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Clamoroso sul rilascio della VIA su Bagnore 4: Vergogna!

20160409_firenze focus geotermia 37 zitaDalle rivelazioni di Zita, ex dirigente VIA regione Toscana, Rossi e la sua giunta non possono più negare che non sapevano dei gravi danni sanitari.

Il 9 aprile scorso, a Firenze, nel corso del Convegno della Rete nazionale NoGesi, l’arch.Zita, ex dirigente della Regione Toscana, che ha seguito la procedura di VIA per la centrale di Bagnore 4 a Santa Fiora, dal 2005 fino a luglio 2012, quale responsabile del Settore Valutazioni di Impatto Ambientale, ha fatto affermazioni di estrema gravità che, se confermate, ci consentono di denunciare che la Giunta Rossi è consapevolmente corresponsabile dell’eccesso di mortalità che stiamo registrando in Amiata da parecchi anni.

Sappiamo che lo studio Epidemiologico, commissionato nel corso della procedura di VIA all’Agenzia Regionale della Sanità (ARS) sulle condizioni di salute della popolazione residente nei comuni sede di impianti geotermici, aveva certificato nel 2010 in Amiata un eccesso di mortalità negli uomini, sia rispetto ai comuni limitrofi che rispetto al resto della Toscana del + 13%. In sintesi brutale in Amiata era in corso una decimazione.
Inoltre tale studio, nel suo Allegato 6, aveva individuate ben 54 relazioni, statisticamente significative, tra incrementi di malattie e concentrazioni crescenti di diversi inquinanti misurati e presenti in aria, acqua e terreno, prodotti anche dalle centrali geotermiche.
Essendo riconosciuta come vera la relazione, nei comuni geotermici, tra l’aumento notevole di mortalità in funzione di concentrazioni crescenti di arsenico, mercurio, acido solfidrico, ecc.  ed essendo ritenuta ancora come vera l’esistenza di emissioni di arsenico, mercurio, acido solfidrico, ecc. dalle centrali geotermiche dell’Amiata (pag.16-18 dello Studio ARS), risulta quindi statisticamente vera anche la conclusione – per la legge transitiva della logica, valida da Aristotele in poi in tutto il mondo sano ed onesto – che l’incremento delle malattie e mortalità sull’Amiata era dovuta anche alle emissioni delle centrali geotermiche.

Ed infatti ieri l’arch.Zita ha confermato che nel 2012 ricevette un parere negativo dall’ARS in sede di VIA alla realizzazione del progetto che portava a triplicare la potenza da installare a Bagnore. Con tale parere il responsabile del procedimento non avrebbe potuto chiudere positivamente la procedura di VIA e l’arch. Zita riferì all’allora Assessore all’Ambiente Bramerini il parere negativo di carattere sanitario.
Se l’art.3 della Costituzione Italiana fosse stato rispettato anche dalla Giunta Rossi, il nuovo impianto non sarebbe stato autorizzato e si sarebbero dovuti chiudere anche quelli già in esercizio in Amiata.

Sempre secondo le dichiarazioni rilasciate ieri, dopo quindici giorni l’arch.Zita ricevette un secondo parere dall’Agenzia Regionale di Sanità con il quale il parere negativo diventava parere positivo, con una motivazione incredibile e del tutto illogica: cioè che nel frattempo era pervenuta all’Ars una nota chiarificatrice del Settore Energia della Regione Toscana. Poichè nulla variava in merito alle emissioni in atmosfera di inquinanti dannosi alla salute, non si giustifica in nessun modo la rivalutazione di un quadro sanitario già compromesso dalle centrali esistenti e che avrebbe subito ulteriori aggravi con la costruzione del nuovo impianto.

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Di seguito la trascrizione dell’intervento dell’arch.Zita a Firenze, 9 aprile 2016, qui il video:

“Qualcuno chiede il mio parere su tutta questa faccenda (poco prima l’arch. Zita aveva introdotto il tema della VIA su Bagnore 4 n.d.s.). Io non esprimo pareri personali. Per me hanno sempre parlato le carte ufficiali che ho firmato e che hanno firmato gli altri funzionari della Regione e di tutti gli organismi tecnici che partecipano nelle procedure. Tutti atti pubblici, atti che potete trovare e che qualcuno conosce perfettamente. In quella occasione era un unica centrale da 40 MW, che poi con un giochino delle tre carte si decise di spacchettare in due centrali da 20 come se due centrali da 20 fossero meglio di una da 40 in termini emissivi e quant’altro poteva sembrare meno impattante, ma queste sono cose marginali.
La questione rilevante è che io pretesi, ovviamente, che per quella centrale la Regione chiedesse un parere all’ARS, all’Agenzia Regionale per la Sanità. Non era una cosa usuale, non era mai stato fatto, ma suggerii, ovviamente in un rapporto dialettico all’Assessore Bramerini (era quotidiano il rapporto che io avevo con l’Assessore Bramerini), che date le problematiche che riguardavano la salute pubblica e dato che era la più grande centrale che si intendeva costruire, non in Nevada, dove il primo cristiano era a 150 Km, ma in un’area fortemente antropizzata, in una regione, che ha una storia, una cultura e che geograficamente è la più conosciuta al mondo, noi non potevamo sottendere la necessità di approfondire…(l’arch. Zita viene interrotto dalla presidenza che interloquisce con lui n.d.s.) … il più grosso bacino idrico, le questioni idrogeologiche…Però guardate, sono rispetto alle questioni sanitarie… io mi permetto di dire marginali rispetto alle questioni sanitarie…
Benissimo.
Io chiesi un parere all’ARS. L’ARS, e qui faccio per la prima volta una dichiarazione pubblica e consentitemi per questo… anche, no? Il fatto che mi assumo una responsabilità notevole , ma non ho mai mancato di assumerle e vedremo quali saranno le conseguenze di quello che dico. Ok? Io ho chiesto un parere all’ARS. L’ARS mi mandò un parere ufficiale. Era un parere negativo. Io chiamai immediatamente l’Assessore Bramerini, che convenne con me che, con quel parere dell’ARS, Bagnore 4 non si poteva chiudere (applausi in sala n.d.s.)…No, vi prego, vi prego. Vi prego! Non fate commenti perché la questione è significativa e rilevante.
La Bramerini parlò evidentemente in Giunta di questa faccenda. L’ARS, quindici giorni dopo il parere negativo, uscì con un successivo nuovo parere positivo sulla base, evidentemente così come è scritto nei pareri (io vi invito a leggere pareri ufficiali), sulla base di ulteriori, nuove e all’ARS non conosciute indicazioni, che gli provenivano dal Settore Energia. Io commentai all’Assessore Bramerini, in merito al fatto che era per me totalmente inconcepibile che un Direttore Generale dell’Agenzia Regionale della Sanità avesse emanato un parere negativo, dichiarando nel successivo parere positivo, che lo aveva fatto (il primo parere) nell’inconsapevolezza del valore del progetto, cosa che invece aveva assunto, in termine di consapevolezza, soltanto nell’emanazione del secondo parere, sulla base delle indicazioni che lui non aveva avuto prima e che aveva avuto successivamente dal Settore Energia della Regione Toscana.
Le conseguenze di tutto ciò sono state: la delega tolta all’Assessore Bramerini sulla Valutazione di Impatto Ambientale e il mio allontanamento come responsabile del Settore VIA e trasferimento al Settore Paesaggio”.

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La Nazione del 12 aprile 2016:

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Risposta del direttore dell’Ars Toscana, Cipriani, il 12 aprile 2016:

A seguito delle affermazioni di Zita, interviene il Direttore di ARS: “Abbiamo precisato, non cambiato parere”

Le affermazioni riportate dall’architetto Fabio Zita sulla stampa sul parere di ARS per la Valutazione di Impatto Ambientale della centrale geotermica di Bagnore 4, non sono corrette. Ancor meno quelle pronunciate in un intervento al Convegno “Geotermia: focus Toscana” visibile su Youtube il 9 aprile 2016.
Sostanzialmente Zita afferma che ARS ha cambiato versione dei fatti nell’arco di 15 giorni per qualche “ordine” dalla Giunta facendo credere in questo modo ad un’Agenzia piegata alla volontà di altri. Affermazioni e insinuazioni false e gravi.
ARS ha prodotto una nota aggiuntiva alla sua relazione in cui conferma e non cambia il contenuto del primo documento.
Ma cercherò di chiarire i fatti, che Zita conosce bene avendoli vissuti con noi.
Nel febbraio 2012, seguendo una procedura non usuale, l’allora responsabile del settore VIA della Regione Toscana Fabio Zita, chiede ad ARS un contributo sui documenti acquisiti dal suo ufficio, compresi quelli provenienti dalle associazioni di cittadini, per una “una valutazione della documentazione” da parte di ARS sulla sostenibilità degli impatti del progetto di Bagnore.
Dunque, non una VIS-Valutazione di impatto sanitario, ma una sorta di parere tecnico aggiuntivo, non previsto nella procedura canonica della VIA. Vista l’imponenza e complessità della documentazione, in assenza di una regia ben organizzata, dedichiamo maggiore attenzione agli aspetti epidemiologici delle affermazioni ENEL e delle note provenienti dai cittadini.
Nonostante i complessi e non sempre ben formulati documenti di ENEL, l’intero primo capoverso della seconda sezione del documento redatto da ARS, fa riferimento alle molte mappe di diffusione e alla ricaduta di inquinanti delle centrali di Bagnore 3 e Bagnore 4, che interessavano zone completamente non abitate. Dove, dunque, l’esposizione umana non esiste. E questo si dice molto chiaramente.
Per scrupolo ARS cita anche una sola mappa tra tutte quelle presentate – la Mappa 02.c – che nello scenario di non funzionamento dei filtri di abbattimento del mercurio e dell’acido solfidrico (AMIS), segnalerebbe una possibile esposizione della popolazione a bassi livelli di acido solfidrico. Correttamente, ARS afferma che a quella data non c’è letteratura sufficiente per sapere se queste basse esposizioni protratte nel tempo possano avere effetti sulla salute. Segue una completa revisione della letteratura epidemiologica in merito. Dati incerti, in attesa di quelli ben più precisi che il prof.   Michael  Bates  dell’Università della California, stava elaborando nell’area geotermica di Rotorua nello suo studio in corso in Nuova Zelanda.
Il 31 maggio 2012 inviamo a Zita il documento che tra le altre affermazioni, dice che le mappe di ENEL non evidenziano popolazione esposta ad acido solfidrico a dosi medie o alte.
E questo non è un parere negativo.
La nota dice anche che poco sappiamo sull’esposizione della popolazione generale a dosi basse di acido solfidrico riportate da una sola mappa. Che è l’onesta e aggiornata affermazione del nostro stato di conoscenza epidemiologica a quella data.
Il documento, quindi, nel suo complesso non esprime un parere negativo sulla VIA.
Pochi giorni dopo riceviamo una telefonata di Zita che esprime la sua difficoltà ad utilizzare il nostro documento per la VIA. Si dichiara preoccupato da quelle note di ARS sull’esposizione a basse dosi. Lo rassicuro che, a nostro parere, il documento è tutt’altro che negativo. Anzi. E’ solamente scritto con lo stile medico scientifico di chi è abituato a esprimere valutazioni e dubbi sulla base delle evidenze di letteratura.
Nei giorni successivi rivalutiamo con il settore Energia della Regione Toscana, ARPAT ed esperti di mappe dell’ENEL la questione della possibile esposizione ad acido solfidrico a basse dosi in caso di non funzionamento degli AMIS espresse dalla Mappa 02.c.
Dalle verifiche emerge che la Mappa 02.c in realtà fa riferimento ad uno scenario emissivo di scarsissima probabilità, frequenza e durata. Non si configura, perciò, come possibile scenario di un’esposizione “protratta nel tempo”.
Per questo ARS ha ritenuto opportuno inviare a Zita in data 18 giugno la nota integrativa che chiariva questo passaggio.
A nostro parere, comunque, il primo documento di ARS era già sufficientemente chiaro e come tale poteva essere già utilizzato nel giudizio sulla VIA. Certamente, il venire meno dell’unico elemento segnalato come problematico rafforzava la valutazione sulla mancanza di popolazione esposta ad acido solfidrico.
In conclusione, con la nota aggiuntiva abbiamo confermato e non cambiato il contenuto del primo documento.
Peraltro, pochi mesi dopo, ad ottobre 2012, nel Convegno organizzato da ARS a Firenze su “Geotermia e Salute”, il prof. Bates presentava i primi risultati del suo studio in Nuova Zelanda che, insieme a quelli pubblicati successivamente su riviste internazionali, escludevano effetti dannosi delle esposizioni croniche a basse dosi per l’apparato respiratorio e il sistema nervoso nell’uomo. Anzi, talvolta sembrano essere protettive.
Dunque, le nostre conservative e prudenti argomentazioni, sarebbero state in ogni caso oggi superate in senso positivo. Ma questa è un’altra argomentazione.

Francesco Cipriani, Direttore ARS

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Comunicato congiunto sindaci Marini di Arcidosso e Balocchi di Santa Fiora, 12 aprile 2016:

Bagnore 4: i sindaci di Arcidosso e Santa Fiora”Sia fatta chiarezza pubblica sul parere ARS”

Comunicato congiunto dei Sindaci dei Comuni di Arcidosso e Santa Fiora
Dopo la smentita delle dichiarazioni dell’architetto Fabio Zita riportate dalla stampa
I sindaci di Arcidosso e Santa Fiora chiedono che intervenga anche la Regione in merito alle preoccupanti dichiarazioni di Zita sulla centrale geotermica Bagnore 4 e la successiva precisazione di Francesco Cipriani attuale direttore di ARS.
“Ha sollevato grande preoccupazione – dichiarano i sindaci Jacopo Marini e Federico Balocchi – il contenuto del video con il quale l’architetto Fabio Zita, ex dirigente della Regione, ad un convegno organizzato a Firenze il 9 aprile dalla rete Nogesi, ha ricostruito il percorso che avrebbe portato alla conclusione della procedura di Via per la centrale geotermoelettrica di Bagnore 4. Evidentemente consapevole della portata delle affermazioni e assumendose la responsabilità, Fabio Zita ha sostenuto che l’Ars in un primo momento aveva espresso parere negativo rispetto a tale realizzazione, modificando dopo 15 giorni tale parere in positivo a seguito della relazione che avrebbe fatto in Giunta l’allora assessore regionale Bramerini.
Questo evento avrebbe poi comportato la rimozione dello stesso dirigente e la revoca all’assessore della delega alla Via. È evidente come lo scenario paventato dal dottor Zita risulti inquietante, non solo per il suo contenuto ma proprio perché tale ricostruzione proviene non da persona qualsiasi ma dall’ex dirigente regionale competente”.
“Le successive precisazioni – continuano i sindaci di Arcidosso e Santa Fiora – dell’attuale direttore Ars Francesco Cipriani che, al contrario di Zita, sostiene che la prima valutazione non era negativa, sono rassicuranti, ma impongono uno sforzo di ulteriore chiarezza da parte della stessa Regione Toscana. Il nostro compito come sindaci è la tutela della popolazione e in un caso del genere non possono restare zone grige o dubbi di ogni genere. Abbiamo sempre riposto grande fiducia nell’operato super partes della Regione e tale fiducia la rinnoviamo ancora. Su questi aspetti non si può certo essere approssimativi o imprecisi, ed è necessario che ciascuno si assuma le proprie responsabilità rispetto a quanto dichiarato, considerata la delicatezza e gli effetti nefasti sul territorio che essa sta provocando in termini di immagine. Proprio per questo chiediamo alla Regione di prendere posizione affinchè sia fatta immediata e piena chiarezza sulla vicenda, volendo dar conto prima possibile a noi sindaci che siamo l’autorità sanitaria locale, e alle comunità locali, di quanto effettivamente accaduto”.