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Sismicità indotta: un fenomeno sottaciuto, ma non per questo meno pericoloso. ‘Amiata e Terremoto’ il 17 settembre ad Arcidosso

borgia mucciarelli“In Italia gli studi sulla sismicità indotta sono in cronico ritardo rispetto al resto del mondo data la assenza di dati pubblici su questo fenomeno. Questa assenza di dati e di studi potrebbe essere confusa con la assenza del fenomeno stesso. Ciò sarebbe pericoloso in un momento in cui vi è un forte interesse per attività quali la geotermia, lo stoccaggio di metano ed il sequestro sotterraneo di anidride carbonica. Anche in aree con bassi livelli di sismicità naturale va prevista comunque la installazione di reti microsismiche che consentano il monitoraggio della sismicità indotta. I dati di queste reti dovrebbero essere resi disponibili su siti pubblici. Nella progettazione di impianti andrebbe considerata anche la sismicità che questi possono indurre, come avviene già in altri paesi europei. Infine le maggiori cautele andrebbero adottate in quelle aree dove le strutture esistenti risultano inadeguate sismicamente già per la sismicità naturale.”
Scrive così il Prof.Mucciarelli in un suo recente articolo di gennaio scorso sulla rivista scientifica ‘Ingegneria sismica’, lanciando un avvertimento per tutti quei territori che prevedono lo sviluppo di attività di trivellazione, oppure che siano già ‘naturalmente’ sismici o dove i fabbricati siano inadeguati sismicamente: per l’Amiata sembra proprio che ricorrano tutte queste caratteristiche e dovremmo quindi porre maggiore attenzione al problema per non trovarci a dover subire eventi come quelli dell’Emilia dello scorso anno.
Anche il Dott.Borgia, che conosce bene l’Amiata, da sempre paventa il rischio di un evento sismico e le correlazioni tra fenomeni di subsidenza e l’attività geotermica.
Per capirne di più, considerata la scarsa informazione che circola sul tema, quando non addirittura disinformazione tesa a tranquillizzare la popolazione, che Sos Geotermia ha invitato i due geologi ad un incontro sul tema ‘Amiata e Terremoto’ con lo scopo principale di diffondere una corretta informazione tra la popolazione, ma non solo.
L’invito a partecipare all’incontro che si terrà il 17 settembre, ore 17, presso la sala consiliare del comune di Arcidosso, è diretto anche a chi, per il proprio ruolo pubblico, dovrebbe conoscere gli eventuali rischi ed agire di conseguenza.
In questi giorni stiamo mandando tale invito, che riportiamo di seguito, al Ministro dell’Ambiente, ai parlamentari, agli amministratori regionali, provinciali, comunali, ai partiti, sindacati, associazioni, comitati e quanti hanno (o dovrebbero) avere a cuore il destino di questo territorio e la salute dei suoi abitanti.

SOS GEOTERMIA

ALLEGATO:

INVITO
Al Ministro per l’Ambiente Andrea Orlando
Ai Parlamentari
Ai Sindaci
Agli Amministratori e gruppi politici comunali, provinciali e regionali
Alle Autorità locali e provinciali
Alle Organizzazioni sindacali provinciali
Alle Associazioni, Gruppi e Comitati

E’ ormai dato acquisito in letteratura scientifica che alcune attività umane che interferiscono con il sottosuolo siano cagione di eventi sismici di varia intensità, arrivando anche a provocare danni ingenti e pericolo per le vite umane.
Già sono molti gli episodi per i quali si è stabilita la correlazione tra terremoti e attività antropiche, dall’Europa agli Usa; l’ultimo episodio -per restare vicino a noi- che risale al 21 luglio scorso, è quello di San Gallo in Svizzera, immediatamente associato dal Servizio Sismico Svizzero (SED) “alle misure di test e di stimolazione impiegate nel pozzo di trivellazione del progetto geotermico” che segue peraltro quello dell’8 dicembre 2006 a Basilea, sempre correlato alla attività geotermica; in entrambi i casi l’attività è stata sospesa.
Diversamente accade da noi, sul monte Amiata, dove anche abbiamo avuto un forte terremoto il 1 aprile 2000 con successive fuoriuscite di fanghi geotermici, che hanno prodotto ingenti danni e per puro caso non hanno causato lutti; ma da quell’episodio ad oggi non si è più parlato dei rischi possibili, né si è ridotta l’intensità dello sfruttamento geotermico, anzi, si sta procedendo, col Piano di riassetto di Piancastagnaio e la centrale di Bagnore 4, al raddoppio della potenza!
Un vero e proprio tabù, a cui siamo comunque abituati quando si solleva la questione della geotermia amiatina, che sia l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, l’eccesso di mortalità e altre patologie, la riduzione del maggior acquifero dell’Italia centrale, temi sui quali questo Coordinamento da anni si spende per informare e denunciare, chiedendo una moratoria di ogni attività geotermica.
Proprio per continuare l’opera di informazione, abbiamo organizzato, per il 17 settembre, alle ore 17, presso la sala consiliare del comune di Arcidosso (GR) un incontro con due esperti della materia, il Prof.Marco Mucciarelli ed il Dott.Andrea Borgia che relazioneranno sul tema della sismicità indotta e sulla specifica situazione amiatina.
Crediamo che il tema dovrebbe interessare chi, per la funzione che ricopre, si occupa ed ha responsabilità politiche ed amministrative del territorio e del paese; anche per questo sollecitiamo una Vostra presenza all’incontro.

Monte Amiata, 12 settembre 2013            SOS Geotermia

I relatori dell’incontro:
> Prof.Marco Mucciarelli, Docente Sismologia Applicata presso la Scuola di Ingegneria dell’Università della Basilicata, Direttore del Centro Ricerche Sismologiche dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS) che ci esporrà un’introduzione generale sulla sismicità indotta, sulle problematiche specifiche legate alle estrazioni e reiniezioni, illustrando i casi di Basilea e San Gallo in Svizzera, The Geysers (CA, USA), Graben del Reno (Germania) ed il sisma del 1 aprile 2000 in Amiata.

> Dott.Andrea Borgia, Geologo della European Development Research Agency (EDRA), Docente presso il Dipartimento di Mineralogia dell¹Università di Milano, già docente presso la Arizona State University, la Rutgers University e il Lawrence Berkeley National Laboratory, membro della Commissione Nazionale per le Valutazioni di Impatto Ambientale, interverrà invece sulla questione Monte Amiata e centrali geotermiche, introduzione, fratturazioni EGS, microsismicità indotta per produzione, subsidenza. quale futuro e quali rischi dopo il raddoppio delle centrali?

La Nazione del 18 settembre 2013
«Attenti ai terremoti indotti causati dalle trivellazioni»
Incontro organizzato dal comitato SoS Geotermia
«UNA POLITICA che sfrutti le vere energie rinnovabili e che rispetti uomo e territorio». E’ questo il messaggio che ha voluto mandare SoS Geotermia Amiata in occasione dell’incontro «Amiata e territorio» che si è svolto nella sala consiliare del Comune di Arcidosso. L’evento ha visto la partecipazione massiccia del comitato SoS Geotermia, di cittadini e di amministratori: il sindaco di Arcidosso Emilio Landi e alcuni consiglieri del Comune di Castel del piano. È stato un pomeriggio di confronti e di dibattito scientifico sull’importante tema dei «Terremoti indotti», ossia quei terremoti provocati da attività umane, come ad esempio, è stato detto, «trivellazioni del suolo per progetti geotermici». L’evento è stato coordinato dal dottor Andrea Borgia seguito dall’intervento del professor Marco Mucciarelli. «GIÀ NEL 2000 ha detto Borgia un anno prima del terremoto che colpì Abbadia S.Salvatore, portai avanti un progetto scientifico finanziato allora con dieci milioni di lire per monitorare i movimenti del terreno in zone dove l’attività di trivellazione del suolo erano frequenti. Ad oggi possiamo affermare scientificamente che la reiniezione dei fluidi geotermici può essere una delle cause di terremoto. Gli studi conclude sono durati un anno, e continuano. Anche l’Onu ha individuato nel mantenimento della pressione ordinaria del campo geotermico l’unico modo efficace per garantire la sicurezza del territorio. Questo intervento è stato però ignorato dalla Regione Toscana». IL PROFESSOR Muccirelli a conclusione dell’evento lancia avvertimenti per tutti quei territori, anche per L’Amiata, che prevedono attività di trivellazione, «a muoversi con cautela. rispettando gli studi scientifici che ormai da decenni vengono portati avanti. Questo conclude per non trovarci a dover subire eventi come quelli dell’Emilia».

La Nazione del 17 settembre 2013
«Geotermia, i rischi sismici indotti esistono»
Incontro-dibattito organizzato ad Arcidosso dall’associazione «Sos Amiata»
«SOS GEOTERMIA Amiata» ha organizzato per oggi un importante incontro, dal titolo «Amiata e Territorio», sullo scottante e spesso sottaciuto tema della sismicità indotta. A partire dalle 17 di oggi, quindi, nella sala consiliare del comune di Arcidosso l’inconttro vedrà l’intervento del professor Marco Mucciarelli, docente di sismologia applicata alla scuola di ingegneria dell’università della Basilicata, e del dottor Andrea Borgia, geologo della European Development Research Agency (EDRA). A partecipare all’evento, che appare indispensabile per capire e confrontarsi su argomenti delicati che riguardano il sottosuolo del territorio amiatino e non solo, sono stati invitati i sindaci dell’intero territorio, gli amministratori locali, provinciali e tutta la cittadinanza. «È ormai un dato acquisito in letteratura scientifica dicono quelli di Sos Geotermia Amiata che alcune attività umane che interferiscono con il sottosuolo siano cagione di eventi sismici di varia intensità, arrivando anche a provocare danni ingenti e pericolo per le vite umane. Già sono molti gli episodi per i quali si è stabilita la correlazione tra terremoti e attività antropiche, dall’Europa agli Usa; l’ultimo episodio che risale al 21 luglio scorso, è quello di San Gallo in Svizzera, immediatamente associato dal Servizio sismico svizzero (Sed) alle misure di test e di stimolazione impiegate nel pozzo di trivellazione del progetto geotermico, che segue peraltro quello dell’8 dicembre 2006 a Basilea, sempre correlato alla attività geotermica; in entrambi i casi l’attività è stata sospesa». «DIVERSAMENTE aggiungono quelli di Sos Geotermia Amiata che sul monte Amiata, dove abbiamo avuto un forte terremoto il primo aprile 2000, con successive fuoriuscite di fanghi geotermici, che hanno prodotto ingenti danni e per puro caso non hanno causato lutti. Da quell’episodio ad oggi non si è più parlato dei rischi possibili, né si è ridotta l’intensità dello sfruttamento geotermico, anzi, si sta procedendo, col Piano di riassetto di Piancastagnaio e la centrale di Bagnore 4, al raddoppio della potenza. Un vero e proprio argomento tabù conclude Sos Geotermia Amiata che noi ci impegniamo con l’evento di oggi a riportare sotto l’attenzione di tutti gli attori sociali dell’Amiata».

Il Cittadino online del 17 settembre 2013
Salute e terremoti collegati alla geotermia
I comitati ambientalisti impegnati nella realizzazione di convegni
di Fabrizio Pinzuti
AMIATA – E’ ancora da definire da parte dei comitati ambientalisti la data dell’incontro sulla salute nel versante senese, mentre rimane confermato per martedì (17 settembre), alle ore 17, presso la sala consiliare del Comune di Arcidosso, l’incontro sui terremoti. Primo relatore dell’incontro è il Prof. Marco Mucciarelli, Docente di Sismologia Applicata presso la Scuola di Ingegneria dell’Università della Basilicata, Direttore del Centro Ricerche Sismologiche dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS) che dopo un’introduzione generale sulla sismicità indotta, tratterà delle problematiche specifiche legate alle estrazioni e reiniezioni, illustrando i casi di Basilea e San Gallo in Svizzera, dei Geysers (CA, USA), dei Graben del Reno (Germania) ed del sisma del 1 aprile 2000 in Amiata. In un suo recente articolo del gennaio scorso sulla rivista scientifica ‘Ingegneria sismica’, il prof. Mucciarelli sembra lanciare un avvertimento per tutti quei territori che prevedono lo sviluppo di attività di trivellazione, oppure che siano già ‘naturalmente’ sismici o dove i fabbricati siano inadeguati sismicamente: per l’Amiata sembra proprio che ricorrano tutte queste caratteristiche e si dovrebbe quindi porre maggiore attenzione al problema per non trovarsi a dover subire eventi come quelli dell’Emilia dello scorso anno. Scrive inoltre lo studioso che “in Italia gli studi sulla sismicità indotta sono in cronico ritardo rispetto al resto del mondo, data la assenza di dati pubblici su questo fenomeno. Questa assenza di dati e di studi potrebbe essere confusa con la assenza del fenomeno stesso. Ciò sarebbe pericoloso in un momento in cui vi è un forte interesse per attività quali la geotermia, lo stoccaggio di metano ed il sequestro sotterraneo di anidride carbonica. Anche in aree con bassi livelli di sismicità naturale va prevista comunque la installazione di reti microsismiche che consentano il monitoraggio della sismicità indotta. I dati di queste reti dovrebbero essere resi disponibili su siti pubblici. Nella progettazione di impianti andrebbe considerata anche la sismicità che questi possono indurre, come avviene già in altri paesi europei. Infine le maggiori cautele andrebbero adottate in quelle aree dove le strutture esistenti risultano inadeguate sismicamente già per la sismicità naturale”. Il secondo relatore è il Dott. Andrea Borgia, Geologo della European Development Research Agency (EDRA), docente presso il Dipartimento di Mineralogia dell¹Università di Milano, già docente presso la Arizona State University, la Rutgers University e il Lawrence Berkeley National Laboratory, membro della Commissione Nazionale per le Valutazioni di Impatto Ambientale, che interverrà sulla questione ‘Monte Amiata e centrali geotermiche’, fratturazioni EGS, microsismicità indotta per produzione, subsidenza, quale futuro e quali rischi si corrono dopo il raddoppio delle centrali. Come dimostrano i recenti episodi il rischio di terremoti in Amiata, anche di alto impatto, è tutt’altro che scongiurato, anzi, in considerazione anche della tipologia dei paesi amiatini, potrebbe rivelarsi ancora più dannoso che per altri territori ed è necessario che anche questo aspetto venga preso in considerazione quando, come si sta facendo in Amiata, si procede al raddoppio delle centrali anziché fermare i cantieri ed attenersi al principio di precauzione imposto anche dalle autorità europee. Il Dott.Borgia, che conosce bene l’Amiata, da sempre paventa il rischio di un evento sismico e le correlazioni tra fenomeni di subsidenza e l’attività geotermica. Per capirne di più, considerata la scarsa informazione che circola sul tema, quando non addirittura disinformazione tesa a tranquillizzare la popolazione, i comitati hanno invitato i due geologi ad un incontro con lo scopo principale di diffondere una corretta informazione tra la popolazione. Sono invitati all’incontro tutti i cittadini, gli amministratori e le autorità locali, provinciali e regionali, i partiti e sindacati, i giornalisti, le associazioni e gruppi, il Ministro dell’Ambiente, i parlamentari della zona, insomma tutti coloro che, per il proprio ruolo pubblico, dovrebbero conoscere gli eventuali rischi, agendo di conseguenza, ed avere a cuore il destino del territorio dell’Amiata e la salute dei suoi abitanti.

Corriere di Siena del 17 settembre 2013
Le idee di Sos Geotermia

Sull’Armata si parla di sismicità indotta. Riflessioni dopo il dramma del 2000
Piancastagnaio – Il rovinoso terremoto del primo aprile 2000 a Piancastagnaio, un esempio di sismicità indotta dalle attività dell’uomo? I comitati e i movimenti ambientali amiatini, riuniti nel coordinamento Sos Geotermia, hanno organizzato per oggi pomeriggio a Arcidosso (Grosseto), nella sala consiliare, un incontro sul tema, che in Italia registra un notevole ritardo degli studi rispetto al resto del mondo. Interverranno Marco Mucciarelli, docente sismologia applicata presso la scuola di ingegneria dell’università della Basilicata, direttore del centro ricerche sismologiche dell’istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale (Ogs) e Andrea Borgia, geologo della european developnnent research agency (Edra), docente presso il dipartimento di mineralogia dell’università di Milano, già docente presso la Arizona state university, la Rutgers university e il Lawrence Berkeley national laboratory, membro della commissione nazionale per le valutazioni di impatto ambientale. Mucciarelli si intratterrà su nozioni generali riguardanti il fenomeno, legato a problematiche specifiche (estrazione e reiniezione), soffermandosi sui casi del sisma del primo aprile 2000 in Amiata, dei sismi di Basilea e San Gallo in Svizzera, di The Geysers (Usa) e del Graben del Reno (Germania). Borgia parlerà, del monte Amiata e delle centrali geotermiche, della microsismicità indotta per produzione e del fenomeno di subsidenza. La, iniziativa, viene svolta nell’ambito di un percorso di avvicinamento alla data del 12 ottobre, giornata di mobilitazione internazionale in difesa dei beni comuni e contro i nuovi colonialismi. Tutti i cittadini, e, in particolare, gli amministratori locali sono invitati a partecipare.

OrvietoSì.it del 16 settembre 2013
Incontro “Amiata e terremoto” ad Arcidosso
…segue ns.comunicato

PrimaPaginaChiusi.it del 15 settembre 2013
AMIATA: GEOTERMIA E SISMICITA’ INDOTTA. INTERVISTA AL SISMOLOGO MUCCIARELLI
Martedì incontro pubblico ad Arcidosso sulla sismicità indotta. Il Docente di sismologia tra gli invitati
di David Busato
SIENA – La questione della geotermia sull’Amiata ritorna di attualità. Martedì 17 presso la sala consiliare del comune di Arcidosso, si terrà un incontro pubblico organizzato dal comitato SOS geotermia dal titolo “Amiata e Territorio”. Tra gli invitati oltre al Prof. Andrea Borgia, anche il Prof. Marco Mucciarelli, sismologo, che recentemente sull’argomento spinoso della sismicità indotta ha scritto sulla rivista scientifica ‘Ingegneria sismica’: “”In Italia gli studi sulla sismicità indotta sono in cronico ritardo rispetto al resto del mondo data la assenza di dati pubblici su questo fenomeno. Questa assenza di dati e di studi potrebbe essere confusa con la assenza del fenomeno stesso. Ciò sarebbe pericoloso in un momento in  cui vi è un forte interesse per attività quali la geotermia, lo  stoccaggio di metano ed il sequestro sotterraneo di anidride carbonica. Anche in aree con bassi livelli di sismicità naturale va prevista comunque la installazione di reti microsismiche che consentano il monitoraggio della sismicità indotta. I dati di queste reti dovrebbero essere resi disponibili su siti pubblici. Nella progettazione di impianti andrebbe considerata anche la sismicità che questi possono indurre, come avviene già in altri paesi europei. Infine le maggiori cautele andrebbero adottate in quelle aree dove le strutture esistenti risultano inadeguate sismicamente già per la sismicità naturale.”
Chiaro avvertimento per tutti quei territori che prevedono lo sviluppo di  attività di trivellazione, oppure che siano già ‘naturalmente’ sismici o dove i fabbricati siano inadeguati sismicamente. Per saperne si più abbiamo fatto qualche domanda al Prof. Mucciarelli.
1)   Professore, da una parte le proteste reiterate del Comitato contro la geotermia e dall’altra Enel che dice che è tutto ok…
Credo che le proteste per la sismicità indotta derivino da una mancanza di chiarezza e di normative. Per esempio in questi giorni c’è il problema della sismicità indotta in Olanda da estrazione gas, ma è chiaro per tutti che è una risorsa per quel Paese irrinunciabile e le compagnie rifondano i danni eventualmente causate e sono tenute a farlo e per legge. In Olanda se una compagnia fa un danno lo risarcisce per legge. Il problema è che in Italia questo sistema non funziona; quando cìè stato il terremoto sull’Amiata nel 2000 in cui anche studi recenti hanno dimostrato come sia stato indotto molto probabilmente dalle attività geotermiche. Ebbene, i 26 casali che furono danneggiati da questo terremoto penso non siano stati risarciti da parte delle compagnie che sfruttano il geotermico. Il problema non è si o no alla geotermia, ma bisogna evitare di dire da un lato che non succede mai niente, e dall’altro.di dire che qualsiasi terremoto viene è un terremoto indotto. Servono controlli pubblici rigorosi. E’ risaputo in tutto il mondo che questa attività può indurre terremoti. E’ chiaro che la geotermia è una fonte energetica, ma comporta dei rischio per cui dobbiamo chiederci: quanto costano questi rischi? Anche studi dell’Enel a Larderello o altrove hanno dimostrato correlazioni di sismicità indotta quindi non si può negare questo rischio. In tutto il mondo dove si sfrutta l’energia geotermica, si sa che c’è sismicità indotta, ma è controllata ed i dati sul monitoraggio della sismicità sono pubblici, cosa che, per esempio, in Italia, non lo sono.
2)     Si può percentualmente stabilire quanto lo sfruttamento geotermico induca terremoti?
Se parliamo di terremoti in generale la percentuale è del 100% perché la tecnica di sfruttamento che viene utilizzata di stimolazione crea degli sforzi all’interno della crosta terrestre che genera sismicità. Dopo dobbiamo ragionare su quanto sismicità sia strumentale e quanto sia percepita, e qui la percentuale tende a diminuire. Un altro passo sarebbe quello di passare dal percepito al danno .
3)     Da esperto quale è Lei, mi esprima un giudizio su chi dice che lo sfruttare la geotermia permette alla terra di “sfogarsi” e quindi di evitare terremoti futuri…
Sono affermazioni rischiose…

Il Tirreno del 14 settembre 2913
GEOTERMIA  Sismicità e territorio, incontro con i comitati a Arcidosso    
ARCIDOSSO.  I comitati contro la geotermina organizzano un incontro (il 17 alle 17 a Arcidosso) sul tema della sismicità indotta: “un fenomeno sottaciuto, ma non per questo meno pericoloso” . Il titolo è inquietante “Amiata e Terremoto”. «In Italia gli studi sulla sismicità indotta sono in cronico ritardo rispetto al resto del mondo – scrivono – data la assenza di dati pubblici su questo fenomeno. Questa assenza di dati e di studi potrebbe essere confusa con l’assenza del fenomeno stesso. Ciò sarebbe pericoloso in un momento in cui vi è un forte interesse per attività quali la geotermia, lo stoccaggio di metano ed il sequestro sotterraneo di anidride carbonica. Anche in aree con bassi livelli di sismicità naturale va prevista comunque la installazione di reti microsismiche che consentano il monitoraggio della sismicità indotta. I dati di queste reti dovrebbero essere resi disponibili su siti pubblici. Nella progettazione di impianti andrebbe considerata anche la sismicità che questi possono indurre. Infine le maggiori cautele andrebbero adottate in quelle aree dove le strutture esistenti risultano inadeguate sismicamente già per la sismicità naturale». Scrive così il prof.Mucciarelli in un suo recente articolo: per l’Amiata sembra che ricorrano tutte queste caratteristiche e dovremmo quindi porre maggiore attenzione al problema per non trovarci a dover subire eventi come quelli dell’Emilia dello scorso anno.

Contropiano.org del 13 settembre 2013
Sos geotermia Amiata. Il 17 si illustrano i pericoli
…segue ns.comunicato

Grosseto Oggi.net del 13 settembre 2013
Sismicità indotta: un fenomeno sottaciuto, ma non per questo meno pericoloso
…segue ns.comunicato

L’autunno caldo di SOS Geotermia: Il 17 settembre in Amiata un incontro sul problema dei terremoti

monte amiata e terremoto-1La battaglia per la salvaguardia del monte Amiata prosegue, forte anche della recente vittoria dei vicini Comitati di Castel Giorgio/Alfina/Bolsena che hanno ottenuto una prima importante vittoria con l’abbandono della soc.ITW-LKW dei suoi progetti di sfruttamento geotermico.
Si preannuncia un autunno molto caldo che avrà nella settimana dal 12 al 19 ottobre il suo culmine, che vanno dalla giornata del 12 ottobre, data simbolo della ‘conquista’ dell’america, che vedrà iniziative e manifestazioni in tutto il mondo contro le devastazioni ambientali delle multinazionali e a difesa del territorio, passando per lo sciopero generale del 18 e la manifestazione nazionale dei movimenti del 19.
In preparazione della settimana di mobilitazione, in Amiata ci saranno, tra le varie iniziative, due incontri importanti, uno sulla sismicità indotta, cioè sui terremoti causati dall’attività umana, ed un altro sulla salute.
Mentre è in definizione la data del secondo incontro sulla salute che si svolgerà nel versante senese, l’incontro sui terremoti, dal titolo esplicativo ‘Monte Amiata e Terremoto’, si terrà il 17 settembre, alle ore 17, presso la sala consiliare del comune di Arcidosso.
I relatori dell’incontro sono il Prof.Marco Mucciarelli, Docente Sismologia Applicata presso la Scuola di Ingegneria dell’Università della Basilicata, Direttore del Centro Ricerche Sismologiche dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS) che ci esporrà un’introduzione generale sulla sismicità indotta, sulle problematiche specifiche legate alle estrazioni e reiniezioni, illustrando i casi di Basilea e San Gallo in Svizzera, The Geysers (CA, USA), Graben del Reno (Germania) ed il sisma del 1 aprile 2000 in Amiata.
Il Dott.Andrea Borgia, Geologo della European Development Research Agency (EDRA), Docente presso il Dipartimento di Mineralogia dell¹Università di Milano, già docente presso la Arizona State University, la Rutgers University e il Lawrence Berkeley National Laboratory, membro della Commissione Nazionale per le Valutazioni di Impatto Ambientale, interverrà invece sulla questione Monte Amiata e centrali geotermiche, introduzione, fratturazioni EGS, microsismicità indotta per produzione, subsidenza. quale futuro e quali rischi dopo il raddoppio delle centrali?
Come dimostrano i recenti episodi, di cui si parlerà, il rischio di terremoti in Amiata, anche di alto impatto, è tutt’altro che scongiurato, anzi, in considerazione anche della tipologia dei paesi amiatini, potrebbe rivelarsi ancora più dannoso che per altri territori ed è necessario che anche questo aspetto venga preso in considerazione quando, come si sta facendo in Amiata, si procede al raddoppio delle centrali anzichè fermare i cantieri ed attenersi al principio di precauzione imposto anche dalle autorità europee.
Sono invitati all’incontro tutti i cittadini, gli amministratori e le autorità locali, provinciali e regionali, i partiti e sindacati, i giornalisti, le associazioni e gruppi.

scarica la locandina

La Nazione dell’11 settembre 2013
ARCIDOSSO UN’ALTRA INIZIATIVA DI MOBILITAZIONE

«Geotermia e terremoti» L’autunno caldo del comitato
Esperti e studiosi a convegno sulle centrali amiatine
di Maria Brigida Langellotti
CONTINUA la battaglia del coordinamento dei comitati Sos geotermia per la salvaguardia del Monte Amiata. Martedì alle 17 nella sala consiliare del Comune di Arcidosso è in programma una nuova iniziativa di mobilitazione, «Monte Amiata e terremoto». Un nuovo appuntamento, dopo le varie iniziative di protesta organizzate contro lo sfruttamento delle risorse geotermiche del territorio, già ribattezzato come «L’autunno caldo di Sos geotermia». Si preannuncia, infatti, un autunno molto caldo che avrà nella settimana dal 12 al 19 ottobre il suo culmine. In preparazione della settimana di mobilitazione, in Amiata ci saranno, tra le varie iniziative, due incontri importanti: uno sulla sismicità indotta, cioè sui terremoti causati dall’attività umana, e un altro sulla salute. All’incontro interverrà Marco Mucciarelli, docente di Sismologia applicata all’università della Basilicata e direttore del Centro ricerche sismologiche dell’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale che esporrà un’introduzione generale sulla sismicità indotta, illustrando vari casi. Tra i relatori anche Andrea Borgia, geologo dell’European development research agency e docente all’università di Milano: interverrà sulla questione Monte Amiata e centrali geotermiche. «Come dimostrano i recenti episodi sottolineano da Sos geotermia il rischio di terremoti in Amiata, anche di alto impatto, è tutt’altro che scongiurato: anzi, in considerazione anche della tipologia dei paesi amiatini, potrebbe rivelarsi ancora più dannoso che per altri territori ed è necessario che anche questo aspetto venga preso in considerazione quando, come si sta facendo in Amiata, si procede al raddoppio delle centrali anziché fermare i cantieri e attenersi al principio di precauzione».

OK Siena.it del 2 settembre 2013
AMIATA: NUOVI APPUNTAMENTI PER PARLARE SU SOS GEOTERMIA
…segue ns. comunicato

GoNews.it del 31 agosto 2013
Salute e sismicità indotta: due incontri promossi dai comitati SOS Geotermia
Interverranno Marco Mucciarelli, docente all’Università della Basilicata e Andrea Borgia, Geologo della European Development Research Agency
…segue ns. comunicato

GrossetoOggi.net del 31 agosto 2013
L’autunno caldo di SOS Geotermia: Il 17 settembre in Amiata un incontro sul problema dei terremoti
…segue ns.comunicato

Siena News.it del 31 agosto 2013
L’autunno caldo di SOS Geotermia: Il 17 settembre in Amiata un incontro sul problema dei terremoti
…segue ns.comunicato

Incontro Istituzioni/Sos geotermia: confermate tutte le preoccupazioni sulla salute. Resta prioritaria e urgente la moratoria di ogni attività geotermica in Amiata

20130617_sfiora_incontro_02cropI Sindaci dei comuni, sede degli impianti geotermici, utilizzando la credibilità ereditata dalle pubbliche istituzioni, stanno applicando una vecchia tecnica di comunicazione: ripetendo in maniera ossessiva una evidente bugia si riesce a diventare credibili, come ha insegnato in Italia chi addebita le sue condanne ai malefici complotti dei Giudici.
L’ultimo a cimentarsi con questa tecnica è il Sindaco di Pomarance, il quale ripete che “ i risultati degli studi sulla salute confermano che le emissioni geotermiche non hanno un peso sugli eccessi delle malattie.”.
E’ esattamente il contrario di quanto è emerso a Santa Fiora il 17 giugno scorso nel confronto pubblico tra il Direttore dell’Agenzia della Sanità della Toscana e un epidemiologico dell’Istituto Tumori di Genova. In quella sede, infatti, è stato accertato concordemente che dagli studi finora fatti non è possibile escludere il concorso delle emissioni inquinanti negli eccessi di mortalità registrato nei comuni sede di impianti geotermici.
Tali studi sono molto parziali e imprecisi, non è stata mai fatta una valutazione cumulativa degli inquinanti, già presenti con certezza, né è stata fatta una valutazione degli effetti sinergici di inquinanti molto pericolosi. Non si vuole applicare il Principio di Precauzione e di Prevenzione e necessitano altri studi più mirati, capaci di individuare le cause ambientali di un sicuro eccesso di mortalità, che in alcuni comuni dell’Amiata particolarmente esposti alle emissioni, sono dell’ordine del + 30% per tumori.
Infine le autorizzazioni rilasciate dalla Regione Toscana si fondano su valutazioni sanitarie errate e inadeguate.
Questo è il quadro chiaramente emerso dalla documentazione presentata e dalle risposte ricevute dai tecnici esperti. Questo quadro è oggettivamente allarmante, giustifica ampiamente la richiesta di moratoria di nuovi impianti avanzata da SOS Geotermia ed espone i Sindaci alle loro responsabilità in tute le sedi.

Il Fatto quotidiano Tv del 26 giugno 2013
Toscana, inquinamento e centrali geotermiche. C’è correlazione?
di Francesco Maria Borrelli
Eccesso di mortalità e ospedalizzazione che oscilla dal +6% al +13% a seconda delle zone, con punte del +30% nel comune di Arcidosso, in provincia di Grosseto. Questi i dati emersi dallo studio ad hoc commissionato nel 2010 dalla Regione ed eseguito dall’Agenzia regionale di Sanità (Ars) e dall’Arpat (Agenzia regionale protezione ambientale) per verificare la correlazione tra le centrali geotermiche presenti in Toscana e l’inquinamento. Da tre anni i comitati cittadini hanno chiesto un confronto con le Agenzie. L’occasione è stata il convegno del 17 giugno a Santa Fiora (GR). Durante l’incontro il direttore dell’Ars, Francesco Cipriani, ha riferito che analizzando i tipi di tumori riscontrati nello studio descrittivo, sembra che non ci sia correlazione con patologie riferibili all’inquinamento. Adesso però è necessario affiancare un secondo studio, a causa dei limiti metodologici del primo. Secondo l’epidemiologo dell’Istituto nazionale per la ricerca sul cancro di Genova, Valerio Gennaro, quello svolto “è uno studio di primo livello, che non risponde al quesito su dove va l’inquinamento, che mix di inquinamenti ci sono, che popolazione è inquinata e quindi come sta la popolazione inquinata rispetto a quella non inquinata”.

Il Tirreno del 20 luglio 2013
Sos Geotermia «Sul rischio tumori bugie dai sindaci»
SANTA FIORA «Bugie» ed «errori di valutazione» sul rapporto tra geotermia e salute umana che pregiudicherebbero quest’ultima. Sos Geotermia – Coordinamento dei movimenti per l’Amiata non fa sconti ai sindaci dei comuni sede degli impianti geotermici. Secondo il comitato contrario allo sfruttamento del calore della terra, i primi cittadini, «utilizzando la credibilità ereditata dalle pubbliche istituzioni, stanno applicando una vecchia tecnica di comunicazione: ripetendo in maniera ossessiva una evidente bugia, si riesce a diventare credibili». Sos Geotermia spiega di essere uscito dal confronto pubblico, tenuto a Santa Fiora il 17 maggio tra il direttore dell’Agenzia della Sanità della Toscana e un epidemiologico dell’Istituto tumori di Genova, con informazioni completamente diverse rispetto a quelle recepite dai sindaci. «È stato accertato – spiega Sos Geotermia – che dagli studi finora fatti non è possibile escludere il concorso delle emissioni inquinanti negli eccessi di mortalità registrato nei comuni sede di impianti geotermici. Tali studi sono molto parziali e imprecisi, non è stata mai fatta una valutazione cumulativa degli inquinanti, già presenti con certezza, né è stata degli effetti sinergici di inquinanti molto pericolosi. Non si vuole applicare il principio di precauzione e prevenzione e servono altri studi più mirati, capaci di individuare le cause ambientali di un sicuro eccesso di mortalità che in alcuni comuni dell’Amiata particolarmente esposti alle emissioni, sono dell’ordine del più 30 per cento di mortalità per tumori. Le autorizzazioni rilasciate dalla Regione si fondano poi su valutazioni sanitarie errate e inadeguate». Per questo Sos Geotermia chiede una moratoria per la costruzione della centrale Bagnore 4.

La Nazione del 20 giugno 2013
IMPIANTI. Il Comitato «Sos Geotermia» chiede nuove verifiche
«Geotermia Servono studi»
di Cristiano Bernacchi
AMIATA. A SEGUITO del confronto tenutosi a Santa Fiora tra il direttore dell’Agenzia della Sanità Toscana Francesco Cipriani e l’epidemiologo Valerio Gennaro dell’Istituto tumori di Genova, il comitato «Sos Geotermia» rilancia la richiesta di moratoria sull’attività geotermica sull’Amiata. «In quella sede, come dicono i rappresentanti del Comitato ambientalista è stato accertato che dagli studi finora fatti non è possibile escludere il concorso delle emissioni inquinanti negli eccessi di mortalità registrato nei comuni sede degli impianti». Stando a quanto sostiene «Sos Geotermia», tali studi «sono molto parziali ed imprecisi e, in più, non è mai stata fatta una valutazione cumulativa degli inquinanti, già presenti con certezza, né è stata fatta una valutazione degli effetti sinergici di inquinanti molto pericolosi». Oltre alla moratoria, quindi secondo il comitato, «è necessario che si facciano altri studi più mirati, capaci di individuare le cause ambientali di un sicuro eccesso di mortalità, che in alcuni comuni dell’Amiata particolarmente esposti alle emissioni, sono del + 30 % di mortalità per tumori». Durante l’incontro, particolarmente partecipato, alcuni sindaci presenti hanno confermato che la costruzione di Bagnore 4 non è in discussione, anche se la guardia sui monitoraggi deve rimanere sempre alta.

Corriere di Maremma del 20 giugno 2012
Amministratori, esperti e cittadini a confronto sulla questione geotermia
SANTA FIORA Si è ancora parlato di geotermia sull’Amiata lunedì 17 giugno in un incontro fra amministratori, esperti e cittadini, promosso dall’Unione dei Comuni dell’Amiata Grossetana in accordo con i Comitati di Sos Geotermia. Nella Sala del Popolo del Comune di Santa Fiora si sono confrontati cittadini edesperti dell’Arsia e dell’Arpat per rispondere alle domande e cercare di dare risposte per quanto possibile chiare ed esaustive. Un mese fa furono presentati i dati di una ricerca dell’Agenzia Regionale della Salute e dell’ Arpat provinciale sullo stato di salute dell’Amiata facendo conoscere i dati raccolti nel corso di dieci anni (2000 2009) riferiti ai territori geotermici della Toscana e quindi anche dell’Amiata. In quella occasione vennero fornite informazioni sui vari elementi dello statodi salute quali mortalità, ospedalizzazione, patologie ricorrenti fra la popolazione e venne esclusa una correlazione fra l’attività geotermica in essere sull’Amiata e le patologie riscontrate. Lunedì 17 si è voluto focalizzare nel merito della questione con approfondimenti più particolari nei quali si sono soffermati i dottori Francesco Cipriani (Ars) e Valerio Gennaro (oncologo dell’I.S.T. di Genova). L’occasione è stata utile per la popolazione per presentare ancheuna serie di punti interrogativi e domande per ulteriori approfondimenti. Intanto la ricerca che l’Agenzia Regionale sta effettuando riguarda i dati fino al 2012, cioè ulteriori tre anni rispetto a quelli conosciuti che arrivano al 2009, il risultato dei quali sarà presentato alla popolazione nel settembre/ottobre prossimo. “E’ stato utile il confronto – dice il presidente della Conferenza dei Sindaci Emilio Landi – ed è stato preso impegno da parte delle istituzioni pubbliche di procedere ad ulteriori approfondimenti anche in tema di acqua e aria che il costituendo Osservatorio dell’Amiata avrà come funzione, operando approfondimenti ancora più mirati entrando nel merito delle questioni per dare risposte più certe e poter tranquillizzare la gente. L’impegno è rivolto anche a monitorare l’azione di Enel in modo costante”. Non sono stati, comunque, chiariti ancora una volta molti punti messi sul tavolo e fra i molti interrogativi senza risposta, ad esempio, c’è quello relativo alle mortalità degli uomini superiore a quella delle donne. I Comitati di Sos Geotermia hanno avanzato anche la proposta di una moratoria inattesa dei risultati delle indagini in corso, ma su questo tema le Amministrazioni locali si trincerano dietro alle autorizzazioni già concesse dallaRegione alla quale spetta il diritto di intervenire. Dunque, in sostanza, le attività già in essere andranno avanti e alle amministrazioni locali toccherà il solocompito, importantissimo, di “controllare la salute dei cittadini, facendorispettare le norme legislative in essere”.

Il Tirreno del 19 giugno 2013
Geotermia: tra moratoria e controlli dialogo impossibile
ARCIDOSSO A detti dei presenti è stato un incontro interessante quello avvenuto a Santa Fiora lunedì pomeriggio sulla questione “geotermia e salute”, organizzato in comune fra istituzioni e comitati antigeotermici. Alla presenza di esperti istituzionali, fra cui Francesco Cipriani dell’Agenzia Regionale di Sanità (Ars) e Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto tumori di Genova a cui i cittadini hanno potuto rivolgere quesiti e chiedere chiarimenti. Anche da questo incontro i comitati sono usciti chiedendo una moratoria per la centrale di Bagnore 4 adesso in costruzione, mentre i sindaci presenti hanno tenuto a ribadire che la costruzione della nuova centrale non è in discussione, anche se non si abbassa il monitoraggio su cui le istituzioni locali e la Regione si sono impegnati. «Intanto – spiega il sindaco di Santa Fiora Verdi – va avanti la verifica degli eccessi di mortalità che si riscontrano in Amiata e a settembre ci sarà la presentazione del nuovo step di analisi che l’Ars e l’Arpat porteranno avanti. In questi ulteriori approfondimenti, aggiunge, noi Comuni siamo d’accordo a metterci soldi di tasca nostra, affinché vengano con costanza le nuove risposte degli scienziati. Insomma, tutto va avanti, la centrale e le analisi, da cui usciranno nuovi dati con nuovi metodi e nuove tecnologie». Anche il sindaco Emilio Landi avverte che «questo incontro fa parte del programma degli obiettivi che noi istituzioni ci eravamo prefissati per mettere in piedi l’osservatorio per la geotermia di cui da tempo si parla. Lunedì l’incontro ha riguardato la sanità, ma ne faremo altri dedicati all’aria e all’acqua, ad esempio. L’intendimento istituzionale è di mantenere aperte le disponibilità che vengono dalle sollecitazioni a non abbassare la guardia, ma ad avere le cose sotto controllo. Terremo d’occhio le centraline e i dati, il loro funzionamento continuo, i piezometri». Intanto i Comuni hanno dato disponibilità ad Ars che chiede un ulteriore incarico per approfondire i dati sanitari. «Questo non può che essere un bene: saranno analisi mirate e con esse di spera di stabilire meglio i motivi degli eccessi di mortalità in Amiata», conclude Landi. (f.b.)

GreenReport.it del 21 giugno 2013
Geotermia e salute, Toscana alla (impossibile) ricerca della certezza
Il confronto tra istituzioni e comitato SOS geotermia sui dati sulla salute nelle aree geotermiche non poteva che avere l’esito che ha avuto: ognuno rimane della sua opinione
di Lucia Venturi
È stato un serrato dibattito quello che si è svolto alla sala del Popolo di Santa Fiora tra i rappresentanti istituzionali e il comitato SOS geotermia, supportato dal loro esperto di riferimento, per approfondire i dati sulla salute emersi dall’indagine epidemiologica condotta da ARS per conto della Regione Toscana sulle popolazioni delle aree geotermiche.
Un contraddittorio richiesto dal comitato che si oppone allo sviluppo della geotermia sull’Amiata, e che le istituzioni hanno organizzato, chiamando a rispondere alle domande da una parte Francesco Cipriani Direttore dell’Agenzia Regionale di Sanità e dall’altra Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto Tumori di Genova, chiamato da SOS geotermia.
L’incontro era volto a chiarire le questioni dibattute sui risultati dell’indagine epidemiologica condotta da ARS sulle popolazioni delle aree geotermiche ma si è, ovviamente, esteso anche alle altre questioni ambientali, cui ha risposto Marco Pellegrini, Coordinatore dell’Area Vasta Sud di ARPAT.
Sugli aspetti ambientali, in particolare qualità dell’aria e dell’acqua, l’impegno assunto dal Sindaco di Arcidosso, Emilio Landi, è stato quello di organizzare un prossimo incontro, dato che, anche su questi temi, molte sono state le richieste di approfondimento.
Un incontro senza dubbio interessante, peccato che oltre alla presenza dei rappresentanti del comitato e di alcuni sindaci non  fossero presenti anche gli altri cittadini dell’area geotermica dell’Amiata.
Clima disteso, nonostante tutto, domande inerenti e ben studiate quelle che sono state poste, risultato pressoché scontato, che ha portato a chiedere nuovamente ai sindaci presenti di avviare una moratoria sulla realizzazione della nuova centrale di Bagnore. E anche in questo caso il risultato era altrettanto scontato: sia Renzo Verdi, che Emilio Landi, rispettivamente sindaco di Santa Fiora e di Arcidosso, hanno infatti ribadito la loro intenzione a non rinunciare alla geotermia ma nemmeno a fare sconti sulla salute della popolazione.
A tale proposito hanno informato i presenti che sosterranno in Regione la richiesta di approfondire gli studi sanitari con un progetto – già presentato da ARS – volto a mettere in piedi un’ulteriore indagine epidemiologica, non più descrittiva ma eziologica, per confermare i risultati sino ad oggi acquisiti ed indagare sulle reali cause del quadro clinico rilevato.
L’indagine che é stata svolta e aggiornata con nuove serie di dati ha portato, infatti a rilevare alcuni eccessi di mortalità ma solo nei maschi, di malattie (tumorali e non) e di ospedalizzazione tra la popolazione amiatina, ma «per  cause in cui il fattore ambientale è poco o per niente rappresentato» ha spiegato Cipriani e in un’area, quella dell’Amiata appunto, «dove le emissioni geotermiche sono più basse rispetto all’area tradizionale».
Da cui le conclusioni che non può essere la geotermia la causa di questi eccessi «che comunque preoccupano» ha sottolineato più volte Cipriani e che «è bene approfondire»: per questo le tre ASL hanno aumentato la loro attività clinica per interventi di prevenzione.
«Gli indizi rilevati – ha spiegato Cipriani- fanno ipotizzare che le cause delle criticità riscontrate siano prevalentemente riconducibili a fattori occupazionali, stili di vita, fattori genetici, forse anche ad altri fattori ambientali, penso all’arsenico, piuttosto che alle emissioni geotermiche».
Per questo «le conclusioni hanno segnalato una situazione rassicurante, rispetto alla presenza di attività geotermica, ma questo non significa che un problema non ci sia e che sia giusto studiarne la causa. Sarebbe però più corretto approfondire il problema dell’esposizione storica all’arsenico, che può essere la causa di danni sistemici oltre al tumore».
Quindi una posizione molto chiara quella di Francesco Cipriani, che invitava a guardare altrove anziché alle emissioni geotermiche, ricordando che anche per quanto riguarda l’acido solfidrico, allo stato attuale non esiste una sufficiente evidenza scientifica degli effetti a lungo termine delle esposizioni croniche a basse dosi.
I principali studi condotti da Bates, sulla popolazione neozelandese di Rotorua esposta ad emissioni naturali molto più alte di quelle dell’Amiata (dove attualmente i sistemi di abbattimento AMIS hanno ridotto del 90% le emissioni delle centrali) indicano «che non si sono rilevati problemi sanitari e anzi, da recenti studi di epidemiologia molecolare, risulta dotato di importanti effetti sul metabolismo cellulare, ossia su molti processi biochimici importanti per la vita delle cellule, in particolare per la salute del sistema cardiovascolare».
Dopo la breve introduzione di Francesco Cipriani che ha ricordato le linee metodologiche dell’indagine svolta, le conclusioni cui è giunta e gli aggiornamenti in corso, e l’intervento di Valerio Gennaro, che, a sua volta, ha illustrato quali debbano essere gli elementi da considerare in un’indagine epidemiologica, è iniziato il vero contraddittorio con l’esposizione da parte di Andrea Borgia e dei rappresentanti di SOS Geotermia di 14 domande, alle quali -una ad una- è stata data una risposta, laddove una risposta era possibile.
La gran parte delle domande era tesa infatti a far escludere categoricamente il “concorso degli inquinanti emessi dalle centrali geotermiche negli eccessi rilevati” sulla popolazione dell’Amiata cui Francesco Cipriani, ha dovuto rispondere che «non è possibile escludere nulla e nessun ricercatore può escludere nulla, perché nel campo medico e biomedico non esiste l’assoluta certezza».  «Quello che si può fare, ed è quello che è stato fatto- ha continuato Cipriani– è dare, sulla base dei dati e delle conoscenze a disposizione, una risposta sulla situazione in atto e individuare eventuali cose da fare: per questo abbiamo detto che gli indizi ci portano a dare una risposta rassicurante per quanto riguarda la geotermia  ma non per la presenza comunque riscontrata di alcuni eccessi, sui quali è doveroso indagare per individuare quale sia la causa».
Per questi ulteriori approfondimenti, ha detto Renzo Verdi rispondendo ad una domanda che chiedeva la disponibilità delle amministrazioni a chiedere alla Regione Toscana un ulteriore studio, condotto da ARS,  «noi Comuni siamo d’accordo a metterci soldi di tasca nostra» perché, e lo ha ribadito anche Emilio Landi, «vorremmo riuscire a stabilire meglio i motivi degli eccessi di mortalità sull’Amiata».
Il prossimo incontro – già annunciato dal Sindaco di Arcidosso a nome dell’Unione dei comuni dell’Amiata – sempre improntato come contraddittorio – sarà dedicato ai temi ambientali, in particolare all’aria e all’acqua, temi su cui si sono soffermate molte delle domande poste e che in parte hanno già, comunque, avuto risposta.

Salta l’incontro tra i sindaci e il coordinamento sos geotermia?

altan_si_no_seccaAvevamo raccolto l’invito dei sindaci di S.Fiora e Arcidosso ad un incontro/confronto sulla geotermia e le ricadute sulla salute delle popolazioni esposte, nella convinzione che finalmente si potesse avviare un ‘dialogo’ franco sulla questione, uscendo dalla logica delle tifoserie e delle risse verbali.
Sembrava che ci fossero tutte le condizioni per svolgere tale incontro il 6 maggio con la presenza di qualificati interlocutori, quali l’Ars regionale, che ha redatto lo studio epidemiologico sulle ‘aree geotermiche’ e il Dott. Gennaro Valerio, epidemiologo, dell’Istituto Tumori di Genova; voci autorevoli che avrebbero aiutato gli amministratori e la popolazione a capire meglio i termini della questione.
A pochi giorni dalla definizione dell’incontro sembra invece che, tramite la Conferenza dei Sindaci dell’Amiata grossetano, siano intenzionati a rinviare l’atteso incontro.
Non sappiamo bene le motivazioni che avrebbero indotto i sindaci a tale ripensamento e riteniamo che -se fosse davvero così- non sarebbe un buon segnale per i cittadini e per tutti coloro che avevano ben sperato dell’apertura di una nuova fase di dialogo tra le parti.
Nella speranza che l’incontro possa ancora essere fatto e ribadendo la nostra disponibilità ad ogni confronto, rivolgiamo di nuovo l’invito ai sindaci a non perdere questa preziosa occasione.
Il coordinamento sos geotermia ribadisce le sue ferme posizioni, condivise ormai da gran parte della popolazione e da tante associazioni, comitati, sindacati, partiti e movimenti che hanno aderito alla prossima manifestazione nazionale dell’11 maggio in Amiata.

La Nazione del 25 aprile 2013

DELUSIONE
Salta l’incontro con i sindaci
di Cristiano Bernacchi
DOPO l’apparente distensione dei rapporti tra detrattori e sostenitori della geotermia con la previsione di un incontro-confronto, ecco la doccia fredda: sembra che l’incontro slitti a data da definire. Stupore da parte di Sos Geotermia che, dopo le intenzioni di apertura del sindaco Verdi e la disponibilità del collega Landi, pensava di avere un confronto sull’argomento che per il momento sfuma. I comitati anti geotermia si chiedono le ragioni di una simile scelta che sembra essere uscita dalla Conferenza dei Sindaci dell’Amiata Grossetano e sperano «che ci sia un ripensamento verso la conferma del sospirato incontro che è atteso dicono non solo dagli oppositori della geotermia, ma anche da molti cittadini che ancora oggi non hanno le idee chiare».

Il Tirreno del 26 aprile 2013

Geotermia, polemiche accese sul seminario con gli esperti
Sos denuncia: la conferenza dei sindaci vuole rinviare l’incontro che illustrerà le ricadute sulla salute. Ma Landi replica: «Nessun giochino, la data slitta soltanto per permettere a tutti di essere presenti»
di Fiora Bonelli
MONTE AMIATA. Non c’è nessun contraddittorio in vista fra istituzioni e comitati antigeotermici. Ma un convegno istituzionale è certo che si farà a breve. La geotermia in Amiata torna ancora sulla scena, e questa volta con Sos Geotermia che insinua il dubbio che salti l’incontro già stabilito, tra i sindaci e il coordinamento comitati. Il quale, facendo riferimento a un “invito” dei sindaci di S.Fiora e Arcidosso ad un incontro/confronto sulla geotermia e le ricadute sulla salute delle popolazioni, afferma: «Sembrava che ci fossero tutte le condizioni per svolgerlo il 6 maggio, con la presenza di qualificati interlocutori, quali l’Ars regionale, che ha redatto lo studio epidemiologico sulle ‘aree geotermiche’ e il dottor Gennaro Valerio, epidemiologo, dell’Istituto Tumori di Genova; a pochi giorni dalla definizione dell’incontro sembra invece che, tramite la conferenza dei sindaci dell’Amiata grossetano, siano intenzionati a rinviare l’atteso incontro». Ma le cose non stanno così. A Sos Geotermia che ribadisce, prima di tutto, le sue posizioni antigeotermiche, risponde il sindaco di Arcidosso, Emilio Landi, presidente della conferenza dei sindaci Amiata grossetana, che non solo assicura che l’appuntamento non è stato cancellato, ma mette anche molti altri puntolini sulle i: «Il seminario organizzato a livello istituzionale – ci tiene a precisare Landi – è stato rimandato di due settimane perché in questo modo ci sarà la disponibilità di tutti i relatori. Quindi nessun “giochino” da parte istituzionale. In secondo luogo, la nostra iniziativa che, ripeto, è istituzionale, non è certamente un confronto con i comitati. Qui si tratta, invece, di andare a presentare alla popolazione tutta i risultati di 10 anni di studi dell’Ars e dell’Arpat. Ci sono anni e anni di lavoro scientifico sull’argomento e alla popolazione, purtroppo, arrivano solo informazioni di parte. Noi vogliamo ricondurre l’informazione nell’ambito del rigore della scienza. E’ arrivato il momento. Questi studi sono stati presentati sia a Firenze che a Radicondoli e sono assai corposi. Per cui se alla fine delle spiegazioni dei relatori, qualcuno vorrà fare qualche domanda, va bene, ma non si pensi di fare come al solito, una o più controrelazioni. Mica siamo la controparte. Sono le istituzioni che vanno a presentare il risultato di una ricerca minuziosa, che per essere completa si è articolata e prolungata nel tempo. Un lavorone, di cui i cittadini devono essere messi al corrente». Poi Landi precisa: «Se i comitati vogliono portare il loro esperto, non sarà il nostro convegno la location adeguata per l’illustrazione di una sua relazione. Potrà fare qualche domanda, non altro. Voglio dire, insomma, che noi andiamo a presentare come istituzioni locali e regione, uno studio. Questo è quel che ci preme fare e questo è l’obiettivo. Saranno presenti i direttori Ars e Arpat, il cui impegno in questi anni è stato massimo. E finalmente si chiariranno secondo scienza i termini della questione». E chiude: «Se poi, una volta, vorremo organizzare un tavolo di dibattito e contraddittorio, questa è un’altra storia e non la escludiamo. Ma adesso ci preme, per amor di verità, questo passaggio istituzionale e scientifico».

Il Cittadino online del 24 aprile 2013

In forse l’incontro tra i sindaci grossetani ed Sos geotermia
La Conferenza pare intenzionata a rinviare l’appuntamento
AMIATA. Avevamo raccolto l’invito dei sindaci di S. Fiora e Arcidosso ad un incontro/confronto sulla geotermia e le ricadute sulla salute delle popolazioni esposte, nella convinzione che finalmente si potesse avviare un ‘dialogo’ franco sulla questione, uscendo dalla logica delle tifoserie e delle risse verbali.
Sembrava che ci fossero tutte le condizioni per svolgere tale incontro il 6 maggio con la presenza di qualificati interlocutori, quali l’Ars regionale, che ha redatto lo studio epidemiologico sulle ‘aree geotermiche’ e il Dott. Gennaro Valerio, epidemiologo, dell’Istituto Tumori di Genova; voci autorevoli che avrebbero aiutato gli amministratori e la popolazione a capire meglio i termini della questione.
A pochi giorni dalla definizione dell’incontro sembra invece che, tramite la Conferenza dei Sindaci dell’Amiata grossetano, siano intenzionati a rinviare l’atteso incontro.
Non sappiamo bene le motivazioni che avrebbero indotto i sindaci a tale ripensamento e riteniamo che -se fosse davvero così- non sarebbe un buon segnale per i cittadini e per tutti coloro che avevano ben sperato dell’apertura di una nuova fase di dialogo tra le parti.
Nella speranza che l’incontro possa ancora essere fatto e ribadendo la nostra disponibilità ad ogni confronto, rivolgiamo di nuovo l’invito ai sindaci a non perdere questa preziosa occasione.
Il coordinamento sos geotermia ribadisce le sue ferme posizioni, condivise ormai da gran parte della popolazione e da tante associazioni, comitati, sindacati, partiti e movimenti che hanno aderito alla prossima manifestazione nazionale dell’11 maggio in Amiata.

SIAMO STUFI! Ma quale turismo geotermico, noi abbiamo -ancora- la natura. L’11 maggio tutti in Amiata

auschwitz_amiataCon un comunicato che è tutto un programma, ‘Geotermia: rinnovabile e pulita’(*), questa volta, dopo i vari funzionari Enel, i politici locali e regionali, gli ‘esperti’ americani, Enel Green Power torna alla solita difesa della geotermia attraverso il responsabile Italia ed Europa di Enel Green Power, Roberto Deambrogio che, dopo aver salutato con entusiasmo la nascita dell’indotto turistico dell’area geotermica dell’Alta Valdicecina, torna a ribadire che la geotermia è assolutamente innocua, salvo ‘modeste emissioni … di pochi gas’.
Siamo davvero stufi! L’Enel alle nostre contestazioni di merito non ha mai risposto o ha rimpallato le competenze (soprattutto sanitarie) alla Regione, salvo poi continuare con il solito refrain, sperando forse che, come nelle peggiori pubblicità, alla fine, a forza di ripeterlo diventi verità.
Tutto quanto -ancora- viene ripetuto da Enel GP per bocca di Deambrogio lo abbiamo già confutato, punto su punto, con dati e studi scientifici e tutto è pubblicato in rete, compreso l’ultimo lavoro realizzato in collaborazione con Medicina Democratica dal titolo emblematico ‘La insostenibilità della Geotermia in Toscana, emergente da recenti studi epidemiologici’.
La smetta Enel di proporre anche in Amiata la prospettiva del ‘turismo geotermico’ perchè fortunatamente, finchè non verranno distrutte, abbiamo ben altre risorse turistiche da sfruttare nel rispetto dell’ambiente; non ci interessa il ‘turismo dell’olocausto naturale’, vogliamo vivere e conservare vivo il monte Amiata.
L’11 maggio saremo in tanti che hanno a cuore la ‘montagna sacra’ e che hanno aderito all’iniziativa nazionale ‘Amiata calling! Giù le mani dalla nostra terra!’.

(*) Geotermia: rinnovabile e pulita
Lo sfruttamento delle risorse geotermiche ha uno scarsissimo impatto sull’ambiente e nessuno sulle falde di acqua potabile. Lo spiega il responsabile Italia ed Europa di Enel Green Power, Roberto Deambrogio “Oggi nasce ufficialmente l’indotto turistico dell’area geotermica dell’Alta Valdicecina”. Con queste parole il sindaco di Pomarance, Loris Martignoni, ha aperto il convegno ospitato il 12 aprile dal comune pisano sulla “cultura dell’accoglienza e dell’eccellenza in un sistema turistico”. Che la geotermia sia una fonte rinnovabile, pulita e sostenibile è risaputo. Che l’energia della terra generi anche turismo è invece una notizia più singolare e meno nota. Eppure l’Appenino toscano, tra il Monte Amiata e le Colline Metallifere, oltre a richiamare specialisti della geotermia da tutto il mondo in visita agli impianti di Enel Green Power richiama anche tanti curiosi e turisti alla scoperta di una delle fonti di energia più antiche che in Italia unisce una secolare storia di eccellenza a innovazioni tecnologiche spesso poco conosciute. Come ha spiegato in una recente intervista a Class Meteo , Roberto Deambrogio, responsabile Area Italia ed Europa di Enel Green Power, “gli impianti geotermici sfruttano il calore della terra prelevato da particolari serbatoi situati nel sottosuolo, a profondità che a volte superano i 4.000 metri”. “Ai fluidi caldi geotermici sono di regola associati una serie di gas che non vengono rilasciati nell’atmosfera, ma trattenuti e reiniettati nel sottosuolo”. Al riguardo EGP ha una competenza di assoluto rilievo internazionale: per esempio il sistema Amis brevettato da Enel, consente di abbattere del tutto le emissioni di mercurio e di idrogeno solforato. Stessa cosa per l’ammoniaca e gli altri gas, sicché le uniche, modeste emissioni sono quelle di pochi gas cosiddetti incomprimibili, che cioè non è possibile condensare per poterli reiniettare. “Tutto ciò – precisa Deambrogio – ha scarsissimo impatto sull’ambiente circostante e nessuno con le falde di acqua potabile”. Gli acquiferi geotermici sono situati a grandi profondità, mentre le falde di acqua potabile si trovano a poche decine di metri. “Inoltre l’acquifero geotermico deve essere per definizione impermeabile, perché, altrimenti, i fluidi si disperderebbero nell’ambiente circostante e noi non potremmo sfruttarli per la produzione di energia”. Ovviamente la certezza che le attività geotermiche non hanno impatto sulle acque potabili è fondamentale per Enel, che al riguardo ha commissionato numerosi studi ad autorevoli strutture specializzate. Ma studi e analisi sono stati effettuati anche dall’ARS Toscana (l’Agenzia regionale sanitaria) che ha constatato come tutte le attività geotermiche di Enel non abbiano impatti sanitari sulle acque di falda, e anzi abbiano sempre registrato parametri molto al di sotto dei limiti di legge.

Il Tirreno del 19 aprile 2013

«Non vogliamo il turismo geotermico»
SANTA FIORA «Non ci interessa il turismo dell’olocausto naturale». Con i consueti catastrofici toni, Sos geotermia amiatina contesta il turismo legato alla geotermia annunciato dal sindaco di Pomarance. Che il responsabile Italia ed Europa di Enel Green Power, Roberto Deambrogio, abbia sottolineato che «lo sfruttamento delle risorse geotermiche ha uno scarsissimo impatto sull’ambiente e nessuno sulle falde di acqua potabile, non va proprio giù a Sos geotermia dell’Amiata. Annunciando la manifestazione dell’11 maggio in Amiata, l’associazione commenta: «Alle nostre contestazioni di merito Enel non ha mai risposto o ha rimpallato le competenze alla Regione, salvo continuare col solito refrain, sperando forse che, a forza di ripeterlo diventi verità. Tutto quanto ripetuto da Enel GP lo abbiamo già confutato, punto su punto (https://sosgeotermia.noblogs.org/). La smetta Enel di proporre pure in Amiata la prospettiva del turismo geotermico perché, finché non verranno distrutte, abbiamo ben altre risorse turistiche da sfruttare». (f.b.)

La insostenibilità della Geotermia in Toscana, emergente da recenti studi epidemiologici

Medicina Democratica_logoPubblichiamo il lavoro realizzato in collaborazione con Medicina Democratica in merito alla geotermia e alle ricadute sulla salute.

 

L’articolo completo è scaricabile cliccando qui, quello che segue è il riassunto in premessa:

Premessa.  La Regione Toscana ha pubblicato nel ottobre 2010 uno studio epidemiologico (SE), prodotto dall’ARS Toscana, dalla Fondazione Monasterio e dal CNR di Pisa per verificare i possibili danni alla salute dei residenti nei sedici comuni della Toscana, sede di impianti geotermici, situati in due differenti aree: una a nord (Larderello, PI e Radicondoli, SI) ed una a sud (Amiata grossetana e senese).
Obiettivo.  Abbiamo voluto verificare i materiali e metodi ed analizzare la coerenza tra conclusioni e risultati dello studio SE.
Materiali e metodi.  La nostra indagine ha riesaminato lo studio epidemiologico (SE) pubblicato su Epidemiologia & Prevenzione (2012) e ha verificato i dati osservati sulla popolazione esposta.    Come riferimento sono state considerate 2 popolazioni: quella residente in Toscana, che ha fornito i dati attesi, ritenuti nella norma e quella locale costituita dai residenti nei comuni situati in un raggio di 50 km dalle centrali geotermiche, che ha fornito dati utili ad escludere condizionamenti socio economici.
Risultati.  L’analisi dei dati forniti da SE sull’inquinamento di aria, acqua e suolo, rilevati nelle due aree geotermiche, mette in evidenza diversità importanti per la quantità e qualità degli inquinanti rilasciati in atmosfera, in particolare mercurio, boro, arsenico, ammoniaca, radon e acido solfidrico. Altri inquinamenti risultano provenire da precedenti attività minerarie e da siti ancora da bonificare.
Lo studio SE, per gran parte degli effetti sanitari, tiene correttamente ben separate le due aree geotermiche, mettendo in evidenza i risultati per zona e per popolazioni esposte, segnalando sostanziali diversità tra uomo e donna e per area geografica. Dall’analisi dei dati disaggregati, emerge che nei maschi residenti nei comuni geotermici dell’area dell’Amiata si registra un eccesso statisticamente significativo della mortalità per tutte le cause del 13%. Per tutti i tumori sono segnalati eccessi (circa 30%) statisticamente significativi in tre paesi: Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio e Arcidosso.
Conclusioni.  Riteniamo che SE esprima conclusioni erroneamente rassicuranti poiché non sono state  indagate le conseguenze di altri inquinanti (es radon), né ha valutato i loro effetti cumulativi ed è mancata una reale georeferenziazione della popolazione (esposta e di controllo). Nonostante l’evidenza di questi limiti e l’emersione di alti rischi, lo studio SE ha basato la sua rassicurazione aggregando valori molto differenti tra loro e diluendo situazioni molto preoccupanti. Il mascheramento di questa alta stima di alcuni rischi impedisce il corretto riconoscimento dei danni già subiti e produce nuovi danni alla salute della popolazione esposta.

… continua a leggere cliccando qui

PUBBLICATO IL LIBRETTO ‘ABGEOTERMIA’

GEOINTERNO8_3_2013:UNA MODERNA PROPOSTA‘CHE COS’E’ – I DANNI CHE FA – I RESPONSABILI – LE ALTERNATIVE’ è il sottotitolo del libretto ‘ABGeotermia’ che abbiamo pubblicato grazie a Strade Bianche e che contiene , appunto, l’ABC della questione geotermia sul monte Amiata con tutti i riferimenti alla documentazione ufficiale alla quale, come sempre, facciamo riferimento. Contiene anche le nostre proposte sull’energia e sullo sviluppo sostenibile sulla montagna.
La diffusione sta iniziando su tutto il territorio amiatino, a offerta libera, e vi invitiamo a leggerlo e regalarlo ai vostri amici.

Ricordiamo che è anche possibile fare una donazione online per sostenere la battaglia di Sos Geotermia collegandosi qui.

Riportiamo l’indice degli argomenti:

>DI CHE SI PARLA
>CHE COS’ E’ LA GEOTERMIA
>LA SALUTE NEGATA
-Le diversità dei flussi geotermici e delle matrici geologiche nelle diverse aree
-Risultati diversi nelle diverse aree geotermiche
-In Epidemiologia non si possono mescolare le diversità registrate in aree con differenti esposizioni sulle popolazioni.
-In Amiata ci sono prove che la Geotermia non sia sostenibile, mentre non ci sono prove del contrario
-Un aggiornamento dello Studio epidemiologico, incompleto e con conclusioni fuorvianti
>SULLA MANCATA TUTELA DELLE FALDE IDROPOTABILI
-Mancano i bilanci idrici per sostenere la rinnovabilità della geotermia
-Stanno pensando di abbandonare le sorgenti del Fiora
>SULLA PERDITA DELLA QUALITA’ DELL’ACQUA POTABILE
-La pericolosità dell’arsenico nell’acqua potabile
-La mancata informazione ed eliminazione delle fonti inquinanti
>LE ALTERNATIVE
–Energetiche
–Qualità della vita per un’altra Amiata possibile
>CONCLUSIONE

La Nazione del 23 aprile 2013

AMIATA DISTRIBUZIONE GRATUITA
La geotermia è dannosa? Uno studio nel libro di «SoS»
di Cristiano Bernacchi
MENTRE IL DIBATTITO in Amiata sulla geotermia non si placa il comitato Sos Geotermia pubblica un libro sull’argomento. Si intitola ABGeotermia (Stampa Alternativa) e contiene una sorta di ABC sulla questione geotermica in Amiata. Al suo interno vengono riportati riferimenti ai documenti ufficiali stilati dalla Regione, da Arpat e dalle Università che hanno dedicato studi a riguardo. Sono diversi i punti interrogativi che emergono da questo libro, nel testo però, oltre ai soliti capitoli che discutono su come la geotermia in Amiata sarebbe dannosa e poco sostenibile, si trovano anche voci che parlano di alternative: il fotovoltaico e il suo virtuoso sviluppo. È iniziata la diffusione del libretto ad offerta gratuita, partita da Castel del Piano, ma che raggiungerà tutto il comprensorio amiatino.

Nonostante i ‘muri di gomma’ dell’informazione, si parla ancora dell’Amiata

tacetenelContinuano, nonostante la cappa di silenzio che taluni vorrebbero intorno alla questione, ad uscire articoli e servizi che parlano di geotermia in Amiata. Diamo atto a queste testate, a volte medio-piccole, di onorare il ‘mestiere’ e di svolgere il ruolo a cui dovrebbero attenersi i giornalisti, cioè di fare inchiesta anche, e soprattutto, quando è scomoda al potere, sia politico che economico.

Riportiamo un intervista al prof.Borgia fatta dalla testata PrimaPaginaChiusi.it ed un articolo di Carlucci su IlCambiamento.it, entrambi del 9 aprile 2013.

 

GEOTERMIA SULL’AMIATA. INTERVISTA AL PROF. ANDREA BORGIA
“La geotermia sull’Amiata non è né un’energia pulita né sicura” afferma il Professore.
di David Busato
Geotermia sull’Amiata. La diatriba tra favorevoli e contrari continua. Sul nostro giornale ci siamo occupati della questione intervistando ambedue le opposte fazioni.
Abbiamo fatto qualche domanda al Prof. Andrea Borgia, geologo e vulcanologo di fama internazionale, recentemente comparso anche al noto servizio di Striscia la Notizia che si è occupato della questione.
1) Geotermia sull’Amiata. Cosa ne pensa? E’ davvero un’energia pulita e sicura?
No, all’Amiata, non è un’energia pulita né sicura né tanto meno rinnovabile, con emissioni di CO2 in atmosfera che sono praticamente il doppio di una moderna centrale a gas per unità di energia prodotta. Altro che riduzione delle emissioni clima-alteranti, come viene spesso detto! Ed ecco alcuni dei problemi ambientali generati dal fatto che Enel ha ridotto la pressione originaria dei campi geotermici di 5-10 volte con un abbassamento del livello degli acquiferi potabili di oltre 300 m:
– la riduzione alla metà delle portate delle sorgenti maggiori e l’annullamento di molte delle sorgenti minori;
– la drastica riduzione delle sorgenti termali;
– la vaporizzazione del sistema geotermico con la formazione di gas incondensabili asfissianti e tossici tra cui CO2, H2S, Metano, Radon, Mercurio, Arsina, Ammoniaca, ecc. e la risalita dei gas a inquinare la falda potabile;
– la fuoriuscita incontrollata nell’ambiente di vapori geotermici dalle faglie e dalle gallerie, discenderie e sondaggi delle vecchie miniere;
– un rilevante grado di subsidenza che ha variato anche il livello di base dei fiumi e che potrebbe essere stata una delle cause del cedimento del ponte sul fiume Paglia; Le emissioni dalle centrali geotermiche, che sono praticamente senza controllo da parte degli organi istituzionali (a parte alcune ore all’anno): contengono talmente tanto mercurio che gli abbattitori AMIS dovrebbero eliminarne 100 volte di più di quanto fanno per rendere le centrali “environmental friendly”;
– contengono talmente tanta ammoniaca che in alcuni casi nemmeno con gli abbattitori rientrano in limiti ammissibili;
– interessano pesantemente le abitazioni circostanti;
– durante le manutenzioni ed i malfunzionamenti non sono sottoposte ad abbattitori, risultano totalmente incontrollate e invadono case e paesi;
– le emissioni contengono talmente tanto H2S che spesso in prossimità delle Centrali non si respira; i rilevamenti Arpat fanno vedere che nonostante gli abbattitori AMIS nelle scuole elementari di Piancastagnaio viene superato il limite olfattivo per almeno il 30% del tempo, ma secondo i limiti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità tali superamenti potrebbero sussistere anche per il doppio del tempo e che i valori medi orari di punta sono 22 volte superiori al limite olfattivo;
– fino a pochi mesi fa, in alcuni casi le emissioni erano convogliate in atmosfera senza abbattitori all’altezza delle case poste solo ad alcune centinaia di metri di distanza;
– le concentrazioni di inquinanti nei gas incondensabili sono talmente elevate da essere probabilmente oltre i limiti di legge se fossero emesse da un normale camino e che invece, nel caso delle centrali geotermoelettriche in Amiata, l’escamotage adottato sembra essere quello di diluire i gas con milioni di metri cubi di aria pulita pompata ogni ora attraverso le torri di raffreddamento dalle quali, così, gli inquinanti escono evidentemente a concentrazioni più basse ma nelle stesse identiche quantità ancora letali di origine;
– i fluidi geotermici reiniettati sono soltanto circa 1/4 di quelli estratti dal campo geotermico (i restanti 3/4 sono emessi in atmosfera insieme ai gas incondensabili) e provocano una grande sismicità con terremoti che hanno generato anche danni ingenti alle case ed ai paesi;
– sono state indotte senza alcun preavviso da ENEL almeno tre eruzioni idrotermali che hanno devastato la vegetazione nel raggio di circa 100 m, ucciso gli animali, generato vulcani di fango anche dentro le case abitate, fatto scappare gli abitanti che si sono salvati per mera fortuna; i tubi (casings) dei pozzi geotermici vicini a queste eruzioni non erano cementati fino ad una profondità anche di oltre 80 m;
– prima che le centrali dell’Amiata potessero ottenere le necessarie autorizzazioni, la Regione Toscana:
– ha spostato dall’incarico molti tecnici e dirigenti esperti di geotermia (avevano valutato l’impatto ambientale delle nuove centrali geotermiche dell’area di Larderello);
– non ha rinnovato il Comitato Tecnico per la Geotermia dell’Amiata, organo scientifico indipendente di consulenza della Regione Toscana, costituito per affrontare proprio i problemi generati dalla geotermia. Se si suppone che in Amiata vi sia una correlazione tra sfruttamento geotermico e incremento della mortalità, come suggerito dallo studio Ars, ed io ritengo che vi sia un’alta probabilità che tale correlazione esista -,senza considerare i primi 20 anni di sfruttamento, la prospettiva di ulteriori 10 anni di sfruttamento geotermico porterebbe il numero dei morti in più ad oltre 1000. Con una visione puramente macabra del problema, dato che le compensazioni “ambientali” corrispondono a 26 milioni di euro e che mediamente i morti pesano 50 kg, si stà pagando i morti circa 500 euro a chilo. Senza considerare tutti gli altri impatti sull’ambiente e sulla salute elencati. E tutto per meno di 100 MWe elettrici! Ma vogliamo scherzare?! La geotermia attuale in Amiata è la forma di produzione di energia elettrica più inquinante al mondo. La storia del teleriscaldamento poi è un chiaro inganno perpretrato verso gli abitanti; infatti esso può in ogni caso essere fatto anche senza le centrali geotermiche (ancor più perché se lo devono pagare i cittadini) con un impatto ambientale praticamente nullo in quanto può essere sfruttata la bassa entalpia con pozzi superficiali e semplici scambiatori di calore.
Come fare a risolvere il problema? Semplicissimo. È necessario chiudere le centrali geotermiche fino al ripristino delle pressioni originarie nei campi geotermici. Poi si potrà sfruttare la geotermia con centrali a ciclo binario e con totale reiniezione dei fluidi geotermici nel sottosuolo (come per altro indicato dagli altri operatori geotermici in toscana). Direi che la situazione ambientale è tale, che ciò debba essere fatto da subito.
2) Gli studi dell’Enel e il supporto di scienziati americani?
Penso che gli scienziati americani non siano stati informati di tutti gli impatti negativi legati allo sfruttamento geotermico in Amiata.
3) La scelta tra lavoro e salute… ossimoro eterno almeno in Italia?
Nel caso specifico dell’Amiata il principio di precauzione, che è sancito per legge, non mi pare sia stato applicato dalla Regione Toscana nella valutazione di impatto ambientale delle centrali geotermiche. Per esempio, nonostante le relazioni dei tecnici della Regione e degli studi appositamente fatti dall’Università di Firenze, che indicano l’esistenza di una connessione diretta tra campi geotermici ed acquifero potabile, non ha nemmeno chiesto che fossero fatte le prove del caso, peraltro indicatele già sei anni fa! Nonostante Ars abbia dimostrato come nei paesi geotermici dell’Amiata ci siano stati negli ultimi 30 anni 700 morti in più di quelli attesi e come l’unica grande attività industriale impattante sia la geotermia, non si è nemmeno posta il problema di verificare con certezza se la geotermia sia o no la causa di quei morti prima di dare le necessarie autorizzazioni.
4) Cosa pensa del recente servizio di Striscia?
Penso sia stato un servizio equilibrato, che mette in luce le problematiche e le anomalie della geotermia in Amiata.
5) L’atteggiamento delle istituzioni locali?
Su questo non posso esprimermi anche se penso che alla popolazione farebbe piacere se le istituzioni locali fossero maggiormente attente a questi problemi che conoscono perfettamente.

Enel, geotermia, offensive mediatiche e bugie varie
Acqua e ambiente saccheggiati dalla geotermia. Carlo Carlucci torna a denunciare lo sfruttamento geotermico del monte Amiata, minacciato ora dalla costruzione della centrale Bagnore 4
di Carlo Carlucci
Continua incessante sulla stampa che conta (o non conta) l’annuncio clamoroso dei lavori per la prossima centrale geotermoelettrica Bagnore 4. L’acqua già rinomata dell’Amiata è ritornata potabile (l’arsenico è sotto i 10 mg litro) coi filtri ovunque, pagati dagli utenti. In concomitanza con l’entrata in funzione di Bagnore 3 che ‘pesca’ sulle fonti del Fiora (incomparabilmente le più importanti del Mons ad Meata, dell’Amiata cioè) si è registrato il progressivo calo fino ai minimi storici dell’acquifero in concomitanza con l’aumento fino ai massimi ( sempre in progressivo, ineluttabile ascesa dell’arsenico). Meno male che ci sono i filtri (tanto li paghiamo noi) che consentono di matenere il veleno sotto la soglia ammessa (e imposta dagli organi comunitari) di 10 mg.
Prima dell’avvento di Bagnore 3 l’arsenico era tranquillamente nei limiti fisiologici (2, 3 mg). Naturalmente chi fa rilevare queste altamente sospette coincidenze fa del terrorismo psicologico infatti l’acqua sta diminuendo, anche se in questi ultimi anni ha piovuto di più… perché sta diminuendo e basta, cosa occorre arzigogolare. E l’arsenico sta aumentando perché appunto l’acqua sta diminuendo. Torna no? Ma su tutti i manuali di geotermia non è spiegato appunto che l’acquifero superficiale ricarica l’acquifero profondo. È vero ma questo non vale per l’Amiata.
Parola di Enel, c’è da crederci. E poi la gente è soddisfatta di quanto Enel, bontà sua, elargisce come compensi ambientali. Ma allora è vero che la geotermia sull’Amiata danneggia l’ambiente? Ma no, giusto qualcosina, ma si tratta di inezie che i terroristi ambientali artatamente ingigantiscono.
E quanto sostiene il prof. Borgia il quale ultimamente ha rintuzzato certe asserzioni del geologo americano Horne il quale valutava positivamente le centrali geotermiche Enel poste in siti spopolati? Ma il prof. Borgia è un outsider, un espatriato (negli USA) perché qui non lavorava più da quando, incautamente, ha osato nel primo studio (da poche migliaia di euro) commissionatogli dalla Regione Toscana (nel 2007) sollevare forti perplessità relative alla geotermia Enel in Amiata. Fu uno studio veramente incauto e sfortunato che gli ha fatto terra bruciata attorno.
Chiarissimo monito agli altri geologi, la geologia è qui feudo incontrastato. E di fatto gli studi successivi, da centinaia di migliaia di euro hanno assolto (coi dovuti anche se, pur tuttavia, qualora, tutto sommato…) Enel. La stessa commissione Via, nuova di pacca, voluta dal Presidente Rossi, con ben 31 prescrizioni che sono il corrispettivo dei famigerati avverbi (se, qualora, pur tuttavia…) ha varato Bagnore 4.

Qualche bugia eclatante, dettata magari dall’entusiasmo di avercela fatta, gli scappa all’Enel laddove afferma di aver fornito ai comitati e alle associazioni tutte le risposte possibili nel confronto all’americana di fronte alla commissione Via nuova di pacca. No, ing. Montemaggi, lei e il suo staff sulle questioni scottanti sollevate dagli ambientalisti vi siete limitati o a risposte assolutamente vaghe o vi siete trincerati dietro un no comment. Una riprova? Alle tre domande conclusive dell’incontro, quelle della referente WWF per l’Amiata, Montemaggi & Company sono rimasti muti come pesci. Basta scorrere i verbali dell’incontro o solo soffermarsi sull’ultima pagina, quella meglio documenta appunto il sostanziale silenzio di Enel che molto ricorda i sepolcri imbiancati.
E ne abbiamo viste di cotte e di crude in questi anni. Come quel servizio de L’Espresso sulla geotermia amiatina condotto con molto acume da una giornalista di valore la quale per una settimana circa intervistò, quattro o cinque anni fa, i principali attori del dramma. Naturalmente qualcuno andò a riferire della cosa a De Benedetti, tessera n°1 del Pd, o a Enel (che è la stessa cosa) è il servizio assolutamente obiettivo e ben documentato non venne mai pubblicato.
Ora c’è un Movimento che pone tra le prime stelle del suo programma l’acqua e l’ambiente, le due ricchezze saccheggiate appunto da questa geotermia. Ci aspettiamo una risposta ferma ed adeguata. Sette anni fa scrivemmo, come comitato, a un ministro (per l’ambiente o l’energia), un tal Bersani, il quale nemmeno ci degnò di una risposta. Oggi quella risposta la pretendiamo dal M5S.

‘Quindici uomini sulla cassa del morto’. Misteri, bugie e smentite sui decessi in Amiata

isola tesoro trivelleDalla pubblicazione, nell’ottobre del 2010, dello Rapporto Epidemiologico (clicca qui per scaricarlo), commissionato dalla Regione Toscana, attraverso l’Agenzia Regionale di Sanità (Ars), alla Fondazione “Gabriele Monasterio” e al Cnr di Pisa (Istituto di Fisiologia Clinica) ad oggi abbiamo assistito al macabro balletto di Regione, Enel e amministratori locali sui dati, incontrovertibili, di mortalità nell’area del monte Amiata, con l’uso strumentale di affermazioni della stessa Ars che sono contraddette nello stesso Studio.
Abbiamo analizzato il Rapporto e le nostre considerazioni sono riportate nel libretto, in fase in stampa, ‘ABGeoterma’ che verrà distribuito nei prossimi giorni.
Per adesso cerchiamo di dare qualche elemento per chiarire come si stia barando sui numeri che pure ci sono, evidenziati, nel Rapporto.
Intanto bisogna fare sempre attenzione a collegare i numeri con gli anni di riferimento (2000-2006, oppure 1980-2006), con il sesso, con l’area (Amiata, oppure area sud e nord assieme, oppure cluster significativi – i comuni più colpiti- nell’area di riferimento di 50 km) e con la patologia mortale (tumori, oppure tutte le cause). Questo perchè il Rapporto riporta più confronti e bisogna essere molto precisi.
In una prima conferenza stampa di due anni fa, mostrammo ai giornalisti le copie di due pagine del Rapporto ARS e illustrammo che l’incidenza era di 535 morti in eccesso per tutte le cause, quale somma nei due cluster statisticamente significativi per i maschi e per le femmine, di pag.81 e pag.82 dello stesso, per il periodo 2000-2006. Visto che i venti non rispettano i confini amministrativi, era importante questo dato oggettivo, ma subito dopo la Bramerini, per gettare discredito su quanto avevamo rivelato, disse che sbagliavamo perchè in tutti i comuni geotermici (mentre noi ci riferivamo chiaramente anche a quelli limitrofi) la somma per maschi e per le femmine era “solo” (disse così!) di 99 morti in eccesso (131 per i maschi e -32 per la femmine).
Oggi abbiamo una nutrita bibliografia tratta dalla letteratura scientifica internazionale sugli studi epidemiologici (vedi nota*) che smaschera le conclusioni della Bramerini & Co.: sono errori (volontari o meno) fatti per DILUIRE i risultati e ridurre l’effetto di dati altrimenti preoccupanti. Ma in Epidemiologia non è consentito confondere i dati per i maschi con quelli per le femmine, come non è consentito confondere i dati della zona nord (Larderello) con quelli dell’Amiata, perchè è documentata dagli stessi estensori dell Rapporto una notevole differenza di esposizione della popolazione ad inquinanti mortali diversi, quali il Mercurio, l’Arsenico, il Radon, ecc.; inoltre, sempre in Epidemiologia, è inammissibile non valutare l’azione cumulativa dei vari inquinanti presenti su un dato territorio. Mentre le ‘conclusioni’ del Rapporto, che contraddicono i contenuti dello stesso e sembrano scritte da mani diverse ma che continuano ad essere propagandate dagli interessati, compiono questi errori di diluizione arbitraria e non consentita che denunciamo con forza, proprio perchè è ormai noto e smascherato, nel mondo scientifico, questo tipo di manipolazione.
E’ esattamente, come denuncia il prof.Borgia, quello che fanno con le emissioni di sostanze tossiche nell’aria: per diluire la concentrazione degli inquinanti insieme ai gas estratti pompano aria pulita, ma le quantità, purtroppo, restano le stesse.
Una cosa è certa e non smentita da nessuno, riferito al periodo 2000-2006, è l’aumento statisticamente significativo di mortalità, nei maschi in Amiata,  del 13%, con punte in quattro comuni del 30% per tutti i tipi di tumori. Solo il Coordinatore di zona del PD può sostenere che questi dati non sono statisticamente significativi, come fatto all’incontro di Bagnoli il 15 marzo scorso.
Ai nostri amministratori rinnoviamo l’appello ad un serio confronto per diradare la confusione che -spesso indotta interessatamente- regna tra i cittadini dell’Amiata. Sarebbe un gesto di riscatto morale e politico quello di fermarsi un attimo a riflettere se e quanto sia utile e conveniente l’attività geotermica sul nostro territorio e valutare, senza paraocchi, le alternative compatibili con l’ambiente e che già oggi sono possibili, dalla geotermia a bassa entalpia al fotovoltaico (nel libretto avanziamo questa possibile scelta) come peraltro si sta facendo in altre zone del paese (con il concorso di Legacoop, che, ci risulta, vicina alle forze politiche che ci amministrano) ; segnaliamo anche il recente articolo che conferma che ormai si tratta di una tecnologia -anche- competitiva, scritto dal prof. Massimo Zucchetti del Politecnico di Torino.

(nota*)
a) S.Parodi, V.Gennaro, M.Ceppi, PL.Cocco Comparison bias and dilution effect in occupational cohort studies. Int J Occup Environ Health 2007; Apr-Jun: 13 (2): 143-52
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17718170
b) Hernberg. ”Negative” results in cohort studies: how to recognize fallacies.SJWEH.1981; 7:121-6
http://www.sjweh.fi/show_abstract.php?abstract_id=2589
c)  V.Gennaro, P.Ricci, AG.Levis, P.Crosignani. Epidemiology’s and epidemiologists’ vice and virtues. Vizi e virtù dell’epidemiologia e degli epidemiologi. Epi & Prev 2009; 33 (4-5), supp 2:49-56. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20124642
d)  N.Pearce. Corporate influences on epidemiology. Int J Epidem 2008; 37(1):46-53.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18245050
e)  V.Gennaro, L.Tomatis. Business bias: How epidemiologic studies may underestimate or fail to detect increased risks of cancer and other diseases. Int J Occup Environ Health 2005;11:356–359.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16350469
f) N.Bailar. How to distort the scientific record without actually lying: truth, and the arts of science. Eur J Oncol 2006; 11(4):217-224
g) D.Michaels. Doubt is their product. How industry’s assault on science threatens your health. Oxford University Press 2008.

Severo monito dell’Agenzia Europea dell’Ambiente: saranno ‘terroristi’ anche loro?

mcglade_rossi_bramerini_bocciatiIl ‘principio di precauzione’ è quello che da sempre invochiamo nella nostra richiesta di una moratoria sull’attività geotermica in Amiata, preoccupati soprattutto dalle ricadute sulla salute e sull’ambiente di tale sciagurata attività e per questo ci becchiamo continuamente dai politici, dall’enel e da certi ‘intellettuali de’ noantri’ le accuse di ‘allarmismo’, di ‘danneggiare l’immagine della montagna’, di essere dei ‘terroristi’.
Che le nostre argomentazioni siano invece ampiamente motivate ce lo conferma nientepopodimenochè l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) che, attraverso la sua direttrice Jacqueline McGlade, bacchetta politici e (im)prenditori ribadendo, appunto, che tale principio ‘non è un lusso’, ma deve essere sempre rispettato e che “la priorità dei politici deve essere il mantenimento del benessere dei cittadini, non la competitività economica a tutti i costi”.
Ma si spinge anche oltre, rispondendo a chi lamentava che la crisi ci costringe a ‘tirare dritto’; dice infatti che “in un momento di crisi economica come l’attuale con la tesi che, al contrario, la sua assunzione (del principio di precausione, ndr) può essere di impulso per l’innovazione e non invece far perdere di competitività le industrie, anche perché è dimostrato che le aziende che rispondono positivamente ai preallarmi sono spesso all’avanguardia nel proprio settore”. Ma qui da noi funziona esattamente al contrario, col principio ‘pochi, maledetti e subito’: l’Enel che utilizza la tecnologia più redditizia ed i politici che sono allettati dal piatto di lenticchie delle ‘compensazioni ambientali’.
Leggendo ancora, con la lente della vicenda geotermia, la McGlade sottolinea che un problema, spesso sottaciuto, nel portare avanti tali ricerche sono le difficoltà incontrate dagli scienziati sul posto lavoro. Non di rado, infatti, è accaduto che gli studiosi che avevano denunciato un potenziale danno, pubblicando i risultati delle loro ricerche, abbiano perso il lavoro o subito rappresaglie: esattamente quello che è successo al prof.Borgia dopo che, con il suo studio Edra, aveva lanciato l’allarme sulla pericolosità della geotermia in Amiata.
Singolare in questa vicenda che a dare risalto a questa notizia sia proprio l’Arpat, che è una agenzia della Regione Toscana; ma il presidente Rossi, l’assessore all’ambiente (!) Bramerini e tutta la Giunta, li leggono questi documenti???
Probabilmente anche la EEA non potrebbe che bocciarli!
Riportiamo di seguito il testo integrale della notizia così come data dall’Arpat che può essere scaricata nel formato pdf cliccando qui.

IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE NEL PROCESSO DECISIONALE DELL’UE
La tutela dell’ambiente frontiera dell’innovazione e dello sviluppo. La direttrice esecutiva dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) ribadisce che “l’incertezza scientifica non è una giustificazione per l’inazione”.
È stata pubblicata in questi giorni su EurActiv, il più importante portale di informazione sull’Unione Europea, l’intervista che Jacqueline McGlade, direttrice esecutiva dell’Agenzia europea dell’ambiente (EEA), ha rilasciato per controbattere le critiche mosse da alcuni gruppi imprenditoriali al recente report “Late lessons from early warnings 2013” nel quale l’EEA difende strenuamente il principio di precauzione all’interno del processo decisionale dell’UE. (vedi ARPATnews 053-13) –interessante, da leggere, ndr-
La McGlade controbatte all’osservazione che l’assunzione del principio di precauzione sarebbe un lusso non sostenibile dalle imprese in un momento di crisi economica come l’attuale con la tesi che, al contrario, la sua assunzione può essere di impulso per l’innovazione e non invece far perdere di competitività le industrie, anche perché è dimostrato che le aziende che rispondono positivamente ai preallarmi sono spesso all’avanguardia nel proprio settore.
I casi analizzati nelle “Late lessons 2013” rivelano quanto sia stato ottuso perseguire facili e immediati guadagni quando già si avevano a disposizione evidenze di pericolosità per l’uomo o l’ambiente.
Così è stato, per la pesca intensiva, l’uso di sostanze a basso costo come il benzene, il piombo nella benzina, l’amianto, gli insetticidi, gli ormoni della crescita per una maggior produzione di carne, ecc., mentre sarebbe molto più lungimirante, anche dal punto di vista economico, dare ascolto ai preallarmi perché in tal modo si eviterebbe sia di essere bloccati durante i processi produttivi, a causa di un danno dimostrato, sia di versare costosi risarcimenti (es. avvelenamento da mercurio in Giappone).
E comunque, citando la McGlade, “la priorità dei politici deve essere il mantenimento del benessere dei cittadini, non la competitività economica a tutti i costi”.
La direttrice ribadisce anche che, quando si valuta l’uso o meno di sostanze chimiche, è fondamentale pesare in maniera appropriata i costi e i benefici e che tutte le evidenze scientifiche siano prese in considerazione. Così nel caso del DDT non si è proceduto ad un divieto assoluto d’uso, ma con la Convenzione di Stoccolma è stato deciso che alcuni paesi possono continuare ad usarlo, in specifiche quantità definite da linee guida
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), come vettore di controllo di malattie, come la malaria.
La posizione ribadita più volte e in diverse forme nell’intervista è quella sintetizzata nel concetto che “l’incertezza scientifica non è una giustificazione per l’inazione, quando vi è evidenza plausibile di danno potenzialmente grave”, e che anche la paura di falsi positivi, come dimostrato nel report “Late lessons 2013”, è fuori luogo e non deve essere una giustificazione per evitare interventi precauzionali perché questi sono pochi e lontani tra loro rispetto a falsi negativi.
Basti pensare al caso degli interferenti endocrini (IE) dove con gli studi sugli animali, si hanno già a disposizione una molteplicità di prove che indicano una correlazione tra l’esposizione a sostanze chimiche e problemi alla tiroide, problemi immunitari, riproduttivi e neurologici, e molte di queste patologie, o disturbi similari, si possono riscontrare in aumento nella popolazione umana dato che sia l’uomo che gli animali possono essere esposti a queste sostanze chimiche nell’ambiente, o tramite l’acqua o la catena alimentare, dove tali sostanze possono accumularsi.
La McGlade sottolinea che un problema, spesso sottaciuto, nel portare avanti tali ricerche sono le difficoltà incontrate dagli scienziati sul posto lavoro. Non di rado, infatti, è accaduto che gli studiosi che avevano denunciato un potenziale danno, pubblicando i risultati delle loro ricerche, abbiano perso il lavoro o subito rappresaglie come nel caso di Snow (per i suoi studi sul colera), Selikoff (studi sull’amianto), Henderson, Byers, Patterson e Needleman (piombo nella benzina), Osakawa (studi sul mercurio), Putzai e Chapella (in materia di OGM), Schneider (cambiameti climatici), ecc., di conseguenza molti scienziati desiderano mantenere l’anonimato anche in considerazione del fatto che non esiste una legislazione adeguata che li tuteli.