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15 aprile 2018, passeggiata sull’Alfina contro la geotermia, le biomasse, le colture intensive

Passeggiando Conoscendo Ammirando Valorizzando

Una passeggiata organizzata dal Comitato Tutti in massa contro la biomassa di Castel Giorgio per il giorno 15 aprile 2018, domenica mattina, su una parte del meraviglioso territorio dell’Alfina.

La passeggiata è andata molto bene. Partenza dal Municipio di Castel Giorgio e via via le persone si sono accodate.
Tutti al grido “No alla Geotermia Speculativa ed Inquinante, No alle biomasse, No alle colture intensive”.
La popolazione di Castel Giorgio e dei paesi vicini si sta sempre più sensibilizzando sui valori del territorio su cui vive.
No deturpare ma solo valorizzare.
Buona partecipazione, soprattutto da parte di giovani genitori che vogliono lasciare ai propri figli un luogo migliore, più sano e sicuro.
Pur essendo grigio e promettente acqua, il cielo così dipinto ha accompagnato e seguito dall’alto il gruppo, ma alla fine lo ha graziato per tutto il percorso.
Luoghi affascinanti ed unici dell’Alfina si sono raggiunti: la cascata del fosso di Romealla
con i suoi colori, i profumi, i suoni. Un luogo definito da meditazione.
L’acqua che deve essere preservata. L’acqua che dei nostri luoghi è la vita.

Un picnic al prato, tutti insieme uniti. E dopo pranzo è uscito anche un timido sole.
Nella stessa giornata è avvenuto il lancio della Campagna “Alfina la mia Terra”
con le magliette ed il logo.

COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI ORVIETANO, TUSCIA E LAGO DI BOLSENA
Aderente alla Rete nazionale NoGESI


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Maremmanews.it

A UN ANNO DAL TERREMOTO ANCORA IN SOSPESO LA MINACCIA DELLA GEOTERMIA

Viva Preoccupazione a Castel Giorgio

 

 

Comunicato stampa del COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI ORVIETANO, TUSCIA E LAGO DI BOLSENA aderente alla Rete NoGESI (29/5)

Il terremoto del 30 Maggio dello scorso anno ha lasciato tracce a Castel Giorgio e Torre Alfina. Oltre agli immobili seriamente lesionati e a settimane passate a dormire fuori, anche una grande e diffusa paura, accompagnata da seri problemi psicologici per mesi, ancora fino ad oggi. Le scene del grande terremoto di agosto, ottobre e gennaio tra Umbria, Marche e Lazio, hanno poi ancora di più accresciuto nella gente i timori connessi alla nota delicatezza sismica dei nostri territori.
Ma le paure per il futuro sono seriamente aggravate dalla minaccia rappresentata dall’ impianto geotermico. Il terremoto di Castel Giorgio, di magnitudo 4,1, ebbe l’epicentro proprio all’interno dell’area di previsto sfruttamento da parte di una centrale geotermica fortemente invisa alla popolazione.
E’ noto che una centrale geotermica con la tecnologia proposta provoca sempre sismicità, ed a questo punto – dopo il terremoto di un anno fa – era evidente che avrebbe provocato terremoti là dove l’area era già fortemente sismica di suo, mettendo tutta la popolazione di fronte a rischi inaccettabili.
Tutti pensavano giustamente che le indecisioni della politica in relazione alla concessione o meno delle autorizzazioni all’impianto sarebbero state a quel punto rapidamente risolte con un sonoro “no”. Facendo gli interessi di cittadini non solo consapevolmente contrari, con il sostegno di autorevoli scienziati, ma ora anche spaventati da un evento sismico rilevante.
Invece tutto si è addormentato nel sonno soporifero della politica umbra. La Presidente della Regione Marini non ha mosso paglia… Tutto è rimasto bloccato, nonostante i pronunciamenti sostanzialmente contrari della Commissione Ambiente presieduta dal Consigliere Brega. Mentre non sta affatto ferma la società che propone l’impianto, che sta cercando ogni mezzo – compresa la via giudiziaria – per riuscire comunque a fare un impianto che le porterà moltissimi soldi di incentivi governativi. E questo nell’assoluto disinteresse per le vive e fondate preoccupazioni delle popolazioni.
Non vogliamo credere che lo stesso disinteresse per la popolazione motivi anche l’inattività della Giunta Marini, o che questa sia dovuto anche ad una eccessiva vicinanza agli interessi della ditta proponente. Ma allora non capiamo perché la Giunta non si decide a fare gli interessi della popolazione, sostanziati anche da numerose relazioni di eminenti scienziati che confermano la pericolosità dell’impianto. E non dica subito un sonoro NO all’intesa per l’autorizzazione finale al progetto. Spera che qualche tribunale la tolga dall’imbarazzo decidendo contro i legittimi interessi dei suoi cittadini?
Cittadini peraltro non soli in questa battaglia, visto che le popolazioni e i sindaci di ben 25 comuni dell’area e lo stesso Consiglio Regionale a maggioranza si sono detti contrari all’impianto e seriamente preoccupati.
Il rischio è che questa indecisione della Giunta Regionale favorisca la realizzazione dell’impianto, contro gli interessi e la volontà della popolazione. A quel punto la gente saprà a chi attribuirne la responsabilità. Ma non cesseremo di sperare in un improvviso sussulto etico.


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7 maggio 2017 – Prima Camminata per scoprire ed ammirare le bellezze dell’Altopiano dell’Alfina

Domenica 7 maggio 2017-Prima Camminata per scoprire ed ammirare le bellezze dell’Altopiano dell’Alfina

Passeggiando, Conoscendo, Ammirando, Valorizzando: una passeggiata su una parte del meraviglioso territorio dell’Alfina.
Sì, perché proprio di un meraviglioso ed unico altopiano stiamo trattando
Un’area ricca di Natura, Cultura, Storia, alla scoperta delle bellezze panoramiche presenti su un’area che vogliamo mantenere preservata
Un’area accarezzata dall’aria buona, respirabile e piacevolmente rinfrescante durante le calde estati
Un’area ricca di acqua che rifornisce un ampio bacino di utenti
Una prima camminata per ribadire, da parte delle popolazioni locali e di chi, provenendo da fuori ed ammirando questi luoghi unici, il NO alle speculazioni su un territorio ancora incontaminato.
NO geotermia NO Biomasse NO Colture intensive ed inquinanti
Un’area ricca di prodotti gastronomici, unici e di elevato sapore
Un’area che richiama turismo di qualità, di cultura, di relax
Una terra dalla calda ed accogliente ospitalità
Questo territorio richiede solo di essere valorizzato.

L’incontro dei partecipanti avverrà alle ore 9,00 presso la pineta di Castel Giorgio che si trova sulla stessa strada su cui ha sede lo stadio Vince Lombardi, proseguendo oltre per un chilometro e mezzo.
Il percorso farà ammirare l’antico tratto della Strada Traiana, la Necropoli del Lauscello (le tombe etrusche) e si proseguirà per località il Fattoraccio per ritornare circa alle ore 13,00 presso la pineta di Castel Giorgio dove per chi vuole, portandosi il pranzo, si potrà condividere il piacere di mangiare in compagnia, tutti insieme.
Vieni e partecipa te lo richiede: Lei vive per te, tu vivi grazie a lei…

Coordinamento associazioni Orvietano, Tuscia e Lago di Bolsena
Aderente alla Rete NoGESI

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Terremoto Lazio-Umbria-Toscana. Centrale geotermica ITW-LKW, gli scheletri nell’armadio

SCHELETRI ARMADIO ITWLKWSulla questione delle centrali geotermiche in progetto in Umbria, Toscana e Lazio da realizzarsi in aree evidentemente sismiche, a seguito del sisma iniziato il 30 maggio us e tutt’ora in corso, con un picco -ricordiamo- di 4,1 gradi di M e numerose altre scosse tra 2 e 3,4, interviene il COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI ORVIETANO, TUSCIA E LAGO DI BOLSENA con un puntuale comunicato che spazza via ogni dubbio sui rischi e mette a tacere le false rassicurazioni che -ancora due giorni fa (vedi Ansa in fondo)- vengono diffuse dalla società ITW-LKW titolare di un permesso che, come vediamo, si sovrappone proprio all’area centrale interessata dal fenomeno sismico di questi giorni.

 

Il terremoto è avvenuto proprio dove vogliono realizzare gli impianti geotermici di Castel Giorgio e Torre Alfina. Ecco la prova dell’enorme rischio sismico e di disastro ambientale.

Con una precisione che ha dell’incredibile, la grave scossa di terremoto del 30 maggio a Castel Giorgio, e gran parte dello sciame che sta seguendo, sono proprio all’interno dell’area assegnata ad una società privata per la realizzazione di due impianti geotermici: quello di Castel Giorgio e quello di Torre Alfina.
Tutta la popolazione ha colto con grande allarme questa coincidenza, anche perché ci sono stati danni ad abitazioni e strutture. E’ infatti cosa nota che l’attività geotermica – con la tecnologia proposta – genera sismi. Prove effettuate dall’ENEL negli anni ‘80, con pressioni minori di quelle ora previste, generarono sismi fino a 3 gradi Richter. Abbastanza forti e chiaramente sentiti dalla popolazione.
La ditta proponente ha sempre sostenuto che non ci sono rischi, perché la zona secondo loro sarebbe tettonicamente sicura, e ha fornito molti dati a sostegno di questa tesi, che hanno convinto i tecnici ministeriali e regionali. Per di più, proprio nelle more della presentazione del progetto, qualcuno fece in modo che la zona di Castel Giorgio fosse retrocessa nella Classificazione Sismica Regionale da zona 2 a zona 3. Strano, visto che in tempi recenti – nel 1957 – un serio terremoto aveva reso inabitabili quasi tutte le case del Paese. Una declassificazione che ha ovviamente facilitato l’iter per l’approvazione dell’impianto.
Risulta anche – secondo importanti scienziati – che i rassicuranti dati tecnici forniti a supporto del progetto dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia siano una “vera e propria truffa” volta a rassicurare e sottacere i rischi. E per di più predisposti – in quanto funzionaria pubblica in grave conflitto di interessi – proprio da una funzionaria INGV che è anche la moglie del progettista privato dell’impianto.
Fino ad ora – in attesa di un intervento della magistratura – i politici e i funzionari responsabili dell’iter autorizzativo hanno fatto finta di non sapere e di non vedere. Evidentemente sottoposti ad enormi pressioni lobbistiche, visto il grande interesse economico speculativo legato alla realizzazione di questi progetti, che godono di altissimi incentivi pubblici.
Ma…come si dice: “il diavolo fa le pentole ma non i coperchi…” Ed ecco arrivare il 30 maggio un terremoto piuttosto forte, con danni ad edifici e la gente terrorizzata che da giorni dorme per strada per via del perdurante sciame sismico.

Cosa viene a dire questo terremoto? Ma è chiarissimo: vuole dire che la zona è sismicamente fragile e che quindi non si possono realizzare impianti che, alla già precaria e rischiosa situazione, aggiungeranno il peso di una continua attività di pressione nel sottosuolo che – come provato dall’ENEL – innesca fenomeni sismici.
Se i pozzi geotermici fossero già realizzati cosa sarebbe successo? Chi si prende la responsabilità, data la natura sismica della zona, di sostenere che i danni provocati alle persone ed alle cose dai sismi previsti non saranno causati dalla realizzazione degli impianti geotermici?

20160603_com stampa mappa A

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Sarebbe come stuzzicare il drago del terremoto giorno e notte per decenni. Là dove un drago c’è e lo sta ora dimostrando con chiarezza con un terremoto che mette a tacere le fumose rassicurazioni di tecnici interessati o – come minimo – palesemente incompetenti.
A dimostrazione del fatto che la zona scelta per gli impianti è la meno adatta, riportiamo due mappe: una della zona di concessione per lo sfruttamento geotermico (mappa A), e l’altra del previsto posizionamento dell’impianto di Castel Giorgio (mappa B).
Si vede chiaramente che gran parte dello sciame sismico in atto è proprio all’interno di questa area (mappa A), e per giunta che le scosse più forti sono state proprio in prossimità dei pozzi dell’impianto (mappa B).

20160603_com stampa mappa B

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A questo si aggiunge che la profondità delle scosse è molto vicina alla profondità dei pozzi che si vogliono scavare, e che le scosse sono – sia per profondità che per estensione – proprio all’interno del bacino di sfruttamento geotermico.
Si vuole quindi con l’impianto andare a produrre sismi nella zona più fragile. E i dati questa volta non ce li danno tecnici interessati o incompetenti vicini alla ditta, ma la stessa Madre Terra ce lo ha segnalato con enorme e drammatica evidenza, con forti scosse proprio in quella zona. Facendo piazza pulita di ogni interessata rassicurazione.
Occorre poi sottolineare che il terremoto viene ad evidenziare un altro importante rischio: non solo con l’impianto si vanno ad innescare artificialmente dei terremoti, ma una forte scossa come quella del 30 maggio, vicinissima al pozzo, avrebbe potuto facilmente far saltare le tubature dell’impianto, contenenti enormi quantità di gas e liquidi velenosi ad alta pressione, che sarebbero finiti nelle falde acquifere, nella terra e nell’aria. Avvelenando in modo grave tutta la zona e producendo un enorme disastro ambientale.
E’ ormai chiaro che i cittadini non accetteranno mai questo impianto, dai rischi enormi per le loro vite, i loro beni ed il loro territorio. Occorre ora che la Giunta Regionale si esprima finalmente rifiutando l’intesa all’impianto, e che i Ministeri competenti ritornino sul progetto per bocciarlo e dissipare definitivamente questa pesante ombra dal futuro della gente della Tuscia.

Lo devono ai cittadini che amministrano, e che in questi giorni dormono terrorizzati per le strade dell’Alfina.

COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI ORVIETANO, TUSCIA E LAGO DI BOLSENA


Ansa del 1/6/16 della ITW-LKW

articolo righini ansa

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