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Bagnore 4 sarà l’addio all’acquifero amiatino? Il Piezometro di Poggio Trauzzolo “impazzito” dopo l’accensione della centrale.

maelstrom_20141129Allarme sul monte Amiata, dopo l’avvio avvenuto nei giorni scorsi, della nuova centrale geotermica di Bagnore 4 (40 MW), tra Santa Fiora e Arcidosso.
Non solo le insopportabili maleodoranze denunciate vigorosamente dai residenti dell’area e le preoccupazioni per le emissioni di Bagnore 3, dove Enel sta mettendo mano all’impianto Amis di filtraggio di mercurio e idrogeno solforato, ma anche i gravissimi rischi per la risorsa acqua, come sostiene il prof.Andrea Borgia, geologo e vulcanologo di fama mondiale, il quale allerta l’attenzione dei comitati, dei cittadini, delle autorità sul rischio per la falda acquifera potabile del Monte Amiata, tra le più importanti dell’Italia centrale.

“Da quando sono in corso le manovre di attivazione dell’impianto di Bagnore 4, il piezometro di Poggio Trauzzolo sale e scende vertiginosamente da un giorno all’altro, come non era mai successo prima”, spiega Borgia, molto allarmato dai grafici schizofrenici (vedi sotto) elaborati dall’apparecchio di misurazione della falda acquifera che si trova appunto nell’area di ricarica delle sorgenti del Fiora, “Per molti anni ho sostenuto la necessità di una chiusura temporanea, o almeno di una riduzione dello sfruttamento del vapore, degli impianti geotermoelettrici amiatini nei comuni di Santa Fiora e Piancastagnaio, proprio al fine di sperimentare il collegamento della falda idrica superficiale con la falda profonda geotermica. Più volte questa richiesta è stata ufficializzata alla Regione da me ed è ben nota ai comitati ed alla stampa”.

Quello che sta avvenendo a livello della falda potrebbe corrispondere alla messa in funzione di Bagnore 4 e indicare i gravi rischi che si stanno correndo. “È urgente ripristinare i livelli originali degli acquiferi al livello della falda misurata da ENEL prima dello sfruttamento geotermico”, aggiunge Borgia, “e richiedere alla Regione Toscana di sospendere in autotutela le autorizzazioni VIA di Bagnore 4 e del piano di Riassetto di Piancastagnaio”.

Le interferenze tra acquifero superficiale e quello geotermico producono serie ripercussioni tra cui un drastico abbassamento del livello della falda acquifera – il piezometro ha indicato un abbassamento di 200 metri rispetto ai livelli precedenti agli anni ’60 – il rilascio di sostanze gassose tossiche nell’acquifero (in particolare sembrano particolarmente aumentate le concentrazioni di metalli pesanti come l’arsenico) e potenziali problemi alla salute. Dall’inizio degli anni ’60 il bacino acquifero dell’Amiata (ha una utenza di 700.000 persone) sembra aver perduto circa duecento miliardi di litri di acqua potabile, pari al consumo di acqua da bere della popolazione mondiale per circa un mese, ed altrettanto di acqua immagazzinata!

Rete Nazionale NOGESI “No Geotermia Elettrica, Speculativa ed Inquinante”

a cui aderiscono:

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Qui sotto il Grafico con variazioni del livello della falda idropotabile, misurato sul piezometro della Regione Toscana a Poggio Trauzzolo. Le brusche oscillazioni degli ultimi giorni, in coincidenza con l’inizio dello sfruttamento di Bagnore 4,  sono la prova del collegamento della falda idropotabile con la falda geotermica, come sempre sostenuto dal Prof.Borgia, ma negato dalla Regione Toscana spalleggiata dall’Università di Siena e una vasta schiera di arruolati alla causa geotermica. CHI OGGI SPIEGHERA’ AI CITTADINI COSA STA SUCCEDENDO E COSA CI ASPETTA???

20141128_trauzzolo 20141128_trauzzolo_crop(ingrandimento)

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Il Giunco.net del 1 dicembre 2014
Geotermia, la Regione avvia un’indagine sulla falda. E sui cattivi odori interviene Arpat

AMIATA – «La Regione Toscana ha attivato una verifica coinvolgendo tutti gli uffici interessati, il servizio idrologico, gli enti di controllo ed Enel per individuare le possibili cause dell’andamento altalenante dei grafici elaborati dall’apparecchio di misurazione della falda acquifera (piezometro di Poggio Trauzzolo) che si trova appunto nell’area di ricarica delle sorgenti del Fiora». La comunicazione viene direttamente dalla Regione toscana, dopo l’intervento dei comitati “No geotermia” che parlavano di «allarme sul monte Amiata dopo l’avvio avvenuto nei giorni scorsi, della nuova centrale geotermica di Bagnore 4».
I comitati parlavano di «gravissimi rischi per la risorsa acqua, come sostiene Andrea Borgia, geologo e vulcanologo, il quale parla dei rischi per la falda acquifera potabile del Monte Amiata, tra le più importanti dell’Italia centrale. “Da quando sono in corso le manovre di attivazione dell’impianto di Bagnore 4, il piezometro di Poggio Trauzzolo sale e scende vertiginosamente da un giorno all’altro, come non era mai successo prima”, spiega Borgia».
Il piezometro è lo strumento che consente di misurare la pressione dell’acqua di una falda sotterranea.
Enel Green Power invece si dichiara «assolutamente allibita per il modo in cui vengono strumentalizzati i dati, senza considerare minimamente la verità scientifica delle rilevazioni. Infatti, il piezometro in questione denominato “David Lazzeretti” ha fatto registrare l’oscillazione di qualche decina di centimetri intorno alla data del 25 novembre, fatto che è stato collegato alle attività in corso per l’avvio della centrale Bagnore 4: occorre precisare che non esiste alcun nesso di “causa – effetto” tra l’avvio della Centrale e questa oscillazione o più in generale con i livelli della falda idropotabile. Tali affermazioni sono prive di fondamento scientifico, forniscono spiegazioni sommarie e creano allarmi ingiustificati senza alcuna base scientifico. L’andamento del livello della falda idropotabile è esclusivamente correlato alla piovosità/nevosità».
E sulla centrale di Bagnore 4 interviene anche Arpat che sta monitorando la qualità dell’aria «La fase di avvio della nuova Centrale geotermica di Bagnore 4 è sotto controllo e costantemente monitorata. Si ricorda che i dati relativi all’idrogeno solforato (indicatore delle maleodoranze avvertite in questi giorni dalla cittadinanza) sono pubblicati in un apposito bollettino sul sito Web ARPAT da metà settembre, con cadenza settimanale (vedi l’ultimo bollettino pubblicato ); questa attività specifica va a integrare il consueto monitoraggio della qualità dell’aria nelle zone geotermiche, che avviene attraverso la rete di ENEL Green Power (GP), che copre praticamente tutti i centri abitati interessati dalle emissioni delle centrali geotermoelettriche. Questi dati sono resi disponibili online www.enelgreenpower.com/it-IT/plants/air/ . Inoltre ARPAT gestisce in zona due mezzi mobili (vedi planimetria sotto)».
«Si fa presente che l’Agenzia ha verificato le modalità di gestione e la qualità dei dati prodotti dalla rete di monitoraggio ENEL GP, affiancando alcune di esse con un mezzo mobile ARPAT e confrontandone i dati – prosegue Arpat -. In particolare ad Arcidosso, da ormai quasi tre anni il mezzo mobile ARPAT GEO1, ha affiancato la rete di qualità dell’aria ENEL, prima in località Scoiattolo e poi, da più di un anno, in località Bagnoli. Inoltre in più occasioni è stato posizionato a fianco della centralina ENEL di Arcidosso il secondo mezzo mobile ARPAT GEO2. I dati che sono stati rilevati dai due mezzi mobili hanno mostrato che la centralina ENEL funziona correttamente ed è rappresentativa della zona di Arcidosso».
«I dati rilevati dai mezzi mobili GEO1 e GEO2 hanno anche confermato che non ci sono diversità significative nella qualità dell’aria fra il luogo dove è presente la stazione ENEL di Arcidosso, Scoiattolo, e Bagnoli – si legge ancora nella nota -. I dati della rete ENEL e del mezzo GEO1 vengono utilizzati per il bollettino settimanale sulla qualità dell’aria di Bagnore 4. I dati del mezzo GEO2 vengono utilizzati come ulteriori conferme sulla qualità dei dati raccolti dalla stazione ENEL di Arcidosso».
«Il mezzo mobile GEO1 ha necessità di una manutenzione straordinaria, che prevede fra l’altro la sostituzione del condizionatore. Tale manutenzione è stata rinviata per quanto possibile, ma è ora improcrastinabile, perchè al primo episodio di freddo si rischiano danni agli analizzatori, che peraltro sinora hanno funzionato regolarmente, fornendo quindi dati del tutto attendibili. Si è dato pertanto avviso preventivo al comune di Arcidosso e si è proceduto in data odierna a recuperare il mezzo GEO1, che rientrerà fra una decina di giorni ad Arcidosso. La qualità dell’aria è quindi anche in questo momento monitorata dalle centraline ENEL di Arcidosso, Santa Fiora, Bagnore e Merigar, nonchè dal mezzo mezzo ARPAT GEO2. Durante le operazioni di recupero del mezzo GEO1 è stata verificata la fattibilità di spostare a Bagnoli il mezzo GEO2, che ha un ingombro maggiore – conclude Arpat -, tale spostamento verrà effettuato entro mercoledì 3 dicembre».

Il Tirreno del 30 novembre 2014
NO GEOTERMIA
«Piezometri impazziti,  acqua dell’Amiata a rischio»
SANTA FIORA.  Se Arpat e sindaco rassicurano, sul monte Amiata continua la forte preoccupazione dopo il recente avvio della nuova centrale geotermica di Bagnore 4 (40 MW). Sul piatto di chi ha paura ci sono i cattivi odori denunciati dai residenti dell’area, ma anche i gravissimi rischi per la risorsa acqua. Lo ribadiscono i comitati amiatini aderenti alla Rete “NoGesi” ( No geotermia elettrica, speculativa e inquinante) che rendono pubblica un’inquietante segnalazione del professor Andrea Borgia, geologo e vulcanologo di  fama mondiale sul rischio per la falda acquifera potabile del Monte Amiata, tra le più importanti dell’Italia centrale. «Da quando sono in corso le manovre di attivazione dell’impianto di Bagnore 4, il piezometro di Poggio Trauzzolo sale e scende vertiginosamente da un giorno all’altro, come non era mai successo prima», spiega Borgia, allarmato dai grafici schizofrenici elaborati dall’apparecchio di misurazione della falda acquifera che si trova appunto nell’area di ricarica delle sorgenti del Fiora. «Per molti anni ho sostenuto la tesi di una chiusura temporanea (o almeno di una riduzione dello sfruttamento del vapore)  degli impianti geotermoelettrici amiatini nei comuni di Santa Fiora e Piancastagnaio, proprio al fine di sperimentare il collegamento della falda idrica  superficiale con la falda profonda geotermica. Più volte questa richiesta è stata ufficializzata alla Regione da me ed è ben nota ai comitati e alla stampa». Per Borgia quello che sta avvenendo a livello della falda potrebbe corrispondere alla  messa in funzione di Bagnore 4. «È urgente ripristinare i livelli originali degli acquiferi al livello della falda misurata da Enel prima dello sfruttamento geotermico – aggiunge _ e richiedere alla Regione Toscana di sospendere in autotutela le autorizzazioni Via di Bagnore 4 e del  piano di Riassetto di Piancastagnaio». Le interferenze tra acquifero superficiale e quello geotermico producono serie ripercussioni tra cui un drastico abbassamento del livello della falda acquifera _  il piezometro ha indicato un abbassamento di  200 metri rispetto ai livelli precedenti agli anni ‘60 _, il rilascio di sostanze gassose tossiche nell’acquifero (in particolare sembrano aumentate le concentrazioni di metalli pesanti come l’arsenico) e potenziali problemi alla salute. Dall’inizio degli anni ‘60 – ammoniscono i Comitati – il bacino acquifero dell’Amiata (utenza di 700mila persone) sembra aver perduto circa duecento miliardi di litri di acqua potabile, pari al consumo di acqua da bere della popolazione mondiale per circa un mese, e altrettanto di acqua immagazzinata.

La Nazione del 30 novembre 2014
IL CASO. LA DENUNCIA DEL VULCANOLOGO

«Allarme sull’Amiata per la falda acquifera»
ALLARME sul monte Amiata, dopo l’avvio avvenuto nei giorni scorsi, della nuova centrale geotermica di Bagnore 4 (da 40 megawatt), nel territorio comunale di Santa Fiora. Non solo le insopportabili maleodoranze denunciate vigorosamente dai residenti dell’area, ma anche i gravissimi rischi «per la risorsa acqua, come sostiene Andrea Borgia, geologo e vulcanologo di fama mondiale , il quale allerta l’attenzione dei comitati, dei cittadini, delle autorità sul rischio per la falda acquifera potabile del Monte Amiata, tra le più importanti dell’Italia centrale. Da quando sono in corso le manovre di attivazione dell’impianto di Bagnore 4, il piezometro di Poggio Trazzuolo sale e scende vertiginosamente da un giorno all’altro, come non era mai successo prima molto allarmato dai grafici schizofrenici elaborati dall’apparecchio di misurazione della falda acquifera che si trova appunto nell’area di ricarica delle sorgenti del Fiora. Per molti anni ho sostenuto la tesi di una chiusura temporanea (o almeno di una riduzione dello sfruttamento del vapore) degli impianti geotermoelettrici amiatini nei comuni di Santa Fiora e Piancastagnaio, proprio al fine di sperimentare il collegamento della falda idrica superficiale con la falda profonda geotermica». Quello che sta avvenendo a livello della falda potrebbe corrispondere alla messa in funzione di Bagnore 4 e indicare i rischi che si stanno correndo. «È urgente ripristinare i livelli originali degli acquiferi al livello della falda misurata da Enel prima dello sfruttamento geotermico aggiunge Borgia e richiedere alla Regione Toscana di sospendere in autotutela le autorizzazioni Via di Bagnore 4 e del piano di riassetto di Piancastagnaio. Le interferenze tra acquifero superficiale e quello geotermico producono serie ripercussioni tra cui un drastico abbassamento del livello della falda acquifera – il piezometro ha indicato un abbassamento di 200 metri rispetto ai livelli precedenti agli anni 60 – il rilascio di sostanze gassose tossiche nell’acquifero (in particolare sembrano particolarmente aumentate le concentrazioni di metalli pesanti come l’arsenico) e potenziali problemi alla salute».

Contropiano.org del 29 novembre 2014
Piezometro di Poggio Trauzzolo “impazzito” dopo l’accensione della centrale di Bagnore 4
…segue ns. comunicato.

Il Cittadino online del 29 novembre 2014
Piezometro di Poggio Trauzzolo “impazzito” dopo l’accensione della centrale di Bagnore 4

Lo dichiara Andrea Borgia, geologo e vulcanologo
…segue ns. comunicato.

Maremmanews del 29 novembre 2014
Piezometro di Poggio Trauzzolo “impazzito” dopo l’accensione della centrale di Bagnore 4
Lo dichiara il prof. Andrea Borgia, geologo e vulcanologo di fama mondiale.
…segue ns. comunicato.

GrossetoNotizie del 29 novembre 2014
Geotermia, i comitati: “Bagnore 4 inquina l’acqua”
…segue ns. comunicato.

Il silenzio dei colpevoli: Rossi e Bramerini a domanda “NON” rispondono

rossi bagnore vaporeLA RISPOSTA ALLA REGIONE TOSCANA DELLA RETE NAZIONALE NOGESI – “No Geotermia Elettrica, Speculativa ed Inquinante”

I comitati amiatini e maremmani che si battono contro la Geotermia Speculativa ed Inquinante hanno tenuto una conferenza stampa gioverdì 20 novembre, di cui è stata data ampia cronaca dalla stampa locale.

Le domande poste erano chiare e precise:

  1. bilancio idrico comprensivo dei consumi delle centrali geotermiche;
  2. identificazione e vincoli sulle aree di ricarica delle falde acquifere;
  3. mappatura delle zone sismiche e relativi vincoli alle variazioni di pressioni indotte in profondità.

Queste tre domande facevano riferimento a leggi dello Stato e della Regione che sulla nostra montagna non sono MAI state poste in essere (nonostante alcune di esse stiano per raggiungere la venerabile età del quarto di secolo), e che sono – a nostro avviso – DETERMINANTI e propedeutiche all’eventuale permesso, regionale o nazionale, per la costruzione di un qualsiasi tipo di impianto industriale. A maggior ragione se l’impianto in questione ha a che fare con il sottosuolo e le risorse – tra tutte una: l’acqua – ivi custodite.

Bene (…anzi, male): a queste domande precise NON c’è stata alcuna risposta.

Evidentemente il Presidente Rossi e l’assessora Bramerini NON possono rispondere, perché se lo facessero sarebbero costretti a dire la verità: che la Regione non ha MAI posto in essere quanto è obbligo di legge e quindi NON possono essere certi che quando danno il permesso di costruire impianti industriali – e geotermici in primis – non si vada ad impattare pesantemente con le risorse idriche, con le criticità sismiche e, quindi, con la tutela della salute, dell’economia locale e del paesaggio delle nostre terre.

Visto quanto sopra, l’unica risposta diventa automaticamente una NON-risposta: quando, nel suo articolo/velina/comunicato del 21 novembre, la Regione – e quindi Rossi e Bramerini – dicono che lo sviluppo dell’Amiata è

uno sviluppo fondato sulla valorizzazione e il rispetto del territorio e di tutte le sue risorse, dove la geotermia sia elemento in piena coerenza con tutte le vocazioni presenti, da quella agricola a quella turistica. È questo il modello al quale la Regione pensa e al quale sta lavorando con un confronto sempre aperto con istituzioni e società civile

MENTONO sapendo di mentire.

NON si può rispettare il territorio quando non lo si conosce; non si può valorizzare il territorio, quando si concedono 38 permessi di ricerca (in Toscana) per arrivare a costruire 19-20 nuove centrali geotermiche in Provincia di Grosseto, oltre a quelle già esistenti. Non si può parlare di confronto con le popolazioni locali, se di questi permessi, di questi progetti e degli accordi con le aziende (in gran parte straniere) che vorrebbero sfruttare la risorsa geotermica noi cittadini veniamo a sapere dai giornali.

Quando Rossi e la Bramerini dicono che

la Regione ricorda l’emendamento al Piano energetico che la giunta ha presentato alle commissioni consiliari in vista dell’approvazione, che fissa lo stop all’alta entalpia in Amiata e detta le condizioni per lo sviluppo della media entalpia

MENTONO sapendo di mentire. Perché gli emendamenti di cui parlano fanno esattamente il contrario di quanto loro affermano ai giornali, visto che in una nota resa pubblica il 31 ottobre 20142 la Regione dice:

L’emendamento al Paer prevede una presenza delle centrali geotermolettriche volta a evitare il cosiddetto effetto cumulo degli impianti. Deve inoltre essere assicurata la collocazione delle centrali nelle aree di destinazione produttiva purché compatibile con i risultati delle ricerche.

E le aree di destinazione produttiva altro non sono che il Monte Amiata e le zone limitrofe, ad iniziare dalla Val d’Orcia.

Queste NON-risposte confermano quanto già sapevamo noi cittadini: che la Regione NON ha nessuna intenzione di mettere in discussione il suo piano geotermico, completamente indifferenti a quanto hanno chiesto a gran voce cittadini, aziende, associazioni di categorie e alcune amministrazioni locali.

Sappia, la Regione che la nostra pazienza ha raggiunto il limite: il futuro delle nostre vite, delle vite dei nostri figli, della nostra terra deve tornare nelle nostre mani, e lo sarà. Daremo battaglia in tutte le sedi, e sul territorio in primis, perché lo scempio che quelli che dovrebbero essere i nostri rappresentanti – e che, invece, rappresentano solo il danaro e i poteri forti – stanno portando avanti sia fermato. E lo sarà.

Rete Nazionale NOGESI “No Geotermia Elettrica, Speculativa ed Inquinante”

a cui aderiscono:

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La Nazione del 26 novembre 2014
«Vogliamo risposte da Firenze»
I comitati contro la geotermia si rivolgono a Rossi e a Bramerini
 AMIATA GLI AMBIENTALISTI CHIEDONO RISPETTO E TUTELA DEL TERRITORIO
di NICOLA CIUFFOLETTI
IL BOTTA e risposta tra comitati che si battono contro la geotermia in Amiata e la Regione Toscana non si ferma. Agorà Cittadinanza Attiva, Comitato per la Salvaguardia della Valle dell’Orcia Inferiore e il coordinamento di Sos Geotermia continuano a chiedere al governatore Rossi e all’assessore all’ambiente Annarita Bramerini il bilancio idrico comprensivo di consumi delle centrali geotermiche, l’identificazione e i vincoli sulle aree di ricarica delle falde acquifere e la mappatura delle zone sismiche e relativi vincoli alle variazioni di pressioni indotte in profondità. Tre quesiti importanti posti già in passato ai quali ancora i comitati attendono risposte. «Queste tre domande facevano riferimento a leggi dello Stato e della Regione che sulla nostra montagna non erano mai state poste in essere e che sono affermano i comitati determinanti e propedeutiche all’eventuale permesso, regionale o nazionale, per la costruzione di un qualsiasi tipo di impianto che ha a che fare con il sottosuolo e le risorse».Poi le accuse: «A queste domande precise non c’è stata alcuna risposta, evidentemente continuano il presidente Rossi e l’assessore Bramerini non possono rispondere, perché, pensiamo, se lo facessero sarebbero costretti a dire la verità». Poi i comitati continuano sulla loro linea, che è di rottura, con le affermazioni delle istituzioni: «La Regione non ha mai posto in essere quanto è obbligo di legge e quindi non possono essere certi che quando danno il permesso di costruire impianti geotermici non si vada ad impattare pesantemente con le risorse idriche, con le criticità sismiche e, quindi, con la tutela della salute, dell’economia locale e del paesaggio delle nostre terre». Per i comitati le prese di posizione, che anche nei giorni passati la Regione ha interpretato su queste questioni sono delle non risposte: «Rossi e Bramerini spiegano dicono che lo sviluppo dell’Amiata è uno sviluppo fondato sulla valorizzazione e il rispetto del territorio e di tutte le sue risorse. Mentono sapendo di mentire, perché non si può rispettare il territorio quando non lo si conosce; non si può valorizzare il territorio, quando si concedono 38 permessi di ricerca, in Toscana, per arrivare a costruire nella provincia di Grosseto 19-20 nuove centrali geotermiche, oltre a quelle già esistenti. Non si può parlare ribattono i comitati di confronto con le popolazioni locali, se di questi permessi, di questi progetti e degli accordi con le aziende che vorrebbero sfruttare la risorsa geotermica noi cittadini veniamo a sapere dai giornali. La nostra pazienza ha raggiunto il limite. Il futuro delle nostre vite, delle vite dei nostri figli, della nostra terra concludono deve tornare nelle nostre mani».

Il Tirreno del 26 novembre 2014
Geotermia, i comitati a Rossi e Bramerini
«Leggi mai attuate»
GROSSETO «La Regione non ha mai posto in essere quanto è obbligo di legge» e quindi il presidente Enrico Rossi e l’assessore all’Ambiente Anna Rita Bramerini «non possono essere certi che quando danno il permesso di costruire impianti geotermici non si vada a impattare pesantemente con le risorse idriche, le criticità sismiche e quindi con la tutela della salute, dell’economia locale e del paesaggio delle nostre terre». I Comitati amiatini e maremmani contro la geotermia speculativa ed inquinante non demordono. E ribattono così alla Regione che, ha seguito delle loro domande, ha risposto che il modello che Firenze ha in mente per l’Amiata è quello di uno «sviluppo fondato sulla valorizzazione e il rispetto del territorio e di tutte le sue risorse». Per i comitati questa è una «non risposta». I comitati, preoccupati per lo sfruttamento geotermico in Amiata – nel cui sottosuolo ci sono molte sostanze pericolose che le trivelle e l’emungimento del fluido geotermico possono portare in superficie – chiedono che sia redatto il bilancio idrico comprensivo dei consumi delle centrali geotermiche, che si faccia l’identificazione e si individuino i vincoli sulle aree di ricarica delle falde acquifere e che si stili la mappatura delle zone sismiche e dei relativi vincoli alle variazioni di pressioni indotte in profondità. Problemi di recente approdati in parlamento grazie a tre risoluzioni presentate da Pd, M5s e Sel. «Queste tre domande – spiegano Agorà Cittadinanzattiva di Monticello Amiata, Comitato per la salvaguardia della Valle dell’Orcia inferiore di Montenero d’Orcia e Coordinamento Sos Geotermia – fanno riferimento a leggi dello Stato e della Regione che sulla nostra montagna non sono mai state poste in essere e che sono a nostro avviso determinanti e propedeutiche all’eventuale permesso, regionale o nazionale, per la costruzione di un qualsiasi tipo di impianto che ha a che fare con il sottosuolo e le risorse (tra tutte una l’acqua) ivi custodite. A queste domande precise non c’è stata alcuna risposta». Rossi e Bramerini, secondo i comitati, «mentono sapendo di mentire, perché non si può rispettare il territorio quando non lo si conosce, non lo si può valorizzare quando si concedono 38 permessi di ricerca in Toscana per arrivare a costruire in provincia di Grosseto 19-20 nuove centrali geotermiche oltre a quelle già esistenti. Non si può parlare di confronto con le popolazioni locali se di questi permessi, progetti e accordi con le aziende noi cittadini veniamo a sapere dai giornali». I comitati accusano gli amministratori regionali di essere «indifferenti a quanto hanno chiesto a gran voce cittadini, aziende, associazioni di categorie e alcune amministrazioni locali» e promettono battaglia in tutte le sedi. (f.f.)

Contropiano.org del 25 novembre 2014
Sos Geotermia: i comitati rispondono alla Regione Toscana
…segue ns. comunicato

Il Giunco.net del 25 novembre 2014
Geotermia, i comitati alla Regione: «Non si può tutelare ciò che non si conosce
…segue ns. comunicato

Maremmanews del 25 novembre 2014
La risposta dei comitati contro la Geotermia dell’ Amiata alla Regione Toscana
…segue ns. comunicato

“Eppur si muove”. M5S, SEL e (parte del) PD presentano risoluzioni sulla Geotermia

galeleo parlamento si muoveDopo anni di battaglie contro la Geotermia inquinante e speculativa da parte dei Comitati,  accogliamo con soddisfazione le Risoluzioni presentate in Commissione Ambiente e Attività produttive della Camera dei Deputati da parte del M5S, di SEL e di parte del PD, che sulla geotermia sembra ancora non aver trovato una linea comune, visto che una parte di deputati di questo partito, in maggioranza TOSCANI, avevano firmato e sostenuto l’emendamento Abrignani (PDL) pro-geotermia.

Riteniamo che sia un ulteriore passo per la tutela dei territori, risultato che possiamo ascrivete anche, e soprattutto, alle molte iniziative che i comitati hanno negli anni portato avanti sia sul territorio che a livello nazionale, ricordiamo  il Congresso nazionale di Epidemiologia, la pubblicazione sulla rivista nazionale di Medicina Democratica, la interrogazione parlamentare dell’On.Zaccagnini (alla quale non c’è stata ancora risposta) e il Convegno a Roma, proprio al Parlamento, del marzo scorso; questa volta, e per la prima volta, 29 deputati (M5S+SEL) pongono all’attenzione del decisore politico il tema della insostenibilità della geotermia  flash (ENEL) dell’Amiata.

La battaglia non è finita, ma, come disse Galileo, “Eppur si muove”.

 

Di seguito il testo delle 3 Risoluzioni:

>>> M5S <<<

ATTO CAMERA
RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00530

Firmatari

Primo firmatario: SEGONI SAMUELE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 18/11/2014
Elenco dei co-firmatari dell’atto
DAGA FEDERICA
ZOLEZZI ALBERTO
VALLASCAS ANDREA
DA VILLA MARCO
DE ROSA MASSIMO FELICE
BUSTO MIRKO
MANNINO CLAUDIA
TERZONI PATRIZIA
MICILLO SALVATORE
BERNINI MASSIMILIANO
ARTINI MASSIMO
CRIPPA DAVIDE
PRODANI ARIS
DELLA VALLE IVAN
FANTINATI MATTIA
MUCCI MARA
TOFALO ANGELO

Commissione assegnataria

Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA’ PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)

Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00530
presentato da
SEGONI Samuele

Mercoledì 19 novembre 2014, seduta n. 334

L’VIII e la X Commissione,
premesso che:
alla geotermia non possono essere attribuite valutazioni univoche e valide, in termini di sostenibilità e rinnovabilità, per ogni casistica, essendo un’attività che richiede di essere collocata in aree industriali ed è fortemente condizionata dalle riserve idriche, dalle caratteristiche geochimiche del sottosuolo, dall’assetto geo-tettonico e dalle tecnologie usate; le generalizzazioni, comunemente riscontrate in ambito normativo europeo e italiano, sulla energia geotermica non sono rispettose della realtà scientifica, della difesa della salute, del paesaggio e dell’ambiente;
il decreto legislativo 11 febbraio 2010, n. 22 che abroga le precedenti disposizioni in materia fissate dalla legge 9 dicembre 1986, n. 896, semplifica le procedure d’assegnazione in concessione delle risorse geotermiche e le regole per ottenerne le autorizzazioni, con lo scopo di facilitare l’uso della geotermia a fini energetici e di ridurre le emissioni di anidride carbonica;
il decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, al fine di promuovere la ricerca e lo sviluppo di nuove centrali geotermoelettriche sperimentali, ha agevolato la possibilità di installare su tutto il territorio nazionale impianti pilota, con potenza nominale installata non superiore a 5 MWe, sancendo che l’autorità competente per il conferimento dei relativi titoli minerari fosse il Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, d’intesa con la regione interessata;
il decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, «recante misure urgenti per la crescita del Paese», ha disposto l’inserimento dell’energia geotermica tra le fonti energetiche strategiche;
il decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, recante «disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia», ha stabilito che gli impianti geotermici pilota sono di competenza statale e che pertanto sono sottoposti alla valutazione di impatto ambientale di competenza del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e ha, inoltre, stabilito (per gli stessi impianti) l’esclusione dalle previsioni della «direttiva Seveso» (direttiva 96/82/CE), generando preoccupazioni rispetto alla loro sicurezza nelle operazioni di esercizio, con particolare riferimento alla prevenzione di incidenti connessi alla presenza di sostanze pericolose;
il decreto ministeriale 6 luglio 2012, in attuazione all’articolo 24 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, introduce una incentivazione «base» per gli impianti geotermici ad autorizzazione regionale assoggettati alla doppia fase di ricerca e poi concessione, ma introducendo una incentivazione maggiore per gli impianti pilota sperimentali di potenza fino a 5 megawatt (per una potenza complessiva fino a 50 megawatt), ponendo una condizione paradossale in cui impianti di maggiore potenza, sperimentali e potenzialmente pericolosi, hanno un iter autorizzativo semplificato e un incentivo maggiorato;
l’evoluzione della normativa in materia di geotermia, non ha tenuto conto del parallelo sviluppo delle conoscenze scientifiche, che in recentissimi studi (a titolo di esempio non esaustivo si citano i lavori Ichese, Basosi, Borgia, Mucciarelli, Margottini e Valentini) hanno dimostrato l’impatto negativo che certe tecniche connesse alla coltivazione geotermica possono avere sul territorio (anche in termini di sismicità indotta), sull’ambiente e sulla salute pubblica; soltanto in Amiata (Toscana) le attività connesse allo sfruttamento geotermico rilasciano nell’atmosfera circa 2700 tonnellate di acido solforico, 28,97 chili di arsenico, 2460 tonnellate di ammonio, 889 chili di mercurio, 11,01 tonnellate di acido borico e 655.248 tonnellate di anidride carbonica all’anno, un quantitativo, quest’ultimo, paragonabile ad una centrale alimentata da combustibili fossili;
nelle aree sede di centrali geotermoelettriche, oltre al danno paesaggistico (presenza di strutture esteticamente sgradevoli in aree di interesse naturalistico), si sono verificati casi di danno ambientale e sanitario, connessi all’avvelenamento di importantissime falde idriche potabili che forniscono acqua ad aree limitrofe o distanti e l’immissione di inquinanti tossici nell’atmosfera con conseguente aumento del tasso di mortalità e morbilità fino al 13 per cento nelle popolazioni residenti;
i danni ambientali e sanitari maggiori sono documentati per impianti che impiegano le ormai antiquate tecnologie flash (scarico di gas e vapori in atmosfera) e per impianti a tecnologia binaria (con reimmissione dei vapori nel sottosuolo) che coinvolgono falde idropotabili (normalmente in collegamento con le falde geotermiche attraverso fratture nelle rocce o camini vulcanici);
nelle aree sede di tali centrali, non è mai stata effettuata alcuna valutazione riguardante gli impatti sull’economia locale, non è mai stato pubblicato un bilancio idrico e spesso non è stata effettuata, o quantomeno resa pubblica, alcuna valutazione di rischio idrologico, idrogeologico o sismico;
nonostante negli ultimi anni in Italia siano aumentate esponenzialmente le domande di autorizzazione alla ricerca per lo sfruttamento della risorsa geotermica, non esiste, ad oggi, una zonazione del territorio nazionale che evidenzi le aree di compatibilità in cui possano con ragionevole certezza essere esclusi rischi di sismicità indotta o provocata, di potenziale inquinamento delle falde idropotabili e di inquinamento atmosferico ed acustico, né esiste alcuna forma di tutela per le aree di pregio paesaggistico o di interesse architettonico, culturale e naturalistico: infatti non esistono ancora i nuovi «indirizzi e linee guida», né è stata effettuata alcuna revisione del quadro normativo resosi necessaria per la geotermia elettrica; quindi non possono essere fornite valutazioni scientifiche certe alle istanze di perforazione del sottosuolo in corso di approvazione;
le stesse regioni Lombardia ed Emilia-Romagna, con atti rispettivamente del 20 marzo 2014 e 23 aprile 2014, hanno deliberato, in via cautelativa, una moratoria per tutte le attività concernenti la perforazione del sottosuolo, in attesa della definizione di «Indirizzi e Linee Guida» la cui stesura è stata affidata dal Governo ad un gruppo di lavoro recentemente costituito;

impegnano il Governo

a predisporre attraverso i previsti «indirizzi e linee guida» e la revisione del quadro normativo per la geotermia elettrica una «zonazione» del territorio su basi geologiche, sismotettoniche ed idrogeologiche per identificare le aree che, già individuate dagli strumenti urbanistici come idonee per insediamenti industriali, siano adatte ad ospitare insediamenti geotermici e le aree in cui vietare il rilascio di concessioni di ricerca e la realizzazione di impianti geotermici al fine di evitare potenziali fonti di inquinamento ambientale e pericoli per la salute dei cittadini residenti in tali aree;
ad assumere iniziative per introdurre dei vincoli alle concessioni di ricerca e alla realizzazione di impianti geotermici in base alla vicinanza di aree di produzioni agricole di qualità;
a subordinare il rilascio di concessioni ad una valutazione di impatto economico sulle attività produttive locali e alla stesura del bilancio idrico;
ad adottare una moratoria sugli impianti geotermici, sulle trivellazioni profonde e sui progetti di impianti geotermici, ad eccezione di quelli finalizzati unicamente all’utilizzo diretto del calore, almeno fino alla emanazione da parte del Governo degli «indirizzi e linee guida» e del quadro normativo, che permettano di valutare il rischio ambientale e sismico connesso alle attività antropiche effettuate in profondità, con particolare riferimento agli impianti geotermici pilota attualmente in fase di valutazione di impatto ambientale presso Castel Giorgio (Umbria) e Montenero (Toscana) e agli impianti «flash» in Amiata (Toscana);
ad assumere iniziative per inserire nella regolamentazione, con opportune penali, l’obbligo della sigillatura del pozzo atta ad evitare la possibilità di scambio tra falde idriche diverse e l’obbligo di evitare il depauperamento della risorsa idrica di falda e di superficie sia in termini quantitativi che qualitativi;
a considerare nelle linee guida richiamate in premessa, oltre al concetto di rinnovabilità delle fonti energetiche, anche il concetto di sostenibilità ambientale, con particolare riferimento al chimismo dei fluidi e delle falde;
a valutare la possibilità di riconsiderare – anche in sede europea – la classificazione delle fonti energetiche effettivamente rinnovabili e meritevoli di incentivazione pubblica, con particolare riferimento alla possibilità di non annoverare più tra esse lo sfruttamento delle acque sotterranee riscaldate da gradienti di temperatura ma solo lo sfruttamento diretto del calore ivi presente;
a concedere la qualifica di impianto pilota solo ad impianti per cui il contributo di innovazione e sperimentazione sia attestato da specifico brevetto nazionale per il quale venga dimostrato, sulla base di documentate evidenze tecnico-scientifiche, l’impiego di tecniche di coltivazione, di uso diretto del calore o di trasformazione del calore endogeno in energia elettrica migliori in termini ambientali aspetto alle tecniche standard;
ad assumere iniziative dirette a rivedere la norma contenuta nella legge 9 agosto 2013, n. 98 richiamata in premessa per includere di nuovo le previsioni della «direttiva Seveso» nelle operazioni di trivellazione ed esercizio degli impianti geotermici pilota, con particolare riferimento alla prevenzione di incidenti rilevanti ed all’assenza ex lege dei requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione territoriale, con riferimento alla destinazione e utilizzazione dei suoli che tengano conto della necessità di mantenere le opportune distanze tra stabilimenti e zone residenziali o frequentate dal pubblico;
ad assumere iniziative dirette ad armonizzare i diversi regimi di incentivazione attualmente vigenti per gli impianti geotermici pilota e quelli ad autorizzazione regionale utilizzanti le stesse tecnologie;
ad assumere iniziative dirette a subordinare il rilascio delle concessioni alla stipula di una polizza fidejussoria a garanzia di eventuali danni all’ambiente, alla salute pubblica e alle attività produttive circostanti;
a prevedere nella fase prerealizzativa un pieno coinvolgimento delle amministrazioni e delle popolazione locali nel processo decisionale favorendo l’eventuale applicazione del principio di precauzione;
ad assumere iniziative normative affinché siano favoriti processi secondo cui le amministrazioni comunali coinvolte possano entrare nella compagine societaria al fine di mantenere un controllo pubblico sugli impianti;
ad assumere iniziative normative affinché per gli impianti già a regime e per quelli che eventualmente verranno realizzati sia previsto (pena la sospensione della concessione) un sistema di controlli ambientali effettuati dalla competente Agenzia Regionale per la Protezione ambientale, a spese del concessionario, volti a verificare (pena la sospensione della concessione) che le acque destinate al consumo umano soddisfino i requisiti del decreto legislativo n. 31 del 2001, che le altre matrici ambientali non risultino contaminate e che la sismicità non aumenti significativamente prevedendo anche che i risultati dei controlli e dei monitoraggi supplementari siano divulgati al pubblico entro 15 giorni per il tramite dei siti WEB del gestore, dell’autorità ambito e dell’agenzia ambientale competente per quel territorio.
(7-00530) «Segoni, Daga, Zolezzi, Vallascas, Da Villa, De Rosa, Busto, Mannino, Terzoni, Micillo, Massimiliano Bernini, Artini, Crippa, Prodani, Della Valle, Fantinati, Mucci, Tofalo».


>>> SEL <<<

ATTO CAMERA
RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00529
Dati di presentazione dell’atto

Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 334 del 19/11/2014

Firmatari

Primo firmatario: PELLEGRINO SERENA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA’
Data firma: 18/11/2014
Elenco dei co-firmatari dell’atto
ZACCAGNINI ADRIANO
RICCIATTI LARA
ZARATTI FILIBERTO
FERRARA FRANCESCO DETTO CICCIO
NICCHI MARISA

Commissione assegnataria

Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA’ PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)

Risoluzione in commissione 7-00529
presentato da
PELLEGRINO Serena
testo di
Mercoledì 19 novembre 2014, seduta n. 334

Le Commissioni VIII e X,
premesso che:
in questi ultimi anni sono considerevolmente aumentate le richieste di nuovi permessi per produrre elettricità da risorse geotermiche. Il Piano di azione italiano per le rinnovabili (PAN), prevede per questa fonte un notevole sviluppo, e fissa obiettivi importanti al 2020 per la geotermia nel settore elettrico: aumenti della capacità stimati in circa 170 megawatt, dal 2010 al 2020, e della produzione annua di circa 1.100 GWh;
nel nostro Paese la produzione geotermoelettrica ha avuto, dal 1990 al 2010, un aumento del 65 per cento circa passando da 3.222 GWh/anno a 5.343 GWh/anno, contribuendo a ridurre la dipendenza energetica nazionale dall’estero e a contenere le emissioni di gas serra;
con l’obiettivo di promuovere la ricerca e lo sviluppo di nuove centrali geotermoelettriche a ridotto impatto ambientale, il decreto legislativo n. 22 del 2010, come modificato dal decreto legislativo n. 28 del 2011 ha definito di interesse nazionale i fluidi geotermici a media ed alta entalpia finalizzati alla sperimentazione, su tutto il territorio nazionale, di impianti pilota con reiniezione del fluido geotermico nelle stesse formazioni di provenienza e comunque con emissioni nulle e con potenza nominale installata non superiore a 5 megawatt altresì per ciascuna centrale. L’autorità competente per il conferimento dei relativi titoli minerari è il Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, che sono tenuti ad acquisire l’intesa con la regione interessata;
il decreto-legge 83 del 2013 ha quindi inserito (articolo 38-ter) l’energia geotermica tra le fonti energetiche strategiche. Successivamente, con l’articolo 41, comma 7-bis, del decreto-legge 69 del 2013, si è stabilito che gli impianti geotermici pilota sono di competenza statale. I progetti geotermici pilota sono quindi sottoposti alla valutazione di impatto ambientale di competenza del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare;
detta legge ha inoltre previsto per gli stessi impianti la loro esclusione dall’applicazione del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334 (di recepimento della direttiva 96/82/CE, cosiddetta «Direttiva Seveso»), producendo legittime preoccupazioni rispetto alla loro sicurezza nelle operazioni di trivellazione ed esercizio, con particolare riferimento alla prevenzione di incidenti rilevanti connessi a determinate sostanze pericolose;
per quanto concerne gli incentivi, il decreto ministeriale del 6 luglio 2012, relativo all’incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili diverse dalla solare fotovoltaica, ha previsto specifici incentivi per gli impianti geotermici ad autorizzazione regionale assoggettati alla doppia fase di ricerca e concessione, mentre il medesimo decreto ha previsto degli incentivi maggiori (oltre che a un iter autorizzativo più semplificato) per gli impianti pilota sperimentali di potenza fino a 5 megawatt;
contestualmente allo sviluppo dell’utilizzo della risorsa geotermica, si sono sempre più sollevate perplessità sugli impatti negativi legati alle procedure connesse ad alcune tipologie di sfruttamento geotermico per la produzione di energia elettrica: impatti sulla salute, depauperamento delle risorse idriche, rischi di sismicità indotta e innescata, subsidenza e, in genere, inquinamento ambientale. E ciò ha acuito le preoccupazioni e le perplessità da parte delle regioni e delle comunità interessate da progetti pilota per la geotermia, relativamente all’impatto che i relativi impianti potrebbero avere sull’assetto geologico e ambientale del loro territorio;
ricordiamo che il 10 aprile 2014, sulla rivista scientifica specializzata Science, si sono messi in evidenza i risultati della relazione della suddetta commissione tecnico-scientifica ICHESE (International commission on hidrocarbons, exploration and seismicity in Emilia region) istituita dal dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri su richiesta del presidente della regione Emilia, con il compito di valutare i possibili collegamenti tra la produzione di idrocarburi e i terremoti del 20 e 29 maggio 2012 e comunque con l’aumento della sismicità nel territorio dell’Emilia Romagna;
la commissione internazionale ICHESE ha consegnato il rapporto il 13 febbraio 2014. Il 17 febbraio 2014 il dipartimento ha trasmesso il rapporto alla regione e, nella relazione conclusiva, si legge come: «…non si può escludere che le attività estrattive effettuate nel giacimento in località Cavone di Mirandola (Modena) possano avere innescato il sisma del 20 maggio 2012, il cui epicentro si trova a 20 chilometri di distanza, anche in relazione all’incremento delle attività estrattive nel pozzo a partire dall’aprile 2011. Variazioni di sforzi e pressioni all’interno della crosta terrestre, dovute sia all’estrazione di greggio che all’iniezione di fluidi pressurizzati per facilitarne l’uscita, possono non essere stati sufficienti a produrre un terremoto così violento, ma è possibile che la faglia responsabile dell’evento del 20 maggio 2012 si trovasse già vicina al punto di scivolamento, e che le variazioni prodotte dall’uomo nella crosta, benché estremamente piccole, siano state sufficienti per “innescare” il terremoto»;
è importante sottolineare come, secondo le raccomandazioni della Commissione ICHESE, le attività di sfruttamento di idrocarburi e dell’energia geotermica, devono essere accompagnate da reti di monitoraggio ad alta tecnologia, finalizzate a seguire l’evoluzione nel tempo di tre aspetti fondamentali: l’attività microsismica, le deformazioni del suolo, la pressione di poro;
a seguito di dette raccomandazioni, la Commissione per gli idrocarburi e le risorse minerarie (CIRM) del Ministero dello sviluppo economico, ha istituito il 27 febbraio 2014, un gruppo di lavoro per la definizione di linee guida per i monitoraggi microsismici, delle deformazioni del suolo e delle pressioni di poro in presenza di attività di sfruttamento del sottosuolo;
un ulteriore gruppo di lavoro è stato costituito, in ambito ISPRA, dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, per definire dettagliatamente lo stato della sismicità indotta e provocata dall’attività antropica nel nostro Paese;
la Rete nazionale no geotermia elettrica speculativa e inquinante con una nota al Governo del 28 aprile 2014, ha sollecitato la richiesta di un provvedimento di moratoria sospensivo di tutte le procedure in atto relative a permessi di sfruttamento geotermico sia di tipo binario (in modo specifico quelli definiti «pilota» in quanto autorizzati sulla base di conoscenze di bibliografia; con iter amministrativi semplificati, e con incentivi maggiori rispetto agli altri impianti binari), che utilizzanti tecnologia «flash» come quella per gli impianti di ENEL Green Power dell’Amiata;
nella geotermia tradizionale e convenzionale si usa il cosiddetto ciclo flash, che disperde in atmosfera gran parte dell’acqua calda o dei vapori intercettati in profondità. Solo una parte di quest’acqua viene reimmessa dopo essere stata recuperata. La situazione ambientale è relativamente sostenibile se il ciclo flash viene usato in aree dove dal profondo della terra non emergono CO2 e inquinanti. Se invece, come per esempio in Amiata, dai pozzi insieme all’acqua emergono gas e sostanze inquinanti, oltre a una elevata quantità di CO2, la crisi ambientale rischia di diventare inevitabile;
le tecnologie cosiddette «flash», lo dimostrano i dati sanitari del Monte Amiata, sono così inquinanti da aver trasformato la montagna amiatina in uno dei siti inquinati del nostro Paese;
ciascuna centrale geotermica emette nell’atmosfera, oltre a vapore di acqua e anidride carbonica, vapori di mercurio, arsenico, acido solfidrico, ammoniaca ed altri inquinanti provocando gravi danni all’ambiente e alla salute degli abitanti interessati;
peraltro, proprio riguarda l’Amiata, il serbatoio geotermico, dal quale sono estratte migliaia di tonnellate di vapore, è ad acqua dominante. La produzione di energia comporta un consumo di milioni di metri cubi di acqua proveniente anche dagli acquiferi superficiali oltre che da quelli termali e geotermici. I serbatoi geotermici perdono vigore nel tempo e nell’arco di un decennio la portata iniziale si riduce di circa il 30 per cento, fino a mettere il pozzo di estrazione fuori produzione;
in data 6 novembre 2013 dal sito del quotidiano Il Tirreno un articolo a firma di Francesca Ferri riportava la seguente notizia — «Il “caso geotermia” in Amiata entra nei lavori del 27o congresso dell’Associazione italiana di epidemiologia, a Roma, e lascia il segno. I partecipanti — scienziati e ricercatori di varie università e istituti di ricerca — non sono rimasti indifferenti ai dati relativi alle sostanze inquinanti rilasciate in atmosfera dalle cinque centrali amiatine e certificate dall’Arpat […] né alle 54 relazioni, certificate dallo studio epidemiologico dell’Agenzia regionale di sanità (Ars) della Toscana tra incrementi di malattie e concentrazioni crescenti degli inquinanti prodotti dalle centrali»;
il territorio italiano, e in particolare Toscana, Umbria e Lazio è ricco di riserve di calore sotterraneo: 45 sono i permessi di ricerca concessi, e circa altrettante le domande arrivate al Ministero dello sviluppo economico. Proprio nella zona geografica alla convergenza di queste tre regioni, diversi comuni fra cui Orvieto, Acquapendente e Montefiascone, si sono attivati per bloccare il progetto di una centrale geotermica a Castel Giorgio, a nord est del lago di Bolsena. Di mezzo ci sono la sicurezza di una falda acquifera e la stabilità di interi paesi costruiti sul tufo;
tra le numerose richieste di permessi di ricerca, molte riguardano proprio territori laziali, come la provincia di Viterbo, che presentano problemi sanitari e ambientali legati alla presenza di arsenico nelle falde idropotabili, con il rischio che le eventuali trivellazioni in profondità possano portare a un incremento dei fluidi a elevato contenuto di arsenico;
va comunque evidenziato come accanto alla tecnica del ciclo flash, dannosa per la salute e l’ambiente, esiste la tecnica del ciclo binario. Il ciclo binario abbinato alla reimmissione totale dei fluidi e dei gas è decisamente meno invasivo, e ha contribuito a determinare lo sviluppo internazionale della geotermia;
in ambito sia europeo che italiano il fenomeno geotermico è finora stato approcciato con eccessiva generalizzazione e non tiene conto delle singole realtà, come dimostra il caso Amiata suesposto,

impegnano il Governo:

a favorire e sostenere l’uso della risorsa geotermica solo laddove compatibile con la piena tutela, e salvaguardia ambientale e sanitaria, approfondendo le criticità e gli impatti delle varie tecnologie ed adeguando la normativa in modo conseguente, avviando a tal fine una mappatura del territorio nazionale e individuando le zone di esclusione dove gli impianti geotermici presentano rischi eccessivi o comunque si presentano fortemente impattanti e quindi non sostenibili;
ad assumere iniziative per rivedere gli attuali meccanismi incentivanti garantiti al geotermico, in quanto fonte rinnovabile, al fine di confermare detti incentivi solo qualora la produzione di energia non comporta consumo di acqua proveniente dagli acquiferi superficiali oltre che da quelli termali e geotermici;
a prevedere una moratoria sui progetti pilota di impianti geotermici e delle procedure autorizzative in atto relative allo sfruttamento geotermico e più in generale a permessi di trivellazione, in attesa almeno delle conclusioni del gruppo di lavoro istituito per la definizione di linee guida per i monitoraggi microsismici, delle deformazioni del suolo e delle pressioni di poro in presenza di attività di sfruttamento del sottosuolo, come richiesti nelle raccomandazioni della Commissione ICHESE esposte in premessa;
ad assumere le opportune iniziative normative, volte ad assegnare alle regioni interessate la competenza in materia di valutazione di impatto ambientale (VIA), anche per gli impianti geotermici pilota;
ad assumere iniziative per rivedere le modificazioni apportate al decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, che ha disposto, per gli impianti geotermici pilota, l’esclusione dall’applicazione del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334 (di recepimento della cosiddetta «direttiva Seveso»), concernente il controllo dei rischi da incidente rilevante che coinvolgano sostanze pericolose;
a favorire lo sviluppo e la diffusione della geotermia a bassa entalpia, ossia ad impianti che sfruttano il calore a piccole profondità, per l’importante contributo che può dare alla riduzione del fabbisogno energetico del patrimonio edilizio italiano.
(7-00529) «Pellegrino, Zaccagnini, Ricciatti, Zaratti, Ferrara, Nicchi».


>>> PD <<<

ATTO CAMERA
RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00486
Dati di presentazione dell’atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 304 del 07/10/2014
Abbinamenti
Atto 7/00519 abbinato in data 12/11/2014

Commissione assegnataria

Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA’ PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00486
presentato da
BRAGA Chiara
testo di
Mercoledì 15 ottobre 2014, seduta n. 310

Primo firmatario: BRAGA CHIARA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 07/10/2014
Elenco dei co-firmatari
BENAMATI GIANLUCA
TERROSI ALESSANDRA
TENTORI VERONICA
MARCHI MAINO
MARIANI RAFFAELLA
ALBINI TEA
AGOSTINI LUCIANO
GNECCHI MARIALUISA
MANZI IRENE
GIULIANI FABRIZIA
MORETTO SARA
MAZZOLI ALESSANDRO
CENNI SUSANNA
DALLAI LUIGI

Le Commissioni VIII e X,
premesso che:
il decreto legislativo 11 febbraio 2010, n. 22, concernente «Riassetto della normativa in materia di ricerca e coltivazione delle risorse geotermiche», si pone l’obiettivo di favorire l’utilizzo della risorsa «rinnovabile» geotermica, in particolare la semplificazione delle procedure in coerenza con gli indirizzi comunitari ed internazionali per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica e l’apertura a un regime concorrenziale che assicuri una trasparente e non discriminatoria assegnazione in concessione delle risorse geotermiche; viene inoltre definito che le risorse geotermiche di interesse nazionale sono patrimonio indisponibile dello Stato, mentre quelle di interesse locale sono patrimonio indisponibile regionale e che l’autorità competente per le funzioni amministrative, ai fini del rilascio del permesso di ricerca e delle concessioni di coltivazione, riguardanti le risorse geotermiche d’interesse nazionale, è il Ministero dello sviluppo economico di concerto con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, mentre per quelle locali le autorità competenti sono le regioni o gli enti da esse delegati, nel cui territorio sono rinvenute;
il decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, recante «Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE», ha previsto che, al fine di promuovere la ricerca e lo sviluppo di nuove centrali geotermoelettriche a ridotto impatto ambientale, sono considerati di interesse nazionale i fluidi geotermici a media ed alta entalpia finalizzati alla sperimentazione – su tutto il territorio nazionale – di impianti pilota con reiniezione del fluido geotermico nelle stesse formazioni di provenienza e comunque con emissioni nulle e con potenza nominale installata non superiore a 5 MWe per ciascuna centrale. L’autorità competente per il conferimento dei relativi titoli minerari è il Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, che acquisiscono l’intesa con la regione interessata;
ai sensi del decreto legislativo 11 febbraio 2010, n. 22, le autorità competenti per le funzioni amministrative, inclusa la valutazione di impatto ambientale, ai fini del rilascio del permesso di ricerca e delle concessioni di coltivazione, comprese le funzioni di vigilanza sull’applicazione delle norme di polizia mineraria, riguardanti le risorse geotermiche d’interesse nazionale e locale sono le regioni o gli enti da esse delegati;
il decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, (recante misure urgenti per la crescita del Paese) ha disposto l’inserimento dell’energia geotermica tra le fonti energetiche strategiche;
il decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, recante «Disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia», ha disposto che gli impianti geotermici pilota sono di competenza statale (integrando l’articolo 1, comma 3-bis, del decreto legislativo 11 febbraio 2010, n. 22 e il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152);
ai sensi di tale normativa i progetti geotermici pilota sono quindi sottoposti alla Valutazione di impatto ambientale di competenza del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare;
la citata legge ha inoltre disposto per gli stessi impianti l’esclusione dalle previsioni della «direttiva Seveso» (direttiva 96/82/CE) generando ulteriori preoccupazioni rispetto alla loro sicurezza nelle operazioni di esercizio, con particolare riferimento alla prevenzione di incidenti connessi alla presenza di sostanze pericolose utilizzate come vettori del calore specialmente nei cosiddetti cicli binari;
il decreto ministeriale 6 luglio 2012, «Attuazione dell’articolo 24 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, recante incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti a fonti rinnovabili diversi da quella solare fotovoltaica», introduce una incentivazione «base» per gli impianti geotermici ad autorizzazione regionale assoggettati alla doppia fase di ricerca e poi concessione, mentre una incentivazione maggiore viene introdotta per gli impianti pilota sperimentali di potenza fino a 5 megawatt (per una potenza complessiva fino a 50 megawatt) con la conseguenza che tali impianti hanno un iter autorizzativo semplificato ed un incentivo maggiorato;
quanto sopra citato ha comportato numerose richieste di permessi di ricerca in tutta Italia – in particolare nelle regioni Umbria, Lazio, Toscana, Campania, Sicilia e Sardegna – oltre che alla immediata saturazione del plafond di 10 permessi per impianti pilota sperimentali, in particolare nel settore della media entalpia, con temperature della risorsa geotermica compresa tra 90o C e 150o C;
nella sola regione Lazio, sono state inoltrate 38 domande di autorizzazione alla ricerca per lo sfruttamento della risorsa geotermica. Di queste, 20 riguardano siti ricadenti nella provincia di Viterbo molti dei quali prospicienti il lago di Bolsena;
si aggiunge che il Lazio settentrionale, come ben noto, è affetto da problematica da arsenico nelle falde idropotabili, proveniente dai fluidi geotermici del sottosuolo; un elevato numero di trivellazioni intorno al lago di Bolsena potrebbe incrementare la risalita di fluidi ad elevato contenuto di arsenico, mettendo a rischio non solo i pozzi che attingono dalla falda acquifera, ma anche la possibilità di utilizzare l’acqua dello stesso lago – che contiene bassissime percentuali di arsenico – per una eventuale miscelazione con la rete potabile della provincia di Viterbo ad oggi contenente percentuali di arsenico superiori a quelle consentite dalla normativa nazionale ed europea vigente;
le stesse trivellazioni potrebbero incidere anche sui sistemi termali con conseguente riduzione dei volumi delle acque che attualmente sono alimentate dalle sorgenti, con gravissime conseguenze per le economie dei territori interessati, contravvenendo alle disposizioni della legge n. 323 del 2000 che promuove la crescita qualitativa dell’offerta termale nazionale sulla qualificazione dei contesti ambientali e, quindi, sulla stabilità dei parametri chimico-fisici della acque. Tutto ciò arrecherebbe gravi danni al turismo, attività economica molto importante, ad esempio, per la provincia di Viterbo e anche per il comprensorio del lago di Bolsena;
nella regione Lazio un impianto pilota sperimentale è previsto nel comune di Acquapendente e nella regione Umbria ne è previsto un altro nel comune di Castel Giorgio, contermine al precedente, entrambi inseriti nel bacino idrogeologico SIC (sito di interesse comunitario) del lago di Bolsena;
con riferimento agli impianti pilota precedentemente citati situati nei comuni di Castelgiorgio (Terni) e Acquapendente (Viterbo), si sottolinea la elevata fragilità sismotettonica del territorio, dimostrata da importanti terremoti storici (a memoria si ricordano i terremoti a Tuscania nel 1971 e a Castelgiorgio nel 1957) a cui si associa un contesto edilizio fortemente vulnerabile dal punto di vista della resilienza sismica (centri abitati della civiltà del tufo);
i comuni situati in prossimità del lago di Bolsena, ricadenti sia in provincia di Viterbo sia in provincia di Terni hanno, negli ultimi mesi, già dichiarato la loro opposizione alle trivellazioni ed alla utilizzazione di pozzi profondi nel loro territorio finalizzati allo studio ed alla produzione di energia da fonte geotermica, vista anche la esperienza negativa vissuta dal territorio con la centrale geotermoelettrica di Latera pur portata avanti da una società con esperienza nel settore come ENEL S.p.A.;
il Ministero dello sviluppo economico – direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche ha ritenuto, inoltre, necessario valutare in via preventiva le autorizzazioni di operazioni tecnologiche che prevedano perforazioni nel sottosuolo con particolare riferimento alla sismicità indotta e provocata per cui saranno individuate e definite attraverso «linee guida» la cui stesura è stata affidata al gruppo di lavoro costituito in data 2014;
il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ha ritenuto necessario costituire, in ambito ISPRA, un gruppo di lavoro per definire puntualmente lo stato della sismicità indotta e provocata dall’attività antropica nel nostro Paese;
le stesse regioni Lombardia e Emilia-Romagna con atti rispettivamente del 20 marzo 2014 e 23 aprile 2014 hanno deliberato in via cautelativa, una moratoria per tutte le attività concernenti la perforazione del sottosuolo, in attesa della definizione delle suddette «linee guida» del Governo;
l’attività dei suddetti gruppi di lavoro è tuttora in corso pertanto, ad oggi, non esistono ancora le nuove linee guida, né è stata effettuata la revisione del quadro normativo resosi necessario per la geotermia elettrica; quindi non possono essere fornite valutazioni scientifiche certe alle istanze di perforazione del sottosuolo in corso di approvazione;
non esiste inoltre ad oggi una zonazione del territorio nazionale che evidenzi le aree di compatibilità in cui non possano esserci rischi di sismicità indotta o provocata, ma anche di potenziale inquinamento delle falde idropotabili e di inquinamento atmosferico ed acustico a tutela delle aree urbane di pregio o di interesse naturatistico,

impegnano il Governo:

ad avviare le procedure di zonazione del territorio italiano, per le varie tipologie di impianti geotermici, identificando le aree potenzialmente sfruttabili in coerenza anche con le previsioni degli orientamenti europei relativamente all’utilizzo della risorsa geotermica, e in linea con la strategia energetica nazionale;
ad emanare «linee guida» a cura dei Ministeri dello sviluppo economico e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, che individuino anche i criteri attraverso i quali definire, a livello nazionale, quali dei siti potenzialmente sfruttabili risultino effettivamente suscettibili di sfruttamento, tenendo conto delle implicazioni che l’attività geotermica comporta relativamente al possibile inquinamento delle falde, qualità dell’aria, induzione di sismicità ed altro ancora;
a far sì che, nella valutazione di impatto ambientale (via) per gli impianti pilota geotermici di Castel Giorgio (Umbria) e Montenero (Toscana), si tenga conto in particolare delle implicazioni che l’attività geotermica comporta relativamente al possibile inquinamento delle falde, alla qualità dell’aria, all’induzione di sismicità;
a rilasciare le autorizzazioni per i progetti di impianti geotermici solo nel rispetto delle prescrizioni previste dalle linee guida in corso di definizione;
a valutare la possibilità di riconsiderare la classificazione delle fonti energetiche rinnovabili, con particolare riferimento alla possibilità di non annoverare più tra le stesse, lo sfruttamento delle acque sotterranee riscaldate da gradienti di temperatura ma solo quello del calore ivi presente che è effettivamente rinnovabile.
(7-00486) «Braga, Benamati, Terrosi, Tentori, Marchi, Mariani, Albini, Luciano Agostini, Gnecchi, Manzi, Giuliani, Moretto, Mazzoli, Cenni, Dallai».


 

Geotermia in Amiata: Regione Toscana, allarmisti all’incontrario

finquituttobeneE’ difficile non farsi prendere dall’esasperazione di fronte al comunicato stampa emesso dalla Regione Toscana per rispondere alle preoccupazioni espresse dal M5S sulle emissioni incontrollate di vapore che si avranno fino all’entrata in funzione della nuova centrale Bagnore 4.
Non si capisce, in realtà, se ci sono o ci fanno, fino al punto di dichiarare “reversibili” tali emissioni, come se gli impianti che le producono fossero dotati anche della straordinaria capacità di recuperarle e di riassorbirle al loro interno!
Che i gas emessi da Bagnore 3 (ma ora anche da Bagnore 4) durante le operazioni di collegamento e di “interconnessione” non siano diversi da quelli che abbiamo dovuto sorbirci ogni volta che la centrale andava fuori servizio, o non era funzionante l’impianto AMIS (Abbattitore di Mercurio e Idrogeno Solforato), è perfettamente vero: statisticamente, negli ultimi 12 anni tali condizioni si sono verificate per il 10% del tempo, con pesanti ripercussioni sulle quantità di inquinanti dispersi in atmosfera, senza contare che per oltre tre anni la centrale ha funzionato senza alcun impianto di abbattimento.
Resta il fatto che con l’avvio di Bagnore 4, composta due gruppi di 20 MW. con un AMIS per ognuno di essi, esattamente come Bagnore 3,  tali periodi sono destinati ad aumentare, anche se la Regione ha prescritto che non possano singolarmente superare il 5% del tempo: se si ferma ognuno dei tre AMIS per il 5% del tempo è come se si fermasse un solo AMIS per il 15%; la situazione poi diventa molto pesante se si fermano due AMIS contemporaneamente, ma si rischia il vero e proprio disastro nell’ipotesi, molto improbabile ma pur sempre possibile, del fermo contemporaneo dei tre AMIS.
E’ inoltre vero che i due AMIS di Bagnore 4 sono dimensionati per una capacità di trattamento superiore del 30% rispetto alla effettiva necessità del gruppo cui è asservito, in maniera tale che, in caso di fuori servizio, l’altro possa ridurre la quantità di fluido non sottoposto a trattamento: ma da questo a dire che l’interconnessione fra le centrali consentirà la “completa” gestione del fluido estratto dal sottosuolo, così come richiesto dalla Prescrizione n. 2  impartita dalla Regione al momento del rilascio dell’Autorizzazione per la costruzione di Bagnore 4, passa una bella differenza.
Le emissioni di tutte le sostanze contenute nei fluidi geotermici praticamente triplicheranno con l’entrata in funzione di Bagnore 4: sembra, ma non ne sono sicuri nemmeno loro, che solo l’H2S aumenterà in maniera più ridotta a causa del fatto che l’abbattimento dell’ammoniaca che avrà luogo all’interno degli AMIS attraverso  iniezioni di acido solforico concentrato (?), produrrà come effetto secondario un ulteriore incremento della quantità di H2S estratta dal fluido.
Per quanto riguarda l’ammoniaca, poi, con la Delibera n. 344 del 2010 la Regione aveva stabilito un valore limite di emissione di 2 kg./ora, dato che questa sostanza  rappresenta un precursore per la formazione del particolato inorganico (PM10 e PM2,5), estremamente dannoso per la salute. In realtà, e non se ne comprende la ragione, in sede di rilascio dell’Autorizzazione ci si è accontentati dell’assicurazione di Enel Green Power di contenere le emissioni di ammoniaca entro il limite del 25% della quantità in ingresso; il problema è che la “quantità in ingresso” è estremamente variabile: negli ultimi anni, per Bagnore 3, si attestava intorno a 200 kg./ora ma nel 2005 era pari a oltre 500 kg./ora e può tornare ad esserlo dal momento che la composizione del vapore varia da pozzo a pozzo ed anche nel tempo; di conseguenza il 25% della quantità in ingresso può variare da 100-150 kg./ora fino a 300-400 kg./ora, valori di fronte ai quali il limite di 2 kg./ora ha molto l’aspetto di una presa in giro.
Di fronte a tutto ciò riteniamo che sarebbe bene che i comunicati ufficiali della Regione riportassero in maniera più corretta la situazione reale che saremo costretti a subire con l’entrata in funzione della centrale Bagnore 4, evitando di diffondere ventate di rassicurazione e di ottimismo veramente fuori luogo.

Di seguito il comunicato stampa (velina) della Regione Toscana del 14 novembre 2014:

Emissioni geotermiche sull’Amiata, nessun allarme. La Regione replica a M5S
Scritto da Walter Fortini     
FIRENZE – “Nessun allarme o rischio per la salute dei cittadini”. La Regione tranquillizza e risponde così al Movimento 5 Stelle che aveva alzato la guardia contro le centrali geotermiche Enel sull’Amiata. “Solo accuse generiche e inutili allarmismi”. Le disposizioni emesse dalla giunta non consentono superamenti dei limiti di emissione previsti dal quadro regolamentare e contenuti nell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera.
Tutto sotto controllo, dunque. Le emissioni che si sono verificate a metà ottobre e che potrebbero riproporsi da qui al 25 novembre sono legate ai lavori di costruzione della centrale di Bagnore 4 e che Enel ha preventivamente e per tempo comunicato agli enti locali e all’Arpat, per consentire le attività di controllo che non sono mai venute meno. Si tratta peraltro di emissioni circoscritte, reversibili e temporanee, spiegano dagli uffici regionali, emissioni dovute alle operazioni di collegamento con i vapordotti della centrale di Bagnore 3. Emissioni soprattutto irrilevanti per gli effetti sanitari, secondo le indagini effettuate dall’Agenzia regionale per la salute.
Con la nuova centrale in costruzione inoltre la situazione migliorerà rispetto al passato. I due impianti lavoreranno infatti in modo integrato e questo permetterà di ridurre il numero e la durata di eventuali singoli eventi incontrollati dovuti a guasti e malfunzionamenti, riducendone la probabilità.
In particolare e sempre a seguito delle prescrizioni derivanti dalla Via, la valutazione di impatto ambientale che ha preceduto l’inizio dei lavori, sarà realizzato un impianto di abbattimento dell’ammoniaca che permetterà di dimezzare le emissioni ora prodotte dalla sola Bagnore 3 e sarà incrementata la capacità di trattamento dell’impianto AMIS per l’abbattimento di mercurio e idrogeno solferato, oltre alla sua disponibilità nel tempo.

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La Nazione del 20 novembre 2014
Sos Geotermia«Regione poco convicente»
AMIATA ANCORA POLEMICHE SU «BAGNORE 4»
E’ LA VOCE dei comitati contro quella della Regione Toscana ad innalzarsi in Amiata e a surriscaldare la discussione, già di per sé molto calda, su Bagnore 4, la nuova centrale di Enel. Ad aver scatenato la reazione di Sos Geotermia, comitato di protesta contro la geotermia in Amiata sono le affermazioni che la Regione ha fatto sulla questione delle emissioni rilasciate in aria dalle recenti attività della Centrale. La Regione infatti aveva escluso qualsiasi tipo di allarme e rischio per i cittadini. Ma se per la Regione la situazione a Bagnore 4 è tutta sotto controllo non lo è per il comitato. «E’ difficile non farsi prendere dall’esasperazione di fronte a ciò che dice la Regione Toscana – affermano gli attivisti -. Che i gas emessi da Bagnore 3, ma ora anche da Bagnore 4, durante le operazioni di collegamento e di interconnessione non siano diversi da quelli che abbiamo dovuto sorbirci ogni volta che la centrale andava fuori servizio, o non era funzionante l’impianto Amis, è perfettamente vero. Statisticamente, negli ultimi 12 anni tali condizioni si sono verificate per il 10% del tempo, con pesanti ripercussioni sulle quantità di inquinanti dispersi in atmosfera, senza contare che per oltre tre anni la centrale ha funzionato senza alcun impianto di abbattimento». Per il Comitato la questione centrale è il funzionamento degli impianti Amis e la Regione sminuisce il problema. «I due Amis di Bagnore 4 sono dimensionati per una capacità di trattamento superiore del 30% rispetto alla effettiva necessità del gruppo cui è asservito, in maniera tale che, in caso di fuori servizio, l’altro possa ridurre la quantità di fluido non sottoposto a trattamento – dice Sos Geotermia -, ma da questo a dire che l’interconnessione fra le centrali consentirà la completa gestione del fluido estratto dal sottosuolo, così come richiesto dalla Prescrizione numero 2 impartita dalla Regione al momento del rilascio dell’Autorizzazione per la costruzione di Bagnore 4, passa una bella differenza». In tutta questa situazione il comitato afferma che le emissioni di tutte le sostante contenute nei fluidi geotermici aumenteranno con l’entrata i funzione di Bagnore 4. Aumenteranno valori dell’acido solfidrico in aria e anche l’ammoniaca sprigionata che, sempre per il comitato, rappresenta «un elemento estremamente dannoso per la salute del cittadino».

Maremmanews del 20 novembre 2014
Geotermia in Amiata: Regione Toscana, allarmisti all’incontrario

…segue ns. comunicato

Contropiano del 18 novembre 2014
Geotermia in Amiata: Regione Toscana, allarmisti all’incontrario
…segue ns. comunicato

BAGNORE 3 e 4: UN AFFARE, SI’, MA SOLO PER L’ENEL

avvoltoio_bagnore4Sos Geotermia e Beni Comuni Grosseto replicano alle esternazione del Responsabile Geotermia di Enel Green Power Ing. Massimo Montemaggi apparse sulla stampa locale (leggi sotto).

Con la centrale Bagnore 4, l’Enel si appresta a condurre in porto un investimento di 123 milioni che ne renderà 50 (quasi puliti) ogni anno per decine d’anni (310 milioni di kw/anno che venduti all’utente finale rendono circa 52.7 milioni di euro), un vero bengodi anche per gli standard della coraggiosa imprenditoria italica, tutta concentrata nell’unico settore certamente remunerativo, quello dei servizi indispensabili, e quasi esclusivamente spartito sulla base delle “compagnie di merenda”.

Senza contare che su ogni kw prodotto con la geotermia, l’Enel acquisisce certificati verdi con i quali può mantenere in esercizio centrali a carbone senza pagare le penali previste dal protocollo di Kyoto (perseguendo il singolare risultato di inquinare gratis due volte).

Al territorio amiatino, di questi prodigiosi incassi, l’Enel lascia 0,8 milioni per i salari dei 20 assunti e 2.6 milioni di “compensazioni ambientali” (ma solo per i primi 10 anni), una percentuale risibile del fatturato (4,9%) se commisurato con le royalties che incassano nazioni nordeuropee per lo sfruttamento del sottosuolo (la Norvegia, per citarne una, arriva ad incassare il 93% del fatturato), ma da noi, si sa, quello che ai cittadini appare un bene collettivo, ai politici pare “roba di nessuno”, da regalare con munifica liberalità alla voracità privata.

Abbiamo sentito Montemaggi vantare 70 mila TEP (tonnellata equivalente petrolio) risparmiate all’ambiente, ma rimarchiamo che ha omesso di dire delle decine di migliaia di tonnellate di anidride carbonica liberate in atmosfera insieme a tutti gli altri inquinanti nonostante i decantati filtri Amis: arsenico, acido borico, ammoniaca, radon, antimonio, etc.; lo stesso raccontare che le emissioni “…sono comunque sostitutive di quelle naturali…” è una menzogna: dovrebbero infatti spiegarci come sarebbero uscite le tonnellate di vapori magmatici imprigionati a 4.500 metri di profondità senza l’aiuto delle trivelle!
Peraltro la favoletta della geotermia pulita è stata definitivamente smontata dallo studio Basosi/Bravi che equipara le emissioni delle centrali amiatine quasi a quelle a combustibili fossili (carbone, petrolio).

Quanto al “perfetto inserimento ambientale” all’interno di un Sito di Interesse Comunitario (SIC), di un Sito di Interesse Regionale (SIR), di una Zona di Protezione Speciale (ZPS), di una zona a massima pericolosità di frana (PF4), di una zona ad alta sismicità (Cat. 2), basta rileggersi il contributo istruttorio rilasciato dalla Soprintendenza di Siena: “…considerare una posizione meno invasiva e meno visibile dalla strada provinciale……valutando di modulare diversamente gli impianti per evitare una concentrazione visiva tra le due centrali…”, oppure molto più semplicemente farsi un giro verso il Monte Labbro per rendersi conto dello scempio causato da questo nuovo impianto.

Come si usa in Italia: i profitti vanno tutti ai privati (se ben relazionati con la politica) e a cittadini e territori, qualche briciola e tanto, irreparabile, disastro ambientale e sanitario.

Noi continueremo la nostra lotta per difendere il territorio e la salute, augurandoci un ravvedimento, anche se tardivo, degli amministratori che già oggi iniziano ad avere qualche ‘dubbio’, affinché si chiuda il capitolo tossico della geotermia industriale e si cominci a lavorare per uno sviluppo legato alle potenzialità che l’Amiata, fortunatamente, ancora offre.

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La Nazione del 12 agosto 2014
Dopo la giornata geotermica Montemaggi fa il punto della situazione

Bagnore 4 pronta a creare energia «Ricadute economiche e occupazionali»
di NICOLA CIUFFOLETTI
IL PRIMO gruppo entrerà in funzione nelle prossime settimane e a fine anno sarà a regime anche il secondo. Sono nella fase finale i lavori per la realizzazione della centrale geotermoelettrica Bagnore 4 nei Comuni di Santa Fiora e Arcidosso. Intanto la centrale di Bagnore 3, già in funzione, e quella di Bagnore 4 hanno aperto i cancelli ospitando un’intera giornata di eventi, e nell’occasione è stato possibile visitare il cantiere aperto di Bagnore 4. «Il progetto prevede la realizzazione di due gruppi da 20 MW ciascuno, per una capacità totale di 40 MW, in grado di generare, a regime, fino a 310 milioni di chilowattora di energia all’anno, con un risparmio di 70mila Tep (tonnellate equivalenti di petrolio) così il responsabile Enel Green Power Massimo Montemaggi . La realizzazione della nuova centrale che, con perfetto inserimento ambientale, affiancherà quella di Bagnore 3 da 20 MW, richiederà un investimento totale di circa 123 milioni di euro». Poi Montemaggi e indica tre aspetti fondamentali di Bagnore 4, contributo energetico al territorio, quello occupazionale e infine il contributo economico: «Il primo aspetto importante è che Bagnore 4 apporterà un contributo energetico notevole alla popolazione. Già oggi lo stabilimento di Grandi Salumifici che si trova a Bagnore riceve calore gratis dalla nostra centrale di Bagnore 3, questo fatto deve invogliare altre aziende ad investire in questo territorio. Secondo aspetto continua Montemaggi è quello occupazionale. Il 35% circa del nostro lavoro è sulle imprese locali. la centrale di Bagnore 4 che presto entrerà in funzione prevede assunzioni per circa 20 unità amiatine. Terzo contributo infine è quello economico. Per le amministrazioni di Santa Fiora e Arcidosso c’è un contributo economico di 2.6 milioni per 10 anni, certo vincolati e da spendere in attività produttive». In questa fase compito di Enel e Regione è trasferire alle imprese locali il know how di Enel sul territorio circostante: «Enel Green Power è impegnata anche con le amministrazioni locali per sostenere un percorso di sostegno e di trasferimento di know how per la nascita di imprenditoria locale ad alta specializzazione nei settori della meccanica e dell’automazione, con l’obiettivo di incrementare le ricadute sul territorio e l’occupazione indiretta dell’indotto geotermico». Tutti i materiali utilizzati sono made in Italy: Bagnore 4 rientra nel piano di investimenti quinquennale che dal 2014 al 2018 vede Enel Green Power investire nella geotermia toscana 670 milioni, di cui circa il 50% hanno ricadute locali. Altrettanti investimenti (oltre 700 milioni) sono previsti dal 2019 al 2023.

Il Tirreno del 12 agosto 2014
Bagnore 4, il via a fine settembre
Prosegue la costruzione della centrale geotermica dell’Enel
di
Fiora Bonelli
SANTA FIORA Durante l’evento delle centrali geotermiche aperte che si è tenuto a Bagnore sabato scorso, è stato illustrato lo stato dei lavori della nuova centrale di Bagnore 4, nei comuni di Santa Fiora e Arcidosso. Il progetto, targato Enel Green Power, prevede la realizzazione di due gruppi da 20 Megawatt ciascuno, per una capacità installata totale di 40 Megawatt, in grado di generare a regime fino a 310 milioni di chilowattora di energia all’anno, con un risparmio di 70mila Tep (tonnellata equivalente di petrolio). La realizzazione della nuova centrale che andrà ad affiancare quella di Bagnore 3 da 20 Megawatt, richiederà un investimento totale di circa 123 milioni di euro. Attualmente, nel cantiere operano 130 persone delle ditte mentre a regime la Centrale di Bagnore 4 occuperà circa 40 persone tra addetti diretti e indiretti. Tra la fase di progettazione con l’ingegneria interna ed esterna e quella operativa, le ore lavoro ammontano a 157mila di cui 121mila in cantiere. La realizzazione della centrale procede secondo i tempi previsti; la costruzione dell’impianto, così come la fase di montaggio della componentistica e delle opere accessorie sono terminate. Sono attualmente in corso alcuni lavori di completamento, le opere di finitura e di sistemazione architettonica, a partire dal percorso turistico accessibile tutto l’anno che consentirà ai visitatori di scoprire la geotermia senza bisogno di guide. Nei mesi di agosto e settembre sono in programma le prime prove dell’impianto tese a verificare le funzionalità dei macchinari e dei vari sistemi di sicurezza. Bagnore 4, ribadiscono i vertici di Enel Green Power, è stata progettata tenendo conto dei migliori standard a livello mondiale e delle migliori tecnologie disponibili da un punto di vista ambientale. L’impianto sarà dotato di un sofisticato sistema di monitoraggio e tele diagnostica. «Il primo gruppo – spiega Enel – dovrebbe entrare in produzione a fine settembre/inizio ottobre, mentre l’altro entro fine anno. Le emissioni complessive di Bagnore 3 e di Bagnore 4, che sono comunque sostitutive di quelle naturali, saranno inferiori a quelle attuali di Bagnore 3 perché Bagnore 4 avrà due impianti Amis più l’impianto Amis rinnovato di Bagnore 3 più un impianto innovativo di abbattimento di ammoniaca: in ogni caso, utilizziamo l’ammoniaca anche per il processo chimico dell’Amis quindi alla fine non ci sono reflui, dalle torri di raffreddamento esce vapore e l’acqua viene reiniettata per mantenere in equilibrio il ciclo. Prendiamo vapore dal pozzo di Bagnore 25, che si trova nel territorio comunale di Arcidosso (mentre la Centrale è nel perimetro comunale di Santa Fiora). Ogni perforazione arriva a circa 4.500 metri di profondità ed è foderata di cemento per ben tre volte, motivo per cui è tecnicamente più che impossibile ogni contatto con falda acquifera che comunque sta a circa 500 metri di profondità».

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Il Cittadino online del 18 agosto 2014
“Geotermia: proventi ai privati, danni ai cittadini”
Beni Comuni e Sos Geotermia: “Bagnore 3 e 4 un affare solo per Enel”
…segue ns. comunicato

La Nazione del 17 agosto 2014
ARCIDOSSO I MOVIMENTI CONTRO LA GEOTERMIA RISPONDONO A MONTEMAGGI
«Centrali, affare solo per Enel»
I comitati decisi a portare avanti la battaglia in difesa del territorio
di NICOLA CIUFFOLETTI
SI LEVANO forti e unite le voci contro Enel Green Power. Alla protesta di «Sos Geotermia» si aggiunge anche quella di «Beni Comuni Grosseto». Con tono duro, i gruppi replicano alle esternazioni che il responsabile geotermia di Enel Green Power, ingegnere Massimo Montemaggi ha rilasciato qualche giorno fa in merito alle centrali del colosso energetico. «Bagnore 3 e Bagnore 4 sono un affare solo per Enel sostengono con forza i cittadini . Tanto per capirsi, con la centrale Bagnore 4, l’Enel si appresta a condurre in porto un investimento di 123 milioni che ne renderà 50 (quasi puliti) ogni anno per decine d’anni (310 milioni di kw/anno che venduti all’utente finale rendono circa 52.7 milioni di euro), un vero bengodi anche per gli standard della coraggiosa imprenditoria italica, tutta concentrata nell’unico settore certamente remunerativo, quello dei servizi indispensabili». Sos Geotermia va oltre, critica anche i certificati verdi di Enel: «l’Enel acquisisce certificati verdi con i quali può mantenere in esercizio centrali a carbone senza pagare le penali previste dal protocollo di Kyoto. Dei prodigiosi incassi, continua il comitato l’Enel lascia 0,8 milioni per i salari dei 20 assunti e 2.6 milioni di compensazioni ambientali (ma solo per i primi 10 anni), una percentuale risibile del fatturato (4,9%) se commisurato con le royalties che incassano nazioni nordeuropee per lo sfruttamento del sottosuolo, la Norvegia, per citarne una, arriva ad incassare il 93% del fatturato. Abbiamo sentito Montemaggi vantare 70 mila TEP (tonnellata equivalente petrolio) risparmiate all’ambiente, ma rimarchiamo ribattono che ha omesso di dire delle decine di migliaia di tonnellate di anidride carbonica liberate in atmosfera insieme a tutti gli altri inquinanti nonostante i decantati filtri Amis: arsenico, acido borico, ammoniaca, radon, antimonio. Quanto al perfetto inserimento delle centrali nel contesto amiatino dicono: le centrali sono all’interno di un Sito di Interesse Comunitario (SIC), di un Sito di Interesse Regionale (SIR), di una Zona di Protezione Speciale (ZPS), di una zona a massima pericolosità di frana (PF4), di una zona ad alta sismicità (Cat. 2)». La battaglia di Sos Geotermia e di Beni Comuni Grosseto continua «per difendere il territorio e la salute, augurandoci un ravvedimento, anche se tardivo, degli amministratori che già oggi iniziano ad avere qualche dubbio’, affinché si chiuda il capitolo tossico della geotermia industriale e si cominci a lavorare per uno sviluppo legato alle potenzialità che l’Amiata, fortunatamente, ancora offre».

Contropiano.org del 15 agosto 2014
Bagnore 3 e 4: un affare, si, ma solo per l’Enel
…segue ns. comunicato

CortoCircuito del 15 agosto 2014
GROSSETO – LA CENTRALE GEOTERMICA A BAGNORE 3 E 4 È UN AFFARE, MA SOLO PER ENEL
…segue ns. comunicato

Il Tirreno del 15 agosto 2014
BAGNORE 4 A CHI I PROFITTI A CHI I VELENI
…segue ns. comunicato

Il Giunco.net del 14 agosto 2014
Movimenti per l’Amiata: «Bagnore 4, un affare? sì ma solo per Enel»
…segue ns. comunicato

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Enel risponde:

La Nazione del 20 agosto 2014
SANTA FIORA.  ENEL RIBATTE AI COMITATI METTENDO SUL PIATTO LE CIFRE REALI
«Centrale Bagnore 4, parlano i numeri La geotermia porta denaro sul territorio»
 IMPIANTI Potranno diventare attrazione per un turismo attento a innovazione e territorio
 di NICOLA CIUFFOLETTI
L’ULTIMO intervento dei comitati contro la geotermia in Amiata ha suscitato la replica di Enel Green Power. La multinazionale ribatte a Sos geotermia e a Beni Comuni Grosseto, intervenuti contro il nuovo insediamento geotermico di Bagnore 4 e cerca di fare chiarezza su guadagni economici, ambiente, lavoro ed inquinamento. «I benefici che porterà ad Enel il progetto di Bagnore 4 non sono certo quelli eccezionalmente fantasiosi riportati in alcuni interventi di questi giorni» replica l’azienda. «L’energia elettrica viene oggi venduta alla borsa dell’energia a prezzi che sono varie volte inferiori al prezzo di vendita dell’energia ai clienti finali e l’incentivo per la produzione rinnovabile geotermica è stato ridotto di oltre il 70%. Enel trarrà da questo importante investimento un’equa redditività, così come da altri progetti realizzati in Italia e nel mondo, per dare, a fine anno, un utile ai suoi azionisti, che è poi uno degli scopi delle imprese industriali». In relazione alle questioni ambientali a Bagnore 4 sono state messe a punto tecnologie che abbattono l’inquinamento: «Preme sottolineare che l’impianto di Bagnore 4 sarà dotato delle migliori tecnologie disponibili in campo ambientale. A guadagnare dall’intervento Bagnore 4 di Enel Green Power comunque è anzitutto il territorio amiatino. Le imprese, infatti, sono state fortemente coinvolte nell’esecuzione delle opere e lo saranno ancora negli anni futuri essendo oramai entrate nelle rose delle imprese qualificate di Enel; questo a beneficio dell’occupazione e dell’economia complessiva dell’area». Numeri alla mano, ribadisce ancora Enel: «Abbiamo assunto negli ultimi 12 mesi oltre 20 giovani residenti in Amiata, portando ad oltre 80 il numero complessivo dei propri dipendenti attivi, con residenza nei comuni amiatini». Poi la difesa si sposta sulle concessioni geotermiche, argomento molto discusso dai comitati di protesta: «Le amministrazioni interessate dalle concessioni geotermiche potranno disporre nei prossimi 10 anni di oltre 39 milioni di euro, da utilizzare come fondo per il supporto allo sviluppo occupazionale e turistico, mentre ulteriori importanti contributi legati alla produzione geotermica potranno migliorare sensibilmente i bilanci comunali, a beneficio di tutta la cittadinanza». Bagnore 4 non solo centrale geotermica ma anche attrazione turistica: «L’impianto sarà dotato di un suggestivo percorso turistico, liberamente fruibile, che consentirà di vedere da vicino la centrale conclude Enel insieme alla bellezza naturale della valle e dei luoghi circostanti».

Bagnore 4, presentato il ricorso al Consiglio di Stato

20140700_bagnore4_occhiDalla battaglia legale alle lotte contro la proliferazione di geotermia industriale in Amiata; i neo-sindaci in bilico tra il sì e il no.
Appello a sostenere le spese legali.

La settimana scorsa, col sostegno del Forum Ambientalista e del WWF, attraverso l’avv.Nunzi, abbiamo presentato al Consiglio di Stato il ricorso contro la sentenza del TAR Toscana sulla costruenda centrale Enel Bagnore 4.
Siamo convinti che l’autorizzazione concessa dalla Regione Toscana sia stata rilasciata con sostanziali violazioni di legge e siamo fiduciosi che il Consiglio di Stato vorrà approfondire le motivazioni, che pure erano state presentate al Tar, e riconoscerne la fondatezza fermando lo scempio che si sta aggiungendo alla già grave situazione in Amiata.
Nei prossimi giorni renderemo pubbliche le motivazioni del nuovo ricorso.
Di certo la lotta contro la geotermia industriale dannosa non finisce entro il perimetro giudiziario, ma investe il campo sociale e politico.
Da Arcidosso arrivano segnali di forte preoccupazione tra i cittadini che iniziano a subire gli effetti della centrale e del cantiere di Bagnore, solidarietà e sostegno concreto ai comitati che si stanno mobilitando in aree finora non interessate direttamente dalle centrali, come Montenero, Monticello, Cinigiano.
Di questi giorni sono le notizie della netta presa di posizione dei sindaci del versante grossetano contrari all’ipotesi della centrale di Montenero. Ci auguriamo che la prospettiva di una proliferazione selvaggia di trivelle abbia provocato un momento di riflessione sulle prospettive che si vogliono dare a questo territorio e che da questo si passi a ridiscutere anche delle ben più inquinanti e dannose centrali esistenti e previste sia a Bagnore che a Piancastagnaio.
Dialogo aperto con il nuovo sindaco di Abbadia Tondi, con il quale ci siamo incontrati, presente il dott.Borgia, al quale abbiamo rappresentato tutte le ragioni che debbono impedire la crescita di questa geotermia Enel in Amiata e che proprio da Abbadia, che già lo scorso anno in consiglio comunale si era espressa contro, possano partire proposte e progetti verso gli altri comuni per un futuro libero dalle centrali e che investa e punti sulle qualità del territorio.

AIUTACI A DIFENDERE LA MONTAGNA!
Nessuno ci paga, non abbiamo sponsor, finanziatori occulti od altro, tutte le nostra iniziative le facciamo mettendoci le nostre energie e i nostri soldi con il contributo dei tanti che fino ad oggi ci hanno dato una mano.
Rivolgiamo di nuovo un appello a tutti a contribuire per sostenere le spese legali,
basta CLICCARE QUI e seguire le istruzioni.

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Il Tirreno del 25 luglio 2014
Bagnore 4, il comitato fa appello al Consiglio di Stato
SANTA FIORA Sos Geotermia non si arrende e, convinta che l’autorizzazione concessa dalla Regione Toscana alla costruzione della nuova centrale geotermica di Enel Green Power sull’Amiata sia stata rilasciata con sostanziali violazioni di legge, fa appello al Consiglio di Stato. Le carte sono state inviate la settimana scorsa, col sostegno del Forum Ambientalista e del Wwf, attraverso l’avvocato Nunzi. «Siamo fiduciosi che il Consiglio di Stato vorrà approfondire le motivazioni, che pure erano state presentate al Tar, e riconoscerne la fondatezza fermando lo scempio che si sta aggiungendo alla già grave situazione in Amiata», spiega Sos Geotermia. Nei prossimi giorni saranno rese pubbliche le motivazioni del nuovo ricorso. «Di certo la lotta contro la geotermia industriale dannosa non finisce entro il perimetro giudiziario – prosegue Sos Geotermia – ma investe il campo sociale e politico. Da Arcidosso arrivano segnali di forte preoccupazione tra i cittadini che iniziano a subire gli effetti della centrale e del cantiere di Bagnore, solidarietà e sostegno concreto ai comitati che si stanno mobilitando in aree finora non interessate direttamente dalle centrali, come Montenero, Monticello, Cinigiano». Di questi giorni sono le notizie della netta presa di posizione dei sindaci del versante grossetano contrari all’ipotesi della centrale di Montenero. «Ci auguriamo – spiega Sos Geotermia – che la prospettiva di una proliferazione selvaggia di trivelle abbia provocato un momento di riflessione sulle prospettive che si vogliono dare a questo territorio e che da questo si passi a ridiscutere anche delle ben più inquinanti e dannose centrali esistenti e previste sia a Bagnore che a Piancastagnaio.Dialogo aperto con il nuovo sindaco di Abbadia Tondi, con il quale ci siamo incontrati, presente il dott.Borgia, al quale abbiamo rappresentato tutte le ragioni che debbono impedire la crescita di questa geotermia Enel in Amiata e che proprio da Abbadia, che già lo scorso anno in consiglio comunale si era espressa contro, possano partire proposte e progetti verso gli altri comuni per un futuro libero dalle centrali e che investa e punti sulle qualità del territorio».

QuiGrosseto del 24 luglio 2014
Bagnore 4, presentato il ricorso al Consiglio di Stato
…segue ns. comunicato

GoNews del 24 luglio 2014
Bagnore 4, SOS Geotermia presenta il ricorso al Consiglio di Stato
…segue ns. comunicato

Il Cittadino online del 24 luglio 2014
Ricorso al Consiglio di Stato per Bagnore 4
I Comitati contro la proliferazione di geotermia industriale in Amiata; i neo-sindaci tra il sì e il no
…segue ns. comunicato

MaremmaNews del 24 luglio 2014
Bagnore 4, presentato il ricorso al Consiglio di Stato
…segue ns. comunicato

AbbadiaNews.it del 24 luglio 2014
Geotermia, Bagnore 4: i comitati presentano ricorso al Consiglio di Stato
…segue ns. comunicato

Geotermia ad Abbadia? Sindaco Tondi, chiarezza e coerenza

abbadia saluti cropL’incontro con Enel e le dichiarazioni del Sindaco preoccupano i cittadini. Chiediamo un urgente incontro. Anche il Dott. Borgia vuole incontrare il Sindaco (lettera in fondo)

Dopo l’incontro preannunciato dalla stampa tra il neoeletto sindaco di Abbadia S.S. Tondi ed i rappresentanti dell’Enel a tutt’oggi niente sappiamo  sulle reali intenzioni del sindaco rispetto alla geotermia, mentre invece Enel è fin troppo chiara sulle intenzioni.

Nelle dichiarazioni rilasciate prima dell’incontro, lo stesso sindaco dichiarava “vogliamo capire dice le eventuali opportunità che anche noi potremmo avere con l’utilizzo delle basse e medie entalpie, o meglio con l’utilizzo del calore. Non si tratta di sconfessare le precedenti prese di posizioni ma solo di capire. Per ora vogliamo capire, confrontarci”; tali dichiarazioni contrastano però con quanto Enel si è premurata di comunicare: nessuna possibilità di medie e basse entalpie sull’Amiata, ma la riproposizione della sola alta entalpia con la proposta di una centrale da 20 MW  a rilascio libero nell’atmosfera (flash) che andrebbe a sommarsi ai già circa 120 MW di Piancastagnaio e i 60 MW di Bagnore con il rischio, più che probabile, di irreversibili conseguenze sulla salute, sull’aria e sull’acqua.

Ricordiamo al sindaco Tondi che poco più di un anno fa il Consiglio comunale aveva approvato una mozione molto chiara rispetto alla geotermia; infatti la delibera 25 del 30 aprile 2013 impegna il sindaco e la giunta alla tutela dell’ambiente soprattutto rispetto alle aggressioni della geotermia industriale dell’Enel e chiede anche impegni precisi sulla valutazione dell’impatto complessivo delle centrali esistenti e in costruzione (Piancastagnaio e Bagnore).
Tale delibera, se non revocata, continua a produrre i suoi effetti ed il sindaco dovrebbe, anzi, dare corso agli impegni presi in quella sede.

Per quanto riguarda la volontà dello stesso sindaco Tondi ‘ad essere informato e a capire’ crediamo che non basti incontrare l’Enel, che la geotermia la vende, ma sia necessario confrontarsi anche con chi si occupa della questione come i comitati, i medici e gli scienziati.

Rivolgiamo pertanto al sindaco una richiesta di incontro, che formalizzeremo domani, nella quale consegneremo la documentazione in nostro possesso e nel quale saremo ben lieti di rispondere ad ogni quesito per aiutarlo a comprendere, oltre ai vantaggi economici, anche i danni attuali e i rischi futuri della geotermia che l’Enel continua a propinare a tutta la montagna.

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Il Dott. Borgia scrive al Sindaco Tondi

Caro Fabrizio,

Come ben ricordi sei stato proprio te a farmi fare tra i lavori di ricerca più interessanti proprio in ambito geotermico in Amiata.
Ora dopo molti anni hai la possibilità di ristabilire la verità scientifica e tecnica sulla geotermia dalle tue parti. Purtroppo questa verità è stata nel tempo mascherata grazie alla accondiscendenza delle istituzioni, incluso quelle di ricerca ed insegnamento che dovrebbero essere per mandato imparziali. Questa non è una semplice mia opinione è la realtà che indicano i dati raccolti nel tempo dal Gestore e più recentemente dalla Regione Toscana.

Tali dati indicano inequivocabilmente che l’acquifero superficiale è stato abbassato di 100-400 m proprio dallo sfruttamento geotermico, facilitando la risalita di fluidi geotermici nell’acquifero superficiale ed andando ad inquinarlo (questo è stato proprio misurato dagli scienziati dell’INGV di Napoli), ma puoi vederlo con i tuoi stessi occhi e toccarlo con mano tutti i giorni se vai ad osservare lo “scarico” della Galleria Nuova ad Abbadia o lo scarico del pozzo poco sopra all’Ermeta: le analisi chimiche indicano inequivocabilmente che sono fluidi geotermici. Ma anche lungo l’asse del vulcano dove vi sono varie aree dove sono state misurate risalite di fluidi geotermici.  Te stesso puoi vedere da internet l’andamento del livello della falda acquifera e come questo sia legato alla produzione di vapore dai campi geotermici: quando si produce più vapore il livello della falda scende e quando se ne produce meno il livello sale. Che dire? Proprio l’incontrario di quanto il gestore a affermato in sede di VIA. I fluidi geotermici risalgono ed inquinano acquifero ed aria probabilmente anche nelle case.

Che dire poi dei terremoti indotti dallo sfruttamento geotermico? Le vostre case ed edifici pubblici resistono tutti senza problemi strutturali a terremoti che potrebbero arrivare forse anche a Magnitudo Locali superiori 6? Una buona cosa potrebbe essere far fare un controllo a tappeto su tutti gli edifici…

Che dire della subsidenza (argomento un tabú) che dall’inizio dello sfruttamento geotermico (dai dati del gestore) sembrerebbe essere stata di almeno un metro e che ha “messo in crisi” anche il ponte su Paglia…

Che dire delle emissioni di inquinanti in atmosfera di cui le centrali geotermiche amiatine sono se non vado errato le prime al mondo?

Molti, non tutti (per esempio non i terremoti indotti), questi problemi possono essere risolti con centrali a ciclo binario.

È ovvio che il gestore attuale non voglia far apparire sul “suo territorio” altri gestori che magari propongono la realizzazione centrali a ciclo binario con emissioni zero e minima depressurizzazione del campo geotermico dalla pressione originaria – pertanto molto meno impattanti delle sue. Mi sembra appunto che vi fosse un progetto di ricerca geotermica a ciclo binario proprio nel Comune di Abbadia della Sorgenia, può darsi?

Perchè non inviti anche me a confrontarmi con la tua Giunta e con tutti coloro che vorrai (scienziati, gestori, istituzioni come Regione Toscana, ecc.) in modo da avere un quadro completo della situazione? Non penso che vi siano persone che possano mettere in dubbio la mia serietà e capacità scientifica, visto che ho un’esperienza in merito che pochi possono vantare?

Un caro saluto,
Andrea

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La Nazione del 10 luglio 2014
Geotermia, il sindaco incontra i comitati contrari ai pozzi
ABBADIA DOPO LE APERTURE AI PROGETTI DI ENEL GREEN POWER
di Massimo Cherubini
L’APERTURA alla possibilità di insediamenti geotermici nel territorio comunale di Abbadia San Salvatore non piace ai comitati che da anni dicono no’ ai progetti di Enel Green Power. La posizione è stata ribadita dal dottor Andrea Borgia che, con i suoi studi, sostiene la posizione dei comitati che poggia sui rischi ambientali e della salute. Un problema, quello dell’attività geotermica in Amiata, che da anni e anni divide. Alla realtà dei fatti pozzi e centrali sono sorte un po’ ovunque, tranne nel comune di Abbadia San Salvatore che gas e emissioni le prende dai comuni limitrofi, ovvero in qualche caso a pochi chilometri di distanza dal paese che si è da sempre opposto. Di fronte a questo quadro (si deve considerare che i comuni che consentono l’utilizzo della geotermia incassano soldi) la nuova amministrazione, guidata dal sindaco Fabrizio Tondi, fin dagli inizi della campagna elettorale ha manifestato l’intenzione di aprire, su questo tema, un confronto a tutto campo. Il sindaco e i rappresentanti della giunta hanno dapprima incontrato i dirigenti di Enel Green Power e nei prossimi giorni incontreranno i rappresentanti dei comitati. Quando il quadro sarà chiarito, il dibattito per la decisione finale investirà i cittadini. «La nostra posizione afferma il sindaco Tondi – è quella di interlocutore, in nome e per conto dei cittadini, con tutte le parti interessate al progetto. Siamo pronti ad ascoltare tutte le parti. Come abbiamo fatto con Enel, una volta terminato anche l’incontro con i comitati contrari alla geotermia, ne riporteremo interamente il contenuto alla cittadinanza».

Corriere di Siena/Corriere di Maremma dell’8 luglio 2014
Abbadia San Salvatore Al confronto parteciperanno anche i comitati. “Vogliamo ascoltare tutte le posizioni”
Geotermia, ilsindaco incontra il dottor Borgia
ABBADIA SAN SALVATORE L’ amministrazione comunale si è detta pienamente disponibile ad incontrare il dottor Borgia e una delegazione dei comitati anti- geotermia. La decisione, fa sapere il sindaco, Fabrizio Tondi, non è maturata solo a seguito della lettera presentata da parte di Andrea Borgia allo stesso sindaco, ma rientra a pieno titolo in tutta quella serie di incontri di approfondimento sul tema della geotermia che l’ Amministrazione ha in programma. “Come abbiamo già avuto modo di dire – Spiega Tondi – la nostra posizione è quella di interlocutore in nome e per conto dei cittadini che rappresentiamo. Siamo dunque interessati ad ascoltare tutte le parti in causa e ad avere un quadro chiaro della situazione. Così come abbiamo fatto con Enel, una volta terminato anche questo incontro con i comitati contrari alla geotermia, ne riporteremo interamente il contenuto alla cittadinanza e così faremo con tutte le altre parti che andremo ad incontrare su questa tematica complessa. Ciò che ci preme non è fare gli interessi di uno o dell’ altro, ma riportare i fatti, i dati scientifici e tutto ciò che di concreto esiste in questa vicenda. Informare i cittadini, metterli di fronte alla complessità del quadro cercando di spiegare bene tutti i pro e i contro è l’ unico vero ruolo che ci spetta in questa vicenda, nel momento in cui sia effettivamente dimostrato che sull’ Amiata non sia possibile realizzare la media e la bassa entalpia. In circostanze diverse da queste, così come detto in campagna elettorale, l’ ultima parola non spetta all’ Amministrazione ma ai cittadini.” A questa apertura dell’ amministrazione comunale farà certamente seguito, a questo punto, un incontro del quale, comunica ancora Tondi, verrà data notizia quanto prima. Quindi l’ incontro con il dottor Borgia e una delegazione dei comitati anti- geotermia. rientra a pieno titolo in tutta quella serie di incontri di approfondimento sul tema della geotermia che la nuova amministrazione comunale ha in programma su tutta una serie di temi di particolare interesse per la comunità di Abbadia San Salvatore.

SienaFree del 7 luglio 2014
Amministrazione di Abbadia-Andrea Borgia: piena disponibilità all’incontro
Tondi: “Siamo interessati ad ascoltare tutti e ad avere un quadro chiaro della situazione”
L’Amministrazione Comunale di Abbadia San Salvatore si è detta pienamente disponibile ad incontrare il dott. Andrea Borgia e una delegazione dei comitati anti-geotermia. La decisione, fa sapere il sindaco, Fabrizio Tondi, non è maturata solo a seguito della lettera presentata da parte di Andrea Borgia allo stesso sindaco, ma rientra a pieno titolo in tutta quella serie di incontri di approfondimento sul tema della geotermia che l’Amministrazione ha in programma.
“Come abbiamo già avuto modo di dire – Spiega Tondi – la nostra posizione è quella di interlocutore in nome e per conto dei cittadini che rappresentiamo. Siamo dunque interessati ad ascoltare tutte le parti in causa e ad avere un quadro chiaro della situazione. Così come abbiamo fatto con Enel, una volta terminato anche questo incontro con i comitati contrari alla geotermia, ne riporteremo interamente il contenuto alla cittadinanza e così faremo con tutte le altre parti che andremo ad incontrare su questa tematica complessa. Ciò che ci preme non è fare gli interessi di uno o dell’altro, ma riportare i fatti, i dati scientifici e tutto ciò che di concreto esiste in questa vicenda. Informare i cittadini, metterli di fronte alla complessità del quadro cercando di spiegare bene tutti i pro e i contro è l’unico vero ruolo che ci spetta in questa vicenda, nel momento in cui sia effettivamente dimostrato che sull’Amiata non sia possibile realizzare la media e la bassa entalpia. In circostanze diverse da queste, così come detto in campagna elettorale, l’ultima parola non spetta all’Amministrazione ma ai cittadini.”
A questa apertura dell’Amministrazione Comunale farà certamente seguito, a questo punto, un incontro del quale, comunica ancora Tondi, verrà data notizia quanto prima.

Contropiano.org del 5 luglio 2014
Geotermia ad Abbadia? No grazie
…segue ns. comunicato

Il Cittadino online del 4 luglio 2014
“GEOTERMIA AD ABBADIA? SINDACO TONDI, CHIAREZZA E COERENZA”
L’incontro con Enel e le dichiarazioni del sindaco preoccupano i cittadini
…segue ns. comunicato

Maremmanews del 4 luglio 2014
“Geotermia ad Abbadia? Sindaco Tondi, chiarezza e coerenza”
…segue ns. comunicato

Abbadia News del 4 luglio 2014
Geotermia. Il Dott. Borgia scrive al Sindaco Tondi «L’acquifero è stato abbassato di 100-400 m dallo sfruttamento geotermico»
..segue lettera del dott.Borgia

Geotermia in Amiata, si procede anche per la centrale di Montenero. Aspettiamo al varco i sindaci amiatini del PD

trivello montalcino“Passata la festa, gabbato lo santo”, il vecchio e saggio detto popolare ben si presta per la ripresa in grande stile dei lavori e delle procedure per dare il colpo definitivo al monte Amiata.
Passate, appunto, le elezioni dove il PD viene riconfermato, anche se a fatica, alla guida dei comuni amiatini, abbiamo assistito dapprima all’osceno corteo funebre attraversare la Maremma per portare pezzi del mostro della centrale Bagnore 4, ora la notizia che la soc.Gesto, titolare della concessione su Montenero, ha presentato presso i comuni di Cinigiano e Castel del Piano la documentazione relativa alla centrale geotermica sperimentale.
E stiamo ancora aspettando le garanzie che gli ospedali di Abbadia e Castel del Piano non saranno chiusi o, depotenziati…
Il sindaco, riconfermato, Franci di Castel del Piano, che più di altri si era esposto con apodittici ‘no ad altra geotermia, abbiamo già dato’ si è premurato di rilasciare dichiarazioni che lo vedrebbero al lavoro per evitare questa nuova centrale, peraltro senza sanare la contraddizione tra quest’ultima, di 5 MW a ciclo chiuso e quella in costruzione a Bagnore 4 a rilascio libero in atmosfera che porterà la potenza a 60 MW ed i cui effetti sulla qualità dell’aria, a causa dei venti prevalenti, si sentiranno soprattutto ad Arcidosso e, appunto, Castel del Piano.
Gli altri, tranne la neoeletta sindaca Sani di Cinigiano che si associa al Franci, finora, tacciono, ma la sensazione è che siamo di nuovo di fronte al solito balletto al quale avevamo assistito nei primo anni 2000, prima di Bagnore 3, quando tutto il PD, a cominciare dall’allora assessora all’ambiente provinciale Bramerini, si stracciava le vesti per dire che mai in Amiata si sarebbe fatta altra geotermia industriale; la storia ha fatto giustizia delle bugie di allora, la Bramerini è approdata in Regione e si è fatta non solo Bagnore 3, ma anche il Riassetto di Piancastagnaio e si va avanti con Bagnore 4.
I cittadini sono oggi più che mai chiamati a dare una ferma risposta e chiedere che non solo non si inizi neanche la procedura per la centrale di Montenero, ma che si arrivi finalmente alla moratoria su tutta la geotermia in Amiata.
Cari amministratori, vi aspettiamo al varco per verificare se le belle parole della campagna elettorale sono un impegno oppure un venticello, dall’aspro odore di uova marce che già sentiamo…

 

Il Tirreno del 1 luglio 2014
Geotermia: progetti e polemiche «Aspettiamo risposte dai sindaci»
Il Comitato S.O.S. chiama in causa i primi cittadini eletti nelle file del Pd che si sono detti contrari Barbagli (A/gente comune di Cinigiano) ribadisce il suo no e chiede monitoraggi continui    
di Fiora Bonelli

AMIATA Geotermia in Amiata dalle mille sfaccettature, con prese di posizione quotidiane fra chi dice no a tutti i tipi di sfruttamento geotermico, chi fa dei distinguo fra la geotermia di Santa Fiora e Piancastagnaio e quella, ipotetica, a media entalpia, di Montenero d’Orcia, chi se ne serve per attaccare gli avversari politici, chi prova a capire come stanno veramente le cose e se ci sono spiragli di intervento per stoppare Montenero. Insomma una questione che dopo aver acceso il clima preelettorale, ora continua ad avere strascichi che, in effetti, poco o niente aggiungono alle ormai collaudate prese di posizione note. Di certo, cosa si sa? Si sa che la società Gesto ha inoltrato istanza di Via per una centrale a Montenero d’Orcia. Si sa che Bagnore 3 sta funzionando, Bagnore 4 è quasi in drittura d’arrivo, che Piancastagnaio è in piena attività e che il sindaco di Abbadia (unica a non aver firmato il protocollo 2007) Fabrizio Tondi è andato ad un abboccamento con Enel per una “futuribile” ipotesi di sfruttamento geotermico. Le posizioni: il coordinamento SOS geotermia dice no a tutto e continua a invocare una moratoria anche per Bagnore e Piancastagnaio oltre che dire no a Montenero. Ma soprattutto stuzzica i sindaci amiatini Pd a mostrare cosa sanno fare: «Si procede anche per la centrale di Montenero – sottolinea il coordinamento antigeotermico – Aspettiamo al varco i sindaci amiatini del Pd. Il sindaco, riconfermato, Franci di Castel del Piano, che più di altri si era esposto con apodittici no ad altra geotermia, si è premurato di rilasciare dichiarazioni che lo vedrebbero al lavoro per evitare questa nuova centrale, peraltro senza sanare la contraddizione tra quest’ultima, di 5 megawatt a ciclo chiuso e quella in costruzione a Bagnore 4 a rilascio libero in atmosfera che porterà la potenza a 60 megawatt ed i cui effetti sulla qualità dell’aria, a causa dei venti prevalenti, si sentiranno soprattutto ad Arcidosso e, appunto, Castel del Piano. Gli altri, tranne la neoeletta sindaca Sani di Cinigiano che si associa al Franci, finora, tacciono, ma la sensazione è che siamo di nuovo di fronte al solito balletto al quale avevamo assistito nei primo anni 2000». Dicendo di aspettare al varco i sindaci, SoS geotermia afferma: «I cittadini sono oggi più che mai chiamati a dare una ferma risposta e chiedere che non solo non si inizi neanche la procedura per la centrale di Montenero, ma che si arrivi finalmente alla moratoria su tutta la geotermia in Amiata». Giovanni Barbagli della civica A/ gente comune di Cinigiano così conclude un suo lungo attacco all’atteggiamento tenuto dal suo Comune: «Noi appoggiamo la richiesta dei Comitati e dei consiglieri di minoranza dei comuni dell’Amiata di convocare un consiglio comunale aperto entro il 24 agosto termine ultimo per presentare le osservazioni alla Gesto, in più chiediamo di poter disporre di un altro progetto che possa essere predisposto da soggetto interessato alla geotermia per avere una termine di paragone ed evitare così il monopolio Gesto sulla materia, Inoltre ci batteremo perché un Ente scientifico diverso da Arpat esprima parere scientifico sul progetto Gesto. Infine che ci dicano in che modo eserciteranno i controlli sulla realizzazione degli impianti e sulla gestione dei medesimi». Una presa di posizione netta, quella di Barbagli, che conclude: «La nostra proposta è che in ogni comune interessato sia messo a disposizione dei cittadini un sistema di video controllo che in tempo reale consenta a tutti la verifica di quanto sta accadendo».

Dall’Amiata no alla centrale di Montalcino
AMIATA I sindaci chiamati in causa dai comitati antigeotermici e dalle minoranze consiliari, in questo momento per la questione geotermia cosa stanno facendo? La faccenda è stata portata come argomento lunedì mattina nella conferenza degli 8 sindaci dell’Unione dove si è ribadito il principio che vale il noto protocollo 2007 firmato da Regione, Comuni e Enel dove, nero su bianco è stato stabilito che dopo Piancastagnaio e Bagnore, l’Amiata non darà il suo assenso a nessun’ altra centrale geotermica. Dunque nemmeno a quella, ipotizzata e richiesta dalla Gesto, di Montenero. Nella conferenza che è già stata fissata per mercoledì mattina, poi, con i sindaci dei comuni interessati sulla geotermia Gesto, e cioè Cinigiano, Castel del Piano, Seggiano e Arcidosso, sarà discusso di quali azioni mettere in campo per arginare il progetto di espansione dello sfruttamento del vapore. Ma non solo. Si sta convocando il tavolo interistituzionale che coinvolge i sindaci del senese e del grossetano interessati dal progetto “Montalcino”, tavolo a cui partecipano anche associazioni e consorzi, per chiedere un incontro con la Regione Toscana. (f.b.)

La Nazione del 24 giugno 2014
AMIATA IL COMITATO «SOS» CONTRARIO AI NUOVI PROGETTI. E CRITICA ANCHE IL «SILENZIO» DEI SINDACI

«Più geotermia? Bene, sarà il colpo di grazia»
di Nicola Ciuffoletti
LA NOTIZIA che la società Gesto, titolare della concessione su la centrale geotermica sperimentale che dovrebbe sorgere a Montenero, smuove le critiche di Sos Geotermia, il comitato amiatino che da sempre si batte contro la geotermia. Non usano mezzi termini i sostenitori del comitato che definiscono quest’ultima notizia come «un colpo di grazia definitivo all’Amiata». «Passate le elezioni affermano i rappresentanti di Sos Geotermia dove il Pd viene riconfermato, anche se a fatica, alla guida dei Comuni amiatini, abbiamo assistito dapprima all’osceno corteo funebre attraversare la Maremma per portare pezzi del mostro della centrale Bagnore 4, ora la notizia che la Gesto, titolare della concessione su Montenero, ha presentato ai Comuni di Cinigiano e Castel del Piano la documentazione relativa alla centrale geotermica sperimentale. Il sindaco di Castel del Piano, Claudio Franci, che più di altri si era esposto con apodittici No ad altra geotermia si è premurato di rilasciare dichiarazioni che lo vedrebbero al lavoro per evitare questa nuova centrale, peraltro senza sanare la contraddizione tra quest’ultima, di 5 MW a ciclo chiuso, e quella in costruzione a Bagnore 4 a rilascio libero in atmosfera che porterà la potenza a 60 MW ed i cui effetti sulla qualità dell’aria, a causa dei venti prevalenti, si sentiranno soprattutto ad Arcidosso e, appunto, Castel del Piano». Sempre su questa questione il comitato denuncia l’assenza di prese di posizione da parte degli altri sindaci amiatini. «Gli altri continua Sos Geotermia tranne Romina Sani, sindaco di Cinigiano che si associa a Franci, finora, tacciono, ma la sensazione è che siamo di nuovo di fronte al solito balletto al quale avevamo assistito nei primi anni 2000, prima di Bagnore 3, quando tutto il Pd si stracciava le vesti per dire che mai in Amiata si sarebbe fatta altra geotermia industriale». In realtà anche Jacopo Marini, sindaco di Arcidosso, ha fatto capire che per la geotermia a Montenero si apre una questione di impatto paesaggistico. Sempre per discutere sul futuro di questa centrale a Montenero, il Comitato per la Salvaguardia della Val d’Orcia Inferiore ha tenuto ieri sera un incontro pubblico a Montenero per discutere su questo progetto; imminente è la raccolta di firme per dire «No» alla centrale.

Contropiano.org del 23 giugno 2014
Monte Amiata: Dopo le promesse elettorali la geotermia torna ad avanzare
…segue ns. comunicato

Il Cittadino online del 23 giugno 2014
Geotermia in Amiata: si procede per la centrale di Montenero
…segue ns. comunicato

Maremmanews del 23 giugno 2014
Geotermia in Amiata: si procede per la centrale di Montenero
…segue ns. comunicato

GoNews.it del 23 giugno 2014
SOS geotermia: “Si procede anche per la centrale di Montenero. Aspettiamo al varco i sindaci amiatini del PD”
…segue ns. comunicato

Elezioni, geotermia e salute: domande senza risposte

altan_voto_indecisoSollecitiamo i candidati a chiarire la loro posizione sulla questione.
In tempo di campagna elettorale per il rinnovo delle amministrazioni locali, pensavamo fosse giusto sottoporre ai candidati 6 domande sulla geotermia, affinchè fossero chiare ai cittadini le diverse posizioni. Dobbiamo prendere atto che da qualche parte si è acceso un vivace dibattito, ma da gran parte dei candidati continuano ad arrivare dichiarazioni in politichese, che glissano sulle domande preferendo genericamente assicurare che continueranno a tutelare la salute pubblica, che aumenteranno i controlli, che attualmente non ci sono pericoli, ecc..
Riteniamo invece che sulla salute la situazione sia sufficientemente grave per dover prendere, oggi, dei provvedimenti; ci riferiamo in particolare all’allegato 6 dello Studio Epidemiologico dell’Agenzia Regionale di Sanità Toscana che, per buona memoria di cittadini e candidati, riassumiamo.
Il titolo dell’Allegato 6 è il seguente:
“Risultati statisticamente significativi delle analisi di correlazione geografica tra dati ambientali e dati sanitari. Analisi dei ricoverati e della mortalità”.
Esso individua ben 54 relazioni, statisticamente significative, tra gli incrementi di mortalità e malattie nei comuni geotermici e le concentrazioni crescenti nell’ambiente di Arsenico, Mercurio, Acido solfidrico….cioè le concentrazioni crescenti degli stessi inquinanti prodotti in maniera consistente anche dalle centrali geotermiche e misurate nei paesi geotermici.
Tutti i Comuni, sede di impianti geotermici, sono stati suddivisi in tre classi (detti terzili), in funzione delle concentrazioni medie misurate nell’aria, nell’acqua e nel suolo di inquinanti pericolosi alla salute; pericolosità già accertata dalla letteratura scientifica che ha trovato in altri casi una correlazione certa tra una malattia e un inquinante (Mercurio, Arsenico, Acido solfidrico, Boro…).
Per ciascun gruppo di Comuni è stato calcolato il numero di decessi o malati Osservati per ciascuna malattia e al dato dei Comuni appartenenti a quelli di minore concentrazione dell”inquinante, opportunamente reso confrontabile statisticamente, è stato assegnato il valore Atteso pari a rischio nullo.
Sulla base delle differenze tra il numero di morti e malati Osservati rispetto al numero degli Attesi è stato calcolato con indici statistici confrontabili il rischio nei comuni aventi concentrazioni maggiori di inquinante.
I risultati parlano da soli: 54 relazioni certe tra aumento di concentrazione e aumento di mortalità e malattie. Solo alcuni esempi: sulla presenza di Arsenico nell’acqua si passa dal rischio nullo nel primo gruppo di comuni con 195 casi di tumori Osservati, al rischio del 29% in più con 333 casi Osservati nel terzo gruppo di comuni (pag.55); sulla presenza di Mercurio nel suolo si passa dal rischio nullo nel primo gruppo di comuni con 319 casi di tumori Osservati, al rischio del 18% in più con 477 casi Osservati nel terzo gruppo di comuni (pag.51); sulla presenza di Acido solfidrico nell’aria si passa dal rischio nullo nel primo gruppo di comuni con 4 casi di tumore dell’ovaio Osservati, al rischio del 223% in più con 20 casi Osservati nel terzo gruppo di comuni (pag.33) e così via per altri 51 relazioni statisticamente significative.
Secondo la Logica, essendo riconosciuta, nei comuni geotermici, come vera dallo studio ARS della Regione la relazione tra l’aumento notevole di mortalità (a) e le concentrazioni crescenti di Arsenico, Mercurio, acido solfidrico ecc (b), cioè se è vera: a = f (b); essendo ritenuta ancora come vera, come scrive l’Arpat, l’esistenza di emissioni di Arsenico, Mercurio, acido solfidrico ecc (b), dalle centrali geotermiche dell’Amiata (c), “con caratteristiche tossicologiche rilevanti”. cioè se è vera b = f (c); per la legge transitiva della Logica, è vera anche la conclusione: che l’incremento delle malattie e mortalità sull’Amiata (a) è dovuta anche alle emissioni delle centrali geotermiche (c), cioè a = f (c).
Da Aristotele in poi, nel mondo, questa è una legge universale della logica per tutte le menti sane ed oneste.
Reiteriamo e sollecitiamo ai candidati la richiesta di rispondere alle 6 domande che si possono leggere qui
Daremo senz’altro conto, prima delle elezioni, delle risposte e degli eventuali silenzi.

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Il Tirreno del 13 maggio 2014
Sos geotermia: «I candidati rispondano»
Il comitato ha posto 6 domande sui rischi collegati agli impianti ma nessun aspirante sindaco ha ancora detto che ne pensa
GROSSETO Che fine hanno fatto le risposte alle sei domande sul tema della geotermia poste dal comitato Sos geotermia ai candidati sindaci dell’Amiata? A due settimane di distanza dalla richiesta, più o meno non c’è traccia di risposte chiare e dettagliate sulle questioni sollevate dal comitato e che servirebbero a dare agli elettori un’idea precisa di cosa i candidati intendono fare se eletti. Un candidato ha perfino convocato un incontro sul tema ma ha “blindato” le domande, imponendo che fossero presentate in anticipo per scritto e senza possibilità di porne di nuove durante l’incontro. «Dobbiamo prendere atto – spiegano da Sos geotermia – che da qualche parte si è acceso un vivace dibattito, ma da gran parte dei candidati continuano ad arrivare dichiarazioni in politichese, che glissano sulle domande preferendo genericamente assicurare che continueranno a tutelare la salute pubblica, che aumenteranno i controlli, che attualmente non ci sono pericoli. Riteniamo invece che sulla salute la situazione sia sufficientemente grave per dover prendere, oggi, dei provvedimenti». Il comitato, come noto, chiede ai candidati risposte puntuali sui dati contenuti nel famoso allegato 6 dello Studio epidemiologico dell’Agenzia regionale di sanità (Ars) Toscana. «Esso – spiega Sos geotermia – individua ben 54 relazioni, statisticamente significative, tra gli incrementi di mortalità e malattie nei comuni geotermici e le concentrazioni crescenti nell’ambiente di arsenico, mercurio, acido solfidrico, cioè le concentrazioni crescenti degli stessi inquinanti prodotti in maniera consistente anche dalle centrali geotermiche e misurate nei paesi geotermici». Ad esempio in alcuni casi relativi alla presenza di arsenico nell’acqua si raggiunge il rischio del 29% in più (333 casi osservati); per il mercurio nel suolo in un gruppo di comuni si il rischio è del 18% in più (477 casi osservati) e per l’acido solfidrico nell’aria il rischio è del 223% in più (20 casi osservati) e così via per altri 51 relazioni significative. «Secondo la logica, poiché lo studio dell’Ars riconosce, nei comuni geotermici, come vera la relazione tra l’aumento notevole di mortalità e le concentrazioni crescenti di arsenico, mercurio, acido solfidrico e altri, e poiché l’Arpat ritiene vera l’esistenza di emissioni di arsenico, mercurio, acido solfidrico e altri dalle centrali geotermiche dell’Amiata, è vera anche la conclusione che l’incremento delle malattie e mortalità sull’Amiata è dovuta anche alle emissioni delle centrali geotermiche». Dati inconfutabili, logica rigorosa, ma i candidati sindaci non hanno battuto ciglio. Per questo Sos geotermia ripropone la domanda e sollecita ai candidati la richiesta di risposta. Le 6 domande si possono leggere sul sito https://sosgeotermia.noblogs.org o sul sito del Tirreno. (f.f.)

Il Cittadino online del 13 maggio 2014
Elezioni, geotermia e salute: domande senza risposte
Sos Geotermia: “Sollecitiamo i candidati a chiarire la loro posizione”
…segue ns. comunicato

Qui Grosseto del 12 maggio 2014
Sos Geotermia: “Elezioni, geotermia e salute: domande senza risposte”
…segue ns. comunicato

Grosseto Notizie del 10 maggio 2014
Sos Geotermia: “I candidati dell’Amiata non hanno risposto alle nostre domande sulla questione”
…segue ns. comunicato

29 aprile 2014. Affollata assemblea ad Arcidosso chiede la moratoria dell’attività geotermica

antigas boccioneCandidati e cittadini preoccupati chiedono che si intervenga subito; grande assente il PD, responsabile dell’attuale situazione, che manda un ‘portavoce’ a contestare.

SOS Geotermia, martedì scorso, ha organizzato nella sala consiliare del Comune di Arcidosso un’ Assemblea pubblica per illustrare e commentare i dati molto preoccupanti sulla salute dei residenti nei comuni geotermici dell’Amiata. Sono stati presentati tutti dati provenienti da vari studi della Agenzia Regionale della Sanità toscana, ai quali le amministrazioni uscenti non hanno mai dato molta importanza. Eppure quegli studi hanno chiaramente escluso che gli eccessi di mortalità registrati in Amiata possano essere attribuiti ai supposti diversi stili di vita o alle precedenti attività minerarie dei  lavoratori e, ciò nonostante, gli amministratori uscenti hanno consentito ad ENEL di raddoppiare nei prossimi anni le centrali.
Invece nell’Assemblea si sono registrate tre grandi sorprese. La prima, per la partecipazione: la sala era stracolma fin  dall’inizio, con tante persone in piedi fino al termine dell’Assemblea, con 15 interventi dal pubblico, dopo la presentazione dei dati fatta da SOS Geotermia. La seconda sorpresa per la qualità degli intervenuti, in pratica con proposte concrete fatte da tutti i candidati a Sindaco e da tutti i rappresentanti delle liste che si presentano nei vari comuni dell’Amiata e presenti in sala, ad eccezione del candidato a Sindaco Marini del PD.
Ma  la sorpresa maggiore è stata sul contenuto degli interventi, che ha ci ha convinto ad organizzare prossimi incontri simili anche negli altri comuni dell’Amiata.
Tutti gli interventi sono andati oltre i meri dati sanitari presentati, ma si sono concentrati sul che fare da subito per fermare le emissioni ENEL in atto, dando ormai per acquisita la loro pericolosità e non ci sono più dubbi sulla necessità di intervenire immediatamente.
In tal senso si sono espressi in particolare i candidati a Sindaco per il Comune di Arcidosso: Bianchini, Camporesi e Franceschelli, ma anche altri candidati a Sindaco e consigliere provenienti da altri comuni Amiatini sia del versante grossetano che senese. Unica voce discorde è stata quella del portavoce locale del PD, Marco Pastorelli, il quale ha, di fatto, sostenuto che le leggi universali della logica valide in tutto il mondo da Aristotele in poi, non sono valide in Toscana (se A=B e se B=C, anche A è uguale a C; nel nostro caso, se c’è una relazione tra inquinanti e mortalità/patologie, se quegli inquinanti vengono emessi anche dalle centrali geotermiche, non si può escludere una concorrenza delle emissioni geotermiche all’aumento di mortalità/malattie). Secondo il PD invece, un amministratore non potrebbe applicare con un’Ordinanza il Principio di Precauzione, consentito dalla legge italiana, imponendo una moratoria fintanto che non si dimostri che le tecniche in uso da parte di ENEL sono assolutamente innocue e che l’eccesso di mortalità/patologie registrato ha altre cause.

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La Nazione del 3 maggio 2014
ARCIDOSSO PIÙ POSSIBILISTI LA GRILLINA FRANCESCHELLI E BIANCHINI
I candidati a sindaco si dividono. La geotermia entra nel dibattito
Marini vuole un confronto. Da Camporesi un secco no
di NICOLA CIUFFOLETTI
MENTRE la campagna elettorale procede inesorabile, Jacopo Marini, candidato a sindaco per la lista «Arcidosso Comunità Viva», lancia l’invito agli altri tre candidati in lizza ad Arcidosso a dibattere, in sede neutra, sul tema geotermia, argomento cui Marini dichiara di avere prestato attenzione fin dall’inizio della sua candidatura. «Mi è sempre premuto fare questo incontro dice e mi sono fin da subito reso disponibile ad effettuarlo con gli altri candidati sindaci alla presenza di un moderatore imparziale». Marcello Bianchini di «Arcidosso Castel del Piano Comune Unico», pone un out out: «Mi sono reso disponibile solo se Marini firma la diffida a Enel sulla comunicazione del fermo impianti». Elena Franceschelli di «A5S si è resa disponibile ad un confronto, contrario invece Pier Paolo Camporesi di «Insieme Per Arcidosso»:«Come ho già comunicato a Marini non sarò presente. Ritengo che questa iniziativa, per quanto mi riguarda non sia utile ad aggiungere altro rispetto a ciò che ho già espresso in altre occasioni, come l’ultimo incontro con i comitati del 29 aprile scorso». Posizioni discordanti da parte dei quattro candidati a sindaco, unanime invece l’impegno a tutelare la salute del cittadino. «Massima attenzione alla salute dei cittadini e al territorio ribatte Marini . A chi propone la chiusura delle centrali come se fosse una cosa da fare alla leggera gli dico che le questioni complesse vanno affrontate con rigore e senso di responsabilità, scorciatoie populistiche e strumentalizzazioni non sono ammesse. Noi ci muoveremo su questo argomento con trasparenza e attenzione, tutelando sempre l’interesse generale». «La nostra posizione è netta afferma Elena Franceschelli siamo contrari a questo tipo di sfruttamento. Sulla salute di cittadini non ci devono essere dubbi». «Non sono contrario alla geotermia ma a queste centrali. chiosa Marcello Bianchini chiedo centrali a ciclo binario e al contempo la diffida ad Enel». «Riteniamo che questo tipo di geotermia con emissioni in atmosfera sia dannosa alla salute e all’ambiente afferma Pier Paolo Camporesi siamo però favorevoli all’utilizzo del calore geotermico per il riscaldamento, termalismo e sericoltura. Siamo decisi a chiedere alla Regione il blocco di ulteriori sviluppi geotermici ed è nostra intenzione applicare il principio di precauzione».

Qui Grosseto del 2 maggio 2014
Affollata assemblea ad Arcidosso chiede la moratoria dell’attività geotermica
Candidati e cittadini preoccupati chiedono che si intervenga subito; grande assente il PD, responsabile dell’attuale situazione, che manda un ‘portavoce’ a contestare
…segue ns. comunicato.

La Nazione del 1 maggio 2014
Geotermia e salute «Fermiamo le emissioni»
di Nicola Ciuffoletti
ARCIDOSSO. UN POMERIGGIO per illustrare e commentare i dati della Geotermia sull’Amiata. Nel pomeriggio di martedì ad Arcidosso, in sala consiliare, il comitato «Sos Geotermia» ha realizzato un incontro a tema, riempiendo la sala di cittadini e esponenti politici. Presenti tutti i candidati a sindaco di Arcidosso con l’unica assenza di Jacopo Marini, candidato Pd. «Un incontro importante dove sono stati illustrati i dati molto preoccupanti sulla salute dei residenti nei comuni geotermici dell’Amiata. afferma Roberto Barocci del Comitato Sos Geotermia Sono stati presentati tutti dati provenienti da vari studi della Agenzia Regionale della Sanità toscana, ai quali le amministrazioni uscenti non hanno mai dato molta importanza. Eppure quegli studi hanno chiaramente escluso che gli eccessi di mortalità registrati in Amiata possano essere attribuiti ai supposti diversi stili di vita o alle precedenti attività minerarie dei lavoratori e, ciò nonostante, gli amministratori uscenti hanno consentito ad Enel di raddoppiare nei prossimi anni le potenze e le emissioni oggi in essere. In assemblea continua Barocci – si sono registrati tre importanti fatti. Il primo per il numero della partecipazione: la sala stracolma, con 15 interventi dal pubblico, dopo la presentazione dei dati fatta da Sos Geotermia. Secondo fatto positivo è dovuto alla qualità degli interventi: tutti i candidati a sindaco e i rappresentanti delle liste dei vari comuni dell’Amiata, sono intervenuti con proposte concrete, ad eccezione del candidato a sindaco Marini, impegnato altrove, e dei suoi candidati di lista, tutti assenti in evidente difficoltà. Ma la sorpresa maggiore è stata sul contenuto degli interventi, che ha convinto Sos Geotermia a organizzare altri incontri simili anche negli altri comuni dell’Amiata. Tutti i candidati sono intervenuti e si sono concentrati sul da farsi per fermare le emissioni oggi in atto, partendo dal fatto che tutti sono già convinti della loro pericolosità e che non ci sono più dubbi sulla necessità di intervenire». Tutti ad eccezione del portavoce locale del PD, Marco Pastorelli.

Il Tirreno del 1 maggio 2014
GEOTERMIA I Comitati insistono: «Stop emissioni» Lite con Marini
ARCIDOSSO Geotermia sì, geotermia no. L’incontro sulla geotermia organizzata dal comitato Sos Geotermia ad Arcidosso martedì pomeriggio aveva uno scopo preciso: illustrare e commentare i dati sulla salute della Agenzia Regionale della Sanità toscana, «ai quali le amministrazioni uscenti non hanno mai dato molta importanza», commentano dal Comitato. Sos Geotermia sottolinea tre fatti importanti dell’incontro: sala stracolma, qundici interventi dal pubblico, qualità degli interventi: «Tutti i candidati a sindaco e i rappresentanti delle liste dei vari comuni dell’Amiata, sono intervenuti con proposte concrete, ad eccezione del candidato a Sindaco Marini, impegnato altrove, e dei suoi candidati di lista, tutti assenti». Sos geotermia fa presente che «tutti gli interventi non hanno approfondito o chiesto chiarimenti sui dati sanitari presentati, ma si sono concentrati sul che fare da subito per fermare le emissioni Enel», visto che tutti sono convinti della loro pericolosità. «In tal senso _ ribadisce Sos Geotermia, si sono espressi in particolare i candidati a sindaco per il Comune di Arcidosso: Bianchini, Camporesi e Franceschelli, ma anche altri candidati a sindaco e consigliere di altri comuni amiatini. L’unica eccezione è stata quella del portavoce locale del Partito democratico, Marco Pastorelli che ha detto che un amministratore non potrebbe applicare con un’ordinanza il principio di precauzione, imponendo una moratoria fintanto che non si dimostri che le tecniche in uso da parte di Enel sono assolutamente innocue». Dal canto suo Marini («assente dall’incontro per motivi di lavoro», chiarisce), in una nota in cui ribadisce la sua «disponibilità a partecipare ad un incontro sulla geotermia con gli altri candidati e i Comitati, concordando preventivamente una data», fa qualche domanda ai Comitati. « Ma come si fa _ chiede Marini _ a pensare a un convegno sui dati dello studio Ars senza invitare i ricercatori che hanno condotto lo studio? Ancora una volta, informazione a senso unico. Come mai non hanno più cercato l’epidemiologo americano Bates, contattato inizialmente dai comitati? Forse perché in uno studio recente ha affermato che l’acido solfidrico non nuoce alla salute (ma anzi sembra avere un valore protettivo)? E a chi propone la chiusura delle centrali come se fosse una cosa da fare alla leggera, invito a riflettere sulla vicenda del termovalorizzatore di Parma. Pizzarotti si è beccato la scomunica da parte di Grillo perché, una volta diventato sindaco, si è reso conto che gli slogan della campagna elettorale sono finiti nel cassetto. La questione geotermia è una cosa molto seria, conclude Marini, scorciatoie populistiche e strumentalizzazioni non sono ammesse». Le posizioni dunque restano distanti e lo scontro non accenna ad attenuarsi. Anzi, col voto in vista si fa più aspro.(f.b.)

GoNews del 1 maggio 2014
“Moratoria dell’attività geotermica”: la chiedono alcuni cittadini all’incontro degli attivisti di ‘Sos’
…segue ns. comunicato

Il Giunco.net del 30 aprile 2014
Sos Geotermia incontra i candidati di Arcidosso: «Fermare le emissioni in atto»
ARCIDOSSO – SOS Geotermia ha organizzato nella sala consiliare del Comune di Arcidosso un’assemblea pubblica per illustrare e commentare «i dati molto preoccupanti sulla salute dei residenti nei comuni geotermici dell’Amiata. Sono stati presentati tutti dati provenienti da vari studi della Agenzia regionale della sanità toscana, ai quali le amministrazioni uscenti non hanno mai dato molta importanza. Eppure – prosegue Sos Geotermia – quegli studi hanno chiaramente escluso che gli eccessi di mortalità registrati in Amiata possano essere attribuiti ai supposti diversi stili di vita o alle precedenti attività minerarie dei lavoratori e, ciò nonostante, gli amministratori uscenti hanno consentito ad ENEL di raddoppiare nei prossimi anni le potenze e le emissioni oggi in essere». «Tutti i candidati a sindaco e i rappresentanti delle liste dei vari comuni dell’Amiata, sono intervenuti con proposte concrete, ad eccezione del candidato a sindaco Marini, impegnato altrove, e dei suoi candidati di lista, tutti assenti in evidente difficoltà – afferma Sos Geotermia -. Ma la sorpresa maggiore è stata sul contenuto degli interventi, che ha convinto SOS Geotermia a decidere di organizzare prossimi incontri simili anche negli altri comuni dell’Amiata». «Tutti gli interventi si sono concentrati sul che fare da subito per fermare le emissioni Enel oggi in atto, partendo dal fatto che tutti sono già convinti della loro pericolosità e che non ci sono più dubbi sulla necessità di intervenire – precisa Sos Geotermia -. In tal senso si sono espressi in particolare i candidati a sindaco per il Comune di Arcidosso: Bianchini, Camporesi e Franceschelli, ma anche altri candidati a sindaco e consigliere provenienti da altri comuni Amiatini sia del versante grossetano che senese. L’unica eccezione è stata quella del portavoce locale del PD, Marco Pastorelli».

Centritalia News del 30 aprile 2014
Amiata: SOS Geotermia,”dati preoccupanti per salute residenti comuni geotermici”
segue ns. comunicato

Vivi Grosseto del 30 aprile 2014
L’assemblea sulla geotermia ad Arcidosso
…segue ns. comunicato