeotermici.

Il Sindaco parla inoltre della necessità di limitare il diritto di critica, ma sembra che non sappia che diversi reati di opinione del codice fascista Rocco, come quello che mandava al confine chi si era dimostrato “capace di provocare il deperimento del sentimento patriottico” sono stati annullati dalla Corte Costituzionale, prima ancora che dal Parlamento. A lui quel codice manca e li invoca.

In realtà Marini non vuole rispondere su due fatti, ampiamente documentati da autorevoli scienziati, ai quali non ha mai potuto replicare:
1- con quale argomentazione logica ha approvato con la centrale Bagnore 4 l’ immissione in atmosfera di ulteriori inquinanti, sapendo che nello Studio epidemiologico del CNR del 2010, in Allegato 6 dal titolo significativo: “Risultati statisticamente significativi delle analisi di correlazione geografica tra dati ambientali e dati sanitari. Analisi dei ricoverati e analisi delle mortalità” sono state individuate e registrate ben 54 relazioni, statisticamente significative, tra incrementi di malattie mortali nei residenti dei comuni geotermici e le concentrazioni crescenti degli stessi inquinanti, emessi dalle centrali Enel, presenti e misurati nei comuni geotermici?

2- come può sostenere che le centrali ENEL meritano i contributi pubblici per le energie pulite quando in articoli recenti di autorevoli scienziati, si afferma che le emissioni della geotermia dell’Amiata rappresentano il 17,7% per l’ammoniaca e il 42,5% per il mercurio di tutte le emissioni italiane relative ai settori industriali. Per quanto riguarda le emissioni climalteranti delle centrali geotermiche dell’Amiata, gli stessi ricercatori scrivono in un recente studio, validato dalla comunità scientifica internazionale, che dal punto di vista del potenziale di acidificazione, l’impatto derivante dall’energia prodotta dalle centrali geotermiche del Monte Amiata è in media 2,2 volte maggiore dell’impatto di una centrale a carbone. Il valore medio per Bagnore 3 è 4,3 volte più alto di una centrale a carbone e circa 35,6 volte più alto di una centrale a gas?

Non solo Marini non può spiegare le sue scelte, non sa dare una spiegazione al fatto conclamato che i suoi concittadini sono esposti da molti anni ad eccessi di mortalità e cerca di riesumare il Codice Rocco, ma si inventa pure che la stragrande maggioranza dei cittadini di Arcidosso la pensano come lui e che i contrari alla geotermia “sono un numero risibile”. In realtà lui governa con il consenso di un partito di minoranza solo grazie al fatto che gli altri tre partiti presenti alle ultime elezioni tutti e tre contrari alla geotermia, non si sono coalizzati, ma che in ogni caso nell’insieme rappresentano la maggioranza dei cittadini votanti.


di seguito il comunicato stampa del sindaco Marini di Arcidosso:

Comunicato stampa/Il sindaco Marini spiega le cause della mancata partecipazione di Stefano Benni al festival “Narrastorie”
COMUNE DI ARCIDOSSO·MERCOLEDÌ 17 AGOSTO 2016
Questa mattina ho convocato una conferenza stampa per spiegare le motivazioni della mancata partecipazione di Stefano Benni a “Narrastorie”, il festival del racconto di strada che si terrà nel comune amiatino dal 23 al 28 agosto.
L’autore Stefano Benni (come tutti gli altri artisti che prenderanno parte al “Narrastorie”) è stato tempestato da una notevole mole di messaggi privati (mail) e pubblici (su FB e siti) da parte di alcuni esponenti dei comitati antigeotermia, che hanno chiesto di avere degli spazi all’interno del suo spettacolo e della manifestazione per parlare della questione geotermica. Alcuni di questi messaggi, in particolare, sono stati inviati da un consigliere di minoranza del comune di Arcidosso, Corrado Lazzeroni e da un’esponente dei comitati, Silvia Perfetti e sono apparsi sul sito ufficiale di Benni. Conseguentemente al pesante clima di tensione provocato ad arte, Benni ha deciso di disdire il suo spettacolo, ritenendo che non ci fossero le condizioni di serenità necessarie per la sua performance.
Sono molto amareggiato per la mancata presenza di un nome di prestigio come quello di Benni all’interno del programma di “Narrastorie” e ritengo che l’intervento d’intromissione di questi esponenti dei comitati sia un atto gravissimo che sfregia la manifestazione, uno degli eventi più importanti dell’estate toscana, ed esprimo solidarietà a Simone Cristicchi, direttore artistico del festival, anch’esso fortemente dispiaciuto. Questa, infatti, non è un’azione contro il primo cittadino e l’amministrazione comunale di Arcidosso né contro Enel, che è uno degli sponsor del festival, ma è un autentico atto vandalico contro l’immagine del nostro territorio e di chi ci lavora, con ricadute negative per tutti gli operatori nel pieno della stagione turistica.
Mi preme sottolineare che in democrazia tutte le opinioni vanno ascoltate e rispettate, ma contesto con fermezza il modo di porsi quasi “intimidatorio” di alcuni esponenti dei comitati antigeotermia in contesti e luoghi non appropriati come quello di una manifestazione dedicata all’arte e alla cultura, momento di aggregazione per tutti. Cosa che è avvenuta per esempio anche il 13 e il 14 agosto scorsi, quando alcune persone distribuivano volantini contro la geotermia durante il Music Parade di Montelaterone e durante la Festa della Luna a Salaiola. Anche quest’anno si è ripetuto purtroppo quello che avvenne l’anno scorso quando Cristicchi portò a Monte Labbro lo spettacolo su David Lazzaretti. Le questioni geotermiche possono e devono essere affrontate nelle sedi opportune, come è stato sempre fatto in numerosissime occasioni ormai da molti anni, ma è gravemente sbagliato e scorretto sfruttare l’attenzione che possono offrire certi eventi per portare avanti una protesta che nuoce all’immagine dell’intero territorio.
“Narrastorie” va avanti e offrirà spettacoli di livello nazionale di altissima qualità e intrattenimento per tutti, grandi e piccini. Sarà importante non solo per la comunità di Arcidosso ma per tutta l’Amiata. Di questo voglio ringraziare tutti coloro che direttamente e indirettamente stanno lavorando per l’organizzazione dell’evento e in particolare Simone Cristicchi che, oltre ad essere un grande e sensibilissimo artista, è un vero e sincero amico dell’Amiata. Simone è stato oggetto di squallidi attacchi personali da parte di alcuni esponenti dei comitati, pur non avendo percepito nessun compenso né l’anno scorso con il progetto su Davide Lazzaretti, che sta portando in scena in tantissimi teatri italiani facendo conoscere Lazzaretti e il Monte Labbro, né quest’anno come direttore artistico del festival.


Manifesto apparso in questi giorni ad Arcidosso:

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CONVEGNO “LA STRADA DEL MERCURIO”: ENEL CONVITATO DI PIETRA

mercurio inquinamentoAvevamo già segnalato come l’attività degli “Amici della Terra” in realtà si spendeva piuttosto a favore della “Trivella”, come la posizione a favore delle piattaforme petrolifere espressa in occasione del recente referendum. Tornano, i nostri eroi, ad esercitarsi in ambigue operazioni di finto ambientalismo, o ambientalismo reticente, stavolta impegnandosi in uno studio sull’inquinamento da mercurio che dal monte Amiata arriva al mare, ignorando o facendo finta di non sapere che oggi di certo è altrettanto importante, se non maggiore, il contributo che le centrali Enel danno a tale inquinamento piuttosto che le ex miniere in parte bonificate. Perchè tale omissione?

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CONVEGNO “LA STRADA DEL MERCURIO”: ENEL CONVITATO DI PIETRA

Nell’abbondanza di dati sull’inquinamento da mercurio dall’Amiata al mare non c’è traccia delle centrali geotermiche dell’Enel a rilascio libero in atmosfera che sono sicuramente concausa dell’inquinamento da mercurio ed altro ancora.

 

L’Associazione “Amici della Terra”, presente il Ministero dell’Ambiente nella persona del Capo della Segreteria tecnica Carlo Maria Medaglia, ha presentato il 14 giugno us a Roma un rapporto sull’inquinamento da mercurio nel comprensorio Tosco-Umbro.

Il Prof.Costagliola, dell’Università di Firenze, ha presentato i dati emersi da una ricerca ricordando che il minerale era estratto sin dalla fine dell’800 in maniera “sporca”, e tutt’oggi sia i residui di lavorazione che il minerale stesso sono rinvenibili in più luoghi del vasto comprensorio minerario. La ricerca esaminava da diversi punti di vista la grave contaminazione del territorio del monte Amiata fino ad interessare pesantemente in particolare il Fiume Paglia e, passando per il Tevere, anche le coste tirreniche.

2000-2007 emissioni fonte toscana evidenza mercurio

Nella tabella i dati delle emissioni al 2000 e 2007 rilevati dalla Regione Toscana (clicca per ingrandire)

In tutta la relazione, inspiegabilmente, non si citava minimamente le enormi quantità di mercurio che sono state emesse, ed ancora oggi vengono emesse sempre nell’area dell’Amiata dalle centrali geotermiche ENEL. Come pure ha rilevato a suo tempo l’Arpat, che misurava le emissioni per il solo mercurio in 889,14 kg nel 2008 e 162,90 kg nel 2011, anno quest’ultimo riferito alla presenza di centrali per complessivi circa 60 MW e dotate di abbattitori, mentre oggi, con le nuove centrali realizzate nel frattempo, siamo addirittura a 120 MW, il doppio, con un evidente aumento delle emissioni di mercurio, e non solo.

Come rilevano pure numerosi e prestigiosi ricercatori italiani (Basosi, Bravi, Borgia, ecc) tali centrali “flash”, a rilascio libero in atmosfera dei vapori estratti, sono tecnologicamente superate, ma molto convenienti per il gestore Enel che, incredibile a dirsi, percepisce per queste anche contributi pubblici per decine di milioni di euro all’anno quali produttori di “energia pulita e rinnovabile”.

Anche la recentissima “Bagnore 4” è considerata (cfr. Basosi, Bravi, 2015) una centrale inquinante paragonabile ad analoghe centrali a combustibili fossili, e proprio a causa delle incontrollate emissioni degli inquinanti fluidi geotermici. L’inquinamento da mercurio, dunque, non può essere solo quello generato dalle vecchie miniere che per continuo dilavamento in tutti questi anni avrebbe presumibilmente dovuto ridurre la sua presenza nell’ambiente.

Alla domanda posta da uno di noi al prof.Costagliola sul perché non era stato considerato l’inquinamento geotermico da mercurio come una concausa dell’aumento di questi ultimi anni del mercurio nel Fiume Paglia (e nei suoi pesci) non è stata fornita alcuna risposta: più che con il Ministero dell’Ambiente sembra di interloquire con il Ministero dell’Industria.

Il rapporto presentato evidenzia quindi un aspetto paradossale e veramente sconcertante: una ricerca sul mercurio di una prestigiosa Università italiana ignora totalmente l’influenza che il mercurio emesso dalla geotermia Enel può esercitare sul bacino idrografico del Paglia e del Tevere.
Quindi certamente utile e necessaria la bonifica delle discariche e dei siti minerari dismessi, ma anche la chiusura degli altrettanto inquinanti impianti come le centrali geotermiche.

Non considerare questo contributo rilevante è fare un servizio di “distrazione di massa”, a cui riteniamo grave che si sia prestata l’associazione “Amici della Terra”.

Sos Geotermia, aderente alla Rete nazionale NoGesi

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Per chi volesse approfondire, segnaliamo anche questo studio:
“Differential Absorption Lidar Mapping of Atmospheric Atomic Mercury In Italian Geothermal Fields”, pubblicato in Journal of Geophysical Research fine e scaricabile in formato pdf

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Corriere di Siena, 21 giugno 2016

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Geotermia in Regione Toscana. Il caso Zita e la VIA Bagnore 4: anche noi pensiamo che solo la Magistratura possa chiarire le responsabilità

marras_si fa un bel rogoNon ci sembra decoroso cambiare l’oggetto del contendere, come hanno fatto ieri in Regione Toscana l’Ass.Bugli e il Capogruppo del PD Marras, in occasione delle interrogazioni presentate dai consiglieri di opposizione alla Giunta regionale sul contenuto delle denunce dell’ex Responsabile del Settore Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), arch. Zita.

L’oggetto delle dichiarazioni di Zita e delle interrogazioni era la valutazione degli aspetti sanitari, contenuti nello Studio di Impatto Ambientale presentato alla Regione Toscana dall’ENEL a sostegno della richiesta di autorizzazione per la costruzione di Bagnore 4. Non altro, come invece oggi si vorrebbe rappresentare.

Ciò che ha scritto l’Agenzia Regionale di Sanità in merito all’impatto sanitario presentato da ENEL è che: “L’intero paragrafo dedicato agli aspetti sanitari appare POCO ESPLICATIVO E NON ADEGUATO per descrivere lo stato di salute delle popolazioni potenzialmente interessate alla costruzione della nuova centrale”.

Seguono le motivazioni che, a parere dell’ARS, giustificano tale netto rigetto: l’Enel ha usato numeri assoluti su vasta scala, che non consentono confronti, e non i tassi standardizzati per comune; ha sbagliato a riportare gli stessi numeri dei decessi per le varie USL e l’ARS indica anche gli Studi dove erano presenti i dati aggiornati, standardizzati e riferiti ai singoli comuni geotermici, invitando l’Enel a riportarli, ma tra questi studi c’erano quelli che già allora indicavano un eccesso di mortalità del +13% in Amiata. Tant’è che l’ENEL si è guardata bene dal riportarli…

Tale Parere è stato riconfermato nella successiva nota. Non si poteva scrivere una frase più chiara e netta. E sfidiamo le persone oneste ad affermare che tale giudizio fosse positivo.

Il dott. Cipriani, a precisa domanda su questo tema, rispose in Conferenza pubblica a Santa Fiora il 17 giugno 2013 (conserviamo la registrazione) che il parere dell’ARS in sede di VIA alla Regione è stato decisamente negativo. Precisò: “una industria grande come Enel non può permettersi una sciattezza nella presentazione dei dati sanitari” definiti dal dott. Cipriani anche “superficiali” e “non accettabili.

Oggi il PD dice il contrario, cambiando l’oggetto del contendere. Ma Marras va oltre, chiedendo “provvedimenti concreti contro chi utilizza il proprio tempo libero per denunciare presunti illeciti dopo anni di distanza col solo risultato di destabilizzare una comunità”.
Quindi il PD invoca l’intervento della Magistratura.

Lo chiediamo anche noi a voce alta, poiché con chi cambia le carte in tavola non si può dialogare.

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In merito alla questione del trasferimento dell’arch.Zita e della revoca delle deleghe all’allora assessora Bramerini, ricordiamo come su tale vicenda già era noto il collegamento con la VIA per la centrale di Bagnore 4; proprio la Bramerini lo confessò ai pm ai tempi dello scandalo della TAV toscana.
NOI LO DENUNCIAMMO SUBITO. (clicca e leggi)

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MaremmaNews del 12 maggio 2016

Aletheia online del 12 maggio 2016

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Il Tirreno del 13 maggio 2016

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Centrale geotermica di Bagnore 4, dopo le “rivelazioni” dell’arch.Zita: DA 4 ANNI NOI LO SAPEVAMO E LO DENUNCIAVAMO!

20150615_bagnore 3 e 4Le dichiarazioni dell’arch. Fabio Zita durante la giornata di mobilitazione “Geotermia: Focus Toscana” indetta dalla rete NoGesi a Firenze hanno senza dubbio del clamoroso, perché aggiungono particolari, che, se confermati, coinvolgono la Giunta Regionale.
Di certo non colgono di sorpresa Sos Geotermia, che segue da anni la vicenda, e che a suo tempo aveva già denunciato pubblicamente le procedure omissive seguite nell’esame della VIA sulla megacentrale di Bagnore 4 che, affiancandosi all’esistente Bagnore 3, ne triplicava la potenza, da 20 a 60 MW, e –di conseguenza- le emissioni (leggi QUI e QUI).

Ma le nostre denunce, come sempre, sono nei palazzi oggetto di censure, scarsa considerazione, quando non proprio di attacchi denigratori e accuse di “allarmismo” e “terrorismo”. C’è da puntualizzare che nessuno dei soggetti da noi indicati ha mai pensato di portare dinanzi alla Magistratura le questioni da noi sollevate… A questo abbiamo però rimediato noi: infatti a gennaio del 2015, il Forum Ambientalista di Grosseto, ha presentato un dettagliato esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Grosseto nel quale, tra le altre cose, c’è il preciso svolgimento di quanto avvenuto nel 2012 nell’ambito della VIA su Bagnore 4 (che riportiamo di seguito).

Ci auguriamo e siamo fiduciosi che, anche a seguito dello “scandalo” sollevato delle dichiarazioni dell’arch.Zita, finalmente ci sia un deciso intervento della Magistratura, fermo restando che ormai i responsabili della vicenda, dai tecnici ai vertici politici fino al governatore Rossi, da noi ripetutamente avvisati del contenuto dello Studio CNR/ARS del 2010, Allegato 6, non sono più legittimati nei loro ruoli, per aver dimostrato di non rispettare l’art.3 della Costituzione Repubblicana, e dovrebbero dimettersi. Altrettanto ci aspettiamo dai Sindaci delle aree interessate che, anch’essi da noi informati perché responsabili della salute pubblica, fino a ieri (stra)parlavano di sole emissioni di “vapor d’acqua”, nulla hanno mai fatto in questi anni ed oggi le popolazioni residenti in quei comuni iniziano a protestare per le continue emissioni che rendono l’aria irrespirabile.

Penose sono infine le argomentazioni usate dal Direttore dell’ARS, che, mentre smentisce se stesso e il contenuto del suo primo parere, si limita ancora oggi a disquisire sull’areale di ricaduta dell’idrogeno solforato, quando nulla ha detto e dice sulle emissioni cancerogene in Amiata di Mercurio e Arsenico o dell’Ammoniaca, precursori delle Pm 2,5, che vengono trasportate a decine di Km di distanza e producono annualmente danni sanitari valutati in ambito comunitario in centinaia di milioni di euro.

Forum Ambientalista – Sos Geotermia

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In merito alla questione del trasferimento dell’arch.Zita e della revoca delle deleghe all’allora assessora Bramerini, ricordiamo come su tale vicenda già era noto il collegamento con la VIA per la centrale di Bagnore 4; proprio la Bramerini lo confessò ai pm ai tempi dello scandalo della TAV toscana.
NOI LO DENUNCIAMMO SUBITO. (clicca e leggi)

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Segue lo Stralcio dell’esposto presentato alla Procura della Repubblica e scaricabile qui:

Le omissioni sulle mancate valutazioni dello stato di salute delle popolazioni in Amiata, in sede di Valutazione di Impatto Ambientale della nuova centrale Bagnore 4 e la manipolazione dei relativi pareri istruttori in merito allo stato sanitario.

Nonostante i dati allarmanti registrati nei paesi sedi di impianti geotermici dell’Amiata, dati noti alla Giunta regionale, pur nelle diverse quantificazioni assolute, a seconda dell’estensione territoriale di riferimento, è stata autorizzata nel 2012, come già ripetuto, la costruzione di una nuova centrale, di nome Bagnore 4 a Santa Fiora, da 40 MegaWatt, doppia di quella già installata a Bagnore 3.
La procedura autorizzatoria per Bagnore 4, per le caratteristiche pericolose dell’impianto proposto da Enel, ha richiesto la Valutazione di Impatto Ambientale (di seguito VIA), assegnata dalle norme alla Regione Toscana. In tale procedura è stata realizzata sia una omissione molto evidente delle norme nazionali e regionali, sia una vera alterazione dei pareri espressi.
In premessa è necessario ricordare che l’oggetto della Valutazione di Impatto Ambientale non è mai un impianto a sé stante, ma l’ambiente, che deve sostenere il nuovo impianto. Cioè, con la procedura di VIA si deve verificare, in un dato territorio, la capacità dell’ambiente e della popolazione di sostenere le ulteriori emissioni, previste con l’avvio di un nuovo impianto pericoloso. In Amiata, stante i dati sanitari accertati, c’è stata, come dimostreremo di seguito, una violazione delle norme, autorizzando ulteriori immissioni nell’ambiente degli stessi inquinanti accertati come responsabili degli eccessi di mortalità.
Le norme, sia nella legislazione nazionale che nella Legge Regionale di riferimento per il caso in esame, la L.R. 79/98, essendo la procedura iniziata nel 2005, prevedono che la VIA debba avere la salute umana tra gli obiettivi di salvaguardia e di tutela e che lo Studio di impatto Ambientale (di seguito SIA), presentato dal proponente l’impianto, debba valutare lo stato sanitario della popolazione coinvolta, prima che il nuovo impianto entri in funzione e quello conseguente alle nuove emissioni prodotte dal nuovo impianto da autorizzare. Tale contenuto ovviamente è stato confermato nella successiva legislazione regionale del 2010, oggi vigente per le procedure autorizzative, avviate dopo tale data.
Ricordiamo che, coerentemente al suddetto obiettivo, nell’allegato C della legge regionale, che disciplina il contenuto del SIA, viene fatto esplicito e dettagliato riferimento agli aspetti sanitari di impatto sulla popolazione. Nelle Norme Tecniche di attuazione della L.R. 79/98, delegate dalla stessa legge alla Giunta Regionale, vengono dettagliate in maniera puntuale i contenuti della valutazione sulla salute dei residenti. L’articolo 22 della L.R. 79/98 (Disposizioni attuative delle procedure), punto 1. cita: “La Giunta regionale approva, con apposita deliberazione, le”linee/guida” e le specifiche norme tecniche di attuazione delle disposizioni di cui al presente titolo, con particolare riguardo: a) ai criteri ed ai metodi per l’effettuazione delle procedure disciplinate dall’art. 11 e seguenti”. La conseguente Delibera di Giunta regionale n° 1069 del 20.09.1999 ha approvato e pubblicato il testo delle “Norme tecniche di attuazione” sulla VIA, pubblicate nel sito Ufficiale della regione Toscana. Tali Norme sono anche oggi visibili sul sito Ufficiale della Regione, nella pagina dedicata alle procedure di VIA, sotto la voce “Norme tecniche (1999)”….
Tutto quanto sopra, previsto e riportato dalle norme sull’analisi preliminare dello stato di salute della popolazione nel cui territorio deve essere realizzato un nuovo impianto da sottoporre a VIA, è assente sia nello Studio di Impatto Ambientale che nelle integrazioni presentate successivamente da Enel e, ciò nonostante, la Regione Toscana ha espresso parere favorevole alla realizzazione del nuovo impianto non richiedendo all’Enel di sanare la lacuna.
L’assenza di tale valutazione sulla salute della popolazione era nota alla Regione Toscana. Infatti anche nel corso del Contraddittorio in sede di VIA, effettuato il 18 luglio 2012 tra Enel, Regione Toscana ed i cittadini, che avevano presentato Osservazioni alla procedura di VIA, l’ ENEL ha sostenuto che non c’era la necessità di compiere valutazioni sanitarie. Nel Verbale di tale Contraddittorio (1) alla domanda n°5 del gruppo consiliare “Prospettiva comune “ di Piancastagnaio, che chiedeva al rappresentante di ENEL il motivo per cui nello SIA non c’è una valutazione sanitaria, il rappresentante di ENEL risponde: “L’assenza dello Studio di Impatto Sanitario nella documentazione presentata è legata al fatto che il procedimento di VIA è stato avviato ai sensi della L.R.79/98”:…
Come abbiamo visto sopra, la L.R. 79/98 richiede una valutazione sanitaria puntuale , ma la Regione Toscana, pur informata dalle Osservazioni dei cittadini, non ha rilevato e segnalato al proponente tale carenza, mentre la stessa Regione avrebbe dovuto dare una risposta nel merito, positiva o negativa, a tutte le Osservazioni presentate. Adempimento che non c’è stato. Sia l’Enel che la Regione Toscana invece non rispondono alla Osservazione della mancata valutazione dello stato sanitario della popolazione e neppure alle domande successive, in particolare alla n° 8, che, in riferimento ai contenuti dell’Allegato 6 allo studio ARS-CNR, poneva una Osservazione oggettivamente inquietante: “Essendo riconosciuta nei comuni geotermici come vera la relazione tra l’aumento notevole di mortalità in funzione di concentrazioni crescenti di arsenico, mercurio, acido solfidrico ecc.; essendo ritenuta ancora come vera l’esistenza di emissioni significative di arsenico, mercurio, acido solfidrico ecc. dalle centrali geotermiche dell’Amiata, il Proponente non ritenga vera anche la seguente conclusione: che l’incremento delle malattie e mortalità sull’Amiata sia dovuto anche alle emissioni delle centrali geotermiche?”.
Ma nel procedimento autorizzatorio non si è trattato solamente di aver compiuto consapevoli omissioni su una parte centrale della VIA.
Infatti, in sede di procedimento istruttorio per la VIA, anche l’ARS ha rilasciato, in due momenti, il suo parere alla struttura tecnica della Regione Toscana che ha istruito la pratica e formulato il suo parere alla Giunta Regionale per la definizione della VIA. Nel primo parere ARS del 31 maggio 2012 (2) a pagina 3 si legge, a proposito dello SIA dell’Enel: “Ma, aldilà di tali errori oggettivi, l’intero paragrafo dedicato agli aspetti sanitari appare poco esplicativo e non adeguato per descrivere lo stato di salute delle popolazioni potenzialmente interessate alla costruzione della nuova centrale”. Nel secondo parere del 18 giugno 2012 (3) a conclusione di pagina 5, si legge che “L’ARS conferma tutte le affermazioni e conclusioni della prima nota…”. Questa valutazione è stata ribadita anche in occasione del confronto di cui al punto 2 sopra. Infatti il dott. Cipriani rispose a precisa domanda (tempo della suddetta registrazione: 1h 57′ 50”) che il parere dell’ARS in sede di VIA alla Regione è stato decisamente negativo: “una industria grande come Enel non può permettersi una sciattezza nella presentazione dei dati sanitari” definiti dal dott. Cipriani anche “superficiali” e “non accettabili”.
Anche il parere conclusivo rilasciato il 4.1.2012 in sede di VIA alla Regione Toscana dalla AUSL 9 di Grosseto dal dott. Boncompagni (4) riaffermava che: “Visti i nostri precedenti contributi istruttori:…si ritiene che integrazioni prodotte non affrontino adeguatamente quanto evidenziato nei contributi istruttori sopra citati per quanto attiene ai punti di nostra stretta competenza ed inerenti agli aspetti igienico sanitari concernenti atmosfera e suolo, rumore, campi elettromagnetici e viabilità. In particolare si esprimono le seguenti Osservazioni:
Atmosfera e suolo: a nostro parere occorre valutare l’impatto nel tempo degli inquinanti, derivante dal fall out delle emissioni che determinano l’accumulo progressivo al suolo delle diverse specie chimiche nel corso degli anni, conseguenti alle emissioni in atmosfera dell’impianto. E’ quindi necessario valutare le ipotesi di scenario ambientale al momento della dismissione dell’impianto (tenendo conto della vita presumibile per la centrale in questione) calcolando la concentrazione dei principali inquinanti nel suolo…Inoltre si ribadisce la necessità di valutare l’impatto cumulativo dei singoli elementi chimici tossici, in quanto ancorché presenti in concentrazione singola nei limiti della norma, potrebbero rappresentare un rischio sanitario non trascurabile se considerati in termini di carico complessivo.”
Di quest’ultima necessità, prevista dalla legislazione (L.R. 79/98) e segnalata anche dalla AUSL , oltre che nelle Osservazioni dei cittadini, non c’è traccia nella documentazione presentata dal proponente Enel. Il dott. Cipriani, direttore dell’ARS, in occasione del confronto realizzato a Santa Fiora il 17 giugno del 2013, quindi dopo che era stata conclusa la VIA (come vedremo nel settembre 2012), ha confermato, come riferito al punto 2 sopra, che: “sulla valutazione cumulativa ci stiamo lavorando solo ora”.
Quindi la Regione Toscana era consapevole che la parte fondamentale e centrale dello Studio di impatto Ambientale, quello sulla salute della popolazione, era “poco esplicativo e non adeguato”, secondo i pareri di competenza dell’ARS e AUSL. La Regione Toscana era anche consapevole che lo Studio dell’ARS-CNR ha sicuramente messo in evidenza una situazione ambientale ad alto rischio sanitario in Amiata, anche se, come scrive la stessa ARS nel suo parere in sede di VIA (2) a pagina 6 :”la ricerca di ARS- CNR non può essere considerata una valutazione di impatto sanitario che presuppone l’utilizzo di metodi di analisi diversi ed adeguati allo scopo”. Infatti, tale Studio non ha potuto dimostrare con certezza che la provenienza degli inquinanti responsabili delle patologie già accertate sia quella delle centrali già esistenti, avendo utilizzato i dati sanitari aggregati dell’intero territorio comunale e non in funzione della distanza crescente dagli impianti geotermici dei residenti colpiti dalle gravi patologie.
Quindi, nonostante il quadro istruttorio che ha evidenziato una carenza fondamentale di analisi sanitarie sulla popolazione, analisi ritenute non“adeguate” ed “esplicative”; nonostante lo studio ARS-CNR che, se non segnala la stretta relazione tra eccessi di mortalità e geotermia, tuttavia segnala senza ombra di dubbio un inquinamento ambientale già grave in Amiata, da cui deriva alla popolazione un rischio molto elevato per la presenza di inquinanti quali mercurio, arsenico, acido solfidrico ecc. (vedi Allegato 6 allo studio CNR-ARS scaricabile qui), prodotti anche dalle centrali geotermiche, è stata autorizzata la realizzazione di un impianto che incrementa l’emissione degli stessi inquinanti.
Il dott. Cipriani sapeva benissimo, come ha affermato in occasione dell’incontro rammentato al punto 2 sopra, che allo stato attuale mancano quelle verifiche scientifiche che possano escludere la geotermia dalle concause dell’eccesso di malattie registrate in Amiata. Infatti, a precisa domanda, se poteva escludere le attuali emissioni geotermiche dalle cause dell’eccesso di mortalità, ha risposto: “Non lo possiamo escludere in senso eziologico” e alla domanda, se conosceva quali fossero le cause dello stesso eccesso, ha risposto ”non lo sappiamo”. Pertanto, per il ruolo che l’ARS ricopre, nei suddetti pareri espressi alla Regione, oltre al giudizio chiaramente negativo sulle analisi sanitarie eseguite dal proponente l’impianto, si sarebbe dovuto sottolineare e dare il quadro dello stato sanitario della popolazione amiatina preesistente al nuovo impianto, così come è emerso dallo studio ARS-CNR. Invece, come abbiamo visto, il direttore Cipriani ha dato in altra sede (nelle Conferenze Stampa ai Sindaci, come detto sopra) una valutazione “rassicurante” dello stato sanitario emerso dallo Studio epidemiologico, favorendo oggettivamente, come di seguito dimostreremo, la manipolazione della valutazione sull’impatto sanitario, avvenuta in sede di Conferenza dei Servizi decisoria sulla VIA. Infatti a Verbale della Conferenza dei Servizi sulla VIA di Bagnore 4 del 4 settembre 2012, decisiva per la valutazione definitiva che esprimerà la Giunta Regionale a distanza di pochi giorni, non si riporta il parere comunque negativo dato da ARS e AUSL sulle analisi sanitarie presentate da ENEL, ma a pagina 5, penultimo capoverso (7), nell’unico riferimento del suddetto Verbale all’impatto sanitario, si riportano frasi marginali, dal contenuto molto discutibile, dalle quali si evince che l’ARS avrebbe escluso impatti sanitari, il che, come visto sopra, non corrisponde al vero.
Quindi tale Verbale altera oggettivamente la valutazione sull’impatto sanitario prodotta in sede di VIA dall’ARS e dall’AUSL e inoltre non riporta il fatto che il proponente ENEL abbia ritenuto che una valutazione sanitaria non fosse prevista dalle norme. Tutto ciò è aggravato dal fatto che tale Verbale, mentre da una parte non riporta i suddetti pareri conclusivi dell’ARS e dell’AUSL, chiaramente negativi, sulla validità degli studi compiuti di carattere sanitario dall’Enel e sulla parzialità dello studio ARS-CNR, dall’altra, per escludere impatti sanitari significativi, si riportano valutazioni fatte da Enel e riportate da ARS circa le “ricadute su aree quasi disabitate” degli inquinanti, areale disconosciuto da Arpat…. Ricapitolando sulla procedura di VIA per Bagnore 4:
1. non risulta vero che non esiste una regolamentazione dei contenuti della valutazione sanitaria, ritenuti necessari dalla L.R. 79/98, nello SIA;
2. risulta che non è stato prodotto nel SIA e nelle successive integrazioni ENEL in sede di VIA un’analisi “accettabile” dell’impatto sulla salute della popolazione soggetta alle emissioni;
3. mancano, come è chiaramente dettato dalle Norme Tecniche della L.R. 79/98 , ogni riferimento all’integrazione tra i vari fattori inquinanti e la descrizione dei probabili effetti rilevanti sulla salute dovuti all’azione cumulativa dei vari fattori inquinanti, già registrati sul territorio e quelli che si avranno con l’esercizio del nuovo impianto;
4. non è stato segnalato dall’ARS in sede istruttoria alla Regione Toscana lo stato di grave situazione sanitaria esistente in Amiata, comunque emerso dallo studio epidemiologico del 2010, che pur non avendo previsto verifiche per poter accertare le correlazioni tra emissioni geotermiche e la distanza dagli impianti dei residenti colpiti da malattie, ha comunque evidenziato una correlazione certa tra incrementi notevoli di rischio di mortalità e inquinanti emessi anche dalle centrali geotermiche, dando invece, contemporaneamente e in altra sede, parere di una situazione sanitaria “rassicurante” in Amiata;
5. A Verbale della Conferenza dei Servizi decisoria sulla VIA di Bagnore 4 sul tema dell’impatto sanitario viene riportato un parere opposto a quello espresso in sede istruttoria dall’ARS e AUSL.
A conclusione di ciò la popolazione in Amiata sarà chiamata a sopportare altre emissioni di inquinanti, già segnalati, in particolare nell’Allegato 6 allo studio CNR-ARS, come responsabili dei gravi rischi sanitari registrati.

Note:

(1) – Verbale del Contraddittorio del 18 luglio 2012 del Settore VIA della Regione Toscana – Direzione Generale della Presidenza, a firma del presidente Paolo Baldi. Quesiti e risposte al rappresentante del gruppo consiliare “Prospettiva comune “ del Comune di Piancastagnaio;
(2) – ARS Toscana, Contributo di ARS – “Osservatorio di Epidemiologia al procedimento di VIA…Bagnore 4”, prot. n°1141 del 31.05.2012 a firma del dott. F. Cipriani;
(3) – ARS Toscana, “Nota integrativa al Contributo di ARS del 31.05.2012 per la VIA …Bagnore 4”, prot. n°1265/SC del 18.6.2012 a firma del dott. F.Cipriani;
(4) -Azienda USL 9, “Procedimento di VIA…Bagnore 4….Richiesta di contributo istruttorio su documentazione integrativa volontaria…” prot. n° 19 del 04.01.2012 a firma del dott. G. Boncompagni e ing. G.Savelli;
(5) -.Regione Toscana, Direzione Generale della Presidenza, Settore VIA, Conferenza dei Servizi del 4 settembre 2012, “Procedimento di VIA…Bagnore4…”, presieduta dalla dott.ssa Paola Garvin;

Firenze, 9 aprile 2016. Dal convegno sulla geotermia un chiaro “no” al piano Rossi

20160409_firenze focus geotermia 19Sala piena all’Auditorium regionale e presidio in strada per il convegno “Geotermia: Focus Toscana”. Messe in evidenza tutte le criticità, i danni sociali e sanitari nella regione “geotermica” per eccellenza. La geotermia non ha una accettazione sociale neppure in Toscana.

 

E’ stato un convegno molto partecipato quello che si è svolto sabato 9 aprile 2016 a Firenze presso l’Auditorium del Consiglio Regionale della Toscana dal titolo “Geotermia: Focus Toscana” organizzato dai comitati della Rete Nazionale NOGESI (No geotermia elettrica speculativa e inquinante).
I tempi per organizzare un focus sulla geotermia erano maturi. Il Governo infatti ha finora disatteso l’impegno, preso con una Risoluzione approvata dalla Camera dei Deputati, di emanare le linee guida su tale argomento entro ottobre 2015. Nell’attesa di tale normativa in Toscana i progetti per nuovi insediamenti industriali stanno andando avanti in base a regole vecchie che non tutelano i territori soprattutto per quanto riguarda la tutela ambientale e sanitaria.
I dieci relatori invitati rappresentavano i settori professionali più legati al tema in discussione. Una serie di interventi interessanti si sono susseguiti davanti ad un pubblico attento e desideroso di capire meglio cosa sta avvenendo nei territori coinvolti dai progetti di costruzione di nuovi impianti geotermici: centrali geotermiche che fino a pochi anni fa venivano percepite come una risorsa, oggi vengono vissute come un problema per l’economia locale, la salute e l’ambiente.
L’aria che si respirava durante tutte le trattazioni era di chiaro dissenso verso la politica nazionale e regionale. Sia per il modo in cui viene sfruttata oggi la geotermia esistente sia per i permessi di ricerca rilasciati dalla Regione che preludono all’industrializzazione forzata di territori dove sono presenti economie che hanno investito tutte le loro energie e risorse puntando sullo sviluppo del settore dell’agricoltura e del turismo di qualità.
La consapevolezza che purtroppo tale attività industriale gode di particolari protezioni politiche è stata chiara fin da subito a tutti i presenti in sala. Un tipo di energia che per anni è stata propagandata come pulita e rinnovabile oggi mostra “tutti i suoi contro”. In tutti gli interventi sono state dimostrate le criticità collegate allo sfruttamento geotermico per come viene attuato oggi in Italia e in Toscana.
Fin dal primo intervento è stato ben chiarito quanto è avvenuto dal 2010 ad oggi con la liberalizzazione del mercato geotermoelettrico. Gli incentivi economici stanziati per le fonti rinnovabili e una normativa rivelatasi inefficace sin dalla sua nascita, hanno spinto società, fino a quel momento puramente finanziarie, a lanciarsi in una nuova corsa all’oro. La diffusione a macchia di leopardo dei nuovi permessi di ricerca ha quindi creato preoccupazione e malcontento nelle comunità locali. A questo proposito durante il convegno è stata portata la testimonianza di alcuni attivisti dei comitati nati sul territorio per contrastare la geotermia industriale. Emblematico il caso del “Masso delle Fanciulle” che ha visto i cittadini doversi impegnare in molteplici attività tra cui raccolte di firme e fondi per poter difendere i territori minacciati. Si è passati poi a parlare della non sostenibilità e dell’incompatibilità tra produzioni agricole di qualità e insediamenti di nuove centrali geotermiche.
L’intervento di un rappresentante sindacale ha messo in luce quanto sia elevato il tasso di disoccupazione nelle aree geotermiche “storiche”, sfatando il mito che questa tipologia di insediamenti industriali crei nuovi posti di lavoro, rispetto ai settori legati all’economia del paesaggio.
Un altro argomento trattato è stata la drammatica situazione sanitaria ed ambientale in Amiata. In particolare sono state esposte le tabelle riportanti le grosse quantità di ammoniaca ed altre sostanze velenose immesse in atmosfera dalle torri di raffreddamento delle centrali. I danni sociali e sanitari che provocano le sole emissioni di ammoniaca ammontano a decine di milioni di euro e sono stati confermati da recenti studi di affermati ricercatori indipendenti. Clamorosa poi la ricostruzione delle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per le ultime due centrali realizzate in Amiata da Enel Green Power, rammentate dall’arch. Fabio Zita, ex responsabile della Regione Toscana del Settore VIA. Se i documenti citati dall’arch. Zita saranno confermati, tutte le forze sane di questa Regione dovranno chiedere con forza le dimissioni del Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.
L’avv. Michele Greco ha quindi riportato la sua testimonianza di collaborazione con i comitati impegnati nella lotta alla geotermia industriale. E’ stato spiegato all’uditorio come sia debole ed inefficace l’impianto normativo statale.
Successivamente alcuni consiglieri regionali presenti in sala di SI-Toscana a Sinistra e M5S hanno preso a turno la parola per esporre le proprie posizioni sulla questione geotermica, concordando con la Rete NOGESI mozioni e interrogazioni da portare in Consiglio Regionale. La assenza di posizioni da parte del PD regionale testimonia della difficoltà di contrapporsi alle argomentazioni presentate nel convegno. E’ intervenuto poi l’on. Samuele Segoni che si è soffermato sul ritardo del Governo nella definizione di nuove regole per la geotermia.
Sul finale due docenti universitari, il prof. Andrea Borgia-geologo di chiara fama- e l’ing. Giorgio Santucci affrontavano le questioni più tecniche in relazione alle vistose problematiche legate allo sfruttamento geotermico dell’area amiatina – a rilascio libero in atmosfera-con la riduzione dell’acquifero, sismicità indotta e subsidenza e le criticità anche di quelle “binarie” proposte come “buona geotermia”. Veniva quindi presentata la tecnologia cosiddetta di terza generazione, con sonde geotermiche di sofisticata costruzione che hanno la caratteristica-non muovendo i fluidi sotterranei- di limitare al minimo l’impatto ambientale.
Concludeva il convegno Piero Pii, Sindaco di Casole d’Elsa. Nella sua relazione i temi toccati riassumevano tutti gli interventi precedenti: normativa, procedimenti amministrativi, strategie di sviluppo alternative alla geotermia industriale, partecipazione democratica e la proposta di una commissione di inchiesta sull’Amiata, nonché la possibilità di una class action collettiva.
Un successo quindi che rilancia le attività dei comitati della Rete NOGESI contrari al piano geotermico del governatore Rossi e delle vecchie centrali Enel Green Power, a partire dalla Giornata “100 fiori contro la geotermia “del prossimo 24 aprile.

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Orvieto News dell’11 aprile 2016

Amiatanews dell’11 aprile 2016

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Contropiano

Orvieto Sì

Difensori della Toscana

 

Emissioni dalle centrali geotermiche in Amiata: chi controlla chi e cosa?

bagnore cassonettiMalori in concomitanza con “prove” ai pozzi: l’Enel è “esterrefatta” dagli “allarmisti”, ma i cittadini sono preoccupati …ed anche parecchio incazzati.

 

 

 

20160319_corr siena comunicato Enel

Corriere di Siena del 19 marzo 2016 – clicca sull’immagine per ingrandire –

Dunque, come da comunicato, Enel Green Power “…conferma, come già fatto a inizio del 2016, di essere esterrefatta di fronte a una costante attività di infondato allarmismo, priva di fondamento scientifico…” che impedirebbe “…un confronto serio e sereno sul tema dell’energia, e in particolare della geotermia…”.

Tutto nasce dal fatto che l’8 marzo scorso, durante normali prove sul pozzo PC38 in loc.Tre Case a Piancastagnaio, le popolazioni più vicine hanno lamentato il puzzo insopportabile e l’aria irrespirabile, arrivando, nel caso di una bimba e suo padre, a rivolgersi al pronto soccorso, prima di Abbadia e poi di Nottola, per disturbi agli occhi e alla pelle, diagnosticati come “iperemia congiuntivale oculare” ed “eritema”.
Ne abbiamo dato conto ricordando come non è la prima volta che si verificano danni più o meno gravi causati da emissioni geotermiche, fatti accertati anche dalla magistratura, l’Enel non faccia finta di non sapere…

A fronte quindi di una minaccia costante sulla testa delle popolazioni amiatine e la legittima preoccupazione nel vedere, e respirare, le “candide nuvole” che escono dalle centrali l’Enel non trova di meglio che snocciolare pagine di dati che dimostrano che quanto avvenuto è “impossibile”, in base ai dati “garantiti” dall’Arpat, l’agenzia alle dirette dipendenze della regione Toscana, che sarebbe responsabile dei monitoraggi, facendo sempre finta di non sapere che l’Arpat, sulle emissioni, demanda i controlli costanti alla rete di centraline, guarda caso, proprio dell’Enel, limitandosi a “verifiche” e “validazioni dei dati” come ha sempre dichiarato il dott.Pellegrini di Arpat, ex coordinatore di Area vasta sud: “La rete delle centraline QA di ENEL GP è molto ampia ed è composta da 17 centraline, che monitorano il parametro H2S. Questa rete fornisce una grande quantità di informazioni e copre praticamente tutti i centri abitati interessati dalle emissioni delle centrali geotermoelettriche. Come ARPAT ci siamo posti l’obiettivo di verificarne le modalità di gestione e la qualità dei dati.” (intervista pubblicata il 16.5.2013).
Strano? No, normale amministrazione.
Significa cioè che Arpat/Regione/Sindaci si limitano ad accettare la bontà del vino garantita dall’oste, cioè Enel, peraltro limitato al solo idrogeno solforato e mercurio e, sempre le stesse “autorità” dopo oltre 10 anni di costosi studi ancora non hanno individuato le cause dell’alta mortalità e altre patologie in eccesso rispetto alla media.

Sulla “qualità” delle emissioni, invece, sembra che l’unico interesse sia quello di monitorare l’idrogeno solforato e il mercurio, le uniche due sostanze per le quali hanno inventato dei filtri che, quando funzionano regolarmente, possono abbatterne fino al 90%.

marini arcidosso

Sindaco di Arcidosso Marini

Ma allora davvero, se si esclude “l’irrilevante” 10% di H2S e mercurio, dalle centrali esce vapor acqueo?
Avesse davvero ragione il sindaco di Arcidosso quando afferma che “…quello lì è vapore acqueo che fa parte del processo di produzione della centrale. Mah, ci saranno alcune volte che entrano a contatto con degli agenti atmosferici anche naturali, per cui il vapore si condensa di più, ma sempre vapore acqueo è.”. Benedetta verità…

Noi non vorremmo essere “allarmisti”, ma l’Arpat a suo tempo -probabimente quando faceva dei controlli in proprio- elencò che nelle tonnellate di sostanze emesse, oltre ai citati H2S e mercurio, ci sono anche arsenico, radon, ammoniaca, acido borico, anidride carbonica, metano ad altro ancora. Per la sola ammoniaca siamo al 17,7 % del totale delle emissioni di tutta l’Italia: farà mica bene?
Tanto che, in base ai dati delle emissioni, il prof.Basosi e il dott.Bravi hanno concluso un loro studio specifico sulle centrali amiatine dicendo che, per emissioni climalteranti, queste sono equiparabili, se non peggiori, delle centrali a combustibili fossili.
Saranno questi gli “allarmisti” di cui ciancia l’Enel?

enel montemaggi

Montemaggi di Enel Green Power

Possiamo tranquillamente dire all’Enel di “stare sereni”, perchè le cose che scriviamo arrivano sempre da fonti ufficiali e riscontrabili, abbiamo solo il vizietto di farle conoscere ai cittadini costretti a sorbirsi la geotermia in Amiata.
Quanto poi al clima che impedirebbe “…un confronto serio e sereno sul tema dell’energia, e in particolare della geotermia…” non possiamo che ribadire all’Enel che i comitati hanno sempre ricercato e promosso e sono sempre disponibili al confronto con chiunque ed, anzi, li sfidano ad un contraddittorio pubblico.
Il resto è propaganda.

Enel in Amiata, dobbiamo aspettare il morto per fermare la geotermia?

cornaL’8 marzo, nel corso di “normali” operazioni intorno al pozzo PC38, “normali” emissioni e malori. Bimba e genitore al pronto soccorso. Chiediamo moratoria immediata e indagini rigorose sull’attività geotermica dell’Enel.

 

 

 

20160308_corriere di sienaL’Arpat, l’agenzia per la “protezione” ambientale alle dipendenze della regione Toscana, il 10 marzo us si vede costretta a “fornire informazioni” in merito a “una prova di produzione del pozzo” denominato PC38, l’8 marzo, in comune di Piancastagnaio, loc.Tre Case. “Costretta” perchè allarmata dal fatto che “sono apparsi sulla stampa locale di Siena alcuni articoli di stampa che hanno evidenziato il caso”, altrimenti sarebbe passato tutto sotto silenzio?

Ad ogno modo, per comunicare come tutto si sia svolto regolarmente e sotto stretto monitoraggio, Arpat mostra sì i monitoraggi, ma quelli dell’Enel (!) relativi ad un “Piano di Monitoraggio Ambientale – Pozzo PC38” che però sarebbe dovuto addirittura avvenire a luglio, come si legge in premessa: “Il periodo di test si svolgerà durante la prima settimana di luglio”. In base quindi ai controlli, “fatti dall’oste sul vino”, Arpat tranquillizza rilevando che durante tutto il periodo delle prove, dalle 10 alle 17, i limiti dell’idrogeno solforato (H2S) sono stati sembre ben al di sotto dai limiti previsti e, al massimo, “…è verosimile che una parte della popolazione abbia percepito le maleodoranze tipiche dell’H2S (uova marce)”.

20160313_corriere siena pronto soccorso_senza datiPurtroppo “parte della popolazione”, nell’area interessata dalle “prove”, sembra che si sia sentita proprio male tappandosi in casa, altro che “uova marce”; fino al caso della bambina e di suo padre che sono dovuti ricorrere al pronto soccorso, prima di Abbadia e poi di Nottola per disturbi agli occhi e alla pelle, diagnosticati come “iperemia congiuntivale oculare” ed “eritema”.
Ma se i valori dell’H2S, come ci racconta Arpat, erano molto al di sotto dei limiti, perchè ci sono stati malori?

Perchè l’Arpat si “accontenta” di far misurare solo idrogeno solforato e anidride carbonica?
E’ possibile che insieme all’H2S e alla CO2, le sole sostanze misurate dall’Enel, ci siano state -come in genere sull’Amiata- altre e altrettanto nocive sostanze come mercurio, arsenico, boro, radon, ecc.?
Abbiamo più volte denunciato come l’Arpat svolga il ruolo di “notaio” su quanto Enel dichiara, disponendo di pochi o niente mezzi autonomi di verifica, che spesso, come avvenuto all’accensione di Bagnore4, casualmente si guastano o sono in manutenzione

Non è la prima volta che l’Amiata deve subire danni a causa delle emissioni: oltre alle risultanze dello studio epidemiologico dell’Ars regionale che individua “eccessi significativi” di mortalità e altre patologie gravi rispetto ai comuni limitrofi e alla media regionale e che finora non hanno trovato “ufficialmente” una causa, e dovendo escludersi i famosi “stili di vita”, alibi buono per ogni disastro ambientale, nel corso degli anni più volte ci sono state fuoriuscite di gas che hanno provocato danni e moria di animali, per puro caso nessun umano, episodi di dominio pubblico, come il caso più eclatante al Podere Marchese nel settembre del 2000 (*), e alcuni dei quali già passati attraverso i tribunali con accertamento di responsabilità a carico dell’Enel.

20160308_terr abbadiaInoltre, di certo casualmente, durante le prove sul PC38, alle ore 12,46 a pochi chilometri di distanza, verso Abbadia, si verificava una scossa di magnitudo 1,6 a 6,8 km di profondità (fonte: INGV-Iside). Anche in merito agli episodi di sismicità indotta sono ormai acclarate le connessioni con la geotermia.

Da anni i comitati denunciano i gravi pericoli connessi alla attività delle centrali e dei pozzi geotermici dell’Enel in tutte le sedi, ma fino ad oggi né i sindaci, responsabili della salute pubblica, né le Asl, tantomeno la regione hanno imposto il fermo di tali attività.
Anzi, il “piano rossi” prevede un luminoso futuro per la geotermia in tutta la Toscana, soprattutto nell’area nord (Larderello) e in quella sud (Amiata) con l’aggiunta alle centrali ad alta entalpia dell’Enel anche decine di centrali a media entalpia, e nonostante che perfino quasi tutti i sindaci si siano mostrati, almeno a parole, contrari
Nel ribadire che non è questo lo sviluppo che vogliamo e che si merita una regione come la Toscana, trasformata in distretto industriale di produzione energetica, ribadiamo la richiesta di moratoria di ogni attività geotermia in Amiata, presente e futura; ci auguriamo altresì che la popolazione si faccia sentire presso i propri “eletti” e che finalmente qualche magistrato voglia prendere in carico la questione e verificare con rigore quanto accaduto e quanto sta accadendo sul monte Amiata.

(*) Emissioni che nel 1992 inquinarono l’area attorno al pozzo Senna 1 e che nei primi anni 2000 danneggiarono il Podere del Marchese, per il quale, con la nota sent. 692/09 R.S. pronunciata il 9.3.09 dalla IV Sez. Penale della Suprema Corte di Cassazione, veniva accertata in via definitiva la correlazione diretta fra le attività geotermiche svolte da Enel ed il disastro che ne derivò e per le quali l’allora Erga (l’attuale Enel Green Power) è stata condannata in primo grado, in sede civile, a risarcire il privato che le aveva subite, come non abbiamo dimenticato le emissioni che in loc. Lavinacci, sempre a Piancastagnaio, fecero evacuare varie case e per cui Enel ha risarcito i danni.
da Il Tirreno del 17 settembre 2000:
Eruzione devasta un podere. Intensa attività geotermica vicino a Piancastagnaio
AMIATA. Una casa è stata devastata, nelle adiacenze a Piancastagnaio, per un’esplosione di vapori gassosi, fango e sassi eruttati da un cratere che si è creato improvvisamente proprio sotto l’edificio,il «Podere del Marchese» in località «I Troni», di proprietà di Marcello Perugini. Era da mercoledì notte che in quell’area si registravano fenomeni di attività geotermica spontanea che avevano aperto un primo cratere, poi un secondo a poca distanza quando il primo era stato imbrigliato,ed infine il terzo – ieri mattina – che ha devastato l’edificio e causato, per le emissioni di gas venefici, la morte di alcuni gatti, di animali da cortile e dei pesci di un vicino invaso. L’assessore regionale all’ambiente e alla protezione civile, Tommaso Franci, ha dichiarato ieri pomeriggio che l’amministrazione regionale sta seguendo con attenzione quanto si sta verificando, e domani saranno a Piancastagnaio tecnici della Regione per una verifica della situazione e per dare supporto tecnico alla amministrazione comunale. Da diversi mesi l’attività sismica nella zona amiatina è in preoccupante aumento, ed è di ieri la notizia (la riportiamo a pagina VII della cronaca)che sono in arrivo gli assegni per le famiglie evacuate dopo il sisma del 1 aprile, sul versante senese dell’Amiata, che provocò solo a Piancastagnaio danni alle cose per un valore stimato di circa venti miliardi di lire. La delibera è all’ordine del giorno della prossima giunta regionale.

 

La montagna che non vuol morire. Il punto sulla situazione sanitaria

PINOCCHIO AMIATA LETTO MALATOL’accavallarsi delle notizie in merito alla geotermia toscana rischiano spesso di far dimenticare questioni che, seppure già assodate e ormai patrimonio delle popolazioni, continuano a rimanere fondamentali per comprendere la dura opposizione di comitati e cittadini alla geotermia, soprattutto sul monte Amiata.
Per questo è bene riprendere, aggiornandoli, gli aspetti più gravi legati alla questione sanitaria sul monte Amiata.

 

Le emissioni e gli effetti degli impianti geotermici variano notevolmente da zona a zona, a seconda sia della natura mineralogica del bacino geotermico, che delle tecnologie utilizzate. Pertanto non si può mai generalizzare.
Le altissime temperature, con cui risalgono in superficie i vapori, fondono di norma i minerali presenti, i cui elementi vengono rilasciati in atmosfera dalle centrali “flash”, come quelle in Amiata, di più vecchia generazione. Esse immettono, salvo quanto trattenuto in parte dai filtri, quantità rilevanti di mercurio, arsenico, anidride carbonica, idrogeno solforato ed altri elementi tossici.

tabella2Ancora da ulteriori recenti pubblicazioni scientifiche, il prof. Riccardo Basosi e del dott. Mirko Bravi (*), le emissioni della geotermia dell’Amiata rappresentano il 17,7% per l’ammoniaca e il 42,5% per il mercurio di tutte le emissioni italiane relative ai settori industriali(clicca sulla tabella per ingrandire)

Per quanto riguarda le emissioni climalteranti delle centrali geotermiche dell’Amiata, gli stessi ricercatori scrivono in un recente studio (**) che: dal punto di vista dell’ACP [potenziale di acidificazione], l’impatto derivante dall’energia prodotta dalle centrali geotermoelettriche del Monte Amiata è in media 2,2 volte maggiore dell’impatto di una centrale a carbone. Il valore medio dell’ACP di Bagnore 3 è 4,3 volte più alto di una centrale a carbone e circa 35,6 volte più alto di una centrale a gas. Gli alti valori dell’ACP del campo geotermico di Bagnore rispetto a quello di Piancastagnaio, sono connessi alla grande quantità di ammoniaca (NH3) presente nelle emissioni di Bagnore 3”.

Le molecole di ammoniaca contribuiscono alla formazione delle polveri sottili Pm10 e Pm 2,5; sono trasportate a molte decine di Km di distanza e in atmosfera subiscono varie reazioni chimiche. Sulle più autorevoli riviste scientifiche (***) americane è aperto un dibattito sia sul costo sanitario delle emissioni di ammoniaca, stimato di recente pari a 100 dollari al kg, che sulla convenienza o meno di incrementare le produzioni agricole interne per l’esportazione di cereali e carne che richiedono dosi notevoli di concimi ammoniacali.

L’ammoniaca è infatti universalmente riconosciuta come un precursore del particolato inorganico, i cui effetti pericolosi e nocivi per la salute umana sono ormai accertati da almeno un decennio. Le polveri sottili sono costituite chimicamente, per circa il 70%, da sali ammoniacali: Nitrato di Ammonio e Solfato di Ammonio. Mentre nelle città e nelle aree industriali gli ossidi di zolfo e di azoto vengono emessi dalle auto, dalle fabbriche e dagli impianti di riscaldamento, l’ammoniaca di solito proviene dalle attività agricole di concimazione e di allevamento del bestiame. In Italia anche dalla geotermia dell’Amiata.
Ciò nonostante, il danno sanitario alla popolazione non viene considerato. A denunciare tale situazione, come riportato nelle pubblicazioni citate, è il prof. Riccardo Basosi, che scrive: ”Paulot e Jacob, chimici dell’Harvard University, descrivono le modalità di interazione dell’NH3 in atmosfera per formare particelle nocive e calcolano che l’impatto sulla salute umana (secondo l’EPA) negli Stati Uniti è pari a 100 $ al kg di NH3 emesso in atmosfera. Il problema dell’ammoniaca è stato discusso nel 2014 anche da Eric Stokstad sulla rivista Science giungendo alle stesse conclusioni. A livello europeo, il CAFE aveva quantificato nel 2005 i danni generati dall’NH3 specifici per l’Italia in media pari a 20,5 euro/kg di NH3”.
Pertanto il costo sanitario annuo delle emissioni di ammoniaca dalle centrali geotermiche dell’Amiata, che sono ammontate nel 2010 a 4.334 tonnellate, è stimato solo per quell’anno in oltre 90 milioni di euro. Cifre simili vengono invece date al gestore degli impianti sotto forma di incentivi per le energie rinnovabili.

La Regione Toscana ha pubblicato nel ottobre 2010 uno studio epidemiologico del CNR per verificare i possibili danni alla salute dei residenti nei sedici comuni della Toscana, sede di impianti geotermici, situati in due differenti aree: quella tradizionale nei comuni di Pisa e di Siena di Larderello e Pomarance e quella dell’ Amiata. Tale studio è stato aggiornato nel 2012 ed è ancora oggi oggetto di revisione, ma non viene più aggiornato il suo Allegato 6, che nel 2010 ha accertato per 54 patologie che ci sono evidenti correlazioni statisticamente significative tra l’aumento dei casi accertati di tali malattie e le concentrazioni crescenti di mercurio, arsenico, acido solfidrico… …misurate nei paesi geotermici e prodotte in gran quantità anche dalle centrali geotermiche.

L’analisi dei dati forniti dallo studio epidemiologico del 2010 sull’inquinamento di aria, acqua e suolo, rilevati nelle due aree geotermiche, ha messo in evidenza diversità importanti tra le due aree geotermiche per la quantità e qualità degli inquinanti rilasciati in atmosfera.
Lo studio per gran parte degli effetti sanitari, tiene correttamente ben separate le due are geotermiche, mettendo in evidenza i risultati per zona e per popolazioni esposte, segnalando sostanziali diversità tra uomo e donna e per area geografica.
Dall’analisi dei dati prodotti in suddetti studi emerge che, per i tumori, nei maschi residenti nei comuni geotermici dell’Amiata si registra un eccesso statisticamente significativo del + 13% (2010) e +10% (2012).
Per tutti i tumori sono segnalati eccessi statisticamente significativi intorno al + 30% in diversi comuni.
Nonostante tali dati, le conclusioni sono state fatte sui dati complessivi delle due aree geotermiche, aggregando valori molto differenti tra loro e diluendo situazioni molto preoccupanti in violazione di molti autorevoli studi in materia, che denunciano (****) tali metodi errati di confondimento, cumulando dati ricavati su popolazioni diversamente esposte.
E’ peraltro accertato anche in studi successivi che non hanno rilevanza i presunti diversi stili di vita” delle popolazioni locali, inizialmente ipotizzati dalla Giunta della Regione Toscana.

 

Note:

(*) Il prof. Riccardo Basosi, ordinario di Chimica Fisica presso l’Università di Siena, è stato nominato dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, tra i Rappresentanti italiani nel Comitato di Horizon 2020, Programma quadro della ricerca europea per il periodo 2014-2020: http://www.dbcf.unisi.it/en/department/people/academic-staff/riccardo-basosi
Il dott. Mirko Bravi è laureato in Economia Ambientale e con PhD in Scienze Chimiche indirizzo Ambientale (ottenuto sotto la direzione del Prof. Enzo Tiezzi), è socio fondatore ed E.S.Co. & LCA-LCC Manager di LMS ENERGIA. La sua esperienza unisce aspetti della ricerca scientifica dell’industria e della finanza, con l’obiettivo di implementare nuove opportunità di sviluppo sostenibile.

(**) M. Bravi-R. Basosi, Environmental impact of electricity from selected geothermal power plants in Italy, in “Journal of Cleaner Production”, 66 (2014), pp. 301-308
http://www.arpat.toscana.it/notizie/arpatnews/2014/12214/Bravi%20M%20Basosi%20R%20Environmental%20impact%20of%20electricity%20from%20selected%20geothermal%20power.pdf
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0959652613007798

(***) Si segnalano due lavori:
–F.Paulot e D.J.Jacob, “Hidden Cost of U.S. Agricultural Exports: Particulate Matter from Ammonia Emissions” in Environmental science & technology, 2014, 48 (2), pp 903–908: 
http://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/es4034793
–Erik Stokstad, “Ammonia Pollution From Farming May Exact Hefty Health Costs”, in Science 17 January 2014: Vol. 343: 
https://www.sciencemag.org/content/343/6168/238.summary?related-urls=yes&legid=sci;343/6168/238

(****) Si segnalano diversi studi che denunciano l’opera di confondimento:
a) V.Gennaro, P.Ricci, AG.Levis, P.Crosignani. Epidemiology’s and epidemiologists’ vice and virtues: Vizi e virtù dell’epidemiologia e degli epidemiologi. Epi & Prev 2009; 33 (4-5), supp 2:49-56. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20124642
b) V.Gennaro, L.Tomatis. Business bias: How epidemiologic studies may underestimate or fail to detect increased risks of cancer and other diseases. Int J Occup Environ Health 2005;11:356–359:  http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16350469
c) S.Parodi, V.Gennaro, M.Ceppi, PL.Cocco Comparison bias and dilution effect in occupational cohort studies. Int J Occup Environ Health 2007; Apr-Jun: 13 (2): 143-52:  http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17718170
d) Hernberg. ”Negative” results in cohort studies: how to recognize fallacies.SJWEH.1981; 7:121-6: http://www.sjweh.fi/show_abstract.php?abstract_id=2589
e) N.Pearce. Corporate influences on epidemiology. Int J Epidem 2008; 37(1):46-53: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18245050
f) N.Bailar. How to distort the scientific record without actually lying: truth, and the arts of science. Eur J Oncol 2006; 11(4):217-224.
g) D.Michaels. Doubt is their product. How industry’s assault on science threatens your health. Oxford  University Press 2008.