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Geotermia al Bagnolo, mezza sconfitta per Tosco Geo, ma c’è poco da esultare

altan_pagliuzzaL’ambigua posizione dell’amministrazione di Santa Fiora, ma il Sindaco da che parte sta?

 

 

Il progetto di perforazioni esplorative nell’ambito del permesso di ricerca “Bagnolo” promosso dalla Tosco Geo S.r.l. si arena in sede di VIA in Regione Toscana e, per ora, sono scongiurate le trivelle in quest’altro angolo del monte Amiata. Vittoria? Neanche per sogno; piuttosto un passo indietro da parte della Tosco Geo di fronte alla mole di lavori e studi preliminari imposti dalla procedure, che “ha comunicato il ritiro dell’istanza di avvio del procedimento in esame, “[.] allo scopo di predisporre la documentazione relativa alla modifica progettuale, unitamente all’aggiornamento dello studio preliminare ambientale [.]”, mantenendo comunque la facoltà di “presentare una nuova istanza, che tenga conto di quanto evidenziato dall’autorità competente nella richiesta di integrazioni”. (*)
Quindi, al di là dei toni trionfalistici che arrivano dal sindaco e dal consiglio comunale di Santa Fiora, bisognerà vedere se la Tosco Geo tornerà all’attacco, visto che le norme glielo consentono.

Bagnore 3 e 4 da lontano: mica impattano con l'ambiente...

Bagnore 3 e 4, oggi, da lontano: mica impattano con l’ambiente…

Ma quello che colpisce in questa vicenda è la posizione del Sindaco Balocchi che dichiara «Siamo soddisfatti di tutto questo e come avevamo promesso ai cittadini la paventata centrale di Bagnolo è stata stoppata. Il nostro parere è stato determinante. Noi non siamo sfavorevoli alla geotermia, ma questa centrale sarebbe stata troppo vicina al centro abitato e impattante al massimo».

A leggere le osservazioni presentate dal Sindaco al settore VIA della Regione il 26 agosto scorso, si scopre un animo ambientalista che puntualmente segnala tutti i rischi e danni che l’eventuale centrale potrebbe causare al territorio, osservazioni condivisibili anche da parte di chi scrive e che vi invitiamo a leggere.

La possibile centrale è un impianto pilota di 5 MW con reiniezione totale – a detta loro- dei fluidi geotermici: ma allora se per tale impianto valgono le osservazioni del sindaco, il pensiero non può che andare alle centrali Enel di Bagnore 3 e 4 che sviluppano 60 MW di potenza e sono di tipo “flash”, cioè a rilascio libero in atmosfera e vicine al centro abitato di Bagnore e di loc.Aiole, nonché il centro buddista Merigar, con i fumi, dati i venti prevalenti, che investono continuamente Arcidosso, come lamentano i cittadini, centrali che sono certamente più impattanti e inquinanti, come certificato anche dagli studi Basosi-Bravi  e come trapela anche dalle recenti sentenze che condannano l’Enel.

Inaugurazione di Bagnore il 25/7/16: sindaci geotermici e Rossi sempre con Enel

Inaugurazione di Bagnore il 25/7/16: sindaci geotermici e Rossi sempre con Enel

Allora perché il sindaco Balocchi e la sua amministrazione sono pervicacemente contrari al progetto Bagnolo della Tosco Geo, ma sono favorevoli alle centrali Enel di Bagnore, tanto da essere sempre in prima fila con il sindaco di Arcidosso Marini ad ogni manifestazione dell’Enel, dall’inaugurazione del 25 luglio scorso fino alla “gita scolastica” del 5 novembre scorso?

 

(*) DECRETO 28 ottobre 2016, n. 11094, pubblicato sul BURT n.45 del 2016


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Tribunali e geotermia. Dopo Grosseto, Siena: ancora condannata l’Enel

boia-trivellaSeconda condanna in un mese per l’Enel: le centrali inquinano e si può gridarlo forte!

 

 

 

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25 luglio 2016, inaugurazione in “pompetta magna” di Bagnore 4

Nonostante gli sforzi “greenwashing” dell’Enel e dei sindaci “geotermici” con le sponsorizzazioni di ogni sagra, inaugurazioni di centrali in “pompetta magna”ed, ultima, la precettazione delle scolaresche per la “gita scolastica” del 5 novembre alle centrali di Bagnore -che evoca, sinistramente, il “sabato fascista”- , dal Tribunale di Siena arriva la seconda condanna in un mese per la geotermia in Amiata.

5 novembre 2016, "gita scolastica" a Bagnore (ph.amiatanews.it)

5 novembre 2016, “gita scolastica” a Bagnore 4 (ph.amiatanews.it)

Dopo il pronunciamento del Tribunale di Grosseto del 13 ottobre u.s. che respingeva la denuncia dell’Enel contro chi sosteneva “che le centrali geotermiche fossero fonte d’inquinamento e determinassero la presenza di arsenico nell’acqua potabile e che lo sviluppo geotermico da lei promosso fosse causa di morte, degrado ambientale e sottosviluppo” e, in più, condannava l’Enel alle spese, il 24 ottobre u.s., con sentenza n.718, il Tribunale di Siena si pronunciava sulle denunce per risarcimento danni fatte da cittadini di Piancastagnaio per l’inquinamento e l’irrespirabilità dell’aria causato dalle quattro centrali che allora, siamo tra il 2002 e il 2007, circondavano il paese.
Il Tribunale ha accolto le ragioni dei cittadini e condannato l’Enel a risarcire i danni, pagare le spese legali e del CTU, dalla cui perizia viene accertato che l’Enel ha costantemente e continuativamente superato i limiti previsti per le emissioni di acido solfidrico, come pure aveva rilevato l’Arpat.

5 novembre 2016, enel sindaci e acquedotto del fiora alla "gita scoalstica" (ph.GrossetoNotizie.com)

5 novembre 2016 enel, sindaci e acquedotto del fiora alla “gita scolastica” (ph.GrossetoNotizie.com)

Alla faccia delle assicurazioni che continuamente Enel e sindaci geotermici continuano a propagandare!

L’accertato superamento dei limiti delle emissioni di acido solfidrico H2S (quello che provoca il “puzzo d’uova marce”) è la ragione della condanna, ma la sentenza ci dice qualcosa di più: che cioè non è necessario che le emissioni provochino un danno biologico o una patologia, come indicato dalla “…Corte di cassazione (che) ha affermato, nell’ambito della tutela del domicilio e della famiglia, che pur quando non risulti integrato un danno biologico, la lesione del diritto al normale svolgimento della vita familiare all’interno della propria casa di abitazione e del diritto alla libera e piena esplicazione delle proprie abitudini di vita quotidiane sono pregiudizi apprezzabili in termini di danno non patrimoniale (v. Cass. n. 7875 del 2009; Cass. n. 26899 del 2014). A ciò deve aggiungersi che il diritto al rispetto della propria vita privata e familiare è uno dei diritti protetti dalla Convenzione europea dei diritti umani (art. 8). La Corte di Strasburgo ha fatto più volte applicazione di tale principio anche a fondamento della tutela alla vivibilità dell’abitazione e alla qualità della vita all’interno di essa, riconoscendo alle parti assoggettate ad immissioni intollerabili un consistente risarcimento del danno morale, e tanto pur non sussistendo alcuno stato di malattia. La Corte ha più volte condannato, per violazione dell’art. 8, gli Stati che, in presenza di livelli di rumore significantemente superiori al livello massimo consentito dalla legge, non avessero adottato misure idonee a garantire una tutela effettiva del diritto al rispetto della vita privata e familiare…”.

E’ il caso di sottolineare che la Corte Costituzionale, con sentenza 26 novembre 2009, n. 311, stabilisce che il giudice italiano deve essere considerato come il giudice comune della CEDU. Gli spetta, perciò, il compito di applicare le relative norme, nell’interpretazione data dalla Corte di Strasburgo, interpretazione vincolante per il giudice interno (Cass. Sez. Unite civ. del 27 novembre 2003 n. 1338,1339,1340, 1341).
Ma non solo. Il giudice italiano è chiamato a valutare il sistema normativo italiano alla luce dei principi stabiliti dalla CEDU, nel momento operativo della sua concreta ed effettiva applicazione, ovvero nel corso del giudizio (Cass. Sez. I pen., 12 maggio 1993) e non deve ignorare che le misure e le decisioni che egli adotta nell’ambito delle sue funzioni giurisdizionali possono configurare, se in quelle non abbia tenuto conto dei parametri convenzionali e della giurisprudenza della Corte di Strasburgo, una responsabilità internazionale dello Stato, per la quale egli deve assumere una precisa responsabilità.
Tale principi, ribaditi e fatti propri dal Tribunale di Siena, aprono le porte a possibili, e probabili, nuove azioni giudiziarie, ma soprattutto vanificano gli sforzi di coloro che ancora insistono a parlare di energia pulita e rinnovabile.

 

Quello che sosteniamo da anni, cioè che si tratta di energia inquinante e speculativa, pian piano trova riscontri anche nelle aule di giustizia.

Se ne facciano una ragione: ancora di più oggi denunciamo ad alta voce i danni e i rischi di queste scellerate scelte energetiche e chiediamo la moratoria generale di tutta le geotermia toscana, esistente e di progetto.

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P.S.: Vale la pena di ricordare come già in tema di “critica alla geotermia in Amiata”, già un anno fa, il 22 luglio 2015, l’ex Assessora Bramerini si prese una bella strigliata al Tribunale di Firenze, presso il Giudice di Pace per aver querelato -a spese della Regione…- altri attivisti di Sos Geotermia per aver “offeso la sua dignità e onorabilità”; il Giudice rilevava un difetto di legittimazione alla presentazione e quindi l’invalidità della querela dell’assessore, peraltro presentata utilizzando il patrocinio dell’avvocatura regionale costituita da ben due avvocati (quando il codice di procedura ne prevede solo uno), e quindi il venir meno della condizione di procedibilità, ragion per cui ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere per difetto di querela.
marchese-grillo-sordiMa non solo: il Pubblico Ministero, entrato direttamente nel merito della denuncia, accogliendo di fatto le tesi che la difesa aveva già esposto anche nei propri precedenti atti difensivi, ha affermato che “il fatto non costituisce reato, trattandosi di una critica, seppur accesa, non lesiva di interessi”. Ed ha aggiunto come la mail incriminata, con i suoi toni – seppur forti – rappresenti la “manifestazione di una opposta visione, critica, ma non lesiva della dignità altrui”, nemmeno di un personaggio pubblico, come l’assessore Bramerini, che per un fatto del genere ha addirittura “scomodato due avvocati della avvocatura regionale”.

Bene avrebbe fatto l’Enel e i suoi avvocati ad andarsi a cercare i precedenti, avrebbero evitato di buttare soldi di tutti noi visto che l’azionista è il Ministero dell’Economia e delle Finanze, di perdere la causa ed evitato l’ennesima figura di arroganti.


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Amiata, arsenico nell’acqua: dopo 4 anni sempre peggio

img-notiziaSindaci e Acquedotto del Fiora si assumano le proprie responsabilità sulla potabilità e rischi per la salute.

Quattro anni fa Sos Geotermia fece -a proprie spese- una serie di analisi a campione sulla presenza di arsenico e mercurio nell’acqua potabile dell’Amiata, versante grossetano.
Ne scaturì una pubblica denuncia che, è il caso di dire, smosse le acque placide e tranquille in cui si cullavano amministratori e gestori degli impianti, nonostante i precedenti allarmi sui rischi di inquinamento causati anche dalle attività delle centrali geotermiche.
Oggi un nuovo campionamento delle acque fatto dai cittadini -a loro spese- mostrerebbe una situazione senza dubbio peggiore rispetto al 2012, nonostante anche gli abbattitori di arsenico e la miscelazione delle acque di diverse sorgenti per ridurne le concentrazioni.
Quasi la totalità dei valori dell’arsenico sono superiori a 5 microgrammi/litro che è la soglia oltre la quale l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, e i medici dell’ISDE sconsigliano l’uso potabile per bambini, donne in gravidanza e persone “fragili” con patologie.
Ma, ancor peggio, in ben tre casi sembrerebbe superato addirittura il limite di legge di 10 microgrammi/litro, situazione che dovrebbe far scattare allarmi e divieti di potabilità che invece non ci sono stati, o ci sono sfuggiti.

Ci chiediamo: ma i sindaci, responsabili primi della salute pubblica, e i vertici dell’Acquedotto del Fiora hanno il polso della situazione e sono in grado di smentire questi dati pubblicando le analisi per tutte le sorgenti degli ultimi anni?
Nel caso fossero confermati gli sforamenti e comunque l’alto tenore di arsenico nell’acqua potabile, a parte le promesse da marinaio del’ex presidente dell’Acquedotto di anni fa che si impegnava per drastici abbattimenti, cosa intendono fare i sindaci e i vertici dell’Acquedotto del Fiora, prima di dimettersi?

————————————

Di seguito il testo del volantino che stiamo distribuendo in Amiata e che potete scaricare in pdf:

Cosa beviamo? …4 anni dopo
Qualcuno controlla l’arsenico nell’acqua dell’Amiata?

Riceviamo notizia da un gruppo di cittadini che hanno effettuato in questi giorni le analisi dell’arsenico contenuto nell’acqua che viene distribuita nelle loro case di una situazione per niente rassicurante in merito alle concentrazioni di ARSENICO nell’ACQUA.

Ricordiamo che il limite di legge per le concentrazioni di arsenico è di 10 microgrammi/litro, mentre l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ed anche lAssociazione italiana medici per l’ambiente (ISDE) raccomandino che l’arsenico contenuto nell’acqua destinata al consumo umano deve essere tendente allo ZERO e che comunque bambini, donne in gravidanza e persone “fragili” con patologie dovrebbero evitare l’uso di acque con concentrazioni di arsenico superiori a 5 microgrammi/litro.

Questi i valori rilevati:

Analisi 2016
* valore oltre i limiti consigliati dall’OMS e ISDE (5 µg/L)
** valore oltre i limiti di legge (10 µg/L)

Località

Comune

Arsenico

Microgrammi/litro

Via di Montagna

Casteldelpiano

7,3 *

Via Pozzo stella

Casteldelpiano

6,8 *

Sorgente Montoto

Casteldelpiano

9,8 *

Paese

Montenero

4,7

Loc. Il Giunco

Arcidosso

10,2 **

Via del Fattorone

Casteldelpiano

10,1 **

Fonte davanti Venerio

Casteldelpiano

9,3 *

Cimitero

Montelaterone

8,3 *

Via della Montagna

Bagnore

8,9 *

San Lorenzo

Arcidosso

9,9 *

Pozzo. Privato Loc. il Giunco

Arcidosso

3,8

Fonte Murata

Casteldelpiano

6,6 *

Fonte del re

Casteldelpiano

7,8 *

Paese

Monticello

3,6

Fonte case Danti

Selva

1,7

Loc. Sasso del Corvo

Seggiano

10,8 **

Loc. Colle Vergari

Casteldelpiano

8,7 *

Casa Privata

Selva

0,9

Loc.Giardino Potentino

Seggiano

9,8 *

Piazza

S.Fiora

6,6 *


Nel 2012, come Sos Geotermia, effettuammo una ricognizione simile e confrontando i dati non possiamo fare altro che essere ancora più preoccupati. All’epoca infatti si registrarono solo due valori fuori norma, entrambi in sorgenti che comunque non alimentavano direttamente abitazioni. Oggi invece sembra invece dalle analisi dei cittadini che in ben tre zone abitate l’acqua distribuita dall’acquedotto supererebbe i limiti di legge di 10 microgrammi/litro.

Pare quindi che nel corso degli ultimi anni ci sia stato un progressivo inquinamento delle falde.
Confrontando i dati in comune con le località a delle nostre analisi del 2012 ecco che cosa possiamo ottenere:

tabella2-volantino

Casteldelpiano, Arcidosso, Seggiano avrebbero livelli di arsenico quasi ovunque superiori ai 6 microgrammi/litro Senza contare le sorprese che provengono dagli sforamenti del limite di legge emersi dalle analisi del 2016!!!

Quello che denunciavamo 4 anni fa è certamente peggiorato rendendo ancora più giusta la nostra richiesta di moratoria immediata di tutta la geotermia, esistente e di progetto, visto che -a quanto sembra e fino a prova contraria- sindaci e Acquedotto del Fiora non sembrano neanche in grado di rispettare almeno i limiti di legge, pur ricevendo milioni di euro per compensazioni ambientali e avendo realizzato gli abbattitori di arsenico che, ci chiediamo oggi, a cosa servono??

Invitiamo tutti i cittadini a inviarci segnalazioni in merito, anche per costruire una mappatura più efficace dell’arsenico nell’acqua!

Rimane inconcepibile che ancora una volta siano i singoli cittadini o i comitati a fare quello che per legge compete ai sindaci e al gestore Acquedotto del Fiora. Chiediamo quindi una immediata replica di questi soggetti con le analisi “ufficiali” che consentono l’uso potabile a norma di legge, le ragioni degli sforamenti possibili e se tali sforamenti si siano verificati anche in altre località. Nel caso venissero confermati questi dati auspichiamo che i responsabili ne traggano le dovute conseguenza, fatte salve altre e più gravi ipotesi.

Sos Geotermia, aderente alla Rete nazionale NoGESI


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Aggiornamento 8 novembre 2016

Apprendiamo da Il Giunco.net che Acquedotto del Fiora avrebbe prontamente risposto al nostro comunicato, ovviamente tranquillizzando perchè tutto è “a norma di legge”, madamalamarchesa…

Entriamo nel merito:

“Per quanto riguarda le analisi effettuate privatamente dai cittadini, citate nella nota stampa, va sottolineato che non viene specificato se siano riferite ad acqua di rubinetto e, come è noto, Acquedotto del Fiora è responsabile dell’acqua distribuita fino al punto di consegna, ma non di quella all’interno della rete privata. Inoltre, non viene specificato né il metodo di analisi utilizzato per il parametro arsenico, né tantomeno come sia stato eseguito il campionamento e se il campione sia stato correttamente stabilizzato e conservato.”
Ovviamente il cittadino -che non è un tecnico- si atterrà alle istruzioni del laboratorio che in questi casi indica di utilizzare bottiglie d’acqua che vanno riempite e svuotate più volte con l’acqua che si vuole analizzare, per poi riempirle e consegnarle entro il più breve tempo possibile al laboratorio; ci dicono che il metodo usato dal laboratorio di Grosseto incaricato, per l’arsenico sia l’APAT CNR 3080A ed. 2003.
Ci sembra che pretendere di più da chi neanche dovrebbe preoccuparsi di tali analisi sia oltremodo scorretto, come anche la specifica che limita la responsabilità del gestore fino al punto di consegna e che potrebbe far pensare che ci possano essere accidentali inquinamenti da arsenico successivo o, peggio ancora, che qualcuno possa aver dolosamente aggiunto arsenico all’acqua: …beh, certamente, chi non ha in casa almeno una sacchetta di arsenico?

“Le analisi effettuate negli anni 2012-2016 sull’acqua distribuita in tali zone  (Arcidosso, Castel del Piano, Seggiano e Santa Fiora, ndr) evidenziano valori medi di arsenico abbondantemente entro il limite previsto dal decreto legislativo 31/2001, fissato a 10 microgrammi/litro: pertanto valori medi inferiori a 5 microgrammi/litro come citato nella nota stampa costituiscono un obiettivo non richiesto dalla normativa di riferimento.”
Intanto “valori medi” non significano niente, perchè se una sorgente ha un valore di 1 o 0 µg/L mentre un’altra di 9 µg/L, anche se il “valore medio è 4,5 µg/L, significa però che chi usa la prima è sicuro, ma chi usa la seconda no.
Tant’è che molti valori anche dei rilevamenti dello stesso gestore sono tra 5 e 10 µg/L alcuni prossimi al limite di legge, come anche rileva l’Arpat a marzo ’16, alla Sorgente Galleria Bassa di Santa Fiora con 9,6 µg/L e alla Galleria Alta 9,8 µg/L.
Sui limiti dell’arsenico è bene ribadire che: l’Arsenico è considerato cancerogeno di I° livelli, cioè non esiste una concentrazione considerata innocua, i limiti di legge sono per forza dovuti ad un “compromesso” per non provocare un blocco generalizzato nella distribuzione dell’acqua in un territorio, come quello italiano, di origine vulcanica. Ma questo però non può tranquillizzare chi dovrebbe comunque ridurre al minimo possibile i rischi, visto che le raccomandazioni dell’OMS e dell’ISDE non sono frutto delle fantasie dei comitati.
Si consideri che nella loro ricerca del 2004 Osvaldo Conio e Roberto Porro (L’arsenico nelle acque destinate al consumo umano) riportavano che in provincia di Grosseto le loro analisi davano valori oscillanti tra un minimo inferiore a 1 µg/L a un massimo di 4 µg/L. Cosa è successo in Amiata tra il 2004 e oggi??

“Dopo aver chiesto deroga in via cautelativa, il gestore ha realizzato gli impianti di abbattimento necessari a rispettare i nuovi limiti… …per un investimento di circa 2,5 milioni di euro”
In realtà le deroghe al limite dei 10 µg/L furono richieste perchè i valori erano di molto superiori ai limiti ammessi e tali deroghe furono chieste finchè i regolamento lo permettevano (per 3 periodi di tre anni dal 2001 al 2010) finchè non ne vennero più concesse. Tali deroghe, peraltro, imponevano alcune condizioni precise quali anche “l’eliminazione delle cause dell’inquinamento da arsenico”, “l’informazione della popolazione sui rischi” e “garanzia che ai neonati e ai bambini fino ai tre anni venisse garantita acqua nel rispetto dei limiti normativi”. Nulla di tutto ciò è successo in quei 9 anni di deroghe dove tutti, compresi i soggetti più deboli, hanno consumato acqua ben sopra i limiti di legge…
Rispetto agli abbattitori per “2,5 milioni di euro” che hanno comunque pagato i cittadini, viene da chiedersi a cosa servono se comunque non riusciamo a rimanere entro i 5 µg/L; a meno che ci siano problemi di funzionamento…

Tribunale di Grosseto sentenzia: criticare la geotermia Enel in Amiata è legittimo

giudice_bagnoreNon è la prima volta, ma perseverare è diabolico.
Nuovo passo falso dell’Enel: nella speranza che “colpendone uno se ne educassero cento” -parafrasando il detto di Mao- l’Enel nel 2012 aveva denunciato Pino Merisio, politico attivo e presente in tutte le iniziative e i comitati amiatini, perchè in una intervista pubblicata sul Corriere di Maremma il 5 maggio di quell’anno aveva criticato duramente le centrali geotermiche amiatine,

Pino Merisio durante una delle iniziative contro le centrali

Pino Merisio durante una delle iniziative contro le centrali

in particolare la prevista Bagnore 4 che poi verrà realizzata e di cui oggi vediamo gli effetti…
Dopo 4 anni, finalmente, arriva il pronunciamento del Tribunale di Grosseto che sentenzia come LEGITTIME le CRITICHE espresse da Merisio nell’intervista e condanna l’Enel al pagamento delle spese.
Di seguito un comunicato stampa che verrà diffuso nella conferenza stampa che si tiene a Grosseto oggi, 15 ottobre 2016.

 

“Criticare la Geotermia è legittimo?
Spunti e riflessioni a margine di una recentissima decisione del Tribunale di Grosseto”

Criticare ENEL sulla geotermia in Amiata si può. Questo, in sintesi, il significato della sentenza emessa dalla dott.ssa Conte del Tribunale di Grosseto nella causa civile di risarcimento danni da diffamazione a mezzo stampa intentata da ENEL GREEN POWER contro Pino MERISIO, esponente di Rifondazione Comunista e di SOS Geotermia, autore di un comunicato pubblicato nel 2012 nel quale si esprimevano critiche alla geotermia, accusata di emettere sostanze inquinanti e nocive nell’aria e nell’acqua, si segnalava la eccedenza di mortalità rispetto ai comuni vicini a quelli geotermici (come ricorda Barocci) e si proponeva un sistema energetico alternativo (Amiata Fotovoltaica).
Nel respingere (con condanna alle spese) la richiesta del colosso energetico, il Tribunale ha riconosciuto dapprima “che i dati relativi alle emissioni riportati dal Merisio nell’articolo incriminato sono ripresi dai dati ARPAT 2009 e sono, quindi, obiettivi.”
Poi ha aggiunto la considerazione (che secondo questo comitato gli Amministratori locali dovrebbero anch’essi far propria) secondo la quale “…è evidente che in un già delicato equilibrio ambientale, qual è quello dell’intero globo a seguito del significativo mutamento nello sfruttamento delle risorse complessive nell’ultimo secolo, anche piccoli apporti di sostanze nocive sono idonei a destare un certo allarme nei cittadini più sensibili al problema. Ciò vale anche per le altre sostanze che, seppur non superiori ai tassi soglia, sono di per sé sostanze potenzialmente idonee ad incidere sulla salute umana. In particolare, il ctu ha confermato che a Bagnore vi sono elevate emissioni di sostanze climalteranti, quali anidride carbonica e metano, ed anche l’emissione di ammoniaca.
Per l’acido solforico e il mercurio i parametri, pur rientrando nella quasi totalità dei valori guida
di tutela sanitaria raccomandati dalla OMS, necessitano di un’attenzione sanitaria per i soggetti
più sensibili (v. p. 97)”.
In altra parte la sentenza dà atto di una riscontrata presenza di “inquinamento olfattivo” ovvero di “maleodoranze”, anche se il fenomeno è andato attenuandosi con l’installazione dei filtri Amis.
Passando alla questione della possibile incidenza dell’attività geotermica sulla salute il Tribunale ha osservato che “Anche i dati relativi alla maggiore mortalità nell’area geotermica sud rispetto alle aree limitrofe sono stati estrapolati dal convenuto da fonti scientifiche accreditate, quali lo studio epidemiologico pubblicato dalla Fondazione “Gabriele Monasterio” avente ad oggetto il periodo 2000 – 2006 (v. doc. 25 di parte convenuta), che ha visto impegnati medici, biologi e ricercatori del CNR di Pisa; da esso s’evince che nell’area geotermica sud c’è un numero di morti di sesso maschile superiore ai comuni limitrofi”.
In definitiva, conclude il Tribunale, “pur se la centrale può dirsi a norma, tuttavia il parlare di inquinamento e di sostanze tossiche non è certo impedito dal fatto che un’attività sia consentita dalla pubblica amministrazione, posto che la scelta di parametri da non superare è -con tutta evidenza- frutto di compromesso…”.

Merisio e Barocci di Sos Geotermia con l'avv. Ceciarini in conferenza stampa (foto Tirreno)

Merisio e Barocci di Sos Geotermia con l’avv. Ceciarini in conferenza stampa (foto Tirreno)

La sentenza del Tribunale di Grosseto va dunque presa, secondo questo comitato, come un autorevole richiamo a non trascurare le criticità per ambiente e salute insite nell’attività geotermica e giustifica le sollecitazioni e le preoccupate segnalazioni da esso ripetutamente fatte, col supporto di evidenze scientifiche, ad un maggiore e più attento ed incisivo controllo (preventivo e successivo) delle effettive conseguenze dannose di tale attività e ad un ripensamento del sistema di produzione energetica che, invece, in questi giorni lo stesso Presidente della Regione è tornato ad esaltare come “grande chance”.

L’Amiata ha già dato e pretende rispetto per il suo territorio e per i suoi abitanti i quali meritano di essere conosciuti in Europa per altri pregi e non per lo sfruttamento geotermico intensivo.

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La “scivolosa” risposta dell’Enel su MaremmaNews e Amiatanews.it:

In riferimento alla sentenza del Tribunale di Grosseto nella causa civile di risarcimento danni da diffamazione promossa da Enel Green Power nei confronti di Pino Merisio, Enel Green Power precisa che la sentenza del Tribunale di Grosseto legittima il diritto di critica e la personale interpretazione dei dati dell’ARPAT fatta dal Merisio, in quanto in linea con la libertà di manifestazione del pensiero, ma ribadisce che “in definitiva la centrale è a norma”, essendo le emissioni geotermiche della centrale costantemente monitorate dall’ARPAT e assolutamente conformi alla legge. Enel Green Power ha gestito e gestisce gli impianti geotermici con la massima attenzione all’ambiente ed in applicazione dei migliori standard internazionali.

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100 fiori contro la geotermia sbocciano: assemblea del neocostituito comitato a Roccalbegna

assemblea-rocca1webIl virus dell’informazione contro la geotermia speculativa e inquinante, negata per decenni in Amiata, in Maremma e nella Toscana tutta, dove si è sempre sostenuto la sostenibilità e rinnovabilità di tale sfruttamento all’ombra delle compensazioni ambientali e delle sponsorizzazioni di sagre e feste da parte di Enel, ormai si va diffondendo in ogni borgo del nostro amato territorio, come era l’auspicio lanciato con le mobilitazioni dei “100 fiori contro la geotermia”.
Salutiamo l’esordio dell’appena costituito “Comitato per la Tutela del Territorio di Roccalbegna” che, con una partecipata assemblea pubblica alla quale -e non è una novità- si è sottratto il sindaco, ha iniziato la sua attività proprio con una giornata di informazione.
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del comitato.

 

GRANDE AFFLUENZA ALL’ASSEMBLEA PUBBLICA ORGANIZZATA DAL COMITATO PER LA TUTELA DEL TERRITORIO DI ROCCALBEGNA
I CITTADINI IN PIAZZA PER INFORMARSI SULLA GEOTERMIA!

Domenica 28 agosto 2016 si è svolta a Roccalbegna un’assemblea pubblica informativa sullo sfruttamento industriale della geotermia, nei territori Maremmani ed Amiatini. Erano presenti i relatori Pino Merisio (di SOS Geotermia) -SCARICA LA PRESENTAZIONE- ed il prof. Andrea Borgia (geologo), che hanno condotto l’assemblea davanti a circa 200 partecipanti, comprendenti sia abitanti di Roccalbegna e dei paesi vicini, sia molti rappresentanti dei diversi comitati, contrari alla geotermia industriale e speculativa, provenienti dalla Maremma e dall’Amiata.

Gli argomenti trattati sono stati vari: emissioni inquinanti nell’aria e nelle falde acquifere con relativi danni alla riserva idrica e alla salute; la spiegazione delle diverse tecnologie, utilizzate ad oggi dalle compagnie energetiche, per l’estrazione dei fluidi geotermici e conseguente conversione delle risorse termiche ad elettriche. Particolare enfasi è stata data alla bassa efficienza di questi processi, resi possibili economicamente solo grazie agli incentivi governativi, provenienti dai prelievi sulle bollette energetiche ai cittadini.

Dagli interventi fatti dai partecipanti, è apparsa evidente una forte preoccupazione e si è espresso l’auspicio di un utilizzo più efficiente di questi incentivi, che dovrebbero essere destinati alla diffusione delle fonti veramente rinnovabili; l’unica svolta possibile dallo sfruttamento delle fonti fossili e, come nel caso della geotermia industriale, da quelle fortemente impattanti per l’ambiente e per l’economia delle aree che le subiscono.

Al termine dell’assemblea e conseguente dibattito è stato proiettato il documentario indipendente “Un monte d’acqua” del regista Toni Montagna (2014).

L’evento è avvenuto a dieci giorni dalla costituzione del Comitato per la Tutela del Territorio di Roccalbegna, il più recente in Maremma, a testimonianza dell’aumento del dissenso verso l’industrializzazione geotermica.

assemblea-rocca2webI cittadini riunitisi ieri a Roccalbegna, hanno espresso il desiderio di un futuro diverso per i territori, con un fermo no all’industrializzazione e, dando voce al Comitato, nei giorni scorsi hanno accompagnato questa fermezza con intenti propositivi sul rilancio del territorio stesso, con la ricerca di dialogo con le amministrazioni locali e offrendo cooperazione nei progetti di sviluppo. E’ dispiaciuto quindi che il sindaco di Roccalbegna, Massimo Galli, abbia declinato l’invito a partecipare all’evento. Sarebbe certamente stato un confronto moderato e piacevole, con la stessa atmosfera pacata che ha caratterizzato tutta l’assemblea.

Guardando al futuro, ad un contesto di unione degli sforzi dei singoli comitati, le recenti energie impiegate sia in Maremma, che in Amiata ma anche nel resto della Toscana, Lazio ed Umbria, hanno visto partecipare all’assemblea informativa anche rappresentanze di queste zone, quali: Rete SOS Geotermia, SOS Geotermia Scansano, difesa dell’Alta Valle dell’Albegna di Semproniano, rete Centrali Zero, Agorà CittadinanzAttiva di Monticello Amiata, Fumarole della Selva, No Geotermia Seggiano, TerrAmiata di Castel del Piano, ed entrambi i meetup Arcidosso 5 stelle ed Amiata a 5 stelle.
Ringraziamo tutti per la partecipazione.

Comitato per la Tutela del Territorio di Roccalbegna


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Benni molla l’evento sponsorizzato dall’Enel e il sindaco Marini perde le staffe

benni sindacoInformato della situazione in Amiata, lo scrittore abbandona Cristicchi mentre il sindaco se la prende con i comitati antigeotermici
Lo scrittore Stefano Benni, ospite della serata clou di “Narrastorie” di Cristicchi sponsorizzato da Enel, coerentemente e a fronte dell’impossibilità di garantire anche soli tre minuti prima del suo spettacolo ai comitati antigeotermici, rinuncia a partecipare all’evento. Non possiamo che ammirare il gesto e la coerenza.
Ci auguriamo che anche altri “artisti” del cartellone ne seguano l’esempio, a cominciare da Paolini che pure, in “Vajont”, attaccava qella che sarebbe diventata l’Enel e che già causava tanti danni e morti.

Tale rinuncia deve aver colpito il sindaco di Arcidosso, Marini, che in un infuocato comunicato stampa (leggi sotto) se la prende con i comitati e i cittadini antigeotermici accusandoli di “atto vandalico.., …atto gravissimo che sfregia la manifestazione” contestando “con fermezza il modo di porsi quasi “intimidatorio” di alcuni esponenti dei comitati”, chiamando in causa per nome e cognome anche un consigliere dell’opposizione e un membro del M5S amiatino e accusando tutti anche di arrecare un danno economico per il turismo. Peccato non sia così puntuale nel contestare il ventilato raddoppio delle centrali amiatine annunciato dal suo premier Renzi e, di fatto, avallato dal governatore Rossi nella sua ultima sortita in Amiata o, ancora, non dica nulla sul furto di striscioni e opere artistiche dei bambini avvenuto il giorno che lui inaugurava la centrale di Bagnore 4 e invochi la censura per i comitati nelle iniziative dei paesi dell’Amiata, sembrerebbe addirittura -ma stentiamo a crederlo- andando a misurare quanti centimetri di suolo pubblico occupavano i banchetti antigeotermici.

Il Sindaco parla inoltre della necessità di limitare il diritto di critica, ma sembra che non sappia che diversi reati di opinione del codice fascista Rocco, come quello che mandava al confine chi si era dimostrato “capace di provocare il deperimento del sentimento patriottico” sono stati annullati dalla Corte Costituzionale, prima ancora che dal Parlamento. A lui quel codice manca e li invoca.

In realtà Marini non vuole rispondere su due fatti, ampiamente documentati da autorevoli scienziati, ai quali non ha mai potuto replicare:
1- con quale argomentazione logica ha approvato con la centrale Bagnore 4 l’ immissione in atmosfera di ulteriori inquinanti, sapendo che nello Studio epidemiologico del CNR del 2010, in Allegato 6 dal titolo significativo: “Risultati statisticamente significativi delle analisi di correlazione geografica tra dati ambientali e dati sanitari. Analisi dei ricoverati e analisi delle mortalità” sono state individuate e registrate ben 54 relazioni, statisticamente significative, tra incrementi di malattie mortali nei residenti dei comuni geotermici e le concentrazioni crescenti degli stessi inquinanti, emessi dalle centrali Enel, presenti e misurati nei comuni geotermici?

2- come può sostenere che le centrali ENEL meritano i contributi pubblici per le energie pulite quando in articoli recenti di autorevoli scienziati, si afferma che le emissioni della geotermia dell’Amiata rappresentano il 17,7% per l’ammoniaca e il 42,5% per il mercurio di tutte le emissioni italiane relative ai settori industriali. Per quanto riguarda le emissioni climalteranti delle centrali geotermiche dell’Amiata, gli stessi ricercatori scrivono in un recente studio, validato dalla comunità scientifica internazionale, che dal punto di vista del potenziale di acidificazione, l’impatto derivante dall’energia prodotta dalle centrali geotermiche del Monte Amiata è in media 2,2 volte maggiore dell’impatto di una centrale a carbone. Il valore medio per Bagnore 3 è 4,3 volte più alto di una centrale a carbone e circa 35,6 volte più alto di una centrale a gas?

Non solo Marini non può spiegare le sue scelte, non sa dare una spiegazione al fatto conclamato che i suoi concittadini sono esposti da molti anni ad eccessi di mortalità e cerca di riesumare il Codice Rocco, ma si inventa pure che la stragrande maggioranza dei cittadini di Arcidosso la pensano come lui e che i contrari alla geotermia “sono un numero risibile”. In realtà lui governa con il consenso di un partito di minoranza solo grazie al fatto che gli altri tre partiti presenti alle ultime elezioni tutti e tre contrari alla geotermia, non si sono coalizzati, ma che in ogni caso nell’insieme rappresentano la maggioranza dei cittadini votanti.


di seguito il comunicato stampa del sindaco Marini di Arcidosso:

Comunicato stampa/Il sindaco Marini spiega le cause della mancata partecipazione di Stefano Benni al festival “Narrastorie”
COMUNE DI ARCIDOSSO·MERCOLEDÌ 17 AGOSTO 2016
Questa mattina ho convocato una conferenza stampa per spiegare le motivazioni della mancata partecipazione di Stefano Benni a “Narrastorie”, il festival del racconto di strada che si terrà nel comune amiatino dal 23 al 28 agosto.
L’autore Stefano Benni (come tutti gli altri artisti che prenderanno parte al “Narrastorie”) è stato tempestato da una notevole mole di messaggi privati (mail) e pubblici (su FB e siti) da parte di alcuni esponenti dei comitati antigeotermia, che hanno chiesto di avere degli spazi all’interno del suo spettacolo e della manifestazione per parlare della questione geotermica. Alcuni di questi messaggi, in particolare, sono stati inviati da un consigliere di minoranza del comune di Arcidosso, Corrado Lazzeroni e da un’esponente dei comitati, Silvia Perfetti e sono apparsi sul sito ufficiale di Benni. Conseguentemente al pesante clima di tensione provocato ad arte, Benni ha deciso di disdire il suo spettacolo, ritenendo che non ci fossero le condizioni di serenità necessarie per la sua performance.
Sono molto amareggiato per la mancata presenza di un nome di prestigio come quello di Benni all’interno del programma di “Narrastorie” e ritengo che l’intervento d’intromissione di questi esponenti dei comitati sia un atto gravissimo che sfregia la manifestazione, uno degli eventi più importanti dell’estate toscana, ed esprimo solidarietà a Simone Cristicchi, direttore artistico del festival, anch’esso fortemente dispiaciuto. Questa, infatti, non è un’azione contro il primo cittadino e l’amministrazione comunale di Arcidosso né contro Enel, che è uno degli sponsor del festival, ma è un autentico atto vandalico contro l’immagine del nostro territorio e di chi ci lavora, con ricadute negative per tutti gli operatori nel pieno della stagione turistica.
Mi preme sottolineare che in democrazia tutte le opinioni vanno ascoltate e rispettate, ma contesto con fermezza il modo di porsi quasi “intimidatorio” di alcuni esponenti dei comitati antigeotermia in contesti e luoghi non appropriati come quello di una manifestazione dedicata all’arte e alla cultura, momento di aggregazione per tutti. Cosa che è avvenuta per esempio anche il 13 e il 14 agosto scorsi, quando alcune persone distribuivano volantini contro la geotermia durante il Music Parade di Montelaterone e durante la Festa della Luna a Salaiola. Anche quest’anno si è ripetuto purtroppo quello che avvenne l’anno scorso quando Cristicchi portò a Monte Labbro lo spettacolo su David Lazzaretti. Le questioni geotermiche possono e devono essere affrontate nelle sedi opportune, come è stato sempre fatto in numerosissime occasioni ormai da molti anni, ma è gravemente sbagliato e scorretto sfruttare l’attenzione che possono offrire certi eventi per portare avanti una protesta che nuoce all’immagine dell’intero territorio.
“Narrastorie” va avanti e offrirà spettacoli di livello nazionale di altissima qualità e intrattenimento per tutti, grandi e piccini. Sarà importante non solo per la comunità di Arcidosso ma per tutta l’Amiata. Di questo voglio ringraziare tutti coloro che direttamente e indirettamente stanno lavorando per l’organizzazione dell’evento e in particolare Simone Cristicchi che, oltre ad essere un grande e sensibilissimo artista, è un vero e sincero amico dell’Amiata. Simone è stato oggetto di squallidi attacchi personali da parte di alcuni esponenti dei comitati, pur non avendo percepito nessun compenso né l’anno scorso con il progetto su Davide Lazzaretti, che sta portando in scena in tantissimi teatri italiani facendo conoscere Lazzaretti e il Monte Labbro, né quest’anno come direttore artistico del festival.


Manifesto apparso in questi giorni ad Arcidosso:

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20160820_nazione_1

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25 luglio 2016. Centrale di Bagnore 4, l’inaugurazione in “pompetta magna”

20160725_bagnore_0000Giocano a nascondino per arrivare a tagliare il nastro senza incontrare i cittadini…

Era partita in silenzio, senza annunci né diffusione di notizie, l’inaugurazione della centrale di Bagnore 4.

Solo attraverso i cittadini, sempre attenti, s’è scoperto che oggi, 25 luglio, presenti tutte le autorità, da Rossi ai sindaci geotermici, si sarebbe proceduto all’inaugurazione di una centrale che, peraltro, è in funzione e ci delizia con le sue emissioni da quasi due anni.

20160725_bagnore_34Ed è bastato si annunciasse un presidio di protesta che quella che secondo loro doveva essere la festa per il meraviglioso futuro geotermico dell’Amiata, si trasformasse in una inaugurazione blindata, ormai in “pompetta magna”, con i cittadini in attesa all’ingresso della centrale Bagnore 4 e i “conigli” fatti entrare da Bagnore 3 per evitargli anche solo qualche pernacchia…

Nonostante abbiano fatto di tutto per nascondersi ed evitare la presenza della popolazione amiatina, in un assolato lunedì di luglio, chiusi dalle recinzioni e difesi da uno schieramento spropositato di forze dell’ordine, Rossi, i suoi sindaci e l’Enel hanno proceduto al taglio del nastro ed al brindisi di rito.

Ma Rossi che si presenta come alternativo a Renzi (non certo sulla geotermia in Amiata) ed i sindaci che ribadiscono sempre l’equidistanza con comitati e l’enel, avranno perlomeno avuto un sussulto mentre tagliavano il nastro di un’altra centrale fonte di emissioni che sono concausa di una situazione sanitaria ed ambientale drammatiche?

Un plauso a tutti coloro che hanno, anche in questa occasione, testimoniato che la montagna vuole vivere, e non di geotermia.


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Il 25 luglio e la “misteriosa” inaugurazione della centrale geotermica di Bagnore 4. Ci saremo.

20160725_bagnore4 invito inaugurazioneA cercare in rete non troverete una sola notizia che riporti l’avvenimento che pur dovrebbe invece essere vanto dell’Enel e dagli amministratori, da Rossi in giù, visto che continuano a parlare e proporre la geotermia come panacea di tutti i mali di questa sventurata parte della Toscana.

Così non la pensano comitati e cittadini che, nonostante l’aura di segreto che circonda l’avvenimento, saranno comunque il 25 luglio mattina a presidiare le centrali di Bagnore ed accogliere rumorosamente i “papaveri”.
Bene ha fatto il gruppo dei 5stelle di Arcidosso ad organizzare una iniziativa di protesta alla quale come Sos Geotermia non potevamo che aderire convinti.

20160725_bagnore locandina 5stelle

Diamo appuntamento a quanti vorranno unirsi nel “comitato d’accoglienza” presso il bivio delle Aiole, zona piazzola elisoccorso, intorno alla 10 di lunedì 25 luglio, per poi recarci al presidio presso le centrali.

E’ proprio il caso di dire “Accorrete numerosi…e rumorosi!”.

 

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I COMITATI
Agorà CittadinanzAttiva, Comitato Fumarole, MaremmAttiva,
No Geotermia Seggiano, TerrAmiata
scrivono una
Lettera Aperta agli Amministratori Amiatini

Esiste una montagna verde, piena di boschi, animali selvatici e tante persone che la abitano e la vivono, ed esistono delle multinazionali che su quella montagna hanno fatto e vogliono fare dei buchi per fare soldi.

Questi buchi provocano danni alla salute delle persone che la abitano, agli animali e alle acque, alla montagna tutta intera. Al di là dei giri di parole e degli scaricabarile, ci sono due parti in campo: da una parte le multinazionali con i loro buchi ed i loro profitti, dall’altra parte le persone, gli animali, la montagna tutta, con le sue ricchezze.

Esistono momenti in cui ognuno è chiamato a scegliere una parte, a decidere, ad essere partigiani.

Noi, pensando ai nostri figli, alla terra dove abitiamo, alle attività economiche, alle ricchezze naturali, culturali e sociali, noi che vogliamo vivere e vivere felici, una parte l’abbiamo scelta.

Il governatore della regione ha scelto l’altra.

Non è possibile lasciare in mano alle multinazionali e al partito trasversale degli affari il futuro e la vita della nostra montagna. E’ necessario che gli amministratori si prendano sino in fondo la responsabilità. La responsabilità di un cambio di rotta forte per tutto il territorio amiatino. La visione di un territorio, non è un discorso economico che riguarda pochi privilegiati, ma dei progetti con una prospettiva per tutti a impatto zero.

E’ necessaria una difesa del paesaggio, dell’ambiente e della salute perché è quello che gli amministratori sono chiamati a fare.

Invitiamo quindi gli amministratori a boicottare la cerimonia di inaugurazione del mostro di Bagnore 4 prevista per Lunedi 25 Luglio, dando un segnale positivo e una presa di posizione pubblica nei confronti di speculatori e complici.

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20160725_bagnore4_inaugurazione_sogno_realta

Geotermia Toscana. Cresce l’opposizione nei territori e in Consiglio, inadeguate risposte del PD

20160506_fratoni inaugura centrale

…d’altro canto se l’assessora Fratoni va a braccetto con Enel ad inaugurare centrali geotermiche anziché incontrare i comitati qualcosa significherà…

LA LUNGA MOBILITAZIONE DELLA ASSOCIAZIONI, DEI COMITATI DI CITTADINI E DEI SINDACI PORTANO ALLA RIBALTA IL TEMA GEOTERMIA IN TOSCANA: SCOMPOSTE REAZIONI DELL’ASSESSORE FRATONI E INSUFFICIENTI PROPOSTE DI MARRAS. CI VUOLE BEN ALTRO PER AFFRONTARE CON RESPONSABILITA’ IL TEMA DELLA GEOTERMIA IN TOSCANA. LE OPPOSIZIONI IN CONSIGLIO REGIONALE DEVONO PORTARE FINO IN FONDO LE ISTANZE DEI TERRITORI.

 

 

Il convegno di Firenze sulla geotermia del 9 aprile scorso nei locali del Consiglio Regionale della Toscana –organizzato dalla Rete Nazionale NOGESI– portava a compimento la diffusa mobilitazione di questi anni in Toscana contro la geotermia elettrica, speculativa e inquinante. Anche in questa regione cominciava ad incrinarsi il collaudato consenso sulla geotermia per cui l’attuale partito di maggioranza, il PD, veniva costretto ad occuparsi della vicenda, sospinto anche dalle opposizioni -e segnatamente dal M5S, Lega Nord e SI Toscana a Sinistra- che hanno cominciato a rendersi conto della potenzialità sociale della tematica geotermia e della possibilità di aprire di fatto una vertenza presso il Consiglio regionale.

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La Commissione Ambiente regionale in Amiata il 10 maggio 2016

E così la Quarta Commissione (Ambiente) si è dovuta spostare nei territori (particolarmente acceso è stato il dibattito in quel di Seggiano del 10 maggio scorso!), audiva i giorni scorsi l’assessora del ramo Federica Fratoni, il PD stesso imbastiva una proposta di legge per cercare di venire incontro ai “mal di pancia” di molti sindaci (ma –come vedremo- senza pagare troppo pegno…). I giornali danno molto risalto alle (prime?) dichiarazioni della Fratoni sulla materia che mostra tutta l’inadeguatezza di chi per anni non è stata costretta a prendere pubbliche posizioni sulla materia.

20160409_firenze focus geotermia 37 zita

L’arch.Zita al convegno del 9 aprile 2016

E così che comincia –come Rossi– con lo stanco ritornello che “la geotermia può essere la leva per rilanciare lo sviluppo economico” a cui ormai alcun amministratore crede più, preferendo al suo posto il rilancio delle produzioni di eccellenza, del turismo, della storia e del paesaggio toscano famoso nel mondo.
E prosegue dicendo che “quanto è successo a Bagnore 4 è increscioso”: certo assessore, molto increscioso per la Regione se sono vere -e non abbiamo motivo di ritenere che non sia così- le dichiarazioni del dr. Zita su cui la attivata Magistratura speriamo si esprima presto!

Circa poi le vecchie centrali Enel dell’Amiata -le cui concessioni scadono nel 2024- l’assessora, bontà sua, dichiara ”…che a quel tempo si potrà vedere se rinnovare (o meno) le concessioni”, ignorando l’annoso inquinamento ambientale e sanitario dell’area che dovrebbe continuare per circa un ulteriore decennio…

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L’Assessora regionale all’Ambiente e difesa del suolo Federica Fratoni

Si è poi soffermata sul tema della “zonizzazione”, operazione prevista dal PAER per l’individuazione delle cosiddette “aree non idonee”: e qui si è superata, mostrando tutta la sua incompetenza in materia!
Infatti mostra di non conoscere che la richiesta di “zonizzazione “è contenuta nella Risoluzione Parlamentare delle Commissioni VIII (Ambiente) e X (Attività Produttive) della Camera dei Deputati –approvata all’unanimità in data 15.04.2015- che impegna il Governo ad attivarsi per immettere nella legislazione di settore ben 12 interventi, tra cui il primo è appunto la “zonizzazione”! Attività che il Governo -in ritardo sui tempi stabiliti dalla Risoluzione- sta facendo con una commissione nominata nel maggio 2015, mostrando che la “zonizzazione” è possibile, sbugiardando la contraria tesi dell’assessore Fratoni per cui “la attività di ricerca geotermica per sua natura è libera e quindi inevitabile”. Questo è vero ad oggi grazie alla “privatizzazione” immessa dai Decreti Legislativi 22/2010 e 28/2011 del duo Berlusconi-Scajola, ma il Parlamento ha chiesto modifiche anche alla legislazione del settore.

E sul tema della cosiddetta “ricerca geotermica” vogliamo soffermarci essendo un vistoso “cavallo di Troia” per realizzare impianti geotermici in aree in cui la effettiva “adeguatezza” non è sancita da necessari pareri delle istituzioni, ma dalle mire economiche –legate ai favolosi incentivi alla produzione elettrica geotermica- di una miriade di piccole e piccolissime imprese, peraltro quasi sempre senza alcuna esperienza precedente! Non solo: dobbiamo -sulla base delle esperienze che abbiamo fatto in molti territori- imparare a riconoscere la geotermia come una attività industriale a sé stante, ove ogni attività “di ricerca” è propedeutica alla costruzione, produzione e commercializzazione di energia elettrica e non solo alla estrazione di materia. Finché continuiamo ad assimilare la geotermia ad una attività mineraria con le regole conseguenti siamo fermi a 15 anni fa. Senza considerare che le concessioni minerarie non pongono limite al numero di pozzi/ gallerie nel territori oggetto di concessione.

20160602_scansano 3

…intanto, a Scansano, si iniziano i pozzetti esplorativi!

Circa poi la dichiarazione “ingenua” dell’assessore per cui “anche a seguito di un pozzo esplorativo -peraltro molto costoso- non corrisponda la realizzazione di un impianto: ha mai inteso parlare l’assessore di denuncia per danni? e poi che senso ha arrivare alla perforazione di un pozzo, se non si intende autorizzare un impianto geotermoelettrico? Infatti come è noto il pozzo esplorativo rappresenta il terzo step di questo processo (rilevazioni superficiali, pozzetti geotermometrici e, quindi, pozzo esplorativo). Quando siamo arrivati a questo punto il principio di continuità ci danneggerà in ogni tribunale: se mi hai detto di sì fino ad ora, non puoi cominciare a dirmi di no adesso che ho investito un sacco di quattrini, addirittura in un pozzo esplorativo …quindi faremo la centrale!

Circa la dichiarazione dell’assessora: “Segnalo però che non è possibile individuare aree idonee e non idonee per la ricerca”. Ci sono aree idonee e non idonee alle centrali non alla ricerca, che è – come detto ormai infinite volte – solo un passaggio nel processo di progettazione/ realizzazione di impianto geotermoelettrico.

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Leonardo Marras, capogruppo PD in Regione Toscana

In merito poi alla proposta di legge Marras [pdl n. 93, prot. 14796/2.6 del Consiglio regionale in data 1.06.2016 “Disposizioni in materia di impianti geotermici. Modifiche alla legge regionale 24 febbraio 2005, n.39 (Disposizioni in materia di energia)”] siamo veramente al ridicolo: la montagna ha partorito il topolino!
Si propone infatti che, all’inizio della procedura di valutazione di un progetto geotermoelettrico, venga ricercata dalla Regione una intesa con i comuni coinvolti. Se l’intesa (a costruire l’impianto) non viene realizzata, la Regione procede nell’iter autorizzativo dell’impianto! E’ questa la traduzione normativa della “ferma volontà di coinvolgere i territori” sbandierata da Marras? E’ molto, ma molto inferiore, a quanto la stessa Risoluzione parlamentare del 15.04.2015 citata che testualmente recita “si impegna il Governo…a prevedere nella fase pre-realizzativa un pieno coinvolgimento delle amministrazioni e delle popolazioni locali nel processo decisionale favorendo l’eventuale applicazione del principio di precauzione!

E’ pertanto di fronte a queste posizioni che le opposizioni -in sinergia con i movimenti ed i cittadini dei territori (come le elezioni amministrative recentissime dimostrano vince chi è legato ai territori ed ascolta la voce dei cittadini!)si giocano la reale possibilità di statuire in Toscana, ma per l’importanza che la Toscana ha sempre avuto storicamente nel settore geotermico, per tutto il Paese, una più avanzata normativa nel settore, visto ancora il permanere della inadempienza da parte del Governo circa il rispetto della Risoluzione parlamentare citata, su cui la Rete Nazionale NO Geotermia Elettrica, Speculativa e Inquinante insisterà anche con mobilitazioni nazionali entro l’autunno.

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Le centrali Enel in Amiata

Senza dimenticare -ma anzi facendone un punto di battaglia politica- la necessità di avviare una specifica Commissione di inchiesta-con tecnici che possano rappresentare il punto di vista delle associazioni del territorio- sulla annosa vicenda dell’inquinamento ambientale e sanitario provocato dalle centrali geotermiche utilizzanti tecnologia “flash” in Amiata; problematica che –come è comparso alla ribalta i giorni scorsi- si sta allargando all’inquinamento da mercurio sui corsi d’acqua toscani-laziali-umbri fino al mar Tirreno.

 

 

RETE NAZIONALE NOGESI – NO GEOTERMIA ELETTRICA, SPECULATIVA E INQUINANTE

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CONVEGNO “LA STRADA DEL MERCURIO”: ENEL CONVITATO DI PIETRA

mercurio inquinamentoAvevamo già segnalato come l’attività degli “Amici della Terra” in realtà si spendeva piuttosto a favore della “Trivella”, come la posizione a favore delle piattaforme petrolifere espressa in occasione del recente referendum. Tornano, i nostri eroi, ad esercitarsi in ambigue operazioni di finto ambientalismo, o ambientalismo reticente, stavolta impegnandosi in uno studio sull’inquinamento da mercurio che dal monte Amiata arriva al mare, ignorando o facendo finta di non sapere che oggi di certo è altrettanto importante, se non maggiore, il contributo che le centrali Enel danno a tale inquinamento piuttosto che le ex miniere in parte bonificate. Perchè tale omissione?

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CONVEGNO “LA STRADA DEL MERCURIO”: ENEL CONVITATO DI PIETRA

Nell’abbondanza di dati sull’inquinamento da mercurio dall’Amiata al mare non c’è traccia delle centrali geotermiche dell’Enel a rilascio libero in atmosfera che sono sicuramente concausa dell’inquinamento da mercurio ed altro ancora.

 

L’Associazione “Amici della Terra”, presente il Ministero dell’Ambiente nella persona del Capo della Segreteria tecnica Carlo Maria Medaglia, ha presentato il 14 giugno us a Roma un rapporto sull’inquinamento da mercurio nel comprensorio Tosco-Umbro.

Il Prof.Costagliola, dell’Università di Firenze, ha presentato i dati emersi da una ricerca ricordando che il minerale era estratto sin dalla fine dell’800 in maniera “sporca”, e tutt’oggi sia i residui di lavorazione che il minerale stesso sono rinvenibili in più luoghi del vasto comprensorio minerario. La ricerca esaminava da diversi punti di vista la grave contaminazione del territorio del monte Amiata fino ad interessare pesantemente in particolare il Fiume Paglia e, passando per il Tevere, anche le coste tirreniche.

2000-2007 emissioni fonte toscana evidenza mercurio

Nella tabella i dati delle emissioni al 2000 e 2007 rilevati dalla Regione Toscana (clicca per ingrandire)

In tutta la relazione, inspiegabilmente, non si citava minimamente le enormi quantità di mercurio che sono state emesse, ed ancora oggi vengono emesse sempre nell’area dell’Amiata dalle centrali geotermiche ENEL. Come pure ha rilevato a suo tempo l’Arpat, che misurava le emissioni per il solo mercurio in 889,14 kg nel 2008 e 162,90 kg nel 2011, anno quest’ultimo riferito alla presenza di centrali per complessivi circa 60 MW e dotate di abbattitori, mentre oggi, con le nuove centrali realizzate nel frattempo, siamo addirittura a 120 MW, il doppio, con un evidente aumento delle emissioni di mercurio, e non solo.

Come rilevano pure numerosi e prestigiosi ricercatori italiani (Basosi, Bravi, Borgia, ecc) tali centrali “flash”, a rilascio libero in atmosfera dei vapori estratti, sono tecnologicamente superate, ma molto convenienti per il gestore Enel che, incredibile a dirsi, percepisce per queste anche contributi pubblici per decine di milioni di euro all’anno quali produttori di “energia pulita e rinnovabile”.

Anche la recentissima “Bagnore 4” è considerata (cfr. Basosi, Bravi, 2015) una centrale inquinante paragonabile ad analoghe centrali a combustibili fossili, e proprio a causa delle incontrollate emissioni degli inquinanti fluidi geotermici. L’inquinamento da mercurio, dunque, non può essere solo quello generato dalle vecchie miniere che per continuo dilavamento in tutti questi anni avrebbe presumibilmente dovuto ridurre la sua presenza nell’ambiente.

Alla domanda posta da uno di noi al prof.Costagliola sul perché non era stato considerato l’inquinamento geotermico da mercurio come una concausa dell’aumento di questi ultimi anni del mercurio nel Fiume Paglia (e nei suoi pesci) non è stata fornita alcuna risposta: più che con il Ministero dell’Ambiente sembra di interloquire con il Ministero dell’Industria.

Il rapporto presentato evidenzia quindi un aspetto paradossale e veramente sconcertante: una ricerca sul mercurio di una prestigiosa Università italiana ignora totalmente l’influenza che il mercurio emesso dalla geotermia Enel può esercitare sul bacino idrografico del Paglia e del Tevere.
Quindi certamente utile e necessaria la bonifica delle discariche e dei siti minerari dismessi, ma anche la chiusura degli altrettanto inquinanti impianti come le centrali geotermiche.

Non considerare questo contributo rilevante è fare un servizio di “distrazione di massa”, a cui riteniamo grave che si sia prestata l’associazione “Amici della Terra”.

Sos Geotermia, aderente alla Rete nazionale NoGesi

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Per chi volesse approfondire, segnaliamo anche questo studio:
“Differential Absorption Lidar Mapping of Atmospheric Atomic Mercury In Italian Geothermal Fields”, pubblicato in Journal of Geophysical Research fine e scaricabile in formato pdf

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Corriere di Siena, 21 giugno 2016

20160621_corr siena mercurio

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