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Geotermia. Amiata, la foglia di fico dell’Osservatorio sulla salute, i comitati presentano esposto in Procura

foglia fico_bagnore NOTTEDopo anni di omissioni arriva l’osservatorio sulla salute, presentato in pompa magna a S.Fiora dai sindaci geotermici pro-enel insieme ad Ars, Asl e Arpat: sbagliato nel merito e nel metodo.

Nel merito, perchè è chiaro a tutti che la posizione di chi vuole la geotermia amiatina innocua per la salute non regge più, talmente tante e tali le proteste che, ormai fuori tempo massimo, era necessaria la foglia di fico che coprisse le vergogne di anni di pareri parziali e contraddittori, di accuse agli ‘stili di vita’, di incredibili dichiarazioni sull’aria ‘migliore della Toscana’ e così via.
A questo punto, un ‘osservatorio’ che si prende altri 3 anni per dare un responso, alla modica somma di 840.000 euro, senza nemmeno imporre una moratoria immediata delle emissioni, è solo un ulteriore rimandare nel tempo, sperando forse che passi la bufera delle proteste.

Nel metodo, contestiamo decisamente che non si sia cercato il contraddittorio, chiedendo l’apporto anche di quegli esperti che negli anni hanno studiato i dati sanitari, a partire dal Prof.Valerio Gennaro dell’Istituto Tumori di Genova ai toscani di Medicina Democratica, e che non si siano acquisiti -o non siano mai stati resi pubblici-, come suggerito a suo tempo dallo stesso Prof.Valerio Gennaro, i dati sulla salute già presenti negli archivi delle Asl, degli ospedali, dei medici di base, come nel registro tumori, per avere un quadro immediato dello stato di salute di una comunità (Referto epidemiologico). A pensar male, viene il sospetto che non si voglia scoprire davvero una amarissima realtà che costringa gli amministratori a prendere finalmente drastiche decisioni.

Ovviamente i cittadini ed i comitati non possono certo aspettare altro tempo senza alcuna garanzia e mentre in Amiata si continua ad ammalarsi e morire più che in altre zone senza che, ufficialmente, se ne conosca la ragione.
Per questo martedì scorso, 20 gennaio, a firma di Barocci come Forum Ambientalista, ma a nome dei comitati e dei cittadini, è stato presentato in Procura a Grosseto un primo “Esposto/Denuncia in merito alla mancanza di attività di prevenzione a difesa della salute dei cittadini residenti in aree prossime alle attività geotermiche. Omissioni e manipolazione dei pareri in sede istruttoria della Valutazione di Impatto Ambientale per la centrale di Bagnore 4”, nella convinzione che sia possibile, in mancanza di decisioni politiche di fronte a fatti così evidenti, un intervento della magistratura che tuteli il diritto alla salute e alla salvaguardia del territorio.

Invitiamo a scaricare e leggere l’esposto (cliccando sul link) che mette in fila tutte le criticità sulla salute, evidenziando le omissioni che hanno permesso il raddoppio delle centrali con il Piano di Riassetto di Piancastagnaio e di Bagnore 4.
BUONA LETTURA!

 

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Il Tirreno del 31 gennaio 2015
«Questo osservatorio difende la salute»
Dopo la denuncia degli ambientalisti, Regione e Ars rilanciano il neonato studio sulla popolazione dei territori geotermici 

PITIGLIANO «La Regione, d’accordo con i Comuni e le Asl, da anni sta monitorando la salute delle aree geotermiche e ha ora incaricato Ars di procedere ad ulteriori approfondimenti. Con l’esposto alla Procura i Comitati rischiano di generare ingiustificato allarmismo nei cittadini e uno stato generale di confusione». Questa la posizione della Regione Toscana, diffusa ieri in una nota, dopo l’ultima azione del Comitato Sos Geotermia che ha presentato un esposto in Procura riguardo la mancanza di attività di prevenzione a difesa della salute dei cittadini residenti in aree prossime alle attività geotermiche. Secondo i Comitati il neonato osservatorio è sbagliato nel merito e nel metodo. Nel merito, perché la posizione di chi sostiene che la geotermia amiatina è innocua per la salute – secondo i comitati – non regge più. Nel metodo, perché i comitati contestano che non si sia cercato il contraddittorio, cioè che la Regione non abbia chiesto l’apporto anche di quegli esperti che negli anni hanno studiato i dati sanitari, a partire – spiegano i comitati antigeotermici – dal professor Valerio Gennaro dell’Istituto Tumori di Genova ai toscani di Medicina Democratica. «A questo punto – sostengono i comitati – un osservatorio che si prende altri tre anni per dare un responso, alla modica somma di 840.000 euro, senza nemmeno imporre una moratoria immediata delle emissioni, è solo un ulteriore rimandare nel tempo. A pensar male, viene il sospetto che non si voglia scoprire davvero un’amarissima realtà che costringa gli amministratori a prendere drastiche decisioni». Diametralmente opposta la posizione della Regione. «Le indagini precedenti al nuovo studio – spiegano da Firenze – avevano evidenziato infatti eccessi di malattie nell’Amiata non riconducibili alla geotermia e che facevano pensare piuttosto a un mix di altri fattori di rischio (tra questi erano state avanzate anche ipotesi riconducibili all’attività sessuale degli amiatini, ndr). Da qui la decisione di procedere a ulteriori approfondimenti». «La decisione di mettere in campo uno studio così complesso a difesa della salute della popolazione – dice Francesco Cipriani direttore dell’Ars – va proprio nella direzione da tempo sollecitata dalle istituzioni. L’esposto è perciò francamente poco comprensibile». (f.f.)

La Nazione del 31 gennaio 2015
L’ALTRO FILONE. LA REGIONE RISPONDE AL COMITATO: «SI CREA SOLO INGIUSTIFICATO ALLARMISMO»
«Nuovo studio sulla geotermia, sbagliato l’esposto in Procura»

UNA MOSSA che potrebbe mettere a rischio quanto la Regione sta facendo per monitorare la situazione geotermia sull’Amiata. «La Regione, d’accordo con i Comuni e le aziende sanitarie, infatti, da anni sta monitorando la salute delle aree geotermiche e ha ora incaricato l’Ars (Agenzia regionale di sanità) per procedere ad ulteriori approfondimenti -spiegano dall’amministrazione di Palazzo Panciatichi- con l’esposto alla Procura i Comitati rischiano di generare ingiustificato allarmismo nei cittadini e uno stato generale di confusione». Questa la posizione della Regione dopo l’ultima azione del Comitato Sos Geotermia che ha presentato un esposto in Procura riguardo la mancanza di attività di prevenzione a difesa della salute dei cittadini residenti in aree prossime alle attività geotermiche. «Le indagini precedenti al nuovo studio, avevano evidenziato infatti eccessi di malattie nell’Amiata non riconducibili alla geotermia prosegue il comunicato della Regione Toscana e che facevano pensare piuttosto ad un mix di altri fattori di rischio. Da qui la decisione di procedere a ulteriori approfondimenti». SULLA STESSA lunghezza d’onda il direttore dell’agenzia di sanità, Francesco Cipriani. «La decisione di mettere in campo uno studio così complesso a difesa della salute della popolazione dice Francesco Cipriani direttore dell’Ars va proprio nella direzione da tempo sollecitata dalle istituzioni. L’esposto è perciò francamente poco comprensibile». L’esposto presentato dal Comitato è relativo «dubbi e omissioni che ci sarebbero state a loro dire nell’istruttoria della valutazione di impatto ambientale». Un’iniziativa per chiedere alla magistratura di dare chiarezza ai dubbi degli ambientalisti.

Toscana Notizie (regione) del 30 gennaio 2015
Amiata, monitoraggio salute attivo da anni. E ora anche un nuovo studio
Scritto da Chiara Bini
FIRENZE – La Regione, d’accordo con i Comuni e le Asl, da anni sta monitorando la salute delle aree geotermiche ed ha ora incaricato Ars di procedere ad ulteriori approfondimenti. Con l’esposto alla Procura i Comitati rischiano di generare ingiustificato allarmismo nei cittadini e uno stato generale di confusione.
Questa la posizione della Regione Toscana dopo l’ultima azione del Comitato Sos Geotermia che ha presentato un esposto in Procura riguardo la mancanza di attività di prevenzione a difesa della salute dei cittadini residenti in aree prossime alle attività geotermiche.
Le indagini precedenti al nuovo studio, avevano evidenziato infatti eccessi di malattie nell’Amiata non riconducibili alla geotermia e che facevano pensare piuttosto ad un mix di altri fattori di rischio. Da qui la decisione di procedere a ulteriori approfondimenti.
“La decisione di mettere in campo uno studio così complesso a difesa della salute della popolazione – dice Francesco Cipriani direttore dell’Ars –  va proprio nella direzione da tempo sollecitata dalle istituzioni. L’esposto è perciò francamente poco comprensibile”.

La Nazione del 30 gennaio 2015
Geotermia, esposto in Procura
Il Comitato ambientalista chiede verifiche su prevenzione e documenti

NON VOGLIONO più aspettare. E hanno deciso di rivolgersi alla magistratura. «Sos Geotermia» ha infatti presentato un esposto, a firma di Roberto Barocci come Forum Ambientalista, ma a nome dei comitati e dei cittadini «in merito alla mancanza di attività di prevenzione a difesa della salute dei cittadini residenti in aree prossime alle attività geotermiche». Si tratterebbe di «omissioni – si legge – e manipolazione dei pareri in sede istruttoria della Valutazione di Impatto Ambientale per la centrale di Bagnore 4, nella convinzione che sia possibile, in mancanza di decisioni politiche di fronte a fatti così evidenti, un intervento della magistratura che tuteli il diritto alla salute e alla salvaguardia del territorio». Secondo gli ambientalisti, «mentre si concretizzano quegli eccessi di rischio sanitario accertati nello studio dell’Ars Ars – prosegue l’atto atto depositato in Procura – , non si prendono le possibili misure di prevenzione e, invece, si è autorizzato il raddoppio della potenza geotermica in Amiata, con le nuove centrali a Bagnore 4 e il riassetto di quelle di Piancastagnaio, compiendo gravi omissioni e manipolazioni dei pareri espressi nelle procedure autorizzatorie». Un esposto che arriva dopo quello presentato l’ 8 febbraio del 2011 cui «si aggiungono nuovi e più recenti documenti, tutti di fonte autorevole, che – secondo gli ambientalisti – confermano la necessità di indagini della Magistratura volte ad individuare le eventuali responsabilità di quanti non hanno eliminato o ridotto le cause della grave situazione sanitaria, già registrata in Amiata nel 2010 e riconfermatanel 2012, situazione sanitaria che, con i nuovi impianti in fase di realizzazione, potrebbe divenire ancora più tragica». Da Sos Geotermia chiedono dunque «che si verifichi se, nell’eventualità eventualità di un’indebita indebita violazione delle norme in sede di Via, siano stati commessi reati da parte di coloro che hanno o che potrebbero aver contribuito ai danni» e anche che «si verifichi se tali violazioni abbiano dato vantaggi patrimoniali collegati all’abuso d’ufficio».

Il Tirreno del 30 gennaio 2015
Osservatorio sulla salute. C’è l’esposto alla Procura

SANTA FIORA. L’osservatorio sulla salute dell’Amiata, una foglia di fico? Per lo meno così lo definiscono i comitati antigeotermici che hanno presentato un esposto in Procura. Ma Ars commenta: «Facciano pure, ma ci saremmo aspettati che ci dicessero bravi. Il mondo va alla rovescia». Insomma i comitati antigeotermici insistono e lanciano un “j’accuse” a tutta l’organizzazione che da sei anni sta lavorando per cercare quali siano le cause di mortalità in eccesso in Amiata, che al contrario delle zone geotermiche Toscana Nord mostra uno stato di salute non in linea coi dati regionali, soprattutto per i maschi.
L’osservatorio coordinato da Ars Toscana, in collaborazione con enti e istituti toscani, Arpat, Cnr, Asl, medici di base e pediatri delle zone interessate e che avrà una sede materiale e stabile nel comune di Santa Fiora, secondo i Comitati «è sbagliato nel merito e nel metodo. Nel merito, perchè la posizione di chi sostiene che la geotermia amiatina è innocua per la salute non regge più». A che serve dunque l’osservatorio?: «A questo punto – incalzano i comitati – un osservatorio che si prende altri 3 anni per dare un responso, alla modica somma di 840.000 euro, senza nemmeno imporre una moratoria immediata delle emissioni, è solo un ulteriore rimandare nel tempo. Nel metodo, contestiamo decisamente che non si sia cercato il contraddittorio, chiedendo l’apporto anche di quegli esperti che negli anni hanno studiato i dati sanitari, a partire dal professor Valerio Gennaro dell’Istituto Tumori di Genova ai toscani di Medicina Democratica. A pensar male, viene il sospetto che non si voglia scoprire davvero una amarissima realtà che costringa gli amministratori a prendere finalmente drastiche decisioni».
Dunque martedì 27 gennaio a firma di Roberto Barocci come Forum Ambientalista, ma a nome dei comitati e dei cittadini, è stato presentato in Procura a Grosseto un primo esposto sulla mancanza di attività di prevenzione a difesa della salute dei cittadini residenti in aree prossime alle attività geotermiche. Omissioni e manipolazione dei pareri in sede istruttoria della Valutazione di impatto ambientale per la centrale di Bagnore 4.
Di fronte alla notizia, la risposta politica arriva dal sindaco Federico Balocchi che parla di «campagna denigratoria, smentita dai dati e danno per un territorio che non lo merita».
«Un ottimo risultato l’osservatorio – afferma Balocchi – che dà garanzie alla salute dei cittadini, non solo in relazione alla geotermia». E Francesco Cipriani, responsabile Ars Toscana così commenta la notizia: «Ognuno è libero di muoversi come crede. Noi stiamo proseguendo un percorso avviato scientificamente che ci ha permesso, grazie a una serie di indizi, a cercare le ragioni di eccesso di mortalità, soprattutto nei maschi, in problemi non riconducibili alla geotermia, ma ad un mix di fattori. Siccome la nostra ricerca ci ha portato a queste conclusioni, nel primo step, perché avremmo dovuto far chiudere le centrali?. Piuttosto abbiamo fatto aprire ad Asl gli ambulatori. Adesso l’osservatorio, finanziato con 840.000 euro per tre anni (i soldi occorrono-chiosa Cipriani – checchè ne dicano i comitati), fa seguito alle precedenti indagini condotte in collaborazione col Cnr di Pisa. La nuova indagine epidemiologica permetterà di approfondire vari fattori di rischio, legati a storie di vita personali e condizioni familiari, mettendo in campo un biomonitoraggio mirato. Tutto quello che i comitati avevano richiesto. Ci dovrebbero dire bravi».(f.b.)

Corriere di Maremma/Siena del 30 gennaio 2015
Osservatorio della salute I comitati presentano un esposto in Procura
…segue ns. comunicato

AbbadiaNews del 30 gennaio 2015:
Geotermia, i comitati presentano un esposto in Procura
…segue ns. comunicato

GoNews del 29 gennaio 2015
Sos Geotermia, i comitati presentano esposto in Procura per “mancata attività di prevenzione”
…segue ns. comunicato

Il Giunco.net del 25 gennaio 2015
Geotermia, esposto dei comitati «La salute dei cittadini non è difesa» e attaccano l’osservatorio
…segue ns. comunicato

Contropiano.org del 29 gennaio 2015
Geotermia: Amiata, la foglia di fico dell’Osservatorio sulla salute
…segue ns. comunicato

Alètheia online del 29 gennaio 2015
Geotermia. Amiata, la foglia di fico dell’Osservatorio sulla salute, i comitati presentano esposto in Procura
…segue ns. comunicato

Grosseto Notizie del 29 gennaio 2015
Geotermia, esposto dei comitati in Procura: “Sia tutelata la salute dei cittadini”
…segue ns. comunicato

Grosseto Oggi del 29 gennaio 2015
Sos Geotermia: “Amiata, la foglia di fico dell’Osservatorio sulla salute, i comitati presentano esposto in Procura”
Il comunicato dell’associazione ambientalista
…segue ns. comunicato

Il Cittadino online del 29 gennaio 2015
Amiata: la foglia di fico dell’osservatorio sulla salute
…segue ns. comunicato

Maremmanews del 29 gennaio 2015
Geotermia: “La foglia di fico dell’Osservatorio sulla salute”
…segue ns. comunicato

La Rete NOGESI porta la voce dell’Amiata in Parlamento

20140305_rm convegno geotermia camera_38Si è tenuta oggi, 19 gennaio 2015, l’audizione della Rete Nazionale NOGESI (NO alla Geotermia Elettrica, Speculativa e Inquinante) presso le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera dei Deputati che stanno lavorando ad una risoluzione sulla geotermia.
La delegazione, formata da Barocci, Carotenuto, Tommasi e il sindaco di Casole Pii, oltre ad esporre le ragioni dei diversi territori contro la geotermia che attualmente si fa e che si vorrebbe fare, ha consegnato ai parlamentari presenti un documento che riportiamo e che puoi scaricare qui.

Audizione presso le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera dei Deputati – Risoluzioni sulla Geotermia –

Documenti, informazioni e proposte alle Commissioni per una Geotermia socialmente utile

Il 5 marzo 2014 la scrivente Rete ha tenuto a Roma una giornata di mobilitazione nazionale presso la Camera dei Deputati, con lo scopo di aprire un dialogo con il Governo ed il Parlamento sul tema della geotermia elettrica.
Dalle numerose relazioni presentate al convegno da parte di parlamentari, amministratori, comitati ed illustri esponenti del mondo scientifico (1), sono emersi alcuni punti importanti e precise richieste al Governo. Infatti, il piano governativo di espansione e sviluppo della geotermia, varato nel 2010 dal governo Berlusconi IV, presenta una serie di problematiche, anche gravi, che non sono state sufficientemente considerate dalle istituzioni governative. Autorevoli scienziati a livello nazionale ed internazionale pongono il concreto problema dei danni per la salute, del depauperamento delle risorse idriche, della sismicità indotta ed innescata, della subsidenza ed, in genere, dell’inquinamento ambientale connessi con lo sfruttamento geotermico per la produzione di energia elettrica.
Le zone nelle quali la geotermia tradizionale, con emissioni dirette ed indirette in atmosfera, è già sviluppata hanno rivelato danni ambientali ed alla salute delle popolazioni (eppure per moltissimi anni è stato fatto credere colpevolmente che la “geotermia” era pulita e rinnovabile!). Le nuove forme di geotermia “a ciclo chiuso”, senza dichiarate emissioni in atmosfera, comportano tutta una serie di rischi, che in tutto il mondo – anche a seguito di incidenti verificatisi – hanno enormemente preoccupato le popolazioni e gli addetti ai lavori. Ciò ha dato luogo ad intensi programmi di ricerche sugli effetti delle tecniche di sfruttamento geotermico ed ha indotto le autorità locali (vedi anche in Italia le recenti scelte delle Giunte della Regione Toscana e Veneta) a preveder apposite normative tendenti a regolamentare il settore. Appare ormai chiaro a livello mondiale che lo sfruttamento geotermico per la produzione di energia elettrica ha degli impatti ambientali, che devono essere adeguatamente conosciuti, previsti e regolamentati. Esistono dei territori dove lo sfruttamento geotermico è sconsigliabile ed altri nei quali, con una serie di indispensabili accorgimenti a salvaguardia delle popolazioni e dell’ambiente, è invece possibile. In Italia, gli studi scientifici sul settore sono carenti, così come ancora del tutto carente è la normativa del caso.
Il principale problema da affrontare e superare è quello del dogma culturale della eco-compatibilità della geotermia, secondo il quale la geotermia è sempre di per sé pulita e rinnovabile. Un dogma alimentato dal circuito degli imprenditori geotermici attratti dagli enormi incentivi statali, e fideisticamente accettato dall’opinione pubblica e in molti ambienti della pubblica amministrazione senza discussioni o veri approfondimenti.
La realtà della ricerca scientifica mondiale e delle esperienze sul campo mostra invece con tutta evidenza che questo dogma è inaccettabile, e che non può guidare l’azione del Governo, in quanto la geotermia in generale- e particolarmente in Italia – non è né pulita, né rinnovabile. Lo sfruttamento geotermico può diventare accettabile unicamente a determinate condizioni, che dipendono dalle specificità dei territori e dalle tecnologie impiegate.
Alcune tecnologie cosiddette “flash”, sono così inquinanti da aver trasformato la montagna amiatina in uno dei siti inquinati del nostro Paese. Come recentissimamente sostenuto dai proff. Basosi e Bravi (2) :” In alcuni casi l’impatto della produzione di elettricità da geotermia è perfino maggiore di quello della produzione di elettricità da combustibili fossili “….inoltre :” la produzione di elettricità dalle centrali geotermiche dell’area del Monte Amiata non può essere considerata “carbon free” … le emissioni di gas serra sono in alcuni casi generalmente più alte di quelle prodotte da centrali a gas naturale ed in alcuni casi non molto lontane dai valori di centrali a carbone”.
Lo studio epidemiologico “Progetto di Ricerca Epidemiologica sulle popolazioni residenti nell’intero bacino geotermico toscano-Progetto Geotermia, realizzato nel 2010 da ARS e CNR di Pisa, ha stabilito come statisticamente significative le relazioni tra l’aumento notevole di mortalità, con il + 13% statisticamente significativo negli uomini in Amiata (3) e le concentrazioni crescenti, misurate nelle matrici ambientali , di arsenico, mercurio, acido solfidrico ecc. (4); essendo ritenuta ancora come vera l’esistenza di emissioni significative in atmosfera di arsenico, mercurio, acido solfidrico ecc. dalle centrali geotermiche dell’Amiata (2), per normale logica si deduce che le emissioni delle centrali geotermiche concorrono nel determinare l’incremento delle malattie e mortalità registrate in Amiata.
Gli studi comparativi sugli stili di vita realizzati dalla stessa ARS Toscana (5) hanno decisamente escluso che gli stili di vita possano essere la spiegazione di tali allarmanti dati sanitari. Queste le conclusioni dello studio Voller del 2012:“Il confronto tra la popolazione residente nei comuni delle due aree geotermiche e quella dell’area non geotermica compresa entro 50 chilometri dall’area geotermica, non rivela differenze rilevanti rispetto alle caratteristiche socio demografiche e agli stili di vita (fumo, alcol, dieta, attività fisica)”.
Inesistente, secondo il suddetto studio, è l’incidenza oggi delle patologie tipiche delle attività minerarie, anche perché le ultime miniere furono chiuse negli anni ’70 e ridicole, se non criminali, appaiono infine le dichiarazioni di quanti sostengono che le emissioni dei gas in uscita dalle centrali geotermiche dell’Amiata sarebbero naturali. Infatti, si omette di precisare che queste emissioni potrebbero naturalmente verificarsi in un periodo di tempo misurabile in milioni di anni e non in pochi mesi, come in realtà oggi avvengono grazie ai pozzi di estrazione che scendono a 4-5 mila metri di profondità.
Mentre le nuove tecnologie a “ciclo binario” a media entalpia (soprattutto quelli definiti “impianti pilota”) in itinere di approvazione in molte regioni del Paese (e segnatamente in Umbria, Lazio, Toscana) pur evitando l’emissione di veleni nell’aria, presentano numerose criticità, tra cui:
seri rischi di sismicità indotta nelle zone ad alta sismicità naturale; seri rischi di inquinamento dei bacini idropotabili, in particolare da arsenico, in territori che già sono al limite, se non al disopra, dei valori ammessi; possibili fenomeni di subsidenza dei terreni;
rendimenti molto bassi, a fronte di enormi incentivi governativi;
forti impatti negativi sul territorio, sulle economie locali e sul paesaggio di zone di alto pregio con vocazione turistica e agricola;
l’impiego di pochissimo personale mettendo a rischio altre attività produttive che impiegano invece molti più addetti;
libero afflusso nel settore di società improvvisate, soprattutto interessate a lucrare sugli incentivi e prive di seri requisiti per occuparsi di impianti con notevoli tassi di rischio;
eccessiva facilità nelle procedure di autorizzazione di ricerca e di impianti geotermici, stanti le attuali insufficienti normative;
forte attivazione delle attività di lobbying politico per garantire permessi di ricerca e sfruttamento anche dove ciò presenta dei seri rischi;
crescente preoccupazione delle popolazioni, che non si sentono affatto tranquillizzate da un quadro di questo tipo; nel quale – in assenza di salvaguardie – si sta sviluppando una sorta di corsa all’oro degli incentivi. Senza adeguate informazioni, condivisioni e predisposizioni cautelari.
La valutazione di questa serie di problemi non può essere lasciata ai centri di ricerca ed ai tecnici che lavorano per le società che fanno impianti geotermici. Troppo forti sono le attese e gli appetiti generati da incentivi governativi altissimi. Occorre che lo Stato riprenda in modo sostanziale e non solo formale la propria funzione di salvaguardia di tutti gli interessi in gioco, primo fra tutti quello delle popolazioni coinvolte.
Non si può portare avanti un piano di espansione della geotermia che appare procedere in modo frettoloso, improvvisato e per giunta a dispetto delle popolazioni locali. Laddove la geotermia è praticabile e sostenibile, occorre fornire ai cittadini proposte valide, mostrare con sincerità ed onestà i problemi e convincerle nei vantaggi di queste tecnologie. Per averne il consenso. Non ci si può basare solo sul consenso di strutture politiche spesso troppo sensibili al lavoro lobbistico delle imprese.
Molte le pressioni per procedere con urgenza alla realizzazione di questo piano, ma è di tutta evidenza che non c’è alcuna fretta, per vari motivi tra i quali:
il Paese ha già raggiunto elevati livelli di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili;
la forte e prolungata crisi economica sta riducendo drasticamente i consumi elettrici, tanto che l’ENEL–per la prima volta nella sua storia- sta programmando la chiusura di impianti di produzione di energia elettrica;
il divario tra la potenza elettrica installata in Italia ed i consumi è altissimo, tanto da permettere una valutazione oggi più attenta delle scelte energetiche, non sempre in passato -secondo noi- sviluppate nell’interesse del Paese e pure pesantemente pagate dai cittadini e dalle imprese sulle bollette elettriche.
Questi incentivi e questa fretta appaiono-particolarmente nella situazione attuale- del tutto inappropriati e forzosi. A meno che essi non servano esclusivamente a favorire circuiti industriali dotati di forti connessioni politiche, come dimostrano i continui e pesanti interventi di modifica legislativa favorevoli agli imprenditori geotermici. Interventi spesso in palese contrasto con i regolamenti parlamentari, con la Costituzione e con le normative europee.

Il modo di procedere attuale porta invece allo scontro con le opinioni pubbliche locali, ad impianti affidati frettolosamente a società inesperte, ad un elevato rischio di incidenti e ad una conclusione che sarà: “o una geotermia fatta male o nessuna geotermia”. Questo i cittadini e le istituzioni del nostro Paese non lo possono accettare.

Inoltre come a voi noto, lo scorso 10 aprile 2014 è apparso sulla prestigiosa rivista Science un articolo dal titolo “Human Activity May Have Triggered Fatal Italian Earthquake… “ riferito a quanto contenuto nel rapporto redatto dalla Commissione ICHESE (6) fino ad allora ignoto al grande pubblico, secondo cui non è dato escludere l’ipotesi di una correlazione tra le operazioni di trivellazione in corso ed il sisma che ha colpito l’Emilia nell’estate del 2012. Tralasciamo qui le considerazioni sulla omessa pubblicazione del Rapporto se non dopo le notizie di stampa e sul fatto che il giornalista di Science abbia ricevuto “pressioni per non pubblicare il rapporto”, oltre a tentativi tendenti a screditare l’operato degli scienziati.
Quello che ci interessa è che la Commissione ha evidenziato alcuni dati importanti – in particolare in merito ai “terremoti innescati” – che non possono essere taciuti:
1.Sostiene infatti la Commissione come: “una piccola perturbazione generata dall’attività umana è sufficiente a spostare il sistema da uno stato quasi-critico ad uno stato instabile”. Ed inoltre che “la condizione necessaria perché questo meccanismo si attivi è la presenza di una faglia già carica per uno sforzo tettonico, vicina ad un sito dove avvengono azioni antropiche che alterano lo stato di sforzo, dove vicina può voler dire anche decine di chilometri di distanza a seconda della durata e della natura dell’azione perturbante”;
2.Inoltre che: “poiché in questo caso le operazioni tecnologiche attivano solamente il processo di rilascio dello sforzo tettonico, la magnitudo dei terremoti innescati può essere grande, dello stesso ordine di quella dei terremoti tettonici, e dipenderà dall’entità della deformazione elastica accumulata sulla faglia a causa del carico tettonico”;
3.Aggiunge inoltre che: “l’esame di tutta la letteratura esistente mostra che la discriminazione tra la sismicità indotta o innescata e quella naturale è un problema difficile, e attualmente non sono disponibili soluzioni affidabili da poter essere utilizzate in pratica”; proseguendo conclude: “quindi non può essere escluso che le azioni combinate di estrazione ed iniezione di fluidi in una regione tettonicamente attiva possano aver contribuito, aggiungendo un piccolissimo carico, alla attivazione di un sistema di faglie che aveva già accumulato un sensibile carico tettonico e che stava per raggiungere le condizioni necessarie a produrre un terremoto”.
Il Rapporto termina con una prima indicazione di possibili azioni preventive che meglio saranno definite da numerosi “Indirizzi e Linee guida” la cui stesura è stata affidata al gruppo di lavoro costituito in data 27.02.2014, in ambito MISE, con Decreto del Direttore Generale della DGRME ing. Franco Terlizzese, attività ancora in corso.
Ci sembra rilevante inoltre che la Commissione ICHESE rilevi due nuove necessità che non hanno finora fatto parte della storia delle trivellazioni nel nostro Paese:
1.come sia necessario che “i dati in possesso delle compagnie siano da esse messi a disposizione degli enti responsabili per il controllo”;
2. e che “l’implementazione di un Programma di Interazione e Comunicazione con la popolazione e gli amministratori locali ha una importanza critica perché venga acquisita fiducia nella gestione ottimale delle operazioni”.
Ci confortano quindi la conclusioni “problematiche” della Commissione ICHESE, primo tentativo-se esse si tradurranno in efficaci procedure, aventi valore di legge – di realizzare il più volte richiesto “punto di vista “dello Stato in una materia dove troppo spesso si è lasciato fare alle compagnie, più interessate ai propri bilanci che alla incolumità delle popolazioni e delle economie residenti, oltre che dell’ambiente.

In conclusione si ritiene necessario operare secondo le seguenti direttrici:
1. una pianificazione delle aree di sfruttamento geotermico che definisca le zone dove questo sfruttamento non può avvenire, ispirandosi ad un sostanziale e rigoroso principio di precauzione;
2. un intervento ormai non più procrastinabile di riduzione/annullamento degli eccessivi incentivi alla geotermia elettrica, tenendo conto che essa è stata irragionevolmente considerata una energia rinnovabile o non esauribile (e non lo è scientificamente, poiché i pozzi di prelievo hanno una specifica durata dopo di che si esauriscono) e spesso non proprio “pulita” come sicuramente nel caso dello sfruttamento ENEL in Amiata (no carbon free);
3. più stringenti normative per la definizione dei soggetti dotati delle necessarie risorse e competenze per operare nel campo geotermico; trivellazioni profonde in zone spesso instabili e poco conosciute, richiedono altissime competenze, notevoli esperienze e grandi e comprovate capacità di intervento finanziario e tecnico in caso di incidenti; non possono essere società con capitali sociali limitati a lanciarsi in avventure geotermiche, come sta ora avvenendo;
4. una normativa più definita che garantisca in modo pienamente soddisfacente la minimizzazione del rischio di incidenti e l’identificazione della parte responsabile che deve essere sempre identificabile e essere in grado di pagare tutte le spese necessarie a riparare i danni che ha causato. La parte responsabile deve sempre essere chiaramente identificabile prima dell’avvio delle operazioni di sfruttamento geotermico;
5. introduzione di procedure di maggiore coinvolgimento delle popolazioni in tutte le fasi autorizzative, ivi incluse le fasi preliminari, nel pieno rispetto della Convenzione di Aarhus, recepita con l’art.6 della Direttiva 2011/92/UE dalla Unione Europea (e ratificata in Italia con legge n. 108 del 16.03.2001) che prevede che il pubblico debba essere informato “in una fase precoce delle procedure decisionali in materiale ambientale” e ben prima che sul progetto si pronunci l’amministrazione pubblica.

Per tutto quanto sopra esposto si motiva con forza il rinnovo della richiesta di un provvedimento di moratoria sospensivo di tutte le procedure in atto relative a permessi di sfruttamento geotermico “flash” (in Toscana a cominciare dalle aree dell’Amiata), di impianti binari “pilota” e di ricerca geotermica, nonché un intervento di riduzione/annullamento degli incentivi relativi alla geotermia elettrica. In attesa di disporre di un quadro normativo maggiormente idoneo alla salvaguardia delle popolazioni e dell’ambiente, che consenta di:
6. ripensare l’economicità del piano di sviluppo geotermico;
7. valutare in modo più approfondito e sistematico le criticità e gli impatti delle varie tecnologie ed adeguare la normativa in modo conseguente;
8. mappare il territorio nazionale decidendo le zone di esclusione, dove gli impianti geotermici presentano rischi eccessivi o comunque problematiche legate alla distruzione delle già esistenti economie (Alfina umbro -laziale e Val d’Orcia toscana per fare due esempi, che stanno sollevando allarme nella pubblica opinione).

Pertanto nel consegnare alle Commissioni parlamentari i documenti autorevoli citati e le relazioni tecniche degli scienziati, che hanno partecipato al nostro convegno del marzo scorso, affinché ciascuno possa essere consapevole delle proprie decisioni e delle responsabilità politiche che ne derivano, auspichiamo che si giunga ad una sintesi unitaria dei contenuti delle Risoluzioni n.7-00486 Braga, n.7-00529 Pellegrino e n.7-00530 Segoni, sintesi finalizzata alla riscrittura di un nuovo Piano geotermico nazionale che possa concedere un’opportunità per il paese, anziché la sopravvivenza del Piano speculativo e inquinante di Berlusconi – Scajola.

Buon lavoro.

Rete Nazionale NO Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante.

Note e documenti allegati:
1- Le Relazioni del Convegno si possono vedere e ascoltare dal sito:

Roma, 5 marzo 2014. La mobilitazione contro la geotermia elettrica -video, foto-


2- M. Bravi et R. Basosi “Environmental impact of electricity from selected geothermal power plants in Italy”, in Journal of Cleaner Production, Volume 66, 1 March 2014, Pages 301-308) Si scarica da: http://www.sciencedirect.com/science?_ob=ShoppingCartURL&_method=add&_eid=1-s2.0-S0959652613007798&_ts=1419498545&md5=16aa0d440f16509f44027cc0c7a0abd3
3- L’eccesso di mortalità registrato nell’area amiatina, per i maschi e per tutte le cause di morte, è molto simile sia rispetto all’intera regione toscana (+13,7%, pag. 82 dello Studio CNR-ARS), sia rispetto all’area di riferimento locale (+13,1%), scelta sulla base di caratteri di omogeneità socio economica (pag.68 dello Studio).Lo studio CNR-ARS è scaricabile da: https://www.ars.toscana.it/it/geotermia-e-salute/dati-e-statistiche/1728-progetto-di-ricerca-epidemiologica-sulle-popolazioni-residenti-nellintero-bacino-geotermico-toscano-ottobre-2010.html
4- Vedi Allegato 6 dello studio ARS-CNR che si scarica dal file 16 nella suddetta pagina dal titolo: “Risultati statisticamente significativi delle analisi di correlazione geografica tra dati ambientali e dati sanitari. Analisi dei ricoverati e analisi della mortalità.”
5- Fabio Voller, Ars, “Le informazioni sugli stili di vita”, Ottobre 2012. Vedi: http://www.ars.toscana.it/files/eventi/eventi_2012/geotermia_e_salute/2012_10_25_presentazione_stili_vita_voller.pdf
6- International Commission on Hydrocarbon Exploration and Seismicity in the Emilia Region

Bagnore 4: e se il piezometro di Poggio Trauzzolo non fosse “impazzito”?

20141206_piezometro poggio trauzzolo HIPLe ipotesi del Prof.Borgia, alternative a quelle di semplice rottura del cavo del piezometro, aprono inquietanti scenari che, se veri, prefigurerebbero gravissime responsabilità per chi dovrebbe vigilare sui lavori di messa in esercizio della centrale Bagnore 4 e su chi dovrebbe tutelare la salute e il patrimonio idrico. Chissà che davanti al giudice ci vada qualcun altro e non i comitati.

“È ben evidente dai dati pubblicati sul sito della Regione Toscana l’andamento in risalita di tutti e tre i piezometri che dall’estate scorsa stavano monitorando la falda che alimenta le sorgenti del Fiora: il livello della falda al piezometro “David Lazzaretti” (a Poggio Trauzzolo) sale di quasi 1 metro in poco più di 2 mesi (luglio-agosto), mentre negli altri due piezometri (“La Valle” e “Madonna del Castagno” di Enel) sale di oltre 2 metri.
Questo gradiente di risalita è paragonabile a quello per il quale lo studio della Regione Mobidic indicò dipendere da un incremento della pressione nel campo geotermico.
Quindi, per analogia, si dovrebbe poter affermare anche in questo caso lo stesso”, osserva il prof Andrea Borgia nella attenta ricostruzione dell’andamento della falda acquifera del monte Amiata, attraverso la lettura comparata dei dati dei piezometri esistenti.

“Dal 9 settembre la falda a Poggio Trauzzolo non risale più. Due giorni dopo viene a mancare l’acqua in alcune case proprio sopra al campo geotermico, e -si dice- che la portata di alcune delle sorgenti del Monte Labro è diminuita significativamente. Inoltre, poco dopo, a fine settembre, la falda a Poggio Trauzzolo inizia a scendere repentinamente, mentre ai piezometri Enel la falda continua a salire di circa 50 cm fino al 22 ottobre, rimanendo poi costante.
A Poggio Trauzzolo la falda continua a scendere vorticosamente fino al 17 novembre -in tutto 70 cm in 40 giorni- proprio, guarda caso, contemporaneamente alla attivazione dei pozzi di alimentazione della nuova Centrale Geotermica Bagnore 4”.

Aggiunge poi, “Dato che il piezometro Poggio Trauzzolo si trova a monte di quelli di Enel, questo comportamento ha una sola spiegazione e cioè che la falda a monte dei piezomteri di Enel viene drenata verso il campo geotermico, inquinandosi irrimediabilmente. La quantità di acqua potabile persa durante questo abbassamento della falda è probabilmente dell’ordine di un miliardo di litri: se fosse venduta in bottigliette da un litro quanto ne ricaverebbero i comuni amiatini?”.

E, di seguito, “Dopo il 20 novembre il piezometro di Poggio Trauzzolo “impazzisce” mostrando repentini e momentanei abbassamenti di pochi metri della falda.
E se, invece di essere errate, queste improvvise variazioni del livello della falda misurassero repentine transienti riduzioni di pressione del campo geotermico che, durante la messa in esercizio, possono corrispondere ad abbassamenti di oltre 1000 m di acqua?
E se il cavo si fosse eventualmente lesionato proprio a causa di queste improvvise oscillazioni?
Questa ipotesi, data la connessione diretta tra il campo geotermico e l’acquifero potabile dell’Amiata, non può e non deve essere scartata.
In particolare perché le improvvise oscillazioni della pressione nel campo geotermico potrebbero far risalire i fluidi geotermici contaminando direttamente la falda acquifera.
Proprio perché esiste una connessione ormai scientificamente dimostrata tra il campo geotermico e l’acquifero potabile e tale connessione è stata scartata nelle Valutazioni di Impatto Ambientale (VIA) della nuova Centrale di Bagnore 4 e del Piano di Riassetto del Campo Geotermico di Piancastagnaio, le autorizzazione VIA dovrebbero dalla Regione essere sospese in autotutela.
Ma se ancora alcuni amministratori potessero dubitare di ciò, e insistessero nel non applicare il Principio di Precauzione imposto dalla legge, per avere l’ennesima conferma è sufficiente chiudere le centrali geotermiche e verificare se la falda torni a salire o meno.
In alternativa, Enel metta a disposizione di tutti i dati di prelievo di fluidi geotermici dai pozzi dai campi geotermici dell’Amiata”.

 

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GoNews dell’8 dicembre 2014
Bagnore 4, il comitato Sos Geotermia: “E se il piezometro di Poggio Trauzzolo non fosse impazzito?”
…segue ns. comunicato

Geotermia. Arpat e Regione Toscana sono inaffidabili: chi tutela la salute in Amiata?

188870_1628414025773_1099254717_31310151_4439055_nRidicolo il tentativo di minimizzare i dati e screditare chi si oppone. Se non sono in grado di controllare cosa fa l’Enel e cosa succede sul territorio si dimettano.

Si attendeva con preoccupazione l’avvio della potente centrale geotermoelettrica di Bagnore 4, che insieme a Bagnore 3, arriveranno a 60 MW: ci si aspettava la pioggia, è arrivato il diluvio.

La allarmante situazione a seguito delle recenti prove di avviamento che, ricordiamo, vengono effettuate senza filtri e a scarico diretto, con immissione in atmosfera di quantità enormi di sostanze inquinanti e climalteranti (acido solfidrico, mercurio, arsenico, radon, ammoniaca, CO2, etc) le cui ricadute sull’ambiente e sulla salute delle popolazioni dei comuni interessati (Arcidosso, Castel del Piano, Santa Fiora, ma non solo), destano sdegno e preoccupazione per i pericoli sulla salute dei cittadini.

All’appuntamento con l’avvio della nuova centrale sembra proprio che l’apparato tecnico della Regione, Arpat in primis, sia arrivata nel peggiore dei modi, programmando la manutenzione delle centraline per il controllo dell’aria proprio nei giorni in cui era invece necessario non solo che fosse funzionante tutta la rete di centraline, ma ci fosse una presenza continua di operatori in grado di tenere sotto controllo i valori delle emissioni, giorno e notte, e, in casi estremi, in grado di allertare tempestivamente la popolazione.

Non solo: dal 20 novembre, come ribadisce il prof.Borgia nell’allegato che segue, il piezometro “Davide Lazzaretti” di Poggio Trauzzolo sembra impazzito ed il 2 dicembre, dopo giorni di oscillazioni continue, presentava crollo di circa 6 metri e mezzo del livello della falda acquifera, in continua verticale discesa anche il giorno successivo.
Nel silenzio delle amministrazioni e dei tecnici addetti, è più che giustificato che ci sia forte preoccupazione per un possibile calo di quantità enormi di acqua della falda; solo dopo oltre 10 giorni da quando si sono rilevati i primi sbalzi del piezometro, a seguito degli allarmi tra i cittadini, solo il 3 dicembre sul sito SIR toscano che riporta i dati è apparso un avviso che dice che il rilevatore è “guasto” che sarebbe dovuto ad un cavo.
La Regione in un comunicato, sempre del 3 us, fa sapere che “…Il cavo sarà sostituito con uno nuovo, attualmente in fase di ordinazione…”. Dopo 13 giorni dal “guasto”, ora stanno pensando ad ordinare un cavo nuovo?
Viene da chiedersi: ma in mano a chi siamo?

Il comunicato (che riportiamo in fondo) si lascia poi andare a critiche verso chi da sempre è attento agli effetti che la geotermia causa in Amiata, che siano comitati, cittadini, scienziati o partiti, con una caduta di stile ai limiti dell’insulto, magnificando invece l’Enel che, loro sì, ci forniscono ogni giorno le misurazioni corrette che la regione approva senza pudore.

Suona peraltro come una beffa la chiusura del comunicato della Regione con cui si annuncia che al “tavolo tecnico… …si è stabilito anche che, visto il momento attuale particolare nell’area dell’Amiata, in cui si sta realizzando la centrale Bagnore 4, sarà prevista una maggiore attenzione…” e che si faranno, nel 2015, “…lo studio isotopicoidrogeologico per la valutazione dei rapporti tra l’acquifero delle vulcaniti del monte Amiata ed i serbatoi profondi sede di circuiti idrotermali e fluidi geotermici.” e “…sarà anche affidato lo studio sulla microsismicità indotta dall’attività geotermoelettrica…”. Veramente stiamo ancora aspettando il bilancio idrico che doveva essere preliminare alle autorizzazioni, figuriamoci una volta che le centrali saranno a regime.

Ma come si può pensare che la fase di prove sulle centrali e il successivo funzionamento possa continuare in queste condizioni?

Siamo chiari, non ci fidiamo né di quello stanno facendo né tantomeno di quello che ci raccontano, i responsabili tecnici, amministrativi e politici della Regione: o fermano subito l’avvio incontrollato delle centrali in attesa che tutto funzioni e che siano state fatte tutte le verifiche, a cominciare proprio dal bilancio idrico, oppure si dimettano.

Ci aspettiamo che gli amministratori locali almeno siano in grado di prendere provvedimenti, stante la loro peculiare responsabilità in tema di salute; se non ne sono capaci, che si dimettano anche loro.

Sos Geotermia – aderente alla Rete NO Geotermia Elettrica Speculativa ed Inquinante (NOGESI)
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Risposte del Prof.Andrea Borgia al comunicato della regione Toscana del 3/12:

“La puntuale risposta di Enel e della Regione alle ipotesi di abbassamento e oscillazione della falda durante la messa in esercizio della nuova centrale Bagnore 4 (oltre alla 3 già esistente) è benvenuta ma induce ulteriore preoccupazione”, afferma il vulcanologo Andrea Borgia, il quale per primo aveva messo in evidenza i dati dell’abbassamento della falda idropotabile dell’Amiata. “Infatti, la prima anomalia registrata dal piezometro di Poggio Trauzzolo non è il 25 novembre con meno 0,89  m come affermato, ma il 20 novembre con meno 2,32 m, seguita lo stesso giorno da un ulteriore abbassamento fuori scala. Come mai per ben 5 giorni con continue significative anomalie ogni giorno, sembra che nessuno si è accorto di niente? Come si può dire con certezza che lo strumento era rotto e la falda non si era abbassata minimamente se appunto il piezometro era rotto e se i controlli manuali sembrano essere avvenuti solo più di 10 giorni dopo? Come si può essere certi che proprio i repentini abbassamenti della falda non siano stati la causa dei problemi al cavo, un cavo che aveva funzionato regolarmente per oltre 3 anni? Ma il manutentore ha certificato con sicurezza che il problema fosse nel cavo?”. E, aggiunge: “Come mai si è aspettato più di una settimana prima di richiedere la manutenzione della sonda? E tutto questo proprio quando vi era più bisogno del suo corretto funzionamento? Ma approfondiamo meglio il tema degli abbassamenti anomali della falda. Tra il 18 ed il 20 novembre il piezometro n. 4 che, a detta di Enel funziona perfettamente e registra un continuo innalzamento della falda, mostra invece un repentino abbassamento di circa 20 cm, con gradienti di anche 2 cm all’ora! Anche gli altri due piezometri di Enel mostrano nello stesso periodo abbassamenti di oltre 10 cm! È solo dopo il 23 che la falda inizia a risalire. Ed è solo dopo 7 giorni, con oscillazioni alterne, che la falda recupera il livello del 18 per questi ultimi due piezometri, mentre per il n. 4 rimane ancora sotto di 8 cm. È facile per Enel e Regione essere creduti: basta che dicano quando, da dove e quanto vapore viene estratto! Viene anche affermato nel comunicato Enel che la portata delle sorgenti del Fiora è rimasta sempre la stessa dagli anni ’90 in poi e che non vi è connessione tra gli acquiferi freatico e geotermico. Errato. Dal 1990 in poi la portata della Galleria Nuova diminuisce progressivamente con minimi che scendono da circa 550 l/s a circa 500 l/s e massimi che sono di circa 60 l/s superiori. Poi improvvisamente, contemporaneamente a quando la regione programma e poi inizia la perforazione del piezometro di Poggio Trauzzolo, la portata della sorgente aumenta in un anno e mezzo di circa 200 l/s (circa 40% in più), come mai si era verificato prima, e questo mentre la perforazione del piezometro per buona parte del tempo si era (sempre per sfortunatissime “cause tecniche”) interrotta, cosicché non si sa quale sia stato all’epoca il livello effettivo della falda. Tale incremento di portata viene registrato dal piezometro 11bis di Santa Fiora con un corrispondente innalzamento della falda tanto repentino e grande da essere riportato nello studio Mobidic – studio finanziato dalla Regione e realizzato dall’Università di Firenze proprio con lo scopo di verificare la connessione tra l’acquifero superficiale ed il campo geotermico – come esempio per affermare come tale innalzamento del livello della falda non possa essere giustificato soltanto dalla ricarica (pioggia e neve), ma possa essere dovuto anche all’aumento della pressione del campo geotermico sottostante l’acquifero freatico; indicando così chiaramente la connessione idrogeologica tra i due acquiferi.
Ma può essere ritenuto ragionevole pensare che la Regione non certifichi i dati forniti dai piezometri dell’Enel? Quindi Enel fa il controllore di se stesso? E Borgia conclude: “Anche la stazione di misura delle emissioni di Bagnoli (ma anche le altre stazioni?) è stata tolta proprio quando sembra stesse registrando valori preoccupanti della qualità dell’aria a causa delle emissioni dalla nuova centrale! Qualora la Regione, ed Enel volessero tranquillizzare le persone, semplicemente chiudano le centrali e verifichino sotto gli occhi di tutti la qualità dell’aria ed il livello della falda. Altrimenti potrebbero, già da ora, considerare di sospendere in autotutela i decreti di VIA delle concessioni amiatine”.
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Il Comunicato della Regione Toscana del 3 dicembre:

Amiata, un guasto la causa dei dati altalenanti del piezometro

FIRENZE – I dati altalenanti forniti dal piezometro David Lazzaretti di Poggio Trauzzolo sono stati causati da un guasto all’apparecchio: c’era un problema sul cavo di collegamento tra la sonda ed il datalogger della stazione. Il cavo sarà sostituito con uno nuovo, attualmente in fase di ordinazione.
Il Servizio Idrologico regionale che gestisce il piezometro aveva fatto richiesta dell’ intervento straordinario già alla fine della settimana scorsa perché aveva subito notato il comportamento anomalo nella registrazione dei dati in particolare nella giornata del 25 novembre, quando la sonda aveva segnato una discesa del livello di falda di 89 cm. E questo in netta controtendenza con l’andamento dei dati rilevati dai piezometri Enel, La Valle e Madonna del Castagno, che non avevano evidenziato particolari andamenti irregolari. L’intevento di manutenzione, programmato per mercoledì 3 o giovedì 4, vista la delicatezza della materia, è stato anticipato ad oggi.
Lo ha comunicato il Servizio Idrologico regionale durante l’incontro del Tavolo tecnico di monitaroggio dei dati ambientali relativi all’attività geotermoelettrica sull’Amiata che si è tenuto oggi.
Per quanto riguarda il livello di falda, dalla verifica manuale effettuata dalla ditta di manutenzione dell’apparecchio, è risultato che gli abbassamenti anomali ed altalenanti registrati negli ultimi giorni sono da considerarsi errati, probabilmente dovuti a falsi contatti causati proprio dal deterioramento progressivo del cavo.
La risposta dei tecnici conferma quanto si pensava negli uffici regionali e cioé che anomalie così evidenti al punto da segnare un abbassamento di falda di addirittura 89 centimetri, un’enormità soprattutto su una falda importante come quella del Fiora, non potevano trovare giustificazioni diverse dal guasto meccanico. E per capire che era un guasto bastava guardare i dati nel dettaglio, che restituivano oscillazioni schizofreniche da un quarto d’ora all’altro.
Desta stupore che un esperto “di fama internazionale” come chi ha lanciato l’allarme con un’uscita incauta, sia potuto cadere in un simile equivoco. Per il futuro, sarà bene confrontarsi con chi è più informato prima di allarmare inutilmente i cittadini.
Al tavolo tecnico odierno si è stabilito anche che, visto il momento attuale particolare nell’area dell’Amiata, in cui si sta realizzando la centrale Bagnore 4, sarà prevista una maggiore attenzione rispetto ad i dati emergenti da tutti i monitoraggi attivati: Arpat e Servizio Idrologico dovranno prevedere ulteriori momenti di rilevazioni e controlli.
Riguardo agli studi da realizzare, sarà avviato ai primi mesi del 2015 lo studio isotopicoidrogeologico per la valutazione dei rapporti tra l’acquifero delle vulcaniti del monte Amiata ed i serbatoi profondi sede di circuiti idrotermali e fluidi geotermici.
Nel 2015, come approvato ieri in giunta, sarà anche affidato lo studio sulla microsismicità indotta dall’attività geotermoelettrica nell’area amiatina.
Chiara Bini

 

 

 

 

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Il Tirreno del 7 dicembre 2014
«Il sindaco non risponde? Portiamo i dati in Procura»
Arcidosso, ieri il Comune ha detto di volerlo querelare per procurato allarme
Oggi Barocci (Sos Geotermia) replica: «Limiti non stabiliti a difesa della salute»
di Fiora Bonelli

ARCIDOSSO.  La centrale di Bagnore 4 di Enel Green power a Santa Fiora è praticamente in funzione, ma i comitati antigeotermia proseguono la loro battaglia contro lo sfruttamento del vapore. E gli animi si scaldano. Così, dopo che due giorni fa il Comune di Arcidosso e gli albergatori della zona hanno annunciato di voler adire a vie legali per procurato allarme e danno di immagine contro i comitati, Roberto Barocci, del Forum Ambientalista Grosseto, aderente a Sos Geotermia, annuncia al sindaco di Arcidosso Jacopo Marini che si rivolgerà alla Procura. Il motivo del contendere è sempre lo stesso: la mortalità in eccesso del 13% in Amiata che chi è contrario alla geotermia si picca di dimostrare sia conseguenza dello sfruttamento del vapore. Barocci, che da anni segue da vicino la questione geotermica sull’Amiata – territorio naturalmente ricco di metalli pesanti che, nel processo di conversione in energia elettrica del vapore, senza opportune precauzioni possono essere molto inquinanti – adesso non contesta che le emissioni siano fuori dai limiti, che vengono ampiamente rispettati. Contesta invece che quei limiti – fissati dalla legge e rispettati da Enel Green power – sono stati stabiliti dal legislatore non in funzione della difesa della salute. E quindi non difenderebbero dai rischi di inquinamento. «Ieri ad Arcidosso – scrive Barocci in una nota – il sindaco alla richiesta di dire quali fossero le cause degli eccessi di mortalità, ci ha risposto che dovevamo rivolgerci alla Procura della Repubblica e che, secondo lui, non avremmo i titoli di studio adeguati per parlarne. Al sindaco diciamo che riferiremo alla Procura, perché sappiamo leggere». In particolare, Barocci si riferisce all’ormai famoso allegato 6 allo Studio dell’Agenzia regionale sanità Toscana (Ars) che «abbiamo letto», dice, e che, prosegue, «ha suddiviso i comuni geotermici toscani in tre gruppi in funzione delle concentrazioni crescenti di inquinanti. Tali inquinanti sono emessi anche dalle centrali geotermiche. Mettendo in relazione i dati delle varie cause di morte nei gruppi di popolazione esposta in modo omogeneo agli inquinanti, si individua che gli eccessi di rischio per malattie mortali sono statisticamente significativi per nove correlazioni nelle femmine e ventuno nei maschi». Dunque, afferma Barocci, «è statisticamente certa la relazione tra incrementi di morti e concentrazioni crescenti nell’ambiente amiatino di arsenico, mercurio, acido solfidrico, acido borico… cioè degli stessi inquinanti prodotti in maniera consistente anche dalle centrali geotermiche, anche se ciascuna delle emissioni delle centrali è nei limiti stabiliti dalle norme. Ma quelle stesse norme affermano anche, in modo offensivo verso la nostra Costituzione, che tali limiti non sono stati stabiliti in funzione della difesa della salute. Pertanto, si può concludere che gli eccessi di mortalità registrati sono sicuramente correlabili a condizioni ambientali e che le emissioni delle centrali geotermiche concorrono a produrli, anche se al momento non ci sono dati per stabilire l’entità di questo concorso».

Intanto prosegue l’accensione di Bagnore 4

Intanto Enel Green Power comunica il programma delle attività fino al 19 dicembre per l’avviamento della centrale di Bagnore 4. Dopo la messa in servizio del nuovo impianto il 5 dicembre, vi saranno prove e test di collaudo dal 15 al 19 dicembre con possibili emissioni di vapore limitate nel tempo (poche ore) e nella quantità. Nella stessa settimana avverrà pure l’attività di caratterizzazione del pozzo Bagnore 25, che comporta l’erogazione in atmosfera, limitatamente al tempo necessario (poche ore) sia del silenziatore di postazione che delle centrali Bagnore 3 e Bagnore 4. E infine, dal 5 dicembre sono in funzione i tre Amis. «Le migliorie apportate, dice Enel Green power, consentiranno di garantire la disponibilità dei tre impianti Amis fino a valori di oltre il 95%, benché le emissioni rientrino già entro i parametri di legge». (f.b.)

La Nazione del 7 dicembre 2014
I PROBLEMI DELL’AMBIENTE

ARCIDOSSO. IL 30% IN PIÙ DI MORTALITÀ TRA I MASCHI DOVUTI A MALATTIE TUMORALI
EMISSIONI. ARSENICO E MERCURIO SONO GLI INQUINANTI FINITI NEL «MIRINO»
«Mortalità in aumento sull’Amiata Amiata. Perché?
Barocci (Forum Ambientalista) sulla geotermia: «+13%: lo dice l’Ars»

SEMPRE PIÙ roventi le polemiche per la geotermia. Dopo l’avvio avvio della centrale di Bagnore 4 la popolazione amiatina si è allarmata. «La Regione, Arpat e i sindaci hanno prodotto comunicati stampa per tranquillizzare e riferire che tutto è sotto controllo – inizia Roberto Barocci del Forum Ambientalista che ha aderito al comitato Sos Geotermia – , che non ci sono rischi sanitari e che in Amiata non ci sono problemi. Ma i risultati del loro vigilare sull’ambiente ambiente e sulla salute dei cittadini non sembrano dare loro ragione. Infatti, se si dovesse valutare l’efficienza efficienza e l’efficacia efficacia del loro operato, visto che non hanno saputo dare nessuna spiegazione documentata e non hanno individuato una sola causa certa dell’eccesso eccesso di mortalità del +13% registrato dall’Agenzia Agenzia Regionale di Sanità (Ars) e pubblicato nel 2010 come statisticamente significativo nei maschi dei comuni sede di impianti geotermici, i dirigenti dovrebbero andare a fare un altro lavoro». La polemica fa riferimento all’incontro incontro avvenuto in comune ad Arcidosso tra chi è preoccupato il sindaco: «Alla nostra domanda su come mai ad Arcidosso il tasso le cause degli eccessi di mortalità è aumentato del 30% – prosegue Barocci – ci è stato risposto che dovevamo rivolgerci alla Procura della Repubblica e che, secondo lui, non avremmo i titoli di studio adeguati per parlarne. Al sindaco diciamo che riferiremo alla Procura, perchè sappiamo leggere. In particolare abbiamo letto l’Allegato Allegato 6 allo Studio Ars, che ha suddiviso tutti i comuni geotermici toscani in tre gruppi in funzione delle concentrazioni crescenti di inquinanti. Tali inquinanti sono emessi anche dalle centrali geotermiche. Mettendo in relazione i dati delle varie cause di morte nei gruppi di popolazione esposta in modo omogeneo agli inquinanti, si individua che gli eccessi di rischio per malattie mortali sono statisticamente significativi per 9 correlazioni nelle femmine e 21 nei maschi». Le concentrazioni nell’ambiente ambiente amiatino di arsenico, mercurio, acido solfidrico, acido borico «cioè de- gli stessi inquinanti prodotti in maniera consistente anche dalle centrali geotermiche» per Barocci sarebbero. «Le emissioni delle centrali sono nei limiti stabiliti dalle norme – conclude – . Ma quelle stesse norme affermano anche, in modo offensivo verso la nostra Costituzione, che tali limiti non sono stati stabiliti in funzione della difesa della salute. Pertanto, si può concludere che gli eccessi di mortalità registrati sono sicuramente correlabili a condizioni ambientali e che le emissioni delle centrali geotermiche concorrono a produrre tali eccessi, anche se per il momento non ci sono dati per stabilire l’entità entità di questo concorso».

Il Tirreno del 6 dicembre 2014
intorno a bagnore 3
Emissioni e cattivi odori. Battaglia per i controlli
GROSSETO E mentre sull’Amiata si scaldano i toni tra ambientalisti, amministratori locali e imprenditori, altrettanto dura è la battaglia a suon di dati tra comitati, Enel e Arpat sulle operazioni nel distretto geotermico. La costruzione della potente centrale Bagnore 4, con il suo lungo iter d’avviamento, e i concomitanti lavori di potenziamento dell’impianto di abbattimento di mercurio e idrogeno solforato (Amis) a Bagnore 3 – entrato in funzione ieri – hanno provocato odori nauseabondi che hanno messo in apprensione la gente. Per 10 giorni, infatti, l’Amis di Bagnore 3 non ha funzionato e, anche se una parte dei gas è stata smistata su Bagnore 4, un’altra è finita in atmosfera, causando il cattivo odore. Enel Green power tranquillizza, dicendo che i valori sono sempre stati sotto i limiti di legge; l’unica soglia superata è della percezione olfattiva. I comitati però non ci vedono chiaro e parlano di «quantità enormi di sostanze inquinanti e climalteranti» finite in atmosfera. «All’appuntamento con l’avvio della nuova centrale – spiega Sos geotermia – sembra che l’apparato tecnico della Regione, Arpat in primis, sia arrivato nel peggiore dei modi, programmando la manutenzione delle centraline per il controllo dell’aria proprio nei giorni in cui era invece necessario fosse funzionante tutta la rete di centraline e ci fosse una presenza continua di operatori per tenere sotto controllo i valori delle emissioni e, in casi estremi, allertare la popolazione». In questo contesto ci si è messo pure un piezometro, a cui si è rotto un cavo e che perciò ha registrato sbalzi nei valori. «Solo dopo oltre 10 giorni sul sito Sir toscano è apparso un avviso che dice che il rilevatore è “guasto”. Dopo 13 giorni dal “guasto” stanno pensando a ordinare un cavo nuovo? Viene da chiedersi: ma in mano a chi siamo?», si chiede Sos Geotermia.

«Ambientalisti allarmisti: quereliamo»
Arcidosso: Comune e ristorante Aiole contro i comitati antigeotermici: «Danneggiano l’immagine dell’Amiata: basta»
di Fiora Bonelli
ARCIDOSSO Procurato allarme e danno d’immagine irreparabile. A questo saranno chiamati a rispondere i comitati antigeotermici «e chi continua a fare terrorismo antigeotermico» sull’Amiata. Il Comune di Arcidosso e un gruppo di ristoratori e albergatori amiatini che mette il suo lavoro a servizio di un mercato che gradisce la genuinità e l’alta qualità dei prodotti locali, stanno infatti preparando un’azione legale contro i comitati ambientalisti che da anni si battono per una geotermia senza rischi per l’ambiente e la salute. Le istituzioni e il mondo dell’economia della ristorazione, dell’ospitalità e del commercio di tipicità ieri hanno indetto una conferenza stampa a Arcidosso per annunciare querela: non ne possono più di informazioni a loro giudizio allarmistiche e prive di fondamento dei comitati. A nome di un gruppo di albergatori parla Ugo Quattrini, il famoso “Pampini” del notissimo ristorante Aiole: «Ci vuole buon senso ela cura del buon padre di famiglia. Ho un’attività da 50 anni e ci metto il cuore. Che persone che non sono scienziati ma si improvvisano ingegneri, biologi, fisici, geologi, si permettano di demolire quell’immagine che con tanta fatica abbiamo costruito della montagna, la giudico una comunicazione irresponsabile. Non si rendono conto del danno che creano e che non fanno il mestiere che devono fare. Ben vengano per controllare, ma non si sopporta che si propongano come esperti di acqua, aria, terremoti, mercurio. Abbiamo dati resi ufficiali da Arpat e Università. Io sono vicinissimo alle centrali, 200-300 metri. Il turismo è un’attività trainante e loro ce la smantellano. Pensiamo piuttosto alle strade, ai servizi, a tutto ciò che può favorire il turismo. Adiremo a vie legali, per gravissimo danno di immagine». Anche il sindaco Jacopo Marini sbotta: «Siamo al ridicolo. Si arriva a dire che le castagne, le olive, i funghi non ci sono per colpa della geotermia. Si racconta la balla delle piogge geotermiche, si parla di piezometro impazzito. Qui la gente deve stare tranquilla e non vivere nella paura. Si provocano allarmi ingiustificati, perché tutti i valori sono ben sotto i limiti. Abbiamo 6 centraline, il numero più alto della Toscana e forse d’Italia. L’acido solfidrico tocca i 7 microgrammi, come Saturnia, quando il valore massimo è 150. Il piezometro di Poggio Trauzzolo (che nei giorni scorsi ha registrato dati schizofrenici che hanno messo in allarme i comitati, ndc) era guasto, aveva rotto un cavo ed è già stato aggiustato». Il cruccio del sindaco è vedere vanificati gli sforzi per attrarre visitatori. «Ci si fa in quattro – spiega Marini – per portare gente in Amiata e poi un danno di immagine del genere ci azzera. Ma questa volta adiremo a vie legali». Per Marco Pastorelli, assessore all’urbanistica, «si rasenta la diffamazione. L’amministrazione è stata sempre tollerante. I pericoli adesso sono inesistenti. Questo è un procurato allarme sociale. Per cui, per tutelare la propria immagine, si valuteranno opportune vie legali. I ristoratori e gli albergatori potrebbero costituirsi parte civile e chiedere il risarcimento dei danni». Intanto il Comune fa sapere che Enel è alle porte di un investimento di 2,5 milioni di euro per dare calore alle attività recettive delle Aiole e all’insediamento produttivo che sorgerà in quel sito. In più la stessa Enel “regalerà” la piscina con l’acqua calda fiore all’occhiello della zona al confine fra Arcidosso e Santa Fiora. Anche il centro buddista Merigar spezza una lancia a favore della geotermia: il maestro Namkai Norbu andrà a risiedere nell’edificio proprio accanto al pozzo di Bagnore 25. «Come a dire che non vi è il minimo pericolo», commenta Marini. Spero, dunque, che la popolazione intelligentemente non presti orecchio alle bufale quotidiane dei comitati».

«Si va in tribunale? Bene, porteremo i dati»
Barocci (Sos Geotermia): «Abbiamo documenti inconfutabili». Ieri picchetto in piazza e toni accesi
ARCIDOSSO «Vogliono querelarci? Ma ben venga un giudizio in tribunale. Così avremo la possibilità di far leggere le carte che abbiamo a persone competenti all’interno di un’aula di tribunale». Davanti all’annuncio di querela per procurato allarme, risponde così Roberto Barocci, portavoce del Comitato Sos geotermia, che da anni mette in guardia dai rischi dello sfruttamento geotermico dell’Amiata. «Siamo estremamente tranquilli – spiega Barocci – perché abbiamo documenti inconfutabili che possono essere confutati solo da persone disoneste. Noi denunciamo i rischi gravissimi per la salute che ci sono in Amiata: da una parte ci sono parlamentari e perfino la responsabile ambiente della segreteria del premier Renzi che ci danno ascolto. Dall’altra c’è la Regione Toscana che continua a non dare risposte. Quindi ripeto: magari poter presentare i dati in nostro possesso a un tribunale». Nelle stesse ore in cui si svolgeva la conferenza stampa, sempre ad Arcidosso Barocci era impegnato in una manifestazione organizzata dai comitati antigeotermici e dal Movimento 5 stelle davanti al comune di Arcidosso. I manifestanti, una ventina in tutto, munite di mascherine e striscioni, hanno distribuito un volantino per ribadire che, secondo loro, «Arpat e Regione sono inaffidabili» e chiedere le dimissioni dei responsabili dei controlli e la chiusura delle centrali di Bagnore 3 e 4. Chiedevano, poi, al sindaco Jacopo Marini di esercitare a pieno il suo ruolo di responsabile della salute pubblica». Una delegazione è stata poi ricevuta dal sindaco e i toni si sono alzati e sono volati attacchi verbali alla volta del sindaco, davanti alle forze dell’ordine e a diversi cittadini, che si sono allontanati rapidamente dalla piazza davanti al municipio, meravigliati dai toni eccessivamente accesi e dalla piega che stava prendendo il sit in. (f.f. e f.b.)

La Nazione del 6 dicembre 2014
ARCIDOSSO I COMITATI POLEMICI

Geotermia, è caos. Cittadini in piazza
COMUNE e comitati antigeotermia, due voci che si inseguono senza mai incontrarsi. Il sindaco di Arcidosso, Jacopo Marini, che attacca i comitati e afferma che «non c’è cosa più negativa che promuovere il terrore su basi infondate»; dall’altra parte i cittadini dei comitati che protestano con mascherine e striscioni contro Enel e le attività geotermiche delle centrali Bagnore 3 e Bagnore 4. È questo il fermo immagine della giornata di ieri ad Arcidosso. Ieri in strada dunque, i manifestanti distribuivano volantini e amplificavano con le loro voci la contrarietà agli impianti. Nelle stesse ore Jacopo Marini insieme a Marco Pastorelli, assessore all’urbanistica e Ugo Quattrini, albergatore amiatino, hanno ribadito il loro punto di vista contestando le affermazioni dei comitati. «Stanno facendo dell’allarmismo infondato dice Marini . Da noi la densità densità delle centraline di controllo è nettamente superiore rispetto a tutte le altre zone della Toscana. Abbiamo sei centrali che controllano la qualità dell’aria e i valori sono tutti condivisibili sul sito web di Arpat che è continuamente aggiornato. L’altra questione importante che mi preme spiegare è la qualità dell’acqua. I dati altalenanti forniti dal piezometro di Poggio Trauzzolo sono stati causati da un guasto all’apparecchio, c’è un problema sul cavo di collegamento tra la sonda e il datalogger della stazione. L’aria, sempre stando ai numeri, è pulita, posso comunque capire il disagio dell’odore sgradevole». Ugo Quattrini, che da oltre 50 anni ha una struttura ricettiva in località Aiuole, chiede una moratoria di tutte quelle che sono le voci infondate e che parlano di allarmismo: «Io non sono contro i comitati, ma non devono avere la presunzione di sostituirsi agli organi scientifici di controllo, perché non hanno le qualifiche per farlo. I comitati ambientali servono ad altro. Con le loro interpretazioni stanno contribuendo a demolire il territorio e allontanando dai nostri luoghi i turisti».Per Pastorelli, invece, «la libertà di parola e di informazione è sacrosanta, importante però è assumersi le proprie responsabilità: il Comune deve, fra le altre cose, tutelare la propria immagine, e quando questa viene offesa si può valutare di intraprendere anche iniziative legali».

SANTA FIORA LA CENTRALE HA DI NUOVO IL SISTEMA DI ABBATTIMENTO
Torna in funzione l’impianto Amis a Bagnore 3Enel: «Tecnologie all’avanguardia nel mondo»
TORNA in funzione l’impianto Amis della centrale Bagnore3. Contro i 15 giorni, inizialmente annunciati da Enel per stabilire a regime l’impianto Amis, ieri è arrivata la notizia di Enel Green Power che sono stati ultimati i lavori tecnici: già a partire da ieri è entrata in funzione una soluzione tecnica che consente di trattare regolarmente nei sistemi di abbattimento l’idrogeno solforato. Enel Green Power ricorda che «i lavori rientrano in un programma già concordato con gli Enti di controllo, sono in attuazione delle prescrizioni autorizzative della nuova centrale di Bagnore4 e sono finalizzati a migliorare le prestazioni ambientali degli impianti. Infatti, le migliorie apportate consentiranno di garantire la disponibilità dei tre impianti Amis fino a valori di oltre il 95%, benché le emissioni rientrino a prescindere entro i parametri previsti dalla normativa. Le tecnologie adottate sugli impianti di Bagnore permettono di ottenere i migliori standard ambientali a livello internazionale, con prestazioni ambientali superiori a qualsiasi altro impianto geotermico nel mondo dello stesso tipo, collocando in questo modo le centrali di Bagnore nella best practice mondiale».

AMBIENTE L’AGENZIA ILLUSTRA I PARAMETRI
Arpat: «I valori delle emissioninove volte inferiori ai limiti»
«LE MALEODORANZE prolungate sono state causate dal fermo dell’Amis di Bagnore 3, fermo per manutenzione, ma che ha prodotto emissioni nove volte inferiori ai limiti Oms». E’ quanto comunica l’Arpat in seguito anche «alla presa di posizione della minoranza consiliare di Arcidosso». «Anche nel caso di impianti funzionanti senza l’Amis – dice ancora l’Arpat – quindi con emissioni, significativamente superiori, non è però prevedibile che l’effetto sulla qualità dell’aria porti, per i vari inquinanti emessi dalle centrali, a concentrazioni anche solo vicine ai limiti sanitari (in sostanza quelli indicati dalla Oms). E’ invece possibile che si incrementi il numero di ore in cui viene superata la soglia di odorabilità per H2s. Il bollettino relativo alla qualità dell’aria emesso il giorno 1 dicembre da parte di Arpat ne è una conferma. Nei giorni in cui è, fra l’altro, fermo l’impianto Amis di Bagnore 3, ora riattivato, si hanno valori più elevati, con il superamento per diverse ore del giorno della soglia di odorabilità (e quindi sono comprensibili le lamentele dei cittadini disturbati da queste maleodoranze), ma con un valore massimo della media giornaliera nove volte inferiore al valore di riferimento dell’Oms per la tutela della salute. Ripetiamo comunque che lo stato della qualità dell’aria viene monitorato tramite la rete delle stazioni Enel e tramite i mezzi mobili Arpat. Il mezzo mobile Geo2 rileva anche la concentrazione di

Contropiano.org del 5 dicembre 2014
Geotermia. Arpat e Regione Toscana sono inaffidabili: chi tutela la salute in Amiata?
…segue ns. comunicato.

GoNews del 5 dicembre 2014
Sos Geotermia: “Chi tutela la salute in Amiata”. Domande per la Regione e Arpat
…segue ns. comunicato.

Il Tirreno del 5 dicembre 2014
Piezometro impazzito. Colpa di un cavo rotto
SANTA FIORA «I dati altalenanti forniti dal piezometro David Lazzaretti di Poggio Trauzzolo sono stati causati da un guasto all’apparecchio: c’era un problema sul cavo di collegamento tra la sonda e il datalogger della stazione. Il cavo sarà sostituito con uno nuovo, attualmente in fase di ordinazione». Dopo la nota di Enel Green power, anche la Regione interviene per spiegare cos’è successo al piezometro che controlla la falda dell’Amiata, che nei giorni scorsi è “impazzito” riportando valori altalenanti che hanno messo in apprensione i comitati ambientalisti preoccupati che lo sfruttamento geotermico metta a rischio la falda. «Il Servizio idrologico regionale che gestisce il piezometro – spiega la Regione – aveva fatto richiesta dell’intervento straordinario già alla fine della settimana scorsa perché aveva subito notato il comportamento anomalo nella registrazione dei dati in particolare il 25 novembre, quando la sonda aveva segnato una discesa del livello di falda di 89 centimetri. E questo in netta controtendenza con l’andamento dei dati rilevati dai piezometri Enel, La Valle e Madonna del Castagno, che non avevano evidenziato particolari andamenti irregolari». L’intervento si è tenuto mercoledì. Per quanto riguarda il livello di falda, dalla verifica manuale effettuata dalla ditta di manutenzione «è risultato – spiega la Regione – che gli abbassamenti anomali e altalenanti registrati negli ultimi giorni sono da considerarsi errati, probabilmente dovuti a falsi contatti causati proprio dal deterioramento progressivo del cavo. La risposta dei tecnici conferma quanto si pensava negli uffici regionali e cioè che anomalie così evidenti al punto da segnare un abbassamento di falda di addirittura 89 centimetri, un’enormità soprattutto su una falda importante come quella del Fiora, non potevano trovare giustificazioni diverse dal guasto meccanico». Sempre martedì si è tenuto il tavolo tecnico che ha stabilito anche che, visto l’avvio della centrale Bagnore 4, sarà prevista più attenzione rispetto ai dati emergenti da tutti i monitoraggi attivati: Arpat e Servizio Idrologico dovranno prevedere ulteriori momenti di rilevazioni e controlli.Sarà avviato ai primi mesi del 2015 lo studio isotopico idrogeologico per la valutazione dei rapporti tra l’acquifero delle vulcaniti dell’Amiata e i serbatoi profondi sede di circuiti idrotermali e fluidi geotermici. Nel 2015, come approvato in giunta, sarà anche affidato lo studio sulla microsismicità indotta dall’attività geotermoelettrica nell’area amiatina.

Il silenzio dei colpevoli: Rossi e Bramerini a domanda “NON” rispondono

rossi bagnore vaporeLA RISPOSTA ALLA REGIONE TOSCANA DELLA RETE NAZIONALE NOGESI – “No Geotermia Elettrica, Speculativa ed Inquinante”

I comitati amiatini e maremmani che si battono contro la Geotermia Speculativa ed Inquinante hanno tenuto una conferenza stampa gioverdì 20 novembre, di cui è stata data ampia cronaca dalla stampa locale.

Le domande poste erano chiare e precise:

  1. bilancio idrico comprensivo dei consumi delle centrali geotermiche;
  2. identificazione e vincoli sulle aree di ricarica delle falde acquifere;
  3. mappatura delle zone sismiche e relativi vincoli alle variazioni di pressioni indotte in profondità.

Queste tre domande facevano riferimento a leggi dello Stato e della Regione che sulla nostra montagna non sono MAI state poste in essere (nonostante alcune di esse stiano per raggiungere la venerabile età del quarto di secolo), e che sono – a nostro avviso – DETERMINANTI e propedeutiche all’eventuale permesso, regionale o nazionale, per la costruzione di un qualsiasi tipo di impianto industriale. A maggior ragione se l’impianto in questione ha a che fare con il sottosuolo e le risorse – tra tutte una: l’acqua – ivi custodite.

Bene (…anzi, male): a queste domande precise NON c’è stata alcuna risposta.

Evidentemente il Presidente Rossi e l’assessora Bramerini NON possono rispondere, perché se lo facessero sarebbero costretti a dire la verità: che la Regione non ha MAI posto in essere quanto è obbligo di legge e quindi NON possono essere certi che quando danno il permesso di costruire impianti industriali – e geotermici in primis – non si vada ad impattare pesantemente con le risorse idriche, con le criticità sismiche e, quindi, con la tutela della salute, dell’economia locale e del paesaggio delle nostre terre.

Visto quanto sopra, l’unica risposta diventa automaticamente una NON-risposta: quando, nel suo articolo/velina/comunicato del 21 novembre, la Regione – e quindi Rossi e Bramerini – dicono che lo sviluppo dell’Amiata è

uno sviluppo fondato sulla valorizzazione e il rispetto del territorio e di tutte le sue risorse, dove la geotermia sia elemento in piena coerenza con tutte le vocazioni presenti, da quella agricola a quella turistica. È questo il modello al quale la Regione pensa e al quale sta lavorando con un confronto sempre aperto con istituzioni e società civile

MENTONO sapendo di mentire.

NON si può rispettare il territorio quando non lo si conosce; non si può valorizzare il territorio, quando si concedono 38 permessi di ricerca (in Toscana) per arrivare a costruire 19-20 nuove centrali geotermiche in Provincia di Grosseto, oltre a quelle già esistenti. Non si può parlare di confronto con le popolazioni locali, se di questi permessi, di questi progetti e degli accordi con le aziende (in gran parte straniere) che vorrebbero sfruttare la risorsa geotermica noi cittadini veniamo a sapere dai giornali.

Quando Rossi e la Bramerini dicono che

la Regione ricorda l’emendamento al Piano energetico che la giunta ha presentato alle commissioni consiliari in vista dell’approvazione, che fissa lo stop all’alta entalpia in Amiata e detta le condizioni per lo sviluppo della media entalpia

MENTONO sapendo di mentire. Perché gli emendamenti di cui parlano fanno esattamente il contrario di quanto loro affermano ai giornali, visto che in una nota resa pubblica il 31 ottobre 20142 la Regione dice:

L’emendamento al Paer prevede una presenza delle centrali geotermolettriche volta a evitare il cosiddetto effetto cumulo degli impianti. Deve inoltre essere assicurata la collocazione delle centrali nelle aree di destinazione produttiva purché compatibile con i risultati delle ricerche.

E le aree di destinazione produttiva altro non sono che il Monte Amiata e le zone limitrofe, ad iniziare dalla Val d’Orcia.

Queste NON-risposte confermano quanto già sapevamo noi cittadini: che la Regione NON ha nessuna intenzione di mettere in discussione il suo piano geotermico, completamente indifferenti a quanto hanno chiesto a gran voce cittadini, aziende, associazioni di categorie e alcune amministrazioni locali.

Sappia, la Regione che la nostra pazienza ha raggiunto il limite: il futuro delle nostre vite, delle vite dei nostri figli, della nostra terra deve tornare nelle nostre mani, e lo sarà. Daremo battaglia in tutte le sedi, e sul territorio in primis, perché lo scempio che quelli che dovrebbero essere i nostri rappresentanti – e che, invece, rappresentano solo il danaro e i poteri forti – stanno portando avanti sia fermato. E lo sarà.

Rete Nazionale NOGESI “No Geotermia Elettrica, Speculativa ed Inquinante”

a cui aderiscono:

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La Nazione del 26 novembre 2014
«Vogliamo risposte da Firenze»
I comitati contro la geotermia si rivolgono a Rossi e a Bramerini
 AMIATA GLI AMBIENTALISTI CHIEDONO RISPETTO E TUTELA DEL TERRITORIO
di NICOLA CIUFFOLETTI
IL BOTTA e risposta tra comitati che si battono contro la geotermia in Amiata e la Regione Toscana non si ferma. Agorà Cittadinanza Attiva, Comitato per la Salvaguardia della Valle dell’Orcia Inferiore e il coordinamento di Sos Geotermia continuano a chiedere al governatore Rossi e all’assessore all’ambiente Annarita Bramerini il bilancio idrico comprensivo di consumi delle centrali geotermiche, l’identificazione e i vincoli sulle aree di ricarica delle falde acquifere e la mappatura delle zone sismiche e relativi vincoli alle variazioni di pressioni indotte in profondità. Tre quesiti importanti posti già in passato ai quali ancora i comitati attendono risposte. «Queste tre domande facevano riferimento a leggi dello Stato e della Regione che sulla nostra montagna non erano mai state poste in essere e che sono affermano i comitati determinanti e propedeutiche all’eventuale permesso, regionale o nazionale, per la costruzione di un qualsiasi tipo di impianto che ha a che fare con il sottosuolo e le risorse».Poi le accuse: «A queste domande precise non c’è stata alcuna risposta, evidentemente continuano il presidente Rossi e l’assessore Bramerini non possono rispondere, perché, pensiamo, se lo facessero sarebbero costretti a dire la verità». Poi i comitati continuano sulla loro linea, che è di rottura, con le affermazioni delle istituzioni: «La Regione non ha mai posto in essere quanto è obbligo di legge e quindi non possono essere certi che quando danno il permesso di costruire impianti geotermici non si vada ad impattare pesantemente con le risorse idriche, con le criticità sismiche e, quindi, con la tutela della salute, dell’economia locale e del paesaggio delle nostre terre». Per i comitati le prese di posizione, che anche nei giorni passati la Regione ha interpretato su queste questioni sono delle non risposte: «Rossi e Bramerini spiegano dicono che lo sviluppo dell’Amiata è uno sviluppo fondato sulla valorizzazione e il rispetto del territorio e di tutte le sue risorse. Mentono sapendo di mentire, perché non si può rispettare il territorio quando non lo si conosce; non si può valorizzare il territorio, quando si concedono 38 permessi di ricerca, in Toscana, per arrivare a costruire nella provincia di Grosseto 19-20 nuove centrali geotermiche, oltre a quelle già esistenti. Non si può parlare ribattono i comitati di confronto con le popolazioni locali, se di questi permessi, di questi progetti e degli accordi con le aziende che vorrebbero sfruttare la risorsa geotermica noi cittadini veniamo a sapere dai giornali. La nostra pazienza ha raggiunto il limite. Il futuro delle nostre vite, delle vite dei nostri figli, della nostra terra concludono deve tornare nelle nostre mani».

Il Tirreno del 26 novembre 2014
Geotermia, i comitati a Rossi e Bramerini
«Leggi mai attuate»
GROSSETO «La Regione non ha mai posto in essere quanto è obbligo di legge» e quindi il presidente Enrico Rossi e l’assessore all’Ambiente Anna Rita Bramerini «non possono essere certi che quando danno il permesso di costruire impianti geotermici non si vada a impattare pesantemente con le risorse idriche, le criticità sismiche e quindi con la tutela della salute, dell’economia locale e del paesaggio delle nostre terre». I Comitati amiatini e maremmani contro la geotermia speculativa ed inquinante non demordono. E ribattono così alla Regione che, ha seguito delle loro domande, ha risposto che il modello che Firenze ha in mente per l’Amiata è quello di uno «sviluppo fondato sulla valorizzazione e il rispetto del territorio e di tutte le sue risorse». Per i comitati questa è una «non risposta». I comitati, preoccupati per lo sfruttamento geotermico in Amiata – nel cui sottosuolo ci sono molte sostanze pericolose che le trivelle e l’emungimento del fluido geotermico possono portare in superficie – chiedono che sia redatto il bilancio idrico comprensivo dei consumi delle centrali geotermiche, che si faccia l’identificazione e si individuino i vincoli sulle aree di ricarica delle falde acquifere e che si stili la mappatura delle zone sismiche e dei relativi vincoli alle variazioni di pressioni indotte in profondità. Problemi di recente approdati in parlamento grazie a tre risoluzioni presentate da Pd, M5s e Sel. «Queste tre domande – spiegano Agorà Cittadinanzattiva di Monticello Amiata, Comitato per la salvaguardia della Valle dell’Orcia inferiore di Montenero d’Orcia e Coordinamento Sos Geotermia – fanno riferimento a leggi dello Stato e della Regione che sulla nostra montagna non sono mai state poste in essere e che sono a nostro avviso determinanti e propedeutiche all’eventuale permesso, regionale o nazionale, per la costruzione di un qualsiasi tipo di impianto che ha a che fare con il sottosuolo e le risorse (tra tutte una l’acqua) ivi custodite. A queste domande precise non c’è stata alcuna risposta». Rossi e Bramerini, secondo i comitati, «mentono sapendo di mentire, perché non si può rispettare il territorio quando non lo si conosce, non lo si può valorizzare quando si concedono 38 permessi di ricerca in Toscana per arrivare a costruire in provincia di Grosseto 19-20 nuove centrali geotermiche oltre a quelle già esistenti. Non si può parlare di confronto con le popolazioni locali se di questi permessi, progetti e accordi con le aziende noi cittadini veniamo a sapere dai giornali». I comitati accusano gli amministratori regionali di essere «indifferenti a quanto hanno chiesto a gran voce cittadini, aziende, associazioni di categorie e alcune amministrazioni locali» e promettono battaglia in tutte le sedi. (f.f.)

Contropiano.org del 25 novembre 2014
Sos Geotermia: i comitati rispondono alla Regione Toscana
…segue ns. comunicato

Il Giunco.net del 25 novembre 2014
Geotermia, i comitati alla Regione: «Non si può tutelare ciò che non si conosce
…segue ns. comunicato

Maremmanews del 25 novembre 2014
La risposta dei comitati contro la Geotermia dell’ Amiata alla Regione Toscana
…segue ns. comunicato

Bagnore 4, presentato il ricorso al Consiglio di Stato

20140700_bagnore4_occhiDalla battaglia legale alle lotte contro la proliferazione di geotermia industriale in Amiata; i neo-sindaci in bilico tra il sì e il no.
Appello a sostenere le spese legali.

La settimana scorsa, col sostegno del Forum Ambientalista e del WWF, attraverso l’avv.Nunzi, abbiamo presentato al Consiglio di Stato il ricorso contro la sentenza del TAR Toscana sulla costruenda centrale Enel Bagnore 4.
Siamo convinti che l’autorizzazione concessa dalla Regione Toscana sia stata rilasciata con sostanziali violazioni di legge e siamo fiduciosi che il Consiglio di Stato vorrà approfondire le motivazioni, che pure erano state presentate al Tar, e riconoscerne la fondatezza fermando lo scempio che si sta aggiungendo alla già grave situazione in Amiata.
Nei prossimi giorni renderemo pubbliche le motivazioni del nuovo ricorso.
Di certo la lotta contro la geotermia industriale dannosa non finisce entro il perimetro giudiziario, ma investe il campo sociale e politico.
Da Arcidosso arrivano segnali di forte preoccupazione tra i cittadini che iniziano a subire gli effetti della centrale e del cantiere di Bagnore, solidarietà e sostegno concreto ai comitati che si stanno mobilitando in aree finora non interessate direttamente dalle centrali, come Montenero, Monticello, Cinigiano.
Di questi giorni sono le notizie della netta presa di posizione dei sindaci del versante grossetano contrari all’ipotesi della centrale di Montenero. Ci auguriamo che la prospettiva di una proliferazione selvaggia di trivelle abbia provocato un momento di riflessione sulle prospettive che si vogliono dare a questo territorio e che da questo si passi a ridiscutere anche delle ben più inquinanti e dannose centrali esistenti e previste sia a Bagnore che a Piancastagnaio.
Dialogo aperto con il nuovo sindaco di Abbadia Tondi, con il quale ci siamo incontrati, presente il dott.Borgia, al quale abbiamo rappresentato tutte le ragioni che debbono impedire la crescita di questa geotermia Enel in Amiata e che proprio da Abbadia, che già lo scorso anno in consiglio comunale si era espressa contro, possano partire proposte e progetti verso gli altri comuni per un futuro libero dalle centrali e che investa e punti sulle qualità del territorio.

AIUTACI A DIFENDERE LA MONTAGNA!
Nessuno ci paga, non abbiamo sponsor, finanziatori occulti od altro, tutte le nostra iniziative le facciamo mettendoci le nostre energie e i nostri soldi con il contributo dei tanti che fino ad oggi ci hanno dato una mano.
Rivolgiamo di nuovo un appello a tutti a contribuire per sostenere le spese legali,
basta CLICCARE QUI e seguire le istruzioni.

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Il Tirreno del 25 luglio 2014
Bagnore 4, il comitato fa appello al Consiglio di Stato
SANTA FIORA Sos Geotermia non si arrende e, convinta che l’autorizzazione concessa dalla Regione Toscana alla costruzione della nuova centrale geotermica di Enel Green Power sull’Amiata sia stata rilasciata con sostanziali violazioni di legge, fa appello al Consiglio di Stato. Le carte sono state inviate la settimana scorsa, col sostegno del Forum Ambientalista e del Wwf, attraverso l’avvocato Nunzi. «Siamo fiduciosi che il Consiglio di Stato vorrà approfondire le motivazioni, che pure erano state presentate al Tar, e riconoscerne la fondatezza fermando lo scempio che si sta aggiungendo alla già grave situazione in Amiata», spiega Sos Geotermia. Nei prossimi giorni saranno rese pubbliche le motivazioni del nuovo ricorso. «Di certo la lotta contro la geotermia industriale dannosa non finisce entro il perimetro giudiziario – prosegue Sos Geotermia – ma investe il campo sociale e politico. Da Arcidosso arrivano segnali di forte preoccupazione tra i cittadini che iniziano a subire gli effetti della centrale e del cantiere di Bagnore, solidarietà e sostegno concreto ai comitati che si stanno mobilitando in aree finora non interessate direttamente dalle centrali, come Montenero, Monticello, Cinigiano». Di questi giorni sono le notizie della netta presa di posizione dei sindaci del versante grossetano contrari all’ipotesi della centrale di Montenero. «Ci auguriamo – spiega Sos Geotermia – che la prospettiva di una proliferazione selvaggia di trivelle abbia provocato un momento di riflessione sulle prospettive che si vogliono dare a questo territorio e che da questo si passi a ridiscutere anche delle ben più inquinanti e dannose centrali esistenti e previste sia a Bagnore che a Piancastagnaio.Dialogo aperto con il nuovo sindaco di Abbadia Tondi, con il quale ci siamo incontrati, presente il dott.Borgia, al quale abbiamo rappresentato tutte le ragioni che debbono impedire la crescita di questa geotermia Enel in Amiata e che proprio da Abbadia, che già lo scorso anno in consiglio comunale si era espressa contro, possano partire proposte e progetti verso gli altri comuni per un futuro libero dalle centrali e che investa e punti sulle qualità del territorio».

QuiGrosseto del 24 luglio 2014
Bagnore 4, presentato il ricorso al Consiglio di Stato
…segue ns. comunicato

GoNews del 24 luglio 2014
Bagnore 4, SOS Geotermia presenta il ricorso al Consiglio di Stato
…segue ns. comunicato

Il Cittadino online del 24 luglio 2014
Ricorso al Consiglio di Stato per Bagnore 4
I Comitati contro la proliferazione di geotermia industriale in Amiata; i neo-sindaci tra il sì e il no
…segue ns. comunicato

MaremmaNews del 24 luglio 2014
Bagnore 4, presentato il ricorso al Consiglio di Stato
…segue ns. comunicato

AbbadiaNews.it del 24 luglio 2014
Geotermia, Bagnore 4: i comitati presentano ricorso al Consiglio di Stato
…segue ns. comunicato

Geotermia in Amiata, si procede anche per la centrale di Montenero. Aspettiamo al varco i sindaci amiatini del PD

trivello montalcino“Passata la festa, gabbato lo santo”, il vecchio e saggio detto popolare ben si presta per la ripresa in grande stile dei lavori e delle procedure per dare il colpo definitivo al monte Amiata.
Passate, appunto, le elezioni dove il PD viene riconfermato, anche se a fatica, alla guida dei comuni amiatini, abbiamo assistito dapprima all’osceno corteo funebre attraversare la Maremma per portare pezzi del mostro della centrale Bagnore 4, ora la notizia che la soc.Gesto, titolare della concessione su Montenero, ha presentato presso i comuni di Cinigiano e Castel del Piano la documentazione relativa alla centrale geotermica sperimentale.
E stiamo ancora aspettando le garanzie che gli ospedali di Abbadia e Castel del Piano non saranno chiusi o, depotenziati…
Il sindaco, riconfermato, Franci di Castel del Piano, che più di altri si era esposto con apodittici ‘no ad altra geotermia, abbiamo già dato’ si è premurato di rilasciare dichiarazioni che lo vedrebbero al lavoro per evitare questa nuova centrale, peraltro senza sanare la contraddizione tra quest’ultima, di 5 MW a ciclo chiuso e quella in costruzione a Bagnore 4 a rilascio libero in atmosfera che porterà la potenza a 60 MW ed i cui effetti sulla qualità dell’aria, a causa dei venti prevalenti, si sentiranno soprattutto ad Arcidosso e, appunto, Castel del Piano.
Gli altri, tranne la neoeletta sindaca Sani di Cinigiano che si associa al Franci, finora, tacciono, ma la sensazione è che siamo di nuovo di fronte al solito balletto al quale avevamo assistito nei primo anni 2000, prima di Bagnore 3, quando tutto il PD, a cominciare dall’allora assessora all’ambiente provinciale Bramerini, si stracciava le vesti per dire che mai in Amiata si sarebbe fatta altra geotermia industriale; la storia ha fatto giustizia delle bugie di allora, la Bramerini è approdata in Regione e si è fatta non solo Bagnore 3, ma anche il Riassetto di Piancastagnaio e si va avanti con Bagnore 4.
I cittadini sono oggi più che mai chiamati a dare una ferma risposta e chiedere che non solo non si inizi neanche la procedura per la centrale di Montenero, ma che si arrivi finalmente alla moratoria su tutta la geotermia in Amiata.
Cari amministratori, vi aspettiamo al varco per verificare se le belle parole della campagna elettorale sono un impegno oppure un venticello, dall’aspro odore di uova marce che già sentiamo…

 

Il Tirreno del 1 luglio 2014
Geotermia: progetti e polemiche «Aspettiamo risposte dai sindaci»
Il Comitato S.O.S. chiama in causa i primi cittadini eletti nelle file del Pd che si sono detti contrari Barbagli (A/gente comune di Cinigiano) ribadisce il suo no e chiede monitoraggi continui    
di Fiora Bonelli

AMIATA Geotermia in Amiata dalle mille sfaccettature, con prese di posizione quotidiane fra chi dice no a tutti i tipi di sfruttamento geotermico, chi fa dei distinguo fra la geotermia di Santa Fiora e Piancastagnaio e quella, ipotetica, a media entalpia, di Montenero d’Orcia, chi se ne serve per attaccare gli avversari politici, chi prova a capire come stanno veramente le cose e se ci sono spiragli di intervento per stoppare Montenero. Insomma una questione che dopo aver acceso il clima preelettorale, ora continua ad avere strascichi che, in effetti, poco o niente aggiungono alle ormai collaudate prese di posizione note. Di certo, cosa si sa? Si sa che la società Gesto ha inoltrato istanza di Via per una centrale a Montenero d’Orcia. Si sa che Bagnore 3 sta funzionando, Bagnore 4 è quasi in drittura d’arrivo, che Piancastagnaio è in piena attività e che il sindaco di Abbadia (unica a non aver firmato il protocollo 2007) Fabrizio Tondi è andato ad un abboccamento con Enel per una “futuribile” ipotesi di sfruttamento geotermico. Le posizioni: il coordinamento SOS geotermia dice no a tutto e continua a invocare una moratoria anche per Bagnore e Piancastagnaio oltre che dire no a Montenero. Ma soprattutto stuzzica i sindaci amiatini Pd a mostrare cosa sanno fare: «Si procede anche per la centrale di Montenero – sottolinea il coordinamento antigeotermico – Aspettiamo al varco i sindaci amiatini del Pd. Il sindaco, riconfermato, Franci di Castel del Piano, che più di altri si era esposto con apodittici no ad altra geotermia, si è premurato di rilasciare dichiarazioni che lo vedrebbero al lavoro per evitare questa nuova centrale, peraltro senza sanare la contraddizione tra quest’ultima, di 5 megawatt a ciclo chiuso e quella in costruzione a Bagnore 4 a rilascio libero in atmosfera che porterà la potenza a 60 megawatt ed i cui effetti sulla qualità dell’aria, a causa dei venti prevalenti, si sentiranno soprattutto ad Arcidosso e, appunto, Castel del Piano. Gli altri, tranne la neoeletta sindaca Sani di Cinigiano che si associa al Franci, finora, tacciono, ma la sensazione è che siamo di nuovo di fronte al solito balletto al quale avevamo assistito nei primo anni 2000». Dicendo di aspettare al varco i sindaci, SoS geotermia afferma: «I cittadini sono oggi più che mai chiamati a dare una ferma risposta e chiedere che non solo non si inizi neanche la procedura per la centrale di Montenero, ma che si arrivi finalmente alla moratoria su tutta la geotermia in Amiata». Giovanni Barbagli della civica A/ gente comune di Cinigiano così conclude un suo lungo attacco all’atteggiamento tenuto dal suo Comune: «Noi appoggiamo la richiesta dei Comitati e dei consiglieri di minoranza dei comuni dell’Amiata di convocare un consiglio comunale aperto entro il 24 agosto termine ultimo per presentare le osservazioni alla Gesto, in più chiediamo di poter disporre di un altro progetto che possa essere predisposto da soggetto interessato alla geotermia per avere una termine di paragone ed evitare così il monopolio Gesto sulla materia, Inoltre ci batteremo perché un Ente scientifico diverso da Arpat esprima parere scientifico sul progetto Gesto. Infine che ci dicano in che modo eserciteranno i controlli sulla realizzazione degli impianti e sulla gestione dei medesimi». Una presa di posizione netta, quella di Barbagli, che conclude: «La nostra proposta è che in ogni comune interessato sia messo a disposizione dei cittadini un sistema di video controllo che in tempo reale consenta a tutti la verifica di quanto sta accadendo».

Dall’Amiata no alla centrale di Montalcino
AMIATA I sindaci chiamati in causa dai comitati antigeotermici e dalle minoranze consiliari, in questo momento per la questione geotermia cosa stanno facendo? La faccenda è stata portata come argomento lunedì mattina nella conferenza degli 8 sindaci dell’Unione dove si è ribadito il principio che vale il noto protocollo 2007 firmato da Regione, Comuni e Enel dove, nero su bianco è stato stabilito che dopo Piancastagnaio e Bagnore, l’Amiata non darà il suo assenso a nessun’ altra centrale geotermica. Dunque nemmeno a quella, ipotizzata e richiesta dalla Gesto, di Montenero. Nella conferenza che è già stata fissata per mercoledì mattina, poi, con i sindaci dei comuni interessati sulla geotermia Gesto, e cioè Cinigiano, Castel del Piano, Seggiano e Arcidosso, sarà discusso di quali azioni mettere in campo per arginare il progetto di espansione dello sfruttamento del vapore. Ma non solo. Si sta convocando il tavolo interistituzionale che coinvolge i sindaci del senese e del grossetano interessati dal progetto “Montalcino”, tavolo a cui partecipano anche associazioni e consorzi, per chiedere un incontro con la Regione Toscana. (f.b.)

La Nazione del 24 giugno 2014
AMIATA IL COMITATO «SOS» CONTRARIO AI NUOVI PROGETTI. E CRITICA ANCHE IL «SILENZIO» DEI SINDACI

«Più geotermia? Bene, sarà il colpo di grazia»
di Nicola Ciuffoletti
LA NOTIZIA che la società Gesto, titolare della concessione su la centrale geotermica sperimentale che dovrebbe sorgere a Montenero, smuove le critiche di Sos Geotermia, il comitato amiatino che da sempre si batte contro la geotermia. Non usano mezzi termini i sostenitori del comitato che definiscono quest’ultima notizia come «un colpo di grazia definitivo all’Amiata». «Passate le elezioni affermano i rappresentanti di Sos Geotermia dove il Pd viene riconfermato, anche se a fatica, alla guida dei Comuni amiatini, abbiamo assistito dapprima all’osceno corteo funebre attraversare la Maremma per portare pezzi del mostro della centrale Bagnore 4, ora la notizia che la Gesto, titolare della concessione su Montenero, ha presentato ai Comuni di Cinigiano e Castel del Piano la documentazione relativa alla centrale geotermica sperimentale. Il sindaco di Castel del Piano, Claudio Franci, che più di altri si era esposto con apodittici No ad altra geotermia si è premurato di rilasciare dichiarazioni che lo vedrebbero al lavoro per evitare questa nuova centrale, peraltro senza sanare la contraddizione tra quest’ultima, di 5 MW a ciclo chiuso, e quella in costruzione a Bagnore 4 a rilascio libero in atmosfera che porterà la potenza a 60 MW ed i cui effetti sulla qualità dell’aria, a causa dei venti prevalenti, si sentiranno soprattutto ad Arcidosso e, appunto, Castel del Piano». Sempre su questa questione il comitato denuncia l’assenza di prese di posizione da parte degli altri sindaci amiatini. «Gli altri continua Sos Geotermia tranne Romina Sani, sindaco di Cinigiano che si associa a Franci, finora, tacciono, ma la sensazione è che siamo di nuovo di fronte al solito balletto al quale avevamo assistito nei primi anni 2000, prima di Bagnore 3, quando tutto il Pd si stracciava le vesti per dire che mai in Amiata si sarebbe fatta altra geotermia industriale». In realtà anche Jacopo Marini, sindaco di Arcidosso, ha fatto capire che per la geotermia a Montenero si apre una questione di impatto paesaggistico. Sempre per discutere sul futuro di questa centrale a Montenero, il Comitato per la Salvaguardia della Val d’Orcia Inferiore ha tenuto ieri sera un incontro pubblico a Montenero per discutere su questo progetto; imminente è la raccolta di firme per dire «No» alla centrale.

Contropiano.org del 23 giugno 2014
Monte Amiata: Dopo le promesse elettorali la geotermia torna ad avanzare
…segue ns. comunicato

Il Cittadino online del 23 giugno 2014
Geotermia in Amiata: si procede per la centrale di Montenero
…segue ns. comunicato

Maremmanews del 23 giugno 2014
Geotermia in Amiata: si procede per la centrale di Montenero
…segue ns. comunicato

GoNews.it del 23 giugno 2014
SOS geotermia: “Si procede anche per la centrale di Montenero. Aspettiamo al varco i sindaci amiatini del PD”
…segue ns. comunicato

SOS GEOTERMIA CHIEDE AI CANDIDATI SINDACI L’OPINIONE SULLA QUESTIONE GEOTERMIA

gas mask punto interrogativoRiprendono intanto gli incontri informativi, il 29 aprile ad Arcidosso sulla salute (leggi e scarica locandina)

Sei domande sulla geotermia in Amiata; è quanto Sos Geotermia vuole sapere dai candidati Sindaci e Consiglieri comunali alle prossime elezioni amministrative.

Abbiamo preso atto con soddisfazione che tra i temi in discussione nella campagna elettorale è finalmente comparsa la questione ‘geotermia’ e le ricadute sulla salute e sul territorio; ma abbiamo anche notato come spesso il tema viene trattato in ‘politichese’ e non siano chiare le opinioni in merito, né tantomento quali sono le azioni che si dovrebbero poi adottare sulla questione.

Chiediamo quindi ai candidati, anche a nome dei cittadini elettori dell’Amiata, di rispondere a 6 domande sugli aspetti principali legati all’attività geotermica e alle ricadute su salute e ambiente, sicuri che chi si propone alla guida delle Amministrazioni locali abbia una precisa opinione in merito e che, per sgombrare il campo da equivoci, voglia comunicarla ai cittadini affinchè questi possano esprimersi con convinzione nel voto tenendo conto, anche, di come si vorrà intervenire in futuro sul territorio.

Nel frattempo la nostra attività di informazione continuerà e già il 29 aprile prossimo, alle ore 17,30, presso la sala consiliare di Arcidosso, terremo un incontro su ‘LO STATO DI SALUTE DELLE POPOLAZIONI DELL’AREA GEOTERMICA DELL’AMIATA’ al quale invitiamo tutti i cittadini, le associazioni, i candidati in lista per le elezioni in tutto l’Amiata.

Leggi  e scarica le “6 DOMANDE AI CANDIDATI

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Il Tirreno del 29 aprile 2014
Sei domande ai candidati da Sos Geotermia
A domanda rispondano.  Sos geotermia chiede ai candidati sindaci e consiglieri dei 6 Comuni amiatini l’opinione sulla questione geotermia. «Abbiamo preso atto con soddisfazione che tra i temi in discussione nella campagna elettorale è finalmente comparsa la questione geotermia e le sue ricadute sulla salute e sul territorio; ma abbiamo anche notato come spesso il tema viene trattato in “politichese” e non siano chiare le opinioni in merito, né quali sono le azioni che si dovrebbero poi adottare sulla questione. Chiediamo quindi ai candidati, anche a nome dei cittadini elettori dell’Amiata, di rispondere a 6 domande sugli aspetti principali legati all’attività geotermica e alle ricadute su salute e ambiente, sicuri che chi si propone alla guida delle amministrazioni locali abbia una precisa opinione in merito e che, per sgombrare il campo da equivoci, voglia comunicarla ai cittadini, affinché questi possano esprimersi con convinzione nel voto». Una buona occasione per i sindaci c’è già oggi: alle 17,30 nella sala consiliare di Arcidosso incontro su “Lo stato di salute delle popolazioni dell’area geotermica dell’Amiata, al quale Sos geotermia invita cittadini, associazioni e candidati.

La Nazione del 29 aprile 2014
Geotermia, incontro pubblico per parlare di salute pubblica
ARCIDOSSO IL COMITATO INVITA TUTTI I CANDIDATI
di Nicola Ciuffoletti
GLI ATTIVISTI di «Sos Geotermia» non placano le loro attività di informazione. Oggi a partire dalle 17.30, in sala consiliare ad Arcidosso un incontro dal titolo «Lo stato di salute delle popolazione dell’area geotermica dell’Amiata». Un dibattito aperto al pubblico, che vedrà l’intervento di Fabio Landi e Roberto Barocci, e a cui sono stati invitati a partecipare i candidati a sindaco in lista per le elezioni in tutta l’Amiata. Di fatto si tratta di sei domande sulla geotermia in Amiata; è quanto «Sos Geotermia» vuole sapere dai candidati sindaci e consiglieri comunali alle prossime elezioni amministrative. «ABBIAMO preso atto con soddisfazione che tra i temi in discussione nella campagna elettorale è finalmente comparsa la questione geotermia affermano gli attivisti di Sos Geotermia e le ricadute sulla salute e sul territorio; ma abbiamo anche notato come spesso il tema viene trattato in politichese e non siano chiare le opinioni in merito, né tantomeno quali sono le azioni che si dovrebbero poi adottare sulla questione». «Chiediamo quindi ai candidati dice i l comitato , anche a nome dei cittadini elettori dell’Amiata, di rispondere a 6 domande sugli aspetti principali legati all’attività geotermica e alle ricadute su salute e ambiente, sicuri che chi si propone alla guida delle amministrazioni locali abbia una precisa opinione in merito e che, per sgombrare il campo da equivoci, voglia comunicarla ai cittadini affinchè questi possano esprimersi con convinzione nel voto tenendo conto, anche, di come si vorrà intervenire in futuro sul territorio».

Il Cittadino online del 28 aprile 2014
Sos Geotermia: 6 domande ai candidati sindaco
Il Coordinamento vuole indicazioni sulla posizione rispetto al tema
…segue ns. comunicato

GoNews.it del 27 aprile 2014
Sei domande di “Sos geotermia” ai candidati sindaco
…segue ns. comunicato

“Nessuno dica poi che non sapeva”, diffidiamo i sindaci

3 scimmie-BagnoreDopo l’annullamento dell’autorizzazione (AIA) per la centrale di Bagnore 4 da parte del TAR abbiamo auspicato un ripensamento da parte di Regione e Amministrazioni locali, Sindaci in primis, rispetto alla decisione di ‘sacrificare’ l’intero monte Amiata al saccheggio geotermico dell’Enel.
In questo senso, all’indomani della sentenza del TAR, si sono espressi sia la Regione con l’assessore Bramerini, sia alcun i amministratori locali che continuano imperterriti a difendere la scelta di abbandonare territorio e popolazione allo sfruttamento geotermico senza tener conto delle criticità da noi -e non solo- avanzate sui possibili danni, ribadendo, anzi, che a breve verranno superate le inottemperanze che hanno portato all’annullamento dell’autorizzazione per Bagnore 4.
Da parte nostra, assicurando che porteremo la vicenda in Consiglio di Stato, intendiamo oggi ribadire, in via ufficiale, quali sono gli argomenti che dovrebbero far adottare il ‘principio di precauzione’ ai Sindaci, rilanciando una moratoria generale per tutte le attività in corso e in progetto.
Con l’atto di diffida che abbiamo iniziato a consegnare a tutti i Sindaci dei comuni amiatini, da domani nessuno di loro potrà dire che non sapeva, ammesso che fino ad oggi lo avessero pur ignorato…
Domani, 4 febbraio, intanto il tema sarà in discussione, su richiesta della minoranza, al Consiglio comunale di Arcidosso.
Sos geotermia sarà in piazza e presenzierà all’assise per informare cittadini e amministratori sui temi della geotermia con la richiesta di moratoria generale subito!
QUI SCARICA L’ATTO DI DIFFIDA

Il Tirreno del 5 febbraio 2014
Un’assemblea pubblica sulla geotermia. I comitati ieri ad Arcidosso per consegnare al sindaco la diffida per la centrale Bagnore 4
di Fiora Bonelli
ARCIDOSSO Un pamphlet antigeotermico distribuito alla gente di Arcidosso, una diffida alle autorità che sarà consegnata oggi, un ricorso in consiglio di Stato, una manifestazione contro la riapertura del cantiere di Bagnore 4. I comitati antigeotermici non sono rimasti con le mani in mano dopo la sentenza del Tar che ha stoppato i lavori della futura centrale amiatina e hanno messo in campo tutte le azioni possibili. Molta carne al fuoco proprio in concomitanza con il consiglio comunale di Arcidosso di ieri. Un pomeriggio iniziato con pochissimi rappresentanti dei comitati in piazza a fare volantinaggio fra la gente, come al solito abbastanza indifferente. Ma poi, invece, il gruppo si è animato nel momento in cui ha fatto ingresso nella sala del consiglio comunale sotto l’occhio vigile e discreto della forza pubblica, municipale, carabinieri e Digos. È stato lo stesso sindaco Emilio Landi a chiedere ai comitati di togliere gli striscioni che avevano preparato e che alcuni di essi pretendevano di esibire dalla parte del pubblico durante il consiglio e gli striscioni sono stati abbassati. Poi tutto è filato liscio. Paziente attesa dei comitati durata per due ore, fino al punto illustrato dal consigliere di minoranza Michele Nannetti che ha chiestp una pubblica assemblea con rappresentanza delle istituzioni locali e regionali per chiarire ai cittadini tutti, ancora una volta, le problematiche dello sfruttamento geotermico. Nannetti ha sottolineato il contrasto fra il no istituzionale alla geotermia in Val d’Orcia e il sì a Bagnore, in una zona di parchi e di riserve, fra l’altro, diceva Nannetti, che alla fine arrivava a chiedere le dimissioni di Fabio Leoni, assessore arcidossino all’ambiente. Il quale, però, ha chiarito che il suo silenzio sull’argomento era dipeso dal fatto che la questione era trattata dal sindaco a cui lui aveva sempre dato la sua piena fiducia. In conclusione di discussione, votazione con unanimità piena per una pubblica assemblea sulla geotermia. «La presenza del Comune all’incontro informativo è assicurata – ha sottolineato Landi – ma certo non possiamo farlo a nome della Regione». Soddisfazione dei comitati che hanno anche rinunciato a consegnare in sede di consiglio, la diffida al sindaco che sarà, invece, presentata mercoledì mattina: «Non abbiamo voluto interrompere i lavori consiliari» spiega Carlo Goretti, una dei pasionari della lotta contro lo sfruttamento del vapore. Dal canto suo, Roberto Barocci, di Sos Geotermia, con la votazione unanime per un incontro coi cittadini, ha visto esaudito l’auspicio di «approfondire a livello locale tutti gli aspetti di una questione che la regione Toscana ha comunicato in modo inappropriato. Infatti dico che la sintesi finale effettuata dalla Regione sulla problematica geotermica è molto parziale. I sindaci devono conoscere i contenuti dei documenti originali e a quel punto non potranno far finta di nulla. Non è normale quell’eccesso di mortalità in Amiata. Un 13% di troppo in quanto a morti nelle zone geotermiche di cui vogliamo sapere le motivazioni. È per questa ragione che nella diffida ai sindaci e alle altre autorità chiediamo impegno di salvaguardia per la salute e l’ambiente». Un ultimo “guizzo”, insomma, da parte dei comitati, in vista del 7 febbraio, giorno in cui la Regione ha convocato la Conferenza dei servizi per espletare le pratiche con cui i lavori di Bagnore 4 potranno ricominciare. Infatti la sentenza del Tar, che i comitati avevano invocato, ha bloccato i lavori della nuova centrale ma per motivi solo formali, mentre, nella sostanza, ha giudicato corretto tutto quanto messo in campo dalla Regione. «Non capisco – afferma Landi – il perché di questa diffida. Della nostra volontà di garantire i cittadini e l’ambiente ci dà atto pure la obiettiva sentenza del Tar. Comprendo meglio il ricorso al Consiglio di Stato, ultima tappa di un iter che Sos Geotermia ha scelto fino all’organo supremo». Intanto è stato deciso, per l’assemblea e il dibattito sulla geotermia, di stringere i tempi: «Venti, venticinque giorni al massimo, in ogni caso prima delle elezioni», ha invocato Lazzeretti della minoranza.

La Nazione del 4 febbraio 2014
Geotermia, diffida ai sindaci: «Fermate i lavori»
Pronto il ricorso al Consiglio di Stato contro la Via. Oggi gli ambientalisti in Comune
di Matteo Alfieri
NON si ferma la battaglia tra gli ambientalisti di Sos Geotermia e la centrale geotermoelettrica di Bagnore 4 dopo che l’autorizzazione alla costruzione della centrale del Comune di Santa Fiora è stata annullata dal Tar dopo i ricorsi di Wwf, Forum Ambientalista, Italia Nostra, alcuni cittadini e soggetti privati, tra i quali il monastero buddista Dzogchen. Ma non solo: gli ambientalisti oggi si presenteranno ad Arcidosso, dove è in programma il Consiglio comunale che illustrerà proprio il nuovo piano geotermico, dove verrà consegnata una diffida ai sindaci, annunciando tra l’altro anche il ricorso al Consiglio di Stato per chiedere l’annullamento della Valutazione di impatto ambientale (Via) che era stata rilasciata «con decine di prescrizioni». «La Regione Toscana si è attivata per rilasciare ad Enel una nuova autorizzazione alla costruzione di Bagnore 4 in sostituzione di quella recentemente annullata dal Tar, esattamente come per l’inceneritore di Scarlino dicono gli ambientalisti . La geotermia è una fonte energetica il cui impatto varia notevolmente tra un’area ed un’altra. Sull’Amiata la geotermia, per la natura dei fluidi geotermici, è molto più inquinante e pericolosa che nell’area tradizionale di Larderello proseguono . Sono migliaia le tonnellate di inquinanti “con caratteristiche tossicologiche ed eco tossicologiche rilevanti”, come li definisce Arpat, scaricati quotidianamente in atmosfera con ricadute sul territorio e su centri abitati: acido solfidrico, mercurio, arsenico, radon, ammoniaca, acido borico, anidride carbonica, metano ed altro ancora, molti dei quali cancerogeni». Ma non solo. Gli ambientalisti, nell’atto di diffida chiariscono anche quali sono le loro idee in merito alla difesa della salute: «Si evidenzia nella zona dell’Amiata, una grave situazione sanitaria: + 13% di morti, statisticamente significativo prosegue Sos Geotermia negli uomini rispetto alla media regionale e ai Comuni limitrofi, percentuale che sull’Amiata raggiunge per i tumori il + 30% per le concentrazioni crescenti nell’ambiente di arsenico, mercurio, acido solfidrico, cioè degli stessi inquinanti prodotti in maniera consistente anche dalle centrali geotermiche». Ma gli ambientalisti informano anche sui pericoli che arriverebbero dalle risorse idropotabili. «In Amiata il serbatoio geotermico, dal quale vengono estratte migliaia di tonnellate di vapore, è ad acqua dominante. La produzione di energia comporta un consumo di milioni di metri cubi di acqua proveniente anche dagli acquiferi superficiali oltre che da quelli termali e geotermici. I serbatoi geotermici proseguono perdono vigore nel tempo e nell’arco di un decennio la portata iniziale si riduce di circa il 30%, fino a mettere il pozzo di estrazione fuori produzione. In Amiata è documentata una interferenza tra le falde idriche superficiali e l’acquifero geotermico».

«Rischio sismico aumentato con le centrali»
I COMITATI
RISCHIO sismico con la geotermia? Secondo gli ambientalisti (e dagli studi effettuati) parrebbe proprio di sì. «Mentre le centrali termoelettriche dicono , in caso dell’interruzione del funzionamento, l’impianto può essere progressivamente «spento» in modo da eliminare le emissioni di inquinanti in atmosfera, in caso di non funzionamento delle centrali geotermoelettriche per questioni di natura impiantistica e gestionale, allo stato attuale delle conoscenze tecniche, risulta non perseguibile un completo contenimento delle emissioni dirette in atmosfera». L’Amiata è riconosciuta zona sismica di categoria 2, secondo la classificazione regionale 2012 quindi «produce una “sismicità indotta” derivante da fenomeni di depressurizzazione del sottosuolo derivanti dallo sgonfiamento dei cuscini geotermici. Sull’Amiata le case sono state costruite senza norme antisismiche».

Il Tirreno del 4 febbraio 2014
GEOTERMIA  Sos diffida i sindaci e va al Consiglio di Stato   
di Fiora Bonelli
AMIATA Mariella Baccheschi, Carlo Balducci, Roberto Barocci, Alessandro Bramerini, Mauro Buoni, Niso Cini, Elena Franceschelli, Giuliana Gentili, Alessandra Giglioni, Riccardo Giuntini, Carlo Goretti, Alvaro Gori, Pio Greggi, Giuseppe Merisio, Carlo Morganti, Lorenzo Mitchell, Susanna Nanni, Giorgio Pacini, Antonella Passerini, Beatrice Pammolli, Claudia Piccinetti, Leonardo Savelli: questi i firmatari dell’atto di diffida in merito ai presunti danni dell’attività geotermica in Amiata che SoS geotermia consegnerà ai sindaci e alle autorità pubbliche responsabili del controllo sulla legalità. Il documento sarà consegnato al sindaco Emilio Landi durante il consiglio comunale che si terrà oggi alle 17,30. Il gruppo dunque torna a manifestare in piazza Indipendenza ad Arcidosso e oltre alla diffida, ha deciso anche di presentare, dopo quello del Tar, ricorso al Consiglio di Stato, “affinchè sia annullata anche la Valutazione di impatto ambientale (sulla centrale di Bagnore 4, ndc), rilasciata con decine e decine di prescrizioni a futura memoria, che i dirigenti della Regione hanno prodotto per scaricare sui sindaci le loro responsabilità, ma che i sindaci non hanno né mezzi, né voglia di far rispettare, come già dimostrato”, spiega Barocci, portavoce di SoS geotermia, il quale duramente commenta che “la Regione si è attivata per rilasciare ad Enel una nuova autorizzazione alla costruzione di Bagnore 4 in sostituzione di quella annullata dal Tar, esattamente come per l’inceneritore di Scarlino”. Durante la manifestazione, gli esponenti di SoS geotermia distribuiranno alla popolazione un volantino in cui si riassumono tutti i danni che secondo loro vengono prodotti dalle perforazioni e dalle emissioni geotermiche. I punti cardine sono sempre gli stessi, quelli che il Tar fiorentino ha giudicato correttamente gestiti dalla Regione ma per i quali, invece, SoS geotermia va al Consiglio di Stato. Nella diffida ai sindaci si inizia col dire che “sono quattro le criticità derivanti dall’attività geotermica in Amiata: grave situazione sanitaria, emersa dalla ricerca epidemiologica del 2010 condotta dalla Fondazione Monasterio per conto dell’Agenzia regionale di sanità; interferenza tra acquifero superficiale idropotabile e l’acquifero geotermico profondo, con conseguente abbassamento della superficie della falda superficiale, consumo di acqua potabile per fini industriali, inquinamento delle acque causato dalla risalita di gas, in particolare l’arsenico, presente nel campo geotermico; inquinamento dell’aria e del suolo dovuto alle emissioni delle centrali per la presenza di sostanze tossiche e nocive; aumento dei rischi per la sismicità indotta e per la subsidenza”. Il documento così conclude: “Si richiamano i sindaci dei comuni dell’Amiata e le autorità pubbliche in indirizzo, ciascuna per le proprie esclusive competenze, ad intervenire in tempi rapidi per evitare sia i gravi problemi sanitari causati ai cittadini, che i gravi danni causati al patrimonio idrico e ambientale dell’Amiata”.

Il Giunco.net del 3 febbraio 2014
Sos Geotermia torna in piazza contro «l’autorizzazione a costruire Bagnore 4»
ARCIDOSSO – Sos Geotermia torna in piazza per protestare contro la decisione della Regione Toscana di «rilasciare ad ENEL una nuova autorizzazione alla costruzione di Bagnore 4 in sostituzione di quella recentemente annullata dal TAR, esattamente come per l’inceneritore di Scarlino». Afferma Roberto Barocci.
La manifestazione è prevista per domani, martedì 4 febbraio, in piazza Indipendenza, ad Arcidosso, alle 17 «per consegnare una Diffida ai sindac». Soso Geotermia ha anche «deciso di presentare un nuovo ricorso al Consiglio di Stato, affinché sia annullata anche la Valutazione di Impatto Ambientale, rilasciata con decine e decine di “Prescrizioni” a futura memoria, che i dirigenti della regione hanno prodotto per scaricare sui sindaci le loro responsabilità, ma che i sindaci non hanno né mezzi, né voglia di far rispettare, come già dimostrato».
“La geotermia – si legge nella diffida – è una fonte energetica il cui impatto varia notevolmente tra un’area ed un’altra a seconda delle mineralizzazioni presenti nel sottosuolo, delle caratteristiche idrogeologiche, oltre che delle tecnologie utilizzate. Si diversifica pertanto dalle fonti energetiche tradizionali (metano, petrolio, carbone), i cui effetti possono essere quantificati con esattezza e sono sempre gli stessi. Le centrali geotermoelettriche in Amiata, contrariamente da come sono comunemente ritenute, a livello sia del governo regionale e nazionale, quale fonti di energia rinnovabile e pulita, creano invece gravi criticità ambientali, sanitarie e di sicurezza. Sono quattro le criticità derivanti dall’attività geotermica in Amiata: grave situazione sanitaria, interferenza tra acquifero superficiale idropotabile e l’acquifero geotermico profondo, inquinamento dell’aria e del suolo dovuto alle emissioni delle centrali per la presenza di sostanze tossiche e nocive; aumento dei rischi per la sismicità indotta e per la subsidenza”.

Grosseto Oggi del 3 febbraio 2014
Nuova autorizzazione ad Enel per costruire Bagnore 4. Sos Geotermia torna in piazza
L’associazione presenterà un nuovo ricorso al Tar
MONTE AMIATA – La Regione Toscana si è attivata per rilasciare ad Enel una nuova autorizzazione alla costruzione di Bagnore 4 in sostituzione di quella recentemente annullata dal Tar, esattamente come per l’inceneritore di Scarlino.
Sos Geotermia, l’associazione contraria alla costruzione della centrale, torna in piazza Indipendenza, domani, martedì 4 febbraio, ad Arcidosso alle ore 17, per consegnare una diffida ai sindaci. L’associazione ha inoltre deciso di presentare un nuovo Ricorso al Consiglio di Stato, “affinchè – spiega Roberto Barocci di Sos Geotermia – sia annullata anche la valutazione di impatto ambientale, rilasciata con decine e decine di “prescrizioni” a futura memoria, che i dirigenti della Regione hanno prodotto per scaricare sui sindaci le loro responsabilità, ma che i sindaci non hanno né mezzi, né voglia di far rispettare, come già dimostrato”.

Lavoro: la pernacchietta dell’Enel diventa il ruggito dei sindaci (e dei media)

sordi_gas_tieDa qualche giorno circola sui media la notizia di ’12-posti di lavoro-12′ offerti dall’Enel, bontà sua, legati agli impianti geotermici.
I sindaci amiatini, in particolare Agnorelli, Verdi e Landi, si sperticano in lodi azzardando che ‘…si tratta di una grande opportunità per i nostri giovani…’. Vediamo allora come la ‘pernacchietta’ dell’Enel si trasforma in ‘grande opportunita per i nostri giovani’.

1. Tanto per cominciare non c’è nessun bando né richieste tramite gli uffici di collocamento, tanto che per partecipare a queste fantomatiche selezioni bisogna ‘genericamente’ inviare il Curriculum Vitae all’Enel tramite il suo sito, quindi la comunicazione è stata evidentemente fatta direttamente da Enel ai sindaci interessati (e alla stampa?).

2. Non sappiamo quindi di che tipo di ‘posti di lavoro’ si tratti; siamo peraltro certi che si tratti di lavoro precario, e quindi NON si tratti di ‘posti fissi’, cioè a tempo indeterminato, come peraltro già l’Enel aveva ben chiarito ai tempi dell’ultima convenzione: 100 posti in tutto durante i 5 anni della costruzione delle centrali.

3. Negli articoli successivi alla ‘pernacchietta’ dell’Enel, assistiamo al ‘ruggito’ dei sindaci e dei media che danno ad intendere che si tratti di 12 posti, comunque precari, ma destinati ai ‘giovani’ fino a 40 anni (sic) dei comuni amiatini di Piancastagnaio, Santa Fiora e Arcidosso.
Si dice espressamente che ‘i candidati idonei ad accedere alle selezioni, sono quelli residenti nei Comuni di Arcidosso, Santa Fiora e Piancastagnaio’, ma questo non è vero, tanto che Il Tirreno, addirittura, mentre nell’edizione amiatina la racconta così, invece nell’edizione della Valdicecina dice che ‘sarà condizione necessaria avere la residenza in uno dei comuni sedi di impianto geotermico’, cioè, ‘Pomarance, Castelnuovo Valdicecina, Monterotondo Marittimo, Monteverdi Marittimo, Montieri, Chiusdino, Radicondoli, Piancastagnaio, Santa Fiora e Arcidosso’, cioè, se tutto va bene, UN POSTO PRECARIO PER OGNI COMUNE, alla faccia delle ‘grandi opportunità’!
Peraltro non si capisce perchè Casteldelpiano ed altri comuni limitrofi che comunque si beccano allo stesso modo i danni della geotermia, non abbiano poi accesso neanche alle ‘lenticchie’ dell’Enel.

4. I sindaci amiatini, nell’annunciare l’eccezionale evento, promuoveranno corsi di preparazione per tali posti. Serve davvero che ogni comune impegni peraltro risorse per fare dei corsi finalizzati, se va bene, ad un posto precario per comune? O servono ad altro?

E’ la solita, triste e tragica storia della geotermia e degli amministratori locali che, a corto di argomenti per giustificare la presenza di impianti pericolosi ed inquinanti sul territorio, sollecitano ed attendono -col cappello in mano- ogni ‘concessione’ dell’Enel, pronti ad amplificare e magnificare ogni pernacchietta che esca dai camini delle centrali.
Se la grande svolta lavoro è tutta qui, stanno veramente scambiando l’asino con i poponi.

Di seguito alcuni degli articoli che annunciano i 12 posti

La Nazione del 2 agosto 2013
Enel green Power assume operai
PIANCASTAGNAIO. NUOVE possibilità di lavoro per i ragazzi di Piancastagnaio. L’Enel Green Power, infatti, ha aperto le iscrizioni per una selezione di operai da assumere per l’esercizio e la manutenzione degli impianti geotermici che avverrà a settembre. «Un’opportunità importante per i nostri giovani». Commenta il sindaco di Piancastagnaio, Fabrizio Agnorelli: «Come amministrazione abbiamo deciso di dare un sostegno ai ragazzi organizzando alcuni corsi di formazione insieme ai sindacati. Le lezioni cominceranno subito dopo Ferragosto sedi ed orari saranno comunicati con appositi avvisi e permetteranno di arrivare più preparati al momento della selezione». I candidati devono risiedere nei Comuni sede di impianti, quindi anche Piancastagnaio. Per iscriversi: www.enel.it-carriere-invia curriculum.

Il Tirreno del 1 agosto 2013
Geotermia, Enel assume 12 operai entro settembre
Saranno selezionati giovani da inserire come apprendisti per la manutenzione degli impianti. I sindaci e i sindacati organizzano corsi di formazione
di Fiora Bonelli
AMIATA Finalmente qualcosa si muove nello scenario dell’occupazione giovanile amiatina. Erano in tanti a sperarlo e in tanti a prometterlo. A settembre Enel Green Power selezionerà giovani per affidare l’esercizio e la manuten-zione degli impianti geotermici per Santa Fiora, Arcidosso e Piancastagnaio. Enel Green Power, infatti, ha aperto le iscrizioni per una selezione di operai da assumere per l’esercizio e la manutenzione degli impianti geotermici, che avverrà a settembre. Si comincia con 12 operai con contratti di apprendistato che poi si trasformeranno a tempo indeterminato, ma si suppone che il numero cresca anche per rimpiazzare i pensionamenti e le uscite dall’organico dell’azienda. Spazio ai giovani, insomma, come le istituzioni chiedevano e Enel Green Power ha sovente promesso. «Si tratta di un’opportunità molto importante per i nostri giovani», commentano i sindaci di Santa Fiora Renzo Verdi, di Piacastagnaio Fabrizio Agnorelli e di Arcidosso Emilio Landi che aggiungono: «Nei 19 comuni geotermici sono già ben 130 le assunzioni fatte dall’azienda negli ultimi anni, di cui una decina del nostro territorio e questa nuova selezione offre segni positivi e di speranza in controtendenza con i tristi numeri sul lavoro e sulla disoccupazione a cui siamo abituati negli ultimi tempi. Come amministrazioni comunali abbiamo, inoltre, deciso di dare un sostegno ai nostri ragazzi organizzando, nelle prossime settimane, alcuni corsi di formazione insieme ai sindacati. Le lezioni cominceranno subito dopo ferragosto. Le sedi saranno a Santa Fiora e a Piancastagnaio; gli orari saranno comunicati con appositi avvisi, sia in forma cartacea, sia nei siti istituzionali dei rispettivi comuni. I corsi permetteranno di arrivare più preparati al momento della selezione». I candidati idonei ad accedere alle selezioni, sono quelli residenti nei Comuni sede di impianti, quindi Arcidosso, Santa Fiora e Piancastagnaio, i quali potranno partecipare a due tipi di selezione, la “Junior”, per età tra 18 e 29 anni, per la quale è richiesto uno tra i seguenti titoli di studio: diploma di geometra, perito meccanico, chimico, elettrotecnico, elettronico, in telecomunicazioni o minerario, Ipsia 5 anni con specializzazioni tecniche, maturità scientifica. La “Senior”, per chi è in possesso di diploma di scuola secondaria superiore, percorso di 5 anni, con età inferiore a 40 anni e precedenti esperienze lavorative che andranno riportate nel curriculum, specificando le attività svolte, tempi e ruoli. Per partecipare occorre essere inseriti nel database dei candidati con il proprio curriculum vitae: per iscriversi è possibile collegarsi al sito web di Enel, www.enel.it.

Candidature aperte dodici posti in Enel Green Power
Si cercano periti e operai per la manutenzione degli impianti Per iscriversi alle selezioni c’è tempo fino al 31 agosto
VALDICECINA Una boccata d’ossigeno. Dodici i posti di lavoro in ballo nella galassia di Enel Green Power per periti e operai da destinare all’esercizio e alla manutenzione degli impianti. Tutti posti riservati ai residenti nei comuni sedi di impianto geotermico. C’è tempo fino al 31 agosto per farsi avanti e partecipare alle selezioni, stando a quanto comunicato dalla direzione aziendale ai rappresentanti sindacali Filctem-Cgil, Flaei-Cisl e Uiltec-Uil. Due i profili previsti, junior e senior, tutti a carattere operativo, inquadrati presso la divisione dell’azienda Operation&Manintenance. «Un’opportunità che si rinnova anche per i candidati che in precedenti selezioni non erano risultati idonei – sottolineano i rappresentanti sindacali –. Organizzeremo, in collaborazione con i comuni interessati, dei corsi di formazione gratuiti per fornire a chiunque sia interessato un supporto specifico sulle materie che saranno oggetto della selezione». Che aggiungono: «A breve diffonderemo le date dei corsi». Una selezione già annunciata, che si inserisce nel solco che dal 2009 ad oggi ha visto nei comuni geotermici l’inserimento in Enel Green Power di 130 nuovi assunti. Un criterio di priorità quello della residenza nei territori sede di impianti geotermici che è sancito negli accordi tra azienda e istituzioni. Profilo Junior. Per quanto riguarda il profilo Junior, per essere ammessi alla selezione è richiesta un’età inferiore a 29 anni, ovvero il candidato non dovrà aver compiuto 30 anni prima dell’eventuale data di assunzione. Inoltre, è richiesto uno dei seguenti diplomi, con una votazione di almeno 65/100: geometra, perito meccanico, elettrotecnico, elettronico, chimico, minerario, telecomunicazioni, Ipsia (5 anni) o liceo scientifico. Profilo Senior. Invece, per quanto riguarda il profilo di Senior, per essere ammessi alle selezioni è richiesta un’età inferiore a 40 anni e un diploma di scuola superiore che abbia avuto un percorso formativo di 5 anni. Ma anche di avere acquisito un’esperienza di almeno tre anni come manutentore meccanico o elettrico oppure di conduzione ed esercizio di impianti industriali. In alternativa, un’esperienza di almeno cinque anni come operatore di macchine utensili. La domanda. Chiunque rientri in uno dei profili, Junior o Senior, per poter essere invitato a partecipare alla selezione dovrà inserire il proprio curriculum vitae sul sito dell’Enel all’indirizzo: http://www.enel.it/it-IT/carriere/, attivando “invia curriculum”, entro il 31 agosto. A questo punto i candidati saranno invitati, attraverso una procedura guidata, a inserire tutti i dati necessari e al termine sarà inviata loro per posta elettronica una password che potrà essere utilizzata per consultare o aggiornare il proprio profilo. Per tutte e due le tipologie di selezione sarà condizione necessaria avere la residenza in uno dei comuni sedi di impianto geotermico, oltre ai nove comuni dell’area tradizionale: Pomarance, Castelnuovo Valdicecina, Monterotondo Marittimo, Monteverdi Marittimo, Montieri, Chiusdino, Radicondoli, Piancastagnaio e Santa Fiora, da questa selezione sarà inserito anche il comune di Arcidosso. La selezione. Per quanto riguarda la selezione, relativamente alle modalità, saranno previste tre prove anziché due come in passato. In particolare, dopo la prova scritta a quiz, ma per i Senior ci sarà, in sostituzione, una prova pratica, verrà svolta, e questa è la novità, una verifica psico-attitudinale. Infine seguirà una prova tecnica orale.

La Nazione del 1 agosto 2013
Dodici assunzioni con Enel Green Power
E i Comuni organizzano corsi preselezione

NUOVE possibilità di lavoro per i ragazzi di Santa Fiora e Arcidosso. Enel Green Power ha aperto le iscrizioni per selezionare 12 operai da assumere a settembre per l’esercizio e la manutenzione degli impianti geotermici che avverrà a settembre. E altri opportunità di lavoro potrebbero aprirsi a breve con il sistema del turn over. «Si tratta di una grossa opportunità commentano i sindaci di Santa Fiora Renzo Verdi e di Arcidosso Emilio Landi. Nei 19 comuni geotermici sono già 130 le assunzioni fatte negli ultimi anni, di cui una decina del nostro territorio e questa nuova selezione offre segni di speranza. Come amministrazioni abbiamo deciso di organizzare nelle prossime settimane corsi di formazione insieme ai sindacati per preparare i ragazzi alle selezioni». I candidati idonei sono quelli residenti nei Comuni sede di impianti: Arcidosso, Santa Fiora e Piancastagnaio. Per partecipare è necessario essere inseriti nel database dei candidati, per iscriversi: www.enel.it-carriere-invia curriculum.

Il Cittadino online del 30 luglio 2013
Geotermia: nuovi posti di lavoro a Piancastagnaio
Enel Green Power selezionerà giovani per l’esercizio e la manutenzione degli impianti
PIANCASTAGNAIO. Nuove possibilità di lavoro per i ragazzi di Piancastagnaio. L’Enel Green Power, infatti, ha aperto le iscrizioni per una selezione di operai da assumere per l’esercizio e la manutenzione degli impianti geotermici che avverrà a settembre.
“Si tratta di un’opportunità molto importante per i nostri giovani”. Commenta il sindaco di Piancastagnaio, Fabrizio Agnorelli. “Nei 19 comuni geotermici sono già ben 130 le assunzioni fatte dall’azienda negli ultimi anni, una quindicina quelli di Piancastagnaio, e questa nuova selezione offre segni positivi e di speranza in controtendenza con i tristi numeri sul lavoro e sulla disoccupazione a cui siamo abituati negli ultimi tempi. Come amministrazione comunale abbiamo, inoltre, deciso di dare un sostegno ai nostri ragazzi organizzando, nelle prossime settimane, alcuni corsi di formazione insieme ai sindacati. Le lezioni cominceranno subito dopo Ferragosto – sedi ed orari saranno comunicati con appositi avvisi – e permetteranno di arrivare più preparati al momento della selezione.
Info. I candidati idonei sono quelli residenti nei Comuni sede di impianti, quindi anche Piancastagnaio, i quali potranno partecipare a due tipi di selezione, la “Junior”, per età tra 18 e 29 anni, per la quale è richiesto uno tra i seguenti titoli di studio: diploma di geometra, perito meccanico, chimico, elettrotecnico, elettronico, in telecomunicazioni o minerario, Ipsia 5 anni con specializzazioni tecniche, maturità scientifica. La “Senior”, per chi è in possesso di diploma di scuola secondaria superiore, percorso di 5 anni, con età inferiore a 40 anni e precedenti esperienze lavorative che andranno riportate nel curriculum, specificando le attività svolte, tempi e ruoli.
Per partecipare è necessario essere inseriti nel database dei candidati con il proprio curriculum vitae: per iscriversi è possibile collegarsi al sito web di Enel, www.enel.it-carriere-invia curriculum (oppure modifica curriculum nel caso in cui il cv fosse già inserito).

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GoNews.it del 3 agosto 2013
Occupazione all’Enel, il coordinamento Sos Geotermia Amiata: “Posti di lavoro? Non c’è nessun bando!”
“Sindaci e media danno ad intendere che si tratti di 12 assunzioni destinate a ‘giorvani’ fino a 40 anni”
…segue ns. comunicato

Grosseto Oggi.net del 3 agosto 2013
Lavoro: la pernacchietta dell’Enel diventa il ruggito dei sindaci (e dei media)
…segue ns.comunicato

Contropiano.org del 4 agosto 2013
Geotermia e Lavoro: la pernacchietta dell’Enel diventa il ruggito dei sindaci (e dei media)
…segue ns.comunicato

Il Tirreno del 6 agosto 2013
SOS GEOTERMIA  «Dall’Enel soltanto le briciole» 
Attacco all’azienda e ai sindaci: nessuna grande opportunità
AMIATA – «Se la grande svolta lavoro è tutta qui, stanno veramente scambiando l’asino con i poponi». Sos geotermia dell’Amiata se la prende coi sindaci, coi media e con tutti quelli che danno credito all’annuncio di Enel Green power che vi sono posti di lavoro per i giovani (sotto i 40 anni) messi a disposizione da Enel. 12 per la precisione, per i residenti a Santa Fiora, Arcidosso e Piancastagnaio, che potranno diventare di più nel corso del tempo. Non sono grandi numeri, è vero, ma tutto fa in tempi di magra come questi. In questo senso la soddisfazione dei sindaci dei tre comuni amiatini coinvolti. Ma Sos geotermia ha i mal di pancia e dichiara: «I sindaci amiatini, in particolare Agnorelli, Verdi e Landi, si sperticano in lodi azzardando che “si tratta di una grande opportunità per i nostri giovani”. Vediamo allora come la “pernacchietta” dell’Enel si trasforma in “grande opportunità”. Tanto per cominciare non c’è nessun bando né richieste tramite gli uffici di collocamento, tanto che per partecipare a queste fantomatiche selezioni bisogna inviare il curriculum all’Enel tramite il suo sito. Siamo peraltro certi che si tratti di lavoro precario, e quindi non a tempo indeterminato. Si dice espressamente che “i candidati idonei alle selezioni, sono quelli residenti nei Comuni di Arcidosso, Santa Fiora e Piancastagnaio”, ma questo non è vero: sarà condizione necessaria avere la residenza in uno dei comuni sedi di impianto geotermico, cioè, Pomarance, Castelnuovo, Monterotondo, Monteverdi, Montieri, Chiusdino, Radicondoli, Piancastagnaio, Santa Fiora e Arcidosso, cioè vi sarà un posto precario per ogni Comune. Alla faccia delle grandi opportunità. Peraltro non si capisce perchè Castel del Piano ed altri Comuni limitrofi che comunque si beccano allo stesso modo i danni della geotermia, non abbiano poi accesso neanche alle lenticchie dell’Enel. I sindaci amiatini promuoveranno corsi di preparazione per tali posti. Serve davvero che ogni comune impegni peraltro risorse per fare dei corsi finalizzati ad un posto precario per Comune? O servono ad altro?» insinuano quelli di Sos geotermia. (f.b.)

La Nazione del 6 agosto 2013
AMIATA I COMITATI AMBIENTALISTI SI MOSTRANO SCETTICI
«Lavoro dalla geotermia? Noi non vediamo certezze»

«Non ci sono bandi e i Comuni dovrebbero riflettere»
«QUALE OPPORTUNITÀ per i giovani? Non c’è alcun bando». Dopo l’annuncio di Enel Green Power relativo alla selezionare di 12 operai da assumere a settembre per l’esercizio e la manutenzione degli impianti geotermici di Santa Fiora, Arcidosso e Piancastagnaio, scatta la presa di posizione di Sos geotermia coordinamento dei movimenti per l’Amiata, formato da cittadini e associazioni che si battono contro lo sfruttamento geotermico del territorio. «Tanto per cominciare attacca il coordinamento non c’è alcun bando né ci sono richieste tramite gli uffici di collocamento. Per partecipare a queste selezioni bisognerebbe genericamente inviare il curriculum vitae all’Enel tramite il sito dell’azienda, quindi la comunicazione è stata evidentemente fatta direttamente da Enel ai sindaci interessati. Siamo certi che si tratti di lavoro precario e non di contratti a tempo indeterminato, come l’Enel aveva chiarito ai tempi dell’ultima convenzione parlando di 100 posti in tutto durante i 5 anni della costruzione delle centrali». In particolare per il coordinamento c’è una certa confusione anche sulle candidature: «Chi potrà partecipare alle selezioni: i giovani dei comuni amiatini di Piancastagnaio, Santa Fiora e Arcidosso oppure, come è stato ventilato, chi ha la residenza in uno dei comuni sede di impianto geotermico, cioè Pomarance, Castelnuovo Valdicecina, Monterotondo Marittimo, Monteverdi Marittimo, Montieri, Chiusdino, Radicondoli, Piancastagnaio, Santa Fiora e Arcidosso? Se tutto va bene, un posto precario per ogni comune, alla faccia delle grandi opportunità. Non si capisce perché Castel del Piano e altri comuni limitrofi, che si beccano allo stesso modo i danni della geotermia, ne resterebbero esclusi». Infine, un riferimento ai sindaci amiatini che hanno già annunciato che promuoveranno corsi di formazione per preparare i candidati alla selezione. «Serve davvero conclude il coordinamento Sos Geotermia che ogni Comune impegni risorse per fare dei corsi finalizzati, se va bene, ad un posto precario per Comune?»