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Geotermia, finalmente cadono due tabù: indagata l’Enel e l’Europa prende atto che la geotermia può essere inquinante

Montemaggi, Amministratore di Enel Green Power, indagato per le emissioni delle centrali geotermiche in Amiata. Il GUP ammette l’incidente probatorio sulle emissioni; al Parlamento europeo si prende atto che la geotermia non sempre è pulita e rinnovabile.

 

Massimo Montemaggi, legale rappresentante di Enel Green Power è indagato per ipotesi di reato, in relazione alle emissioni fuori norma delle centrali geotermiche di Bagnore sul monte Amiata.

Il GIP di Grosseto dr. Mezzaluna ha ammesso l’incidente probatorio affidando l’incarico al perito. Oggetto della perizia sono la conformità o meno alla normativa di settore delle emissioni relative agli inquinanti Ammoniaca e Mercurio e l’adozione di ENEL delle migliori tecnologie disponibili per contenere l’attività inquinante. Il GIP ha quindi convalidato l’indagine della Procura, attivata da un esposto, dopo che gli attuali amministratori dei Comuni dell’Amiata, con fare arrogante e di sfida, avevano invitato i militanti di SOS Geotermia a rivolgersi in Procura avendo questi divulgato documenti scritti da tecnici nelle più prestigiose riviste scientifiche internazionali, mai smentitii.

Pertanto rammentiamo oggi tali documenti:
1- gli studi dell’autorevole prof. Riccardo Basosi dell’Università di Siena sulla illegalità degli inquinanti emessi dalle centrali di Santa Fiora. Il prof. Basosi e il dott. Bravi concludono “Riteniamo quindi anomalo che il nuovo impianto realizzato a Bagnore da 40 MW, inaugurato a fine 2014, non rispetti i limiti previsti dalla stessa Regione nella DGRT 344, dato che la tecnologia utilizzata (flash + abbattitore) non è quanto di più tecnologicamente avanzato disponibile oggi dal punto di vista ambientale, ma probabilmente solo la scelta più conveniente dal punto di vista economico-finanziario”.
2- gli studi del Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Firenze sulle diverse tecnologie alternative applicabili alle centrali di Bagnore, che conclude: “I risultati dimostrano che è possibile ottenere sostanziali benefici dal punto di vista della sostenibilità dei sistemi geotermici applicando diverse soluzioni tecnologiche; tuttavia, questo è inevitabilmente ottenuto al prezzo della prestazione termodinamica cioè, una riduzione della potenza dal 10% al 20% che dovrebbe essere accettata”.
A questi abbiamo aggiunto una lettera con cui l’Enel ammetteva che con gli impianti progettati in Amiata non stava nei nuovi limiti di legge e chiedeva alla Regione Toscana di modificarli (pensando evidentemente che la sua nota rimanesse riservata, scarica il pdf). Tuttavia la Regione non ha potuto assecondare le richieste di ENEL, 

perché le sole emissioni di Ammoniaca sono il 43% di tutte le emissioni regionali (vedi tabella a lato) e sarebbero intervenute le Autorità Europee. Infatti in Amiata la quantità di Ammoniaca emessa è nell’ordine di diverse migliaia di tonnellate all’anno, quando la stessa UE nel Report CAFE, afferma che tali emissioni contribuiscono in maniera significativa alla formazione di particolato di origine secondaria (PM10 e PM2,5), il cui costo sanitario medio è di euro 20,5 al Kg di Ammoniaca emessa, il che significa che per il solo 2010 il costo per le emissioni in Amiata è stimato in oltre 90 milioni di euro.
Per valutare il valore etico e morale delle scelte dei Sindaci dell’Amiata, di seguito si riporta l’andamento, per il comune di Arcidosso, il più esposto ai vapori in uscita dalle centrali di Bagnore, i dati sanitari oggi scaricabili dal sito dell’Agenzia Regionale di Sanità, che denunciano un eccesso di mortalità

 per tumori nei maschi di circa il + 30%, rispetto ai dati regionali (vedi tabella a lato).

Nel rispetto della autonomia delle giurisdizioni, spetterà quindi al Giudice Penale stabilire, in contraddittorio tra le parti, la verità sulla pericolosità delle emissioni.

Rileviamo inoltre che proprio ieri, 17 gennaio, al Parlamento europeo è caduto il tabu della “geotermia rinnovabile sempre e comunque” e, su iniziativa dell’on. Tamburrano, è stato approvato “l’impegno della Commissione, entro il dicembre 2018, di valutare la necessità di una proposta legislativa intesa a regolamentare le emissioni, da parte delle centrali geotermiche, di tutte le sostanze, tra cui il CO 2 , che sono nocive per la salute e ambiente, sia nelle fasi esplorative che in quelle operative, sulla base della considerazione che, a seconda delle caratteristiche geologiche di una determinata zona, la produzione di energia geotermica può generare gas a effetto serra e altre sostanze dai liquidi sotterranei e da altre formazioni geologiche del sottosuolo e che gli investimenti dovrebbero essere mirati esclusivamente alla produzione di energia geotermica a basso impatto ambientale, con conseguente risparmio di gas a effetto serra rispetto alle fonti tradizionali”.

Forum Ambientalista Grosseto – SOS geotermia – Rete nazionale NoGESI


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La Nazione 24/1/18

Abbadia SS, 2 dicembre 2017, giornata di studio. SULL’AMIATA STOP A NUOVE CENTRALI E AL POLO GEOTERMICO

Una partecipazione numerosa e interessata di cittadini provenienti dall’intero territorio amiatino ha vivacizzato la giornata di studio organizzata dalla Rete Nogesi e dai movimenti che lottano in difesa del Monte Amiata che si è tenuta ad Abbadia San Salvatore sabato 2 dicembre.
Rimarcata la totale assenza delle istituzioni, mentre le uniche risposte di impossibilità a partecipare sono arrivate dalla Protezione civile e da Acquedotto del Fiora.

Vulcanologi e geologi hanno concentrato i loro interventi sugli effetti e rischi che le trivellazioni e le centrali geotermiche arrecano al territorio, alle risorse idriche, all’ambiente e di conseguenza all’uomo, alla sua salute.

Cosa avviene nel sottosuolo andando a perforare sino a 4.000 metri per poi estrarre e reiniettare fluidi? Le centrali a ciclo binario della “Buona geotermia” sono davvero sicure e ad impatto zero? Quali le problematiche correlate ai fluidi geotermici e ai gas incondensabili? Quali conseguenze sul bacino idrico del Monte Amiata tra i più importanti del centro Italia con 700.000 utenze?
La montagna dell’Amiata, antico vulcano, ha caratteristiche geomorfologiche che la rendono un territorio tanto particolare quanto fragile, non a caso è considerata a rischio sismico e sottoposta a vincolo idrogeologico. Nella “Carta della pericolosità geologica” – ne ha parlato il geologo Massimo Bisconti – sono evidenziate le aree sottoposte a vincolo di inedificabilità assoluta. È anche emerso che talune centrali e pozzi sono stati realizzati da Enel in aree vincolate. A Piancastagnaio il territorio si è abbassato di un metro in circa 30 anni e ciò a causa dell’estrazione di vapore.
Il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo, primo ricercatore Osservatorio Vesuviano, afferma che il fenomeno di subsidenza può anche accelerare fenomeni franosi. Non solo, è risaputo a livello mondiale che tra le conseguenze delle centrali geotermiche (anche a ciclo binario) vi sono quelle della sismicità indotta e dell’irreversibilità del danno per cui “quando andiamo ad intervenire con trivellazioni e centrali si va a modificare l’intero sistema in modo permanente e ad innescare processi irreversibili. “Proprio l’assoluta irreversibilità e l’imprevedibilità delle modificazioni termofluidodinamiche e meccaniche dei sistemi idrotermali, a seguito di trivellazioni, estrazioni e reiniezioni di fluidi impone la rigorosa applicazione del ‘principio di precauzione’. Tale principio obbliga a evitare azioni delle quali non sia prevedibile e quantificabile l’effetto a breve, medio e lungo termine, a tutela dell’ambiente naturale, delle risorse e della pubblica incolumità. In caso contrario si tratterebbe di sperimentazione non dichiarata ed eticamente e giuridicamente inaccettabile sull’ambiente e sulle persone”, ha dichiarato. Da qui la responsabilità soprattutto dei presidenti delle Regioni e dei sindaci primi responsabili della salute, della sicurezza del territorio e della tutela delle risorse anche per le generazioni future nel rispetto dei principi fondamentali della “geoetica”.
L’alterazione della falda acquifera interagisce con il sistema idrotermale: cosa può accadere alle sorgenti di Bagni San Filippo o Bagno Vignoni? Roberto Barocci nella sua presentazione evidenzia l’obbligo della Regione Toscana di applicare il Piano di Tutela delle acque e come tale obbligo venga omesso, contravvenuto. “Abbiamo già perso la metà della risorsa idrica e aumentato la presenza di sostanze inquinanti tra cui l’arsenico”. (scarica le slides, pdf 1,8 Mb)
Andrea Borgia, geologo, dopo aver ricordato che le popolazioni dell’Amiata sono soggette a un “lento avvelenamento” da mercurio, arsenico e uranio (confermato dalle analisi di laboratorio sui capelli e, di recente, dai primi esami del sangue dello studio epidemiologico InVetta – Ars), ha riferito il recente parere del settore idrogeologico regionale, sede di Pisa, secondo cui “i livelli piezometrici sono caratterizzati da cicli di recessione e di ricarica pluriennali, che sembrerebbero indipendenti dalle precipitazioni”. Mentre i dati dei piezometri della regione, fin dal gennaio scorso, hanno mostrato come l’acqua venga risucchiata verso il basso dallo sfruttamento del campo geotermico.

La non rinnovabilità di questa energia è provata inoltre dalle enormi emissioni di gas climalteranti, che sul Monte Amiata risultano pari, se non superiori a quelle delle centrali a carbone. L’equivoco della energia geotermica continua, troppi gli interessi dietro gli incentivi che arrivano a pioggia in modo del tutto improprio. Si capisce bene come il concetto della geotermia sia collegato strettamente al puro profitto.

Seguiranno altre iniziative in tutta l’Amiata, alta Tuscia e Toscana. E, nel mese di febbraio 2018, una forte mobilitazione in Regione Toscana.

Abbadia San Salvatore 04/12/2017

Rete Nazionale NoGesi
Comitati e Cittadini in difesa del Monte Amiata


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Abbadia S.Salvatore, 2 dicembre 2017. “Effetti e rischi dello sfruttamento geotermico: dal sottosuolo all’ambiente e alla persona”, giornata di studio

Sabato pomeriggio 2 dicembre ore 15.00/19.00 si terrà ad Abbadia San Salvatore presso il Centro Giovani, via Mentana, una giornata di studio sul tema “Effetti e rischi dello sfruttamento geotermico: dal sottosuolo all’ambiente e alla persona”. Interverranno il geologo Massimo Bisconti con una introduzione sulla struttura vulcanica del M. Amiata e sugli aspetti geomorfologici; a seguire lo studioso Roberto Barocci del Forum Ambientalista di Grosseto sulla legislazione in essere in Toscana sulla tutela delle falde idriche e il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo, primo ricercatore presso l’Osservatorio Vesuviano INGV , il quale relazionerà sulle centrali pilota ad Ischia e Campi Flegrei sui rischi connessi all’attività di trivellazione e dello sfruttamento dell’energia geotermica. Il tema territorio e salute: inquinamento dalle centrali geotermiche sulle acque, suolo e aria verrà esposto dal geologo Andrea Borgia. L’iniziativa vuole essere un approfondimento sulle gravi conseguenze che le centrali geotermiche determinano sul bacino idrico e termale del M. Amiata, sulla salute umana e sull’ambiente. Da anni cittadini e comitati, sostenuti anche da Associazioni nazionali e da esperti del settore, accusano la Regione Toscana ed Enel Green Power di inquinamento ambientale e sanitario, del depauperamento delle acque e denunciano la non rinnovabilità della risorsa che tra l’altro implica enormi emissioni di CO2. In risposta la Regione intende trasformare il comprensorio del M. Amiata in un polo geotermico al pari di Larderello con la costruzione di decine di centrali non tenendo conto dell’importanza strategica del bacino idrico, del vincolo idrogeologico, paesaggistico, dell’alto rischio sismico e dei fenomeni di subsidenza già in atto.

Programma:

GIORNATA DI STUDIO
EFFETTI E RISCHI DELLO SFRUTTAMENTO GEOTERMICO:
DAL SOTTOSUOLO ALL’AMBIENTE E ALLA PERSONA
SABATO 2 DICEMBRE 2017 ORE 15/19 ABBADIA SAN SALVATORE
CENTRO GIOVANI, VIA MENTANA 16

PARTECIPANO
VELIO AREZZINI,”SALUTO”, PRESIDENTE PRO TEMPORE RETE NAZIONALE NOGESI
CINZIA MAMMOLOTTI, “INTRODUZIONE AI LAVORI E MODERATRICE”, RETE NOGESI
MASSIMO BISCONTI: “LA STRUTTURA VULCANICA DEL M. AMIATA”, GEOLOGO
ROBERTO BAROCCI: “LA MANCATA DIFESA DELLE FALDE IDROPOTABILI IN TOSCANA, FORUM AMBIENTALISTA GROSSETO aderente a SOS GEOTERMIA
GIUSEPPE MASTROLORENZO: “CENTRALI GEOTERMICHE PILOTA A ISCHIA E CAMPI FLEGREI: RISCHI CONNESSI ALL’ATTIVITA’ DI TRIVELLAZIONE NELLO SFRUTTAMENTO DELL’ENERGIA GEOTERMICA”, PRIMO RICERCATORE OSSERVATORIO VESUVIANO. VULCANOLOGO INGV.
ANDREA BORGIA: “TERRITORIO E SALUTE: INQUINAMENTO DELLE CENTRALI GEOTERMICHE“ GEOLOGO , ESPERTO CAMPO GEOTERMICO DEL M.AMIATA

ORGANIZZANO
RETE NAZIONALE NOGESI
COMITATI E CITTADINI IN DIFESA DEL MONTE AMIATA

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Abbadia/Piancastagnaio, 11 novembre 2017. Riuscita manifestazione per dare un futuro all’Amiata

In 400 da tutta la Toscana per chiedere la moratoria di ogni attività geotermica esistente e di progetto per dare una prospettiva di sviluppo diversa.

 

 

 

Organizzata da SOS Geotermia, Rete Nazionale NoGesi e Comitati NoGeo Amiata una marcia liberatoria da Abbadia S.Salvatore a Piancastagnaio, un corteo determinato e colorato come non se ne vedeva dall’11 maggio 2013 a Bagnore, tanti amiatini e tanti in rappresentanza degli altri territori toscani sotto attacco dei progetti di nuove centrali.

Dietro il grande striscione d’apertura “NO ALLA GEOTERMIA ELETTRICA, SPECULATIVA, INQUINANTE!” tante bandiere colorate con il “no alla geotermia”, contro i progetti in Val d’Orcia, a Radicondoli, in Valdera e in Valdelsa e gli altri progetti cd.binari.

Ma anche per la moratoria delle più inquinanti centrali Enel, vero trave che tanti amministratori ancora non riescono, o non vogliono, vedere; proprio tre giorni prima, l’8 novembre scorso, anche il consiglio regionale ha dovuto prendere atto, approvando la mozione del M5S per il NO alla nuova centrale Enel PC6, che la geotermia “flash” dell’Enel non è più sostenibile, come espresso chiaramente nel “Manifesto dell’Amiata” e rilanciato nelle conclusioni.

Conclusione del corteo a Piancastagnaio dove si è discusso e confermato che un futuro possibile per l’Amiata e tutta la Toscana è legato ad una nuova e più forte spinta sull’economia legata alle eccellenze del territorio, dal paesaggio alle produzioni enogastronomiche; interventi e discussioni anche sulle proposte di un Parco Naturale e dell’utilizzo della geotermia a bassa entalpia mediante pompe di calore che potrebbero attivare una filiera con maggiori prospettive di posti di lavoro, come anche il rilancio del termalismo e lo sviluppo del turismo naturalistico, storico e spirituale.

Insomma, tante potenzialità e proposte per un diverso futuro dell’Amiata, ma una unica certezza: basta con la geotermia speculativa e inquinante.

SOS Geotermia, Rete Nazionale NoGesi



Servizio di Carla Pampaluna


GALLERIA FOTOGRAFICA
(grazie a Daniela, Silvia, Yuri, Mauro, Beatrice, Simonetta, Silvia, Roberto, Gabriele, Lapo, Mariella, Comitato Difensori della Toscana, Comitato x Radicondoli, AmiataNews, a cui appartengono le immagini)


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Il Tirreno 12/11/17

Corriere di Siena 12/11/17

Corriere Fiorentino 12/11/17

La Nazione 12/11/17

Toscana Oggi

Geotermia climalterante e incentivata impropriamente. Mozione in Consiglio regionale Toscana -aggiornamento: PD boccia mozione-

La mozione di Sì Toscana a Sinistra, che chiede coerenza sulle emissioni clima alteranti delle centrali geotermiche, merita il nostro apprezzamento poiché, utilizzando i numeri reali di CO2 emessa, cerca di eliminare una rendita parassitaria, molto dannosa alla collettività, per spostare i contributi pubblici, pari ogni anno a 5,8 miliardi di euro, sulle energie effettivamente rinnovabili; cioè a favore di investimenti sul calore geotermico o sul fotovoltaico, utili alla collettività e capaci di generare un grosso moltiplicatore di lavoro e reddito locale.

Ma, per inquadrare l’entità e la gravità di quanto sta accadendo, è necessario fare una breve sintesi dei recenti avvenimenti, dai quali il lettore potrà comprendere la natura etica e morale di quanti governano:

– nel 2010 viene pubblicato il primo studio epidemiologico sulla salute nei comuni geotermici e viene documentato che gli stessi inquinanti emessi in gran quantità dalle centrali geotermiche dell’Amiata concorrono a determinare un eccesso di mortalità negli uomini del +13%, cioè centinaia di morti in più del previsto;

– sempre nel 2010 la Giunta regionale approva una Delibera (n.344 + Allegato A) che documenta il fatto che in Amiata i flussi geotermici sono molto diversi e molto più pericolosi di quelli dell’area di Larderello, con emissioni di CO2 “con valori più che doppi rispetto all’area tradizionale…maggiori rispetto a quelle di una moderna centrale termoelettrica alimentata a metano o ad olio combustibile”;

– nel 2015 SOS Geotermia e NOGesi portano in audizione del Parlamento italiano diversi scienziati, che espongono i dati sulle emissioni in atmosfera delle centrali geotermiche. Le Commissioni VIII (Ambente) e X, (Attività produttive) all’unanimità approvano una Risoluzione con la quale “impegnano il Governo a favorire lo sviluppo e la diffusione della geotermia a bassa entalpia, ossia ad impianti che sfruttano il calore a piccole profondità, per l’importante contributo che può dare alla riduzione del fabbisogno energetico del patrimonio edilizio italiano ed ad assumere iniziative per rivedere gli attuali meccanismi incentivanti garantiti al geotermico, in quanto fonte rinnovabile, al fine di sostenere maggiormente quelle a minore impatto ambientale”;

– viceversa, nel 2016 il Governo con Decreto rinnova i contributi alle centrali geo termoelettriche. A quelle dell’Amiata, che continuano ad alterare il clima, il Governo ha regalato nel 2016 oltre 90 milioni di euro, pagati dalle bollette dei cittadini;

– nel 2017, SOS Geotermia calcola il costo sanitario, pari a 88 milioni di euro per l’anno 2010, relativo alla sola emissione di ammoniaca in Amiata dalle centrali ENEL, che generano le micidiali Pm 2,5, utilizzando le stime del Rapporto CAFE 2005 dell’Unione Europea

Noi riteniamo, alla luce dei suddetti fatti, che il Governo nazionale e quello della Regione toscana abbiano legalizzato un inganno a danno della popolazione con effetti dannosi anche sul clima e che il Governo non rispetti né il Parlamento italiano, né la Costituzione Italiana.

SOS Geotermia


Aggiornamento 7/11/17: IL PD NELL’OZONO!

Marras in aula, a nome del PD, afferma che la mozione sia la “scusa” per dire NO alla geotermia; chiede, ed ottiene dal suo partito, i voti contro la mozione che viene quindi bocciata con 17 voti, contro 11 a favore e un astenuto. 
Resoconto sulla Nazione e Tirreno del 9/11/17:


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La Nazione 5/11/17

GoNews.it

Il Cittadino online

Il Tirreno 5/11/17

La Postilla

Corriere di Siena 5/11/17

La Repubblica – Firenze 5/11/17

Rilancio del greenwashing geotermico, in campo i “green” cristiani

Il caso del Forum Internazionale dell’Informazione per la Salvaguardia della Natura a Firenze e Larderello dal 2 al 5 novembre, sponsorizzato da Enel.

[Greenwashing: strategia di comunicazione di certe imprese, organizzazioni o istituzioni politiche finalizzata a costruire un’immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale, allo scopo di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli effetti negativi per l’ambiente dovuti alle proprie attività o ai propri prodotti. (da Wikipedia)]

 

Dopo anni di controinformazione e di denunce dei comitati che hanno smontato l’assioma geotermia=energia pulita, assistiamo a una ripresa in larga scala di campagne e iniziative progeotermiche spesso presentate con una riverniciata “green” e “ambientalista” grazie anche a media che o non conoscono, oppure -peggio- conoscono e tacciono, la verità su questo tipo di energia, soprattutto quella fatta in Italia.

Basterebbe ricordare le pubblicazioni, mai smentite da Enel Green Power o altri, del prof.Riccardo Basosi e Mirko Bravi che dimostrano che le centrali geotermiche in Amiata emettono sostanze inquinanti e clima alteranti molto maggiori delle centrali a gas e pari alle centrali a carbone di pari potenza.

Non ci meraviglia certo l’attivismo dell’Enel e delle tante aziende, spesso improvvisatesi geotermiche per sedere al banchetto degli incentivi, che hanno tutto l’interesse a promuovere l’immagine della geotermia come pulita, rinnovabile e che rispetta la natura ed, anzi, contribuisce addirittura a ridurre le emissioni inquinanti, insomma, una manna per l’ambiente!
Poco da recriminare, fanno il mestiere loro, i loro interessi.

Quello che indigna è sicuramente certa politica, certi personaggi e certi media quando si fanno complici di tali interessi. Abbiamo negli anni dato conto di tanti “arruolati” alla geotermia, da Legambiente a Slowfood, dal geologo catodico Tozzi agli Amici della Terra italiani a Jacopo Fo, fino agli ex verdi Boco e Roggiolani diventati addirittura imprenditori geotermici…

Nonostante tutto e tutti gli arruolati, nei territori oggetto di speculazione geotermica le popolazioni hanno ben capito la situazione, tanto che è un fiorire di comitati in ogni luogo dove ci sono o si prospetta la realizzazione di centrali. Questo probabilmente induce le imprese a continuare, e rilanciare, l’operazione di greenwashing sulla geotermia non essendo più sufficienti le sponsorizzazioni Enel di ogni sagra di paese.

Registriamo oggi un “FORUM INTERNAZIONALE DELL’INFORMAZIONE
PER LA SALVAGUARDIA DELLA NATURA” con titolo “Economia e finanza nell’era no-carbon” che si tiene a Firenze e Larderello dal 2 al 5 novembre organizzato da GREENACCORD, una “…associazione culturale, di ispirazione cristiana…” che “…opera sul terreno della sensibilizzazione attorno a temi e scenari ambientali…” e “…si rivolge, in particolare, al mondo dell’informazione e della comunicazione, italiano e internazionale, per sollecitare riflessioni e approfondimenti circa ruolo e responsabilità di giornalisti e comunicatori in ordine alle tematiche ecologiche….”.

Papa Francesco contro il fracking

Messa così, considerato anche che papa Francesco spesso esprime posizioni di difesa dell’ambiente contro speculazioni e inquinamento, sembrerebbe positivo, ma qualcosa deve essere andato storto perchè dal programma leggiamo che uno dei “partner principali” è l’Enel che in tema di danni all’ambiente è forse in Italia il maggior responsabile, dal carbone al nucleare, al petrolio fino alla geotermia, senza dimenticare il Vajont…
Al centro del Forum gira la questione geotermia come soluzione di tutti i mali, salvaguardia dell’ambiente e rilancio economico, con “visite guidate” nel territorio di Larderello che oggi è la prova vivente, o morente, dell’esatto contrario.

Altrettanto stonata rispetto ai temi ci pare la presentazione dell’iniziativa fatta fare, nientepopodimenochè, a Massimo Montemaggi, responsabile geotermia di Enel Green Power pubblicata sulla rivista Toscana Oggi, distribuita in ambito diocesano, e sul sito della stessa testata.

Basta poi verificare nel programma che nessuno scienziato, nessun sindaco e nessuno dei comitati critici con la geotermia inquinante e speculatica che si fa e si vorrebbe fare in Toscana sia stato invitato. Quindi è lecito pensare che proprio di una operazione di greenwashing si tratti, questa volta cercando (e trovando) alleanze con una parte del mondo cattolico e cristiano.
Chissà cosa ne pensa papa Francesco?

Ci auguriamo sia stato solo un deprecabile passo falso e invitiamo i promotori di questa iniziativa di rimediare ad una acritica adesione allo sfruttamento geotermico dando spazio anche alle voci contrarie, saremmo ben lieti di indicargli autorevoli esperti della materia e conoscitori dei territori.


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Il Cittadino online


Aggiornamento 12/11/17

Diamo atto alla testata TOSCANA OGGI, che abbiamo citato nel comunicato, che nel numero 39 pubblica un approfondimento sulla questione in cui da conto delle criticità che denunciano i comitati, allegando anche una nostra breve sintesi; CLICCA QUI PER LA NOTIZIA ONLINE

Scarica l’articolo in pdf

Geotermia, ma in che mani siamo?

Al di là delle pomposità della conferenza mondiale di Firenze, gli “addetti ai lavori” confermano le criticità e i rischi legati alle centrali geotermiche. Come da anni i Comitati denunciano!
Moratoria subito!

 

“Segui il denaro”. Mentre l’11 settembre a Firenze andava in scena la conferenza mondiale il cui scopo ultimo era quello di “battere cassa” chiedendo ai governi maggiori investimenti e “semplificazioni” per l’energia geotermica, dopo anni di contestazione da parte della Rete Nazionale NOGESI e dei molti Comitati locali (con il sostegno di scienziati preoccupati dell’impatto ambientale, sanitario e socio-economico dei territori, contro l’avventura della “geotermia elettrica” dell’Enel e delle nuove aziende sguinzagliate dalla “privatizzazione selvaggia” operata da Berlusconi-Scajola nel 2010), cominciano ad “aprirsi le prime crepe” di un fronte che, grazie ai lauti incentivi, fino ad oggi sembrava compatto, anche sul fronte delle tecnologie impiegate.

Ne sono esempio i due recentissimi articoli di “QualEnergia” del settembre 2017. La prima intervista, a firma Alessandro Codegoni del 21/9/2017 è illuminante, perché pone una domanda cardine sulla geotermia: “La geotermia è una risorsa energetica utile alla riduzione delle emissioni di gas serra?”, cioè la geotermia è capace di essere una risorsa energetica utile alla riduzione delle emissioni di gas che alterano il clima, che è poi la ragione per cui essa gode di incentivi statali proprio perché ritenuta sostenibile e rinnovabile?

Basosi, Università di Siena

Due tesi a confronto, quella del prof. Riccardo Basosi dell’Università di Siena e quella dell’ing. Massimo Montemaggi, responsabile geotermia Enel Green Power. “Questo aspetto –scrive il giornalista- è stato sollevato nel 2014 dal professor Riccardo Basosi, chimico-fisico dell’Università di Siena, in una ricerca pubblicata insieme al ricercatore indipendente Mirko Bravi sul Journal of Cleaner Production. Usando dati ufficiali, di fonte Arpa Toscana, Basosi ha mostrato come le quattro centrali dell’Amiata fra il 2001 e il 2009, abbiano emesso, per ogni MWh prodotto, una quantità di gas in grado di alterare il clima (in gran parte CO2), mediamente maggiore di quella di una centrale a metano, e in alcuni casi vicina a quella di una centrale a carbone. Precisa Basosi. «Ci siamo concentrati sull’Amiata proprio perché il problema delle emissioni di CO2 è lì particolarmente rilevante: basti considerare che quelle centrali producono l’11% dell’elettricità geotermica della Toscana, ma ben il 28% delle emissioni di CO2 da quella fonte».

Montemaggi di EGP

Non sorprendentemente l’ingegnere Massimo Montemaggi, responsabile geotermia Enel Green Power, non è affatto d’accordo con le conclusioni di Basosi”, ma è tuttavia costretto a dire [prima importante ammissione] “Che poi le centrali geotermiche italiane emettano molta CO2, è assolutamente inevitabile, visto che le rocce attraverso cui passano i fluidi geotermici sono per lo più carbonati, che, una volta dissolti nell’acqua, rilasciano biossido di carbonio”.

Ma -ribatte Basosi- “nell’area dell’Amiata, questa CO2 era pressoché bloccata nel sottosuolo e sarebbe stata rilasciata in tempi molto più lunghi, secoli o millenni, se non fosse stato per i pozzi geotermici che vanno a pescarla a migliaia di metri sottoterra”.

Ed in attesa che si decida -continua il giornalista- se oggi dell’Amiata, domani in altri luoghi simili, (la emissione di CO2) supera quella che si aveva prima della loro installazione, esse in effetti aggiungono gas serra in atmosfera, contribuiscono al cambiamento climatico e non dovrebbero godere degli incentivi per combatterlo”, la domanda che si pone il giornalista è: “Viene da chiedersi se allora non sarebbe comunque il caso di seguire quanto suggerisce Basosi e reiniettare nel sottosuolo tutti i gas che escono con i fluidi geotermici, così da evitare ogni inquinamento e ogni aggiunta di gas climalteranti all’atmosfera”. E la risposta di Montemaggi è lapidaria: «Guardi, si potesse fare, l’Enel lo avrebbe già fatto, anche solo per i ricchi incentivi previsti per queste tecnologie a “impatto zero” dal Ministero dello Sviluppo Economico. Il punto è che tecnicamente non si può fare: questi gas sono troppo abbondanti nei fluidi geotermici italiani, se li reiniettassimo non solo troverebbero presto il modo di fuoriuscire da qualche parte, ma finirebbero per rovinare il giacimento geotermico, creando una “bolla” alla sua sommità, che ostacolerebbe l’estrazione dei fluidi».

Il giornalista lo incalza ricordando che in Germania sono stati realizzati impianti binari con la totale reiniezione dei gas incondensabili e Montemaggi dà la stoccata finale: «Sì, ma quello è un caso molto particolare di acqua quasi priva di gas disciolti: ripeto, nelle nostre aree geotermiche non è possibile trovare fluidi così privi di gas da consentire la loro reiniezione totale nel sottosuolo» e il giornalista “Sarà, ma 10 progetti per impianti di quel tipo sono stati presentati al MiSE, e molti di essi saranno realizzati proprio nelle aree geotermiche di Toscana, Umbria e Lazio”, Montemaggi chiude «Lo so, e sono molto curioso di vedere come faranno a realizzare una cosa che, per noi di Enel, che abbiamo decenni di esperienza geotermica alle spalle, è tecnicamente non sostenibile» (!).

Ce n’è abbastanza per mettere in un angolo la geotermia sia dal punto di vista delle tecnologie finora impiegate da Enel, che di quelle che vorrebbero impiegare in futuro (impianti binari) i “venditori di pentole”.

E qualche preoccupazione sul fatto che non sia tutto a posto deve circolare dentro l’Enel se è stato lanciato un Bando internazionale di EGP per “trovare” una tecnologia in grado di ridurre le emissioni di acido solfidrico e mercurio rispetto ai livelli attuali (quindi i tanto decantati abbattitori AMIS, come sostenuto da scienziati e dai comitati locali, non sono adeguati!).

La prima cosa che si nota è che il testo sul sito internazionale di EGP in inglese è diverso da quello italiano, forse perché è meglio non spiegare tutto agli italiani?
Infatti “in Patria” la necessità di ridurre gli inquinanti della geotermia “flash” è molto sfumato e si dice solamente che la nuova “challenge” (sfida), è rivolta ad abbattere i costi della soda (che è molto costosa) poiché i filtri AMIS permettono già “di ridurre praticamente a zero i gas naturali e i metalli associati al vapore geotermico, eliminando i disagi provocati dal caratteristico odore derivante dalle emissioni di acido solfidrico e favorendo l’integrazione degli impianti nel territorio” ed ancora: “Il sistema AMIS non è perfetto, ma quasi. Il sorbente chimico utilizzato per far reagire ed eliminare l’acido solfidrico è la soda (idrossido di sodio) che presenta diversi svantaggi, tra cui l’elevato costo”. Da qui la necessità della “challenge” ma ricordando, per non essere da meno, “che il team EGP è già al lavoro con un tavolo dedicato all’argomento, ma allo stesso tempo ha voluto estendere il quesito anche all’esterno attraverso Open Innovability, lo spazio di crowdsourcing di idee dedicato all’innovazione e alla sostenibilità”.

Diverso il tono usato dal sito internazionale di Enel Green Power. In dettaglio si dice che “uno dei maggiori problemi della energia geotermica è legato alle emissioni nell’atmosfera degli impianti di potenza, principalmente idrogeno solforato e mercurio. Il primo è caratterizzato da un odore appena supera la soglia di pochi ppb (parti per miliardo), molto al di sotto del valore di 100 ppb (come media nelle 24 ore) stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la protezione della salute della popolazione. Le concentrazioni di idrogeno solforato nell’ambiente, misurato da ENEL ed ARPAT è molto inferiore del valore di riferimento dell’OMS e quindi non ci sono problemi per la salute della popolazione. Tuttavia il cattivo odore di ”uova marce” è spesso percepito nelle aree geotermiche, dipendendo dalle condizioni atmosferiche, e rappresenta una seccatura (!). Come per il mercurio, l’emissione di questo elemento è molto basso, ma ci sono alcune preoccupazioni circa la possibile “crescita” a lungo andare e a significative distanze dagli impianti di potenza, dovuto alla mobilità di questo elemento.”

Ed ancora: “La “pulizia” delle emissioni ed in particolare la eliminazione dell’idrogeno solforato è un punto cruciale per la perfetta compatibilità tra lo sfruttamento della geotermia ed il prezioso uso del territorio, necessità fondamentale per ottenere il consenso delle comunità locali”. Consenso perduto, come preso atto dallo stesso ing. Montemaggi che ha dichiarato su Il Tirreno del 13/9 scorso: ”La sommossa di tanti territori contro lo sfruttamento dell’energia rinnovabile che arriva dal sottosuolo è dilagante”.

Terlizzese, MISE

Lo stesso giornalista aveva intervistato, l’8/9 scorso, il Direttore Generale per la sicurezza, anche ambientale, delle attività minerarie ed energetiche del Ministero dello Sviluppo Economico, ing. Franco Terlizzese sui destini della geotermia, che lamenta che “essendo l’Italia un paese densamente abitato, le resistenze delle popolazioni locali a questi impianti sono molto forti” e che “per esempio Ingv e Cnr stanno incontrando grossi problemi nel convincere i comuni dei Campi Flegrei a lasciargli perforare un pozzo profondo per indagini scientifiche, figuriamoci per la geotermia. E visto il recente terremoto ad Ischia direi che il momento non è dei migliori: alla paura dell’inquinamento atmosferico, si aggiungerebbe quella, infondata, che queste attività possano innescare sismi, bradisismi o persino eruzioni” (affermazioni ormai smentite da una lunga e corposa letteratura scientifica).

Ma -chiede il giornalista- “Avere un impianto pilota di “nuova geotermia” che dimostri che si può produrre elettricità dal sottosuolo senza emissioni, sarebbe stato fondamentale per sbloccare la situazione”, risponde Terlizzese: “Sicuramente, e forse avremmo potuto farne uno in passato, usando le risorse tecnico-scientifiche dei nostri enti di ricerca pubblici, ma sono fiducioso che si cominci la costruzione di almeno un impianto di questo tipo entro il prossimo anno. Non pensiamo però che i cicli binari siano la panacea: personalmente ho qualche dubbio sulla loro reale convenienza, ma certo bisognerà costruirne qualcuno ed effettuare più ricerca su questi sistemi per capirlo (cioè, non sappiamo bene la convenienza e gli effetti di questi impianti, quindi facciamoli e poi si vedrà, …allucinante!)

Finché intorno alle geotermia ruoteranno gli enormi interessi legati agli incentivi statali, nonostante le crepe mostrate, si continuerà imperterriti a sfruttare e devastare i territori.

Fermiamo immediatamente centrali e progetti e apriamo una riflessione seria sull’energia in Italia e se sia necessaria questa geotermia inquinante e speculativa.

L’8 ottobre 2017 ad Acquapendente (VT) vi invitiamo tutti per l’iniziativa nazionale
4° STATI GENERALI DELLA GEOTERMIA

FIRENZE, 11 SETTEMBRE 2017, SUMMIT SULLA GEOTERMIA: (LE SOLITE) BALLE SPAZIALI!

La lobby geotermica insiste sulla sostenibilità per continuare e incrementare gli aiuti di Stato: ma ormai il gioco è scoperto, decine di territori non la bevono più…

 

Organizzato dal Governo italiano assieme ad IRENA, Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, va in scena a Firenze la mattina dell’11 settembre 2017 la conferenza ministeriale della GGA (Global Alliance Geothermal)(1) “Lavorare insieme per promuovere l’energia geotermica verso un futuro energetico sostenibile”, che viene a battere cassa, stavolta a livello mondiale, a favore della geotermia. Con le solite balle sull’energia geotermica rinnovabile, pulita, sostenibile, chiedono ancora più sostegno (soldi) ai governi.

La lobby geotermica mondiale, ospitata dal renzianissimo sindaco di Firenze Nardella, prova a rilanciare la geotermia, addirittura ponendosi come obiettivo l’aumento, al 2030, del 500% per la geotermia, al cui confronto il Renzi del “raddoppio della geotermia toscana” è un pivellino.

Adnan Z. Amin, IRENA

Ovviamente per puntare a tale obiettivo è necessario che gli Stati, cioè le tasche dei cittadini, finanzino ricerca e sviluppo, come lamenta Adnan Z. Amin, il gran capo dell’Irena (che coordina la GGA), sugli “elevati costi iniziali e dalle difficoltà di finanziamento, dai deficit nelle infrastrutture di trasmissione dell’energia, dalla mancanza di politiche realmente capacitanti e dalla scarsa informazione e consapevolezza presenti in molte amministrazioni locali”  chiedendo quindi di “…identificare e ad implementare meccanismi che diano maggiore sicurezza ad investitori e costruttori…”,cioè: dateci i soldi pubblici!

Assessore Stefano Ciuoffo

La Toscana rilancia, da brava prima della classe, per bocca dell’Assessore alle attività produttive Stefano Ciuoffo riportando quanto già chiesto dal suo Presidente Rossi al MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) e spiega che “…l’idea è di indirizzare parte dei loro fondi europei verso la ricerca mineraria di risorse geotermiche e verso l’innovazione tecnologica degli impianti geotermici per migliorare l’efficienza energetica e ridurre gli impatti ambientali… con investimenti coordinati per campagne di sensibilizzazione volte al risparmio energetico e all’accettazione sociale dell’attività geotermica”.

Ministro Galletti

Tutta la baracca si regge sulla “balla spaziale” che la geotermia sarebbe un’energia rinnovabile, pulita, sostenibile, tesi ormai smontata essendo dimostrato che non è rinnovabile, che presenta rischi sismici e sanitari, oltre che agli impatti ambientali e paesaggistici, legate alla specificità dei singoli territori. Ma quando si ragiona in termini di profitti economici si tira dritto, come hanno ribadito i nostri governanti a Firenze, ad iniziare dal ministro dell’Ambiente Galletti che dichiara che “Dobbiamo sviluppare nuove tecnologie e incoraggiare nuovi investimenti…” e che l’Italia “…si impegna nella promozione dell’energia geotermica e delle fonti energetiche rinnovabili in quanto componente vitale per lo sviluppo sostenibile del pianeta…” e che “la geotermia contempli tecnologie pulite, alte tecnologie in grado di coniugare la fornitura di energia elettrica e calore, indispensabili allo sviluppo, con il rispetto del delicato equilibrio ambientale dei luoghi, e delle identità culturali delle popolazioni che li abitano… …nel quadro di un’economia a basse emissioni di carbonio e dello sviluppo sostenibile”, mentre la viceministra per lo Sviluppo economico, Teresa Bellanova

Viceministra Bellanova

afferma che “…la massima compatibilità ambientale nell’uso di questa importante risorsa e’ il paradigma da cui passa un rinnovato impulso per lo sviluppo del settore in Italia…” e che “…quella geotermica è una fonte di energia con caratteristiche che la rendono unica a partire dalla sua rinnovabilità e stabilità, una disponibilità costante per l’approvvigionamento energetico che non si trova nelle altre fonti pulite. Si tratta di vantaggi strategici che rendono la geotermia indispensabile per raggiungere gli obiettivi climatici fissati dall’Accordo di Parigi…”.

Ma tutti costoro sanno, o dovrebbero sapere, che le centrali geotermiche italiane, soprattutto quelle con tecnologie “flash” ,come quelle del monte Amiata, hanno un impatto climalterante pari e superiore alle centrali a combustibili fossili, come accertato dallo studio Basosi-Bravi e che “…l’emissione di CO2 delle centrali geotermiche è dello stesso ordine di grandezza di quella delle centrali alimentate da combustibili fossili…” e “…il confronto mostra che dal punto di vista dell’ACP (Potenziale di Acidificazione, ndr), l’impatto derivante dall’energia prodotta dalle centrali geotermoelettriche del Monte Amiata è in media 2,2 volte maggiore dell’impatto di una centrale a carbone. Il valore medio dell’ACP di Bagnore 3 (il campo geotermico di Bagnore emette 21,9 kg SO2equiv/MWh) è 4,3 volte più alto di una centrale a carbone e circa 35,6 volte più alto di una centrale a gas…”, quindi “…la produzione di elettricità dalle centrali geotermiche dell’area del Monte Amiata non può essere considerata “Carbon free”. E gli impianti binari non hanno meno problemi come sismicità, reimmissione degli incondensabili quando la loro percentuale-come in centro Italia-è alta, problemi alle falde acquifere, ecc.

In merito poi allo sviluppo dell’occupazione le balle spaziali aumentano cercando di oscurare il “milione di posti di lavoro” del Cavaliere: le migliaia o le decine di migliaia di addetti legati alla geotermia sono una favola che vanno ripetendo, sapendo (o dovendo sapere) che la geotermia in Italia occupava, a fine 2014, solamente 650 addetti (Fonte enel/emas, Dichiarazione ambientale 2015, scarica qui il pdf).Pure dovrebbero sapere che proprio nelle aree dove storicamente si sfrutta la geotermia è più alto il livello di povertà e di crisi, tanto che recentemente la stessa Regione Toscana ha individuato l’area nord, Larderello/Travale, come “area di crisi”, mentre il valore immobiliare è -con l’area su/Amiata- il più basso della Toscana (vedi “borsino immobiliare”, sopra, da Il Tirreno del 10/6/17).

Montemaggi (EGP) e Vaccari (PD)

Ma nel contorno di questo summit molti personaggi hanno trovato modo di parlare di geotermia: Montemaggi dell’Enel Green Power e tale sen. Vaccari (PD) (Carneade, chi è costui?): l’uno ammette che “la sommossa di tanti territori contro lo sfruttamento dell’energia rinnovabile che arriva dal sottosuolo è dilagante”, l’altro lo rassicura “occorre andare avanti con i progetti. E non sottostare alla dittatura dei comitati». 

Come non si può sorvolare sulle dichiarazioni dell’Ing.Terlizzese, DG MISE, che –con sicumera degna di miglior causa-sui rischi ambientali assicura:

Terlizzese, DG MISE

“Esistono, ma la tecnologia può azzerarli… Quello che non molti sanno, però, è che esiste una risposta tecnologica per ognuno di questi potenziali problemi. Esistono ad esempio sistemi a circuito chiuso, che non prevedono il prelievo e la reiniezione dei fluidi geotermici, e che di conseguenza non hanno impatti sulle falde acquifere né sulla sismicità. Stiamo lavorando per elaborare queste informazioni a trasferirle alla popolazione”. E non sa dire altro che tirare fuori dal cilindro nientepopodimenoche …gli impianti cd “binari”! 

C’è da rilevare, su questo summit mondiale della geotermia di Firenze dell’11 u.s., l’annuncio a sorpresa fatto solo pochi giorni prima dell’evento e l’assenza del CNR e dell’INGV, nonché di esperti universitari, pare non invitati; due fatti che, maliziosamente, inducono a pensare che si temessero contestazioni e voci dissonanti che di certo si sarebbero verificate con la presenza dei cittadini, dei comitati e di qualche scienziato o ricercatore, secondo cui lo sfruttamento in Italia della geotermia non è possibile perché non ci sono sufficienti condizioni di geoetica, di tecniche e di sicurezza. Del resto la stessa logica–non utilizzo di esperti di enti nazionali- è stata usata nella redazione della “Linee guida sulla geotermia” imposta al Governo dal Parlamento.

Firenze, 11 settembre 2017

Nonostante quindi la firma anche del nostro Governo alla cd. Dichiarazione di Firenze (scarica qui il pdf), la consapevolezza tra i cittadini che la geotermia non è sostenibile ed, anzi, mette a rischio lo sviluppo di altre attività legate ai territori, sarà la causa del fallimento politico ed economico di tali scelte sbagliate.

La Rete nazionale NoGESI continuerà nella sua battaglia contro la geotermia: Gutta cavat lapidem! (la goccia perfora la pietra!).

Rete nazionale NoGESI – NO Geotermia Speculativa e Inquinante

Nota (1): Global Alliance Geothermal (GGA), la piattaforma multi-stakeholder pubblici, privati e intergovernativi impegnati a sostenere globalmente lo sviluppo di questa fonte. L’associazione, lanciata nel 2015 durante la COP21 di Parigi, riunisce sotto il coordinamento di IRENA (Agenzia internazionale per le energie rinnovabili) 42 paesi e 29 partner.


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Radiogiornale.info

Il Cittadino online

UN INTERO TERRITORIO CONTRO LA CENTRALE GEOTERMICA DI LATERA (VT)

PRESENTATE ALLA REGIONE LAZIO LE OSSERVAZIONI CONTRO L’ISTANZA DI ENEL GREEN POWER DA PARTE DEL COORDINAMENTO DEI SINDACI DELLA TUSCIA, DELL’ASSOCIAZIONE LAGO DI BOLSENA, DEL COMITATO DI LATERA E DELLA RETE NAZIONALE NOGESI

 

Inoltre il comitato di Latera e la Rete Nazionale NOGESI hanno chiesto i giorni scorsi alla Regione Lazio “l’annullamento della procedura di VIA in corso in quanto la documentazione pubblicata sul sito regionale era priva di asseverazione e della mancanza della pubblicazione sui giornali nazionali e regionali della notizia dell’istanza, contravvenendo a specifiche Determinazioni regionali”. Si richiede quindi “la pubblicazione sul sito dell’Ufficio VIA della documentazione nelle forme e nei contenuti consoni alle Determinazioni regionali citate in oggetto e la rideterminazione conseguente dei 60 giorni per le osservazioni a partire dalla data della avvenuta completa corretta pubblicazione della documentazione sul sito web dell’Ufficio VIA, come predetto”.

I sindaci dei comuni viterbesi di Latera, Farnese, Ischia di Castro, Grotte di Castro, Gradoli, Cellere, Acquapendente, Onano, Canino, Bolsena, Montefiascone e Viterbo hanno presentato una articolata relazione contraria all’impianto geotermico redatta dal prof. Andrea Borgia, eminente cattedratico, geologo, membro della Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente. “Occorre premettere –dice la Relazione- la inadeguatezza e carenza documentale del Progetto che il Proponente deve completare prima ancora che lo stesso possa essere sottoposto a una Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) e che queste Amministrazioni possano essere messe in grado di fare le valutazioni del caso al fine di esprimere un parere specifico nel merito del Progetto… Nello specifico, poi si ritiene che sia il documento “Relazione Tecnica di Progetto” che la “Relazione Paesaggistica” debbano essere profondamente riviste in base alle indicazioni di seguito riportate prima ancora di poter essere sottoposte ad una valutazione. Sulla base di queste due relazioni aggiornate devono essere poi redatti tutti gli altri documenti del SIA. Solo a seguito del recepimento di un progetto completo queste amministrazioni potranno essere messe in grado di analizzare e valutare il “Progetto Nuova Centrale di Latera”. Nelle more di questa nuova presentazione di documentazione le Amministrazioni Comunali del Coordinamento dei Sindaci dell’Alta Tuscia non può che esprimere un parere interlocutorio negativo”.

L’associazione Lago di Bolsena ed altri comitati del territorio puntualizzano che nell’aerea del vulcanismo vulsinio-vicano sono presenti “caratteristiche negative che decisamente ostacolano lo sviluppo dello sfruttamento geotermico a media ed alta entalpia” quali la “carente impermeabilità dell’aquiclude che consente la risalita dei fluidi geotermici cancerogeni verso l’acquifero superficiale, usato per la rete potabile” e il fatto che “ il fluido geotermico contiene un’alta percentuale di CO2 dell’ordine del 4-6 % che, immessa nell’atmosfera, supera quella di una moderna centrale di tipo convenzionale di pari potenza” con buona pace di coloro che propagandano che la geotermia “è rinnovabile”.

Infine il comitato di Latera unitamente alla Rete Nazionale NOGESI, dopo aver ripercorso l’esperienza negativa di Enel Green Power dal 1977 al 2000 in quel di Latera che la portò a chiudere (ed abbandonare per circa 20 anni) la centrale proprio a causa di danni fisici alla popolazione dell’area vasta, evidenzia come il progetto di rifare Latera nello stesso sito, utilizzando gli stessi impianti di allora sia una pura follia. Conclude dicendo che “In tale siffatto contesto ambientale, antropico e socio economico il proponente non solo non ha adeguatamente indagato gli stress introdotti dall’attività geotermica (sismicità indotta/innescabile) e i possibili effetti negativi sul sistema delle acque minerali e termali, al fine di escluderli con ragionevole certezza, ma inoltre non ha previsto nessuna garanzia economica in caso di danni a beni e persone derivanti dall’esercizio dell’impianto, ritenendo quindi implicitamente che tutte le esternalità negative debbano essere assunte, nel caso, dalla collettività a fronte di un “interesse pubblico” finalizzato alla produzione di soli 14 MW (in un quadro nazionale in cui la potenza installata è di circa 130.000 MW ed i consumi alla punta sono dell’ordine di 60.000 MW)”.

Tutte le osservazioni concludono con la richiesta che l’autorità competente concluda il procedimento di valutazione di impatto ambientale con provvedimento negativo alla realizzazione dell’impianto geotermico “Nuova Latera”.

Rete Nazionale NOGESI

Geotermia. Incredulità e delusione per la sentenza del TAR toscano sulle emissioni di ammoniaca della centrale Bagnore 3

Enel ammette di non poter rispettare i limiti, due università lo certificano, ma il Tar Toscana non raccoglie. Faremo ricorso al Consiglio di Stato, affinché sia fatta giustizia.

 

 

 

 

Smentite dal Tar due strutture universitarie toscane, quelle di Siena e Firenze, che con autonome e diverse pubblicazioni ci davano ragione sulle superate e illegali tecnologie in uso nelle centrali geotermoelettriche Enel in Amiata.

Incredibilmente non considerata la “ammissione” della stessa Enel, la lettera scritta nel 2011 alla Regione Toscana nientemeno che dall’Amministratore Delegato di Enel Green Power, ing. Montemaggi, il quale, dopo la fissazione da parte della Regione dei nuovi limiti di legge per le emissioni di Ammoniaca, richiesti dalla Comunità Europea, afferma che l’Enel, con le tecnologie scelte ed adottate in Amiata, non riesce a rispettare quei limiti ed esplicitamente proponeva un diverso limite più permissivo.

Ma la Comunità Europea, nel sollecitare limiti più restrittivi per le emissioni di Ammoniaca, ha giustificato tale scelta sulla base delle stime dei notevolissimi costi sanitari che producono tali emissioni, le quali percorrendo centinia di Km e andando a formare le famigerate PM2,5 e Pm10, sono causa di patologie molto serie. Pertanto quella lettera e quelle richieste, così in disprezzo della salute pubblica, non potevano e non sono state accolte dalla Regione Toscana.

La recente sentenza del Tar Toscano riesce quindi a disconoscere quanto la stessa Enel ha documentato: sarebbe davvero buffo se non fosse in gioco la salute pubblica, per questo dovremo continuare la battaglia anche proponendo ricorso al Consiglio di Stato.

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La notizia della sentenza su La Nazione del 20 luglio 2017

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Il Cittadino online

Enel soddisfatta, sempre su Il Cittadino online

La Nazione 22 luglio 2017