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SOS GEOTERMIA CHIEDE AI CANDIDATI SINDACI L’OPINIONE SULLA QUESTIONE GEOTERMIA

gas mask punto interrogativoRiprendono intanto gli incontri informativi, il 29 aprile ad Arcidosso sulla salute (leggi e scarica locandina)

Sei domande sulla geotermia in Amiata; è quanto Sos Geotermia vuole sapere dai candidati Sindaci e Consiglieri comunali alle prossime elezioni amministrative.

Abbiamo preso atto con soddisfazione che tra i temi in discussione nella campagna elettorale è finalmente comparsa la questione ‘geotermia’ e le ricadute sulla salute e sul territorio; ma abbiamo anche notato come spesso il tema viene trattato in ‘politichese’ e non siano chiare le opinioni in merito, né tantomento quali sono le azioni che si dovrebbero poi adottare sulla questione.

Chiediamo quindi ai candidati, anche a nome dei cittadini elettori dell’Amiata, di rispondere a 6 domande sugli aspetti principali legati all’attività geotermica e alle ricadute su salute e ambiente, sicuri che chi si propone alla guida delle Amministrazioni locali abbia una precisa opinione in merito e che, per sgombrare il campo da equivoci, voglia comunicarla ai cittadini affinchè questi possano esprimersi con convinzione nel voto tenendo conto, anche, di come si vorrà intervenire in futuro sul territorio.

Nel frattempo la nostra attività di informazione continuerà e già il 29 aprile prossimo, alle ore 17,30, presso la sala consiliare di Arcidosso, terremo un incontro su ‘LO STATO DI SALUTE DELLE POPOLAZIONI DELL’AREA GEOTERMICA DELL’AMIATA’ al quale invitiamo tutti i cittadini, le associazioni, i candidati in lista per le elezioni in tutto l’Amiata.

Leggi  e scarica le “6 DOMANDE AI CANDIDATI

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Il Tirreno del 29 aprile 2014
Sei domande ai candidati da Sos Geotermia
A domanda rispondano.  Sos geotermia chiede ai candidati sindaci e consiglieri dei 6 Comuni amiatini l’opinione sulla questione geotermia. «Abbiamo preso atto con soddisfazione che tra i temi in discussione nella campagna elettorale è finalmente comparsa la questione geotermia e le sue ricadute sulla salute e sul territorio; ma abbiamo anche notato come spesso il tema viene trattato in “politichese” e non siano chiare le opinioni in merito, né quali sono le azioni che si dovrebbero poi adottare sulla questione. Chiediamo quindi ai candidati, anche a nome dei cittadini elettori dell’Amiata, di rispondere a 6 domande sugli aspetti principali legati all’attività geotermica e alle ricadute su salute e ambiente, sicuri che chi si propone alla guida delle amministrazioni locali abbia una precisa opinione in merito e che, per sgombrare il campo da equivoci, voglia comunicarla ai cittadini, affinché questi possano esprimersi con convinzione nel voto». Una buona occasione per i sindaci c’è già oggi: alle 17,30 nella sala consiliare di Arcidosso incontro su “Lo stato di salute delle popolazioni dell’area geotermica dell’Amiata, al quale Sos geotermia invita cittadini, associazioni e candidati.

La Nazione del 29 aprile 2014
Geotermia, incontro pubblico per parlare di salute pubblica
ARCIDOSSO IL COMITATO INVITA TUTTI I CANDIDATI
di Nicola Ciuffoletti
GLI ATTIVISTI di «Sos Geotermia» non placano le loro attività di informazione. Oggi a partire dalle 17.30, in sala consiliare ad Arcidosso un incontro dal titolo «Lo stato di salute delle popolazione dell’area geotermica dell’Amiata». Un dibattito aperto al pubblico, che vedrà l’intervento di Fabio Landi e Roberto Barocci, e a cui sono stati invitati a partecipare i candidati a sindaco in lista per le elezioni in tutta l’Amiata. Di fatto si tratta di sei domande sulla geotermia in Amiata; è quanto «Sos Geotermia» vuole sapere dai candidati sindaci e consiglieri comunali alle prossime elezioni amministrative. «ABBIAMO preso atto con soddisfazione che tra i temi in discussione nella campagna elettorale è finalmente comparsa la questione geotermia affermano gli attivisti di Sos Geotermia e le ricadute sulla salute e sul territorio; ma abbiamo anche notato come spesso il tema viene trattato in politichese e non siano chiare le opinioni in merito, né tantomeno quali sono le azioni che si dovrebbero poi adottare sulla questione». «Chiediamo quindi ai candidati dice i l comitato , anche a nome dei cittadini elettori dell’Amiata, di rispondere a 6 domande sugli aspetti principali legati all’attività geotermica e alle ricadute su salute e ambiente, sicuri che chi si propone alla guida delle amministrazioni locali abbia una precisa opinione in merito e che, per sgombrare il campo da equivoci, voglia comunicarla ai cittadini affinchè questi possano esprimersi con convinzione nel voto tenendo conto, anche, di come si vorrà intervenire in futuro sul territorio».

Il Cittadino online del 28 aprile 2014
Sos Geotermia: 6 domande ai candidati sindaco
Il Coordinamento vuole indicazioni sulla posizione rispetto al tema
…segue ns. comunicato

GoNews.it del 27 aprile 2014
Sei domande di “Sos geotermia” ai candidati sindaco
…segue ns. comunicato

I soliti allarmisti: La geotermia amiatina NON è sostenibile. Lo studio Basosi-Bravi

rossi_bramerini_bocciati_non ci volevaUn altro duro colpo ai sostenitori del Green Power geotermico sul monte Amiata che -sempre più in difficoltà- continuano ad arrampicare gli specchi della sostenibilità e rinnovabilità della geotermia sempre e comunque.
Grazie al lavoro di informazione che come Sos Geotermia stiamo portando avanti, dopo le denunce sulla mortalità e altre patologie, sulla riduzione e inquinamento dell’acquifero, sulle emissioni in atmosfera di impianti di vecchia concezione, i rischi accertati di subsidenza e di sismicità indotta, un altro sonoro ceffone ai disinformati e/o complici arriva dallo studio “L’IMPATTO AMBIENTALE DELLA PRODUZIONE ELETTRICA DA SELEZIONATE CENTRALI GEOTERMICHE IN ITALIA” pubblicato il 1 marzo scorso sul Journal of Cleaner Production, a firma del Prof. Riccardo Basosi e dal Dott. Mirko Bravi.
Il Dott.Mirko Bravi è un ricercatore dell’università di Pisa, mentre il Prof.Riccardo Basosi
è un’autorità nel campo, ricoprendo molti e qualificati incarichi in ambito accademico e scientifico:
– Ordinario di Chimica Fisica presso l’Università di Siena, è stato nominato dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, tra i Rappresentanti italiani nel Comitato di Horizon 2020, Programma quadro della ricerca europea per il periodo 2014-2020.
– Rappresenta l’Università di Siena nel soggetto gestore del PIERRE, è presidente del Comitato Tecnico Scientifico dello stesso Polo di Innovazione ed è membro, per il sistema della ricerca, del Comitato di Indirizzo Tecnologico del DTE-Toscana.
– Direttore del Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Siena e Delegato del Rettore per l’energia e l’alta tecnologia;
– Direttore del Master per l’Uso Razionale ed Efficiente dell’Energia (Energy Manager), Siena;
– Membro del Comitato Tecnico Scientifico Energia presso la Regione Toscana;
– Membro del Comitato Scientifico dell’ISSI (Istituto Sviluppo Sostenibile Italia);
– Delegato italiano per il progetto europeo COST P15.

…saranno sufficientemente affidabili, cari Sindaci e Regione, o sono altri ‘allarmisti’?

Lo studio confuta la favola dell’energia geotermica pulita e sostenibile, favola che, da Kyoto fino alle nuove centrali pilota passando da Larderello e monte Amiata, governo e amministratori continuano a raccontare e che consentono a chi produce energia geotermica di ottenere sostanziosissimi incentivi che fanno sì che sia in atto una ‘corsa all’oro’ per accaparrarsi le concessioni; gli incentivi, ovviamente, sono pagati dai cittadini sulle bollette!
Rimandiamo alla lettura dell’intero articolo Basosi-Bravi da cui evidenziamo alcuni passaggi fondamentali:

“…la Comunità Europea non include le emissioni di gas serra prodotte dalle centrali geotermiche nella quota a carico dei vari paesi. Conseguentemente in Italia e nel resto d’Europa gli inventari di gas serra non considerano le emissioni di CO2 dalle centrali geotermiche…”
“…Frondini et al. argomentano che è probabile che le emissioni naturali nell’area del Monte Amiata dovute alla degassificazione del vulcano sono molto più basse di quelle dovute allo sfruttamento dei fluidi geotermici a considerevole profondità (come i campi che alimentano le centrali considerate in questo studio)…”
…Il campo geotermico del monte Amiata è del tipo ad acqua dominante con alte temperature. Attualmente sono in funzione 4 centrali geotermiche:
– una unità in località Bagnore, che copre un’area di 5 kmq., comprendente 7 pozzi di produzione e 4 di reiniezione;
– tre unità nell’area di Piancastagnaio, che copre un’area di 25 kmq., comprendente 19 pozzi di produzione e 11 di reiniezione (Frondini et al., 2009)…”
“…I risultati di questo studio sono stati comparati inizialmente con due altri sistemi di generazione di energia di analoga potenza, carbone e gas naturale…”
“…Le centrali geotermiche nell’area del Monte Amiata emettono in atmosfera una grande varietà di prodotti non condensabili (CO2, H2S, NH3, CH4)… I gas geotermici emessi dalle centrali contengono inoltre tracce di mercujrio (Hg), arsenico (As), antimonio (Sb), selenio (Se) e cromo (Cr)…”
“…Le emissioni di gas serra dalle centrali geotermoelettriche non possono essere considerate trascurabili. …
I nostri risultati per le centrali considerate in questo studio sono in buon accordo con quelli ottenuti da Brown e Ulgiati (2002) che affermano che l’emissione di CO2 delle centrali geotermiche è dello stesso ordine di grandezza di quella delle centrali alimentate da combustibili fossili.
In confronto mostra che dal punto di vista dell’ACP (Potenziale di Acidificazione, ndr), l’impatto derivante dall’energia prodotta dalle centrali geotermoelettriche del Monte Amiata è in media 2,2 volte maggiore dell’impatto di una centrale a carbone. Il valore medio dell’ACP di Bagnore 3 (il campo geotermico di Bagnore emette 21,9 kg SO2equiv/MWh) è 4,3 volte più alto di una centrale a carbone e circa 35,6 volte più alto di una centrale a gas. …”
Conclusioni
In questo studio è stato usato un metodo di valutazione ambientale per analizzare l’impatto ambientale in atmosfera della produzione di elettricità da centrali geotermiche. In alcuni casi l’impatto della produzione di elettricità da geotermia è perfino maggiore di quello della produzione di elettricità da combustibili fossili.
L’analisi mostra che la produzione di elettricità dalle centrali geotermiche dell’area del Monte Amiata non può essere considerata “Carbon free” come fin qui dichiarato in base alla letteratura menzionata nell’introduzione. Sebbene il Potenziale di Tossicitàper l’Uomo (HTP) non fornisca valori preoccupanti, le emissioni di gas serra sono in alcuni casi generalmente più alte di quelle prodotte da centrali a gas naturale ed in alcuni casi non molto lontane dai valori di centrali a carbone.
Inoltre il Potenziale di Acidificazione (ACP) dell’elettricità prodotta dalle centrali geotermiche considerate qui è 2,2 volte maggiore rispetto alle centrali a carbone. Nel caso del campo geotermico di Bagnore questa differenza aumenta di un fattore 4,4 ed è circa 28 volte più elevata dell’ACP di una centrale a gas naturale.
L’ovvia incompatubilità fra la produzione di elettricità da fonte geotermica e le emissioni da processi naturali attraverso cicli geologici di lungo periodo (che pongono i gas contenuti nei fluidi geotermici a contatto con l’atmosfera) non può essere ignorata. Perciò è necessario sviluppare appropriate tecnologie in grado di riconciliare le centrali geotermoelettriche con il carattere rinnovabile della risorsa energetica.
Mentre è certo che, al momento attuale, il ciclo binario non è la migliore soluzione dal punto di vista dei costi e dell’efficienza, l’idea di considerare la minimizzazione degli impatti (attraverso la completa reiniezione dei fluidi incondensabili all’interno del serbatoio) è necessariamente una strada promettente sulla base di considerazioni ambientali, per le centrali geotermiche del futuro.”
In ogni caso il profitto finanziario non può essere il principale criterio nel processo decisionale per lo sviluppo di centrali geotermiche nell’area dell’Amiata.

 

Post Scriptum:
Tempo di elezioni. Negli ultimi giorni leggiamo di prese di posizione da parte di vari candidati sulle centrali geotermiche: qualcuno che prima era a favore, oggi è diventato antigeotermico, altri continuano a difendere a spada tratta le centrali amiatine ed avversare le centrali del Brunello, qualcuno è favorevole purchè sia garantita la salute, come dire ‘sì alla guerra purchè non muoia nessuno’, qualcun altro continua a menare il can per l’aria pensando che se si chiede ‘con educazione’ magari l’enel ci farà centrali più salutari ed altri ancora supercazzolano come fosse antani…
A tutti vogliamo dire, di fronte ai cittadini (elettori):
I DATI CI SONO, LI ABBIAMO PUBBLICATI, VE LI ABBIAMO CONSEGNATI, SE ANCORA NON AVETE UNA OPINIONE E’ GRAVE E FORSE SARA’ MEGLIO NON AVERVI TRA I FUTURI AMMINISTRATORI;
SE LI CONOSCETE ED AVETE UN’OPINIONE SARA’ BENE CHE LA FACCIATE CONOSCERE AFFINCHE’ I CITTADINI SIANO MESSI IN CONDIZIONE DI SCEGLIERE E SAPERE COSA FARANNO LE PROSSIME AMMINISTRAZIONI IN MERITO ALLE CENTRALI GEOTERMICHE.

Terremoto a Piancastagnaio. ‘Excusatio non petita’ del sindaco Agnorelli e della Regione Toscana

sismi_1982-2009_fonte_enelIl PD ancora contro i comitati e a difesa della geotermia (le dichiarazioni di Agnorelli e della Regione sono riportate in fondo al nostro precedente comunicato)

SOS geotermia non può che rimanere sconcertata dinnanzi alla risposta del Sindaco di Piancastagnaio che per la prima volta “si è sentito chiamato in causa”, quali fosse un addetto Enel (che invece non ha risposto) di fronte a chi chiedeva rassicurazioni in merito al possibile collegamento fra i terremoti verificatisi a Piancastagnaio lo scorso 16-17 marzo, e l’attività di sfruttamento operata dall’Enel nel nostro territorio.

Le perplessità sollevate dai Comitati traggono fondamento dalle osservazioni di esperti di fama internazionale che da sempre (e non ultimo il 5 marzo 2014 presso la sala Mercede della camera dei deputati ove si è tenuto il convegno organizzato dalla rete No Geotermia Elettrica, Speculativa, inquinante) hanno ribadito che terremoti come quelli verificatisi a Piancastagnaio, aventi profondità dell’ipocentro a solo 1300 metri, in prossimità del centro abitato e vicini a pozzi di trivellazione siano inquadrabili in eventi di sismicità indotta.

Il sindaco si lancia anche in conclusioni che, se non fossero drammatiche, sarebbero comiche:se ci sono tanti altri terremoti in Italia anche dove non ci sono trivellazioni, è normale che ci siano anche in Amiata; come dire tutto: è regolato dal Caso e dal Destino.

Vista la sua competenza, il Sindaco magari potrà anche spiegare la normalità dei numerosi sismi rilevati proprio dall’Enel e concentrati, sempre per il Caso (ci mancherebbe), a Piancastagnaio e S.Fiora/Arcidosso di cui alleghiamo una mappa tratta dagli studi di impatto ambientale delle centrali ENEL in Amiata.

Cosa grave è che il Sindaco, nella sua esplicita difesa dell’attività dell’Enel, purtroppo viene appoggiato dalla Regione la quale, a sua volta crede di riuscire a tranquillizzare la cittadinanza asserendo che “Gli esperti consultati dalla Regione” (quali??) affermano che l’ evento «rientra nello stile sismico dell’area ed è collegato con l’apparato vulcanico dell’ Amiata, caratterizzato da eventi non particolarmente intensi ma che, a causa delle limitate profondità sono avvertiti distintamente».

Sos geotermia rileva come purtroppo sia ormai accertato e accettato dalla comunità scientifica che la produzione di energia geotermica comporti un aumento del rischio sismico e sia causa di terremoti anche in zone classificate a bassa sismicità, e ricorda come l’Amiata sia da sempre citata come esempio negativo di sismicità indotta (vedasi ad es. le dichiarazioni ufficiali inerenti ad uno studio condotto dall’Osservatorio Vesuviano: la reiniezione ad alta pressione di fluidi in un sottosuolo già instabile naturalmente è una operazione che causa una sismicità indotta come è notoriamente risaputo per gli eventi avvenuti nella zona del Monte Amiata in Toscana e in Svizzera”; ed ancora le osservazioni dell’ing.Marco Mucciarelli, del Centro ricerche sismologiche dell’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale, il quale in più occasioni ha ribadito che il “terremoto dell’1 aprile 2000 al monte Amiata, di magnitudo 4.5, profondo 2 chilometri, fa supporre si tratti di un sisma legato allo sfruttamento geotermico dell’area».

Ci chiediamo perché il Sindaco Agnorelli in questi casi non si sia mai sentito chiamato in causa e non abbia mai ribattuto di rispondere a simili paragoni; perché non ha ritenuto di chiamare “allarmisti”, l’lNVG o il dott. Mucciarelli dell’INOGS, come fa invece con Sos Geotermia, accusandoci di “rovinare il territorio”? Perché non “sfrutta le sue risorse e le sue energie” per chiedere un monitoraggio continuo e costante alla Regione, monitoraggio che tra l’altro, malgrado gli impegni, non è stato predisposto?

In particolare non sappiamo quali possano essere i soggetti “esperti” sentiti e dal Sindaco Agnorelli e dalla Regione per prodigarsi in dichiarazioni così rassicuranti, visto che il Comitato Tecnico per la Geotermia in Amiata (CTGA) dopo due anni di lavoro ha terminato con un nulla di fatto e non ci risulta che i suoi esponenti, fra i quali il prof. Andrea Borgia e il prof. Giuseppe De Natale (dirigente di ricerca dei sistemi vulcanici e Geotermia del’INVG Sez. Napoli), siano stati interpellati.

Al contrario il prof. Borgia, esprimendosi sull’articolo di rassicurazione della Regione Toscana ritiene che “nessuno può affermare che il sisma registrato non sia indotto o innescato dallo sfruttamento geotermico fintanto che il gestore del campo geotermico non renda pubbliche tutte le attività che ha fatto e sta facendo nel campo geotermico stesso (perforazione pozzi nuovi e riapertura pozzi vecchi, reiniezioni di acqua, iniezioni di fluidi acidi, estrazione di vapore, pressioni, ecc.) e fintanto che sia dimostrato dall’analisi dei dati che tali attività non siano correlate.” Continua il prof.:“Io dal canto mio avendo studiato ormai da anni tali problemi in Amiata (per la Comunità Montana Senese e per il Comune di Piancastagnaio) oltre che in altre parti del mondo, ritengo piuttosto che vi sia una correlazione diretta ed ormai ben conosciuta sia dal gestore che dalle autorità Regionali oltre che locali. Ritengo che terremoti di questo tipo siano con probabilità innescati dallo sfruttamento geotermico su faglie criticamente stressate oltre che indotti direttamente dalla reiniezione dei fluidi. Ritengo che debba anche essere analizzata con estrema serietà la possibilità di una correlazione tra questo terremoto e le fuoriuscite di gas sentite tra dicembre 2013 e gennaio 2014 in un’area che sembrerebbe essere coincidente con zona dell’epicentro del sisma. Ritengo che la decantata rete sismica con stazioni a S. Casciano Bagni, Arcidosso e Latera siano un bluff, in quanto totalmente incapaci di ubicare l’ipocentro del terremoto con sufficiente approssimazione. Occorrerebbe avere almeno 5-10 stazioni a tre componenti a larga banda tutte nel raggio di 2-3 km da Piancastagnaio per poter ubicare con serietà l’ipocentro. Ritengo che le autorità preposte dovrebbero prendere in seria considerazione di richiedere al gestore di valutare l’“adeguatezza sismica” degli edifici pubblici e privati, prima che siano indotti/innescati ulteriori terremoti!”

Ancora una volta quello che viene richiesto dagli esperti e da Sos Geotermia è l’applicazione del “principio di precauzione” che si applica in tutta Europa (ma l’Amiata è ancora in Europa?): non potendo “escludersi” la correlazione fra lo sfruttamento geotermico e l’evento sismico, si deve presumere, in via cautelativa, che tale correlazione vi sia e quindi occorre porre in essere tutte quelle misure che sono necessarie ad evitarla, prima fra tutte la moratoria e l’immediata sospensione dell’attività di estrazione dei fluidi e la relativa reiniezione.

Il principio di precauzione cioè non è “nel dubbio, pro-reo” bensì “nel dubbio, pro-ambiente e salute”.

Paradossale infine il fatto che il Sindaco di Piancastagnaio Voglia sminuire l’episodio di fuoriuscita di gas verificatosi nell’abitazione di un pianese, tenuto conto del fatto che la fuoriuscita di non meglio “individuati gas” non è stata ancora esaustivamente spiegata (vedasi nota Sindaco 7.2.14 con il quale, invitando il privato a fare egli stesso ed a proprie spese, i monitoraggi e le analisi, testualmente afferma “non essendo possibile risalire alle cause dell’episodio verificato”).

Noi non abbiamo dimenticato, e non dovrebbe farlo neanche il Sindaco Agnorelli, le emissioni che nel 1992 inquinarono l’area attorno al pozzo Senna 1 e che nei primi anni 2000 danneggiarono il Podere del Marchese (fatto questo ultimo per il quale, con la nota sent. 692/09 R.S. pronunciata il 9.3.09 dalla IV Sez. Penale della Suprema Corte di Cassazione, veniva accertata in via definitiva la correlazione diretta fra le attività geotermiche svolte da Enel ed il disastro che ne derivò) e per le quali l’allora Erga (l’attuale Enel Green Power) è stata condannata in primo grado, in sede civile, a risarcire il privato che le aveva subite, come non abbiamo dimenticato le emissioni che in loc. Lavinacci, sempre a Piancastagnaio, fecero evacuare varie case e per cui Enel ha risarcito i danni, e vorremmo avere rassicurazioni e certezze che tali eventi non si ripetano.

Ma la cosa più strana è che, nel silenzio di chi dovrebbe sentirsi chiamato in causa, cioè l’Enel, risponda un amministratore del PD che invece dovrebbe avere tutto l’interesse a chiedere conto proprio all’Enel di che cosa stia realmente avvenendo nel campo geotermico; questo stesso amministratore tra l’altro, così come la sua coalizione, deve ancora rispondere “scientificamente” alle interpellanze ed alle diffide dei Comitati sul perché, ad esempio, oltre ai terremoti, ad un calo dell’acquifero superficiale e al suo inquinamento, si registrino dati sanitari così allarmanti soprattutto nel comune di Piancastagnaio, non essendo affatto sufficiente attribuire gli aumenti di patologie correlabili a fattori ambientali, alle cattive abitudini dei cittadini amiatini ed in particolare di quelli Pianesi, presunzione tra l’altro smentita dagli stessi studi “ufficiali”.

Dispiace anche che l’Agnorelli si sia sempre sottratto al confronto con i Comitati (singolare e qualificante la sua assenza, e quella della sua giunta, ai vari convegni via via organizzati dai Comitati alla presenza di esperti imparziali) e mentre non ci meraviglia la tempestività e lo zelo della risposta della Regione, che comunque deve difendere il proprio operato avendo concesso una VIA ed autorizzazioni su dati per noi non rassicuranti o comunque non scientificamente “certi”, non pensavamo che il Sindaco Agnorelli si spingesse così in là e la sua ‘excusatio non petita’ non lascia alcun dubbio sul fatto che egli non sia imparziale sul tema degli effetti dello sfruttamento geotermico sul territorio.

Ricordiamo all’Agnorelli, qualora la cosa gli fosse sfuggita, che le perplessità dei Comitati che tanto critica sono stati oggetto dell’interpellanza n. 146 presentata il 27.12.13 alla Camera dai deputati dall’On. Zaccagnini ed altri e nella quale (per la parte relativa ai terremoti) si chiede ai Ministeri competenti se “tale situazione non comporti rischi elevati per l’incolumità pubblica in caso di eventi sismici che, stante i fatti, si potrebbe verificare con conseguenze disastrose; quindi se non ravvedano un reale rischio per l’incolumità degli abitanti del territorio, considerato che l’Amiata è reputata anche zona sismica, e se non ritengono, per quanto di competenza, di fare proprie le considerazioni del professore Mucciarelli docente di sismologia applicata; se non ritengano doveroso, per quanto di competenza, colmare le lacune normative, finora troppo generalizzate, in tema di geotermia, facendo proprie le istanze dei movimenti e dei coordinamenti locali che denunciano un grave rischio per la salute e per l’ambiente.

Vogliamo comunque comunicare al Sindaco Agnorelli e alla ‘lontana’ Regione Toscana che malgrado le loro difese d’ufficio della geotermia targata Enel, le obiezioni e le più o meno velate minacce, noi continueremo la nostra opera di informazione e mobilitazione contro lo sfruttamento, oggi pressoché incondizionato, della nostra montagna; per quanto lo riguarda il Sindaco dovrebbe avere il pudore di lasciare che l’Enel si difenda da sé e cercare invece di onorare il ruolo istituzionale che ancora ricopre e che lo vede responsabile in prima persona della salute pubblica e del territorio che ha governato da 10 anni.

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Contropiano del 26 marzo 2014
Terremoto a Piancastagnaio. Il PD ancora contro i comitati e a difesa della geotermia
…segue ns. comunicato

GoNews del 25 marzo 2014
Terremoti e attività dell’Enel, l’affondo di SOS Geotermia Amiata: “La produzione di energia comporta l’aumento del rischio sismico”
…segue ns. comunicato

Il Cittadino online del 25 marzo 2014
“SISMA A PIANCASTAGNAIO: ‘EXCUSATIO NON PETITA’ DEL SINDACO”
Sos Geotermia: “Il PD ancora contro i comitati e a difesa della geotermia”
…segue ns. comunicato

Aletheia online del 25 marzo 2014
La Terra trema sull’Amiata. Geotermia sotto accusa, ma il sindaco difende la centrale Enel
…segue ns. comunicato

Ancora terremoti sul Monte Amiata, sottovalutati i nostri allarmi

 

ombrello rosso monticelliLa terra ha tremato ancora sul monte Amiata, ma fortunatamente senza gravi conseguenze, né danni  per persone e cose. Una scossa di terremoto di magnitudo 2.5 è stata registrata domenica 16 marzo dall’INGV alle ore 20,37 nell’area di Piancastagnaio con ipocentro ad una profondità di 1,3 km. La scossa è stata avvertita dalla popolazione, che si è molto spaventata ed è scesa in strada. Alla scossa principale sono seguite altre due, più lievi, rilevate dal sistema ISIDe.
La profondità di 1,3 chilometri in cui è stato localizzato l’epicentro rimanda immediatamente a quella materia sulla  sismicità indotta e/o innescata nel campo geotermico (di Piancastagnaio), di cui gli esperti parlano da tempo, ma che  localmente costituisce ancora oggi un ‘tabù’, coperto da silenzio, soprattutto da parte delle autorità, ma che avevamo portato all’attenzione dei cittadini nel Convegno del 17 settembre scorso ad Arcidosso .
Ci chiediamo e chiediamo alle autorità preposte ai controlli: cosa sta succedendo nell’area geotermica di Piancastagnaio? quali attività l’Enel sta conducendo? cosa stanno facendo i Sindaci, l’Arpat, la Regione a seguito degli eventi sismici?
Sappiamo che la sismicità può essere innescata da varie cause. Il mondo scientifico, da almeno mezzo secolo, afferma che la estrazione e la reiniezione di fluidi nel sottosuolo generano terremoti anche di entità rilevante. “Non fa eccezione la geotermia”, ha più volte sostenuto il vulcanologo Andrea Borgia, nel ricordare che “Enel stessa nel SIA di Bagnore 4 e del Piano di riassetto di Piancastagnaio riporta come la maggior parte i terremoti originino nei campi geotermici o nelle aree immediatamente limitrofe a questi”.
E non si stanca di ripetere quanto sia di primaria necessità la realizzazione di una rete sismica, “per un monitoraggio della durata di almeno un anno, con almeno 10 stazioni a tre componenti  e a banda larga” prima di dare qualunque concessione geotermica, come ha recentemente illustrato a Roma, durante il convegno di Montecitorio, in occasione della giornata di mobilitazione nazionale contro la geotermia elettrica che abbiamo organizzato, il 5 marzo us, come ‘Rete Nazionale NO Geotermia Elettrica’.
In base ai dati a disposizione, è naturale chiedersi se la crisi sismica appena accaduta sia innescata dallo sfruttamento del campo geotermico di Piancastagnaio su faglie criticamente stressate e l’epicentro sembra non essere distante dalla zona dove tra dicembre e gennaio scorsi erano state percepite fuoriuscite di gas nelle case. Ed è naturale chiedersi se i due fenomeni possano essere connessi, così come sarebbe naturale che le autorità preposte forniscano al riguardo e quanto prima  tutte le risposte e rassicurazioni del caso.
Di “geotermia e sismicità indotta” si è molto occupato anche il Prof. dell’OGS di Trieste Marco Mucciarelli, il quale ha recentemente  enunciato che “la probabilità di indurre terremoti aumenta con il differenziale di pressione e temperatura” e “poiché la pressione dipende anche dalla permeabilità, la probabilità di indurre terremoti aumenta con la compattezza delle rocce”.
In pochi territori, tra cui quello amiatino, viene negata o sottaciuta l’importanza di eseguire specifici monitoraggi per rilevare la sismicità indotta, che può raggiungere localmente i valori di quella “naturale” (5 – 5,5 Richter nell’area dell’Amiata) ma con effetti molto pesanti nelle zone epicentrali a causa della limitata profondità a cui solitamente si manifestano tali fenomeni. La regione Emilia Romagna, per esempio, ha richiesto che una ricerca del genere venisse effettuata ‘prima’ del rilascio della autorizzazione per l’impianto geotermico di Casaglia, mentre in Amiata, all’interno concessione geotermica di Bagnore, non è prevista nessuna stazione sismica!
Oltre alla realizzazione di una rete con dati pubblici, altre misure raccomandate dagli esperti sismologi sono: i confronti compiuti con la accelerazione attesa per la sismicità naturale; le indagini specifiche sulla sicurezza sismica di tutti gli edifici; le polizze assicurative da stipulare in favore di chi dovesse subire danni.
Alla luce delle evidenze scientifiche e le misure oggettivamente insufficienti alla prevenzione e controllo dell’attività sismica indotta dagli impianti geotermici amiatini, non possiamo che ribadire la richiesta di una moratoria immediata di ogni attività per una verifica della compatibilità di questi impianti anche con la struttura del monte Amiata.

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Il Cittadino online del 22 marzo 2014
GEOTERMIA E SISMICITÀ: IL PARERE DEL VULCANOLOGO
Andrea Borgia conferma l’ipotesi di una relazione tra i fenomeni
di Fabrizio Pinzuti
PIANCASTAGNAIO. Tra i tanti pareri raccolti a proposito della possibilità di un collegamento tra le scosse telluriche registrate domenica scorsa nell’Amiata e l’attività geotermica dell’Enel, ospitiamo l’intervento del professor Andrea Borgia, che non ha solo l’autorevolezza dello studioso di vulcanologia e geotermia a livello internazionale ma che può vantare anche l’esperienza diretta in Amiata, avendo studiato il fenomeno dietro incarico della Comunità Montana Amiata Zona Senese e del Comune di Piancastagnaio.
“La posizione che si dice essere della Regione, e cioè che non vi è correlazione tra terremoto ed attività di sfruttamento del campo geotermico, è quantomeno assurda oltre che espressa da incompetenti, e quindi non posso ritenere che sia né vera né possibile. Nessuno può affermare che il sisma registrato domenica sera e le molte scosse successive non siano indotte o innescate dallo sfruttamento geotermico, fintanto che il gestore del campo geotermico non renda pubbliche tutte le attività che ha condotto negli ultimi sei mesi e che sta conducendo nel campo geotermico stesso (perforazione pozzi nuovi e riapertura pozzi vecchi, reiniezioni di acqua, iniezioni di fluidi acidi per la dissoluzione di sali precipitati, estrazione di vapore, registrazione delle pressioni a livello del campo geotermico ed a boccapozzo, ecc.) e fintanto che sia dimostrato dall’analisi dei dati che tali attività non siano correlabili ai terremoti avvenuti. Io dal canto mio avendo studiato ormai da anni tali problemi in Amiata (per la Comunità Montana Senese e per il Comune di Piancastagnaio) oltre che in altre parti del mondo, ritengo piuttosto che vi sia una correlazione diretta ed ormai ben conosciuta sia dal gestore che dalle autorità Regionali oltre che locali. Ritengo che terremoti di questo tipo siano con probabilità innescati dallo sfruttamento geotermico su faglie criticamente stressate oltre che indotti direttamente dalla reiniezione dei fluidi. Ritengo che debba anche essere analizzata con estrema serietà la possibilità di una correlazione tra questo terremoto e le fuoriuscite di gas sentite da vari cittadini tra dicembre 2013 e gennaio 2014 in un’area che sembrerebbe essere coincidente con zona dell’epicentro del sisma. Ritengo che la decantata rete sismica con stazioni a S. Casciano Bagni, Arcidosso e Latera siano un bluff, in quanto totalmente incapaci di ubicare gli ipocentri dei terremoto indotti dallo sfruttamento geotermico con adeguata approssimazione. Occorrerebbe, infatti, avere almeno 5-10 stazioni a tre componenti a larga banda tutte nel raggio di circa 2 km da Piancastagnaio per poter ubicare con serietà tali ipocentri. Ritengo che le autorità preposte dovrebbero pretendere dal gestore la valutazione dell’“adeguatezza sismica” degli edifici pubblici e privati, prima che siano indotti/innescati ulteriori terremoti”.
Ricordiamo per inciso che il professor Borgia non è l’unico a sostenere l’ipotesi di una relazione tra attività geotermica e sismi. Tale possibilità ha trovato altri riscontri scientifici; citiamo tra i tanti la conclusioni dei professor Mucciarelli, dell’Università della Basilicata, che indicò l’origine indotta del terremoto del 1 aprile 2000 di Piancastagnaio e che è stato relatore insieme a Borgia in un convegno sul tema “geotermia-sismicità” svoltosi nel settembre scorso ad Arcidosso, già oggetto della nostra attenzione.

Il Tirreno del 21 marzo 2014
Geotermia e sisma La Regione replica «Non c’è relazione»
SANTA FIORA «Sono oltre dieci anni che l’area amiatina è tenuta sotto controllo per ciò che riguarda l’attività sismica. Da questo punto di vista è sempre possibile fare di più e meglio, tanto che entro quest’anno abbiamo in programma di far partire un nuovo specifico progetto di studio. I cittadini devono quindi stare tranquilli circa il fatto che sia la Regione che gli altri enti interessati, a partire dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, stanno monitorando tutti i fenomeni che si registrano nelle aree interessate dall’attività geotermica, sia in quelle cosiddette tradizionali che quelle amiatine, tenendo conto che siamo su un vulcano, naturalmente soggetto a questo tipo di attività». La Regione Toscana risponde in questo modo alle preoccupazioni sollevate dai comitati ambientalisti in seguito alla scossa di 2,5 gradi di magnitudo registrata domenica scorsa con ipocentro a Piancastagnaio. Gli esperti consultati dalla Regione affermano che l’evento «rientra nello stile sismico dell’area ed è collegato con l’apparato vulcanico dell’Amiata, caratterizzato da eventi non particolarmente intensi ma che, a causa delle limitate profondità sono avvertiti distintamente». La Regione ricorda inoltre che fin dal 2003 sono attive sull’Amiata 5 stazioni di rilevazione dei fenomeni, 3 gestite dall’Ingvi (a San Casciano dei Bagni, Arcidosso e Latera) e 2 gestite dalla protezione civile nazionale (Piancastagnaio e San Casciano dei Bagni). Entro l’anno la Regione conta di aggiungere a queste postazioni fisse una rete di stazioni mobili. Per questo obiettivo sono stati stanziati 120mila euro in tre anni. Serviranno a garantire il loro funzionamento. L’intento è quello di continuare a tenere sotto controllo l’evoluzione sismica del territorio. «Giova infine ricordare – conclude la Regione – che nell’area di Santa Fiora è presente da molti anni una stazione di monitoraggio geochimico delle acque profonde che fa parte delle rete geochimica toscana ed è finalizzata a rilevare eventuali anomalie di alcuni parametri delle acque per metterli in correlazione con significativi eventi sismici. Da oltre un decennio sempre nella stessa area sono attive le azioni di prevenzione sismica promosse e cofinanziate dalla Regione per circa 3,2 milioni di euro».

La Nazione del 21 marzo 2014
AMIATA La Regione investe 120 mila euro in stazioni mobili per monitorare l’attività sismica
«SONO OLTRE dieci anni che l’area amiatina è tenuta sotto controllo per ciò che riguarda l’attività sismica. Da questo punto di vista è sempre possibile fare di più e meglio, tanto che entro quest’anno abbiamo in programma di far partire un nuovo specifico progetto di studio. I cittadini devono quindi stare tranquilli circa il fatto che sia la Regione che gli altri enti interessati, a partire dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, stanno monitorando tutti i fenomeni che si registrano nelle aree interessate dall’attività geotermica, sia in quelle cosiddette “tradizionali” che quelle amiatine, tenendo conto che siamo su un vulcano, naturalmente soggetto a questo tipo di attività». La Regione Toscana risponde in questo modo alle preoccupazioni sollevate dai comitati ambientalisti in seguito alla scossa di 2,5 gradi di magnitudo registrata domenica sera con ipocentro a Piancastagnaio. La Regione ricorda inoltre che fin dal 2003 sono attive sull’Amiata 5 stazioni di rilevazione dei fenomeni. Entro l’anno la Regione conta di aggiungere a queste postazioni fisse una rete di stazioni mobili. Per questo obiettivo sono stati stanziati 120.000 euro in tre anni.

Il Cittadino online del 20 marzo 2014
Agnorelli: “A proposito di geotermia e terremoti…”
Le riflessioni del sindaco di Piancastagnaio sul tema
PIANCASTAGNAIO. In riferimento agli articoli di questi giorni relativi alla scossa di terremoto di domenica scorsa ed alla relativa nota stampa di “S.O.S. Geotermia”, vorrei offrire alcune riflessioni.
I terremoti e l’Amiata: anche chi è competente ed esperto non riesce, purtroppo, a spiegare compiutamente gli eventi sismici ma comunque, tralasciando la storia e limitandosi alla cronaca, andando sul sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e leggendo la cronologia degli eventi sismici di domenica scorsa, si potrà vedere che i terremoti sono distibuiti in tutta la penisola e
non solo nei territori geotermici. Le tredici scosse di magnitudo superiore a 2.0 registrate in Italia il 16 Marzo vanno dal Golfo di Augusta all’Appennino Forlivese, dalle Alpi Cozie alla costa calabra passando, appunto, dall’Amiata.
Collegamento tra terremoti ed altri fenomeni: nella nota del Comitato si parla di “fuoriuscite di gas nelle case” a Piancastagnaio nel periodo dicembre gennaio. Non è assolutamente vero! C’è stata la segnalazione di un solo cittadino e, in seguito alle relative verifiche fatte dai Vigili del Fuoco il 22 ed il 24 Gennaio per “presunta fuga di gas”, ai controlli strumentali ed a successivi campionamenti dell’aria, non è stato evidenziato nessun pericolo ma un probabile episodio legato a problematiche createsi in condotte fognarie.
Vorrei quindi far presente che, al di là dell’ennesimo tentativo di strumentalizzare avvenimenti di varia natura, dopo dieci anni di polemiche sull’attività geotermica, che noi abbiamo cercato di regolare e migliorare, quello che è per me insopportabile è lo stato di falso allarme che si vuol incutere ai nostri cittadini, le continue minacce e la paura che si vuol trasmettere, le motivazioni più assurde mascherate da risposte scientifiche ma che di scientifico non hanno niente. In questo modo, oltre che a falsare un giusto dibattito si contribuisce a penalizzare ancora di più i nostri territori.
Il sindaco Fabrizio Agnorelli

Il Tirreno del 19 marzo 2014
«Geotermia e terremoti: dateci risposte»
Dopo la scossa sull’Amiata gli ambientalisti tornano a chiedere un monitoraggio: «Lo sfruttamento può favorire sismicità» SANTA FIORA Torna a tremare la terra sul monte Amiata e trema anche l’associazione ambientalista Sos geotermia, contraria allo sfruttamento della geotermia in Amiata. L’associazione, che raccoglie diversi comitati locali, da tempo sostiene che ci sia un nesso tra l’attività di estrazione del vapore geotermico e il verificarsi di terremoti. La scossa, di magnitudo 2.5, è stata registrata domenica dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia alle 20.37 nell’area di Piancastagnaio con ipocentro a una profondità di 1,3 chilometri. «La scossa – spiega Sos geotermia – è stata avvertita dalla popolazione, che si è molto spaventata ed è scesa in strada. Alla scossa principale sono seguite altre due, più lievi, rilevate dal sistema Iside. La profondità di 1,3 chilometri in cui è stato localizzato l’epicentro rimanda immediatamente a quella materia sulla sismicità indotta e/o innescata nel campo geotermico di Piancastagnaio, di cui gli esperti parlano da tempo, ma che localmente costituisce ancora oggi un tabù, coperto da silenzio, soprattutto da parte delle autorità, ma che avevamo portato all’attenzione dei cittadini nel convegno del 17 settembre scorso ad Arcidosso». Sos geotermia torna dunque a chiedere alle autorità preposte ai controlli: «Cosa sta succedendo nell’area geotermica di Piancastagnaio? Quali attività l’Enel sta conducendo? Cosa stanno facendo i sindaci, l’Arpat, la Regione a seguito degli eventi sismici?» La sismicità può essere innescata da varie cause. «Il mondo scientifico da almeno mezzo secolo afferma che la estrazione e la reiniezione di fluidi nel sottosuolo generano terremoti – spiega Sos geotermia – anche di entità rilevante. “Non fa eccezione la geotermia”, ha più volte sostenuto il vulcanologo Andrea Borgia, nel ricordare che “Enel stessa nel Sia di Bagnore 4 e del Piano di riassetto di Piancastagnaio riporta come la maggior parte i terremoti originino nei campi geotermici o nelle aree immediatamente limitrofe». Borgia reputa anche di primaria necessità realizzare una rete sismica per un monitoraggio di almeno un anno prima di dare concessioni geotermiche. «In base ai dati a disposizione – dice Sos geotermia – è naturale chiedersi se la crisi sismica appena accaduta è probabilmente innescata dallo sfruttamento del campo geotermico di Piancastagnaio su faglie criticamente stressate; l’epicentro sembra non essere distante dalla zona dove tra dicembre e gennaio scorsi erano state percepite fuoriuscite di gas nelle case. Ed è naturale chiedersi se i due fenomeni possano essere connessi, così come sarebbe naturale che le autorità preposte forniscano quanto prima risposte e rassicurazioni». Risposte che Sos geotermia lamenta di non ricevere. «In pochi territori, tra cui quello amiatino, viene negata o sottaciuta l’importanza di eseguire specifici monitoraggi per rilevare la sismicità indotta. La regione Emilia Romagna, per esempio, ha richiesto che una ricerca del genere venisse effettuata prima del rilascio della autorizzazione per l’impianto geotermico di Casaglia, mentre in Amiata, all’interno concessione geotermica di Bagnore, non è prevista nessuna stazione sismica». Oltre alla rete con dati pubblici, Sos geotermia fa presente che gli esperti suggeriscono indagini specifiche sulla sicurezza sismica degli edifici e polizze assicurative da stipulare in favore di chi dovesse subire danni. E torna a chiedere una moratoria di ogni attività geotermica. (f.f.)

Il Cittadino online del 18 marzo 2014
Terremoti in Amiata: Sos Geotermia si preoccupa
“Sottovalutati i nostri allarmi” dice il comitato
…segue ns. comunicato

PrimaPagina online del 18 marzo 2014
SOS GEOTERMIA: ” ANCORA TERREMOTI SUL MONTE AMIATA, SOTTOVALUTATI I NOSTRI ALLARMI”
…segue ns.comunicato

Contropiano del 18 marzo 2014
“Ancora terremoti sul Monte Amiata, sottovalutati i nostri allarmi”
…segue ns.comunicato

GoNews del 18 marzo 2014
Sos geotermia: “Ancora terremoti sul Monte Amiata, sottovalutati i nostri allarmi”
…segue ns.comunicato

MaremmaNews del 18 marzo 2014
Ancora terremoti sul Monte Amiata, sottovalutati i nostri allarmi
Intervento degli esponenti S.O.S Geotermia Amiata
…segue ns.comunicato

OkSiena del 18 marzo 2014
SOS GEOTERMIA: “LA TERRA HA TREMATO ANCORA SULL’AMIATA, ALLARME INASCOLTATO”
…segue ns.comunicato

AntennaRadioEsse del 18 marzo 2014
SOS Geotermia Amiata: “Terremoti, sottovalutati nostri allarmi”
…segue ns.comunicato

Roma, 5 marzo 2014. La mobilitazione contro la geotermia elettrica -video, foto-

20140305_rm convegno geotermia camera_34Si è tenuta a Roma il 5 Marzo la giornata di mobilitazione indetta dalle Rete Nazionale contro la Geotermia Elettrica Speculativa ed Inquinante, con un convegno, una manifestazione di fronte al Parlamento ed una conferenza stampa presso la Camera dei Deputati.
Scopo della giornata era quello di aprire un dialogo con il governo su tema della geotermia. In quanto il modo di procedere delle iniziative governative in questo settore presenta delle obiettive criticità che stanno creando forti critiche, disagio e risentimento nelle popolazioni interessate. Ed un rinnovato interesse critico da parte del mondo scientifico.
Il convegno, presso la Camera dei Deputati, ha visto la partecipazione di un folto pubblico, tra cui esponenti dei comitati laziali, umbri, toscani e sardi. Parlamentari, sindaci, amministratori, esperti, esponenti dei Ministeri e degli enti interessati, rappresentanti dei media.
Dalle numerose relazioni presentate al convegno da parlamentari, amministratori, comitati ed illustri esponenti del mondo scientifico, sono emersi alcuni punti importanti e precise richieste al Governo.
Il piano governativo di espansione e sviluppo della geotermia, varato nel 2010 dal governo Berlusconi, presenta una serie di problematiche gravi che non sono state sufficientemente considerate dalle istituzioni governative. Ma che nel contempo, visto il moltiplicarsi di richieste di nuovi impianti e di permessi di ricerca, stanno suscitando serissime preoccupazioni nelle popolazioni e da parte di qualificati ambienti scientifici.
Il principale problema da affrontare è quello dell’esistenza di un dogma culturale, dovuto a scarsa conoscenza del problema sia nell’opinione pubblica che negli ambienti della pubblica amministrazione: il Dogma della Infallibilità della Geotermia. Secondo il quale la geotermia è sempre di per sé Pulita, Rinnovabile, Sostenibile.
Un dogma alimentato dal circuito degli imprenditori geotermici attratti dagli enormi incentivi statali, e fideisticamente accettato da molti ambienti governativi senza discussioni o veri approfondimenti.
La realtà della ricerca scientifica mondiale e delle esperienze sul campo mostra invece con tutta evidenza che questo dogma è inaccettabile, e che non può guidare l’azione del Governo, in quanto la geotermia non è affatto sempre pulita, rinnovabile e sostenibile. Ma lo è solo a determinate condizioni, che dipendono dalla tecnologia impiegata e dalle specificità del territorio nel quale la si vuole usare. Ogni caso va esaminato a parte, con appropriata attenzione e grandissime cautele.
Alcune vecchie tecnologie, come quella FLASH, ad alta entalpia, con emissioni a cielo aperto, usata sul Monte Amiata, ha dato abbondanti prove di essere del tutto nefasta per i cittadini di quelle zone e per l’ambiente. Inducendo sensibili aumenti nei livelli di malattia e di mortalità, e trasformando un paradiso naturale in un incubo con livelli di inquinamento pari ai peggiori d’Italia.
Mentre le nuove tecnologie a ciclo chiuso, binarie a media entalpia, pur evitando l’emissione di veleni nell’aria, presentano numerose criticità:
·    bassissimo rendimento, a fronte di enormi incentivi governativi,
·    presentano seri rischi nelle zone ad alta sismicità,
·    possono creare fenomeni di subsidenza,
·    mettono a rischio i bacini idropotabili,
·    presentano forti impatti sul territorio, sulle economie locali, sul paesaggio di zone di pregio e spesso a vocazione turistica e agricola
·    impiegano pochissimo personale, ed in determinate zone la loro presenza mette a rischio attività produttive locali che impiegano molti più addetti.
Studi scientifici importanti cominciano ad evidenziare questi problemi, dei quali occorre tenere conto. Anche perché le popolazioni locali sono sempre più informate di queste criticità. E sempre più preoccupate.
La valutazione di questa serie di problemi non può essere lasciata ai centri di ricerca ed ai tecnici che lavorano per le società che fanno impianti geotermici. Troppo forti sono le attese e gli appetiti generati da incentivi governativi altissimi.
Occorre che lo Stato riprenda in modo sostanziale e non solo formalistico la propria funzione di salvaguardia di tutti gli interessi in gioco, primo fra i quali quello delle popolazioni coinvolte.
Non si può portare avanti un piano di espansione della geotermia che appare procedere in modo frettoloso, improvvisato e per giunta a dispetto delle popolazioni locali.  Dove la geotermia è praticabile e sostenibile, occorre fornire ai cittadini proposte valide, mostrare con sincerità ed onestà i problemi e convincerle dei vantaggi di queste tecnologie. Per averne il consenso. Non ci si può basare solo sul consenso di strutture politiche spesso troppo sensibili al lavoro lobbistico delle imprese.
Molte le pressioni per procedere di corsa con questo piano, ma è di tutta evidenza che non c’è alcuna fretta, per i seguenti motivi:
·    il Paese ha già ampiamente raggiunto gli obiettivi previsti di produzione di energie rinnovabili;
·    le capacità di produzione elettrica italiane sono elevatissime, con grandi impianti costretti a rimanere spenti per mancanza di domanda;
·    gli impianti FLASH con emissioni in aria ogni giorno avvelenano l’ambiente e i cittadini, mentre quelli proposti a ciclo binario presentano criticità pesanti ed hanno rendimenti bassi, a fronte di elevatissimi incentivi pagati in bolletta dai cittadini e dalle imprese.
Questi incentivi e questa fretta appaiono nella situazione attuale del tutto inappropriati e forzosi. A meno che la fretta e gli incentivi non servano esclusivamente a favorire circuiti industriali dotati di forti connessioni politiche, come dimostrano i continui e pesanti interventi di modifica legislativa favorevoli agli imprenditori geotermici. Interventi spesso in palese contrasto con i regolamenti parlamentari, con la Costituzione e con le normative europee.
Questo noi cittadini e le istituzioni del nostro Paese non lo possono accettare.
Per tutti questi motivi dal convegno e dalla giornata di mobilitazione emerge una richiesta al governo:
una Moratoria con sospensione del Piano Geotermico e dei relativi incentivi che consenta di:
·    ripensare l’economicità del piano di sviluppo geotermico;
·    valutare in modo più approfondito e sistematico le criticità e gli impatti delle varie tecnologie; ed adeguare la normativa in modo conseguente;
·    mappare il territorio nazionale decidendo le zone di esclusione, dove gli impianti geotermici presentano rischi eccessivi o comunque si presentano come fortemente impattanti e non sostenibili.
La richiesta viene rivolta ad un Governo che ha tutto l’interesse ad evitare spese inutili, affrettate, dannose e che pesano direttamente sui bilanci di cittadini e imprese già duramente provati dalla crisi.

GUARDA I VIDEO:       PRIMA PARTE  –  SECONDA PARTE

TERZA PARTEQUARTA PARTE

RETE NAZIONALE NO GEOTERMIA ELETTRICA

Interrogazione parlamentare sulla geotermia in Amiata presentata il 27 dicembre scorso

montecitorio trivellaStamattina a Grosseto si è svolta una conferenza stampa di Sos geotermia per presentare l’interrogazione parlamentare presentata il 27 dicembre 2013 dagli On.Zaccagnini (primo firmatario), Serena Pellegrino e Alberto Zolezzi; ai giornalisti e cittadini convenuti è stata illustrata l’interrogazione e fornita la documentazione. Erano anche presenti i portavoce provinciali del M5S Giacomo Gori e Matteo della Negra.

Tre deputati al Parlamento italiano hanno presentato alla Camera una interpellanza sulle dannose conseguenze della geotermia in Amiata: Adriano Zaccagnini, del Gruppo misto, primo firmatario, Serena Pellegrino di Sinistra Ecologia e Libertà ed Alberto Zolezzi del Movimento 5 Stelle. Quattro i Ministri destinatari delle  informazioni presentate al Governo al quale si chiede di rispondere: quello della Salute in primo luogo, poi quelli dello Sviluppo Economico, dell’Ambiente e degli Affari europei.
I temi sono quelli che SOS Geotermia da tempo ha sollevato in più occasioni, ma i fatti denunciati dai tre deputati, con la relativa documentazione presentata al vaglio della Commissione Ispettiva della Camera sulle interrogazioni, testimoniano ipotesi di illegittimità e illegalità allarmanti. In sintesi per gli interroganti la Geotermia in Amiata non è né rinnovabile, né sostenibile e tanto meno pulita ed è quindi sospetto come l’Enel abbia potuto ottenere consistenti finanziamenti pubblici, a carico dei contribuenti, e come quegli impianti, tecnologicamente superati, abbiano potuto essere autorizzati ed essere considerati capaci di produrre una energia rinnovabile e sostenibile, al punto da essere incentivata e ben accolta dagli amministratori pubblici.
In realtà le quantità di inquinanti emesse in atmosfera in Amiata documentano una attività che concorre sicuramente all’eccesso del +13% di mortalità, statisticamente significativo, rilevato nei paesi geotermici dell’Amiata. Sono inoltre emissioni clima alteranti ben oltre le centrali elettriche alimentate ad olio combustibile e sottraggono una buona parte delle riserve idriche, peggiorandone la qualità, fino all’esaurimento. Il tutto in zona sismica e all’interno di arre protetta dalla Comunità europea.
Chi per arroganza od opportunismo o peggio vuole continuare ad ignorare la specificità idro/geochimica dell’Amiata, dovrà assumersi la responsabilità politica e giuridica delle scelte fatte.
Sette le domande finali dell’interrogazione a cui il Governo dovrà rispondere.

Questi i quesiti:
1.
se, considerato che l’acqua è un bene comune di gran lunga più importante degli utili di una società energetica e tenuto conto della grave crisi idrica determinata anche dagli impianti geotermici che comportano forti aumenti dei consumi, ad avviso degli interpellanti nella specifica circostanza del Monte Amiata si sarebbe dovuto applicare il principio di precauzione;

2.
se i Ministri siano a conoscenza dei fatti narrati e quali azioni intendano intraprendere;
se i Ministri, visto l’eccesso di malattie registrate nei comuni geotermici con concentrazioni crescenti degli inquinanti di cui in premessa, non reputino ci sia un nesso con le suddette emissioni geotermiche, che si ripetono da diversi decenni in Amiata;

3.
se non reputino che il bilancio idrico avrebbe dovuto essere definito, come richiesto anche dalle autorità di bacino, comprendendo le acque emesse dalle centrali geotermiche e che le aree di ricarica delle falde idropotabili debbano essere individuate, perimetrate e tutelate;
di quali elementi disponga circa la conformità dell’attività geotermica in Amiata con le normative vigenti così come sopra citate;

4.
se viste le norme e le direttive e indicazioni dell’Unione europea sulla riduzione delle emissioni di ammoniaca e metano, non reputino che le centrali geotermiche dovrebbero essere escluse dalle energie rinnovabili, visto che producono più di una centrale alimentata ad olio combustibile e se stante i dati dell’Arpat, si possa sostenere che le centrali geotermoelettriche producano energia pulita e sostenibile tale da ricevere una cospicua somma di incentivi statali;

5.
se tale situazione non comporti rischi elevati per l’incolumità pubblica in caso di eventi sismici che, stante i fatti, si potrebbe verificare con conseguenze disastrose; quindi se non ravvedano un reale rischio per l’incolumità degli abitanti del territorio, considerato che l’Amiata è reputata anche zona sismica, e se non ritengono, per quanto di competenza, di fare proprie le considerazioni del professore Mucciarelli docente di sismologia applicata;

6.
se non ritengano doveroso, per quanto di competenza, colmare le lacune normative, finora troppo generalizzate, in tema di geotermia, facendo proprie le istanze dei movimenti e dei coordinamenti locali che denunciano un grave rischio per la salute e per l’ambiente;

7.
se i Ministri vista la costruzione di Bagnore 4 all’interno di un sito di interesse comunitario e zona di protezione speciale, non ritengano che vada ad inquinare pesantemente un’area protetta, anche in considerazione del fatto che, ad avviso degli interpellanti sia sta agendo in netto contrasto con le scelte compiute in precedenza dalla pubblica amministrazione che ha prima usufruito di finanziamenti pubblici per proteggere e valorizzare le risorse naturali e le biodiversità di un’area ed ora usufruisce delle «compensazioni ambientali» di ENEL per danneggiare quello che invece avrebbe dovuto tutelare.

All’interrogazione è stata allegata anche la documentazione:

1. Arpat di Firenze, “Monitoraggio dell’impatto ambientale della produzione geotermica” dell’11.10.2006

2 Nota del Dip.ARPAT di Siena del 12.5.2011 Prot. n° 32765, All.1.

3 Nota del Dip.Arpat di Siena – Monitoraggio delle arre geotermiche toscane- Anno 2011 tab. 2-10, pag.24.

4Il Rapporto ARS è scaricabile da :

http://www.ars.toscana.it/files/aree_intervento/ambiente/geotermia/studio_geotermia/progetto_geotermia_2010.pdf

(accesso del 17.12.2013) a pag.80 gli eccessi statisticamente significativi nell’area Sud.

5 L’Aggiornamento ARS e la rivista si scarica da:

http://www.epiprev.it/materiali/2012/EP5-2012/EPv36i5suppl1.pdf

(accesso del 17.12.2013)

5La stampa locale, il 28 novembre 2010, riportando la presentazione della Relazione Ars-Cnr, fatta dalla Giunta Regionale, ha così titolato: “Amiata indagine sullo stato di salute dei cittadini – Geotermia, dagli studi non emergono rischi sanitari” (La Nazione); “L’indagine è stata condotta in tutte le aree dove c’è attività termica -La geotermia non uccide- Presentata la ricerca dell’Ars sui rischi per la salute” (Il Tirreno); “Santa Fiora- La vita al tempo della geotermia. Sala del Popolo gremita per ascoltare la relazione sui dati epidemiologici. Cipriani:- Qui l’aria migliore della Toscana-. Ma i comitati contestano”. (Corriere di Maremma).

Vedi:

http://www.provincia.grosseto.it/index.php?id=913&tx_ttnews[cat]=52&tx_ttnews[year]=2010&tx_ttnews[month]=11&tx_ttnews[day]=28

(accesso del 17.12.2013)

6 Fabio Voller, Ars, “Le informazioni sugli stili di vita”, Ottobre 2012. Vedi:

http://www.ars.toscana.it/files/eventi/eventi_2012/geotermia_e_salute/2012_10_25_presentazione_stili_vita_voller.pdf

(accesso del 17.12.2013)

7 Si riportano alcune pubblicazioni e censure in merito alla scelta di diluire i risultati ricavati su popolazione diversamente esposte agli inquinanti:

a) S.Parodi, V.Gennaro, M.Ceppi, PL.Cocco Comparison bias and dilution effect in occupational cohort studies. Int J Occup Environ Health 2007; Apr-Jun: 13 (2): 143-52

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17718170

b) Hernberg. ”Negative” results in cohort studies: how to recognize fallacies.SJWEH.1981; 7:121-6

http://www.sjweh.fi/show_abstract.php?abstract_id=2589

c) V.Gennaro, P.Ricci, AG.Levis, P.Crosignani. Epidemiology’s and epidemiologists’ vice and virtues.Vizi e virtù dell’epidemiologia e degli epidemiologi. Epi & Prev 2009; 33 (4-5), supp 2:49-56.http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20124642

d) N.Pearce. Corporate influences on epidemiology. Int J Epidem 2008; 37(1):46-53.

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18245050

e) V.Gennaro, L.Tomatis. Business bias: How epidemiologic studies may underestimate or fail to detect increased risks of cancer and other diseases. Int J Occup Environ Health 2005;11:356–359.

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16350469

8 Regione Toscana – Gruppo di Lavoro per il Bilancio Idrico dell’Acquifero del M. Amiata (AdB Tevere, AdB Fiora, Bacino Regionale Ombrone, Settore Prevenzione del Rischio Idraulico e Idrogeologico, Settore Tutela e Gestione delle Risorse Idriche) Procedura di VIA Progetto di riassetto Area Geotermica Piancastagnaio. Contributo istruttorio sulle integrazioni Enel, relativamente alla tutela della falda strategica del M. Amiata. Verbale riunione del 16.12.2010;

9 A. Calamai, R. Cataldi (Enel, Direzione Studi e Ricerche, Centro di Ricerca Geotermica, Pisa) – P. Squarci (Cnr, Istituto Internazionale per le Ricerche Geotermiche, Pisa),Geology, Geophysics and Hydrogeology of the Monte Amiata Geothermal Fields Maps and Comments, 1970.

Il lavoro di Calamai, insieme a quelli di Burgassi et altri del 1965 e di Cataldi del 1965, viene più volte richiamato nel verbale del Gruppo di Lavoro per il Bilancio Idrico dell’Acquifero del Monte Amiata, redatto in data 16 dicembre 2010, in occasione della procedura di VIA per il Piano di riassetto dell’Area geotermica di Piancastagnaio.

10 Regione Toscana, Settore Tutela del Territorio e della costa . Prot. n° A00-GRT int.11 del 14.11 2007. Oggetto Piano di lavoro finalizzato alla definizione del bilancio idrico dell’acquifero dell’Amiata. Risultati delle indagini eseguite” a firma del geologo Luigi Micheli.

11 Regione Toscana, Relazione del geologo dott. Micheli, Il sondaggio di poggio Trauzzolo,Convegno ad Abbadia S. Salvatore del 5 febbraio 2011.

12 a) O. Conio, R. Porro, L’arsenico nelle acque destinate al consumo umano, ed.F. Angeli,2009. Pag. 86/88;

b) USL 9, Zona 3 – Amiata Grossetana, prot.n. 308 del 24.04.2007, del Dipartimento della Prevenzione, Ufficio Igiene e Sanità Pubblica di Arcidosso, Oggetto: Dati analitici delle acque potabili, relativi al parametro “arsenico” per i Comuni di Castel del piano, Arcidosso, Santa Fiora. Periodo 1999 – 2006;

c) Acquedotto del Fiora – Richiesta di deroga per le acque destinate al consumo umano. Relazione Sintetica e Allegato 2 .2007;

d) ARPAT – Allegato 2 –L’Acquifero del Monte Amiata – Analisi dei dati relativi al monitoraggio nel periodo 2002-2006, con particolare riferimento alla presenza di arsenico.Alessandro Becatti, Dario Giannerini – Febbraio 2007.

13 L.183/89 e successive modifiche e integrazioni, art. 144 del D. Lgs. 152/06.

14 Dati presenti nella Deliberazione di Giunta Regionale Toscana n° 344 del 22.3.2010 “Approvazione dei criteri direttivi per lil contenimento delle emissioni in atmosfera delle centrali geo termoelettriche”.

15 Nota ARPAT-dip. Siena,”Controllo e monitoraggio delle pressioni e dello stato dei territori soggetti allo sfruttamento dei fluidi geotermici” Febbraio 2007.

16Nota dell’ARS alla Regione Toscana del 31.052012, pag.3 e pag.6 in merito allo Valutazione di Impatto Ambientale della centrale geotermoeletrica di Bagnore 4.

17Regione Toscana – Direzione generale della Presidenza, Settore Valutazione di Impatto Ambientale. Conferenza dei Servizi del 4 settembre 2012. Verbale, capoverso in merito all’impatto sanitario.

18M Mucciarelli,Sismicità indotta da attività antropiche e rischio derivante “ Rivista di Ingegneria sismica n°1/2 gennaio/giugno 2013.

19 ENEL, Studio di Impatto Ambientale della centrale geotermoelettrica Bagnore 4.

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Contropiano.org dell’11 gennaio 2014
Interrogazione parlamentare sulla nocività della geotermia a Monte Amiata
…segue ns. comunicato

Il Tirreno dell’11 gennaio 2014
ENERGIA » LUCI E OMBRE
Il caso geotermia amiatina finisce in Parlamento 
I comitati contrari agli impianti sono i promotori di un’interpellanza a 4 ministri sull’incremento degli inquinanti, l’assenza del bilancio idrico e il rischio sismico 
di Enrico Pizzi
GROSSETO. «Sta crollando il mito della geotermia come energia pulita, sicura e rinnovabile». È già una mezza vittoria, per gli esponenti di Sos Geotermia, il fatto che la loro lotta contro l’espansione delle centrali geotermiche sull’Amiata e le loro ragioni, supportate da una copiosa documentazione tutta composta da studi e atti pubblici, siano approdate in Parlamento attraverso una interpellanza “bipartisan” presentata degli onorevoli Adriano Zaccagnini (ex Movimento 5 Stelle, oggi gruppo misto), Serena Pellegrino (Sel) e Alberto Zolezzi (M5S). Una mezza vittoria che Roberto Barocci, portavoce dei comitati riuniti sotto la sigla Sos Geotermia, ha sottolineato ieri in una conferenza stampa convocata a Grosseto, nel corso della quale – documenti alla mano, ha fatto notare che quei documenti hanno già superato il vaglio di una commissione parlamentare che decide dell’ammissibilità o meno di una interpellanza. Insomma, sulla loro attendibilità ci sono pochi dubbi, secondo Barocci. Adesso quei documenti saranno trasmessi a tutti i sindaci interessati. «Perché nessuno – dice Roberto Barocci – possa dire che non sapeva». L’interpellanza pone questioni pesanti, tutte basate su una serie di premesse fondate proprio sulla documentazione fornita da Sos Geotermia. Si chiede, infatti, ai ministri competenti – i ministeri interpellati sono quattro: Sviluppo economico, Ambiente, Salute e Affari europei – innanzitutto se non si sarebbe dovuto applicare il principio di precauzione a tutela della risorsa idrica «un bene comune di gran lunga più importante degli utili di una società energetica – scrivono – e tenuto conto della grave crisi idrica determinata anche dagli impianti geotermici che comportano forti aumenti dei consumi». Si chiede, poi, se «i ministri, visto l’eccesso di malattie registrate nei Comuni geotermici con concentrazioni crescenti degli inquinanti, non reputino ci sia un nesso con le suddette emissioni geotermiche, che si ripetono da diversi decenni in Amiata». Si chiede, inoltre, se non si reputi «che il bilancio idrico avrebbe dovuto essere definito, come richiesto anche dalle autorità di bacino, comprendendo le acque emesse dalle centrali geotermiche e che le aree di ricarica delle falde idropotabili debbano essere individuate, perimetrate e tutelate», se non si ritenga che «viste le norme e le direttive e indicazioni dell’Unione Europea sulla riduzione delle emissioni di ammoniaca e metano, le centrali geotermiche dovrebbero essere escluse dalle energie rinnovabili, visto che producono più di una centrale alimentata ad olio combustibile» e, dunque, anche dalla possibilità di ricevere cospicui incentivi statali. L’attenzione, poi è rivolta anche al rischio sismico che lo sfruttamento della risorsa geotermica comporterebbe. I tre parlamentari chiedono in proposito ai quattro ministri «se non ravvedano un reale rischio per l’incolumità degli abitanti del territorio, considerato che l’Amiata è reputata anche zona sismica». Inoltre chiedono ai ministri «se non ritengano doveroso colmare le lacune normative in tema di geotermia, facendo proprie le istanze dei movimenti e dei coordinamenti locali che denunciano un grave rischio per la salute e per l’ambiente». In merito, infine, allo specifico della centrale di Bagnore 4, che è in fase di realizzazione, nell’interpellanza si fa notare che si trova «all’interno di un sito di interesse comunitario (Sic) e zona di protezione speciale (Zps) “Monte Labbro ed Alta Valle dell’Albegna”», così come gli altri interventi «sono programmati in prossimità del medesimo sito ed alcuni ricadono all’interno o nelle vicinanze del Sic “Alto corso del fiume Fiora” e del Sic “Cono vulcanico del Monte Amiata”». Per gli interpellanti ne discende una contraddizione «con le scelte compiute in precedenza dalla pubblica amministrazione che ha prima usufruito di finanziamenti pubblici per proteggere e valorizzare le risorse naturali e le biodiversità di un’area e ora usufruisce delle compensazioni ambientali di Enel».

La Nazione dell’11 gennaio 2014
AMBIENTE IL GOVERNO INFORMATO DEI PROBLEMI IN MONTAGNA

Interpellanza parlamentare per la geotermia sull’Amiata
Il comitato «Sos» ha raccolto la documentazione
L’ENERGIA geotermica al centro di polemiche. Il comitato Sos Geotermia ha consegnato nel dicembre scorso a tre gruppi parlamentari (Gruppo Misto, M5S e Sel), diciannove documenti, per la maggior parte prodotti da uffici pubblici, responsabili della tutela della salute e dell’ambiente. Sono tutti passati, assieme al testo dell’interrogazione, al vaglio della Commissione ispettiva del Parlamento e adesso sono alla base di un’interpellanza. Lo ha detto Roberto Barocci ieri mattina durante una conferenza stampa organizzata da Sos Geotermia. L’ambientalista da sempre sostiene che la geotermia prodotta da Enel in Amiata non è «né pulita, né rinnovabile. E che bisogna iniziare a rispettare la legalità». La documentazione ha consentito agli onorevoli Adriano Zaccagnini, del Gruppo misto, Serena Pellegrino di Sel, e Alberto Zolezzi di M5S di informare il Governo che «c’è una relazione tra l’aumento di malattie registrato e le concentrazioni di inquinanti. Essendo riconosciuta nei comuni geotermici come vera anche la relazione tra glii inquinanti e le emissioni delle centrali geotermiche sostengono diciamo che l’eccesso di malattie è anche funzione delle emissioni delle centrali geotermiche». Ma non solo. In merito alle risorse idriche i parlamentari chiedono: «In Amiata la produzione di energia comporta un consumo di milioni di metri cubi di acqua proveniente anche dagli acquiferi superficiali oltre che da quelli termali e geotermici e la legge prevede che le acque siano utilizzate con priorità per consumi potabili». In merito alle emissioni climalteranti, «oltre ad inquinanti tossici e nocivi per la salute, le centrali dell’Amiata, producono migliaia di tonnellate di Co2 e grandi quantità di metano, altra sostanza climalterante». Poi anche il rischio sismico: «La geotermia produce una sismicità indotta derivante da fenomeni di depressurizzazione del sottosuolo dovuti dallo sgonfiamento dei cuscini geotermici e alla reiniezione dei fluidi con conseguente possibile fatturazione delle rocce, oltre a fenomeni di subsidenza».

GrossetoOggi.net del 10 gennaio 2014
“La geotermia in Amiata non è né pulita, né rinnovabile”
Gruppo Misto, M5S e SEL presentano un’interrogazione in Parlamento
GROSSETO – Ben 19 documenti, per lo più prodotti da Pubblici Uffici, responsabili della tutela dalla salute e dell’ambiente, e tutti provenienti da fonti autorevoli, sono stati consegnati nel dicembre scorso da SOS Geotermia ai tre gruppi parlamentari Gruppo Misto, M5S e SEL e passati, assieme al testo dell’interrogazione, al vaglio della Commissione ispettiva del Parlamento. La documentazione, infatti, ha consentito agli onorevoli Adriano Zaccagnini del Gruppo misto, Serena Pellegrino di Sel ed Alberto Zolezzi del Movimento 5 Stelle di informare il Governo che sussiste una relazione tra l’aumento di malattie registrato e le concentrazioni di diversi inquinanti prodotti, così come in altri comuni, dalle centrali geotermiche. In merito alle risorse idriche, precisa il comitato Sos Geotermia, “la produzione di energia comporta un consumo di milioni di metri cubi di acqua proveniente anche dagli acquiferi superficiali, ma” prosegue “non è stato definito il bilancio idrico, in programma sin dal 2002 come strumento indispensabile per conoscere la quantità di acqua in uscita ed assicurare l’equilibrio fra le disponibilità di risorse ed i fabbisogni per i diversi usi” nel rispetto delle leggi ricordate nell’interpellanza parlamentare.
A questo, nei documenti presentati dai tre gruppi parlamentari, si aggiunge anche la questione della presenza di inquinanti tossici e nocivi per la salute. “Le centrali dell’Amiata producono migliaia di tonnellate di CO2 e grandi quantità di metano. L’anidride carbonica emessa è di gran lunga superiore a quella di una centrale alimentata ad olio combustibile. Viste le norme e le direttive e indicazioni dell’Unione europea sulla riduzione delle emissioni di ammoniaca e metano, le centrali geotermiche dovrebbero essere escluse dalle energie rinnovabili”. Per il movimento Sos Geotermia, che ha raccolto la documentazione, “come dimostrato scientificamente, si può produrre una sismicità indotta, derivante da fenomeni di depressurizzazione del sottosuolo dovuti dallo sgonfiamento dei cuscini geotermici e alla reiniezione dei fluidi con possibili fatturazioni delle rocce e fenomeni di subsidenza” in una zona già di per sé sismica. Ed infine, come riporta il comitato, “la nuova centrale Bagnore 4 e due nuovi pozzi sono localizzati all’interno di un sito di interesse comunitario (SIC) e zona di protezione speciale (ZPS) Monte Labbro ed Alta Valle dell’Albegna. Le rispettive procedure di VIA non hanno preso in esame l’impatto cumulativo delle emissioni, né è stato preso in considerazione l’inquinamento che continuano a produrre le discariche di materiali di risulta derivanti dalla lavorazione del mercurio: siti ancora in gran parte da bonificare, nonostante il loro inserimento nei piani di bonifica regionali”. Ora, oltre che in Parlamento, la documentazione sarà passata anche ai sindaci dell’Amiata direttamente dal movimento Sos Geotermia.

PrimaPaginaChiusi.it del 10 gennaio 2014
GEOTERMIA SULL’AMIATA. IL 27 DICEMBRE PRESENTATA DA ALCUNI PARLAMENTARI UN’INTERROGAZIONE
Incontro pubblico, lunedì 13 gennaio, alle ore 18, presso il Circolino di S.Lorenzo di Arcidosso
…segue ns.comunicato

Interrogazione parlamentare sulla nocività della geotermia a Monte Amiata

#Arruolati #Guerrieri. Il soldato Mario Tozzi contro i comitati

tozzi_ryan_02_600Il geologo Mario Tozzi, conosciuto per la sua inseparabile piccozza, tra le altre cose, tiene la rubrica ‘pianeta terra’ -che fa tanto green- sul mensile dei soci della Coop, tra un set di padelle e una pubblicità 3×2.
Nel numero del mese di giugno di quest’anno si è lanciato in un attacco ai comitati che difendono i territori dal saccheggio delle trivellazioni, in particolare prendendosela con noi dell’Amiata e con gli amici dei comitati di Ferrara che ci opponiamo alla geotermia, sostenendo che “quell’energia è rinnovabile per sempre, non ci sono emissioni inquinanti e l’impatto paesaggistico è modesto”, usando peraltro il più banale degli argomenti da bar e cioè che, visto che usiamo l’auto (di solito ci contestano di accendere le lampadine), come possiamo poi opporci alle trivellazioni?
C’è in giro uno strano esercito di #guerrieri che si battono strenuamente contro i combustibili fossili, ma altrettanto strenuamente difendono ogni altro tipo di energia cosiddetta rinnovabile, senza verificare come, dove, da chi e con quali interessi e conseguenze tali impianti vengono realizzati; Legambiente da noi è certamente la capofila, ma via via scopriamo nuovi e insospettabili #arruolati alla causa della geotermia a occhi chiusi.
Abbiamo inviato una replica al giornalino delle Coop nella -vana- speranza di una pubblicazione,  ma a tutt’oggi non ci risulta pubblicata e quindi pubblichiamo noi sia l’articolo del Tozzi che la nostra replica.

L’articolo di Mario Tozzi su Nuovo Consumo di giugno 2013:
Mi oppongo!
Quando l’opposizione delle popolazioni locali non è giustificata: il caso della geotermia, rinnovabile e non inquinante.
Dopo aver subito per decenni l’imposizione di impianti industriali catastrofici, l’Italia non sembra più disposta a chinare il capo rispetto alle esigenze produttive in chiave locale. Al punto che sembra davvero difficile mettere in opera anche un solo impianto industriale sul nostro territorio. Negli Anni Sessanta i posti più belli delle coste italiane furono sacrificati a un progresso industriale che doveva sembrare improcrastinabile: Marghera, Francavilla, Manfredonia, Brindisi, Taranto, Ragusa-Priolo, Termini Imerese, Porto Torres, Bagnoli, Civitavecchia, Piombino, La Spezia. Un po’ di raffinerie, qualche acciaieria e moltissima chimica. Oggi tutto il comparto industriale è in crisi e i lavoratori si sono ridotti di oltre il 60 per cento, ma il carico inquinante di quelle bombe chimiche è sempre lì, in attesa di essere disinnescato. Ma è possibile farlo? E con quali costi?
Una delle priorità maggiori dell’attuale ministro dell’Ambiente Orlando dovrà essere quella di recuperare quei territori dopo aver chiuso quasi tutti gli impianti.
Ma i costi sono elevatissimi, tanto che a Bagnoli i giudici sospettano che ditte appaltanti, amministratori locali e, addirittura, direttori generali del Ministero, fossero coinvolti in una megatruffa che consisteva nel non fare assolutamente nulla per disinquinare, tanto l’obiettivo non sarebbe mai stato raggiunto. E i tempi? Parliamo di decenni. Varrebbe appena la pena di ricordare che a pagare dovrebbero essere i padroni, ma spesso si trattava di impianti a partecipazione statale e, dunque, ecco che paghiamo tutti noi. Oggi sono cambiate le cose?
Non ci sono più, per fortuna, pretese industriali sovradimensionate, però la conflittualità locale è aumentata e le popolazioni non sono più disposte a sopportare imposizioni sui propri territori.
Molte volte hanno ragione: nuovi impianti di incenerimento dei rifiuti, per esempio, non hanno più quelle giustificazioni che potevano avere anche solo dieci anni fa. E hanno ragione nel combattere chi continua a puntare sui combustibili fossili maggiormente inquinanti e a pretendere maggiori efficienze e risparmi. Ma alcune opposizioni non si riescono a comprendere. Una di quelle meno giustificate è l’opposizione alla geotermia, gonfiata dalle polemiche sulle trivellazioni, ritenute addirittura responsabili di sismi come quello emiliano dello scorso anno. Intanto questo non è fisicamente possibile, ma come si fa a opporsi allo sfruttamento del calore del sottosuolo? Purché piova, quell’energia è rinnovabile per sempre, non ci sono emissioni inquinanti e l’impatto paesaggistico è modesto. Eppure dal Monte Amiata a Ferrara insorgono comitati contro l’energia geotermica. È davvero bizzarro che chi si è sciroppato per decenni senza protestare l’inquinamento delle fonti fossili comunque declinato, e magari usa l’auto tutti i giorni, oggi si sollevi contro una forma di energia pulita e rinnovabile. Basterebbe studiare un po’ per fare le distinzioni necessarie.

La nostra replica:
DOTTOR TOZZI, PERCHE’ INVECE DI RIPROPORRE LUOGHI COMUNI, NON CI DA UNA MANO A CAPIRE COSA SUCCEDE IN AMIATA?
“Basterebbe studiare un po’ per fare le distinzioni necessarie.”
Con questo lapidario giudizio il Dott.Mario Tozzi liquida la lotta di quanti, “dal Monte Amiata a Ferrara”, si oppongono allo sviluppo della geotermia, da lui considerata “una forma di energia pulita e rinnovabile”, priva di “emissioni inquinanti” e con un “impatto paesaggistico modesto”.
Noi non conosciamo a fondo ciò che accade a Ferrara, ma per quanto riguarda la geotermia in Amiata possiamo rassicurare il Dott.Tozzi sul fatto che abbiamo studiato, e molto approfonditamente, la questione, giungendo a conclusioni diametralmente opposte alle sue, fino a farci sospettare del fatto che chi ha bisogno di studiare e fare le distinzioni necessarie non siamo certo noi.
La geotermia che si è andata sviluppando in Amiata è probabilmente la più sporca a livello planetario, proprio a causa della peculiarietà del sottosuolo: basta dare un’occhiata alla qualità ed alle quantità delle sostanze inquinanti contenute nei fluidi emessi dalle centrali della nostra zona e scaricate in atmosfera, per restare sorpresi rispetto a definizioni ormai diventate luoghi comuni, peraltro avvalorate da disposizioni legislative anche a livello europeo.
Dai risultati delle analisi effettuate dall’ARPAT in questi anni emerge in tutta evidenza l’enorme imbroglio perpetrato nel considerare l’energia geotermica una energia “pulita”, addirittura esclusa dalle fonti soggette all’applicazione del protocollo di Kyoto, quando invece le quantità di sostanze climalteranti che fuoriescono dalle centrali, in particolare da quelle dell’Amiata (anidride carbonica,  metano etc.) sono anche superiori a quelle di centrali a petrolio o a gas di eguale potenza.
La rinnovabilità, poi, è esclusivamente legata alla possibilità di spingere sempre più in basso le perforazioni alla ricerca di nuovi campi (ormai si sfruttano quelli a 3.500-4.000 m. di profondità, fra l’altro sempre più ricchi di sostanze inquinanti) man mano che i bacini superficiali si esauriscono.
Un’indagine epidemiologica elaborata dal CNR per conto dell’Agenzia Regionale di Sanità, evidenzia eccessi di mortalità e di ospedalizzazione nel sesso maschile dei comuni geotermici amiatini del 13% rispetto ai comuni vicini, con punte del 30% nei territori maggiormente esposti alle emissioni delle centrali; di fatto gli estensori dello studio negano che il problema sia dipeso dalla sfruttamento geotermico, ma non sanno dare altre e più plausibili spiegazioni a questi eccessi.
Ciononostante la Regione Toscana ha approvato progetti che prevedono il raddoppio della produzione geotermica nell’area di Piancastagnaio ed addirittura la triplicazione in quella di Bagnore, nel Comune di Santa Fiora.
In merito agli aspetti paesaggistici, basti ricordare che nella Valutazione di Impatto Ambientale per  la costruzione di Bagnore 4, da 40 MW. di potenza, non è stato preso in minima considerazione il parere espresso dalla Soprintendenza  per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Siena, che al primo punto del contributo istruttorio afferma:
…”1. considerare una posizione meno invasiva e meno visibile dalla Strada Provinciale Santa
Fiora e la Strada Provinciale dei Monte Amiata anche valutando di modulare diversamente gli impianti per evitare una concentrazione visiva tra le due centrali;…”
Anzi, l’ultima soluzione escogitata da ENEL è andata proprio nella direzione opposta, dal momento che l’interconnessione impiantistica fra Bagnore 3 e Bagnore 4 darà luogo ad un’unica immensa centrale da 60 MW., cui si affiancherà l’impianto pilota a ciclo binario, fino a raggiungere l’edificio sede della vecchia Bagnore 2 e l’area delle apparecchiature elettriche di trasformazione e trasporto dell’energia, per realizzare un vero e proprio agglomerato di edifici industriali, torri e fumarole unico in tutta la Toscana.
Ultimamente, inoltre, sono stati pubblicati una serie di studi e ricerche sulla sismicità indotta da attività di estrazione e/o reiniezione di fluidi nel sottosuolo, ultimo quello del Prof. Marco Mucciarelli dell’Università della Basilicata sul n. 1-2/2013 della rivista Ingegneria Sismica, in cui si evidenziano possibili effetti di amplificazione della sismicità naturale a seguito di tali operazioni; fra l’altro il Prof. Mucciarelli relaziona proprio a queste attività il terremoto con epicentro in Val di Paglia (Comune di Piancastagnaio) dell’1/04/2000.
Si tratta di fenomeni ancora poco studiati in Italia ma che rivestono un grande interesse anche sull’Amiata, il cui territorio è in gran parte classificato in seconda categoria, se solo si confronta la carta storica dei terremoti fino al 1990 con quella della sismicità attuale, che evidenzia un numero molto superiore di eventi nell’ultimo periodo.
Siamo sicuri che in questo campo il Dott. Tozzi potrebbe fornire un rilevante contributo scientifico.

Il Cittadino online del 3 dicembre 2013
Sos Geotermia risponde al geologo Tozzi
“Basta luoghi comuni, ci spieghi che succede in Amiata”
PIANCASTAGNAIO. In un articolo apparso su Nuovo Consumo di giugno 2013, il geologo Mario Tozzi (quello con la piccozza che in tante trasmissioni televisive cercava di conciliare divulgazione e scientificità), sosteneva che nell’odierno panorama italiano “non ci sono più, per fortuna, pretese industriali sovradimensionate, però la conflittualità locale è aumentata e le popolazioni non sono più disposte a sopportare imposizioni sui propri territori. Molte volte hanno ragione: nuovi impianti di incenerimento dei rifiuti, per esempio, non hanno più quelle giustificazioni che potevano avere anche solo dieci anni fa. E hanno ragione nel combattere chi continua a puntare sui combustibili fossili maggiormente inquinanti e a pretendere maggiori efficienze e risparmi. Ma alcune opposizioni non si riescono a comprendere. Una di quelle meno giustificate è l’opposizione alla geotermia, gonfiata dalle polemiche sulle trivellazioni, ritenute addirittura responsabili di sismi come quello emiliano dello scorso anno. Intanto questo non è fisicamente possibile, ma come si fa a opporsi allo sfruttamento del calore del sottosuolo? Purché piova, quell’energia è rinnovabile per sempre, non ci sono emissioni inquinanti e l’impatto paesaggistico è modesto. Eppure dal Monte Amiata a Ferrara insorgono comitati contro l’energia geotermica. È davvero bizzarro che chi si è sciroppato per decenni senza protestare l’inquinamento delle fonti fossili comunque declinato, e magari usa l’auto tutti i giorni, oggi si sollevi contro una forma di energia pulita e rinnovabile. Basterebbe studiare un po’ per fare le distinzioni necessarie”.
Inevitabile la reazione di SOS Geotermia, che si è sentita chiamata direttamente in causa, e che dopo aver cercato inutilmente la pubblicazione della propria replica su Nuovo Consumo, definito “giornalino della Coop”, ha pubblicato nel proprio sito la risposta al geologo, non senza aver prima ricordato che “c’è in giro uno strano esercito di #guerrieri che si battono strenuamente contro i combustibili fossili, ma altrettanto strenuamente difendono ogni altro tipo di energia cosiddetta rinnovabile, senza verificare come, dove, da chi e con quali interessi e conseguenze tali impianti vengono realizzati; Legambiente da noi è certamente la capofila, ma via via scopriamo nuovi e insospettabili #arruolati alla causa della geotermia a occhi chiusi”.
…segue ns. lettera di risposta a Tozzi

Piancastagnaio, 16 novembre 2013. Incontro sulla salute: Un Altro Punto di Vista

20131116_incontro salute piano_imgLo stato di salute delle popolazioni residenti nelle Aree Geotermiche alla luce dello Studio epidemiologico dell’ARS Toscana e dei rilevamenti dell’Arpat Toscana.
Appuntamento per tutti a Piancastagnaio, il 16 novembre alle ore 16, presso il Centro Anziani

Il coordinamento Sos geotermia continua solitario nell’opera di informazione, nel colpevole silenzio dei nostri amministratori  durato fin troppi anni, anche quando l’Europa obbligava a tale informazione, come nel caso del superamento dei limiti dell’arsenico nell’acqua mai apertamente dichiarato
Sicuramente oggi, dopo i dati sulle emissioni delle centrali geotermiche diffusi dall’Arpat dal 2008 e, ancor più, dopo lo Studio epidemiologico presentato nel 2010 e aggiornato nel 2013 da parte dell’Ars, non è più possibile per nessuno sottrarsi alle proprie responsabilità sia in merito alla diffusione di questi dati sull’impatto sanitario a carico della popolazione locale sia in merito ai conseguenti provvedimenti che ci si aspetterebbe per la tutela della salute che, ricordiamo, è ancora una responsabilità in capo ai sindaci e, per estensione, agli amministratori locali tutti.
Ben sappiamo che, a volte, i molti dati prodotti sono di difficile lettura e purtroppo assistiamo all’estrapolazione e diffusione solo delle conclusioni che, come nel caso dello studio epidemiologico dell’Ars, troppo facilmente tendono a sottovalutare il problema sanitario e ad escludere la responsabilità dell’inquinamento ambientale  quale concausa delle patologie e della mortalità in eccesso che pur lo stesso studio rileva come significativi (come quel 13% in più che corrisponde a ben 2 morti al mese in più rispetto ai comuni limitrofi ed alla regione). L’unica cosa di cui gli estensori dello studio ARS sono certi è che non sanno quali sono le ragioni di tali aumenti di mortalità e patologie, cosa inaccettabile per chi in Amiata vive con le proprie famiglie.
Per questo SOS geotermia si è sentita  in dovere di promuovere pubblicazioni ed incontri affinchè le popolazioni dell’Amiata vengano informate sui dati e sui rischi sanitari e non solo, ma intende rivolgersi anche agli operatori del settore e agli amministratori locali affinchè, presa conoscenza della situazione, possano correttamente esercitare il loro ruolo e, soprattutto in base al ‘principio di cautela’ previsto dalla normativa europea, spingersi a decretare per un immediato fermo delle attività estrattive e dei cantieri.
SOS Geotermia ha invitato all’incontro di Piancastagnaio, che si terrà il 16 novembre alle ore 16 presso il Centro Anziani, oltre alla cittadinanza tutta, il sindaco, i consiglieri comunali ed i medici di zona.
Durante l’incontro ci sarà un collegamento in diretta con il Dott.Valerio Gennaro dell’Istituto Tumori di Genova che, insieme all’associazione Medicina Democratica, ha lavorato con il coordinamento alla lettura dei dati sanitari.

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Il Cittadino online del 20 novembre 2013
Geotermia i dati Arpat preoccupano il Comitato
Le emissioni, i dati epidemiologici nell’incontro di Piancastagnaio
di Fabrizio Pinzuti
PIANCASTAGNAIO. L’Arpat (Agenzia regionale per l’ambiente Toscana) certifica ufficialmente che in un anno le centrali dell’Amiata rilasciano in atmosfera 2.799 tonnellate di acido solforico, 28,97 chili di arsenico, 2.460 tonnellate di ammonio, 889,14 chili di mercurio, 11,01 tonnellate di acido borico e 655.248 tonnellate di anidride carbonica, senza spiegare dove finiscono queste sostanze. Una risposta, molto preoccupante, secondo SOS Geotermia, coordinamento dei movimenti per l’Amiata, l’ha data invece l’ARS (Agenzia Regionale Salute) nello studio sullo “Stato di salute delle popolazioni residenti nelle aree geotermiche della Toscana” a un’altra domanda: esiste una relazione tra incrementi di malattie e concentrazioni crescenti, nell’ambiente, degli stessi inquinanti prodotti in maniera consistente anche dalle centrali geotermiche? La risposta è stata «sì», in 54 relazioni «statisticamente significative». «Pertanto con il linguaggio della logica, valida dai tempi di Aristotele – spiega Sos Geotermia – possiamo ritenere come vera l’esistenza di una relazione tra l’aumento notevole di malattie registrato e le concentrazioni crescenti di diversi inquinanti. Essendo riconosciuta nei comuni geotermici come vera anche la relazione tra gli stessi inquinanti presenti nell’ambiente e le emissioni delle centrali geotermiche, possiamo affermare come vero che l’eccesso di malattie è anche funzione delle emissioni delle centrali geotermiche».
E’ stato questo uno dei punti più dibattuti dell’incontro svoltosi sabato scorso 16 novembre a Piancastagnaio, nell’opera di continua informazione svolta da SOS Geotermia sui possibili effetti dell’attività geotermica in Amiata, su “un altro punto di vista”, con le relazioni di Fabio Landi e Roberto Barocci. L’incontro, a cui erano stati invitati anche gli amministratori locali che hanno fatto registrare una sola presenza, peraltro non per tutta la durata del dibattito, ha voluto essere un aiuto alla comprensione dei dati, spesso di difficile lettura, dello studio, integrato con i dati sulle emissioni delle centrali geotermiche diffusi dall’Arpat dal 2008. Spesso si assiste all’estrapolazione e diffusione solo delle conclusioni che, a giudizio di SOS Geotermia, “troppo facilmente tendono a sottovalutare il problema sanitario e ad escludere la responsabilità dell’inquinamento ambientale  quale concausa delle patologie e della mortalità in eccesso che pur lo stesso studio rileva come significativi (come quel 13% in più che corrisponde a ben 2 morti al mese in più rispetto ai comuni limitrofi ed alla regione). L’unica cosa di cui gli estensori dello studio ARS sono certi è che non sanno quali sono le ragioni di tali aumenti di mortalità e patologie”.
Su questi punti si è ulteriormente concentrata la relazione di SOS Geotermia condotta con Medicina Democratica di Livorno e con Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto nazionale di ricerca sul cancro di Genova, che ha partecipato in collegamento telefonico all’incontro di Piancastagnaio. Le emissioni di sostanze inquinanti rilasciate in atmosfera dalla centrale Bagnore 3 a Santa Fiora e dalle quattro centrali di Piancastagnaio (Pc 2, Pc3, Pc4 e Pc5) sono state misurate nel flusso di massa, cioè nella loro quantità complessiva. È questo uno dei due parametri che la legge prevede di monitorare. L’altro è la concentrazione delle sostanze (al metro cubo). Secondo le norme regionali attuali, per essere in regola una centrale geotermica deve rispettare o l’uno o l’altro parametro. In parole semplici: un inquinante può essere immesso in atmosfera in quantità pressoché illimitate purché non ci finisca tutto insieme. Va diluito. Secondo SOS geotermia invece dal punto di vista sanitario ciò che conta è la quantità totale che il territorio riceve. Insomma gli effetti delle sostanze inquinanti vanno valutati anche in ragione del loro accumulo nell’aria, nell’acqua, nel suolo e sottosuolo e nel corpo umano, nonché sommati a quelli di pregresse attività, come quella estrattiva di mercurio durata fin quasi agli anni 80.
Queste ed altre preoccupazioni, hanno riferito i rappresentanti di SOS Geotermia, sono condivise dai partecipanti – scienziati e ricercatori di varie università e istituti di ricerca – al 27º congresso dell’Associazione italiana di epidemiologia, svoltosi recentemente a Roma, dato questo che testimonia l’inizio dell’incrinamento anche nel mondo scientifico della convinzione che la geotermia sia una fonte pulita e rinnovabile di energia. Quanto meno non lo è dovunque ed esiste una seria possibilità che l’attività geotermica in Amiata emetta in atmosfera i metalli pesanti di cui è ricco il sottosuolo, a cominciare dal mercurio, che gli stessi dati Arpat individuano nell’Amiata Senese superiore di 27 volte a quello registrato nel bacino geotermico dell’area pisana e di Radicondoli. Differiscono pure tra le due aree i dati relativi all’analisi di aria, acqua e suolo, in particolare per le superiori emissioni in atmosfera di boro, arsenico, ammoniaca, radon nell’Amiata, mentre sono superiori le missioni di acido solfidrico nell’altra area. Altro punto su cui è stata posta l’attenzione è quello sulla mortalità, che i risultati dell’ARS mostrano più elevata nei maschi e nell’area dell’Amiata mentre quella pisana risulta al di sotto del livello atteso per entrambi i generi, con una eccezione per la mortalità per malattie respiratorie tra gli uomini. Lo studio dell’ARS tiene separate le due aree geotermiche, mettendo in evidenza i risultati per zona, per patologia e per popolazioni esposte, con le diversità tra maschi e femmine. Dall’analisi dei dati disaggregati emerge che i maschi residenti nei comuni geotermici dell’Amiata registrano un eccesso statisticamente significativo della mortalità per il complesso delle cause (+ 13%), che arriva al 30% per tutti i tumori nei comuni di Piancastagnaio, Arcidosso e Abbadia San Salvatore, quelli, guarda caso, che sembrano i più esposti alle emissioni geotermiche.
E’ stato anche osservato, a detta di SOS Geotermia, un aumento di patologie che potrebbero essere correlabili alla qualità dell’aria e dell’acqua (fino a qualche tempo fa erano alte le concentrazioni di arsenico nell’acqua). Non mancano peraltro anche alcune conclusioni in contraddizione tra loro, secondo SOS Geotermia: prima infatti nello studio dell’ARS si dice che “negli uomini la mortalità generale osservata nell’intera area geotermica mostra un eccesso statisticamente significativo rispetto sia al riferimento locale sia al riferimento regionale”, poi si afferma che “al netto dei limiti propri degli studi con disegno epidemiologico descrittivo, basato su dati ambientali e sanitari esistenti, analizzati in modo aggregato a livello dei comuni di residenza, gli indizi e le prove raccolti evidenziano un quadro epidemiologico nell’area geotermica rassicurante perché simile a quello dei comuni limitrofi non geotermici e a quello regionale”. Come fa dunque la Regione, conclude SOS Geotermia, nonostante le relazioni tra aumento di inquinanti e incremento di malattie e di morti nella popolazione, a definire «rassicurante» il quadro epidemiologico nell’area geotermica?

GoNews.it del 14 novembre 2013
Sos geotermia presenta “un altro punto di vista” su inquinamento e salute
Incontro pubblico sabato 16 novembre su “lo stato di salute delle popolazioni residenti nelle Aree Geotermiche alla luce dello Studio epidemiologico dell’ARS Toscana e dei rilevamenti dell’Arpat”
…segue ns.comunicato

Grosseto Oggi.net del 14 novembre 2013
Sos geotermia torna a far sentire la propria voce: sabato in programma un incontro a Piancastagnaio
…segue ns.comunicato

Contropiano.org del 14 novembre 2013
Piancastagnaio 16 novembre: “Un altro punto di vista” su inquinamento e salute
…segue ns.comunicato

Cortocircuito del 14 novembre 2013
“Un altro punto di vista” su geotermia e salute, il 16 novembre a Piancastagnaio
…segue ns.comunicato

Il Cittadino online del 14 novembre
“Un altro punto di vista” su inquinamento e salute
Stato di salute degli abitanti delle zone geotermiche
…segue ns.comunicato

5 novembre 2013. Sos Geotermia e MD portano l’Amiata al 37° Congresso dell’Ass. Italiana di Epidemiologia

20131105_manifesto aie cropSOS Geotermia, insieme a Medicina Democratica di Livorno e al dott. Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto Nazionale Ricerca sul Cancro di Genova, hanno ricevuto l’invito ad essere presenti a Roma il 5-6 novembre 2013 con i contenuti del loro lavoro nella “sessione poster” organizzata nello spazio museale dell’Università di Roma “La Sapienza” per tutta la durata del XXXVII Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di Epidemiologia e durante il lunch time.
Uno dei temi centrali del Congresso è: “Quale ricerca per dare fondamento scientifico a politiche orientate a principi di appropriatezza, costo-efficacia, eco-compatibilità ambientale e giustizia?”
Una delle risposte a questo tema viene data nel Congresso dal nostro lavoro, che critica in termini argomentati le conclusioni definite “rassicuranti” della Ricerca Epidemilogica sulle popolazioni residenti nell’intero bacino geotermico toscano del CNR/ARS Toscana dell’ottobre 2010.
Il sunto è presentato nel manifesto, che sarà esposto negli spazi assegnati, dai volantini che lo riproducono e che verranno distribuiti ai presenti, assieme a precedenti materiali di informazione elaborati da SOS Geotermia e al testo che segue:

L’Allegato 6 allo Studio epidemiologico dell’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) sulla popolazione residente nei comuni geotermici individua ben 54 relazioni, statisticamente significative, tra incrementi di malattie e concentrazioni crescenti nell’ambiente degli stessi inquinanti prodotti in maniera consistente anche dalle centrali geotermiche.

Pertanto con il linguaggio della logica, valida dai tempi di Aristotele, possiamo ritenere come vera l’esistenza di una relazione tra l’aumento notevole di malattie registrato (a) e le concentrazioni crescenti di diversi inquinanti (b), cioè che a = f(b) è vera.

In Amiata queste sono le emissioni annuali di alcuni inquinanti rilasciati in atmosfera dalle centrali geotermiche e misurate nel flusso di massa da ARPAT (nota del Dip.ARPAT di Siena del 12.5.2011 Prot. n° 32765, All.1):

20131105_tabella aie crop(I suddetti dati ARPAT sono tutti riferiti all’anno 2008, mentre per Pc5 quelli segnati con * sono riferiti al 2009 e quelli segnati con ** sono riferiti al 2007).

Pertanto essendo riconosciuta nei comuni geotermici come vera anche la relazione tra gli stessi inquinanti presenti nell’ambiente (b) e le emissioni delle centrali geotermiche (c), cioè se è vera: b = f(c), possiamo affermare come vera anche che a = f(c), cioè che l’eccesso di malattie è anche funzione delle emissioni delle centrali geotermiche.

Secondo il dott. Francesco Cipriani, Direttore dell’ARS regionale:
“E’ chiaro che esiste un problema sanitario nell’ area amiatina, ma secondo noi non dipende dalla geotermia. Ribadisco che se la mortalità è alta in quella zona, evidentemente ci sono in gioco diverse cause e, quasi sicuramente, non la geotermia”.

Scarica il manifesto ed il volantino

Il Tirreno del 3 novembre 2013
Il caso geotermia Amiata scuote gli scienziati
Presentato al congresso dell’Aie lo studio del Comitato: «Gli inquinanti prodotti dalle centrali possono concorrere ad aumentare le malattie. Lo dice la logica»    
di Francesca Ferri
ROMA.  Il “caso geotermia” in Amiata entra nei lavori del 27º congresso dell’Associazione italiana di epidemiologia, a Roma, e lascia il segno. I partecipanti – scienziati e ricercatori di varie università e istituti di ricerca – non sono rimasti indifferenti ai dati relativi alle sostanze inquinanti rilasciate in atmosfera dalle cinque centrali amiatine e certificate dall’Arpat (tabella a destra). Né alle 54 relazioni, certificate dallo studio epidemiologico dell’Agenzia regionale di sanità (Ars) della Toscana tra incrementi di malattie e concentrazioni crescenti degli inquinanti prodotti dalle centrali. E, soprattutto, non sono rimasti insensibili alle conclusioni a cui sono giunti gli amministratori regionali che, nonostante le relazioni tra aumento di inquinanti e incremento di malattie nella popolazione, hanno definito «rassicurante» il quadro. Su questi punti si è concentrata la relazione del comitato Sos Geotermia condotta con Medicina Democratica di Livorno e con il dottor Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto nazionale di ricerca sul cancro di Genova, e presentata da Roberto Barocci. Il congresso (dal 4 novembre ad oggi) quest’anno è focalizzato sulle strategie per una sanità pubblica sostenibile ed equa e s’intitola “Dentro la crisi. Oltre la crisi”, tema particolarmente caro al comitato, che da anni si batte contro la geotermia sull’Amiata. Il comitato era stato invitato a presentare il lavoro nella sessione poster. All’appuntamento romano Sos Geotermia ha portato le misurazioni fatte dall’Arpat nel 2008 e divulgate nel 2011, sulle emissioni di sostanze inquinanti rilasciate in atmosfera dalla centrale Bagnore 3 a Santa Fiora e dalle quattro centrali di Piancastagnaio (Pc 2, Pc3, Pc4 e Pc5) e misurate nel flusso di massa, cioè nella loro quantità complessiva. È questo uno dei due parametri che la legge prevede di monitorare. L’altro è la concentrazione delle sostanze (al metro cubo). Secondo le norme regionali attuali, per essere in regola una centrale geotermica deve rispettare o l’uno o l’altro parametro. In parole semplici: un inquinante può essere immesso in atmosfera in quantità pressoché illimitate purché non ci finisca tutto insieme. Va diluito. «Nella presentazione al congresso – spiega Barocci – ho invece sostenuto che, dal punto di vista sanitario, ciò che conta è la quantità totale che il territorio riceve». Quante sono queste quantità? L’Arpat lo certifica: in un anno le centrali dell’Amiata rilasciano in atmosfera 2.700 tonnellate di acido solforico, 28,97 chili di arsenico, 2.460 tonnellate di ammonio, 889,14 chili di mercurio, 11,01 tonnellate di acido borico e 655.248 tonnellate di anidride carbonica. «Dove finiscono tutte queste sostanze?», chiede Barocci. Arpat non ha mai dato una risposta. Una risposta, molto preoccupante, l’ha data invece l’Ars a un’altra domanda: esiste una relazione tra incrementi di malattie e concentrazioni crescenti, nell’ambiente, degli stessi inquinanti prodotti in maniera consistente anche dalle centrali geotermiche? La risposta è stata «sì», in 54 relazioni «statisticamente significative». «Pertanto con il linguaggio della logica, valida dai tempi di Aristotele – spiega Sos Geotermia – possiamo ritenere come vera l’esistenza di una relazione tra l’aumento notevole di malattie registrato e le concentrazioni crescenti di diversi inquinanti. Essendo riconosciuta nei comuni geotermici come vera anche la relazione tra gli stessi inquinanti presenti nell’ambiente e le emissioni delle centrali geotermiche, possiamo affermare come vero che l’eccesso di malattie è anche funzione delle emissioni delle centrali geotermiche». Perché dunque la Regione conclude che il quadro epidemiologico nell’area geotermica è «rassicurante»? «È una conclusione fuori dalla logica», spiega Barocci. «Mi sono confrontato con ricercatori del Cnr e dell’Ars e qualcuno mi ha detto: “Non hai tutti i torti”». Ma, soprattutto, lo stupore è stato grande tra le file degli scienziati, «convinti finora – spiega Barocci – che la geotermia fosse una fonte pulita e rinnovabile di energia. Penso che lo sia, ma non ovunque, non in Amiata, perché qui il sottosuolo è ricco di metalli pesanti che, con l’attività geotermica, escono fuori insieme al vapore acqueo». Gli scienziati che hanno partecipato al congresso hanno cominciato a pensarci.

‘Amiata e Terremoto’: dall’incontro di Arcidosso del 17/9 evidenziati rischi e responsabiltà -video-

20130917_incontro_terremoto_arcidosso_01_cropI geologi Borgia e Mucciarelli denunciano la scarsa attenzione al problema da parte delle amministrazioni responsabili ed i rischi per il territorio e la popolazione.

Due geologi, esperti della materia, Marco Mucciarelli e Andrea Borgia, il 17 us ad Arcidosso, hanno relazionato sulle attività sismiche indotte dallo sfruttamento geotermico, invitati da SOS Geotermia, l’unico soggetto che in Amiata produce eventi di informazione indipendente dal potere economico dell’ENEL.
La  sala del Comune di Arcidosso era stracolma di cittadini, ma degli amministratori invitati, l’unico sindaco presente era Emilio Landi, “padrone di casa”  ed alcuni consiglieri di Arcidosso e Castel del Piano.
L’incontro ‘Amiata e Terremoto’ aveva per argomento, ancora tabù tra gli addetti ai lavori ed amministratori, “la sismicità indotta da attività antropiche”, in particolare l’attività geotermica.
I due scienziati, nonostante la particolarità tecnica dell’argomento, sono stati capaci di renderlo accessibile anche ai non addetti ai lavori, spiegando, ad esempio, che la variazione di pressione, prodotta nel sottosuolo per sfruttare i vapori geotermici portandoli in superficie, sollecita ed anticipa i movimenti si sarebbero manifestati comunque, ma nel corso dei millenni futuri. Questo in ambito internazionale è riconosciuto da tutte le autorità e si studia in tutte le Università del mondo con l’obiettivo di prevenire i terremoti indotti e la subsidenza, cioè l’abbassamento impercettibile e lento della superficie.
Che in Amiata la pressione venga sottratta al sottosuolo è sotto gli occhi di tutti, basta vedere con quale forza  dalle ciminiere delle centrali vengono spinti in uscita i vapori di acqua, di CO2 ed altri veleni. Che ci siano nel sottosuolo dell’Amiata faglie naturali, in equilibrio instabile e soggette a movimenti repentini capaci di generare terremoti, è noto a tutti, essendo questo territorio già catalogato come zona sismica.
Stupisce che la Regione Toscana non abbia chiesto e imposto dall’ENEL, perlomeno per le nuove autorizzazioni di Bagnore 4 e Piancastagnaio, garanzie circa il monitoraggio delle attività sismiche indotte (se ne parla, ma solo ad autorizzazione già concessa) e l’assunzione delle dovute responsabilità a carico di ENEL per evitare le possibili distruzioni e per i risarcimenti in caso di danni, così come già previsto in altri Paesi.
Che quella della Regione Toscana non può essere solo arretratezza culturale, ma altro, su cui dovrebbe indagare la Magistratura, lo dimostrano due fatti importanti: il primo è che l’ONU raccomanda ai paesi emergenti, che subiscono l’aggressivo sfruttamento dei loro territori, di evitare tali estrazioni nelle aree sismiche e di mantenere costante la pressione interna ai campi geotermici con re-iniezioni costanti e graduali di acqua, per non generare le pericolose depressioni; il secondo fatto importante è che in altre regioni d’Europa e negli USA le autorità di controllo verificano giornalmente la relazione esistente tra pressione sottratta e sismicità prodotta al fine di regolare e imporre la riduzione delle estrazioni quando la sismicità si alza verso limiti pericolosi per la popolazione e le costruzioni, evitando accuratamente -come in Svizzera- di autorizzare tali attività in prossimità di faglie attive.
A parere del prof.Mucciarelli, il tragico terremoto amiatino del primo aprile 2000 che colpì i comuni di Abbadia San Salvatore e Piancastagnaio, pur classificato di bassa magnitudo (4,5) causò gravi danni materiali perchè l’ipocentro era a bassa profondità -pochi km dalla superficie-, ha un chiaro collegamento con l’attività geotermica di Enel, sebbene quest’ultima abbia difatto sempre negato, e impedito l’accesso alle informazioni necessarie per studiare l’evento.
La Regione Toscana, ormai lanciata nella corsa all’oro ‘geotermico’, evidentemente ha altre finalità da perseguire rispetto alla tutela del suo territorio e della salute della sua popolazione, mentre i Sindaci dovrebbero essere molto più preoccupati per le gravi responsabilità che a loro vengono affidate dalle legge e dai protocolli sottoscritti.

L’INTERO INCONTRO E’ VISIBILE SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE CLICCANDO QUI

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Il Tirreno del 20 settembre 2013
«La geotermia causa terremoti»
Relazione choc di due geologi ad Arcidosso: «Anticipa sismi che potrebbero “dormire” per millenni»
ARCIDOSSO – L’argomento è di quelli tabù tra addetti ai lavori e amministratori ma il tabù comincia a incrinarsi. L’insorgere di terremoti a causa dello sfruttamento delle fonti geotermiche è materia un fenomeno che gli scienziati stanno studiando seriamente e martedì sera una vasta platea raccolta nella sala comunale di Arcidosso ha potuto conoscerlo più a fondo grazie alla relazione fatta da due geologi esperti della materia, Marco Mucciarelli e Andrea Borgia, invitati da Sos Geotermia, il coordinamento di comitati che si batte contro lo sfruttamento geotermico dell’Amiata da parte di Enel che, oltre agli impianti già esistenti, sta costruendo un’altra centrale, Bagnore 4. La sala del Comune di Arcidosso era stracolma di cittadini «ma degli amministratori invitati, l’unico sindaco presente era Emilio Landi, padrone di casa, e alcuni consiglieri di Arcidosso e Castel del Piano», spiega Sos Geotermia, lamentando la scarsa attenzione degli altri amministratori amiatini al problema. Tanti erano, però, i cittadini interessati e i due scienziati, nonostante la particolarità tecnica dell’argomento, sono stati capaci di renderlo accessibile anche ai non addetti ai lavori con parole semplici, spiegando come la variazione di pressione, prodotta nel sottosuolo per sfruttare i vapori geotermici portandoli in superficie, sollecita e anticipa i movimenti che si sarebbero manifestati comunque ma nei millenni futuri. «Questo in ambito internazionale è riconosciuto da tutte le autorità e si studia in tutte le università del mondo» per «prevenire i terremoti indotti» e «l’abbassamento impercettibile e lento della superficie», spiega Sos Geotermia. «Che in Amiata la pressione venga sottratta al sottosuolo è sotto gli occhi di tutti – spiega il comitato – basta vedere con quale forza dalle ciminiere delle centrali vengono spinti in uscita i vapori di acqua, di anidride carbonica e altri veleni. Che ci siano nel sottosuolo dell’Amiata faglie naturali in equilibrio instabile e soggette a movimenti repentini capaci di generare terremoti è noto, essendo il territorio già catalogato come zona sismica». Per questo Sos Geotermia esprime stupore «che la Regione non abbia chiesto e imposto dall’Enel, perlomeno per le nuove autorizzazioni di Bagnore 4 e Piancastagnaio, garanzie circa il monitoraggio delle attività sismiche indotte (se ne parla, ma solo ad autorizzazione già concessa) e l’assunzione delle responsabilità a carico di Enel per evitare le possibili distruzioni e per i risarcimenti in caso di danni, come già previsto in altri Paesi». L’accusa è durissima: per Sos Geotermia «quella della Regione Toscana non può essere solo arretratezza culturale, ma altro, su cui dovrebbe indagare la magistratura». L’Onu, infatti, raccomanda ai paesi emergenti, che subiscono l’aggressivo sfruttamento dei loro territori, di evitare tali estrazioni nelle aree sismiche e di mantenere costante la pressione interna ai campi geotermici con reiniezioni costanti e graduali di acqua, per non generare le pericolose depressioni. Inoltre, in altre regioni d’Europa e negli Stati Uniti le autorità di controllo verificano giornalmente la relazione esistente tra pressione sottratta e sismicità prodotta. Secondo il professor Mucciarelli il tragico terremoto amiatino del 1º aprile 2000 che colpì i comuni di Abbadia San Salvatore e Piancastagnaio ha un chiaro collegamento con l’attività geotermica di Enel, sebbene quest’ultima abbia difatto sempre negato «e impedito – spiega Sos Geotermia – l’accesso alle informazioni necessarie per studiare l’evento».

Ma Rossi ci punta ed Enel stanzia 500 milioni di euro  
Intanto, mercoledì scorso, l’Enel ha confermato il proprio impegno in Toscana, annunciando un piano di investimenti per il prossimo quinquennio di 900 milioni di euro, di cui oltre 500 per lo sviluppo della geotermia nelle zone geotermiche di Larderello, Radicondoli, Amiata e nuove aree di ricerca tra le province di Siena, Pisa e Grosseto. L’annuncio è arrivato nel corso di un incontro che si è tenuto al convegno, organizzato dal Cosvig al Teatro dei Risorti di Radicondoli (Siena) a margine della visita del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, al laboratorio sperimentale di Sesta. Rossi ha incontrato i sindaci dei Comuni geotermici. «Davanti all’obiettivo, di qui al 2020, di incrementare del 10% l’uso di fonti rinnovabili, la geotermia svolgerà un ruolo primario. Nel nuovo piano energetico si prevede che l’incremento dovrà essere prodotto per il 55% dalla geotermia a media entalpia», ha spiegato Rossi.

La Nazione del 20 settembre 2013
AMIATA UN TAVOLO TECNICO TIENE SOTTO CONTROLLO GLI AMBIENTI A RISCHIO
«Monitoraggio continuo»
Le attività della Regione per la sicurezza riguardo alla geotermia
L’INCONTRO «Amiata e Territorio» che ha affrontato l’argomento della Sismicità indotta organizzato da Sos Geotermia Amiata e che si è svolto ad Arcidosso, a cui ne seguiranno altri due a breve, preannuncia un inverno caldo che porterà dibattiti e contese in merito al tema molto sentito o della Geotermia.
INTANTO la Regione Toscana, chiamata in causa anche nell’incontro di martedì per «non aver provveduto in maniera regolare nel rispetto dell’impatto ambientale e della salute dei cittadini», parla chiaro e fa presente i molteplici studi in atto, sottolineando anche «le attività di studio sulla correlazione tra l’attività produttiva di energia geotermica e la sismicità registrata nell’area amiatina», studi che, ammette la Regione «a suo tempo portarono alla conclusione che non esistevano prove evidenti di un’influenza delle operazioni di coltivazione del campo geotermico sulla sismicità del sito. Continua va avanti la Regione Toscana il nostro monitoraggio sull’andamento dell’attività geotermoelettrica sull’Amiata. Il piano, che prevede approfondimenti per i prossimi tre anni, è stato elaborato d’accordo con le amministrazioni locali per continuare a tenere alta l’attenzione sulla geotermia e sui suoi possibili impatti sul territorio. In collaborazione con Ars (Agenzia Regionale di Sanità) stiamo portando avanti un approfondimento epidemiologico nelle aree geotermiche, passando a valutazioni più orientate a livello individuale in modo da arricchire ulteriormente il quadro di conoscenze già di per sé ampio e non lasciare spazi inespolorati. Sulla stessa popolazione sarà effettuato un biomonitoraggio di marcatori della presenza di metalli nel sangue e nelle urine, con particolare riferimento ad arsenico e mercurio». NEL 2013 è stato istituito un tavolo tecnico di monitoraggio dei dati ambientali relativi all’attività geotermoelettrica sull’Amiata (Ttga), di cui fanno parte i settori competenti della Regione Toscana, il Genio Civile dell’Area vasta Grosseto-Siena e l’Arpat Area vasta Sud. «Il Tavolo vuole analizzare e valutare i dati disponibili relativi ai monitoraggi ambientali connessi allo sfruttamento geotermoelettrico dell’area amiatina. Un studio di approfondimento conclude la Regione è stato portato avanti anche sugli isotopi. Tale lavoro si aggiunge al monitoraggio svolto grazie alla presenza dei tre piezometri installati dalla Regione che misurano in continuo la soggiacenza della falda»

GoNews.it del 19 settembre 2013
SOS Geotermia, i geologi Borgia e Mucciarelli denunciano rischi e responsabilità: “Attenzione alle attività sismiche indotte”
Il 17 settembre i due esperti in materia hanno esposto i loro dubbi sulla propensione della Regione: “I sindaci dovrebbero essere molto più preoccupati”
…segue ns. comunicato

La Nazione del 18 settembre 2013
«Attenti ai terremoti indotti causati dalle trivellazioni»
Incontro organizzato dal comitato SoS Geotermia
«UNA POLITICA che sfrutti le vere energie rinnovabili e che rispetti uomo e territorio». E’ questo il messaggio che ha voluto mandare SoS Geotermia Amiata in occasione dell’incontro «Amiata e territorio» che si è svolto nella sala consiliare del Comune di Arcidosso. L’evento ha visto la partecipazione massiccia del comitato SoS Geotermia, di cittadini e di amministratori: il sindaco di Arcidosso Emilio Landi e alcuni consiglieri del Comune di Castel del piano. È stato un pomeriggio di confronti e di dibattito scientifico sull’importante tema dei «Terremoti indotti», ossia quei terremoti provocati da attività umane, come ad esempio, è stato detto, «trivellazioni del suolo per progetti geotermici». L’evento è stato coordinato dal dottor Andrea Borgia seguito dall’intervento del professor Marco Mucciarelli. «GIÀ NEL 2000 ha detto Borgia un anno prima del terremoto che colpì Abbadia S.Salvatore, portai avanti un progetto scientifico finanziato allora con dieci milioni di lire per monitorare i movimenti del terreno in zone dove l’attività di trivellazione del suolo erano frequenti. Ad oggi possiamo affermare scientificamente che la reiniezione dei fluidi geotermici può essere una delle cause di terremoto. Gli studi conclude sono durati un anno, e continuano. Anche l’Onu ha individuato nel mantenimento della pressione ordinaria del campo geotermico l’unico modo efficace per garantire la sicurezza del territorio. Questo intervento è stato però ignorato dalla Regione Toscana». IL PROFESSOR Muccirelli a conclusione dell’evento lancia avvertimenti per tutti quei territori, anche per L’Amiata, che prevedono attività di trivellazione, «a muoversi con cautela. rispettando gli studi scientifici che ormai da decenni vengono portati avanti. Questo conclude per non trovarci a dover subire eventi come quelli dell’Emilia».

PrimaPaginaChiusi.it del 15 settembre 2013
AMIATA: GEOTERMIA E SISMICITA’ INDOTTA. INTERVISTA AL SISMOLOGO MUCCIARELLI
Martedì incontro pubblico ad Arcidosso sulla sismicità indotta. Il Docente di sismologia tra gli invitati
di David Busato
SIENA – La questione della geotermia sull’Amiata ritorna di attualità. Martedì 17 presso la sala consiliare del comune di Arcidosso, si terrà un incontro pubblico organizzato dal comitato SOS geotermia dal titolo “Amiata e Territorio”. Tra gli invitati oltre al Prof. Andrea Borgia, anche il Prof. Marco Mucciarelli, sismologo, che recentemente sull’argomento spinoso della sismicità indotta ha scritto sulla rivista scientifica ‘Ingegneria sismica’: “”In Italia gli studi sulla sismicità indotta sono in cronico ritardo rispetto al resto del mondo data la assenza di dati pubblici su questo fenomeno. Questa assenza di dati e di studi potrebbe essere confusa con la assenza del fenomeno stesso. Ciò sarebbe pericoloso in un momento in  cui vi è un forte interesse per attività quali la geotermia, lo  stoccaggio di metano ed il sequestro sotterraneo di anidride carbonica. Anche in aree con bassi livelli di sismicità naturale va prevista comunque la installazione di reti microsismiche che consentano il monitoraggio della sismicità indotta. I dati di queste reti dovrebbero essere resi disponibili su siti pubblici. Nella progettazione di impianti andrebbe considerata anche la sismicità che questi possono indurre, come avviene già in altri paesi europei. Infine le maggiori cautele andrebbero adottate in quelle aree dove le strutture esistenti risultano inadeguate sismicamente già per la sismicità naturale.”
Chiaro avvertimento per tutti quei territori che prevedono lo sviluppo di  attività di trivellazione, oppure che siano già ‘naturalmente’ sismici o dove i fabbricati siano inadeguati sismicamente. Per saperne si più abbiamo fatto qualche domanda al Prof. Mucciarelli.
1)   Professore, da una parte le proteste reiterate del Comitato contro la geotermia e dall’altra Enel che dice che è tutto ok…
Credo che le proteste per la sismicità indotta derivino da una mancanza di chiarezza e di normative. Per esempio in questi giorni c’è il problema della sismicità indotta in Olanda da estrazione gas, ma è chiaro per tutti che è una risorsa per quel Paese irrinunciabile e le compagnie rifondano i danni eventualmente causate e sono tenute a farlo e per legge. In Olanda se una compagnia fa un danno lo risarcisce per legge. Il problema è che in Italia questo sistema non funziona; quando cìè stato il terremoto sull’Amiata nel 2000 in cui anche studi recenti hanno dimostrato come sia stato indotto molto probabilmente dalle attività geotermiche. Ebbene, i 26 casali che furono danneggiati da questo terremoto penso non siano stati risarciti da parte delle compagnie che sfruttano il geotermico. Il problema non è si o no alla geotermia, ma bisogna evitare di dire da un lato che non succede mai niente, e dall’altro.di dire che qualsiasi terremoto viene è un terremoto indotto. Servono controlli pubblici rigorosi. E’ risaputo in tutto il mondo che questa attività può indurre terremoti. E’ chiaro che la geotermia è una fonte energetica, ma comporta dei rischio per cui dobbiamo chiederci: quanto costano questi rischi? Anche studi dell’Enel a Larderello o altrove hanno dimostrato correlazioni di sismicità indotta quindi non si può negare questo rischio. In tutto il mondo dove si sfrutta l’energia geotermica, si sa che c’è sismicità indotta, ma è controllata ed i dati sul monitoraggio della sismicità sono pubblici, cosa che, per esempio, in Italia, non lo sono.
2)     Si può percentualmente stabilire quanto lo sfruttamento geotermico induca terremoti?
Se parliamo di terremoti in generale la percentuale è del 100% perché la tecnica di sfruttamento che viene utilizzata di stimolazione crea degli sforzi all’interno della crosta terrestre che genera sismicità. Dopo dobbiamo ragionare su quanto sismicità sia strumentale e quanto sia percepita, e qui la percentuale tende a diminuire. Un altro passo sarebbe quello di passare dal percepito al danno .
3)     Da esperto quale è Lei, mi esprima un giudizio su chi dice che lo sfruttare la geotermia permette alla terra di “sfogarsi” e quindi di evitare terremoti futuri…
Sono affermazioni rischiose…