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Le posizioni sulla Geotermia di SOS Geotermia

Il logo del CoordinamentoIl 3 febbraio 2013 la Rete dei comitati di Asor Rosa si riunisce a Firenze; uno dei temi principali in discussione è la questione Geotermia in Amiata. Pur non invitato, il coordinamento SOS Geotermia vuole dare un contributo chiarificatore sulla questione, in coerenza con quanto andiamo sostenendo da sempre e ribadito nel nostro Manifesto.
Riportiamo di seguito il documento che può anche essere letto e scaricato, impaginato in formato pdf

 

Per SOS Geotermia è un fatto importante che la Rete dei Comitati di Asor Rosa abbia posto il tema della Geotermia al centro della propria iniziativa con un documento specifico, che riprende alcuni problemi da noi denunciati da anni. Su molti punti siamo d’accordo con le analisi fatte dalla Rete dei Comitati, altri non ci trovano concordi e riteniamo utile e necessario un confronto a tutto campo che consenta di chiarire questioni di merito e di metodo sia sulla geotermia che più in generale sulle tematiche ambientali.

A differenza di quello che si è cercato di nascondere per anni, fornendo una scarsa e cattiva informazione, le attuali coltivazioni geotermiche in Toscana producono un pesante impatto ambientale, che varia da un territorio ad un altro a seconda delle sostanze inquinanti contenute nei fluidi presenti nel sottosuolo: non possono pertanto essere attribuite all’attività geotermica valutazioni univoche, né è possibile generalizzare quando si parla di sostenibilità e rinnovabilità di questa fonte energetica.

Sull’Amiata la quantità di inquinanti è di gran lunga superiore rispetto all’area di Larderello, pertanto criticità e pericoli risultano maggiori e stanno già compromettendo quelle che da sempre sono state le vere risorse di questa montagna: acqua, aria e ambiente.

L’estrazione del vapore sta depauperando l’acquifero dell’Amiata, il più importante della Toscana: i piezometri installati in vari punti della zona di ricarica dell’acquifero indicano che la superficie della falda si sta abbassando di un metro al mese senza che ci sia alcuna iniziativa da parte delle autorità preposte.

Nessuno degli studi redatti su incarico della Regione ha smentito i collegamenti esistenti tra i due acquiferi, quello superficiale e quello geotermico, collegamenti dovuti ai camini vulcanici e alla presenza di fratture e faglie vulcano-tettoniche che gli stessi geologi di ENEL avevano segnalato nei loro studi redatti nel 1970.

Anche la qualità delle acque in questi anni è stata compromessa per la presenza di arsenico che in alcune sorgenti ha superato il limite di legge tanto che, per renderla potabile, vengono praticate operazioni di miscelamento con altre acque ed in alcuni casi sono stati installati abbattitori di questo pericoloso inquinante.

Questa modalità di sfruttamento geotermico non produce energia pulita, e neppure rinnovabile; non si può più raccontare la favola sentita per tanti anni, minimizzando i problemi e le criticità, anche in considerazione del fatto che la geotermia è stata esclusa dal dover rispettare le norme concernenti la riduzione dei gas ad effetto serra.

In realtà le centrali dell’Amiata producono una quantità di anidride carbonica per unità di energia prodotta ben superiore a quelle alimentate ad olio combustibile (852 t/Gwh rispetto a 700 t/Gwh), oltre a diverse tonnellate al giorno di metano ed altri inquinanti ben più pericolosi, quali mercurio, arsenico, acido solfidrico, ammoniaca, acido borico, alcuni dei quali “con caratteristiche tossicologiche ed ecotossicologiche rilevanti” secondo la definizione di ARPAT..

La geotermia, dopo l’agricoltura, che è ampiamente diffusa in Toscana, rappresenta a livello regionale la seconda fonte di produzione di ammoniaca, sostanza precursore, insieme all’acido solfidrico, alla formazione del PM10 secondario che incide pesantemente sulla qualità dell’aria. “Ai fini del rispetto dei valori limite della qualità dell’aria nel territorio regionale, in particolare per il PM10, (e in seguito alla direttiva 2008/50/CE anche per il PM25), la Regione deve ridurre le emissioni dei precursori del PM10 secondario”. Questo è quanto scritto nella DGRT n.344/2010 relativa all’approvazione dei criteri direttivi per il contenimento delle emissioni in atmosfera delle centrali geotermoelettriche.

Il limite di emissione annua di ammoniaca è stato fissato anche a livello nazionale, al fine di tutelare l’ambiente e la salute umana dagli effetti nocivi causati dall’acidificazione e dalla eutrofizzazione del suolo.

La centrale di Bagnore 3, sulla base dei valori rilevati da ARPAT negli anni 2002-2012, ha prodotto in media oltre 3 t. al giorno (Kg. 3.319) di ammoniaca, con punte che nel 2005 hanno addirittura raggiunto le 13 t. (Kg. 13.125). Se teniamo presente che le emissioni totali stimate nel 2007 e dichiarate dalla stessa Regione oscillano tra 4000 e 6500 tonnellate all’anno, possiamo ritenere che la centrale di Bagnore 3 (20 MW) rappresenti la maggiore fonte inquinante di ammoniaca a livello regionale. La DGRT 344/2010 prevede quale valore limite dell’ammoniaca 2 kg./h, ossia 48 kg. al giorno, indipendentemente dalla potenza della centrale, valore di gran lunga non rispettato né da Bagnore 3, né dalla prevista centrale Bagnore 4.

Questi sono i fatti che da anni i comitati ambientalisti dell’Amiata denunciano, sulla base di dati ARPAT, che comunque tiene sempre a precisare nelle sue note che “non valida i dati degli autocontrolli di ENEL GP, ma effettua proprie analisi”.

Le autorità preposte alla tutela dell’ambiente sono ben consapevoli di questo pesante inquinamento e della grave situazione sanitaria presente sull’Amiata, emersa anche dall’Indagine Epidemiologia a cura dell’Agenzia Regionale di Sanità.

Le emissioni di sostanze particolarmente pericolose, quali il mercurio e l’ammoniaca, sommandosi all’arsenico, all’acido solfidrico, alle emissioni naturali e a quelle di precedenti attività minero-metallurgiche, già conosciute, producono criticità e pericoli maggiori rispetto all’area geotermica tradizionale.

In Amiata si registra negli uomini un eccesso di mortalità statisticamente significativo del +13%, sia rispetto ai comuni limitrofi, scelti per gli stessi caratteri socio economici, sia rispetto al resto della regione.

Sono state individuate ben 54 relazioni, statisticamente significative, tra incrementi di malattie mortali e concentrazioni crescenti di diversi inquinanti, presenti in Amiata e prodotti anche dalle centrali geotermiche.

Nonostante ciò, il quadro epidemiologico è stato giudicato “rassicurante” dalla Giunta della Regione Toscana e gli eccessi di mortalità sono stati attribuiti agli stili di vita degli amiatini: tuttavia un recente studio di un ricercatore della stessa ARS ha smentito questa tesi.

Essendo riconosciuta, nei comuni geotermici, come vera la relazione tra l’aumento notevole di mortalità e le concentrazioni crescenti di Arsenico, Mercurio, acido solfidrico, ecc., ed essendo ritenuta ancora come vera l’esistenza di emissioni significative di Arsenico, Mercurio, acido solfidrico, ecc. dalle centrali geotermiche dell’Amiata, per la legge transitiva della Logica, è vera anche la conclusione: che l’incremento delle malattie e mortalità sull’Amiata è dovuta anche alle emissioni delle centrali geotermiche. Da Aristotele in poi, nel mondo, questa è una legge, non riconosciuta soltanto dalla Giunta regionale Toscana.

A fronte di questi evidenti e gravi problemi, non sono state date risposte chiare e certe, quelle risposte tra l’altro previste dall’Accordo Volontario attuativo del Protocollo d’Intesa sottoscritto nel 2009 tra ENEL e Regione Toscana, dove è scritto: …”La previsione di sviluppo dell’attività geotermica in queste aree, pertanto, resta subordinata alla verifica, sul piano scientifico, delle condizioni di assoluta salubrità della coltivazione geotermica”.

Pur in assenza di tali condizioni dichiarate, hanno già avuto inizio gli interventi previsti dal piano di riassetto dell’area di Piancastagnaio, che comportano un aumento dell’energia prodotta dalle attuali 47 MW. a 60 MW., ed è stata anche rilasciata l’autorizzazione unica per la costruzione di Bagnore 4 (40MW), la centrale più grande dell’Amiata, prevista nell’area geotermica più inquinante, al centro di un’area a massima pericolosità di frana ed in una zona ad alto grado di sismicità. Il tutto supportato da decine di prescrizioni che prevedono interventi di monitoraggio a tutto campo, ma a cose fatte, senza applicare il principio di precauzione, senza aver fatto un attento esame sul piano scientifico sulle tecnologie impiegate da ENEL e non più utilizzate in gran parte del mondo, dove da tempo vengono praticate tecnologie a ciclo chiuso che prevedono la completa re-iniezione nella stessa falda geotermica dei fluidi estratti, dando così credito al fatto che quelle proposte da ENEL siano le migliori tecniche al momento disponibili.

E’ quindi evidente la responsabilità della Regione Toscana e l’accondiscendenza delle amministrazioni locali, allettate dalle “compensazioni ambientali” corrisposte da ENEL, nel voler sviluppare e tutti i costi una attività di sfruttamento che porterà all’esaurimento delle risorse di questo territorio, compromettendo qualsiasi prospettiva di sviluppo di altri settori economici, in particolare il turismo, l’agricoltura, le produzioni di qualità, come pure il patrimonio edilizio e le attività del settore.

Dopo anni di inutili appelli al dialogo e alla ragionevolezza, oggi i Comitati e S.O.S. Geotermia, sostenuti anche da Associazioni Ambientaliste a livello nazionale (WWF Italia, Italia Nostra e Forum Ambientalista), stanno portando avanti azioni legali nei confronti dei provvedimenti emanati dalla Regione Toscana, azioni che continueranno anche in seguito, e che già stanno trovando sempre più sostegno tra la popolazione.

Gli sviluppi di questa vicenda hanno dimostrato l’assenza della volontà di ricercare soluzioni condivise e l’impossibilità di un vero confronto democratico tra cittadini e istituzioni, dal momento che sono stati anteposti gli interessi economici ai diritti della collettività.

Siamo convinti che l’unico modo per salvare il monte Amiata sia il blocco della costruzione di nuove centrali e la “moratoria” su quelle esistenti per aprire una discussione a tutto campo sul futuro di questo territorio e sulle attività compatibili con esso, senza deroga alcuna sul principio della salvaguardia della salute e dell’ambiente.

In questo ambito un ruolo importante lo può avere la valorizzazione della risorsa geotermica “a bassa entalpia”, lo sfruttamento e l’uso del calore e dell’acqua calda, per un piano di sviluppo della risorsa energetica presente nell’Amiata per gli usi civili e produttivi: teleriscaldamento per uso civile e artigianale, serre, acquacoltura, riscaldamento impianti sportivi e turistici, etc. Una energia a uso e a favore del nostro territorio, controllata e gestita dalle nostre comunità, non finalizzata quindi allo sfruttamento dell’alta (e media) entalpia per le centrali geotermiche, gestite da Enel.

Non è questa geotermia il futuro di questa terra, ricca di risorse naturali, già oggi pesantemente messe in crisi, di biodiversità, di beni ambientali e paesaggistici da tutelare e valorizzare, perché sempre più preziosi in una società in cui cementificazione, inquinamento e desertificazione sono diventati luoghi comuni. Tra l’altro la presenza nei fluidi geotermici di una grande quantità di sostanze inquinanti la rendono insostenibile anche sotto l’aspetto sanitario.

Il tema della salvaguardia ambientale e della salute delle popolazioni amiatine è per noi, insieme al lavoro utile e dignitoso per tutti, “tema centrale” di ogni iniziativa di mobilitazione e di lotta che deve tendere alla partecipazione diretta e al coinvolgimento dei cittadini, contro le scelte delle multinazionali in campo energetico, come peraltro ribadito nel manifesto “Non è questo il futuro che vogliamo” alla base della nostra manifestazione del 15 dicembre ultimo scorso a Piancastagnaio.

Auspichiamo pertanto che la Rete faccia proprie queste nostre considerazioni per le quali i comitati ambientalisti e il Coordinamento SOS Geotermia si stanno battendo, e se vuole veramente essere la portavoce di queste istanze prima di tutto le deve condividere e sostenere in tutte le sedi.

Se questo non sarà possibile deve risultare evidente che esistono posizioni diverse e che quelle della Rete non rappresentano i Comitati dell’Amiata. Noi abbiamo già assunto impegni con le popolazioni e con il territorio e abbiamo già detto “NO alla logica del profitto a tutti i costi”.

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Abbadia S.S. Presentata al Sindaco una mozione sul Piano di riassetto Piancastagnaio

20121009_piano_trivellazion (7)Pubblichiamo il testo della mozione presentata al Sindaco di Abbadia San Salvatore da Velio Arezzini per conto della Lista Civica ‘Per Abbadia’ che aderisce al Manifesto di SOS Geotermia.

 

 

Abbadia San Salvatore 25/01/2013

Al Sindaco del Comune di Abbadia San Salvatore

Oggetto: Mozione sulla “Geotermia”: piano di riassetto dell’area geotermica di Piancastagnaio e nuova  centrale di Bagnore 4, da porre in discussione e votazione al prossimo Consiglio Comunale del 31 gennaio 2013.

Testo della mozione

Nelle scorse settimane sono avvenuti alcuni importanti eventi negativi, che vanno nella direzione di un ulteriore aumento e sviluppo delle centrali geotermoelettriche di Enel nel nostro territorio:

–          Sono iniziati i lavori di perforazione del nuovo pozzo PC36, quale primo intervento sul piano di riassetto di Piancastagnaio che comporterà un potenziamento delle centrali attuali, tramite la realizzazione di 9 pozzi profondi circa 4000 m per l’approvvigionamento da ciascun pozzo di circa 20 t/h di vapore, per un totale stimato di 180 t/h, con  la perforazione di 5 nuovi pozzi tutti nell’area sud del campo geotermico, per raggiungere e mantenere nel tempo la potenza di 60 MW dagli attuali 38MW circa e con 14 chilometri di nuove tubazioni, tutte fuori terra, provocando una vera e propria devastazione del territorio;
–          A Bagnore è stata   deliberata il 10 settembre 2012 la VIA e in data 21 dicembre 2012 è stato emanato il Decreto da parte della Regione Toscana per l’autorizzazione per la realizzazione di una nuova mega-centrale di 40 MW, che aggraverà ulteriormente il degrado ambientale amiatino;
–          Con Decreto n° 5328 del 15 novembre 2012 la Regione Toscana ha prorogato le concessioni   minerarie di coltivazione di risorse geotermiche “Piancastagnaio”, che scadevano nel 2013, fino al 2024, evitando in tal modo di sottoporre a VIA gli impianti esistenti PC3, PC4, PC5.

Uno scempio ambientale gravissimo, giustificato dalla falsa convinzione che la “geotermia sia una  fonte energetica rinnovabile e pulita”.
Tutto ciò in netto contrasto al principio di “precauzione”, riconosciuto dalla Comunità Europea  e in presenza di dati e documentazioni molto preoccupanti sullo stato di salute dei cittadini dell’Amiata e sul grave depauperamento del bacino idrico del nostro territorio.
Salute: dopo anni e su pressione dei Comitati locali la Regione ha effettuato uno studio comparativo con altre aree non geotermiche toscane, evidenziando un aumento della mortalità di circa il 13% negli uomini (con punte del più 27% nei comuni più esposti alle emissioni geotermiche) e un aumento di  patologie particolari (respiratorie, circolatorie etc)  negli ultimi anni. Aumento di mortalità e di patologie che non possono essere correlate, come in un primo momento aveva affermato ARS, “agli stili di vita”, ma che sono riconducibili a fattori ambientali, come ribadito ultimamente  nel supplemento al numero di settembre-ottobre 2012 di “Epidemiologia e Prevenzione”,  da parte dello stesso gruppo di studio. E quali sono i fattori di inquinamento ambientale sull’Amiata se non quelli riconducibili all’attività delle centrali geotermiche?
Acqua: la falda idropotabile dell’Amiata si è abbassata dagli anni ’70 (quando è iniziato lo sfruttamento geotermico) a oggi di ben 200 metri. Una quantità di acqua potabile corrispondente a circa la grandezza del Lago di Bolsena e equivalente a 200 miliardi di litri di acqua da bere, pari al consumo della popolazione mondiale per circa un mese. Inoltre il piezometro di Poggio Trauzzolo (Santa Fiora) ha rilevato nell’ultimo anno una diminuzione del livello del bacino idrico di circa 12 metri (un abbassamento costante di un metro al mese). Fenomeno estremamente preoccupante che non può essere imputabile – come affermato da vari soggetti istituzionali – alle condizioni climatiche sfavorevoli, poiché  recentemente lo studio MOBIDIC della stessa Regione Toscana ha definito “la piovosità dell’Amiata negli ultimi tre anni – 2008/2010 – eccellente .  Nel 2010 circa 2000 mm/anno, il massimo registrato in circa mezzo secolo. L’inverno 2011 inoltre è stato interessatro da “nevicate storiche”, degne degli anni ’50. Lo stesso studio afferma inoltre che, nell’abbassamento del bacino idrico, “possa potenzialmente giocare un ruolo anche una fluttuazione della pressione inferiore, attualmente non quantificabile, tenuto anche conto del particolare contesto geologico del Monte Amiata” ( Mobidic Amiata – relazione finale – dicembre 2011, pag 67).
Di fronte  a questi dati allarmanti, la  Regione Toscana e gli Enti Locali della zona, favorevoli alla geotermia, invece di preoccuparsi seriamente delle cause di tutto ciò e della tutela della importantissima risorsa che è l’acqua dell’Amiata,  hanno proposto recentemente,  per l’area della costa grossetana,  la realizzazione di numerosi  “dissalatori” di acqua di mare.
Tutto ciò ha una precisa responsabilità nelle scelte e nell’operato della Regione Toscana e dei Sindaci dei Comuni sottoscrittori del “Protocollo d’Intesa” sulla geotermia, firmato con l’Enel nel 2007.
Per tutte le problematiche e criticità sopra esposte, il Consiglio Comunale di Abbadia San Salvatore, riunitosi in seduta plenaria il 31 gennaio 2013, fortemente preoccupato per gli effetti negativi che lo sfruttamento e il potenziamento in atto delle centrali geotermoelettriche Enel hanno e avranno ulteriormente sulla salute dei cittadini, sulla risorsa acqua, sull’ecosistema ambientale, sull’economia (turismo, commercio, agricoltura, etc)  dell’intero territorio dell’Amiata, mentre riafferma la scelta contraria alla realizzazione di centrali geotermoelettriche nel nostro territorio comunale e  la contrarietà all’attuale sfuttamento e all’ulteriore potenziamento  della risorsa geotermica nell’Amiata,

richiede alla Regione Toscana

–          Di  riconsiderare  le scelte compiute recentemente con le autorizzazioni al “Piano di sviluppo geotermico di Piancastagnaio” e alla realizzazione della nuova centrale di Bagnore4;
–         Di applicare il “principio di precauzione” , cautela e prevenzione a salvaguardia della salute dei cittadini   e dell’ambiente dell’Amiata, attuando una “moratoria” per due o tre anni o quanto necessario per verificare realmente se l’acqua risale nel bacino idrico, se l’aria si pulisce, se migliorano le condizioni ambientali:
–         Di dare concreta definizione al “bilancio idrico dell’Amiata”, con l’attuazione di tutte le misure necessarie alla salvaguardia del grande patrimonio idrico presente nel nostro territorio, quale scelta prioritaria a ogni politica di sviluppo energetico, poiché la “risorsa acqua” è la ricchezza più importante per il futuro dell’umanità.

Impegna il Sindaco e la Giunta Comunale

–          A sostenere le richieste sopra formulate nei confronti della Regione Toscana, richiedendo un urgente incontro al Presidente Rossi e all’assessore all’Ambiente, con una delegazione del nostro comune (Sindaco, Giunta e capigruppo Consiliari) e la partecipazione di cittadini rappresentanti del Comitato Ambiente Amiata;

–          A  richiedere un incontro (anch’esso con la presenza del Sindaco, Giunta, Capigruppo Consiliari e rappresentanti del Comitato Ambiente Amiata) al Ministero della Salute, al Consiglio Superiore della Sanità, al Ministero dell’Ambiente:
a)      Perché siano definiti per legge i “limiti massimi” di emissione nell’aria delle sostanze nocive, (oggi in gran parte non normate) da parte delle centrali geotermoelettriche Enel operanti nell’Amiata e la valutazione degli effetti “comulativi” e “associativi” fra le verie sostanze nocive, per valutarne la connessione e interazione fra di esse.
b)      Perché siano considerate le valutazioni sui valori massimi di emissione di ogni sostanza nociva alla salute dei cittadini, non per ogni singola centrale, ma per il complessivo effetto comulativo di tutte le centrali operanti nella nostra zona, trovandosi a breve distanza l’una dall’altra e agendo quindi in realtà come una unica centrale inquinante;
c)       Perché sia attuata una valutazione complessiva  di impatto ambientale (VIA unica) di tutte le centrali dell’Amiata;
d)      Perché sia previsto per legge la obbligatorietà del VIS (Valutazione Impatto Sanitario) complessivo per tutte le centrali dell’Amiata. VIS “attualmente non specificatamente previsto dalla normativa vigente per la tipologia degli impianti geotermici”.

Un’altra Amiata con  un diverso sviluppo economico  è possibile, in alternativa alle centrali geotermiche dell’Enel, che inquinano e distruggono il nostro territorio.
Uno sviluppo economico che si basi sulla difesa e valorizzazione del grande patrimonio ambientale (acqua, bosco, prodotti agricoli locali, etc), culturale e storico (centri storici, ex-miniere, abbazie, via Francigena, etc), sul turismo ambientale, culturale e sportivo, sul grande patrimonio di piccole e medie aziende artigianali e commerciali.
In questo ambito un ruolo importante lo può avere la valorizzazione della risorsa geotermica “a bassa entalpia”, lo sfruttamento e l’uso del calore e dell’acqua calda, per un piano di sviluppo della risorsa energetica presente nell’Amiata e nel nostro Comune, che sia compatibile con la salvaguardia dell’ambiente,  per gli usi civili e produttivi: teleriscaldamento  per uso civile e artigianale, serre, acquacoltura, riscaldamento impianti sportivi e turistici, etc. Una energia a uso e a favore del nostro territorio, controllata e gestita dalle nostre comunità, non finalizzata quindi allo sfruttamento dell’alta entalpia per le centrali geotermiche, gestite da Enel.

Il Consiglio Comunale di Abbadia San Salvatore

Consapevole che questa sia  la strada giusta su cui agire nell’interesse della nostra cittadinanza e degli operatori economici del nostro Comune   impegna  il Sindaco e la Giunta a operare in tal senso  e a convocare apposite assemblee pubbliche con i cittadini per informarli sugli esiti degli incontri con la Regione Toscana e i Ministeri competenti, oggetto delle richieste formulate nella presente mozione.

Il Consigliere Comunale – Velio Arezzini

Geotermia e terremoti. Arriva da Napoli una nuova conferma

emilia_amiata_figli_madreNonostante gli sforzi ‘interessati’ per escludere la correlazione tra sfruttamento geotermico, trivellazioni, reiniezioni, fracking e terremoti, fino a raggiungere il ridicolo di affermare l’esatto contrario, cioè,  che lo sfruttamento geotermico ci ‘salva’ dai terremoti, purtroppo sono sempre di più le voci che invece confermano questa correlazione.
Il tema è tra quelli ‘scottanti’ su cui la discussione scientifica è aperta, si è parlato di questo anche in relazione al recente terremoto dell’Emilia (di cui pubblichiamo, in alto, la mappa degli eventi e l’inquietante similitudine con la mappa dei ‘microsismi’ del monte Amiatafonte Enel- anche se la scala temporale non è paragonabile); ricordiamo anche la vicenda geotermica ritenuta causa di terremoti nella vicina Svizzera, a Basilea e finita in tribunale con denunce e arresti  (ma, si sa, gli svizzeri sono esagerati e un po’ ‘allarmisti’ anche loro, stiano pure tranquilli, in Regione Toscana) e le innumerevoli e meritorie campagne condotte dalla Prof.ssa Maria Rita D’Orsogna, ricercatrice presso la California State University di Los Angeles, che da anni denuncia e si batte contro i disastri ambientali, in particolare della tecnica del fracking (leggetevi il fracking in provincia di Grosseto).
L’ultima cattiva notizia giunge dalla California passando per l’Università di Napoli e conferma la correlazione certa tra attività geotermica e terremoti. Riportiamo l’agenzia di stampa senza ulteriori commenti:

Terremoti: Ingv, studio monitora rischio da sfruttamento geotermico

(AGI) – Roma, 16 gen. – L’esplorazione del sottosuolo finalizzata alla produzione di energia tramite lo sfruttamento del calore interno della terra (l’energia geotermica), ha comportato in alcuni casi un aumento del rischio sismico.
Infatti, nel corso di operazioni relative al pompaggio o all’estrazione di fluidi geotermali sotterranei, si sono verificati terremoti medio-piccoli. Uno studio condotto dai ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e dall’Universita’ di Napoli fornisce uno strumento che permette di valutare gli effetti della sismicita’ indotta dallo sfruttamento geotermico e di valutare come la pericolosita’ vari nel tempo in funzione delle attivita’ industriali, quali iniezioni o emungimento di fluidi.
Lo studio di Vincenzo Convertito, Nils Maercklin, Nitin Sharma e Aldo Zollo e pubblicato su Bulletin of the Seismological Society of America, esamina questi problemi relativi a un campo geotermico noto come “The Geysers”, localizzato nel nord della California e sfruttato sin dagli anni ’60. In questo campo i fluidi del serbatoio principale raggiungono una temperatura di 235 gradi centigradi e sono intrappolati sotto uno strato impermeabile di roccia tra uno e tre chilometri di profondita’.
Come riportato da studi precedenti, si e’ notato che quando inizio’ l’estrazione del fluido geotermico per creare elettricita’, la cosiddetta sismicita’ indotta aumento’ sensibilmente, crescendo di pari passo con l’intensificarsi dello sfruttamento. Recentemente, nel periodo aprile 2007-ottobre 2010, in questa stesa area sono stati registrati ben sette terremoti, di magnitudo uguale e superiore a quattro. La tecnica proposta nello studio dei ricercatori dell’Ingv e dell’Universita’ di Napoli si basa sull’analisi in continuo, nel tempo e nello spazio, dei parametri utilizzati per la valutazione della pericolosita’ sismica. Nello studio si evidenzia infatti come la variazione di uno o piu’ parametri possa portare ad una variazione sia della probabilita’ di avere eventi potenzialmente piu’ dannosi che della pericolosita’ sismica, richiedendo quindi agli operatori una ri-calibrazione delle operazioni di campo. La tecnica permettera’ di studiare la sismicita’ indotta, oltre che nel caso dello sfruttamento delle aree geotermiche, anche relativamente all’estrazione di idrocarburi e all’immagazzinamento di anidride carbonica.

p.s. questa è del 31 dicembre scorso:
Una scossa di terremoto registrata in zona Amiata
L’epicentro nelle vicinanze di San Casciano dei Bagni. La magnitudo è 2.2, non si registrano danni a persone o cose
Un terremoto di magnitudo 2.2 è avvenuto alle 17:10 di ieri, domenica 30 dicembre, nella Toscana centro-meridionale. Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV nel distretto sismico del Monte Amiata, a 7,6 chilometri sotto la superficie. L’epicentro è stato localizzato tra i comuni senesi di Radicofani e San Casciano dei Bagni. Altri comuni nelle vicinanze sono quelli di Abbadia San Salvatore, Cetona, Chianciano Terme, Chiusi, Piancastagnaio, Sarteano e Castell’Azzara. Non si registrano danni a persone o cose.
(fonte GoNews.it)

16 gennaio 2013. Televisoni in Amiata per Sos Geotermia

20130116_Tv_imgA dispetto di quello che pensa chi è a favore della geotermia tossica in Amiata, evidentemente a qualcuno in Italia interessa ascoltare le ragioni di chi chi, come noi, critica il saccheggio del territorio.
Oggi, 16 gennaio, ci sono venuti a trovare le troupe di due trasmissioni Rai e Mediaset per sentire le ragioni di chi critica la geotermia amiatina. Al di là dei servizi che verranno poi realizzati siamo soddisfatti perchè è il riconoscimento che la questione non è così tranquilla come vorrebbero farci credere e noi -evidentemente- non siamo i ‘terroristi’ che vorrebbero dipingerci.
E’ stata, dopo l’iniziativa del 15 dicembre scorso, un’altra giornata di tempo inclemente (quasi che l’enel abbia agganci anche più in ‘alto’…), ma comunque piena di entusiasmo pensando di lanciare al Paese intero un ‘sos’ per salvare la montagna. La mattina siamo stati in compagnia della troupe di Igor Stagliano nella trasmissione di Rai 3 Ambiente Italia, mentre il pomeriggio con Max Laudadio di Striscia la Notizia.
Pubblichiamo alcune immagini della giornata.

Titanic/Bagnore4, mentre l’Amiata affonda nel salone si brinda e si balla

titanic_croce_enel copiaIllustrate -a pochi amiatini ‘che contano’– le meraviglie di Bagnore 4

Veniamo a conoscenza dai media (vedi articoli riportati in fondo) di un incontro in cui si annuncia il prossimo avvio del cantiere per la centrale Bagnore4 e se ne magnificano le ricadute sul territorio.
Dai diversi resoconti si rileva che si è parlato, riguardo alle ‘ricadute’, solo di soldi: soldi elargiti come compensazioni ambientali, soldi come posti di lavoro, soldi come indotto (ci hanno risparmiato le sponsorizzazioni delle sagre paesane…).
Premesso che usare l’argomento ‘soldi’, quando si parla di salute e territorio, è già una sconfitta per la popolazione e per la montagna e che comunque è un aspetto che ci interessa solo in via secondaria, non ci vogliamo sottrarre neanche a questo.
Si parla di 2,6 milioni di euro l’anno, per 10 anni, di compensazioni ambientali, soldi che andranno nelle casse dei comuni (in proporzioni differenziate) più altri milioni e milioni ‘probabili’, ‘possibili’, di ricadute sulle attività locali come indotto, si badi bene, per il periodo del cantiere della centrale. Così come l’impegno per l’occupazione si risolve, sulla carta, a 100 posti sempre e solo per il periodo di costruzione della centrale. E dopo?
Per contro in Amiata abbiamo un aumento certo di alcune patologie e di mortalità, rilevate dall’ARS Regionale, alle quali concorrono anche le attività geotermiche e che sono -anche- un costo sociale ed economico; la falda potabile continua a ridursi di 1 metro al mese (rilevazioni piezometro di poggio Trauzzolo) e sono stati installati, a spese dei cittadini, filtri per l’arsenico che ormai è ben oltre la soglia di legge. Continua, e -prevedibilmente- aumenterà, l’emissione di tonnellate di sostanze inquinanti che, oltre a essere inalate dai cittadini, si depositano contaminando terreni e falde. Questa già drammatica situazione migliorerà o peggiorerà con la nuova centrale Bagnore4 più le altre in cantiere a Piancastagnaio? E con quali ulteriori costi?
Si parla di ‘volano economico’: probabilmente –ma non sicuramente– per il periodo del cantiere l’economia locale registrerà un dato positivo, ma chi non guarda oltre il proprio naso dovrebbe pensare agli scenari futuri. Finito il cantiere (5 anni) e finite le compensazioni ambientali (10 anni), cosa resterà sull’Amiata?
Le attività di pregio del territorio, castagne, olio, formaggi, dolci, e tutta la filiera agroalimentare, potranno ancora sfruttare il valore aggiunto della provenienza? Il turismo, specie quello ambientale e di qualità, sarà ancora possibile? Le case, gli immobili, i terreni verranno svalutati o rivalutati dall’attività geotermica? Se l’acquifero continuasse a diminuire e/o le concentrazioni di arsenico aumentassero ancora dove si prenderà l’acqua? Come prospettato recentemente faremo i dissalatori e porteremo l’acqua dal mare alla montagna? E cosa ne sarà del turismo termale (Saturnia, Bagno Vignoni, San casciano, San Filippo) il cui bacino idrotermale potrebbe essere compromesso?
Proponiamo agli amministratori una valutazione più seria delle semplici suggestioni, cioè, proponiamo una Analisi Costi/Benefici, che è una metodologia scientifica utilizzata per poter fare -apputo- scelte consapevoli e partecipate, includendo tutte le ricadute economiche dirette, indirette, presenti e future sulla base di dati certi, quali quelli già registrati nella vicina Larderello/Pomarance, al fine di sapere quale sarà il futuro della montagna e dei nostri figli!
Non riusciamo a quantificare, oggi, le perdite economiche connesse alla trasformazione del monte Amiata in area geotermica, ma alla luce del buon senso ci sembra che i costi siano di gran lunga maggiori dei guadagni.
Perciò non ci uniamo al coro esultante, che ci ricorda appunto l’affondamento del Titanic mentre l’orchestra proseguiva a suonare e nel salone si brindava.

Maremma News del 14 gennaio 2013

Geotermia: “mentre l’Amiata affonda nel salone si brinda e si balla”
Illustrate – a pochi amiatini “che contano”- le meraviglie di Bagnore 4, ma quali saranno le conseguenze sulla salute afferma il Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata di SOS Geotermia?
Amiata: “Veniamo a conoscenza dai media di un incontro in cui – scrive il Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata di SOS Geotermia – si annuncia il prossimo avvio del cantiere per la centrale Bagnore4 e se ne magnificano le ricadute sul territorio. Dai diversi resoconti – continua SOS Geotermia – si rileva che si è parlato, riguardo alle “ricadute”, solo di soldi: soldi elargiti come compensazioni ambientali, soldi come posti di lavoro, soldi come indotto (ci hanno risparmiato le sponsorizzazioni delle sagre paesane…). Premesso che usare l’argomento “soldi”, quando si parla di salute e territorio, è già una sconfitta per la popolazione e per la montagna e che comunque è un aspetto che ci interessa solo in via secondaria, non ci vogliamo sottrarre neanche a questo.
Si parla di 2,6 milioni di euro l’anno, per 10 anni, di compensazioni ambientali, soldi che andranno nelle casse dei comuni (in proporzioni differenziate) più altri milioni e milioni “probabili”, “possibili”, di ricadute sulle attività locali come indotto, si badi bene, per il periodo del cantiere della centrale. Così come l’impegno per l’occupazione si risolve, sulla carta, a 100 posti sempre e solo per il periodo di costruzione della centrale. E dopo? Per contro in Amiata – afferma il Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata – abbiamo un aumento certo di alcune patologie e di mortalità, rilevate dall’ARS Regionale, alle quali concorrono anche le attività geotermiche e che sono -anche- un costo sociale ed economico; la falda potabile continua a ridursi di 1 metro al mese (rilevazioni piezometro di poggio Trauzzolo) e sono stati installati, a spese dei cittadini, filtri per l’arsenico che ormai è ben oltre la soglia di legge. Continua, e -prevedibilmente- aumenterà, l’emissione di tonnellate di sostanze inquinanti che, oltre a essere inalate dai cittadini, si depositano contaminando terreni e falde. Questa già drammatica situazione migliorerà o peggiorerà con la nuova centrale Bagnore4 più le altre in cantiere a Piancastagnaio? E con quali ulteriori costi? Si parla di “volano economico”: probabilmente -ma non sicuramente- per il periodo del cantiere l’economia locale registrerà un dato positivo, ma chi non guarda oltre il proprio naso dovrebbe pensare agli scenari futuri. Finito il cantiere (5 anni) e finite le compensazioni ambientali (10 anni), cosa resterà sull’Amiata? Le attività di pregio del territorio, castagne, olio, formaggi, dolci, e tutta la filiera agroalimentare, potranno ancora sfruttare il valore aggiunto della provenienza? Il turismo, specie quello ambientale e di qualità, sarà ancora possibile? Le case, gli immobili, i terreni verranno svalutati o rivalutati dall’attività geotermica? Se l’acquifero continuasse a diminuire e/o le concentrazioni di arsenico aumentassero ancora dove si prenderà l’acqua? Come prospettato recentemente faremo i dissalatori e porteremo l’acqua dal mare alla montagna? E cosa ne sarà del turismo termale (Saturnia, Bagno Vignoni, San casciano, San Filippo) il cui bacino idrotermale potrebbe essere compromesso? Proponiamo agli amministratori una valutazione più seria delle semplici suggestioni, cioè, proponiamo una Analisi Costi/Benefici, che è una metodologia scientifica utilizzata per poter fare -appunto- scelte consapevoli e partecipate, includendo tutte le ricadute economiche dirette, indirette, presenti e future sulla base di dati certi, quali quelli già registrati nella vicina Larderello/Pomarance, al fine di sapere quale sarà il futuro della montagna e dei nostri figli! Non riusciamo a quantificare, oggi, le perdite economiche connesse alla trasformazione del monte Amiata in area geotermica, ma alla luce del buon senso ci sembra che i costi siano di gran lunga maggiori dei guadagni. Perciò non ci uniamo al coro esultante, che ci ricorda appunto l’affondamento del Titanic mentre l’orchestra – conclude SOS Geotermia, Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata – proseguiva a suonare e nel salone si brindava”.

Il Tirreno del 12 gennaio 2013
Sta per partire il cantiere Bagnore 4
Un investimento da 123 milioni di euro che avrà ricadute economiche su tutto il territorio. Ecco cosa prevede il progetto
di Fiora Bonelli
MONTE AMIATA Ormai è questione di giorni. Parte, a breve, nell’Amiata grossetana, la costruzione della nuova centrale geotermica di Bagnore 4, della potenza di 40 MW e che produrrà 310 GWh, divisa in due gruppi da 20 MW ciascuna, che saranno terminati, il primo, entro settembre 2014 e il secondo, entro dicembre 2014. Il calendario. L’avvio delle attività costruttive è previsto per febbraio – marzo 2013 (attività di predisposizione cantiere a cura di EdilCoop). Ottenuta, dunque, l’autorizzazione unica il 21 dicembre scorso, ultimo e definitivo ok dopo il lunghissimo iter autorizzativo, Enel Green Power ha illustrato il progetto l’altro giorno alle istituzioni locali (il presidente della Unione Comuni Amiata Grossetana, Franco Ulivieri, il sindaco di Santa, Fiora Renzo Verdi, di Arcidosso, Emilio Landi, di Piancastagnaio, Fabrizio Agnorelli, di Castel del Piano, Claudio Franci) e a circa 50 piccoli e medi imprenditori locali e rappresentanti di associazioni di categoria del territorio. Le attività. Ne è emerso un piano di azione, che con i suoi 123 milioni di euro di investimenti per la costruzione della nuova centrale, mette in moto un meccanismo tale da avere ricadute importanti sul territorio e da costituire una concreta occasione per il suo sviluppo e per il suo rilancio imprenditoriale: «Enel Green Power – afferma Massimo Montemaggi responsabile dell’area geotermica di Enel Green Power – lavorerà per questa opera e in futuro per la sua manutenzione, in maggior parte con le imprese locali. Una tale sinergia favorisce la nostra azienda, ma affina, di contro, anche la professionalità, il potenziale e la qualità lavorativa delle imprese stesse. Vogliamo che cresca in loco (e noi lo favoriamo) un’imprenditoria affidabile e rispondente alle necessità dell’opera. E’ sicuramente un passo in avanti per lo sviluppo di tutto il territorio». Le ricadeute economiche. Del milionario investimento previsto per il progetto Bagnore 4, si ipotizza circa il 35 % come potenziale ricaduta sull’Amiata, in termini di lavori edili, elettrici e meccanici e contributi ambientali. Ma quale sarà, in termini di stretta ricaduta economica il quadro che stabilisce il progetto? Compensazioni ambientali: 26 milioni di euro in dieci anni. Contributi connessi alla produzione: circa 1.000.000 euro all’anno. Ricaduta potenziale durante la costruzione: 15 milioni di euro nel triennio 2013 – 2015. Ricaduta connessa all’esercizio degli impianti: oltre mezzo milione di euro all’anno per forniture e servizi. 2 milioni e 600.000 euro ogni anno che si riverseranno in tutto il territorio: «Oggi – commenta Massimo Montemaggi – parte un’iniziativa che costituiscono una leva per lo sviluppo. Una scommessa per tutti». Volano per l’economia. Nell’immediato futuro, legato al calore che Enel potrebbe distribuire a costo pressoché zero ci sta il potenziamento di iniziative artigianali e industriali che possano utilizzare il calore nei settori agroalimentare, vivaistico, degli allevamenti; lo sviluppo di una filiera geotermica nel campo della manutenzione e realizzazione degli impianti e soprattutto il teleriscaldamenti per uso civile e alberghiero soprattutto, magari con iniziative sollecitate e indirizzate dalle stesse istituzioni. La nuova centrale e le novità. «Dei 500 impianti geotermici del mondo, questo è sicuramente il migliore». Massimo Montemaggi ne è certo. Bagnore 4 farà scuola. L’impianto abbattitore di ammoniaca che servirà sia Bagnore 4 che Bagnore3 è unico al mondo e con tutti gli interventi di ottimizzazione (interconnessione vapore e gas e regolazione/automazione) potrà ridurre l’emissione totale annua di ammoniaca portandola per entrambe le centrali a valori inferiori del 40% rispetto a quelli attuali della sola Bagnore 3. L’abbattitore di ammoniaca lavorerà a fianco degli Amis, due nuovi e uno già in funzione, che abbatteranno l’H2S arrivando addirittura sotto la soglia imposta dalla Regione, che pretende il 90%: «Presumiamo di toccare il 95%», afferma Montemaggi. Autocontrollo e allarmi. Ma la novità più interessante è il sistema “intelligente” di autocontrollo degli impianti, con allarme prima che l’evento dannoso si verifichi. E nuove anche le torri refrigeranti di nuova generazione, che dimezzeranno drift e rumore”. Infine saranno istallati altri 3 piezometri oltre i 3 già esistenti. Immediata comunicazione dei dati ambientali a Santa Fiora e Arcidosso e Piancastagnaio. Il progetto Bagnore 4, relativamente alla parte mineraria, prevede: perforazione di 2 nuovi pozzi produttivi; ripristino di 2 pozzi esistenti; perforazione di 2 nuovi pozzi reiniettivi; perforazione di 3 pozzetti piezometrici.

Il Tirreno del 13 gennaio 2013
«Bagnore 4, una risorsa per le imprese»
L’Amiata si apre con interesse alla nuova centrale. Ulivieri: «Quella di Enel è una carta da giocare bene per rilanciarsi»
di Fiora Bonelli
MONTE AMIATA «Disponibilità di Enel Green Power e grande interesse dell’imprenditoria locale amiatina». Il messaggio che arriva dal territorio produttivo è forte e chiaro: la costruzione della nuova centrale di Bagnore 4 è un treno sul quale l’Amiata della crisi deve salire. Le ditte, soprattutto quelle legate alla costruzione e all’edilizia che giovedì mattina, in numero consistente, erano al meeting con Enel Green Power e istituzioni, hanno mostrato nei confronti dell’operazione da 123 milioni di euro, un grandissimo interesse. Maurizio Pellegrini, coordinatore Cna per l’Amiata, anche lui presente all’incontro, lo spiega con una certa soddisfazione: «L’operazione sembra partita bene. Da parte di Enel c’è stata la massima disponibilità a coinvolgere l’imprenditoria locale in questa grande costruzione geotermica. Io -riferisce Pellegrini – ho detto in sede di riunione, che non eravamo andati a presentare il conto a Enel Green Power, perché eravamo fra quelli che abbiamo sempre visto la geotermia più come una risorsa che come un problema, rispettando, naturalmente, come l’ottenimento dell’autorizzazione unica dimostra, tutte le prescrizioni e le regole. Le aziende locali potranno trovare in questa operazione una vera e propria boccata di ossigeno di prim’ordine, che in uno scenario di crisi come quello che stiamo vivendo non è un valore aggiunto, ma un valore sostanziale». Di interesse per il territorio parla anche il presidente dell’Unione Amiata grossetana Franco Ulivieri, ma le sue considerazioni vanno oltre e si configurano anche come appello «a chi non condivide la scelta geotermia e l’ha osteggiata a lungo. Noi ci aspettiamo molto da Enel – afferma Ulivieri – Questa è una vera scommessa, in questo momento una delle poche carte da giocare per il nostro territorio. Comprendo che molti, da anni, sono portatori di idee diverse, idee che sono servite molto a creare le condizioni perché oggi questa centrale possa sorgere in Amiata, fornita di tutte le carte in regola e con piena disponibilità di Enel. Faccio dunque appello al buon senso di tutti in modo che si possa fare fronte unico per permettere a questa Amiata di rinascere». Tutte le richieste fatte, d’altra parte, sono state accolte da Enel Green Power. «Siamo consapevoli che questo è uno dei passaggi che nel territorio lascerà il segno, ma credo che sia il caso di sottolineare che in questo momento ci vuole fiducia reciproca – aggiunge Olivieri – Dunque il mio messaggio è un invito a comportamenti e riflessioni animate da buon senso e da buona volontà. Una scelta siffatta si mette in campo sia per l’interesse del territorio che per stare dentro a quel processo di sfruttamento di energie rinnovabili che riguarda la gran parte della nostra nazione. Osteggiarlo non lo riteniamo opportuno. A fronte, infatti, di un percorso lunghissimo e pieno di ostacoli, crediamo adesso che vi siano le condizioni per dire sì. Va da sé che nel momento in cui certe prescrizioni non fossero messe in atto, non staremmo con le mani in mano».

«Sono certe le correlazioni tra aumento di tumori e concentrazioni crescenti di arsenico»
AMIATA “Contabilità incostituzionale”. La definisce così Roberto Barocci del Forum Ambientalista di Grosseto, riferendosi ai dati economici relativi ai nuovi investimenti, collegati alla realizzazione della nuova centrale termoelettrica di Bagnore 4 a Santa Fiora. «Sarebbe opportuno, e corretto, per consentire una completa valutazione da parte della pubblica opinione, che quei dati siano rapportati non solo agli utili economici che le imprese locali riceveranno, ma anche ai danni alla salute che saranno collegati alle ulteriori emissioni di arsenico, mercurio nei paesi dell’Amiata», prosegue Barocci. Secondo Barocci gli studi fatti dall’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) non lasciano dubbi alla logica universale. «Sono praticamenter certe le correlazioni tra un incremento statisticamente significativo di molte malattie tumorali e mortali registrate nei comuni geotermici dell’Amiata e le concentrazioni crescenti di Arsenico, Mercurio e Acido solfidrico…, registrate negli stessi comuni geotermici; è certo che alla produzione delle suddette concentrazioni tossiche e nocive concorrono anche le centrali geotermiche; è certa la conclusione che le centrali geotermiche in Amiata concorrono ad un eccesso di mortalità statisticamente significativo». La contrarietà all’ipotesi di aprire una nuova central geotermica da parte degli ambientalisti era pressoché scontata. E ancora una volta viene certificata dagli studi. «Come quelli del dottor Voller dell’Ars sugli stili di vita, che hanno ulteriormente e definitivamente smentito le ipotesi strumentali: ovvero che quegli eccessi di mortalità registrati nei comuni geotermici potessero essere dovuti a più pericolosi stili di vita degli amiatini -prosegue Barocci – Allora, se vengono rapportati i numeri, mettendo al numeratore le “Compensazioni ambientali” ricevute ogni anno dai comuni geotermici e pari a 2,6 milioni di euro e al denominatore il numero di morti aggiuntivi, registrato ogni anno negli stessi comuni geotermici, che sono ben 24, si otterrà il compenso anno per ciascun morto aggiuntivo, che è una cifra inferiore a quanto normalmente le compagnie di assicurazioni auto risarciscono i parenti delle vittime per le morti da incidenti stradali». «Ci vergogna dover ricorrere a questa contabilità umiliante per rammentare che in questa Regione si sta calpestando la Costituzione», conclude Barocci.

La Nazione del 13 gennaio 2013
INGEGNERE Massimo Montemaggi
«Bagnore 4 sarà la centrale geotermica migliore del mondo»

AMIATA I LAVORI PER 120 MILIONI INIZIERANNO A PRIMAVERA
INCONTRO DI ENEL con gli imprenditori locali: si è svolto nella sede dell’Unione dei Comuni amiatini un incontro tra i vertici di Enel, gli amministratori locali e gli imprenditori. Un appuntamento atteso durante il quale l’ingegnere Massimo Montemaggi, responsabile per la geotermia di Enel Green Power, ha illustrato il progetto di Bagnore 4 che dovrebbe entrare nella sua fase realizzativa a partire da questa primavera. In attesa anche di conoscere l’esito del ricorso al Tar avanzato dai comitati ambientalisti. Franco Ulivieri, presidente dell’Unione dei Comuni Amiata Grossetano, si ritiene soddisfatto del percorso intrapreso e ricorda come l’incontro sia stata l’occasione per confrontarsi anche con gli imprenditori locali. Infatti questi, all’interno dei cospicui investimenti che Enel ha intenzione di riversare per la costruzione della nuova centrale (circa 120 milioni di euro), avranno senz’altro un ruolo importante. Ricorda infine Ulivieri che Enel rappresenta una risorsa per il territorio alla quale non si può rinunciare. Montemaggi ha spiegato che fra i 500 impianti geotermici che si sono in tutto il mondo «quello di Bagnore 4 sarà sicuramente il migliorre. La centrale ha detto l’ingegnere sarà destinata a fare scuola, l’impianti di abbattimento dell’ammoniaca è unico al mondo e ridurrà l’emissione del 40% rispetto all’attuale di Bagnore 3.

AMBIENTALISTA
Barocci dubbioso «Valutiamo non solo gli utili economici»
INTANTO il Forum Ambientalista Grosseto contesta il progetto della nuova centrale termoelettrica di Bagnore 4 a Santa Fiora. «Per una corretta valutazione dice Roberto Barocci del Forum sarebbe opportuno considerare non solo i dati degli utili economici per le imprese locali, ma anche i danni alla salute collegati alle emissioni nei paesi dell’Amiata. Gli studi dell’Agenzia regionale di sanità non lasciano dubbi: sono certe le correlazioni tra un incremento significativo di molte malattie mortali registrate nei Comuni geotermici dell’Amiata e le concentrazioni crescenti di arsenico, mercurio e acido solfidrico registrate negli stessi Comuni». 

Il Giunco.net del 14 gennaio 2013
Geotermia, sull’Amiata investimenti per oltre 120 milioni di euro
ARCIDOSSO – Incontro ad Arcidosso nella sede dell’Unione dei Comuni dell’Amiata Grossetano per parlare dello sviluppo della risorsa geotermica ed il rilancio economico dell’Amiata.
Enel Green Power ha presentato i suoi progetti nell’area geotermica amiatina, in primis il progetto di sviluppo di Bagnore 4 che ha terminato l’iter autorizzativo e sta per partire nella sua fase operativa.
La nuova centrale di Bagnore 4 sarà realizzata con tecnologie altamente innovative nel campo ambientale, impiantistico e dell’inserimento architettonico che consentiranno di minimizzare e migliorare l’impatto della geotermia in Amiata.
L’investimento complessivo è di 123,3 milioni di euro, di cui oltre 40 avranno una ricaduta sul territorio. L’incontro fa parte di una serie di iniziative promosse da Enel Green Power e finalizzate a facilitare la ricaduta locale dell’investimento.
All’iniziativa hanno partecipato il Responsabile Geotermia Enel Green Power Massimo Montemaggi, il Presidente dell’Unione dei Comuni Amiata Grossetano Franco Ulivieri, il Sindaco di Santa Fiora Renzo Verdi, il Sindaco di Arcidosso Emilio Landi, il Sindaco di Castel del Piano Claudio Franci e circa 50 piccoli e medi imprenditori locali e rappresentanti di Associazioni di categoria di aziende locali.
«Enel Green Power – ha detto Montemaggi – intende favorire la creazione di un distretto industriale locale, sempre più specializzato e capace di fare sistema con un’elevata capacità progettuale, logistica ed operativa, per sostenere le importanti prospettive di sviluppo geotermico sull’Amiata che avranno significative ricadute sul territorio».

SienaFree.it del 14 gennaio 2013
Amiata: Enel Green Power, Comuni e imprese insieme per lo sviluppo geotermico. 123,3 milioni di investimento
Si è svolto a Arcidosso, presso la sede dell’Unione dei Comuni, alla presenza dei Sindaci e del Presidente dell’Unione dei Comuni Amiata Grossetano, l’incontro con l’imprenditoria locale promosso da Enel Green Power e Amministrazioni per il progetto Bagnore 4
Oltre 40 milioni di euro di ricadute economiche per il territorio
Incontro importante e molto partecipato, svoltosi ad Arcidosso presso la sede dell’Unione dei Comuni dell’Amiata Grossetano: ad organizzarlo Enel Green Power, Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetano, Comuni di Santa Fiora, Arcidosso e Castel del Piano per lo sviluppo della risorsa geotermica ed il rilancio economico dell’Amiata.
All’iniziativa hanno partecipato il Responsabile Geotermia Enel Green Power Massimo Montemaggi, il Presidente dell’Unione dei Comuni Amiata Grossetano Franco Ulivieri, il Sindaco di Santa Fiora Renzo Verdi, il Sindaco di Arcidosso Emilio Landi, il Sindaco di Castel del Piano Claudio Franci, circa 50 piccoli e medi imprenditori locali e rappresentanti di Associazioni di categoria di aziende locali.
Enel Green Power ha presentato i suoi progetti nell’area geotermica amiatina, in primis il progetto di sviluppo di Bagnore 4 che, terminato l’iter autorizzativo, sta per partire nella sua fase operativa.
La nuova centrale di Bagnore 4 sarà realizzata con tecnologie altamente innovative nel campo ambientale, impiantistico e dell’inserimento architettonico che consentiranno di minimizzare e migliorare l’impatto della geotermia in Amiata. Contestualmente si creerà una straordinaria opportunità per il rilancio economico e occupazionale dell’area. L’investimento complessivo è di 123,3 milioni di euro, di cui oltre 40 avranno una ricaduta sul territorio. L’incontro fa parte di una serie di iniziative promosse da Enel Green Power e finalizzate a facilitare la ricaduta locale dell’investimento.
Una ulteriore opportunità connessa al nuovo progetto è costituita dalla disponibilità di calore, a prezzi assolutamente competitivi, per utilizzi industriali e civili: se adeguatamente utilizzata, tale opportunità potrà consentire di sviluppare o rafforzare iniziative artigianali e industriali nel campo agroalimentare e serricolo, oltre che del riscaldamento degli ambienti.
“Enel Green Power” ha detto Montemaggi “intende favorire la creazione di un distretto industriale locale, sempre più specializzato e capace di fare sistema con un’elevata  capacità progettuale, logistica ed operativa, per sostenere le importanti prospettive di sviluppo geotermico sull’Amiata che avranno significative ricadute sul territorio”.

La Nazione del 15 gennaio 2013
Bagnore 4 «Un’opportunità per l’agroalimentare da non perdere»
AMIATA – ENEL GREEN POWER illustra i vantaggi del progetto di Bagnore 4. «L’incontro anticipano i vertici di Enel è stato importante, hanno partecipato i rappresentanti dell’Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetano, dei comuni di Santa Fiora, Arcidosso e Castel del Piano e circa 50 piccoli e medi imprenditori locali e rappresentanti di Associazioni di categoria di aziende locali». Nello specifico Enel Green Power ha presentato i suoi progetti nell’area geotermica amiatina, primo fra tutti il progetto di sviluppo di Bagnore 4 che ha terminato l’iter autorizzativo e sta per partire nella sua fase operativa. «La nuova centrale di Bagnore 4 ha spiegato l’Ingegner Massimo Montemaggi sarà realizzata con tecnologie altamente innovative nel campo ambientale, impiantistico e dell’inserimento architettonico che consentiranno di minimizzare e migliorare l’impatto della geotermia in Amiata. Contestualmente si creerà una straordinaria opportunità per il rilancio economico e occupazionale dell’area. L’investimento complessivo è di 123,3 milioni di euro, di cui oltre 40 avranno una ricaduta sul territorio». L’INCONTRO fa parte di una serie di iniziative promosse da Enel finalizzate a facilitare la ricaduta locale dell’investimento. Una delle opportunità aggiuntive, connessa al nuovo progetto è costituita dalla disponibilità di calore, a prezzi assolutamente competitivi, per utilizzi industriali e civili. «Se verrà adeguatamente utilizzata Concludono tale opportunità potrà consentire di sviluppare o rafforzare iniziative artigianali e industriali nel campo agroalimentare e serricolo, oltre che del riscaldamento degli ambienti». C.B.

Il Tirreno del 15 gennaio 2013
Geotermia: l’Enel investe 123 milioni sull’Amiata
È di 123,3 milioni di euro l’investimento per lo sviluppo della risorsa geotermica e il rilancio economico dell’Amiata, secondo i progetti di Enel Green Power. Tra i progetti presentati nei giorni scorsi ad Arcidosso quello di sviluppo di Bagnore 4. La nuova centrale sarà realizzata con tecnologie altamente innovative nel campo ambientale, impiantistico e dell’inserimento architettonico che consentiranno di minimizzare e migliorare l’impatto della geotermia in Amiata. «Contestualmente – dice Enel – si creerà una straordinaria opportunità per il rilancio economico e occupazionale dell’area. L’investimento complessivo è di 123,3 milioni di euro, di cui oltre 40 avranno una ricaduta sul territorio».

«Bagnore 4, osservatorio fondamentale»
Il sindaco Landi: la sua presenza è contenuta nella Via del progetto, vogliamo le più ampie garanzie
AMIATA – Entro febbraio comincerà la costruzione della nuova centrale geotermica di Bagnore 4. Iter laboriosissimo, osteggiato dai comitati ambientalisti, ma a questo punto arrivato al traguardo con tutte le precauzioni del caso, compreso un osservatorio per verifiche e controlli che non durerà un giorno, ma sarà per sempre, per tutta la durata della vita della centrale. Enel Green Power ha accolto senza problemi le richieste in questo senso avanzate dai comuni amiatini, che hanno voluto inserire il punto nella stessa Valutazione di Impatto Ambientale di cui si è fatto portavoce a più riprese il presidente della conferenza dei sindaci dell’Unione comuni Amiata grossetana Emilio Landi. Il quale, alla vigilia della partenza dei lavori di costruzione di Bagnore 4 spiega: «La presenza di un osservatorio per monitorare costantemente la situazione emissioni nel corso degli anni, è un punto contenuto nella Via rilasciata dalla Regione a Enel – dice Landi – Chiaramente noi di fronte a dati forniti da Arpat, Asl, Ars e da altri enti istituzionali, abbiamo dato piena fiducia ai risultati, ma pensiamo anche che occorra monitorare e verificare nel corso del tempo. Non è che quei dati sono acquisiti una volta per tutte. Vogliamo insomma, dare le più ampie garanzie ai cittadini ed essere in grado di dire ad ogni momento, lo stato dell’arte della geotermia. Certo non abbiamo professionalità, nei nostri comuni, in grado di valutare i dati, ma attiveremo delle consulenze extra, oltre quelle previste per legge, che sono, appunto Arpat e Ars e Asl, oltre che Enel stessa». Su questo elemento di controllo a cui parteciperanno anche gli stessi comuni con tecnici da loro stessi nominati, punta l’accento anche il sindaco di Santa Fiora Renzo Verdi, che non ha mai nascosto la sua fiducia nella risorsa geotermica, volano di sviluppo per il territorio, fatte salve tutte le precauzioni possibili: «Siamo contenti di questa partenza – afferma Verdi – perché ci crediamo e ci abbiamo messo sempre la faccia. Oltre tutto ai controlli del cosiddetto osservatorio, parteciperemo anche noi comuni. Oltre ai professionisti Enel, la quale di buon grado si è messa a disposizione perché le verifiche siano al top, ci saranno quelli regionali e quelli che attiveremo noi dell’Unione dei comuni Amiata grossetana. Dunque da questo punto di vista abbiamo messo in campo il massimo per garantire i cittadini. A Enel Green Power chiediamo, adesso, di accompagnare in questa scommessa il settore delle imprese locali, che dovranno essere le prime a risentire le ricadute benefiche di un’operazione così imponente». Fiora Bonelli

Corriere di Maremma del 15 gennaio 2013
Terminato l’iter autorizzativo, sta per partire nella sua fase operativa. Pronti 123 milioni di investimenti Enel Green Power presenta ad Arcidosso il progetto di sviluppo di Bagnore 4
ARCIDOSSO. Incontro importante e molto partecipato, ad Arcidosso, nella sede dell’Unione dei Comuni dell’Amiata Grossetano: ad organizzarlo Enel Green Power, Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetano, Comuni di Santa Fiora, Arcidosso e Castel del Piano per lo sviluppo della risorsa geotermica ed il rilancio economico dell’Amiata. All’iniziativa hanno partecipato il Responsabile Geotermia Enel Green Power Massimo Montemaggi, il Presidente dell’Unione dei Comuni Amiata Grossetano Franco Ulivieri, il Sindaco di Santa Fiora Renzo Verdi, il Sindaco di Arcidosso Emilio Landi, il Sindaco di Castel del Piano Claudio Franci, circa 50 piccoli e medi imprenditori locali e rappresentanti di Associazioni di categoria di aziende locali. Enel Green Power ha presentato i suoi progetti nell’area geotermica amiatina, in primis il progetto di sviluppo di Bagnore 4 che, terminato l’iter autorizzativo, sta per partire nella sua fase operativa. La nuova centrale di Bagnore 4 sarà realizzata con tecnologie altamente innovative nel campo ambientale, impiantistico e dell’inserimento architettonico che consentiranno di minimizzare e migliorare l’impatto della geotermia in Amiata. Contestualmente si creerà una straordinaria opportunità per il rilancio economico e occupazionale dell’area. L’investimento complessivo è di 123,3 milioni di euro, di cui oltre 40 avranno una ricaduta sul territorio. L’incontro fa parte di una serie di iniziative promosse da Enel Green Power e finalizzate a facilitare la ricaduta locale dell’investimento. Una ulteriore opportunità connessa al nuovo progetto è costituita dalla disponibilità di calore, a prezzi assolutamente competitivi, per utilizzi industriali e civili: se adeguatamente utilizzata, tale opportunità potrà consentire di sviluppare o rafforzare iniziative artigianali e industriali nel campo agroalimentare e serricolo, oltre che del riscaldamento degli ambienti. “Enel Green Power – ha detto Montemaggi – intende favorire la creazione di un distretto industriale locale, sempre più specializzato e capace di fare sistema con un’elevata capacità progettuale, logistica ed operativa, per sostenere le importanti prospettive di sviluppo geotermico sull’Amiata che avranno significative ricadute sul territorio”.

Sviluppo Progetto Bagnore 4, oltre 40 milioni di euro di ricadute economiche per il territorio Enel green power, comuni e imprese insieme
SIENA. Incontro importante e molto partecipato, svoltosi ad Arcidosso presso la sede dell’Unione dei Comuni dell’Amiata Grossetano: ad organizzarlo Enel Green Power, Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetano, Comuni di Santa Fiora, Arcidosso e Castel del Piano per lo sviluppo della risorsa geotermica ed il rilancio economico dell’Amiata. All’iniziativa hanno partecipato il responsabile Geotermia Enel Green Power Massimo Montemaggi, il presidente dell’Unione dei Comuni Amiata Grossetano Franco Ulivieri, il sindaco di Santa Fiora Renzo Verdi, il sindaco di Arcidosso Emilio Landi, il Sindaco di Castel del Piano Claudio Franci e circa 50 piccoli e medi imprenditori locali e rappresentanti di Associazioni di categoria di aziende locali. Enel Green Power ha presentato i suoi progetti nell’area geotermica amiatina, in primis il progetto di sviluppo di Bagnore 4 che ha terminato l’iter autorizzativo e sta per partire nella sua fase operativa. La nuova centrale di Bagnore 4 sarà realizzata con tecnologie altamente innovative nel campo ambientale, impiantistico e dell’ inserimento architettonico che consentiranno di minimizzare e migliorare l’impatto della geotermia in Amiata. Contestualmente si creerà una straordinaria opportunità per il rilancio economico e occupazionale dell’area. L’investimento complessivo è di 123,3 milioni di euro, di cui oltre 40 avranno una ricaduta sul territorio. L’incontro fa parte di una serie di iniziative promosse da Enel Green Power e finalizzate a facilitare la ricaduta locale dell’investimento. Una ulteriore opportunità connessa al nuovo progetto è costituita dalla disponibilità di calore, a prezzi assolutamente competitivi, per utilizzi industriali e civili: se adeguatamente utilizzata, tale opportunità potrà consentire di sviluppare o rafforzare iniziative artigianali e industriali nel campo agroalimentare e serricolo, oltre che del riscaldamento degli ambienti. “Enel Green Power” ha detto Montemaggi “intende favorire la creazione di un distretto industriale locale, sempre più specializzato e capace di fare sistema con un’elevata capacità progettuale, logistica ed operativa, per sostenere le importanti prospettive di sviluppo geotermico sull’ Amiata che avranno significative ricadute sul territorio.

Rispondono gli ambientalisti Critiche da “Sos Geotermia”
SANTA FIORA. Il Coordinamento Movimenti per l’Amiata Sos Geotermia critico sui progetti di sviluppo di Enel Green Power: “Si è parlato, riguardo alle ‘ricadute’, solo di soldi: soldi elargiti come compensazioni ambientali, come posti di lavoro, soldi come indotto. Si parla di 2,6 milioni di euro l’anno, per 10 anni, di compensazioni ambientali, soldi che andranno nelle casse dei comuni (in proporzioni differenziate) più altri milioni e milioni ‘probabili’, ‘possibili’, di ricadute sulle attività locali come indotto per il periodo del cantiere della centrale. Così come l’impegno per l’occupazione si risolve, sulla carta, a 100 posti sempre e solo per il periodo di costruzione della centrale. E dopo? Per contro in Amiata abbiamo un aumento certo di alcune patologie, rilevate dall’Ars Regionale, alle quali concorrono anche le attività geotermiche e che sono – anche – un costo sociale ed economico; la falda potabile continua a ridursi di 1 metro al mese (rilevazioni piezometro di poggio Trauzzolo) e sono stati installati, a spese dei cittadini, filtri per l’abbattimento dell’arsenico.

La Nazione del 16 gennaio 2013
Provocazione «Bagnore 4 come il Titanic»
AMIATA. I COMITATI antigeotermia insorgono: non sono trascorsi che pochi giorni dall’incontro illustrativo del progetto di Bagnore 4, la nuova centrale geotermica, presentato da Enel Green Power con la partecipazione dell’ingegner Montemaggi, che il comitato Sos Geotermia è già sul piede di guerra. «BAGNORE 4 come il Titanic dicono: mentre l’Amiata affonda nel salone si brinda e si balla». Con questo paragone certo provocatorio il comitato introduce il comunicato di protesta manifestando la sua ormai nota contrarietà al progetto. Il comitato continua dicendo che in occasione della presentazione «si è parlato soprattutto di soldi e delle ricadute occupazionali sul territorio che secondo la loro analisi dureranno il tempo di realizzazione del cantiere stimato in 5 anni. Dopo quel periodo però cosa resterà sull’Amiata?». Con questa provocazione si chiudono gli interrogativi del comitato che propone agli amministratori locali di valutare bene il rapporto esistente tra costi e benefici. Cristiano Bernacchi

Il Tirreno del 16 gennaio 2013
SOS GEOTERMIA «Bagnore 4 come il Titanic» Il comitato ambientalista: «Si parla solo di soldi, non di salute»
di Fiora Bonelli
AMIATA. Titanic-Bagnore4: mentre l’Amiata affonda, nel salone si brinda e si balla. SoS Geotermia, che da tempo si posiziona contro lo sfruttamento geotermico in montagna, prospettando scenari drammatici per inquinamento aria, diminuzione acquifera e malattie in eccesso per gli amiatini, ancora una volta bacchetta tutti e di fronte alla notizia che vi sarebbero state economicamente ricadute benefiche per la montagna con l’inizio dei lavori per Bagnore 4, così commenta: «Si è parlato, riguardo alle ricadute, solo di soldi: soldi elargiti come compensazioni ambientali, soldi come posti di lavoro, soldi come indotto. Si parla di 2,6 milioni di euro l’anno, per 10 anni, di compensazioni ambientali, soldi che andranno nelle casse dei comuni (in proporzioni differenziate) più altri milioni e milioni probabili, possibili, di ricadute sulle attività locali come indotto, per il periodo del cantiere della centrale. Così come l’impegno per l’occupazione si risolve, sulla carta, a 100 posti sempre e solo per il periodo di costruzione della centrale». E dopo sembra chiedersi il comitato ambientalista? Che addita, di contro, «l’aumento certo di alcune patologie e di mortalità, rilevate dall’Ars Regionale, alle quali concorrono anche le attività geotermiche, la riduzione acqua e l’emissione inquinanti». Si parla di volano economico, afferma SoS geotermia: probabilmente -ma non sicuramente- per il periodo del cantiere l’economia locale registrerà un dato positivo, ma chi non guarda oltre il proprio naso dovrebbe pensare agli scenari futuri. Finito il cantiere (5 anni) e finite le compensazioni ambientali (10 anni), cosa resterà sull’Amiata? «Le attività di pregio del territorio, castagne, olio, formaggi, dolci, e tutta la filiera agroalimentare, potranno ancora sfruttare il valore aggiunto della provenienza? – si chiede SoS Geotermia – Il turismo, specie quello ambientale ? Le case, gli immobili, i terreni verranno svalutati o rivalutati? Se l’acquifero continuasse a diminuire e/o le concentrazioni di arsenico aumentassero ancora dove si prenderà l’acqua? E cosa ne sarà del turismo termale (Saturnia, Bagno Vignoni, San Casciano, San Filippo) il cui bacino idrotermale potrebbe essere compromesso? Proponiamo agli amministratori una valutazione più seria delle semplici suggestioni», esorta il coordinamento dei comitati geotermici che aggiunge: «Non riusciamo a quantificare, oggi, le perdite economiche connesse alla trasformazione del monte Amiata in area geotermica, ma alla luce del buon senso ci sembra che i costi siano di gran lunga maggiori dei guadagni. Perciò non ci uniamo al coro esultante, che ci ricorda appunto l’affondamento del Titanic mentre l’orchestra proseguiva a suonare e nel salone si brindava».

PAER regionale, un’altra maschera con cui coprire gli scempi. Presentate le osservazioni…

Come tutti gli strumenti di pianificazione delle attività che riguardano il territorio e l’ambiente, anche la  proposta di Piano Ambientale ed Energetico Regionale, per il Trattato di Aarhus, fatto proprio dalla legge italiana 108/2001, dalla Decisione 2005/370/CE e recepito da diverse norme regionali, deve essere presentata al pubblico per un periodo di due mesi, entro il quale chiunque può fare osservazioni agli Uffici che trovate in indirizzo sul testo, i quali  le debbono  valutare, positivamente o negativamente.
Il Forum Ambientalista di Grosseto, anche come parte del coordinamento Sos Geotermia, per le esperienze già fatte in sede di diverse Valutazioni di Impatto Ambientale, non ha dubbi sulla inefficacia pratica di queste procedure.
Ciò nonostante le riteniamo utili e le pratichiamo per dimostrare agli ingenui (pochi) e ai poco informati (tantissimi) chi c’è al governo oggi della Toscana, compresi i dirigenti in carriera (yesman). Siamo determinati a togliere loro la maschera, a riconoscerli, per poter documentare comportamenti a dir poco omissivi.
Di seguito riportiamo le puntuali osservazioni presentate:

Alla REGIONE TOSCANA, DIREZIONE POLITICHE TERRITORIALI AMBIENTALI E PER LA MOBILITA’,
Autorità competente per la VAS
Area di Coordinamento Ambiente, energia e cambiamenti climatici

Oggetto: Osservazioni alla PROPOSTA di PIANO AMBIENTALE ED ENERGETICO REGIONALE 2012-2015.
Per conto del Forum Ambientalista della provincia di Grosseto presento le seguenti  cinque Osservazioni al PAER 2012-2015, numerate in ordine crescente, formulate sinteticamente nei riquadri che seguono e precedute da brevi illustrazioni, contenenti la documentazione di riferimento allegata, che è stata prodotta interamente da vari Uffici della stessa Regione Toscana.
1° Osservazione
Alla Geotermia non possono essere attribuite valutazioni univoche per tutte le aree della Toscana, essendo una fonte energetica collegata e condizionata in maniera determinante dalle caratteristiche geologiche del territorio, che in Toscana sono particolarmente diversificate. Pertanto la sostenibilità e rinnovabilità della Geotermia non possono essere oggetto di valutazioni generalizzate, a meno che non si voglia nascondere realtà indesiderate. Infatti, sia la rinnovabilità dei consumi di acqua, emessa con i vapori geotermici, che la sostenibilità delle sostanza inquinanti, emesse con gli stessi vapori, sono molto diverse da zona a zona e dipendono sia dalle realtà storiche preesistenti sul territorio, sia dalle diverse caratteristiche geochimiche che si trovano nei substrati di rocce percolanti le acque di ricarica delle falde geotermiche profonde.
1° Osservazione: tutte le parti del PAER 2012-2015 che illustrano i temi collegati alla Geotermia dovrebbero essere articolate per aree individuate secondo criteri geofisici e geochimici omogenei, in quanto le generalizzazioni sono poco rispettose della realtà esistente. Si chiede pertanto che tutte le previsioni e valutazioni sulla Geotermia siano distinte per aree omogenee e fondate su dati omogenei, privi di palesi contraddizioni, che qualunque generalizzazione regionale è capace di nascondere.

2° Osservazione
S’intende segnalare agli estensori del PAER 2012-2015 i risultati dello Studio epidemiologico, pubblicati sul sito dell’Agenzia Regionale della Salute (all.1) sulle popolazioni residenti nei comuni geotermici dell’AMIATA, scorporati da quelli dell’area geotermica nord (Larderello pisano), che hanno altri problemi e che invece nelle Conclusioni dello Studio stesso sono stati sommati e valutati indistintamente, confondendoli e diluendo i risultati. Una simile confusione e generalizzazione è molto sospetta e, comunque, oggettivamente ha nascosto una realtà scomoda.
Circa le qualità e quantità di sostanze tossiche, in particolare Mercurio, Arsenico e Acido solfidrico, immesse nell’ambiente dalle attività geotermiche in Amiata, il suddetto Studio riporta alcune misurazioni nella Sezione A dal titolo “Analisi degli studi ambientali” (pag.16 dell’all.1 ), capaci comunque di evidenziare le diverse e  pericolose emissioni geotermiche misurate sull’Amiata, rispetto alle aree geotermiche del pisano. Infatti, ci sono dati che testimoniano una quantità più che doppia di Mercurio emesso da una singola centrale dell’Amiata, rispetto a quelle della zona pisana. A queste diverse emissioni vanno sommate quelle relative a discariche minerarie di mercurio, esistenti da decenni in Amiata, e a dispersioni naturali di gas, da sempre presenti sul territorio amiatino, ripetutamente rammentate anche da ENEL, ma mai quantificate e valutate nel suo complesso.
In particolare, del suddetto Studio vogliamo segnalare sia i risultati pubblicati nella sezione E, dal titolo “Studio di correlazione tra inquinanti ed eventi sanitari” (all.2), sia i dati dell’Allegato 6, dal titolo “Risultati statisticamente significativi delle analisi di correlazione geografica tra i dati ambientali e dati sanitari”(all.3), in cui, sulla base dei risultati accertati, si evidenziano le relazioni tra gli eccessi di mortalità e di malattie, statisticamente significativi, con gli inquinanti certamente immessi nell’ambiente anche dalle attività geotermiche. Pur con alcuni limiti, dovuti alla disponibilità dei dati solo su base comunale (e non secondo reti più dettagliate), emergono preoccupanti e allarmanti relazioni.
Segnaliamo che a pag.162, paragrafo 6.2 dello studio ARS (all.1) – Considerazioni sui risultati delle analisi della mortalità – analizzando i dati sia dell’insieme delle due diverse aree geotermiche della Toscana (area nord di Larderello e area sud dell’Amiata), sia delle singole due sub aree separate, si legge che:
> “è possibile osservare che la mortalità nelle due sub aree è ben diversificata” (terzo capoverso); “nell’area Sud la mortalità generale e per il complesso dei tumori risulta in eccesso negli uomini, per i quali emergono eccessi significativi…; tra le donne emergono eccessi di mortalità per le malattie respiratorie acute e per malattie dell’apparato digerente.”(terzo capoverso);
> “Negli uomini la mortalità generale osservata nell’intera area geotermica mostra un eccesso statisticamente significativo rispetto sia al riferimento locale sia a quello regionale. Inoltre, emergono eccessi per le malattie respiratorie e tra queste per la pneumoconiosi, per le malattie infettive e tra queste per la tubercolosi. Nelle donne non emergono eccessi statisticamente significativi ad eccezione della cerrosi epatica.”(secondo capoverso).
Dall’analisi dei dati disarticolati emerge con chiarezza e in modo non contestabile che nei comuni geotermici della sub area dell’Amiata (pag. 82 dello Studio ARS- in all.1) si registra un dato molto preoccupante di eccesso di mortalità statisticamente significativo nei maschi, eccesso molto simile sia rispetto all’area di riferimento locale (+13,1%), scelta sulla base di caratteri di omogeneità socio economica (pag. 68 dello Studio ARS- in all.1), sia rispetto all’intera regione toscana (+13,7%) e tutto ciò può significare solo che sull’Amiata le condizioni ambientali locali incidono negativamente sulla salute e che le condizioni socio economiche o stili di vita non hanno influenza significativa sull’eccesso di mortalità registrata nell’area geotermica amiatina.
Le argomentazioni usate dalla Giunta regionale per addebitare tali dati a presunti e non documentati diversi stili di vita degli amiatini, già smentite dal doppio confronto dei dati con i comuni limitrofi di riferimento locale (+13,1%) e con il resto della toscana (+13,7%), sono state ulteriormente smentite da una recente indagine comparativa dell’Agenzia Regionale di Sanità Toscana (all.4) sugli stili di vita delle popolazioni dell’Amiata e sui consumi della sua popolazione, presentata al Seminario “Geotermia e Salute” del 25 ottobre 2012 a Firenze. Quest’ultimo approfondimento smentisce definitivamente quelle ipotesi molto azzardate e mai documentate, fatte in precedenza da alcuni amministratori che hanno cercato di addebitare gli eccessi di mortalità registrati agli stili di vita degli amiatini.
Si chiede infine di valutare e tenere a mente l’analisi di clustering del suddetto Studio ARS (pag.87, in all.1), che ha individuato un aggregato di comuni con indice di mortalità per gli uomini statisticamente significativo con eccessi pari a +27,5% per Piancastagnaio, +18,7% per Castel del Piano, +13% per Arcidosso e Abbadia S. Salvatore.
2° Osservazione: gli estensori del PAER 2012-2015, prima di confermare quanto presentato, valutino i suddetti elaborati che non lasciano dubbi alla logica universale: essendo certe le correlazioni tra un incremento statisticamente significativo di molte malattie tumorali e mortali registrate nei comuni geotermici dell’Amiata e le concentrazioni crescenti di Arsenico, Mercurio e Acido solfidrico…, registrate negli stessi comuni geotermici; essendo certo che alla produzione delle suddette concentrazioni tossiche e nocive concorrono anche le centrali geotermiche; è certa la conclusione che le centrali geotermiche in Amiata concorrono ad un eccesso di mortalità statisticamente significativo.
Alla luce delle suddette conclusioni logiche e non smentibili, programmare l’estensione della Geotermia e la sua sostenibilità in Amiata è una prova di cinismo irresponsabile.

3° Osservazione
Alla precedente Osservazione non possono essere contrapposte le conclusioni delle procedure amministrative di Valutazione di Impatto Ambientale, recentemente prodotte dalla Regione Toscana per le procedure di autorizzazione alle centrali geotermiche di Piancastagnaio e di Bagnore 4 a Santa Fiora, in quanto sono entrambe prive di una valutazione cumulativa degli inquinanti presenti e di quelli emessi con le nuove centrali.
Infatti, se non possono esistere dubbi sul fatto che in Amiata la popolazione è già esposta a fattori inquinanti estremamente dannosi, come certificato dagli studi ARS citati sopra, è altrettanto evidente che non esistono dubbi sul fatto che diviene particolarmente importante e doveroso il rispetto delle norme che prevedono una valutazione cumulativa degli inquinanti, che tale popolazione deve sopportare con l’esercizio dei nuovi impianti geotermici. Questa valutazione cumulativa è assente nelle recenti procedure di VIA, approvate con parere positivo dalla Regione Toscana, e mai sono state in passato prodotte per le vecchie centrali geotermiche in esercizio in Amiata.
Quanto sopra è confermato dall’ARS (Agenzia Regionale di Sanità), chiamata espressamente dalla Regione Toscana, nell’ambito della recente procedura di VIA per Bagnore 4, a valutare la documentazione progettuale presentata da ENEL. L’ARS risponde in data 31.5.2012 (all.5) e conferma in data 18.6.2012 , che lo Studio di Impatto Ambientale e successive integrazioni presentate non sono accettabili, precisando che: “L’intero paragrafo dedicato agli aspetti sanitari appare poco esplicativo e non adeguato per descrivere lo stato di salute delle popolazioni potenzialmente interessate dalla costruzione della nuova centrale.” (all.5).
La stessa ARS, chiamata a valutare sempre nel maggio 2012 (all.5) dalla Regione Toscana anche le Osservazioni presentate a quella data dai gruppi e Associazioni amiatine, conferma a pag.6 che :”…la ricerca di ARS-CNR non può essere considerata una Valutazione di Impatto Sanitario che presuppone l’utilizzo di metodi di analisi diversi e adeguati allo scopo” in quanto lo studio ARS non ha indagato circa la provenienza degli inquinanti registrati, se dalle recenti centrali geotermiche, oppure da precedenti attività minero- metallurgiche, oppure da fonti naturali,
Infine sollecitiamo gli estensori del PRAE 2012-2015 a prendere visione dei Verbali del Contraddittorio (all.6), che attestano l’assoluta mancanza di risposte, sia da parte della Regione Toscana, che dell’Enel sull’assenza di valutazioni cumulative in sede di VIA, segnalata dalle Associazioni ambientaliste in occasione del Contraddittorio pubblico, in cui le suddette Associazioni segnalavano alla Regione Toscana  la inesistenza di valutazioni sanitarie sull’azione cumulativa degli inquinanti emessi dall’insieme delle centrrali geotermiche in Amiata con valutazioni che possano escludere la corresponsabilità delle emissioni geotermiche nell’eccesso di mortalità e malattie già registrate nelle popolazioni dei comuni geotermici dell’Amiata .
3° Osservazione: poiché le leggi regionali, nazionali ed europee prevedono che, per le attività fonte di possibili rischi alla salute, non sia lecito prevedere un loro incremento in mancanza di valutazioni puntuali circa l’azione cumulativa e sinergica sulla salute delle nuove emissioni inquinanti con le fonti di inquinamento già esistenti e documentate sul territorio; poiché è accertato che tali valutazioni cumulative sono assenti nelle procedure di VIA per gli impianti geotermici dell’Amiata, le previsioni del PRAE per la Geotermia in Toscana non possono essere definite sostenibili perché prive di una valutazione cumulativa che possa escludere la pericolosità per la salute pubblica delle complessive emissioni prodotte dalle precedenti attività realizzate sul territorio e dalle diverse centrali geotermiche, anche se, singolarmente, ciascuna di tali emissioni è inferiore ai limiti di concentrazione ammessa dalle norme.

4° Osservazione
A pag. 4 del documento PROPOSTA di PIANO AMBIENTALE ED ENERGETICO REGIONALE Obiettivo A.3 Aumentare la percentuale di energia proveniente da fonti rinnovabili A.3 allegato L’ENERGIA GEOTERMICA IN TOSCANA è riportata la seguente tabella:
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dalla quale si evince che nelle diverse migliaia di Kmq (vedi a pag.2 stesso documento), interessati dalle concessioni allo sfruttamento geotermico in Toscana, non ci sono aree vincolate ai fini della salvaguardia delle risorse idriche e in particolare ai fini della salvaguardia delle aree di ricarica delle falde idriche utilizzate sia per l’agricoltura che per usi potabili.
Tali aree dovrebbero essere invece individuate e vincolate alla luce del dispositivo di legge 152/99, che all’art.21 prevede le tutele di tali risorse. Infatti, al fine di mantenere e migliorare le caratteristiche qualitative delle acque di superficie e sotterranee, e per la tutela delle acque destinate al consumo umano e per la tutela delle risorse, si stabilisce che vengano individuate e diversamente vincolate tre tipi di aree: zone di rispetto assoluto; zone di rispetto; zone di protezione di ricarica delle risorse idriche.
Di particolare importanza sono il comma 8 e 9 dell’articolo suddetto, in considerazione dell’emergenza idrica registratasi a livello regionale e del peggioramento della qualità delle acque negli ultimi venti anni, con la crescita documentata dalla presenza di Arsenico, Boro e altri inquinanti nelle falde idriche utilizzate oggi per l’irrigazione delle colture agricole.
4° Osservazione: La programmazione del PAER 2012-2015 e le concessioni richieste alla Regione Toscana sia per estrazioni, che per ricerche geognostiche, che prevedono perforazioni, pozzi e sondaggi… non possono essere approvate in assenza delle previsioni di tutela e vincoli previsti dalla legge 152/99 a difesa delle risorse idriche.
La Regione Toscana può produrre una sintesi dettagliata delle aree di rispetto assoluto, di rispetto relativo e di ricarica delle risorse idriche, al fine di programmare consapevolmente e nel rispetto della normativa vigente?

5° Osservazione
Una lunga serie di leggi impongono la realizzazione dei bilanci idrici per ciascun bacino idrografico al fine di garantire le riserve idriche alle popolazioni e consentirne lo sfruttamento industriale solo dopo avere assicurato il consumo di tali riserve a fini potabili.
L’acquifero superficiale dell’Amiata è da decenni considerato il più importante del centro Italia, ma come sopra sembra ipotizzato per l’intera regione, neppure le aree di ricarica dell’acquifero superficiale dell’Amiata risultano vincolate ed è certo che tali superfici ricevono e assorbono diverse decine di kg /anno di metalli tossici dalle ricadute dei fumi geotermici.
Inoltre le connessioni tra acquifero superficiale e quello profondo geotermico non sono escluse dalla Regione Toscana e continua lo sfruttamento con un calo pauroso dell’acquifero superficiale, come testimoniano i dati del piezometro di Poggio Trauzzolo, realizzato dalla stessa Regione Toscana.
Il livello dell’acquifero superficiale è ulteriormente sceso in un anno di altri 12 metri, dopo aver perso, con dati analitici indiscutibili, dall’inizio dello sfruttamento geotermico, ben 200 metri di profondità.
Lo studio MOBIDIC, commissionato dalla Regione Toscana, ha recentemente reso pubblici i dati delle precipitazioni degli ultimi anni; nel 2008, 2009, 2010 sull’Amiata ha piovuto come non mai e anche il 2012 ha avuto le nevicate più cospicue rispetto agli ultimi anni. Ciò nonostante la Regione Toscana, a fronte di evidenze scientifiche che fanno affermare un probabile collegamento tra le due falde e in violazione del Principio di Precauzione e quello di Prevenzione consente all’Enel di continuare a sfruttare con le centrali geotermiche i bacini profondi, ma, volendo scaricarsi dalle responsabilità, ha scritto nelle ultime Prescrizioni in sede di VIA positiva per la centrale di Bagnore 4 che l’Enel:“deve monitorare gli aspetti connessi alla possibilità di mobilizzazione dell’Arsenico per interazione tra acque sotterranee e roccia serbatoio e monitorare le eventuali relazioni idrodinamiche tra l’acquifero ospitato nelle vulcaniti e il sistema geotermico profondo.”(all.7). Il tutto non in sede preventiva, ma a futura memoria…
5° Osservazione: In quali parti la programmazione del PAER 2012-2015 applica, oppure sollecita, il rispetto del Principio di Prevenzione e quello di Precauzione a tutela delle risorse idriche dell’acquifero dell’Amiata, in particolare al rispetto dei vincoli nascenti dall’approvazione di un bilancio idrico e della difesa delle aree di ricarica delle falde idropotabili dell’Amiata?
In quali parti del PAER si esclude che ci siano interferenze tra le falde idriche potabili dell’Amiata e le falde profonde sfruttate dalla Geotermia?
In attesa delle Vostre risposte,
Salute,
Roberto Barocci, Presidente del Forum Ambientalista Grosseto

Grosseto 18.12. 2012

Allegati:
allegato 1,  Rapporto su “Progetto di Ricerca Epidemiologica sulle popolazioni residenti nell’intero bacino geotermico toscano-Progetto Geotermia”, Ottobre 2010. L’intero Studio si scarica dal seguente sito:
http://www.ars.toscana.it/aree-dintervento/determinanti-di-salute/ambiente/dati-e-statistiche/1062-lo-studio-completo-dellars-sulla-geotermia.html
allegato 2,  Sezione E del suddetto Studio Epidemiologico dal titolo “Studio di correlazione tra inquinanti ed eventi sanitari”. Si scarica dal seguente sito:
http://www.ars.toscana.it/aree-dintervento/determinanti-di-salute/ambiente/dati-e-statistiche/1062-lo-studio-completo-dellars-sulla-geotermia.html
allegato 3,  Allegato 6 del suddetto Studio Epidemiologico, dal titolo “Risultati statisticamente significativi delle analisi di correlazione geografica tra i dati ambientali e dati sanitari”. Si scarica dal seguente sito:
http://www.ars.toscana.it/aree-dintervento/determinanti-di-salute/ambiente/dati-e-statistiche/1062-lo-studio-completo-dellars-sulla-geotermia.html
allegato 4,  Regione Toscana – ARS, Seminario “Geotermia e Salute” del 25 ottobre 2012 a Firenze, Le informazioni sugli stili di vita, del dott. Fabio Voller della ARS Toscana. Si scarica dalla seguente pagina dell’ARS:
http://www.ars.toscana.it/eventi/eventi-2012/243-presentazioni-eventi-2012/1193-presentazioni-del-seminario-qgeotermia-e-salute-lesperienza-neozelandese-e-toscanaq.html
allegato 5,  ARS Toscana, prot. n°1141 del 31.05.2012 – Contributo di ARS – Osservatorio di Epidemiologia al procedimento di VIA “Costruzione ed esercizio della centrale geotermoelettrica Bagnore 4” inoltrato al Settore VIA della Regione Toscana, pag.3, ultimo capoverso. ARS Toscana, prot. n°1265/SC del 18.06.2012 – Nota integrativa al Contributo Ars del 31.05.2012 per la VIA “Costruzione ed esercizio della centrale geotermoelettrica Bagnore 4”, inoltrato al Settore VIA della Regione Toscana, pag.5. Tali documenti sono allegati alla Deliberazione Giunta Regionale toscana n.810 del 10 settembre 2012, pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Toscana il 19 settembre 2012, avente ad oggetto la pronuncia di compatibilità ambientale per Bagnore 4.
allegato 6,  Regione Toscana, Settore VIA – Art.15,comma7 L.R.79/98: Contraddittorio del 18.7.2012. Verbali del Contraddittorio:
a) con il gruppo Consiliare “Prospettiva Comune “ di Piancastagnaio, Osservazioni presentate da Beatrice Pammolli;
b) con Medicina Democratica e Comitato Salvaguardia Ambientale Monte Amiata;
c) con la Lista Civica per Abbadia, pag.2, punto 6 e punto 4 delle Osservazioni presentate da Velio Arezzini;
d) con il Coordinamento Ambientalista Amiata, capoverso 5° del verbale.
I Verbali del Contraddittorio sono scaricabili dal seguente sito, nel link relativo alla procedura per Bagnore 4:
http://www.regione.toscana.it/regione/export/RT/sito-RT/Contenuti/sezioni/territorio/pianificazione_territorio/rubriche/visualizza_asset.html_1440502253.html
allegato 7 , Deliberazione Giunta Regionale toscana n.810 del 10 settembre 2012, pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Toscana il 19 settembre 2012, avente ad oggetto la pronuncia di compatibilità ambientale per Bagnore 4. Prescrizioni.

15 dicembre 2012. Iniziativa Sos Geotermia a Piancastagnaio: pochi, ma in buona compagnia… Nonostante il tempo proibitivo, positiva la giornata di mobilitazione

‘Piove, governo (regionale) ladro!’. Questo il pensiero degli ottanta ‘resistenti’ che sabato scorso, 15 dicembre, hanno risposto all’appello per una giornata di mobilitazione a Piancastagnaio dove l’Enel procede alacremente a nuove perforazioni geotermiche camuffate da ‘piano di riassetto’.
Il meteo dei giorni precedenti e le previsoni lasciavano prevedere che sarebbe stata una giornata dura, come in effetti è stata, con gelo, vento e pioggia che hanno scoraggiato molte persone che già avevano dato la loro adesione all’iniziativa e che hanno comunque confermato il loro sostegno nonostante l’assenza in piazza.
La valutazione della giornata rimane positiva per il fatto che comunque Piancastagnaio, paese ‘storico’ dello sfruttamento geotermico, per la prima volta ha potuto vedere ed ascoltare qualcosa di diverso dalle tranquillizzanti parole che per anni gli hanno propinato amministratori ed Enel. L’agguerrito corteo, che ha attraversato tutto il paese, contava della presenza degli illustri amministratori locali e regionali, dai sindaci dei paesi amiatini, al presidente della provincia grossetana Marras, all’assessore e al presidente regionali Bramerini e Rossi, i quali, riprodotti in maschere, ripetevano ciascuno il proprio refrain.
In testa lo striscione del ‘coordinamento SOS Geotermia’, poi quello “Non è questo il futuro che vogliamo” e ancora ” Per
un lavoro utile e dignitoso per tutti”, “Lavoro, Beni comuni, Ambiente”, “No alla geotermia”; lasciato il paese il corteo è sceso fino al cantiere Enel del pozzo pc36, dove le parole hanno lasciato spazio alla realtà di un enorme coacervo di trivelle, tralicci, tubi, reti, serbatoi appare sul fianco della montagna, come se un pezzo dell’ILVA di Taranto fosse stato trapiantato nella ‘verde’ Toscana. E, come per Taranto, la speranza è che anche i lavoratori, che più degli altri subiscono gli effetti delle centrali, si uniscano alla richiesta di un lavoro dignitoso per tutti in un ambiente sano senza cedere al ricatto ‘lavoro contro salute’.
Al termine del corteo c’è stata la prevista assemblea dove si è ricapitolata l’intera vicenda del ‘piano di riassetto di Piancastagnaio’ e della nuova costruenda centrale di ‘Bagnore 4’ nel comune di S.Fiora, per la quale il coordinamento Sos Geotermia ha da poco presentato ricorso al TAR con ben 11 contestazioni.
Tra le voci autorevoli spiccava quella del geologo prof.Borgia che ‘eroicamente’ continua a sostenere i comitati amiatini in questa battaglia per salvare il monte Amiata.
‘La salute non può essere un valore negoziabile. È possibile per l’Amiata un modello economico alternativo che salvaguardi le risorse, la salute, il territorio e sia a favore dei cittadini e non delle multinazionali’ sono, in sintesi, i concetti cardine su cui costruire, oltre all’opposizione alla geotermia Enel, anche proposte concrete di sviluppo sociale ed economico della Montagna.
Molte quindi le indicazioni per nuove iniziative, tra le quali certamente una da farsi in località Bagnore prima dell’inizio dei lavori.
Continuerà nel frattempo l’opera di informazione con la popolazione amiatina, con la coscienza di essere, come ha esortato Don Gallo, ‘partigiani dell’Amiata’.

Progetto Bagnore 4, presentato il ricorso al TAR

E’ stato presentato nei termini di legge il ricorso al TAR regionale contro la Regione Toscana, controinteressata Enel, per la delibera n.810 del 10 settembre scorso che da il parere favorevole alla VIA su Bagnore 4, di fatto il ‘via libera’ al progetto della nuova centrale da 40 MW, su cui abbiamo già scritto QUI e QUI

L’approfondito lavoro ha evidenziato ben 12 motivi per l’annullamento della delibera regionale, nonostante continuino le solite litanie da parte di Enel e amministratori pubblici: ‘va tutto bene’, ‘è tutto sotto controllo’, ‘la legge è rispettata’, ‘abbiamo fatto il nostro dovere’, …

Invitiamo tutti i cittadini sensibili al problema a contribuire per coprire i costi delle spese legali, sottoscrivendo a offerta libera presso i punti di raccolta.

Riportiamo il Prologo del Ricorso invitando tutti a scaricare e leggere il testo completo con le motivazioni:

“L’acqua non è un prodotto commerciale al pari degli altri, bensì un patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale”,

“la dichiarazione del seminario ministeriale sulle acque sotterranee, tenutosi all’Aja nel 1991, riconosceva l’esigenza di intervenire per evitare il deterioramento delle acque dolci nel lungo periodo, sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo…”,

“In una precedente riunione sul bilancio idrico dell’Amiata si disse che bisogna fare una valutazione costi- benefici”.

Si parla in questo ricorso della possibile compromissione di uno dei bacini idrici più importanti dell’Italia centrale, quindi non si ritiene di contravvenire al dovere di sintesi di cui alla norma, se ci si sofferma su alcune considerazioni generali.
I primi due brani citati sopra sono il primo ed il terzo considerando della direttiva 2000/60/CE, “quadro per l’azione comunitaria in materia di acque”.
Il terzo è il finale della risposta, sorprendente, che il proponente Enel Green Power fornisce sul quesito posto dall’acquedotto del Fiora:”quali azioni prevede di porre in atto qualora il monitoraggio accertasse una possibile ancorchè imprevista relazione tra coltivazione geotermica e tutela della falda del Monte Amiata?”.
Com’è possibile parlare di soppesare i costi ed i benefici di un impianto che rischia di compromettere in modo definitivo un patrimonio idrico definito dalla stessa Pubblica Amministrazione “strategico”, quando la direttiva comunitaria avverte esplicitamente che l’acqua non è un prodotto commerciale?
E, domanda ancora più imbarazzante, a quale interlocutore si riferisce il rappresentante di Enel green power, con il verbo “si disse” ? Forse che in quella precedente riunione la Pubblica Amministrazione era d’accordo su una valutazione costi-benefici che riguardava anche l’acqua, cioè quel patrimonio da proteggere e difendere e da trattare come tale di cui parla la direttiva comunitaria?
Si spera proprio di no eppure sembra di sì.
Come detto il monte Amiata è uno dei più importanti acquiferi dell’Italia centrale, che approvvigiona di ottima acqua potabile i bacini dell’Ombrone, del Fiora e del Tevere.
Si vorrà notare che nella decisione n. 2005/646/CE la normativa comunitaria ha inserito due siti nell’area amiatina, il numero 519 , fiume Fiora strada provinciale 119 Cellana- Selvena (in comune di Castellazzara), ed il numero 531 fiume Ombrone, valle confluenza Orcia, tra quelli destinati a formare la rete di intercalibrazione europea ed entrambi i siti sono qualificati HG, cioè con valutazione elevata-buona. Il dato conferma, se ce ne fosse bisogno, come la zona sia considerata, dal punto di vista idrico, particolarmente importante anche a livello comunitario.
La superficie dell’intera area del monte Amiata (452,23 km. quadrati) è pari a poco più di cinquecento volte l’estensione di Villa Borghese a Roma, eppure è considerata potenzialmente ai vertici tra tutti i complessi geotermici nel mondo (fonte Wikipedia) e le coltivazioni già presenti sono, come vedremo, numerose ed importanti.
Non è certo un primato di cui andare fieri se si ricorda ancora una volta che si tratta del bacino acquifero più importante della Toscana, soprattutto se leggiamo il recente contributo dell’autorità di bacino del fiume Tevere (di cui non si vede traccia nel verbale della conferenza dei servizi impugnata, neanche tra gli assenti, per cui bisogna trarre la facile conclusione che non era stata invitata), quello in cui l’Amiata viene definito “acquifero strategico”. Nel gennaio 2011, riferendosi ad un’altra procedura, avente comunque medesimo oggetto, l’Autorità suddetta affermava:”la documentazione prodotta non permette di escludere impatti dello sfruttamento geotermico sulla risorsa idrica dell’acquifero strategico del monte Amiata”.
Come vedremo, ancora oggi, a compatibilità ambientale già dichiarata, tale esclusione non è ancora possibile, anzi risulta molto probabile. Ma la Regione Toscana sembra non applicare il principio di precauzione ed ha concesso la compatibilità ambientale per un impianto che si aggiunge ad altri già esistenti, alcuni autorizzati senza neanche la valutazione di impatto ambientale. Senza uno straccio di valutazione sanitaria su un’area, come detto limitata, su cui vivono 26.538 abitanti divisi in 6 comuni, con una densità di 58,70 abitanti per chilometro quadrato.
Bisogna allora concludere, ancora prima di illustrare i motivi del presente ricorso, che, almeno in Toscana, è proprio il procedimento di VIA in sé ad essere completamente snaturato, visto che la valutazione medesima è inesistente. Ci si limita a prendere atto di quello che afferma il proponente (quando il SIA ed ogni altro documento da questi proveniente dovrebbe essere proprio l’oggetto dell’attenta valutazione voluta dalla legge) e si rinvia ai futuri monitoraggi (a compatibilità ambientale già concessa) per ottenere quei dati che sarebbero necessari alla valutazione medesima. Per buona misura la sorveglianza su questi monitoraggi, che richiede grandi risorse tecniche ed economiche, viene affidata ai comuni, senza soldi e senza risorse. Le cosiddette “criticità” vengono così superate perché nemmeno affrontate. Spesso riaffiorano in modo drammatico, come a Taranto, dove, però, al Giudice penale non resta che contare i danni e spesso i morti.

…ancora bugie: alla Regione Toscana non rimane che indagare su Venere

Pubblichiamo le ultime bugie, sprechi e costi a carico dei cittadini per giustificare l’eccedenza di mortalità nella zona geotermica dell’Amiata. Tutto pur di non mettere in discussione l’Enel e quello che si sta compiendo ai danni della popolazione e del territorio.
N.B. la documentazione richiamata nonchè la presentazione (pps) e il volantino, sono scaricabili nella sezione ‘Documentazione’ di questo sito.

Mentre la Regione Toscana autorizza Enel a triplicare lo sfruttamento geotermico in Amiata, che ridurrà le portate delle sorgenti del Fiora, i Sindaci si fanno sostenitori di progetti per fornire acqua potabile dissalando l’acqua di mare, anziché fare manutenzione delle tubazioni (si perde oltre il 50% dell’acqua immessa) e realizzando abbattitori di Arsenico, anziché pretendere le bonifiche e scontrarsi con soggetti potenti, quali ENEL ed ENI. Risulta evidente la scelta di lasciare le risorse idriche naturali ai soggetti privati, che pagano un contributo agli Enti locali e Regione, e di puntare sui dissalatori/abbattitori, a spese dei contribuenti. Ma, oltre a non bere più acqua naturale, quell’acqua ci costerà tantissimo in spese di gestione degli impianti, in sicuro aumento. Ai contribuenti ignari si racconterà dell’inflazione, della crisi…

Rimane da far accettare alla popolazione toscana due questioni: l’idea della naturalità della crescita dell’Arsenico nelle fonti di acqua naturale e il fenomeno dei cattivi stili di vita, quale causa del notevole eccesso di tumori sull’Amiata.

Su questi due fronti i tecnici si sono messi al lavoro con impegno da tempo. Sulla crescita della concentrazione di Arsenico, l’ARPAT ha rinnegato i dati analitici prodotti dalle USL negli anni ’90, ma le loro argomentazioni non sono documentate. La USL 9 con i dott.ri Madrucci, Boncompagni e Morganti, preso atto dello Studio epidemiologico dell’ARS, che ha evidenziato negli uomini un eccesso di mortalità statisticamente significativo del +13% nei comuni geotermici dell’Amiata, ha proposto e ottenuto finanziamenti per 18.000 euro1 in ricerche su problemi della salute correlati all’uso di alcol, del tabacco e alle malattie infettive, causate da virus, tramite esposizione a fluidi corporei come sperma, liquidi vaginali e sangue infetto. Mentre la Regione Toscana indaga su Bacco, Tabacco e Venere, a cui sarebbero particolarmente dediti gli abitanti dei comuni geotermici, il Servizio Sanitario del Lazio2 ha reso pubblici i dati di una indagine sulla popolazione della limitrofa provincia di Viterbo, che, come quella toscana, è stata costretta a bere acqua definita potabile dalla Regione in deroga ai limiti di legge, documentando che di Arsenico in piccole dosi nell’acqua potabile, oggi si muore, con un un eccesso statisticamente significativo di mortalità per tutte le cause del +11%.

Se si pensa che in Toscana per molti anni si è stati costretti a bere acqua in deroga, c’è di che indignarsi. Per ottenere quelle deroghe, senza ricorrere alla eliminazione delle fonti inquinanti, l’ARPAT ha compiuto un ennesimo capolavoro di disinformazione3.

Secondo quanto riportato dai Decreti della Regione Toscana, l’Acquedotto del Fiora ha presentato alle autorità studi realizzati in collaborazione con ARPAT, attestanti che nelle acque naturali della provincia di Grosseto “sono presenti elevate anomalie di origine naturale dipendenti da particolarissime condizioni geochimiche”e, pertanto, non eliminabili con opere di bonifica, come previsto dalla legge.

Per giustificare queste conclusioni è stato realizzato uno Studio3 campionando come acque naturali, acque che naturali non erano. Infatti,sono state prese in esamediverse acque sicuramente inquinate da attività antropica, prelevate nei siti già inseriti nei Piani Regionali di Bonifica e oggetto di procedura di bonifica, come le acque dei canali drenanti le miniere o acque inquinate, a valle di discariche minerarie da bonificare. I dirigenti dell’ARPAT erano sicuramente informati dell’inquinamento procurato dai canali drenanti le miniere, avendo ricevuto dati e informazioni in tal senso nell’ambito delle procedure di bonifica, realizzate negli anni precedenti al suddetto Studio.

Appare scontato che i dottori della USL 9 documenteranno che Bacco, Tabacco e Venere facciano male alla salute, ma non potranno mai smentire l’ultimo studio reso noto dal dott. Voller, dell’ARS Toscana4, che dopo una indagine sui consumi degli abitanti nei comuni geotermici conclude che in Amiata non si registrano stili di vita e consumi di tabacco e alcol diversi dai comuni limitrofi!

Abbiamo riproposto una domanda, formulata nel rispetto della legge transitiva della logica ad ENEL e alla Regione Toscana5 senza ottenere una risposta. La ripetiamo ai dottori della USL 9: “Essendo riconosciuta nei comuni geotermici dell’Amiata come vera la relazione tra l’aumento notevole di mortalità in funzione di concentrazioni crescenti di arsenico, mercurio ecc; essendo ritenuta ancora come vera l’esistenza di emissioni significative di arsenico, mercurio, ecc.,dalle centrali geotermiche, non ritenete vera anche la seguente conclusione: che l’incremento delle malattie e mortalità sull’Amiata sia dovuto anche alle emissioni delle centrali geotermiche?”

Note:
1
AUSL 9, Deliberazione n° 369 del 1.10.2012, DRGT 893/2012 “approvazione Progetti Area Geotermica”.
2
Regione Lazio Dipartimento di Epidemiologia, Valutazione pidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da Arsenico nelleacque potabili nelle popolazioni residenti nei comuni del Lazio. Aprile 2012. Vedi: http://www.osservatorelaziale.it/public/allegati/files/126.pdf
3
ARPAT, Contratto di ricerca fra ARPAT e prof Mario Dall’Aglio del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi “La Sapinza” di Roma (1995-2003),Caratterizzazione e valutazione delle acque naturali in Provincia di Grosseto
4
Regione Toscana, Agenzia Regionale Sanità, dott. Voller, Le informazioni sugli stili di vita. 2012.
5
Regione Toscana, Settore VIA, Art.15, comma 7, L.R.79/98: Contraddittorio del 18.7.2012… Verbale. Gruppo Consiliare “Prospettiva comune “di Piancastagnaio.

Sabato 10 novembre 2012 a Castel del Piano, Incontro/assemblea e presentazione del libro ‘Arsenico e scellerati progetti’

Alle ore 17,00 di sabato 10 novembre 2012 ci incontriamo nella Sala consiliare del Comune a Castel del Piano.
Sarà l’occasione per aggiornare i cittadini degli sviluppi legati alla questione acqua, geotermia, territorio. Si discuterà delle iniziative da fare insieme dopo l’approvazione del progetto di Bagnore4 che triplicherà la potenza attuale, della risposta del Sindaco alla petizione dei cittadini che chiedono sicurezza per l’acqua, delle altre ‘novità’ sulla geotermia in Amiata.
Sarà l’occasione per presentare al pubblico l’ultimo libro di Roberto Barocci ‘Arsenico e scellerati progetti. Cronache di abusi ed omissioni a danno delle fonti d’acqua potabile’, temi più che mai attuali per il monte Amiata, a cui Barocci dedica un capitolo del libro stesso.

TI ASPETTIAMO!!

La Nazione del 9 novembre 2012

AMIATA SUL PIEDE DI GUERRA. IL COMITATO SOS GEOTERMIA
Allarme arsenico nell’acqua. Riunione in sala consiliare
Preoccupante studio epidemiologico della Regione Lazio
di Cristiano Bernacchi
DOPO le rassicurazioni del sindaco di Castel del Piano, con una lettera aperta in cui garantisce la qualità dell’acqua amiatina, il comitato «Sos geotermia» risponde ironicamente e anticipa le future iniziative che sull’argomento si svolgeranno. Il comitato ambientalista ricorda come siano scontate e prevedibili le giustificazioni addotte dal sindaco per sostenere la qualità dell’acqua amiatina. «L’acqua potabile distribuita dal Fiora è monitorata e sottoposta a costanti analisi, in più non solo rispetta i parametri di legge sulla presenza di arsenico, ma è ben al di sotto dei limiti previsti dalla legislazione vigente (10 microgrammi/litro)». La questione dal punto di vista del comitato è che, esclusi i due casi chiariti, dove i limiti superavano i parametri di legge perché le utenze erano allacciate direttamente alla condotta di trasporto, l’acqua non possiede delle percentuali così lontane dai limiti come viene descritto. «Ma soprattutto ci tengono a ricordare la questione non è la forbice nella quale si rientra per presenza di arsenico nell’acqua che viaggia tra i 4,4 ug/l e gli 8,3 ug/l nel territorio di Castel del Piano, ma di seguire la strada indicata dall’Oms(Organizzazione mondiale della santà) per azzerare completamente la presenza di arsenico nell’acqua. E in questo siamo lontanissimi, come lo siamo nell’adottare il sano principio di precauzione tanto presente nelle direttive dell’Oms». IN PIÙ è di poche settimane fa, la pubblicazione dello studio epidemiologico della Regione Lazio che conferma la stessa incidenza di mortalità tra le popolazioni laziali e toscane esposte ad acqua con significative concentrazioni di arsenico. «Le conferme dello studio come ripetono i comitati sono il frutto di anni di deroghe per la presenza di arsenico nell’acqua con livelli assai superiori a quelli di oggi fissati nei 10 microgrammi per litro. In più sull’Amiata la malefica sinergia tra arsenico, acido solfidrico e altri inquinanti immessi nell’aria mettono a rischio il patrimonio ambientale che un tempo rappresentava questa montagna». IL PROSSIMO appuntamento del comitato è per domani alle 17 in sala consiliare a Castel del Piano, dove verrà anche presentato il libro di Roberto Barocci «Arsenico e scellerati progetti», nel quale un capitolo è dedicato proprio all’Amiata.