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Regione Toscana compra quote del Cosvig, ma non c’è conflitto di interessi, sig.Rossi?

L’ente, che poi delibera sulle centrali, diventa così controllore e controllato. Allarme dei Comitati e interrogazione al Parlamento europeo

 

Con la deliberazione di giunta n.1395 dell’11/12/2017 (scarica pdf) la regione Toscana (1) procede “all’acquisizione delle quote di partecipazione in Co.Svi.G. s.c.r.l., fino al massimo consentito dallo statuto della medesima società,… …per un totale di € 484.000,00”, diventando quindi parte della società che, tra le altre cose, gestisce parte delle compensazioni ambientali che l’Enel eroga come previsto dai varii Protocolli ed inoltre risulta proponente (in associazione temporanea d’impresa con la Renewem Srl) delle ricerche per impianti pilota Cortolla e Lucignano (2), impianti per i quali il D.L. 11 febbraio 2010 n.22, all’art. 6, comma 3bis, prevede che, pur essendo l’autorità competente il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell’ambiente, questi debbano comunque acquisire una intesa con la Regione; sembrerebbe quindi evidente il conflitto di interessi poiché, in questo caso, la regione Toscana deve dare l’intesa a progetti a cui partecipa come Cosvig.

Inoltre la regione Toscana è anche l’ente che deve rilasciare VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) per le centrali geotermiche Enel, la quale, per ciascun nuovo megawatt installato, erogherà 1.250.000 + 650.000 Euro, come previsto dagli artt.4 e 5 del Protocollo del 20/12/2007 (Bersani/Martini) (scarica il pdf).

Per contrastare potenziali conflitti d’interesse il Parlamento europeo ha emanato la Direttiva direttiva sulla VIA n.2014/52 che ha introdotto un nuovo articolo (9 bis) nella direttiva 2011/92, dove si indica che “Gli Stati membri provvedono affinché l’autorità o le autorità competenti assolvano ai compiti derivanti dalla presente direttiva in modo obiettivo e non si ritrovino in una situazione che dia origine a un conflitto di interessi. Qualora l’autorità competente coincida con il committente, gli Stati membri provvedono almeno a separare in maniera appropriata, nell’ambito della propria organizzazione delle competenze amministrative, le funzioni confliggenti in relazione all’assolvimento dei compiti derivanti dalla presente direttiva.”.

I Comitati e la Rete nazionale NoGESI lanciamo quindi l’allarme su un possibile e grave conflitto d’interessi di cui Enrico Rossi e la Regione dovrebbero dare conto ed ampie spiegazioni, anche perché, puntualmente, l’on.Tamburrano ha presentato il 16 febbraio scorso una interrogazione (6) al Parlamento Europeo nella quale, in relazione alla VIA in itinere per il progetto di centrale Enel PC6, si chiede se la Regione Toscana non stia violando le disposizioni della Direttiva 2014/52.

Passata la bufera del “conflitto d’interessi” come argomento principale di tutti i media nell’epoca del “berlusconismo”, oggi si assiste ad un assordante silenzio di giornali e tv su altri, ed altrettanto scandalosi, conflitti d’interessi di governi e amministrazioni locali.
Ma la Rete nazionale NoGESI non abbassa la guardia e assicura che anche su questo caso si farà promotrice di ogni iniziativa utile a denunciare i guasti della geotermia elettrica e speculativa.

Rete nazionale NoGESI (NO Geotermia Elettrica e Speculativa)

Note:
(1) pubblicata in BURT, parte II, n. 52 del 27/12/2017;
(2) pubblicato su BUIG n.9 del 30/9/2011 (scarica l’estratto Cortolla Lucignano in pdf); sul progetto Lucignano formalmente il Cosvig sembrerebbe si sia tirato indietro, ma, come indicato nello Studio di Impatto Ambientale del Permesso di Ricerca Lucignano del 2015, “Ad oggi la collaborazione tra Co.Svi.G e Renewem continua in modo stretto su diversi fronti, tra i quali il progetto pilota “Cortolla”, di cui è direttamente titolare il RTI (raggruppamento temporaneo d’impresa, ndr) dei due soggetti, e il progetto “Lucignano”, di cui è titolare LPP (Lucignano Pilot Project s.r.l., ndr), a sua volta controllata da Renewem, e sul quale è in corso una intesa strutturale con Co.Svi.G. stesso.”; qui lo Studio.
(3) riportiamo il testo:
“La Regione Toscana ha acquistato quote del CO.SVI.G, che gestisce i canoni versati dall’Enel per la geotermia in Toscana e che è formato dagli enti locali delle aree geotermiche. Tutte le centrali attualmente in funzione sono Enel. I canoni prevedono anche una cospicua somma una tantum per ogni nuovo megawatt di potenza installata.
La Regione Toscana sta effettuando la valutazione d’impatto ambientale per l’apertura della centrale geotermoelettrica Piancastagnaio 6, il cui proponente è Enel Green Power, controllata dall’Enel. Se la Regione autorizzerà l’apertura della centrale, il CO.SVI.G – partecipato dalla Regione – gestirà le una tantum dell’Enel conseguenti all’autorizzazione emanata dalla Regione.
Accanto ai già citati rapporti fra Regione e CO.SVI.G, esistono vari rapporti fra Regione ed Enel, Enel e CO.SVI.G.
Inoltre il CO.SVI.G é uno dei proponenti della centrale geotermica sperimentale Cortolla, in Toscana, la cui valutazione d’impatto ambientale, di competenza statale, prevede un parere regionale non ancora pervenuto.
La direttiva 2014/52 prescrive che le autorità competenti ad effettuare la valutazione di impatto ambientale non si ritrovino in una situazione che generi un conflitto di interessi.
Domandiamo se per Piancastagnaio 6 la Regione Toscana non stia violando questa disposizione; se sì, come intende agire la Commissione.”


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Il Tirreno

Stamptoscana.it

Il Cittadino online.it

CICLO DI CONFERENZE E INCONTRI: Ischia di Castro, 17 febbraio 2018

SABATO 17 FEBBRAIO 2018 ORE 17 A ISCHIA DI CASTRO (VT)
CONFERENZA SULLA GEOTERMIA ELETTRICA
Prosegue incessante il ciclo di conferenze della Rete Nazionale NOGESI (No Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante).

Scarica la locandina con il programma

Questa volta saremo ospiti del Comune di Ischia di Castro (VT) che unitamente a Farnese è destinatario di una istanza di costruzione ed esercizio di una centrale geotermoelettrica da parte della società tedesca Geothermics (con ben 4 pozzi profondi circa 4km l’uno) presentata a fine anno 2016 al settore VIA della Regione Lazio.
Inutile dire che gli enti locali e la Provincia di Viterbo si sono espressi da tempo contro tale insediamento, la stessa Regione Lazio ha richiesto una moratoria che scade il prossimo 16 febbraio 2018, il Consiglio Provinciale di Viterbo in data 31.01.2018 ha chiesto alla nuova Regione Lazio (che si insedierà dopo il 4 marzo) di allungare tale moratoria finché non sarà disponibile la carta idro-geo-termica capace di individuare le aree idonee e non idonee alla geotermia.

Ma la geotermia elettrica non gode in questo momento di grande popolarità:
a) Al Parlamento Europeo, presentato dal gruppo europeo del M5S e subito appoggiato dalla Sinistra europea, è passata -nonostante il voto contrario di Forza Italia, Lega, e perfino di 17 eurodeputati Pd)- una votazione in cui è richiesto all’Europa l’emissione di una normativa (oggi inesistente) sui limiti di emissione all’ambiente dei gas incondensabili provenienti dalle centrali geotermiche;
b) per la prima volta il Tribunale di Grosseto ha aperto una inchiesta sulle emissioni nell’ambiente delle centrali geotermoelettriche di ENEL Green Power dell’Amiata;
c) i cicli binari (come a Farnese- Ischia e Caprarola-Carbognano) contrabbandati come “ecologici” in realtà non riescono a re-immettere i gas incondensabili (che pertanto finiscono nell’ambiente) perlomeno in zone come il Centro-Italia dove la quantità di gas incondensabili è molto alta; lo stesso governatore Rossi della Toscana, che ha costruito “un mito “ sulla geotermia, è costretto dalla mobilitazione dei sindaci e comitati ad emettere un nuova legge in materia che riduca i livelli di inquinamento…


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OrvietoNews.it

Casole, 10/2/18. Speculazione e inquinamento da geotermia. I cittadini dicono basta ed attendono una risposta dalla Regione. Minacciato lo sciopero del voto.

Un sabato pomeriggio dedicato all’approfondimento delle tematiche ambientali per i cittadini che si sono riuniti al Centro Congressi di Casole D’Elsa. Il tema in discussione era la geotermia. La riunione di Casole è stata la quarta di una serie di conferenze promosse dalla Rete Nogesi ( No Geotermia Speculativa Inquinante) che si stanno svolgendo in diverse aree geografiche di Toscana, Umbria e Lazio, regioni interessate da numerosi progetti di geotermia industriale.

 

Il sindaco Piero Pii ha portato i suoi saluti e ha ricordato, in sintonia con i Comitati per la difesa del territorio, come sia necessario oggi dover salvaguardare il paesaggio, a maggior ragione per un Comune come Casole d’Elsa, sia per favorire l’economia locale, sia per rilanciare l’occupazione. Informava poi i presenti di come una grande società internazionale del settore turistico, dopo aver valutato l’integrità e la bellezza del territorio di Casole, abbia recentemente deciso di investire in loco. La considerazione conclusiva era che i posti di lavoro creati dal turismo e dall’agricoltura di qualità superano in quantità di gran lunga i pochi posti di lavoro offerti dalle centrali geotermiche e Casole oggi deve puntare principalmente sulla conservazione del paesaggio e sulla qualità della vita.

Il geologo Luigi Micheli ha elencato e commentato una serie di documenti e pubblicazioni che spiegano la correlazione esistente tra produzione geotermica e modificazione dei livelli delle falde idriche, fenomeno approfondito con molte ricerche in Amiata, ma ancora poco studiato nella zona geotermica di Larderello e dintorni dove sono in funzione ben 30 centrali. La proiezione finale di un’antica immagine testimoniante l’abbondante quantità d’acqua che si poteva ammirare un tempo in località I Lagoni prima dell’industrializzazione dell’area ha lasciato pochi dubbi in sala.

La proiezione del cortometraggio “La geotermia elettrica industriale” realizzato dalla videomaker Carla Pampaluna, attivista del Comitato No Geotermia Valdera, ha mostrato in pochi minuti e in modo chiaro le criticità di una fonte energetica che, da sempre spacciata come energia pulita e rinnovabile, rischia ora di invadere e danneggiare l’11% del territorio toscano.

Carlo Galletti di Legambiente Valdera ha parlato delle emissioni di CO2 e ha illustrato dati preoccupanti riguardanti le sostanze inquinanti prodotte e i materiali utilizzati e smaltiti sotto forma di rifiuti pericolosi dai gestori delle centrali geotermiche. Certo è difficile credere ancora che si tratti di energia pulita se consideriamo che tra le sostanze emesse dalle centrali appaiono imponenti quantità di mercurio, arsenico, ammoniaca, ecc. per non parlare delle tonnellate di acido cloridrico, acido solforico e soda caustica che vengono utilizzati, dati ufficiali riportati nelle dichiarazioni ambientali Emas della stessa Enel.

Hanno lasciato senza parole le cifre in euro degli incentivi che vengono versati a Enel per la produzione di energia elettrica da fonte geotermica: nel 2016 ben 610,362 Milioni di €, pagati prelevando i soldi dalle bollette dei cittadini. Molti di più ne verrebbero dati a chi intende costruire nuove centrali, pilota o regionali che siano. Pino Merisio, di SOS geotermia, è stato categorico nell’affermare che “appare evidente la necessità di una revisione delle politiche degli incentivi che preveda l’eliminazione degli incentivi per gli impianti geotermoelettrici che non sono né rinnovabili né puliti e la necessità di investire sull’efficienza energetica, sul risparmio e su altre fonti energetiche rinnovabili più rispettose dell’ambiente”. (Scarica slides relazione Merisio)

Ha concluso gli interventi Giovanna Limonta del Comitato Difensori della Toscana che ha illustrato quali aree sono state identificate come non idonee alla geotermia dai Comuni di Casole, Radicondoli, Sovicille, Chiusdino, Castelnuovo Val di Cecina, Volterra e Pomarance. Entro il 30 settembre 2017, ha ricordato Giovanna Limonta, tutti i Comuni toscani avrebbero dovuto indicare alla Regione le aree da “risparmiare”. Il lavoro di esame e mappatura del territorio è stato svolto da tutti i Comuni intorno a Casole, eccezion fatta per Colle Val d’Elsa, e fortunatamente non sembra che i Comuni già sede di centrali siano disposti a cedere altro territorio alla geotermia. Casole indica il 100% non idoneo, Volterra invece apre le porte alla geotermia indicando l’area intorno a Saline, che è interessata da un permesso di ricerca Enel, come idonea alle centrali. La Regione però non sta rispettando i tempi, non ha ancora analizzato le proposte e dato una risposta, cosa che avrebbe dovuto fare entro il 30 novembre 2017, …cosa potranno sospettare i cittadini? Forse che il lavoro dei comuni possa essere stato inutile, un ennesimo spreco di soldi pubblici? Forse che potrebbe essere impopolare in periodo preelettorale comunicare che la volontà dei territori si deve piegare agli interessi di pochi imprenditori geotermici?

Al termine è stata data la parola al pubblico. Di certo nella sala non si respirava rassegnazione, anzi! Tra i vari interventi piuttosto indignati, qualcuno ha proposto lo sciopero elettorale dei Comuni che attendono una risposta dalla Regione da oltre due mesi. Una risposta che i cittadini esigono prima del 4 marzo e che li aiuterà nella scelta in cabina elettorale. Sconcertante è che nel frattempo, mentre i cittadini attendono che la fantomatica commissione regionale incaricata di analizzare le proposte invii i suoi verdetti, le procedure geotermiche continuano indisturbate il loro iter e gli imprenditori geotermici, tra cui alcuni orefici aretini, rilasciano dichiarazioni da cartomante, noncuranti del fatto che la Regione potrebbe decidere di mettere in atto finalmente la volontà dei territori e gli affari potrebbero non andare nel senso da loro sperato.

Comitato Difensori della Toscana
Rete nazionale NoGESI (No Geotermia Speculativa e Inquinante)


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Il Cittadino online.it

Valdelsa.net

Due articoli interessanti de Il Manifesto sulla geotermia

Ripubblichiamo due articoli usciti il 6 febbraio 2018 sul quotidiano nazionale Il Manifesto.

 

 

 

 

 

Geotermia, una moratoria sulle perforazioni in Toscana
di Aldo Carra

La proposta. E’ possibile stabilire una moratoria che sospenda le ricerche di perforazione in corso in attesa di avere i piani di zona che individuano le aree non idonee per vincoli paesaggistici ed ambientali. Nel frattempo si può procedere nella formulare di una nuova legge regionale Ma quella geotermica è una forma di pulita e rinnovabile? E’ una ricchezza, quindi da sfruttare comunque? Fino a poco tempo fa la risposta positiva a queste domande sembrava scontata. Oggi non è più così. Le verifiche sugli effetti delle centrali geotermiche e delle loro emissioni sulla salute e quelle sulla staticità dei terreni sul lungo termine mostrano, infatti, dati non rassicuranti. E così a livello europeo è stato approvato un emendamento che afferma testualmente che lenergia geotermica non sempre è rinnovabile e pulita ribaltando, così, il cosiddetto senso comune. A questo punto, perciò, lequazione geotermico = energia alternativa pulita e rinnovabile perde i suoi connotati di dogma e tutte le politiche finora impostate andrebbero di conseguenza ridefinite. Le energie alternative o diverse da quelle fossili, vanno valutate senza le lenti ideologiche dietro le quali si nascondono spesso grandi interessi economici e secondo il loro impatto sulla salute e sulla sicurezza, sulle caratteristiche ambientali e sulle strutture economiche dei territori. Questo vale per lenergia solare e per quella eolica per le quali la dimensione degli impianti è determinante. Ma vale soprattutto per la produzione geotermica che sempre comporta manufatti industriali di grandi dimensioni che emanano sostanze comunque inquinanti. Da qui lopposizione diffusa, di cui si parla nellarticolo a fianco, nei territori della Maremma che coinvolge popolazioni, comuni, forze produttive, movimenti. Il fatto che questa opposizione si sia fatta più forte e diffusa in alcuni territori ha una spiegazione specifica: si tratta di territori che nel corso dei secoli hanno subito processi di declino e di rinascita, territori che hanno visto lo sfruttamento delle miniere con leconomia che ne discendeva, il loro successivo declino con processi di emigrazione e di abbandono, e, negli ultimi decenni, una nuova rinascita fondata sulla bellezza della natura, sullo sviluppo enogastronomico ed agro-zootecnico di qualità, sul connesso sviluppo agrituristico e sul nuovo turismo culturale e naturalistico. Questa trasformazione è avvenuta anche grazie allutilizzo di facilitazioni e risorse nazionali e soprattutto europee. Proprio per questo appare, qui più che altrove, assurdo dedicare oggi risorse per favorire megaimpianti geotermici che avrebbero l’effetto di distruggere il modello di sviluppo finora sostenuto e creato con le energie e con la passione di tante forze culturali ed imprenditoriali. Una operazione, quindi, insensata anche sotto l’aspetto delle finanze pubbliche. Una operazione che andrebbe fermata e ripensata radicalmente. Siamo in una regione governata da un presidente di sinistra che appartiene oggi ad una formazione politica che ha al suo vertice anche una dirigente che proviene da Legambiente. E’ possibile allora delineare una svolta politica anche a partire dal nuovo orientamento maturato nell’Unione Europea che mette in dubbio il carattere non inquinante e rinnovabile del geotermico? Penso che dobbiamo farlo. Intanto è possibile stabilire una moratoria che sospenda le ricerche di perforazione in corso in attesa
di avere i piani di zona che individuano le aree non idonee per vincoli paesaggistici ed ambientali. Nel frattempo si può procedere nella formulare di una nuova legge che prenda in considerazione i diversi aspetti appena accennati e consenta gli approfondimenti necessari. Quello che non si può e non si dovrebbe fare è procedere come se nulla fosse accaduto, consentire che proseguano le ricerche e le perforazioni, comprese quelle profonde e costose. Pensare che, dopo ricerche ed investimenti notevoli, le imprese possano poi rinunciare tranquillamente perché la zona nella quale oggi vengono autorizzati i sondaggi verrà dichiarata non idonea, ci sembra un modo di procedere senza senso. Per l’impresa che oggi investe, per quelle che ancora vogliono investire nel nuovo modello di sviluppo, per la stessa collettività tenuta nell’incertezza sul futuro. Soprattutto quando in partenza si sa che, in alcune zone, manufatti industriali di grandi dimensioni e comunque inquinanti non si possono e non si debbono fare perché ripropongono modelli di sviluppo economico contrastanti con quelli faticosamente costruiti e tanto esaltati come modelli alternativi e del futuro nei programmi elettorali.

Geotermia, dalla Toscana un mezzo dietrofront sulle centrali
di Riccardo Chiari

FIRENZE, Il caso. Dopo le proteste una nuova legge intende ridurre l’impatto ambientale degli impianti Sulla geotermia, alla fine la Regione Toscana è stata costretta a fare un passo indietro e annunciare una nuova legge che, come da comunicato ufficiale, «ha l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale e paesaggistico di nuove centrali per la produzione di energia». Una decisione ancora da verificare «sul campo», ma che è l’effetto diretto di tutta una serie di novità sfavorevoli ai grandi player del settore e allo stesso ente locale. A partire da una presa di posizione dell’Europarlamento, che nei giorni scorsi ha approvato un emendamento per la geotermia «pulita», contro gli impianti e le tecnologie più invasive e inquinanti. L’EMENDAMENTO, presentato dal gruppo europeo del M5S e subito appoggiato dalla Sinistra europea, è passato nonostante il voto contrario di Forza Italia, Lega, e perfino di 17 eurodeputati Pd interni al Pse. La presa d’atto che la geotermia «è fonte di energia non sempre rinnovabile, né pulita» ha naturalmente dato nuovo impulso al fronte sempre più vasto dei critici. Allarmati e in continua mobilitazione, ormai da anni, di fronte all’aumento esponenziale dello sviluppo dello sfruttamento geotermico. IN TOSCANA ad esempio sono stati rilasciati numerosi permessi di ricerca geotermica, e di costruzione di centrali pilota, in un territorio che dallo storico insediamento dell’alta Val di Cecina (Pomarance, Larderello e Castelnuovo Val di Cecina) si è allargato a dismisura, e che oggi va dal Monte Amiata alla Maremma, passando per le Colline dell’Albegna. Da Arcidosso a Castel del Piano, fino ad arrivare a Civitella Paganico, Manciano, Sorano, Roccalbegna, Orbetello, Scansano e Magliano, sono decine e decine i comuni che si sono trovati coinvolti nella «caccia alla geotermia» da parte di aziende private. Spinte a fare ricerche con la liberalizzazione del settore nel 2010, e grazie a una pioggia di incentivi pubblici. LA RISPOSTA non si è fatta attendere. Dapprima con la creazione di un fronte ambientalista diffuso – la Rete NoGesi – e poi con un lavoro capillare di sensibilizzazione dei residenti. Risultato: nella definizione del Piano ambientale ed energetico toscano, al novembre scorso ben 51 amministrazioni comunali su 274 avevano fatto domanda alla Regione per chiedere di essere definiti «aree non idonee» allinstallazione di impianti geotermici. I 51 comuni ribelli, il 20% dei municipi toscani, sono stati obbligati ad agire, nei fatti, a causa delle proteste sempre più diffuse dei cittadini e i dei loro comitati, che chiedono una vera moratoria sulla geotermia speculativa, e lapertura di una discussione approfondita sulla geotermia toscana. Anche nelle aule dei tribunali se ne discute. Una denuncia di Sos Geotermia, sulla gestione delle centrali di geotermia Bagnore 3 e 4 a Santa Fiora sullAmiata, ha portato la procura di Grosseto a indagare Massimo Montemaggi, amministratore di Enel Green Power, e Paolo Orsucci. Alla fine di gennaio il giudice per le indagini preliminari ha ammesso lincidente probatorio sulle emissioni delle due centrali geotermiche: in discussione la conformità o meno alla normativa di settore delle emissioni relative allammoniaca e al mercurio, e ladozione di Enel delle migliori tecnologie disponibili per contenere lattività inquinante. SODDISFATTI dellordinanza del gip il Forum ambientalista di Grosseto e la Rete NoGesi: «Lindagine è partita sulla base di una documentazione, pubblicata su riviste scientifiche, del professor Riccardo Basosi delluniversità di Siena, del dottor Bravi, e sugli studi del Dipartimento di ingegneria industriale delluniversità di Firenze. Il nuovo impianto di Bagnore non rispetta i limiti previsti dalla stessa Regione Toscana, dato che la tecnologia utilizzata non è quanto di più
tecnologicamente avanzato disponibile oggi, ma probabilmente solo la scelta più conveniente dal punto di vista economico-finanziario». In parallelo, ancora la Rete NoGesi insieme al comitato «Scansano Sos Geotermia» hanno chiesto ufficialmente alla Regione Toscana di sospendere tutte le procedure autorizzative sui permessi di ricerca geotermica, almeno fino a quando non sarà conclusa la mappatura delle «aree non idonee» a potenziali trivellazioni e realizzazioni di impianti geotermici. In aggiunta cè la richiesta di dare piena attuazione di quanto prescritto dal decreto legislativo 152/2006 in materia di mappatura e protezione delle falde acquifere. «ABBIAMO dimostrato con evidenza scientifica – spiegano Rete NoGesi e comitato Scansano Sos Geotermia – quale sia stato l’impatto ambientale, sanitario ed economico che la geotermia ha già avuto in un territorio particolare come quello dell’Amiata, il cui sottosuolo, di origine vulcanica e ricco di giacimenti e miniere, è ad altissimo rischio di inquinamento. Ora il pericolo non va esportato in Maremma».

1999-2018, la lotta contro le centrali continua. La conferenza di Latera del 3 febbraio 2018

Grande partecipazione alla conferenza di Latera del 3 febbraio scorso. La provincia di Viterbo chiede alla Regione Lazio di allungare la proroga della moratoria verso i progetti geotermici.

 

Sabato 3 febbraio alle ore 16,00 si è tenuta presso il Comune di Latera la quarta di una serie di conferenze tecniche organizzate dalla Rete Nazionale NOGESI (No geotermia elettrica speculativa ed inquinante) che ha visto la partecipazione di numerosi cittadini di Latera e dei territori limitrofi, di Comitati contrari alla geotermia, di Sindaci aderenti al Coordinamento della Tuscia contro la geotermia, parlamentari e membri del Consiglio Regionale del Lazio.

L’evento ha dato voce ad esperti del settore che hanno riportato dati scientifici che dimostrano chiaramente quanto l’energia geotermica sia pericolosa per la salute pubblica e per l’ambiente e per offrire alla popolazione un quadro chiaro dell’impatto che le centrali geotermiche, sia quella proposta da ENEL GREEN POWER sia quella proposta dalla soc. Latera Sviluppo SRL, avrebbero su Latera e i paesi limitrofi.

Durante la conferenza è stata data notizia della recentissima approvazione all’unanimità dell’ordine del giorno del Consiglio Provinciale di Viterbo indirizzato alla Regione Lazio circa la “richiesta di proroga della sospensione dei procedimenti regionali in materia di rilascio dei permessi di ricerca e sfruttamento delle risorse geotermiche nella Regione” non essendo ancora stata redatta la Carta idro-geo-termica regionale delle aree e dei siti non idonei alla realizzazione di impianti di ricerca e sfruttamento della risorsa geotermica.

Il territorio ha una vocazione agricola, turistica, ricettiva e chi viene a visitare questi luoghi resta affascinato dall’accoglienza di un paese che conserva quasi intatto il proprio patrimonio storico, naturalistico, paesaggistico ed esprime tradizioni popolari di un innegabile fascino.

Latera 1999

Lungo le pareti della sala in cui si è tenuta la conferenza è stata allestita una mostra fotografica che ha offerto uno spaccato di ciò che ha rappresentato per Latera e per il territorio l’avviamento della vecchia centrale geotermica avvenuto nel 1999. L’immenso edificio in disuso, mai smantellato, e km di tubi abbandonati che emergono dal verde si stagliano sullo sfondo di un lussureggiante paesaggio fatto di boschi, terreni agricoli e pascoli. Foto di una popolazione determinata che manifesta per difendere i propri figli da un’aria irrespirabile, per difendere le proprie attività economiche compromesse dall’immissione in atmosfera di tonnellate di sostanze inquinanti e maleodoranti.

 

Numerosi sono stati gli interventi dei partecipanti all’incontro, dai cittadini che cercavano di chiarire dubbi circa il possibile impatto sulle falde acquifere agli interventi dei comitati no geotermia, le semplici esperienze di persone che hanno guidato in passato le lotte per ottenere la chiusura della centrale Enel Green Power, i politici e gli amministratori provinciali e comunali che in questo momento stanno lottando perché non si ripeta lo stesso sbaglio.

Comitato per la tutela della salute  dell’ambiente di Latera
Rete Nazionale NOGESI


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La Città.eu

CICLO DI CONFERENZE E INCONTRI: Casole d’Elsa, 10 febbraio 2018

Sabato 10 febbraio alle ore 16.00 si terrà presso il Centro Congressi di Casole d’Elsa (SI) un incontro aperto a tutti i cittadini sul tema “geotermia”. Gli organizzatori dell’evento sono: il Comitato Difensori della Toscana, la Rete NOGESI (No geotermia elettrica speculativa ed inquinante), Legambiente Valdera e il Comitato per Radicondoli.
Scarica la locandina

Il fine dell’incontro è informare e sensibilizzare la cittadinanza sul problema “geotermia” e per raggiungere lo scopo sono stati invitati relatori indipendenti capaci di portare informazioni vere, utili, non parziali. Alla storiella della “geotermia pulita” dispensatrice di benessere, propagandata ancora oggi da politici e industriali in cerca di incentivi pubblici, non crede più nessuno. Svanito l’incantesimo l’Italia a causa della geotermia è finita sotto l’attenzione dell’Europa. I recenti emendamenti votati dal Parlamento Europeo, che obbligano l’Italia ad operare un maggior controllo sulle particolari emissioni inquinanti prodotte dalle centrali geotermiche, hanno confermato al resto del mondo l’esistenza di un grave problema ambientale.
Oltre alle aree geotermiche tradizionali anche altre aree toscane e di altre regioni sono interessate da nuovi progetti di industrializzazione geotermica. Per tutte, e quindi anche per l’alta Val d’Elsa e l’alta Val di Cecina, la minaccia oltre che ambientale è che venga compromessa l’economia esistente legata alla conservazione del paesaggio che ha visto importanti e diffusi investimenti nello sviluppo dell’agricoltura di qualità e nel turismo.
L’incontro di Casole fa parte di una serie di conferenze promosse dalla Rete NOGESI. Le prime conferenze si sono tenute in gennaio a Scansano (GR), Castel Giorgio (TR) e Latera (VT). Il calendario si protrarrà fino a marzo 2018 con altri incontri in Toscana e Lazio.

Interverranno:

  • LUIGI MICHELI – Geologo: “Geotermia elettrica e risorsa idrica, importanza di un corretto monitoraggio”
  • CARLO GALLETTI – Legambiente Valdera: ”Quanto è rinnovabile la geotermia? Economia circolare e sfruttamento geotermico: due sistemi a confronto”
  • PINO MERISIO – SOS geotermia: “Gli incentivi alle centrali geotermiche”
  • GIOVANNA LIMONTA – Comitato Difensori della Toscana: “Aree non idonee alla geotermia? I permessi di ricerca sul nostro territorio” 

Presentazione del video realizzato da Carla Pampaluna – Comitato NoGeotermiaValdera
– Seguirà dibattito –

Comitato per Radicondoli– Comitato Difensori della Toscana – Legambiente Valdera
Rete nazionale NoGESI


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Castel Giorgio, 27 gennaio 2018. Grande partecipazione alla conferenza sulla geotermia

Castel Giorgio, sabato 27 gennaio 2018. Conferenza “No alla Geotermia Elettrica Speculativa ed Inquinante”, organizzata dalla Rete NOGESI. Grande partecipazione di pubblico.
L’interesse mirato dei cittadini verso gli interventi. Un crescendo di approfondimenti sul tema.

 

Si inizia con il sindaco del comune di Castel Giorgio, Andrea Garbini che riassume l’escursus della lotta contro la speculazione sul territorio di Castel Giorgio e dei comuni limitrofi su cui insistoni i progetti degli impianti in questione. Riferisce la contrarietà anche delle amministrazioni dei comuni di Allerona, Castel Viscardo, Orvieto ed Acquapendente.

Il dott. Fausto Carotenuto che sottolinea l’importanza dell’essere coesi sul tema alla lotta contro la geotermia di tutte le forze politiche locali che non conosce colori e bandiere e come è importante che la cittadinanza si faccia sentire.

Il dott. Roberto Barocci insieme alla commozione, coincidente con il giorno della Memoria per la shoah, a lui tornano alla memoria i volti dei tanti amici morti sull’Amiata. Si perchè sull’Amiata nelle vicinanze delle centrali geotermiche si è innalzata la mortalità a percentuali che sfiorano il 13% rispetto alla media nazionale. Il 13 % corrisponde a centinaia di persone.

Il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo riporta il caso dei campi Flegrei, il supervulcano, per il momento bocciato e di Ischia che resta in attesa. Territori già provati, storicamente, da terremoti e dissesti idrogeologici.

Il geologo Francesco Biondi che evidenzia le problematiche che possono scaturire dalle trivellazioni e dalla realizzazione dei pozzi geotermici, in un’area che ospita il bacino idrico da cui attingono acqua potabile svariati comuni dell’orvietano e non solo. Solo uno dei molteplici temi che mettono in mostra i dubbi sulla bontà della geotermia.

Riassumendo, lo stato di fatto dei territori locali si trova così configurato:
> il progetto pilota di Torre Alfina è stato bocciato per incompatibilità ambientale;
> il progetto pilota di Castel Giorgio ha superato tutti i livelli di approvazione e attende da troppo tempo che la regione Umbria neghi l’intesa. L’intesa è un atto politico, non di carattere tecnico.
> I due progetti per permesso di ricerca geotermico denominati “Monterubiaglio” e “Montalfina” sono stati autorizzati dalla regione Umbria, con l’opposizione dei sindaci e dei territori.

In ultimo dai cittadini un appello alla presidente Marini che si può vedere affisso nelle vie di Castel Giorgio (vedi immagine a lato)

 

CICLO DI CONFERENZE E INCONTRI: Latera, 3 febbraio 2018

Nell’ambito del ciclo di conferenze e incontri 2018 promosso dalla Rete NoGESI presenta:

Sabato 3 febbraio alle ore 16,00 si terrà presso il Comune di Latera la quarta di una serie di conferenze organizzate dalla Rete Nazionale NOGESI (No geotermia elettrica speculativa ed inquinante). Il comune di Latera aderisce.

L’evento è stato organizzato per offrire alla popolazione un quadro chiaro dell’impatto che le centrali geotermiche, sia quella proposta da ENEL GREEN POWER, sia quella proposta da Latera Sviluppo, avrebbero su Latera e sui paesi limitrofi della Tuscia.

Il territorio ha una vocazione agricola, turistica, ricettiva e chi viene a visitare questi luoghi resta affascinato dall’accoglienza di un paese che conserva quasi intatto il proprio patrimonio storico, naturalistico, paesaggistico ed esprime tradizioni popolari di un innegabile fascino.

In questi luoghi è ancora troppo forte l’amarezza per l’esperienza disastrosa vissuta per alcuni mesi nel 1999, anno in cui la centrale di Latera, ormai in disuso ma mai smantellata, è stata avviata ed ha mostrato gli effetti devastanti di un impianto geotermico: immissione in atmosfera di sostanze inquinanti e maleodoranti che stazionavano all’interno delle abitazioni e nelle strade, occupando tutta la Caldera di Latera, raggiungendo Montefiascone, Bolsena, Pitigliano, Ischia di Castro, Canino e determinando il crollo delle attività turistiche e malori della popolazione.
Vogliamo dire NO perché è ormai chiaro che non solo le centrali che utilizzano la tecnologia “flash”, ma anche le centrali “a ciclo binario” non garantiscono emissioni zero, pertanto la loro energia non può essere considerata pulita. Ciò è emerso chiaramente da ultimo durante il convegno “Le nuove frontiere della geotermia – dalla geotermia elettrica alla cogenerazione geotermica “, che si è svolto a Roma presso il Gse, lo scorso 18 gennaio. Nel dibattito l’ing. Montemaggi di Enel GREEN POWER, ha ribadito che in presenza di una concentrazione di gas incondensabili superiore all’1%, la re-immissione totale dei fluidi geotermici non è realizzabile. A Latera gli incondensabili sono circa il 6%!
Invitiamo tutti i cittadini e gli amministratori della Tuscia a respingere uniti questi progetti speculativi tesi solo ad assicurarsi il godimento di lauti incentivi pagati peraltro dalle tasche dei cittadini e delle imprese!

Intervengono

Francesco DI BIAGI – Sindaco di Latera, Saluti e introduzione

Velio AREZZINI – Portavoce Rete Nazionale NOGESI, Presentazione

Andrea BORGIA – geologo dell’Università degli Studi di Milano, Le tecnologie ad alta e media entalpia

Giuseppe PAGANO – geologo, esperto in idrogeologia geotermica della Tuscia, Problematiche idrogeologiche

Fabio LANDI – Geologia e problematiche sanitarie

Amelia BELLI MINERVINI – presidente Accademia Kronos, L’esperienza delle serre di Latera

Spazio al Coordinamento dei Sindaci della Tuscia contro la geotermia

Sono stati invitati parlamentari e membri del consiglio regionale del Lazio

La conferenza sarà ripresa e trasmessa dalla TV – RTUA e visibile sul canale Youtube

Comune di Latera
Rete Nazionale NOGESI

Geotermia speculativa e inquinante: l’inizio della fine?

Vengono finalmente al pettine i nodi delle critiche e delle denunce dei comitati, bollati per anni come allarmisti e terroristi.

Forse non è la vittoria finale contro la geotermia speculativa e inquinante, ma quel che sta succedendo in questo primo scorcio del 2018 fa ben sperare.

Continuano a cadere i tabù che da sempre erano considerati inviolabili:
– al Parlamento europeo, con gli emendamenti Tamburrano ed altri, si prende finalmente atto che la geotermia non è pulita per definizione e che quindi gli incentivi dovrebbero essere indirizzati verso quelle fonti che non producano danni all’ambiente;
Enel Green Power di nuovo in Tribunale, stavolta come indagata, a rispondere delle emissioni in atmosfera delle centrali del Monte Amiata che utilizzano la vecchia tecnologia “flash” a rilascio libero in atmosfera;
– il Presidente della Regione Toscana Rossi costretto dagli eventi a rivedere la strenua difesa della geotermia “senza se e senza ma”, dichiarando perfino un (falso) sostegno agli emendamenti del Parlamento europeo. Riconoscendo quindi che c’è una geotermia inquinante, tanto che annuncia una imminente legge regionale che, anticipando l’Europa, «stabilisca nuovi limiti all’emissione di inquinanti e della CO2 e migliori l’inserimento degli impianti geotermici nel paesaggio che li ospita». Cioè la riduzione delle emissioni, il che conferma che fino ad oggi tali centrali hanno inquinato (!), ma pensando però di risolvere il problema chiedendo più soldi all’Enel per tacitare sindaci e territori. Certo che la campagna elettorale contribuisce alle sorprendenti e contraddittorie sortite del governatore Rossi;
– di certo i fatti accennati sparigliano le carte anche tra i sostenitori della cosiddetta “buona geotermia”, cioè le “piccole” centrali binarie, definite a reimmissione totale dei gas. Infatti al recente convegno “Le nuove frontiere della geotermia – dalla geotermia elettrica alla cogenerazione geotermica” del 18 gennaio u.s. il tema scottante è stato proprio il problema della reimmissione per il quale bisognerà cercare una soluzione in quanto, ad oggi, tale tecnologia non riesce a farlo; tanto che da più parti, considerato che le società che propongono tali centrali spesso non ne hanno mai realizzata neanche una, si chiede un aiuto proprio all’Enel che fino ad oggi avevano criticato per le vecchie centrali flash. Peccato che Enel Green Power, per bocca del suo rappresentante Montemaggi, confermi che in presenza di gas incondensabili superiori all’1%, come generalmente avviene in Italia, sia IMPOSSIBILE la totale reimmissione, certificando quindi che tale tecnologia è comunque inquinante.

Pertanto si pone concretamente –ed il presidente Rossi farebbe bene a valutarlo essendo governatore dell’unica regione italiana “geotermica” – come superare il tema delle tecnologie “inquinanti” (sia flash che binarie) e quindi, a seguito di una moratoria di ogni attività, avviare un tavolo di confronto e di studio sulle politiche energetiche, sulle alternative praticabili e sull’innovazione tecnologica (DBHE e TEG), come sta già avvenendo in USA ed in Giappone.

Noi crediamo che tanta frenetica attività serva solo ad evitare di affrontare una volte per tutte la questione geotermia nella giusta ottica che da sempre i cittadini, i comitati e tanti amministratori locali chiedono:
fermare subito tutti gli impianti inquinanti; moratoria sui progetti delle nuove centrali flash e binarie, spingere verso l’innovazione tecnologica;
utilizzo di risorse (ad esempio gli incentivi goduti impropriamente dalle attuali centrali) per la ricerca e lo sviluppo di fonti energetiche alternative, davvero pulite e rinnovabili nonché al risparmio energetico e l’efficientamento energetico degli edifici;
sostegno alle economie locali che valorizzino i territori e le produzioni locali.

Sappiano i sostenitori della geotermia speculativa e inquinante che su questo continueremo le nostre battaglie.

Rete Nazionale NOGESI


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Dalla conferenza di Scansano richiesta di moratoria

Di seguito il comunicato di Scansano Sos Geotermia sula conferenza del 22 gennaio 2018

 

Sospendere tutte le procedure autorizzative inerenti i permessi di ricerca geotermici vigenti in Toscana: parte da Scansano l’appello alla Regione Toscana perché ogni decisione sia rinviata alla conclusione della mappatura delle Aree Non Idonee, già in discussione in Regione, e all’attuazione di quanto prescritto dal Decreto Legislativo 152/2006 in materia di mappatura e protezione delle falde acquifere.

La mozione, indirizzata alla Giunta Regionale Toscana e ai gruppi consiliari è stata approvata all’unanimità al termine di una partecipata conferenza pubblica organizzata dalla Rete Nogesi e dal Comitato Scansano Sos Geotermia, tenutasi sabato nella Sala del Consorzio Tutela del Morellino di Scansano.

Velio Arezzini, portavoce della Rete Nogesi, Roberto Barocci, Rete Nogesi, Fabio Landi, Sos Geotermia e Andrea Borgia, Geologo Università di Milano, hanno illustrato con ricchezza di dati e studi l’impatto ambientale, sanitario ed economico che la geotermia ha già avuto in un territorio particolare come quello dell’Amiata, il cui sottosuolo, di origine vulcanica e ricco di giacimenti e miniere, è ad altissimo rischio di inquinamento. Il pericolo non va esportato in Maremma.

Secondo i comitati che si battono contro lo sfruttamento industriale della risorsa geotermica in Maremma, per un elementare principio di precauzione, sarebbe illogico concedere altri permessi di ricerca prima che vengano individuate le Aree Non Idonee e le sorgenti idriche con le relative aree di salvaguardia.

Né vale l’argomento utilizzato dalle società che chiedono di poter proseguire il loro sondaggi, riducendo il tutto a mera ricerca mineraria: quelle perforazioni profonde sono altamente invasive e molto costose e dunque, da un lato comportano comunque rischi per l’ambiente e la salute, dall’altro proprio per il loro costo, sono finalizzate, con tutta evidenza, alla successiva richiesta di permesso a costruire le centrali.

Per tutto questo i comitati chiedono alla Regione di fermarsi in attesa che il quadro sia più definito e nello stesso tempo auspicano con forza che i sindaci dei comuni coinvolti dai vari progetti geotermici – come avvenuto nel viterbese, dove la Provincia si è assunta il coordinamento dei Sindaci della Tuscia – sappiano fare squadra e unire le forze per aprire una vera e propria vertenza con la Regione Toscana.

In questo avranno al loro fianco i cittadini, che in tutti questi mesi si sono impegnati per diffondere informazioni e notizie alla popolazione e sollecitare le prese di posizione delle più importanti realtà cooperative e produttive della Maremma.

Al termine della conferenza è stata approvata all’unanimità la seguente mozione:

Moratoria sulla geotermia in Toscana

I comitati territoriali che si battono contro la geotermia elettrica speculativa aderenti alla Rete NOGESI chiedono che la Regione Toscana sospenda ogni decisione sulla concessione delle VIA richieste per permessi di ricerca profonda in diversi comuni della regione fintanto che non si completi la zonizzazione delle aree idonee così come previsto dalla DELIBERAZIONE 15 maggio 2017, n. 516 della stessa Giunta regionale. La moratoria deve anche coprire il tempo necessario a dar seguito a quanto previsto dall’Art. 94 del D.Lgl. 152/2006 che impone alle Amministrazioni regionali la “Disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano.” In particolare la Legge impone che (comma 1) «su proposta delle Autorità d’ambito, le regioni, per mantenere e migliorare le caratteristiche qualitative delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano… nonché per la tutela dello stato delle risorse, individuano le aree di salvaguardia distinte in zone di tutela assoluta e zone di rispetto, nonché, all’interno dei bacini imbriferi e delle aree di ricarica della falda, le zone di protezione.»
È del tutto evidente che, nel rispetto del principio di precauzione, permessi di ricerca profonda, invasivi e con grande impatto ambientale, non possano essere concessi prima che sia definita, di concerto con i Comuni coinvolti la mappa delle Aree Non Idonee e delle sorgenti idriche da tutelare.
A tal proposito si auspica che, al pari di quanto avvenuto nel Lazio, dove la Provincia di Viterbo ha assunto su di sé il coordinamento dei sindaci della Tuscia per proporre l’allungamento della moratoria già prevista dalla Regione Lazio, i Sindaci dei Comuni della Maremma sappiano fare rete per coordinare il confronto con l’amministrazione regionale e così dare più forza alla difesa di un territorio unico che non può essere trasformato da polo di produzione di eccellenze agroalimentari e vitivinicole in distretto industriale geotermico.

Sono stati fatti molti passi avanti ma molti di più ne restano da fare, uniti si può!
Comitato Scansano Sos Geotermia


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La Nazione 24/1/18

 

 

 

 

 

 

 

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