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Il 25 luglio e la “misteriosa” inaugurazione della centrale geotermica di Bagnore 4. Ci saremo.

20160725_bagnore4 invito inaugurazioneA cercare in rete non troverete una sola notizia che riporti l’avvenimento che pur dovrebbe invece essere vanto dell’Enel e dagli amministratori, da Rossi in giù, visto che continuano a parlare e proporre la geotermia come panacea di tutti i mali di questa sventurata parte della Toscana.

Così non la pensano comitati e cittadini che, nonostante l’aura di segreto che circonda l’avvenimento, saranno comunque il 25 luglio mattina a presidiare le centrali di Bagnore ed accogliere rumorosamente i “papaveri”.
Bene ha fatto il gruppo dei 5stelle di Arcidosso ad organizzare una iniziativa di protesta alla quale come Sos Geotermia non potevamo che aderire convinti.

20160725_bagnore locandina 5stelle

Diamo appuntamento a quanti vorranno unirsi nel “comitato d’accoglienza” presso il bivio delle Aiole, zona piazzola elisoccorso, intorno alla 10 di lunedì 25 luglio, per poi recarci al presidio presso le centrali.

E’ proprio il caso di dire “Accorrete numerosi…e rumorosi!”.

 

Sos Geotermia


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I COMITATI
Agorà CittadinanzAttiva, Comitato Fumarole, MaremmAttiva,
No Geotermia Seggiano, TerrAmiata
scrivono una
Lettera Aperta agli Amministratori Amiatini

Esiste una montagna verde, piena di boschi, animali selvatici e tante persone che la abitano e la vivono, ed esistono delle multinazionali che su quella montagna hanno fatto e vogliono fare dei buchi per fare soldi.

Questi buchi provocano danni alla salute delle persone che la abitano, agli animali e alle acque, alla montagna tutta intera. Al di là dei giri di parole e degli scaricabarile, ci sono due parti in campo: da una parte le multinazionali con i loro buchi ed i loro profitti, dall’altra parte le persone, gli animali, la montagna tutta, con le sue ricchezze.

Esistono momenti in cui ognuno è chiamato a scegliere una parte, a decidere, ad essere partigiani.

Noi, pensando ai nostri figli, alla terra dove abitiamo, alle attività economiche, alle ricchezze naturali, culturali e sociali, noi che vogliamo vivere e vivere felici, una parte l’abbiamo scelta.

Il governatore della regione ha scelto l’altra.

Non è possibile lasciare in mano alle multinazionali e al partito trasversale degli affari il futuro e la vita della nostra montagna. E’ necessario che gli amministratori si prendano sino in fondo la responsabilità. La responsabilità di un cambio di rotta forte per tutto il territorio amiatino. La visione di un territorio, non è un discorso economico che riguarda pochi privilegiati, ma dei progetti con una prospettiva per tutti a impatto zero.

E’ necessaria una difesa del paesaggio, dell’ambiente e della salute perché è quello che gli amministratori sono chiamati a fare.

Invitiamo quindi gli amministratori a boicottare la cerimonia di inaugurazione del mostro di Bagnore 4 prevista per Lunedi 25 Luglio, dando un segnale positivo e una presa di posizione pubblica nei confronti di speculatori e complici.

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20160725_bagnore4_inaugurazione_sogno_realta

Geotermia. Proposta Marras, l’inutile foglia di fico per coprire le speculazioni e gabbare i cittadini

foglia di fico pd trivellabastoniL’introduzione dell’art.13 bis alla legge regionale 39/2005 non modifica di una virgola l’iter autorizzativo delle centrali, né da maggior peso a comuni e cittadini, ma si rivela la solita vuota e mistificante risposta alla crescente protesta dei territori.

 

 

Alla domanda, che indaga sul contenuto delle nuove norme da introdurre nella legge regionale sulla Geotermia, proposte dal consigliere Marras, il Sindaco di Castel del Piano, on. Franci, conferma: “Certo non c’è obbligatorietà, ma nel caso di disaccordo (con il Comune), la Regione avrebbe molti bastoni tra le ruote, visto che i Comuni sono interlocutori a tutti gli effetti.”

Non viene detto, perché di fatto inesistenti, quali siano questi “bastoni” che i Comuni possono usare contro la Regione, che mantiene la piena discrezionalità delle decisioni circa la localizzazioni degli impianti, come ben puntualizza Marras alla stampa: “L’intesa, tuttavia, non sarà obbligatoria. «Ma se raggiunta – precisa Marras – è vincolante e i termini dell’iter autorizzativo restano i medesimi: entro trenta giorni dalla richiesta deve essere avviata la conferenza dei servizi»”.

A questo punto onestà vorrebbe che i consiglieri del PD, i quali si apprestano ad introdurre modifiche inutili e minimali alla normativa regionale che ancora, in modo del tutto scandaloso, non detta nessuna regola circa la localizzazione degli impianti industriali geotermici, chiariscano quale sia l’interesse pubblico perseguito dagli amministratori del PD in materia di Geotermia.

Questa necessità deriva dal fatto che se le modifiche proposte dai consiglieri del PD mantengono ampia e assoluta discrezionalità alla Regione nello stabilire i luoghi dove realizzare tali impianti industriali, anche se il Comune non è d’accordo, tale discrezionalità non potrà decadere in arbitrio a favore di interessi privati, solo se l’interesse pubblico verrà esplicitato e sopratutto documentato.

Noi crediamo che, stante i risultati fallimentari nel primo distretto storico geotermico della Val di Cecina, sarà difficile dimostrare l’utilità sociale ed economica in Amiata di tali impianti. E’ ormai chiaro a tutti che a Pomarance, Larderello e Castelnuovo Val di Cecina la Geotermia ha di fatto impedito e allontanato ogni altro investimento, al punto che oggi gli stessi consiglieri regionali del PD e i sindacati di riferimento chiedono a gran voce che tale distretto sia dichiarato “zona di crisi”, bisognosa di assistenza e finanziamenti pubblici.

Allora o si dimostra che gli impianti geotermici favoriscono investimenti e valorizzazione delle risorse ambientali di un territorio, quindi sono concretamente produttori di un interesse pubblico, oppure la vecchia e logora discrezionalità e la mancanza di regole certe del PD sono solo finalizzate a coprire ed avallare interessi speculativi privati.
Alla faccia della sbandierata democrazia e partecipazione!


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Il Cittadino online 18/7/2016

Il Tirreno 19/7/2016

Geotermia Toscana. Cresce l’opposizione nei territori e in Consiglio, inadeguate risposte del PD

20160506_fratoni inaugura centrale

…d’altro canto se l’assessora Fratoni va a braccetto con Enel ad inaugurare centrali geotermiche anziché incontrare i comitati qualcosa significherà…

LA LUNGA MOBILITAZIONE DELLA ASSOCIAZIONI, DEI COMITATI DI CITTADINI E DEI SINDACI PORTANO ALLA RIBALTA IL TEMA GEOTERMIA IN TOSCANA: SCOMPOSTE REAZIONI DELL’ASSESSORE FRATONI E INSUFFICIENTI PROPOSTE DI MARRAS. CI VUOLE BEN ALTRO PER AFFRONTARE CON RESPONSABILITA’ IL TEMA DELLA GEOTERMIA IN TOSCANA. LE OPPOSIZIONI IN CONSIGLIO REGIONALE DEVONO PORTARE FINO IN FONDO LE ISTANZE DEI TERRITORI.

 

 

Il convegno di Firenze sulla geotermia del 9 aprile scorso nei locali del Consiglio Regionale della Toscana –organizzato dalla Rete Nazionale NOGESI– portava a compimento la diffusa mobilitazione di questi anni in Toscana contro la geotermia elettrica, speculativa e inquinante. Anche in questa regione cominciava ad incrinarsi il collaudato consenso sulla geotermia per cui l’attuale partito di maggioranza, il PD, veniva costretto ad occuparsi della vicenda, sospinto anche dalle opposizioni -e segnatamente dal M5S, Lega Nord e SI Toscana a Sinistra- che hanno cominciato a rendersi conto della potenzialità sociale della tematica geotermia e della possibilità di aprire di fatto una vertenza presso il Consiglio regionale.

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La Commissione Ambiente regionale in Amiata il 10 maggio 2016

E così la Quarta Commissione (Ambiente) si è dovuta spostare nei territori (particolarmente acceso è stato il dibattito in quel di Seggiano del 10 maggio scorso!), audiva i giorni scorsi l’assessora del ramo Federica Fratoni, il PD stesso imbastiva una proposta di legge per cercare di venire incontro ai “mal di pancia” di molti sindaci (ma –come vedremo- senza pagare troppo pegno…). I giornali danno molto risalto alle (prime?) dichiarazioni della Fratoni sulla materia che mostra tutta l’inadeguatezza di chi per anni non è stata costretta a prendere pubbliche posizioni sulla materia.

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L’arch.Zita al convegno del 9 aprile 2016

E così che comincia –come Rossi– con lo stanco ritornello che “la geotermia può essere la leva per rilanciare lo sviluppo economico” a cui ormai alcun amministratore crede più, preferendo al suo posto il rilancio delle produzioni di eccellenza, del turismo, della storia e del paesaggio toscano famoso nel mondo.
E prosegue dicendo che “quanto è successo a Bagnore 4 è increscioso”: certo assessore, molto increscioso per la Regione se sono vere -e non abbiamo motivo di ritenere che non sia così- le dichiarazioni del dr. Zita su cui la attivata Magistratura speriamo si esprima presto!

Circa poi le vecchie centrali Enel dell’Amiata -le cui concessioni scadono nel 2024- l’assessora, bontà sua, dichiara ”…che a quel tempo si potrà vedere se rinnovare (o meno) le concessioni”, ignorando l’annoso inquinamento ambientale e sanitario dell’area che dovrebbe continuare per circa un ulteriore decennio…

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L’Assessora regionale all’Ambiente e difesa del suolo Federica Fratoni

Si è poi soffermata sul tema della “zonizzazione”, operazione prevista dal PAER per l’individuazione delle cosiddette “aree non idonee”: e qui si è superata, mostrando tutta la sua incompetenza in materia!
Infatti mostra di non conoscere che la richiesta di “zonizzazione “è contenuta nella Risoluzione Parlamentare delle Commissioni VIII (Ambiente) e X (Attività Produttive) della Camera dei Deputati –approvata all’unanimità in data 15.04.2015- che impegna il Governo ad attivarsi per immettere nella legislazione di settore ben 12 interventi, tra cui il primo è appunto la “zonizzazione”! Attività che il Governo -in ritardo sui tempi stabiliti dalla Risoluzione- sta facendo con una commissione nominata nel maggio 2015, mostrando che la “zonizzazione” è possibile, sbugiardando la contraria tesi dell’assessore Fratoni per cui “la attività di ricerca geotermica per sua natura è libera e quindi inevitabile”. Questo è vero ad oggi grazie alla “privatizzazione” immessa dai Decreti Legislativi 22/2010 e 28/2011 del duo Berlusconi-Scajola, ma il Parlamento ha chiesto modifiche anche alla legislazione del settore.

E sul tema della cosiddetta “ricerca geotermica” vogliamo soffermarci essendo un vistoso “cavallo di Troia” per realizzare impianti geotermici in aree in cui la effettiva “adeguatezza” non è sancita da necessari pareri delle istituzioni, ma dalle mire economiche –legate ai favolosi incentivi alla produzione elettrica geotermica- di una miriade di piccole e piccolissime imprese, peraltro quasi sempre senza alcuna esperienza precedente! Non solo: dobbiamo -sulla base delle esperienze che abbiamo fatto in molti territori- imparare a riconoscere la geotermia come una attività industriale a sé stante, ove ogni attività “di ricerca” è propedeutica alla costruzione, produzione e commercializzazione di energia elettrica e non solo alla estrazione di materia. Finché continuiamo ad assimilare la geotermia ad una attività mineraria con le regole conseguenti siamo fermi a 15 anni fa. Senza considerare che le concessioni minerarie non pongono limite al numero di pozzi/ gallerie nel territori oggetto di concessione.

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…intanto, a Scansano, si iniziano i pozzetti esplorativi!

Circa poi la dichiarazione “ingenua” dell’assessore per cui “anche a seguito di un pozzo esplorativo -peraltro molto costoso- non corrisponda la realizzazione di un impianto: ha mai inteso parlare l’assessore di denuncia per danni? e poi che senso ha arrivare alla perforazione di un pozzo, se non si intende autorizzare un impianto geotermoelettrico? Infatti come è noto il pozzo esplorativo rappresenta il terzo step di questo processo (rilevazioni superficiali, pozzetti geotermometrici e, quindi, pozzo esplorativo). Quando siamo arrivati a questo punto il principio di continuità ci danneggerà in ogni tribunale: se mi hai detto di sì fino ad ora, non puoi cominciare a dirmi di no adesso che ho investito un sacco di quattrini, addirittura in un pozzo esplorativo …quindi faremo la centrale!

Circa la dichiarazione dell’assessora: “Segnalo però che non è possibile individuare aree idonee e non idonee per la ricerca”. Ci sono aree idonee e non idonee alle centrali non alla ricerca, che è – come detto ormai infinite volte – solo un passaggio nel processo di progettazione/ realizzazione di impianto geotermoelettrico.

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Leonardo Marras, capogruppo PD in Regione Toscana

In merito poi alla proposta di legge Marras [pdl n. 93, prot. 14796/2.6 del Consiglio regionale in data 1.06.2016 “Disposizioni in materia di impianti geotermici. Modifiche alla legge regionale 24 febbraio 2005, n.39 (Disposizioni in materia di energia)”] siamo veramente al ridicolo: la montagna ha partorito il topolino!
Si propone infatti che, all’inizio della procedura di valutazione di un progetto geotermoelettrico, venga ricercata dalla Regione una intesa con i comuni coinvolti. Se l’intesa (a costruire l’impianto) non viene realizzata, la Regione procede nell’iter autorizzativo dell’impianto! E’ questa la traduzione normativa della “ferma volontà di coinvolgere i territori” sbandierata da Marras? E’ molto, ma molto inferiore, a quanto la stessa Risoluzione parlamentare del 15.04.2015 citata che testualmente recita “si impegna il Governo…a prevedere nella fase pre-realizzativa un pieno coinvolgimento delle amministrazioni e delle popolazioni locali nel processo decisionale favorendo l’eventuale applicazione del principio di precauzione!

E’ pertanto di fronte a queste posizioni che le opposizioni -in sinergia con i movimenti ed i cittadini dei territori (come le elezioni amministrative recentissime dimostrano vince chi è legato ai territori ed ascolta la voce dei cittadini!)si giocano la reale possibilità di statuire in Toscana, ma per l’importanza che la Toscana ha sempre avuto storicamente nel settore geotermico, per tutto il Paese, una più avanzata normativa nel settore, visto ancora il permanere della inadempienza da parte del Governo circa il rispetto della Risoluzione parlamentare citata, su cui la Rete Nazionale NO Geotermia Elettrica, Speculativa e Inquinante insisterà anche con mobilitazioni nazionali entro l’autunno.

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Le centrali Enel in Amiata

Senza dimenticare -ma anzi facendone un punto di battaglia politica- la necessità di avviare una specifica Commissione di inchiesta-con tecnici che possano rappresentare il punto di vista delle associazioni del territorio- sulla annosa vicenda dell’inquinamento ambientale e sanitario provocato dalle centrali geotermiche utilizzanti tecnologia “flash” in Amiata; problematica che –come è comparso alla ribalta i giorni scorsi- si sta allargando all’inquinamento da mercurio sui corsi d’acqua toscani-laziali-umbri fino al mar Tirreno.

 

 

RETE NAZIONALE NOGESI – NO GEOTERMIA ELETTRICA, SPECULATIVA E INQUINANTE

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Terremoto Lazio-Umbria-Toscana. Centrale geotermica ITW-LKW, gli scheletri nell’armadio

SCHELETRI ARMADIO ITWLKWSulla questione delle centrali geotermiche in progetto in Umbria, Toscana e Lazio da realizzarsi in aree evidentemente sismiche, a seguito del sisma iniziato il 30 maggio us e tutt’ora in corso, con un picco -ricordiamo- di 4,1 gradi di M e numerose altre scosse tra 2 e 3,4, interviene il COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI ORVIETANO, TUSCIA E LAGO DI BOLSENA con un puntuale comunicato che spazza via ogni dubbio sui rischi e mette a tacere le false rassicurazioni che -ancora due giorni fa (vedi Ansa in fondo)- vengono diffuse dalla società ITW-LKW titolare di un permesso che, come vediamo, si sovrappone proprio all’area centrale interessata dal fenomeno sismico di questi giorni.

 

Il terremoto è avvenuto proprio dove vogliono realizzare gli impianti geotermici di Castel Giorgio e Torre Alfina. Ecco la prova dell’enorme rischio sismico e di disastro ambientale.

Con una precisione che ha dell’incredibile, la grave scossa di terremoto del 30 maggio a Castel Giorgio, e gran parte dello sciame che sta seguendo, sono proprio all’interno dell’area assegnata ad una società privata per la realizzazione di due impianti geotermici: quello di Castel Giorgio e quello di Torre Alfina.
Tutta la popolazione ha colto con grande allarme questa coincidenza, anche perché ci sono stati danni ad abitazioni e strutture. E’ infatti cosa nota che l’attività geotermica – con la tecnologia proposta – genera sismi. Prove effettuate dall’ENEL negli anni ‘80, con pressioni minori di quelle ora previste, generarono sismi fino a 3 gradi Richter. Abbastanza forti e chiaramente sentiti dalla popolazione.
La ditta proponente ha sempre sostenuto che non ci sono rischi, perché la zona secondo loro sarebbe tettonicamente sicura, e ha fornito molti dati a sostegno di questa tesi, che hanno convinto i tecnici ministeriali e regionali. Per di più, proprio nelle more della presentazione del progetto, qualcuno fece in modo che la zona di Castel Giorgio fosse retrocessa nella Classificazione Sismica Regionale da zona 2 a zona 3. Strano, visto che in tempi recenti – nel 1957 – un serio terremoto aveva reso inabitabili quasi tutte le case del Paese. Una declassificazione che ha ovviamente facilitato l’iter per l’approvazione dell’impianto.
Risulta anche – secondo importanti scienziati – che i rassicuranti dati tecnici forniti a supporto del progetto dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia siano una “vera e propria truffa” volta a rassicurare e sottacere i rischi. E per di più predisposti – in quanto funzionaria pubblica in grave conflitto di interessi – proprio da una funzionaria INGV che è anche la moglie del progettista privato dell’impianto.
Fino ad ora – in attesa di un intervento della magistratura – i politici e i funzionari responsabili dell’iter autorizzativo hanno fatto finta di non sapere e di non vedere. Evidentemente sottoposti ad enormi pressioni lobbistiche, visto il grande interesse economico speculativo legato alla realizzazione di questi progetti, che godono di altissimi incentivi pubblici.
Ma…come si dice: “il diavolo fa le pentole ma non i coperchi…” Ed ecco arrivare il 30 maggio un terremoto piuttosto forte, con danni ad edifici e la gente terrorizzata che da giorni dorme per strada per via del perdurante sciame sismico.

Cosa viene a dire questo terremoto? Ma è chiarissimo: vuole dire che la zona è sismicamente fragile e che quindi non si possono realizzare impianti che, alla già precaria e rischiosa situazione, aggiungeranno il peso di una continua attività di pressione nel sottosuolo che – come provato dall’ENEL – innesca fenomeni sismici.
Se i pozzi geotermici fossero già realizzati cosa sarebbe successo? Chi si prende la responsabilità, data la natura sismica della zona, di sostenere che i danni provocati alle persone ed alle cose dai sismi previsti non saranno causati dalla realizzazione degli impianti geotermici?

20160603_com stampa mappa A

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Sarebbe come stuzzicare il drago del terremoto giorno e notte per decenni. Là dove un drago c’è e lo sta ora dimostrando con chiarezza con un terremoto che mette a tacere le fumose rassicurazioni di tecnici interessati o – come minimo – palesemente incompetenti.
A dimostrazione del fatto che la zona scelta per gli impianti è la meno adatta, riportiamo due mappe: una della zona di concessione per lo sfruttamento geotermico (mappa A), e l’altra del previsto posizionamento dell’impianto di Castel Giorgio (mappa B).
Si vede chiaramente che gran parte dello sciame sismico in atto è proprio all’interno di questa area (mappa A), e per giunta che le scosse più forti sono state proprio in prossimità dei pozzi dell’impianto (mappa B).

20160603_com stampa mappa B

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A questo si aggiunge che la profondità delle scosse è molto vicina alla profondità dei pozzi che si vogliono scavare, e che le scosse sono – sia per profondità che per estensione – proprio all’interno del bacino di sfruttamento geotermico.
Si vuole quindi con l’impianto andare a produrre sismi nella zona più fragile. E i dati questa volta non ce li danno tecnici interessati o incompetenti vicini alla ditta, ma la stessa Madre Terra ce lo ha segnalato con enorme e drammatica evidenza, con forti scosse proprio in quella zona. Facendo piazza pulita di ogni interessata rassicurazione.
Occorre poi sottolineare che il terremoto viene ad evidenziare un altro importante rischio: non solo con l’impianto si vanno ad innescare artificialmente dei terremoti, ma una forte scossa come quella del 30 maggio, vicinissima al pozzo, avrebbe potuto facilmente far saltare le tubature dell’impianto, contenenti enormi quantità di gas e liquidi velenosi ad alta pressione, che sarebbero finiti nelle falde acquifere, nella terra e nell’aria. Avvelenando in modo grave tutta la zona e producendo un enorme disastro ambientale.
E’ ormai chiaro che i cittadini non accetteranno mai questo impianto, dai rischi enormi per le loro vite, i loro beni ed il loro territorio. Occorre ora che la Giunta Regionale si esprima finalmente rifiutando l’intesa all’impianto, e che i Ministeri competenti ritornino sul progetto per bocciarlo e dissipare definitivamente questa pesante ombra dal futuro della gente della Tuscia.

Lo devono ai cittadini che amministrano, e che in questi giorni dormono terrorizzati per le strade dell’Alfina.

COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI ORVIETANO, TUSCIA E LAGO DI BOLSENA


Ansa del 1/6/16 della ITW-LKW

articolo righini ansa

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Terremoto Lazio-Umbria-Toscana. Non è un territorio per trivelle

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Lo sciame sismico dal 30 al 31 maggio, ore 17 (fonte Iside-Ingv)

Oltre 30 scosse in due giorni: altre trivelle diminuiranno o aumenteranno i rischi?

 

 

 

Il 30 maggio sera una forte scossa, di 4.1 gradi di magnitudo, ha causato allarme e paura in tre regioni, Umbria, Toscana e Lazio, ricordando a chi spesso lo dimentica, che ci troviamo in una zona sismica peraltro ricca di fabbricati storici e paesi antichi di certo non costruiti per sostenere terremoti.

La scossa più forte fa parte di uno sciame che in due giorni, 30 e 31, ha già dato oltre trenta sismi e che si va manifestando spostandosi verso nord-ovest, in direzione val di paglia/amiata.

clicca per ingrandire (aggiornamento sismi alle ore 8 del 2/6/16)

A Castel Giorgio, epicentro delle scosse più forti, è in iter autorizzativo il permesso di ricerca finalizzato ad una centrale pilota da parte della società ITW-LKW Geotermia Italia e, sovrapponendo la mappa della concessione con gli epicentri, si nota proprio una sinistra coincidenza dei luoghi.

Sarebbe troppo facile dire oggi che bisogna stare molto attenti ad autorizzare impianti geotermici in queste zone, ma noi, come comitati, sono ormai anni che cerchiamo di fare informazione sui rischi da sismicità indotta e siamo spesso stati accusati di fare allarmismo. Ma la realtà ha la testa dura e, nonostante l’opera tranquillizzante di molti -interessati ai progetti-, la verità che realizzare impianti in queste zone è una follia torna prepotentemente alla ribalta.

Può un territorio con questa sismicità tollerare ulteriori stimolazioni -estrazioni e reiniezioni-? Noi siamo certi di no.

Anche per questo non possiamo che ribadire la contrarietà più netta alla realizzazione di altre centrali e la moratoria per tutti gli impianti inquinanti e speculativi esistenti.

 

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Comunicato Comitato Maremmattiva del 31/5/16:

Se non vi foste ancora convinti…la terra trema!

Gli episodi sismici di questi due giorni (30-31 maggio) con epicentro nel quadrante di confine tosco-umbro-laziale sono la riprova dell’attività sismica in questo territorio.

Fortunatamente le conseguenze non sono state gravi ma rappresentano un campanello di allarme serio nei confronti dei tentativi da parte di varie imprese (itw-lkw, Sorgenia…) di far diventare questo territorio una area di “sviluppo” geotermico.

Abbiamo già da tempo come comitato messo in guardia di fronte ai pericoli relativi alla sismicità indotta che le centrali geotermiche rappresentano.

Chissà che questa presa di posizione  da parte del sottosuolo possa riportare un po’ di buon senso rispetto ai tentativi di far entrare le trivelle geotermiche nelle terre che abitiamo.

Non è il primo episodio di questo tipo in questi anni e il fatto che particolarmente abbia interessato il comune di Castel Giorgio e quello di Acquapendente , entrambi interessati dai progetti geotermici che vogliono invadere la piana dell’Alfina, rappresenta simbolicamente un rifiuto netto da parte di un ecosistema che va tutelato e protetto.

Ribadiamo  quindi il nostro “NO” alle centrali geotermiche qui e altrove auspicando oltre a una corretta monitorizzazione dei fenomeni sismici nel territorio anche una presa di posizione netta da parte della cittadinanza e delle amministrazioni coerente con il principio di “precauzione”.

Da domani ci diranno che è tutto a posto e che è stato un caso.
Noi al contrario manteniamo l’attenzione molto alta e invitiamo tutti a farlo.

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GoNews.it del 31/5/16

Maremmanews del 31/5/16

UmbriaOn del 1/6/16

Il Cittadino online del 1/6/16

Contropiano.org del 1/6/16

OrvietoNews.it del 31/5/16

AmiataNews del 1/6/16

Il Tirreno del 2/6/16:

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Aggiornamento INGV del 31/5/16, ore 16

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Scansano. Parte la trivella e nasce il comitato

20160512_scansano pancole 2 divietoSalutiamo la nascita del comitato “Scansano SOS Geotermia” e riportiamo il primo comunicato.

 

 

 

 

Scansano, 19 maggio 2016

Si è costituito a Scansano, per iniziativa di un gruppo di cittadini di diversa estrazione ed appartenenza, il Comitato “Scansano SOS Geotermia”. L’iniziativa è nata dall’allarme suscitato dall’avvio a Pancole dei lavori per i sondaggi in vista della costruzione di una delle centrali geotermiche che dovrebbero invadere il nostro territorio.

La nostra è una realtà dalla spiccata vocazione agroalimentare – il Morellino prima di tutto, ma anche olio e prodotti caseari – conosciuta in tutto il mondo, tanto da attrarre un turismo nazionale ed internazionale particolarmente attento alla tutela dell’ecosistema e della salute. Nel totale disprezzo per le regole della democrazia e le opinioni espresse dai cittadini negli ultimi mesi con numerose iniziative, sono iniziate le trivellazioni. Tutto ciò a pochi giorni dalla visita della IV Commissione Ambiente della Regione Toscana ai siti del Progetto di centrale “Montenero” e dei Permessi di ricerca “Monte Labbro” e “Seggiano”, in cui i consiglieri regionali hanno espresso stupore per la progettazione di impianti in territori spiccatamente vocati per la loro bellezza e ricchezza naturalistica all’agroalimentare di qualità e al turismo.

Il pozzo di perforazione a Pancole è finalizzato all’impianto di una centrale geotermica a media entalpia della potenza di 5 MW, quindi di portata industriale, con un impatto ambientale e paesaggistico insostenibile e degradante per la salute e l’economia locale. Non è chiaro se sia stata compiuta la necessaria indagine preventiva per verificare il livello della falda acquifera e studi scientifici autorevoli hanno evidenziato come l’attività di tali impianti costituisca una seria minaccia per la salute e l’equilibrio ecosistemico. Nessuno è stato informato circa l’avvio del cantiere e delle trivellazioni, violando il principio costituzionale fondamentale della partecipazione democratica queste scelte.

In questo quadro molto allarmante nasce il Comitato Scansano SOS Geotermia, trasversale ed apartitico. Abbiamo in programma un’assemblea pubblica per informare la cittadinanza e la richiesta di incontri con i candidati delle diverse liste prima del voto per il rinnovo del 5 giugno. Conoscenza e partecipazione sono le condizioni per avviare dal basso un processo di scelte condivise, davvero utili al territorio e rispettose dell’ambiente.
Il Comitato ha indicato come proprio portavoce Matteo Ceriola.

Per info e contatti: scansano.sos.geotermia@gmail.com

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Leggilo su MaremmaNews del 19 maggio 2016

Sul Tirreno del 20 maggio 2016:
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Geotermia in Regione Toscana. Il caso Zita e la VIA Bagnore 4: anche noi pensiamo che solo la Magistratura possa chiarire le responsabilità

marras_si fa un bel rogoNon ci sembra decoroso cambiare l’oggetto del contendere, come hanno fatto ieri in Regione Toscana l’Ass.Bugli e il Capogruppo del PD Marras, in occasione delle interrogazioni presentate dai consiglieri di opposizione alla Giunta regionale sul contenuto delle denunce dell’ex Responsabile del Settore Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), arch. Zita.

L’oggetto delle dichiarazioni di Zita e delle interrogazioni era la valutazione degli aspetti sanitari, contenuti nello Studio di Impatto Ambientale presentato alla Regione Toscana dall’ENEL a sostegno della richiesta di autorizzazione per la costruzione di Bagnore 4. Non altro, come invece oggi si vorrebbe rappresentare.

Ciò che ha scritto l’Agenzia Regionale di Sanità in merito all’impatto sanitario presentato da ENEL è che: “L’intero paragrafo dedicato agli aspetti sanitari appare POCO ESPLICATIVO E NON ADEGUATO per descrivere lo stato di salute delle popolazioni potenzialmente interessate alla costruzione della nuova centrale”.

Seguono le motivazioni che, a parere dell’ARS, giustificano tale netto rigetto: l’Enel ha usato numeri assoluti su vasta scala, che non consentono confronti, e non i tassi standardizzati per comune; ha sbagliato a riportare gli stessi numeri dei decessi per le varie USL e l’ARS indica anche gli Studi dove erano presenti i dati aggiornati, standardizzati e riferiti ai singoli comuni geotermici, invitando l’Enel a riportarli, ma tra questi studi c’erano quelli che già allora indicavano un eccesso di mortalità del +13% in Amiata. Tant’è che l’ENEL si è guardata bene dal riportarli…

Tale Parere è stato riconfermato nella successiva nota. Non si poteva scrivere una frase più chiara e netta. E sfidiamo le persone oneste ad affermare che tale giudizio fosse positivo.

Il dott. Cipriani, a precisa domanda su questo tema, rispose in Conferenza pubblica a Santa Fiora il 17 giugno 2013 (conserviamo la registrazione) che il parere dell’ARS in sede di VIA alla Regione è stato decisamente negativo. Precisò: “una industria grande come Enel non può permettersi una sciattezza nella presentazione dei dati sanitari” definiti dal dott. Cipriani anche “superficiali” e “non accettabili.

Oggi il PD dice il contrario, cambiando l’oggetto del contendere. Ma Marras va oltre, chiedendo “provvedimenti concreti contro chi utilizza il proprio tempo libero per denunciare presunti illeciti dopo anni di distanza col solo risultato di destabilizzare una comunità”.
Quindi il PD invoca l’intervento della Magistratura.

Lo chiediamo anche noi a voce alta, poiché con chi cambia le carte in tavola non si può dialogare.

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In merito alla questione del trasferimento dell’arch.Zita e della revoca delle deleghe all’allora assessora Bramerini, ricordiamo come su tale vicenda già era noto il collegamento con la VIA per la centrale di Bagnore 4; proprio la Bramerini lo confessò ai pm ai tempi dello scandalo della TAV toscana.
NOI LO DENUNCIAMMO SUBITO. (clicca e leggi)

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Leggila sui media:

Il Cittadino online del 12 maggio 2016

MaremmaNews del 12 maggio 2016

Aletheia online del 12 maggio 2016

Corriere di Siena del 13 maggio 2016

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Il Tirreno del 13 maggio 2016

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E’ tornata primavera, 100 fiori contro la geotermia!

manifesto 100 fiori_00 cropCon l’iniziativa “100 fiori contro la geotermia” indetta nell’assemblea di Sorano il 21 febbraio scorso, dopo il convegno “Geotermia: Focus Toscana” del 9 aprile scorso a Firenze, i comitati rilanciano la battaglia contro la geotermia speculativa e inquinante e la difesa dei territori, del paesaggio, dell’ambiente  naturale, dell’economia locale e del patrimonio storico e culturale, che sono il vero tesoro dell’Italia.
Segue il comunicato.

100 fiori contro la geotermia

Il 24 aprile i comitati contro la geotermia elettrica, speculativa e inquinante di diverse regioni (Umbria, Lazio e Toscana) hanno svolto una mobilitazione congiunta nei rispettivi territori.
Una giornata importante, la prima di altre che verranno, che ha dimostrato l’importanza di unificare le vertenze nei confronti dei progetti di speculazione geotermica che minacciano di invadere queste splendide zone o che purtroppo già da anni come nel caso del Monte Amiata provocano danni alla salute delle persone e all’ambiente.
Una giornata riuscita che ha puntato, attraverso linguaggi differenti, non solo a denunciare i pericoli delle centrali geotermiche ad alta e media entalpia ma anche a proporre e praticare modelli e prospettive differenti per i territori in questione.
Molto partecipati gli eventi sul monte Amiata dall’assemblea in comune a Castel del Piano, alla giornata popolare di Monticello Amiata, alle iniziative comunicative di Arcidosso, Santa Fiora e Abbadia San Salvatore ( che si è svolta il 22 durante la giornata mondiale della terra).
A Pitigliano si è svolto un evento musicale e culturale che ha coinvolto cittadini di ogni età mentre a Castel Giorgio in Umbria è stato allestito un banchetto informativo in attesa di un’altra grande giornata popolare organizzata dai comitati umbri e laziali della zona dell’Alfina.
E’ l’inizio di un percorso comune di contestazione delle politiche di totale sottomissione alle lobby geotermiche che terminato il monopolio di Enel vede oramai in competizione una vasta gamma di imprese che concorrono a partecipare al banchetto degli incentivi statali.
E’ una giornata che reclama diritti e dignità per le comunità locali che vogliono tornare protagoniste delle scelte che riguardano i territori che abitano.
E’ un monito per le amministrazioni regionali a non sostenere la devastazione delle nostre terre in nome del profitto nonchè per il governo Renzi follemente convinto della necessità del raddoppio della produzione geotermica toscana.
E’ solo una giornata di lotta ma lavoreremo perché si moltiplichi e raggiunga sempre più persone, paesi e comunità.

Assemblea dei comitati contro la Geotermia
Rete NoGesi – No Geotermia Speculativa e Inquinante

Alcune locandine e immagini, recuperate in rete, su alcune delle iniziative del 24 aprile:

Nell’iniziativa promossa ad Abbadia San Salvatore è stato presentato:

IL MANIFESTO DELL’AMIATA
PER COSTRUIRE INSIEME IL FUTURO E UNA ECONOMIA DUREVOLE DEL TERRITORIO

L’Amiata è da sempre considerata una delle zone più ricche di biodiversità della Toscana e non solo: accoglie numerose specie botaniche da proteggere e da conservare. Possiede uno dei bacini idrici più importanti del centro Italia che rifornisce circa 700.000 persone tra le province di Siena, Grosseto, Viterbo; è ricca di acque calde e centri termali conosciuti e apprezzati in tutta Europa.
Ha cinque riserve naturali, siti di interesse regionale e comunitario nelle varie zone a tutela di aree di pregio naturalistico-ambientale; è ricoperta fino alla parte alta del cono vulcanico da una faggeta naturale tra le più significative d’Europa. Ha sviluppato una economia legata al turismo, all’artigianato, ai prodotti locali, agroalimentari, castagne, funghi, olio. Ha costruito percorsi naturalistici collegati anche con la Val d’Orcia e la Maremma.
Ha attratto e continua ad attrarre visitatori e turisti non solo per le sue bellezze naturali, ma anche per la sua arte, storia, cultura, borghi medievali, rocche, castelli. E’ una terra di grande spiritualità, monasteri, chiese, abbazie, eremi; meta di pellegrinaggio (la via Francigena); possiede rilevanti siti archeologici dal paleolitico agli etruschi; siti di epoca romana. L’Amiata è definita fin dall’antichità la Montagna Madre per la ricchezza delle sue risorse, la montagna che nutre, accoglie, ristora; apprezzata da Papi, Re, Imperatori.
Era candidata in passato dalla Regione Toscana a diventare un Parco Nazionale o Regionale a tutela e valorizzazione delle enormi risorse ambientali, storiche e culturali. È una terra di cui ci siamo sentiti sempre orgogliosi ed ha forgiato la nostra identità e il senso di appartenenza.
È sottoposta a forti vincoli idrogeologici a tutela delle falde acquifere, vincoli paesaggistici a difesa delle bellezze naturali.
Eppure l’Amiata è uno dei territori toscani che sta subendo pesanti aggressioni; risorse di primaria importanza acqua, aria, boschi, beni comuni che dovrebbero essere protetti dalla pubblica amministrazione e dalla stessa Regione Toscana sono sottoposti ad un continuo ed intensivo sfruttamento che mettono a rischio interi equilibri ed economie legate a queste risorse.
Tra le cause principali di tale degrado ambientale, paesaggistico e culturale vi è lo sfruttamento del vapore per la produzione di energia da fonte geotermica. Sono cinque le centrali Enel, realizzate con tecnologie flash, tra le più inquinanti, per un totale di 120MW. Già accertati i danni all’acquifero, alla qualità dell’aria, alla salute; rilevante il fenomeno della subsidenza, del dissesto idrogeologico e della sismicità indotta. A questo la Regione Toscana intende aggiungere nuove centrali a media entalpia per un totale di 150 MW.
Noi cittadini, abitanti dell’Amiata, riteniamo tali progetti inaccettabili, poiché incidono pesantemente sugli equilibri già precari del territorio, senza oltretutto apportare vantaggi economici. Le zone geotermiche, infatti, sono le più povere e sottosviluppate della Toscana.
Riteniamo che l’Amiata, che ha forgiato la nostra identità e il senso di appartenenza, esiga il rispetto e l’attenzione che le politiche locali e regionali continuano a negarle, utilizzandola come merce di scambio e vendendola agli acquirenti di turno.
SULLA BASE DI QUESTO MANIFESTO AFFERMIAMO L’URGENZA E LA NECESSITÀ DI RIPORTARE L’AMIATA AL CENTRO DI INIZIATIVE DI DIFESA AMBIENTALE E ALLA ELABORAZIONE DI PROPOSTE E DI PROGETTI LOCALI TESI ALLA VALORIZZAZIONE DELL’INTERO TERRITORIO PER UN FUTURO E UN MODELLO ECONOMICO DUREVOLE E PARTECIPATO.

MOVIMENTO DI CITTADINANZA e COMITATO AMBIENTE AMIATA (aderente a SOS Geotermia)

Arcidosso. I cittadini chiedono un confronto e il sindaco “svicola”

svicolone bagnoreMolti ricordano senz’altro il simpatico personaggio dei cartoni animati di Hanna e Barbera di nome Svicolone, famoso perchè quando si trovava in situazioni imbarazzanti “svicolava tutto a mancina”.
Il sindaco Marini di Arcidosso, invitato dai cittadini a confrontarsi e dare risposte, come responsabile della salute pubblica, dopo le clamorose rivelazioni dell’arch.Zita, ex responsabile delle procedure VIA in Regione, preferisce evitare confronti pubblici e risponde solo con una missiva (che riportiamo sotto).
Barocci, del Forum Ambientalista e di Sos Geotermia, invia al primo cittadino la risposta che segue:

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clicca per ingrandire

Possibile che nei comuni geotermici dell’Amiata sia documentata da cinque anni una decimazione degli uomini e questo fatto certo non trovi una seria risposta da parte dei responsabili della salute pubblica?

Nello scontro tra l’arch.Zita, ex responsabile della procedura di VIA, che ha accusato il Presidente della Regione Toscana e il Direttore dell’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) di aver manipolato nel 2012 i pareri formulati sugli aspetti sanitari dello Studio di Impatto Ambientale presentato da Enel, il sindaco di Arcidosso Marini ha reso alla stampa la sua verità. Ma Marini sembra dimenticare che l’oggetto della valutazione, sia del primo che del secondo parere dell’ARS, era lo Studio di Impatto Ambientale, presentato da ENEL, da approvare in sede di rilascio della VIA per Bagnore 4.
Il Sindaco è il massimo responsabile locale della salute e gli studi ufficiali sullo stato di salute degli uomini nei comuni geotermici in Amiata hanno documentato nel 2010 sia l’esistenza di una decimazione in atto (+ 13% di mortalità rispetto ai dati attesi), sia la relazione statisticamente certa tra un incremento di mortalità e la concentrazione crescente di inquinanti emessi anche dalle centrali Geotermiche per ben 54 patologie (Allegato 6 allo studio CNR). Davanti ad un quadro sanitario già preoccupante, davanti alla costruzione di una nuova centrale che ha triplicato la potenza installata e, oggi, davanti ad accuse gravi sulla incoerenza dei pareri sanitari dell’ARS, sembrerebbe ovvio che un sindaco, che afferma di operare con “con grande lucidità ed equilibrio”, si affidi a soggetti terzi, competenti ed estranei alla polemica in atto. Invece Il sindaco Marini ripete sia la difesa del Direttore dell’ARS che quella del Presidente Rossi, motivando che non capisce cosa potrebbe “aggiungere di più rispetto a quello che hanno già chiarito gli organi della regione e in particolare quelli di ARS”. Un modo poco lucido ed equilibrato!
Ma il sindaco Marini va oltre: non riporta il primo parere dell’ARS, senza dubbio negativo dello Studio di Impatto Ambientale presentato da ENEL, oggetto prioritario della valutazione in capo all’Ufficio dell’arch.Zita. Marini riporta una frase del secondo parere esclusivamente riferita ad un particolare marginale (l’areale di ricaduta dell’Acido Solfidrico), dimenticando di riportare la frase in cui nel primo parere si afferma che lo studio dell’Enel era inaccettabile.
Venerdì prossimo distribuiremo ad Arcidosso tutti i documenti, in modo da informare correttamente la cittadinanza.

Roberto Barocci,
Forum Ambientalista di Grosseto, aderente a SOS Geotermia

clicca per ingrandire la lettera del sindaco Marini

Centrale geotermica di Bagnore 4, dopo le “rivelazioni” dell’arch.Zita: DA 4 ANNI NOI LO SAPEVAMO E LO DENUNCIAVAMO!

20150615_bagnore 3 e 4Le dichiarazioni dell’arch. Fabio Zita durante la giornata di mobilitazione “Geotermia: Focus Toscana” indetta dalla rete NoGesi a Firenze hanno senza dubbio del clamoroso, perché aggiungono particolari, che, se confermati, coinvolgono la Giunta Regionale.
Di certo non colgono di sorpresa Sos Geotermia, che segue da anni la vicenda, e che a suo tempo aveva già denunciato pubblicamente le procedure omissive seguite nell’esame della VIA sulla megacentrale di Bagnore 4 che, affiancandosi all’esistente Bagnore 3, ne triplicava la potenza, da 20 a 60 MW, e –di conseguenza- le emissioni (leggi QUI e QUI).

Ma le nostre denunce, come sempre, sono nei palazzi oggetto di censure, scarsa considerazione, quando non proprio di attacchi denigratori e accuse di “allarmismo” e “terrorismo”. C’è da puntualizzare che nessuno dei soggetti da noi indicati ha mai pensato di portare dinanzi alla Magistratura le questioni da noi sollevate… A questo abbiamo però rimediato noi: infatti a gennaio del 2015, il Forum Ambientalista di Grosseto, ha presentato un dettagliato esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Grosseto nel quale, tra le altre cose, c’è il preciso svolgimento di quanto avvenuto nel 2012 nell’ambito della VIA su Bagnore 4 (che riportiamo di seguito).

Ci auguriamo e siamo fiduciosi che, anche a seguito dello “scandalo” sollevato delle dichiarazioni dell’arch.Zita, finalmente ci sia un deciso intervento della Magistratura, fermo restando che ormai i responsabili della vicenda, dai tecnici ai vertici politici fino al governatore Rossi, da noi ripetutamente avvisati del contenuto dello Studio CNR/ARS del 2010, Allegato 6, non sono più legittimati nei loro ruoli, per aver dimostrato di non rispettare l’art.3 della Costituzione Repubblicana, e dovrebbero dimettersi. Altrettanto ci aspettiamo dai Sindaci delle aree interessate che, anch’essi da noi informati perché responsabili della salute pubblica, fino a ieri (stra)parlavano di sole emissioni di “vapor d’acqua”, nulla hanno mai fatto in questi anni ed oggi le popolazioni residenti in quei comuni iniziano a protestare per le continue emissioni che rendono l’aria irrespirabile.

Penose sono infine le argomentazioni usate dal Direttore dell’ARS, che, mentre smentisce se stesso e il contenuto del suo primo parere, si limita ancora oggi a disquisire sull’areale di ricaduta dell’idrogeno solforato, quando nulla ha detto e dice sulle emissioni cancerogene in Amiata di Mercurio e Arsenico o dell’Ammoniaca, precursori delle Pm 2,5, che vengono trasportate a decine di Km di distanza e producono annualmente danni sanitari valutati in ambito comunitario in centinaia di milioni di euro.

Forum Ambientalista – Sos Geotermia

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In merito alla questione del trasferimento dell’arch.Zita e della revoca delle deleghe all’allora assessora Bramerini, ricordiamo come su tale vicenda già era noto il collegamento con la VIA per la centrale di Bagnore 4; proprio la Bramerini lo confessò ai pm ai tempi dello scandalo della TAV toscana.
NOI LO DENUNCIAMMO SUBITO. (clicca e leggi)

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Segue lo Stralcio dell’esposto presentato alla Procura della Repubblica e scaricabile qui:

Le omissioni sulle mancate valutazioni dello stato di salute delle popolazioni in Amiata, in sede di Valutazione di Impatto Ambientale della nuova centrale Bagnore 4 e la manipolazione dei relativi pareri istruttori in merito allo stato sanitario.

Nonostante i dati allarmanti registrati nei paesi sedi di impianti geotermici dell’Amiata, dati noti alla Giunta regionale, pur nelle diverse quantificazioni assolute, a seconda dell’estensione territoriale di riferimento, è stata autorizzata nel 2012, come già ripetuto, la costruzione di una nuova centrale, di nome Bagnore 4 a Santa Fiora, da 40 MegaWatt, doppia di quella già installata a Bagnore 3.
La procedura autorizzatoria per Bagnore 4, per le caratteristiche pericolose dell’impianto proposto da Enel, ha richiesto la Valutazione di Impatto Ambientale (di seguito VIA), assegnata dalle norme alla Regione Toscana. In tale procedura è stata realizzata sia una omissione molto evidente delle norme nazionali e regionali, sia una vera alterazione dei pareri espressi.
In premessa è necessario ricordare che l’oggetto della Valutazione di Impatto Ambientale non è mai un impianto a sé stante, ma l’ambiente, che deve sostenere il nuovo impianto. Cioè, con la procedura di VIA si deve verificare, in un dato territorio, la capacità dell’ambiente e della popolazione di sostenere le ulteriori emissioni, previste con l’avvio di un nuovo impianto pericoloso. In Amiata, stante i dati sanitari accertati, c’è stata, come dimostreremo di seguito, una violazione delle norme, autorizzando ulteriori immissioni nell’ambiente degli stessi inquinanti accertati come responsabili degli eccessi di mortalità.
Le norme, sia nella legislazione nazionale che nella Legge Regionale di riferimento per il caso in esame, la L.R. 79/98, essendo la procedura iniziata nel 2005, prevedono che la VIA debba avere la salute umana tra gli obiettivi di salvaguardia e di tutela e che lo Studio di impatto Ambientale (di seguito SIA), presentato dal proponente l’impianto, debba valutare lo stato sanitario della popolazione coinvolta, prima che il nuovo impianto entri in funzione e quello conseguente alle nuove emissioni prodotte dal nuovo impianto da autorizzare. Tale contenuto ovviamente è stato confermato nella successiva legislazione regionale del 2010, oggi vigente per le procedure autorizzative, avviate dopo tale data.
Ricordiamo che, coerentemente al suddetto obiettivo, nell’allegato C della legge regionale, che disciplina il contenuto del SIA, viene fatto esplicito e dettagliato riferimento agli aspetti sanitari di impatto sulla popolazione. Nelle Norme Tecniche di attuazione della L.R. 79/98, delegate dalla stessa legge alla Giunta Regionale, vengono dettagliate in maniera puntuale i contenuti della valutazione sulla salute dei residenti. L’articolo 22 della L.R. 79/98 (Disposizioni attuative delle procedure), punto 1. cita: “La Giunta regionale approva, con apposita deliberazione, le”linee/guida” e le specifiche norme tecniche di attuazione delle disposizioni di cui al presente titolo, con particolare riguardo: a) ai criteri ed ai metodi per l’effettuazione delle procedure disciplinate dall’art. 11 e seguenti”. La conseguente Delibera di Giunta regionale n° 1069 del 20.09.1999 ha approvato e pubblicato il testo delle “Norme tecniche di attuazione” sulla VIA, pubblicate nel sito Ufficiale della regione Toscana. Tali Norme sono anche oggi visibili sul sito Ufficiale della Regione, nella pagina dedicata alle procedure di VIA, sotto la voce “Norme tecniche (1999)”….
Tutto quanto sopra, previsto e riportato dalle norme sull’analisi preliminare dello stato di salute della popolazione nel cui territorio deve essere realizzato un nuovo impianto da sottoporre a VIA, è assente sia nello Studio di Impatto Ambientale che nelle integrazioni presentate successivamente da Enel e, ciò nonostante, la Regione Toscana ha espresso parere favorevole alla realizzazione del nuovo impianto non richiedendo all’Enel di sanare la lacuna.
L’assenza di tale valutazione sulla salute della popolazione era nota alla Regione Toscana. Infatti anche nel corso del Contraddittorio in sede di VIA, effettuato il 18 luglio 2012 tra Enel, Regione Toscana ed i cittadini, che avevano presentato Osservazioni alla procedura di VIA, l’ ENEL ha sostenuto che non c’era la necessità di compiere valutazioni sanitarie. Nel Verbale di tale Contraddittorio (1) alla domanda n°5 del gruppo consiliare “Prospettiva comune “ di Piancastagnaio, che chiedeva al rappresentante di ENEL il motivo per cui nello SIA non c’è una valutazione sanitaria, il rappresentante di ENEL risponde: “L’assenza dello Studio di Impatto Sanitario nella documentazione presentata è legata al fatto che il procedimento di VIA è stato avviato ai sensi della L.R.79/98”:…
Come abbiamo visto sopra, la L.R. 79/98 richiede una valutazione sanitaria puntuale , ma la Regione Toscana, pur informata dalle Osservazioni dei cittadini, non ha rilevato e segnalato al proponente tale carenza, mentre la stessa Regione avrebbe dovuto dare una risposta nel merito, positiva o negativa, a tutte le Osservazioni presentate. Adempimento che non c’è stato. Sia l’Enel che la Regione Toscana invece non rispondono alla Osservazione della mancata valutazione dello stato sanitario della popolazione e neppure alle domande successive, in particolare alla n° 8, che, in riferimento ai contenuti dell’Allegato 6 allo studio ARS-CNR, poneva una Osservazione oggettivamente inquietante: “Essendo riconosciuta nei comuni geotermici come vera la relazione tra l’aumento notevole di mortalità in funzione di concentrazioni crescenti di arsenico, mercurio, acido solfidrico ecc.; essendo ritenuta ancora come vera l’esistenza di emissioni significative di arsenico, mercurio, acido solfidrico ecc. dalle centrali geotermiche dell’Amiata, il Proponente non ritenga vera anche la seguente conclusione: che l’incremento delle malattie e mortalità sull’Amiata sia dovuto anche alle emissioni delle centrali geotermiche?”.
Ma nel procedimento autorizzatorio non si è trattato solamente di aver compiuto consapevoli omissioni su una parte centrale della VIA.
Infatti, in sede di procedimento istruttorio per la VIA, anche l’ARS ha rilasciato, in due momenti, il suo parere alla struttura tecnica della Regione Toscana che ha istruito la pratica e formulato il suo parere alla Giunta Regionale per la definizione della VIA. Nel primo parere ARS del 31 maggio 2012 (2) a pagina 3 si legge, a proposito dello SIA dell’Enel: “Ma, aldilà di tali errori oggettivi, l’intero paragrafo dedicato agli aspetti sanitari appare poco esplicativo e non adeguato per descrivere lo stato di salute delle popolazioni potenzialmente interessate alla costruzione della nuova centrale”. Nel secondo parere del 18 giugno 2012 (3) a conclusione di pagina 5, si legge che “L’ARS conferma tutte le affermazioni e conclusioni della prima nota…”. Questa valutazione è stata ribadita anche in occasione del confronto di cui al punto 2 sopra. Infatti il dott. Cipriani rispose a precisa domanda (tempo della suddetta registrazione: 1h 57′ 50”) che il parere dell’ARS in sede di VIA alla Regione è stato decisamente negativo: “una industria grande come Enel non può permettersi una sciattezza nella presentazione dei dati sanitari” definiti dal dott. Cipriani anche “superficiali” e “non accettabili”.
Anche il parere conclusivo rilasciato il 4.1.2012 in sede di VIA alla Regione Toscana dalla AUSL 9 di Grosseto dal dott. Boncompagni (4) riaffermava che: “Visti i nostri precedenti contributi istruttori:…si ritiene che integrazioni prodotte non affrontino adeguatamente quanto evidenziato nei contributi istruttori sopra citati per quanto attiene ai punti di nostra stretta competenza ed inerenti agli aspetti igienico sanitari concernenti atmosfera e suolo, rumore, campi elettromagnetici e viabilità. In particolare si esprimono le seguenti Osservazioni:
Atmosfera e suolo: a nostro parere occorre valutare l’impatto nel tempo degli inquinanti, derivante dal fall out delle emissioni che determinano l’accumulo progressivo al suolo delle diverse specie chimiche nel corso degli anni, conseguenti alle emissioni in atmosfera dell’impianto. E’ quindi necessario valutare le ipotesi di scenario ambientale al momento della dismissione dell’impianto (tenendo conto della vita presumibile per la centrale in questione) calcolando la concentrazione dei principali inquinanti nel suolo…Inoltre si ribadisce la necessità di valutare l’impatto cumulativo dei singoli elementi chimici tossici, in quanto ancorché presenti in concentrazione singola nei limiti della norma, potrebbero rappresentare un rischio sanitario non trascurabile se considerati in termini di carico complessivo.”
Di quest’ultima necessità, prevista dalla legislazione (L.R. 79/98) e segnalata anche dalla AUSL , oltre che nelle Osservazioni dei cittadini, non c’è traccia nella documentazione presentata dal proponente Enel. Il dott. Cipriani, direttore dell’ARS, in occasione del confronto realizzato a Santa Fiora il 17 giugno del 2013, quindi dopo che era stata conclusa la VIA (come vedremo nel settembre 2012), ha confermato, come riferito al punto 2 sopra, che: “sulla valutazione cumulativa ci stiamo lavorando solo ora”.
Quindi la Regione Toscana era consapevole che la parte fondamentale e centrale dello Studio di impatto Ambientale, quello sulla salute della popolazione, era “poco esplicativo e non adeguato”, secondo i pareri di competenza dell’ARS e AUSL. La Regione Toscana era anche consapevole che lo Studio dell’ARS-CNR ha sicuramente messo in evidenza una situazione ambientale ad alto rischio sanitario in Amiata, anche se, come scrive la stessa ARS nel suo parere in sede di VIA (2) a pagina 6 :”la ricerca di ARS- CNR non può essere considerata una valutazione di impatto sanitario che presuppone l’utilizzo di metodi di analisi diversi ed adeguati allo scopo”. Infatti, tale Studio non ha potuto dimostrare con certezza che la provenienza degli inquinanti responsabili delle patologie già accertate sia quella delle centrali già esistenti, avendo utilizzato i dati sanitari aggregati dell’intero territorio comunale e non in funzione della distanza crescente dagli impianti geotermici dei residenti colpiti dalle gravi patologie.
Quindi, nonostante il quadro istruttorio che ha evidenziato una carenza fondamentale di analisi sanitarie sulla popolazione, analisi ritenute non“adeguate” ed “esplicative”; nonostante lo studio ARS-CNR che, se non segnala la stretta relazione tra eccessi di mortalità e geotermia, tuttavia segnala senza ombra di dubbio un inquinamento ambientale già grave in Amiata, da cui deriva alla popolazione un rischio molto elevato per la presenza di inquinanti quali mercurio, arsenico, acido solfidrico ecc. (vedi Allegato 6 allo studio CNR-ARS scaricabile qui), prodotti anche dalle centrali geotermiche, è stata autorizzata la realizzazione di un impianto che incrementa l’emissione degli stessi inquinanti.
Il dott. Cipriani sapeva benissimo, come ha affermato in occasione dell’incontro rammentato al punto 2 sopra, che allo stato attuale mancano quelle verifiche scientifiche che possano escludere la geotermia dalle concause dell’eccesso di malattie registrate in Amiata. Infatti, a precisa domanda, se poteva escludere le attuali emissioni geotermiche dalle cause dell’eccesso di mortalità, ha risposto: “Non lo possiamo escludere in senso eziologico” e alla domanda, se conosceva quali fossero le cause dello stesso eccesso, ha risposto ”non lo sappiamo”. Pertanto, per il ruolo che l’ARS ricopre, nei suddetti pareri espressi alla Regione, oltre al giudizio chiaramente negativo sulle analisi sanitarie eseguite dal proponente l’impianto, si sarebbe dovuto sottolineare e dare il quadro dello stato sanitario della popolazione amiatina preesistente al nuovo impianto, così come è emerso dallo studio ARS-CNR. Invece, come abbiamo visto, il direttore Cipriani ha dato in altra sede (nelle Conferenze Stampa ai Sindaci, come detto sopra) una valutazione “rassicurante” dello stato sanitario emerso dallo Studio epidemiologico, favorendo oggettivamente, come di seguito dimostreremo, la manipolazione della valutazione sull’impatto sanitario, avvenuta in sede di Conferenza dei Servizi decisoria sulla VIA. Infatti a Verbale della Conferenza dei Servizi sulla VIA di Bagnore 4 del 4 settembre 2012, decisiva per la valutazione definitiva che esprimerà la Giunta Regionale a distanza di pochi giorni, non si riporta il parere comunque negativo dato da ARS e AUSL sulle analisi sanitarie presentate da ENEL, ma a pagina 5, penultimo capoverso (7), nell’unico riferimento del suddetto Verbale all’impatto sanitario, si riportano frasi marginali, dal contenuto molto discutibile, dalle quali si evince che l’ARS avrebbe escluso impatti sanitari, il che, come visto sopra, non corrisponde al vero.
Quindi tale Verbale altera oggettivamente la valutazione sull’impatto sanitario prodotta in sede di VIA dall’ARS e dall’AUSL e inoltre non riporta il fatto che il proponente ENEL abbia ritenuto che una valutazione sanitaria non fosse prevista dalle norme. Tutto ciò è aggravato dal fatto che tale Verbale, mentre da una parte non riporta i suddetti pareri conclusivi dell’ARS e dell’AUSL, chiaramente negativi, sulla validità degli studi compiuti di carattere sanitario dall’Enel e sulla parzialità dello studio ARS-CNR, dall’altra, per escludere impatti sanitari significativi, si riportano valutazioni fatte da Enel e riportate da ARS circa le “ricadute su aree quasi disabitate” degli inquinanti, areale disconosciuto da Arpat…. Ricapitolando sulla procedura di VIA per Bagnore 4:
1. non risulta vero che non esiste una regolamentazione dei contenuti della valutazione sanitaria, ritenuti necessari dalla L.R. 79/98, nello SIA;
2. risulta che non è stato prodotto nel SIA e nelle successive integrazioni ENEL in sede di VIA un’analisi “accettabile” dell’impatto sulla salute della popolazione soggetta alle emissioni;
3. mancano, come è chiaramente dettato dalle Norme Tecniche della L.R. 79/98 , ogni riferimento all’integrazione tra i vari fattori inquinanti e la descrizione dei probabili effetti rilevanti sulla salute dovuti all’azione cumulativa dei vari fattori inquinanti, già registrati sul territorio e quelli che si avranno con l’esercizio del nuovo impianto;
4. non è stato segnalato dall’ARS in sede istruttoria alla Regione Toscana lo stato di grave situazione sanitaria esistente in Amiata, comunque emerso dallo studio epidemiologico del 2010, che pur non avendo previsto verifiche per poter accertare le correlazioni tra emissioni geotermiche e la distanza dagli impianti dei residenti colpiti da malattie, ha comunque evidenziato una correlazione certa tra incrementi notevoli di rischio di mortalità e inquinanti emessi anche dalle centrali geotermiche, dando invece, contemporaneamente e in altra sede, parere di una situazione sanitaria “rassicurante” in Amiata;
5. A Verbale della Conferenza dei Servizi decisoria sulla VIA di Bagnore 4 sul tema dell’impatto sanitario viene riportato un parere opposto a quello espresso in sede istruttoria dall’ARS e AUSL.
A conclusione di ciò la popolazione in Amiata sarà chiamata a sopportare altre emissioni di inquinanti, già segnalati, in particolare nell’Allegato 6 allo studio CNR-ARS, come responsabili dei gravi rischi sanitari registrati.

Note:

(1) – Verbale del Contraddittorio del 18 luglio 2012 del Settore VIA della Regione Toscana – Direzione Generale della Presidenza, a firma del presidente Paolo Baldi. Quesiti e risposte al rappresentante del gruppo consiliare “Prospettiva comune “ del Comune di Piancastagnaio;
(2) – ARS Toscana, Contributo di ARS – “Osservatorio di Epidemiologia al procedimento di VIA…Bagnore 4”, prot. n°1141 del 31.05.2012 a firma del dott. F. Cipriani;
(3) – ARS Toscana, “Nota integrativa al Contributo di ARS del 31.05.2012 per la VIA …Bagnore 4”, prot. n°1265/SC del 18.6.2012 a firma del dott. F.Cipriani;
(4) -Azienda USL 9, “Procedimento di VIA…Bagnore 4….Richiesta di contributo istruttorio su documentazione integrativa volontaria…” prot. n° 19 del 04.01.2012 a firma del dott. G. Boncompagni e ing. G.Savelli;
(5) -.Regione Toscana, Direzione Generale della Presidenza, Settore VIA, Conferenza dei Servizi del 4 settembre 2012, “Procedimento di VIA…Bagnore4…”, presieduta dalla dott.ssa Paola Garvin;