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#Arruolati #Guerrieri. Il soldato Mario Tozzi contro i comitati

tozzi_ryan_02_600Il geologo Mario Tozzi, conosciuto per la sua inseparabile piccozza, tra le altre cose, tiene la rubrica ‘pianeta terra’ -che fa tanto green- sul mensile dei soci della Coop, tra un set di padelle e una pubblicità 3×2.
Nel numero del mese di giugno di quest’anno si è lanciato in un attacco ai comitati che difendono i territori dal saccheggio delle trivellazioni, in particolare prendendosela con noi dell’Amiata e con gli amici dei comitati di Ferrara che ci opponiamo alla geotermia, sostenendo che “quell’energia è rinnovabile per sempre, non ci sono emissioni inquinanti e l’impatto paesaggistico è modesto”, usando peraltro il più banale degli argomenti da bar e cioè che, visto che usiamo l’auto (di solito ci contestano di accendere le lampadine), come possiamo poi opporci alle trivellazioni?
C’è in giro uno strano esercito di #guerrieri che si battono strenuamente contro i combustibili fossili, ma altrettanto strenuamente difendono ogni altro tipo di energia cosiddetta rinnovabile, senza verificare come, dove, da chi e con quali interessi e conseguenze tali impianti vengono realizzati; Legambiente da noi è certamente la capofila, ma via via scopriamo nuovi e insospettabili #arruolati alla causa della geotermia a occhi chiusi.
Abbiamo inviato una replica al giornalino delle Coop nella -vana- speranza di una pubblicazione,  ma a tutt’oggi non ci risulta pubblicata e quindi pubblichiamo noi sia l’articolo del Tozzi che la nostra replica.

L’articolo di Mario Tozzi su Nuovo Consumo di giugno 2013:
Mi oppongo!
Quando l’opposizione delle popolazioni locali non è giustificata: il caso della geotermia, rinnovabile e non inquinante.
Dopo aver subito per decenni l’imposizione di impianti industriali catastrofici, l’Italia non sembra più disposta a chinare il capo rispetto alle esigenze produttive in chiave locale. Al punto che sembra davvero difficile mettere in opera anche un solo impianto industriale sul nostro territorio. Negli Anni Sessanta i posti più belli delle coste italiane furono sacrificati a un progresso industriale che doveva sembrare improcrastinabile: Marghera, Francavilla, Manfredonia, Brindisi, Taranto, Ragusa-Priolo, Termini Imerese, Porto Torres, Bagnoli, Civitavecchia, Piombino, La Spezia. Un po’ di raffinerie, qualche acciaieria e moltissima chimica. Oggi tutto il comparto industriale è in crisi e i lavoratori si sono ridotti di oltre il 60 per cento, ma il carico inquinante di quelle bombe chimiche è sempre lì, in attesa di essere disinnescato. Ma è possibile farlo? E con quali costi?
Una delle priorità maggiori dell’attuale ministro dell’Ambiente Orlando dovrà essere quella di recuperare quei territori dopo aver chiuso quasi tutti gli impianti.
Ma i costi sono elevatissimi, tanto che a Bagnoli i giudici sospettano che ditte appaltanti, amministratori locali e, addirittura, direttori generali del Ministero, fossero coinvolti in una megatruffa che consisteva nel non fare assolutamente nulla per disinquinare, tanto l’obiettivo non sarebbe mai stato raggiunto. E i tempi? Parliamo di decenni. Varrebbe appena la pena di ricordare che a pagare dovrebbero essere i padroni, ma spesso si trattava di impianti a partecipazione statale e, dunque, ecco che paghiamo tutti noi. Oggi sono cambiate le cose?
Non ci sono più, per fortuna, pretese industriali sovradimensionate, però la conflittualità locale è aumentata e le popolazioni non sono più disposte a sopportare imposizioni sui propri territori.
Molte volte hanno ragione: nuovi impianti di incenerimento dei rifiuti, per esempio, non hanno più quelle giustificazioni che potevano avere anche solo dieci anni fa. E hanno ragione nel combattere chi continua a puntare sui combustibili fossili maggiormente inquinanti e a pretendere maggiori efficienze e risparmi. Ma alcune opposizioni non si riescono a comprendere. Una di quelle meno giustificate è l’opposizione alla geotermia, gonfiata dalle polemiche sulle trivellazioni, ritenute addirittura responsabili di sismi come quello emiliano dello scorso anno. Intanto questo non è fisicamente possibile, ma come si fa a opporsi allo sfruttamento del calore del sottosuolo? Purché piova, quell’energia è rinnovabile per sempre, non ci sono emissioni inquinanti e l’impatto paesaggistico è modesto. Eppure dal Monte Amiata a Ferrara insorgono comitati contro l’energia geotermica. È davvero bizzarro che chi si è sciroppato per decenni senza protestare l’inquinamento delle fonti fossili comunque declinato, e magari usa l’auto tutti i giorni, oggi si sollevi contro una forma di energia pulita e rinnovabile. Basterebbe studiare un po’ per fare le distinzioni necessarie.

La nostra replica:
DOTTOR TOZZI, PERCHE’ INVECE DI RIPROPORRE LUOGHI COMUNI, NON CI DA UNA MANO A CAPIRE COSA SUCCEDE IN AMIATA?
“Basterebbe studiare un po’ per fare le distinzioni necessarie.”
Con questo lapidario giudizio il Dott.Mario Tozzi liquida la lotta di quanti, “dal Monte Amiata a Ferrara”, si oppongono allo sviluppo della geotermia, da lui considerata “una forma di energia pulita e rinnovabile”, priva di “emissioni inquinanti” e con un “impatto paesaggistico modesto”.
Noi non conosciamo a fondo ciò che accade a Ferrara, ma per quanto riguarda la geotermia in Amiata possiamo rassicurare il Dott.Tozzi sul fatto che abbiamo studiato, e molto approfonditamente, la questione, giungendo a conclusioni diametralmente opposte alle sue, fino a farci sospettare del fatto che chi ha bisogno di studiare e fare le distinzioni necessarie non siamo certo noi.
La geotermia che si è andata sviluppando in Amiata è probabilmente la più sporca a livello planetario, proprio a causa della peculiarietà del sottosuolo: basta dare un’occhiata alla qualità ed alle quantità delle sostanze inquinanti contenute nei fluidi emessi dalle centrali della nostra zona e scaricate in atmosfera, per restare sorpresi rispetto a definizioni ormai diventate luoghi comuni, peraltro avvalorate da disposizioni legislative anche a livello europeo.
Dai risultati delle analisi effettuate dall’ARPAT in questi anni emerge in tutta evidenza l’enorme imbroglio perpetrato nel considerare l’energia geotermica una energia “pulita”, addirittura esclusa dalle fonti soggette all’applicazione del protocollo di Kyoto, quando invece le quantità di sostanze climalteranti che fuoriescono dalle centrali, in particolare da quelle dell’Amiata (anidride carbonica,  metano etc.) sono anche superiori a quelle di centrali a petrolio o a gas di eguale potenza.
La rinnovabilità, poi, è esclusivamente legata alla possibilità di spingere sempre più in basso le perforazioni alla ricerca di nuovi campi (ormai si sfruttano quelli a 3.500-4.000 m. di profondità, fra l’altro sempre più ricchi di sostanze inquinanti) man mano che i bacini superficiali si esauriscono.
Un’indagine epidemiologica elaborata dal CNR per conto dell’Agenzia Regionale di Sanità, evidenzia eccessi di mortalità e di ospedalizzazione nel sesso maschile dei comuni geotermici amiatini del 13% rispetto ai comuni vicini, con punte del 30% nei territori maggiormente esposti alle emissioni delle centrali; di fatto gli estensori dello studio negano che il problema sia dipeso dalla sfruttamento geotermico, ma non sanno dare altre e più plausibili spiegazioni a questi eccessi.
Ciononostante la Regione Toscana ha approvato progetti che prevedono il raddoppio della produzione geotermica nell’area di Piancastagnaio ed addirittura la triplicazione in quella di Bagnore, nel Comune di Santa Fiora.
In merito agli aspetti paesaggistici, basti ricordare che nella Valutazione di Impatto Ambientale per  la costruzione di Bagnore 4, da 40 MW. di potenza, non è stato preso in minima considerazione il parere espresso dalla Soprintendenza  per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Siena, che al primo punto del contributo istruttorio afferma:
…”1. considerare una posizione meno invasiva e meno visibile dalla Strada Provinciale Santa
Fiora e la Strada Provinciale dei Monte Amiata anche valutando di modulare diversamente gli impianti per evitare una concentrazione visiva tra le due centrali;…”
Anzi, l’ultima soluzione escogitata da ENEL è andata proprio nella direzione opposta, dal momento che l’interconnessione impiantistica fra Bagnore 3 e Bagnore 4 darà luogo ad un’unica immensa centrale da 60 MW., cui si affiancherà l’impianto pilota a ciclo binario, fino a raggiungere l’edificio sede della vecchia Bagnore 2 e l’area delle apparecchiature elettriche di trasformazione e trasporto dell’energia, per realizzare un vero e proprio agglomerato di edifici industriali, torri e fumarole unico in tutta la Toscana.
Ultimamente, inoltre, sono stati pubblicati una serie di studi e ricerche sulla sismicità indotta da attività di estrazione e/o reiniezione di fluidi nel sottosuolo, ultimo quello del Prof. Marco Mucciarelli dell’Università della Basilicata sul n. 1-2/2013 della rivista Ingegneria Sismica, in cui si evidenziano possibili effetti di amplificazione della sismicità naturale a seguito di tali operazioni; fra l’altro il Prof. Mucciarelli relaziona proprio a queste attività il terremoto con epicentro in Val di Paglia (Comune di Piancastagnaio) dell’1/04/2000.
Si tratta di fenomeni ancora poco studiati in Italia ma che rivestono un grande interesse anche sull’Amiata, il cui territorio è in gran parte classificato in seconda categoria, se solo si confronta la carta storica dei terremoti fino al 1990 con quella della sismicità attuale, che evidenzia un numero molto superiore di eventi nell’ultimo periodo.
Siamo sicuri che in questo campo il Dott. Tozzi potrebbe fornire un rilevante contributo scientifico.

Il Cittadino online del 3 dicembre 2013
Sos Geotermia risponde al geologo Tozzi
“Basta luoghi comuni, ci spieghi che succede in Amiata”
PIANCASTAGNAIO. In un articolo apparso su Nuovo Consumo di giugno 2013, il geologo Mario Tozzi (quello con la piccozza che in tante trasmissioni televisive cercava di conciliare divulgazione e scientificità), sosteneva che nell’odierno panorama italiano “non ci sono più, per fortuna, pretese industriali sovradimensionate, però la conflittualità locale è aumentata e le popolazioni non sono più disposte a sopportare imposizioni sui propri territori. Molte volte hanno ragione: nuovi impianti di incenerimento dei rifiuti, per esempio, non hanno più quelle giustificazioni che potevano avere anche solo dieci anni fa. E hanno ragione nel combattere chi continua a puntare sui combustibili fossili maggiormente inquinanti e a pretendere maggiori efficienze e risparmi. Ma alcune opposizioni non si riescono a comprendere. Una di quelle meno giustificate è l’opposizione alla geotermia, gonfiata dalle polemiche sulle trivellazioni, ritenute addirittura responsabili di sismi come quello emiliano dello scorso anno. Intanto questo non è fisicamente possibile, ma come si fa a opporsi allo sfruttamento del calore del sottosuolo? Purché piova, quell’energia è rinnovabile per sempre, non ci sono emissioni inquinanti e l’impatto paesaggistico è modesto. Eppure dal Monte Amiata a Ferrara insorgono comitati contro l’energia geotermica. È davvero bizzarro che chi si è sciroppato per decenni senza protestare l’inquinamento delle fonti fossili comunque declinato, e magari usa l’auto tutti i giorni, oggi si sollevi contro una forma di energia pulita e rinnovabile. Basterebbe studiare un po’ per fare le distinzioni necessarie”.
Inevitabile la reazione di SOS Geotermia, che si è sentita chiamata direttamente in causa, e che dopo aver cercato inutilmente la pubblicazione della propria replica su Nuovo Consumo, definito “giornalino della Coop”, ha pubblicato nel proprio sito la risposta al geologo, non senza aver prima ricordato che “c’è in giro uno strano esercito di #guerrieri che si battono strenuamente contro i combustibili fossili, ma altrettanto strenuamente difendono ogni altro tipo di energia cosiddetta rinnovabile, senza verificare come, dove, da chi e con quali interessi e conseguenze tali impianti vengono realizzati; Legambiente da noi è certamente la capofila, ma via via scopriamo nuovi e insospettabili #arruolati alla causa della geotermia a occhi chiusi”.
…segue ns. lettera di risposta a Tozzi

Ennesimo attacco a Sos Geotermia: non ci facciamo intimidire

20131022_rossi_fuga_amiata_02Nel frattempo nessuno indaga sulle nostre denunce su salute e ambiente

SOS Geotermia ancora sotto attacco giudiziario: Velio, come attivista del coordinamento, è sotto indagine per manifestazione non autorizzata e oltraggio a pubblico ufficiale, fatti avvenuti in occasione del Convegno con il Presidente della Regione Toscana e gli imprenditori locali a Castel del Piano il 22 ottobre us.
Colpire un attivista di Sos Geotermia significa colpire chi dissente, quindi tutti noi come coordinamento, gruppi, comitati che lottano in difesa del proprio territorio, contro la devastazione dell’Amiata. La presenza davanti al Comune con volantinaggio e striscioni è stata la diretta conseguenza del diniego e impedimento da parte del sindaco di Castel del Piano, alla richiesta di diversi cittadini, di entrare nella sala per partecipare al Convegno; ingresso garantito invece ad altri, che sicuramente non erano inseribili nella categoria degli “imprenditori”, a cui sarebbe stata -teoricamente- limitata la partecipazione.
Rivendichiamo il fatto che abbiamo sempre manifestato le nostre opinioni nel rispetto delle norme, ma anche nella consapevolezza dei diritti costituzionali alla pubblica manifestazione delle opinioni e ripetutamente ci siamo appellati al rispetto della legalità e legittimità non sempre osservate dalle Pubbliche Amministrazioni, le quali si sono sempre dimostrate sorde alle nostre istanze e alle nostre documentate  argomentazioni, riguardo ai gravi rischi per la salute dei cittadini, la tutela del nostro bacino idrico, del nostro patrimonio ambientale e di un diverso progetto sociale e economico.
> Più volte abbiamo scritto e denunciato le quantità di emissioni degli impianti geotermici in Amiata climalteranti e cancerogene, che è un falso affermare che la Geotermia in Amiata sia sostenibile e rinnovabile e che perciò non dovrebbe godere dei contributi pubblici per le energie rinnovabili, ma nulla è successo.
>  Più volte abbiamo denunciato e documentato i falsi in atti pubblici commessi dalla Commissione VIA della Regione Toscana a proposito del parere positivo che sarebbe stato espresso dall’Agenzia Regionale di Sanità sull’impatto sanitario di Bagnore 4, ma nulla è successo.
>  Più volte abbiamo scritto e documentato come le emissioni della Geotermia concorrono nel determinare l’eccesso, statisticamente documentato, di mortalità nei comuni geotermici dell’Amiata, ma nulla è successo.
Continueremo a farlo, denunciando il silenzio e la connivenza politica della regione Toscana e dei nostri Amministratori per lo scempio ambientale, economico e sociale che si sta perpetrando sull’Amiata.
Denunciamo chi oggi, non avendo argomenti per controbattere le nostre denunce, vorrebbe spostare il confronto sul piano giudiziario e della repressione. Noi non ci stiamo, rivendichiamo tutte le azioni che i cittadini, singolarmente o in associazione, compiono in difesa del territorio contro la geotermia, contro chi la realizza e chi la sostiene e da essa ne trae vantaggio, economico ed elettorale.

Invitiamo tutti a inviare messaggi di solidarietà a: sos-geotermia@bruttocarattere.org

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La Nazione del 29 novembre 2013
CASTEL DEL PIANO L’ESPONENTE DEL COMITATO È STATO SENTITO DALLA DIGOS
«Colpire Velio è colpire tutti noi»
SoS Geotermia scende in campo dopo la vicenda dell’attivista
SOS GEOTERMIA Amiata: «Colpire un nostro attivista significa colpire chi dissente, quindi tutti noi come coordinamento, gruppi, comitati che lottano in difesa del proprio territorio». Così il comitato lancia, attraverso una forte espressione di lotta per la propria difesa, la risposta, almeno verbale, alla vicenda giudiziaria che vede al centro Velio Arezzini, attivista di Sos Geotermia, sentito dalla Digos per «manifestazione non autorizzata e oltraggio a pubblico ufficiale». I fatti fanno riferimento al Convegno del 22 ottobre, quando il governatore della Regione Enrico Rossi ha incontrato gli imprenditori amiatini». La nostra presenza davanti al Comune afferma il comitato con volantinaggio e striscioni è stata la diretta conseguenza del diniego e impedimento da parte del sindaco di Castel del Piano, alla richiesta di diversi cittadini di entrare nella sala per partecipare al Convegno. L’ingresso invece è stato garantito ad altri dicono che sicuramente non erano inseribili nella categoria degli imprenditori a cui sarebbe stata limitata la partecipazione». Ciò che Sos Geotermia denuncia è un «filtro» all’ingresso del Convegno che definiscono discriminante nei loro confronti. In realtà il convegno, che si è svolto secondo le tematiche impostate, ha visto sia l’intervento di alcuni importanti imprenditori dell’Amiata che hanno rivolto al Governatore importanti quesiti e sollecitato alcune questioni di carattere specifico, sia l’intervento di alcuni attivisti del comitato Sos geotermia i quali hanno potuto parlare spiegando le proprie ragioni dallo stesso microfono cui ha parlato il governatore. A parlare e a rivolgere l’attenzione sui disagi ambientali che il comitato Sos geotermia denuncia è stato proprio l’attivista Velio Arezzini. «Questo è l’ennesimo attacco a Sos Geotermia. continua il Comitato . Rivendichiamo il fatto che abbiamo sempre manifestato le nostre opinioni nel rispetto delle norme, ma anche nella consapevolezza dei diritti costituzionali alla pubblica manifestazione delle opinioni e ripetutamente ci siamo appellati al rispetto della legalità e legittimità non sempre osservate dalle pubbliche Amministrazioni, le quali si sono sempre dimostrate sorde alle nostre istanze e alle nostre documentate argomentazioni, riguardo ai gravi rischi per la salute dei cittadini, la tutela del nostro bacino idrico, del nostro patrimonio ambientale e di un diverso progetto sociale ed economico».

Il Tirreno del 29 novembre 2013
Geotermia e proteste. Indagato un attivista
Manifestazione non autorizzata e oltraggio a pubblico ufficiale le ipotesi di reato per i fatti del 22 ottobre a Castel del Piano. Il comitato Sos: «Noi non ci stiamo»
di Fiora Bonelli
CASTEL DEL PIANO Velio Arezzini, di Abbadia San Salvatore, attivista del coordinamento di Sos Geotermia «è sotto indagine per manifestazione non autorizzata e oltraggio a pubblico ufficiale, per i fatti avvenuti in occasione del convegno con il Presidente della Regione Toscana Rossi e gli imprenditori locali a Castel del Piano il 22 ottobre scorso». Lo rende noto lo stesso movimento antigeotermico, sottolineando come «colpire un attivista di Sos Geotermia significa colpire chi dissente, quindi tutti noi come coordinamento, gruppi, comitati che lottano in difesa del proprio territorio». Il fatto si riferisce dunque al giorno della visita del presidente Rossi a Castel del Piano e in particolare al pomeriggio dedicato all’incontro con gli imprenditori, quando Sos Geotermia organizzò una manifestazione davanti al municipio dove si teneva l’incontro, arrivando a un faccia a faccia anche col primo cittadino di Castel del Piano. Proprio il sindaco Claudio Franci ricorda che «l’incontro era riservato alle imprese, non era una pubblica assemblea e l’argomento non era la geotermia. Noi _ rammenta Franci _ nonostante questo, abbiamo garantito al gruppo la massima rappresentatività, consentendo a una delegazione di quattro persone di entrare e prendere la parola. Non potevamo certamente far entrare tutti come Sos geotermia aveva chiesto. Disponibilità sì, ma confusione no. Fra l’altro _ aggiunge Franci _ già la mattina a Montenero d’Orcia, prima tappa della visita di Rossi, il sindaco aveva concesso ad alcuni esponenti di Sos geotermia di parlare. Dunque mi pare che nulla sia stato loro impedito, perché hanno partecipato e hanno parlato». I rappresentanti del coordinamento antigeotermico raccontano un’altra storia: «La presenza davanti al Comune con volantinaggio e striscioni _ dicono _ è stata la diretta conseguenza del diniego e impedimento da parte del sindaco di Castel del Piano, alla richiesta di diversi cittadini, di entrare nella sala per partecipare al convegno; ingresso garantito invece ad altri, che sicuramente non erano inseribili nella categoria imprenditori». Sos geotermia evidenzia come i suoi membri abbiano «sempre manifestato nel rispetto delle norme, ma anche nella consapevolezza dei diritti costituzionali alla pubblica manifestazione delle opinioni»; e sottolinea anche come le denunce depositate già da tempo dal coordinamento per stigmatizzare fatti e comportamenti, non abbiano per ora avuto risposte ufficiali: «Più volte abbiamo scritto e documentato come le emissioni della geotermia concorrono nel determinare l’eccesso, statisticamente documentato, di mortalità nei comuni geotermici dell’Amiata, ma nulla è successo. Continueremo a farlo». E concludono: «Denunciamo chi oggi, non avendo argomenti per controbattere le nostre denunce, vorrebbe spostare il confronto sul piano giudiziario e della repressione. Noi non ci stiamo, rivendichiamo tutte le azioni che i cittadini compiono in difesa del territorio contro la geotermia».

Contropiano del 28 novembre 2013
Sos Monte Amiata. Attivisti sotto tiro
…segue ns. comunicato

EcoMagazine.info del 28 novembre 2013
Ennesimo attacco a Sos Geotermia: non ci facciamo intimidire.
Nel frattempo nessuno indaga sulle nostre denunce su salute e ambiente
…segue ns. comunicato

Prima Pagina Chiusi del 27 novembre 2013
AMIATA. “ENNESIMO ATTACCO A SOS GEOTERMIA: NON CI FACCIAMO INTIMIDIRE”
In un comunicato stampa, il Comitato Sos Geotermia, protesta per l’indagine a carico di un attivista. Manifestazione non autorizzata e oltraggio a pubblico ufficiale le accuse.
Siena – Come anticipato nei giorni scorsi dalla stampa locale, un attivista del Comitato Sos Geotermia che da tempo ha ingaggiato una lotta contro lo sfruttamento della geotermia, risulta indagato:  ”Nel frattempo nessuno indaga sulle nostre denunce su salute e ambiente” denuncia polemicamente un passaggio del comunicato che riportiamo in toto: …
…segue ns. comunicato

Grosseto Oggi del 27 novembre 2013
Sos Geotermia: “Questo ennesimo attacco non ci spaventa”
Il comunicato del gruppo ambientalista in merito alla denuncia verso un attivista
CASTEL DEL PIANO – Pubblichiamo integralmente il comunicato dell’associazione Sos Geotermia, coordinamento che si occupa della tutela dell’ambiente, in merito ad una denuncia recapitata ad un attivista del gruppo.
…segue ns. comunicato

GoNews del 27 novembre 2013
Sos Geotermia denuncia: “Ennesimo attacco ma non ci facciamo intimidire”
…segue ns. comunicato

Cortocircuito del 27 novembre 2013
Amiata- Denunce per chi contesta la geotermia di Enel ed Enrico Rossi
…segue ns. comunicato

Il Cittadino online del 27 novembre 2013
“Ennesimo attacco a Sos Geotermia: non ci facciamo intimidire”
“Nel frattempo nessuno indaga sulle nostre denunce su salute e ambiente”, dice il Comitato
…segue ns. comunicato

GoNews del 27 novembre 2013
Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua sostiene la ‘lotta’ di Velio
E’ attivista di Montelibero e Sos Geotermia
Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua esprime piena solidarietà a Velio, attivista del movimento Montelibero e Sos Geotermia denunciato per manifestazione non autorizzata e oltraggio a pubblico ufficiale.
Si tratta di un palese atto intimidatorio nei confronti di Velio e di coloro che si battono contro le nuove forme di sfruttamento del loro territorio e a favore di un nuovo modello economico e sociale.
La denuncia si riferisce alle pacifiche manifestazioni organizzate in occasione della visita del Governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi, in cui il “pericoloso” Velio faceva parte della delegazione autorizzata a seguire i lavori dentro il Palazzo Comunale di Castel Del Piano.
Certi che non sarà l’intimidazione a fermare la mobilitazione, il Movimento per l’Acqua sostiene con forza le istanze dei cittadini dell’Amiata e torna a denunciare la scelleratezza delle politiche Enel sul territorio amiatino.

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MESSAGGI DI SOLIDARIETA’

Comunicato del 1 dicembre 2013 della Federazione Toscana del Partito dei CARC
La Federazione Toscana del Partito dei CARC esprime la propria solidarietà a SOS Geotermia e in particolare a Velio, indagato per resistenza a pubblico ufficiale e manifestazione non autorizzata a seguito della giusta e utile contestazione al presidente della Regione Rossi lo scorso 22 ottobre. Questo atto intimidatorio indica che il lavoro di questa e delle altre organizzazioni popolari che combattono contro lo scempio ambientale dell’Amiata causato dallo sfruttamento geotermico (spacciato come “energia rinnovabile”) e per la tutela della salute va nella giusta direzione, e che il nemico è debole se deve ricorrere a questi mezzi; come recitava lo striscione “Fuori l’Enel Dall’Amiata, Fuori Rossi dalla Toscana”, Rossi deve essere cacciato con tutti i suoi soci, responsabili anche della voragine della Sanità e dei tagli selvaggi ai servizi pubblici, della speculazione del Tav e dei rifiuti contaminati interrati in Mugello, del Grossetano disastrato che si alluviona ad ogni pioggia,  degli inceneritori con cui vogliono avvelenarci: una vera e propria situazione di emergenza, a cui l’ attuale classe dirigente non vuole (e non può) porre rimedi!
All’Assemblea Operaia svoltasi scorso giugno a Firenze, Velio ed altri relatori dissero che (…) le organizzazioni operaie e popolari devono coalizzarsi per combattere questa classe dirigente, espressione della putrescente Repubblica Pontificia, che ci porta al disastro per i propri interessi e non ha il minimo scrupolo morale nel farlo; il tema del lavoro utile e dignitoso per tutti fu posto con forza come collante delle diverse vertenze, e da quello dobbiamo partire perchè la Toscana inverta la rotta: con la raccolta differenziata spinta, la tutela costante del territorio, il ripristino ed il potenziamento dei servizi di pubblica utilità. Per fare questo serve una Amministrazione Regionale di Emergenza che mobiliti le organizzazioni popolari e operaie a prendere in mano la situazione, come è stato affermato anche nel campeggio dello scorso luglio proprio sull’ Amiata. Nessun Governo regionale espressione della borghesia userà le risorse se non per Grandi Opere Inutili e dannose, project financing e privatizzazioni selvagge (Ospedali di Lucca e Massa, svendita dell’ Ataf) speculazioni e scempi ambientali in nome del profitto e a favore degli “amici degli amici”.
La solidarietà è la nostra arma per impedire che ci intimidiscano, che dividano la nostra lotta tra buoni e cattivi: usiamola per vincere!

Comunicato 27 novembre 2013 del comitato No Trivelle in Sardegna
No Trivelle in Sardegna esprime totale sgomento per le azioni legali intraprese contro Velio e Sos Geotermia a cui rivolgiamo tutta la nostra solidarietà, informare e informarsi è un diritto sancito a livello europeo, i cittadini hanno quindi diritto di sapere e partecipare a convegni indetti dalla Regione visto che gli accordi intrapresi con l’imprenditoria ricadono sulle scelte sociali e sulla vita di tutti.
Dalla Sardegna in un momento dove le scelte scellerate intraprese a seguito di connivenze spesso poco chiare tra politica e imprenditoria hanno causato gli scempi che sono sotto gli occhi di tutti, cementificazioni selvagge e condoni edilizi hanno creato il teatro dove si è consumata la scena dell’alluvione che ha causato tanta sofferenza e perdite umane ed economiche.
Allo stesso modo la geotermia, che ora minaccia anche la nostra isola, ha dimostrato negli anni di prestarsi alla mera speculazione più che un vantaggio per la popolazione con dimostrati danni e stravolgimenti a salute e territorio, a tal proposito chiediamo rispetto per i comitati veri portatori di interessi per la comunità e il libero coinvolgimento della popolazione nelle scelte di pubblico interesse ai sensi della Convenzione di Aarhus del 2005 del quale la regione Toscana sino a prova contraria deve tener conto come tutti, la cittadinanza è quella che l’eletto presidente della regione rappresenta e si deve fare tutore degli interessi sociali prima che di quelli economici.
Corallo Giordano – No Trivelle in Sardegna

Comunicato 27 novembre 2013 del Comitato Beni Comuni Val di Cecina
Complici e solidali
Esprimiamo la più ampia solidarietà e vicinanza a Velio Arezzini, partigiano dell’Amiata e militante di SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata che da anni combatte per la salvaguardia del territorio e per il diritto alla salute della popolazione amiatina, sottoposta al selvaggio ed estremamente nocivo sfruttamento geotermico da parte di ENEL col benestare di Regione e istituzioni locali accecate dalla politica della compensazione e incuranti delle reali esigenze del territorio e dei suoi abitanti.
A circa un mese di distanza dalla contestazione pacifica nei confronti del Presidente Rossi e delle istituzioni locali, Velio è stato denunciato per manifestazione non autorizzata e oltraggio a pubblico ufficiale: una chiara intimidazione e tentativo di reprimere ogni forma di mobilitazione contro  lo sfruttamento del territorio, per il diritto alla salute e per un nuovo modello economico e sociale.
Il Comitato Beni Comuni Val di Cecina ha aderito sin dal suo nascere al Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata e al suo Manifesto, ne condivide gli intenti ed è pienamente complice e solidale con la battaglia che porta avanti, anche perché lottiamo contro lo stesso scempio ambientale e attacco alla salute che qui in Val di Cecina va avanti da un secolo. Per capire di cosa stiamo parlando basta porre l’attenzione sui dati di un’indagine epidemiologica dell’Agenzia regionale sanità (ARS) condotta su 16 comuni dell’area geotermica toscana e che ha accertato ben 535 morti in più nel periodo 2000/2006 a fronte di un contributo energetico di circa 800 megawatt su  5.200 mw istallati in Toscana, di cui oltre 470 fotovoltaici.
Velio uno di noi!
Diciamo no alle compensazioni ambientali!
Si alla moratoria su tutta l’attività geotermica!
Si alla salvaguardia dell’ambiente, si alla tutela del diritto alla salute, si ad un lavoro utile e dignitoso!

Comunicato 26 novembre 2013 dei Cobas Energia – Cobas Lavoro Privato – Confederazione Cobas
Siamo alle solite : ” l’Enel ordina,le forze dell’ordine fanno rapporto, la magistratura denuncia” !
Una storia che si ripete ovunque si manifesti l’opposizione alle scellerate scelte energetiche : avviene in Amiata come in Colombia( diga del Quimbo), diversi i soggetti e le popolazioni, stesse mani quelle sporche dell’Enel!
Caro Velio, il Cobas Energia e l’intera Confederazione Cobas ti sono vicini e solidali, inpegnati in tuo sostegno e di quanti in Amiata si battono per la giusta causa dello Stop alle produzioni geotermiche.

Comunicato 26 novembre 2013 del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
Solidarietà a Velio, sostegno al movimento Montelibero in lotta sull’Amiata
Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua esprime piena solidarietà a Velio, attivista del movimento Montelibero e Sos Geotermia denunciato per manifestazione non autorizzata e oltraggio a pubblico ufficiale. Si tratta di un palese atto intimidatorio nei confronti di Velio e di coloro che si battono contro le nuove forme di sfruttamento del loro territorio e a favore di un nuovo modello economico e sociale. La denuncia si riferisce alle pacifiche manifestazioni organizzate in occasione della visita del Governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi, in cui il “pericoloso” Velio faceva parte della delegazione autorizzata a seguire i lavori dentro il Palazzo Comunale di Castel Del Piano.
Certi che non sarà l’intimidazione a fermare la mobilitazione, il Movimento per l’Acqua sostiene con forza le istanze dei cittadini dell’Amiata e torna a denunciare la scelleratezza delle politiche Enel sul territorio amiatino.

Comunicato 25 novembre 2013 del movimento antigeotermico amiatino Montelibero
Il re è nudo
A maggio con la manifestazione dei comitati contro Enel è iniziata la “primavera” amiatina, proseguita con il campeggio dei movimenti in Amiata di  luglio  e  la mobilitazione internazionale del 12 ottobre, preceduta dall’occupazione del comune di Arcidosso. Più si avvicina l’inverno, però, (sarà forse per effetto del teleriscaldamento) e più nervosismo sembra provocare l’argomento “Enel-geotermia” da parte di alcune amministrazioni amiatine. E così, dopo le denunce contro i mulini a vento del primo cittadino di Piancastagnaio, le scenate pubbliche del sindaco Verdi alla contestazione al concerto di Cristicchi a Santa Fiora, l’inaugurazione clandestina delle centrali a Piancastagnaio, siamo qui oggi a raccontare un’altra storia di malagestione del territorio amiatino, una storia tanto grave quanto grottesca. E’ il 22 ottobre di quest’anno e addirittura il governatore Rossi decide di salire a Castel del Piano per una gita in montagna con l’obiettivo di “tranquillizzare” gli imprenditori amiatini sullo sviluppo futuro del territorio. Per cui oltre a vari convenevoli si organizza un incontro pubblico in comune. Ovviamente i comitati Sos Geotermia e Montelibero oltre a vari cittadini del paese decidono di intervenire a quest’incontro per ricordare a Rossi, alle istituzioni locali presenti in massa (quando si parla di soldi non manca nessuno) e agli imprenditori, che lo sviluppo di quest’area non può prescindere da una gestione completamente diversa della questione ambientale,  contestando le scellerate politiche di Enel nel territorio, avallate tanto dalla giunta di Castel del Piano quanto dal presidente Rossi. Molto “democraticamente” viene negato ai cittadini l’accesso all’incontro e viene ristretta la partecipazione ad una delegazione. Non rimane agli attivisti e attiviste, ingiustamente tenuti fuori da un incontro pubblico, che volantinare raccontando alla gente di cosa si stava discutendo in quella iniziativa blindata. Il tutto si svolge nella massima tranquillità mentre dentro dal microfono risuonano gli interventi della delegazione che spiegano le ragioni dei comitati.Arriviamo a questa settimana quando un attivista dei comitati, Velio, lo stesso che aveva parlato a Rossi, viene denunciato per manifestazione non autorizzata e oltraggio a pubblico ufficiale.Insomma, ancora una volta una palese intimidazione nei confronti di chi si batte localmente contro le devastanti politiche di Enel, l’asservimento delle istituzioni locali, la costruzione della nuova centrale di Bagnore 4. E’ chiaro il tentativo di reprimere ogni forma di mobilitazione di quegli amiatini che lottano contro le nuove forme di sfruttamento del loro territorio e in difesa di un nuovo modello economico e sociale. È altrettanto chiaro e evidente che non sarà questo tipo di intimidazioni a fermare la volontà e la determinazione di chi si batte concretamente per una Amiata diversa, non asservita a Enel, né ai poteri costituiti! Nei confronti di Velio, la nostra più completa solidarietà e complicità!

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messaggi su facebook

NO Megacentrale: Si stanno oltrepassando i limiti e calpestando i diritti dei cittadini; non si rispettano i diritti costituzionali, stiamo entrando in un mondo oscuro dove si vuole amministrare la cosa pubblica senza il consenso. Forse è giunto il momento di chiedere chiarezza alla politica e a coloro che sono stati delagati ad amministrare. Forse si potrebbe richiedere un referendum popolare, mossa rischiosa, ma potrebbe anche essere una strada percorribile.

Comitato Difensori della Toscana: Tutta la nostra solidarietà a Velio Arezzini!

> La solidarietà della rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul territorio bastamortesullavoro@gmail.com

Emilia Santella: Un messaggio di solidarietà a tutti i compagni Amiatini che lottano per la salute di tutti i cittadini. 

Ugo Manetti: Piena solidarietà a SOS geotermia con l’invito a “NON MOLLARE”!

Simonetta Giardina: MASSIMA SOLIDARIETA’

Antonio Pacini: Tutta la solidarietà e complicità a chi combatte per il bene del territorio in cui abita! Fuori legge ci sono i soffioni; dovrebbero rispondere in un processo per quello che hanno commesso e permesso nella nostra montagna. Ma alla fine arriverà anche per loro il verdetto.

Cristina Marti Tequila Tequi: Dai che ti siamo vicini!!!

Piancastagnaio, 16 novembre 2013. Incontro sulla salute: Un Altro Punto di Vista

20131116_incontro salute piano_imgLo stato di salute delle popolazioni residenti nelle Aree Geotermiche alla luce dello Studio epidemiologico dell’ARS Toscana e dei rilevamenti dell’Arpat Toscana.
Appuntamento per tutti a Piancastagnaio, il 16 novembre alle ore 16, presso il Centro Anziani

Il coordinamento Sos geotermia continua solitario nell’opera di informazione, nel colpevole silenzio dei nostri amministratori  durato fin troppi anni, anche quando l’Europa obbligava a tale informazione, come nel caso del superamento dei limiti dell’arsenico nell’acqua mai apertamente dichiarato
Sicuramente oggi, dopo i dati sulle emissioni delle centrali geotermiche diffusi dall’Arpat dal 2008 e, ancor più, dopo lo Studio epidemiologico presentato nel 2010 e aggiornato nel 2013 da parte dell’Ars, non è più possibile per nessuno sottrarsi alle proprie responsabilità sia in merito alla diffusione di questi dati sull’impatto sanitario a carico della popolazione locale sia in merito ai conseguenti provvedimenti che ci si aspetterebbe per la tutela della salute che, ricordiamo, è ancora una responsabilità in capo ai sindaci e, per estensione, agli amministratori locali tutti.
Ben sappiamo che, a volte, i molti dati prodotti sono di difficile lettura e purtroppo assistiamo all’estrapolazione e diffusione solo delle conclusioni che, come nel caso dello studio epidemiologico dell’Ars, troppo facilmente tendono a sottovalutare il problema sanitario e ad escludere la responsabilità dell’inquinamento ambientale  quale concausa delle patologie e della mortalità in eccesso che pur lo stesso studio rileva come significativi (come quel 13% in più che corrisponde a ben 2 morti al mese in più rispetto ai comuni limitrofi ed alla regione). L’unica cosa di cui gli estensori dello studio ARS sono certi è che non sanno quali sono le ragioni di tali aumenti di mortalità e patologie, cosa inaccettabile per chi in Amiata vive con le proprie famiglie.
Per questo SOS geotermia si è sentita  in dovere di promuovere pubblicazioni ed incontri affinchè le popolazioni dell’Amiata vengano informate sui dati e sui rischi sanitari e non solo, ma intende rivolgersi anche agli operatori del settore e agli amministratori locali affinchè, presa conoscenza della situazione, possano correttamente esercitare il loro ruolo e, soprattutto in base al ‘principio di cautela’ previsto dalla normativa europea, spingersi a decretare per un immediato fermo delle attività estrattive e dei cantieri.
SOS Geotermia ha invitato all’incontro di Piancastagnaio, che si terrà il 16 novembre alle ore 16 presso il Centro Anziani, oltre alla cittadinanza tutta, il sindaco, i consiglieri comunali ed i medici di zona.
Durante l’incontro ci sarà un collegamento in diretta con il Dott.Valerio Gennaro dell’Istituto Tumori di Genova che, insieme all’associazione Medicina Democratica, ha lavorato con il coordinamento alla lettura dei dati sanitari.

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Il Cittadino online del 20 novembre 2013
Geotermia i dati Arpat preoccupano il Comitato
Le emissioni, i dati epidemiologici nell’incontro di Piancastagnaio
di Fabrizio Pinzuti
PIANCASTAGNAIO. L’Arpat (Agenzia regionale per l’ambiente Toscana) certifica ufficialmente che in un anno le centrali dell’Amiata rilasciano in atmosfera 2.799 tonnellate di acido solforico, 28,97 chili di arsenico, 2.460 tonnellate di ammonio, 889,14 chili di mercurio, 11,01 tonnellate di acido borico e 655.248 tonnellate di anidride carbonica, senza spiegare dove finiscono queste sostanze. Una risposta, molto preoccupante, secondo SOS Geotermia, coordinamento dei movimenti per l’Amiata, l’ha data invece l’ARS (Agenzia Regionale Salute) nello studio sullo “Stato di salute delle popolazioni residenti nelle aree geotermiche della Toscana” a un’altra domanda: esiste una relazione tra incrementi di malattie e concentrazioni crescenti, nell’ambiente, degli stessi inquinanti prodotti in maniera consistente anche dalle centrali geotermiche? La risposta è stata «sì», in 54 relazioni «statisticamente significative». «Pertanto con il linguaggio della logica, valida dai tempi di Aristotele – spiega Sos Geotermia – possiamo ritenere come vera l’esistenza di una relazione tra l’aumento notevole di malattie registrato e le concentrazioni crescenti di diversi inquinanti. Essendo riconosciuta nei comuni geotermici come vera anche la relazione tra gli stessi inquinanti presenti nell’ambiente e le emissioni delle centrali geotermiche, possiamo affermare come vero che l’eccesso di malattie è anche funzione delle emissioni delle centrali geotermiche».
E’ stato questo uno dei punti più dibattuti dell’incontro svoltosi sabato scorso 16 novembre a Piancastagnaio, nell’opera di continua informazione svolta da SOS Geotermia sui possibili effetti dell’attività geotermica in Amiata, su “un altro punto di vista”, con le relazioni di Fabio Landi e Roberto Barocci. L’incontro, a cui erano stati invitati anche gli amministratori locali che hanno fatto registrare una sola presenza, peraltro non per tutta la durata del dibattito, ha voluto essere un aiuto alla comprensione dei dati, spesso di difficile lettura, dello studio, integrato con i dati sulle emissioni delle centrali geotermiche diffusi dall’Arpat dal 2008. Spesso si assiste all’estrapolazione e diffusione solo delle conclusioni che, a giudizio di SOS Geotermia, “troppo facilmente tendono a sottovalutare il problema sanitario e ad escludere la responsabilità dell’inquinamento ambientale  quale concausa delle patologie e della mortalità in eccesso che pur lo stesso studio rileva come significativi (come quel 13% in più che corrisponde a ben 2 morti al mese in più rispetto ai comuni limitrofi ed alla regione). L’unica cosa di cui gli estensori dello studio ARS sono certi è che non sanno quali sono le ragioni di tali aumenti di mortalità e patologie”.
Su questi punti si è ulteriormente concentrata la relazione di SOS Geotermia condotta con Medicina Democratica di Livorno e con Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto nazionale di ricerca sul cancro di Genova, che ha partecipato in collegamento telefonico all’incontro di Piancastagnaio. Le emissioni di sostanze inquinanti rilasciate in atmosfera dalla centrale Bagnore 3 a Santa Fiora e dalle quattro centrali di Piancastagnaio (Pc 2, Pc3, Pc4 e Pc5) sono state misurate nel flusso di massa, cioè nella loro quantità complessiva. È questo uno dei due parametri che la legge prevede di monitorare. L’altro è la concentrazione delle sostanze (al metro cubo). Secondo le norme regionali attuali, per essere in regola una centrale geotermica deve rispettare o l’uno o l’altro parametro. In parole semplici: un inquinante può essere immesso in atmosfera in quantità pressoché illimitate purché non ci finisca tutto insieme. Va diluito. Secondo SOS geotermia invece dal punto di vista sanitario ciò che conta è la quantità totale che il territorio riceve. Insomma gli effetti delle sostanze inquinanti vanno valutati anche in ragione del loro accumulo nell’aria, nell’acqua, nel suolo e sottosuolo e nel corpo umano, nonché sommati a quelli di pregresse attività, come quella estrattiva di mercurio durata fin quasi agli anni 80.
Queste ed altre preoccupazioni, hanno riferito i rappresentanti di SOS Geotermia, sono condivise dai partecipanti – scienziati e ricercatori di varie università e istituti di ricerca – al 27º congresso dell’Associazione italiana di epidemiologia, svoltosi recentemente a Roma, dato questo che testimonia l’inizio dell’incrinamento anche nel mondo scientifico della convinzione che la geotermia sia una fonte pulita e rinnovabile di energia. Quanto meno non lo è dovunque ed esiste una seria possibilità che l’attività geotermica in Amiata emetta in atmosfera i metalli pesanti di cui è ricco il sottosuolo, a cominciare dal mercurio, che gli stessi dati Arpat individuano nell’Amiata Senese superiore di 27 volte a quello registrato nel bacino geotermico dell’area pisana e di Radicondoli. Differiscono pure tra le due aree i dati relativi all’analisi di aria, acqua e suolo, in particolare per le superiori emissioni in atmosfera di boro, arsenico, ammoniaca, radon nell’Amiata, mentre sono superiori le missioni di acido solfidrico nell’altra area. Altro punto su cui è stata posta l’attenzione è quello sulla mortalità, che i risultati dell’ARS mostrano più elevata nei maschi e nell’area dell’Amiata mentre quella pisana risulta al di sotto del livello atteso per entrambi i generi, con una eccezione per la mortalità per malattie respiratorie tra gli uomini. Lo studio dell’ARS tiene separate le due aree geotermiche, mettendo in evidenza i risultati per zona, per patologia e per popolazioni esposte, con le diversità tra maschi e femmine. Dall’analisi dei dati disaggregati emerge che i maschi residenti nei comuni geotermici dell’Amiata registrano un eccesso statisticamente significativo della mortalità per il complesso delle cause (+ 13%), che arriva al 30% per tutti i tumori nei comuni di Piancastagnaio, Arcidosso e Abbadia San Salvatore, quelli, guarda caso, che sembrano i più esposti alle emissioni geotermiche.
E’ stato anche osservato, a detta di SOS Geotermia, un aumento di patologie che potrebbero essere correlabili alla qualità dell’aria e dell’acqua (fino a qualche tempo fa erano alte le concentrazioni di arsenico nell’acqua). Non mancano peraltro anche alcune conclusioni in contraddizione tra loro, secondo SOS Geotermia: prima infatti nello studio dell’ARS si dice che “negli uomini la mortalità generale osservata nell’intera area geotermica mostra un eccesso statisticamente significativo rispetto sia al riferimento locale sia al riferimento regionale”, poi si afferma che “al netto dei limiti propri degli studi con disegno epidemiologico descrittivo, basato su dati ambientali e sanitari esistenti, analizzati in modo aggregato a livello dei comuni di residenza, gli indizi e le prove raccolti evidenziano un quadro epidemiologico nell’area geotermica rassicurante perché simile a quello dei comuni limitrofi non geotermici e a quello regionale”. Come fa dunque la Regione, conclude SOS Geotermia, nonostante le relazioni tra aumento di inquinanti e incremento di malattie e di morti nella popolazione, a definire «rassicurante» il quadro epidemiologico nell’area geotermica?

GoNews.it del 14 novembre 2013
Sos geotermia presenta “un altro punto di vista” su inquinamento e salute
Incontro pubblico sabato 16 novembre su “lo stato di salute delle popolazioni residenti nelle Aree Geotermiche alla luce dello Studio epidemiologico dell’ARS Toscana e dei rilevamenti dell’Arpat”
…segue ns.comunicato

Grosseto Oggi.net del 14 novembre 2013
Sos geotermia torna a far sentire la propria voce: sabato in programma un incontro a Piancastagnaio
…segue ns.comunicato

Contropiano.org del 14 novembre 2013
Piancastagnaio 16 novembre: “Un altro punto di vista” su inquinamento e salute
…segue ns.comunicato

Cortocircuito del 14 novembre 2013
“Un altro punto di vista” su geotermia e salute, il 16 novembre a Piancastagnaio
…segue ns.comunicato

Il Cittadino online del 14 novembre
“Un altro punto di vista” su inquinamento e salute
Stato di salute degli abitanti delle zone geotermiche
…segue ns.comunicato

5 novembre 2013. Sos Geotermia e MD portano l’Amiata al 37° Congresso dell’Ass. Italiana di Epidemiologia

20131105_manifesto aie cropSOS Geotermia, insieme a Medicina Democratica di Livorno e al dott. Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto Nazionale Ricerca sul Cancro di Genova, hanno ricevuto l’invito ad essere presenti a Roma il 5-6 novembre 2013 con i contenuti del loro lavoro nella “sessione poster” organizzata nello spazio museale dell’Università di Roma “La Sapienza” per tutta la durata del XXXVII Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di Epidemiologia e durante il lunch time.
Uno dei temi centrali del Congresso è: “Quale ricerca per dare fondamento scientifico a politiche orientate a principi di appropriatezza, costo-efficacia, eco-compatibilità ambientale e giustizia?”
Una delle risposte a questo tema viene data nel Congresso dal nostro lavoro, che critica in termini argomentati le conclusioni definite “rassicuranti” della Ricerca Epidemilogica sulle popolazioni residenti nell’intero bacino geotermico toscano del CNR/ARS Toscana dell’ottobre 2010.
Il sunto è presentato nel manifesto, che sarà esposto negli spazi assegnati, dai volantini che lo riproducono e che verranno distribuiti ai presenti, assieme a precedenti materiali di informazione elaborati da SOS Geotermia e al testo che segue:

L’Allegato 6 allo Studio epidemiologico dell’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) sulla popolazione residente nei comuni geotermici individua ben 54 relazioni, statisticamente significative, tra incrementi di malattie e concentrazioni crescenti nell’ambiente degli stessi inquinanti prodotti in maniera consistente anche dalle centrali geotermiche.

Pertanto con il linguaggio della logica, valida dai tempi di Aristotele, possiamo ritenere come vera l’esistenza di una relazione tra l’aumento notevole di malattie registrato (a) e le concentrazioni crescenti di diversi inquinanti (b), cioè che a = f(b) è vera.

In Amiata queste sono le emissioni annuali di alcuni inquinanti rilasciati in atmosfera dalle centrali geotermiche e misurate nel flusso di massa da ARPAT (nota del Dip.ARPAT di Siena del 12.5.2011 Prot. n° 32765, All.1):

20131105_tabella aie crop(I suddetti dati ARPAT sono tutti riferiti all’anno 2008, mentre per Pc5 quelli segnati con * sono riferiti al 2009 e quelli segnati con ** sono riferiti al 2007).

Pertanto essendo riconosciuta nei comuni geotermici come vera anche la relazione tra gli stessi inquinanti presenti nell’ambiente (b) e le emissioni delle centrali geotermiche (c), cioè se è vera: b = f(c), possiamo affermare come vera anche che a = f(c), cioè che l’eccesso di malattie è anche funzione delle emissioni delle centrali geotermiche.

Secondo il dott. Francesco Cipriani, Direttore dell’ARS regionale:
“E’ chiaro che esiste un problema sanitario nell’ area amiatina, ma secondo noi non dipende dalla geotermia. Ribadisco che se la mortalità è alta in quella zona, evidentemente ci sono in gioco diverse cause e, quasi sicuramente, non la geotermia”.

Scarica il manifesto ed il volantino

Il Tirreno del 3 novembre 2013
Il caso geotermia Amiata scuote gli scienziati
Presentato al congresso dell’Aie lo studio del Comitato: «Gli inquinanti prodotti dalle centrali possono concorrere ad aumentare le malattie. Lo dice la logica»    
di Francesca Ferri
ROMA.  Il “caso geotermia” in Amiata entra nei lavori del 27º congresso dell’Associazione italiana di epidemiologia, a Roma, e lascia il segno. I partecipanti – scienziati e ricercatori di varie università e istituti di ricerca – non sono rimasti indifferenti ai dati relativi alle sostanze inquinanti rilasciate in atmosfera dalle cinque centrali amiatine e certificate dall’Arpat (tabella a destra). Né alle 54 relazioni, certificate dallo studio epidemiologico dell’Agenzia regionale di sanità (Ars) della Toscana tra incrementi di malattie e concentrazioni crescenti degli inquinanti prodotti dalle centrali. E, soprattutto, non sono rimasti insensibili alle conclusioni a cui sono giunti gli amministratori regionali che, nonostante le relazioni tra aumento di inquinanti e incremento di malattie nella popolazione, hanno definito «rassicurante» il quadro. Su questi punti si è concentrata la relazione del comitato Sos Geotermia condotta con Medicina Democratica di Livorno e con il dottor Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto nazionale di ricerca sul cancro di Genova, e presentata da Roberto Barocci. Il congresso (dal 4 novembre ad oggi) quest’anno è focalizzato sulle strategie per una sanità pubblica sostenibile ed equa e s’intitola “Dentro la crisi. Oltre la crisi”, tema particolarmente caro al comitato, che da anni si batte contro la geotermia sull’Amiata. Il comitato era stato invitato a presentare il lavoro nella sessione poster. All’appuntamento romano Sos Geotermia ha portato le misurazioni fatte dall’Arpat nel 2008 e divulgate nel 2011, sulle emissioni di sostanze inquinanti rilasciate in atmosfera dalla centrale Bagnore 3 a Santa Fiora e dalle quattro centrali di Piancastagnaio (Pc 2, Pc3, Pc4 e Pc5) e misurate nel flusso di massa, cioè nella loro quantità complessiva. È questo uno dei due parametri che la legge prevede di monitorare. L’altro è la concentrazione delle sostanze (al metro cubo). Secondo le norme regionali attuali, per essere in regola una centrale geotermica deve rispettare o l’uno o l’altro parametro. In parole semplici: un inquinante può essere immesso in atmosfera in quantità pressoché illimitate purché non ci finisca tutto insieme. Va diluito. «Nella presentazione al congresso – spiega Barocci – ho invece sostenuto che, dal punto di vista sanitario, ciò che conta è la quantità totale che il territorio riceve». Quante sono queste quantità? L’Arpat lo certifica: in un anno le centrali dell’Amiata rilasciano in atmosfera 2.700 tonnellate di acido solforico, 28,97 chili di arsenico, 2.460 tonnellate di ammonio, 889,14 chili di mercurio, 11,01 tonnellate di acido borico e 655.248 tonnellate di anidride carbonica. «Dove finiscono tutte queste sostanze?», chiede Barocci. Arpat non ha mai dato una risposta. Una risposta, molto preoccupante, l’ha data invece l’Ars a un’altra domanda: esiste una relazione tra incrementi di malattie e concentrazioni crescenti, nell’ambiente, degli stessi inquinanti prodotti in maniera consistente anche dalle centrali geotermiche? La risposta è stata «sì», in 54 relazioni «statisticamente significative». «Pertanto con il linguaggio della logica, valida dai tempi di Aristotele – spiega Sos Geotermia – possiamo ritenere come vera l’esistenza di una relazione tra l’aumento notevole di malattie registrato e le concentrazioni crescenti di diversi inquinanti. Essendo riconosciuta nei comuni geotermici come vera anche la relazione tra gli stessi inquinanti presenti nell’ambiente e le emissioni delle centrali geotermiche, possiamo affermare come vero che l’eccesso di malattie è anche funzione delle emissioni delle centrali geotermiche». Perché dunque la Regione conclude che il quadro epidemiologico nell’area geotermica è «rassicurante»? «È una conclusione fuori dalla logica», spiega Barocci. «Mi sono confrontato con ricercatori del Cnr e dell’Ars e qualcuno mi ha detto: “Non hai tutti i torti”». Ma, soprattutto, lo stupore è stato grande tra le file degli scienziati, «convinti finora – spiega Barocci – che la geotermia fosse una fonte pulita e rinnovabile di energia. Penso che lo sia, ma non ovunque, non in Amiata, perché qui il sottosuolo è ricco di metalli pesanti che, con l’attività geotermica, escono fuori insieme al vapore acqueo». Gli scienziati che hanno partecipato al congresso hanno cominciato a pensarci.

Rossi si dà alla fuga

20131022_rossi_fuga_amiata_01Ciò che è accaduto ieri, martedì 22 ottobre, a Castel Del Piano, in occasione della visita all’Amiata del Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, è la dimostrazione dell’arroganza di certi personaggi politici e amministratori che invece di ascoltare e rispondere alle osservazioni, critiche e precise domande dei comitati ambientali sui rischi su ambiente, salute, acqua dello sfruttamento geotermoelettrico di Enel, voluto con forza dalla stessa Regione Toscana, lascia il tavolo della discussione, facendo la parte dell’offeso, di fronte a una semplice interruzione e dandosi alla fuga.
Una visita nella quale si dovevano rassicurare gli amiatini sulle opere e sui finanziamenti che deriveranno dallo sfruttamento della energia geotermica. Solo soldi, come “compensazioni ambientali”,   senza minimamente preoccuparsi degli effetti disastrosi  anche per le prospettive future economiche di un territorio che deve invece puntare alla valorizzazione delle risorse naturali, ambientali (acqua, bosco, etc), turistiche, storico-culturali e di artigianato e  prodotti agroalimentari.
Una inconsueta presenza nell’Amiata, quella del Presidente Rossi, circondato da ossequiosi amministratori locali, che aveva il senso di una “visita pastorale”, alla quale non erano certamente previsti contraddittori, contestazioni e critiche, di fronte alle quali è sembrato più semplice darsi alla fuga.
Un bell’esempio di democrazia di un Presidente che si vanta spesso nella stampa di voler tenere un rapporto aperto e democratico con i cittadini. Il fatto è che Rossi non aveva forse gli argomenti per rispondere alle precise osservazioni e documentazioni dei comitati. Non accetta di essere criticato e  preferisce “pontificare” da Firenze invece di ascoltare e confrontarsi con i cittadini dell’Amiata.
Ma i problemi, sollevati dagli  attivisti dei movimenti amiatini, sono tutti lì in attesa di risposta.
I comitati  richiedono quindi un “contraddittorio” pubblico allo stesso Presidente da tenersi in una piazza di un  comune   amiatino, dove alla presenza degli  imprenditori e dei cittadini, spieghi  in particolare il perché  non accetta la proposta di “Moratoria” su tutta l’attività geotermica anche in attesa dei risultati degli ulteriori studi che la stessa Regione Toscana ha commissionato fino al 2016 e ha invece dato il via al raddoppio della produzione a Piancastagnaio e alla costruzione della nuova centrale di Bagnore 4 a Santa Fiora.

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Il Cittadino online del 26 ottobre 2013
Sos Geotermia “pizzica” Rossi sulla situazione amiatina
Il comportamento del presidente della Regione definito “arrogante”
di Fabrizio Pinzuti
AMIATA. Non si sa se l’incontro con i movimenti ambientalisti del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi fosse previsto; i comunicati ufficiali parlavano di una visita sul versante grossetano dell’Amiata per toccare con mano le esperienze in campo agricolo compiute a Montenero D’Orcia, per tranquillizzare i cittadini sulla paventata chiusura, o ridimensionamento, dell’ospedale di Casteldelpiano e per incontrare i ragazzi che hanno utilizzato i bandi regionali dedicati ai giovani («sono circa 150 – ha ricordato il sindaco Franci – quelli che sono stati e che sono impiegati con questa metodologia di occupazione») e gli imprenditori della zona amiatina. Quello che è certo è che la visita del governatore è stata un ulteriore punto di confronto sulla geotermia.
In proposito SOS Geotermia, Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata, ha emesso un comunicato che suona come un’ulteriore critica per l’operato del presidente e questa volta non solo per le scelte generali e politiche compiute in tema di geotermia ma anche per l’atteggiamento tenuto nell’occasione da Rossi.
“Ciò che è accaduto martedì 22 ottobre, a Castel Del Piano – specifica la nota – in occasione della visita all’Amiata del Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, è la dimostrazione dell’arroganza di certi personaggi politici e amministratori che invece di ascoltare e rispondere alle osservazioni, critiche e precise domande dei comitati ambientali sui rischi su ambiente, salute, acqua dello sfruttamento geotermoelettrico di Enel, voluto con forza dalla stessa Regione Toscana, lascia il tavolo della discussione, facendo la parte dell’offeso, di fronte a una semplice interruzione e dandosi alla fuga. Una visita nella quale si dovevano rassicurare gli amiatini sulle opere e sui finanziamenti che deriveranno dallo sfruttamento della energia geotermica. Solo soldi, come “compensazioni ambientali”, senza minimamente preoccuparsi degli effetti disastrosi anche per le prospettive future economiche di un territorio che deve invece puntare alla valorizzazione delle risorse naturali, ambientali (acqua, bosco, etc), turistiche, storico-culturali e di artigianato e prodotti agroalimentari. Una inconsueta presenza nell’Amiata, quella del Presidente Rossi, circondato da ossequiosi amministratori locali, che aveva il senso di una “visita pastorale”, alla quale non erano certamente previsti contraddittori, contestazioni e critiche, di fronte alle quali è sembrato più semplice darsi alla fuga. Un bell’esempio di democrazia di un Presidente che si vanta spesso nella stampa di voler tenere un rapporto aperto e democratico con i cittadini. Il fatto è che Rossi non aveva forse gli argomenti per rispondere alle precise osservazioni e documentazioni dei comitati. Non accetta di essere criticato e preferisce “pontificare” da Firenze invece di ascoltare e confrontarsi con i cittadini dell’Amiata. Ma i problemi, sollevati dagli attivisti dei movimenti amiatini, sono tutti lì in attesa di risposta.
I comitati richiedono quindi un “contraddittorio” pubblico allo stesso Presidente da tenersi in una piazza di un comune amiatino, dove alla presenza degli imprenditori e dei cittadini, spieghi in particolare il perché non accetta la proposta di “Moratoria” su tutta l’attività geotermica anche in attesa dei risultati degli ulteriori studi che la stessa Regione Toscana ha commissionato fino al 2016 e ha invece dato il via al raddoppio della produzione a Piancastagnaio e alla costruzione della nuova centrale di Bagnore 4 a Santa Fiora”. E’ attesa la replica del presidente.

Amiata Radio.com del 25 ottobre 2013
Il comitato ”Sos Geotermia” dell’Amiata: «Rossi non regge il contradditorio. Ha preferito darsi alla fuga»
GEOTERMIA AMIATA | Il comitato “SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata” racconta l’incontro con il presidente della Regine, Enrico Rossi, avuto a Castel DelPiano, che doveva avere come argomento lo sfruttamento geotermoelettrico del territorio.
…segue ns.comunicato.

PrimaPaginaChiusi.it del 23 ottobre 2013
 IL COMITATO SOS GEOTERMIA: ROSSI SI DA’ ALLA FUGA
SIENA – Il Comitato SOS geotermia critica il Governatore toscano, Enrico Rossi. Durante un incontro tenutosi a Castel del Piano, sembra che il Governatore non abbia voluto rispondere ad lacune domande “scomode”. Pubblichiamo la versione del Comitato No alla Geotermia:  …segue ns.comunicato.

Valdelsa.net del 24 ottobre 2013
Il comitato ”Sos Geotermia” dell’Amiata: «Rossi non regge il contradditorio. Ha preferito darsi alla fuga»
…segue ns.comunicato.

Cortocircuito del 23 ottobre 2013
Castel del Piano: Enrico Rossi si dà alla fuga. No alla geotermia Enel!
Riceviamo da Sos Geotermia dopo la contestazione di ieri a Castel del Piano (Grosseto), ai danni del presidente della Regione Enrico Rossi, alla quale era presente anche l’assemblea Monte Libero:
…segue ns.comunicato.

Il Tirreno del 23 ottobre 2013
Cipressino, il caso va a Firenze
Presto un tavolo con gli enti locali. Che potrebbero chiedere un contributo a Enel
CASTEL DEL PIANO – La Regione Toscana, la Provincia di Grosseto e l’Unione dei comuni Amiata grossetana, insieme per il Cipressino. Per lo meno, pare. I sindaci dell’Amiata grossetana e il presidente dell’Unione hanno incontrato il governatore della Regione Toscana Enrico Rossi durante la visita che il presidente regionale ha dedicato alla montagna, con la speranza di risolvere, finalmente, uno dei problemi più vecchi e più scottanti del comprensorio amiatino, chiacchieratissima querelle che si trascina da decenni e che torna alla ribalta soprattutto in periodi preelettorali. Il Cipressino lo invocano le imprese, lo chiede adesso la politica e le istituzioni e forse adesso è la volta buona. Infatti, secondo quanto hanno concertato le istituzioni locali col presidente Rossi, fra una quindicina di giorni a Firenze si dovrebbe tenere un incontro fra Unione, sindaci, provincia e regione per sottoscrivere un protocollo per dare una svolta al Cipressino. Ognuna delle istituzioni metterà delle risorse e se queste non saranno sufficienti si chiederà la collaborazione di Enel e si cercheranno risorse aggiuntive nei patti territoriali. Un’operazione che se vedrà la luce ufficiale potrà ristorare soprattutto le imprese che hanno scelto di restare in Amiata nonostante una viabilità da far tremare le vene e i polsi. Enel, dunque, come possibile interlocutore e sostenitore dell’operazione e proprio contro Enel e lo sfruttamento geotermico dell’Amiata non hanno mancato di manifestare alcuni esponenti dei comitati antigeotermici. Mentre il governatore Enrico Rossi incontrava gli imprenditori nel palazzo comunale, alcuni rappresentanti dei comitati stendevano striscioni e intonavano slogan contro la politica della regione Toscana favorevole alla geotermia e contro Enel green Power. Nei volantini di SoS geotermia si leggeva: «Coloro che pensano di conciliare l’occupazione e la valorizzazione del territorio con la geotermia dell’Enel, vendono fumo». (f.b.)

Inchiesta TAV Toscana: dopo l’arresto dell’ex presidente PD della Regione Umbria, si aprono scenari inquietanti anche sulla concessione VIA per Bagnore 4

logo_sosgeotermia_tavGli episodi eclatanti della cacciata del dirigente dell’ufficio Valutazioni d’impatto ambientale Fabio Zita e il ritiro delle deleghe all’Assessore all’Ambiente Anna Rita Bramerini, a detta di quest’ultima, sarebbero legati anche alla vicenda VIA per Bagnore 4.

Dopo l’arresto di Maria Rita Lorenzetti, ex presidente Pd della Regione Umbria, che ha svelato il ‘gioco di squadra’ che serviva a favorire interessi privati in Regione Toscana, apprendiamo dalla stampa che l’assessore regionale Anna Rita Bramerini ha dichiarato al PM che sia la rimozione del dirigente dell’ufficio VIA Fabio Zita, sia la revoca delle deleghe a se stessa da parte del presidente Rossi  erano legate alla  “tempistica non rigorosa”  dei procedimenti per la centrale geotermica del comune di Santa Fiora e per le valutazioni sul corridoio tirrenico.

Tali dichiarazioni gettano una luce inquietante sul rilascio della VIA ed in sostanza sulla autorizzazione ai lavori per la costruzione della mega-centrale Bagnore 4 nel comune di Santa Fiora. Giova ricordare come, nel maggio 2012, il Comitato Tecnico per la Geotermia in Amiata – organo tecnico consultivo della Regione Toscana – che era stato incaricato di dare un giudizio per il rilascio di quella VIA, non fu più rinnovato nel giugno successivo, impedendo così che ci potesse essere l’espressione di un parere congiunto nel merito.

Ci fu inoltre, il 18 luglio 2012, un contraddittorio, in sede regionale, tra comitati ed Enel dove quest’ultima ad alcune puntuali osservazioni riteneva di ‘non rispondere’ o di sviare il ragionamento senza entrare nel merito. Ai membri dei comitati apparve peraltro strano tale comportamento che esponeva l’Enel ad una possibile ‘bocciatura’. Invece, subito dopo le ferie agostane, il 4 settembre, la conferenza dei servizi propone parere positivo e appena sei giorni dopo, il 10 settembre, con delibera 810, la Giunta Regionale esprime parere favorevole, dando di fatto il via libera alla costruzione della centrale.

Nel frattempo Zita era stato sostituito da Paola Garvin che, però, leggiamo dai resoconti, dichiarava  la sua incompetenza in materia.  Singolare che per migliorare un servizio ed accelerare la conclusione dei procedimenti venga rimosso chi ne ha le competenze!
Ma in regione toscana non sono nuovi a queste sostituzioni lampo: ricordiamo che lo “spoil system” si era già verificato nel 2011 durante l’iter per la concessione della VIA al piano di riassetto di Piancastagnaio, con Micheli, Sargentini e Marzocchi trasferiti incomprensibilmente ad altro incarico.

Alla luce delle vicende di questi giorni chiediamo alla Magistratura di accertare se tutte le operazioni della VIA dell’autorizzazione all’Enel del piano di riassetto  di Piancastagnaio (che prevede il raddoppio della produzione geotermoelettrica) e della costruzione della nuova  mega-centrale di Bagnore 4 si sono svolte  nella massima trasparenza e correttezza come ci si aspetta da un ente pubblico.  A breve ci sarà  la pronuncia dei giudici del TAR a cui ci siamo  rivolti. E siamo  sicuri che oggi ci siano più elementi per inquadrare correttamente anche la vicenda della VIA per Bagnore 4.

Il Tirreno del 30 settembre 2013
Geotermia in Amiata La Regione replica al movimento del no    
SANTA FIORA – Geotermia e centrale di Santa Fiora in Amiata: gli uffici della Regione Toscana rispondono all’intervento del Coordinamento movimenti per l’Amiata e Sos Geotermia pubblicato sulla cronaca del Tirreno di Grosseto del 28 settembre scorso. Un intervento in cui, in sostanza, si chiedeva alla magistratura di fare luce su tutti i percorsi autorizzativi alle nuove centrali geotermiche progettate da Enel, alla luce dell’inchiesta sulla Tav e sui trasferimenti “sospetti” di dirigenti e tecnici regionali. «La prima precisazione riguarda il confronto pubblico tra comitati ed Enel che si svolse in una sede regionale a luglio del 2012. Quel contradditorio _ spiegano dagli uffici _ fu espressamente richiesto e attivato dalla Regione per una maggior tutela delle popolazioni dell’Amiata e fu condotto dagli Uffici della Via con competenza e rispetto assoluto della legge regionale che lo ha disciplinato». Poi la questione del lavoro svolto dal Comitato tecnico per la geotermia dell’Amiata, organo consultivo della Regione. «Il Comitato _ continua la nota _ intervenne liberamente e pienamente su tutte le materie che hanno costituito oggetto anche del procedimento di Via relativo alla nuova centrale di Bagnore 4 e concluse i propri lavori in maniera non unitaria: tra i membri vi era infatti diversità di vedute. I lavori comunque furono portati a termine e non interrotti, proprio nello stesso periodo in cui si concludevano i lavori istruttori della Via». Infine i trasferimenti di personale: «I funzionari regionali nominati nell’intervento dei comitati occupano ancora la stessa posizione del 2011, mentre la dirigente Maria Sargentini fu trasferita alla guida della protezione civile a inizio legislatura, nell’ambito di un normale processo di avvicendamento di dirigenti che interessò la quasi totalità della direzione Ambiente e Territorio».

Il Tirreno del 28 settembre 2013
GEOTERMIA
UN’INCHIESTA CHE VA ESTESA ALL’AMIATA
…segue ns. comunicato

Alètheia online del 28 settembre 2013
Inchiesta Tav Toscana: si aprono scenari inquietanti sulla VIA per Bagnore 4
…segue ns.comunicato

GoNews.it del 26 settembre 2013
Dichiarazioni dell’assessore Bramerini al pm, SOS Geotermia Amiata: “Verificare tutti i permessi per Bagnore 4”
L’inchiesta della TAV apre nuovi scenari: “A breve si pronuncerà il TAR. Serve la massima trasparenza e correttezza da un ente pubblico”
…segue ns. comunicato

‘Amiata e Terremoto’: dall’incontro di Arcidosso del 17/9 evidenziati rischi e responsabiltà -video-

20130917_incontro_terremoto_arcidosso_01_cropI geologi Borgia e Mucciarelli denunciano la scarsa attenzione al problema da parte delle amministrazioni responsabili ed i rischi per il territorio e la popolazione.

Due geologi, esperti della materia, Marco Mucciarelli e Andrea Borgia, il 17 us ad Arcidosso, hanno relazionato sulle attività sismiche indotte dallo sfruttamento geotermico, invitati da SOS Geotermia, l’unico soggetto che in Amiata produce eventi di informazione indipendente dal potere economico dell’ENEL.
La  sala del Comune di Arcidosso era stracolma di cittadini, ma degli amministratori invitati, l’unico sindaco presente era Emilio Landi, “padrone di casa”  ed alcuni consiglieri di Arcidosso e Castel del Piano.
L’incontro ‘Amiata e Terremoto’ aveva per argomento, ancora tabù tra gli addetti ai lavori ed amministratori, “la sismicità indotta da attività antropiche”, in particolare l’attività geotermica.
I due scienziati, nonostante la particolarità tecnica dell’argomento, sono stati capaci di renderlo accessibile anche ai non addetti ai lavori, spiegando, ad esempio, che la variazione di pressione, prodotta nel sottosuolo per sfruttare i vapori geotermici portandoli in superficie, sollecita ed anticipa i movimenti si sarebbero manifestati comunque, ma nel corso dei millenni futuri. Questo in ambito internazionale è riconosciuto da tutte le autorità e si studia in tutte le Università del mondo con l’obiettivo di prevenire i terremoti indotti e la subsidenza, cioè l’abbassamento impercettibile e lento della superficie.
Che in Amiata la pressione venga sottratta al sottosuolo è sotto gli occhi di tutti, basta vedere con quale forza  dalle ciminiere delle centrali vengono spinti in uscita i vapori di acqua, di CO2 ed altri veleni. Che ci siano nel sottosuolo dell’Amiata faglie naturali, in equilibrio instabile e soggette a movimenti repentini capaci di generare terremoti, è noto a tutti, essendo questo territorio già catalogato come zona sismica.
Stupisce che la Regione Toscana non abbia chiesto e imposto dall’ENEL, perlomeno per le nuove autorizzazioni di Bagnore 4 e Piancastagnaio, garanzie circa il monitoraggio delle attività sismiche indotte (se ne parla, ma solo ad autorizzazione già concessa) e l’assunzione delle dovute responsabilità a carico di ENEL per evitare le possibili distruzioni e per i risarcimenti in caso di danni, così come già previsto in altri Paesi.
Che quella della Regione Toscana non può essere solo arretratezza culturale, ma altro, su cui dovrebbe indagare la Magistratura, lo dimostrano due fatti importanti: il primo è che l’ONU raccomanda ai paesi emergenti, che subiscono l’aggressivo sfruttamento dei loro territori, di evitare tali estrazioni nelle aree sismiche e di mantenere costante la pressione interna ai campi geotermici con re-iniezioni costanti e graduali di acqua, per non generare le pericolose depressioni; il secondo fatto importante è che in altre regioni d’Europa e negli USA le autorità di controllo verificano giornalmente la relazione esistente tra pressione sottratta e sismicità prodotta al fine di regolare e imporre la riduzione delle estrazioni quando la sismicità si alza verso limiti pericolosi per la popolazione e le costruzioni, evitando accuratamente -come in Svizzera- di autorizzare tali attività in prossimità di faglie attive.
A parere del prof.Mucciarelli, il tragico terremoto amiatino del primo aprile 2000 che colpì i comuni di Abbadia San Salvatore e Piancastagnaio, pur classificato di bassa magnitudo (4,5) causò gravi danni materiali perchè l’ipocentro era a bassa profondità -pochi km dalla superficie-, ha un chiaro collegamento con l’attività geotermica di Enel, sebbene quest’ultima abbia difatto sempre negato, e impedito l’accesso alle informazioni necessarie per studiare l’evento.
La Regione Toscana, ormai lanciata nella corsa all’oro ‘geotermico’, evidentemente ha altre finalità da perseguire rispetto alla tutela del suo territorio e della salute della sua popolazione, mentre i Sindaci dovrebbero essere molto più preoccupati per le gravi responsabilità che a loro vengono affidate dalle legge e dai protocolli sottoscritti.

L’INTERO INCONTRO E’ VISIBILE SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE CLICCANDO QUI

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Il Tirreno del 20 settembre 2013
«La geotermia causa terremoti»
Relazione choc di due geologi ad Arcidosso: «Anticipa sismi che potrebbero “dormire” per millenni»
ARCIDOSSO – L’argomento è di quelli tabù tra addetti ai lavori e amministratori ma il tabù comincia a incrinarsi. L’insorgere di terremoti a causa dello sfruttamento delle fonti geotermiche è materia un fenomeno che gli scienziati stanno studiando seriamente e martedì sera una vasta platea raccolta nella sala comunale di Arcidosso ha potuto conoscerlo più a fondo grazie alla relazione fatta da due geologi esperti della materia, Marco Mucciarelli e Andrea Borgia, invitati da Sos Geotermia, il coordinamento di comitati che si batte contro lo sfruttamento geotermico dell’Amiata da parte di Enel che, oltre agli impianti già esistenti, sta costruendo un’altra centrale, Bagnore 4. La sala del Comune di Arcidosso era stracolma di cittadini «ma degli amministratori invitati, l’unico sindaco presente era Emilio Landi, padrone di casa, e alcuni consiglieri di Arcidosso e Castel del Piano», spiega Sos Geotermia, lamentando la scarsa attenzione degli altri amministratori amiatini al problema. Tanti erano, però, i cittadini interessati e i due scienziati, nonostante la particolarità tecnica dell’argomento, sono stati capaci di renderlo accessibile anche ai non addetti ai lavori con parole semplici, spiegando come la variazione di pressione, prodotta nel sottosuolo per sfruttare i vapori geotermici portandoli in superficie, sollecita e anticipa i movimenti che si sarebbero manifestati comunque ma nei millenni futuri. «Questo in ambito internazionale è riconosciuto da tutte le autorità e si studia in tutte le università del mondo» per «prevenire i terremoti indotti» e «l’abbassamento impercettibile e lento della superficie», spiega Sos Geotermia. «Che in Amiata la pressione venga sottratta al sottosuolo è sotto gli occhi di tutti – spiega il comitato – basta vedere con quale forza dalle ciminiere delle centrali vengono spinti in uscita i vapori di acqua, di anidride carbonica e altri veleni. Che ci siano nel sottosuolo dell’Amiata faglie naturali in equilibrio instabile e soggette a movimenti repentini capaci di generare terremoti è noto, essendo il territorio già catalogato come zona sismica». Per questo Sos Geotermia esprime stupore «che la Regione non abbia chiesto e imposto dall’Enel, perlomeno per le nuove autorizzazioni di Bagnore 4 e Piancastagnaio, garanzie circa il monitoraggio delle attività sismiche indotte (se ne parla, ma solo ad autorizzazione già concessa) e l’assunzione delle responsabilità a carico di Enel per evitare le possibili distruzioni e per i risarcimenti in caso di danni, come già previsto in altri Paesi». L’accusa è durissima: per Sos Geotermia «quella della Regione Toscana non può essere solo arretratezza culturale, ma altro, su cui dovrebbe indagare la magistratura». L’Onu, infatti, raccomanda ai paesi emergenti, che subiscono l’aggressivo sfruttamento dei loro territori, di evitare tali estrazioni nelle aree sismiche e di mantenere costante la pressione interna ai campi geotermici con reiniezioni costanti e graduali di acqua, per non generare le pericolose depressioni. Inoltre, in altre regioni d’Europa e negli Stati Uniti le autorità di controllo verificano giornalmente la relazione esistente tra pressione sottratta e sismicità prodotta. Secondo il professor Mucciarelli il tragico terremoto amiatino del 1º aprile 2000 che colpì i comuni di Abbadia San Salvatore e Piancastagnaio ha un chiaro collegamento con l’attività geotermica di Enel, sebbene quest’ultima abbia difatto sempre negato «e impedito – spiega Sos Geotermia – l’accesso alle informazioni necessarie per studiare l’evento».

Ma Rossi ci punta ed Enel stanzia 500 milioni di euro  
Intanto, mercoledì scorso, l’Enel ha confermato il proprio impegno in Toscana, annunciando un piano di investimenti per il prossimo quinquennio di 900 milioni di euro, di cui oltre 500 per lo sviluppo della geotermia nelle zone geotermiche di Larderello, Radicondoli, Amiata e nuove aree di ricerca tra le province di Siena, Pisa e Grosseto. L’annuncio è arrivato nel corso di un incontro che si è tenuto al convegno, organizzato dal Cosvig al Teatro dei Risorti di Radicondoli (Siena) a margine della visita del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, al laboratorio sperimentale di Sesta. Rossi ha incontrato i sindaci dei Comuni geotermici. «Davanti all’obiettivo, di qui al 2020, di incrementare del 10% l’uso di fonti rinnovabili, la geotermia svolgerà un ruolo primario. Nel nuovo piano energetico si prevede che l’incremento dovrà essere prodotto per il 55% dalla geotermia a media entalpia», ha spiegato Rossi.

La Nazione del 20 settembre 2013
AMIATA UN TAVOLO TECNICO TIENE SOTTO CONTROLLO GLI AMBIENTI A RISCHIO
«Monitoraggio continuo»
Le attività della Regione per la sicurezza riguardo alla geotermia
L’INCONTRO «Amiata e Territorio» che ha affrontato l’argomento della Sismicità indotta organizzato da Sos Geotermia Amiata e che si è svolto ad Arcidosso, a cui ne seguiranno altri due a breve, preannuncia un inverno caldo che porterà dibattiti e contese in merito al tema molto sentito o della Geotermia.
INTANTO la Regione Toscana, chiamata in causa anche nell’incontro di martedì per «non aver provveduto in maniera regolare nel rispetto dell’impatto ambientale e della salute dei cittadini», parla chiaro e fa presente i molteplici studi in atto, sottolineando anche «le attività di studio sulla correlazione tra l’attività produttiva di energia geotermica e la sismicità registrata nell’area amiatina», studi che, ammette la Regione «a suo tempo portarono alla conclusione che non esistevano prove evidenti di un’influenza delle operazioni di coltivazione del campo geotermico sulla sismicità del sito. Continua va avanti la Regione Toscana il nostro monitoraggio sull’andamento dell’attività geotermoelettrica sull’Amiata. Il piano, che prevede approfondimenti per i prossimi tre anni, è stato elaborato d’accordo con le amministrazioni locali per continuare a tenere alta l’attenzione sulla geotermia e sui suoi possibili impatti sul territorio. In collaborazione con Ars (Agenzia Regionale di Sanità) stiamo portando avanti un approfondimento epidemiologico nelle aree geotermiche, passando a valutazioni più orientate a livello individuale in modo da arricchire ulteriormente il quadro di conoscenze già di per sé ampio e non lasciare spazi inespolorati. Sulla stessa popolazione sarà effettuato un biomonitoraggio di marcatori della presenza di metalli nel sangue e nelle urine, con particolare riferimento ad arsenico e mercurio». NEL 2013 è stato istituito un tavolo tecnico di monitoraggio dei dati ambientali relativi all’attività geotermoelettrica sull’Amiata (Ttga), di cui fanno parte i settori competenti della Regione Toscana, il Genio Civile dell’Area vasta Grosseto-Siena e l’Arpat Area vasta Sud. «Il Tavolo vuole analizzare e valutare i dati disponibili relativi ai monitoraggi ambientali connessi allo sfruttamento geotermoelettrico dell’area amiatina. Un studio di approfondimento conclude la Regione è stato portato avanti anche sugli isotopi. Tale lavoro si aggiunge al monitoraggio svolto grazie alla presenza dei tre piezometri installati dalla Regione che misurano in continuo la soggiacenza della falda»

GoNews.it del 19 settembre 2013
SOS Geotermia, i geologi Borgia e Mucciarelli denunciano rischi e responsabilità: “Attenzione alle attività sismiche indotte”
Il 17 settembre i due esperti in materia hanno esposto i loro dubbi sulla propensione della Regione: “I sindaci dovrebbero essere molto più preoccupati”
…segue ns. comunicato

La Nazione del 18 settembre 2013
«Attenti ai terremoti indotti causati dalle trivellazioni»
Incontro organizzato dal comitato SoS Geotermia
«UNA POLITICA che sfrutti le vere energie rinnovabili e che rispetti uomo e territorio». E’ questo il messaggio che ha voluto mandare SoS Geotermia Amiata in occasione dell’incontro «Amiata e territorio» che si è svolto nella sala consiliare del Comune di Arcidosso. L’evento ha visto la partecipazione massiccia del comitato SoS Geotermia, di cittadini e di amministratori: il sindaco di Arcidosso Emilio Landi e alcuni consiglieri del Comune di Castel del piano. È stato un pomeriggio di confronti e di dibattito scientifico sull’importante tema dei «Terremoti indotti», ossia quei terremoti provocati da attività umane, come ad esempio, è stato detto, «trivellazioni del suolo per progetti geotermici». L’evento è stato coordinato dal dottor Andrea Borgia seguito dall’intervento del professor Marco Mucciarelli. «GIÀ NEL 2000 ha detto Borgia un anno prima del terremoto che colpì Abbadia S.Salvatore, portai avanti un progetto scientifico finanziato allora con dieci milioni di lire per monitorare i movimenti del terreno in zone dove l’attività di trivellazione del suolo erano frequenti. Ad oggi possiamo affermare scientificamente che la reiniezione dei fluidi geotermici può essere una delle cause di terremoto. Gli studi conclude sono durati un anno, e continuano. Anche l’Onu ha individuato nel mantenimento della pressione ordinaria del campo geotermico l’unico modo efficace per garantire la sicurezza del territorio. Questo intervento è stato però ignorato dalla Regione Toscana». IL PROFESSOR Muccirelli a conclusione dell’evento lancia avvertimenti per tutti quei territori, anche per L’Amiata, che prevedono attività di trivellazione, «a muoversi con cautela. rispettando gli studi scientifici che ormai da decenni vengono portati avanti. Questo conclude per non trovarci a dover subire eventi come quelli dell’Emilia».

PrimaPaginaChiusi.it del 15 settembre 2013
AMIATA: GEOTERMIA E SISMICITA’ INDOTTA. INTERVISTA AL SISMOLOGO MUCCIARELLI
Martedì incontro pubblico ad Arcidosso sulla sismicità indotta. Il Docente di sismologia tra gli invitati
di David Busato
SIENA – La questione della geotermia sull’Amiata ritorna di attualità. Martedì 17 presso la sala consiliare del comune di Arcidosso, si terrà un incontro pubblico organizzato dal comitato SOS geotermia dal titolo “Amiata e Territorio”. Tra gli invitati oltre al Prof. Andrea Borgia, anche il Prof. Marco Mucciarelli, sismologo, che recentemente sull’argomento spinoso della sismicità indotta ha scritto sulla rivista scientifica ‘Ingegneria sismica’: “”In Italia gli studi sulla sismicità indotta sono in cronico ritardo rispetto al resto del mondo data la assenza di dati pubblici su questo fenomeno. Questa assenza di dati e di studi potrebbe essere confusa con la assenza del fenomeno stesso. Ciò sarebbe pericoloso in un momento in  cui vi è un forte interesse per attività quali la geotermia, lo  stoccaggio di metano ed il sequestro sotterraneo di anidride carbonica. Anche in aree con bassi livelli di sismicità naturale va prevista comunque la installazione di reti microsismiche che consentano il monitoraggio della sismicità indotta. I dati di queste reti dovrebbero essere resi disponibili su siti pubblici. Nella progettazione di impianti andrebbe considerata anche la sismicità che questi possono indurre, come avviene già in altri paesi europei. Infine le maggiori cautele andrebbero adottate in quelle aree dove le strutture esistenti risultano inadeguate sismicamente già per la sismicità naturale.”
Chiaro avvertimento per tutti quei territori che prevedono lo sviluppo di  attività di trivellazione, oppure che siano già ‘naturalmente’ sismici o dove i fabbricati siano inadeguati sismicamente. Per saperne si più abbiamo fatto qualche domanda al Prof. Mucciarelli.
1)   Professore, da una parte le proteste reiterate del Comitato contro la geotermia e dall’altra Enel che dice che è tutto ok…
Credo che le proteste per la sismicità indotta derivino da una mancanza di chiarezza e di normative. Per esempio in questi giorni c’è il problema della sismicità indotta in Olanda da estrazione gas, ma è chiaro per tutti che è una risorsa per quel Paese irrinunciabile e le compagnie rifondano i danni eventualmente causate e sono tenute a farlo e per legge. In Olanda se una compagnia fa un danno lo risarcisce per legge. Il problema è che in Italia questo sistema non funziona; quando cìè stato il terremoto sull’Amiata nel 2000 in cui anche studi recenti hanno dimostrato come sia stato indotto molto probabilmente dalle attività geotermiche. Ebbene, i 26 casali che furono danneggiati da questo terremoto penso non siano stati risarciti da parte delle compagnie che sfruttano il geotermico. Il problema non è si o no alla geotermia, ma bisogna evitare di dire da un lato che non succede mai niente, e dall’altro.di dire che qualsiasi terremoto viene è un terremoto indotto. Servono controlli pubblici rigorosi. E’ risaputo in tutto il mondo che questa attività può indurre terremoti. E’ chiaro che la geotermia è una fonte energetica, ma comporta dei rischio per cui dobbiamo chiederci: quanto costano questi rischi? Anche studi dell’Enel a Larderello o altrove hanno dimostrato correlazioni di sismicità indotta quindi non si può negare questo rischio. In tutto il mondo dove si sfrutta l’energia geotermica, si sa che c’è sismicità indotta, ma è controllata ed i dati sul monitoraggio della sismicità sono pubblici, cosa che, per esempio, in Italia, non lo sono.
2)     Si può percentualmente stabilire quanto lo sfruttamento geotermico induca terremoti?
Se parliamo di terremoti in generale la percentuale è del 100% perché la tecnica di sfruttamento che viene utilizzata di stimolazione crea degli sforzi all’interno della crosta terrestre che genera sismicità. Dopo dobbiamo ragionare su quanto sismicità sia strumentale e quanto sia percepita, e qui la percentuale tende a diminuire. Un altro passo sarebbe quello di passare dal percepito al danno .
3)     Da esperto quale è Lei, mi esprima un giudizio su chi dice che lo sfruttare la geotermia permette alla terra di “sfogarsi” e quindi di evitare terremoti futuri…
Sono affermazioni rischiose…

‘La geotermia scatena il terremoto: stop al progetto!’ Tranquilli amministratori, succede in Svizzera…

terremoti_svizzera_banksyDue notizie di questi giorni illustrano meglio di ogni trattato la situazione della geotermia, sui rischi e sulle modalità operative dei ‘saccheggiatori’, nonché sulla miopia degli amministratori.

La prima notizia proviene dalla Svizzera (pubblicata sul Corriere della Sera ed altri media) dove un terremoto di 3,6 gradi di magnitudo ha colpito la zona intorno al lago di Costanza, con epicentro a San Gallo, dove c’è una centrale geotermica. Il Servizio Sismico Svizzero (SED) ha tempestivamente indirizzato l’obiettivo sull’attività della vicina centrale; riferisce infatti: ‘Si suppone che l’episodio sia direttamente collegato alle misure di test e di stimolazione impiegate nel pozzo di trivellazione del progetto geotermico di San Gallo. Già nei giorni scorsi erano stati rilevati numerosi microsismi nelle vicinanze della base del pozzo. Le scosse sono aumentate considerevolmente di numero e di intensità nella notte dal 19 al 20 luglio. Una prima scossa di maggiore entità, di magnitudo 2.1, si è verificata alle ore 2:40 del 20 luglio.’. (Strano che non abbiano pensato agli ‘stili di vita’ degli svizzeri…). L’attività, leggiamo, è stata immediatamente sospesa.
Non è la prima volta che la Svizzera interviene sui terremoti provocati dalla geotermia; già l’8 dicembre 2006 a Basilea ci fu un terremoto di 3,4 gradi di magnitudo; anche in quel caso vennero sospesi i lavori, mai più ripresi, e i responsabili sono stati processati per avere intenzionalmente causato danni alla popolazione, con il pagamento di risarcimenti per oltre 70 milioni di euro.
Questo succede nella vicina Svizzera, mentre in Italia, nonostante le esperienze del passato (in Amiata ricordiamo quello del 1 aprile 2000), la letteratura scientifica e gli allarmi, nulla si fa per prevenire situazioni di rischio sismico, che, ad esempio in Amiata, andrebbero a colpire paesi antichi e sicuramente non adeguati per resistere a forti terremoti.

L’altra notizia, uno scoop de Il Fatto, denuncia che l’Enel organizzava comitati ‘spontanei’ di lavoratori contro le associazioni ambientaliste che contestavano le sue centrali, con le esatte istruzioni su cosa fare, quali strumenti usare e, addirittura, quanti fischietti portare… In sostanza l’Enel, quasi come una associazione occulta, organizzava il consenso e l’appoggio alla sua politica.

Valutando queste notizie con le lenti della nostra realtà ci poniamo (e poniamo ai ns. amministratori) delle domande:
– è l’Enel un operatore affidabile a cui, oltre aver lasciato mano libera sulla montagna, abbiamo affidato anche i controlli?
– le voci che si levano a difendere la geotermia in Amiata sono sempre spontanee e disinteressate?
– ai danni alla salute e alla mortalità accertati, all’inquinamento di aria e acqua, aggiungendo il rischio di una vera e propria catastrofe che verrebbe provocata da un forte terremoto, possibile che la Regione e i suoi vassalli ancora perseverino nello scellerato progetto di raddoppio delle centrali in Amiata, arrivando persino a denunciare chi legittimamente sta informando la popolazione?

E’ ora di dire basta, è ora che la popolazione prenda coscienza che siamo (metaforicamente, ma anche realmente) seduti su un vulcano e che occorre un immediato blocco dell’attività geotermica, prima che sia troppo tardi!

GoNews.it del 24 luglio 2013
I comitati ironizzano: “La geotermia scatena il terremoto: stop al progetto!’ Tranquilli amministratori, succede in Svizzera”
“Non è la prima volta che in quel Paese si interviene sui terremoti provocati da quella scelta”
…segue ns. comunicato

Contropiano.org del 24 luglio 2013
‘La geotermia scatena il terremoto: stop al progetto!’
Tranquilli amministratori, succede in Svizzera..

…segue ns.comunicato

GrossetoOggi.net del 24 luglio 2013
‘La geotermia scatena il terremoto: stop al progetto!’ Tranquilli amministratori, succede in Svizzera.
…segue ns.comunicato

Il Tirreno del 25 luglio 2013
Sos Geotermia attacca Enel: «Provocatori»
di Francesca Gori
«L’Enel è un operatore affidabile a cui, oltre aver lasciato mano libera sulla montagna, abbiamo affidato anche i controlli? Le voci che si levano a difendere la geotermia in Amiata sono sempre spontanee e disinteressate?». Lo chiede Sos Geotermia dopo che “Il Fatto” ha scritto come l’Enel abbia organizzato comitati “spontanei” contro le associazioni ambientaliste che contestavano le sue centrali, con esatte istruzioni su cosa fare, quali strumenti usare, quanti fischietti portare. Per questo e per il rischio terremoti che sarebbe provocato dalla geotermia l’associazione chiede lo stop immediato allo sfruttamento.

Incontro nazionale dei movimenti dal 10 al 14 luglio in Amiata -appello e programma-

mucca1 bannerDal 10 al 14 Luglio 2013, intendiamo costruire un incontro nazionale sul monte Amiata, un momento in cui confrontarsi tra differenti battaglie per la difesa del territorio e la riappropriazione dei beni comuni, un’occasione per costruire un processo collettivo di confronto, oltre che un appuntamento per sostenere la lotta territoriale in Amiata contro la geotermia.

La crisi è il pane quotidiano delle nostre giornate. Ma siamo di fronte ad una crisi o ad una nuova e più aggressiva fase di accumulazione della ricchezza nelle mani di pochi? Una nuova fase in cui questo Stato ed il blocco economico-politico dominante compiono costanti imposizioni nei confronti degli individui e delle comunità. Questo è  il nuovo assetto che governa le nostre vite basato su un saccheggio sistematico che produce costante erosione della ricchezza sociale e dei diritti conducendo alla precarietà e alla povertà, individuale e sociale. Un modello destinato ad aggredire i territori con sempre maggior violenza e ad utilizzare strumenti come le privatizzazioni e la finanziarizzazione per saccheggiare beni e servizi comuni. In Italia come in Grecia, Turchia, Brasile e via dicendo.

Su questi temi nel nostro paese si è aperto un importante fronte di resistenza, duraturo, radicato e radicale che, a sua volta, ha consentito di costruire  una prospettiva alternativa sulla gestione dei territori, i meccanismi partecipativi e gli strumenti di finanza,  accompagnato anche da un ragionamento di indirizzo normativo. Le battaglie a difesa dei territori e dei beni comuni rappresentano uno dei più importanti ostacoli all’aggressione dei processi di  privatizzazione e  finanziarizzazione.

Sono relazioni ed alleanze che si pongono su un piano avanzato, innovativo, passando dalla posizione di trincea ad un vero e proprio rilancio di alternative e di nuovi assetti economici e sociali.

Il referendum sull’acqua è stato vinto nel 2011 grazie alla capacità di costruire un’alleanza sociale dal basso che ha dettato una nuova agenda e imposto all’opinione pubblica il tema dei beni comuni, oggi scippato e vituperato dai partiti politici e non solo, ma non per questo svuotato di significato.

Un’agenda che ha al centro, in maniera ogni giorno più stringente, la questione della democrazia.  Ovvero chi decide sul futuro dei nostri territori e delle nostre vite e come costruire nuovo modelli di organizzazione sociale ed economica che pongano al centro le comunità e la loro partecipazione diretta alle decisioni.

Ma per aprire questo spazio politico è necessario trovare strategie comuni per contrastare la finanziarizzazione dei beni comuni, delle risorse naturali e dei territori e la rottura democratica che questo comporta, dettata dalle dinamiche di un nuovo e più aggressivo capitalismo improntato sulla speculazione sui beni collettivi necessari alla vita.

La proposta di quest’incontro nasce dalla necessità di condividere riflessioni, esperienze, prospettive e strategie con movimenti e comitati che oggi stanno lottando in questa prospettiva. Non intendiamo creare nessun nuovo contenitore, rete o movimento dei movimenti, né tanto meno offrire un’occasione elettorale a nessuno.

Quello che proponiamo è costruire un’opportunità per delineare nessi e punti in comune in cui riuscire ad individuare alcune azioni coordinate. Ci piacerebbe fare uno sforzo di astrazione dalle singole esperienze per fare un passo in avanti tutti/e insieme.

Vorremmo costruire una leva collettiva per sollevarci da quelle imposizioni che schiacciano le nostre vite e i nostri territori ribaltando il profitto generato sulle nostre vite.

Un incontro nazionale che possa essere propulsore di un ragionamento,  ma anche un sostegno concreto alle battaglie contro le bugie della green economy finanziarizzata, incarnate bene dalla geotermia sull’Amiata che produce morte, prosciuga uno dei bacini idrici più grandi d’Europa, garantisce  profitto all’ENEL e che inquina la democrazia nel territorio. Una vertenza emblematica in cui l’energia è il fulcro dello scontro tra due visioni: mercato contro diritti, merce contro bene comune.

Una storia simile a tante altre nei nostri territori.
Da qui intendiamo ripartire per difendere i beni comuni e riprenderci il futuro.

Tutti in tenda sul Monte Amiata!

Per info e adesioni: campeggio_amiata@acquabenecomune.org

Sito ufficiale dell’iniziativa: http://campeggioamiata.noblogs.org

Promotori:
Coordinamento SOS Geotermia
Forum Italiano Movimenti per l’Acqua
Rete StopENEL
Forum Contro le Grandi Opere Inutili e Imposte

Prime adesioni:
Movimento No Tav
Presidio Europa No Tav
Re:Common
Comitato SpeziaViaDal Carbone
A Sud
CDCA
Yaku
Forum Ambientalista
Movimento No Coke Alto Lazio
Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”
Comitato No Carbone – Rossano Calabro
Associazione Italia Nicaragua di Livorno
Eco Mapuche
Comitato No Grandi Navi – Laguna Bene Comune
Libereria AmiatautogestitA
Federazione Toscana del Partito dei Carc
Comitato Difensori della Toscana
Attac Italia
Coordinamento Toscano dei Comitati Popolari per la Legge Rifiuti Zero
Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua
Comitato Opzione Zero – Riviera del Brenta
Confederazione Cobas
Assemblea Permanente No Inceneritori Parma
Etinomia
Gruppo promotore “Campagna nazionale no Fracking”
Ola (Organizzazione lucana ambientalista)
Coordinamento Comitati Ambientalisti della Lombardia
Comitato No Gasaran di Sergnano e Nord cremasco
Mondoallarovescia.com, Liguria
Ross@
Spazi Liberati. Toscana specchio d’Europa. Lotte locali e proposte dal basso
Associazione Strade Bianche – Stampa Alternativa
Coordinamento nazionale No Triv
Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio e della Salute del Cittadino
Forum Ambiente e Salute
Assemblea Permanente NoInceneritori di Parma
Comitato nazionale legge rifiuti zero
Ex-Colorificio Liberato – Progetto Rebeldìa
Forum di Grosseto per una “Finanza pubblica e sociale”
Gruppo Spontaneo per la Salute dei Cimini
Comitato popolare di resistenza per la cittadinanza attiva CPRCA
Comitato Beni Comuni Val di Cecina
MEDICINA DEMOCRATICA movimento di lotta per la salute
Rete per la tutela della Valle del Sacco
Rete Commons! Napoli

PROGRAMMA
(clicca per ingrandire)

20130710_14_PROGRAMMA_imgSCARICA IL PROGRAMMA IN PDF

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La Nazione del 25 giugno 2013
Gli ambientalisti non mollano Pronta un’altra manifestazione
AMIATA – SI È APPENA conclusa la tre giorni di approfondimenti e dibattiti sul territorio, «Amiata reload», in programma nel fine settimana scorso ad Arcidosso per parlare di geotermia e lotta al cinipide, che è già partita l’organizzazione di un nuovo appuntamento, quello previsto dal 10 al 14 luglio sul Monte Amiata. PROMOTORI dell’iniziativa il Coordinamento Sos Geotermia, il Forum italiano movimenti per l’acqua, la Rete StopEnel, il Forum contro le grandi opere inutili e le imposte. L’obiettivo degli organizzatori è quello di «costruire un incontro nazionale sul Monte Amiata, un momento in cui confrontarsi tra differenti battaglie per la difesa del territorio e la riappropriazione dei beni comuni, un’occasione per costruire un processo collettivo di confronto, oltre che un appuntamento per sostenere la lotta territoriale in Amiata contro la geotermia». Un’occasione per delineare strategie di azione comuni. «LA PROPOSTA di quest’incontro aggiungono gli organizzatori nasce dalla necessità di condividere riflessioni, esperienze, prospettive e strategie con movimenti e comitati».

Incontro Istituzioni/Sos geotermia: confermate tutte le preoccupazioni sulla salute. Resta prioritaria e urgente la moratoria di ogni attività geotermica in Amiata

20130617_sfiora_incontro_02cropI Sindaci dei comuni, sede degli impianti geotermici, utilizzando la credibilità ereditata dalle pubbliche istituzioni, stanno applicando una vecchia tecnica di comunicazione: ripetendo in maniera ossessiva una evidente bugia si riesce a diventare credibili, come ha insegnato in Italia chi addebita le sue condanne ai malefici complotti dei Giudici.
L’ultimo a cimentarsi con questa tecnica è il Sindaco di Pomarance, il quale ripete che “ i risultati degli studi sulla salute confermano che le emissioni geotermiche non hanno un peso sugli eccessi delle malattie.”.
E’ esattamente il contrario di quanto è emerso a Santa Fiora il 17 giugno scorso nel confronto pubblico tra il Direttore dell’Agenzia della Sanità della Toscana e un epidemiologico dell’Istituto Tumori di Genova. In quella sede, infatti, è stato accertato concordemente che dagli studi finora fatti non è possibile escludere il concorso delle emissioni inquinanti negli eccessi di mortalità registrato nei comuni sede di impianti geotermici.
Tali studi sono molto parziali e imprecisi, non è stata mai fatta una valutazione cumulativa degli inquinanti, già presenti con certezza, né è stata fatta una valutazione degli effetti sinergici di inquinanti molto pericolosi. Non si vuole applicare il Principio di Precauzione e di Prevenzione e necessitano altri studi più mirati, capaci di individuare le cause ambientali di un sicuro eccesso di mortalità, che in alcuni comuni dell’Amiata particolarmente esposti alle emissioni, sono dell’ordine del + 30% per tumori.
Infine le autorizzazioni rilasciate dalla Regione Toscana si fondano su valutazioni sanitarie errate e inadeguate.
Questo è il quadro chiaramente emerso dalla documentazione presentata e dalle risposte ricevute dai tecnici esperti. Questo quadro è oggettivamente allarmante, giustifica ampiamente la richiesta di moratoria di nuovi impianti avanzata da SOS Geotermia ed espone i Sindaci alle loro responsabilità in tute le sedi.

Il Fatto quotidiano Tv del 26 giugno 2013
Toscana, inquinamento e centrali geotermiche. C’è correlazione?
di Francesco Maria Borrelli
Eccesso di mortalità e ospedalizzazione che oscilla dal +6% al +13% a seconda delle zone, con punte del +30% nel comune di Arcidosso, in provincia di Grosseto. Questi i dati emersi dallo studio ad hoc commissionato nel 2010 dalla Regione ed eseguito dall’Agenzia regionale di Sanità (Ars) e dall’Arpat (Agenzia regionale protezione ambientale) per verificare la correlazione tra le centrali geotermiche presenti in Toscana e l’inquinamento. Da tre anni i comitati cittadini hanno chiesto un confronto con le Agenzie. L’occasione è stata il convegno del 17 giugno a Santa Fiora (GR). Durante l’incontro il direttore dell’Ars, Francesco Cipriani, ha riferito che analizzando i tipi di tumori riscontrati nello studio descrittivo, sembra che non ci sia correlazione con patologie riferibili all’inquinamento. Adesso però è necessario affiancare un secondo studio, a causa dei limiti metodologici del primo. Secondo l’epidemiologo dell’Istituto nazionale per la ricerca sul cancro di Genova, Valerio Gennaro, quello svolto “è uno studio di primo livello, che non risponde al quesito su dove va l’inquinamento, che mix di inquinamenti ci sono, che popolazione è inquinata e quindi come sta la popolazione inquinata rispetto a quella non inquinata”.

Il Tirreno del 20 luglio 2013
Sos Geotermia «Sul rischio tumori bugie dai sindaci»
SANTA FIORA «Bugie» ed «errori di valutazione» sul rapporto tra geotermia e salute umana che pregiudicherebbero quest’ultima. Sos Geotermia – Coordinamento dei movimenti per l’Amiata non fa sconti ai sindaci dei comuni sede degli impianti geotermici. Secondo il comitato contrario allo sfruttamento del calore della terra, i primi cittadini, «utilizzando la credibilità ereditata dalle pubbliche istituzioni, stanno applicando una vecchia tecnica di comunicazione: ripetendo in maniera ossessiva una evidente bugia, si riesce a diventare credibili». Sos Geotermia spiega di essere uscito dal confronto pubblico, tenuto a Santa Fiora il 17 maggio tra il direttore dell’Agenzia della Sanità della Toscana e un epidemiologico dell’Istituto tumori di Genova, con informazioni completamente diverse rispetto a quelle recepite dai sindaci. «È stato accertato – spiega Sos Geotermia – che dagli studi finora fatti non è possibile escludere il concorso delle emissioni inquinanti negli eccessi di mortalità registrato nei comuni sede di impianti geotermici. Tali studi sono molto parziali e imprecisi, non è stata mai fatta una valutazione cumulativa degli inquinanti, già presenti con certezza, né è stata degli effetti sinergici di inquinanti molto pericolosi. Non si vuole applicare il principio di precauzione e prevenzione e servono altri studi più mirati, capaci di individuare le cause ambientali di un sicuro eccesso di mortalità che in alcuni comuni dell’Amiata particolarmente esposti alle emissioni, sono dell’ordine del più 30 per cento di mortalità per tumori. Le autorizzazioni rilasciate dalla Regione si fondano poi su valutazioni sanitarie errate e inadeguate». Per questo Sos Geotermia chiede una moratoria per la costruzione della centrale Bagnore 4.

La Nazione del 20 giugno 2013
IMPIANTI. Il Comitato «Sos Geotermia» chiede nuove verifiche
«Geotermia Servono studi»
di Cristiano Bernacchi
AMIATA. A SEGUITO del confronto tenutosi a Santa Fiora tra il direttore dell’Agenzia della Sanità Toscana Francesco Cipriani e l’epidemiologo Valerio Gennaro dell’Istituto tumori di Genova, il comitato «Sos Geotermia» rilancia la richiesta di moratoria sull’attività geotermica sull’Amiata. «In quella sede, come dicono i rappresentanti del Comitato ambientalista è stato accertato che dagli studi finora fatti non è possibile escludere il concorso delle emissioni inquinanti negli eccessi di mortalità registrato nei comuni sede degli impianti». Stando a quanto sostiene «Sos Geotermia», tali studi «sono molto parziali ed imprecisi e, in più, non è mai stata fatta una valutazione cumulativa degli inquinanti, già presenti con certezza, né è stata fatta una valutazione degli effetti sinergici di inquinanti molto pericolosi». Oltre alla moratoria, quindi secondo il comitato, «è necessario che si facciano altri studi più mirati, capaci di individuare le cause ambientali di un sicuro eccesso di mortalità, che in alcuni comuni dell’Amiata particolarmente esposti alle emissioni, sono del + 30 % di mortalità per tumori». Durante l’incontro, particolarmente partecipato, alcuni sindaci presenti hanno confermato che la costruzione di Bagnore 4 non è in discussione, anche se la guardia sui monitoraggi deve rimanere sempre alta.

Corriere di Maremma del 20 giugno 2012
Amministratori, esperti e cittadini a confronto sulla questione geotermia
SANTA FIORA Si è ancora parlato di geotermia sull’Amiata lunedì 17 giugno in un incontro fra amministratori, esperti e cittadini, promosso dall’Unione dei Comuni dell’Amiata Grossetana in accordo con i Comitati di Sos Geotermia. Nella Sala del Popolo del Comune di Santa Fiora si sono confrontati cittadini edesperti dell’Arsia e dell’Arpat per rispondere alle domande e cercare di dare risposte per quanto possibile chiare ed esaustive. Un mese fa furono presentati i dati di una ricerca dell’Agenzia Regionale della Salute e dell’ Arpat provinciale sullo stato di salute dell’Amiata facendo conoscere i dati raccolti nel corso di dieci anni (2000 2009) riferiti ai territori geotermici della Toscana e quindi anche dell’Amiata. In quella occasione vennero fornite informazioni sui vari elementi dello statodi salute quali mortalità, ospedalizzazione, patologie ricorrenti fra la popolazione e venne esclusa una correlazione fra l’attività geotermica in essere sull’Amiata e le patologie riscontrate. Lunedì 17 si è voluto focalizzare nel merito della questione con approfondimenti più particolari nei quali si sono soffermati i dottori Francesco Cipriani (Ars) e Valerio Gennaro (oncologo dell’I.S.T. di Genova). L’occasione è stata utile per la popolazione per presentare ancheuna serie di punti interrogativi e domande per ulteriori approfondimenti. Intanto la ricerca che l’Agenzia Regionale sta effettuando riguarda i dati fino al 2012, cioè ulteriori tre anni rispetto a quelli conosciuti che arrivano al 2009, il risultato dei quali sarà presentato alla popolazione nel settembre/ottobre prossimo. “E’ stato utile il confronto – dice il presidente della Conferenza dei Sindaci Emilio Landi – ed è stato preso impegno da parte delle istituzioni pubbliche di procedere ad ulteriori approfondimenti anche in tema di acqua e aria che il costituendo Osservatorio dell’Amiata avrà come funzione, operando approfondimenti ancora più mirati entrando nel merito delle questioni per dare risposte più certe e poter tranquillizzare la gente. L’impegno è rivolto anche a monitorare l’azione di Enel in modo costante”. Non sono stati, comunque, chiariti ancora una volta molti punti messi sul tavolo e fra i molti interrogativi senza risposta, ad esempio, c’è quello relativo alle mortalità degli uomini superiore a quella delle donne. I Comitati di Sos Geotermia hanno avanzato anche la proposta di una moratoria inattesa dei risultati delle indagini in corso, ma su questo tema le Amministrazioni locali si trincerano dietro alle autorizzazioni già concesse dallaRegione alla quale spetta il diritto di intervenire. Dunque, in sostanza, le attività già in essere andranno avanti e alle amministrazioni locali toccherà il solocompito, importantissimo, di “controllare la salute dei cittadini, facendorispettare le norme legislative in essere”.

Il Tirreno del 19 giugno 2013
Geotermia: tra moratoria e controlli dialogo impossibile
ARCIDOSSO A detti dei presenti è stato un incontro interessante quello avvenuto a Santa Fiora lunedì pomeriggio sulla questione “geotermia e salute”, organizzato in comune fra istituzioni e comitati antigeotermici. Alla presenza di esperti istituzionali, fra cui Francesco Cipriani dell’Agenzia Regionale di Sanità (Ars) e Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto tumori di Genova a cui i cittadini hanno potuto rivolgere quesiti e chiedere chiarimenti. Anche da questo incontro i comitati sono usciti chiedendo una moratoria per la centrale di Bagnore 4 adesso in costruzione, mentre i sindaci presenti hanno tenuto a ribadire che la costruzione della nuova centrale non è in discussione, anche se non si abbassa il monitoraggio su cui le istituzioni locali e la Regione si sono impegnati. «Intanto – spiega il sindaco di Santa Fiora Verdi – va avanti la verifica degli eccessi di mortalità che si riscontrano in Amiata e a settembre ci sarà la presentazione del nuovo step di analisi che l’Ars e l’Arpat porteranno avanti. In questi ulteriori approfondimenti, aggiunge, noi Comuni siamo d’accordo a metterci soldi di tasca nostra, affinché vengano con costanza le nuove risposte degli scienziati. Insomma, tutto va avanti, la centrale e le analisi, da cui usciranno nuovi dati con nuovi metodi e nuove tecnologie». Anche il sindaco Emilio Landi avverte che «questo incontro fa parte del programma degli obiettivi che noi istituzioni ci eravamo prefissati per mettere in piedi l’osservatorio per la geotermia di cui da tempo si parla. Lunedì l’incontro ha riguardato la sanità, ma ne faremo altri dedicati all’aria e all’acqua, ad esempio. L’intendimento istituzionale è di mantenere aperte le disponibilità che vengono dalle sollecitazioni a non abbassare la guardia, ma ad avere le cose sotto controllo. Terremo d’occhio le centraline e i dati, il loro funzionamento continuo, i piezometri». Intanto i Comuni hanno dato disponibilità ad Ars che chiede un ulteriore incarico per approfondire i dati sanitari. «Questo non può che essere un bene: saranno analisi mirate e con esse di spera di stabilire meglio i motivi degli eccessi di mortalità in Amiata», conclude Landi. (f.b.)

GreenReport.it del 21 giugno 2013
Geotermia e salute, Toscana alla (impossibile) ricerca della certezza
Il confronto tra istituzioni e comitato SOS geotermia sui dati sulla salute nelle aree geotermiche non poteva che avere l’esito che ha avuto: ognuno rimane della sua opinione
di Lucia Venturi
È stato un serrato dibattito quello che si è svolto alla sala del Popolo di Santa Fiora tra i rappresentanti istituzionali e il comitato SOS geotermia, supportato dal loro esperto di riferimento, per approfondire i dati sulla salute emersi dall’indagine epidemiologica condotta da ARS per conto della Regione Toscana sulle popolazioni delle aree geotermiche.
Un contraddittorio richiesto dal comitato che si oppone allo sviluppo della geotermia sull’Amiata, e che le istituzioni hanno organizzato, chiamando a rispondere alle domande da una parte Francesco Cipriani Direttore dell’Agenzia Regionale di Sanità e dall’altra Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto Tumori di Genova, chiamato da SOS geotermia.
L’incontro era volto a chiarire le questioni dibattute sui risultati dell’indagine epidemiologica condotta da ARS sulle popolazioni delle aree geotermiche ma si è, ovviamente, esteso anche alle altre questioni ambientali, cui ha risposto Marco Pellegrini, Coordinatore dell’Area Vasta Sud di ARPAT.
Sugli aspetti ambientali, in particolare qualità dell’aria e dell’acqua, l’impegno assunto dal Sindaco di Arcidosso, Emilio Landi, è stato quello di organizzare un prossimo incontro, dato che, anche su questi temi, molte sono state le richieste di approfondimento.
Un incontro senza dubbio interessante, peccato che oltre alla presenza dei rappresentanti del comitato e di alcuni sindaci non  fossero presenti anche gli altri cittadini dell’area geotermica dell’Amiata.
Clima disteso, nonostante tutto, domande inerenti e ben studiate quelle che sono state poste, risultato pressoché scontato, che ha portato a chiedere nuovamente ai sindaci presenti di avviare una moratoria sulla realizzazione della nuova centrale di Bagnore. E anche in questo caso il risultato era altrettanto scontato: sia Renzo Verdi, che Emilio Landi, rispettivamente sindaco di Santa Fiora e di Arcidosso, hanno infatti ribadito la loro intenzione a non rinunciare alla geotermia ma nemmeno a fare sconti sulla salute della popolazione.
A tale proposito hanno informato i presenti che sosterranno in Regione la richiesta di approfondire gli studi sanitari con un progetto – già presentato da ARS – volto a mettere in piedi un’ulteriore indagine epidemiologica, non più descrittiva ma eziologica, per confermare i risultati sino ad oggi acquisiti ed indagare sulle reali cause del quadro clinico rilevato.
L’indagine che é stata svolta e aggiornata con nuove serie di dati ha portato, infatti a rilevare alcuni eccessi di mortalità ma solo nei maschi, di malattie (tumorali e non) e di ospedalizzazione tra la popolazione amiatina, ma «per  cause in cui il fattore ambientale è poco o per niente rappresentato» ha spiegato Cipriani e in un’area, quella dell’Amiata appunto, «dove le emissioni geotermiche sono più basse rispetto all’area tradizionale».
Da cui le conclusioni che non può essere la geotermia la causa di questi eccessi «che comunque preoccupano» ha sottolineato più volte Cipriani e che «è bene approfondire»: per questo le tre ASL hanno aumentato la loro attività clinica per interventi di prevenzione.
«Gli indizi rilevati – ha spiegato Cipriani- fanno ipotizzare che le cause delle criticità riscontrate siano prevalentemente riconducibili a fattori occupazionali, stili di vita, fattori genetici, forse anche ad altri fattori ambientali, penso all’arsenico, piuttosto che alle emissioni geotermiche».
Per questo «le conclusioni hanno segnalato una situazione rassicurante, rispetto alla presenza di attività geotermica, ma questo non significa che un problema non ci sia e che sia giusto studiarne la causa. Sarebbe però più corretto approfondire il problema dell’esposizione storica all’arsenico, che può essere la causa di danni sistemici oltre al tumore».
Quindi una posizione molto chiara quella di Francesco Cipriani, che invitava a guardare altrove anziché alle emissioni geotermiche, ricordando che anche per quanto riguarda l’acido solfidrico, allo stato attuale non esiste una sufficiente evidenza scientifica degli effetti a lungo termine delle esposizioni croniche a basse dosi.
I principali studi condotti da Bates, sulla popolazione neozelandese di Rotorua esposta ad emissioni naturali molto più alte di quelle dell’Amiata (dove attualmente i sistemi di abbattimento AMIS hanno ridotto del 90% le emissioni delle centrali) indicano «che non si sono rilevati problemi sanitari e anzi, da recenti studi di epidemiologia molecolare, risulta dotato di importanti effetti sul metabolismo cellulare, ossia su molti processi biochimici importanti per la vita delle cellule, in particolare per la salute del sistema cardiovascolare».
Dopo la breve introduzione di Francesco Cipriani che ha ricordato le linee metodologiche dell’indagine svolta, le conclusioni cui è giunta e gli aggiornamenti in corso, e l’intervento di Valerio Gennaro, che, a sua volta, ha illustrato quali debbano essere gli elementi da considerare in un’indagine epidemiologica, è iniziato il vero contraddittorio con l’esposizione da parte di Andrea Borgia e dei rappresentanti di SOS Geotermia di 14 domande, alle quali -una ad una- è stata data una risposta, laddove una risposta era possibile.
La gran parte delle domande era tesa infatti a far escludere categoricamente il “concorso degli inquinanti emessi dalle centrali geotermiche negli eccessi rilevati” sulla popolazione dell’Amiata cui Francesco Cipriani, ha dovuto rispondere che «non è possibile escludere nulla e nessun ricercatore può escludere nulla, perché nel campo medico e biomedico non esiste l’assoluta certezza».  «Quello che si può fare, ed è quello che è stato fatto- ha continuato Cipriani– è dare, sulla base dei dati e delle conoscenze a disposizione, una risposta sulla situazione in atto e individuare eventuali cose da fare: per questo abbiamo detto che gli indizi ci portano a dare una risposta rassicurante per quanto riguarda la geotermia  ma non per la presenza comunque riscontrata di alcuni eccessi, sui quali è doveroso indagare per individuare quale sia la causa».
Per questi ulteriori approfondimenti, ha detto Renzo Verdi rispondendo ad una domanda che chiedeva la disponibilità delle amministrazioni a chiedere alla Regione Toscana un ulteriore studio, condotto da ARS,  «noi Comuni siamo d’accordo a metterci soldi di tasca nostra» perché, e lo ha ribadito anche Emilio Landi, «vorremmo riuscire a stabilire meglio i motivi degli eccessi di mortalità sull’Amiata».
Il prossimo incontro – già annunciato dal Sindaco di Arcidosso a nome dell’Unione dei comuni dell’Amiata – sempre improntato come contraddittorio – sarà dedicato ai temi ambientali, in particolare all’aria e all’acqua, temi su cui si sono soffermate molte delle domande poste e che in parte hanno già, comunque, avuto risposta.