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Fratoni e Bramerini pari sono se si tratta di tranquillizzare sulle emissioni geotermiche in Amiata -replica e controreplica-

fratoni-bramerini-a-metaL’Assessora regionale all’Ambiente, Federica Fratoni, ha commesso ieri, 24 novembre 2016 in occasione della presentazione dei dati Ars e Arpat, gli stessi errori della sua precedente Assessora Annarita Bramerini, che nel 2010 commentò  positivamente (1) i dati dello Studio epidemiologico sulle popolazioni dell’Amiata, dicendo che tutto andava bene. Se a distanza di sei anni stiamo ascoltando la necessità di nuovi accertamenti sulla salute delle popolazioni dell’Amiata, ma i dati non sono stati forniti, bisognerebbe che quanti allora hanno cercato e cercano oggi di rassicurare le popolazioni facciano oggi una doverosa autocritica, poiché anche allora, se si fossero lette tutte le indagini, si doveva commentare diversamente tali dati.

Infatti, le Conclusioni Generali dello Studio del CNR/ARS del 2010 sono state illogiche e contraddittorie ,quando hanno definito “rassicuranti” i risultati evidenziati.

Lo Studio del 2010 dimostra nella sua Sez.A, dedicata all’analisi dell’Ambiente, che le centrali geotermiche dell’Amiata emettono in atmosfera molti più inquinanti pericolosi e in quantità consistente e con “caratteristiche tossicologiche pericolose” per la salute umana, come riporta l’ARPAT, quali l’Arsenico, il Mercurio ecc. Tali emissioni sono pertanto certe, documentate e nella terminologia della logica sono “vere”. La stessa Delibera di Giunta Regionale Toscana 344/2010, evidenzia in più parti la diversità dei fluidi estratti in Amiata e la loro maggiore pericolosità, rispetto ad altri territori toscani.

Nello stesso Studio c’è una parte molto importante nell’ Allegato 6 dal titolo significativo: “Risultati statisticamente significativi delle analisi di correlazione geografica tra dati ambientali e dati sanitari. Analisi dei ricoverati e analisi delle mortalità” dove sono state individuate e registrate ben 54 (!!!) relazioni, statisticamente significative, tra incrementi di malattie mortali nei residenti dei comuni geotermici e le concentrazioni crescenti di diversi inquinanti (AS, Hg ecc.), presenti e misurate nei comuni geotermici in concentrazioni crescenti. Tali concentrazioni crescenti di inquinanti sono in una relazione vera, secondo logica statistica, con gli incrementi di rischio per malattie mortali e spiegavano quel +13% di mortalità registrato.

Ci aspettavamo che tale elaborato fosse ieri aggiornato, anche perché nello studio del 2010 i dati circa i malati e ricoverati non sono geo referenziati rispetto ai punti geografici di emissione delle centrali geotermiche, ma dati comunali. Inoltre essendo l’Allegato 6 l’unico elaborato dello Studio che mette in relazione i dati sanitari registrati con le concentrazioni di diversi inquinanti, sembra assolutamente necessario che venga aggiornato.

E invece ieri l’Assessore Fratoni non ne ha voluto parlare e allora diciamo apertamente che il mancato aggiornamento di tale Allegato 6 è una carenza grave e voluta.

Tanto più che l’Ars aveva già pubblicato, nel novembre 2015, un aggiornamento dei dati di mortalità e ospedalizzazione che sostanzialmente CONFERMAVANO la grave situazione descritta nello Studio Epidemiologico: “l’aggiornamento […] conferma sostanzialmente le criticità degli indicatori di salute rilevati nell’Area geotermica Sud […] Sostanzialmente invariato l’eccesso di tumori […] Si conferma anche nell’ultimo periodo la problematica delle malattie respiratorie, sia dai dati di mortalità che di ricovero, in entrambi i generi. […] Si conferma ancora il dato sull’eccesso di mortalità per i sintomi e stati morbosi mal definiti, sia nei maschi che nelle femmine”

Altro punto ignorato dalla regione Toscana è quello relativo ai danni causati dalle emissioni di Ammoniaca che è ormai universalmente riconosciuto come un precursore del particolato secondario inorganico PM 10 e PM 2,5, i cui effetti sono nocivi sia per la salute umana che per l’ambiente.

Il Rapporto CAFE (Clean Air For Europe), dimostra che le emissioni di ammoniaca contribuiscono in modo significativo alla formazione di particolato secondario in atmosfera (PM 10), per circa il 20% in massa. Relativamente a queste emissioni i dati dell’Inventario regionale IRSE al 2010 evidenziano come il contributo di detto inquinante prodotto dall’attività geotermoelettrica (in particolare quella dell’area amiatina, dove le emissioni sono maggiori rispetto alle altre zone geotermiche tradizionali) rappresenti il 51% del totale.

Il recente studio di F. Paulot e D. J. Jacob, – i cui risultati sono confermati anche in una recensione di Erik Stokstad apparsa sulla prestigiosa rivista “Science” – evidenzia una precisa correlazione scientifica tra le emissioni in aria di ammoniaca, PM 10 secondario e impatto sanitario.

Lo studio documenta anche quelli che sono i costi sanitari delle emissioni di ammoniaca, quantificati in 100 dollari al Kg. Anche il CAFE aveva valutato nel 2005 i danni specifici generati dall’ammoniaca per l’ITALIA quantificando il costo medio dell’emissione di NH3 in 20,5 euro/Kg, il danno prodotto dalla sola centrale di Bagnore 3, tenuto conto dei dati delle emissioni del 2007, pari a 1.272 ton./anno corrisponderebbe a € 26.076.000.

I danni generati dall’ammoniaca specifici per l’Italia sono oggi evidenziati nell’articolo Geotermia d’impatto di Riccardo Basosi e Mirko Bravi pubblicata dalla Rivista QualEnergia del giugno/luglio 2015. I due studiosi, evidenziano quindi le enormi quantità di ammoniaca (NH3) e di acido solfidrico (H2S) emesse in Toscana dalle centrali geotermoelettriche, in particolare da quelle del Monte Amiata, e gli alti costi per i danni che ne derivano secondo lo studio di Pulot e di Jacob ed il rapporto CAFE.

Evidentemente alla Regione Toscana non interessano questi dati.

 nota (1): La stampa il 28 novembre 2010, giorno successivo la presentazione dello Studio, è uscita con questi titoli:<Amiata indagine sullo stato di salute dei cittadini “Geotermia, dagli studi non emergono rischi sanitari”> (La Nazione); <L’indagine è stata condotta in tutte le aree dove c’è attività termica “La geotermia non uccide” Presentata la ricerca dell’Ars sui rischi per la salute> (Il Tirreno)


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Replica l’assessora Federica Fratoni

da QuiNewsAmiata:

Geotermia, ‘I dati Arpat contestati sono del 2007’
“Studio Ars basato su metodi nuovi. Quanto ai dati Arpat contestati, risalgono al 2007. I comitati si aggiornino”, lo precisa l’assessora Fratoni

AMIATA — L’assessora Federica Fratoni risponde al comitato Sos Geotermia dopo le loro critiche allo studio stesso. 
Uno studio nuovo fondato su metodi nuovi che consente di fare considerazioni più solide. Questo è lo studio epidemiologico di Ars finalizzato ad approfondire lo stato di salute degli amiatini e le relazioni con i vari fattori di rischio presentato il 24 novembre scorso, e non uno studio illogico e contraddittorio.
“I nuovi studi costituiscono un salto di qualità dal punto di vista metodologico rispetto alle analisi descrittive raccolte nel report del 2010 redatto insieme al CNR” – dice Fratoni.
In particolare proprio sull’allegato 6, ARS ha chiarito che “quelle analisi, per come impostate, avevano dei forti limiti metodologici, che peraltro erano stati ben descritti nello stesso report 2010 e dei quali si deve tener conto nell’interpretazione dei risultati. Nello studio dell’allegato 6, infatti, sia i dati ambientali che quelli sanitari erano aggregati a livello comunale, cioè per ciascun comune si contano gli eventi sanitari e a tutti i cittadini indistintamente si associava l’esposizione derivante da un dato comunale di qualità dell’aria, acqua o suolo.”
Fratoni spiega: “Negli studi presentati il 24, invece, si sono correlate le concentrazioni misurate nel corpo di un campione di persone, nel sangue e nelle urine, con la storia clinica individuale di ciascuno. Un approccio completamente diverso, molto più informativo che consente di fare considerazioni più solide, motivo per cui ARS non ritiene ragionevole l’aggiornamento dell’allegato 6, che costituirebbe al contrario un passo indietro nel percorso di studi che si sta portando avanti.
Oltre alle presentazioni dell’incontro del 24 già disponibili online, ARS pubblicherà a breve sul portale dedicato al tema “Geotermia e Salute” documenti più estesi che riepilogano i metodi applicati e i risultati ottenuti con i nuovi approfondimenti, oltre a tutti gli aggiornamenti sulle altre attività in corso.
Quanto ai dati Arpat, “i dati riportati dai comitati – prosegue Fratoni – sono superati, perché riferiti al 2007 e non tengono conto quindi dell’installazione di un sistema di abbattimento dell’ammonica sulle due centrali Bagnore 3 e Bagnore 4 che riduce drasticamente le quantità emesse da ciascuna centrale, di un ordine di grandezza”.
A partire dal 2015, le misure ARPAT hanno registrato infatti una emissione media delle due centrali di circa 25 kg/h. L’esposizione della popolazione a questo inquinante è stato verificata con lo studio decritto nella presentazione ARPAT il 24 novembre scorso che dimostra concentrazioni in aria di ammoniaca comprese fra i valori 2 – 20 µg/m3, ovvero mediamente inferiori di circa 6 volte rispetto al limite di cautela sanitaria, che è di 70 µg/m3.
Si concorda sul fatto che l’ammoniaca è un precursore del particolato PM10 secondario e che, in effetti, esiste una correlazione scientifica tra le emissioni di ammoniaca e il particolato secondario. Il fatto, però, è che i dati disponibili relativi alle misure svolte dalla centralina ENEL presente in Loc Merigar (Arcidosso), luogo molto vicino alle due centrali Bagnore 3 e Bagnore 4, dimostrano livelli bassi di PM10, con valori che si avvicinano al valore di fondo regionale.”
Conclude Fratoni: “I livelli bassi di PM10, sono confermati anche da misure ARPAT svolte, in altro ambito, nella zona geotermica di Piancastagnaio, con concentrazioni che, anche in questo caso, si attestano poco oltre il valore di fondo regionale, monitoraggio che è a tutt’oggi in corso”.

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Controreplica di Sos Geotermia

Geotermia in Amiata, meno male che Fratoni c’è
Se i dati Ars e Arpat di 15 anni non le bastano e vuol fare altri studi, li faccia pure, ma nel frattempo blocchi le centrali in base al principio di precauzione

Ars e Arpat, nonostante tutti gli sforzi, nei monitoraggi e negli studi pubblicati fino ad oggi non hanno potuto tacere di fronte alle tonnellate di inquinanti emesse dalle centrali Enel e all’aumento “statisticamente significativo” della mortalità ed altre patologie causate anche dalle emissioni geotermiche.
Dopo lo Studio epidemiologico del CNR del 2010, rivisto nel 2012 e confermato nei contenuti nel 2015, oggi l’assessora Fratoni ci viene a raccontare che quello non è abbastanza “solido” per cui azzeriamo tutto e ricominciamo daccapo con un nuovo studio per fare “un salto di qualità dal punto di vista metodologico rispetto alle analisi descrittive raccolte nel report del 2010”, e anche “ARS non ritiene ragionevole l’aggiornamento dell’allegato 6, che costituirebbe al contrario un passo indietro nel percorso di studi che si sta portando avanti”.
Traducendo: lo studio epidemiologico sul quale abbiamo lavorato per più d’una decina d’anni (a spese ,nostre, peraltro) non vale più, è superato, quindi non possiamo e non vogliamo aggiornare i dati di mortalità, ma fra 10/15 anni anni vedrete finalmente i risultati.
Ribadiamo che l’Allegato 6 è l’unica parte dello Studio CRN che mette in relazione concentrazioni crescenti di inquinanti misurate sui luoghi dell’Amiata con le quantità di malattie mortali contate sugli stessi luoghi, per cui solo se viene migliorato mantenendo l’analisi della stessa correlazione è accettabile, non cancellando decenni di studi.
Quanto ai dati sulle emissioni in aria è vero che con nuove tecniche sono teoricamente possibili forti abbattimenti ma:

1) tali tecniche non incidono su tutte le emissioni inquinanti e tossiche come arsenico, boro, radon, ecc. e sull’effetto cumulativo, di cui era stato promesso uno studio ;

arpat-12) per la sola ammoniaca i dati di ARPAT (Marzo 2015, vedi la lettera dell’Arpat a lato o scaricala in pdf) forniscono valori di 38,5 kg/h (Bagnore 3) e 51.1 kg/h (Bagnore 4), quindi più del triplo di quelli riportati dall’assessora Fratoni per le sole centrali di Santa Fiora (ma non di tutta l’Amiata), cioè 89,6 kg/h contro i 25 kg/h, che significano 785.000 kg all’anno e un costo sanitario annuo aggiuntivo, stimato dalla CEE (Report Cafe) pari a più di 16 milioni di euro/anno!! (a titolo didattico, comunque anche i 25 kg/h dell’assessora Fratoni ammonterebbero comunque a 219.000 kg all’anno con un costo sanitario annuo, secondo gli stessi parametri, pari a 4 ,5 milioni di euro/anno);

3) i dati degli anni passati da noi usati arpat-2per il 2007 e 2010 hanno prodotto comunque morti aggiuntive, che dovevano e potevano essere evitati;

4) noi abbiamo riportato dati prodotti in studi molto autorevoli, pubblicati e validati dalla comunità scientifica internazionale (*) e, se ARS e ARPAT vogliono contestarli, che pubblichino anche loro sulle stesse riviste e si espongano alla verifica scientifica, invece che presentare promesse a futura memoria.

Alla fine, il 24 novembre a Firenze, dietro gli imbarazzi di fronte alle contestazioni di Sos Geotermia, abbiamo capito che per l’assessora Fratoni, e quindi per l’intera giunta Rossi,arpat-3 l’importante è prender tempo e non rispondere, ma questo era assodato da un pezzo, anche se cambiano gli assessori non cambia la strategia.

Se invece l’assessora Fratoni vuole davvero verificare e approfondire quanto emerso da oltre 15 anni di studi e ricerche, lo faccia pure e sarà anche condivisibile, ma riconosca, se non i danni, almeno i rischi accertati dagli studi precedenti e fermi le centrali in base al principio di precauzione con una moratoria generale fino ai risultati dei nuovi studi.
Il resto sono chiacchiere.

(*) – F. Paulot e D. J. Jacob, Hidden Cost of U.S Agricultural Exports: Particulate Matter from Ammonia Emissions, in “Environmental Science & Technology”, XII, 2013;

M. Bravi e R. Basosi, Environmental impact of electricity from selected geothermal power plants in Italy, in “Journal of Cleaner Production” dicembre 2013;

– R. Basosi e M.Bravi, Geotermia d’impatto, pubblicato sulla rivistaQualEnergia” del Giugno/Luglio 2015.

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Tribunale di Grosseto sentenzia: criticare la geotermia Enel in Amiata è legittimo

giudice_bagnoreNon è la prima volta, ma perseverare è diabolico.
Nuovo passo falso dell’Enel: nella speranza che “colpendone uno se ne educassero cento” -parafrasando il detto di Mao- l’Enel nel 2012 aveva denunciato Pino Merisio, politico attivo e presente in tutte le iniziative e i comitati amiatini, perchè in una intervista pubblicata sul Corriere di Maremma il 5 maggio di quell’anno aveva criticato duramente le centrali geotermiche amiatine,

Pino Merisio durante una delle iniziative contro le centrali

Pino Merisio durante una delle iniziative contro le centrali

in particolare la prevista Bagnore 4 che poi verrà realizzata e di cui oggi vediamo gli effetti…
Dopo 4 anni, finalmente, arriva il pronunciamento del Tribunale di Grosseto che sentenzia come LEGITTIME le CRITICHE espresse da Merisio nell’intervista e condanna l’Enel al pagamento delle spese.
Di seguito un comunicato stampa che verrà diffuso nella conferenza stampa che si tiene a Grosseto oggi, 15 ottobre 2016.

 

“Criticare la Geotermia è legittimo?
Spunti e riflessioni a margine di una recentissima decisione del Tribunale di Grosseto”

Criticare ENEL sulla geotermia in Amiata si può. Questo, in sintesi, il significato della sentenza emessa dalla dott.ssa Conte del Tribunale di Grosseto nella causa civile di risarcimento danni da diffamazione a mezzo stampa intentata da ENEL GREEN POWER contro Pino MERISIO, esponente di Rifondazione Comunista e di SOS Geotermia, autore di un comunicato pubblicato nel 2012 nel quale si esprimevano critiche alla geotermia, accusata di emettere sostanze inquinanti e nocive nell’aria e nell’acqua, si segnalava la eccedenza di mortalità rispetto ai comuni vicini a quelli geotermici (come ricorda Barocci) e si proponeva un sistema energetico alternativo (Amiata Fotovoltaica).
Nel respingere (con condanna alle spese) la richiesta del colosso energetico, il Tribunale ha riconosciuto dapprima “che i dati relativi alle emissioni riportati dal Merisio nell’articolo incriminato sono ripresi dai dati ARPAT 2009 e sono, quindi, obiettivi.”
Poi ha aggiunto la considerazione (che secondo questo comitato gli Amministratori locali dovrebbero anch’essi far propria) secondo la quale “…è evidente che in un già delicato equilibrio ambientale, qual è quello dell’intero globo a seguito del significativo mutamento nello sfruttamento delle risorse complessive nell’ultimo secolo, anche piccoli apporti di sostanze nocive sono idonei a destare un certo allarme nei cittadini più sensibili al problema. Ciò vale anche per le altre sostanze che, seppur non superiori ai tassi soglia, sono di per sé sostanze potenzialmente idonee ad incidere sulla salute umana. In particolare, il ctu ha confermato che a Bagnore vi sono elevate emissioni di sostanze climalteranti, quali anidride carbonica e metano, ed anche l’emissione di ammoniaca.
Per l’acido solforico e il mercurio i parametri, pur rientrando nella quasi totalità dei valori guida
di tutela sanitaria raccomandati dalla OMS, necessitano di un’attenzione sanitaria per i soggetti
più sensibili (v. p. 97)”.
In altra parte la sentenza dà atto di una riscontrata presenza di “inquinamento olfattivo” ovvero di “maleodoranze”, anche se il fenomeno è andato attenuandosi con l’installazione dei filtri Amis.
Passando alla questione della possibile incidenza dell’attività geotermica sulla salute il Tribunale ha osservato che “Anche i dati relativi alla maggiore mortalità nell’area geotermica sud rispetto alle aree limitrofe sono stati estrapolati dal convenuto da fonti scientifiche accreditate, quali lo studio epidemiologico pubblicato dalla Fondazione “Gabriele Monasterio” avente ad oggetto il periodo 2000 – 2006 (v. doc. 25 di parte convenuta), che ha visto impegnati medici, biologi e ricercatori del CNR di Pisa; da esso s’evince che nell’area geotermica sud c’è un numero di morti di sesso maschile superiore ai comuni limitrofi”.
In definitiva, conclude il Tribunale, “pur se la centrale può dirsi a norma, tuttavia il parlare di inquinamento e di sostanze tossiche non è certo impedito dal fatto che un’attività sia consentita dalla pubblica amministrazione, posto che la scelta di parametri da non superare è -con tutta evidenza- frutto di compromesso…”.

Merisio e Barocci di Sos Geotermia con l'avv. Ceciarini in conferenza stampa (foto Tirreno)

Merisio e Barocci di Sos Geotermia con l’avv. Ceciarini in conferenza stampa (foto Tirreno)

La sentenza del Tribunale di Grosseto va dunque presa, secondo questo comitato, come un autorevole richiamo a non trascurare le criticità per ambiente e salute insite nell’attività geotermica e giustifica le sollecitazioni e le preoccupate segnalazioni da esso ripetutamente fatte, col supporto di evidenze scientifiche, ad un maggiore e più attento ed incisivo controllo (preventivo e successivo) delle effettive conseguenze dannose di tale attività e ad un ripensamento del sistema di produzione energetica che, invece, in questi giorni lo stesso Presidente della Regione è tornato ad esaltare come “grande chance”.

L’Amiata ha già dato e pretende rispetto per il suo territorio e per i suoi abitanti i quali meritano di essere conosciuti in Europa per altri pregi e non per lo sfruttamento geotermico intensivo.

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La “scivolosa” risposta dell’Enel su MaremmaNews e Amiatanews.it:

In riferimento alla sentenza del Tribunale di Grosseto nella causa civile di risarcimento danni da diffamazione promossa da Enel Green Power nei confronti di Pino Merisio, Enel Green Power precisa che la sentenza del Tribunale di Grosseto legittima il diritto di critica e la personale interpretazione dei dati dell’ARPAT fatta dal Merisio, in quanto in linea con la libertà di manifestazione del pensiero, ma ribadisce che “in definitiva la centrale è a norma”, essendo le emissioni geotermiche della centrale costantemente monitorate dall’ARPAT e assolutamente conformi alla legge. Enel Green Power ha gestito e gestisce gli impianti geotermici con la massima attenzione all’ambiente ed in applicazione dei migliori standard internazionali.

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100 fiori contro la geotermia sbocciano: assemblea del neocostituito comitato a Roccalbegna

assemblea-rocca1webIl virus dell’informazione contro la geotermia speculativa e inquinante, negata per decenni in Amiata, in Maremma e nella Toscana tutta, dove si è sempre sostenuto la sostenibilità e rinnovabilità di tale sfruttamento all’ombra delle compensazioni ambientali e delle sponsorizzazioni di sagre e feste da parte di Enel, ormai si va diffondendo in ogni borgo del nostro amato territorio, come era l’auspicio lanciato con le mobilitazioni dei “100 fiori contro la geotermia”.
Salutiamo l’esordio dell’appena costituito “Comitato per la Tutela del Territorio di Roccalbegna” che, con una partecipata assemblea pubblica alla quale -e non è una novità- si è sottratto il sindaco, ha iniziato la sua attività proprio con una giornata di informazione.
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del comitato.

 

GRANDE AFFLUENZA ALL’ASSEMBLEA PUBBLICA ORGANIZZATA DAL COMITATO PER LA TUTELA DEL TERRITORIO DI ROCCALBEGNA
I CITTADINI IN PIAZZA PER INFORMARSI SULLA GEOTERMIA!

Domenica 28 agosto 2016 si è svolta a Roccalbegna un’assemblea pubblica informativa sullo sfruttamento industriale della geotermia, nei territori Maremmani ed Amiatini. Erano presenti i relatori Pino Merisio (di SOS Geotermia) -SCARICA LA PRESENTAZIONE- ed il prof. Andrea Borgia (geologo), che hanno condotto l’assemblea davanti a circa 200 partecipanti, comprendenti sia abitanti di Roccalbegna e dei paesi vicini, sia molti rappresentanti dei diversi comitati, contrari alla geotermia industriale e speculativa, provenienti dalla Maremma e dall’Amiata.

Gli argomenti trattati sono stati vari: emissioni inquinanti nell’aria e nelle falde acquifere con relativi danni alla riserva idrica e alla salute; la spiegazione delle diverse tecnologie, utilizzate ad oggi dalle compagnie energetiche, per l’estrazione dei fluidi geotermici e conseguente conversione delle risorse termiche ad elettriche. Particolare enfasi è stata data alla bassa efficienza di questi processi, resi possibili economicamente solo grazie agli incentivi governativi, provenienti dai prelievi sulle bollette energetiche ai cittadini.

Dagli interventi fatti dai partecipanti, è apparsa evidente una forte preoccupazione e si è espresso l’auspicio di un utilizzo più efficiente di questi incentivi, che dovrebbero essere destinati alla diffusione delle fonti veramente rinnovabili; l’unica svolta possibile dallo sfruttamento delle fonti fossili e, come nel caso della geotermia industriale, da quelle fortemente impattanti per l’ambiente e per l’economia delle aree che le subiscono.

Al termine dell’assemblea e conseguente dibattito è stato proiettato il documentario indipendente “Un monte d’acqua” del regista Toni Montagna (2014).

L’evento è avvenuto a dieci giorni dalla costituzione del Comitato per la Tutela del Territorio di Roccalbegna, il più recente in Maremma, a testimonianza dell’aumento del dissenso verso l’industrializzazione geotermica.

assemblea-rocca2webI cittadini riunitisi ieri a Roccalbegna, hanno espresso il desiderio di un futuro diverso per i territori, con un fermo no all’industrializzazione e, dando voce al Comitato, nei giorni scorsi hanno accompagnato questa fermezza con intenti propositivi sul rilancio del territorio stesso, con la ricerca di dialogo con le amministrazioni locali e offrendo cooperazione nei progetti di sviluppo. E’ dispiaciuto quindi che il sindaco di Roccalbegna, Massimo Galli, abbia declinato l’invito a partecipare all’evento. Sarebbe certamente stato un confronto moderato e piacevole, con la stessa atmosfera pacata che ha caratterizzato tutta l’assemblea.

Guardando al futuro, ad un contesto di unione degli sforzi dei singoli comitati, le recenti energie impiegate sia in Maremma, che in Amiata ma anche nel resto della Toscana, Lazio ed Umbria, hanno visto partecipare all’assemblea informativa anche rappresentanze di queste zone, quali: Rete SOS Geotermia, SOS Geotermia Scansano, difesa dell’Alta Valle dell’Albegna di Semproniano, rete Centrali Zero, Agorà CittadinanzAttiva di Monticello Amiata, Fumarole della Selva, No Geotermia Seggiano, TerrAmiata di Castel del Piano, ed entrambi i meetup Arcidosso 5 stelle ed Amiata a 5 stelle.
Ringraziamo tutti per la partecipazione.

Comitato per la Tutela del Territorio di Roccalbegna


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Benni molla l’evento sponsorizzato dall’Enel e il sindaco Marini perde le staffe

benni sindacoInformato della situazione in Amiata, lo scrittore abbandona Cristicchi mentre il sindaco se la prende con i comitati antigeotermici
Lo scrittore Stefano Benni, ospite della serata clou di “Narrastorie” di Cristicchi sponsorizzato da Enel, coerentemente e a fronte dell’impossibilità di garantire anche soli tre minuti prima del suo spettacolo ai comitati antigeotermici, rinuncia a partecipare all’evento. Non possiamo che ammirare il gesto e la coerenza.
Ci auguriamo che anche altri “artisti” del cartellone ne seguano l’esempio, a cominciare da Paolini che pure, in “Vajont”, attaccava qella che sarebbe diventata l’Enel e che già causava tanti danni e morti.

Tale rinuncia deve aver colpito il sindaco di Arcidosso, Marini, che in un infuocato comunicato stampa (leggi sotto) se la prende con i comitati e i cittadini antigeotermici accusandoli di “atto vandalico.., …atto gravissimo che sfregia la manifestazione” contestando “con fermezza il modo di porsi quasi “intimidatorio” di alcuni esponenti dei comitati”, chiamando in causa per nome e cognome anche un consigliere dell’opposizione e un membro del M5S amiatino e accusando tutti anche di arrecare un danno economico per il turismo. Peccato non sia così puntuale nel contestare il ventilato raddoppio delle centrali amiatine annunciato dal suo premier Renzi e, di fatto, avallato dal governatore Rossi nella sua ultima sortita in Amiata o, ancora, non dica nulla sul furto di striscioni e opere artistiche dei bambini avvenuto il giorno che lui inaugurava la centrale di Bagnore 4 e invochi la censura per i comitati nelle iniziative dei paesi dell’Amiata, sembrerebbe addirittura -ma stentiamo a crederlo- andando a misurare quanti centimetri di suolo pubblico occupavano i banchetti antigeotermici.

Il Sindaco parla inoltre della necessità di limitare il diritto di critica, ma sembra che non sappia che diversi reati di opinione del codice fascista Rocco, come quello che mandava al confine chi si era dimostrato “capace di provocare il deperimento del sentimento patriottico” sono stati annullati dalla Corte Costituzionale, prima ancora che dal Parlamento. A lui quel codice manca e li invoca.

In realtà Marini non vuole rispondere su due fatti, ampiamente documentati da autorevoli scienziati, ai quali non ha mai potuto replicare:
1- con quale argomentazione logica ha approvato con la centrale Bagnore 4 l’ immissione in atmosfera di ulteriori inquinanti, sapendo che nello Studio epidemiologico del CNR del 2010, in Allegato 6 dal titolo significativo: “Risultati statisticamente significativi delle analisi di correlazione geografica tra dati ambientali e dati sanitari. Analisi dei ricoverati e analisi delle mortalità” sono state individuate e registrate ben 54 relazioni, statisticamente significative, tra incrementi di malattie mortali nei residenti dei comuni geotermici e le concentrazioni crescenti degli stessi inquinanti, emessi dalle centrali Enel, presenti e misurati nei comuni geotermici?

2- come può sostenere che le centrali ENEL meritano i contributi pubblici per le energie pulite quando in articoli recenti di autorevoli scienziati, si afferma che le emissioni della geotermia dell’Amiata rappresentano il 17,7% per l’ammoniaca e il 42,5% per il mercurio di tutte le emissioni italiane relative ai settori industriali. Per quanto riguarda le emissioni climalteranti delle centrali geotermiche dell’Amiata, gli stessi ricercatori scrivono in un recente studio, validato dalla comunità scientifica internazionale, che dal punto di vista del potenziale di acidificazione, l’impatto derivante dall’energia prodotta dalle centrali geotermiche del Monte Amiata è in media 2,2 volte maggiore dell’impatto di una centrale a carbone. Il valore medio per Bagnore 3 è 4,3 volte più alto di una centrale a carbone e circa 35,6 volte più alto di una centrale a gas?

Non solo Marini non può spiegare le sue scelte, non sa dare una spiegazione al fatto conclamato che i suoi concittadini sono esposti da molti anni ad eccessi di mortalità e cerca di riesumare il Codice Rocco, ma si inventa pure che la stragrande maggioranza dei cittadini di Arcidosso la pensano come lui e che i contrari alla geotermia “sono un numero risibile”. In realtà lui governa con il consenso di un partito di minoranza solo grazie al fatto che gli altri tre partiti presenti alle ultime elezioni tutti e tre contrari alla geotermia, non si sono coalizzati, ma che in ogni caso nell’insieme rappresentano la maggioranza dei cittadini votanti.


di seguito il comunicato stampa del sindaco Marini di Arcidosso:

Comunicato stampa/Il sindaco Marini spiega le cause della mancata partecipazione di Stefano Benni al festival “Narrastorie”
COMUNE DI ARCIDOSSO·MERCOLEDÌ 17 AGOSTO 2016
Questa mattina ho convocato una conferenza stampa per spiegare le motivazioni della mancata partecipazione di Stefano Benni a “Narrastorie”, il festival del racconto di strada che si terrà nel comune amiatino dal 23 al 28 agosto.
L’autore Stefano Benni (come tutti gli altri artisti che prenderanno parte al “Narrastorie”) è stato tempestato da una notevole mole di messaggi privati (mail) e pubblici (su FB e siti) da parte di alcuni esponenti dei comitati antigeotermia, che hanno chiesto di avere degli spazi all’interno del suo spettacolo e della manifestazione per parlare della questione geotermica. Alcuni di questi messaggi, in particolare, sono stati inviati da un consigliere di minoranza del comune di Arcidosso, Corrado Lazzeroni e da un’esponente dei comitati, Silvia Perfetti e sono apparsi sul sito ufficiale di Benni. Conseguentemente al pesante clima di tensione provocato ad arte, Benni ha deciso di disdire il suo spettacolo, ritenendo che non ci fossero le condizioni di serenità necessarie per la sua performance.
Sono molto amareggiato per la mancata presenza di un nome di prestigio come quello di Benni all’interno del programma di “Narrastorie” e ritengo che l’intervento d’intromissione di questi esponenti dei comitati sia un atto gravissimo che sfregia la manifestazione, uno degli eventi più importanti dell’estate toscana, ed esprimo solidarietà a Simone Cristicchi, direttore artistico del festival, anch’esso fortemente dispiaciuto. Questa, infatti, non è un’azione contro il primo cittadino e l’amministrazione comunale di Arcidosso né contro Enel, che è uno degli sponsor del festival, ma è un autentico atto vandalico contro l’immagine del nostro territorio e di chi ci lavora, con ricadute negative per tutti gli operatori nel pieno della stagione turistica.
Mi preme sottolineare che in democrazia tutte le opinioni vanno ascoltate e rispettate, ma contesto con fermezza il modo di porsi quasi “intimidatorio” di alcuni esponenti dei comitati antigeotermia in contesti e luoghi non appropriati come quello di una manifestazione dedicata all’arte e alla cultura, momento di aggregazione per tutti. Cosa che è avvenuta per esempio anche il 13 e il 14 agosto scorsi, quando alcune persone distribuivano volantini contro la geotermia durante il Music Parade di Montelaterone e durante la Festa della Luna a Salaiola. Anche quest’anno si è ripetuto purtroppo quello che avvenne l’anno scorso quando Cristicchi portò a Monte Labbro lo spettacolo su David Lazzaretti. Le questioni geotermiche possono e devono essere affrontate nelle sedi opportune, come è stato sempre fatto in numerosissime occasioni ormai da molti anni, ma è gravemente sbagliato e scorretto sfruttare l’attenzione che possono offrire certi eventi per portare avanti una protesta che nuoce all’immagine dell’intero territorio.
“Narrastorie” va avanti e offrirà spettacoli di livello nazionale di altissima qualità e intrattenimento per tutti, grandi e piccini. Sarà importante non solo per la comunità di Arcidosso ma per tutta l’Amiata. Di questo voglio ringraziare tutti coloro che direttamente e indirettamente stanno lavorando per l’organizzazione dell’evento e in particolare Simone Cristicchi che, oltre ad essere un grande e sensibilissimo artista, è un vero e sincero amico dell’Amiata. Simone è stato oggetto di squallidi attacchi personali da parte di alcuni esponenti dei comitati, pur non avendo percepito nessun compenso né l’anno scorso con il progetto su Davide Lazzaretti, che sta portando in scena in tantissimi teatri italiani facendo conoscere Lazzaretti e il Monte Labbro, né quest’anno come direttore artistico del festival.


Manifesto apparso in questi giorni ad Arcidosso:

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Geotermia Toscana. Cresce l’opposizione nei territori e in Consiglio, inadeguate risposte del PD

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…d’altro canto se l’assessora Fratoni va a braccetto con Enel ad inaugurare centrali geotermiche anziché incontrare i comitati qualcosa significherà…

LA LUNGA MOBILITAZIONE DELLA ASSOCIAZIONI, DEI COMITATI DI CITTADINI E DEI SINDACI PORTANO ALLA RIBALTA IL TEMA GEOTERMIA IN TOSCANA: SCOMPOSTE REAZIONI DELL’ASSESSORE FRATONI E INSUFFICIENTI PROPOSTE DI MARRAS. CI VUOLE BEN ALTRO PER AFFRONTARE CON RESPONSABILITA’ IL TEMA DELLA GEOTERMIA IN TOSCANA. LE OPPOSIZIONI IN CONSIGLIO REGIONALE DEVONO PORTARE FINO IN FONDO LE ISTANZE DEI TERRITORI.

 

 

Il convegno di Firenze sulla geotermia del 9 aprile scorso nei locali del Consiglio Regionale della Toscana –organizzato dalla Rete Nazionale NOGESI– portava a compimento la diffusa mobilitazione di questi anni in Toscana contro la geotermia elettrica, speculativa e inquinante. Anche in questa regione cominciava ad incrinarsi il collaudato consenso sulla geotermia per cui l’attuale partito di maggioranza, il PD, veniva costretto ad occuparsi della vicenda, sospinto anche dalle opposizioni -e segnatamente dal M5S, Lega Nord e SI Toscana a Sinistra- che hanno cominciato a rendersi conto della potenzialità sociale della tematica geotermia e della possibilità di aprire di fatto una vertenza presso il Consiglio regionale.

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La Commissione Ambiente regionale in Amiata il 10 maggio 2016

E così la Quarta Commissione (Ambiente) si è dovuta spostare nei territori (particolarmente acceso è stato il dibattito in quel di Seggiano del 10 maggio scorso!), audiva i giorni scorsi l’assessora del ramo Federica Fratoni, il PD stesso imbastiva una proposta di legge per cercare di venire incontro ai “mal di pancia” di molti sindaci (ma –come vedremo- senza pagare troppo pegno…). I giornali danno molto risalto alle (prime?) dichiarazioni della Fratoni sulla materia che mostra tutta l’inadeguatezza di chi per anni non è stata costretta a prendere pubbliche posizioni sulla materia.

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L’arch.Zita al convegno del 9 aprile 2016

E così che comincia –come Rossi– con lo stanco ritornello che “la geotermia può essere la leva per rilanciare lo sviluppo economico” a cui ormai alcun amministratore crede più, preferendo al suo posto il rilancio delle produzioni di eccellenza, del turismo, della storia e del paesaggio toscano famoso nel mondo.
E prosegue dicendo che “quanto è successo a Bagnore 4 è increscioso”: certo assessore, molto increscioso per la Regione se sono vere -e non abbiamo motivo di ritenere che non sia così- le dichiarazioni del dr. Zita su cui la attivata Magistratura speriamo si esprima presto!

Circa poi le vecchie centrali Enel dell’Amiata -le cui concessioni scadono nel 2024- l’assessora, bontà sua, dichiara ”…che a quel tempo si potrà vedere se rinnovare (o meno) le concessioni”, ignorando l’annoso inquinamento ambientale e sanitario dell’area che dovrebbe continuare per circa un ulteriore decennio…

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L’Assessora regionale all’Ambiente e difesa del suolo Federica Fratoni

Si è poi soffermata sul tema della “zonizzazione”, operazione prevista dal PAER per l’individuazione delle cosiddette “aree non idonee”: e qui si è superata, mostrando tutta la sua incompetenza in materia!
Infatti mostra di non conoscere che la richiesta di “zonizzazione “è contenuta nella Risoluzione Parlamentare delle Commissioni VIII (Ambiente) e X (Attività Produttive) della Camera dei Deputati –approvata all’unanimità in data 15.04.2015- che impegna il Governo ad attivarsi per immettere nella legislazione di settore ben 12 interventi, tra cui il primo è appunto la “zonizzazione”! Attività che il Governo -in ritardo sui tempi stabiliti dalla Risoluzione- sta facendo con una commissione nominata nel maggio 2015, mostrando che la “zonizzazione” è possibile, sbugiardando la contraria tesi dell’assessore Fratoni per cui “la attività di ricerca geotermica per sua natura è libera e quindi inevitabile”. Questo è vero ad oggi grazie alla “privatizzazione” immessa dai Decreti Legislativi 22/2010 e 28/2011 del duo Berlusconi-Scajola, ma il Parlamento ha chiesto modifiche anche alla legislazione del settore.

E sul tema della cosiddetta “ricerca geotermica” vogliamo soffermarci essendo un vistoso “cavallo di Troia” per realizzare impianti geotermici in aree in cui la effettiva “adeguatezza” non è sancita da necessari pareri delle istituzioni, ma dalle mire economiche –legate ai favolosi incentivi alla produzione elettrica geotermica- di una miriade di piccole e piccolissime imprese, peraltro quasi sempre senza alcuna esperienza precedente! Non solo: dobbiamo -sulla base delle esperienze che abbiamo fatto in molti territori- imparare a riconoscere la geotermia come una attività industriale a sé stante, ove ogni attività “di ricerca” è propedeutica alla costruzione, produzione e commercializzazione di energia elettrica e non solo alla estrazione di materia. Finché continuiamo ad assimilare la geotermia ad una attività mineraria con le regole conseguenti siamo fermi a 15 anni fa. Senza considerare che le concessioni minerarie non pongono limite al numero di pozzi/ gallerie nel territori oggetto di concessione.

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…intanto, a Scansano, si iniziano i pozzetti esplorativi!

Circa poi la dichiarazione “ingenua” dell’assessore per cui “anche a seguito di un pozzo esplorativo -peraltro molto costoso- non corrisponda la realizzazione di un impianto: ha mai inteso parlare l’assessore di denuncia per danni? e poi che senso ha arrivare alla perforazione di un pozzo, se non si intende autorizzare un impianto geotermoelettrico? Infatti come è noto il pozzo esplorativo rappresenta il terzo step di questo processo (rilevazioni superficiali, pozzetti geotermometrici e, quindi, pozzo esplorativo). Quando siamo arrivati a questo punto il principio di continuità ci danneggerà in ogni tribunale: se mi hai detto di sì fino ad ora, non puoi cominciare a dirmi di no adesso che ho investito un sacco di quattrini, addirittura in un pozzo esplorativo …quindi faremo la centrale!

Circa la dichiarazione dell’assessora: “Segnalo però che non è possibile individuare aree idonee e non idonee per la ricerca”. Ci sono aree idonee e non idonee alle centrali non alla ricerca, che è – come detto ormai infinite volte – solo un passaggio nel processo di progettazione/ realizzazione di impianto geotermoelettrico.

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Leonardo Marras, capogruppo PD in Regione Toscana

In merito poi alla proposta di legge Marras [pdl n. 93, prot. 14796/2.6 del Consiglio regionale in data 1.06.2016 “Disposizioni in materia di impianti geotermici. Modifiche alla legge regionale 24 febbraio 2005, n.39 (Disposizioni in materia di energia)”] siamo veramente al ridicolo: la montagna ha partorito il topolino!
Si propone infatti che, all’inizio della procedura di valutazione di un progetto geotermoelettrico, venga ricercata dalla Regione una intesa con i comuni coinvolti. Se l’intesa (a costruire l’impianto) non viene realizzata, la Regione procede nell’iter autorizzativo dell’impianto! E’ questa la traduzione normativa della “ferma volontà di coinvolgere i territori” sbandierata da Marras? E’ molto, ma molto inferiore, a quanto la stessa Risoluzione parlamentare del 15.04.2015 citata che testualmente recita “si impegna il Governo…a prevedere nella fase pre-realizzativa un pieno coinvolgimento delle amministrazioni e delle popolazioni locali nel processo decisionale favorendo l’eventuale applicazione del principio di precauzione!

E’ pertanto di fronte a queste posizioni che le opposizioni -in sinergia con i movimenti ed i cittadini dei territori (come le elezioni amministrative recentissime dimostrano vince chi è legato ai territori ed ascolta la voce dei cittadini!)si giocano la reale possibilità di statuire in Toscana, ma per l’importanza che la Toscana ha sempre avuto storicamente nel settore geotermico, per tutto il Paese, una più avanzata normativa nel settore, visto ancora il permanere della inadempienza da parte del Governo circa il rispetto della Risoluzione parlamentare citata, su cui la Rete Nazionale NO Geotermia Elettrica, Speculativa e Inquinante insisterà anche con mobilitazioni nazionali entro l’autunno.

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Le centrali Enel in Amiata

Senza dimenticare -ma anzi facendone un punto di battaglia politica- la necessità di avviare una specifica Commissione di inchiesta-con tecnici che possano rappresentare il punto di vista delle associazioni del territorio- sulla annosa vicenda dell’inquinamento ambientale e sanitario provocato dalle centrali geotermiche utilizzanti tecnologia “flash” in Amiata; problematica che –come è comparso alla ribalta i giorni scorsi- si sta allargando all’inquinamento da mercurio sui corsi d’acqua toscani-laziali-umbri fino al mar Tirreno.

 

 

RETE NAZIONALE NOGESI – NO GEOTERMIA ELETTRICA, SPECULATIVA E INQUINANTE

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Geotermia in Regione Toscana. Il caso Zita e la VIA Bagnore 4: anche noi pensiamo che solo la Magistratura possa chiarire le responsabilità

marras_si fa un bel rogoNon ci sembra decoroso cambiare l’oggetto del contendere, come hanno fatto ieri in Regione Toscana l’Ass.Bugli e il Capogruppo del PD Marras, in occasione delle interrogazioni presentate dai consiglieri di opposizione alla Giunta regionale sul contenuto delle denunce dell’ex Responsabile del Settore Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), arch. Zita.

L’oggetto delle dichiarazioni di Zita e delle interrogazioni era la valutazione degli aspetti sanitari, contenuti nello Studio di Impatto Ambientale presentato alla Regione Toscana dall’ENEL a sostegno della richiesta di autorizzazione per la costruzione di Bagnore 4. Non altro, come invece oggi si vorrebbe rappresentare.

Ciò che ha scritto l’Agenzia Regionale di Sanità in merito all’impatto sanitario presentato da ENEL è che: “L’intero paragrafo dedicato agli aspetti sanitari appare POCO ESPLICATIVO E NON ADEGUATO per descrivere lo stato di salute delle popolazioni potenzialmente interessate alla costruzione della nuova centrale”.

Seguono le motivazioni che, a parere dell’ARS, giustificano tale netto rigetto: l’Enel ha usato numeri assoluti su vasta scala, che non consentono confronti, e non i tassi standardizzati per comune; ha sbagliato a riportare gli stessi numeri dei decessi per le varie USL e l’ARS indica anche gli Studi dove erano presenti i dati aggiornati, standardizzati e riferiti ai singoli comuni geotermici, invitando l’Enel a riportarli, ma tra questi studi c’erano quelli che già allora indicavano un eccesso di mortalità del +13% in Amiata. Tant’è che l’ENEL si è guardata bene dal riportarli…

Tale Parere è stato riconfermato nella successiva nota. Non si poteva scrivere una frase più chiara e netta. E sfidiamo le persone oneste ad affermare che tale giudizio fosse positivo.

Il dott. Cipriani, a precisa domanda su questo tema, rispose in Conferenza pubblica a Santa Fiora il 17 giugno 2013 (conserviamo la registrazione) che il parere dell’ARS in sede di VIA alla Regione è stato decisamente negativo. Precisò: “una industria grande come Enel non può permettersi una sciattezza nella presentazione dei dati sanitari” definiti dal dott. Cipriani anche “superficiali” e “non accettabili.

Oggi il PD dice il contrario, cambiando l’oggetto del contendere. Ma Marras va oltre, chiedendo “provvedimenti concreti contro chi utilizza il proprio tempo libero per denunciare presunti illeciti dopo anni di distanza col solo risultato di destabilizzare una comunità”.
Quindi il PD invoca l’intervento della Magistratura.

Lo chiediamo anche noi a voce alta, poiché con chi cambia le carte in tavola non si può dialogare.

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In merito alla questione del trasferimento dell’arch.Zita e della revoca delle deleghe all’allora assessora Bramerini, ricordiamo come su tale vicenda già era noto il collegamento con la VIA per la centrale di Bagnore 4; proprio la Bramerini lo confessò ai pm ai tempi dello scandalo della TAV toscana.
NOI LO DENUNCIAMMO SUBITO. (clicca e leggi)

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Leggila sui media:

Il Cittadino online del 12 maggio 2016

MaremmaNews del 12 maggio 2016

Aletheia online del 12 maggio 2016

Corriere di Siena del 13 maggio 2016

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Il Tirreno del 13 maggio 2016

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E’ tornata primavera, 100 fiori contro la geotermia!

manifesto 100 fiori_00 cropCon l’iniziativa “100 fiori contro la geotermia” indetta nell’assemblea di Sorano il 21 febbraio scorso, dopo il convegno “Geotermia: Focus Toscana” del 9 aprile scorso a Firenze, i comitati rilanciano la battaglia contro la geotermia speculativa e inquinante e la difesa dei territori, del paesaggio, dell’ambiente  naturale, dell’economia locale e del patrimonio storico e culturale, che sono il vero tesoro dell’Italia.
Segue il comunicato.

100 fiori contro la geotermia

Il 24 aprile i comitati contro la geotermia elettrica, speculativa e inquinante di diverse regioni (Umbria, Lazio e Toscana) hanno svolto una mobilitazione congiunta nei rispettivi territori.
Una giornata importante, la prima di altre che verranno, che ha dimostrato l’importanza di unificare le vertenze nei confronti dei progetti di speculazione geotermica che minacciano di invadere queste splendide zone o che purtroppo già da anni come nel caso del Monte Amiata provocano danni alla salute delle persone e all’ambiente.
Una giornata riuscita che ha puntato, attraverso linguaggi differenti, non solo a denunciare i pericoli delle centrali geotermiche ad alta e media entalpia ma anche a proporre e praticare modelli e prospettive differenti per i territori in questione.
Molto partecipati gli eventi sul monte Amiata dall’assemblea in comune a Castel del Piano, alla giornata popolare di Monticello Amiata, alle iniziative comunicative di Arcidosso, Santa Fiora e Abbadia San Salvatore ( che si è svolta il 22 durante la giornata mondiale della terra).
A Pitigliano si è svolto un evento musicale e culturale che ha coinvolto cittadini di ogni età mentre a Castel Giorgio in Umbria è stato allestito un banchetto informativo in attesa di un’altra grande giornata popolare organizzata dai comitati umbri e laziali della zona dell’Alfina.
E’ l’inizio di un percorso comune di contestazione delle politiche di totale sottomissione alle lobby geotermiche che terminato il monopolio di Enel vede oramai in competizione una vasta gamma di imprese che concorrono a partecipare al banchetto degli incentivi statali.
E’ una giornata che reclama diritti e dignità per le comunità locali che vogliono tornare protagoniste delle scelte che riguardano i territori che abitano.
E’ un monito per le amministrazioni regionali a non sostenere la devastazione delle nostre terre in nome del profitto nonchè per il governo Renzi follemente convinto della necessità del raddoppio della produzione geotermica toscana.
E’ solo una giornata di lotta ma lavoreremo perché si moltiplichi e raggiunga sempre più persone, paesi e comunità.

Assemblea dei comitati contro la Geotermia
Rete NoGesi – No Geotermia Speculativa e Inquinante

Alcune locandine e immagini, recuperate in rete, su alcune delle iniziative del 24 aprile:

Nell’iniziativa promossa ad Abbadia San Salvatore è stato presentato:

IL MANIFESTO DELL’AMIATA
PER COSTRUIRE INSIEME IL FUTURO E UNA ECONOMIA DUREVOLE DEL TERRITORIO

L’Amiata è da sempre considerata una delle zone più ricche di biodiversità della Toscana e non solo: accoglie numerose specie botaniche da proteggere e da conservare. Possiede uno dei bacini idrici più importanti del centro Italia che rifornisce circa 700.000 persone tra le province di Siena, Grosseto, Viterbo; è ricca di acque calde e centri termali conosciuti e apprezzati in tutta Europa.
Ha cinque riserve naturali, siti di interesse regionale e comunitario nelle varie zone a tutela di aree di pregio naturalistico-ambientale; è ricoperta fino alla parte alta del cono vulcanico da una faggeta naturale tra le più significative d’Europa. Ha sviluppato una economia legata al turismo, all’artigianato, ai prodotti locali, agroalimentari, castagne, funghi, olio. Ha costruito percorsi naturalistici collegati anche con la Val d’Orcia e la Maremma.
Ha attratto e continua ad attrarre visitatori e turisti non solo per le sue bellezze naturali, ma anche per la sua arte, storia, cultura, borghi medievali, rocche, castelli. E’ una terra di grande spiritualità, monasteri, chiese, abbazie, eremi; meta di pellegrinaggio (la via Francigena); possiede rilevanti siti archeologici dal paleolitico agli etruschi; siti di epoca romana. L’Amiata è definita fin dall’antichità la Montagna Madre per la ricchezza delle sue risorse, la montagna che nutre, accoglie, ristora; apprezzata da Papi, Re, Imperatori.
Era candidata in passato dalla Regione Toscana a diventare un Parco Nazionale o Regionale a tutela e valorizzazione delle enormi risorse ambientali, storiche e culturali. È una terra di cui ci siamo sentiti sempre orgogliosi ed ha forgiato la nostra identità e il senso di appartenenza.
È sottoposta a forti vincoli idrogeologici a tutela delle falde acquifere, vincoli paesaggistici a difesa delle bellezze naturali.
Eppure l’Amiata è uno dei territori toscani che sta subendo pesanti aggressioni; risorse di primaria importanza acqua, aria, boschi, beni comuni che dovrebbero essere protetti dalla pubblica amministrazione e dalla stessa Regione Toscana sono sottoposti ad un continuo ed intensivo sfruttamento che mettono a rischio interi equilibri ed economie legate a queste risorse.
Tra le cause principali di tale degrado ambientale, paesaggistico e culturale vi è lo sfruttamento del vapore per la produzione di energia da fonte geotermica. Sono cinque le centrali Enel, realizzate con tecnologie flash, tra le più inquinanti, per un totale di 120MW. Già accertati i danni all’acquifero, alla qualità dell’aria, alla salute; rilevante il fenomeno della subsidenza, del dissesto idrogeologico e della sismicità indotta. A questo la Regione Toscana intende aggiungere nuove centrali a media entalpia per un totale di 150 MW.
Noi cittadini, abitanti dell’Amiata, riteniamo tali progetti inaccettabili, poiché incidono pesantemente sugli equilibri già precari del territorio, senza oltretutto apportare vantaggi economici. Le zone geotermiche, infatti, sono le più povere e sottosviluppate della Toscana.
Riteniamo che l’Amiata, che ha forgiato la nostra identità e il senso di appartenenza, esiga il rispetto e l’attenzione che le politiche locali e regionali continuano a negarle, utilizzandola come merce di scambio e vendendola agli acquirenti di turno.
SULLA BASE DI QUESTO MANIFESTO AFFERMIAMO L’URGENZA E LA NECESSITÀ DI RIPORTARE L’AMIATA AL CENTRO DI INIZIATIVE DI DIFESA AMBIENTALE E ALLA ELABORAZIONE DI PROPOSTE E DI PROGETTI LOCALI TESI ALLA VALORIZZAZIONE DELL’INTERO TERRITORIO PER UN FUTURO E UN MODELLO ECONOMICO DUREVOLE E PARTECIPATO.

MOVIMENTO DI CITTADINANZA e COMITATO AMBIENTE AMIATA (aderente a SOS Geotermia)

Arcidosso. I cittadini chiedono un confronto e il sindaco “svicola”

svicolone bagnoreMolti ricordano senz’altro il simpatico personaggio dei cartoni animati di Hanna e Barbera di nome Svicolone, famoso perchè quando si trovava in situazioni imbarazzanti “svicolava tutto a mancina”.
Il sindaco Marini di Arcidosso, invitato dai cittadini a confrontarsi e dare risposte, come responsabile della salute pubblica, dopo le clamorose rivelazioni dell’arch.Zita, ex responsabile delle procedure VIA in Regione, preferisce evitare confronti pubblici e risponde solo con una missiva (che riportiamo sotto).
Barocci, del Forum Ambientalista e di Sos Geotermia, invia al primo cittadino la risposta che segue:

20160422_invito arcidosso

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Possibile che nei comuni geotermici dell’Amiata sia documentata da cinque anni una decimazione degli uomini e questo fatto certo non trovi una seria risposta da parte dei responsabili della salute pubblica?

Nello scontro tra l’arch.Zita, ex responsabile della procedura di VIA, che ha accusato il Presidente della Regione Toscana e il Direttore dell’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) di aver manipolato nel 2012 i pareri formulati sugli aspetti sanitari dello Studio di Impatto Ambientale presentato da Enel, il sindaco di Arcidosso Marini ha reso alla stampa la sua verità. Ma Marini sembra dimenticare che l’oggetto della valutazione, sia del primo che del secondo parere dell’ARS, era lo Studio di Impatto Ambientale, presentato da ENEL, da approvare in sede di rilascio della VIA per Bagnore 4.
Il Sindaco è il massimo responsabile locale della salute e gli studi ufficiali sullo stato di salute degli uomini nei comuni geotermici in Amiata hanno documentato nel 2010 sia l’esistenza di una decimazione in atto (+ 13% di mortalità rispetto ai dati attesi), sia la relazione statisticamente certa tra un incremento di mortalità e la concentrazione crescente di inquinanti emessi anche dalle centrali Geotermiche per ben 54 patologie (Allegato 6 allo studio CNR). Davanti ad un quadro sanitario già preoccupante, davanti alla costruzione di una nuova centrale che ha triplicato la potenza installata e, oggi, davanti ad accuse gravi sulla incoerenza dei pareri sanitari dell’ARS, sembrerebbe ovvio che un sindaco, che afferma di operare con “con grande lucidità ed equilibrio”, si affidi a soggetti terzi, competenti ed estranei alla polemica in atto. Invece Il sindaco Marini ripete sia la difesa del Direttore dell’ARS che quella del Presidente Rossi, motivando che non capisce cosa potrebbe “aggiungere di più rispetto a quello che hanno già chiarito gli organi della regione e in particolare quelli di ARS”. Un modo poco lucido ed equilibrato!
Ma il sindaco Marini va oltre: non riporta il primo parere dell’ARS, senza dubbio negativo dello Studio di Impatto Ambientale presentato da ENEL, oggetto prioritario della valutazione in capo all’Ufficio dell’arch.Zita. Marini riporta una frase del secondo parere esclusivamente riferita ad un particolare marginale (l’areale di ricaduta dell’Acido Solfidrico), dimenticando di riportare la frase in cui nel primo parere si afferma che lo studio dell’Enel era inaccettabile.
Venerdì prossimo distribuiremo ad Arcidosso tutti i documenti, in modo da informare correttamente la cittadinanza.

Roberto Barocci,
Forum Ambientalista di Grosseto, aderente a SOS Geotermia

clicca per ingrandire la lettera del sindaco Marini

Centrale geotermica di Bagnore 4, dopo le “rivelazioni” dell’arch.Zita: DA 4 ANNI NOI LO SAPEVAMO E LO DENUNCIAVAMO!

20150615_bagnore 3 e 4Le dichiarazioni dell’arch. Fabio Zita durante la giornata di mobilitazione “Geotermia: Focus Toscana” indetta dalla rete NoGesi a Firenze hanno senza dubbio del clamoroso, perché aggiungono particolari, che, se confermati, coinvolgono la Giunta Regionale.
Di certo non colgono di sorpresa Sos Geotermia, che segue da anni la vicenda, e che a suo tempo aveva già denunciato pubblicamente le procedure omissive seguite nell’esame della VIA sulla megacentrale di Bagnore 4 che, affiancandosi all’esistente Bagnore 3, ne triplicava la potenza, da 20 a 60 MW, e –di conseguenza- le emissioni (leggi QUI e QUI).

Ma le nostre denunce, come sempre, sono nei palazzi oggetto di censure, scarsa considerazione, quando non proprio di attacchi denigratori e accuse di “allarmismo” e “terrorismo”. C’è da puntualizzare che nessuno dei soggetti da noi indicati ha mai pensato di portare dinanzi alla Magistratura le questioni da noi sollevate… A questo abbiamo però rimediato noi: infatti a gennaio del 2015, il Forum Ambientalista di Grosseto, ha presentato un dettagliato esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Grosseto nel quale, tra le altre cose, c’è il preciso svolgimento di quanto avvenuto nel 2012 nell’ambito della VIA su Bagnore 4 (che riportiamo di seguito).

Ci auguriamo e siamo fiduciosi che, anche a seguito dello “scandalo” sollevato delle dichiarazioni dell’arch.Zita, finalmente ci sia un deciso intervento della Magistratura, fermo restando che ormai i responsabili della vicenda, dai tecnici ai vertici politici fino al governatore Rossi, da noi ripetutamente avvisati del contenuto dello Studio CNR/ARS del 2010, Allegato 6, non sono più legittimati nei loro ruoli, per aver dimostrato di non rispettare l’art.3 della Costituzione Repubblicana, e dovrebbero dimettersi. Altrettanto ci aspettiamo dai Sindaci delle aree interessate che, anch’essi da noi informati perché responsabili della salute pubblica, fino a ieri (stra)parlavano di sole emissioni di “vapor d’acqua”, nulla hanno mai fatto in questi anni ed oggi le popolazioni residenti in quei comuni iniziano a protestare per le continue emissioni che rendono l’aria irrespirabile.

Penose sono infine le argomentazioni usate dal Direttore dell’ARS, che, mentre smentisce se stesso e il contenuto del suo primo parere, si limita ancora oggi a disquisire sull’areale di ricaduta dell’idrogeno solforato, quando nulla ha detto e dice sulle emissioni cancerogene in Amiata di Mercurio e Arsenico o dell’Ammoniaca, precursori delle Pm 2,5, che vengono trasportate a decine di Km di distanza e producono annualmente danni sanitari valutati in ambito comunitario in centinaia di milioni di euro.

Forum Ambientalista – Sos Geotermia

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In merito alla questione del trasferimento dell’arch.Zita e della revoca delle deleghe all’allora assessora Bramerini, ricordiamo come su tale vicenda già era noto il collegamento con la VIA per la centrale di Bagnore 4; proprio la Bramerini lo confessò ai pm ai tempi dello scandalo della TAV toscana.
NOI LO DENUNCIAMMO SUBITO. (clicca e leggi)

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Segue lo Stralcio dell’esposto presentato alla Procura della Repubblica e scaricabile qui:

Le omissioni sulle mancate valutazioni dello stato di salute delle popolazioni in Amiata, in sede di Valutazione di Impatto Ambientale della nuova centrale Bagnore 4 e la manipolazione dei relativi pareri istruttori in merito allo stato sanitario.

Nonostante i dati allarmanti registrati nei paesi sedi di impianti geotermici dell’Amiata, dati noti alla Giunta regionale, pur nelle diverse quantificazioni assolute, a seconda dell’estensione territoriale di riferimento, è stata autorizzata nel 2012, come già ripetuto, la costruzione di una nuova centrale, di nome Bagnore 4 a Santa Fiora, da 40 MegaWatt, doppia di quella già installata a Bagnore 3.
La procedura autorizzatoria per Bagnore 4, per le caratteristiche pericolose dell’impianto proposto da Enel, ha richiesto la Valutazione di Impatto Ambientale (di seguito VIA), assegnata dalle norme alla Regione Toscana. In tale procedura è stata realizzata sia una omissione molto evidente delle norme nazionali e regionali, sia una vera alterazione dei pareri espressi.
In premessa è necessario ricordare che l’oggetto della Valutazione di Impatto Ambientale non è mai un impianto a sé stante, ma l’ambiente, che deve sostenere il nuovo impianto. Cioè, con la procedura di VIA si deve verificare, in un dato territorio, la capacità dell’ambiente e della popolazione di sostenere le ulteriori emissioni, previste con l’avvio di un nuovo impianto pericoloso. In Amiata, stante i dati sanitari accertati, c’è stata, come dimostreremo di seguito, una violazione delle norme, autorizzando ulteriori immissioni nell’ambiente degli stessi inquinanti accertati come responsabili degli eccessi di mortalità.
Le norme, sia nella legislazione nazionale che nella Legge Regionale di riferimento per il caso in esame, la L.R. 79/98, essendo la procedura iniziata nel 2005, prevedono che la VIA debba avere la salute umana tra gli obiettivi di salvaguardia e di tutela e che lo Studio di impatto Ambientale (di seguito SIA), presentato dal proponente l’impianto, debba valutare lo stato sanitario della popolazione coinvolta, prima che il nuovo impianto entri in funzione e quello conseguente alle nuove emissioni prodotte dal nuovo impianto da autorizzare. Tale contenuto ovviamente è stato confermato nella successiva legislazione regionale del 2010, oggi vigente per le procedure autorizzative, avviate dopo tale data.
Ricordiamo che, coerentemente al suddetto obiettivo, nell’allegato C della legge regionale, che disciplina il contenuto del SIA, viene fatto esplicito e dettagliato riferimento agli aspetti sanitari di impatto sulla popolazione. Nelle Norme Tecniche di attuazione della L.R. 79/98, delegate dalla stessa legge alla Giunta Regionale, vengono dettagliate in maniera puntuale i contenuti della valutazione sulla salute dei residenti. L’articolo 22 della L.R. 79/98 (Disposizioni attuative delle procedure), punto 1. cita: “La Giunta regionale approva, con apposita deliberazione, le”linee/guida” e le specifiche norme tecniche di attuazione delle disposizioni di cui al presente titolo, con particolare riguardo: a) ai criteri ed ai metodi per l’effettuazione delle procedure disciplinate dall’art. 11 e seguenti”. La conseguente Delibera di Giunta regionale n° 1069 del 20.09.1999 ha approvato e pubblicato il testo delle “Norme tecniche di attuazione” sulla VIA, pubblicate nel sito Ufficiale della regione Toscana. Tali Norme sono anche oggi visibili sul sito Ufficiale della Regione, nella pagina dedicata alle procedure di VIA, sotto la voce “Norme tecniche (1999)”….
Tutto quanto sopra, previsto e riportato dalle norme sull’analisi preliminare dello stato di salute della popolazione nel cui territorio deve essere realizzato un nuovo impianto da sottoporre a VIA, è assente sia nello Studio di Impatto Ambientale che nelle integrazioni presentate successivamente da Enel e, ciò nonostante, la Regione Toscana ha espresso parere favorevole alla realizzazione del nuovo impianto non richiedendo all’Enel di sanare la lacuna.
L’assenza di tale valutazione sulla salute della popolazione era nota alla Regione Toscana. Infatti anche nel corso del Contraddittorio in sede di VIA, effettuato il 18 luglio 2012 tra Enel, Regione Toscana ed i cittadini, che avevano presentato Osservazioni alla procedura di VIA, l’ ENEL ha sostenuto che non c’era la necessità di compiere valutazioni sanitarie. Nel Verbale di tale Contraddittorio (1) alla domanda n°5 del gruppo consiliare “Prospettiva comune “ di Piancastagnaio, che chiedeva al rappresentante di ENEL il motivo per cui nello SIA non c’è una valutazione sanitaria, il rappresentante di ENEL risponde: “L’assenza dello Studio di Impatto Sanitario nella documentazione presentata è legata al fatto che il procedimento di VIA è stato avviato ai sensi della L.R.79/98”:…
Come abbiamo visto sopra, la L.R. 79/98 richiede una valutazione sanitaria puntuale , ma la Regione Toscana, pur informata dalle Osservazioni dei cittadini, non ha rilevato e segnalato al proponente tale carenza, mentre la stessa Regione avrebbe dovuto dare una risposta nel merito, positiva o negativa, a tutte le Osservazioni presentate. Adempimento che non c’è stato. Sia l’Enel che la Regione Toscana invece non rispondono alla Osservazione della mancata valutazione dello stato sanitario della popolazione e neppure alle domande successive, in particolare alla n° 8, che, in riferimento ai contenuti dell’Allegato 6 allo studio ARS-CNR, poneva una Osservazione oggettivamente inquietante: “Essendo riconosciuta nei comuni geotermici come vera la relazione tra l’aumento notevole di mortalità in funzione di concentrazioni crescenti di arsenico, mercurio, acido solfidrico ecc.; essendo ritenuta ancora come vera l’esistenza di emissioni significative di arsenico, mercurio, acido solfidrico ecc. dalle centrali geotermiche dell’Amiata, il Proponente non ritenga vera anche la seguente conclusione: che l’incremento delle malattie e mortalità sull’Amiata sia dovuto anche alle emissioni delle centrali geotermiche?”.
Ma nel procedimento autorizzatorio non si è trattato solamente di aver compiuto consapevoli omissioni su una parte centrale della VIA.
Infatti, in sede di procedimento istruttorio per la VIA, anche l’ARS ha rilasciato, in due momenti, il suo parere alla struttura tecnica della Regione Toscana che ha istruito la pratica e formulato il suo parere alla Giunta Regionale per la definizione della VIA. Nel primo parere ARS del 31 maggio 2012 (2) a pagina 3 si legge, a proposito dello SIA dell’Enel: “Ma, aldilà di tali errori oggettivi, l’intero paragrafo dedicato agli aspetti sanitari appare poco esplicativo e non adeguato per descrivere lo stato di salute delle popolazioni potenzialmente interessate alla costruzione della nuova centrale”. Nel secondo parere del 18 giugno 2012 (3) a conclusione di pagina 5, si legge che “L’ARS conferma tutte le affermazioni e conclusioni della prima nota…”. Questa valutazione è stata ribadita anche in occasione del confronto di cui al punto 2 sopra. Infatti il dott. Cipriani rispose a precisa domanda (tempo della suddetta registrazione: 1h 57′ 50”) che il parere dell’ARS in sede di VIA alla Regione è stato decisamente negativo: “una industria grande come Enel non può permettersi una sciattezza nella presentazione dei dati sanitari” definiti dal dott. Cipriani anche “superficiali” e “non accettabili”.
Anche il parere conclusivo rilasciato il 4.1.2012 in sede di VIA alla Regione Toscana dalla AUSL 9 di Grosseto dal dott. Boncompagni (4) riaffermava che: “Visti i nostri precedenti contributi istruttori:…si ritiene che integrazioni prodotte non affrontino adeguatamente quanto evidenziato nei contributi istruttori sopra citati per quanto attiene ai punti di nostra stretta competenza ed inerenti agli aspetti igienico sanitari concernenti atmosfera e suolo, rumore, campi elettromagnetici e viabilità. In particolare si esprimono le seguenti Osservazioni:
Atmosfera e suolo: a nostro parere occorre valutare l’impatto nel tempo degli inquinanti, derivante dal fall out delle emissioni che determinano l’accumulo progressivo al suolo delle diverse specie chimiche nel corso degli anni, conseguenti alle emissioni in atmosfera dell’impianto. E’ quindi necessario valutare le ipotesi di scenario ambientale al momento della dismissione dell’impianto (tenendo conto della vita presumibile per la centrale in questione) calcolando la concentrazione dei principali inquinanti nel suolo…Inoltre si ribadisce la necessità di valutare l’impatto cumulativo dei singoli elementi chimici tossici, in quanto ancorché presenti in concentrazione singola nei limiti della norma, potrebbero rappresentare un rischio sanitario non trascurabile se considerati in termini di carico complessivo.”
Di quest’ultima necessità, prevista dalla legislazione (L.R. 79/98) e segnalata anche dalla AUSL , oltre che nelle Osservazioni dei cittadini, non c’è traccia nella documentazione presentata dal proponente Enel. Il dott. Cipriani, direttore dell’ARS, in occasione del confronto realizzato a Santa Fiora il 17 giugno del 2013, quindi dopo che era stata conclusa la VIA (come vedremo nel settembre 2012), ha confermato, come riferito al punto 2 sopra, che: “sulla valutazione cumulativa ci stiamo lavorando solo ora”.
Quindi la Regione Toscana era consapevole che la parte fondamentale e centrale dello Studio di impatto Ambientale, quello sulla salute della popolazione, era “poco esplicativo e non adeguato”, secondo i pareri di competenza dell’ARS e AUSL. La Regione Toscana era anche consapevole che lo Studio dell’ARS-CNR ha sicuramente messo in evidenza una situazione ambientale ad alto rischio sanitario in Amiata, anche se, come scrive la stessa ARS nel suo parere in sede di VIA (2) a pagina 6 :”la ricerca di ARS- CNR non può essere considerata una valutazione di impatto sanitario che presuppone l’utilizzo di metodi di analisi diversi ed adeguati allo scopo”. Infatti, tale Studio non ha potuto dimostrare con certezza che la provenienza degli inquinanti responsabili delle patologie già accertate sia quella delle centrali già esistenti, avendo utilizzato i dati sanitari aggregati dell’intero territorio comunale e non in funzione della distanza crescente dagli impianti geotermici dei residenti colpiti dalle gravi patologie.
Quindi, nonostante il quadro istruttorio che ha evidenziato una carenza fondamentale di analisi sanitarie sulla popolazione, analisi ritenute non“adeguate” ed “esplicative”; nonostante lo studio ARS-CNR che, se non segnala la stretta relazione tra eccessi di mortalità e geotermia, tuttavia segnala senza ombra di dubbio un inquinamento ambientale già grave in Amiata, da cui deriva alla popolazione un rischio molto elevato per la presenza di inquinanti quali mercurio, arsenico, acido solfidrico ecc. (vedi Allegato 6 allo studio CNR-ARS scaricabile qui), prodotti anche dalle centrali geotermiche, è stata autorizzata la realizzazione di un impianto che incrementa l’emissione degli stessi inquinanti.
Il dott. Cipriani sapeva benissimo, come ha affermato in occasione dell’incontro rammentato al punto 2 sopra, che allo stato attuale mancano quelle verifiche scientifiche che possano escludere la geotermia dalle concause dell’eccesso di malattie registrate in Amiata. Infatti, a precisa domanda, se poteva escludere le attuali emissioni geotermiche dalle cause dell’eccesso di mortalità, ha risposto: “Non lo possiamo escludere in senso eziologico” e alla domanda, se conosceva quali fossero le cause dello stesso eccesso, ha risposto ”non lo sappiamo”. Pertanto, per il ruolo che l’ARS ricopre, nei suddetti pareri espressi alla Regione, oltre al giudizio chiaramente negativo sulle analisi sanitarie eseguite dal proponente l’impianto, si sarebbe dovuto sottolineare e dare il quadro dello stato sanitario della popolazione amiatina preesistente al nuovo impianto, così come è emerso dallo studio ARS-CNR. Invece, come abbiamo visto, il direttore Cipriani ha dato in altra sede (nelle Conferenze Stampa ai Sindaci, come detto sopra) una valutazione “rassicurante” dello stato sanitario emerso dallo Studio epidemiologico, favorendo oggettivamente, come di seguito dimostreremo, la manipolazione della valutazione sull’impatto sanitario, avvenuta in sede di Conferenza dei Servizi decisoria sulla VIA. Infatti a Verbale della Conferenza dei Servizi sulla VIA di Bagnore 4 del 4 settembre 2012, decisiva per la valutazione definitiva che esprimerà la Giunta Regionale a distanza di pochi giorni, non si riporta il parere comunque negativo dato da ARS e AUSL sulle analisi sanitarie presentate da ENEL, ma a pagina 5, penultimo capoverso (7), nell’unico riferimento del suddetto Verbale all’impatto sanitario, si riportano frasi marginali, dal contenuto molto discutibile, dalle quali si evince che l’ARS avrebbe escluso impatti sanitari, il che, come visto sopra, non corrisponde al vero.
Quindi tale Verbale altera oggettivamente la valutazione sull’impatto sanitario prodotta in sede di VIA dall’ARS e dall’AUSL e inoltre non riporta il fatto che il proponente ENEL abbia ritenuto che una valutazione sanitaria non fosse prevista dalle norme. Tutto ciò è aggravato dal fatto che tale Verbale, mentre da una parte non riporta i suddetti pareri conclusivi dell’ARS e dell’AUSL, chiaramente negativi, sulla validità degli studi compiuti di carattere sanitario dall’Enel e sulla parzialità dello studio ARS-CNR, dall’altra, per escludere impatti sanitari significativi, si riportano valutazioni fatte da Enel e riportate da ARS circa le “ricadute su aree quasi disabitate” degli inquinanti, areale disconosciuto da Arpat…. Ricapitolando sulla procedura di VIA per Bagnore 4:
1. non risulta vero che non esiste una regolamentazione dei contenuti della valutazione sanitaria, ritenuti necessari dalla L.R. 79/98, nello SIA;
2. risulta che non è stato prodotto nel SIA e nelle successive integrazioni ENEL in sede di VIA un’analisi “accettabile” dell’impatto sulla salute della popolazione soggetta alle emissioni;
3. mancano, come è chiaramente dettato dalle Norme Tecniche della L.R. 79/98 , ogni riferimento all’integrazione tra i vari fattori inquinanti e la descrizione dei probabili effetti rilevanti sulla salute dovuti all’azione cumulativa dei vari fattori inquinanti, già registrati sul territorio e quelli che si avranno con l’esercizio del nuovo impianto;
4. non è stato segnalato dall’ARS in sede istruttoria alla Regione Toscana lo stato di grave situazione sanitaria esistente in Amiata, comunque emerso dallo studio epidemiologico del 2010, che pur non avendo previsto verifiche per poter accertare le correlazioni tra emissioni geotermiche e la distanza dagli impianti dei residenti colpiti da malattie, ha comunque evidenziato una correlazione certa tra incrementi notevoli di rischio di mortalità e inquinanti emessi anche dalle centrali geotermiche, dando invece, contemporaneamente e in altra sede, parere di una situazione sanitaria “rassicurante” in Amiata;
5. A Verbale della Conferenza dei Servizi decisoria sulla VIA di Bagnore 4 sul tema dell’impatto sanitario viene riportato un parere opposto a quello espresso in sede istruttoria dall’ARS e AUSL.
A conclusione di ciò la popolazione in Amiata sarà chiamata a sopportare altre emissioni di inquinanti, già segnalati, in particolare nell’Allegato 6 allo studio CNR-ARS, come responsabili dei gravi rischi sanitari registrati.

Note:

(1) – Verbale del Contraddittorio del 18 luglio 2012 del Settore VIA della Regione Toscana – Direzione Generale della Presidenza, a firma del presidente Paolo Baldi. Quesiti e risposte al rappresentante del gruppo consiliare “Prospettiva comune “ del Comune di Piancastagnaio;
(2) – ARS Toscana, Contributo di ARS – “Osservatorio di Epidemiologia al procedimento di VIA…Bagnore 4”, prot. n°1141 del 31.05.2012 a firma del dott. F. Cipriani;
(3) – ARS Toscana, “Nota integrativa al Contributo di ARS del 31.05.2012 per la VIA …Bagnore 4”, prot. n°1265/SC del 18.6.2012 a firma del dott. F.Cipriani;
(4) -Azienda USL 9, “Procedimento di VIA…Bagnore 4….Richiesta di contributo istruttorio su documentazione integrativa volontaria…” prot. n° 19 del 04.01.2012 a firma del dott. G. Boncompagni e ing. G.Savelli;
(5) -.Regione Toscana, Direzione Generale della Presidenza, Settore VIA, Conferenza dei Servizi del 4 settembre 2012, “Procedimento di VIA…Bagnore4…”, presieduta dalla dott.ssa Paola Garvin;

Clamoroso sul rilascio della VIA su Bagnore 4: Vergogna!

20160409_firenze focus geotermia 37 zitaDalle rivelazioni di Zita, ex dirigente VIA regione Toscana, Rossi e la sua giunta non possono più negare che non sapevano dei gravi danni sanitari.

Il 9 aprile scorso, a Firenze, nel corso del Convegno della Rete nazionale NoGesi, l’arch.Zita, ex dirigente della Regione Toscana, che ha seguito la procedura di VIA per la centrale di Bagnore 4 a Santa Fiora, dal 2005 fino a luglio 2012, quale responsabile del Settore Valutazioni di Impatto Ambientale, ha fatto affermazioni di estrema gravità che, se confermate, ci consentono di denunciare che la Giunta Rossi è consapevolmente corresponsabile dell’eccesso di mortalità che stiamo registrando in Amiata da parecchi anni.

Sappiamo che lo studio Epidemiologico, commissionato nel corso della procedura di VIA all’Agenzia Regionale della Sanità (ARS) sulle condizioni di salute della popolazione residente nei comuni sede di impianti geotermici, aveva certificato nel 2010 in Amiata un eccesso di mortalità negli uomini, sia rispetto ai comuni limitrofi che rispetto al resto della Toscana del + 13%. In sintesi brutale in Amiata era in corso una decimazione.
Inoltre tale studio, nel suo Allegato 6, aveva individuate ben 54 relazioni, statisticamente significative, tra incrementi di malattie e concentrazioni crescenti di diversi inquinanti misurati e presenti in aria, acqua e terreno, prodotti anche dalle centrali geotermiche.
Essendo riconosciuta come vera la relazione, nei comuni geotermici, tra l’aumento notevole di mortalità in funzione di concentrazioni crescenti di arsenico, mercurio, acido solfidrico, ecc.  ed essendo ritenuta ancora come vera l’esistenza di emissioni di arsenico, mercurio, acido solfidrico, ecc. dalle centrali geotermiche dell’Amiata (pag.16-18 dello Studio ARS), risulta quindi statisticamente vera anche la conclusione – per la legge transitiva della logica, valida da Aristotele in poi in tutto il mondo sano ed onesto – che l’incremento delle malattie e mortalità sull’Amiata era dovuta anche alle emissioni delle centrali geotermiche.

Ed infatti ieri l’arch.Zita ha confermato che nel 2012 ricevette un parere negativo dall’ARS in sede di VIA alla realizzazione del progetto che portava a triplicare la potenza da installare a Bagnore. Con tale parere il responsabile del procedimento non avrebbe potuto chiudere positivamente la procedura di VIA e l’arch. Zita riferì all’allora Assessore all’Ambiente Bramerini il parere negativo di carattere sanitario.
Se l’art.3 della Costituzione Italiana fosse stato rispettato anche dalla Giunta Rossi, il nuovo impianto non sarebbe stato autorizzato e si sarebbero dovuti chiudere anche quelli già in esercizio in Amiata.

Sempre secondo le dichiarazioni rilasciate ieri, dopo quindici giorni l’arch.Zita ricevette un secondo parere dall’Agenzia Regionale di Sanità con il quale il parere negativo diventava parere positivo, con una motivazione incredibile e del tutto illogica: cioè che nel frattempo era pervenuta all’Ars una nota chiarificatrice del Settore Energia della Regione Toscana. Poichè nulla variava in merito alle emissioni in atmosfera di inquinanti dannosi alla salute, non si giustifica in nessun modo la rivalutazione di un quadro sanitario già compromesso dalle centrali esistenti e che avrebbe subito ulteriori aggravi con la costruzione del nuovo impianto.

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Di seguito la trascrizione dell’intervento dell’arch.Zita a Firenze, 9 aprile 2016, qui il video:

“Qualcuno chiede il mio parere su tutta questa faccenda (poco prima l’arch. Zita aveva introdotto il tema della VIA su Bagnore 4 n.d.s.). Io non esprimo pareri personali. Per me hanno sempre parlato le carte ufficiali che ho firmato e che hanno firmato gli altri funzionari della Regione e di tutti gli organismi tecnici che partecipano nelle procedure. Tutti atti pubblici, atti che potete trovare e che qualcuno conosce perfettamente. In quella occasione era un unica centrale da 40 MW, che poi con un giochino delle tre carte si decise di spacchettare in due centrali da 20 come se due centrali da 20 fossero meglio di una da 40 in termini emissivi e quant’altro poteva sembrare meno impattante, ma queste sono cose marginali.
La questione rilevante è che io pretesi, ovviamente, che per quella centrale la Regione chiedesse un parere all’ARS, all’Agenzia Regionale per la Sanità. Non era una cosa usuale, non era mai stato fatto, ma suggerii, ovviamente in un rapporto dialettico all’Assessore Bramerini (era quotidiano il rapporto che io avevo con l’Assessore Bramerini), che date le problematiche che riguardavano la salute pubblica e dato che era la più grande centrale che si intendeva costruire, non in Nevada, dove il primo cristiano era a 150 Km, ma in un’area fortemente antropizzata, in una regione, che ha una storia, una cultura e che geograficamente è la più conosciuta al mondo, noi non potevamo sottendere la necessità di approfondire…(l’arch. Zita viene interrotto dalla presidenza che interloquisce con lui n.d.s.) … il più grosso bacino idrico, le questioni idrogeologiche…Però guardate, sono rispetto alle questioni sanitarie… io mi permetto di dire marginali rispetto alle questioni sanitarie…
Benissimo.
Io chiesi un parere all’ARS. L’ARS, e qui faccio per la prima volta una dichiarazione pubblica e consentitemi per questo… anche, no? Il fatto che mi assumo una responsabilità notevole , ma non ho mai mancato di assumerle e vedremo quali saranno le conseguenze di quello che dico. Ok? Io ho chiesto un parere all’ARS. L’ARS mi mandò un parere ufficiale. Era un parere negativo. Io chiamai immediatamente l’Assessore Bramerini, che convenne con me che, con quel parere dell’ARS, Bagnore 4 non si poteva chiudere (applausi in sala n.d.s.)…No, vi prego, vi prego. Vi prego! Non fate commenti perché la questione è significativa e rilevante.
La Bramerini parlò evidentemente in Giunta di questa faccenda. L’ARS, quindici giorni dopo il parere negativo, uscì con un successivo nuovo parere positivo sulla base, evidentemente così come è scritto nei pareri (io vi invito a leggere pareri ufficiali), sulla base di ulteriori, nuove e all’ARS non conosciute indicazioni, che gli provenivano dal Settore Energia. Io commentai all’Assessore Bramerini, in merito al fatto che era per me totalmente inconcepibile che un Direttore Generale dell’Agenzia Regionale della Sanità avesse emanato un parere negativo, dichiarando nel successivo parere positivo, che lo aveva fatto (il primo parere) nell’inconsapevolezza del valore del progetto, cosa che invece aveva assunto, in termine di consapevolezza, soltanto nell’emanazione del secondo parere, sulla base delle indicazioni che lui non aveva avuto prima e che aveva avuto successivamente dal Settore Energia della Regione Toscana.
Le conseguenze di tutto ciò sono state: la delega tolta all’Assessore Bramerini sulla Valutazione di Impatto Ambientale e il mio allontanamento come responsabile del Settore VIA e trasferimento al Settore Paesaggio”.

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La Nazione del 12 aprile 2016:

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Risposta del direttore dell’Ars Toscana, Cipriani, il 12 aprile 2016:

A seguito delle affermazioni di Zita, interviene il Direttore di ARS: “Abbiamo precisato, non cambiato parere”

Le affermazioni riportate dall’architetto Fabio Zita sulla stampa sul parere di ARS per la Valutazione di Impatto Ambientale della centrale geotermica di Bagnore 4, non sono corrette. Ancor meno quelle pronunciate in un intervento al Convegno “Geotermia: focus Toscana” visibile su Youtube il 9 aprile 2016.
Sostanzialmente Zita afferma che ARS ha cambiato versione dei fatti nell’arco di 15 giorni per qualche “ordine” dalla Giunta facendo credere in questo modo ad un’Agenzia piegata alla volontà di altri. Affermazioni e insinuazioni false e gravi.
ARS ha prodotto una nota aggiuntiva alla sua relazione in cui conferma e non cambia il contenuto del primo documento.
Ma cercherò di chiarire i fatti, che Zita conosce bene avendoli vissuti con noi.
Nel febbraio 2012, seguendo una procedura non usuale, l’allora responsabile del settore VIA della Regione Toscana Fabio Zita, chiede ad ARS un contributo sui documenti acquisiti dal suo ufficio, compresi quelli provenienti dalle associazioni di cittadini, per una “una valutazione della documentazione” da parte di ARS sulla sostenibilità degli impatti del progetto di Bagnore.
Dunque, non una VIS-Valutazione di impatto sanitario, ma una sorta di parere tecnico aggiuntivo, non previsto nella procedura canonica della VIA. Vista l’imponenza e complessità della documentazione, in assenza di una regia ben organizzata, dedichiamo maggiore attenzione agli aspetti epidemiologici delle affermazioni ENEL e delle note provenienti dai cittadini.
Nonostante i complessi e non sempre ben formulati documenti di ENEL, l’intero primo capoverso della seconda sezione del documento redatto da ARS, fa riferimento alle molte mappe di diffusione e alla ricaduta di inquinanti delle centrali di Bagnore 3 e Bagnore 4, che interessavano zone completamente non abitate. Dove, dunque, l’esposizione umana non esiste. E questo si dice molto chiaramente.
Per scrupolo ARS cita anche una sola mappa tra tutte quelle presentate – la Mappa 02.c – che nello scenario di non funzionamento dei filtri di abbattimento del mercurio e dell’acido solfidrico (AMIS), segnalerebbe una possibile esposizione della popolazione a bassi livelli di acido solfidrico. Correttamente, ARS afferma che a quella data non c’è letteratura sufficiente per sapere se queste basse esposizioni protratte nel tempo possano avere effetti sulla salute. Segue una completa revisione della letteratura epidemiologica in merito. Dati incerti, in attesa di quelli ben più precisi che il prof.   Michael  Bates  dell’Università della California, stava elaborando nell’area geotermica di Rotorua nello suo studio in corso in Nuova Zelanda.
Il 31 maggio 2012 inviamo a Zita il documento che tra le altre affermazioni, dice che le mappe di ENEL non evidenziano popolazione esposta ad acido solfidrico a dosi medie o alte.
E questo non è un parere negativo.
La nota dice anche che poco sappiamo sull’esposizione della popolazione generale a dosi basse di acido solfidrico riportate da una sola mappa. Che è l’onesta e aggiornata affermazione del nostro stato di conoscenza epidemiologica a quella data.
Il documento, quindi, nel suo complesso non esprime un parere negativo sulla VIA.
Pochi giorni dopo riceviamo una telefonata di Zita che esprime la sua difficoltà ad utilizzare il nostro documento per la VIA. Si dichiara preoccupato da quelle note di ARS sull’esposizione a basse dosi. Lo rassicuro che, a nostro parere, il documento è tutt’altro che negativo. Anzi. E’ solamente scritto con lo stile medico scientifico di chi è abituato a esprimere valutazioni e dubbi sulla base delle evidenze di letteratura.
Nei giorni successivi rivalutiamo con il settore Energia della Regione Toscana, ARPAT ed esperti di mappe dell’ENEL la questione della possibile esposizione ad acido solfidrico a basse dosi in caso di non funzionamento degli AMIS espresse dalla Mappa 02.c.
Dalle verifiche emerge che la Mappa 02.c in realtà fa riferimento ad uno scenario emissivo di scarsissima probabilità, frequenza e durata. Non si configura, perciò, come possibile scenario di un’esposizione “protratta nel tempo”.
Per questo ARS ha ritenuto opportuno inviare a Zita in data 18 giugno la nota integrativa che chiariva questo passaggio.
A nostro parere, comunque, il primo documento di ARS era già sufficientemente chiaro e come tale poteva essere già utilizzato nel giudizio sulla VIA. Certamente, il venire meno dell’unico elemento segnalato come problematico rafforzava la valutazione sulla mancanza di popolazione esposta ad acido solfidrico.
In conclusione, con la nota aggiuntiva abbiamo confermato e non cambiato il contenuto del primo documento.
Peraltro, pochi mesi dopo, ad ottobre 2012, nel Convegno organizzato da ARS a Firenze su “Geotermia e Salute”, il prof. Bates presentava i primi risultati del suo studio in Nuova Zelanda che, insieme a quelli pubblicati successivamente su riviste internazionali, escludevano effetti dannosi delle esposizioni croniche a basse dosi per l’apparato respiratorio e il sistema nervoso nell’uomo. Anzi, talvolta sembrano essere protettive.
Dunque, le nostre conservative e prudenti argomentazioni, sarebbero state in ogni caso oggi superate in senso positivo. Ma questa è un’altra argomentazione.

Francesco Cipriani, Direttore ARS

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Comunicato congiunto sindaci Marini di Arcidosso e Balocchi di Santa Fiora, 12 aprile 2016:

Bagnore 4: i sindaci di Arcidosso e Santa Fiora”Sia fatta chiarezza pubblica sul parere ARS”

Comunicato congiunto dei Sindaci dei Comuni di Arcidosso e Santa Fiora
Dopo la smentita delle dichiarazioni dell’architetto Fabio Zita riportate dalla stampa
I sindaci di Arcidosso e Santa Fiora chiedono che intervenga anche la Regione in merito alle preoccupanti dichiarazioni di Zita sulla centrale geotermica Bagnore 4 e la successiva precisazione di Francesco Cipriani attuale direttore di ARS.
“Ha sollevato grande preoccupazione – dichiarano i sindaci Jacopo Marini e Federico Balocchi – il contenuto del video con il quale l’architetto Fabio Zita, ex dirigente della Regione, ad un convegno organizzato a Firenze il 9 aprile dalla rete Nogesi, ha ricostruito il percorso che avrebbe portato alla conclusione della procedura di Via per la centrale geotermoelettrica di Bagnore 4. Evidentemente consapevole della portata delle affermazioni e assumendose la responsabilità, Fabio Zita ha sostenuto che l’Ars in un primo momento aveva espresso parere negativo rispetto a tale realizzazione, modificando dopo 15 giorni tale parere in positivo a seguito della relazione che avrebbe fatto in Giunta l’allora assessore regionale Bramerini.
Questo evento avrebbe poi comportato la rimozione dello stesso dirigente e la revoca all’assessore della delega alla Via. È evidente come lo scenario paventato dal dottor Zita risulti inquietante, non solo per il suo contenuto ma proprio perché tale ricostruzione proviene non da persona qualsiasi ma dall’ex dirigente regionale competente”.
“Le successive precisazioni – continuano i sindaci di Arcidosso e Santa Fiora – dell’attuale direttore Ars Francesco Cipriani che, al contrario di Zita, sostiene che la prima valutazione non era negativa, sono rassicuranti, ma impongono uno sforzo di ulteriore chiarezza da parte della stessa Regione Toscana. Il nostro compito come sindaci è la tutela della popolazione e in un caso del genere non possono restare zone grige o dubbi di ogni genere. Abbiamo sempre riposto grande fiducia nell’operato super partes della Regione e tale fiducia la rinnoviamo ancora. Su questi aspetti non si può certo essere approssimativi o imprecisi, ed è necessario che ciascuno si assuma le proprie responsabilità rispetto a quanto dichiarato, considerata la delicatezza e gli effetti nefasti sul territorio che essa sta provocando in termini di immagine. Proprio per questo chiediamo alla Regione di prendere posizione affinchè sia fatta immediata e piena chiarezza sulla vicenda, volendo dar conto prima possibile a noi sindaci che siamo l’autorità sanitaria locale, e alle comunità locali, di quanto effettivamente accaduto”.