Americani in Toscana: cosa non si fa per giustificare lo scempio!

americano_a_BagnoreL’Enel, in evidente difficoltà nel giustificare la sua geotermia in Amiata, continua ad avvalersi di pareri di ‘esperti americani’ che, al di là delle loro indubitabili capacità, probabilmente non hanno mai messo piede sulla montagna e forse non ne conoscono la particolarità geologica e quello che succede in questa zona in concomitanza con l’attività delle centrali.
Un caso recente è lo studio del prof.Bates sugli abitanti dell’isola di Rototua, Nuova Zelanda (il prossimo dove, su marte?), costretti a vivere in un territorio vulcanico ricco di emissioni ‘naturali’; presentato dall’ARS a Firenze lo scorso anno con il solo scopo di minimizzare l’impatto delle centrali nostrane, sbandierando ai quattro venti che l’acido solfidrico, H2S, non fa male, ma, anzi, potrebbe aiutare nei casi di asma.
I responsabili ASR toscana dovrebbero sapere che la letteratura scientifica ha segnalato come un grave errore, spesso voluto allo scopo di rassicurare e nascondere, non considerare l’effetto cumulativo e sinergico degli inquinanti presenti sullo stesso territorio e, nel caso specifico dell’Amiata, dovrebbero sapere che non ha alcun significato isolare l’acido solfidrico dal mercurio, dall’arsenico, dal radon, ecc.
La comparazione è talmente azzardata (nello studio si evidenzia solo l’H2S e l’incidenza dell’asma) che persino l’ARS stessa nella presentazione dello studio deve puntualizzare che “…del resto gli stessi autori non escludono la presenza di possibili fattori di distorsione (bias) dell’interpretazione dei risultati, come ad esempio un survivor effect, ossia il fatto che persone sofferenti di asma potrebbero essersi spostate dalle zone più esposte a H2S…”; cioè, traduciamo, che i risultati potrebbero non essere corretti perchè magari (ma che strani questi indigeni…) chi si ammala si allontana dalla zona, oppure, diciamo noi, è già morto e non può rispondere ai questionari. Tanto basterebbe a studiosi seri, ad amministratori attenti, ma anche a persone di buon senso per evitare confronti con la più tragica situazione amiatina, ma tant’è, come per le leggende metropolitane, l’Ars, l’Enel, politici di ogni genere e persino Legambiente continuano a riproporre la favola dell’acido solfidrico ‘buono’.
Degli ultimi giorni è invece lo scoop di un’intervista, o forse di un semplice parere adattato allo scopo, del prof.Horne, un altro americano, che viene a raccontarci come la tecnologia usata per le centrali amiatine sia all’avanguardia, e che ‘…i fluidi amiatini… …contengono alcuni gas incondensabili tali da non rendere applicabile proficuamente il ciclo binario…’: certo, lo sappiamo bene che i gas estratti contengono tante sostanze tossiche e che fare impianti che riducono tale impatto costano di più e rendono di meno, ed è proprio per questo che in Amiata si usano queste centrali, sfruttando il massimo dei vantaggi con il minimo di spesa, valutando -evidentemente- come ‘danni collaterali’ inevitabili gli effetti sulla salute, sull’acqua e sull’ambiente, come più volte ribadito anche dagli amministratori in pubblici atti che circoscrivono l’impatto e i danni ad una limitata porzione di popolazione e di territorio.
Ma in merito all’intervento del prof.Horne dice qualcosa di importante anche il prof.Borgia, italiano, che conosce benissimo il monte Amiata e che si è occupato a lungo della questione, almeno finchè non è stato estromesso dal suo ruolo in regione e ‘bandito’ da una parte dell’establishment dirigente di questo paese, e puntualizza alcuni aspetti che smenticono i facili entusiasmi lanciati dall’Enel e ripresi con enfasi sulla stampa.
Il prof.Borgia è lapidario ed afferma: ‘…Enel avrebbe dovuto già da molti decenni realizzare le centrali a ciclo binario che sono certamente molto più “environmental friendly” di quelle a “scarico libero” ed a “flash” nel campo geotermico! Le centrali attuali, invece, sono talmente inquinanti ed obsolete che tutte le società di geotermia che operano in Toscana propongono anche per l’Amiata centrali a ciclo binario! La tecnologia utilizzata attualmente in Amiata è in assoluto la forma più inquinante di produzione di energia elettrica, dannosa per l’ambiente e per la salute…’.
Continua evidenziando alcuni dei maggiori problemi specifici della geotermia amiatina (vedi nota*); è probabile che se il prof.Horne ne fosse a conoscenza forse non sarebbe così certo delle sue azzardate affermazioni.
In ogni caso, come coordinamento SOS Geotermia, rimaniamo dell’opinione che i 2 morti al mese in più, le malattie, le tonnellate di inquinanti sparse sull’Amiata, la riduzione e inquinamento dell’acqua, la sismicità, siano motivo di opporsi allo sfruttamento geotermico per invertire immediatamente la rotta, investendo e incentivando una economia legata all’unicità dell’ambiente e la tipicità delle sue produzioni agroalimentari, creando nuovi posti di lavoro nel risanamento, nel recupero e messa in sicurezza del territorio e nella difesa e ampliamento dei servizi ai cittadini e ai possibili flussi turistici.

(*) Horne è stato informato? Che:
> la pressione originaria dei campi geotermici è stata ridotta di 5 a 10 volte con un abbassamento del livello degli acquiferi potabili di oltre 300 m? E che questo ha comportato:
– una riduzione alla metà delle portate delle sorgenti maggiori e l’annullamento di molte delle sorgenti minori?
– la drastica riduzione delle sorgenti termali?
– la vaporizzazione del sistema geotermico con la formazione di gas incondensabili tossici tra cui CO2, H2S, Metano, Radon, Mercurio, Arsina, Ammoniaca, ecc.?
– la risalita dei gas incondensabili che vanno ad inquinare la falda potabile?
– la fuoriuscita incontrollata nell’ambiente di vapori geotermici dalle faglie e dalle gallerie, discenderie e sondaggi delle vecchie miniere?
– un rilevante grado di subsidenza che ha variato anche il livello di base dei fiumi?
> Le emissioni dalle centrali geotermiche:
– sono praticamente non controllate (vengono misurate solo alcune ore all’anno)?
– durante le manutenzioni ed i malfunzionamenti non sono sottoposte ad abbattitori e risultano totalmente incontrollate?
– per la vicinanza dei loro punti emissivi, interessano pesantemente le abitazioni circostanti?
– contengono talmente tanto mercurio che gli abbattitori AMIS dovrebbero eliminarne 100 volte di più di quanto fanno per rendere le centrali “environmental friendly”?
– contengono talmente tanta ammoniaca che nemmeno con gli abbattitori rientrano nei limiti di legge?
– per una stessa quantità di energia elettrica prodotta, contengono circa il doppio di CO2 di una centrale a gas a ciclo combinato?
– contengono talmente tanto H2S che spesso in prossimità delle Centrali non si respira?
f-ino a pochi mesi fa, in alcuni casi erano convogliate in atmosfera senza abbattitori all’altezza delle case poste solo ad alcune centinaia di metri di distanza?
> Le concentrazioni di inquinanti nei gas incondensabili sono talmente elevate da essere oltre i limiti di legge se fossero emesse da un normale camino e che invece, nel caso delle centrali geotermoelettriche in Amiata, l’escamotage adottato è quello di diluire i gas con milioni di metri cubi di aria pulita pompata ogni ora attraverso le torri di raffreddamento dalle quali, così, gli inquinanti escono evidentemente a concentrazioni più basse ma nelle stesse identiche quantità ancora letali di origine?
> I fluidi geotermici reiniettati sono soltanto circa 1/4 di quelli estratti dal campo geotermico (i restanti 3/4 sono emessi in atmosfera) e provocano una grande sismicità con terremoti che hanno generato anche danni ingenti alle case?
> Sono state indotte senza alcun preavviso da ENEL almeno tre eruzioni idrotermali che hanno devastato la vegetazione nel raggio di circa 100 m, ucciso gli animali, generato vulcani di fango anche dentro le case abitate, fatto scappare gli abitanti, salvatisi per mera fortuna? E che i tubi dei pozzi geotermici vicini a queste eruzioni non erano cementati fino ad una profondità anche di oltre 80 m!?
> Prima che le centrali dell’Amiata potessero ottenere le necessarie autorizzazioni, la Regione Toscana:
– ha rimosso dall’incarico molti tecnici e dirigenti esperti di geotermia (avevano valutato l’impatto ambientale delle nuove centrali geotermiche dell’area di Larderello)?
– non ha rinnovato il Comitato Tecnico per la Geotermia dell’Amiata, organo scientifico indipendente di consulenza della Regione Toscana, costituito per affrontare proprio i problemi generati dalla geotermia?
> Gli studi fatti dall’Agenzia Regionale per la Salute indicano che da circa 30 anni nei paesi “geotermici” di Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio, Arcidosso e Castel del Piano vi sono in media 2 morti in più al mese rispetto ai paesi limitrofi per un totale di morti superiore a 700? E che sull’Amiata, l’unica attività industriale che ha un impatto ambientale notevolissimo è lo sfruttamento geotermico?

Il Cittadino online dell’11 aprile 2013

Tra studiosi americani e ambientalisti “smaliziati”….
Prosegue la polemica tra Enel e il supercomitato SOS Amiata
di Fabrizio Pinzuti
PIANCASTAGNAIO – “Americani in Toscana: cosa non si fa per giustificare lo scempio!” Così recita il titolo di un comunicato stampa di SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata, a proposito di alcuni pareri di studiosi americani sulla geotermia a cui recentemente è ricorsa l’Enel. Si arricchisce, e si inasprisce, dunque di motivi scientifici, la polemica tra ambientalisti e colosso dell’energia, polemica nella quale viene coinvolta anche l’ARS (Agenzia Regionale Salute).
In una lunga e serrata nota i comitati ricordano che…  segue ns. comunicato e testo Borgia.

Corriere di Maremma del 20 marzo 2013

Bagnore 4, idee diverse allo specchio

SANTA FIORA. Dal 7 marzo l’Enel ha iniziato i lavori della centrale Bagnore4 e i Comitati Ambientalisti sono sul piede di guerra. Il Corriere di Maremma ha posto alcune domande sulla questione al dottor Andrea Borgia, vulcanologo e geologo vicino ai Comitati e all’ingegnere Massimo Montemaggi responsabile Geotermia Enel Green Power.
L’impatto sul territorio dell’Amiata delle tecnologie utilizzate da Enel per la produzione di energia geotermoelettrica è paragonabile a quello delle stesse centrali “a vapori di flash” realizzate in altri paesi? Negli Stati Uniti, in Germania, ad esempio, gli impianti come quelli di Piancastagnaio o di Bagnore come sarebbero considerati?
Borgia “Il problema è semplicemente legato alla concentrazione di sostanze tossiche che compongono appunto il vapore di flash. Nel caso dell’Amiata la concentrazione di sostanze tossiche in quel vapore è esorbitante e sono certo che in nessun paese civile del mondo sarebbe permesso emettere in atmosfera tali quantità di inquinanti in prossimità di bellissimi paesi turistici, di boschi dove esiste una grandissima biodiversità, e praticamente sopra l’area di ricarica del più importante acquifero potabile strategico della Toscana meridionale. La tecnologia attualmente utilizzata in Amiata è in assoluto la forma più inquinante di produzione di energia elettrica, e non può essere che dannosa per l’ambiente e per la salute”.
Montemaggi “Una volta individuata la risorsa geotermica intanto possiamo parlare di tecnologie: quella da adottare per la produzione di energia elettrica non è una scelta libera dell’operatore, ma dipende dal fluido geotermico del sottosuolo. Nel mondo sono presenti ben 526 impianti geotermici che producono complessivamente 67mila milioni di Kwh, in Italia se ne producono 5300, con un processo binario solo il 10%”.
Secondo un professore americano il problema maggiore per il ciclo binario è costituito (oltre all’aumento di suolo e all’impatto acustico) dai gas incondensabili che dovrebbero essere immessi in atmosfera. E’ vero?
Borgia “No, sono certo che il  professore non conosce a fondo il problema dell’Amiata. Le nuove tecnologie permettono di reiniettare nel sottosuolo anche i gas incondensabili. Tutte le altre società che in Toscana, Amiata compreso, propongono di sfruttare la geotermia si sono impegnate ad applicare cicli binari ad emissioni zero. In ogni caso, se all’Amiata si pensasse emettere in atmosfera i gas incondensabili attraverso un camino, le concentrazioni di elementi tossici nelle emissioni sarebbero di gran lunga sopra ai limiti di legge. È questo il motivo per cui credo sia stata chiusa la centrale a ciclo binario di Enel a Latera. Ritengo che non possa essere ammesso che qualora i gas incondensabili vengano emessi da un camino le emissioni siano fuorilegge, mentre qualora queste siano con un escamotage diluite con i miliioni di metri cubi di aria pulita che viene pompata pompata ogni ora attraverso le torri di raffreddamento, e che viene irrimediabilmente inquinata, rientrino nella norma!
Montemaggi “Se il fluido è ad alta entalpia (come questo di Bagnore) ad alto contenuto di gas, l’utilizzo del percorso binario non porta nessun vantaggio ambientale, ma anzi ne deriva un maggiore impatto perché è necessaria una superficie di suolo maggiore 5/6 volte di più, con un maggiore rumore e di contro non c’è un vantaggio dal punto di vista delle emissioni in atmosfera. L’impianto di Bagnore 4 sarà un impianto modello, con linee guida per tutti gli operatori geotermici nel mondo, con una efficienza del 95% di abbattimento di H2S, mercurio e un nuovo impianto di abbattimento di ammoniaca. Tra l’altro, a livello internazionale, le emissioni geotermiche sono considerate naturali”.
Il professore statunitense non fa alcun riferimento alla riduzione e alla contaminazione della falda acquifera. Il problema è da sottovalutare?
Borgia “No, anzi, come ben insegna l’Onu la riduzione della pressione originaria dei campi geotermici è probabilmente la maggiore causa di impatto ambientale. L’Enel ha ridotto tale pressione di 5-10 volte con conseguente: abbassamento, secondo i dati Enel, della falda acquifera anche di più di 300 metri; riduzione alla metà delle portate delle sorgenti maggiori ed annullamento di molte delle sorgenti minori; drastica riduzione delle sorgenti termali; vaporizzazione del sistema geotermico con formazione di gas incondensabili tossici tra cui CO2, H2S, Metano, Radon, Mercurio, Arsina, Ammoniaca; risalita dei gas incondensabili che vanno ad inquinare la falda potabile; fuoriuscita incontrollata nell’ambiente di vapori geotermici da faglie e da gallerie, discenderie e sondaggi delle vecchie miniere; subsidenza che ha variato anche il livello di base dei fiumi”.
Montemaggi “A uno dei numerosi studi dell’Università degli studi di Siena emerge chiaramente che non vi sono interferenze fra l’acquifero superficiale e il serbatoio geotermico. Le perforazioni attuali, inoltre, dimostrano lo stesso livello di quelle effettuate negli anni ‘60. Il livello non è cambiato ed è lo stesso di allora e dipende da piccole oscillazioni dovute alla piovosità ecc. Dai dati relativi agli anni ‘60 la falda era a quota 780 metri sul livello del mare esattamente come quella misurata dal piezometro di Poggio Trauzzolo del 2010, al netto delle variazioni stagionali. Anzi, attualmente i piezometri sono tre, quello citato, quello della Madonna del Castagno e La Valle e altri tre prescritti saranno piazzati entro l’estate”.
Molte persone che vivono sull’Amiata, nel leggere i dati dei monitoraggi Enel e Arpat, hanno qualche preoccupazione. E’ giustificata, secondo lei?
Borgia “Si, le emissioni sono praticamente non controllate (vengono misurate solo alcune ore all’anno), inoltre per la vicinanza dei loro punti emissivi alle abitazioni le interessano pesantemente; contengono talmente tanto mercurio chegli abbattitori Amis dovrebbero eliminarne 100 volte di più di quanto fanno adesso per rendere le centrali “environmental friendly”; contengono talmente tanta ammoniaca che nemmeno con gli abbattitori sembra che rientrino nei limiti di legge; per una stessa quantità di energia elettrica prodotta, contengono circa il doppio di CO2 di una centrale a gas a ciclo combinato; contengono talmente tanto H2S che spesso in prossimità delle Centrali non si respira; fino a pochi mesi fa, le emissioni erano, in alcuni casi, convogliate in atmosfera senza abbattitori all’altezza delle case poste solo ad alcune centinaia di metri di distanza”.
Montemaggi “No assolutamente, perché c’è un monitoraggio continuo, trasparente e controllato delle emissioni in aria dei vapori. Inoltre, allo scopo di ridurre i disservizi delle centrale, sarà anche installato un sofisticato sistema di telediagnostica in grado di preavvisare i nostri operatori di anomalie che possono verificarsi nel processo di produzione, molto prima che i sistemi di sicurezza intervengano mandando in blocco il gruppo”.
Se le tecnologie a ciclo binario non sono “proficuamente applicabili”, come dice il professore americano e quelle a vapori di flash, secondo alcuni, altamente inquinanti allora sull’Amiata non sarà possibile alcun tipo di sfruttamento geotermico?
Borgia “Questo non è esattamente vero. In ogni caso rimane aperta la strada della geotermia a bassa e media entalpia. Inoltre, il calore contenuto nelle rocce del sottosuolo non viene perso ma rimane ‘stoccato’ indefinitivamente pronto per essere usato quando avremo sviluppato tecnologie che lo potranno sfruttare senza fare gli attuali danni ambientali. In ogni caso, al fine di ridurre gli impatti all’ambiente ed alla salute, è necessario da subito ridurre l’utilizzo della risorsa geotermica fino al ripristino delle condizioni di pressione originarie. Gli studi fatti dall’Agenzia Regionale per la Salute indicano che da circa 30 anni nei paesi ‘geotermici’ di Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio, Arcidosso e Castel del Piano vi sono in media 2 morti in più al mese rispetto ai paesi limitrofi per un totale di morti superiore a 700. Mi sembra di capire che sull’Amiata, l’unica attività industriale che ha un impatto ambientale notevolissimo sia lo sfruttamento geotermico”.
Montemaggi “Come dicevo prima la risorsa geotermica dell’Amiata può essere sfruttata solo con una tecnologia a vapori di flash, in considerazione che i fluidi amiatini sono ad alta entalpia e dunque non è possibile realizzare una centrale a ciclo binario”

La Nazione del 20 marzo 2013

ARCIDOSSO GLI AMBIENTALISTI PRESENTANO GLI ULTIMI DATI CHE HANNO RACCOLTO
«No alla geotermia, parliamone»
I comitati indicono un’assemblea in vista della manifestazione
di Maria Brigida Langellotti
SI FA ANCORA più ampio il fronte dei cittadini amiatini che protestano contro lo sfruttamento geotermico del territorio. E per far sentire la loro voce e sensibilizzare le istituzioni locali, cittadini e comitati, nati per contrastare la nascita delle centrali geotermiche sul Monte Amiata, hanno organizzato un incontro pubblico. L’assemblea è in programma domani, alle 17,30 al «circolino» San Lorenzo di Arcidosso, in attesa della manifestazione di protesta prevista nel mese di maggio. L’OBIETTIVO è quello di affrontare l’argomento e esprimere tutte le preoccupazioni in merito ai temuti rischi per la popolazione. «L’Amiata chiama. Discutiamone insieme»: con questo motto i cittadini vogliono richiamare l’attenzione su una questione che li vede in subbuglio già da molti mesi. Cittadini e comitati, riuniti nel coordinamento Sos geotermia, da tempo protestano contro lo sfruttamento delle risorse geotermiche. Adesso la mobilitazione si è rafforzata ancora di più dopo l’annuncio di Enel Green Power dell’avvio dei lavori per la realizzazione della centrale geotermica Bagnore4 nel territorio tra Santa Fiora e Arcidosso. «L’obiettivo spiegano da Sos geotermia è quello di promuovere un dibattito pubblico a più voci sul tema della salute, entrando nel merito delle emissioni di inquinanti presenti sul territorio e degli studi compiuti sugli effetti sanitari. E’ importante discutere e decidere insieme le iniziative da sviluppare per la difesa del Monte Amiata. Per questo è importante che durante l’incontro ci sia la possibilità di confrontarsi anche con le istituzioni e le amministrazioni locali». Per il coordinamento Sos geotermia, i dati sono preoccupanti: «Le malattie, gli inquinanti sparsi sull’Amiata, la riduzione e l’inquinamento dell’acqua, rappresentino un motivo valido per opporsi allo sfruttamento geotermico e per invertire immediatamente la rotta, valorizzando un’economia legata all’unicità dell’ambiente e alla tipicità delle sue produzioni agroalimentari». TANTI i punti che saranno affrontati nel corso dell’incontro di domani. «Durante l’assemblea aggiungono da Sos geotermia si parlerà degli ultimi sviluppi e delle novità sulla questione geotermia, sarà presentato il resoconto degli incontri di Siena con i comitati toscani e di Roma con il forum nazionale Acqua pubblica. Inoltre, nell’occasione saranno valutate le proposte dei vari appuntamenti in programma nel mese di aprile nei comuni e nelle frazioni interessate alla questione dello sfruttamento geotermico e sarà presentata l’iniziativa nazionale che si svolgerà a maggio a Bagnore, nel territorio di Santa Fiora. L’incontro è aperto a cittadini e associazioni».

Prima Pagina Chiusi.it del 18 marzo 2013

GEOTERMIA SULL’AMIATA. LA RISPOSTA DEL COMITATO SOS GEOTERMIA ALLE DICHIARAZIONI DELL’ENEL
Continua il dibattito sul tema, avvalorato dagli studi di eminenti scienziati in contrapposizione tra loro. Il Comitato SOS geotermia: ” L’ENEL in evidenti difficoltà continua ad avvalersi di pareri scientifici americani che probabilmente non hanno mai messo piede in questa zona…”.
La questione geotermia accresce sempre di più il tenore delle dichiarazioni e delle polemiche contrapposte tra l’Enel ed il Comitato SOS geotermia. Venerdì abbiamo pubblicato sul sito di Primapagina, una nostra intervista all’ING Enel Montemaggi in cui, fra l’altro, si avvalorava la sicurezza ed il vantaggio della geotermia con studi di scienziati americani. A stretto giro di posta è arrivata la risposta del Comitato SOS Geotermia che ha anche avanzato delle ipotesi di un altro scienziato, italiano, a fronte degli studi USA dimostrati da ENEL.
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Comitato amiatino che si intitola polemicamente “Americani in Toscana: cosa non si fa per giustificare lo scempio. (segue il ns. comunicato)

Contropiano.org del 18 marzo 2013

Americani in Toscana. Cosa non si fa per giustificare lo scempio
di  SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata
L’Enel chiama “esperti” Usa per far passare come “benefiche” le proprie iniziative contro l’ambiente. Una risposta allo statunitense Horne, probabilmente a corto di informazioni.
(segue il ns. comunicato)

Il Tirreno del 19 marzo 2013

Bagnore, ancora scontro fra comitati e Enel
Gli ambientalisti: «Horne fa affermazioni azzardate». Per gli altri, «la centrale è molto affidabile»
di Fiora Bonelli
AMIATA SoS geotermia in Amiata continua la sua battaglia, giudicando non affidabili le dichiarazioni e le interviste dei più autorevoli scienziati mondiali in fatto di geotermia. Per il comitato ambientalista, Enel scomoda la scienza americana pur di arrivare dove vuole. Quindi non è accreditato il professor Bates, non il professor Horne, ma viene dato credito solo al professor Borgia che afferma che «se Horne fosse a conoscenza di tutte le problematiche amiatine forse non sarebbe così certo delle sue “azzardate” affermazioni assai lusinghiere sullo sfruttamento geotermico in Amiata». In ogni caso, fanno sapere quelli del coordinamento SOS Geotermia, «rimaniamo dell’opinione che i 2 morti al mese in più, le malattie, le tonnellate di inquinanti sparse sull’Amiata, la riduzione e inquinamento dell’acqua, la sismicità, siano motivo di opporsi allo sfruttamento geotermico, investendo e incentivando invece una economia legata all’unicità dell’ambiente e la tipicità delle sue produzioni agroalimentari, creando nuovi posti di lavoro nel risanamento, nel recupero e messa in sicurezza del territorio». Dall’altra parte Enel ricorda che tutta la documentazione accumulata negli anni dalla regione Toscana, che ha incaricato Università e istituti di ricerca prestigiosi, ha dimostrato la sostenibilità della geotermia e tutte le autorizzazioni sono a posto. Per cui nulla vieta i lavori, e così prosegue la costruzione di Bagnore 4, con una capacità installata totale di 40 Mw, in grado di generare fino a 310 milioni di kilowattora all’anno. L’investimento totale previsto per la realizzazione di Bagnore 4 è di circa 120 milioni di euro. Il progetto prevede la realizzazione di due gruppi da 20 Mw ciascuno, che, con perfetto inserimento ambientale, andrà ad affiancare quella di Bagnore 3 da 20 Mw. «La centrale di Bagnore 4 è stata progettata tenendo conto dei migliori standard a livello mondiale e delle migliori tecnologie disponibili da un punto di vista ambientale – ribadisce Enel Green Power – L’impianto sarà dotato di un sofisticato sistema di monitoraggio e tele-diagnostica, in grado di garantire elevati standard di affidabilità e di efficienza».