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Il TAR ferma Bagnore 4. Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi!

diavolo bagnore4Accolte le nostre ragioni, ora le amministrazioni facciano il loro dovere.
Il TAR Toscana annulla l’AIA, l’autorizzazione per i lavori della centrale geotermica Bagnore 4, perchè le  prescrizioni contenute nella VIA non sono state soddisfatte.
Esulta Sos geotermia, che, affiancata dal Forum Ambientalista di Grosseto, dal WWF e da Italia Nostra, vede riconosciuta la denuncia che la concessione della VIA da parte della Regione Toscana era stata forzatamente rilasciata e per fare ciò era stata infarcita di oltre 30 prescrizioni di difficile attuazione e che da sole, mettevano in evidenza come il progetto non fosse autorizzabile.
Tutto sarebbe passato sotto silenzio se Sos geotermia non avesse, da subito, denunciato lo scempio di un’altra centrale da 40 MW, con la complicità della Regione ed il colpevole silenzio dei sindaci, ma il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi e la traballante autorizzazione è crollata.
E dire che ancor prima che si iniziasse l’iter avevamo chiesto alle amministrazioni una moratoria per poter discutere nel merito di tutta la questione, ma non abbiamo mai trovato amministratori disponibili a difendere il territorio.
Oggi, alla luce anche delle prese di posizione contrarie alla centrale GESTO di Montenero, è il momento di rimettere in discussione, una volta per tutte, il modello di sviluppo che si vuole per tutto l’Amiata e la Maremma: è così stridente e lampante la contraddizione che vede gli amministratori contrari alla centrale di 5 MW a ciclo binario di Montenero e favorevoli al raddoppio fino ad oltre 120 MW a rilascio libero delle centrali Enel.
Oltre al fermo di Bagnore 4 conseguente al pronunciamento del TAR (sentenza n.107/2014), gli amministratori facciano propria la richiesta di ‘moratoria immediata’ di ogni attività. Oggi non hanno più scuse, conoscono gli effetti dell’attività geotermica sulla salute e sull’ambiente, non potranno mai più dire ‘non sapevamo’, nè nascondere le loro responsabilità dietro prescrizioni regionali ‘a futura memoria’ che poi nessun ente pubblico verifica.

La Nazione del 22 gennaio 2014
Bagnore 4, il Tar blocca la costruzione. Ma ritiene infondati i timori dei comitati
Vittoria a metà per le associazioni. Il legale: «I lavori devono fermarsi subito»
di MATTEO ALFIERI
DA UNA PARTE gli ambientalisti che esultano. Dall’altra Enel Green Power che storce la bocca per un vizio di forma che ha fermato, di fatto, la costruzione della centrale geotermoelettrica di Bagnore 4 che si trova nel comune di Santa Fiora, il nuovo colosso geotermico sull’Amiata al centro di un’aspra battaglia ormai da anni. E’ stata la seconda sezione del tribunale amministrativo della Toscana a bloccare i lavori (quando la sentenza 107/2014 sarà esecutiva) per la costruzione perché ha ritenuto illegittima l’acquisizione delle integrazioni e la relativa verifica a una delle prescrizioni (la numero 17, quella che si riferisce alle emissioni inquinanti nell’aria) prima dell’inizio dei lavori, anziché prima del rilascio dell’autorizzazione, nonostante che la verifica stessa sia stata pare effettuata e certificata nel febbraio 2013. Una vittoria comunque parziale da parte di Wwf, Italia Nostra e Forum Ambientalista. Il Tar ha infatti dichiarato di fatto «infondati» i timori dei comitati per la centrale di Bagnore 4, confermando la validità della Valutazione di impatto ambientale (Via) effettuata dalla Regione. «In definitiva secondo la Regione la sentenza chiarisce i timori sollevati dai comitati respingendo tutte le loro eccezioni e conferma l’operato della Regione in materia di geotermia, confermandone la valutazione di impatto ambientale». «ABBIAMO VINTO, c’è poco da girarci intorno chiarisce l’avvocato degli ambientalisti, Franco Zuccaro . Il Tar ha annullato di fatto la costruzione e la regione Toscana, come si legge nella sentenza, dovrà dare esecuzione della stessa il prima possibile. Il che significa che i lavori, visto che sono iniziati, devono immediatamente fermarsi». Zuccaro non canta vittoria, comunque. «PURTROPPO il ricorso contro la Valutazione di impatto Ambientale ci è stato respinto dice che era quello che alla fine ci interessava di più. Noi sosteniamo da sempre, anche con studi appropriati che però non sono stati ritenuti sufficienti, l’interferenza tra il serbatoio idrico dell’Amiata, il più grande dell’Italia centrale, e la coltivazione geotermica che verrà fatta quando la centrale geotermoelettrica sarà messa in funzione. E soprattutto avevamo anche asserito che le emissioni di ammoniaca nell’atmosfera sono nocive per gli abitanti di quel territorio». Il Tar ha evidenziato la correttezza della Regione su questi due assunti. «Comunque la nostra guerra prosegue conclude Zuccaro . Intanto abbiamo vinto questa battaglia, poi vedremo».

Il Tirreno del 22 gennaio 2014
GEOTERMIA. SCONTRO IN TRIBUNALE
Il Tar blocca la centrale Bagnore 4
Un vizio di forma annulla l’autorizzazione regionale alla costruzione del megaimpianto di Santa Fiora
di Francesca Ferri
FIRENZE Ricorso respinto ma motivi aggiunti in parte accolti. Risultato: il Tribunale amministrativo della Toscana blocca la centrale geotermica di Bagnore 4, annullando l’autorizzazione unica rilasciata dalla Regione Toscana ad Enel Green Power per costruire l’impianto. Il ricorso al Tar. La decisione è contenuta nella sentenza con cui il 20 gennaio il giudici fiorentini sono stati chiamati a pronunciarsi a seguito del ricorso presentato nel 2012 dalle associazioni ambientaliste Wwf, Italia Nostra, Forum Ambientalista e altri soggetti privati (tra di essi l’ex assessore provinciale di Rc Sergio Bovicelli e la comunità buddista Dzogchen) che da anni lottano per impedire lo sfruttamento geotermico dell’Amiata sostenendo che, per le particolari condizioni del sottosuolo dell’ex vulcano, andare a pescare il calore della terra, qui, sia inquinante. Un progetto del 2005. Di diverso parere Enel Green Power che da mezzo secolo è presente in Amiata con le sue centrali e che nel marzo del 2013 ha, appunto, avviato la costruzione dell’ultimo impianto, Bagnore 4, tra i comuni di Santa Fiora e Arcidosso, con un megainvestimento di 123 milioni di euro e un progetto che risale al 2005, anno in cui Enel invia alla Regione richiesta di compatibilità ambientale della centrale. Negli anni si è svolto il complicato iter autorizzativo: la valutazione di impatto ambientale, gli studi geostrutturali, le osservazioni degli enti locali, la conferenza dei servizi, il parere dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e, infine, il 10 settembre 2012, è arrivata l’autorizzazione della giunta alla costruzione: la delibera 810. Respinti i 12 punti “oscuri”. Contro questa delibera le associazioni ambientaliste presentano prima un ricorso e poi i cosiddetti motivi aggiunti, depositati il 21 marzo 2013. Gli ambientalisti lamentano dodici carenze nell’istruttoria presentata da Enel: mancherebbe il bilancio idrico; non sarebbe stato approfondito il possibile collegamento tra falda acquifera superficiale (e potabile) e quella geotermica sottostante e il connesso pericolo di inquinamento della prima; lo studio sull’impatto sulla salute dei cittadini sarebbe carente; Enel non avrebbe valutato l’impatto complessivo di tutte le centrali; non avrebbe descritto le condizioni iniziali dell’ambiente per alcuni fattori; non avrebbe fatto una valutazione piena di incidenza; avrebbe rimandato, a dichiarazione di compatibilità ambientale già adottata, gli accertamenti o monitoraggi necessari alla Via, in tutto ben 38, sollevati dalla Regione; non avrebbe rispettato il suo stesso protocollo per monitorare le emissioni di ammoniaza e mercurio; non avrebbe risposto alle osservazioni dei cittadini e delle associazioni; non ha invitato alla concertazione l’Autorità di bacino del Tevere; avrebbe presentato una istruttoria carente. Il Tar respinge uno per uno i dodici punti del ricorso, riconoscendo ora che la correlazione tra le falde è stata affrontata, ora che la valutazione cumulativa è stata fatta e così via. «Ok le 38 prescrizioni». In particolare il Tar riconosce la bontà del metodo con cui la Regione autorizza impianti di questo tipo e, cioè, concedere la Via anche se “qualcosa non va”, rimandando la soluzione di possibili e significativi impatti ambientali alle cosiddette “prescrizioni”. Insomma, la regione in sostanza dice: “ok, ti do l’autorizzazione a costruire l’impianto ma ti devi impegnare a sistemare questo e quell’aspetto». Nel caso della richiesta di autorizzazione a costruire Bagnore 4 la Regione ha inviato a Enel ben 38 prescrizioni che riguardano tutti gli ambiti tematici della Via (aspetti generali, qualità dell’aria, risorsa idrica, clima acustico, campi elettromagnetici, flora, fauna, qualità del paesaggio, cantierizzazione, patrimonio culturale, suolo e sottosuolo, rifiuti e bonifiche). Ma i giudici ritengono che questo modo di autorizzare tali impianti «è del tutto fisiologico». Il vizio di forma. Cosa, dunque, ha convinto il Tar a sospendere l’autorizzazione alla costruzione? Il Tar riconosce che la Regione ha “derubricato” le 38 prescrizioni a «meri prodromi dell’avvio dei lavori e, in taluni casi, dell’avvio dell’esercizio degli impianti». In particolare, le prescrizioni 17, 18 e 19 prevedevano che Enel presentasse un Protocollo di gestione e manutenzione impianti con il calendario degli interventi e le misure da adottare in caso di guasti, e che prevedesse la comunicazione in tempo reale a Regione e Arpat di blocchi delle centrali. Il 19 novembre 2012 ad Arpat non risulta che Enel abbia presentato una proposta. E il 19 dicembre 2012 Arpat ritiene che «il Protocollo per Bagnore 3 e 4 risponda solo in parte a quanto prevede la prescrizione». Intanto, però il 26 novembre 2012 la conferenza dei servizi rilascia l’autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio del nuovo impianto di Bagnore 4, dicendo che Enel aveva ottemperato all’autorizzazione. Cosa impossibile, visto che 23 giorni dopo Arpat riconosceva che il Protocollo rispondeva solo in parte alla prescrizione. Ora, se la Via può essere data pur allegandovi delle prescrizioni, bisogna poi che queste prescrizioni siano rispettate. In questo caso, invece, la Regione ha rimandato di nuovo questo “appuntamento”. Per il Tar, infatti, non è sufficiente che l’Arpat abbia poi espresso parere favorevole il 3 febbraio 2013. Troppo tardi. Per questo motivo annulla l’autorizzazione. Non appena la sentenza sarà notificata alla Regione, i lavori per Bagnore 4 dovranno essere sospesi.

LE REAZIONI
Enel e ambientalisti: vincono tutti
L’azienda: bocciato il merito. I ricorrenti: riconosciute le forzature    
FIRENZE. Esulta la Regione, esultano gli ambientalisti. Anche se la sentenza del Tar su Bagnore 4, alla fine, non piace del tutto a nessuno dei due. La Regione, e con essa Enel, sottolinea che il Tar ha sospeso l’autorizzazione solo per un «vizio di forma», respingendo il ricorso nel merito. «Il Tar dichiara infondati i timori dei comitati per la centrale di Bagnore 4 e conferma la validità della Valutazione di impatto ambientale effettuata dalla Regione», spiega Firenze. Diversa la lettura degli ambientalisti. Sos Geotermia vede riconosciuta la sua «denuncia che la concessione della Via da parte della Regione era stata forzatamente rilasciata – spiega l’associazione in un comunicato – e per fare ciò era stata infarcita di oltre 30 prescrizioni di difficile attuazione e che da sole mettevano in evidenza come il progetto non fosse autorizzabile. Tutto sarebbe passato sotto silenzio se Sos Geotermia non avesse, da subito, denunciato lo scempio di un’altra centrale da 40 Mw, con la complicità della Regione e il colpevole silenzio dei sindaci. Ma il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi e la traballante autorizzazione è crollata. E dire che ancor prima che si iniziasse l’iter avevamo chiesto alle amministrazioni una moratoria per discutere nel merito la questione ma non abbiamo mai trovato amministratori disponibili a difendere il territorio». Gli ambientalisti, in realtà, speravano che il Tar disconoscesse il metodo con cui la Regione autorizza tali impianti, cioè dare l’ok ma stabilire delle prescrizioni. Buon senso imporrebbe, dicono, che un’autorizzazione venga data quando ogni requisito di sicurezza e compatibilità ambientale è completamente rispettato. E, invece, il Tar sentenzia che è «del tutto fisiologico che quando in sede di Via di un progetto venga accertata l’esistenza di una possibile incidenza sulle matrici ambientali non eliminabile o mitigabile interamente l’autorità possa rilasciare la Via imponendo al privato adeguate prescrizioni». Tra i punti che lasciano l’amaro in bocca agli ambientalisti c’è, ad esempio, la questione ammoniaca. Gli ambientalisti hanno lamentato al Tar che le emissioni d’ammoniaca in atmosfera di Bagnore 3 e della futura Bagnore 4 sono superiori a quanto prescrive la stessa Regione nella sua autorizzazione (2 chili all’ora). La giunta regionale aveva lasciato passare dicendo che «allo stato attuale non esistono sistemi per abbattere l’ammoniaca in questa misura» e aveva ammesso «che tali valori non devono essere considerati obbligatori». Insomma, contraddicendo se stessa. Eppure anche qui il Tar le dà ragione. «Certamente è una vittoria anche se riguarda solo i motivi aggiunti», spiega l’avvocato degli ambientalisti, Franco Zuccaro. «Ma anche nella parte del ricorso respinta ci sono elementi sui cui potremmo continuare a condurre la battaglia. Sta ai miei clienti decidere se fare ricorso al Consiglio di Stato». (f.f.)

LE CIFRE    
123 milioni di euro: è l’investimento di Enel Green Power per costruire la centrale geotermica di Bagnore 4 nel territorio al confine tra Santa Fiora e Arcidosso
9 anni: è il lasso di tempo passato da quando Enel Green Power ha avviato la richiesta per costruire Bagnore 4 ad oggi. I lavori sono iniziati lo scorso marzo
38 prescrizioni: sono quelle che la Regione allega alla Via e che riguardano tutti gli ambiti autorizzativi
12 i privati cittadini che si sono affiancati alle associazioni ambientaliste Wwf, Italia Nostra e Associazione Forum Ambientalista nel ricorso al Tar. Insieme a questi soggetti si è aggiunta ai ricorrenti anche la comunità buddista Dzogchen di Merigar.

Il Tirreno.it del 21 gennaio 2014
Geotermia: il Tar annulla l’autorizzazione alla costruzione della centrale Bagnore 4
I giudici fiorentini accolgono i motivi aggiunti degli ambientalisti nel ricorso contro la Regione: stop ai lavori per l’impianto Enel Green Power
Il Tar Toscana annulla l’Aia, l’autorizzazione per i lavori della centrale geotermica Bagnore 4, perché le prescrizioni contenute nella Valutazione di impatto ambientale non sono state soddisfatte.
Esulta l’associazione contraria allo sfruttamento geotermico dell’Amiata Sos Geotermia che, affiancata dal Forum Ambientalista di Grosseto, dal Wwf e da Italia Nostra, nonché da una serie di privati cittadini, aveva presentato il ricordo ai giudici del tribunale amministrativo fiorentino. Sos Geotermia da tempo sostiene che «la concessione della Via da parte della Regione Toscana era stata forzatamente rilasciata e per fare ciò era stata infarcita di oltre 30 prescrizioni di difficile attuazione e che da sole, mettevano in evidenza come il progetto non fosse autorizzabile».
«Tutto – prosegue Sos Geotermia – sarebbe passato sotto silenzio se Sos Geotermia non avesse, da subito, denunciato lo scempio di un’altra centrale da 40 Mw, con la complicità della Regione e il colpevole silenzio dei sindaci, ma il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi e la traballante autorizzazione è crollata. E dire che ancor prima che si iniziasse l’iter avevamo chiesto alle amministrazioni una moratoria per poter discutere nel merito di tutta la questione, ma non abbiamo mai trovato amministratori disponibili a difendere il territorio. Oggi, alla luce anche delle prese di posizione contrarie alla centrale Gesto di Montenero, è il momento di rimettere in discussione, una volta per tutte, il modello di sviluppo che si vuole per tutto l’Amiata e la Maremma: è così stridente e lampante la contraddizione che vede gli amministratori contrari alla centrale di 5 Mw a ciclo binario di Montenero e favorevoli al raddoppio fino ad oltre 120 Mw a rilascio libero delle centrali Enel. Oltre al fermo di Bagnore 4 conseguente al pronunciamento del Tar, gli amministratori facciano propria la richiesta di moratoria immediata di ogni attività. Oggi non hanno più scuse, conoscono gli effetti dell’attività geotermica sulla salute e sull’ambiente, non potranno mai più dire “non sapevamo”, né nascondere le loro responsabilità dietro prescrizioni regionali a futura memoria che poi nessun ente pubblico verifica».

GrossetoOggi.net del 21 gennaio 2014
Geotermia, il Tar ferma Bagnore 4: “Progetto non autorizzabile”
Sos Geotermia accoglie con entusiasmo la notizia
…segue ns. comunicato

Il Cittadino online del 21 gennaio 2014
AMIATA: IL TAR FERMA BAGNORE 4
Accolte le ragioni di Sos Geotermia
…segue ns. comunicato

Alètheia online del 21 gennaio 2014
Energia, il Tar Toscana ferma l’impianto geotermico in Maremma
Il Tar della Toscana annulla l’Aia, l’autorizzazione per i lavori della centrale geotermica Bagnore 4, perché le prescrizioni contenute nella Valutazione di impatto ambientale non sono state soddisfatte
…segue ns. comunicato

Interrogazione parlamentare sulla geotermia in Amiata presentata il 27 dicembre scorso

montecitorio trivellaStamattina a Grosseto si è svolta una conferenza stampa di Sos geotermia per presentare l’interrogazione parlamentare presentata il 27 dicembre 2013 dagli On.Zaccagnini (primo firmatario), Serena Pellegrino e Alberto Zolezzi; ai giornalisti e cittadini convenuti è stata illustrata l’interrogazione e fornita la documentazione. Erano anche presenti i portavoce provinciali del M5S Giacomo Gori e Matteo della Negra.

Tre deputati al Parlamento italiano hanno presentato alla Camera una interpellanza sulle dannose conseguenze della geotermia in Amiata: Adriano Zaccagnini, del Gruppo misto, primo firmatario, Serena Pellegrino di Sinistra Ecologia e Libertà ed Alberto Zolezzi del Movimento 5 Stelle. Quattro i Ministri destinatari delle  informazioni presentate al Governo al quale si chiede di rispondere: quello della Salute in primo luogo, poi quelli dello Sviluppo Economico, dell’Ambiente e degli Affari europei.
I temi sono quelli che SOS Geotermia da tempo ha sollevato in più occasioni, ma i fatti denunciati dai tre deputati, con la relativa documentazione presentata al vaglio della Commissione Ispettiva della Camera sulle interrogazioni, testimoniano ipotesi di illegittimità e illegalità allarmanti. In sintesi per gli interroganti la Geotermia in Amiata non è né rinnovabile, né sostenibile e tanto meno pulita ed è quindi sospetto come l’Enel abbia potuto ottenere consistenti finanziamenti pubblici, a carico dei contribuenti, e come quegli impianti, tecnologicamente superati, abbiano potuto essere autorizzati ed essere considerati capaci di produrre una energia rinnovabile e sostenibile, al punto da essere incentivata e ben accolta dagli amministratori pubblici.
In realtà le quantità di inquinanti emesse in atmosfera in Amiata documentano una attività che concorre sicuramente all’eccesso del +13% di mortalità, statisticamente significativo, rilevato nei paesi geotermici dell’Amiata. Sono inoltre emissioni clima alteranti ben oltre le centrali elettriche alimentate ad olio combustibile e sottraggono una buona parte delle riserve idriche, peggiorandone la qualità, fino all’esaurimento. Il tutto in zona sismica e all’interno di arre protetta dalla Comunità europea.
Chi per arroganza od opportunismo o peggio vuole continuare ad ignorare la specificità idro/geochimica dell’Amiata, dovrà assumersi la responsabilità politica e giuridica delle scelte fatte.
Sette le domande finali dell’interrogazione a cui il Governo dovrà rispondere.

Questi i quesiti:
1.
se, considerato che l’acqua è un bene comune di gran lunga più importante degli utili di una società energetica e tenuto conto della grave crisi idrica determinata anche dagli impianti geotermici che comportano forti aumenti dei consumi, ad avviso degli interpellanti nella specifica circostanza del Monte Amiata si sarebbe dovuto applicare il principio di precauzione;

2.
se i Ministri siano a conoscenza dei fatti narrati e quali azioni intendano intraprendere;
se i Ministri, visto l’eccesso di malattie registrate nei comuni geotermici con concentrazioni crescenti degli inquinanti di cui in premessa, non reputino ci sia un nesso con le suddette emissioni geotermiche, che si ripetono da diversi decenni in Amiata;

3.
se non reputino che il bilancio idrico avrebbe dovuto essere definito, come richiesto anche dalle autorità di bacino, comprendendo le acque emesse dalle centrali geotermiche e che le aree di ricarica delle falde idropotabili debbano essere individuate, perimetrate e tutelate;
di quali elementi disponga circa la conformità dell’attività geotermica in Amiata con le normative vigenti così come sopra citate;

4.
se viste le norme e le direttive e indicazioni dell’Unione europea sulla riduzione delle emissioni di ammoniaca e metano, non reputino che le centrali geotermiche dovrebbero essere escluse dalle energie rinnovabili, visto che producono più di una centrale alimentata ad olio combustibile e se stante i dati dell’Arpat, si possa sostenere che le centrali geotermoelettriche producano energia pulita e sostenibile tale da ricevere una cospicua somma di incentivi statali;

5.
se tale situazione non comporti rischi elevati per l’incolumità pubblica in caso di eventi sismici che, stante i fatti, si potrebbe verificare con conseguenze disastrose; quindi se non ravvedano un reale rischio per l’incolumità degli abitanti del territorio, considerato che l’Amiata è reputata anche zona sismica, e se non ritengono, per quanto di competenza, di fare proprie le considerazioni del professore Mucciarelli docente di sismologia applicata;

6.
se non ritengano doveroso, per quanto di competenza, colmare le lacune normative, finora troppo generalizzate, in tema di geotermia, facendo proprie le istanze dei movimenti e dei coordinamenti locali che denunciano un grave rischio per la salute e per l’ambiente;

7.
se i Ministri vista la costruzione di Bagnore 4 all’interno di un sito di interesse comunitario e zona di protezione speciale, non ritengano che vada ad inquinare pesantemente un’area protetta, anche in considerazione del fatto che, ad avviso degli interpellanti sia sta agendo in netto contrasto con le scelte compiute in precedenza dalla pubblica amministrazione che ha prima usufruito di finanziamenti pubblici per proteggere e valorizzare le risorse naturali e le biodiversità di un’area ed ora usufruisce delle «compensazioni ambientali» di ENEL per danneggiare quello che invece avrebbe dovuto tutelare.

All’interrogazione è stata allegata anche la documentazione:

1. Arpat di Firenze, “Monitoraggio dell’impatto ambientale della produzione geotermica” dell’11.10.2006

2 Nota del Dip.ARPAT di Siena del 12.5.2011 Prot. n° 32765, All.1.

3 Nota del Dip.Arpat di Siena – Monitoraggio delle arre geotermiche toscane- Anno 2011 tab. 2-10, pag.24.

4Il Rapporto ARS è scaricabile da :

http://www.ars.toscana.it/files/aree_intervento/ambiente/geotermia/studio_geotermia/progetto_geotermia_2010.pdf

(accesso del 17.12.2013) a pag.80 gli eccessi statisticamente significativi nell’area Sud.

5 L’Aggiornamento ARS e la rivista si scarica da:

http://www.epiprev.it/materiali/2012/EP5-2012/EPv36i5suppl1.pdf

(accesso del 17.12.2013)

5La stampa locale, il 28 novembre 2010, riportando la presentazione della Relazione Ars-Cnr, fatta dalla Giunta Regionale, ha così titolato: “Amiata indagine sullo stato di salute dei cittadini – Geotermia, dagli studi non emergono rischi sanitari” (La Nazione); “L’indagine è stata condotta in tutte le aree dove c’è attività termica -La geotermia non uccide- Presentata la ricerca dell’Ars sui rischi per la salute” (Il Tirreno); “Santa Fiora- La vita al tempo della geotermia. Sala del Popolo gremita per ascoltare la relazione sui dati epidemiologici. Cipriani:- Qui l’aria migliore della Toscana-. Ma i comitati contestano”. (Corriere di Maremma).

Vedi:

http://www.provincia.grosseto.it/index.php?id=913&tx_ttnews[cat]=52&tx_ttnews[year]=2010&tx_ttnews[month]=11&tx_ttnews[day]=28

(accesso del 17.12.2013)

6 Fabio Voller, Ars, “Le informazioni sugli stili di vita”, Ottobre 2012. Vedi:

http://www.ars.toscana.it/files/eventi/eventi_2012/geotermia_e_salute/2012_10_25_presentazione_stili_vita_voller.pdf

(accesso del 17.12.2013)

7 Si riportano alcune pubblicazioni e censure in merito alla scelta di diluire i risultati ricavati su popolazione diversamente esposte agli inquinanti:

a) S.Parodi, V.Gennaro, M.Ceppi, PL.Cocco Comparison bias and dilution effect in occupational cohort studies. Int J Occup Environ Health 2007; Apr-Jun: 13 (2): 143-52

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17718170

b) Hernberg. ”Negative” results in cohort studies: how to recognize fallacies.SJWEH.1981; 7:121-6

http://www.sjweh.fi/show_abstract.php?abstract_id=2589

c) V.Gennaro, P.Ricci, AG.Levis, P.Crosignani. Epidemiology’s and epidemiologists’ vice and virtues.Vizi e virtù dell’epidemiologia e degli epidemiologi. Epi & Prev 2009; 33 (4-5), supp 2:49-56.http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20124642

d) N.Pearce. Corporate influences on epidemiology. Int J Epidem 2008; 37(1):46-53.

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18245050

e) V.Gennaro, L.Tomatis. Business bias: How epidemiologic studies may underestimate or fail to detect increased risks of cancer and other diseases. Int J Occup Environ Health 2005;11:356–359.

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16350469

8 Regione Toscana – Gruppo di Lavoro per il Bilancio Idrico dell’Acquifero del M. Amiata (AdB Tevere, AdB Fiora, Bacino Regionale Ombrone, Settore Prevenzione del Rischio Idraulico e Idrogeologico, Settore Tutela e Gestione delle Risorse Idriche) Procedura di VIA Progetto di riassetto Area Geotermica Piancastagnaio. Contributo istruttorio sulle integrazioni Enel, relativamente alla tutela della falda strategica del M. Amiata. Verbale riunione del 16.12.2010;

9 A. Calamai, R. Cataldi (Enel, Direzione Studi e Ricerche, Centro di Ricerca Geotermica, Pisa) – P. Squarci (Cnr, Istituto Internazionale per le Ricerche Geotermiche, Pisa),Geology, Geophysics and Hydrogeology of the Monte Amiata Geothermal Fields Maps and Comments, 1970.

Il lavoro di Calamai, insieme a quelli di Burgassi et altri del 1965 e di Cataldi del 1965, viene più volte richiamato nel verbale del Gruppo di Lavoro per il Bilancio Idrico dell’Acquifero del Monte Amiata, redatto in data 16 dicembre 2010, in occasione della procedura di VIA per il Piano di riassetto dell’Area geotermica di Piancastagnaio.

10 Regione Toscana, Settore Tutela del Territorio e della costa . Prot. n° A00-GRT int.11 del 14.11 2007. Oggetto Piano di lavoro finalizzato alla definizione del bilancio idrico dell’acquifero dell’Amiata. Risultati delle indagini eseguite” a firma del geologo Luigi Micheli.

11 Regione Toscana, Relazione del geologo dott. Micheli, Il sondaggio di poggio Trauzzolo,Convegno ad Abbadia S. Salvatore del 5 febbraio 2011.

12 a) O. Conio, R. Porro, L’arsenico nelle acque destinate al consumo umano, ed.F. Angeli,2009. Pag. 86/88;

b) USL 9, Zona 3 – Amiata Grossetana, prot.n. 308 del 24.04.2007, del Dipartimento della Prevenzione, Ufficio Igiene e Sanità Pubblica di Arcidosso, Oggetto: Dati analitici delle acque potabili, relativi al parametro “arsenico” per i Comuni di Castel del piano, Arcidosso, Santa Fiora. Periodo 1999 – 2006;

c) Acquedotto del Fiora – Richiesta di deroga per le acque destinate al consumo umano. Relazione Sintetica e Allegato 2 .2007;

d) ARPAT – Allegato 2 –L’Acquifero del Monte Amiata – Analisi dei dati relativi al monitoraggio nel periodo 2002-2006, con particolare riferimento alla presenza di arsenico.Alessandro Becatti, Dario Giannerini – Febbraio 2007.

13 L.183/89 e successive modifiche e integrazioni, art. 144 del D. Lgs. 152/06.

14 Dati presenti nella Deliberazione di Giunta Regionale Toscana n° 344 del 22.3.2010 “Approvazione dei criteri direttivi per lil contenimento delle emissioni in atmosfera delle centrali geo termoelettriche”.

15 Nota ARPAT-dip. Siena,”Controllo e monitoraggio delle pressioni e dello stato dei territori soggetti allo sfruttamento dei fluidi geotermici” Febbraio 2007.

16Nota dell’ARS alla Regione Toscana del 31.052012, pag.3 e pag.6 in merito allo Valutazione di Impatto Ambientale della centrale geotermoeletrica di Bagnore 4.

17Regione Toscana – Direzione generale della Presidenza, Settore Valutazione di Impatto Ambientale. Conferenza dei Servizi del 4 settembre 2012. Verbale, capoverso in merito all’impatto sanitario.

18M Mucciarelli,Sismicità indotta da attività antropiche e rischio derivante “ Rivista di Ingegneria sismica n°1/2 gennaio/giugno 2013.

19 ENEL, Studio di Impatto Ambientale della centrale geotermoelettrica Bagnore 4.

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Contropiano.org dell’11 gennaio 2014
Interrogazione parlamentare sulla nocività della geotermia a Monte Amiata
…segue ns. comunicato

Il Tirreno dell’11 gennaio 2014
ENERGIA » LUCI E OMBRE
Il caso geotermia amiatina finisce in Parlamento 
I comitati contrari agli impianti sono i promotori di un’interpellanza a 4 ministri sull’incremento degli inquinanti, l’assenza del bilancio idrico e il rischio sismico 
di Enrico Pizzi
GROSSETO. «Sta crollando il mito della geotermia come energia pulita, sicura e rinnovabile». È già una mezza vittoria, per gli esponenti di Sos Geotermia, il fatto che la loro lotta contro l’espansione delle centrali geotermiche sull’Amiata e le loro ragioni, supportate da una copiosa documentazione tutta composta da studi e atti pubblici, siano approdate in Parlamento attraverso una interpellanza “bipartisan” presentata degli onorevoli Adriano Zaccagnini (ex Movimento 5 Stelle, oggi gruppo misto), Serena Pellegrino (Sel) e Alberto Zolezzi (M5S). Una mezza vittoria che Roberto Barocci, portavoce dei comitati riuniti sotto la sigla Sos Geotermia, ha sottolineato ieri in una conferenza stampa convocata a Grosseto, nel corso della quale – documenti alla mano, ha fatto notare che quei documenti hanno già superato il vaglio di una commissione parlamentare che decide dell’ammissibilità o meno di una interpellanza. Insomma, sulla loro attendibilità ci sono pochi dubbi, secondo Barocci. Adesso quei documenti saranno trasmessi a tutti i sindaci interessati. «Perché nessuno – dice Roberto Barocci – possa dire che non sapeva». L’interpellanza pone questioni pesanti, tutte basate su una serie di premesse fondate proprio sulla documentazione fornita da Sos Geotermia. Si chiede, infatti, ai ministri competenti – i ministeri interpellati sono quattro: Sviluppo economico, Ambiente, Salute e Affari europei – innanzitutto se non si sarebbe dovuto applicare il principio di precauzione a tutela della risorsa idrica «un bene comune di gran lunga più importante degli utili di una società energetica – scrivono – e tenuto conto della grave crisi idrica determinata anche dagli impianti geotermici che comportano forti aumenti dei consumi». Si chiede, poi, se «i ministri, visto l’eccesso di malattie registrate nei Comuni geotermici con concentrazioni crescenti degli inquinanti, non reputino ci sia un nesso con le suddette emissioni geotermiche, che si ripetono da diversi decenni in Amiata». Si chiede, inoltre, se non si reputi «che il bilancio idrico avrebbe dovuto essere definito, come richiesto anche dalle autorità di bacino, comprendendo le acque emesse dalle centrali geotermiche e che le aree di ricarica delle falde idropotabili debbano essere individuate, perimetrate e tutelate», se non si ritenga che «viste le norme e le direttive e indicazioni dell’Unione Europea sulla riduzione delle emissioni di ammoniaca e metano, le centrali geotermiche dovrebbero essere escluse dalle energie rinnovabili, visto che producono più di una centrale alimentata ad olio combustibile» e, dunque, anche dalla possibilità di ricevere cospicui incentivi statali. L’attenzione, poi è rivolta anche al rischio sismico che lo sfruttamento della risorsa geotermica comporterebbe. I tre parlamentari chiedono in proposito ai quattro ministri «se non ravvedano un reale rischio per l’incolumità degli abitanti del territorio, considerato che l’Amiata è reputata anche zona sismica». Inoltre chiedono ai ministri «se non ritengano doveroso colmare le lacune normative in tema di geotermia, facendo proprie le istanze dei movimenti e dei coordinamenti locali che denunciano un grave rischio per la salute e per l’ambiente». In merito, infine, allo specifico della centrale di Bagnore 4, che è in fase di realizzazione, nell’interpellanza si fa notare che si trova «all’interno di un sito di interesse comunitario (Sic) e zona di protezione speciale (Zps) “Monte Labbro ed Alta Valle dell’Albegna”», così come gli altri interventi «sono programmati in prossimità del medesimo sito ed alcuni ricadono all’interno o nelle vicinanze del Sic “Alto corso del fiume Fiora” e del Sic “Cono vulcanico del Monte Amiata”». Per gli interpellanti ne discende una contraddizione «con le scelte compiute in precedenza dalla pubblica amministrazione che ha prima usufruito di finanziamenti pubblici per proteggere e valorizzare le risorse naturali e le biodiversità di un’area e ora usufruisce delle compensazioni ambientali di Enel».

La Nazione dell’11 gennaio 2014
AMBIENTE IL GOVERNO INFORMATO DEI PROBLEMI IN MONTAGNA

Interpellanza parlamentare per la geotermia sull’Amiata
Il comitato «Sos» ha raccolto la documentazione
L’ENERGIA geotermica al centro di polemiche. Il comitato Sos Geotermia ha consegnato nel dicembre scorso a tre gruppi parlamentari (Gruppo Misto, M5S e Sel), diciannove documenti, per la maggior parte prodotti da uffici pubblici, responsabili della tutela della salute e dell’ambiente. Sono tutti passati, assieme al testo dell’interrogazione, al vaglio della Commissione ispettiva del Parlamento e adesso sono alla base di un’interpellanza. Lo ha detto Roberto Barocci ieri mattina durante una conferenza stampa organizzata da Sos Geotermia. L’ambientalista da sempre sostiene che la geotermia prodotta da Enel in Amiata non è «né pulita, né rinnovabile. E che bisogna iniziare a rispettare la legalità». La documentazione ha consentito agli onorevoli Adriano Zaccagnini, del Gruppo misto, Serena Pellegrino di Sel, e Alberto Zolezzi di M5S di informare il Governo che «c’è una relazione tra l’aumento di malattie registrato e le concentrazioni di inquinanti. Essendo riconosciuta nei comuni geotermici come vera anche la relazione tra glii inquinanti e le emissioni delle centrali geotermiche sostengono diciamo che l’eccesso di malattie è anche funzione delle emissioni delle centrali geotermiche». Ma non solo. In merito alle risorse idriche i parlamentari chiedono: «In Amiata la produzione di energia comporta un consumo di milioni di metri cubi di acqua proveniente anche dagli acquiferi superficiali oltre che da quelli termali e geotermici e la legge prevede che le acque siano utilizzate con priorità per consumi potabili». In merito alle emissioni climalteranti, «oltre ad inquinanti tossici e nocivi per la salute, le centrali dell’Amiata, producono migliaia di tonnellate di Co2 e grandi quantità di metano, altra sostanza climalterante». Poi anche il rischio sismico: «La geotermia produce una sismicità indotta derivante da fenomeni di depressurizzazione del sottosuolo dovuti dallo sgonfiamento dei cuscini geotermici e alla reiniezione dei fluidi con conseguente possibile fatturazione delle rocce, oltre a fenomeni di subsidenza».

GrossetoOggi.net del 10 gennaio 2014
“La geotermia in Amiata non è né pulita, né rinnovabile”
Gruppo Misto, M5S e SEL presentano un’interrogazione in Parlamento
GROSSETO – Ben 19 documenti, per lo più prodotti da Pubblici Uffici, responsabili della tutela dalla salute e dell’ambiente, e tutti provenienti da fonti autorevoli, sono stati consegnati nel dicembre scorso da SOS Geotermia ai tre gruppi parlamentari Gruppo Misto, M5S e SEL e passati, assieme al testo dell’interrogazione, al vaglio della Commissione ispettiva del Parlamento. La documentazione, infatti, ha consentito agli onorevoli Adriano Zaccagnini del Gruppo misto, Serena Pellegrino di Sel ed Alberto Zolezzi del Movimento 5 Stelle di informare il Governo che sussiste una relazione tra l’aumento di malattie registrato e le concentrazioni di diversi inquinanti prodotti, così come in altri comuni, dalle centrali geotermiche. In merito alle risorse idriche, precisa il comitato Sos Geotermia, “la produzione di energia comporta un consumo di milioni di metri cubi di acqua proveniente anche dagli acquiferi superficiali, ma” prosegue “non è stato definito il bilancio idrico, in programma sin dal 2002 come strumento indispensabile per conoscere la quantità di acqua in uscita ed assicurare l’equilibrio fra le disponibilità di risorse ed i fabbisogni per i diversi usi” nel rispetto delle leggi ricordate nell’interpellanza parlamentare.
A questo, nei documenti presentati dai tre gruppi parlamentari, si aggiunge anche la questione della presenza di inquinanti tossici e nocivi per la salute. “Le centrali dell’Amiata producono migliaia di tonnellate di CO2 e grandi quantità di metano. L’anidride carbonica emessa è di gran lunga superiore a quella di una centrale alimentata ad olio combustibile. Viste le norme e le direttive e indicazioni dell’Unione europea sulla riduzione delle emissioni di ammoniaca e metano, le centrali geotermiche dovrebbero essere escluse dalle energie rinnovabili”. Per il movimento Sos Geotermia, che ha raccolto la documentazione, “come dimostrato scientificamente, si può produrre una sismicità indotta, derivante da fenomeni di depressurizzazione del sottosuolo dovuti dallo sgonfiamento dei cuscini geotermici e alla reiniezione dei fluidi con possibili fatturazioni delle rocce e fenomeni di subsidenza” in una zona già di per sé sismica. Ed infine, come riporta il comitato, “la nuova centrale Bagnore 4 e due nuovi pozzi sono localizzati all’interno di un sito di interesse comunitario (SIC) e zona di protezione speciale (ZPS) Monte Labbro ed Alta Valle dell’Albegna. Le rispettive procedure di VIA non hanno preso in esame l’impatto cumulativo delle emissioni, né è stato preso in considerazione l’inquinamento che continuano a produrre le discariche di materiali di risulta derivanti dalla lavorazione del mercurio: siti ancora in gran parte da bonificare, nonostante il loro inserimento nei piani di bonifica regionali”. Ora, oltre che in Parlamento, la documentazione sarà passata anche ai sindaci dell’Amiata direttamente dal movimento Sos Geotermia.

PrimaPaginaChiusi.it del 10 gennaio 2014
GEOTERMIA SULL’AMIATA. IL 27 DICEMBRE PRESENTATA DA ALCUNI PARLAMENTARI UN’INTERROGAZIONE
Incontro pubblico, lunedì 13 gennaio, alle ore 18, presso il Circolino di S.Lorenzo di Arcidosso
…segue ns.comunicato

Interrogazione parlamentare sulla nocività della geotermia a Monte Amiata

Piancastagnaio, 16 novembre 2013. Incontro sulla salute: Un Altro Punto di Vista

20131116_incontro salute piano_imgLo stato di salute delle popolazioni residenti nelle Aree Geotermiche alla luce dello Studio epidemiologico dell’ARS Toscana e dei rilevamenti dell’Arpat Toscana.
Appuntamento per tutti a Piancastagnaio, il 16 novembre alle ore 16, presso il Centro Anziani

Il coordinamento Sos geotermia continua solitario nell’opera di informazione, nel colpevole silenzio dei nostri amministratori  durato fin troppi anni, anche quando l’Europa obbligava a tale informazione, come nel caso del superamento dei limiti dell’arsenico nell’acqua mai apertamente dichiarato
Sicuramente oggi, dopo i dati sulle emissioni delle centrali geotermiche diffusi dall’Arpat dal 2008 e, ancor più, dopo lo Studio epidemiologico presentato nel 2010 e aggiornato nel 2013 da parte dell’Ars, non è più possibile per nessuno sottrarsi alle proprie responsabilità sia in merito alla diffusione di questi dati sull’impatto sanitario a carico della popolazione locale sia in merito ai conseguenti provvedimenti che ci si aspetterebbe per la tutela della salute che, ricordiamo, è ancora una responsabilità in capo ai sindaci e, per estensione, agli amministratori locali tutti.
Ben sappiamo che, a volte, i molti dati prodotti sono di difficile lettura e purtroppo assistiamo all’estrapolazione e diffusione solo delle conclusioni che, come nel caso dello studio epidemiologico dell’Ars, troppo facilmente tendono a sottovalutare il problema sanitario e ad escludere la responsabilità dell’inquinamento ambientale  quale concausa delle patologie e della mortalità in eccesso che pur lo stesso studio rileva come significativi (come quel 13% in più che corrisponde a ben 2 morti al mese in più rispetto ai comuni limitrofi ed alla regione). L’unica cosa di cui gli estensori dello studio ARS sono certi è che non sanno quali sono le ragioni di tali aumenti di mortalità e patologie, cosa inaccettabile per chi in Amiata vive con le proprie famiglie.
Per questo SOS geotermia si è sentita  in dovere di promuovere pubblicazioni ed incontri affinchè le popolazioni dell’Amiata vengano informate sui dati e sui rischi sanitari e non solo, ma intende rivolgersi anche agli operatori del settore e agli amministratori locali affinchè, presa conoscenza della situazione, possano correttamente esercitare il loro ruolo e, soprattutto in base al ‘principio di cautela’ previsto dalla normativa europea, spingersi a decretare per un immediato fermo delle attività estrattive e dei cantieri.
SOS Geotermia ha invitato all’incontro di Piancastagnaio, che si terrà il 16 novembre alle ore 16 presso il Centro Anziani, oltre alla cittadinanza tutta, il sindaco, i consiglieri comunali ed i medici di zona.
Durante l’incontro ci sarà un collegamento in diretta con il Dott.Valerio Gennaro dell’Istituto Tumori di Genova che, insieme all’associazione Medicina Democratica, ha lavorato con il coordinamento alla lettura dei dati sanitari.

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Il Cittadino online del 20 novembre 2013
Geotermia i dati Arpat preoccupano il Comitato
Le emissioni, i dati epidemiologici nell’incontro di Piancastagnaio
di Fabrizio Pinzuti
PIANCASTAGNAIO. L’Arpat (Agenzia regionale per l’ambiente Toscana) certifica ufficialmente che in un anno le centrali dell’Amiata rilasciano in atmosfera 2.799 tonnellate di acido solforico, 28,97 chili di arsenico, 2.460 tonnellate di ammonio, 889,14 chili di mercurio, 11,01 tonnellate di acido borico e 655.248 tonnellate di anidride carbonica, senza spiegare dove finiscono queste sostanze. Una risposta, molto preoccupante, secondo SOS Geotermia, coordinamento dei movimenti per l’Amiata, l’ha data invece l’ARS (Agenzia Regionale Salute) nello studio sullo “Stato di salute delle popolazioni residenti nelle aree geotermiche della Toscana” a un’altra domanda: esiste una relazione tra incrementi di malattie e concentrazioni crescenti, nell’ambiente, degli stessi inquinanti prodotti in maniera consistente anche dalle centrali geotermiche? La risposta è stata «sì», in 54 relazioni «statisticamente significative». «Pertanto con il linguaggio della logica, valida dai tempi di Aristotele – spiega Sos Geotermia – possiamo ritenere come vera l’esistenza di una relazione tra l’aumento notevole di malattie registrato e le concentrazioni crescenti di diversi inquinanti. Essendo riconosciuta nei comuni geotermici come vera anche la relazione tra gli stessi inquinanti presenti nell’ambiente e le emissioni delle centrali geotermiche, possiamo affermare come vero che l’eccesso di malattie è anche funzione delle emissioni delle centrali geotermiche».
E’ stato questo uno dei punti più dibattuti dell’incontro svoltosi sabato scorso 16 novembre a Piancastagnaio, nell’opera di continua informazione svolta da SOS Geotermia sui possibili effetti dell’attività geotermica in Amiata, su “un altro punto di vista”, con le relazioni di Fabio Landi e Roberto Barocci. L’incontro, a cui erano stati invitati anche gli amministratori locali che hanno fatto registrare una sola presenza, peraltro non per tutta la durata del dibattito, ha voluto essere un aiuto alla comprensione dei dati, spesso di difficile lettura, dello studio, integrato con i dati sulle emissioni delle centrali geotermiche diffusi dall’Arpat dal 2008. Spesso si assiste all’estrapolazione e diffusione solo delle conclusioni che, a giudizio di SOS Geotermia, “troppo facilmente tendono a sottovalutare il problema sanitario e ad escludere la responsabilità dell’inquinamento ambientale  quale concausa delle patologie e della mortalità in eccesso che pur lo stesso studio rileva come significativi (come quel 13% in più che corrisponde a ben 2 morti al mese in più rispetto ai comuni limitrofi ed alla regione). L’unica cosa di cui gli estensori dello studio ARS sono certi è che non sanno quali sono le ragioni di tali aumenti di mortalità e patologie”.
Su questi punti si è ulteriormente concentrata la relazione di SOS Geotermia condotta con Medicina Democratica di Livorno e con Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto nazionale di ricerca sul cancro di Genova, che ha partecipato in collegamento telefonico all’incontro di Piancastagnaio. Le emissioni di sostanze inquinanti rilasciate in atmosfera dalla centrale Bagnore 3 a Santa Fiora e dalle quattro centrali di Piancastagnaio (Pc 2, Pc3, Pc4 e Pc5) sono state misurate nel flusso di massa, cioè nella loro quantità complessiva. È questo uno dei due parametri che la legge prevede di monitorare. L’altro è la concentrazione delle sostanze (al metro cubo). Secondo le norme regionali attuali, per essere in regola una centrale geotermica deve rispettare o l’uno o l’altro parametro. In parole semplici: un inquinante può essere immesso in atmosfera in quantità pressoché illimitate purché non ci finisca tutto insieme. Va diluito. Secondo SOS geotermia invece dal punto di vista sanitario ciò che conta è la quantità totale che il territorio riceve. Insomma gli effetti delle sostanze inquinanti vanno valutati anche in ragione del loro accumulo nell’aria, nell’acqua, nel suolo e sottosuolo e nel corpo umano, nonché sommati a quelli di pregresse attività, come quella estrattiva di mercurio durata fin quasi agli anni 80.
Queste ed altre preoccupazioni, hanno riferito i rappresentanti di SOS Geotermia, sono condivise dai partecipanti – scienziati e ricercatori di varie università e istituti di ricerca – al 27º congresso dell’Associazione italiana di epidemiologia, svoltosi recentemente a Roma, dato questo che testimonia l’inizio dell’incrinamento anche nel mondo scientifico della convinzione che la geotermia sia una fonte pulita e rinnovabile di energia. Quanto meno non lo è dovunque ed esiste una seria possibilità che l’attività geotermica in Amiata emetta in atmosfera i metalli pesanti di cui è ricco il sottosuolo, a cominciare dal mercurio, che gli stessi dati Arpat individuano nell’Amiata Senese superiore di 27 volte a quello registrato nel bacino geotermico dell’area pisana e di Radicondoli. Differiscono pure tra le due aree i dati relativi all’analisi di aria, acqua e suolo, in particolare per le superiori emissioni in atmosfera di boro, arsenico, ammoniaca, radon nell’Amiata, mentre sono superiori le missioni di acido solfidrico nell’altra area. Altro punto su cui è stata posta l’attenzione è quello sulla mortalità, che i risultati dell’ARS mostrano più elevata nei maschi e nell’area dell’Amiata mentre quella pisana risulta al di sotto del livello atteso per entrambi i generi, con una eccezione per la mortalità per malattie respiratorie tra gli uomini. Lo studio dell’ARS tiene separate le due aree geotermiche, mettendo in evidenza i risultati per zona, per patologia e per popolazioni esposte, con le diversità tra maschi e femmine. Dall’analisi dei dati disaggregati emerge che i maschi residenti nei comuni geotermici dell’Amiata registrano un eccesso statisticamente significativo della mortalità per il complesso delle cause (+ 13%), che arriva al 30% per tutti i tumori nei comuni di Piancastagnaio, Arcidosso e Abbadia San Salvatore, quelli, guarda caso, che sembrano i più esposti alle emissioni geotermiche.
E’ stato anche osservato, a detta di SOS Geotermia, un aumento di patologie che potrebbero essere correlabili alla qualità dell’aria e dell’acqua (fino a qualche tempo fa erano alte le concentrazioni di arsenico nell’acqua). Non mancano peraltro anche alcune conclusioni in contraddizione tra loro, secondo SOS Geotermia: prima infatti nello studio dell’ARS si dice che “negli uomini la mortalità generale osservata nell’intera area geotermica mostra un eccesso statisticamente significativo rispetto sia al riferimento locale sia al riferimento regionale”, poi si afferma che “al netto dei limiti propri degli studi con disegno epidemiologico descrittivo, basato su dati ambientali e sanitari esistenti, analizzati in modo aggregato a livello dei comuni di residenza, gli indizi e le prove raccolti evidenziano un quadro epidemiologico nell’area geotermica rassicurante perché simile a quello dei comuni limitrofi non geotermici e a quello regionale”. Come fa dunque la Regione, conclude SOS Geotermia, nonostante le relazioni tra aumento di inquinanti e incremento di malattie e di morti nella popolazione, a definire «rassicurante» il quadro epidemiologico nell’area geotermica?

GoNews.it del 14 novembre 2013
Sos geotermia presenta “un altro punto di vista” su inquinamento e salute
Incontro pubblico sabato 16 novembre su “lo stato di salute delle popolazioni residenti nelle Aree Geotermiche alla luce dello Studio epidemiologico dell’ARS Toscana e dei rilevamenti dell’Arpat”
…segue ns.comunicato

Grosseto Oggi.net del 14 novembre 2013
Sos geotermia torna a far sentire la propria voce: sabato in programma un incontro a Piancastagnaio
…segue ns.comunicato

Contropiano.org del 14 novembre 2013
Piancastagnaio 16 novembre: “Un altro punto di vista” su inquinamento e salute
…segue ns.comunicato

Cortocircuito del 14 novembre 2013
“Un altro punto di vista” su geotermia e salute, il 16 novembre a Piancastagnaio
…segue ns.comunicato

Il Cittadino online del 14 novembre
“Un altro punto di vista” su inquinamento e salute
Stato di salute degli abitanti delle zone geotermiche
…segue ns.comunicato

Il 17 giugno a S.Fiora primo confronto tra cittadini e istituzioni

votantonioDopo mesi di sollecitazioni e massima disponibilità dei comitati di Sos Geotermia, finalmente il 17 giugno (h.17,00) a Santa Fiora ci sarà un primo incontro/contraddittorio tra le istituzioni ed i cittadini.
Avremmo voluto un contraddittorio a tutto campo, dalle emissioni inquinanti alla diminuzione del bacino idrico, dagli allarmanti aumenti di mortalità e patologie ai rischi sismici, ma la disponibilità per questo appuntamento sarà circoscritta alla questione salute. Interverrà Francesco Cipriani dell’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) e Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto Tumori di Genova a cui i cittadini potranno poi rivolgere quesiti e chiedere chiarimenti.
Riteniamo che questa scadenza sia molto importante per approfondire il confronto a tutto campo sulla geotermia e i suoi effetti  mettendo in luce le criticità sanitarie ed ambientali. Ci auguriamo che questo incontro sia un ulteriore passo per comprendere e valutare, al di là delle banalizzazioni e senza essere troppo tecnicisti, i rischi della geotermia di Enel in Amiata. Non c’è informazione nè democrazia senza trasparenza.
Invitiamo tutti alla massima partecipazione perchè riteniamo che, pur con i limiti imposti, questo incontro possa essere una tappa di un reale percorso democratico in cui ai cittadini venga riconosciuto il diritto all’informazione, prima, e alle scelte sul territorio, poi.

Il Tirreno del 19 giugno 2013
Geotermia: tra moratoria e controlli dialogo impossibile
ARCIDOSSO. A detti dei presenti è stato un incontro interessante quello avvenuto a Santa Fiora lunedì pomeriggio sulla questione “geotermia e salute”, organizzato in comune fra istituzioni e comitati antigeotermici. Alla presenza di esperti istituzionali, fra cui Francesco Cipriani dell’Agenzia Regionale di Sanità (Ars) e Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto tumori di Genova a cui i cittadini hanno potuto rivolgere quesiti e chiedere chiarimenti. Anche da questo incontro i comitati sono usciti chiedendo una moratoria per la centrale di Bagnore 4 adesso in costruzione, mentre i sindaci presenti hanno tenuto a ribadire che la costruzione della nuova centrale non è in discussione, anche se non si abbassa il monitoraggio su cui le istituzioni locali e la Regione si sono impegnati. «Intanto – spiega il sindaco di Santa Fiora Verdi – va avanti la verifica degli eccessi di mortalità che si riscontrano in Amiata e a settembre ci sarà la presentazione del nuovo step di analisi che l’Ars e l’Arpat porteranno avanti. In questi ulteriori approfondimenti, aggiunge, noi Comuni siamo d’accordo a metterci soldi di tasca nostra, affinché vengano con costanza le nuove risposte degli scienziati. Insomma, tutto va avanti, la centrale e le analisi, da cui usciranno nuovi dati con nuovi metodi e nuove tecnologie». Anche il sindaco Emilio Landi avverte che «questo incontro fa parte del programma degli obiettivi che noi istituzioni ci eravamo prefissati per mettere in piedi l’osservatorio per la geotermia di cui da tempo si parla. Lunedì l’incontro ha riguardato la sanità, ma ne faremo altri dedicati all’aria e all’acqua, ad esempio. L’intendimento istituzionale è di mantenere aperte le disponibilità che vengono dalle sollecitazioni a non abbassare la guardia, ma ad avere le cose sotto controllo. Terremo d’occhio le centraline e i dati, il loro funzionamento continuo, i piezometri». Intanto i Comuni hanno dato disponibilità ad Ars che chiede un ulteriore incarico per approfondire i dati sanitari. «Questo non può che essere un bene: saranno analisi mirate e con esse di spera di stabilire meglio i motivi degli eccessi di mortalità in Amiata», conclude Landi. (f.b.)

Il Tirreno del 17 giugno 2013
Geotermia, primo contraddittorio aperto
Istituzioni e comitati contrari allo sfruttamento si affrontano oggi in un incontro a Santa Fiora
SANTA FIORA. La sala del popolo di palazzo Sforza Cesarini, a Santa Fiora, ospita oggi alle 17 un incontro sulla geotermia e la questione salute. Interverranno Francesco Cipriani dell’Agenzia regionale di sanità e Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto Tumori di Genova a cui i cittadini potranno poi rivolgere quesiti e chiedere chiarimenti. L’incontro è stato organizzato per la prima volta in tandem da istituzioni (sindaco di S. Fiora Verdi e presidente della conferenza sindaci Unione Emilio Landi) e dai comitati antigeotermici, i quali definiscono l’appuntamento un « incontro/contraddittorio tra le istituzioni ed i cittadini». Da parte istituzionale, è un incontro di approfondimento.Cipriani riferirà dati già noti e l’area di ulteriori approfondimenti in ambito salute. Accanto a lui il dott. Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto tumori di Genova, nome indicato dai comitati antigeotermici: «Riteniamo che questa scadenza sia molto importante per approfondire il confronto a tutto campo sulla geotermia e i suoi effetti mettendo in luce le criticità sanitarie ed ambientali. Ci auguriamo che questo incontro sia un ulteriore passo per comprendere e valutare, al di là delle banalizzazioni e senza essere troppo tecnicisti, i rischi della geotermia di Enel in Amiata – spiegano quelli di SoS geotermia – Invitiamo alla massima partecipazione perchè riteniamo che, pur con i limiti imposti, questo incontro possa essere una tappa di un reale percorso democratico in cui ai cittadini venga riconosciuto il diritto all’informazione e alle scelte sul territorio». Avremmo voluto un contraddittorio a tutto campo, dalle emissioni inquinanti alla diminuzione del bacino idrico, dagli allarmanti aumenti di mortalità e patologie ai rischi sismici, ma la disponibilità per questo appuntamento sarà circoscritta alla questione salute. (f.b.)

GoNews del 16 giugno 2013
Geotermia, il 17 giugno primo confronto tra cittadini e istituzioni
Interverrà Francesco Cipriani dell’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) e Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto Tumori di Genova
Dopo mesi di sollecitazioni e massima disponibilità dei comitati di Sos Geotermia, finalmente il 17 giugno a Santa Fiora ci sarà un primo incontro/contraddittorio tra le istituzioni ed i cittadini.
Avremmo voluto un contraddittorio a tutto campo, dalle emissioni inquinanti alla diminuzione del bacino idrico, dagli allarmanti aumenti di mortalità e patologie ai rischi sismici, ma la disponibilità per questo appuntamento sarà circoscritta alla questione salute.
Interverrà Francesco Cipriani dell’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) e Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto Tumori di Genova a cui i cittadini potranno poi rivolgere quesiti e chiedere chiarimenti.
Riteniamo che questa scadenza sia molto importante per approfondire il confronto a tutto campo sulla geotermia e i suoi effetti  mettendo in luce le criticità sanitarie ed ambientali. Ci auguriamo che questo incontro sia un ulteriore passo per comprendere e valutare, al di là delle banalizzazioni e senza essere troppo tecnicisti, i rischi della geotermia di Enel in Amiata.
Non c’è informazione nè democrazia senza trasparenza.
Invitiamo tutti alla massima partecipazione perchè riteniamo che, pur con i limiti imposti, questo incontro possa essere una tappa di un reale percorso democratico in cui ai cittadini venga riconosciuto il diritto all’informazione, prima, e alle scelte sul territorio, poi.
Fonte: SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata

“I fatti di Arcidosso”. Cronaca di una frattura tra poteri forti e comunità locali

 

lazzaretti_elicottero“I fatti di Arcidosso”, con questo titolo la stampa dell’epoca raccontava l’accaduto 135 anni fa’.
Il 18 Agosto 1878 David Lazzaretti e i suoi seguaci, in gran parte braccianti e lavoratori della terra, danno vita ad una grande processione che da Monte Labbro avrebbe dovuto raggiungere Arcidosso e Castel del Piano, per una visita ai santuari di questi paesi.
Una pacifica manifestazione, colorata da bandiere e vessilli, e dai costumi indossati dai lazzarettisti che sfilano insieme a mogli e figli, bambini e bambine con corone di fiori sulla testa.
All’ingresso di Arcidosso la processione viene fermata dalle forze dell’ordine che intimano a Lazzaretti di retrocedere e sciogliere il corteo. David risponde che andrà avanti, che lui porta la pace e la misericordia e che è pronto a versare il suo sangue  per amore di Cristo.
Partono degli spari da parte della forza pubblica e Lazzaretti viene colpito a morte.
Nei giorni immediatamente precedenti la processione, tra gli abitanti di Arcidosso si era sparsa la voce che i lazzarettisti sarebbero arrivati in paese e avrebbero saccheggiato le case dei benestanti, i preti dai loro pulpiti annunciavano disgrazie e violenza ed un clima di preoccupazione e paura si era diffuso fra la gente.
L’11 maggio 2013, 135 anni dopo, si è tenuta ad Arcidosso una manifestazione pubblica organizzata dal coordinamento SOS Geotermia, alla quale hanno aderito le maggiori organizzazione nazionali e locali per la tutela dell’ambiente e dei beni comuni.
Tutto si è svolto serenamente e positivi sono stati i risultati.
La manifestazione era contro le centrali geotermoelettriche di ENEL e contro la cattiva e dannosa politica per lo sviluppo geotermico in Amiata portata avanti dalla Giunta Regionale Toscana, dal suo presidente Enrico Rossi e dall’assessore all’Ambiente e all’Energia Anna Rita Bramerini, con la complicità di sindaci e assessori dei Comuni dell’Amiata che hanno sottoscritto gli accordi tra ENEL e Regione. Tra l’altro questi signori del PD, o chi per loro quando si chiamavano Ulivo o DS, nei primi anni 2000, insieme alle Province di Grosseto e Siena erano di tutt’altra opinione, assessore Bramerini compresa, e dichiaravano  sulla stampa che la geotermia era insostenibile e incompatibile con le risorse di questo territorio.
Dicevano esattamente quello che oggi dicono gli ambientalisti di SOS Geotermia. 
Il percorso dei manifestanti è stato l’opposto di quello che avevano fatto oltre un secolo fa i lazzarettisti:  partenza  da Arcidosso, località Aiuole, direzione Monte Labbro, proprio perché su questa strada si trovano la centrale ENEL di Bagnore 3 (20MW) ed il luogo dove dovrebbe essere costruita Bagnore 4 (40 MW), la centrale più grande dell’Amiata, prevista nell’area geotermica più inquinante a livello regionale.
Nei giorni immediatamente precedenti l’appuntamento, in Arcidosso sono iniziate a circolare voci che vi potevano essere pericoli di provocazioni o eventuali atti di violenza da parte di soggetti provenienti da fuori, proprio per disturbare lo svolgimento della manifestazione.
Un allarmismo esagerato, come poi i fatti hanno dimostrato.
Durante la giornata si è discusso sulle problematiche e i danni causati dalla geotermia, si sono difesi i diritti delle persone che amano la loro terra, e poi si è dato vita al corteo, pacifico e tranquillo, con striscioni colorati e bandiere, allietato da musicisti, canti e dai consueti slogan di occasione.
Non sono gli ambientalisti i violenti, come spesso si vorrebbe far credere, la violenza è ben altro. La violenza è quella che quotidianamente subiscono i più deboli, coloro che non hanno soldi neppure  per vivere, coloro che non hanno lavoro o che lo perdono da un giorno all’altro, senza alcuna prospettiva e speranza per la propria famiglia.
Violenza è quella che 135 anni fa subirono i lazzarettisti, arrestati dalla forza pubblica e imprigionati per oltre un anno con l’accusa di “attentato contro la sicurezza dello stato”, e poi tutti assolti nel processo tenutosi a Siena.
Violenza è quella che ogni giorno subisce l’ambiente per gli interessi economici di società alle quali interessa soltanto il profitto.
Violenza è quella che subiscono l’Amiata e le sue popolazioni alle quali viene imposto lo sviluppo dell’attività geotermica, in un territorio dove le sue ricchezze si vedono alla luce del sole e non vanno ricercate sottoterra.  
Noi non avevamo mai avuto timori né di provocatori, né di infiltrati, anzi vogliamo ringraziare tutti coloro che sono venuti da altri paesi a sostenere la nostra lotta e che continuano a dimostrare sensibilità ed interesse verso questi problemi, a differenza di altri che si rifiutano di prendere coscienza di quello che sta succedendo sull’Amiata e mettono la testa sotto terra come gli struzzi, ignari e increduli della triste eredità che verrà lasciata ai loro figli e nipoti.
L’allarme comunque ha avuto le prevedibili e non auspicate conseguenze:
uno spiegamento di forze dell’ordine mai registrato sull’Amiata, neppure durante le lotte dei minatori. Polizia in stato di allerta attrezzata di tutto punto, carabinieri, guardie forestali, mezzi mobili e cavalli, e l’elicottero che volteggiava sulla testa dei  manifestanti. Poi il blocco del corteo alla centrale di Bagnore 3, una prescrizione imposta dalla Questura di Grosseto per motivi di sicurezza.
Un cordone di poliziotti schierati in mezzo alla strada ha impedito che il corteo continuasse a sfilare lungo la provinciale per avvicinarsi al luogo dove dovrebbe essere costruita Bagnore 4.
I manifestanti non si dirigevano verso un centro abitato, non andavamo ad Arcidosso, come un tempo avevano fatto i lazzarettisti, si recavano nelle campagne, ai margini di un campo già devastato dai lavori di movimento terra che ENEL sta facendo  in un’area ad alto rischio frane.
Perché questo enorme schieramento di forze dell’ordine? A difesa di che cosa? Di un campo ormai coperto di fango e di sterpaglie, già distrutto da ruspe e escavatori? Quali danni avrebbero mai potuto fare i manifestanti in un’area dove non è rimasto più nulla, chiusa con rete e cancello?
Quel campo fa parte del Sito di Interesse Comunitario e Regionale del “Monte Labbro e dell’Alta Valle dell’Albegna” (SIC e SIR) oltre che Zona di Protezione Speciale dell’avifauna, voluti dalle pubbliche istituzioni, un tempo allettate dai finanziamenti dell’Unione Europea (Progetto LIFE Natura) per la valorizzazione delle risorse naturali ed oggi più interessate ai soldi di ENEL, versati, ironia della sorte, a titolo di “compensazioni ambientali”.
Per giunta confinanti con l’area geotermica di Bagnore si trovano altri due SIC e SIR, quello del “Cono vulcanico del Monte Amiata” e quello dell’ ”Alto corso del fiume Fiora” che è anche ZPS, e a poche centinaia di metri il Parco Faunistico dell’Amiata.  Come si può pensare che possano conciliarsi e convivere realtà così contrapposte: natura e biodiversità di un territorio e tonnellate di inquinanti immessi in atmosfera dalle centrali ENEL, alcuni definiti da ARPAT “con caratteristiche tossicologiche ed ecotossicologiche rilevanti”.
Prima si prendono i contributi per difendere e valorizzare l’ambiente, poi le “compensazioni” per permettere di inquinarlo.
Quando non esistono più valori e principi, e si è ormai incapaci di governare un territorio, tutto allora può dipendere dalle circostanze e dalle offerte del mercato.
Ma, ritornando ai “fatti di Arcidosso” dell’11 maggio,  noi diciamo che le garanzie di  sicurezza ci devono essere date non per un giorno all’anno, in occasione di una pacata manifestazione, ma anche negli altri 364 giorni.
Quello che chiedono i comitati per l’ambiente, facendosi interpreti di un’esigenza comune e da tutti condivisa, è la sicurezza per il domani dei loro figli, ai quali vorrebbero lasciare un territorio dove vivere serenamente come vi hanno vissuto i loro padri.
Sull’Amiata le mortalità negli uomini sono state il 13% in più rispetto a quelle registrate nei comuni limitrofi e nella Regione, un dato preoccupante che nei paesi di Arcidosso, Abbadia S. Salvatore e Piancastagnaio  ha raggiunto il + 30%  per le morti per tumori.
Noi non abbiamo industrie, non abbiamo discariche né inceneritori, e neppure termovalorizzatori, abbiamo invece un ambiente ricco di risorse naturali dove la qualità della vita dovrebbe essere superiore che altrove.
E se prima di chiudere una fontanella in loc. La Cascata d’Alto, dove l’arsenico a partire dal 2002 risultava al di sopra dei limiti previsti dalla legge, mentre tutti sapevano che la gente continuava a rifornirvisi di acqua, ritenendola migliore di quella del rubinetto, sono passati dieci anni, noi crediamo di avere tutte le ragioni per dire che non ci fidiamo di coloro che dovrebbero tutelare la nostra salute e il nostro territorio.

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Il Cittadino online 12 giugno 2013
Amiata: la manifestazione di SOS Geotermia e gli strascichi di polemiche
E’ passato un mese dall’appuntamento che ha portato in piazza un migliaio di persone
di Fabrizio Pinzuti
AMIATA – E’ passato un mese dalla marcia organizzata da SOS Geotermia che portò un migliaio di persone dalle Aiole, località nel Comune di Arcidosso, fino alle centrali geotermiche di Bagnore, nel Comune di Santa Fiora e ancora si discute sul valore e sul significato di quella manifestazione, accompagnata da una serie di eventi collaterali.
SOS Geotermia, coordinamento dei comitati dell’Amiata, non manca di sottolineare che la manifestazione, oltre ad essere stata del tutto pacifica, ha  costituito una frattura tra poteri forti e comunità locali. Vi hanno aderito le maggiori organizzazioni nazionali e locali per la tutela dell’ambiente e dei beni comuni, ma soprattutto, secondo SOS Geotermia, è stata una chiara risposta “contro le centrali geotermoelettriche di ENEL e contro la cattiva e dannosa politica per lo sviluppo geotermico in Amiata portata avanti dalla Giunta Regionale Toscana, dal suo presidente Enrico Rossi e dall’assessore all’Ambiente e all’Energia Anna Rita Bramerini, con la complicità di sindaci e assessori dei Comuni dell’Amiata che hanno sottoscritto gli accordi tra ENEL e Regione”. Nella nota del coordinamento si denunciano anche le contraddizioni, o i cambiamenti di rotta, di politici ed amministratori: “Tra l’altro questi signori del PD, o chi per loro quando si chiamavano Ulivo o DS, nei primi anni 2000, insieme alle Province di Grosseto e Siena erano di tutt’altra opinione, assessore Bramerini compresa, e dichiaravano sulla stampa che la geotermia era insostenibile e incompatibile con le risorse di questo territorio. Dicevano esattamente quello che oggi dicono gli ambientalisti di SOS Geotermia”. Altro punto della nota è la denuncia della macchinazione mediatica e politica creata intorno alla manifestazione: “Nei giorni immediatamente precedenti l’appuntamento, in Arcidosso sono iniziate a circolare voci che vi potevano essere pericoli di provocazioni o eventuali atti di violenza da parte di soggetti provenienti da fuori, proprio per disturbare lo svolgimento della manifestazione. Un allarmismo esagerato, come poi i fatti hanno dimostrato. Durante la giornata si è discusso sulle problematiche e i danni causati dalla geotermia, si sono difesi i diritti delle persone che amano la loro terra, e poi si è dato vita al corteo, pacifico e tranquillo, con striscioni colorati e bandiere, allietato da musicisti, canti e dai consueti slogan di occasione”. Immediato il contrattacco: “Non sono gli ambientalisti i violenti, come spesso si vorrebbe far credere, la violenza è quella che quotidianamente subiscono i più deboli, coloro che non hanno soldi neppure  per vivere, coloro che non hanno lavoro o che lo perdono da un giorno all’altro, senza alcuna prospettiva e speranza per la propria famiglia … Violenza è quella che ogni giorno subisce l’ambiente per gli interessi economici di società alle quali interessa soltanto il profitto. Violenza è quella che subiscono l’Amiata e le sue popolazioni alle quali viene imposto lo sviluppo dell’attività geotermica, in un territorio dove le ricchezze si vedono alla luce del sole e non vanno ricercate sottoterra. Noi non avevamo mai avuto timori né di provocatori, né di infiltrati, anzi vogliamo ringraziare tutti coloro che sono venuti da altri paesi a sostenere la nostra lotta e che continuano a dimostrare sensibilità ed interesse verso questi problemi, a differenza di altri che si rifiutano di prendere coscienza di quello che sta succedendo sull’Amiata e mettono la testa sotto terra come gli struzzi, ignari e increduli della triste eredità che verrà lasciata ai loro figli e nipoti. L’allarme comunque ha avuto le prevedibili e non auspicate conseguenze: uno spiegamento di forze dell’ordine mai registrato sull’Amiata, neppure durante le lotte dei minatori. Polizia in stato di allerta attrezzata di tutto punto, carabinieri, guardie forestali, mezzi mobili e cavalli, e l’elicottero che volteggiava sulla testa dei manifestanti. Poi il blocco del corteo alla centrale di Bagnore 3, una prescrizione imposta dalla Questura di Grosseto per motivi di sicurezza. Un cordone di poliziotti schierati in mezzo alla strada ha impedito che il corteo continuasse a sfilare lungo la provinciale per avvicinarsi al luogo dove dovrebbe essere costruita Bagnore 4. I manifestanti non si dirigevano verso un centro abitato … si recavano nelle campagne, ai margini di un campo già devastato dai lavori di movimento terra che ENEL sta facendo  in un’area ad alto rischio frane. Perché questo enorme schieramento di forze dell’ordine? A difesa di che cosa? Di un campo ormai coperto di fango e di sterpaglie, già distrutto da ruspe e escavatori? Quali danni avrebbero mai potuto fare i manifestanti in un’area dove non è rimasto più nulla, chiusa con rete e cancello?” Quest’ultimo punto offre il fianco per denunciare altre supposte contraddizioni o cambiamenti di strategia di amministratori e politici: “Quel campo fa parte del Sito di Interesse Comunitario e Regionale del “Monte Labbro e dell’Alta Valle dell’Albegna” (SIC e SIR) oltre che Zona di Protezione Speciale (ZPS) dell’avifauna, voluti dalle pubbliche istituzioni, un tempo allettate dai finanziamenti dell’Unione Europea (Progetto LIFE Natura) per la valorizzazione delle risorse naturali ed oggi più interessate ai soldi di ENEL, versati, ironia della sorte, a titolo di “compensazioni ambientali”. Per giunta confinanti con l’area geotermica di Bagnore si trovano altri due SIC e SIR, quello del “Cono vulcanico del Monte Amiata” e quello dell’ ”Alto corso del fiume Fiora” che è anche ZPS, e a poche centinaia di metri il Parco Faunistico dell’Amiata.  Come si può pensare che possano conciliarsi e convivere realtà così contrapposte: natura e biodiversità di un territorio e tonnellate di inquinanti immessi in atmosfera dalle centrali ENEL, alcuni definiti da ARPAT “con caratteristiche tossicologiche ed ecotossicologiche rilevanti”. Prima si prendono i contributi per difendere e valorizzare l’ambiente, poi le “compensazioni” per permettere di inquinarlo. Quando non esistono più valori e principi, e si è ormai incapaci di governare un territorio, tutto allora può dipendere dalle circostanze e dalle offerte del mercato. Ma, ritornando ai “fatti di Arcidosso” dell’11 maggio, noi diciamo che le garanzie di sicurezza ci devono essere date non per un giorno all’anno, in occasione di una pacata manifestazione, ma anche negli altri 364 giorni. Quello che chiedono i comitati per l’ambiente, facendosi interpreti di un’esigenza comune e da tutti condivisa, è la sicurezza per il domani dei loro figli, ai quali vorrebbero lasciare un territorio dove vivere serenamente come vi hanno vissuto i loro padri. Sull’Amiata le mortalità negli uomini sono state il 13% in più rispetto a quelle registrate nei comuni limitrofi e nella Regione, un dato preoccupante che nei paesi di Arcidosso, Abbadia S. Salvatore e Piancastagnaio  ha raggiunto il + 30%  per le morti per tumori. Noi non abbiamo industrie, non abbiamo discariche né inceneritori, e neppure termovalorizzatori, abbiamo invece un ambiente ricco di risorse naturali dove la qualità della vita dovrebbe essere superiore che altrove”.
Prendendo infine spunto dalla chiusura di una fontanella dieci anni dopo che era stata accertata la presenza di arsenico al di sopra dei limiti di legge, la nota chiude affermando che “noi crediamo di avere tutte le ragioni per dire che non ci fidiamo di coloro che dovrebbero tutelare la nostra salute e il nostro territorio”.

PUBBLICATO IL LIBRETTO ‘ABGEOTERMIA’

GEOINTERNO8_3_2013:UNA MODERNA PROPOSTA‘CHE COS’E’ – I DANNI CHE FA – I RESPONSABILI – LE ALTERNATIVE’ è il sottotitolo del libretto ‘ABGeotermia’ che abbiamo pubblicato grazie a Strade Bianche e che contiene , appunto, l’ABC della questione geotermia sul monte Amiata con tutti i riferimenti alla documentazione ufficiale alla quale, come sempre, facciamo riferimento. Contiene anche le nostre proposte sull’energia e sullo sviluppo sostenibile sulla montagna.
La diffusione sta iniziando su tutto il territorio amiatino, a offerta libera, e vi invitiamo a leggerlo e regalarlo ai vostri amici.

Ricordiamo che è anche possibile fare una donazione online per sostenere la battaglia di Sos Geotermia collegandosi qui.

Riportiamo l’indice degli argomenti:

>DI CHE SI PARLA
>CHE COS’ E’ LA GEOTERMIA
>LA SALUTE NEGATA
-Le diversità dei flussi geotermici e delle matrici geologiche nelle diverse aree
-Risultati diversi nelle diverse aree geotermiche
-In Epidemiologia non si possono mescolare le diversità registrate in aree con differenti esposizioni sulle popolazioni.
-In Amiata ci sono prove che la Geotermia non sia sostenibile, mentre non ci sono prove del contrario
-Un aggiornamento dello Studio epidemiologico, incompleto e con conclusioni fuorvianti
>SULLA MANCATA TUTELA DELLE FALDE IDROPOTABILI
-Mancano i bilanci idrici per sostenere la rinnovabilità della geotermia
-Stanno pensando di abbandonare le sorgenti del Fiora
>SULLA PERDITA DELLA QUALITA’ DELL’ACQUA POTABILE
-La pericolosità dell’arsenico nell’acqua potabile
-La mancata informazione ed eliminazione delle fonti inquinanti
>LE ALTERNATIVE
–Energetiche
–Qualità della vita per un’altra Amiata possibile
>CONCLUSIONE

La Nazione del 23 aprile 2013

AMIATA DISTRIBUZIONE GRATUITA
La geotermia è dannosa? Uno studio nel libro di «SoS»
di Cristiano Bernacchi
MENTRE IL DIBATTITO in Amiata sulla geotermia non si placa il comitato Sos Geotermia pubblica un libro sull’argomento. Si intitola ABGeotermia (Stampa Alternativa) e contiene una sorta di ABC sulla questione geotermica in Amiata. Al suo interno vengono riportati riferimenti ai documenti ufficiali stilati dalla Regione, da Arpat e dalle Università che hanno dedicato studi a riguardo. Sono diversi i punti interrogativi che emergono da questo libro, nel testo però, oltre ai soliti capitoli che discutono su come la geotermia in Amiata sarebbe dannosa e poco sostenibile, si trovano anche voci che parlano di alternative: il fotovoltaico e il suo virtuoso sviluppo. È iniziata la diffusione del libretto ad offerta gratuita, partita da Castel del Piano, ma che raggiungerà tutto il comprensorio amiatino.

Nonostante i ‘muri di gomma’ dell’informazione, si parla ancora dell’Amiata

tacetenelContinuano, nonostante la cappa di silenzio che taluni vorrebbero intorno alla questione, ad uscire articoli e servizi che parlano di geotermia in Amiata. Diamo atto a queste testate, a volte medio-piccole, di onorare il ‘mestiere’ e di svolgere il ruolo a cui dovrebbero attenersi i giornalisti, cioè di fare inchiesta anche, e soprattutto, quando è scomoda al potere, sia politico che economico.

Riportiamo un intervista al prof.Borgia fatta dalla testata PrimaPaginaChiusi.it ed un articolo di Carlucci su IlCambiamento.it, entrambi del 9 aprile 2013.

 

GEOTERMIA SULL’AMIATA. INTERVISTA AL PROF. ANDREA BORGIA
“La geotermia sull’Amiata non è né un’energia pulita né sicura” afferma il Professore.
di David Busato
Geotermia sull’Amiata. La diatriba tra favorevoli e contrari continua. Sul nostro giornale ci siamo occupati della questione intervistando ambedue le opposte fazioni.
Abbiamo fatto qualche domanda al Prof. Andrea Borgia, geologo e vulcanologo di fama internazionale, recentemente comparso anche al noto servizio di Striscia la Notizia che si è occupato della questione.
1) Geotermia sull’Amiata. Cosa ne pensa? E’ davvero un’energia pulita e sicura?
No, all’Amiata, non è un’energia pulita né sicura né tanto meno rinnovabile, con emissioni di CO2 in atmosfera che sono praticamente il doppio di una moderna centrale a gas per unità di energia prodotta. Altro che riduzione delle emissioni clima-alteranti, come viene spesso detto! Ed ecco alcuni dei problemi ambientali generati dal fatto che Enel ha ridotto la pressione originaria dei campi geotermici di 5-10 volte con un abbassamento del livello degli acquiferi potabili di oltre 300 m:
– la riduzione alla metà delle portate delle sorgenti maggiori e l’annullamento di molte delle sorgenti minori;
– la drastica riduzione delle sorgenti termali;
– la vaporizzazione del sistema geotermico con la formazione di gas incondensabili asfissianti e tossici tra cui CO2, H2S, Metano, Radon, Mercurio, Arsina, Ammoniaca, ecc. e la risalita dei gas a inquinare la falda potabile;
– la fuoriuscita incontrollata nell’ambiente di vapori geotermici dalle faglie e dalle gallerie, discenderie e sondaggi delle vecchie miniere;
– un rilevante grado di subsidenza che ha variato anche il livello di base dei fiumi e che potrebbe essere stata una delle cause del cedimento del ponte sul fiume Paglia; Le emissioni dalle centrali geotermiche, che sono praticamente senza controllo da parte degli organi istituzionali (a parte alcune ore all’anno): contengono talmente tanto mercurio che gli abbattitori AMIS dovrebbero eliminarne 100 volte di più di quanto fanno per rendere le centrali “environmental friendly”;
– contengono talmente tanta ammoniaca che in alcuni casi nemmeno con gli abbattitori rientrano in limiti ammissibili;
– interessano pesantemente le abitazioni circostanti;
– durante le manutenzioni ed i malfunzionamenti non sono sottoposte ad abbattitori, risultano totalmente incontrollate e invadono case e paesi;
– le emissioni contengono talmente tanto H2S che spesso in prossimità delle Centrali non si respira; i rilevamenti Arpat fanno vedere che nonostante gli abbattitori AMIS nelle scuole elementari di Piancastagnaio viene superato il limite olfattivo per almeno il 30% del tempo, ma secondo i limiti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità tali superamenti potrebbero sussistere anche per il doppio del tempo e che i valori medi orari di punta sono 22 volte superiori al limite olfattivo;
– fino a pochi mesi fa, in alcuni casi le emissioni erano convogliate in atmosfera senza abbattitori all’altezza delle case poste solo ad alcune centinaia di metri di distanza;
– le concentrazioni di inquinanti nei gas incondensabili sono talmente elevate da essere probabilmente oltre i limiti di legge se fossero emesse da un normale camino e che invece, nel caso delle centrali geotermoelettriche in Amiata, l’escamotage adottato sembra essere quello di diluire i gas con milioni di metri cubi di aria pulita pompata ogni ora attraverso le torri di raffreddamento dalle quali, così, gli inquinanti escono evidentemente a concentrazioni più basse ma nelle stesse identiche quantità ancora letali di origine;
– i fluidi geotermici reiniettati sono soltanto circa 1/4 di quelli estratti dal campo geotermico (i restanti 3/4 sono emessi in atmosfera insieme ai gas incondensabili) e provocano una grande sismicità con terremoti che hanno generato anche danni ingenti alle case ed ai paesi;
– sono state indotte senza alcun preavviso da ENEL almeno tre eruzioni idrotermali che hanno devastato la vegetazione nel raggio di circa 100 m, ucciso gli animali, generato vulcani di fango anche dentro le case abitate, fatto scappare gli abitanti che si sono salvati per mera fortuna; i tubi (casings) dei pozzi geotermici vicini a queste eruzioni non erano cementati fino ad una profondità anche di oltre 80 m;
– prima che le centrali dell’Amiata potessero ottenere le necessarie autorizzazioni, la Regione Toscana:
– ha spostato dall’incarico molti tecnici e dirigenti esperti di geotermia (avevano valutato l’impatto ambientale delle nuove centrali geotermiche dell’area di Larderello);
– non ha rinnovato il Comitato Tecnico per la Geotermia dell’Amiata, organo scientifico indipendente di consulenza della Regione Toscana, costituito per affrontare proprio i problemi generati dalla geotermia. Se si suppone che in Amiata vi sia una correlazione tra sfruttamento geotermico e incremento della mortalità, come suggerito dallo studio Ars, ed io ritengo che vi sia un’alta probabilità che tale correlazione esista -,senza considerare i primi 20 anni di sfruttamento, la prospettiva di ulteriori 10 anni di sfruttamento geotermico porterebbe il numero dei morti in più ad oltre 1000. Con una visione puramente macabra del problema, dato che le compensazioni “ambientali” corrispondono a 26 milioni di euro e che mediamente i morti pesano 50 kg, si stà pagando i morti circa 500 euro a chilo. Senza considerare tutti gli altri impatti sull’ambiente e sulla salute elencati. E tutto per meno di 100 MWe elettrici! Ma vogliamo scherzare?! La geotermia attuale in Amiata è la forma di produzione di energia elettrica più inquinante al mondo. La storia del teleriscaldamento poi è un chiaro inganno perpretrato verso gli abitanti; infatti esso può in ogni caso essere fatto anche senza le centrali geotermiche (ancor più perché se lo devono pagare i cittadini) con un impatto ambientale praticamente nullo in quanto può essere sfruttata la bassa entalpia con pozzi superficiali e semplici scambiatori di calore.
Come fare a risolvere il problema? Semplicissimo. È necessario chiudere le centrali geotermiche fino al ripristino delle pressioni originarie nei campi geotermici. Poi si potrà sfruttare la geotermia con centrali a ciclo binario e con totale reiniezione dei fluidi geotermici nel sottosuolo (come per altro indicato dagli altri operatori geotermici in toscana). Direi che la situazione ambientale è tale, che ciò debba essere fatto da subito.
2) Gli studi dell’Enel e il supporto di scienziati americani?
Penso che gli scienziati americani non siano stati informati di tutti gli impatti negativi legati allo sfruttamento geotermico in Amiata.
3) La scelta tra lavoro e salute… ossimoro eterno almeno in Italia?
Nel caso specifico dell’Amiata il principio di precauzione, che è sancito per legge, non mi pare sia stato applicato dalla Regione Toscana nella valutazione di impatto ambientale delle centrali geotermiche. Per esempio, nonostante le relazioni dei tecnici della Regione e degli studi appositamente fatti dall’Università di Firenze, che indicano l’esistenza di una connessione diretta tra campi geotermici ed acquifero potabile, non ha nemmeno chiesto che fossero fatte le prove del caso, peraltro indicatele già sei anni fa! Nonostante Ars abbia dimostrato come nei paesi geotermici dell’Amiata ci siano stati negli ultimi 30 anni 700 morti in più di quelli attesi e come l’unica grande attività industriale impattante sia la geotermia, non si è nemmeno posta il problema di verificare con certezza se la geotermia sia o no la causa di quei morti prima di dare le necessarie autorizzazioni.
4) Cosa pensa del recente servizio di Striscia?
Penso sia stato un servizio equilibrato, che mette in luce le problematiche e le anomalie della geotermia in Amiata.
5) L’atteggiamento delle istituzioni locali?
Su questo non posso esprimermi anche se penso che alla popolazione farebbe piacere se le istituzioni locali fossero maggiormente attente a questi problemi che conoscono perfettamente.

Enel, geotermia, offensive mediatiche e bugie varie
Acqua e ambiente saccheggiati dalla geotermia. Carlo Carlucci torna a denunciare lo sfruttamento geotermico del monte Amiata, minacciato ora dalla costruzione della centrale Bagnore 4
di Carlo Carlucci
Continua incessante sulla stampa che conta (o non conta) l’annuncio clamoroso dei lavori per la prossima centrale geotermoelettrica Bagnore 4. L’acqua già rinomata dell’Amiata è ritornata potabile (l’arsenico è sotto i 10 mg litro) coi filtri ovunque, pagati dagli utenti. In concomitanza con l’entrata in funzione di Bagnore 3 che ‘pesca’ sulle fonti del Fiora (incomparabilmente le più importanti del Mons ad Meata, dell’Amiata cioè) si è registrato il progressivo calo fino ai minimi storici dell’acquifero in concomitanza con l’aumento fino ai massimi ( sempre in progressivo, ineluttabile ascesa dell’arsenico). Meno male che ci sono i filtri (tanto li paghiamo noi) che consentono di matenere il veleno sotto la soglia ammessa (e imposta dagli organi comunitari) di 10 mg.
Prima dell’avvento di Bagnore 3 l’arsenico era tranquillamente nei limiti fisiologici (2, 3 mg). Naturalmente chi fa rilevare queste altamente sospette coincidenze fa del terrorismo psicologico infatti l’acqua sta diminuendo, anche se in questi ultimi anni ha piovuto di più… perché sta diminuendo e basta, cosa occorre arzigogolare. E l’arsenico sta aumentando perché appunto l’acqua sta diminuendo. Torna no? Ma su tutti i manuali di geotermia non è spiegato appunto che l’acquifero superficiale ricarica l’acquifero profondo. È vero ma questo non vale per l’Amiata.
Parola di Enel, c’è da crederci. E poi la gente è soddisfatta di quanto Enel, bontà sua, elargisce come compensi ambientali. Ma allora è vero che la geotermia sull’Amiata danneggia l’ambiente? Ma no, giusto qualcosina, ma si tratta di inezie che i terroristi ambientali artatamente ingigantiscono.
E quanto sostiene il prof. Borgia il quale ultimamente ha rintuzzato certe asserzioni del geologo americano Horne il quale valutava positivamente le centrali geotermiche Enel poste in siti spopolati? Ma il prof. Borgia è un outsider, un espatriato (negli USA) perché qui non lavorava più da quando, incautamente, ha osato nel primo studio (da poche migliaia di euro) commissionatogli dalla Regione Toscana (nel 2007) sollevare forti perplessità relative alla geotermia Enel in Amiata. Fu uno studio veramente incauto e sfortunato che gli ha fatto terra bruciata attorno.
Chiarissimo monito agli altri geologi, la geologia è qui feudo incontrastato. E di fatto gli studi successivi, da centinaia di migliaia di euro hanno assolto (coi dovuti anche se, pur tuttavia, qualora, tutto sommato…) Enel. La stessa commissione Via, nuova di pacca, voluta dal Presidente Rossi, con ben 31 prescrizioni che sono il corrispettivo dei famigerati avverbi (se, qualora, pur tuttavia…) ha varato Bagnore 4.

Qualche bugia eclatante, dettata magari dall’entusiasmo di avercela fatta, gli scappa all’Enel laddove afferma di aver fornito ai comitati e alle associazioni tutte le risposte possibili nel confronto all’americana di fronte alla commissione Via nuova di pacca. No, ing. Montemaggi, lei e il suo staff sulle questioni scottanti sollevate dagli ambientalisti vi siete limitati o a risposte assolutamente vaghe o vi siete trincerati dietro un no comment. Una riprova? Alle tre domande conclusive dell’incontro, quelle della referente WWF per l’Amiata, Montemaggi & Company sono rimasti muti come pesci. Basta scorrere i verbali dell’incontro o solo soffermarsi sull’ultima pagina, quella meglio documenta appunto il sostanziale silenzio di Enel che molto ricorda i sepolcri imbiancati.
E ne abbiamo viste di cotte e di crude in questi anni. Come quel servizio de L’Espresso sulla geotermia amiatina condotto con molto acume da una giornalista di valore la quale per una settimana circa intervistò, quattro o cinque anni fa, i principali attori del dramma. Naturalmente qualcuno andò a riferire della cosa a De Benedetti, tessera n°1 del Pd, o a Enel (che è la stessa cosa) è il servizio assolutamente obiettivo e ben documentato non venne mai pubblicato.
Ora c’è un Movimento che pone tra le prime stelle del suo programma l’acqua e l’ambiente, le due ricchezze saccheggiate appunto da questa geotermia. Ci aspettiamo una risposta ferma ed adeguata. Sette anni fa scrivemmo, come comitato, a un ministro (per l’ambiente o l’energia), un tal Bersani, il quale nemmeno ci degnò di una risposta. Oggi quella risposta la pretendiamo dal M5S.

Severo monito dell’Agenzia Europea dell’Ambiente: saranno ‘terroristi’ anche loro?

mcglade_rossi_bramerini_bocciatiIl ‘principio di precauzione’ è quello che da sempre invochiamo nella nostra richiesta di una moratoria sull’attività geotermica in Amiata, preoccupati soprattutto dalle ricadute sulla salute e sull’ambiente di tale sciagurata attività e per questo ci becchiamo continuamente dai politici, dall’enel e da certi ‘intellettuali de’ noantri’ le accuse di ‘allarmismo’, di ‘danneggiare l’immagine della montagna’, di essere dei ‘terroristi’.
Che le nostre argomentazioni siano invece ampiamente motivate ce lo conferma nientepopodimenochè l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) che, attraverso la sua direttrice Jacqueline McGlade, bacchetta politici e (im)prenditori ribadendo, appunto, che tale principio ‘non è un lusso’, ma deve essere sempre rispettato e che “la priorità dei politici deve essere il mantenimento del benessere dei cittadini, non la competitività economica a tutti i costi”.
Ma si spinge anche oltre, rispondendo a chi lamentava che la crisi ci costringe a ‘tirare dritto’; dice infatti che “in un momento di crisi economica come l’attuale con la tesi che, al contrario, la sua assunzione (del principio di precausione, ndr) può essere di impulso per l’innovazione e non invece far perdere di competitività le industrie, anche perché è dimostrato che le aziende che rispondono positivamente ai preallarmi sono spesso all’avanguardia nel proprio settore”. Ma qui da noi funziona esattamente al contrario, col principio ‘pochi, maledetti e subito’: l’Enel che utilizza la tecnologia più redditizia ed i politici che sono allettati dal piatto di lenticchie delle ‘compensazioni ambientali’.
Leggendo ancora, con la lente della vicenda geotermia, la McGlade sottolinea che un problema, spesso sottaciuto, nel portare avanti tali ricerche sono le difficoltà incontrate dagli scienziati sul posto lavoro. Non di rado, infatti, è accaduto che gli studiosi che avevano denunciato un potenziale danno, pubblicando i risultati delle loro ricerche, abbiano perso il lavoro o subito rappresaglie: esattamente quello che è successo al prof.Borgia dopo che, con il suo studio Edra, aveva lanciato l’allarme sulla pericolosità della geotermia in Amiata.
Singolare in questa vicenda che a dare risalto a questa notizia sia proprio l’Arpat, che è una agenzia della Regione Toscana; ma il presidente Rossi, l’assessore all’ambiente (!) Bramerini e tutta la Giunta, li leggono questi documenti???
Probabilmente anche la EEA non potrebbe che bocciarli!
Riportiamo di seguito il testo integrale della notizia così come data dall’Arpat che può essere scaricata nel formato pdf cliccando qui.

IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE NEL PROCESSO DECISIONALE DELL’UE
La tutela dell’ambiente frontiera dell’innovazione e dello sviluppo. La direttrice esecutiva dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) ribadisce che “l’incertezza scientifica non è una giustificazione per l’inazione”.
È stata pubblicata in questi giorni su EurActiv, il più importante portale di informazione sull’Unione Europea, l’intervista che Jacqueline McGlade, direttrice esecutiva dell’Agenzia europea dell’ambiente (EEA), ha rilasciato per controbattere le critiche mosse da alcuni gruppi imprenditoriali al recente report “Late lessons from early warnings 2013” nel quale l’EEA difende strenuamente il principio di precauzione all’interno del processo decisionale dell’UE. (vedi ARPATnews 053-13) –interessante, da leggere, ndr-
La McGlade controbatte all’osservazione che l’assunzione del principio di precauzione sarebbe un lusso non sostenibile dalle imprese in un momento di crisi economica come l’attuale con la tesi che, al contrario, la sua assunzione può essere di impulso per l’innovazione e non invece far perdere di competitività le industrie, anche perché è dimostrato che le aziende che rispondono positivamente ai preallarmi sono spesso all’avanguardia nel proprio settore.
I casi analizzati nelle “Late lessons 2013” rivelano quanto sia stato ottuso perseguire facili e immediati guadagni quando già si avevano a disposizione evidenze di pericolosità per l’uomo o l’ambiente.
Così è stato, per la pesca intensiva, l’uso di sostanze a basso costo come il benzene, il piombo nella benzina, l’amianto, gli insetticidi, gli ormoni della crescita per una maggior produzione di carne, ecc., mentre sarebbe molto più lungimirante, anche dal punto di vista economico, dare ascolto ai preallarmi perché in tal modo si eviterebbe sia di essere bloccati durante i processi produttivi, a causa di un danno dimostrato, sia di versare costosi risarcimenti (es. avvelenamento da mercurio in Giappone).
E comunque, citando la McGlade, “la priorità dei politici deve essere il mantenimento del benessere dei cittadini, non la competitività economica a tutti i costi”.
La direttrice ribadisce anche che, quando si valuta l’uso o meno di sostanze chimiche, è fondamentale pesare in maniera appropriata i costi e i benefici e che tutte le evidenze scientifiche siano prese in considerazione. Così nel caso del DDT non si è proceduto ad un divieto assoluto d’uso, ma con la Convenzione di Stoccolma è stato deciso che alcuni paesi possono continuare ad usarlo, in specifiche quantità definite da linee guida
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), come vettore di controllo di malattie, come la malaria.
La posizione ribadita più volte e in diverse forme nell’intervista è quella sintetizzata nel concetto che “l’incertezza scientifica non è una giustificazione per l’inazione, quando vi è evidenza plausibile di danno potenzialmente grave”, e che anche la paura di falsi positivi, come dimostrato nel report “Late lessons 2013”, è fuori luogo e non deve essere una giustificazione per evitare interventi precauzionali perché questi sono pochi e lontani tra loro rispetto a falsi negativi.
Basti pensare al caso degli interferenti endocrini (IE) dove con gli studi sugli animali, si hanno già a disposizione una molteplicità di prove che indicano una correlazione tra l’esposizione a sostanze chimiche e problemi alla tiroide, problemi immunitari, riproduttivi e neurologici, e molte di queste patologie, o disturbi similari, si possono riscontrare in aumento nella popolazione umana dato che sia l’uomo che gli animali possono essere esposti a queste sostanze chimiche nell’ambiente, o tramite l’acqua o la catena alimentare, dove tali sostanze possono accumularsi.
La McGlade sottolinea che un problema, spesso sottaciuto, nel portare avanti tali ricerche sono le difficoltà incontrate dagli scienziati sul posto lavoro. Non di rado, infatti, è accaduto che gli studiosi che avevano denunciato un potenziale danno, pubblicando i risultati delle loro ricerche, abbiano perso il lavoro o subito rappresaglie come nel caso di Snow (per i suoi studi sul colera), Selikoff (studi sull’amianto), Henderson, Byers, Patterson e Needleman (piombo nella benzina), Osakawa (studi sul mercurio), Putzai e Chapella (in materia di OGM), Schneider (cambiameti climatici), ecc., di conseguenza molti scienziati desiderano mantenere l’anonimato anche in considerazione del fatto che non esiste una legislazione adeguata che li tuteli.

Le posizioni sulla Geotermia di SOS Geotermia

Il logo del CoordinamentoIl 3 febbraio 2013 la Rete dei comitati di Asor Rosa si riunisce a Firenze; uno dei temi principali in discussione è la questione Geotermia in Amiata. Pur non invitato, il coordinamento SOS Geotermia vuole dare un contributo chiarificatore sulla questione, in coerenza con quanto andiamo sostenendo da sempre e ribadito nel nostro Manifesto.
Riportiamo di seguito il documento che può anche essere letto e scaricato, impaginato in formato pdf

 

Per SOS Geotermia è un fatto importante che la Rete dei Comitati di Asor Rosa abbia posto il tema della Geotermia al centro della propria iniziativa con un documento specifico, che riprende alcuni problemi da noi denunciati da anni. Su molti punti siamo d’accordo con le analisi fatte dalla Rete dei Comitati, altri non ci trovano concordi e riteniamo utile e necessario un confronto a tutto campo che consenta di chiarire questioni di merito e di metodo sia sulla geotermia che più in generale sulle tematiche ambientali.

A differenza di quello che si è cercato di nascondere per anni, fornendo una scarsa e cattiva informazione, le attuali coltivazioni geotermiche in Toscana producono un pesante impatto ambientale, che varia da un territorio ad un altro a seconda delle sostanze inquinanti contenute nei fluidi presenti nel sottosuolo: non possono pertanto essere attribuite all’attività geotermica valutazioni univoche, né è possibile generalizzare quando si parla di sostenibilità e rinnovabilità di questa fonte energetica.

Sull’Amiata la quantità di inquinanti è di gran lunga superiore rispetto all’area di Larderello, pertanto criticità e pericoli risultano maggiori e stanno già compromettendo quelle che da sempre sono state le vere risorse di questa montagna: acqua, aria e ambiente.

L’estrazione del vapore sta depauperando l’acquifero dell’Amiata, il più importante della Toscana: i piezometri installati in vari punti della zona di ricarica dell’acquifero indicano che la superficie della falda si sta abbassando di un metro al mese senza che ci sia alcuna iniziativa da parte delle autorità preposte.

Nessuno degli studi redatti su incarico della Regione ha smentito i collegamenti esistenti tra i due acquiferi, quello superficiale e quello geotermico, collegamenti dovuti ai camini vulcanici e alla presenza di fratture e faglie vulcano-tettoniche che gli stessi geologi di ENEL avevano segnalato nei loro studi redatti nel 1970.

Anche la qualità delle acque in questi anni è stata compromessa per la presenza di arsenico che in alcune sorgenti ha superato il limite di legge tanto che, per renderla potabile, vengono praticate operazioni di miscelamento con altre acque ed in alcuni casi sono stati installati abbattitori di questo pericoloso inquinante.

Questa modalità di sfruttamento geotermico non produce energia pulita, e neppure rinnovabile; non si può più raccontare la favola sentita per tanti anni, minimizzando i problemi e le criticità, anche in considerazione del fatto che la geotermia è stata esclusa dal dover rispettare le norme concernenti la riduzione dei gas ad effetto serra.

In realtà le centrali dell’Amiata producono una quantità di anidride carbonica per unità di energia prodotta ben superiore a quelle alimentate ad olio combustibile (852 t/Gwh rispetto a 700 t/Gwh), oltre a diverse tonnellate al giorno di metano ed altri inquinanti ben più pericolosi, quali mercurio, arsenico, acido solfidrico, ammoniaca, acido borico, alcuni dei quali “con caratteristiche tossicologiche ed ecotossicologiche rilevanti” secondo la definizione di ARPAT..

La geotermia, dopo l’agricoltura, che è ampiamente diffusa in Toscana, rappresenta a livello regionale la seconda fonte di produzione di ammoniaca, sostanza precursore, insieme all’acido solfidrico, alla formazione del PM10 secondario che incide pesantemente sulla qualità dell’aria. “Ai fini del rispetto dei valori limite della qualità dell’aria nel territorio regionale, in particolare per il PM10, (e in seguito alla direttiva 2008/50/CE anche per il PM25), la Regione deve ridurre le emissioni dei precursori del PM10 secondario”. Questo è quanto scritto nella DGRT n.344/2010 relativa all’approvazione dei criteri direttivi per il contenimento delle emissioni in atmosfera delle centrali geotermoelettriche.

Il limite di emissione annua di ammoniaca è stato fissato anche a livello nazionale, al fine di tutelare l’ambiente e la salute umana dagli effetti nocivi causati dall’acidificazione e dalla eutrofizzazione del suolo.

La centrale di Bagnore 3, sulla base dei valori rilevati da ARPAT negli anni 2002-2012, ha prodotto in media oltre 3 t. al giorno (Kg. 3.319) di ammoniaca, con punte che nel 2005 hanno addirittura raggiunto le 13 t. (Kg. 13.125). Se teniamo presente che le emissioni totali stimate nel 2007 e dichiarate dalla stessa Regione oscillano tra 4000 e 6500 tonnellate all’anno, possiamo ritenere che la centrale di Bagnore 3 (20 MW) rappresenti la maggiore fonte inquinante di ammoniaca a livello regionale. La DGRT 344/2010 prevede quale valore limite dell’ammoniaca 2 kg./h, ossia 48 kg. al giorno, indipendentemente dalla potenza della centrale, valore di gran lunga non rispettato né da Bagnore 3, né dalla prevista centrale Bagnore 4.

Questi sono i fatti che da anni i comitati ambientalisti dell’Amiata denunciano, sulla base di dati ARPAT, che comunque tiene sempre a precisare nelle sue note che “non valida i dati degli autocontrolli di ENEL GP, ma effettua proprie analisi”.

Le autorità preposte alla tutela dell’ambiente sono ben consapevoli di questo pesante inquinamento e della grave situazione sanitaria presente sull’Amiata, emersa anche dall’Indagine Epidemiologia a cura dell’Agenzia Regionale di Sanità.

Le emissioni di sostanze particolarmente pericolose, quali il mercurio e l’ammoniaca, sommandosi all’arsenico, all’acido solfidrico, alle emissioni naturali e a quelle di precedenti attività minero-metallurgiche, già conosciute, producono criticità e pericoli maggiori rispetto all’area geotermica tradizionale.

In Amiata si registra negli uomini un eccesso di mortalità statisticamente significativo del +13%, sia rispetto ai comuni limitrofi, scelti per gli stessi caratteri socio economici, sia rispetto al resto della regione.

Sono state individuate ben 54 relazioni, statisticamente significative, tra incrementi di malattie mortali e concentrazioni crescenti di diversi inquinanti, presenti in Amiata e prodotti anche dalle centrali geotermiche.

Nonostante ciò, il quadro epidemiologico è stato giudicato “rassicurante” dalla Giunta della Regione Toscana e gli eccessi di mortalità sono stati attribuiti agli stili di vita degli amiatini: tuttavia un recente studio di un ricercatore della stessa ARS ha smentito questa tesi.

Essendo riconosciuta, nei comuni geotermici, come vera la relazione tra l’aumento notevole di mortalità e le concentrazioni crescenti di Arsenico, Mercurio, acido solfidrico, ecc., ed essendo ritenuta ancora come vera l’esistenza di emissioni significative di Arsenico, Mercurio, acido solfidrico, ecc. dalle centrali geotermiche dell’Amiata, per la legge transitiva della Logica, è vera anche la conclusione: che l’incremento delle malattie e mortalità sull’Amiata è dovuta anche alle emissioni delle centrali geotermiche. Da Aristotele in poi, nel mondo, questa è una legge, non riconosciuta soltanto dalla Giunta regionale Toscana.

A fronte di questi evidenti e gravi problemi, non sono state date risposte chiare e certe, quelle risposte tra l’altro previste dall’Accordo Volontario attuativo del Protocollo d’Intesa sottoscritto nel 2009 tra ENEL e Regione Toscana, dove è scritto: …”La previsione di sviluppo dell’attività geotermica in queste aree, pertanto, resta subordinata alla verifica, sul piano scientifico, delle condizioni di assoluta salubrità della coltivazione geotermica”.

Pur in assenza di tali condizioni dichiarate, hanno già avuto inizio gli interventi previsti dal piano di riassetto dell’area di Piancastagnaio, che comportano un aumento dell’energia prodotta dalle attuali 47 MW. a 60 MW., ed è stata anche rilasciata l’autorizzazione unica per la costruzione di Bagnore 4 (40MW), la centrale più grande dell’Amiata, prevista nell’area geotermica più inquinante, al centro di un’area a massima pericolosità di frana ed in una zona ad alto grado di sismicità. Il tutto supportato da decine di prescrizioni che prevedono interventi di monitoraggio a tutto campo, ma a cose fatte, senza applicare il principio di precauzione, senza aver fatto un attento esame sul piano scientifico sulle tecnologie impiegate da ENEL e non più utilizzate in gran parte del mondo, dove da tempo vengono praticate tecnologie a ciclo chiuso che prevedono la completa re-iniezione nella stessa falda geotermica dei fluidi estratti, dando così credito al fatto che quelle proposte da ENEL siano le migliori tecniche al momento disponibili.

E’ quindi evidente la responsabilità della Regione Toscana e l’accondiscendenza delle amministrazioni locali, allettate dalle “compensazioni ambientali” corrisposte da ENEL, nel voler sviluppare e tutti i costi una attività di sfruttamento che porterà all’esaurimento delle risorse di questo territorio, compromettendo qualsiasi prospettiva di sviluppo di altri settori economici, in particolare il turismo, l’agricoltura, le produzioni di qualità, come pure il patrimonio edilizio e le attività del settore.

Dopo anni di inutili appelli al dialogo e alla ragionevolezza, oggi i Comitati e S.O.S. Geotermia, sostenuti anche da Associazioni Ambientaliste a livello nazionale (WWF Italia, Italia Nostra e Forum Ambientalista), stanno portando avanti azioni legali nei confronti dei provvedimenti emanati dalla Regione Toscana, azioni che continueranno anche in seguito, e che già stanno trovando sempre più sostegno tra la popolazione.

Gli sviluppi di questa vicenda hanno dimostrato l’assenza della volontà di ricercare soluzioni condivise e l’impossibilità di un vero confronto democratico tra cittadini e istituzioni, dal momento che sono stati anteposti gli interessi economici ai diritti della collettività.

Siamo convinti che l’unico modo per salvare il monte Amiata sia il blocco della costruzione di nuove centrali e la “moratoria” su quelle esistenti per aprire una discussione a tutto campo sul futuro di questo territorio e sulle attività compatibili con esso, senza deroga alcuna sul principio della salvaguardia della salute e dell’ambiente.

In questo ambito un ruolo importante lo può avere la valorizzazione della risorsa geotermica “a bassa entalpia”, lo sfruttamento e l’uso del calore e dell’acqua calda, per un piano di sviluppo della risorsa energetica presente nell’Amiata per gli usi civili e produttivi: teleriscaldamento per uso civile e artigianale, serre, acquacoltura, riscaldamento impianti sportivi e turistici, etc. Una energia a uso e a favore del nostro territorio, controllata e gestita dalle nostre comunità, non finalizzata quindi allo sfruttamento dell’alta (e media) entalpia per le centrali geotermiche, gestite da Enel.

Non è questa geotermia il futuro di questa terra, ricca di risorse naturali, già oggi pesantemente messe in crisi, di biodiversità, di beni ambientali e paesaggistici da tutelare e valorizzare, perché sempre più preziosi in una società in cui cementificazione, inquinamento e desertificazione sono diventati luoghi comuni. Tra l’altro la presenza nei fluidi geotermici di una grande quantità di sostanze inquinanti la rendono insostenibile anche sotto l’aspetto sanitario.

Il tema della salvaguardia ambientale e della salute delle popolazioni amiatine è per noi, insieme al lavoro utile e dignitoso per tutti, “tema centrale” di ogni iniziativa di mobilitazione e di lotta che deve tendere alla partecipazione diretta e al coinvolgimento dei cittadini, contro le scelte delle multinazionali in campo energetico, come peraltro ribadito nel manifesto “Non è questo il futuro che vogliamo” alla base della nostra manifestazione del 15 dicembre ultimo scorso a Piancastagnaio.

Auspichiamo pertanto che la Rete faccia proprie queste nostre considerazioni per le quali i comitati ambientalisti e il Coordinamento SOS Geotermia si stanno battendo, e se vuole veramente essere la portavoce di queste istanze prima di tutto le deve condividere e sostenere in tutte le sedi.

Se questo non sarà possibile deve risultare evidente che esistono posizioni diverse e che quelle della Rete non rappresentano i Comitati dell’Amiata. Noi abbiamo già assunto impegni con le popolazioni e con il territorio e abbiamo già detto “NO alla logica del profitto a tutti i costi”.

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…ancora bugie: alla Regione Toscana non rimane che indagare su Venere

Pubblichiamo le ultime bugie, sprechi e costi a carico dei cittadini per giustificare l’eccedenza di mortalità nella zona geotermica dell’Amiata. Tutto pur di non mettere in discussione l’Enel e quello che si sta compiendo ai danni della popolazione e del territorio.
N.B. la documentazione richiamata nonchè la presentazione (pps) e il volantino, sono scaricabili nella sezione ‘Documentazione’ di questo sito.

Mentre la Regione Toscana autorizza Enel a triplicare lo sfruttamento geotermico in Amiata, che ridurrà le portate delle sorgenti del Fiora, i Sindaci si fanno sostenitori di progetti per fornire acqua potabile dissalando l’acqua di mare, anziché fare manutenzione delle tubazioni (si perde oltre il 50% dell’acqua immessa) e realizzando abbattitori di Arsenico, anziché pretendere le bonifiche e scontrarsi con soggetti potenti, quali ENEL ed ENI. Risulta evidente la scelta di lasciare le risorse idriche naturali ai soggetti privati, che pagano un contributo agli Enti locali e Regione, e di puntare sui dissalatori/abbattitori, a spese dei contribuenti. Ma, oltre a non bere più acqua naturale, quell’acqua ci costerà tantissimo in spese di gestione degli impianti, in sicuro aumento. Ai contribuenti ignari si racconterà dell’inflazione, della crisi…

Rimane da far accettare alla popolazione toscana due questioni: l’idea della naturalità della crescita dell’Arsenico nelle fonti di acqua naturale e il fenomeno dei cattivi stili di vita, quale causa del notevole eccesso di tumori sull’Amiata.

Su questi due fronti i tecnici si sono messi al lavoro con impegno da tempo. Sulla crescita della concentrazione di Arsenico, l’ARPAT ha rinnegato i dati analitici prodotti dalle USL negli anni ’90, ma le loro argomentazioni non sono documentate. La USL 9 con i dott.ri Madrucci, Boncompagni e Morganti, preso atto dello Studio epidemiologico dell’ARS, che ha evidenziato negli uomini un eccesso di mortalità statisticamente significativo del +13% nei comuni geotermici dell’Amiata, ha proposto e ottenuto finanziamenti per 18.000 euro1 in ricerche su problemi della salute correlati all’uso di alcol, del tabacco e alle malattie infettive, causate da virus, tramite esposizione a fluidi corporei come sperma, liquidi vaginali e sangue infetto. Mentre la Regione Toscana indaga su Bacco, Tabacco e Venere, a cui sarebbero particolarmente dediti gli abitanti dei comuni geotermici, il Servizio Sanitario del Lazio2 ha reso pubblici i dati di una indagine sulla popolazione della limitrofa provincia di Viterbo, che, come quella toscana, è stata costretta a bere acqua definita potabile dalla Regione in deroga ai limiti di legge, documentando che di Arsenico in piccole dosi nell’acqua potabile, oggi si muore, con un un eccesso statisticamente significativo di mortalità per tutte le cause del +11%.

Se si pensa che in Toscana per molti anni si è stati costretti a bere acqua in deroga, c’è di che indignarsi. Per ottenere quelle deroghe, senza ricorrere alla eliminazione delle fonti inquinanti, l’ARPAT ha compiuto un ennesimo capolavoro di disinformazione3.

Secondo quanto riportato dai Decreti della Regione Toscana, l’Acquedotto del Fiora ha presentato alle autorità studi realizzati in collaborazione con ARPAT, attestanti che nelle acque naturali della provincia di Grosseto “sono presenti elevate anomalie di origine naturale dipendenti da particolarissime condizioni geochimiche”e, pertanto, non eliminabili con opere di bonifica, come previsto dalla legge.

Per giustificare queste conclusioni è stato realizzato uno Studio3 campionando come acque naturali, acque che naturali non erano. Infatti,sono state prese in esamediverse acque sicuramente inquinate da attività antropica, prelevate nei siti già inseriti nei Piani Regionali di Bonifica e oggetto di procedura di bonifica, come le acque dei canali drenanti le miniere o acque inquinate, a valle di discariche minerarie da bonificare. I dirigenti dell’ARPAT erano sicuramente informati dell’inquinamento procurato dai canali drenanti le miniere, avendo ricevuto dati e informazioni in tal senso nell’ambito delle procedure di bonifica, realizzate negli anni precedenti al suddetto Studio.

Appare scontato che i dottori della USL 9 documenteranno che Bacco, Tabacco e Venere facciano male alla salute, ma non potranno mai smentire l’ultimo studio reso noto dal dott. Voller, dell’ARS Toscana4, che dopo una indagine sui consumi degli abitanti nei comuni geotermici conclude che in Amiata non si registrano stili di vita e consumi di tabacco e alcol diversi dai comuni limitrofi!

Abbiamo riproposto una domanda, formulata nel rispetto della legge transitiva della logica ad ENEL e alla Regione Toscana5 senza ottenere una risposta. La ripetiamo ai dottori della USL 9: “Essendo riconosciuta nei comuni geotermici dell’Amiata come vera la relazione tra l’aumento notevole di mortalità in funzione di concentrazioni crescenti di arsenico, mercurio ecc; essendo ritenuta ancora come vera l’esistenza di emissioni significative di arsenico, mercurio, ecc.,dalle centrali geotermiche, non ritenete vera anche la seguente conclusione: che l’incremento delle malattie e mortalità sull’Amiata sia dovuto anche alle emissioni delle centrali geotermiche?”

Note:
1
AUSL 9, Deliberazione n° 369 del 1.10.2012, DRGT 893/2012 “approvazione Progetti Area Geotermica”.
2
Regione Lazio Dipartimento di Epidemiologia, Valutazione pidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da Arsenico nelleacque potabili nelle popolazioni residenti nei comuni del Lazio. Aprile 2012. Vedi: http://www.osservatorelaziale.it/public/allegati/files/126.pdf
3
ARPAT, Contratto di ricerca fra ARPAT e prof Mario Dall’Aglio del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi “La Sapinza” di Roma (1995-2003),Caratterizzazione e valutazione delle acque naturali in Provincia di Grosseto
4
Regione Toscana, Agenzia Regionale Sanità, dott. Voller, Le informazioni sugli stili di vita. 2012.
5
Regione Toscana, Settore VIA, Art.15, comma 7, L.R.79/98: Contraddittorio del 18.7.2012… Verbale. Gruppo Consiliare “Prospettiva comune “di Piancastagnaio.