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Enel in Amiata, dobbiamo aspettare il morto per fermare la geotermia?

cornaL’8 marzo, nel corso di “normali” operazioni intorno al pozzo PC38, “normali” emissioni e malori. Bimba e genitore al pronto soccorso. Chiediamo moratoria immediata e indagini rigorose sull’attività geotermica dell’Enel.

 

 

 

20160308_corriere di sienaL’Arpat, l’agenzia per la “protezione” ambientale alle dipendenze della regione Toscana, il 10 marzo us si vede costretta a “fornire informazioni” in merito a “una prova di produzione del pozzo” denominato PC38, l’8 marzo, in comune di Piancastagnaio, loc.Tre Case. “Costretta” perchè allarmata dal fatto che “sono apparsi sulla stampa locale di Siena alcuni articoli di stampa che hanno evidenziato il caso”, altrimenti sarebbe passato tutto sotto silenzio?

Ad ogno modo, per comunicare come tutto si sia svolto regolarmente e sotto stretto monitoraggio, Arpat mostra sì i monitoraggi, ma quelli dell’Enel (!) relativi ad un “Piano di Monitoraggio Ambientale – Pozzo PC38” che però sarebbe dovuto addirittura avvenire a luglio, come si legge in premessa: “Il periodo di test si svolgerà durante la prima settimana di luglio”. In base quindi ai controlli, “fatti dall’oste sul vino”, Arpat tranquillizza rilevando che durante tutto il periodo delle prove, dalle 10 alle 17, i limiti dell’idrogeno solforato (H2S) sono stati sembre ben al di sotto dai limiti previsti e, al massimo, “…è verosimile che una parte della popolazione abbia percepito le maleodoranze tipiche dell’H2S (uova marce)”.

20160313_corriere siena pronto soccorso_senza datiPurtroppo “parte della popolazione”, nell’area interessata dalle “prove”, sembra che si sia sentita proprio male tappandosi in casa, altro che “uova marce”; fino al caso della bambina e di suo padre che sono dovuti ricorrere al pronto soccorso, prima di Abbadia e poi di Nottola per disturbi agli occhi e alla pelle, diagnosticati come “iperemia congiuntivale oculare” ed “eritema”.
Ma se i valori dell’H2S, come ci racconta Arpat, erano molto al di sotto dei limiti, perchè ci sono stati malori?

Perchè l’Arpat si “accontenta” di far misurare solo idrogeno solforato e anidride carbonica?
E’ possibile che insieme all’H2S e alla CO2, le sole sostanze misurate dall’Enel, ci siano state -come in genere sull’Amiata- altre e altrettanto nocive sostanze come mercurio, arsenico, boro, radon, ecc.?
Abbiamo più volte denunciato come l’Arpat svolga il ruolo di “notaio” su quanto Enel dichiara, disponendo di pochi o niente mezzi autonomi di verifica, che spesso, come avvenuto all’accensione di Bagnore4, casualmente si guastano o sono in manutenzione

Non è la prima volta che l’Amiata deve subire danni a causa delle emissioni: oltre alle risultanze dello studio epidemiologico dell’Ars regionale che individua “eccessi significativi” di mortalità e altre patologie gravi rispetto ai comuni limitrofi e alla media regionale e che finora non hanno trovato “ufficialmente” una causa, e dovendo escludersi i famosi “stili di vita”, alibi buono per ogni disastro ambientale, nel corso degli anni più volte ci sono state fuoriuscite di gas che hanno provocato danni e moria di animali, per puro caso nessun umano, episodi di dominio pubblico, come il caso più eclatante al Podere Marchese nel settembre del 2000 (*), e alcuni dei quali già passati attraverso i tribunali con accertamento di responsabilità a carico dell’Enel.

20160308_terr abbadiaInoltre, di certo casualmente, durante le prove sul PC38, alle ore 12,46 a pochi chilometri di distanza, verso Abbadia, si verificava una scossa di magnitudo 1,6 a 6,8 km di profondità (fonte: INGV-Iside). Anche in merito agli episodi di sismicità indotta sono ormai acclarate le connessioni con la geotermia.

Da anni i comitati denunciano i gravi pericoli connessi alla attività delle centrali e dei pozzi geotermici dell’Enel in tutte le sedi, ma fino ad oggi né i sindaci, responsabili della salute pubblica, né le Asl, tantomeno la regione hanno imposto il fermo di tali attività.
Anzi, il “piano rossi” prevede un luminoso futuro per la geotermia in tutta la Toscana, soprattutto nell’area nord (Larderello) e in quella sud (Amiata) con l’aggiunta alle centrali ad alta entalpia dell’Enel anche decine di centrali a media entalpia, e nonostante che perfino quasi tutti i sindaci si siano mostrati, almeno a parole, contrari
Nel ribadire che non è questo lo sviluppo che vogliamo e che si merita una regione come la Toscana, trasformata in distretto industriale di produzione energetica, ribadiamo la richiesta di moratoria di ogni attività geotermia in Amiata, presente e futura; ci auguriamo altresì che la popolazione si faccia sentire presso i propri “eletti” e che finalmente qualche magistrato voglia prendere in carico la questione e verificare con rigore quanto accaduto e quanto sta accadendo sul monte Amiata.

(*) Emissioni che nel 1992 inquinarono l’area attorno al pozzo Senna 1 e che nei primi anni 2000 danneggiarono il Podere del Marchese, per il quale, con la nota sent. 692/09 R.S. pronunciata il 9.3.09 dalla IV Sez. Penale della Suprema Corte di Cassazione, veniva accertata in via definitiva la correlazione diretta fra le attività geotermiche svolte da Enel ed il disastro che ne derivò e per le quali l’allora Erga (l’attuale Enel Green Power) è stata condannata in primo grado, in sede civile, a risarcire il privato che le aveva subite, come non abbiamo dimenticato le emissioni che in loc. Lavinacci, sempre a Piancastagnaio, fecero evacuare varie case e per cui Enel ha risarcito i danni.
da Il Tirreno del 17 settembre 2000:
Eruzione devasta un podere. Intensa attività geotermica vicino a Piancastagnaio
AMIATA. Una casa è stata devastata, nelle adiacenze a Piancastagnaio, per un’esplosione di vapori gassosi, fango e sassi eruttati da un cratere che si è creato improvvisamente proprio sotto l’edificio,il «Podere del Marchese» in località «I Troni», di proprietà di Marcello Perugini. Era da mercoledì notte che in quell’area si registravano fenomeni di attività geotermica spontanea che avevano aperto un primo cratere, poi un secondo a poca distanza quando il primo era stato imbrigliato,ed infine il terzo – ieri mattina – che ha devastato l’edificio e causato, per le emissioni di gas venefici, la morte di alcuni gatti, di animali da cortile e dei pesci di un vicino invaso. L’assessore regionale all’ambiente e alla protezione civile, Tommaso Franci, ha dichiarato ieri pomeriggio che l’amministrazione regionale sta seguendo con attenzione quanto si sta verificando, e domani saranno a Piancastagnaio tecnici della Regione per una verifica della situazione e per dare supporto tecnico alla amministrazione comunale. Da diversi mesi l’attività sismica nella zona amiatina è in preoccupante aumento, ed è di ieri la notizia (la riportiamo a pagina VII della cronaca)che sono in arrivo gli assegni per le famiglie evacuate dopo il sisma del 1 aprile, sul versante senese dell’Amiata, che provocò solo a Piancastagnaio danni alle cose per un valore stimato di circa venti miliardi di lire. La delibera è all’ordine del giorno della prossima giunta regionale.

 

Da Sorano riparte la lotta in Toscana contro ogni tipo di geotermia

20160221_sorano_montaggioIl 21 febbraio scorso i comitati si incontrano e rilanciano le iniziative in tutta la regione: che 100 fiori sboccino…
Tanti i comitati presenti all’incontro di Sorano del 21 febbraio, dai comitati storici a quelli più recenti, nati soprattutto dopo il disvelamento dei tanti progetti delle nuove centrali a media entalpia che ormai coinvolgono tutto il territorio regionale.

Si è fatto il punto sulle diverse realtà, dalla ormai insopportabile geotermia Enel del monte Amiata ai progetti della media entalpia figli del piano Berlusconi-Scajola, ma fatti propri dal governatore Rossi che per la Toscana ha deciso di puntare solo e soltanto sulla geotermia -il solare sta praticamente scomparendo-, nonostante abbia già raggiunto le quote prefissate di rinnovabile e nonostante che ormai è appurato che siamo in sovrapproduzione di energia, tanto che Enel, lentamente, inizia la dismissione delle centrali a combustibili fossili.

A pensar male si potrebbe dedurre che non sia il reale bisogno di energia che muove la regione Toscana a sostenere un piano abnorme di geotermia, ma, più prosaicamente, tutta la partita degli incentivi, ancor più sostanziosi di quelli di cui gode l’Enel, che ruota attorno alle centrali a media entalpia, sperimentali e non.

Per questo i Comitati riuniti a Sorano rilanciano la sfida a tutto campo, sia per informare e coinvolgere tutti i cittadini toscani e sia per andare a contrastare direttamente la politica energetica di Rossi, nonostante sempre più sindaci siano contrari al suo piano.

E’ in preparazione un’iniziativa a Firenze, al consiglio regionale, dove i Comitati porteranno le ragioni di territori e coinvolgeranno scienziati, tecnici, politici e giornalisti; si chiederà conto agli amministratori regionali e alle forze politiche presenti in consiglio di pronunciarsi e sostenere la battaglia contro la geotermia speculativa e inquinante. L’iniziativa si terrà tra marzo ed aprile in base alle disponibilità dei Comitati e degli invitati; daremo conto del programma appena possibile.

In tutti i territori invece i Comitati sono mobilitati ad organizzare più iniziative possibili per giungere alla giornata regionale “100 fiori contro la geotermia”, una giornata di lotta e di festa in cui in tanti paesi e campagne della Toscana, in contemporanea, si terranno incontri, assemblee, feste, concerti, volantinaggi, riunioni conviviali, all’insegna della lotta e della gioia, in difesa del paesaggio, dell’ambiente, delle specialità enogastronomiche, della cultura e di un diverso sviluppo e valorizzazione della Toscana e per ribadire “basta altra geotermia in Toscana, moratoria subito” .
Succederà il 24 aprile ed a breve sarà disponibile il programma.

Sarà una primavera che vedrà la ripresa e il rilancio delle mobilitazioni e che non si esaurisce con il 24 aprile, ma continuerà sia a livello istituzionale – ricordiamo che il Governo è in ritardo di mesi sulle “linee guida” e che la Regione nel frattempo procede come se nulla fosse – e sia nei territori con le specifiche battaglie, i ricorsi, l’informazione diffusa, le feste, come a Monticello Amiata dove il 3 luglio ci sarà una giornata di mobilitazione e di festa.

Assemblea dei comitati contro la geotermia di Toscana, Umbria e Lazio
Rete nazionale NoGesi – NO Geotermia Speculativa e Inquinante

Ricorso al TAR contro il progetto di ricerca “Monte Labbro”

Monte-LabbroLa battaglia contro le centrali continua: dopo la bocciatura della regione per il progetto di Seggiano e l’incomprensibile via libera per Monte Labbro, distante pochi chilometri, i cittadini riuniti nel comitato Agorà CittadinanzAttiva e gli imprenditori della zona passano alle vie legali. Pubblichiamo il comunicato stampa.

 

Monticello Amiata, 16 febbraio 2016

Alcuni imprenditori di Monticello Amiata e Agorà CittadinanzAttiva annunciano di aver affidato all’Avv. Michele Grecl’incarico di impugnare di fronte al TAR per la Toscana il decreto 17 dicembre 2015 n. 6183, con il quale la Regione Toscana ha escluso dalla valutazione di impatto ambientale (VIA) il progetto di pozzo esplorativo geotermico denominato “Monte Labbro 1” di oltre 4500 m. di profondità.
Al ricorso parteciperà anche il proprietario del terreno sul quale la proponente vorrebbe realizzare il pozzo, del tutto contrario all’opera e mai coinvolto, fino ad oggi, nel procedimento.
I ricorrenti, con il pieno supporto di Agorà CittadinanzAttiva, contesteranno alla Regione Toscana numerosi profili di illegittimità del decreto di esclusione dalla VIA oltre a manifesti vizi dell’azione amministrativa, caratterizzata da gravissimi sintomi di eccesso di potere.
I ricorrenti si avvarranno dell’ausilio di consulenti tecnici di comprovata esperienza, i quali dimostreranno come l’istruttoria che ha condotto al provvedimento sia stata carente, incoerente, illogica e contraddittoria.
La richiesta dei ricorrenti è di sottoporre il progetto a valutazione di impatto ambientale, l’unico procedimento idoneo ad approfondire le molteplici criticità che caratterizzano la realizzazione di un pozzo esplorativo di tale profondità, tenuto conto delle particolarissime caratteristiche del luogo in cui lo si vorrebbe realizzare, di straordinario pregio dal punto di vista ambientale, paesaggistico e naturalistico, e per questo da anni vocato al turismo di qualità.

La schizofrenia del presidente Rossi sulla geotermia…

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Comunicato stampa della Rete NOGESI (preleva in formato rtf)

Dopo l’esplosione della vicenda Amiata, la geotermia in Italia non ha più consenso sociale nei territori (il problema non è mettere i filtri AMIS, ma cambiare tecnologia!).
Le bugie elettorali di Rossi hanno le gambe corte: le “nuove” norme sulla geotermia sono inconsistenti, si decide -senza bussola- secondo le convenienze politiche…
La Rete NOGESI ha portato nel palazzo del potere lo scorso novembre la sua proposta tecnica e politica: il territorio è di chi lo vive! Il governo –paralizzato- rimanda di mese in mese la riforma del settore votata all’unanimità dalle Commissioni parlamentari.

 

In questo quadro senza regole la Giunta toscana boccia la geotermia a Seggiano ed i suoi uffici, in un territorio di analoghe caratteristiche, “promuovono” le trivellazioni a Monte Labbro (Cinigiano) addirittura -per la prima volta- senza effettuare la usuale procedura di VIA; la Regione il giorno dopo corre ai ripari facendo capire che la Giunta in seguito potrebbe bocciare tale decisione…
Del resto è già successo a Seggiano: gli uffici formulano un parere positivo di compatibilità mentre la Giunta regionale boccia l’impianto con la motivazione, buona per tutte le stagioni, che approvare un progetto o negarlo è “un atto di natura politico –amministrativa che comporta la ponderazione e mediazione di interessi pubblici diversi, quali la tutela dell’ambiente, il governo del territorio e lo sviluppo economico”, nonché “l’utilizzazione razionale delle risorse naturali in ossequio al principio di sviluppo sostenibile”.
(qui la documentazione ufficiale sui permessi citati)

In Umbria e nel Lazio le Giunte regionali sono alla prese con l’approvazione o meno degli

impianti sulla piana dell’Alfina (Castel Giorgio e Torre Alfina): il consiglio regionale dell’Umbria ha posto in approfondimento una mozione che chiede alla Giunta regionale di bocciare l’impianto di Castel Giorgio e di intervenire presso la Giunta del Lazio per bocciare l’altro impianto confinante di Torre Alfina. Del resto nelle due Regioni ben 25 sindaci e consigli comunali si oppongono alla geotermia sullo stupendo altopiano dell’Alfina; anche in Campania i sindaci sono in prima fila contro le perforazioni nell’area dei Campi Flegrei(!).

Contro questa assenza di regole che valutino fino in fondo e con responsabilità l’opportunità di continuare o meno ad incentivare la costosissima energia elettrica prodotta da impianti geotermici inquinanti (anziché produrre calore di cui siamo deficitari e di cui eventualmente la geotermia -con le applicazioni a bassa entalpia-potrebbe essere particolarmente votata), la sperimentazione di impianti che- non muovendo fluidi- riducono fortemente l’inquinamento ambientale (tipo i BHE), le “linee guida” che tutelino veramente i territori, che identifichino le aree potenzialmente sfruttabili, che prevedano il pieno coinvolgimento della amministrazioni e delle popolazioni locali nel processo decisionale favorendo l’applicazione del principio di precauzione, contro un Governo che tace, sperando forse che le Regioni risolvano le problematiche poste dalla estesa opposizione alla geotermia allo scopo di “ridurre” la portata della riforma a cui il Parlamento lo ha chiamato ad intervenire, non ci resta come Rete Nazionale NOGESI che sostenere e sviluppare le lotte territoriali delle popolazioni ed amministratori locali contro quella che una interessata campagna di speculatori in erba chiama la “buona geotermia”.
La Rete Nazionale ha avanzato sin dal 15 ottobre le sue proposte tecniche e politiche e le ha presentate a Roma in Parlamento il 5 novembre, passando dalla protesta alla proposta. Ora è il tempo –di fronte all’inazione del Governo- di tornare nelle piazze, sollecitando i parlamentari che hanno approvato la Risoluzione a chiedere conto al Governo perché vengano rimosse le cause della sua inazione e si proceda verso la riforma del settore, coinvolgendo il mondo delle associazioni, i comuni e le Regioni.

Le prime iniziative dell’anno 2016 contro la geotermia elettrica, speculativa e inquinante: domenica 10 gennaio 2016 assemblea a Monticello Amiata ore 17 (al “Teatrino”) contro la decisione degli uffici regionali su Monte Labro; iniziative sono in programma a Viterbo, Perugia (Consiglio Regionale Umbria) e Roma (Consiglio Regionale Lazio).

NOGESI – Rete Nazionale contro la Geotermia Inquinante e Speculativa

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Il Cittadino online del 9 gennaio 2016:
“La schizofrenia del presidente Rossi sulla geotermia…”
La Rete Nogesi conferma: “Il territorio è di chi lo vive”
…segue ns. comunicato

GoNews.it del 9 gennaio 2016:
Geotermia, la Rete NOGESI: “Ecco la schizofrenia del presidente Rossi”
…segue ns. comunicato

Contropiano.org del 9 gennaio 2016:
La schizofrenia del presidente Rossi sulla geotermia…
…segue ns. comunicato

MaremmaNews del 9 gennaio 2016:
La schizofrenia del presidente Rossi sulla geotermia
…segue ns. comunicato

Abbadianews.it (La Postilla) del 9 gennaio 2016:
Rete Nogesi: “In Italia la GEOTERMIA non ha più il consenso dei territori
…segue ns. comunicato

RadioGiornale.info del 9 gennaio 2016:
La schizofrenia del presidente Rossi sulla geotermia…
…segue ns. comunicato

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Clima, da Parigi a Firenze, passando per Roma: quando le mucche inquinano più delle centrali geotermiche (invisibili)

muccaMa che strano, dopo Kyoto e nonostante le evidenze scientifiche, ancora si persevera con la “favola” che la geotermia amiatina non sia climalterante (come invece le centrali a fonti fossili, le industrie, le auto e …le mucche).

 

 

Oggi parliamo di ammoniaca e particolato Pm10 e Pm 2,5:

La componente dimenticata delle polveri sottili: il costo sanitario delle emissioni in Amiata

Il particolato fine (Pm10 e Pm 2,5) è pericoloso per la salute, tant’è che in questi giorni si èmappa diminuz aspett vita costretti a dover bloccare il traffico in molte città italiane. Su sollecitazione  dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la Comunità Europea raccomanda la
riduzione delle emissioni che concorrono a formare tali particelle, che per le dimensioni molto ridotte, pari a quelle dei batteri, arrivano negli alveoli polmonari e possono entrare nella circolazione sanguigna, aggredendo tutti gli organi del corpo umano e riducendo l’aspettativa di vita
.

 

Le polveri sottili Pm10 e Pm 2,5 sono costituite chimicamente, per circa il 70%, da sali ammoniacali: Nitrato di Ammonio e Solfato di Ammonio. Mentre nelle città e nelle aree industriali gli ossidi di zolfo e di azoto (SO2 e NOx) vengono emessi dalle auto, dagli impianti di riscaldamento e dalle fabbriche, l’ammoniaca di solito proviene dalle attività agricole di concimazione e di allevamento del bestiame. Essendo molto piccole, le molecole di ammoniaca sono trasportate a molte decine di Km di distanza e in atmosfera subiscono varie reazioni chimiche.riviste


Su autorevoli riviste scientifiche americane (vedi: -F.Paulot e D.J.Jacob, “Hidden Cost of U.S. Agricultural Exports: Particulate Matter from Ammonia Emissions” in Environmental science & technology, 2014, 48 (2), pp 903–908 e -Erik Stokstad, “Ammonia Pollution From Farming May Exact Hefty Health Costs”, in Science 17 January 2014: Vol. 343è aperto un dibattito sia sul costo sanitario delle emissioni di ammoniaca, stimato di recente pari a 100 dollari al kg, che sulla convenienza o meno di incrementare le produzioni agricole interne per l’esportazione di cereali e carne che, richiedendo dosi notevoli di concimi ammoniacali, contribuiscono alla formazione delle polveri sottili. L’ammoniaca è infatti universalmente riconosciuta come un precursore del particolato inorganico, i cui effetti pericolosi e nocivi per la salute umana sono ormai accertati da almeno un decennio, tanto che la Regione Toscana ha promosso il progetto PATOS (Particolato Atmosferico in Toscana), con l’obiettivo di determinare la quantità e la provenienza delle sostanze che danno origine alle polveri sottili.

2015_patos stazioni campionamento

Le “stazioni di misura” del Progetto PATOS evitano accuratamente l’area geotermica tradizionale e l’Amiata, …strano.

Però il progetto PATOS ha omesso di segnalare l’ammoniaca prodotta dalle centrali geotermiche dell’Enel in Amiata (a pag.52 del rapporto Patos, la zona dell’Amiata e le centrali geotermiche non vengono segnalate tra le fonti di emissioni di ammoniaca) ed anche l’ARPAT, le USL e l’Agenzia Regionale di Sanità, che da anni studiano le cause degli eccessi di mortalità registrati nella zona, non hanno mai preso in considerazione gli effetti di queste emissioni, in particolare per quanto riguarda i costi sanitari ad esse associati.

emissioni basosi bravi

Riccardo Basosi e Mirco Bravi, “Geotermia d’impatto”, in QualEnergia giungo/luglio 2015

Eppure, è accertato da vari studi autorevoli (vedi anche: Riccardo Basosi e Mirco Bravi, “Geotermia d’impatto”, in QualEnergia giungo/luglio 2015 scaricabile qui) che dalle centrali geotermiche presenti in Amiata si produce circa il 43% delle intere emissioni toscane di ammoniaca e il 17,7% delle intere emissioni italiane. A denunciare tale situazione è il prof. Riccardo Basosi, una delle più autorevoli personalità scientifiche italiane (*), che scrive: ”Paulot e Jacob, chimici dell’Harvard University (tiny.cc/PaulotJacob), descrivono le modalità di interazione dell’NH3 in atmosfera per formare particelle nocive e calcolano che l’impatto sulla salute umana (secondo l’EPA) negli Stati Uniti è pari a 100 $ al kg di NH3 emesso in atmosfera. Il problema dell’ammoniaca è stato discusso nel 2014 anche da Eric Stokstad sulla rivista Science giungendo alle stesse conclusioni (tiny.cc/Stokstad). A livello europeo, il CAFE (tiny.cc/CAFE) aveva quantificato nel 2005 i danni generati dall’NH3 specifici per l’Italia in media pari a 20,5 euro/kg di NH3”.
Il
costo sanitario annuo delle emissioni di ammoniaca dalle centrali geotermiche dell’Amiata, che sono ammontate nel 2010 a 4.334 tonnellate, è pertanto stimato solo per quell’anno in oltre 90 milioni di euro, ma il Presidente della Regione Enrico Rossi ha recentemente sostenuto che le centrali geotermiche sono da incrementare.

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Si vedano anche le slides di Roberto Barocci per l’intervento all’VIII congresso di Medicina Democratica a Firenze: SCARICA IN FORMATO PDF

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Il Prof. Riccardo Basosi è ordinario di Chimica Fisica presso l’Università di Siena, è stato nominato dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, Rappresentante italiano per le innovazioni in ambito energetico nel Comitato di Horizon 2020 (UE), Programma quadro della ricerca europea per il periodo 2014-2020.
Rappresenta l’Università di Siena nel soggetto gestore del PIERRE, è presidente del Comitato Tecnico Scientifico dello stesso Polo di Innovazione ed è membro, per il sistema della ricerca, del Comitato di Indirizzo Tecnologico del DTE-Toscana.
Direttore del Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Siena e Delegato del Rettore per l’energia e l’alta tecnologia; Direttore del Master per l’Uso Razionale ed Efficiente dell’Energia (Energy Manager), Siena.
Membro del Comitato Tecnico Scientifico Energia presso la Regione Toscana; Membro del Comitato Scientifico dell’ISSI (Istituto Sviluppo Sostenibile Italia); Delegato italiano per il progetto europeo COST P15.

20151228_locandina nazione polveri geotermia

20151228_nazione polveri geotermia

GoNews del 27 dicembre 2015:
Sull’Amiata la maggior parte di produzione di ammoniaca della regione
…segue ns. comunicato

QuiNewsMaremma.it del 27 dicembre 2015:
Geotermia, tra le polveri sottili anche ammoniaca
Il gruppo Sos Geotermia segnala il mancato rapporto della presenza di ammoniaca nel progetto Patos – Particolato Atmosferico in Toscana
…segue stralcio del ns. comunicato

i-Siena del 28 dicembre 2015:
“Sforamento polveri sottili. La geotermia come possibile causa”. La Lega chiede maggiori approfondimenti
di David Busato

Siena. Riceviamo e pubblichiamo: “L’inquinamento registrato nelle ultime settimane e lo sforamento continuo dei valori di Pm10 nell’aria, che sta alla base dello stop alle auto che in questi giorni ha sollevato molte proteste da parte di singoli cittadini e partiti politici, potrebbe avere come concausa anche lo sfruttamento delle risorse geotermiche. «A detta di alcuni esperti le centrali geotermiche dell’Amiata produrrebbero il 43% dell’intera emissione toscana di ammoniaca nell’aria, che è uno dei principali componenti del Pm10 e del Pm 2,5. Vogliamo che l’assessore all’Ambiente chiarisca in modo inconfutabile che non ci sia correlazione tra lo sforamento delle polveri sottili e lo sfruttamento della Geotermia amiatina.» afferma in una nota la consigliera regionale della Lega Nord Elisa Montemagni, membro della IV Commissione ambiente del Consiglio regionale.
Lega Nord-Ufficio Stampa

Il Cittadino online:
SOS Geotermia: “Una componente dimenticata delle polveri sottili”
E’ il costo sanitario delle emissioni
…segue ns. comunicato

La Postilla del 28 dicembre 2015:
AMIATA, geotermia: “La componente dimenticata delle polveri sottili, il costo sanitario delle emissioni”
…segue ns. comunicato

5 novembre 2015, iniziativa della Rete nazionale NOGESI a Montecitorio. Tutti a Roma!

20151105_locandina_nogesi montecitorioAncora una giornata di iniziative e mobilitazione della Rete nazionale NOGESI (NO Geotermia Speculativa e Inquinante) il 5 novembre 2015 a Roma (clicca sull’immagine per vedere la locandina).
Una giornata che vedrà nella mattinata un Convegno durante il quale la Rete discuterà le sue proposte sulla geotermia, già inviate a Governo, Parlamento e Regioni interessate il 15 ottobre scorso, alla presenza di qualificati esperti ed esponenti delle forze politiche con i quali ci si confronterà nel merito; a seguire, nel pomeriggio, Presidio dei cittadini e comitati in piazza Montecitorio per ribadire la contrarietà dei territorio alla attuale geotermia speculativa ed inquinante.
PER DARE FORZA ALL’INIZIATIVA E’ IMPORTANTE LA MASSIMA PARTECIPAZIONE DELLE POPOLAZIONI COINVOLTE. TUTTI A ROMA IL 5 NOVEMBRE!!!
E’ possibile prenotarsi anche per partecipare al Convegno che si terrà all’interno della Camera dei Deputati; è necessario accreditarsi fornendo i propri dati (nome e cognome) all’indirizzo e-mail: nogesi@inventati.org entro improrogabilmente sabato 31 ottobre 2015 (per gli uomini è obbligatorio indossare la giacca).

Di seguito la lettera del 15 ottobre 2015 della Rete NOGESI con la quale si trasmette al Governo la Proposta sulla geotermia:

Egregio signor Presidente del Consiglio, egregi Ministri,

la vicenda dello sfruttamento geotermico, così come si sta sviluppando nel nostro paese, è foriera ogni giorno di più di estese opposizioni nei territori, spesso insensatamente prescelti dalle convenienze delle imprese messe in moto dalla liberalizzazione del Governo Berlusconi IV attraverso i D.Lgs.22/2010 e 28/2011 e che l’attuale Governo non ha trovato ancora il tempo di riformare. Con il risultato che le richieste di concessioni per la ricerca si sono moltiplicate in maniera incontrollata e -per citarne solo alcune- insistono in territori pregiati come la Val d’Orcia di Montenero (è di qualche settimana fa la rivolta di oltre 60 aziende del vino, dell’olio e del turismo contro tali insediamenti), la confinante Alfina umbra-laziale (uno dei territori più belli dell’Umbria, “luogo del cuore” del FAI), e da ultimo l’area napoletana dei Campi Flegrei (!). Solo sul territorio della Toscana si contano 31 permessi assegnati, mentre nel Lazio le istanze in corso sono 25.
Si tratta di richieste avanzate da imprese spesso senza comprovati precedenti in tecnologie così sofisticate, che aggiungono ulteriori preoccupazioni nelle popolazioni a quelle già legate alle trivellazioni in giacimenti idrotermali–necessariamente in territori vulcanici- sia in alta che in media entalpia (sismicità indotta, possibile contaminazione delle acque potabili, subsidenza -in merito alla quale la recente sentenza (18.05.2015) del Consiglio di Stato n. 02495/2015 ha affermato l’applicazione del principio di precauzione statuendo che anche una situazione di incertezza tale principio può essere sufficiente per l’adozione di misure preventive e che è onere probatorio esclusivo del proponente di fornire la prova di innocuità dell’intervento da realizzarsi- ecc.).

Del resto anche la decantata “rinnovabilità” dello sfruttamento geotermico storico dell’ENEL in Toscana (in particolare nei siti dell’Amiata) è sempre più contestata, sia perché le centrali immettono in atmosfera migliaia di tonnellate di inquinanti con caratteristiche tossicologiche rilevanti, nocive per la salute e per l’ambiente, sia perché la tecnologia “flash”– come sostengono gli esperti – da tempo non è, per usare un eufemismo, “la migliore al momento disponibile”. In merito allo studio epidemiologico prodotto dall’ARS Toscana, dalla Fondazione Monasterio e dal CNR di Pisa (2010) – pur se ancora oggi sono in corso approfondimenti sui risultati dello stesso- in ambito scientifico c’è consapevolezza che in questa area vi siano condizioni ambientali diverse e interagenti per gli effetti cumulativi di inquinanti nocivi per la salute delle persone. Né si può tacere al riguardo delle centinaia di milioni di euro per danni sanitari causati dalle sole emissioni di ammoniaca, precursore alla formazione di PM10 secondario, costi riconosciuti già nel 2005 dal CAFE (Clean Air For Europe) ed oggi evidenziati – e in notevole aumento –nel recente articolo del prof. Riccardo Basosi e dott. Mirko Bravi, comparso su “QualeEnergia” di giugno/luglio 2015 (vedi anche precedente pubblicazione degli stessi autori, ndr). Pertanto la geotermia flash dell’Amiata impone oggi una seria inchiesta da parte del Parlamento e dei Ministeri competenti MISE, MATTM e Sanità, non più rinviabile. Per la scrivente Rete Nazionale la vicenda Amiata assume da tempo la valenza della “madre di tutte le battaglie”, per cui un atteggiamento di disponibilità del Governo e del Parlamento sul punto verrebbe ben valutato dalla scrivente Rete Nazionale.
La stessa Regione Toscana- che pure nel passato ha sempre troppo acriticamente sostenuto la geotermia- di fronte a decine e decine di istanze pendenti di impianti geotermici, ha dovuto attivare una moratoria di 6 mesi per darsi nuove regole allo scopo di “non compromettere in modo irreversibile il territorio ed evitare rischi alla sostenibilità ambientale e socio-economica” con una neppure velata critica –da parte della Regione “geotermica per eccellenza” – al ritardo con cui lo Stato si sta muovendo nell’inserimento di regole cogenti circa la geotermia, lasciata in piena balia delle imprese. E le nuove regole che la Regione si sta dando partono dalla considerazione che debbano essere individuati i territori dei Comuni non idonei alla geotermia, ovvero le aree che, per il loro contesto socio-economico e per le strategie di sviluppo adottate dalle comunità residenti, devono essere escluse dalle autorizzazioni alla ricerca e realizzazione di impianti geotermici.

Le Commissioni parlamentari VIII° e X°, approvando – si noti, all’unanimità- la Risoluzione n. 8-00103 del 15.04.2015 sulla produzione di energia da impianti geotermici, hanno cercato- dopo un approfondito dibattito con i territori e le stesse aziende- di superare la scarsa affidabilità ed estesa impopolarità del piano geotermico attuale, con la sollecitazione al Governo di emanare “linee guida” di gestione del settore nelle “aree idonee” di cui alla richiesta “zonizzazione”, rilasciando le autorizzazioni per i progetti di impianti geotermici solo a seguito della loro emanazione e dietro valutazione dell’ impatto ambientale (VIA) che tenga conto, appunto, delle “nuove norme”.
Ripristinando così –nell’interesse del paese e come la Rete Nazionale sin dalla sua nascita aveva chiesto – la responsabilità precipua dello Stato nella individuazione delle aree idonee allo sfruttamento in sicurezza della geotermia e dei criteri generali di valutazione in merito alle principali componenti critiche relative a tale attività. E particolare importante è l’aver statuito nella Risoluzione che le relative autorizzazioni siano rilasciate –e ciò deve valere anche per i procedimenti in corso (Castel Giorgio, Montenero e tutti gli altri impianti in itinere di autorizzazione) – nel rispetto delle “nuove norme” che lo Stato definirà entro tempi certi.

E ora, dopo la approvazione della Risoluzione, il motivo conduttore- anche da chi la geotermia l’aveva accettata acriticamente- è che “la geotermia bisogna farla bene”. E’ innegabile che sia un vistoso passo avanti, se alle parole seguiranno- da parte del Governo- i fatti. Lo sfruttamento geotermico non può più procedere con la prevaricazione di gruppi economici che speculano privatizzando i profitti e lasciando sul territorio i costi economici, ambientali e sociali; deve pur esserci uno spazio di condivisione che porti ad una scelta ponderata della popolazione stessa coinvolta.
La scrivente Rete Nazionale, continuando il suo collaborativo confronto con il Governo, come è già avvenuto denunciando la “geotermia elettrica speculativa e inquinante” il 5 marzo del 2104 presso la Camera dei Deputati  presenta le sue proposte convinta più che mai che sia necessario ora nel settore un cambio di paradigma (non essendo quello attuale largamente condiviso dalla comunità scientifica).
Anzi un doppio cambio di paradigma: sperimentare nuove tecnologie geotermiche che siano capaci di non avere impatti significativi sui territori come la geotermia di “Terza Generazione” (Borehole Heat Exchangers -BHE) che estrae dal giacimento solo calore, attraverso circuiti a tubo chiuso, che non “muovono” in alcun modo i fluidi geotermici, assicurando così l’assoluta assenza di emissioni e di scorie. Una modalità capace in
sostanza di “tagliare la testa al toro” andando ad utilizzare il calore terrestre direttamente nel punto di disponibilità del sottosuolo, senza l’estrazione ed il trasporto di fluidi geotermici verso la superficie. Tale tecnologia si differenzia profondamente dalla, pur collaudata, tecnologia di “Prima Generazione” (Idrotermale) ove il contatto con i fluidi geotermici è indispensabile, e dalla Tecnologia sperimentale di “Seconda Generazione” (Hot Dry Rock) ove vi è ancora contatto diretto fra i fluidi iniettati dalla superficie e le rocce fratturate create in profondità per attivare lo scambio termico.
Insomma una geotermia che sia realizzabile in ogni luogo e non solo nelle aree idrotermali (e quindi potenzialmente sismiche del paese) – ampliando quindi la sua possibilità di sfruttamento – ma evitando le aree dedicate ad altre importanti vocazioni territoriali; per fare questo è essenziale che il Governo smetta di alimentare con gli incentivi la geotermia speculativa ed inquinante liberalizzata dal piano Berlusconi-Scajola. E nel contempo potenziare e sostenere la geotermia a “bassa entalpia”, questa sì, con incentivazioni- per il fondamentale contributo che può dare alla riduzione del fabbisogno energetico del patrimonio edilizio del paese.

E’ inoltre necessario avere una nuova politica per il settore energetico che riveda le politiche di sostegno al raggiungimento degli obiettivi energetico-ambientali della Strategia Europa 2020, a cominciare dall’eliminazione dei vistosi incentivi per i grandi impianti di sola produzione di elettricità, privilegiando invece gli investimenti sull’efficienza energetica e sulla produzione di calore, di cui siamo deficitari come Paese (in questo senso l’utilizzo massiccio della bassa entalpia può fare la differenza).
Pensiamo infine che le “nuove norme” dovrebbero–per l’efficacia della riforma stessa- assumere la forma del decreto legge o della legge e quindi sottoposte al vaglio delle competenti Commissioni parlamentari che le hanno richieste e/o del Parlamento, in modo che ad essere ridisegnata sia la normativa relativa all’intero settore geotermico.
Ma va contemporaneamente mantenuta –secondo la vigente legislazione sulle “energie rinnovabili” (D.M. 10.09.2010 “Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili”) -la possibilità per le Regioni di legiferare gli opportuni aspetti degli inserimenti degli impianti geotermici in termini di aree non idonee avuto riguardo alle caratteristiche socio-economiche ed ambientali dei territori. D’altro canto l’accettabilità dello sfruttamento geotermico da parte delle Regioni è problema rilevante visto che le autorizzazioni passano per le Regioni sia per gli impianti “regionali” che per quelli c.d. “pilota” in cui è necessario, per terminare l’iter autorizzativo, “l’intesa” con la Regione o le Regioni coinvolte.

20151105_programma_nogesi montecitorioLe proposte qui enunciate saranno presentate il 5 novembre 2105  (clicca sull’immagine a fianco per leggere il programma, ndr) all’interno di un Convegno e relativa Conferenza stampa presso la Camera dei Deputati con il sostegno, come è nostro costume, di importanti esperti e studiosi della materia e delle istanze istituzionali parlamentari e territoriali che in varie regioni del Paese mostrano la loro preoccupazione per l’attuale utilizzo della geotermia.
Siamo fiduciosi che molte delle nostre proposte possano fare parte dei prossimi impegni del Governo verso la Risoluzione parlamentare, in modo da pervenire alla codificazione di una nuova legislazione del settore. Che risolva il problema della scarsa credibilità dell’attuale piano geotermico del Governo, su cui il Parlamento ha sentito la necessità di intervenire: ignorare gli impegni assunti in Risoluzione porterà inevitabilmente allo scontro con le opinioni pubbliche locali, ad impianti affidati frettolosamente a società inesperte, ad un elevato rischio di incidenti e ad una conclusione che sarà: “o una geotermia fatta male o nessuna geotermia”. Questo noi cittadini e le istituzioni del nostro Paese non lo possono accettare.

Dobbiamo rimarcare purtroppo che non si apre sotto i migliori auspici di correttezza istituzionale da parte del Governo- e ciò può lasciare perplessi sulla vera volontà riformatrice dello stesso- la vicenda degli impianti pilota Castel Giorgio-Torre Alfina con la conferenza di servizi convocata in violazione palese dei punti 3 e 4 della Risoluzione parlamentare (che si ricorda impongono che il rilascio delle autorizzazioni per i progetti di impianti geotermici in itinere avvenga solo a seguito della emanazione delle “nuove norme” e dietro valutazione dell’ impatto ambientale (VIA) che tenga conto, appunto, delle stesse) nonostante le proteste contenute in numerose interrogazioni parlamentari (interrogazione a risposta in commissione 5-06259 (PD); interrogazione a risposta orale 3-01671(M5S), interrogazione a risposta scritta 4-10192 (AL ed altri).

Vittorio Fagioli – Portavoce Rete Nazionale NO Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante, in rappresentanza di associazioni e comitati di cittadini delle Regioni Umbria, Lazio, Toscana, Campania e Sardegna.

 

Dopo quasi tre anni di silenzio, Rossi risponde ai comitati su geotermia e “aree sacrificabili”

rossi_impegnato_tetteIl presidente della regione, e aspirante segretario PD, Rossi prende carta e penna solo dopo che i social network riprendono un comunicato dei comitati del febbraio 2013

 

 

 

Amiata. Che la montagna dell’Amiata, ma anche altre aree limitrofe nella Toscana meridionale, siano ritenute territori “da sacrificare” per le esigenze di uno sviluppo delle centrali geotermiche e non solo, è implicito negli atti di governo della giunta regionale del presidente Enrico Rossi, il quale respinge minacciosamente – anche a nome della giunta – la definizione che gli viene attribuita, suffragato, come spesso accade, da un triste dazebao del Pd di Abbadia San Salvatore e da qualche sparuto fan di facebook.

In alcune delibere di giunta, infatti, come nella 810 del 2012 (approvazione verbale della conferenza dei servizi del 4 settembre 2012) e nella 58 del 2013 (approvazione protocollo di intesa di Enel) si parla chiaramente, nel primo caso, di ricadute delle sostanze emesse dalle centrali di Bagnore 3 e Bagnore 4 “in aree quasi del tutto non abitate” e, nel secondo caso, si definiscono le aree geotermiche della Toscana costituite da “16 comuni con una popolazione di circa 43.000 persone, pari all’1,2% del totale dei residenti regionali”. Come dire, avanti tutta con i soffioni, tanto gli eventuali danni sono irrisori!
Già in occasione del nuovo protocollo di intesa con Enel del gennaio 2013 (non solo geotermia, ma anche centrali termoelettriche, a biomasse e inceneritori nelle aree geotermiche toscane) SOS Geotermia aveva sottolineato quale concetto hanno i nostri governanti rispetto a noi, popolazioni indigene. “Risiedono nei distretti solo l’1,2% degli abitanti totali della Toscana, possono essere sacrificati per il radioso progresso”, scriveva in una nota stampa il coordinamento dei movimenti per l’Amiata. Ma nessuna smentita, nessuna replica dal governatore Rossi, non ancora in odore di segretario nazionale Pd (si è candidato nei giorni scorsi).
Il concetto di area da svendere ricompare anche nelle domande dei cittadini a Rossi in visita a Abbadia San Salvatore il 7 giugno 2012: “Perché la Regione Toscana ha deciso di sacrificare l’Amiata allo sviluppo geotermico, svendendo il territorio prima che all’Enel e oggi alle numerose società che si fiondano sulle risorse energetiche esclusivamente per fini speculativi?”.
Senza poi dimenticare come Rossi liquida la pericolosità delle emissioni geotermiche sulla salute dei cittadini all’indomani della pubblicazione dello studio Ars. “I 43.000 abitanti di queste aree (compresa anche la zona geotermica a nord) hanno un livello di salute in linea con la Toscana, che ha un livello di salute tra i migliori al mondo” (La Repubblica, 6 febbraio 2011). Mentre nel novembre dello stesso anno la giunta regionale chiede un nuovo studio epidemiologico per chiarire i legami tra le troppe morti e malattie e gli impianti geotermici.
E, inoltre, che cosa è se non da territorio sacrificabile individuare tout court la discarica di Poggio La Billa per lo smaltimento di rifiuti speciali in arrivo dalla Calabria; oppure la “scelta” di lasciare questo territorio in una situazione di isolamento dal resto della Toscana e dell’Italia a causa di una viabilità da “sud del mondo”, con ponti crollati o disastrati, strade con frane, traffico deviato o rallentato e gravissimi rischi di rimanere del tutto privi di vie di comunicazione. E, ancora, che cosa è se non da zona sacrificabile non intervenire sul governo al fine di sbloccare il patto di stabilità che impedisce di utilizzare le risorse restanti (13 milioni di euro) per la bonifica mineraria di estrema urgenza per la salute e l’economia della zona. Oppure non sostenere la ripresa di una economia diffusa (agricoltura, commercio, artigianato e turismo) e molto altro ancora.

Per discutere di tutto ciò e perché il governatore Rossi non si limiti a pontificare e lanciare proclami da Firenze, lo invitiamo sull’Amiata per un incontro pubblico con i comitati, la cittadinanza e, soprattutto, con i giovani perché si informi su cosa “pensano” e cosa “sognano” i giovani di un territorio che è alla ricerca di una giusta valorizzazione e di un riscatto.

Altro che “buona geotermia”, Borgia sul convegno del Giga a Firenze. Per i comitati la moratoria è l’unica opzione, poi ne parliamo

20150320_convegno geotermia a colle_borgia

Il Prof.Andrea Borgia al precedente convegno di Colle Valdelsa il 20 marzo 2015

Borgia e la “buona geotermia”: esistono tecnologie migliori del “ciclo binario”. I BHE, per esempio!
Prima di proporre nuovi impianti si chiudano le centrali Enel e si blocchino le richieste in corso.

 

Amiata. Un esercizio di stile smaccatamente volto a incensare le posizioni favorevoli al proprio modello energetico di riferimento (la geotermia con gli impianti a ciclo binario) e a snobbare posizioni altre, più radicali e critiche, il report pubblicato sul sito web di Roggiolani & Co. (www.equologia.com) da Sauro Secci, componente del gruppo Giga (gruppo informale geotermia e ambiente), uno degli organizzatori dell’evento del 15 luglio a Firenze, presso il Consiglio Regionale della Toscana, avente per oggetto “La buona geotermia”.
Al tavolo scientifico, presieduto dal sindaco di Abbadia San Salvatore Fabrizio Tondi, è stato chiamato a relazionare anche il professor Andrea Borgia, indicato nel ruolo volutamente riduttivo di “voce dei comitati locali”.
“Ha fatto una panoramica dei grandi impatti anche sanitari sulla popolazione dell’area amiatina, di una modalità di utilizzazione della geotermia come quella fatta fino a oggi, assolutamente né rinnovabile, né tanto meno sostenibile”, ha sintetizzato Secci. Punto.
Per il resto, le oltre 40 slides, dove Borgia non solo metteva a nudo con drammatiche cifre le molteplici ricadute della geotermia flash sulle popolazioni e sull’ambiente amiatino, ma suggeriva anche di adottare tecnologie più nuove come i BHE (Borehole Heat EXchanger), che sfruttano direttamente il calore senza estrazione di fluidi né gas, sono state liquidate dallo stesso Secci con una emblematica e laconica “presentazione basata anche sulla evoluzione temporale dei fenomeni, corredata dalla evoluzione grafica di alcuni di questi”.
Omettendo, tanto per cominciare, i dati dello studio Ars sulla salute che sono stati elaborati da Borgia in modo da far comprendere immediatamente l’entità del problema: circa due morti in più al mese, cioè circa 800 morti in 33 anni, per soli 70 MWe prodotti, agghiaccianti percentuali di rischio di malattie respiratorie, tumore al sistema nervoso centrale, malattie polmonari cronico-ostruttive, insufficienza renale, tumore del sistema linfo-ematopoietico, dell’apparato digerente, tumore al fegato, malattie respiratorie acute, dell’apparato genito-urinario, leucemia, etc, sia nei maschi, sia nelle femmine, relativamente alle matrici acqua, aria e suolo in correlazione con gli inquinanti (acido solfidrico, mercurio, arsenico, boro) immessi nell’ambiente in buona misura dalle centrali geotermiche.
“Se la componente aria per le centrali a ciclo binario è certo meno importante (reiniezione nel sottosuolo dei fluidi geotermici), le componenti suolo e acqua potrebbero non essere inferiori” ha asserito Borgia “particolarmente se non vengono ripristinate le pressioni originarie dei serbatoi geotermici”.
Ha quindi nuovamente passato in rassegna i principali problemi della geotermia all’Amiata: è l’energia elettrica più inquinante al mondo (gode per altro dei certificati verdi, che noi tutti paghiamo in bolletta), impatta sulle falde acquifere, come hanno registrato negli ultimi anni gli andamenti dei piezometri, depauperando e inquinando l’acquifero, causa sismicità (con paesi antichi e non certo antisismici), eruzioni idrotermali (almeno tre, con morti di animali e danni ingenti), subsidenza (probabilmente almeno 2 metri negli ultimi 50 anni con i piloni di due ponti lungo Cassia praticamente collassati).

Non è forse giunto il momento di cambiare rotta? E, anche al tavolo fiorentino, Borgia ha rilanciato “la necessità di una moratoria immediata a questa geotermia”, per far ripressurizzare i campi geotermici e ricaricare la falda acquifera. Ha inoltre proposto di trasformare una centrale Enel (per esempio PC3) a ciclo binario per valutare con accuratezza sotto gli occhi di tutti gli impatti ambientali. E ha suggerito di sviluppare nuove tecnologie, rivalutando l’utilizzo diretto del calore, anche attraverso i BHE, il calore per sempre ad impatto praticamente ridottissimo.

Come comitati e come Rete nazionale NoGESI abbiamo rifiutato di partecipare all’incontro di Firenze proprio perchè riteniamo che agli organizzatori nulla interessi in merito all’ambiente e alla salute, preoccupati solo “vendere le loro pentole” delle centrali a ciclo binario.
Abbiamo sempre sostenuto, e lo ribadiamo, che prima di sederci a discutere su un eventuale futuro della geotermia in Amiata e in Toscana è necessaria una moratoria generale, fermando le attuali centrali in attività come pure i progetti delle “nuove” centrali a ciclo binario, sperimentali e non.

A volte ritornano… Lettera aperta dal monte Amiata a Cristicchi in occasione del suo spettacolo su David Lazzaretti

Cristicchi2“I nostri pigliavano la silicosi, gli altri pigliavano i miliardi.
Noi siamo stati l’apartheid, i negri tenuti in una condizione
di analfabetismo che forse ha finito col diventare la nostra ricchezza.
Guai se David Lazzaretti avesse avuto titoli di studio!
La forza primigenia, che lo teneva legato alle modalità stesse della plebe,
gli derivava proprio dal non essere passato attraverso
il filtraggio della cultura dominante.”
Ernesto Balducci, Il sogno di una cosa

Da molti anni abbiamo il piacere di annoverarla tra gli estimatori del monte Amiata, un territorio che presenta purtroppo anche problematicità causate dall’attività delle centrali geotermoelettriche dell’Enel, che lei già conosce.

La gente che abita e vive la montagna, che fu sacra agli antichi, ha vissuto nei secoli del lavoro delle proprie mani, della propria arte e dell’ingegno, spesso in condizioni difficili, cercando di non arrendersi alle leggi del potente, semmai a quelle della terra.

Sono anni però, purtroppo troppi, che la nostra montagna subisce attacchi e tentativi di speculazione che la stanno privando dei suoi beni più preziosi: acqua, aria pulita.
Lo sfruttamento geotermico a marchio Enel, e non solo, non ha portato alcun vantaggio all’ambiente e al turismo compromettendo uno tra i più bei paesaggi toscani.

Per noi, per il popolo che resiste e ama la sua terra, è inaccettabile che persone del suo calibro intellettuale e culturale mettano in scena uno spettacolo sul “PROFETA dell’Amiata”, facendosi sponsorizzare da chi questa montagna la sfrutta, la usa e non certo la difende. Lei così facendo rischia di apparire attore di equivoche operazioni di “ripulitura” dell’immagine che l’Enel continuamente tenta di fare nei territori geotermici .

Le scriviamo per chiederle di rinunciare alla sponsorizzazione o a qualunque aiuto di Enel Green Power, le chiediamo di sganciarsi da quella logica e di prendere una posizione chiara rispetto al problema della geotermia sull’Amiata. Noi, in quel caso, saremmo ben felici di applaudirla e di ringraziarla per la sua sensibilità e per il rispetto che mostrerebbe per le radici e la cultura dell’Amiata.

Nell’agosto del 2013, in occasione di un suo spettacolo a Santa Fiora intervenimmo e le spiegammo la situazione della nostra montagna, volantinammo e le lasciammo anche del materiale con dovizia di spiegazioni; in quell’occasione ha potuto verificare come ci sia un popolo amiatino per nulla contento che le centrali esistenti e quelle previste possano determinare danni alla salute e al territorio della nostra montagna.

Speravamo di averle dato modo di ripensare anche alle modalità con le quali presentarsi in Amiata, purtroppo quello che vediamo, nuovamente, è che Lei porta un nuovo spettacolo qui da noi con la solita sponsorizzazione dell’Enel, tanto più affrontando un tema delicato, e caro agli Amiatini, del santo e profeta Davide Lazzaretti che per questo popolo diede il suo sangue.

Monte Amiata, 4 agosto 2015

Sos Geotermia – Agorà CittadinanzAttiva Monticello Amiata – Comitato Difensori della Toscana – Comitato NO geotermia Valli dell’Albegna – Coordinamento Amiata a 5 stelle – Gruppo 5 stelle di Colle Val d’Elsa – Gruppo No Geotermia Seggiano – MaremmAttiva Pitigliano/Sorano – Rifondazione Comunista Santa Fiora/Amiata – Gruppo terrAmiata

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Replica Cristicchi:

Riguardo la presunta sponsorizzazione di Enel Green Power del mio spettacolo teatrale “Il Secondo Figlio di Dio”, qualcuno come al solito sembra aver sbagliato la misura, e mancato il bersaglio del proprio disappunto. A mio avviso, un evento culturale non puó diventare il luogo deputato a manifestare critiche o malumori, rischiando così di strumentalizzare un artista che semplicemente fa il suo mestiere con passione e dedizione. Non essendo io l’organizzatore dell’evento del 10 agosto, ma in quanto invitato dal Comune di Arcidosso e altre associazioni locali a portare il mio lavoro teatrale sul Monte Labbro, non posso che essere grato al Sindaco e a tutti quelli che si sono adoperati a titolo gratuito per realizzare l’evento. A quanto mi risulta, Enel Green Power NON rientra fra gli enti finanziatori, ma si è offerto di fornire gratuitamente agli organizzatori un gruppo elettrogeno idoneo per sostenere l’impianto audio/luci di cui lo spettacolo necessita. Che poi il tanto vituperato logo compaia sui manifesti dello spettacolo, non è mia diretta responsabilità, né del mio staff. Nonostante io reputi gli impianti sul territorio dell’Amiata uno scempio per il paesaggio, in quanto artista cerco di improvvisare solo sul palcoscenico, e non in ambiti che non mi competono quali la geotermia, l’oncologia o la scienza in generale. A me preme rendere omaggio a una figura importante come David Lazzaretti, e farlo nel migliore dei modi possibili, nel rispetto del pubblico che acquisterà il biglietto, e rendendomi veicolo di un messaggio ancora oggi attualissimo e a suo modo rivoluzionario. Invitando tutti gli amiatini a salire il 10 agosto al Monte Labbro, concludo dicendo che per il tanto contestato evento, personalmente non riceverò alcun cachet né da Enel, né da nessun altro ente o istituzione coinvolta, ma mi esibirò gratuitamente per amore di questa storia, e della terra che da anni mi accoglie e mi ospita.

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Risponde Sos Geotermia:

Cristicchi d’estate: Panzanelle, Panzane e Pansa

Cominciando dalle due panzane più grosse, ma riportate “furbescamente” da Cristicchi in modo che dopo potrà sempre dire che non l’aveva detto:
1. “… mi esibirò gratuitamente per amore di questa storia, e della terra che da anni mi accoglie e mi ospita…”; peccato che c’è un biglietto di ben 15 euro che coloro che “lo accolgono e ospitano” dovranno sborsare per lo spettacolo. Quindi delle due, una: o stai raccontando una panzana, oppure “sveglia” perchè qualcuno ti sta fregando i soldini.
2. “… Enel Green Power NON rientra fra gli enti finanziatori, ma si è offerto di fornire gratuitamente agli organizzatori un gruppo elettrogeno idoneo per sostenere l’impianto audio/luci…”; qual’è la differenza tra finanziare un evento per pagarci le spese, tra cui l’energia necessaria, e fornirlo “gratuitamente”?
Cioè, dovendo fare uno spettacolo, mettiamo occorrano 5.000 euro per l’energia elettrica, quindi lo “staff” dovrà aggiungere questa cifra ai costi da coprire con i biglietti e le sponsorizzazioni; se un benefattore si offre di fornire questa energia di fatto ha contribuito per 5.000 euro alle spese. Non ti torna? Problemi con la matematica, oltre che con la geotermia e l’oncologia?
E poi il logo è ben visibile sul manifesto (e vorremmo vedere che l’Enel altrimenti sganciava i soldini…) tra gli sponsor; se poi tu non l’avevi visto (agli artisti può sfuggire, hanno ben altro a cui pensare) ed hai uno “staff” che non riesce neanche a curare l’immagine è il caso di mandarli a casa, anche perchè l’Enel è quella stessa che, in accordo con tutte le amministrazioni interessate, ha realizzato quegli impianti che tu stesso definisci “…uno scempio per il paesaggio…”.

Dici “…Nonostante io reputi gli impianti sul territorio dell’Amiata uno scempio per il paesaggio, in quanto artista cerco di improvvisare solo sul palcoscenico, e non in ambiti che non mi competono quali la geotermia, l’oncologia o la scienza in generale. A me preme rendere omaggio a una figura importante come David Lazzaretti, e farlo nel migliore dei modi possibili, nel rispetto del pubblico che acquisterà il biglietto, e rendendomi veicolo di un messaggio ancora oggi attualissimo e a suo modo rivoluzionario…”; beh, vedi, forse sarebbe stato meglio che dopo il nostro incontro del 2013 a Santa Fiora avessi approfondito un pochino la questione geotermia, salute, acqua, aria e paesaggio in Amiata perchè i dati dell’Ars certificano che in Amiata ci sono 2 morti in più al mese che, in 33 anni, fanno circa 800 morti in più della media, morti senza che la scienza ancora abbia scoperto le cause. Una tragedia al pari di altre come Taranto o la terra dei fuochi, ma di cui nessuno VUOLE parlare.
Ma forse questi temi sono qui, sotto i tuoi piedi, e succedono oggi ed evidentemente ci sono artisti che preferisco intervenire solo su argomento lontani nel tempo e/o nello spazio; se appartieni a questa schiera il tuo “omaggio a una figura importante come David Lazzaretti” più che veicolare il suo “messaggio ancora oggi attualissimo e a suo modo rivoluzionario” finisce per diventare la pietra tombale per dimenticare chi, come Lazzaretti e padre Balducci, questa terra l’ha sempre difesa.
Sulla funzione dell’artista e dell’intellettuale ognuno può pensarla come vuole, ma a noi piacciono quelli che si sporcano le mani e si mettono in gioco e non piacciono affatto quelli che si chiamano fuori o, peggio, sono funzionali e accondiscendenti ai poteri, politici ed economici, anche quando questi sono causa di tragedie. …O si fanno strumento di revisionismi e oblio della storia. Per capirci, di Pansa ce ne basta uno.

E’ peraltro singolare che su facebook ci sia la tua risposta, ma non la “lettera aperta” e che possano commentarla solo quelli che la sostengono e le fanno gli elogi, contro quei criticoni di mestiere… furbetto, eh?

Ti lasciamo i versi di De Andrè, un artista vero, che venticinque anni fa già aveva denunciato i giochini dell’artista snob.

“Voi che avete cantato sui trampoli e in ginocchio
coi pianoforti a tracolla vestiti da Pinocchio
voi che avete cantato per i longobardi e per i centralisti
per l’Amazzonia e per la pecunia
nei palastilisti e dai padri Maristi
voi avevate voci potenti
lingue allenate a battere il tamburo
voi avevate voci potenti
adatte per il vaffanculo”

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Poi il Cristicchi va fuori di matto su facebook, rivelandosi:

20150806_cristicchi vs concetta

Buccia di banana per l’ex assessore regionale Bramerini che nel 2010 si confrontava coi cittadini a suon di querele. Legittime le critiche dei comitati

bananapeelPer il Giudice di Pace di Firenze c’è difetto di autorizzazione nella querela presentata dall’ex-assessore regionale Bramerini per il tramite dell’avvocatura regionale. Per il Pubblico Ministero “il fatto non costituisce reato. Critica accesa, ma non lesiva di interessi”. Chi pagherà le spese?

Grosso scivolone della Regione Toscana e, nello specifico, dell’ex assessore all’Ambiente e all’Energia Annarita Bramerini, che nel dicembre 2010 denunciava per diffamazione quattro attivisti antigeotermici del monte Amiata, colpevoli di avere “offeso la sua dignità e onorabilità” con l’invio di mail di critica della geotermia amiatina e dell’operato della Regione, in vista del rilascio della VIA relativa al Piano di riassetto di Piancastagnaio.

Ebbene, il Giudice di Pace di Firenze, dottor Virzì, nella prima udienza di mercoledì 22 luglio, ha accolto l’eccezione processuale presentata dal difensore dei quattro “incriminati”, avvocato Beatrice Pammolli, ritenendo che la Bramerini, avendo presentato querela nella veste di assessore all’Ambiente (e “non in proprio” come si legge testualmente nella denuncia), avrebbe dovuto essere autorizzata dalla giunta regionale, organismo di cui faceva parte in quel momento! Da ciò deriverebbe un difetto di legittimazione alla presentazione di tale atto e quindi l’invalidità della querela dell’assessore, peraltro presentata utilizzando il patrocinio dell’avvocatura regionale costituita da ben due avvocati (quando il codice di procedura ne prevede solo uno), e quindi il venir meno della condizione di procedibilità, ragion per cui il Giudice ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere per difetto di querela.
Ma non solo: il Pubblico Ministero, entrato direttamente nel merito della denuncia, accogliendo di fatto le tesi che la difesa aveva già esposto anche nei propri precedenti atti difensivi, ha affermato che “il fatto non costituisce reato, trattandosi di una critica, seppur accesa, non lesiva di interessi”. Ed ha aggiunto come la mail incriminata, con i suoi toni – seppur forti – rappresenti la “manifestazione di una opposta visione, critica, ma non lesiva della dignità altrui”, nemmeno di un personaggio pubblico, come l’assessore Bramerini, che per un fatto del genere ha addirittura “scomodato due avvocati della avvocatura regionale”. Il tutto in un’ aula, dove si celebravano anche altre udienze e nella quale serpeggiava un certo fastidio per un uso “disinvolto” e forse improprio degli organi della magistratura e dell’avvocatura pubblica, per questioni di questo tipo.

La Bramerini, forse convinta di aver fatto la cosa giusta querelando chi critica la geotermia in Amiata (atteggiamento questo che è apparso, per il contesto e le modalità, sin da subito uno strumento di coercizione e repressione della democrazia e che è stato prontamente criticato da importanti esponenti del mondo delle associazioni ambientali, di volontariato ed anche istituzionali), la mattina dell’udienza si è addirittura costituita parte civile – ma senza presenziare personalmente – per il tramite dei due avvocati della Regione che avevano autenticato la querela (circostanza contestata dalla difesa e rilevata dal Giudice stesso, visto che la parte civile può stare in giudizio con la presenza di un solo avvocato) ed ha chiesto un risarcimento pari a 20.000 euro da devolvere ad associazioni di volontariato! Male per lei, perché i due avvocati della Regione, forse pretenderanno pure di essere pagati da qualcuno e, stando all’esito del giudizio, quel qualcuno non possono certo essere i cittadini toscani né tanto meno i querelati, che dovranno invece essere risarciti per le spese ingiustamente sostenute per la propria difesa. Confidiamo nel fatto che la Magistratura contabile prenda atto di questa situazione e rimetta il conto a chi di dovere!

Se qualcuno pensava di tacitare i comitati e i cittadini dell’Amiata, sia in questo caso come anche negli altri giudizi che ancora pendono dinnanzi ad altri organismi della Magistratura, si sbagliano di grosso. La lotta per la difesa della salute e della nostra terra non si fa comprare né intimorire. E con essa la lotta contro gli evidenti sprechi, costituita da quello che ci è sembrato un uso non proprio degli apparati regionali.