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Progetto Bagnore 4, presentato il ricorso al TAR

E’ stato presentato nei termini di legge il ricorso al TAR regionale contro la Regione Toscana, controinteressata Enel, per la delibera n.810 del 10 settembre scorso che da il parere favorevole alla VIA su Bagnore 4, di fatto il ‘via libera’ al progetto della nuova centrale da 40 MW, su cui abbiamo già scritto QUI e QUI

L’approfondito lavoro ha evidenziato ben 12 motivi per l’annullamento della delibera regionale, nonostante continuino le solite litanie da parte di Enel e amministratori pubblici: ‘va tutto bene’, ‘è tutto sotto controllo’, ‘la legge è rispettata’, ‘abbiamo fatto il nostro dovere’, …

Invitiamo tutti i cittadini sensibili al problema a contribuire per coprire i costi delle spese legali, sottoscrivendo a offerta libera presso i punti di raccolta.

Riportiamo il Prologo del Ricorso invitando tutti a scaricare e leggere il testo completo con le motivazioni:

“L’acqua non è un prodotto commerciale al pari degli altri, bensì un patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale”,

“la dichiarazione del seminario ministeriale sulle acque sotterranee, tenutosi all’Aja nel 1991, riconosceva l’esigenza di intervenire per evitare il deterioramento delle acque dolci nel lungo periodo, sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo…”,

“In una precedente riunione sul bilancio idrico dell’Amiata si disse che bisogna fare una valutazione costi- benefici”.

Si parla in questo ricorso della possibile compromissione di uno dei bacini idrici più importanti dell’Italia centrale, quindi non si ritiene di contravvenire al dovere di sintesi di cui alla norma, se ci si sofferma su alcune considerazioni generali.
I primi due brani citati sopra sono il primo ed il terzo considerando della direttiva 2000/60/CE, “quadro per l’azione comunitaria in materia di acque”.
Il terzo è il finale della risposta, sorprendente, che il proponente Enel Green Power fornisce sul quesito posto dall’acquedotto del Fiora:”quali azioni prevede di porre in atto qualora il monitoraggio accertasse una possibile ancorchè imprevista relazione tra coltivazione geotermica e tutela della falda del Monte Amiata?”.
Com’è possibile parlare di soppesare i costi ed i benefici di un impianto che rischia di compromettere in modo definitivo un patrimonio idrico definito dalla stessa Pubblica Amministrazione “strategico”, quando la direttiva comunitaria avverte esplicitamente che l’acqua non è un prodotto commerciale?
E, domanda ancora più imbarazzante, a quale interlocutore si riferisce il rappresentante di Enel green power, con il verbo “si disse” ? Forse che in quella precedente riunione la Pubblica Amministrazione era d’accordo su una valutazione costi-benefici che riguardava anche l’acqua, cioè quel patrimonio da proteggere e difendere e da trattare come tale di cui parla la direttiva comunitaria?
Si spera proprio di no eppure sembra di sì.
Come detto il monte Amiata è uno dei più importanti acquiferi dell’Italia centrale, che approvvigiona di ottima acqua potabile i bacini dell’Ombrone, del Fiora e del Tevere.
Si vorrà notare che nella decisione n. 2005/646/CE la normativa comunitaria ha inserito due siti nell’area amiatina, il numero 519 , fiume Fiora strada provinciale 119 Cellana- Selvena (in comune di Castellazzara), ed il numero 531 fiume Ombrone, valle confluenza Orcia, tra quelli destinati a formare la rete di intercalibrazione europea ed entrambi i siti sono qualificati HG, cioè con valutazione elevata-buona. Il dato conferma, se ce ne fosse bisogno, come la zona sia considerata, dal punto di vista idrico, particolarmente importante anche a livello comunitario.
La superficie dell’intera area del monte Amiata (452,23 km. quadrati) è pari a poco più di cinquecento volte l’estensione di Villa Borghese a Roma, eppure è considerata potenzialmente ai vertici tra tutti i complessi geotermici nel mondo (fonte Wikipedia) e le coltivazioni già presenti sono, come vedremo, numerose ed importanti.
Non è certo un primato di cui andare fieri se si ricorda ancora una volta che si tratta del bacino acquifero più importante della Toscana, soprattutto se leggiamo il recente contributo dell’autorità di bacino del fiume Tevere (di cui non si vede traccia nel verbale della conferenza dei servizi impugnata, neanche tra gli assenti, per cui bisogna trarre la facile conclusione che non era stata invitata), quello in cui l’Amiata viene definito “acquifero strategico”. Nel gennaio 2011, riferendosi ad un’altra procedura, avente comunque medesimo oggetto, l’Autorità suddetta affermava:”la documentazione prodotta non permette di escludere impatti dello sfruttamento geotermico sulla risorsa idrica dell’acquifero strategico del monte Amiata”.
Come vedremo, ancora oggi, a compatibilità ambientale già dichiarata, tale esclusione non è ancora possibile, anzi risulta molto probabile. Ma la Regione Toscana sembra non applicare il principio di precauzione ed ha concesso la compatibilità ambientale per un impianto che si aggiunge ad altri già esistenti, alcuni autorizzati senza neanche la valutazione di impatto ambientale. Senza uno straccio di valutazione sanitaria su un’area, come detto limitata, su cui vivono 26.538 abitanti divisi in 6 comuni, con una densità di 58,70 abitanti per chilometro quadrato.
Bisogna allora concludere, ancora prima di illustrare i motivi del presente ricorso, che, almeno in Toscana, è proprio il procedimento di VIA in sé ad essere completamente snaturato, visto che la valutazione medesima è inesistente. Ci si limita a prendere atto di quello che afferma il proponente (quando il SIA ed ogni altro documento da questi proveniente dovrebbe essere proprio l’oggetto dell’attenta valutazione voluta dalla legge) e si rinvia ai futuri monitoraggi (a compatibilità ambientale già concessa) per ottenere quei dati che sarebbero necessari alla valutazione medesima. Per buona misura la sorveglianza su questi monitoraggi, che richiede grandi risorse tecniche ed economiche, viene affidata ai comuni, senza soldi e senza risorse. Le cosiddette “criticità” vengono così superate perché nemmeno affrontate. Spesso riaffiorano in modo drammatico, come a Taranto, dove, però, al Giudice penale non resta che contare i danni e spesso i morti.

15 dicembre 2012 tutti a Piancastagnaio, difendiamo il futuro!

Presentiamo dei video che ci aiutano a capire cosa succede e pensare a cosa può succedere nel futuro all’Amiata e ai suoi abitanti. Il primo è una ‘giornata particolare’ passata per i cantieri del finto ‘piano di riassetto’ di Piancastagnaio che significa nuove centrali e nuove strade, km di tubazioni e ancora emissioni.
L’appuntamento è per tutti il 15 dicembre a Piancastagnaio per una giornata di mobilitazione.

 

15 dicembre 2012, tutti a Piancastagnaio: FACCIAMOCI SENTIRE!

Il 15 dicembre prossimo il coordinamento dei movimenti per l’Amiata SOS Geotermia organizza una giornata di mobilitazione per contrastare la ripresa in grande stile dei lavori del Piano di riassetto Piancastagnaio e contro l’autorizzazione per la centrale di Bagnore 4.
CHIUNQUE VOLESSE DARE L’ADESIONE ALL’INIZIATIVA PUO’ SCRIVERE A: sos-geotermia@bruttocarattere.org

 

Di seguito pubblichiamo il testo del volantino che potete scaricare in allegato.

NON È QUESTO IL FUTURO CHE VOGLIAMO!

Sul monte Amiata nel nome della speculazione e del profitto si sta procedendo, ad opera dell’Enel e con l’avallo derivato da precise scelte della Regione Toscana, degli amministratori locali e dei partiti politici che li sostengono,
ad uno scempio ambientale gravissimo
giustificato dalla falsa convinzione che
la geotermia sia una fonte energetica rinnovabile e pulita.
Nel caso delle centrali amiatine è esattamente il contrario!
Allo stato attuale è in atto un piano di riassetto degli impianti di Piancastagnaio, che prevede un potenziamento delle centrali  attuali  tramite la realizzazione di nuovi pozzi e il ripristino e il potenziamento degli esistenti,  per raggiungere e mantenere nel tempo la potenza di 60MW (dagli attuali 40 circa), interessando il bacino profondo fino 4000 metri e con 14 chilometri di nuove tubazioni tutte fuori terra, provocando una vera e propria devastazione del territorio.
A Bagnore è stata appena deliberata la VIA per la realizzazione di una nuova megacentrale di 40 MW che aggraverà ulteriormente il degrado ambientale amiatino.
Il Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata SOS GEOTERMIA si oppone ad entrambi, denunciando gli ulteriori gravissimi danni che questi due eventi porteranno al proprio territorio: inquinamento atmosferico e delle acque potabili, danni alla salute dei cittadini, ulteriore abbassamento di una delle falde acquifere più importanti del centro Italia.

Oltre al doveroso ricorso al Tar, già in via di presentazione,
SOS GEOTERMIA ha indetto per il prossimo
15 Dicembre 2012
una giornata di mobilitazione a Piancastagnaio
per fermare i lavori
prima che i danni siano irrecuperabili

Programma della giornata di MOBILITAZIONE

·    Ore 10, SIT IN ai Giardini Nasini davanti al Comune di Piancastagnaio
·    Ore 14,30, CORTEO per le vie del paese con arrivo al pozzo PC 36 e ritorno
·    Ore 17 (circa), ASSEMBLEA-dibattito presso il Centro Anziani.

È possibile un modello economico alternativo che salvaguardi le risorse e sia a favore dei cittadini e non delle multinazionali !

Quello che vogliamo per il nostro territorio è:
·    Tutela e ripristino delle sorgenti amiatine, nella loro quantità e qualità e salvaguardia dell’intero bacino di ricarica della falda acquifera
·    Un modello di futuro per il territorio che valorizzi le risorse ambientali culturali e sociali
·    Una politica territoriale seria tesa al risparmio energetico
·    Un uso delle tecnologie a bassa entalpia per il consumo e lo sviluppo economico locale fuori da ogni logica speculativa, consociativa e affaristica
·    Tutela e valorizzazione dei numerosi prodotti tipici locali
·    Garanzia per tutti di un lavoro utile e dignitoso, sostenibile, che non crei danno alla salute e all’ambiente

La nostra è una battaglia per l’ambiente, ma anche per la democrazia, perché i cittadini devono poter decidere del proprio futuro, dello sviluppo del proprio territorio della propria salute e di quella dei propri figli.
Rivogliamo tutto ciò che ci è stato tolto. Vogliamo cambiare questo stato di cose: i pochi, in alto, non possono decidere per i molti in basso.

Chiediamo pertanto a chi condivide le nostre ragioni
di sottoscrivere il nostro manifesto,
di sostenere la nostra lotta e
di partecipare numerosi alla giornata di mobilitazione!

Per info e contatti:
sos-geotermia@bruttocarattere.org
http://sosgeotermia.noblogs.org
https://www.facebook.com/sos.geotermia

Scarica il volantino, clicca qui

Scarica la locandina, clicca qui

Adesioni all’iniziativa di Piancastagnaio pervenute (oltre, ovviamente, a chi già aderisce al manifesto):
Prospettiva Comune di Piancastagnaio
Federazione Toscana Partito dei CARC
Nodo ALBA (Alleanza Lavoro, Beni Comuni, Ambiente) di Grosseto
Movimento 5 Stelle gruppo Amiata
Lorenzo Bensi
Ecologisti e Reti Civiche Verdi Europei Toscana
Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua
Antonio Cannoletta
Comitato Beni Comuni Val di Cecina
Medicina Democratica
Comitato Difesa Ambiente Paesaggio Acquapendente
Giorgio Pacini Abbadia San Salvatore (SI)
Umberto Arciero, Impruneta (FI)
Antonio Pacini
Associazione culturale Arci Veltha di Elmo, Sorano (GR)
SOS ambiente colline del Fiora
Siena Beni Comuni
PRC Coordinamento Amiata Grossetano
Per aderire scrivere a sos-geotermia@bruttocarattere.org)

Arcidosso, 23 novembre 2012. Una tranquilla mattina d’autunno…e un fungo ‘velenoso’

Riceviamo e pubblichiamo la foto e la segnalazione di Alessandro da Arcidosso.
Ricordiamo che con la VIA a Bagnore 4 il rischio (come la potenza) sarà triplicato e saranno i sindaci a controllare (sic!).

ARCIDOSSO, venerdì 23 novembre 0re 7.13
Ecco “lo spettacolo” che si vedeva da via Risorgimento. Dalla centrale di Bagnore 3 si alzava questa inquietante colonna di fumo. Il cattivo odore si è sentito per tutta la notte. Queste operazioni vengono fatte al buio per non allarmare la gente che ignara respira queste schifezze. Ora sono le 8 e sta finendo tutto. Da cittadino credo di avere il diritto di essere avvisato per tempo dal mio sindaco del verificarsi di questi eventi. Preferisco perdere qualche ora o giorno di lavoro per portare mia figlia di un anno e mezzo via da qui fino a che il fenomeno non è cessato. Domani mattina, sabato 24 novembre ore 10 andrò nuovamente a chiedere al sindaco di avvisare la popolazione per tempo. Invito chi fosse interessato a fare altrettanto.

…ancora bugie: alla Regione Toscana non rimane che indagare su Venere

Pubblichiamo le ultime bugie, sprechi e costi a carico dei cittadini per giustificare l’eccedenza di mortalità nella zona geotermica dell’Amiata. Tutto pur di non mettere in discussione l’Enel e quello che si sta compiendo ai danni della popolazione e del territorio.
N.B. la documentazione richiamata nonchè la presentazione (pps) e il volantino, sono scaricabili nella sezione ‘Documentazione’ di questo sito.

Mentre la Regione Toscana autorizza Enel a triplicare lo sfruttamento geotermico in Amiata, che ridurrà le portate delle sorgenti del Fiora, i Sindaci si fanno sostenitori di progetti per fornire acqua potabile dissalando l’acqua di mare, anziché fare manutenzione delle tubazioni (si perde oltre il 50% dell’acqua immessa) e realizzando abbattitori di Arsenico, anziché pretendere le bonifiche e scontrarsi con soggetti potenti, quali ENEL ed ENI. Risulta evidente la scelta di lasciare le risorse idriche naturali ai soggetti privati, che pagano un contributo agli Enti locali e Regione, e di puntare sui dissalatori/abbattitori, a spese dei contribuenti. Ma, oltre a non bere più acqua naturale, quell’acqua ci costerà tantissimo in spese di gestione degli impianti, in sicuro aumento. Ai contribuenti ignari si racconterà dell’inflazione, della crisi…

Rimane da far accettare alla popolazione toscana due questioni: l’idea della naturalità della crescita dell’Arsenico nelle fonti di acqua naturale e il fenomeno dei cattivi stili di vita, quale causa del notevole eccesso di tumori sull’Amiata.

Su questi due fronti i tecnici si sono messi al lavoro con impegno da tempo. Sulla crescita della concentrazione di Arsenico, l’ARPAT ha rinnegato i dati analitici prodotti dalle USL negli anni ’90, ma le loro argomentazioni non sono documentate. La USL 9 con i dott.ri Madrucci, Boncompagni e Morganti, preso atto dello Studio epidemiologico dell’ARS, che ha evidenziato negli uomini un eccesso di mortalità statisticamente significativo del +13% nei comuni geotermici dell’Amiata, ha proposto e ottenuto finanziamenti per 18.000 euro1 in ricerche su problemi della salute correlati all’uso di alcol, del tabacco e alle malattie infettive, causate da virus, tramite esposizione a fluidi corporei come sperma, liquidi vaginali e sangue infetto. Mentre la Regione Toscana indaga su Bacco, Tabacco e Venere, a cui sarebbero particolarmente dediti gli abitanti dei comuni geotermici, il Servizio Sanitario del Lazio2 ha reso pubblici i dati di una indagine sulla popolazione della limitrofa provincia di Viterbo, che, come quella toscana, è stata costretta a bere acqua definita potabile dalla Regione in deroga ai limiti di legge, documentando che di Arsenico in piccole dosi nell’acqua potabile, oggi si muore, con un un eccesso statisticamente significativo di mortalità per tutte le cause del +11%.

Se si pensa che in Toscana per molti anni si è stati costretti a bere acqua in deroga, c’è di che indignarsi. Per ottenere quelle deroghe, senza ricorrere alla eliminazione delle fonti inquinanti, l’ARPAT ha compiuto un ennesimo capolavoro di disinformazione3.

Secondo quanto riportato dai Decreti della Regione Toscana, l’Acquedotto del Fiora ha presentato alle autorità studi realizzati in collaborazione con ARPAT, attestanti che nelle acque naturali della provincia di Grosseto “sono presenti elevate anomalie di origine naturale dipendenti da particolarissime condizioni geochimiche”e, pertanto, non eliminabili con opere di bonifica, come previsto dalla legge.

Per giustificare queste conclusioni è stato realizzato uno Studio3 campionando come acque naturali, acque che naturali non erano. Infatti,sono state prese in esamediverse acque sicuramente inquinate da attività antropica, prelevate nei siti già inseriti nei Piani Regionali di Bonifica e oggetto di procedura di bonifica, come le acque dei canali drenanti le miniere o acque inquinate, a valle di discariche minerarie da bonificare. I dirigenti dell’ARPAT erano sicuramente informati dell’inquinamento procurato dai canali drenanti le miniere, avendo ricevuto dati e informazioni in tal senso nell’ambito delle procedure di bonifica, realizzate negli anni precedenti al suddetto Studio.

Appare scontato che i dottori della USL 9 documenteranno che Bacco, Tabacco e Venere facciano male alla salute, ma non potranno mai smentire l’ultimo studio reso noto dal dott. Voller, dell’ARS Toscana4, che dopo una indagine sui consumi degli abitanti nei comuni geotermici conclude che in Amiata non si registrano stili di vita e consumi di tabacco e alcol diversi dai comuni limitrofi!

Abbiamo riproposto una domanda, formulata nel rispetto della legge transitiva della logica ad ENEL e alla Regione Toscana5 senza ottenere una risposta. La ripetiamo ai dottori della USL 9: “Essendo riconosciuta nei comuni geotermici dell’Amiata come vera la relazione tra l’aumento notevole di mortalità in funzione di concentrazioni crescenti di arsenico, mercurio ecc; essendo ritenuta ancora come vera l’esistenza di emissioni significative di arsenico, mercurio, ecc.,dalle centrali geotermiche, non ritenete vera anche la seguente conclusione: che l’incremento delle malattie e mortalità sull’Amiata sia dovuto anche alle emissioni delle centrali geotermiche?”

Note:
1
AUSL 9, Deliberazione n° 369 del 1.10.2012, DRGT 893/2012 “approvazione Progetti Area Geotermica”.
2
Regione Lazio Dipartimento di Epidemiologia, Valutazione pidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da Arsenico nelleacque potabili nelle popolazioni residenti nei comuni del Lazio. Aprile 2012. Vedi: http://www.osservatorelaziale.it/public/allegati/files/126.pdf
3
ARPAT, Contratto di ricerca fra ARPAT e prof Mario Dall’Aglio del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi “La Sapinza” di Roma (1995-2003),Caratterizzazione e valutazione delle acque naturali in Provincia di Grosseto
4
Regione Toscana, Agenzia Regionale Sanità, dott. Voller, Le informazioni sugli stili di vita. 2012.
5
Regione Toscana, Settore VIA, Art.15, comma 7, L.R.79/98: Contraddittorio del 18.7.2012… Verbale. Gruppo Consiliare “Prospettiva comune “di Piancastagnaio.

‘Arsenico? Tranquilli, l’acqua è ottima’ …e i morti solo ‘danni collaterali’

Il Sindaco Franci fa lo struzzo e si trincera dietro ‘i limiti di legge’

Ai cittadini, preoccupati per le concentrazioni di arsenico nell’acqua potabile, che chiedono risposte e interventi urgenti il sindaco di Castel del Piano Franci ribatte nel modo più scontato si potesse immaginare (di seguito il testo), ‘siamo ben al di sotto dei limiti di legge’, ed anzi, si lancia in un esaltante ‘l’acqua è di ottima qualità’.
Sarebbe facile ironia ricordargli come al convegno del PD del 16 maggio troneggiava acqua imbottigliata o come la sua collega assessore regionale è stata vista uscire dalla coop con il suo bravo cestello di minerale; forse l’acqua dell’Amiata è ottima solo per il popolino. E quel 13% di morti in più che si registrano in Amiata? La favola degli ‘stili di vita’ dissoluti degli amiatini non funziona più, forse parlare di ‘danni collaterali’ necessari ad incassare le prebende elargite dall’Enel sarebbe almeno più corretto.
A parte le battute, amare, nessuno ha mai detto che, oggi (visto che in 10 anni di deroghe si è bevuta anche con livelli più che doppi e tripli), l’acqua superi i limiti di legge, ma in considerazione che i valori dell’arsenico nell’acqua non sono poi così ‘ben al di sotto dei limiti’, ma dalle nostre analisi, viaggiano, per Castel del Piano dal 4,4 ug/l di Montenero fino all’8,3 ug/l, i cittadini chiedevano provvedimenti per rispettare quelle precauzioni dettate anche dall’OMS e che tendono a portare il limite verso lo zero, essendo l’arsenico un cancerogeno certo di classe 1 per cui non esiste una quantità ‘innocua’ ed è sconsigliato, oltre il limite di 5, ai bambini e altre persone debilitate. Senza contare che, con le centrali che emettono inquinanti in quantità industriali, all’arsenico presente nell’acqua si sommano tutti gli altri inquinanti che respiriamo e mangiamo.
A questo il sindaco si è ben guardato di rispondere.
Ma di dati ce ne sono in abbondanza e gli amministratori dovrebbero conoscerli, senza nascondere la testa sotto la sabbia dei ‘limiti di legge’.
Ma noi diciamo di più: la sinergia ‘malefica’ fra arsenico, acido solfidrico e gli altri inquinanti sta mettendo a rischio il futuro stesso della montagna, del suo territorio e delle sue genti e la centrale di Bagnore4 in progetto è un ‘salto nel buio’ la cui responsabilità va ascritta prima di tutto agli amministratori, locali e regionali.
Fossimo nei panni dei sindaci dell’Amiata non saremmo così sicuri e tranquilli, anche perchè la gente si è svegliata e non si accontenta più dei silenzi complici e delle sagre sponsorizzate dall’Enel.

La risposta del sindaco Franci alla Petizione dei cittadini di Castel del Piano:

Cari cittadini,
ho ricevuto nei giorni scorsi la petizione popolare in merito alla qualità dell’acqua.
In più occasioni, nei mesi scorsi, il tema è stato oggetto di discussione in seno al Consiglio Comunale. Non posso, quindi, in questa occasione, che ripetere ciò che ho avuto modo di sottolineare di fronte al Consiglio stesso.
L’acqua potabile distribuita in rete dall’Acquedotto del Fiora e che sgorga dai rubinetti delle case, delle scuole, delle aziende ecc.. , viene costantemente monitorata e sottoposta ad analisi sia dalla ASL sia dall’Acquedotto del Fiora.
L’acqua distribuita non solo rispetta i parametri di legge, ma è anche di ottima qualità e ben al di sotto dei limiti previsti dalla legislazione vigente.
Si sono determinati , nel nostro Comune,due casi nei quali gli esami dell’acqua hanno rilevato una presenza di arsenico al di sopra dei limiti previsti dalla legge. Queste due utenze erano allacciate direttamente alla condotta di trasporto  che fornisce acqua  ai serbatoi di distribuzione.  Non era possibile perciò trattare adeguatamente l’acqua fornita.
L’Acquedotto del Fiora ha provveduto a realizzare due nuovi allacciamenti collegati alla rete urbana di distribuzione.
Da tempo ormai nessun allacciamento viene effettuato alla condotta adduttrice.
Sostenere, quindi, che l’acqua che utilizziamo giornalmente possa arrecare danno alla salute mi sembra fuori luogo e priva di fondamento.
In questo contesto non è giustificata la richiesta di installare fontane pubbliche dotate di filtri per fornire acqua distillata ai cittadini.
Ognuno di noi infatti può tranquillamente utilizzare quella del rubinetto della propria abitazione o delle fontanelle pubbliche allacciate alla rete cittadina, presenti in sufficienza e che forniscono acqua di ottima qualità.
Castel del Piano, 26 ottobre 2012

Il Sindaco Claudio Franci

Maremma News del 28 ottobre 2012:

Sos Geotermia: “Il Sindaco Franci fa lo struzzo e si trincera dietro ‘i limiti di legge'”
Torna il comitato Sos Geotermia sull’argomento arsenico. Nonostante i limiti di concentrazione nell’acqua sono al di sotto dei limiti di legge, l’associazione continua ad attaccare. Questa volta l’attenzione si concentra sul sindaco Franci.

Monte Amiata: “Ai cittadini, preoccupati per le concentrazioni di arsenico nell’acqua potabile, che chiedono risposte e interventi urgenti il sindaco di Castel del Piano Franci ribatte nel modo più scontato si potesse immaginare, ‘siamo ben al di sotto dei limiti di legge’, ed anzi, si lancia in un esaltante ‘l’acqua è di ottima qualità’ – scrivono dal comitato Sos Geotermia – Sarebbe facile ironia ricordargli come al convegno del PD del 16 maggio troneggiava acqua imbottigliata o come la sua collega assessore regionale è stata vista uscire dalla coop con il suo bravo cestello di minerale; forse l’acqua dell’Amiata è ottima solo per il popolino. E quel 13% di morti in più che si registrano in Amiata? La favola degli ‘stili di vita’ dissoluti degli amiatini non funziona più, forse parlare di ‘danni collaterali’ necessari ad incassare le prebende elargite dall’Enel sarebbe almeno più corretto. A parte le battute, amare, nessuno ha mai detto che, oggi (visto che in 10 anni di deroghe si è bevuta anche con livelli più che doppi e tripli), l’acqua superi i limiti di legge, ma in considerazione che i valori dell’arsenico nell’acqua non sono poi così ‘ben al di sotto dei limiti’, ma dalle nostre analisi, viaggiano, per Castel del Piano dal 4,4 ug/l di Montenero fino all’8,3 ug/l, i cittadini chiedevano provvedimenti per rispettare quelle precauzioni dettate anche dall’OMS. Senza contare che, con le centrali che emettono inquinanti in quantità industriali, all’arsenico presente nell’acqua si sommano tutti gli altri inquinanti che respiriamo e mangiamo. A questo il sindaco si è ben guardato di rispondere. Ma di dati ce ne sono in abbondanza e gli amministratori dovrebbero conoscerli, senza nascondere la testa sotto la sabbia dei ‘limiti di legge’. Ma noi diciamo di più: la sinergia ‘malefica’ fra arsenico, acido solfidrico e gli altri inquinanti sta mettendo a rischio il futuro stesso della montagna, del suo territorio e delle sue genti e la centrale di Bagnore4 in progetto è un ‘salto nel buio’ la cui responsabilità va ascritta prima di tutto agli amministratori, locali e regionali. Fossimo nei panni dei sindaci dell’Amiata – concludono – non saremmo così sicuri e tranquilli, anche perchè la gente si è svegliata e non si accontenta più dei silenzi complici e delle sagre sponsorizzate dall’Enel”.

Il Tirreno del 27 ottobre 2012:

SOS ARSENICO Castel del Piano Il sindaco ai cittadini «Acqua ottima»
CASTEL DEL PIANO Il sindaco di Castel del Piano, Claudio Franci, ribadisce: l’acqua che esce dai rubinetti di casa e dalla fontane del paese è buona, nessun pericolo per la salute e nessun intervento di emergenza necessario. Lo ripete, Franci, in una lettera aperta ai suoi concittadini scritta in risposta alla petizione popolare sulla qualità dell’acqua depositata sulla sua scrivania nei giorni scorsi. «L’acqua potabile distribuita in rete dall’Acquedotto del Fiora e che sgorga dai rubinetti delle case, delle scuole, delle aziende ecc… – scrive il sindaco – viene costantemente monitorata e sottoposta ad analisi sia dall’Asl sia dall’Acquedotto del Fiora. L’acqua distribuita – assicura – non solo rispetta i parametri di legge, ma è anche di ottima qualità e ben al di sotto dei limiti previsti dalla legislazione vigente». Franci ridimensiona poi la gravità di alcuni casi segnalati nei giorni scorsi: «Si sono determinati, nel nostro Comune,due casi nei quali gli esami dell’acqua hanno rilevato una presenza di arsenico al di sopra dei limiti previsti dalla legge. Queste due utenze erano allacciate direttamente alla condotta di trasporto che fornisce acqua ai serbatoi di distribuzione. Non era possibile perciò trattare adeguatamente l’acqua fornita. L’Acquedotto del Fiora ha provveduto a realizzare due nuovi allacciamenti collegati alla rete urbana di distribuzione». Per il sindaco, dunque, «sostenere che l’acqua che utilizziamo giornalmente possa arrecare danno alla salute» è fuori luogo. «In questo contesto non è giustificata la richiesta di installare fontane pubbliche dotate di filtri per fornire acqua distillata ai cittadini. Ognuno di noi infatti – conclude – può tranquillamente utilizzare quella del rubinetto della propria abitazione o delle fontanelle pubbliche allacciate alla rete cittadina, che forniscono acqua di ottima qualità».

La Nazione del 27 ottobre 2012:

«L’acqua è monitorata dal Fiora e rispetta i parametri di legge»
CASTEL DEL PIANO REPLICA DEL SINDACO FRANCI DOPO LA RACCOLTA FIRME DEI CITTADINI
ACQUA di ottima qualità. Il sindaco di Castel del Piano, Claudio Franci, garantisce la buona salute dell’acqua distribuita nel territorio comunale. Il primo cittadino interviene in seguito alla petizione popolare sull’acqua potabile firmata da 350 cittadini dopo che Sos Geotermia, in primavera, rese pubblici i dati delle analisi delle acque in Amiata. «In più occasioni, nei mesi scorsi sottolinea il primo cittadino il tema è stato oggetto di discussione in seno al Consiglio comunale. L’acqua potabile distribuita in rete dall’acquedotto del Fiora e che sgorga dai rubinetti delle case, delle scuole, delle aziende, viene costantemente monitorata e sottoposta ad analisi sia dall’Asl sia dall’acquedotto del Fiora. L’acqua distribuita non solo rispetta i parametri di legge, ma è anche di ottima qualità e ben al di sotto dei limiti previsti dalla legislazione vigente». Il sindaco fa poi riferimento a due casi specifici. «Si sono determinati, nel nostro Comune afferma Franci due casi nei quali gli esami dell’acqua hanno rilevato una presenza di arsenico al di sopra dei limiti previsti dalla legge. Queste due utenze erano allacciate direttamente alla condotta di trasporto che fornisce acqua ai serbatoi di distribuzione. Non era possibile perciò trattare adeguatamente l’acqua fornita. L’Acquedotto del Fiora ha provveduto a realizzare due nuovi allacciamenti collegati alla rete urbana di distribuzione. Sostenere che l’acqua che utilizziamo possa arrecare danno alla salute mi sembra fuori luogo. In questo contesto non è giustificata la richiesta di installare fontane pubbliche dotate di filtri per fornire acqua distillata ai cittadini».

Enel, avanti tutta!

Dopo aver incassato il VIA su Bagnore 4 riprendono con vigore i lavori su Piancastagnaio

La VIA favorevole su Bagnore 4 sembra aver ridato maggior fiducia e vigore all’attività dell’Enel che continua, con rinnovata energia, i lavori previsti dal ‘Piano di riassetto geotermico di Piancastagnaio’; gli interventi in corso  sono relativi alle due postazioni di PC36 e PC38.
Si sta montando la trivella per perforare il primo (PC36) dei sei nuovi pozzi del piano di riassetto, cinque dei quali localizzati appena sotto al paese, nella zona dove sono avvenuti i maggiori incidenti con la fuoriuscita di fanghi e fumi che hanno già causato la morte di animali e solo per miracolo risparmiato le persone.
Le operazioni di perforazione del pozzo PC36, in località ‘i Mulini’, sono cominciate negli ultimi giorni, mentre è dai primi di ottobre che intorno a questa postazione c’è grande animazione, con la presenza di almeno 30 lavoratori provenienti dal centro perforazioni di Larderello (alla faccia della sbandierata occupazione promessa per i locali) e di grandi mezzi in movimento.
La postazione di perforazione PC38, è stata invece costruita ex-novo a partire dalla scorsa primavera, in marzo. Qui l’impianto di perforazione è ancora in fase di montaggio. Questa postazione è molto vasta e sono stati movimentati enormi quantità di terreno per creare la piazzola che assomiglia molto di più a una base spaziale, con la realizzazione di una nuova strada.
E non finisce qui. Si sta scavando ovunque per realizzare più di 14 Km di nuove tubature per acquedotti e termodotti, tutte a vista fuori terra, circa 1200 metri quadri di piazzali in cemento, il ripristino e la riperforazione di pozzi e piazzole esistenti.
L’impatto ambientale sarà devastante, lo stato della salute delle persone peggiorerà rispetto ad ora, ma la cosa più preoccupante  sono le conseguenze sulla quantità e sulla qualità della risorsa naturale più importante dell’Amiata: il suo bacino di acqua potabile!
Abbiamo da sempre avversato l’idea di considerare il ‘Piano di riassetto Piancastagnaio’ una semplice prosecuzione dell’attività esistente per la quantità e la qualità delle nuove opere ed impianti che sono previsti; si tratta a tutti gli effetti di nuovi pozzi e centrali che ben altre valutazioni avrebbero dovuto avere prima del rilascio delle autorizzazioni, come peraltro previsto dallo sciagurato ‘protocollo d’intesa’ del 2007.
Tanto più che la recente sentenza della Quarta Sezione della Corte di Giustizia Europea del 24 novembre 2011, procedimento C 404/09, riconosce esattamente quello che abbiamo sempre sostenuto e cioè che devono essere presi in considerazione gli “effetti cumulativi” nella valutazione di impatto ambientale di un progetto. In Amiata si continua a valutare, ed autorizzare, ogni singolo intervento come se questo non andasse ad incidere su una situazione preesitente già fin troppo compromessa.

TERREMOTI IN AMIATA: Leggende metropolitane e ‘bugiardi a loro insaputa’

Girava (e forse ancora gira) la ‘leggenda’ che l’attività geotermica salvi l’Amiata dai terremoti, tanto è vero che –racconta sempre la favola– da quando ci sono le centrali non ci sono più stati terremoti.
Fin qui sarebbe poco male, visto che si raccontano anche storie di streghe, di ufo ed altre fandonie sull’Amiata, ma poi quest’anno, il 2 giugno scorso, un articolo de Il Tirreno ha tentato di accreditare come verità queste favole con la testimonianza degli autorevoli pareri di Alvaro Giannelli, ex sindaco di Castel del Piano, nonchè “espertissimo conoscitore dell’ambiente e della storia paesana e amiatina e memoria storica locale” e di Franco Ulivieri, presidente dell’Unione dei comuni.
Un organo di stampa non dovrebbe fidarsi solo delle ‘voci’ e dei ricordi dei ‘bei tempi’, ma andare a cercare qualche riscontro un po’ meno aleatorio delle chiacchiere di paese; abbiamo a suo tempo suggerito di andare a guardare sul Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, curato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e reperibile facilmente su internet, lì avrebbero verificato che, per i terremoti di magnitudo superiore a 4, non c’era stata nessuna variazione dall’inizio del 1900 ad oggi, nel senso che ce ne sono stati sia prima che dopo l’inizio dell’attività geotermica.
Ma magari la leggenda si riferiva ad altri terremoti, magari anche inferiori a magnitudo 4? Allora bastava chiedere aiuto all’Enel (che avrebbe tutto l’interesse ad avallare la citata leggenda anzichè smentirla) che, nelle integrazioni del ‘piano di riassetto geotermico’, produce una mappa (che riproduciamo) con gli eventi sismici dal 1982 al 2009 dove di eventi sismici ne risultano parecchi e, soprattutto, concentrati nelle zone di sfruttamento geotermico di Piancastagnaio e S.Fiora. Che strano, no?
In un’epoca di correttezza, onestà e deontologia professionale ci si aspetterebbe che chi avalla queste leggende, una volta appurato di aver commesso un errore in buona fede, poi rimedi e ne dia conto con pari visibilità. Un velo pietoso sugli ‘esperti’ e sugli amministratori…

…neanche a farlo apposta
c’è stata una scossa il giorno 11 ottobre

Terremoto: scossa magnitudo 1.1 in provincia Siena, nessun danno
11 Ottobre 2012 – 09:51
(ASCA) – Roma, 11 ott – Una scossa di terremoto e’ stata avvertita dalla popolazione della provincia di Siena, le localita’ prossime all’epicentro sono Piancastagnaio, Abbadia San Salvatore e Radicofani. Secondo i rilievi registrati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia l’evento sismico e’ stato registrato alle ore 9,13 con magnitudo 1.1. Dalle verifiche effettuate dalla Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile non risultano al momento danni a persone e/o cose.

Centrali Biogas. Non bastasse la geotermia… incontro il 13 a S.Quirico d’Orcia

Riprendiamo e pubblichiamo il comunicato dei Comitati NO BIOGAS col quale si annuncia un incontro pubblico a S.Quirico d’Orcia per sabato 13 ottobre dove si parlerà delle centrali a Biogas.

PER  UN NUOVO IMPEGNO PER L’AMBIENTE

I Comitati cittadini locali dei Comuni di San Quirico, Radicofani, Buonconvento e Abbadia San Salvatore recentemente costituiti per affrontare le rispettive problematiche da insediamenti produttivi e di produzione energetica di impianti a Biomasse/ biogas, si sono riuniti a San Quirico d’Orcia per avviare un percorso comune, che partendo dalle proprie esperienze comunali sia di arricchimento, di confronto con le istituzioni locali e di maggiore informazione per i cittadini di queste zone.
Le perplessità espresse finora dai cittadini della Valdorcia, Valdarbia, e Amiata hanno infatti un comune denominatore: i possibili impatti ambientali e le ricadute in termini di salute, paesaggio, turismo.
Per approfondire tali tematiche è stata organizzata un’iniziativa pubblica in Palazzo Chigi, sala Alessandro Magno, a San Quirico d’Orcia sabato 13 Ottobre  alle 15.30, dove tutti i cittadini e le istituzioni interessate  potranno partecipare all’incontro con i Comitati e il Prof. Gianni Tamino, biologo docente all’Università di Padova.

Comitato Non A Tutti I Costi Biogas – Comitato Valorizzazione Buonconvento – Comitato Ambiente Amiata

Geotermia all’assalto. Se la Toscana piange, il Lazio non ride…

Riprendiamo e pubblichiamo quanto apparso sul sito dell’Osservatorio Ambientale del Lago di Bolsena che lamenta l’assalto al territorio a cui stiamo assistendo ultimamente da parte di Enel e altre società per lo sfruttamento della geotermia.
Ci preme evidenziare quanto scrive -giustamente preoccupato- Piero Bruni e che è esattamente quello che si è verificato in Amiata tra bacino ‘potabile’ e bacino ‘geotermico’.

Geotermia – ritorna l’incubo?
Negli ultimi anni c’è stata una “esplosione di richieste per nuovi permessi di ricerca di risorse geotermiche” (Unione Geotermica Italiana, novembre 2011) in Italia, favorita dall’incentivazione (i “certificati verdi”) e nuove disposizioni legislative (D. lgs. n. 22 11/2/2010). Una parte consistente di queste richieste riguarda il Lazio (34 richieste per una superficie totale di 3200 km²) e in particolare la zona del Lago di Bolsena: i Comuni di Grotte di Castro, San Lorenzo, Gradoli, Valentano, Canino, Cellere, Arlena di Castro, Capodimonte, Marta, Montefiascone, Viterbo, Bagnoregio, Celleno, Bolsena, Castel Giorgio, Torre Alfina… Attori sono varie società: Enel Green Power, Sorgenia, ERG Renew, Repower, Power Field, Geotermica, Tombelle e altre. A Celleno è stato rilasciato un permesso di ricerca geotermica in favore della Geoenergy S.r.l. in una vasta area che tocca i comuni di Bagnoregio, Civitella d’Agliano, Graffignano, Celleno, Montefiascone e Viterbo. Il progetto prevede nella fase successiva la perforazione di un pozzo “Celleno 1” (3000 m di profondità) in località Salcione. Il permesso rilasciato a Grotte di Castro riguarda i Comuni di Grotte, San Lorenzo Nuovo, Bolsena, Gradoli, Onano, Acquapendente e Orvieto e prevede la perforazione di due pozzi esplorative / di produzione.
Lo sfruttamento delle risorse geotermiche spesso ha un grave impatto sull’ambiente e sulla salute della popolazione, come ci insegna il passato (centrale di Latera) e il presente nella zona dell’Amiata (vedi SOS Geotermia, coordinamento dei movimenti per l’Amiata).
Invitiamo i cittadini a vigilare sulle attività dei Comuni e delle società.

Riproduciamo qui sotto un articolo apparso su “Lo Jonco”, il bollettino dell’associazione La Porticella, in agosto 2012.

Geotermia – ritorna l’incubo?
di Piero Bruni
Ci risulta che in occasione delle Conferenze di Servizi presso la Regione Lazio sono stati autorizzati studi per lo sfruttamento dell’energia geotermica nelle immediate adiacenze del lago di Bolsena. Sono passati dieci anni dalla brutta esperienza della centrale geotermica di Latera e molti cittadini ricordano ancora il puzzo di uova marce che da Latera arrivava a Marta, Montefiascone e Bolsena. Questa volta però si tratta di una nuova tecnologia “inodore” che sfrutterebbe solo il calore della falda geotermica senza l’emissione di gas in atmosfera. Permane però il pericolo più subdolo e temibile che è l’inquinamento della falda acquifera superficiale. Come noto il lago è la parte affiorante di un grande acquifero che si estende nel territorio che lo circonda e dal quale attingono i pozzi di acqua potabile, la cui produzione è compensata dalle piogge. Sotto la falda acquifera, si trova uno strato di terreni sostanzialmente impermeabili dello spessore di oltre 1000 metri e sotto ancora una falda contenente acqua caldissima. Questa, che per semplicità possiamo chiamare falda geotermica, contiene inquinanti pericolosi quali arsenico, anidride solforosa, anidride carbonica e altro. Per ottenere energia elettrica con la nuova tecnologia s’invierebbe l’acqua della falda geotermica, fornita dai pozzi di produzione, a degli scambiatori di calore in cui un fluido a circuito chiuso azionerebbe le turbine elettriche. L’acqua geotermica, raffreddata attraversando lo scambiatore verrebbe quindi re-iniettata integralmente nella falda geotermica attraverso dei pozzi ubicati a qualche chilometro di distanza, senza emissione di gas maleodoranti. Il problema nasce dal fatto che lo strato di terreni che separa le due falde acquifere non è del tutto impermeabile perché la tettonica dell’Era terziaria e le trascorse attività vulcaniche vi hanno provocato innumerevoli fratture, difficilmente individuabili, che potenzialmente consentono flussi di acqua ascendenti e discendenti. Attualmente, malgrado le fratture, non vi è scambio di fluido fra le due falde perché nel corso di tempi geologici le pressioni si sono equilibrate. Ma l’equilibrio verrebbe turbato dai pozzi geotermici. Infatti, la nuova tecnologia proposta provoca (come la vecchia) due criticità: i pozzi di estrazione creano una zona di depressione nella falda geotermica che potrebbe richiamare acqua in senso discendente dalla falda potabile; i pozzi di re-iniezione creano una zona di sovra-pressione che potrebbe causare un flusso ascendente nella falda potabile di acqua geotermica inquinandola con arsenico, e quant’altro. I rischi di contaminazione del lago e dell’acqua potabile rimangono altissimi. Fare degli studi non fa male a nessuno, ma vogliamo ricordare che siamo in un Sito d’Interesse Comunitario: ci auguriamo che prima di autorizzare trivellazioni venga fatta un’attenta valutazione di incidenza e di opportunità.