Archivi tag: Comitato Difensori della Toscana

Casole, 10/2/18. Speculazione e inquinamento da geotermia. I cittadini dicono basta ed attendono una risposta dalla Regione. Minacciato lo sciopero del voto.

Un sabato pomeriggio dedicato all’approfondimento delle tematiche ambientali per i cittadini che si sono riuniti al Centro Congressi di Casole D’Elsa. Il tema in discussione era la geotermia. La riunione di Casole è stata la quarta di una serie di conferenze promosse dalla Rete Nogesi ( No Geotermia Speculativa Inquinante) che si stanno svolgendo in diverse aree geografiche di Toscana, Umbria e Lazio, regioni interessate da numerosi progetti di geotermia industriale.

 

Il sindaco Piero Pii ha portato i suoi saluti e ha ricordato, in sintonia con i Comitati per la difesa del territorio, come sia necessario oggi dover salvaguardare il paesaggio, a maggior ragione per un Comune come Casole d’Elsa, sia per favorire l’economia locale, sia per rilanciare l’occupazione. Informava poi i presenti di come una grande società internazionale del settore turistico, dopo aver valutato l’integrità e la bellezza del territorio di Casole, abbia recentemente deciso di investire in loco. La considerazione conclusiva era che i posti di lavoro creati dal turismo e dall’agricoltura di qualità superano in quantità di gran lunga i pochi posti di lavoro offerti dalle centrali geotermiche e Casole oggi deve puntare principalmente sulla conservazione del paesaggio e sulla qualità della vita.

Il geologo Luigi Micheli ha elencato e commentato una serie di documenti e pubblicazioni che spiegano la correlazione esistente tra produzione geotermica e modificazione dei livelli delle falde idriche, fenomeno approfondito con molte ricerche in Amiata, ma ancora poco studiato nella zona geotermica di Larderello e dintorni dove sono in funzione ben 30 centrali. La proiezione finale di un’antica immagine testimoniante l’abbondante quantità d’acqua che si poteva ammirare un tempo in località I Lagoni prima dell’industrializzazione dell’area ha lasciato pochi dubbi in sala.

La proiezione del cortometraggio “La geotermia elettrica industriale” realizzato dalla videomaker Carla Pampaluna, attivista del Comitato No Geotermia Valdera, ha mostrato in pochi minuti e in modo chiaro le criticità di una fonte energetica che, da sempre spacciata come energia pulita e rinnovabile, rischia ora di invadere e danneggiare l’11% del territorio toscano.

Carlo Galletti di Legambiente Valdera ha parlato delle emissioni di CO2 e ha illustrato dati preoccupanti riguardanti le sostanze inquinanti prodotte e i materiali utilizzati e smaltiti sotto forma di rifiuti pericolosi dai gestori delle centrali geotermiche. Certo è difficile credere ancora che si tratti di energia pulita se consideriamo che tra le sostanze emesse dalle centrali appaiono imponenti quantità di mercurio, arsenico, ammoniaca, ecc. per non parlare delle tonnellate di acido cloridrico, acido solforico e soda caustica che vengono utilizzati, dati ufficiali riportati nelle dichiarazioni ambientali Emas della stessa Enel.

Hanno lasciato senza parole le cifre in euro degli incentivi che vengono versati a Enel per la produzione di energia elettrica da fonte geotermica: nel 2016 ben 610,362 Milioni di €, pagati prelevando i soldi dalle bollette dei cittadini. Molti di più ne verrebbero dati a chi intende costruire nuove centrali, pilota o regionali che siano. Pino Merisio, di SOS geotermia, è stato categorico nell’affermare che “appare evidente la necessità di una revisione delle politiche degli incentivi che preveda l’eliminazione degli incentivi per gli impianti geotermoelettrici che non sono né rinnovabili né puliti e la necessità di investire sull’efficienza energetica, sul risparmio e su altre fonti energetiche rinnovabili più rispettose dell’ambiente”. (Scarica slides relazione Merisio)

Ha concluso gli interventi Giovanna Limonta del Comitato Difensori della Toscana che ha illustrato quali aree sono state identificate come non idonee alla geotermia dai Comuni di Casole, Radicondoli, Sovicille, Chiusdino, Castelnuovo Val di Cecina, Volterra e Pomarance. Entro il 30 settembre 2017, ha ricordato Giovanna Limonta, tutti i Comuni toscani avrebbero dovuto indicare alla Regione le aree da “risparmiare”. Il lavoro di esame e mappatura del territorio è stato svolto da tutti i Comuni intorno a Casole, eccezion fatta per Colle Val d’Elsa, e fortunatamente non sembra che i Comuni già sede di centrali siano disposti a cedere altro territorio alla geotermia. Casole indica il 100% non idoneo, Volterra invece apre le porte alla geotermia indicando l’area intorno a Saline, che è interessata da un permesso di ricerca Enel, come idonea alle centrali. La Regione però non sta rispettando i tempi, non ha ancora analizzato le proposte e dato una risposta, cosa che avrebbe dovuto fare entro il 30 novembre 2017, …cosa potranno sospettare i cittadini? Forse che il lavoro dei comuni possa essere stato inutile, un ennesimo spreco di soldi pubblici? Forse che potrebbe essere impopolare in periodo preelettorale comunicare che la volontà dei territori si deve piegare agli interessi di pochi imprenditori geotermici?

Al termine è stata data la parola al pubblico. Di certo nella sala non si respirava rassegnazione, anzi! Tra i vari interventi piuttosto indignati, qualcuno ha proposto lo sciopero elettorale dei Comuni che attendono una risposta dalla Regione da oltre due mesi. Una risposta che i cittadini esigono prima del 4 marzo e che li aiuterà nella scelta in cabina elettorale. Sconcertante è che nel frattempo, mentre i cittadini attendono che la fantomatica commissione regionale incaricata di analizzare le proposte invii i suoi verdetti, le procedure geotermiche continuano indisturbate il loro iter e gli imprenditori geotermici, tra cui alcuni orefici aretini, rilasciano dichiarazioni da cartomante, noncuranti del fatto che la Regione potrebbe decidere di mettere in atto finalmente la volontà dei territori e gli affari potrebbero non andare nel senso da loro sperato.

Comitato Difensori della Toscana
Rete nazionale NoGESI (No Geotermia Speculativa e Inquinante)


Leggilo su:

Il Cittadino online.it

Valdelsa.net

CICLO DI CONFERENZE E INCONTRI: Casole d’Elsa, 10 febbraio 2018

Sabato 10 febbraio alle ore 16.00 si terrà presso il Centro Congressi di Casole d’Elsa (SI) un incontro aperto a tutti i cittadini sul tema “geotermia”. Gli organizzatori dell’evento sono: il Comitato Difensori della Toscana, la Rete NOGESI (No geotermia elettrica speculativa ed inquinante), Legambiente Valdera e il Comitato per Radicondoli.
Scarica la locandina

Il fine dell’incontro è informare e sensibilizzare la cittadinanza sul problema “geotermia” e per raggiungere lo scopo sono stati invitati relatori indipendenti capaci di portare informazioni vere, utili, non parziali. Alla storiella della “geotermia pulita” dispensatrice di benessere, propagandata ancora oggi da politici e industriali in cerca di incentivi pubblici, non crede più nessuno. Svanito l’incantesimo l’Italia a causa della geotermia è finita sotto l’attenzione dell’Europa. I recenti emendamenti votati dal Parlamento Europeo, che obbligano l’Italia ad operare un maggior controllo sulle particolari emissioni inquinanti prodotte dalle centrali geotermiche, hanno confermato al resto del mondo l’esistenza di un grave problema ambientale.
Oltre alle aree geotermiche tradizionali anche altre aree toscane e di altre regioni sono interessate da nuovi progetti di industrializzazione geotermica. Per tutte, e quindi anche per l’alta Val d’Elsa e l’alta Val di Cecina, la minaccia oltre che ambientale è che venga compromessa l’economia esistente legata alla conservazione del paesaggio che ha visto importanti e diffusi investimenti nello sviluppo dell’agricoltura di qualità e nel turismo.
L’incontro di Casole fa parte di una serie di conferenze promosse dalla Rete NOGESI. Le prime conferenze si sono tenute in gennaio a Scansano (GR), Castel Giorgio (TR) e Latera (VT). Il calendario si protrarrà fino a marzo 2018 con altri incontri in Toscana e Lazio.

Interverranno:

  • LUIGI MICHELI – Geologo: “Geotermia elettrica e risorsa idrica, importanza di un corretto monitoraggio”
  • CARLO GALLETTI – Legambiente Valdera: ”Quanto è rinnovabile la geotermia? Economia circolare e sfruttamento geotermico: due sistemi a confronto”
  • PINO MERISIO – SOS geotermia: “Gli incentivi alle centrali geotermiche”
  • GIOVANNA LIMONTA – Comitato Difensori della Toscana: “Aree non idonee alla geotermia? I permessi di ricerca sul nostro territorio” 

Presentazione del video realizzato da Carla Pampaluna – Comitato NoGeotermiaValdera
– Seguirà dibattito –

Comitato per Radicondoli– Comitato Difensori della Toscana – Legambiente Valdera
Rete nazionale NoGESI


Leggilo su:

Il Cittadino online.it

OrvietoNews.it

OrvietoSì.it

Abbadia/Piancastagnaio, 11 novembre 2017. Riuscita manifestazione per dare un futuro all’Amiata

In 400 da tutta la Toscana per chiedere la moratoria di ogni attività geotermica esistente e di progetto per dare una prospettiva di sviluppo diversa.

 

 

 

Organizzata da SOS Geotermia, Rete Nazionale NoGesi e Comitati NoGeo Amiata una marcia liberatoria da Abbadia S.Salvatore a Piancastagnaio, un corteo determinato e colorato come non se ne vedeva dall’11 maggio 2013 a Bagnore, tanti amiatini e tanti in rappresentanza degli altri territori toscani sotto attacco dei progetti di nuove centrali.

Dietro il grande striscione d’apertura “NO ALLA GEOTERMIA ELETTRICA, SPECULATIVA, INQUINANTE!” tante bandiere colorate con il “no alla geotermia”, contro i progetti in Val d’Orcia, a Radicondoli, in Valdera e in Valdelsa e gli altri progetti cd.binari.

Ma anche per la moratoria delle più inquinanti centrali Enel, vero trave che tanti amministratori ancora non riescono, o non vogliono, vedere; proprio tre giorni prima, l’8 novembre scorso, anche il consiglio regionale ha dovuto prendere atto, approvando la mozione del M5S per il NO alla nuova centrale Enel PC6, che la geotermia “flash” dell’Enel non è più sostenibile, come espresso chiaramente nel “Manifesto dell’Amiata” e rilanciato nelle conclusioni.

Conclusione del corteo a Piancastagnaio dove si è discusso e confermato che un futuro possibile per l’Amiata e tutta la Toscana è legato ad una nuova e più forte spinta sull’economia legata alle eccellenze del territorio, dal paesaggio alle produzioni enogastronomiche; interventi e discussioni anche sulle proposte di un Parco Naturale e dell’utilizzo della geotermia a bassa entalpia mediante pompe di calore che potrebbero attivare una filiera con maggiori prospettive di posti di lavoro, come anche il rilancio del termalismo e lo sviluppo del turismo naturalistico, storico e spirituale.

Insomma, tante potenzialità e proposte per un diverso futuro dell’Amiata, ma una unica certezza: basta con la geotermia speculativa e inquinante.

SOS Geotermia, Rete Nazionale NoGesi



Servizio di Carla Pampaluna


GALLERIA FOTOGRAFICA
(grazie a Daniela, Silvia, Yuri, Mauro, Beatrice, Simonetta, Silvia, Roberto, Gabriele, Lapo, Mariella, Comitato Difensori della Toscana, Comitato x Radicondoli, AmiataNews, a cui appartengono le immagini)


Leggilo su:

Il Cittadino online

AmiataNews.it

OrivetoSì.it

OrvietoNews.it

MaremmaNews.it

Pisorno.it

RadioGiornale.info

Il Tirreno 12/11/17

Corriere di Siena 12/11/17

Corriere Fiorentino 12/11/17

La Nazione 12/11/17

Toscana Oggi

Sindaci geotermici, “querelateci tutti”!

I sindaci geotermici dell’area nord (Larderello/Pomarance), in evidenti difficoltà, stretti tra la monoeconomia legata alle “compensazioni ambientali” dell’Enel, la rivolta dei cittadini e dei comitati che ormai hanno capito il vicolo cieco della geotermia e la regione Toscana che potrebbe arrivare a ripensare e frenare sull’intera questione energia e su come e dove farla, se la prendono con Medicina Democratica e Comitato Difensori della Toscana per aver pubblicato due articoli in rete che contestano, appunto, lo sfruttamento speculativo e inquinante della geotermia toscana.

clicca per ingrandire

Ne abbiamo notizia da un articolo pubblicato oggi, 13 maggio 2017, su Il Tirreno, in cui i sindaci, apoditticamente, senza fornire alcun dato, decidono che la geotermia non fa male e non inquina; e chi prova a metterlo in dubbio potrebbe essere querelato.

Bene, visto che condividiamo da anni la battaglia contro la geotermia speculativa e inquinante con Maurizio Marchi di Medicina Democratica e con i compagni di lotta del Comitato Difensori della Toscana, ripubblichiamo i due articoli “incriminati” dicendo ad alta voce ai sindaci: ora querelateci tutti!


Il primo scritto, firmato da Maurizio Marchi, è stato pubblicato il 5 maggio scorso sul sito di Medicina Democratica di Livorno

GEOTERMIA: OGGI DISASTRO, POI … SARÀ PEGGIO
MEDICINA DEMOCRATICA
Geotermia, propaganda anche sugli studenti

Nei giorni corsi è apparsa sulla stampa una notizia degna di attenzione e commento. Gli studenti dell’università privata sant’Anna di Pisa, già governata da Giuliano Amato poi da Maria Chiara CARROZZA, deputata PD ed ora perfino ministra dell’Istruzione e dell’Università, hanno visitato le “eccellenze dell’energia e dei rifiuti”, come recita il comunicato di Enel Greenpower, a Larderello.
La realtà è ben diversa, e è doveroso che studenti e popolazione la conoscano tutta. La geotermia toscana (e italiana) è in realtà un grande disastro ambientale e sanitario, e non si reggerebbe senza gli enormi incentivi pubblici. “Né sostenibile, né rinnovabile” come sottotitolammo il libro “Il grande affare della geotermia” Roberto Barocci e il sottoscritto nel maggio 2014 (http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=1074897 disponibile a prezzo di costo).
Cominciamo dagli incentivi pubblici. Le 28 centrali geotermiche dell’area nord (Larderello-Radicondoli) hanno ricevuto nel 2016 ben 520 milioni di euro di incentivi statali, trattenuti sulle bollette dei cittadini. Più del doppio di quanto Enel GreenPower ricava dalla vendita dell’Energia Elettrica da queste centrali, cioè circa 220 milioni di euro.
Le restanti centrali geotermiche in Amiata hanno ottenuto nel 2016 ben 90,4 milioni di euro di incentivi statali, raddoppiati rispetto al 2013, e circa 52 milioni dalla vendita dell’EE.
Con 610 milioni di euro l’anno, si potrebbero creare nelle zone depresse di Larderello e Amiata migliaia di posti di lavoro: ipotizzando un costo lordo annuale di 40.000 € per ogni posto di lavoro, con 610 milioni di investimento in attività realmente sostenibili si avrebbero ben 15.250 posti di lavoro, solo nel 2016. Altre decine di migliaia di posti di lavoro con l’equivalente degli incentivi alla geotermia degli anni precedenti.
Secondo, la geotermia toscana non è sostenibile, anzi è estremamente inquinante. Secondo l’insospettabile Delibera della Giunta regionale toscana n. 344 del 22.3.2010 la geotermia toscana emette in aria 3076 kg/anno di mercurio, 482 kg/anno di arsenico, 6.415 tonn/anno di ammoniaca, 26.239 tonn/anno di idrogeno solforato. Oltre a decine di altri metalli pesanti in tracce, come cromo, uranio, cadmio e radon, e circa 70.000 tonn/anno di acido borico. Un disastro ambientale, che la candiderebbe ad essere dichiarata SIN, ammesso che sia possibile bonificare l’area enorme che questi inquinanti hanno raggiunto, nelle acque e nei suoli. Solo sul versante senese/umbro/laziale, si calcola che la geotermia amiatina abbia emesso 52 tonnellate di mercurio tra il 1969 e il 2016 nei bacini del fiume Paglia e Tevere.
Ovviamente questo esteso inquinamento ha causato e causa patologie e morti aggiuntive. Un’indagine epidemiologica della Regione Toscana nell’ottobre 2010 accertò 535 morti in più nelle aree geotermiche rispetto alla popolazione toscana, per l’esattezza 99 morti in più nei comuni propriamente geotermici e il resto nei comuni limitrofi. La stessa indagine evidenziava gravissime patologie in viventi, correlandole all’inquinamento e alla sua concentrazione, ad esempio.” Matrice acqua, boro, leucemia, maschi pag. 29 dell’Allegato 6, Nei comuni con valori più elevati di boro nell’acqua (terzo terzile) si registra un eccesso di rischio di circa 11 volte superiore al rischio dei comuni del primo terzile, meno inquinati. All’aumentare della concentrazione di boro (passando da un terzile al successivo) aumenta l’eccesso di leucemia linfoematopoietico del 231% “ Ed ancora “Matrice acqua, arsenico, tumore al sistema nervoso centrale, maschi pag. 21 Nei comuni con valori più elevati di arsenico nell’acqua (terzo t.) si registra un eccesso di rischio del 295 % rispetto ai comuni del primo t. All’aumentare della concentrazione di arsenico (passando ….) aumenta l’eccesso di tumore al sistema nervoso centrale del 97 % .”
Un aggiornamento dell’indagine, svolto nel 2013 a fini tranquillizzanti, confermava una mortalità in più del 10 % rispetto alla Toscana.
Terzo, la geotermia non è rinnovabile e produce poca energia. Nei primi 10 anni di attività un pozzo geotermico riduce la sua portata del 70 per cento per poi esaurirsi nel corso degli anni. L’estrazione e la reiniezione dei fluidi geotermici ad elevata pressione in profondità inducono rischio di terremoti e di subsidenza. Nel centro-sud Toscana sono stati perforati nel tempo circa 1.000 pozzi geotermici, di cui la stragrande maggioranza ormai esauriti. Perforati 75/90 nuovi pozzi nel quindicennio 2001-2015 anche a 6.000 metri di profondità. La potenza geotermica istallata in Toscana si aggira sugli 850 Megawatt, quasi raggiunti dall’energia da fotovoltaico, molto più pulita. (Rapporto Terna 2015 pag. 52 di 64)
Insomma, la geotermia, che si sta espandendo in Toscana e in altre regioni, come Umbria e Lazio, trovando la discreta opposizione di amministrazioni comunali e popolazioni (nella Tuscia 27 sindaci si sono espressi contro recentemente), è una fonte di energia del tutto marginale e fallimentare nel bilancio costi sociali/benefici. Ma è una ottima “vetrina” di EGP per vendere tecnologia geotermica all’estero. Ma il peggio deve venire: con il depotenziamento irreversibile dei campi geotermici toscani, EGP si sta attrezzando per alimentare le 34 centrali a biomasse legnose, o peggio ancora a biomasse di altri tipi: fanghi di depurazione, rifiuti e simili. Lo accenna il sig. Massimiliano Santulli di Enel Green Power, accogliendo gli studenti del Sant’Anna. Una prima esperienza di affiancare biomasse all’alimentazione geotermica vicino a Larderello è stata respinta. Le centrali geotermiche si trasformeranno in una miriade di inceneritori di rifiuti? Finirà nel peggiore dei modi l’ubriacatura della geotermia in Toscana ?

Maurizio Marchi 3.5.17


L’altro scritto del Comitato Difensori della Toscana è stato pubblicato l’11 maggio scorso, sul sito dell’associazione ambientalista “Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

Lo strisciante “massacro” del territorio toscano

Dalle Alpi Apuane alla costa di Rimigliano, da Firenze a Piombino, a Donoratico.
Il buon governo del territorio tanto caro alla Toscana sembra svanire ogni giorno di più.
Riceviamo dal Comitato Difensori della Toscana e pubblichiamo volentieri. La geotermia in Toscana non è solo rose e fiori…

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

—-oOo—-

LA GEOTERMIA TOSCANA NON È RINNOVABILE NÈ PULITA

L’immagine comune che ci viene data della Geotermia è quella di una fonte energetica rinnovabile, alternativa alle centrali a combustione fossile ed a basso impatto ambientale.
Tuttavia, quando si approfondisce la conoscenza del procedimento attraverso il quale grandi impianti riescono a produrre energia elettrica a livello industriale ci si rende conto che la realtà è ben diversa.
In sostanza, le centrali esistenti iniettano grandissime quantità di acqua (sia di condensa che di superficie) in profondità perché venga riscaldata dalle rocce calde presenti nel sottosuolo. Il vapore prodotto, intercettato a profondità che raggiungono anche i 4800 metri viene convogliato in superficie per muovere turbine atte alla produzione di energia elettrica. Il vapore geotermico viene poi rilasciato per la maggior parte in atmosfera, insieme alle sostanze altamente tossiche di cui si è arricchito nel contatto con le rocce profonde (arsenico, mercurio, acido solfidrico, ammoniaca, radon, ecc.) causando un serio inquinamento atmosferico. In un anno le sole centrali dell’Amiata rilasciano in atmosfera 2700 tonnellate di acido solfidrico, 28,97 chili di arsenico, 2460 tonnellate di ammonio, 889,14 chili di mercurio, 11,01 tonnellate di acido borico, 655248 tonnellate di anidride carbonica, ecc. (dati Arpat 2013). Inoltre, da uno studio svolto dalla società Edra nel 2006 è emerso che lo sfruttamento geotermico del Monte Amiata ha comportato l’abbassamento della falda acquifera superficiale e conseguentemente l’aumento della concentrazione di arsenico nell’acqua che alimenta i pozzi e le sorgenti rimaste.
La variazione di pressione nel sottosuolo che tale sfruttamento determina provoca altri due gravi inconvenienti: la subsidenza (sprofondamento della superficie terrestre locale) e la microsismicità. La prima avviene frequentemente nelle aree intorno alle trivellazioni geotermiche, dove possono comparire crepe e spaccature nelle superfici delle vecchie strade, nei terreni o nei muri delle case; la seconda è un effetto collaterale ammesso dalle stesse compagnie geotermiche.
Ci si chiede se in un territorio ad alto rischio sismico come quello italiano tali effetti collaterali non possano innescare frane o smottamenti o addirittura sismi importanti.
Infine, non da meno, l’impatto visivo. Impianti sicuramente non gradevoli alla vista, corredati da orrendi vapordotti e massicci elettrodotti, spesso sorgono in luoghi naturali di rara bellezza e vanno a sciupare in modo irreversibile panorami unici. Finchè il numero di tali impianti rimaneva limitato a qualche decina in tutto il territorio nazionale, tutto questo riusciva a passare inosservato. La situazione ha subito un netto peggioramento quando il governo italiano ha deciso di aumentare gli impianti in modo esponenziale, passando, per esempio, nella sola Toscana dai 34 esistenti ai 57 ed oltre previsti! Senza considerare gli impianti sperimentali cosiddetti “pilota”, decisi direttamente dal governo.
Non ci si può dunque meravigliare se i cittadini si siano sentiti “assediati” dal pericolo di vedersi circondati da impianti altamente inquinanti che possono mettere in serio pericolo la loro salute e l’economia dei loro territori, ben consolidata da decenni, fondata sul turismo, sull’agricoltura e sul piccolo artigianato, allineata (non per finta) con quei criteri di sviluppo sostenibile che si dovrebbero promuovere.
Ecco dunque sorgere numerosi Comitati contrari allo sviluppo geotermico che trovano appoggio anche da parte delle amministrazioni comunali.
In Toscana, in controtendenza con l’andamento nazionale, si registra un notevole successo nei settori collegati al turismo, all’agricoltura ed al piccolo artigianato, che verrebbero messi in serio pericolo dalla costruzione di centrali geotermiche. Solo per fare un esempio in Valdelsa, Magma Energy Italia srl, concessionaria del permesso di ricerca “Mensano”, vorrebbe costruire diverse centrali contro la volontà dei cittadini. La società, la cui quota di maggioranza è in mano ad un’azienda orafa aretina, senza avere mai costruito o amministrato centrali geotermiche, pretende di costruire decine di centrali e tra le altre cose ha presentato richiesta per ben due centrali pilota, ovvero impianti che dovrebbero sperimentare nuove tecnologie, proprio a ridosso di due antichi borghi toscani.
E che dire ora a quei piccoli o grandi investitori che, credendo nelle potenzialità di un territorio unico a livello mondiale, hanno investito nel turismo, in settori agricoli od artigianali spronati da quegli stessi amministratori pubblici che contemporaneamente li “tradivano” appoggiando iniziative industriali di tipo speculativo e in netta contrapposizione alla linea di sviluppo territoriale promessa. A chi dovrebbero chiedere i danni?
Luoghi conosciuti in tutto il mondo, la Val D’Elsa, la Val D’Orcia, Montalcino, San Gimignano, Volterra, tutti a rischio d’esser circondati da centrali geotermiche inquinanti, consumatrici di acqua e sicuramente estremamente impattanti a livello paesaggistico.
Infine ci si chiede se quest’abnorme aumento nel numero di centrali geotermiche sia effettivamente necessario. Grazie agli impianti solari, idroelettrici ed eolici installati negli ultimi anni in tutto il territorio nazionale, l’Italia ha raggiunto con cinque anni di anticipo gli obiettivi 20-20-20 previsti dalla Comunità Europea e la provincia di Siena è già dal 2013 “Carbon Free”. Non sembra quindi ci sia una particolare urgenza in tal senso. Inoltre la produzione regionale e nazionale dimostra che al momento vi è anzi una sovrapproduzione di energia rispetto alle esigenze di mercato.
Forse i ricchi incentivi promessi dal governo fanno la loro parte.
Il dubbio, o la quasi certezza, è che ci si trovi di fronte al solito caso di speculazione di pochi furbi che grazie all’appoggio di politici amici, attraverso leggi ad hoc, si intascano gli incentivi per la produzione di un’energia che solo loro chiamano “pulita”, incuranti del danno procurato al territorio, all’ambiente ed alla comunità. Paradossalmente, sono gli italiani stessi che attraverso il pagamento di bollette maggiorate, finanziano speculazioni di persone senza scrupoli a danno di loro stessi, del territorio e dell’economia nazionale nel suo insieme.
Possiamo permetterci tutto questo?
Possiamo permetterci di rovinare in modo permanente luoghi unici al mondo, che vengono estimati a livello planetario e che dovrebbero fungere da vero motore di sviluppo per l’Italia del futuro? Noi crediamo di no.

Comitato Difensori della Toscana

Il 13 maggio il Comitato Difensori della Toscana torna sull’argomento, in particolare le emissioni mercurio dalle centrali enel che circondano l’abitato di Larderello (Pomarance). CLICCA QUI

il 17 maggio interviene in favore dei sindaci geotermici la lista Uniti per Volterra, CLICCA QUI