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“I fatti di Arcidosso”. Cronaca di una frattura tra poteri forti e comunità locali

 

lazzaretti_elicottero“I fatti di Arcidosso”, con questo titolo la stampa dell’epoca raccontava l’accaduto 135 anni fa’.
Il 18 Agosto 1878 David Lazzaretti e i suoi seguaci, in gran parte braccianti e lavoratori della terra, danno vita ad una grande processione che da Monte Labbro avrebbe dovuto raggiungere Arcidosso e Castel del Piano, per una visita ai santuari di questi paesi.
Una pacifica manifestazione, colorata da bandiere e vessilli, e dai costumi indossati dai lazzarettisti che sfilano insieme a mogli e figli, bambini e bambine con corone di fiori sulla testa.
All’ingresso di Arcidosso la processione viene fermata dalle forze dell’ordine che intimano a Lazzaretti di retrocedere e sciogliere il corteo. David risponde che andrà avanti, che lui porta la pace e la misericordia e che è pronto a versare il suo sangue  per amore di Cristo.
Partono degli spari da parte della forza pubblica e Lazzaretti viene colpito a morte.
Nei giorni immediatamente precedenti la processione, tra gli abitanti di Arcidosso si era sparsa la voce che i lazzarettisti sarebbero arrivati in paese e avrebbero saccheggiato le case dei benestanti, i preti dai loro pulpiti annunciavano disgrazie e violenza ed un clima di preoccupazione e paura si era diffuso fra la gente.
L’11 maggio 2013, 135 anni dopo, si è tenuta ad Arcidosso una manifestazione pubblica organizzata dal coordinamento SOS Geotermia, alla quale hanno aderito le maggiori organizzazione nazionali e locali per la tutela dell’ambiente e dei beni comuni.
Tutto si è svolto serenamente e positivi sono stati i risultati.
La manifestazione era contro le centrali geotermoelettriche di ENEL e contro la cattiva e dannosa politica per lo sviluppo geotermico in Amiata portata avanti dalla Giunta Regionale Toscana, dal suo presidente Enrico Rossi e dall’assessore all’Ambiente e all’Energia Anna Rita Bramerini, con la complicità di sindaci e assessori dei Comuni dell’Amiata che hanno sottoscritto gli accordi tra ENEL e Regione. Tra l’altro questi signori del PD, o chi per loro quando si chiamavano Ulivo o DS, nei primi anni 2000, insieme alle Province di Grosseto e Siena erano di tutt’altra opinione, assessore Bramerini compresa, e dichiaravano  sulla stampa che la geotermia era insostenibile e incompatibile con le risorse di questo territorio.
Dicevano esattamente quello che oggi dicono gli ambientalisti di SOS Geotermia. 
Il percorso dei manifestanti è stato l’opposto di quello che avevano fatto oltre un secolo fa i lazzarettisti:  partenza  da Arcidosso, località Aiuole, direzione Monte Labbro, proprio perché su questa strada si trovano la centrale ENEL di Bagnore 3 (20MW) ed il luogo dove dovrebbe essere costruita Bagnore 4 (40 MW), la centrale più grande dell’Amiata, prevista nell’area geotermica più inquinante a livello regionale.
Nei giorni immediatamente precedenti l’appuntamento, in Arcidosso sono iniziate a circolare voci che vi potevano essere pericoli di provocazioni o eventuali atti di violenza da parte di soggetti provenienti da fuori, proprio per disturbare lo svolgimento della manifestazione.
Un allarmismo esagerato, come poi i fatti hanno dimostrato.
Durante la giornata si è discusso sulle problematiche e i danni causati dalla geotermia, si sono difesi i diritti delle persone che amano la loro terra, e poi si è dato vita al corteo, pacifico e tranquillo, con striscioni colorati e bandiere, allietato da musicisti, canti e dai consueti slogan di occasione.
Non sono gli ambientalisti i violenti, come spesso si vorrebbe far credere, la violenza è ben altro. La violenza è quella che quotidianamente subiscono i più deboli, coloro che non hanno soldi neppure  per vivere, coloro che non hanno lavoro o che lo perdono da un giorno all’altro, senza alcuna prospettiva e speranza per la propria famiglia.
Violenza è quella che 135 anni fa subirono i lazzarettisti, arrestati dalla forza pubblica e imprigionati per oltre un anno con l’accusa di “attentato contro la sicurezza dello stato”, e poi tutti assolti nel processo tenutosi a Siena.
Violenza è quella che ogni giorno subisce l’ambiente per gli interessi economici di società alle quali interessa soltanto il profitto.
Violenza è quella che subiscono l’Amiata e le sue popolazioni alle quali viene imposto lo sviluppo dell’attività geotermica, in un territorio dove le sue ricchezze si vedono alla luce del sole e non vanno ricercate sottoterra.  
Noi non avevamo mai avuto timori né di provocatori, né di infiltrati, anzi vogliamo ringraziare tutti coloro che sono venuti da altri paesi a sostenere la nostra lotta e che continuano a dimostrare sensibilità ed interesse verso questi problemi, a differenza di altri che si rifiutano di prendere coscienza di quello che sta succedendo sull’Amiata e mettono la testa sotto terra come gli struzzi, ignari e increduli della triste eredità che verrà lasciata ai loro figli e nipoti.
L’allarme comunque ha avuto le prevedibili e non auspicate conseguenze:
uno spiegamento di forze dell’ordine mai registrato sull’Amiata, neppure durante le lotte dei minatori. Polizia in stato di allerta attrezzata di tutto punto, carabinieri, guardie forestali, mezzi mobili e cavalli, e l’elicottero che volteggiava sulla testa dei  manifestanti. Poi il blocco del corteo alla centrale di Bagnore 3, una prescrizione imposta dalla Questura di Grosseto per motivi di sicurezza.
Un cordone di poliziotti schierati in mezzo alla strada ha impedito che il corteo continuasse a sfilare lungo la provinciale per avvicinarsi al luogo dove dovrebbe essere costruita Bagnore 4.
I manifestanti non si dirigevano verso un centro abitato, non andavamo ad Arcidosso, come un tempo avevano fatto i lazzarettisti, si recavano nelle campagne, ai margini di un campo già devastato dai lavori di movimento terra che ENEL sta facendo  in un’area ad alto rischio frane.
Perché questo enorme schieramento di forze dell’ordine? A difesa di che cosa? Di un campo ormai coperto di fango e di sterpaglie, già distrutto da ruspe e escavatori? Quali danni avrebbero mai potuto fare i manifestanti in un’area dove non è rimasto più nulla, chiusa con rete e cancello?
Quel campo fa parte del Sito di Interesse Comunitario e Regionale del “Monte Labbro e dell’Alta Valle dell’Albegna” (SIC e SIR) oltre che Zona di Protezione Speciale dell’avifauna, voluti dalle pubbliche istituzioni, un tempo allettate dai finanziamenti dell’Unione Europea (Progetto LIFE Natura) per la valorizzazione delle risorse naturali ed oggi più interessate ai soldi di ENEL, versati, ironia della sorte, a titolo di “compensazioni ambientali”.
Per giunta confinanti con l’area geotermica di Bagnore si trovano altri due SIC e SIR, quello del “Cono vulcanico del Monte Amiata” e quello dell’ ”Alto corso del fiume Fiora” che è anche ZPS, e a poche centinaia di metri il Parco Faunistico dell’Amiata.  Come si può pensare che possano conciliarsi e convivere realtà così contrapposte: natura e biodiversità di un territorio e tonnellate di inquinanti immessi in atmosfera dalle centrali ENEL, alcuni definiti da ARPAT “con caratteristiche tossicologiche ed ecotossicologiche rilevanti”.
Prima si prendono i contributi per difendere e valorizzare l’ambiente, poi le “compensazioni” per permettere di inquinarlo.
Quando non esistono più valori e principi, e si è ormai incapaci di governare un territorio, tutto allora può dipendere dalle circostanze e dalle offerte del mercato.
Ma, ritornando ai “fatti di Arcidosso” dell’11 maggio,  noi diciamo che le garanzie di  sicurezza ci devono essere date non per un giorno all’anno, in occasione di una pacata manifestazione, ma anche negli altri 364 giorni.
Quello che chiedono i comitati per l’ambiente, facendosi interpreti di un’esigenza comune e da tutti condivisa, è la sicurezza per il domani dei loro figli, ai quali vorrebbero lasciare un territorio dove vivere serenamente come vi hanno vissuto i loro padri.
Sull’Amiata le mortalità negli uomini sono state il 13% in più rispetto a quelle registrate nei comuni limitrofi e nella Regione, un dato preoccupante che nei paesi di Arcidosso, Abbadia S. Salvatore e Piancastagnaio  ha raggiunto il + 30%  per le morti per tumori.
Noi non abbiamo industrie, non abbiamo discariche né inceneritori, e neppure termovalorizzatori, abbiamo invece un ambiente ricco di risorse naturali dove la qualità della vita dovrebbe essere superiore che altrove.
E se prima di chiudere una fontanella in loc. La Cascata d’Alto, dove l’arsenico a partire dal 2002 risultava al di sopra dei limiti previsti dalla legge, mentre tutti sapevano che la gente continuava a rifornirvisi di acqua, ritenendola migliore di quella del rubinetto, sono passati dieci anni, noi crediamo di avere tutte le ragioni per dire che non ci fidiamo di coloro che dovrebbero tutelare la nostra salute e il nostro territorio.

20130511_manifestazione_arcidosso_bagnore_Lamiatautogestita (9)

Il Cittadino online 12 giugno 2013
Amiata: la manifestazione di SOS Geotermia e gli strascichi di polemiche
E’ passato un mese dall’appuntamento che ha portato in piazza un migliaio di persone
di Fabrizio Pinzuti
AMIATA – E’ passato un mese dalla marcia organizzata da SOS Geotermia che portò un migliaio di persone dalle Aiole, località nel Comune di Arcidosso, fino alle centrali geotermiche di Bagnore, nel Comune di Santa Fiora e ancora si discute sul valore e sul significato di quella manifestazione, accompagnata da una serie di eventi collaterali.
SOS Geotermia, coordinamento dei comitati dell’Amiata, non manca di sottolineare che la manifestazione, oltre ad essere stata del tutto pacifica, ha  costituito una frattura tra poteri forti e comunità locali. Vi hanno aderito le maggiori organizzazioni nazionali e locali per la tutela dell’ambiente e dei beni comuni, ma soprattutto, secondo SOS Geotermia, è stata una chiara risposta “contro le centrali geotermoelettriche di ENEL e contro la cattiva e dannosa politica per lo sviluppo geotermico in Amiata portata avanti dalla Giunta Regionale Toscana, dal suo presidente Enrico Rossi e dall’assessore all’Ambiente e all’Energia Anna Rita Bramerini, con la complicità di sindaci e assessori dei Comuni dell’Amiata che hanno sottoscritto gli accordi tra ENEL e Regione”. Nella nota del coordinamento si denunciano anche le contraddizioni, o i cambiamenti di rotta, di politici ed amministratori: “Tra l’altro questi signori del PD, o chi per loro quando si chiamavano Ulivo o DS, nei primi anni 2000, insieme alle Province di Grosseto e Siena erano di tutt’altra opinione, assessore Bramerini compresa, e dichiaravano sulla stampa che la geotermia era insostenibile e incompatibile con le risorse di questo territorio. Dicevano esattamente quello che oggi dicono gli ambientalisti di SOS Geotermia”. Altro punto della nota è la denuncia della macchinazione mediatica e politica creata intorno alla manifestazione: “Nei giorni immediatamente precedenti l’appuntamento, in Arcidosso sono iniziate a circolare voci che vi potevano essere pericoli di provocazioni o eventuali atti di violenza da parte di soggetti provenienti da fuori, proprio per disturbare lo svolgimento della manifestazione. Un allarmismo esagerato, come poi i fatti hanno dimostrato. Durante la giornata si è discusso sulle problematiche e i danni causati dalla geotermia, si sono difesi i diritti delle persone che amano la loro terra, e poi si è dato vita al corteo, pacifico e tranquillo, con striscioni colorati e bandiere, allietato da musicisti, canti e dai consueti slogan di occasione”. Immediato il contrattacco: “Non sono gli ambientalisti i violenti, come spesso si vorrebbe far credere, la violenza è quella che quotidianamente subiscono i più deboli, coloro che non hanno soldi neppure  per vivere, coloro che non hanno lavoro o che lo perdono da un giorno all’altro, senza alcuna prospettiva e speranza per la propria famiglia … Violenza è quella che ogni giorno subisce l’ambiente per gli interessi economici di società alle quali interessa soltanto il profitto. Violenza è quella che subiscono l’Amiata e le sue popolazioni alle quali viene imposto lo sviluppo dell’attività geotermica, in un territorio dove le ricchezze si vedono alla luce del sole e non vanno ricercate sottoterra. Noi non avevamo mai avuto timori né di provocatori, né di infiltrati, anzi vogliamo ringraziare tutti coloro che sono venuti da altri paesi a sostenere la nostra lotta e che continuano a dimostrare sensibilità ed interesse verso questi problemi, a differenza di altri che si rifiutano di prendere coscienza di quello che sta succedendo sull’Amiata e mettono la testa sotto terra come gli struzzi, ignari e increduli della triste eredità che verrà lasciata ai loro figli e nipoti. L’allarme comunque ha avuto le prevedibili e non auspicate conseguenze: uno spiegamento di forze dell’ordine mai registrato sull’Amiata, neppure durante le lotte dei minatori. Polizia in stato di allerta attrezzata di tutto punto, carabinieri, guardie forestali, mezzi mobili e cavalli, e l’elicottero che volteggiava sulla testa dei manifestanti. Poi il blocco del corteo alla centrale di Bagnore 3, una prescrizione imposta dalla Questura di Grosseto per motivi di sicurezza. Un cordone di poliziotti schierati in mezzo alla strada ha impedito che il corteo continuasse a sfilare lungo la provinciale per avvicinarsi al luogo dove dovrebbe essere costruita Bagnore 4. I manifestanti non si dirigevano verso un centro abitato … si recavano nelle campagne, ai margini di un campo già devastato dai lavori di movimento terra che ENEL sta facendo  in un’area ad alto rischio frane. Perché questo enorme schieramento di forze dell’ordine? A difesa di che cosa? Di un campo ormai coperto di fango e di sterpaglie, già distrutto da ruspe e escavatori? Quali danni avrebbero mai potuto fare i manifestanti in un’area dove non è rimasto più nulla, chiusa con rete e cancello?” Quest’ultimo punto offre il fianco per denunciare altre supposte contraddizioni o cambiamenti di strategia di amministratori e politici: “Quel campo fa parte del Sito di Interesse Comunitario e Regionale del “Monte Labbro e dell’Alta Valle dell’Albegna” (SIC e SIR) oltre che Zona di Protezione Speciale (ZPS) dell’avifauna, voluti dalle pubbliche istituzioni, un tempo allettate dai finanziamenti dell’Unione Europea (Progetto LIFE Natura) per la valorizzazione delle risorse naturali ed oggi più interessate ai soldi di ENEL, versati, ironia della sorte, a titolo di “compensazioni ambientali”. Per giunta confinanti con l’area geotermica di Bagnore si trovano altri due SIC e SIR, quello del “Cono vulcanico del Monte Amiata” e quello dell’ ”Alto corso del fiume Fiora” che è anche ZPS, e a poche centinaia di metri il Parco Faunistico dell’Amiata.  Come si può pensare che possano conciliarsi e convivere realtà così contrapposte: natura e biodiversità di un territorio e tonnellate di inquinanti immessi in atmosfera dalle centrali ENEL, alcuni definiti da ARPAT “con caratteristiche tossicologiche ed ecotossicologiche rilevanti”. Prima si prendono i contributi per difendere e valorizzare l’ambiente, poi le “compensazioni” per permettere di inquinarlo. Quando non esistono più valori e principi, e si è ormai incapaci di governare un territorio, tutto allora può dipendere dalle circostanze e dalle offerte del mercato. Ma, ritornando ai “fatti di Arcidosso” dell’11 maggio, noi diciamo che le garanzie di sicurezza ci devono essere date non per un giorno all’anno, in occasione di una pacata manifestazione, ma anche negli altri 364 giorni. Quello che chiedono i comitati per l’ambiente, facendosi interpreti di un’esigenza comune e da tutti condivisa, è la sicurezza per il domani dei loro figli, ai quali vorrebbero lasciare un territorio dove vivere serenamente come vi hanno vissuto i loro padri. Sull’Amiata le mortalità negli uomini sono state il 13% in più rispetto a quelle registrate nei comuni limitrofi e nella Regione, un dato preoccupante che nei paesi di Arcidosso, Abbadia S. Salvatore e Piancastagnaio  ha raggiunto il + 30%  per le morti per tumori. Noi non abbiamo industrie, non abbiamo discariche né inceneritori, e neppure termovalorizzatori, abbiamo invece un ambiente ricco di risorse naturali dove la qualità della vita dovrebbe essere superiore che altrove”.
Prendendo infine spunto dalla chiusura di una fontanella dieci anni dopo che era stata accertata la presenza di arsenico al di sopra dei limiti di legge, la nota chiude affermando che “noi crediamo di avere tutte le ragioni per dire che non ci fidiamo di coloro che dovrebbero tutelare la nostra salute e il nostro territorio”.

Manifestazione dell’11 maggio: E’ TORNATA PRIMAVERA! Ora nessuno può più far finta di niente

20130511_manifestazione_arcidosso_bagnore_imgAi dubbi e preoccupazioni sulla risposta alla ‘chiamata’ che nelle settimane scorse abbiamo lanciato a tutta la popolazione amiatina e a tutti coloro sensibili alla difesa dei beni comuni, hanno risposto i ‘Mille’ del colorato, pacifico e determinato corteo che l’11 maggio hanno suonato la sveglia al ‘Risorgimento’ del monte Amiata.
Mille facce, mille voci che hanno fatto proprie le parole d’ordine del Coordinamento Sos Geotermia: moratoria immediata di ogni attività geotermica, salvaguardia del territorio e dell’acqua, lavoro e sviluppo legati al ‘tesoro’ di cultura, paesaggio, produzioni agroalimentari d’eccellenza, alla valorizzazione dell’enorme patrimonio storico, architettonico, naturalistico.
Tantissimi cittadini dell’Amiata hanno rotto gli indugi e strappato il velo di indifferenza, paura, sottomissione a cui Enel e amministratori li vorrebbero piegati; a dar man forte, a dire loro che non sono soli, tantissime associazioni, comitati, sindacati e partiti; è mancata la presenza di Don Gallo che nei giorni scorsi ha avuto seri problemi di salute e a cui mandiamo un caloroso abbraccio e un augurio di pronta guarigione.
Interessante l’incontro, alle 19, al Castello, con i medici e i cittadini nel quale si sono analizzati i dati dello studio Ars sulla salute, a cui è intervenuto telefonicamente il Dott.Valerio Gennaro dell’Istituto Tumori di Genova.
La chiusura simbolica del cantiere di Bagnore 4 di fronte ad un corteo sbigottito nel vedere -a volte per la prima volta- il ‘mostro sputaveleni’ di Bagnore 3, ci lancia verso nuove e più incisive iniziative affinchè tale chiusura, da simbolica, diventi reale.
Che nessun amministratore domani dica che non sapeva! Laddove il problema è stato discusso in consiglio comunale, come ad Abbadia S.Salvatore, la risposta non può che essere netta e chiara: basta con la geotermia in Amiata. Chiediamo e solleciteremo tutte le amministrazioni locali a discutere e pronunciarsi sul tema in sede di consigli comunali ‘aperti’ ai cittadini.
Non accetteremo rinvii ‘sine die’ del confronto tra esperti più volte promesso e sempre rinviato; non sono giustificabili amministratori che dicano ‘ancora ci stiamo documentando’.
La presenza alla manifestazione di parlamentari del M5S della commissione Ambiente ci dice che l’attenzione sul problema cresce ed abbiamo già richiesto a tutti i gruppi parlamentari un incontro affinchè anche il governo nazionale intervenga.
In concerto con il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua si sta programmando per l’inizio estate una ‘3 giorni’ di discussioni e dibattiti sulla difesa di tutti i Beni Comuni, propedeutica per la crescita di un movimento generale che sappia, con maggior incisività, contrastare il saccheggio dei territori, la svendita del patrimonio comune, le privatizzazioni dei servizi, la desertificazione sociale, in definitiva, il furto di democrazia in atto in questo Paese.
La battaglia non è finita, anzi, proprio dalla giornata dell’11 maggio riparte con più forza e vigore e, nel ringraziare tutte le persone che hanno partecipato alla bella marcia, diciamo a tutti: attenti, è tornata primavera!

Ricordiamo a tutti gli amici che sostengono la battaglia in difesa del monte Amiata che il coordinamento Sos Geotermia è indipendente e non ha finanziamenti, né palesi né occulti, e deve far fronte a molte spese (organizzative e legali). L’unico sostegno economico è quello che può arrivare da VOI con una sottoscrizione.
Vi invitiamo perciò a fare una donazione CLICCANDO QUI e seguendo le istruzioni.
GRAZIE A TUTTI!

Il Cittadino online del 13 maggio 2013

Amiata:”Un altro punto di vista sulla geotermia”
Un colorato e rumoroso corteo, un po’ “pacioccone”…
di Fabrizio Pinzuti
AMIATA. Settanta associazioni, partiti, sigle sindacali e circa un migliaio di persone, anche se le stime variano, hanno preso parte sabato scorso (11 maggio) alla manifestazione “Amiata Calling”, indetta dai comitati ambientalisti contro la geotermia. Prima ad Arcidosso si è tenuta un’assemblea e poi, dopo il concentramento in località Aiole, il serpentone si è diretto verso la centrale di Bagnore, vicino a Santa Fiora. Chiusura di nuovo ad Arcidosso con una serie di eventi, tra cui alla sala del castello l’incontro  “un altro punto di vista”, lo stato di salute delle popolazioni geotermiche alla luce dello studio dell’ARS (Agenzia Regionale Salute), con le relazioni del dr. Valerio Gennaro, dell’Istituto Tumori di Genova (in collegamento telefonico) e di Fabio Landi, che ha presentato i dati epidemiologici dell’ARS.
Ovviamente il momento più partecipato è stato quello della marcia verso le centrali di Bagnore 3 (in attività) e di Bagnore 4, ferma ai lavori di sbancamento. Doveva essere nei programmi degli organizzatori “un colorato e rumoroso corteo” contro il saccheggio del territorio, e colorato e rumoroso corteo è stato, ma assolutamente pacifico, pacifista e anche “pacioccone”, in cui i partecipanti hanno dimostrato, al pari delle tante lotte in corso nel Paese, la loro determinazione “a difendere il monte Amiata dalla speculazione e dal saccheggio ad opera dell’Enel sostenuta dalla giunta regionale del governatore texano Rossi, che con le loro scellerate scelte vorrebbero condannare il territorio alla monoeconomia della ‘trivella selvaggia’, delle biomasse, degli inceneritori, mettendo a rischio la salute della popolazione e la preziosa acqua che disseta ancora tre province”.
Un riconoscimento della assoluta correttezza della manifestazione è venuto anche dalle forze dell’ordine – schierate in gran numero in tenuta antisommossa e dotate di mezzi imponenti, tra cui anche un elicottero (forse per la temuta presenza di qualche agitatore come in Val Di Susa per la TAV)  ma rimaste inoperose – attraverso la concessione ad alcuni esponenti dei movimenti, con rappresentanti della stampa, di arrivare in prossimità della costruenda centrale di Bagnore 4 per qualche gesto simbolico. Le forze dell’ordine, resesi conto del carattere pacifico della manifestazione, a cui partecipavano anche famiglie con bambini, e che forse non aveva senso fermare il corteo davanti a Bagnore 3 come previsto inizialmente – che cosa c’era poi da presidiare a Bagnore 4? Lo sterro?- hanno concesso che alcuni rappresentanti dei comitati chiudessero simbolicamente con catena e lucchetto il cancello del cantiere, sul quale veniva apposto un drappo con la scritta “cantiere chiuso dai cittadini dell’Amiata”, idealmente presenti alla manifestazione per ripetere “giù le mani dalla nostra terra!”.

GoNews del 13 maggio 2013

Sos geotermia, un successo la manifestazione dell’11 maggio con oltre 1000 partecipanti
Grande pubblico anche per l’incontro alle 19 al Castello con medici e cittadini. Il racconto della giornata
Ai dubbi e preoccupazioni sulla risposta alla ‘chiamata’ che nelle settimane scorse abbiamo lanciato a tutta la popolazione amiatina e a tutti coloro sensibili alla difesa dei beni comuni, hanno risposto i ‘Mille’ del colorato, pacifico e determinato corteo che l’11 maggio hanno suonato la sveglia al ‘Risorgimento’ del monte Amiata.
Mille facce, mille voci che hanno fatto proprie le parole d’ordine del Coordinamento Sos Geotermia: moratoria immediata di ogni attività geotermica, salvaguardia del territorio e dell’acqua, lavoro e sviluppo legati al ‘tesoro’ di cultura, paesaggio, produzioni agroalimentari d’eccellenza, alla valorizzazione dell’enorme patrimonio storico, architettonico, naturalistico.
Tantissimi cittadini dell’Amiata hanno rotto gli indugi e strappato il velo di indifferenza, paura, sottomissione a cui Enel e amministratori li vorrebbero piegati; a dar man forte, a dire loro che non sono soli, tantissime associazioni, comitati, sindacati e partiti; è mancata la presenza di Don Gallo che nei giorni scorsi ha avuto seri problemi di salute e a cui mandiamo un caloroso abbraccio e un augurio di pronta guarigione.
Interessante l’incontro, alle 19, al Castello, con i medici e i cittadini nel quale si sono analizzati i dati dello studio Ars sulla salute, a cui è intervenuto telefonicamente il Dott.Valerio Gennaro dell’Istituto Tumori di Genova.
La chiusura simbolica del cantiere di Bagnore 4 di fronte ad un corteo sbigottito nel vedere -a volte per la prima volta- il ‘mostro sputaveleni’ di Bagnore 3, ci lancia verso nuove e più incisive iniziative affinchè tale chiusura, da simbolica, diventi reale.
Che nessun amministratore domani dica che non sapeva! Laddove il problema è stato discusso in consiglio comunale, come ad Abbadia S.Salvatore, la risposta non può che essere netta e chiara: basta con la geotermia in Amiata. Chiediamo e solleciteremo tutte le amministrazioni locali a discutere e pronunciarsi sul tema in sede di consigli comunali ‘aperti’ ai cittadini.
Non accetteremo rinvii ‘sine die’ del confronto tra esperti più volte promesso e sempre rinviato; non sono giustificabili amministratori che dicano ‘ancora ci stiamo documentando’.
La presenza alla manifestazione di parlamentari del M5S della commissione Ambiente ci dice che l’attenzione sul problema cresce ed abbiamo già richiesto a tutti i gruppi parlamentari un incontro affinchè anche il governo nazionale intervenga.
In concerto con il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua si sta programmando per l’inizio estate una ’3 giorni’ di discussioni e dibattiti sulla difesa di tutti i Beni Comuni, propedeutica per la crescita di un movimento generale che sappia, con maggior incisività, contrastare il saccheggio dei territori, la svendita del patrimonio comune, le privatizzazioni dei servizi, la desertificazione sociale, in definitiva, il furto di democrazia in atto in questo Paese.
La battaglia non è finita, anzi, proprio dalla giornata dell’11 maggio riparte con più forza e vigore e, nel ringraziare tutte le persone che hanno partecipato alla bella marcia, diciamo a tutti: attenti, è tornata primavera!
Fonte: SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata

La Nazione del 12 maggio 2013

ARCIDOSSO LA MANIFESTAZIONE AMBIENTALISTA È ARRIVATA FINO A BAGNORE 3
«Giù le mani dalla nostra terra» Da tutta Italia per dire no alla geotermia
di Cristiano Bernacchi
E VENNE il giorno: la tanto chiacchierata manifestazione nazionale antigeotermica organizzata dal comitato Sos Geotermia, Amiata calling, si è svolta ad Arcidosso. Sotto l’occhio di un massiccio spiegamento di forze dell’ordine si sono ritrovate circa 400 persone provenienti da tutta Italia e dei più disparati movimenti a difesa dell’acqua pubblica, passando per i Cobas, Forum ambientalisti, Attac, l’Usb e molte altre associazioni, tutte unite nel dire «no a questo genere di produzione dell’energia». Durante la mattinata si sono tenuti alcuni interventi sul palco allestito in piazza Indipendenza dove, oltre alle posizioni dei comitati locali, si sono pronunciati anche soggetti del tutto estranei all’Amiata per parlare di altre forme di produzione energetica alternative. Ma il vero cuore della protesta si è manifestato nel pomeriggio quando un colorato e rumoroso corteo si è dato appuntamento ad Aiuole per arrivare fino alla centrale di Bagnore 3. Al di là delle stime sul numero dei partecipanti (c’è chi parla di 500 persone e chi ridimensiona questo numero) quello che rimane accertato è il fronte comune di persone che ha deciso di protestare per mettere un freno a questo uso della geotermia da loro considerato «nocivo e inutile». Variegato il corteo composto da padri di famiglia, giovani, nonni, nipoti e simpatici musicisti improvvisati che hanno accompagnato il corteo mettendo in scena una vera e propria jam session interrotta a singhiozzi per far sentire la voce dei manifestanti che invocavano l’intervento della magistratura per mettere i sigilli ad Enel. Una volta giunto davanti alla centrale di Bagnore 3, il serpentone umano si è dovuto fermare e dopo una serrata contrattazione con le forze dell’ordine, una delegazione del comitato organizzatore che avrebbe voluto far proseguire il corteo fino alle transenne che delimitano l’area in costruzione di Bagnore 4, è riuscita ad arrivare dove avrebbe voluto. Qui, circa 10 rappresentanti di Sos Geotermia, hanno effettuato un gesto simbolico, mettendo un lucchetto e affiggendo un cartello davanti all’area di Bagnore 4, dove si annuncia «la chiusura del cantiere per mano dei cittadini dell’Amiata». Alle 19 poi, i vari comitati si sono ritrovati in piazza Indipendenza ad Arcidosso per discutere dello stato di salute delle popolazioni «geotermiche» a seguito dello studio da parte di Ars.

STUDI EDIPEMIOLOGICI
«I dati di Ars non mi convincono» Barocci e i suoi dubbi sui numeri
«UNA DELLE QUESTIONI più importanti spesso sottaciuta, sulla questione geotermica dice Roberto Barocci, tra i più rumorosi del corteo riguarda lo studio epidemiologico condotto da Ars Toscana. La mia contestazione a quello studio è sui dati emersi, che sono in contraddizione dice con le conclusioni. In queste ultime infatti si mescolano i dati emersi in Amiata con quelli di altre aree geotermiche: un errore macroscopico di natura scientifica. Non si può infatti, come è avvenuto per l’Amiata, diluire i dati emergenti con quelli di altre realtà geotermiche che non presentano inquinanti che invece ci sono sostiene in questo territorio ed in quantità diverse. Sono poi studiosi internazionali a sostenere che in epidemiologia, non si può miscelare e diluire risultati preoccupanti laddove ci sono popolazioni diversamente esposte».

Il Tirreno del 12 maggio 2013

I comitati “chiudono” il cantiere
Successo senza incidenti della manifestazione contro la geotermia: «Vogliamo uno sviluppo diverso sull’Amiata»
di Fiora Bonelli
AMIATA “Partigiani” dell’Amiata. Sulle note di Bella ciao e dell’Internazionale, al grido “l’Amiata è nostra”, “Amiata sicura intervenga la magistratura, “La montagna non si tocca, la difenderemo con la lotta”, ieri pomeriggio, Sos geotermia che coordina i comitati antigeotermici, ha vissuto la propria giornata, preparata da mesi con informazione capillare, dal web all’altoparlante porta a porta. Davanti alla centrale ha portato circa 350-400 persone di comitati di tutta Italia, gruppi, movimenti ambientalisti, forum, in un corteo che dal bivio delle Aiole di Arcidosso è sfilato fino davanti alla centrale di Bagnore 3. E di seguito, una delegazione di 5-6 persone, guidate dal pasionario Velio Arezzini di Abbadia San Salvatore, è arrivata, concordando il gesto con le autorità di sorveglianza, fino al cantiere dove sorgerà Bagnore 4. Qui i manifestanti hanno appeso un cartello con su scritto: Cantiere chiuso dai cittadini dell’Amiata. «Una chiusura simbolica ed esemplare», ha rimarcato Arezzini, che mettendo una catena, ha interpretato la volontà di chi è contro lo sfruttamento del vapore amiatino. Gli organizzatori dell’Amiata, insomma, hanno mediato tra la volontà di molti che volevano penetrare fino alla piazzola di Bagnore 4 e le autorità che secondo prescrizione concordata, potevano far arrivare il corteo fino a Bagnore 3. Alla fine il buon senso ha prevalso e nessuna azione di forza è stata fatta nei confronti di un apparato d’ordine che aveva messo in campo un centinaio di persone fra carabinieri, polizia di Stato, polizia forestale anche a cavallo, Digos, polizia municipale, con una decina di mezzi attrezzati, un elicottero e assetto antisommossa. Ma tutto si è svolto pacificamente come era stato assicurato dagli organizzatori amiatini che hanno gestito centinaia di persone che amiatini non erano o lo erano solo in minima parte. Tutti speravano che quel corteo sarebbe stato guidato da don Gallo, il quale, invece, ha mandato la sua solidarietà e non è venuto in Amiata. Fra gli amiatini doc, c’era il gruppo storico degli ambientalisti abbadenghi e quello di Arcidosso e Santa Fiora. Poche persone, rispetto alla massa, perchè per il resto hanno fatto numero gli arrivati da mezza Italia con pulmann e pulmini, soprattutto i movimenti legati alle problematiche dell’acqua. Con le loro bandiere, presenti al corteo solo Rifondazione e Movimento 5 stelle, mescolati con gli altri vessilli di comitati e forum e soprattutto con quelli di SoS geotermia. Chiusa dalle 14 la strada provinciale da Arcidosso a Roccalbegna, con posti di blocco a tutti gli incroci e con sorveglianza anche dal cielo. Dopo una mattinata ad Arcidosso, in piazza Indipendenza, con pochissime persone all’inizio, che man mano sono diventate un po’ più numerose davanti agli oratori che si succedevano nel palco, come si prevedeva, la manifestazione clou è stata davanti alla centrale geotermica. I negozianti di Arcidosso, alcuni dei quali avevano temuto atti di forza e si erano preparati a chiudere le saracinesche, si sono tranquillizzati di fronte a una manifestazione che con striscioni, giornali, volantini, è stata solamente esplicativa del problema. La mattina, infatti, è stata dedicata in particolare ad interventi da parte dei partecipanti, ciascuno con la sua esperienza in fatto di ambiente e sua salvaguardia. Dirompenti gli attacchi agli amministratori locali e a Enel che sono arrivati dal palco nell’intervento di Velio Arezzini: «Noi diciamo sì alla valorizzazione di un’altra Amiata – ha rimarcato – dobbiamo fare una rete comune con altri movimenti, non occorre solo solidarietà, ma partecipazione collettiva».

Barocci: «Confronto immediato»
I leader del fronte del no decisi: serve una corretta informazione sull’argomento
AMIATA Le voci “storiche”di Barocci, Cini, Merisio Fin da prestissimo, ieri mattina, in piazza Indipendenza ad Arcidosso, lo staff organizzativo di Amiata calling e gli ambientalisti storici. In particolare Roberto Barocci, anima di Sos geotermia, che a questo punto chiede a gran voce un «Confronto con gli amministratori, che sono malamente informati. Lo studio dell’Ars, infatti, nella sua sintesi, mette insieme a confronto, dati che insieme non possono essere messi, come quelli dell’Amiata e di Lardarello. Dico solo che il dibattito con gli amministratori è urgente e che l’informazione è basilare in questa battaglia». Anche Giuseppe Merisio, di Rifondazione, e che da anni sta conducendo una battaglia costante contro la geotermia, insiste sulla richiesta di moratoria per le centrali geotermiche: «Abbiamo alternative interessanti per il nostro fabbisogno, afferma, come il fotovoltaico che servirebbe 24mila famiglie». Niso Cini, anch’egli fra gli studiosi in house della questione geotermica, ex direttore del parco del Monte Amiata, invoca uno stop allo sfruttamento della risorsa del vapore: «I più accorti si contenterebbero che non fossero fatti altri fori e in questa maniera si decreterebbe una “morte naturale” dello sfruttamento geotermico». Cini torna sulle questioni più e più volte sottolineate dai comitati e che vengono però considerate non veritierie da chi la geotermia la pratica. «Non va bene che la geotermia consumi l’acqua. Ma non va bene che l’apertura di un secondo polo come Bagnore 4 faccia capire un’apertura a tutto tondo allo sfruttamento di questa risorsa. Insomma, che un’Amiata ricca di acqua e di biodiversità si trasformi in Amiata polo geotermico». E infine Corrado Lazzeroni: «L’Amiata geotermica voluta dagli ammistratori di sinistra, per chi, come me, è stato di sinistra fino al midollo è una sconfitta che brucia». (f.b.)

Corriere di Maremma del 12 maggio 2013

In 400 sfilano verso Bagnore 4

ARCIDOSSO “Amiata Calling”, “l’Amiata chiama a raccolta per la difesa del suo ambiente naturalistico contro lo sfruttamento geotermico messo in atto da Enel”, è stata la premessa al dibattito dellamattinata inaugurale della manifestazione organizzata dal coordinamento di “Sos Geotermia” alla quale ha partecipato un nutrito gruppo di persone in piazza Indipendenza ad Arcidosso e alla quale hanno dato sostegno una sessantina di Associazioni nazionali. E’ questa la prima parte del programma con un dibattito serrato con interventi che hanno espresso idee, dubbi, perplessità sui benefici che questo sfruttamento può apportare ad “un territorio che ha una sua naturale vocazione in tutt’altra direzione, quella turistica e di valorizzazione di prodotti di eccellenza”. “Mi sembra paradossale – dice Niso Cini del Comitato – che l’Amiata da polo naturalistico eccezionale diventi ora polo geotermico”. Gli argomenti a supporto del rifiuto della geotermia sono quelli più volte espressi e portati ancora una volta all’attenzionedi chi è venuto anche da lontano “a dare man forte alla protesta”. Molti gli striscioni, diversificati gli slogansui manifesti e tutti rivolti a denunciare una situazione che riguarda la salute, l’ambiente eunfuturoche i partecipanti vedono incerto e senza uno sviluppo sostenibile compreso anche il problema delle sorgenti amiatine. Un dialogo fra sostenitori del problema, senza un confronto con gli amministratori locali, assenti in questa occasione. Dello stesso tenore la seconda parte della manifestazione, quella svoltasi nel pomeriggio proprio nel cuore della disputa, alla centrale di Bagnore 3, dove ad attendere il corteo dei manifestanti, circa 400 provenienti anche da fuori, Siena, Grosseto, e altrove, una massa di gente che ha davvero rinforzato le fila dei locali, in numero abbastanza esiguo, ad attenderli uno spiegamento di forze ingente. Erano presenti unadecinadimezzi dellaPolizia del Reparto Mobile, Carabinieri, Guardie del Corpo Forestale dello Stato, polizia municipale e provinciale. Un centinaio di operatori e forse anche di più per controllare e prevenire gesti inconsulti, tanto che la strada provinciale che porta alla centrale è rimasta bloccata dalle ore 14, con postazioni anche agli incroci, matutto si è svolto in perfetto ordine, con grande senso di responsabilità come era negli intenti. Una manifestazione pacifica, un corteo variopinto, con tante bandiere e tanto entusiasmo. Uncartello eunlucchetto è stato posto all’ingresso del cancello della costruenda Bagnore4, “come gesto simbolico per dimostrare ancora una volta che la gente dell’Amiata non vuole questa centrale”, dice Velio Arezzini del Comune di Abbadia San Salvatore.

La Repubblica del 12 maggio 2013

Grosseto Raduno sull’Amiata contro la geotermia
SETTANTA associazioni, partiti, sigle sindacali e oltre 500 persone hanno preso parte sull’Amiata (Grosseto) alla manifestazione indetta dai comitati ambientalisti contro la geotermia. Prima ad Arcidosso si è tenuta un’assemblea e poi, il serpentone si è diretto verso la centrale di Bagnore 3, vicino a Santa Fiora. In serata, sempre ad Arcidosso, chiusura della manifestazione con una serie di eventi tra cui musica in piazza. La giornata nazionale di mobilitazione è stata Sos Geotermia, il coordinamento dei movimenti a favore di una moratoria immediata dell’attività geotermica.

Diagonal Andalucìa (Spagna) del 12 maggio 2013

Una planta de geotermia recibe la oposición de ecologistas y parte de la población de un valle toscano
SOS Geotermia, el corazón envenenado de la Toscana
Una jornada nacional convoca en Italia a cientos de personas que reivindican la moratoria urgente en la actividad empresarial de la central geotérmica de Bagnore 3, en Monteamiata. Más de 60 colectivos se han agrupado para realizar una campaña a través de la plataforma S.O.S. Geotermia.
Que el Monte Amiata, corazón de Italia y montaña sagrada, sea el punto de partida para las luchas comunes
di Hazeina Rodríguez Crespo

La zona de Monte Amiata, en la región de la Toscana, está declarada como parque natural y se asienta sobre volcanes. La central geotérmica de Bagnore 3 está operativa en la zona desde 1998, pero no ha sido hasta   enero de 2011 cuando empezaron las primeras denuncias sobre los datos ofrecidos en relación a los estudios sobre los efectos de la geotermia en la zona. Roberto Barocci, del foro ambientalista de Grosseto, denuncia que “hay una vergonzosa manipulación de los datos, sabemos que hay altos niveles de mercurio y estos son peligrosos para la salud. No podemos jugar con centenas de muertes”. La central pertenece a la multinacional Enel, líder en Italia y pionera en obtención de energía de origen geotérmico.
Pese a los intentos de Enel de promocionar una imagen “verde, ecológica y respetuosa con el medio ambiente”, sus prácticas no convencen a los grupos ambientalistas. Según el manifiesto publicado por  S.O.S. Geotermia, “la energía geotérmica en el Monte Amiata no es limpia, ni renovable, ni inofensiva, como lo demuestran las mismas investigaciones llevadas a cabo por la Agencia Regional de Salud, además del aumento significativo del 13% de la mortalidad en comparación con las zonas limítrofes y el resto de la Toscana”.
Bajo terminologías como “carbón limpio” se esconden centrales de carbón que no tienen en cuenta los compromisos de reducción en las emisiones de gases invernaderos. Los mecanismos flexibles del protocolo de Kyoto dejan que empresas como ENEL sigan contaminando al asignarles permisos de emisión a cambio de la construcción de plantas con energías renovables.
Uno de los habitantes de la zona de Monte Amiata declara a DIAGONAL que “cuando hay niebla en la montaña, cosa que es muy normal, la central aprovecha para subir su potencia, ya que el humo se confunde con la niebla y pueden camuflar así la contaminación que están provocando”.
El sábado 11 de mayo una asamblea abría la jornada de protestas, seguida por concentraciones y manifestaciones con la participación de numerosos pueblos de los alrededores y una gran presencia policial. Después han tenido lugar diversos talleres relativos a economías alternativas, energías limpias, mercados de trueque, presentación de proyectos ecosostenibles, etc. En el manifiesto presentado, la plataforma reivindica “el fin de la privatización de los servicios y bienes públicos”, y denuncia la “existencia de producciones contaminantes bajo una falsa economía verde, que consume el suelo, el agua y envenena el aire”.
A pesar del rechazo social y la petición de una moratoria inmediata en la actividad de la central, la empresa anunció el pasado mes de marzo el inicio de la construcción de “Bagnore 4”, ubicada entre las localidades de Santa Fiora y Arcidosso, en la provincia de Grosseto, y que requerirá una inversión aproximada de 120 millones de euros.
Vapores desde 4.000 metros
La empresa energética utiliza vapores procedentes de pozos que se encuentran a más de 4.000 metros de profundidad y define este método como energía limpia y renovable. Pero según Ecologistas en Acción “la fracturación hidráulica o fracking es una técnica de perforación del suelo y subsuelo para extraer un gas, posteriormente se inyectan grandes cantidades de agua y arena a presión así como productos químicos muy contaminantes, a su vez esta técnica acarrea un gran consumo de agua y la generación de aguas residuales contaminadas pudiendo llegar éstas a ser radiactivas”.
Enel se privatiza en 1999, desde entonces el Gobierno italiano controla poco más del 30% de la empresa, y esta empieza su carrera de expansión y exportación del modelo energético. En el Estado español, gestiona sus operaciones a través de Enel Unión Fenosa Renovables, compañía activa en los sectores de la energía eólica e hidráulica, y desde febrero de 2009 controla el 91% de Endesa.
Detrás de este modelo de obtención energética hay numerosos conflictos medioambientales que han traspasado fronteras, llegando a Chile, Rumanía, Colombia, Rusia, incluso a Doñana, donde Gas Natural tiene planeada la construcción de un gaseoducto de interconexión de más de 18.000 metros bajo el subsuelo del paraje del Saladillo al norte del arroyo de la Rocina. T.M. Almonte (Huelva).

Contropiano.org del 12 maggio 2013

Amiata Sos Geotermia. “E’ tornata primavera”
Ora nessuno può più far finta di niente. Il grande successo della manifestazione nazionale contro la geotermia amiatina, nuovo impulso alle iniziativa del Coordinamento.

Ai dubbi e preoccupazioni sulla risposta alla ‘chiamata’ che nelle settimane scorse abbiamo lanciato a tutta la popolazione amiatina e a tutti coloro sensibili alla difesa dei beni comuni, hanno risposto i ‘Mille’ del colorato, pacifico e determinato corteo che l’11 maggio hanno suonato la sveglia al ‘Risorgimento’ del monte Amiata.
Mille facce, mille voci che hanno fatto proprie le parole d’ordine del Coordinamento Sos Geotermia: moratoria immediata di ogni attività geotermica, salvaguardia del territorio e dell’acqua, lavoro e sviluppo legati al ‘tesoro’ di cultura, paesaggio, produzioni agroalimentari d’eccellenza, alla valorizzazione dell’enorme patrimonio storico, architettonico, naturalistico.
Tantissimi cittadini dell’Amiata hanno rotto gli indugi e strappato il velo di indifferenza, paura, sottomissione a cui Enel e amministratori li vorrebbero piegati; a dar man forte, a dire loro che non sono soli, tantissime associazioni, comitati, sindacati e partiti; è mancata la presenza di Don Gallo che nei giorni scorsi ha avuto seri problemi di salute e a cui mandiamo un caloroso abbraccio e un augurio di pronta guarigione.
Interessante l’incontro, alle 19, al Castello, con i medici e i cittadini nel quale si sono analizzati i dati dello studio Ars sulla salute, a cui è intervenuto telefonicamente il Dott.Valerio Gennaro dell’Istituto Tumori di Genova.
La chiusura simbolica del cantiere di Bagnore 4 di fronte ad un corteo sbigottito nel vedere -a volte per la prima volta- il ‘mostro sputaveleni’ di Bagnore 3, ci lancia verso nuove e più incisive iniziative affinchè tale chiusura, da simbolica, diventi reale.
Che nessun amministratore domani dica che non sapeva! Laddove il problema è stato discusso in consiglio comunale, come ad Abbadia S.Salvatore, la risposta non può che essere netta e chiara: basta con la geotermia in Amiata. Chiediamo e solleciteremo tutte le amministrazioni locali a discutere e pronunciarsi sul tema in sede di consigli comunali ‘aperti’ ai cittadini.
Non accetteremo rinvii ‘sine die’ del confronto tra esperti più volte promesso e sempre rinviato; non sono giustificabili amministratori che dicano ‘ancora ci stiamo documentando’.
La presenza alla manifestazione di parlamentari del M5S della commissione Ambiente ci dice che l’attenzione sul problema cresce ed abbiamo già richiesto a tutti i gruppi parlamentari un incontro affinchè anche il governo nazionale intervenga.
In concerto con il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua si sta programmando per l’inizio estate una ‘3 giorni’ di discussioni e dibattiti sulla difesa di tutti i Beni Comuni, propedeutica per la crescita di un movimento generale che sappia, con maggior incisività, contrastare il saccheggio dei territori, la svendita del patrimonio comune, le privatizzazioni dei servizi, la desertificazione sociale, in definitiva, il furto di democrazia in atto in questo Paese.
La battaglia non è finita, anzi, proprio dalla giornata dell’11 maggio riparte con più forza e vigore e, nel ringraziare tutte le persone che hanno partecipato alla bella marcia, diciamo a tutti: attenti, è tornata primavera!

Imola Oggi del 12 maggio 2013

Grosseto: Proteste contro la geotermia
Ieri 70 associazioni, partiti, sigle sindacali e oltre 500 persone hanno preso parte sull’Amiata (Grosseto) alla manifestazione indetta dai comitati ambientalisti contro la geotermia.
Prima ad Arcidosso si e’ tenuta un’assemblea e poi, il serpentone si e’ diretto verso la centrale di Bagnore 3, vicino a Santa Fiora. Stasera, sempre ad Arcidosso, chiusura della manifestazione con una serie di eventi tra cui musica in piazza.

Ansa dell’11 maggio 2013

Amiata, manifestazione contro geotermia
Protesta indetta da comitati, corteo da Arcidosso a Santa Fiora
GROSSETO, 11 MAG – Settanta associazioni, partiti, sigle sindacali e oltre 500 persone hanno preso parte sull’Amiata (Grosseto) alla manifestazione indetta dai comitati ambientalisti contro la geotermia. Prima ad Arcidosso si e’ tenuta un’assemblea e poi, il serpentone si e’ diretto verso la centrale di Bagnore 3, vicino a Santa Fiora. Stasera, sempre ad Arcidosso, chiusura della manifestazione con una serie di eventi tra cui musica in piazza.

‘Le chiacchiere stanno a zero’. L’11 maggio parlano i cittadini

calling_megaf_ragazza_chiacchiere‘Le chiacchiere stanno a zero’, è un modo di dire che calza perfettamente all’uso di esperti scovati dall’altra parte dell’Atlantico dall’Enel, forse perchè ‘americano’ sembra più autorevole o forse perchè gli scienziati italiani sono più attenti a lasciarsi andare ad esternazioni che ‘certifichino’ l’innocuità della geotermia amiatina (anche se -a onor del vero- lo stesso prof.Horne non dice che sia innocua, sorvola sull’aspetto dell’impatto ambientale e sulla salute per concentrarsi sul prodigio tecnologico delle nuove centrali Enel).
Resta il fatto che i ‘misteriosi’ fenomeni del monte Amiata, come le tonnellate di inquinanti, la mortalità e le malattie in eccesso, la riduzione della falda e l’aumento dell’arsenico, restano e pesano come macigni in capo agli amministratori pubblici che, di fronte a questi fenomeni, anziché attenersi al ‘principio di precauzione’, recentemente ribadito dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) attraverso la sua direttrice Jacqueline McGlade, tacciono o si allineano al coro delle bugie veicolate in questi anni per cercare, inutilmente, altre e improbabili cause.
Dal canto suo il prof.Borgia ci tiene a ribadire la sua posizione, (che riportiamo di seguito, visto che ancora nessun giornale l’ha ripresa) che condividiamo, soprattutto nelle conclusioni: se in Amiata non si possono realizzare impianti sicuri, che allora non se ne facciano!
Questo chiederemo l’11 maggio, ma non solo: chiederemo una diversa politica di sviluppo del territorio, la difesa dei servizi (a cominciare dagli ospedali), il finanziamento di progetti che creino occupazione legati alla bonifica e messa in sicurezza del territorio, il sostegno alle piccole imprese locali e all’agricoltura, la valorizzazione delle risorse ambientali, turistiche, gastronomiche.
Già sono molte le adesioni qualificanti alla giornata dell’11 maggio, segno che la questione del monte Amiata è sentita ben oltre i confini territoriali, anche se i partiti tacciono.
Invitiamo tutti all’iniziativa che dovrà essere, oltre che un chiaro ‘no’ alle centrali, una giornata di incontri e di festa tra i cittadini, amiatini e non.
Il 5 aprile di nuovo Sos Geotermia si incontra con i cittadini per organizzare l’iniziativa dell’11 maggio.

di seguito la risposta del prof.Borgia del 24 marzo al prof.Horne:

Non desidero entrare in una banale polemica con Horne o Montemaggi, né sostenere tesi ambientaliste. Io sono favorevole alla geotermia, ma penso che debba essere utilizzata nel rispetto della salute degli abitanti e dell’ambiente. Sono certo che Horne e Montemaggi pensano esattamente come me. Per questo credo che non siano stati informati adeguatamente. Ma veniamo al dunque: gli impatti ambientali delle centrali geotermiche amiatine, sollevati dai Comitati, sono evidenziati nelle pubblicazioni scientifiche e nei documenti della Regione Toscana, di Arpat, dei Tribunali e di Enel stessa. Tali impatti sono generati, come per altro ampiamente indicato nelle lezioni di geotermia dell’ONU, dal fatto che Enel ha ridotto di 5-10 volte la pressione originaria dei campi geotermici e pertanto di oltre 300 m il livello della falda acquifera potabile. Montemaggi ha ragione quando dice che la falda negli anni ’60 era alla stessa quota di quella attuale, perché tale riduzione di pressione è stata indotta dal 1959 ai primissimi anni ’60 – se quindi ben sapeva che la falda era bassa, non si capisce però come mai Enel prima del 2010 nelle perizie giurate abbia sempre sostenuto che essa doveva trovarsi ad una quota molto superiore –. Ha ragione quando afferma che “una volta individuata la risorsa geotermica possiamo parlare di tecnologie”: i fluidi geotermici individuati in Amiata sono talmente carichi di sostanze tossico-nocive che solo utilizzando centrali a ciclo binario con la reiniezione totale (anche dei gas incondensabili) e con il mantenimento della pressione originaria dei campi geotermici può essere ipotizzata la geotermia. Horne stesso nella sua risposta non esclude che il ciclo binario possa essere utilizzato, come peraltro è utilizzato anche alle Hawaii su fluidi ad alta entalpia.
Chi ha detto a Montemaggi e Horne che le emissioni dalla centrali a ciclo binario sarebbero le stesse delle centrali attuali e in progetto? Non sanno che queste ultime oltre ai gas incondensabili (5-10% del totale) emettono in atmosfera fino a quasi 3/4 del fluido geotermico estratto (più di 300 tonnellate/ora fluidi!)? Se questa esorbitante quantità di fluidi tossico-nocivi non fosse spruzzata in atmosfera insieme ai gas incondensabili in prossimità di case e paesi, le emissioni di gas incondensabili risulterebbero probabilmente fuorilegge anche utilizzando gli abbattitori! Non sono al corrente che, avendo depressurizzato i campi geotermici, le sostanze tossiche dei fluidi estratti sono “distillate” dalle rocce sottostanti e salgono ad inquinare l’acquifero dell’Amiata? Non sono al corrente che la subsidenza indotta dalla depressurizzazione potrebbe essere ritenuta responsabile del cedimento del ponte sul Fiume Paglia? Montemaggi non è stato informato che i documenti ufficiali della Regione Toscana oltre a gran parte delle pubblicazioni scientifiche ed ai dati Enel affermano come vi sia interferenza tra il sistema idrotermale e l’acquifero potabile? Che le centrali geotermiche non hanno alcun monitoraggio in continuo delle emissioni sotto il controllo dell’Arpat? Non ricorda le almeno tre eruzioni dai campi geotermici indotte da Enel che hanno distrutto case, animali e piante? Non ha letto come l’Ars affermi che nei paesi geotermici dell’Amiata, negli ultimi 30 anni, vi sono stati almeno 700 morti in più di quelli attesi? Non è stato informato che all’Amiata, appunto negli ultimi 30 anni, l’unica attività industriale con un significativo impatto ambientale è stata la geotermia, che il principio di precauzione è legge, che non è accettabile barattare l’efficienza energetica con la salute?
Se Montemaggi e Horne sostengono che le centrali a ciclo binario non possano essere in nessun caso utilizzate all’Amiata (contrariamente a quanto affermato dagli altri operatori geotermici e da molti scienziati italiani oltre che dal sottoscritto), vogliono in realtà suggerire che sarebbe meglio chiudere le centrali attuali perché obsolete? Sono certo che questa decisione troverebbe d’accordo forse tutti gli abitanti dell’Amiata ed il mezzo milione di persone che ne bevono le acque ormai degradate.

La Nazione del 4 aprile 2013

Sos Geotermia, arrivano anche le proposte di sviluppo
AMIATA UN INCONTRO PER PREPARARSI ALLA MANIFESTAZIONE DI MAGGIO DAVANTI A BAGNORE-3
E’ FISSATO per domani l’incontro promosso dal comitato Sos Geotermia in attesa della manifestazione nazionale del prossimo 11 maggio. «Per la manifestazione dicono al comitato sono già numerose le adesioni e tutti si augurano che la partecipazione sia massiccia per una causa che sta sempre più coinvolgendo i cittadini del territorio. Su Internet già circola una lunga lista di nomi dei comitati che hanno aderito all’iniziativa. Da don Gallo e la Comunità di San Benedetto al Porto (Ge) ai Cobas, dal Forum nazionale dei Movimenti per l’acqua alla federazione nazionale dell’Unione sindacale di base. Una chiamata per tutti che parte dall’Amiata, non a caso il nome dell’iniziativa è «Amiata Calling». Per l’appuntamento di domani, è prevista una prima pianificazione della manifestazione di maggio con il comitato organizzatore che informerà la cittadinanza sull’iniziativa. Cosa c’è di nuovo nelle rivendicazioni del comitato, oltre alla notoria posizione antigeotermica sull’Amiata? E’ lo stesso comitato che comunica per cosa scenderà in piazza (metaforicamente perché la manifestazione di maggio si svolgerà davanti alla centrale di Bagnore-3) oltre alla richiesta di cambiare rotta sulla geotermia, con moratoria. «L’11 maggio si parlerà di una diversa politica di sviluppo del territorio, di difesa dei servizi a partire dagli ospedali, di finanziamenti su progetti che creino occupazione legati alla bonifica e messa in sicurezza del territorio, di sostegno alle piccole e medie imprese e all’agricoltura. Quindi una manifestazione che ha si il sapore della lotta verso l’utilizzo delle risorse geotermiche, ma anche con l’obiettivo di proporre alternative e nuove politiche di intervento sul territorio dell’Amiata. C.B.

GoNews.it del 30 marzo 2013

Arcidosso
SOS Geotermia: “L’11 maggio parlano i cittadini. Adesso le chiacchiere stanno a zero”
Il coordinamento dei movimenti amiatini: “L’Enel scova esperto oltre Atlantico per certificare l’innocuità dei loro impianti”

…segue il comunicato integrale

Il Tirreno del 7 aprile 2013

GEOTERMIA: IL DIBATTITO  SERVONO INFORMAZIONI ADEGUATE
IL PROFESSOR BORGIA Horne e Montemaggi ignorano alcuni dati sull’Amiata: qui è doveroso usare altre tecnologie
di ANDREA BORGIA*
Non desidero entrare in una banale polemica con Horne o Montemaggi, né sostenere tesi ambientaliste. Io sono favorevole alla geotermia, ma penso che debba essere utilizzata nel rispetto della salute degli abitanti e dell’ambiente. Sono certo che Horne e Montemaggi pensano esattamente come me. Per questo credo che non siano stati informati adeguatamente. Ma veniamo al dunque: gli impatti ambientali delle centrali geotermiche amiatine, sollevati dai Comitati, sono evidenziati nelle pubblicazioni scientifiche e nei documenti della Regione Toscana, di Arpat, dei Tribunali e di Enel stessa. Tali impatti sono generati, come per altro ampiamente indicato nelle lezioni di geotermia dell’Onu, dal fatto che Enel ha ridotto di 5-10 volte la pressione originaria dei campi geotermici e pertanto di oltre 300 m il livello della falda acquifera potabile. Montemaggi ha ragione quando dice che la falda negli anni ‘60 era alla stessa quota di quella attuale, perché tale riduzione di pressione è stata indotta dal 1959 ai primissimi anni ‘60. Ha ragione quando afferma che «una volta individuata la risorsa geotermica possiamo parlare di tecnologie»: i fluidi geotermici individuati in Amiata sono talmente carichi di sostanze tossico-nocive che solo utilizzando centrali a ciclo binario con la reiniezione totale (anche dei gas incondensabili) e col mantenimento della pressione originaria dei campi geotermici può essere ipotizzata la geotermia. Horne stesso nella sua risposta non esclude che il ciclo binario possa essere utilizzato, come peraltro è utilizzato alle Hawaii su fluidi ad alta entalpia. Chi ha detto a Montemaggi e Horne che le emissioni dalla centrali a ciclo binario sarebbero le stesse delle centrali attuali e in progetto? Non sanno che queste ultime oltre ai gas incondensabili (5-10% del totale) emettono in atmosfera fino a quasi 3/4 del fluido geotermico estratto (più di 300 tonnellate / ora fluidi!)? Se questa esorbitante quantità di fluidi tossico-nocivi non fosse spruzzata in atmosfera insieme ai gas incondensabili in prossimità di case e paesi, le emissioni di gas incondensabili risulterebbero probabilmente fuorilegge anche utilizzando gli abbattitori! Non sono al corrente che, avendo depressurizzato i campi geotermici, le sostanze tossiche dei fluidi estratti sono “distillate” dalle rocce sottostanti e salgono a inquinare l’acquifero dell’Amiata? Non sono al corrente che la subsidenza indotta dalla depressurizzazione potrebbe essere ritenuta responsabile del cedimento del ponte sul Fiume Paglia? Montemaggi non è stato informato che i documenti ufficiali della Regione Toscana oltre a gran parte delle pubblicazioni scientifiche ed ai dati Enel affermano come vi sia interferenza tra il sistema idrotermale e l’acquifero potabile? Che le centrali geotermiche non hanno alcun monitoraggo in continuo delle emissioni sotto il controllo dell’Arpat? Non ha letto come l’Ars affermi che nei paesi geotermici dell’Amiata, negli ultimi 30 anni, vi sono stati almeno 700 morti in più di quelli attesi? Non è stato informato che all’Amiata, appunto negli ultimi 30 anni, l’unica attività industriale con un significativo impatto ambientale è stata la geotermia, che il principio di precauzione è legge, che non è accettabile barattare l’efficienza energetica con la salute? Se Montemaggi e Horne sostengono che le centrali a ciclo binario non possano essere utilizzate in Amiata (contrariamente a quanto affermato dagli altri operatori geotermici e da molti scienziati italiani oltre che dal sottoscritto), vogliono in realtà suggerire che sarebbe meglio chiudere le centrali attuali perché obsolete? Sono certo che questa decisione troverebbe d’accordo forse tutti gli abitanti dell’Amiata.
*Geologo e vulcanologo Società Edra

‘AMIATA CALLING’: L’Amiata chiama! L’11 maggio una giornata di lotta in difesa della montagna

20130511_locandina_finale_72_600_imgMentre l’Enel continua a lavorare al cosiddetto ‘Piano di riassetto di Piancastagnaio’ e dopo gli annunci trionfalistici sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento SOS Geotermia si è riunito il 21 marzo us in assemblea pubblica, peraltro partecipatissima, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi il giorno 11 maggio prossimo.
Su impulso dei cittadini e dei comitati, SOS Geotermia ha redatto un appello nazionale, che riportiamo di seguito, a cui hanno già dato significativa adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali.
Primo firmatario è Don Gallo che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere ‘partigiani dell’Amiata e difendere la Terra’, seguono adesioni di rilievo nazionale come il
Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, ATTAC, l’USB ed i Cobas; l’elenco è lungo e ‘qualificato’, contando che ancora non è avvenuto il lancio dell’iniziativa.
Da oggi lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi, partiti, ecc. invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata.
Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata a partecipare al prossimo incontro che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio.

Di seguito l’appello e le prime adesioni:

SCARICA IL VOLANTINO FRONTE/RETRO CON IL PROGRAMMA E LE ADESIONI

SCARICA LA LOCANDINA CON L’APPELLO IN FORMATO A3 (colori e bianco/nero, file zippato 11,6 Mb) oppure in FORMATO A4 (colori e bianco/nero, file zippato 5,6 Mb)

AMIATA CALLING: GIU’ LE MANI DALLA NOSTRA TERRA!

> Contro il saccheggio del territorio in nome del profitto di pochi
> Per la valorizzazione delle risorse naturali, culturali e ambientali. Per ridurre le morti da avvelenamento ambientale, le morti sul lavoro, la riduzione del servizio sanitario e degli ospedali e per il rilancio di una cultura della vita sana, delle cure gratuite e garantite per tutti.
> Contro la privatizzazione dei servizi, dei beni comuni, dell’acqua e per la difesa e rilancio di una economia ecosostenibile.
> Per la politica al servizio delle popolazioni per rivendicare il diritto a decidere su come utilizzare l’energia che serve al territorio.
> Contro le produzioni inquinanti, la falsa green economy, il consumo di suolo, l’avvelenamento dell’acqua e dell’aria,
> Per il rilancio di un programma nazionale di bonifica, messa in sicurezza e difesa idrogeologica del territorio che crei prevenzione e occupazione permanente.

IL MONTE AMIATA -la montagna sacra, cuore dell’Italia- DIVENTI IL CENTRO DA CUI RIPARTIRE PER LE LOTTE COMUNI

La geotermia sul monte Amiata non è né pulita, né rinnovabile, né innocua, come dimostrato dalle stesse ricerche effettuate dalla Agenzia Regionale di Sanità:
-tonnellate di inquinanti fuoriescono dalle centrali geotermiche che concorrono a contaminare aria, terreno e falde ed entrano nel ciclo alimentare fino all’uomo;
-incremento della mortalità rispetto alle aree limitrofe e al resto della Toscana con un aumento statisticamente significativo del +13% per gli uomini e altre gravi patologie.
-depauperamento e inquinamento -soprattutto da arsenico- del bacino idropotabile amiatino con il rischio concreto della sua scomparsa e/o impossibilità per l’uso potabile;
-Diciamo basta alle centrali geotermiche Enel in Amiata, ma anche alle possibili future autorizzazioni ad altre compagnie!

FERMIAMOLI ORA, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI!
MORATORIA IMMEDIATA DI TUTTA L’ATTIVITA’ GEOTERMICA IN AMIATA!
L’11 MAGGIO 2013 TUTTI IN AMIATA
PER UNA GIORNATA NAZIONALE DI MOBILITAZIONE
A DIFESA DELLA NOSTRA TERRA

Questo il programma della giornata:

dalle 10,30 alle 12,30 ad Arcidosso (GR) in Piazza Indipendenza: L’Amiata accoglie i comitati, assemblea/incontro in piazza
– alle 14,00 in Località Aiuole, a pochi km tra Arcidosso e S.Fiora, Concentramento e Corteo fino al cantiere della centrale geotermica di Bagnore 4
– dalle 16,30 ad Arcidosso (GR) in Piazza Indipendenza, Manifestazione/Assemblea con interventi e testimonianze sulle varie esperienze di lotta dei comitati e associazioni partecipanti
– dalle ore 18,00: Festa e musica in piazza

Adesioni ad oggi:

> Don Gallo e la Comunità San Benedetto al Porto (GE)
> Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
> Comitato nazionale Stop Enel. Per un nuovo modello energetico
> Forum Ambientalista nazionale
> USB Unione Sindacale di Base, federazione Nazionale
> Confederazione COBAS
> ATTAC Italia
> Medicina Democratica Toscana
> Comitato Nazionale contro Fotovoltaico ed Eolico nelle Aree Verdi e Naturali
> Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua
> Federazione Toscana del partito dei CARC
> Ola – Organizzazione Lucana Ambientalista (No Triv)
> Assemblea Siena Beni Comuni (SI)
> DAS (Dimensione Autonoma Studentesca) di Siena
> Unione Sindacale di Base USB federazione di Grosseto
> Forum Ambientalista di Grosseto (GR)
> Comitato Beni Comuni Val di Cecina (Li/Pi)
> Carc, Abbadia San Salvatore (Si)
> Comitato Ambiente Amiata, Abbadia San Salvatore (SI)
> Lista Civica Per Abbadia, Abbadia San Salvatore (SI)
> Lista di Cittadinanza Prospettiva Comune, Piancastagnaio (SI)
> Comitato Difesa Ambiente Paesaggio Acquapendente (VT)
> SpeziaViaDalCarbone Comitato di cittadini (SP)
> Associazione di amicizia con il popolo Mapuche, Como
> Aldo Zanchetta, Fondazione Neno Zanchetta, Lucca
> ATTAC Roma
> ATTAC Chianti-Valdelsa
> Forum Cittadini del Mondo R.Amarugi, Grosseto
> ATTAC Vercelli
> Comitato Acqua Bene Comune di Vercelli
> Francesco Biagi, progetto Rebeldia, Pisa
> Associazione Yaku, Roma
> Comitato Beni Comuni di Manciano (Gr)
> Associazione Sanremo Sostenibile, Sanremo (IM)
>  Partito Comunista dei Lavoratori, Provincia di Grosseto
> Campagna Difesa del Latte Materno
> Comitato NO TUNNEL TAV Firenze
> Partito della Rifondazione Comunista – Federazione di Grosseto
> Partito della Rifondazione Comunista – Circolo di Santa Fiora e Amiata (GR)
> Spazi Liberati Firenze-Prato-Pistoia
> ALBA Grosseto
> Comitato Valdelsa – Comitato per la tutela e la difesa della Valdelsa
> Centro Donna di Grosseto
> Comitato Difensori della Toscana, Casole d’Elsa (SI)
> MPL Movimento Popolare di Liberazione
> Associazione Il Mulino, Abbadia San Salvatore (SI)
> Coordinamento Salviamo le Apuane
> Coordinamento dei Comitati e Associazioni Ambientali Provincia di Grosseto
> RETE AMBIENTALE VALDISIEVE (Associazione Valdisieve, Associazione Vivere in Valdisieve e Comitato Valdisieve)
> Associazione Re:Common
> Circolo Sinistra Ecologia e Libertà Amiata grossetana
> Associazione Vivamazzonia
> OGM Gruppo d’Opinione in Movimento di Pitigliano
> Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio, Toscana
> Comitato per la Difesa della Val D’Asso, S.Giovanni D’Asso
> Comitato per la Val D’orcia, l’Amiata e le Crete Senese
> Movimento 5 Stelle Grosseto
> Maremma Libertaria rivista on line Massa Marittima-Siena ex O.P.
> Italia Nostra – Consiglio Regionale Toscano
> Italia Nostra – sezioni di Grosseto e Siena
> perUnaltracittà – lista di cittadinanza, Firenze
> l’Altracittà – giornale della periferia, Firenze
> WWF Italia
> Comitato Non A Tutti I Costi Biogas, San Quirico d’Orcia
> Movimento 5 Stelle gruppo di Abbadia San Salvatore
> Comitato Acqua Bene Comune di Pistoia
> Movimento Rifiuti Zero, Toscana
> Associazione Ambiente e Futuro, Toscana
> Rete Ambientale della Versilia
> Movimento 5 Stelle gruppo di Montalcino
> Amici dei bagni di Petriolo
> Associazione Radicondoli Municipio Nuovo
> Associazione A Sud
> Associazione culturale Arci Veltha di Elmo, Sorano
> CRA – Comitato Risanamento Ambientale, Guidonia (RM)
> CISA (coordinamento interregionale Umbria-Lazio salvaguardia Alfina)
> Coordinamento regionale umbro sulle energie rinnovabili
> Comitato in Difesa Paesaggio – Camugnano (Bo)
> Gruppo di Piancastagnaio attivisti e simpatizzanti M5S
> Cinzia Bottene, consigliera comunale, Lista Civica Vicenza Libera No Dal Molin
> SEL Federazione Grosseto
> Comitato Rifiuti Zero Mugello

 

La Nazione del 25 aprile 2013

I comitati non si fermano «Amiata Calling» va avanti
In aumento le adesioni per la manifestazione di maggio
GEOTERMIA DEFINITO IL CALENDARIO CON MOMENTI DI FESTA
AMIATA CALLING: fervono i lavori per la manifestazione nazionale di sabato 11 maggio. I movimenti per l’Amiata, coordinati dal comitato SoS Geotermia, stanno da tempo organizzando una giornata di mobilitazione nazionale per dare voce alle loro preoccupazioni sullo sfruttamento geotermico. Il calendario della giornata prevede un’assemblea dei comitati alle 10.30 in piazza Indipendenza ad Arcidosso, un corteo alle14 che si snoderà tra Le Aiuole e la centrale geotermica (nella foto i lavori per Bagnore 4), una manifestazione alle 16.30 ad Arcidosso e dalle 18.30 in poi al Castello Aldobrandesco e in piazza Cavallotti «dibattiti, interventi, testimonianze, artigianato, musica e altre attività», dicono gli organizzatori. Molte le adesioni a questa iniziativa, da Don Gallo e la comunità di san Benedetto al Porto di Genova, al Wwf, al Forum per l’acqua. Questi ultimi sono di recente stati presenti, ad una delle riunioni dei comitati amiatini. Durante l’incontro sono stati discussi i temi che accomunano i comitati. Per far sì che le esigenze espresse dai movimenti che in tutta Italia cercano sistemi alternativi di sviluppo, di sfruttamento energetico e delle risorse naturali, dice Valerio del Forum per l’acqua, «non basta essere solidali gli uni con gli altri ma occorre riflettere sulle spinte interiori che animano i movimenti e imparare reciprocamente». Lorenzo, di Amiata autogestita, Onlus che ha sede ad Arcidosso, parla di «maggioranza fatta di minoranze e da qui il dibattito si apre sulla necessità di includere sempre più la cittadinanza amiatina nelle attività dei comitati, perché ad oggi il problema non sembra essere sentito dalla totalità della popolazione locale». Per informazioni sull’evento visitare la pagina Facebook di SoS Geotermia e il sito sosgeotermia.noblogs.org.

La Nazione del 19 aprile 2013

Manifestazione anti geotermia. Pronto il calendario della giornata
«GIÙ LE MANI dalla nostra terra»: si chiama così la manifestazione organizzata dal coordinamento Sos Geotermia in programma l’11 maggio. La mobilitazione è promossa dai cittadini e dai comitati per protestare contro l’utilizzo delle risorse geotermiche sul Monte Amiata. Alle 10.30 è in programma, in piazza Indipendenza ad Arcidosso, l’assemblea dei comitati. Alle 14 il corteo si sposterà verso la centrale di Bagnore 3, dove dovrà sorgere la super-centrale Bagnore 4. Alle 16.30 sono in cartellone interventi e testimonianze in piazza Indipendenza e a partire dalle 18.30 musica, artigianato e baratto-mercato in piazza Cavallotti e al castello Aldobrandesco.

Il Cittadino online dell’8 aprile 2013

Gli ambientalisti amiatini si riuniscono in un “supercomitato”
La molla che ha spinto a questa azione è stato l’avvio dei lavori per la realizzazione della centrale geotermica Bagnore 4
di Fabrizio Pinzuti
PIANCASTAGNAIO – Particolarmente attivi in questi ultimi tempi i comitati per la difesa dell’ambiente che non solo si sono riuniti in un supercomitato denominato SOS Geotermia, Coordinamento dei movimenti per l’Amiata, ma che hanno anche infittito la loro opera di informazione e di comunicazione con la loro email sos-geotermia@bruttocarattere.org.
La molla che ha fatto scattare la maggiore ricerca di incisività presso l’opinione pubblica da parte del movimento è stato l’inizio dei lavori della nuova centrale geotermica di Bagnore 4, vista come un ulteriore espansione  dell’attività dell’Enel e come un attentato o un impadronirsi dell’Amiata e delle sue risorse, non senza la complicità o la negligenza delle amministrazioni locali, richiamate continuamente a svolgere un’opera di sorveglianza sull’operato del colosso dell’energia. Significativo in proposito il titolo del primo documento emesso, “giù le mani dalla nostra terra”, qui di seguito ripercorso nelle linee fondamentali: “Nonostante il ricorso pendente al TAR e nonostante il crescente allarme tra la popolazione, nel silenzio complice degli amministratori, l’Enel il 7 marzo ha dato il via al cantiere della centrale Bagnore 4 che, se realizzata, triplicherà la potenza dell’esistente Bagnore 3 (20 MW) fino a 60 MW. Pure il rinnovato interesse da parte dei media nazionali che hanno evidenziato tutte le problematiche legate alla geotermia amiatina, non è valso a far sì che da parte delle amministrazioni si aprisse un tavolo di verifica ed approfondimento sulla questione. Il Coordinamento SOS Geotermia, oltre ad aver immediatamente allertato gli avvocati per intraprendere ogni eventuale iniziativa possibile sul piano legale, ha immediatamente deciso che non c’è più tempo da perdere ed annuncia l’indizione di una manifestazione a carattere nazionale da realizzarsi sul monte Amiata il prima possibile e che abbia come temi l’immediata sospensione dei lavori della centrale di Bagnore 4 e dei cantieri del cosiddetto ‘piano di riassetto’ di Piancastagnaio”. L’iniziativa non è isolata e rientra nel disegno più vasto di andare “contro il saccheggio del territorio in nome del profitto di pochi. Per la valorizzazione delle risorse naturali, culturali e ambientali. Per ridurre le morti da avvelenamento ambientale, le morti sul lavoro, la riduzione del servizio sanitario e degli ospedali e per il rilancio di una cultura della vita sana, delle cure gratuite e garantite per tutti. Contro la privatizzazione dei servizi, dei beni comuni, dell’acqua e per la difesa e rilancio di una economia ecosostenibile. Per la politica al servizio delle popolazioni, per rivendicare il diritto a decidere su come utilizzare l’energia che serve al territorio. Contro le produzioni inquinanti, la falsa green economy, il consumo di suolo, l’avvelenamento dell’acqua e dell’aria. Per il rilancio di un programma nazionale di bonifica, messa in sicurezza e difesa idrogeologica del territorio che crei prevenzione e occupazione permanente”. Si denuncia anche l’insistenza “nel ricatto lavoro/salute, laddove si annuncia che i lavori inziali vengono affidati ad una ditta di Abbadia S.S., nel maldestro tentativo di dividere i cittadini tra loro e tra ‘campanili’ o, come per Floramiata, voler far credere che più geotermia porti più occupazione”. Non ci sono note per il momento reazioni né da parte dell’Enel né da parte delle amministrazioni locali, eccezion fatta per alcune puntualizzazioni del sindaco Verdi di Santa Fiora, sulle quali saremo più esaurienti nei prossimi giorni.

La Nazione del 27 marzo 2013

Sos Geotermia non dà tregua. Incontro per decidere la manifestazione
AMIATA. MENTRE L’ENEL continua a lavorare al cosiddetto Piano di riassetto di Piancastagnaio e dopo gli annunci sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento Sos Geotermia si è riunito in un’assemblea pubblica, peraltro molto partecipata, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi l’11 maggio. Su impulso dei cittadini e dei comitati, Sos Geotermia ha lanciato un appello nazionale a cui hanno già dato adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali. «PRIMO firmatario docono al comitato è don Gallo, che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere partigiani dell’Amiata e difendere la Terra», seguono adesioni di rilievo nazionale come il Forum italiano dei Movimenti per l’acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, Ata, l’Usb ed i Cobas. «L’elenco è lungo e qualificato incalza Sos Geotermia contando che ancora non è avvenuto l’annuncio ufficiale dell’iniziativa». «DA OGGI concludono lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi e partiti, invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata. Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata a partecipare al prossimo incontro che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio».

Contropiano.it del 27 marzo 2013

Amiata Calling! L’Amiata chiama! L’11 maggio una giornata di lotta in difesa della montagna
Mentre l’Enel continua a lavorare al cosiddetto ‘Piano di riassetto di Piancastagnaio’ e dopo gli annunci trionfalistici sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento SOS Geotermia si è riunito il 21 marzo us in assemblea pubblica, peraltro partecipatissima, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi il giorno 11 maggio prossimo.
Su impulso dei cittadini e dei comitati, SOS Geotermia ha redatto un appello nazionale, che riportiamo di seguito, a cui hanno già dato significativa adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali.
Primo firmatario è Don Gallo che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere ‘partigiani dell’Amiata e difendere la Terra’, seguono adesioni di rilievo nazionale come il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, ATTAC, l’USB ed i Cobas; l’elenco è lungo e ‘qualificato’, contando che ancora non è avvenuto il lancio dell’iniziativa.
Da oggi lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi, partiti, ecc. invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata.
Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata a partecipare al prossimo incontro che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio.

SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata –
…segue l’Appello

Gonews.it del 27 marzo 2013

AMIATA
SOS Geotermia chiama a raccolta l’11 maggio i suoi sostenitori per una mobilitazione nazionale
Una giornata di lotta in difesa della montagna che già conta numerose adesioni. Prossima assemblea il 5 aprile
Mentre l’Enel continua a lavorare al cosiddetto ‘Piano di riassetto di Piancastagnaio’ e dopo gli annunci trionfalistici sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento SOS Geotermia si è riunito il 21 marzo us in assemblea pubblica, peraltro partecipatissima, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi il giorno 11 maggio prossimo.
Su impulso dei cittadini e dei comitati, SOS Geotermia ha redatto un appello nazionale, che riportiamo di seguito, a cui hanno già dato significativa adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali.
Primo firmatario è Don Gallo che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere ‘partigiani dell’Amiata e difendere la Terra’, seguono adesioni di rilievo nazionale come il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, ATTAC, l’USB ed i Cobas; l’elenco è lungo e ‘qualificato’, contando che ancora non è avvenuto il lancio dell’iniziativa.
Da oggi lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi, partiti, ecc. invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata.
Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata a partecipare al prossimo incontro che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio.
Fonte: SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata

Maremma News del 26 marzo 2013

Giornata di lotta in difesa per l’Amiata
Amiata: Mentre l’Enel continua a lavorare al cosiddetto ‘Piano di riassetto di Piancastagnaio’ e dopo gli annunci trionfalistici sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento SOS Geotermia – scrivono i suoi esponenti – si è riunito il 21 marzo us in assemblea pubblica, peraltro partecipatissima, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi il giorno 11 maggio prossimo.
Su impulso dei cittadini e dei comitati, SOS Geotermia ha redatto un appello nazionale, di seguito riportato, a cui hanno già dato significativa adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali.
“Primo firmatario è Don Gallo che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere ‘partigiani dell’Amiata e difendere la Terra’, seguono adesioni di rilievo nazionale come il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, ATTAC, l’USB ed i Cobas; l’elenco è lungo e ‘qualificato’, contando che ancora non è avvenuto il lancio dell’iniziativa. Da oggi lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi, partiti, ecc. invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata”, continuano gli esponenti. Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata – conclude il comitato SOS Geotermia – a partecipare al prossimo incontro, concludono,  che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio”.

PrimaPaginaChiusi.it del 26 marzo 2013

SOS GEOTERMIA AMIATA. L’11 MAGGIO GIORNATA DI MOBILITAZIONE
IN UN COMUNICATO STAMPA IL COMITATO AMIATINO ANNUNCIA L’INIZIATIVA: ” INVITIAMO TUTTI I CITTADINI DELL’AMIATA A PARTECIPARE AL PROSSIMO INCONTRO CHE SI TERRÀ IL 5 APRILE E A COLLABORARE CON IL COORDINAMENTO PER LA RIUSCITA DELLA GIORNATA DELL’11 MAGGIO

Prosegue senza soste la “battaglia” sull’Amiata del Comitato SOS geotermia che il 21 marzo si è riunito in assemblea pubblica e ha deciso una giornata di mobilitazione l’11 maggio.
Riceviamo e pubblichiamo il relativo comunicato stampa:
‘AMIATA CALLING’: L’Amiata chiama! L’11 maggio una giornata di lotta in difesa della montagna
Mentre l’Enel continua a lavorare al cosiddetto ‘Piano di riassetto di Piancastagnaio’ e dopo gli annunci trionfalistici sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento SOS Geotermia si è riunito il 21 marzo us in assemblea pubblica, peraltro partecipatissima, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi il giorno 11 maggio prossimo. Su impulso dei cittadini e dei comitati, SOS Geotermia ha redatto un appello nazionale, che riportiamo di seguito, a cui hanno già dato significativa adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali. Primo firmatario è Don Gallo che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere ‘partigiani dell’Amiata e difendere la Terra’, seguono adesioni di rilievo nazionale come il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, ATTAC, l’USB ed i Cobas; l’elenco è lungo e ‘qualificato’, contando che ancora non è avvenuto il lancio dell’iniziativa. Da oggi lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi, partiti, ecc. invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata. Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata a partecipare al prossimo incontro che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio”.

Corriere di Maremma del 24 marzo 2013

L’11 maggio manifestazione anti-geotermia
ARCIDOSSO. Sos Geotermia ha organizzato l’11 maggio una giornata di mobilitazione per chiedere la “moratoria immediata di tutta l’attività geotermica in Amiata” Questo il programma della giornata: dalle 10,30 alle 12,30 ad Arcidosso, piazza Indipendenza, incontro con i comitati , i movimenti e le associazioni; alle 14,00 in Località Aiuole, a pochi km da Arcidosso e S.Fiora, concentramentoecorteofino al cantiere della centrale geotermica di Bagnore 4; dalle 16,30 ad Arcidosso, in piazza Indipendenza, manifestazione/assemblea con interventi e testimonianze sulle varie esperienze di lotta in difesa del territorio e dei beni comuni;inconclusionedigiornata,dalle ore 18,00, festa e musica in piazza.

La Nazione del 23 marzo 2013

I comitati non mollano Pronta la mobilitazione
UN INCONTRO con tanto pubblico quello di Arcidosso. Un incontro che ha definito una data certa: l’11 maggio dal comune di Arcidosso partirà la mobilitazione nazionale di protesta contro lo sfruttamento geotermico. Al «circolino» di San Lorenzo, dove era in programma l’assemblea organizzata dal coordinamento Sos geotermia, si sono presentati membri dei vari comitati ambientalisti e cittadini preoccupati sulle ripercussioni che lo sfruttamento di queste risorse potrebe avere sulla salute pubblica. L’assenza dei rappresentanti delle istituzioni non è passata inosservata. Un incontro organizzato per creare un confronto sui temi della salute e sulle conseguenze legate alla realizzazione delle centrali geotermiche sul Monte Amiata. La voglia di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni si è rafforzata dopo che Enel Green Power ha annunciato l’avvio dei lavori per Bagnore 4, tra i comuni di Arcidosso e Santa Fiora. «E’ stato — spiega Roberto Barocci — un incontro partecipato e un’occasione sia per ribadire la nostra contrarietà allo sfruttamento delle risorse geotermiche, sia per definire il percorso che porterà alla manifestazione nazionale dell’11 maggio. Abbiamo deciso — aggiunge Barocci — che la mobilitazione partirà dalla piazza centrale di Arcidosso dove in mattinata è in programma un’assemblea che vedrà la presenza anche di associazioni nazionali, poi ci sarà un corteo che, passando dalla località Aiuole arriverà al sito della centrale Bagnore4. Lì, il coordinamento Sos geotermia, denuncerà ancora una volta i dati allarmanti che derivano dallo sfruttamento geotermico del territorio.

Americani in Toscana: cosa non si fa per giustificare lo scempio!

americano_a_BagnoreL’Enel, in evidente difficoltà nel giustificare la sua geotermia in Amiata, continua ad avvalersi di pareri di ‘esperti americani’ che, al di là delle loro indubitabili capacità, probabilmente non hanno mai messo piede sulla montagna e forse non ne conoscono la particolarità geologica e quello che succede in questa zona in concomitanza con l’attività delle centrali.
Un caso recente è lo studio del prof.Bates sugli abitanti dell’isola di Rototua, Nuova Zelanda (il prossimo dove, su marte?), costretti a vivere in un territorio vulcanico ricco di emissioni ‘naturali’; presentato dall’ARS a Firenze lo scorso anno con il solo scopo di minimizzare l’impatto delle centrali nostrane, sbandierando ai quattro venti che l’acido solfidrico, H2S, non fa male, ma, anzi, potrebbe aiutare nei casi di asma.
I responsabili ASR toscana dovrebbero sapere che la letteratura scientifica ha segnalato come un grave errore, spesso voluto allo scopo di rassicurare e nascondere, non considerare l’effetto cumulativo e sinergico degli inquinanti presenti sullo stesso territorio e, nel caso specifico dell’Amiata, dovrebbero sapere che non ha alcun significato isolare l’acido solfidrico dal mercurio, dall’arsenico, dal radon, ecc.
La comparazione è talmente azzardata (nello studio si evidenzia solo l’H2S e l’incidenza dell’asma) che persino l’ARS stessa nella presentazione dello studio deve puntualizzare che “…del resto gli stessi autori non escludono la presenza di possibili fattori di distorsione (bias) dell’interpretazione dei risultati, come ad esempio un survivor effect, ossia il fatto che persone sofferenti di asma potrebbero essersi spostate dalle zone più esposte a H2S…”; cioè, traduciamo, che i risultati potrebbero non essere corretti perchè magari (ma che strani questi indigeni…) chi si ammala si allontana dalla zona, oppure, diciamo noi, è già morto e non può rispondere ai questionari. Tanto basterebbe a studiosi seri, ad amministratori attenti, ma anche a persone di buon senso per evitare confronti con la più tragica situazione amiatina, ma tant’è, come per le leggende metropolitane, l’Ars, l’Enel, politici di ogni genere e persino Legambiente continuano a riproporre la favola dell’acido solfidrico ‘buono’.
Degli ultimi giorni è invece lo scoop di un’intervista, o forse di un semplice parere adattato allo scopo, del prof.Horne, un altro americano, che viene a raccontarci come la tecnologia usata per le centrali amiatine sia all’avanguardia, e che ‘…i fluidi amiatini… …contengono alcuni gas incondensabili tali da non rendere applicabile proficuamente il ciclo binario…’: certo, lo sappiamo bene che i gas estratti contengono tante sostanze tossiche e che fare impianti che riducono tale impatto costano di più e rendono di meno, ed è proprio per questo che in Amiata si usano queste centrali, sfruttando il massimo dei vantaggi con il minimo di spesa, valutando -evidentemente- come ‘danni collaterali’ inevitabili gli effetti sulla salute, sull’acqua e sull’ambiente, come più volte ribadito anche dagli amministratori in pubblici atti che circoscrivono l’impatto e i danni ad una limitata porzione di popolazione e di territorio.
Ma in merito all’intervento del prof.Horne dice qualcosa di importante anche il prof.Borgia, italiano, che conosce benissimo il monte Amiata e che si è occupato a lungo della questione, almeno finchè non è stato estromesso dal suo ruolo in regione e ‘bandito’ da una parte dell’establishment dirigente di questo paese, e puntualizza alcuni aspetti che smenticono i facili entusiasmi lanciati dall’Enel e ripresi con enfasi sulla stampa.
Il prof.Borgia è lapidario ed afferma: ‘…Enel avrebbe dovuto già da molti decenni realizzare le centrali a ciclo binario che sono certamente molto più “environmental friendly” di quelle a “scarico libero” ed a “flash” nel campo geotermico! Le centrali attuali, invece, sono talmente inquinanti ed obsolete che tutte le società di geotermia che operano in Toscana propongono anche per l’Amiata centrali a ciclo binario! La tecnologia utilizzata attualmente in Amiata è in assoluto la forma più inquinante di produzione di energia elettrica, dannosa per l’ambiente e per la salute…’.
Continua evidenziando alcuni dei maggiori problemi specifici della geotermia amiatina (vedi nota*); è probabile che se il prof.Horne ne fosse a conoscenza forse non sarebbe così certo delle sue azzardate affermazioni.
In ogni caso, come coordinamento SOS Geotermia, rimaniamo dell’opinione che i 2 morti al mese in più, le malattie, le tonnellate di inquinanti sparse sull’Amiata, la riduzione e inquinamento dell’acqua, la sismicità, siano motivo di opporsi allo sfruttamento geotermico per invertire immediatamente la rotta, investendo e incentivando una economia legata all’unicità dell’ambiente e la tipicità delle sue produzioni agroalimentari, creando nuovi posti di lavoro nel risanamento, nel recupero e messa in sicurezza del territorio e nella difesa e ampliamento dei servizi ai cittadini e ai possibili flussi turistici.

(*) Horne è stato informato? Che:
> la pressione originaria dei campi geotermici è stata ridotta di 5 a 10 volte con un abbassamento del livello degli acquiferi potabili di oltre 300 m? E che questo ha comportato:
– una riduzione alla metà delle portate delle sorgenti maggiori e l’annullamento di molte delle sorgenti minori?
– la drastica riduzione delle sorgenti termali?
– la vaporizzazione del sistema geotermico con la formazione di gas incondensabili tossici tra cui CO2, H2S, Metano, Radon, Mercurio, Arsina, Ammoniaca, ecc.?
– la risalita dei gas incondensabili che vanno ad inquinare la falda potabile?
– la fuoriuscita incontrollata nell’ambiente di vapori geotermici dalle faglie e dalle gallerie, discenderie e sondaggi delle vecchie miniere?
– un rilevante grado di subsidenza che ha variato anche il livello di base dei fiumi?
> Le emissioni dalle centrali geotermiche:
– sono praticamente non controllate (vengono misurate solo alcune ore all’anno)?
– durante le manutenzioni ed i malfunzionamenti non sono sottoposte ad abbattitori e risultano totalmente incontrollate?
– per la vicinanza dei loro punti emissivi, interessano pesantemente le abitazioni circostanti?
– contengono talmente tanto mercurio che gli abbattitori AMIS dovrebbero eliminarne 100 volte di più di quanto fanno per rendere le centrali “environmental friendly”?
– contengono talmente tanta ammoniaca che nemmeno con gli abbattitori rientrano nei limiti di legge?
– per una stessa quantità di energia elettrica prodotta, contengono circa il doppio di CO2 di una centrale a gas a ciclo combinato?
– contengono talmente tanto H2S che spesso in prossimità delle Centrali non si respira?
f-ino a pochi mesi fa, in alcuni casi erano convogliate in atmosfera senza abbattitori all’altezza delle case poste solo ad alcune centinaia di metri di distanza?
> Le concentrazioni di inquinanti nei gas incondensabili sono talmente elevate da essere oltre i limiti di legge se fossero emesse da un normale camino e che invece, nel caso delle centrali geotermoelettriche in Amiata, l’escamotage adottato è quello di diluire i gas con milioni di metri cubi di aria pulita pompata ogni ora attraverso le torri di raffreddamento dalle quali, così, gli inquinanti escono evidentemente a concentrazioni più basse ma nelle stesse identiche quantità ancora letali di origine?
> I fluidi geotermici reiniettati sono soltanto circa 1/4 di quelli estratti dal campo geotermico (i restanti 3/4 sono emessi in atmosfera) e provocano una grande sismicità con terremoti che hanno generato anche danni ingenti alle case?
> Sono state indotte senza alcun preavviso da ENEL almeno tre eruzioni idrotermali che hanno devastato la vegetazione nel raggio di circa 100 m, ucciso gli animali, generato vulcani di fango anche dentro le case abitate, fatto scappare gli abitanti, salvatisi per mera fortuna? E che i tubi dei pozzi geotermici vicini a queste eruzioni non erano cementati fino ad una profondità anche di oltre 80 m!?
> Prima che le centrali dell’Amiata potessero ottenere le necessarie autorizzazioni, la Regione Toscana:
– ha rimosso dall’incarico molti tecnici e dirigenti esperti di geotermia (avevano valutato l’impatto ambientale delle nuove centrali geotermiche dell’area di Larderello)?
– non ha rinnovato il Comitato Tecnico per la Geotermia dell’Amiata, organo scientifico indipendente di consulenza della Regione Toscana, costituito per affrontare proprio i problemi generati dalla geotermia?
> Gli studi fatti dall’Agenzia Regionale per la Salute indicano che da circa 30 anni nei paesi “geotermici” di Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio, Arcidosso e Castel del Piano vi sono in media 2 morti in più al mese rispetto ai paesi limitrofi per un totale di morti superiore a 700? E che sull’Amiata, l’unica attività industriale che ha un impatto ambientale notevolissimo è lo sfruttamento geotermico?

Il Cittadino online dell’11 aprile 2013

Tra studiosi americani e ambientalisti “smaliziati”….
Prosegue la polemica tra Enel e il supercomitato SOS Amiata
di Fabrizio Pinzuti
PIANCASTAGNAIO – “Americani in Toscana: cosa non si fa per giustificare lo scempio!” Così recita il titolo di un comunicato stampa di SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata, a proposito di alcuni pareri di studiosi americani sulla geotermia a cui recentemente è ricorsa l’Enel. Si arricchisce, e si inasprisce, dunque di motivi scientifici, la polemica tra ambientalisti e colosso dell’energia, polemica nella quale viene coinvolta anche l’ARS (Agenzia Regionale Salute).
In una lunga e serrata nota i comitati ricordano che…  segue ns. comunicato e testo Borgia.

Corriere di Maremma del 20 marzo 2013

Bagnore 4, idee diverse allo specchio

SANTA FIORA. Dal 7 marzo l’Enel ha iniziato i lavori della centrale Bagnore4 e i Comitati Ambientalisti sono sul piede di guerra. Il Corriere di Maremma ha posto alcune domande sulla questione al dottor Andrea Borgia, vulcanologo e geologo vicino ai Comitati e all’ingegnere Massimo Montemaggi responsabile Geotermia Enel Green Power.
L’impatto sul territorio dell’Amiata delle tecnologie utilizzate da Enel per la produzione di energia geotermoelettrica è paragonabile a quello delle stesse centrali “a vapori di flash” realizzate in altri paesi? Negli Stati Uniti, in Germania, ad esempio, gli impianti come quelli di Piancastagnaio o di Bagnore come sarebbero considerati?
Borgia “Il problema è semplicemente legato alla concentrazione di sostanze tossiche che compongono appunto il vapore di flash. Nel caso dell’Amiata la concentrazione di sostanze tossiche in quel vapore è esorbitante e sono certo che in nessun paese civile del mondo sarebbe permesso emettere in atmosfera tali quantità di inquinanti in prossimità di bellissimi paesi turistici, di boschi dove esiste una grandissima biodiversità, e praticamente sopra l’area di ricarica del più importante acquifero potabile strategico della Toscana meridionale. La tecnologia attualmente utilizzata in Amiata è in assoluto la forma più inquinante di produzione di energia elettrica, e non può essere che dannosa per l’ambiente e per la salute”.
Montemaggi “Una volta individuata la risorsa geotermica intanto possiamo parlare di tecnologie: quella da adottare per la produzione di energia elettrica non è una scelta libera dell’operatore, ma dipende dal fluido geotermico del sottosuolo. Nel mondo sono presenti ben 526 impianti geotermici che producono complessivamente 67mila milioni di Kwh, in Italia se ne producono 5300, con un processo binario solo il 10%”.
Secondo un professore americano il problema maggiore per il ciclo binario è costituito (oltre all’aumento di suolo e all’impatto acustico) dai gas incondensabili che dovrebbero essere immessi in atmosfera. E’ vero?
Borgia “No, sono certo che il  professore non conosce a fondo il problema dell’Amiata. Le nuove tecnologie permettono di reiniettare nel sottosuolo anche i gas incondensabili. Tutte le altre società che in Toscana, Amiata compreso, propongono di sfruttare la geotermia si sono impegnate ad applicare cicli binari ad emissioni zero. In ogni caso, se all’Amiata si pensasse emettere in atmosfera i gas incondensabili attraverso un camino, le concentrazioni di elementi tossici nelle emissioni sarebbero di gran lunga sopra ai limiti di legge. È questo il motivo per cui credo sia stata chiusa la centrale a ciclo binario di Enel a Latera. Ritengo che non possa essere ammesso che qualora i gas incondensabili vengano emessi da un camino le emissioni siano fuorilegge, mentre qualora queste siano con un escamotage diluite con i miliioni di metri cubi di aria pulita che viene pompata pompata ogni ora attraverso le torri di raffreddamento, e che viene irrimediabilmente inquinata, rientrino nella norma!
Montemaggi “Se il fluido è ad alta entalpia (come questo di Bagnore) ad alto contenuto di gas, l’utilizzo del percorso binario non porta nessun vantaggio ambientale, ma anzi ne deriva un maggiore impatto perché è necessaria una superficie di suolo maggiore 5/6 volte di più, con un maggiore rumore e di contro non c’è un vantaggio dal punto di vista delle emissioni in atmosfera. L’impianto di Bagnore 4 sarà un impianto modello, con linee guida per tutti gli operatori geotermici nel mondo, con una efficienza del 95% di abbattimento di H2S, mercurio e un nuovo impianto di abbattimento di ammoniaca. Tra l’altro, a livello internazionale, le emissioni geotermiche sono considerate naturali”.
Il professore statunitense non fa alcun riferimento alla riduzione e alla contaminazione della falda acquifera. Il problema è da sottovalutare?
Borgia “No, anzi, come ben insegna l’Onu la riduzione della pressione originaria dei campi geotermici è probabilmente la maggiore causa di impatto ambientale. L’Enel ha ridotto tale pressione di 5-10 volte con conseguente: abbassamento, secondo i dati Enel, della falda acquifera anche di più di 300 metri; riduzione alla metà delle portate delle sorgenti maggiori ed annullamento di molte delle sorgenti minori; drastica riduzione delle sorgenti termali; vaporizzazione del sistema geotermico con formazione di gas incondensabili tossici tra cui CO2, H2S, Metano, Radon, Mercurio, Arsina, Ammoniaca; risalita dei gas incondensabili che vanno ad inquinare la falda potabile; fuoriuscita incontrollata nell’ambiente di vapori geotermici da faglie e da gallerie, discenderie e sondaggi delle vecchie miniere; subsidenza che ha variato anche il livello di base dei fiumi”.
Montemaggi “A uno dei numerosi studi dell’Università degli studi di Siena emerge chiaramente che non vi sono interferenze fra l’acquifero superficiale e il serbatoio geotermico. Le perforazioni attuali, inoltre, dimostrano lo stesso livello di quelle effettuate negli anni ‘60. Il livello non è cambiato ed è lo stesso di allora e dipende da piccole oscillazioni dovute alla piovosità ecc. Dai dati relativi agli anni ‘60 la falda era a quota 780 metri sul livello del mare esattamente come quella misurata dal piezometro di Poggio Trauzzolo del 2010, al netto delle variazioni stagionali. Anzi, attualmente i piezometri sono tre, quello citato, quello della Madonna del Castagno e La Valle e altri tre prescritti saranno piazzati entro l’estate”.
Molte persone che vivono sull’Amiata, nel leggere i dati dei monitoraggi Enel e Arpat, hanno qualche preoccupazione. E’ giustificata, secondo lei?
Borgia “Si, le emissioni sono praticamente non controllate (vengono misurate solo alcune ore all’anno), inoltre per la vicinanza dei loro punti emissivi alle abitazioni le interessano pesantemente; contengono talmente tanto mercurio chegli abbattitori Amis dovrebbero eliminarne 100 volte di più di quanto fanno adesso per rendere le centrali “environmental friendly”; contengono talmente tanta ammoniaca che nemmeno con gli abbattitori sembra che rientrino nei limiti di legge; per una stessa quantità di energia elettrica prodotta, contengono circa il doppio di CO2 di una centrale a gas a ciclo combinato; contengono talmente tanto H2S che spesso in prossimità delle Centrali non si respira; fino a pochi mesi fa, le emissioni erano, in alcuni casi, convogliate in atmosfera senza abbattitori all’altezza delle case poste solo ad alcune centinaia di metri di distanza”.
Montemaggi “No assolutamente, perché c’è un monitoraggio continuo, trasparente e controllato delle emissioni in aria dei vapori. Inoltre, allo scopo di ridurre i disservizi delle centrale, sarà anche installato un sofisticato sistema di telediagnostica in grado di preavvisare i nostri operatori di anomalie che possono verificarsi nel processo di produzione, molto prima che i sistemi di sicurezza intervengano mandando in blocco il gruppo”.
Se le tecnologie a ciclo binario non sono “proficuamente applicabili”, come dice il professore americano e quelle a vapori di flash, secondo alcuni, altamente inquinanti allora sull’Amiata non sarà possibile alcun tipo di sfruttamento geotermico?
Borgia “Questo non è esattamente vero. In ogni caso rimane aperta la strada della geotermia a bassa e media entalpia. Inoltre, il calore contenuto nelle rocce del sottosuolo non viene perso ma rimane ‘stoccato’ indefinitivamente pronto per essere usato quando avremo sviluppato tecnologie che lo potranno sfruttare senza fare gli attuali danni ambientali. In ogni caso, al fine di ridurre gli impatti all’ambiente ed alla salute, è necessario da subito ridurre l’utilizzo della risorsa geotermica fino al ripristino delle condizioni di pressione originarie. Gli studi fatti dall’Agenzia Regionale per la Salute indicano che da circa 30 anni nei paesi ‘geotermici’ di Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio, Arcidosso e Castel del Piano vi sono in media 2 morti in più al mese rispetto ai paesi limitrofi per un totale di morti superiore a 700. Mi sembra di capire che sull’Amiata, l’unica attività industriale che ha un impatto ambientale notevolissimo sia lo sfruttamento geotermico”.
Montemaggi “Come dicevo prima la risorsa geotermica dell’Amiata può essere sfruttata solo con una tecnologia a vapori di flash, in considerazione che i fluidi amiatini sono ad alta entalpia e dunque non è possibile realizzare una centrale a ciclo binario”

La Nazione del 20 marzo 2013

ARCIDOSSO GLI AMBIENTALISTI PRESENTANO GLI ULTIMI DATI CHE HANNO RACCOLTO
«No alla geotermia, parliamone»
I comitati indicono un’assemblea in vista della manifestazione
di Maria Brigida Langellotti
SI FA ANCORA più ampio il fronte dei cittadini amiatini che protestano contro lo sfruttamento geotermico del territorio. E per far sentire la loro voce e sensibilizzare le istituzioni locali, cittadini e comitati, nati per contrastare la nascita delle centrali geotermiche sul Monte Amiata, hanno organizzato un incontro pubblico. L’assemblea è in programma domani, alle 17,30 al «circolino» San Lorenzo di Arcidosso, in attesa della manifestazione di protesta prevista nel mese di maggio. L’OBIETTIVO è quello di affrontare l’argomento e esprimere tutte le preoccupazioni in merito ai temuti rischi per la popolazione. «L’Amiata chiama. Discutiamone insieme»: con questo motto i cittadini vogliono richiamare l’attenzione su una questione che li vede in subbuglio già da molti mesi. Cittadini e comitati, riuniti nel coordinamento Sos geotermia, da tempo protestano contro lo sfruttamento delle risorse geotermiche. Adesso la mobilitazione si è rafforzata ancora di più dopo l’annuncio di Enel Green Power dell’avvio dei lavori per la realizzazione della centrale geotermica Bagnore4 nel territorio tra Santa Fiora e Arcidosso. «L’obiettivo spiegano da Sos geotermia è quello di promuovere un dibattito pubblico a più voci sul tema della salute, entrando nel merito delle emissioni di inquinanti presenti sul territorio e degli studi compiuti sugli effetti sanitari. E’ importante discutere e decidere insieme le iniziative da sviluppare per la difesa del Monte Amiata. Per questo è importante che durante l’incontro ci sia la possibilità di confrontarsi anche con le istituzioni e le amministrazioni locali». Per il coordinamento Sos geotermia, i dati sono preoccupanti: «Le malattie, gli inquinanti sparsi sull’Amiata, la riduzione e l’inquinamento dell’acqua, rappresentino un motivo valido per opporsi allo sfruttamento geotermico e per invertire immediatamente la rotta, valorizzando un’economia legata all’unicità dell’ambiente e alla tipicità delle sue produzioni agroalimentari». TANTI i punti che saranno affrontati nel corso dell’incontro di domani. «Durante l’assemblea aggiungono da Sos geotermia si parlerà degli ultimi sviluppi e delle novità sulla questione geotermia, sarà presentato il resoconto degli incontri di Siena con i comitati toscani e di Roma con il forum nazionale Acqua pubblica. Inoltre, nell’occasione saranno valutate le proposte dei vari appuntamenti in programma nel mese di aprile nei comuni e nelle frazioni interessate alla questione dello sfruttamento geotermico e sarà presentata l’iniziativa nazionale che si svolgerà a maggio a Bagnore, nel territorio di Santa Fiora. L’incontro è aperto a cittadini e associazioni».

Prima Pagina Chiusi.it del 18 marzo 2013

GEOTERMIA SULL’AMIATA. LA RISPOSTA DEL COMITATO SOS GEOTERMIA ALLE DICHIARAZIONI DELL’ENEL
Continua il dibattito sul tema, avvalorato dagli studi di eminenti scienziati in contrapposizione tra loro. Il Comitato SOS geotermia: ” L’ENEL in evidenti difficoltà continua ad avvalersi di pareri scientifici americani che probabilmente non hanno mai messo piede in questa zona…”.
La questione geotermia accresce sempre di più il tenore delle dichiarazioni e delle polemiche contrapposte tra l’Enel ed il Comitato SOS geotermia. Venerdì abbiamo pubblicato sul sito di Primapagina, una nostra intervista all’ING Enel Montemaggi in cui, fra l’altro, si avvalorava la sicurezza ed il vantaggio della geotermia con studi di scienziati americani. A stretto giro di posta è arrivata la risposta del Comitato SOS Geotermia che ha anche avanzato delle ipotesi di un altro scienziato, italiano, a fronte degli studi USA dimostrati da ENEL.
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Comitato amiatino che si intitola polemicamente “Americani in Toscana: cosa non si fa per giustificare lo scempio. (segue il ns. comunicato)

Contropiano.org del 18 marzo 2013

Americani in Toscana. Cosa non si fa per giustificare lo scempio
di  SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata
L’Enel chiama “esperti” Usa per far passare come “benefiche” le proprie iniziative contro l’ambiente. Una risposta allo statunitense Horne, probabilmente a corto di informazioni.
(segue il ns. comunicato)

Il Tirreno del 19 marzo 2013

Bagnore, ancora scontro fra comitati e Enel
Gli ambientalisti: «Horne fa affermazioni azzardate». Per gli altri, «la centrale è molto affidabile»
di Fiora Bonelli
AMIATA SoS geotermia in Amiata continua la sua battaglia, giudicando non affidabili le dichiarazioni e le interviste dei più autorevoli scienziati mondiali in fatto di geotermia. Per il comitato ambientalista, Enel scomoda la scienza americana pur di arrivare dove vuole. Quindi non è accreditato il professor Bates, non il professor Horne, ma viene dato credito solo al professor Borgia che afferma che «se Horne fosse a conoscenza di tutte le problematiche amiatine forse non sarebbe così certo delle sue “azzardate” affermazioni assai lusinghiere sullo sfruttamento geotermico in Amiata». In ogni caso, fanno sapere quelli del coordinamento SOS Geotermia, «rimaniamo dell’opinione che i 2 morti al mese in più, le malattie, le tonnellate di inquinanti sparse sull’Amiata, la riduzione e inquinamento dell’acqua, la sismicità, siano motivo di opporsi allo sfruttamento geotermico, investendo e incentivando invece una economia legata all’unicità dell’ambiente e la tipicità delle sue produzioni agroalimentari, creando nuovi posti di lavoro nel risanamento, nel recupero e messa in sicurezza del territorio». Dall’altra parte Enel ricorda che tutta la documentazione accumulata negli anni dalla regione Toscana, che ha incaricato Università e istituti di ricerca prestigiosi, ha dimostrato la sostenibilità della geotermia e tutte le autorizzazioni sono a posto. Per cui nulla vieta i lavori, e così prosegue la costruzione di Bagnore 4, con una capacità installata totale di 40 Mw, in grado di generare fino a 310 milioni di kilowattora all’anno. L’investimento totale previsto per la realizzazione di Bagnore 4 è di circa 120 milioni di euro. Il progetto prevede la realizzazione di due gruppi da 20 Mw ciascuno, che, con perfetto inserimento ambientale, andrà ad affiancare quella di Bagnore 3 da 20 Mw. «La centrale di Bagnore 4 è stata progettata tenendo conto dei migliori standard a livello mondiale e delle migliori tecnologie disponibili da un punto di vista ambientale – ribadisce Enel Green Power – L’impianto sarà dotato di un sofisticato sistema di monitoraggio e tele-diagnostica, in grado di garantire elevati standard di affidabilità e di efficienza».

Geotermia in Amiata. Se ne continua a parlare sui media…ma i politici tacciono

20130315_classtv_borgia_fermo_img2_elabDi nuovo ieri, 15 marzo 2013, la Tv si occupa di ‘Geotermia buona e cattiva’, titolo del servizio della trasmissione Prometeo in onda su Class Tv; a distanza di un paio di settimane dal precedente servizio che la stessa trasmissione ha fatto sull‘allarme mercurio in Amiata, questa volta viene intervistato il prof.Andrea Borgia, geologo e vulcanologo, che può essere considerato il maggior conoscitore delle criticità, dei danni e dei rischi legati allo sfruttamento geotermico in Amiata.
Lo stesso prof.Borgia oggi, 16 marzo, dalle colonne de Il Tirreno smorza i facili entusiasmi con cui la stessa Enel nei giorni scorsi aveva dato pubblicità a dichiarazioni del prof.Horn e denuncia anche i provvedimenti, a dir poco sconsiderati, presi a suo tempo dalla Regione Toscana in merito al controllo (mancato) sulla questione.

Nel box qui sotto potete ascoltare l’intervista (si tratta dell’audio, per chi volesse seguirla in video può collegarsi al servizio sul sito della trasmissione. (dal minuto 18’57” a 29’30”)

 

Questi gli articoli di oggi de ‘Il Tirreno’:

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3 marzo 2013: ‘Striscia la Geotermia’, anche Canale 5 sull’Amiata

(questa è una foto, il servizio è sotto)

(questa è una foto, il servizio è sotto)

Trasmesso oggi, 3 marzo, il servizio di Striscia la Notizia sulla geotermia in Amiata.
Di fronte alle contestazioni l’Enel mette in campo i massimi dirigenti del settore, a cominciare dall’ing.Montemaggi che è il responsabile di Enel Green Power.
Nonostante questo gli argomenti che tentano di usare per rispondere alle contestazioni sono i soliti di sempre, già smentiti  e/o rivelatisi delle enormi bugie, come nel tempo abbiamo puntualizzato su questo sito.
Se questi sono gli argomenti sarebbe bene che pensassero a dimettersi e con loro gli amministratori che fin qui li hanno avallati o hanno evitato di pronunciarsi.
Bloccare immediatamente i cantieri di Piancastagnaio e Bagnore e fermare le altre centrali in funzione!
(Alle dichiarazioni di Enel del servizio risponderemo presto ricordando e riproponendo tutte le denunce fin qui fatte).

Se non visualizzate il video qui sotto vuol dire che è stato bloccato da RTI (Mediaset); potete comunque vederlo nella pagina di Striscia la notizia qui: http://www.striscialanotizia.mediaset.it/puntata/2013/03/03/puntata_19D.shtml?2
se non si vede neanche sul sito di Striscia, potete scaricare una versione in bassa definizione CLICCANDO QUI (è un file zippato di circa 9 Mb)

Lettera aperta a Carlo Petrini e Slow Food

slow_food_trivellaAbbiamo sempre seguito con interesse le Sue battaglie per la valorizzazione del buon cibo, sano, pulito e dei piccoli produttori di qualità contro la grande industria agroalimentare, e, più in generale, dell’ambiente naturale ed agricolo del nostro Paese.
Può capire la sorpresa nel vedere Lei e la Sua organizzazione associata a chi tenta di spacciare la geotermia toscana come rinnovabile e pulita; ci riferiamo alla ‘alleanza’ con CoSviG
(il Consorzio Sviluppo Geotermia, leggi qui e qui).

Non vogliamo far torto alla Sua intelligenza, ma ci sembra che la sacrosanta battaglia per valorizzare la produzione di qualità della Toscana non possa prescindere da una parallela uscita di scena della geotermia nei termini in cui Enel la pratica nella nostra regione, ed in particolare sul monte Amiata.

La nostra contrarietà a classificare la geotermia genericamente pulita e rinnovabile, nasce dalle evidenze scientifiche che, si badi bene, gli stessi enti preposti e studiosi di chiara fama hanno evidenziato. Non siamo quindi tra quelli che ‘basta che non sia nel mio giardino’, ma dopo oltre 50 anni di geotermia in Amiata, sia per la struttura geologica che per le tecnologie usate, possiamo affermare che la nostra geotermia non è né pulita, né rinnovabile, né sicura.

Non potendo approfondire in questa sede tutte le problematiche della geotermia in Amiata, Le evidenziamo solo alcuni tra gli aspetti più gravi con cui dobbiamo fare i conti:

  • INQUINAMENTO E RIDUZIONE DELL’ACQUA. Il monte Amiata è uno dei bacini idropotabili più grandi del centro-Italia e serve 3 province (Siena, Grosseto e Viterbo). Le misurazioni e le stime ci dicono che, a causa della connessione fra il bacino freatico e quello geotermico sottostante, la falda si è abbassata di circa 200 metri -rispetto agli anni ’70- e continua a scendere di 1 metro al mese (la quantità persa è equiparabile all’intero lago di Bolsena). In più,i dati dimostrano l’aumento continuo della concentrazione di arsenico tanto che per ben 3 volte si è ricorsi alle ‘deroghe’ europee, somministrando ai cittadini acqua ‘avvelenata’ ed oggi, solo grazie agli abbattitori, si riesce a rientrare appena nel limite di legge di 10 μg/l che, come Lei saprà, è comunque un limite di compromesso essendo l’arsenico cancerogeno di classe I° per il quale non esiste quantità innocua (come l’amianto, per capirsi) e l’OMS auspica il livello ‘zero’.
  • INQUINAMENTO DELL’ARIA. Le centrali amiatine ad alta entalpia utilizzano una tecnologia vecchia (e vietata nei paesi ‘civili’) con emissioni nell’aria che risultano anche più gravi delle centrali tradizionali a gas e combustibile fossile. Solo per darLe qualche numero, una sola centrale, denominata Bagnore 3, nonostante i filtri, che comunque agiscono solo sul mercurio e l’acido solfidrico, emette ogni anno (dati Arpat): 213.600 tonnellate di CO2, 1.037 tonnellate di Acido Solfidrico, 6.910 tonnellate di Metano, 4.111 tonnellate di Ammoniaca, 1.236 kg di Acido Borico, 96 kg di Mercurio, più di 9 kg di arsenico, più altre sostanze tossiche.
    Se teniamo conto che questa è una centrale da 20 MW e la rapportiamo alla potenza che avremo a breve, dopo le autorizzazioni regionali, per un totale di 120 MW, può ben immaginare le proporzioni.
  • SALUTE. I dati dello studio epidemiologico dell’Ars Toscana ci dicono che nell’area geotermica del monte Amiata abbiamo avuto 171 morti in più di quelli ‘attesi’ statisticamente dal 2001 al 2006 e attualmente continua lo stillicidio di 2 morti in più al mese, oltre ad un aumento, anch’esso ‘statisticamente significativo’, di altre gravi patologie.

Queste informazioni, che provengono da fonti ‘ufficiali’, non vengono smentite –come potrebbero?– ma vengono nascoste o ne vengono date giustificazioni false e, a volte, bizzarre.
Nel caso della riduzione dell’acqua si è sostenuto che dipendeva dalla scarsità di precipitazioni, questo finché la stessa Regione, attraverso lo studio Mobidic del 2011 –pubblicato inspiegabilmente dopo un anno-, ha dovuto prendere atto che non esistono le variazioni addotte, ma, anzi, negli ultimi anni si rileva un aumento delle precipitazioni. Ma non solo. È proprio lo studio commissionato dalla regione Toscana (Mobidic) a affermare che sulle oscillazioni nelle portate misurate alle sorgenti principali potrebbe giocare un ruolo importante anche una fluttuazione della pressione inferiore (vapore geotermico), “tenuto anche conto del particolare contesto geologico del monte Amiata”.
Per le morti e le malattie l’Ars ha da subito ‘suggerito’ –usando il condizionale– che non dovrebbero essere causate dall’attività geotermica, ma forse –sempre al condizionale– potrebbero dipendere dagli ‘stili di vita’ delle popolazioni locali; queste ‘supposizioni’ sono diventate il cavallo di battaglia delle amministrazioni pubbliche che, usando peraltro soldi dei cittadini, hanno avviato studi specifici sul fumo, sull’alcool e, buona ultima, sulle malattie veneree; anche qui, come per l’acqua, si sono smentiti da soli, infatti in uno studio di uno dei ricercatori dell’Ars stessa sugli stili di vita, lo scorso anno, ha certificato che non ci sono differenze tra gli stili di vita delle popolazioni amiatine rispetto a quelle dei territori limitrofi. Quindi?

Noi non vogliamo attribuire tutti i mali del mondo alla geotermia, ma senz’altro sul monte Amiata l’attività delle centrali Enel è quantomeno concausa dei problemi evidenziati, tanto più che esistono altri sistemi, detti a bassa entalpia, che possono essere sfruttati per produrre l’energia necessaria a sviluppare il nostro territorio e rilanciare un’economia basata proprio sulle produzioni locali tipiche e di alta qualità e sul turismo, nel rispetto e compatibilmente con le caratteristiche ambientali dell’Amiata.

Ma, temiamo, non è questo quello che vogliono fare di questo territorio se, come dall’ultima delibera di giunta regionale Toscana, si include questa area –assieme alla storica di Larderello/Pomarance– nel ‘polo geotermico toscano’ dove incentivare ancora di più l’alta e media entalpia, aprendo anche ad altri gestori, e la sperimentazione di nuovi sistemi (biomasse, inceneritori o termovalorizzatori e chissà cos’altro…).
Per la nostra acqua, la cui purezza era decantata da tempi immemorabili, ci sembra che si sia abbandonata l’idea di recuperarla, tanto che sono in progetto numerosi dissalatori: arriveremo forse all’assurdo che l’acqua dal mare andrà alla montagna?

L’impressione che si ha è che si vogliano sacrificare queste due aree (Amiata e Larderelllo) al solo sfruttamento energetico, quantificandone anche il costo in “43.000 abitanti in 16 comuni, solo 1,2% del territorio”.

I dati e le informazioni più dettagliate può reperirle sui siti istituzionali o sul nostro sito: https://sosgeotermia.noblogs.org/

Ovviamente noi non siamo d’accordo con l’abbandono del monte Amiata allo sfruttamento geotermico e per questo ci rivolgiamo anche a Lei affinchè assuma una posizione coerente con i principi che sono alla base dello Slow Food e che condividiamo nella misura in cui non vengono poi contraddetti nella pratica.

Siamo disponibili per qualsiasi chiarimento in merito e saremmo felici di poter condividere con Lei e la sua associazione la battaglia per la valorizzazione dell’ambiente e della produzione locale.

Monte Amiata, 16 febbraio 2013

ps. giusto oggi su TGR Ambiente Italia è andato in onda un servizio sulla geotermia amiatina (a cui abbiamo partecipato) al termine del quale Piero Sardo di Slow Food Biodiversità ci sembrava alquanto critico sulla questione, in controtendenza rispetto alle altre vs. iniziative con CoSviG. Speriamo bene.
Scarica la lettera aperta in .pdf

Delibera giunta reg.le Toscana 58/13. Non solo geotermia, anche centrali termoelettriche, a biomasse e inceneritori per le aree geotermiche toscane?

indiana_aspetta_vedraiDanni collaterali: risiedono nei distretti solo l’1,2% degli abitanti totali della Toscana, possono essere sacrificati per il radioso progresso.

C’è da rimanere basiti a leggere la delibera della giunta regionale toscana n.58 del 29 gennaio scorso che approva un nuovo Protocollo d’intesa con l’Enel per espandere ancora di più l’attività nelle aree geotermiche.

Nonostante intorno alla questione amiatina ci siano pendenti ricorsi, anche legali, e c’è un rinnovato interesse dei media e cresce la preoccupazione tra i cittadini, o forse proprio per questo, la Giunta regionale, nelle persone di SALVATORE ALLOCCA, ANNA RITA BRAMERINI, LUCA CECCOBAO, ANNA MARSON, GIANNI SALVADORI, GIANFRANCO SIMONCINI, STELLA TARGETTI e LUIGI MARRONI (il presidente Rossi e gli assessori Nencini e Scaletti erano ‘assenti’), con la delibera citata, danno il via al ‘polo territoriale delle energie geotermiche’ dove sperimentare e realizzare nuove centrali termoelettriche e geotermiche.

Esprimono ‘comune interesse’ con l’Enel per la ‘produzione energetica rinnovabile da filiera corta per le biomasse e dal ciclo dei rifiuti’; in cambio l’Enel concede di cedere un po’ del suo monopolio manifestando ‘il proprio interesse ad esaminare la possibilità di sviluppare partnership sul territorio come, ad esempio, nella realizzazione e gestione dei teleriscaldamento o nell’utilizzo delle tecnologie per la media o bassa entalpia’; ‘venghino siori’, la mangiatoia è aperta a tutti, o quasi…

Stiamo parlando quindi, oltre le nostrane centrali Enel ad alta entalpia, anche di tante altre medie e piccole centrali a media entalpia? Stiamo parlando di sperimentazioni di nuove tecnologie per centrali termoelettriche? Centrali a biomasse alimentate dai boschi dell’Amiata? Inceneritori di rifiuti (è per questo che in amiata non parte come si deve la raccolta differenziata e ‘porta a porta’?)?

L’aspetto forse più odioso e cinico è la considerazione che ‘lorsignori’ hanno delle popolazioni indigene, termine quanto mai esatto, oltre che letterale, anche per il rimando ai genocidi di tante popolazioni indigene che intralciavano il progresso; ebbene, già nella delibera che approvava la VIA per la centrale Bagnore 4, era affermato che le ricadute dei fumi avvenivano “in aree quasi del tutto non abitate“, in questa sono andati oltre, hanno delimitato e contato esattamente quanti sono i territori e gli abitanti da sacrificare: 16 comuni, 43.000 abitanti che sono ‘solo’ l’1,2% della popolazione toscana, …e in continuo calo, diciamo noi, viste le statistiche di mortalità e il trend di spopolamento delle aree.

Siamo destinati a sparire? O ci chiuderanno nelle riserve come gli indiani? Noi abbiamo da tempo dissotterrato l’ascia di guerra e promettiamo resistenza ai visi pallidi.

Ci auguriamo solo che i 43.000 disabitanti del ‘polo geotermico’ sappiano, una volta per tutte, opporre strenua e visibile resistenza.

Ci piace ricordare le parole attribuite al capo indiano Nuvola Rossa: “Quando avrete prosciugato l’ultimo dei fiumi, tagliato l’ultimo degli alberi, ucciso l’ultimo dei bisonti e magari pescato l’ultimo dei pesci, allora, ma neppure un attimo prima, capirete che non potete mangiare i soldi”

Scarica la Delibera 58 e il Protocollo (file zippato 40 kb)

Maremma News dell’11 febbraio 2013

SOS Geotermia Amiata: “Ci chiuderanno nelle riserve come gli indiani?
“C’è da rimanere basiti – afferma SOS Geotermia Amiata – a leggere la delibera della giunta regionale toscana n.58 del 29 gennaio scorso che approva un nuovo Protocollo d’intesa con l’Enel per espandere ancora di più l’attività nelle aree geotermiche.
Nonostante intorno alla questione amiatina ci siano pendenti ricorsi, anche legali, e c’è un rinnovato interesse dei media e cresce la preoccupazione tra i cittadini, o forse proprio per questo, la Giunta regionale, nelle persone di Salvatore Allocca, Annarita Bramerini, Luca Ceccobao, Anna Marson, Gianni Salvadori, Gianfranco Simoncini, Stella Targetti e Luigi Marroni (il presidente Rossi e gli assessori Nencini e Scaletti erano ‘assenti’), con la delibera citata, danno il via al “Polo Territoriale delle Energie Geotermiche” dove sperimentare e realizzare nuove centrali termoelettriche e geotermiche. Esprimono ‘comune interesse’ con l’Enel per la ‘produzione energetica rinnovabile da filiera corta per le biomasse e dal ciclo dei rifiuti’; in cambio l’Enel concede di cedere un po’ del suo monopolio manifestando ‘il proprio interesse ad esaminare la possibilità di sviluppare partnership sul territorio come, ad esempio, nella realizzazione e gestione dei teleriscaldamento o nell’utilizzo delle tecnologie per la media o bassa entalpia’; ‘venghino siori’ – scrive SOS Geotermia Amiata – , la mangiatoia è aperta a tutti, o quasi… Stiamo parlando quindi – continua il coordinamento – , oltre le nostrane centrali Enel ad alta entalpia, anche di tante altre medie e piccole centrali a media entalpia? Stiamo parlando di sperimentazioni di nuove tecnologie per centrali termoelettriche? Centrali a biomasse alimentate dai boschi dell’Amiata? Inceneritori di rifiuti (è per questo che in amiata non parte come si deve la raccolta differenziata e ‘porta a porta’? L’aspetto forse più odioso e cinico è la considerazione che ‘lorsignori’ hanno delle popolazioni indigene, termine quanto mai esatto, oltre che letterale, anche per il rimando ai genocidi – scrive SOS Geotermia Amiata – di tante popolazioni indigene che intralciavano il progresso; ebbene, già nella delibera che approvava la VIA per la centrale Bagnore 4, era affermato che le ricadute dei fumi avvenivano ‘in aree quasi del tutto non abitate”‘, in questa sono andati oltre, hanno delimitato e contato esattamente quanti sono i territori e gli abitanti da sacrificare: 16 comuni, 43.000 abitanti che sono ‘solo’ l’1,2% della popolazione toscana, …e in continuo calo – dice il coordinamento amiatino –  viste le statistiche di mortalità e il trend di spopolamento delle aree. Siamo destinati a sparire? O ci chiuderanno nelle riserve come gli indiani? Noi abbiamo da tempo dissotterrato l’ascia di guerra e promettiamo resistenza ai visi pallidi. Ci auguriamo solo che i 43.000 disabitanti del ‘polo geotermico’ sappiano, una volta per tutte, opporre strenua e visibile resistenza. Ci piace ricordare le parole attribuite al capo indiano Nuvola Rossa: Quando avrete prosciugato l’ultimo dei fiumi, tagliato l’ultimo degli alberi, ucciso l’ultimo dei bisonti e magari pescato l’ultimo dei pesci, allora, ma neppure un attimo prima, capirete che non potete mangiare i soldi” – concludono gli esponenti di SOS Geotermia Amiata.

GoNews.it del 10 febbraio 2013
SOS Geotermia Amiata: “Un piano della Regione ‘sacrifica’ 43mila abitanti”
Polemiche per una delibera di giunta: “Approvato un documento d’intesa con l’Enel per espandere ancora di più l’attività. Tanto siamo solo l’1,2% della popolazione totale…”
…segue il nostro comunicato stampa integrale

Il Tirreno dell’11 febbraio 2013
«Contrari al Polo geotermico in Amiata»
I comitati ambientalisti contestano la delibera della Regione: «Siamo pochi, ma ci sentiranno»
AMIATA – Il coordinamento dei comitati amiatini contro la geotermia torna ad accusare la Regiome. «C’è da rimanere basiti – scrivono – a leggere la delibera della giunta regionale toscana 58 del 29 gennaio scorso che approva un nuovo protocollo d’intesa con l’Enel per espandere ancora di più l’attività nelle aree geotermiche. Nonostante intorno alla questione amiatina ci siano pendenti ricorsi, anche legali, e c’è un rinnovato interesse dei media e cresce la preoccupazione tra i cittadini, o forse proprio per questo, la ciunta regionale, nelle persone di Salvatore Allocca, Anna Rita Bramerini, Luca Ceccobao, Anna Marson, Gianni Salvadori, Gianfranco Simoncini, Stella Targetti e Luigi Marroni (il presidente Rossi e gli assessori Nencini e Scaletti erano assenti) danno il via al “polo territoriale delle energie geotermiche” dove sperimentare e realizzare nuove centrali termoelettriche e geotermiche. Esprimono “comune interesse” con l’Enel per la produzione energetica rinnovabile da filiera corta per le biomasse e dal ciclo dei rifiuti. In cambio l’Enel concede di cedere un po’ del suo monopolio manifestando “il proprio interesse ad esaminare la possibilità di sviluppare partnership sul territorio come, ad esempio, nella realizzazione e gestione dei teleriscaldamento o nell’utilizzo delle tecnologie per la media o bassa entalpia” Stiamo parlando quindi, oltre le nostrane centrali Enel ad alta entalpia, anche di tante altre medie e piccole centrali a media entalpia? Stiamo parlando di sperimentazioni di nuove tecnologie per centrali termoelettriche? Centrali a biomasse alimentate dai boschi dell’Amiata? Inceneritori di rifiuti (è per questo che in Amiata non parte come si deve la raccolta differenziata e porta a porta)? L’aspetto forse più odioso e cinico è la considerazione che hanno delle popolazioni indigene, termine quanto mai esatto, oltre che letterale, anche per il rimando ai genocidi di tante popolazioni indigene che intralciavano il progresso; ebbene, già nella delibera che approvava la Via per la centrale Bagnore 4, era affermato che le ricadute dei fumi avvenivano “in aree quasi del tutto non abitate”, in questa sono andati oltre, hanno delimitato e contato esattamente quanti sono i territori e gli abitanti da sacrificare: 16 comuni, 43.000 abitanti che sono solo l’1,2% della popolazione toscana, …e in continuo calo, diciamo noi, viste le statistiche di mortalità e il trend di spopolamento delle aree. Siamo destinati a sparire? O ci chiuderanno nelle riserve come gli indiani? Noi abbiamo da tempo dissotterrato l’ascia di guerra e promettiamo resistenza ai visi pallidi. Ci auguriamo solo che i 43.000 disabitanti del “polo geotermico” sappiano, una volta per tutte, opporre strenua e visibile resistenza».

Le posizioni sulla Geotermia di SOS Geotermia

Il logo del CoordinamentoIl 3 febbraio 2013 la Rete dei comitati di Asor Rosa si riunisce a Firenze; uno dei temi principali in discussione è la questione Geotermia in Amiata. Pur non invitato, il coordinamento SOS Geotermia vuole dare un contributo chiarificatore sulla questione, in coerenza con quanto andiamo sostenendo da sempre e ribadito nel nostro Manifesto.
Riportiamo di seguito il documento che può anche essere letto e scaricato, impaginato in formato pdf

 

Per SOS Geotermia è un fatto importante che la Rete dei Comitati di Asor Rosa abbia posto il tema della Geotermia al centro della propria iniziativa con un documento specifico, che riprende alcuni problemi da noi denunciati da anni. Su molti punti siamo d’accordo con le analisi fatte dalla Rete dei Comitati, altri non ci trovano concordi e riteniamo utile e necessario un confronto a tutto campo che consenta di chiarire questioni di merito e di metodo sia sulla geotermia che più in generale sulle tematiche ambientali.

A differenza di quello che si è cercato di nascondere per anni, fornendo una scarsa e cattiva informazione, le attuali coltivazioni geotermiche in Toscana producono un pesante impatto ambientale, che varia da un territorio ad un altro a seconda delle sostanze inquinanti contenute nei fluidi presenti nel sottosuolo: non possono pertanto essere attribuite all’attività geotermica valutazioni univoche, né è possibile generalizzare quando si parla di sostenibilità e rinnovabilità di questa fonte energetica.

Sull’Amiata la quantità di inquinanti è di gran lunga superiore rispetto all’area di Larderello, pertanto criticità e pericoli risultano maggiori e stanno già compromettendo quelle che da sempre sono state le vere risorse di questa montagna: acqua, aria e ambiente.

L’estrazione del vapore sta depauperando l’acquifero dell’Amiata, il più importante della Toscana: i piezometri installati in vari punti della zona di ricarica dell’acquifero indicano che la superficie della falda si sta abbassando di un metro al mese senza che ci sia alcuna iniziativa da parte delle autorità preposte.

Nessuno degli studi redatti su incarico della Regione ha smentito i collegamenti esistenti tra i due acquiferi, quello superficiale e quello geotermico, collegamenti dovuti ai camini vulcanici e alla presenza di fratture e faglie vulcano-tettoniche che gli stessi geologi di ENEL avevano segnalato nei loro studi redatti nel 1970.

Anche la qualità delle acque in questi anni è stata compromessa per la presenza di arsenico che in alcune sorgenti ha superato il limite di legge tanto che, per renderla potabile, vengono praticate operazioni di miscelamento con altre acque ed in alcuni casi sono stati installati abbattitori di questo pericoloso inquinante.

Questa modalità di sfruttamento geotermico non produce energia pulita, e neppure rinnovabile; non si può più raccontare la favola sentita per tanti anni, minimizzando i problemi e le criticità, anche in considerazione del fatto che la geotermia è stata esclusa dal dover rispettare le norme concernenti la riduzione dei gas ad effetto serra.

In realtà le centrali dell’Amiata producono una quantità di anidride carbonica per unità di energia prodotta ben superiore a quelle alimentate ad olio combustibile (852 t/Gwh rispetto a 700 t/Gwh), oltre a diverse tonnellate al giorno di metano ed altri inquinanti ben più pericolosi, quali mercurio, arsenico, acido solfidrico, ammoniaca, acido borico, alcuni dei quali “con caratteristiche tossicologiche ed ecotossicologiche rilevanti” secondo la definizione di ARPAT..

La geotermia, dopo l’agricoltura, che è ampiamente diffusa in Toscana, rappresenta a livello regionale la seconda fonte di produzione di ammoniaca, sostanza precursore, insieme all’acido solfidrico, alla formazione del PM10 secondario che incide pesantemente sulla qualità dell’aria. “Ai fini del rispetto dei valori limite della qualità dell’aria nel territorio regionale, in particolare per il PM10, (e in seguito alla direttiva 2008/50/CE anche per il PM25), la Regione deve ridurre le emissioni dei precursori del PM10 secondario”. Questo è quanto scritto nella DGRT n.344/2010 relativa all’approvazione dei criteri direttivi per il contenimento delle emissioni in atmosfera delle centrali geotermoelettriche.

Il limite di emissione annua di ammoniaca è stato fissato anche a livello nazionale, al fine di tutelare l’ambiente e la salute umana dagli effetti nocivi causati dall’acidificazione e dalla eutrofizzazione del suolo.

La centrale di Bagnore 3, sulla base dei valori rilevati da ARPAT negli anni 2002-2012, ha prodotto in media oltre 3 t. al giorno (Kg. 3.319) di ammoniaca, con punte che nel 2005 hanno addirittura raggiunto le 13 t. (Kg. 13.125). Se teniamo presente che le emissioni totali stimate nel 2007 e dichiarate dalla stessa Regione oscillano tra 4000 e 6500 tonnellate all’anno, possiamo ritenere che la centrale di Bagnore 3 (20 MW) rappresenti la maggiore fonte inquinante di ammoniaca a livello regionale. La DGRT 344/2010 prevede quale valore limite dell’ammoniaca 2 kg./h, ossia 48 kg. al giorno, indipendentemente dalla potenza della centrale, valore di gran lunga non rispettato né da Bagnore 3, né dalla prevista centrale Bagnore 4.

Questi sono i fatti che da anni i comitati ambientalisti dell’Amiata denunciano, sulla base di dati ARPAT, che comunque tiene sempre a precisare nelle sue note che “non valida i dati degli autocontrolli di ENEL GP, ma effettua proprie analisi”.

Le autorità preposte alla tutela dell’ambiente sono ben consapevoli di questo pesante inquinamento e della grave situazione sanitaria presente sull’Amiata, emersa anche dall’Indagine Epidemiologia a cura dell’Agenzia Regionale di Sanità.

Le emissioni di sostanze particolarmente pericolose, quali il mercurio e l’ammoniaca, sommandosi all’arsenico, all’acido solfidrico, alle emissioni naturali e a quelle di precedenti attività minero-metallurgiche, già conosciute, producono criticità e pericoli maggiori rispetto all’area geotermica tradizionale.

In Amiata si registra negli uomini un eccesso di mortalità statisticamente significativo del +13%, sia rispetto ai comuni limitrofi, scelti per gli stessi caratteri socio economici, sia rispetto al resto della regione.

Sono state individuate ben 54 relazioni, statisticamente significative, tra incrementi di malattie mortali e concentrazioni crescenti di diversi inquinanti, presenti in Amiata e prodotti anche dalle centrali geotermiche.

Nonostante ciò, il quadro epidemiologico è stato giudicato “rassicurante” dalla Giunta della Regione Toscana e gli eccessi di mortalità sono stati attribuiti agli stili di vita degli amiatini: tuttavia un recente studio di un ricercatore della stessa ARS ha smentito questa tesi.

Essendo riconosciuta, nei comuni geotermici, come vera la relazione tra l’aumento notevole di mortalità e le concentrazioni crescenti di Arsenico, Mercurio, acido solfidrico, ecc., ed essendo ritenuta ancora come vera l’esistenza di emissioni significative di Arsenico, Mercurio, acido solfidrico, ecc. dalle centrali geotermiche dell’Amiata, per la legge transitiva della Logica, è vera anche la conclusione: che l’incremento delle malattie e mortalità sull’Amiata è dovuta anche alle emissioni delle centrali geotermiche. Da Aristotele in poi, nel mondo, questa è una legge, non riconosciuta soltanto dalla Giunta regionale Toscana.

A fronte di questi evidenti e gravi problemi, non sono state date risposte chiare e certe, quelle risposte tra l’altro previste dall’Accordo Volontario attuativo del Protocollo d’Intesa sottoscritto nel 2009 tra ENEL e Regione Toscana, dove è scritto: …”La previsione di sviluppo dell’attività geotermica in queste aree, pertanto, resta subordinata alla verifica, sul piano scientifico, delle condizioni di assoluta salubrità della coltivazione geotermica”.

Pur in assenza di tali condizioni dichiarate, hanno già avuto inizio gli interventi previsti dal piano di riassetto dell’area di Piancastagnaio, che comportano un aumento dell’energia prodotta dalle attuali 47 MW. a 60 MW., ed è stata anche rilasciata l’autorizzazione unica per la costruzione di Bagnore 4 (40MW), la centrale più grande dell’Amiata, prevista nell’area geotermica più inquinante, al centro di un’area a massima pericolosità di frana ed in una zona ad alto grado di sismicità. Il tutto supportato da decine di prescrizioni che prevedono interventi di monitoraggio a tutto campo, ma a cose fatte, senza applicare il principio di precauzione, senza aver fatto un attento esame sul piano scientifico sulle tecnologie impiegate da ENEL e non più utilizzate in gran parte del mondo, dove da tempo vengono praticate tecnologie a ciclo chiuso che prevedono la completa re-iniezione nella stessa falda geotermica dei fluidi estratti, dando così credito al fatto che quelle proposte da ENEL siano le migliori tecniche al momento disponibili.

E’ quindi evidente la responsabilità della Regione Toscana e l’accondiscendenza delle amministrazioni locali, allettate dalle “compensazioni ambientali” corrisposte da ENEL, nel voler sviluppare e tutti i costi una attività di sfruttamento che porterà all’esaurimento delle risorse di questo territorio, compromettendo qualsiasi prospettiva di sviluppo di altri settori economici, in particolare il turismo, l’agricoltura, le produzioni di qualità, come pure il patrimonio edilizio e le attività del settore.

Dopo anni di inutili appelli al dialogo e alla ragionevolezza, oggi i Comitati e S.O.S. Geotermia, sostenuti anche da Associazioni Ambientaliste a livello nazionale (WWF Italia, Italia Nostra e Forum Ambientalista), stanno portando avanti azioni legali nei confronti dei provvedimenti emanati dalla Regione Toscana, azioni che continueranno anche in seguito, e che già stanno trovando sempre più sostegno tra la popolazione.

Gli sviluppi di questa vicenda hanno dimostrato l’assenza della volontà di ricercare soluzioni condivise e l’impossibilità di un vero confronto democratico tra cittadini e istituzioni, dal momento che sono stati anteposti gli interessi economici ai diritti della collettività.

Siamo convinti che l’unico modo per salvare il monte Amiata sia il blocco della costruzione di nuove centrali e la “moratoria” su quelle esistenti per aprire una discussione a tutto campo sul futuro di questo territorio e sulle attività compatibili con esso, senza deroga alcuna sul principio della salvaguardia della salute e dell’ambiente.

In questo ambito un ruolo importante lo può avere la valorizzazione della risorsa geotermica “a bassa entalpia”, lo sfruttamento e l’uso del calore e dell’acqua calda, per un piano di sviluppo della risorsa energetica presente nell’Amiata per gli usi civili e produttivi: teleriscaldamento per uso civile e artigianale, serre, acquacoltura, riscaldamento impianti sportivi e turistici, etc. Una energia a uso e a favore del nostro territorio, controllata e gestita dalle nostre comunità, non finalizzata quindi allo sfruttamento dell’alta (e media) entalpia per le centrali geotermiche, gestite da Enel.

Non è questa geotermia il futuro di questa terra, ricca di risorse naturali, già oggi pesantemente messe in crisi, di biodiversità, di beni ambientali e paesaggistici da tutelare e valorizzare, perché sempre più preziosi in una società in cui cementificazione, inquinamento e desertificazione sono diventati luoghi comuni. Tra l’altro la presenza nei fluidi geotermici di una grande quantità di sostanze inquinanti la rendono insostenibile anche sotto l’aspetto sanitario.

Il tema della salvaguardia ambientale e della salute delle popolazioni amiatine è per noi, insieme al lavoro utile e dignitoso per tutti, “tema centrale” di ogni iniziativa di mobilitazione e di lotta che deve tendere alla partecipazione diretta e al coinvolgimento dei cittadini, contro le scelte delle multinazionali in campo energetico, come peraltro ribadito nel manifesto “Non è questo il futuro che vogliamo” alla base della nostra manifestazione del 15 dicembre ultimo scorso a Piancastagnaio.

Auspichiamo pertanto che la Rete faccia proprie queste nostre considerazioni per le quali i comitati ambientalisti e il Coordinamento SOS Geotermia si stanno battendo, e se vuole veramente essere la portavoce di queste istanze prima di tutto le deve condividere e sostenere in tutte le sedi.

Se questo non sarà possibile deve risultare evidente che esistono posizioni diverse e che quelle della Rete non rappresentano i Comitati dell’Amiata. Noi abbiamo già assunto impegni con le popolazioni e con il territorio e abbiamo già detto “NO alla logica del profitto a tutti i costi”.

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