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Lavoro: la pernacchietta dell’Enel diventa il ruggito dei sindaci (e dei media)

sordi_gas_tieDa qualche giorno circola sui media la notizia di ’12-posti di lavoro-12′ offerti dall’Enel, bontà sua, legati agli impianti geotermici.
I sindaci amiatini, in particolare Agnorelli, Verdi e Landi, si sperticano in lodi azzardando che ‘…si tratta di una grande opportunità per i nostri giovani…’. Vediamo allora come la ‘pernacchietta’ dell’Enel si trasforma in ‘grande opportunita per i nostri giovani’.

1. Tanto per cominciare non c’è nessun bando né richieste tramite gli uffici di collocamento, tanto che per partecipare a queste fantomatiche selezioni bisogna ‘genericamente’ inviare il Curriculum Vitae all’Enel tramite il suo sito, quindi la comunicazione è stata evidentemente fatta direttamente da Enel ai sindaci interessati (e alla stampa?).

2. Non sappiamo quindi di che tipo di ‘posti di lavoro’ si tratti; siamo peraltro certi che si tratti di lavoro precario, e quindi NON si tratti di ‘posti fissi’, cioè a tempo indeterminato, come peraltro già l’Enel aveva ben chiarito ai tempi dell’ultima convenzione: 100 posti in tutto durante i 5 anni della costruzione delle centrali.

3. Negli articoli successivi alla ‘pernacchietta’ dell’Enel, assistiamo al ‘ruggito’ dei sindaci e dei media che danno ad intendere che si tratti di 12 posti, comunque precari, ma destinati ai ‘giovani’ fino a 40 anni (sic) dei comuni amiatini di Piancastagnaio, Santa Fiora e Arcidosso.
Si dice espressamente che ‘i candidati idonei ad accedere alle selezioni, sono quelli residenti nei Comuni di Arcidosso, Santa Fiora e Piancastagnaio’, ma questo non è vero, tanto che Il Tirreno, addirittura, mentre nell’edizione amiatina la racconta così, invece nell’edizione della Valdicecina dice che ‘sarà condizione necessaria avere la residenza in uno dei comuni sedi di impianto geotermico’, cioè, ‘Pomarance, Castelnuovo Valdicecina, Monterotondo Marittimo, Monteverdi Marittimo, Montieri, Chiusdino, Radicondoli, Piancastagnaio, Santa Fiora e Arcidosso’, cioè, se tutto va bene, UN POSTO PRECARIO PER OGNI COMUNE, alla faccia delle ‘grandi opportunità’!
Peraltro non si capisce perchè Casteldelpiano ed altri comuni limitrofi che comunque si beccano allo stesso modo i danni della geotermia, non abbiano poi accesso neanche alle ‘lenticchie’ dell’Enel.

4. I sindaci amiatini, nell’annunciare l’eccezionale evento, promuoveranno corsi di preparazione per tali posti. Serve davvero che ogni comune impegni peraltro risorse per fare dei corsi finalizzati, se va bene, ad un posto precario per comune? O servono ad altro?

E’ la solita, triste e tragica storia della geotermia e degli amministratori locali che, a corto di argomenti per giustificare la presenza di impianti pericolosi ed inquinanti sul territorio, sollecitano ed attendono -col cappello in mano- ogni ‘concessione’ dell’Enel, pronti ad amplificare e magnificare ogni pernacchietta che esca dai camini delle centrali.
Se la grande svolta lavoro è tutta qui, stanno veramente scambiando l’asino con i poponi.

Di seguito alcuni degli articoli che annunciano i 12 posti

La Nazione del 2 agosto 2013
Enel green Power assume operai
PIANCASTAGNAIO. NUOVE possibilità di lavoro per i ragazzi di Piancastagnaio. L’Enel Green Power, infatti, ha aperto le iscrizioni per una selezione di operai da assumere per l’esercizio e la manutenzione degli impianti geotermici che avverrà a settembre. «Un’opportunità importante per i nostri giovani». Commenta il sindaco di Piancastagnaio, Fabrizio Agnorelli: «Come amministrazione abbiamo deciso di dare un sostegno ai ragazzi organizzando alcuni corsi di formazione insieme ai sindacati. Le lezioni cominceranno subito dopo Ferragosto sedi ed orari saranno comunicati con appositi avvisi e permetteranno di arrivare più preparati al momento della selezione». I candidati devono risiedere nei Comuni sede di impianti, quindi anche Piancastagnaio. Per iscriversi: www.enel.it-carriere-invia curriculum.

Il Tirreno del 1 agosto 2013
Geotermia, Enel assume 12 operai entro settembre
Saranno selezionati giovani da inserire come apprendisti per la manutenzione degli impianti. I sindaci e i sindacati organizzano corsi di formazione
di Fiora Bonelli
AMIATA Finalmente qualcosa si muove nello scenario dell’occupazione giovanile amiatina. Erano in tanti a sperarlo e in tanti a prometterlo. A settembre Enel Green Power selezionerà giovani per affidare l’esercizio e la manuten-zione degli impianti geotermici per Santa Fiora, Arcidosso e Piancastagnaio. Enel Green Power, infatti, ha aperto le iscrizioni per una selezione di operai da assumere per l’esercizio e la manutenzione degli impianti geotermici, che avverrà a settembre. Si comincia con 12 operai con contratti di apprendistato che poi si trasformeranno a tempo indeterminato, ma si suppone che il numero cresca anche per rimpiazzare i pensionamenti e le uscite dall’organico dell’azienda. Spazio ai giovani, insomma, come le istituzioni chiedevano e Enel Green Power ha sovente promesso. «Si tratta di un’opportunità molto importante per i nostri giovani», commentano i sindaci di Santa Fiora Renzo Verdi, di Piacastagnaio Fabrizio Agnorelli e di Arcidosso Emilio Landi che aggiungono: «Nei 19 comuni geotermici sono già ben 130 le assunzioni fatte dall’azienda negli ultimi anni, di cui una decina del nostro territorio e questa nuova selezione offre segni positivi e di speranza in controtendenza con i tristi numeri sul lavoro e sulla disoccupazione a cui siamo abituati negli ultimi tempi. Come amministrazioni comunali abbiamo, inoltre, deciso di dare un sostegno ai nostri ragazzi organizzando, nelle prossime settimane, alcuni corsi di formazione insieme ai sindacati. Le lezioni cominceranno subito dopo ferragosto. Le sedi saranno a Santa Fiora e a Piancastagnaio; gli orari saranno comunicati con appositi avvisi, sia in forma cartacea, sia nei siti istituzionali dei rispettivi comuni. I corsi permetteranno di arrivare più preparati al momento della selezione». I candidati idonei ad accedere alle selezioni, sono quelli residenti nei Comuni sede di impianti, quindi Arcidosso, Santa Fiora e Piancastagnaio, i quali potranno partecipare a due tipi di selezione, la “Junior”, per età tra 18 e 29 anni, per la quale è richiesto uno tra i seguenti titoli di studio: diploma di geometra, perito meccanico, chimico, elettrotecnico, elettronico, in telecomunicazioni o minerario, Ipsia 5 anni con specializzazioni tecniche, maturità scientifica. La “Senior”, per chi è in possesso di diploma di scuola secondaria superiore, percorso di 5 anni, con età inferiore a 40 anni e precedenti esperienze lavorative che andranno riportate nel curriculum, specificando le attività svolte, tempi e ruoli. Per partecipare occorre essere inseriti nel database dei candidati con il proprio curriculum vitae: per iscriversi è possibile collegarsi al sito web di Enel, www.enel.it.

Candidature aperte dodici posti in Enel Green Power
Si cercano periti e operai per la manutenzione degli impianti Per iscriversi alle selezioni c’è tempo fino al 31 agosto
VALDICECINA Una boccata d’ossigeno. Dodici i posti di lavoro in ballo nella galassia di Enel Green Power per periti e operai da destinare all’esercizio e alla manutenzione degli impianti. Tutti posti riservati ai residenti nei comuni sedi di impianto geotermico. C’è tempo fino al 31 agosto per farsi avanti e partecipare alle selezioni, stando a quanto comunicato dalla direzione aziendale ai rappresentanti sindacali Filctem-Cgil, Flaei-Cisl e Uiltec-Uil. Due i profili previsti, junior e senior, tutti a carattere operativo, inquadrati presso la divisione dell’azienda Operation&Manintenance. «Un’opportunità che si rinnova anche per i candidati che in precedenti selezioni non erano risultati idonei – sottolineano i rappresentanti sindacali –. Organizzeremo, in collaborazione con i comuni interessati, dei corsi di formazione gratuiti per fornire a chiunque sia interessato un supporto specifico sulle materie che saranno oggetto della selezione». Che aggiungono: «A breve diffonderemo le date dei corsi». Una selezione già annunciata, che si inserisce nel solco che dal 2009 ad oggi ha visto nei comuni geotermici l’inserimento in Enel Green Power di 130 nuovi assunti. Un criterio di priorità quello della residenza nei territori sede di impianti geotermici che è sancito negli accordi tra azienda e istituzioni. Profilo Junior. Per quanto riguarda il profilo Junior, per essere ammessi alla selezione è richiesta un’età inferiore a 29 anni, ovvero il candidato non dovrà aver compiuto 30 anni prima dell’eventuale data di assunzione. Inoltre, è richiesto uno dei seguenti diplomi, con una votazione di almeno 65/100: geometra, perito meccanico, elettrotecnico, elettronico, chimico, minerario, telecomunicazioni, Ipsia (5 anni) o liceo scientifico. Profilo Senior. Invece, per quanto riguarda il profilo di Senior, per essere ammessi alle selezioni è richiesta un’età inferiore a 40 anni e un diploma di scuola superiore che abbia avuto un percorso formativo di 5 anni. Ma anche di avere acquisito un’esperienza di almeno tre anni come manutentore meccanico o elettrico oppure di conduzione ed esercizio di impianti industriali. In alternativa, un’esperienza di almeno cinque anni come operatore di macchine utensili. La domanda. Chiunque rientri in uno dei profili, Junior o Senior, per poter essere invitato a partecipare alla selezione dovrà inserire il proprio curriculum vitae sul sito dell’Enel all’indirizzo: http://www.enel.it/it-IT/carriere/, attivando “invia curriculum”, entro il 31 agosto. A questo punto i candidati saranno invitati, attraverso una procedura guidata, a inserire tutti i dati necessari e al termine sarà inviata loro per posta elettronica una password che potrà essere utilizzata per consultare o aggiornare il proprio profilo. Per tutte e due le tipologie di selezione sarà condizione necessaria avere la residenza in uno dei comuni sedi di impianto geotermico, oltre ai nove comuni dell’area tradizionale: Pomarance, Castelnuovo Valdicecina, Monterotondo Marittimo, Monteverdi Marittimo, Montieri, Chiusdino, Radicondoli, Piancastagnaio e Santa Fiora, da questa selezione sarà inserito anche il comune di Arcidosso. La selezione. Per quanto riguarda la selezione, relativamente alle modalità, saranno previste tre prove anziché due come in passato. In particolare, dopo la prova scritta a quiz, ma per i Senior ci sarà, in sostituzione, una prova pratica, verrà svolta, e questa è la novità, una verifica psico-attitudinale. Infine seguirà una prova tecnica orale.

La Nazione del 1 agosto 2013
Dodici assunzioni con Enel Green Power
E i Comuni organizzano corsi preselezione

NUOVE possibilità di lavoro per i ragazzi di Santa Fiora e Arcidosso. Enel Green Power ha aperto le iscrizioni per selezionare 12 operai da assumere a settembre per l’esercizio e la manutenzione degli impianti geotermici che avverrà a settembre. E altri opportunità di lavoro potrebbero aprirsi a breve con il sistema del turn over. «Si tratta di una grossa opportunità commentano i sindaci di Santa Fiora Renzo Verdi e di Arcidosso Emilio Landi. Nei 19 comuni geotermici sono già 130 le assunzioni fatte negli ultimi anni, di cui una decina del nostro territorio e questa nuova selezione offre segni di speranza. Come amministrazioni abbiamo deciso di organizzare nelle prossime settimane corsi di formazione insieme ai sindacati per preparare i ragazzi alle selezioni». I candidati idonei sono quelli residenti nei Comuni sede di impianti: Arcidosso, Santa Fiora e Piancastagnaio. Per partecipare è necessario essere inseriti nel database dei candidati, per iscriversi: www.enel.it-carriere-invia curriculum.

Il Cittadino online del 30 luglio 2013
Geotermia: nuovi posti di lavoro a Piancastagnaio
Enel Green Power selezionerà giovani per l’esercizio e la manutenzione degli impianti
PIANCASTAGNAIO. Nuove possibilità di lavoro per i ragazzi di Piancastagnaio. L’Enel Green Power, infatti, ha aperto le iscrizioni per una selezione di operai da assumere per l’esercizio e la manutenzione degli impianti geotermici che avverrà a settembre.
“Si tratta di un’opportunità molto importante per i nostri giovani”. Commenta il sindaco di Piancastagnaio, Fabrizio Agnorelli. “Nei 19 comuni geotermici sono già ben 130 le assunzioni fatte dall’azienda negli ultimi anni, una quindicina quelli di Piancastagnaio, e questa nuova selezione offre segni positivi e di speranza in controtendenza con i tristi numeri sul lavoro e sulla disoccupazione a cui siamo abituati negli ultimi tempi. Come amministrazione comunale abbiamo, inoltre, deciso di dare un sostegno ai nostri ragazzi organizzando, nelle prossime settimane, alcuni corsi di formazione insieme ai sindacati. Le lezioni cominceranno subito dopo Ferragosto – sedi ed orari saranno comunicati con appositi avvisi – e permetteranno di arrivare più preparati al momento della selezione.
Info. I candidati idonei sono quelli residenti nei Comuni sede di impianti, quindi anche Piancastagnaio, i quali potranno partecipare a due tipi di selezione, la “Junior”, per età tra 18 e 29 anni, per la quale è richiesto uno tra i seguenti titoli di studio: diploma di geometra, perito meccanico, chimico, elettrotecnico, elettronico, in telecomunicazioni o minerario, Ipsia 5 anni con specializzazioni tecniche, maturità scientifica. La “Senior”, per chi è in possesso di diploma di scuola secondaria superiore, percorso di 5 anni, con età inferiore a 40 anni e precedenti esperienze lavorative che andranno riportate nel curriculum, specificando le attività svolte, tempi e ruoli.
Per partecipare è necessario essere inseriti nel database dei candidati con il proprio curriculum vitae: per iscriversi è possibile collegarsi al sito web di Enel, www.enel.it-carriere-invia curriculum (oppure modifica curriculum nel caso in cui il cv fosse già inserito).

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GoNews.it del 3 agosto 2013
Occupazione all’Enel, il coordinamento Sos Geotermia Amiata: “Posti di lavoro? Non c’è nessun bando!”
“Sindaci e media danno ad intendere che si tratti di 12 assunzioni destinate a ‘giorvani’ fino a 40 anni”
…segue ns. comunicato

Grosseto Oggi.net del 3 agosto 2013
Lavoro: la pernacchietta dell’Enel diventa il ruggito dei sindaci (e dei media)
…segue ns.comunicato

Contropiano.org del 4 agosto 2013
Geotermia e Lavoro: la pernacchietta dell’Enel diventa il ruggito dei sindaci (e dei media)
…segue ns.comunicato

Il Tirreno del 6 agosto 2013
SOS GEOTERMIA  «Dall’Enel soltanto le briciole» 
Attacco all’azienda e ai sindaci: nessuna grande opportunità
AMIATA – «Se la grande svolta lavoro è tutta qui, stanno veramente scambiando l’asino con i poponi». Sos geotermia dell’Amiata se la prende coi sindaci, coi media e con tutti quelli che danno credito all’annuncio di Enel Green power che vi sono posti di lavoro per i giovani (sotto i 40 anni) messi a disposizione da Enel. 12 per la precisione, per i residenti a Santa Fiora, Arcidosso e Piancastagnaio, che potranno diventare di più nel corso del tempo. Non sono grandi numeri, è vero, ma tutto fa in tempi di magra come questi. In questo senso la soddisfazione dei sindaci dei tre comuni amiatini coinvolti. Ma Sos geotermia ha i mal di pancia e dichiara: «I sindaci amiatini, in particolare Agnorelli, Verdi e Landi, si sperticano in lodi azzardando che “si tratta di una grande opportunità per i nostri giovani”. Vediamo allora come la “pernacchietta” dell’Enel si trasforma in “grande opportunità”. Tanto per cominciare non c’è nessun bando né richieste tramite gli uffici di collocamento, tanto che per partecipare a queste fantomatiche selezioni bisogna inviare il curriculum all’Enel tramite il suo sito. Siamo peraltro certi che si tratti di lavoro precario, e quindi non a tempo indeterminato. Si dice espressamente che “i candidati idonei alle selezioni, sono quelli residenti nei Comuni di Arcidosso, Santa Fiora e Piancastagnaio”, ma questo non è vero: sarà condizione necessaria avere la residenza in uno dei comuni sedi di impianto geotermico, cioè, Pomarance, Castelnuovo, Monterotondo, Monteverdi, Montieri, Chiusdino, Radicondoli, Piancastagnaio, Santa Fiora e Arcidosso, cioè vi sarà un posto precario per ogni Comune. Alla faccia delle grandi opportunità. Peraltro non si capisce perchè Castel del Piano ed altri Comuni limitrofi che comunque si beccano allo stesso modo i danni della geotermia, non abbiano poi accesso neanche alle lenticchie dell’Enel. I sindaci amiatini promuoveranno corsi di preparazione per tali posti. Serve davvero che ogni comune impegni peraltro risorse per fare dei corsi finalizzati ad un posto precario per Comune? O servono ad altro?» insinuano quelli di Sos geotermia. (f.b.)

La Nazione del 6 agosto 2013
AMIATA I COMITATI AMBIENTALISTI SI MOSTRANO SCETTICI
«Lavoro dalla geotermia? Noi non vediamo certezze»

«Non ci sono bandi e i Comuni dovrebbero riflettere»
«QUALE OPPORTUNITÀ per i giovani? Non c’è alcun bando». Dopo l’annuncio di Enel Green Power relativo alla selezionare di 12 operai da assumere a settembre per l’esercizio e la manutenzione degli impianti geotermici di Santa Fiora, Arcidosso e Piancastagnaio, scatta la presa di posizione di Sos geotermia coordinamento dei movimenti per l’Amiata, formato da cittadini e associazioni che si battono contro lo sfruttamento geotermico del territorio. «Tanto per cominciare attacca il coordinamento non c’è alcun bando né ci sono richieste tramite gli uffici di collocamento. Per partecipare a queste selezioni bisognerebbe genericamente inviare il curriculum vitae all’Enel tramite il sito dell’azienda, quindi la comunicazione è stata evidentemente fatta direttamente da Enel ai sindaci interessati. Siamo certi che si tratti di lavoro precario e non di contratti a tempo indeterminato, come l’Enel aveva chiarito ai tempi dell’ultima convenzione parlando di 100 posti in tutto durante i 5 anni della costruzione delle centrali». In particolare per il coordinamento c’è una certa confusione anche sulle candidature: «Chi potrà partecipare alle selezioni: i giovani dei comuni amiatini di Piancastagnaio, Santa Fiora e Arcidosso oppure, come è stato ventilato, chi ha la residenza in uno dei comuni sede di impianto geotermico, cioè Pomarance, Castelnuovo Valdicecina, Monterotondo Marittimo, Monteverdi Marittimo, Montieri, Chiusdino, Radicondoli, Piancastagnaio, Santa Fiora e Arcidosso? Se tutto va bene, un posto precario per ogni comune, alla faccia delle grandi opportunità. Non si capisce perché Castel del Piano e altri comuni limitrofi, che si beccano allo stesso modo i danni della geotermia, ne resterebbero esclusi». Infine, un riferimento ai sindaci amiatini che hanno già annunciato che promuoveranno corsi di formazione per preparare i candidati alla selezione. «Serve davvero conclude il coordinamento Sos Geotermia che ogni Comune impegni risorse per fare dei corsi finalizzati, se va bene, ad un posto precario per Comune?»

‘La geotermia scatena il terremoto: stop al progetto!’ Tranquilli amministratori, succede in Svizzera…

terremoti_svizzera_banksyDue notizie di questi giorni illustrano meglio di ogni trattato la situazione della geotermia, sui rischi e sulle modalità operative dei ‘saccheggiatori’, nonché sulla miopia degli amministratori.

La prima notizia proviene dalla Svizzera (pubblicata sul Corriere della Sera ed altri media) dove un terremoto di 3,6 gradi di magnitudo ha colpito la zona intorno al lago di Costanza, con epicentro a San Gallo, dove c’è una centrale geotermica. Il Servizio Sismico Svizzero (SED) ha tempestivamente indirizzato l’obiettivo sull’attività della vicina centrale; riferisce infatti: ‘Si suppone che l’episodio sia direttamente collegato alle misure di test e di stimolazione impiegate nel pozzo di trivellazione del progetto geotermico di San Gallo. Già nei giorni scorsi erano stati rilevati numerosi microsismi nelle vicinanze della base del pozzo. Le scosse sono aumentate considerevolmente di numero e di intensità nella notte dal 19 al 20 luglio. Una prima scossa di maggiore entità, di magnitudo 2.1, si è verificata alle ore 2:40 del 20 luglio.’. (Strano che non abbiano pensato agli ‘stili di vita’ degli svizzeri…). L’attività, leggiamo, è stata immediatamente sospesa.
Non è la prima volta che la Svizzera interviene sui terremoti provocati dalla geotermia; già l’8 dicembre 2006 a Basilea ci fu un terremoto di 3,4 gradi di magnitudo; anche in quel caso vennero sospesi i lavori, mai più ripresi, e i responsabili sono stati processati per avere intenzionalmente causato danni alla popolazione, con il pagamento di risarcimenti per oltre 70 milioni di euro.
Questo succede nella vicina Svizzera, mentre in Italia, nonostante le esperienze del passato (in Amiata ricordiamo quello del 1 aprile 2000), la letteratura scientifica e gli allarmi, nulla si fa per prevenire situazioni di rischio sismico, che, ad esempio in Amiata, andrebbero a colpire paesi antichi e sicuramente non adeguati per resistere a forti terremoti.

L’altra notizia, uno scoop de Il Fatto, denuncia che l’Enel organizzava comitati ‘spontanei’ di lavoratori contro le associazioni ambientaliste che contestavano le sue centrali, con le esatte istruzioni su cosa fare, quali strumenti usare e, addirittura, quanti fischietti portare… In sostanza l’Enel, quasi come una associazione occulta, organizzava il consenso e l’appoggio alla sua politica.

Valutando queste notizie con le lenti della nostra realtà ci poniamo (e poniamo ai ns. amministratori) delle domande:
– è l’Enel un operatore affidabile a cui, oltre aver lasciato mano libera sulla montagna, abbiamo affidato anche i controlli?
– le voci che si levano a difendere la geotermia in Amiata sono sempre spontanee e disinteressate?
– ai danni alla salute e alla mortalità accertati, all’inquinamento di aria e acqua, aggiungendo il rischio di una vera e propria catastrofe che verrebbe provocata da un forte terremoto, possibile che la Regione e i suoi vassalli ancora perseverino nello scellerato progetto di raddoppio delle centrali in Amiata, arrivando persino a denunciare chi legittimamente sta informando la popolazione?

E’ ora di dire basta, è ora che la popolazione prenda coscienza che siamo (metaforicamente, ma anche realmente) seduti su un vulcano e che occorre un immediato blocco dell’attività geotermica, prima che sia troppo tardi!

GoNews.it del 24 luglio 2013
I comitati ironizzano: “La geotermia scatena il terremoto: stop al progetto!’ Tranquilli amministratori, succede in Svizzera”
“Non è la prima volta che in quel Paese si interviene sui terremoti provocati da quella scelta”
…segue ns. comunicato

Contropiano.org del 24 luglio 2013
‘La geotermia scatena il terremoto: stop al progetto!’
Tranquilli amministratori, succede in Svizzera..

…segue ns.comunicato

GrossetoOggi.net del 24 luglio 2013
‘La geotermia scatena il terremoto: stop al progetto!’ Tranquilli amministratori, succede in Svizzera.
…segue ns.comunicato

Il Tirreno del 25 luglio 2013
Sos Geotermia attacca Enel: «Provocatori»
di Francesca Gori
«L’Enel è un operatore affidabile a cui, oltre aver lasciato mano libera sulla montagna, abbiamo affidato anche i controlli? Le voci che si levano a difendere la geotermia in Amiata sono sempre spontanee e disinteressate?». Lo chiede Sos Geotermia dopo che “Il Fatto” ha scritto come l’Enel abbia organizzato comitati “spontanei” contro le associazioni ambientaliste che contestavano le sue centrali, con esatte istruzioni su cosa fare, quali strumenti usare, quanti fischietti portare. Per questo e per il rischio terremoti che sarebbe provocato dalla geotermia l’associazione chiede lo stop immediato allo sfruttamento.

Geotermia in Amiata. In mancanza di argomenti si passa alle denunce e alle intimidazioni

altan_classe dirigente fuori vaso2Anzichè affrontare il confronto con i comitati e dare risposte ai cittadini, il sindaco Agnorelli di Piancastagnaio ricorre a denunce ‘contro ignoti’, mentre i carabinieri indagano…

Abbiamo appreso dalla stampa  che il sindaco di Piancastagnaio Fabrizio Agnorelli ha presentato ai carabinieri una denuncia contro ignoti per violazione della proprietà privata  e per  intimidazione alla sua famiglia.
Qualcosa di veramente senza senso, visto che si riferisce alla mobilitazione dolce e pacifica di giovedì 11 luglio, che ha visto numerosi membri dei comitati, giovani e cittadini partecipanti al campeggio Amiata a Bagnore, effettuare nel comune di Piancastagnaio – nelle vie del paese, nei bar, nei negozi, nello stesso palazzo comunale e nella sede della unione dei comuni – la distribuzione di volantini e materiale informativo sia sul programma delle iniziative del campeggio, sia sui rischi ambientali, della  salute dei cittadini e del bacino idrico del nostro territorio, conseguenti allo sfruttamento geotermico di Enel sull’Amiata.
Tutto in un clima disteso, basti pensare che all’atto della distribuzione del materiale nel palazzo comunale, si è svolto un pacifico confronto fra i partecipanti alla iniziativa,  la vicesindaco Sacchi e l’assessore Stolzi sui temi sollevati dai comitati. Come altre abitazioni, anche la casa del primo cittadino è stata interessata dalla consegna del materiale, senza che ciò rappresentasse nessun tentativo né di violazione di domicilio, né di minacce.
L’atto di denuncia del sindaco quindi non solo evidenzia  una reazione incomprensibile nei confronti di quanto accaduto, ma tende a rappresentare verso l’opinione pubblica una immagine negativa dei comitati che  si mobilitano e lottano a salvaguardia del proprio territorio contro la politica speculativa e disastrosa di Enel.
La denuncia del sindaco assume  quindi il valore non tanto di un atto di difesa della sua famiglia e  della sua vita privata, che non vengono messe in discussione, quanto di un atto di repressione del dissenso nei confronti di chi lotta  contro lo sfruttamento geotermoelettrico.
Il sindaco Agnorelli, invece di fare denunce assurde e intimidatorie, dovrebbe ascoltare e farsi carico  delle richieste, preoccupazioni e proposte  che i comitati e i cittadini hanno  dibattuto nei cinque giorni di campeggio e che intendono far conoscere  a tutta la  popolazione amiatina.
Appaiono anche scomposte e intimidatorie le indagine avviate dai Carabinieri sui partecipanti all’iniziativa di Bagnore 4 a partire dai numeri di targa delle auto parcheggiate difronte al cantiere.
Un segnale che mostra ancora una volta il volto repressivo delle istituzioni incapaci di rispondere alle rivendicazioni legittime di tante cittadine e cittadini.
20 luglio 2013

Coordinamento SOS Geotermia
Forum Italiano Movimenti per l’Acqua
Rete StopENEL
Forum Contro le Grandi Opere Inutili e Imposte
Radio Torre Sound System
Yaku
Comitato Beni Comuni Val di Cecina
PCARC Abbadia S.Salvatore
PCARC Cecina
Aldo Zanchetta e Brunella Fatarella
Gianni Bassani, COBAS (Lavoro Privato) WHIRLPOOL SIENA
Comitato Acqua Bene Comune Trentino
Assemblea Permanente No Inceneritori di Parma
Angelo Baracca, Firenze

Marco Santoro, collaboratore STRADE BIANCHE
Comitato per la tutela e la difesa della Valdelsa
SILVANO BRANDI, p/ finanza pubblica e sociale Grosseto
Comitato senese acqua bene comune
ABITANTI A PIEDE LIBERO, Pistoia
Comitato Acqua Pubblica Capena
Comitato Acqua e Beni Comuni Monterotondo-Mentana
Coordinamento Acqua Pubblica Valle del Tevere

Corriere di Siena del 21 luglio 2013
PIANCASTAGNAIO “Mobilitazione dolce e pacifica. Consegnato materiale nella casa del sindaco”

“L’azione di Agnorelli è veramente senza senso”
…segue ns.comunicato

Incontro Istituzioni/Sos geotermia: confermate tutte le preoccupazioni sulla salute. Resta prioritaria e urgente la moratoria di ogni attività geotermica in Amiata

20130617_sfiora_incontro_02cropI Sindaci dei comuni, sede degli impianti geotermici, utilizzando la credibilità ereditata dalle pubbliche istituzioni, stanno applicando una vecchia tecnica di comunicazione: ripetendo in maniera ossessiva una evidente bugia si riesce a diventare credibili, come ha insegnato in Italia chi addebita le sue condanne ai malefici complotti dei Giudici.
L’ultimo a cimentarsi con questa tecnica è il Sindaco di Pomarance, il quale ripete che “ i risultati degli studi sulla salute confermano che le emissioni geotermiche non hanno un peso sugli eccessi delle malattie.”.
E’ esattamente il contrario di quanto è emerso a Santa Fiora il 17 giugno scorso nel confronto pubblico tra il Direttore dell’Agenzia della Sanità della Toscana e un epidemiologico dell’Istituto Tumori di Genova. In quella sede, infatti, è stato accertato concordemente che dagli studi finora fatti non è possibile escludere il concorso delle emissioni inquinanti negli eccessi di mortalità registrato nei comuni sede di impianti geotermici.
Tali studi sono molto parziali e imprecisi, non è stata mai fatta una valutazione cumulativa degli inquinanti, già presenti con certezza, né è stata fatta una valutazione degli effetti sinergici di inquinanti molto pericolosi. Non si vuole applicare il Principio di Precauzione e di Prevenzione e necessitano altri studi più mirati, capaci di individuare le cause ambientali di un sicuro eccesso di mortalità, che in alcuni comuni dell’Amiata particolarmente esposti alle emissioni, sono dell’ordine del + 30% per tumori.
Infine le autorizzazioni rilasciate dalla Regione Toscana si fondano su valutazioni sanitarie errate e inadeguate.
Questo è il quadro chiaramente emerso dalla documentazione presentata e dalle risposte ricevute dai tecnici esperti. Questo quadro è oggettivamente allarmante, giustifica ampiamente la richiesta di moratoria di nuovi impianti avanzata da SOS Geotermia ed espone i Sindaci alle loro responsabilità in tute le sedi.

Il Fatto quotidiano Tv del 26 giugno 2013
Toscana, inquinamento e centrali geotermiche. C’è correlazione?
di Francesco Maria Borrelli
Eccesso di mortalità e ospedalizzazione che oscilla dal +6% al +13% a seconda delle zone, con punte del +30% nel comune di Arcidosso, in provincia di Grosseto. Questi i dati emersi dallo studio ad hoc commissionato nel 2010 dalla Regione ed eseguito dall’Agenzia regionale di Sanità (Ars) e dall’Arpat (Agenzia regionale protezione ambientale) per verificare la correlazione tra le centrali geotermiche presenti in Toscana e l’inquinamento. Da tre anni i comitati cittadini hanno chiesto un confronto con le Agenzie. L’occasione è stata il convegno del 17 giugno a Santa Fiora (GR). Durante l’incontro il direttore dell’Ars, Francesco Cipriani, ha riferito che analizzando i tipi di tumori riscontrati nello studio descrittivo, sembra che non ci sia correlazione con patologie riferibili all’inquinamento. Adesso però è necessario affiancare un secondo studio, a causa dei limiti metodologici del primo. Secondo l’epidemiologo dell’Istituto nazionale per la ricerca sul cancro di Genova, Valerio Gennaro, quello svolto “è uno studio di primo livello, che non risponde al quesito su dove va l’inquinamento, che mix di inquinamenti ci sono, che popolazione è inquinata e quindi come sta la popolazione inquinata rispetto a quella non inquinata”.

Il Tirreno del 20 luglio 2013
Sos Geotermia «Sul rischio tumori bugie dai sindaci»
SANTA FIORA «Bugie» ed «errori di valutazione» sul rapporto tra geotermia e salute umana che pregiudicherebbero quest’ultima. Sos Geotermia – Coordinamento dei movimenti per l’Amiata non fa sconti ai sindaci dei comuni sede degli impianti geotermici. Secondo il comitato contrario allo sfruttamento del calore della terra, i primi cittadini, «utilizzando la credibilità ereditata dalle pubbliche istituzioni, stanno applicando una vecchia tecnica di comunicazione: ripetendo in maniera ossessiva una evidente bugia, si riesce a diventare credibili». Sos Geotermia spiega di essere uscito dal confronto pubblico, tenuto a Santa Fiora il 17 maggio tra il direttore dell’Agenzia della Sanità della Toscana e un epidemiologico dell’Istituto tumori di Genova, con informazioni completamente diverse rispetto a quelle recepite dai sindaci. «È stato accertato – spiega Sos Geotermia – che dagli studi finora fatti non è possibile escludere il concorso delle emissioni inquinanti negli eccessi di mortalità registrato nei comuni sede di impianti geotermici. Tali studi sono molto parziali e imprecisi, non è stata mai fatta una valutazione cumulativa degli inquinanti, già presenti con certezza, né è stata degli effetti sinergici di inquinanti molto pericolosi. Non si vuole applicare il principio di precauzione e prevenzione e servono altri studi più mirati, capaci di individuare le cause ambientali di un sicuro eccesso di mortalità che in alcuni comuni dell’Amiata particolarmente esposti alle emissioni, sono dell’ordine del più 30 per cento di mortalità per tumori. Le autorizzazioni rilasciate dalla Regione si fondano poi su valutazioni sanitarie errate e inadeguate». Per questo Sos Geotermia chiede una moratoria per la costruzione della centrale Bagnore 4.

La Nazione del 20 giugno 2013
IMPIANTI. Il Comitato «Sos Geotermia» chiede nuove verifiche
«Geotermia Servono studi»
di Cristiano Bernacchi
AMIATA. A SEGUITO del confronto tenutosi a Santa Fiora tra il direttore dell’Agenzia della Sanità Toscana Francesco Cipriani e l’epidemiologo Valerio Gennaro dell’Istituto tumori di Genova, il comitato «Sos Geotermia» rilancia la richiesta di moratoria sull’attività geotermica sull’Amiata. «In quella sede, come dicono i rappresentanti del Comitato ambientalista è stato accertato che dagli studi finora fatti non è possibile escludere il concorso delle emissioni inquinanti negli eccessi di mortalità registrato nei comuni sede degli impianti». Stando a quanto sostiene «Sos Geotermia», tali studi «sono molto parziali ed imprecisi e, in più, non è mai stata fatta una valutazione cumulativa degli inquinanti, già presenti con certezza, né è stata fatta una valutazione degli effetti sinergici di inquinanti molto pericolosi». Oltre alla moratoria, quindi secondo il comitato, «è necessario che si facciano altri studi più mirati, capaci di individuare le cause ambientali di un sicuro eccesso di mortalità, che in alcuni comuni dell’Amiata particolarmente esposti alle emissioni, sono del + 30 % di mortalità per tumori». Durante l’incontro, particolarmente partecipato, alcuni sindaci presenti hanno confermato che la costruzione di Bagnore 4 non è in discussione, anche se la guardia sui monitoraggi deve rimanere sempre alta.

Corriere di Maremma del 20 giugno 2012
Amministratori, esperti e cittadini a confronto sulla questione geotermia
SANTA FIORA Si è ancora parlato di geotermia sull’Amiata lunedì 17 giugno in un incontro fra amministratori, esperti e cittadini, promosso dall’Unione dei Comuni dell’Amiata Grossetana in accordo con i Comitati di Sos Geotermia. Nella Sala del Popolo del Comune di Santa Fiora si sono confrontati cittadini edesperti dell’Arsia e dell’Arpat per rispondere alle domande e cercare di dare risposte per quanto possibile chiare ed esaustive. Un mese fa furono presentati i dati di una ricerca dell’Agenzia Regionale della Salute e dell’ Arpat provinciale sullo stato di salute dell’Amiata facendo conoscere i dati raccolti nel corso di dieci anni (2000 2009) riferiti ai territori geotermici della Toscana e quindi anche dell’Amiata. In quella occasione vennero fornite informazioni sui vari elementi dello statodi salute quali mortalità, ospedalizzazione, patologie ricorrenti fra la popolazione e venne esclusa una correlazione fra l’attività geotermica in essere sull’Amiata e le patologie riscontrate. Lunedì 17 si è voluto focalizzare nel merito della questione con approfondimenti più particolari nei quali si sono soffermati i dottori Francesco Cipriani (Ars) e Valerio Gennaro (oncologo dell’I.S.T. di Genova). L’occasione è stata utile per la popolazione per presentare ancheuna serie di punti interrogativi e domande per ulteriori approfondimenti. Intanto la ricerca che l’Agenzia Regionale sta effettuando riguarda i dati fino al 2012, cioè ulteriori tre anni rispetto a quelli conosciuti che arrivano al 2009, il risultato dei quali sarà presentato alla popolazione nel settembre/ottobre prossimo. “E’ stato utile il confronto – dice il presidente della Conferenza dei Sindaci Emilio Landi – ed è stato preso impegno da parte delle istituzioni pubbliche di procedere ad ulteriori approfondimenti anche in tema di acqua e aria che il costituendo Osservatorio dell’Amiata avrà come funzione, operando approfondimenti ancora più mirati entrando nel merito delle questioni per dare risposte più certe e poter tranquillizzare la gente. L’impegno è rivolto anche a monitorare l’azione di Enel in modo costante”. Non sono stati, comunque, chiariti ancora una volta molti punti messi sul tavolo e fra i molti interrogativi senza risposta, ad esempio, c’è quello relativo alle mortalità degli uomini superiore a quella delle donne. I Comitati di Sos Geotermia hanno avanzato anche la proposta di una moratoria inattesa dei risultati delle indagini in corso, ma su questo tema le Amministrazioni locali si trincerano dietro alle autorizzazioni già concesse dallaRegione alla quale spetta il diritto di intervenire. Dunque, in sostanza, le attività già in essere andranno avanti e alle amministrazioni locali toccherà il solocompito, importantissimo, di “controllare la salute dei cittadini, facendorispettare le norme legislative in essere”.

Il Tirreno del 19 giugno 2013
Geotermia: tra moratoria e controlli dialogo impossibile
ARCIDOSSO A detti dei presenti è stato un incontro interessante quello avvenuto a Santa Fiora lunedì pomeriggio sulla questione “geotermia e salute”, organizzato in comune fra istituzioni e comitati antigeotermici. Alla presenza di esperti istituzionali, fra cui Francesco Cipriani dell’Agenzia Regionale di Sanità (Ars) e Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto tumori di Genova a cui i cittadini hanno potuto rivolgere quesiti e chiedere chiarimenti. Anche da questo incontro i comitati sono usciti chiedendo una moratoria per la centrale di Bagnore 4 adesso in costruzione, mentre i sindaci presenti hanno tenuto a ribadire che la costruzione della nuova centrale non è in discussione, anche se non si abbassa il monitoraggio su cui le istituzioni locali e la Regione si sono impegnati. «Intanto – spiega il sindaco di Santa Fiora Verdi – va avanti la verifica degli eccessi di mortalità che si riscontrano in Amiata e a settembre ci sarà la presentazione del nuovo step di analisi che l’Ars e l’Arpat porteranno avanti. In questi ulteriori approfondimenti, aggiunge, noi Comuni siamo d’accordo a metterci soldi di tasca nostra, affinché vengano con costanza le nuove risposte degli scienziati. Insomma, tutto va avanti, la centrale e le analisi, da cui usciranno nuovi dati con nuovi metodi e nuove tecnologie». Anche il sindaco Emilio Landi avverte che «questo incontro fa parte del programma degli obiettivi che noi istituzioni ci eravamo prefissati per mettere in piedi l’osservatorio per la geotermia di cui da tempo si parla. Lunedì l’incontro ha riguardato la sanità, ma ne faremo altri dedicati all’aria e all’acqua, ad esempio. L’intendimento istituzionale è di mantenere aperte le disponibilità che vengono dalle sollecitazioni a non abbassare la guardia, ma ad avere le cose sotto controllo. Terremo d’occhio le centraline e i dati, il loro funzionamento continuo, i piezometri». Intanto i Comuni hanno dato disponibilità ad Ars che chiede un ulteriore incarico per approfondire i dati sanitari. «Questo non può che essere un bene: saranno analisi mirate e con esse di spera di stabilire meglio i motivi degli eccessi di mortalità in Amiata», conclude Landi. (f.b.)

GreenReport.it del 21 giugno 2013
Geotermia e salute, Toscana alla (impossibile) ricerca della certezza
Il confronto tra istituzioni e comitato SOS geotermia sui dati sulla salute nelle aree geotermiche non poteva che avere l’esito che ha avuto: ognuno rimane della sua opinione
di Lucia Venturi
È stato un serrato dibattito quello che si è svolto alla sala del Popolo di Santa Fiora tra i rappresentanti istituzionali e il comitato SOS geotermia, supportato dal loro esperto di riferimento, per approfondire i dati sulla salute emersi dall’indagine epidemiologica condotta da ARS per conto della Regione Toscana sulle popolazioni delle aree geotermiche.
Un contraddittorio richiesto dal comitato che si oppone allo sviluppo della geotermia sull’Amiata, e che le istituzioni hanno organizzato, chiamando a rispondere alle domande da una parte Francesco Cipriani Direttore dell’Agenzia Regionale di Sanità e dall’altra Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto Tumori di Genova, chiamato da SOS geotermia.
L’incontro era volto a chiarire le questioni dibattute sui risultati dell’indagine epidemiologica condotta da ARS sulle popolazioni delle aree geotermiche ma si è, ovviamente, esteso anche alle altre questioni ambientali, cui ha risposto Marco Pellegrini, Coordinatore dell’Area Vasta Sud di ARPAT.
Sugli aspetti ambientali, in particolare qualità dell’aria e dell’acqua, l’impegno assunto dal Sindaco di Arcidosso, Emilio Landi, è stato quello di organizzare un prossimo incontro, dato che, anche su questi temi, molte sono state le richieste di approfondimento.
Un incontro senza dubbio interessante, peccato che oltre alla presenza dei rappresentanti del comitato e di alcuni sindaci non  fossero presenti anche gli altri cittadini dell’area geotermica dell’Amiata.
Clima disteso, nonostante tutto, domande inerenti e ben studiate quelle che sono state poste, risultato pressoché scontato, che ha portato a chiedere nuovamente ai sindaci presenti di avviare una moratoria sulla realizzazione della nuova centrale di Bagnore. E anche in questo caso il risultato era altrettanto scontato: sia Renzo Verdi, che Emilio Landi, rispettivamente sindaco di Santa Fiora e di Arcidosso, hanno infatti ribadito la loro intenzione a non rinunciare alla geotermia ma nemmeno a fare sconti sulla salute della popolazione.
A tale proposito hanno informato i presenti che sosterranno in Regione la richiesta di approfondire gli studi sanitari con un progetto – già presentato da ARS – volto a mettere in piedi un’ulteriore indagine epidemiologica, non più descrittiva ma eziologica, per confermare i risultati sino ad oggi acquisiti ed indagare sulle reali cause del quadro clinico rilevato.
L’indagine che é stata svolta e aggiornata con nuove serie di dati ha portato, infatti a rilevare alcuni eccessi di mortalità ma solo nei maschi, di malattie (tumorali e non) e di ospedalizzazione tra la popolazione amiatina, ma «per  cause in cui il fattore ambientale è poco o per niente rappresentato» ha spiegato Cipriani e in un’area, quella dell’Amiata appunto, «dove le emissioni geotermiche sono più basse rispetto all’area tradizionale».
Da cui le conclusioni che non può essere la geotermia la causa di questi eccessi «che comunque preoccupano» ha sottolineato più volte Cipriani e che «è bene approfondire»: per questo le tre ASL hanno aumentato la loro attività clinica per interventi di prevenzione.
«Gli indizi rilevati – ha spiegato Cipriani- fanno ipotizzare che le cause delle criticità riscontrate siano prevalentemente riconducibili a fattori occupazionali, stili di vita, fattori genetici, forse anche ad altri fattori ambientali, penso all’arsenico, piuttosto che alle emissioni geotermiche».
Per questo «le conclusioni hanno segnalato una situazione rassicurante, rispetto alla presenza di attività geotermica, ma questo non significa che un problema non ci sia e che sia giusto studiarne la causa. Sarebbe però più corretto approfondire il problema dell’esposizione storica all’arsenico, che può essere la causa di danni sistemici oltre al tumore».
Quindi una posizione molto chiara quella di Francesco Cipriani, che invitava a guardare altrove anziché alle emissioni geotermiche, ricordando che anche per quanto riguarda l’acido solfidrico, allo stato attuale non esiste una sufficiente evidenza scientifica degli effetti a lungo termine delle esposizioni croniche a basse dosi.
I principali studi condotti da Bates, sulla popolazione neozelandese di Rotorua esposta ad emissioni naturali molto più alte di quelle dell’Amiata (dove attualmente i sistemi di abbattimento AMIS hanno ridotto del 90% le emissioni delle centrali) indicano «che non si sono rilevati problemi sanitari e anzi, da recenti studi di epidemiologia molecolare, risulta dotato di importanti effetti sul metabolismo cellulare, ossia su molti processi biochimici importanti per la vita delle cellule, in particolare per la salute del sistema cardiovascolare».
Dopo la breve introduzione di Francesco Cipriani che ha ricordato le linee metodologiche dell’indagine svolta, le conclusioni cui è giunta e gli aggiornamenti in corso, e l’intervento di Valerio Gennaro, che, a sua volta, ha illustrato quali debbano essere gli elementi da considerare in un’indagine epidemiologica, è iniziato il vero contraddittorio con l’esposizione da parte di Andrea Borgia e dei rappresentanti di SOS Geotermia di 14 domande, alle quali -una ad una- è stata data una risposta, laddove una risposta era possibile.
La gran parte delle domande era tesa infatti a far escludere categoricamente il “concorso degli inquinanti emessi dalle centrali geotermiche negli eccessi rilevati” sulla popolazione dell’Amiata cui Francesco Cipriani, ha dovuto rispondere che «non è possibile escludere nulla e nessun ricercatore può escludere nulla, perché nel campo medico e biomedico non esiste l’assoluta certezza».  «Quello che si può fare, ed è quello che è stato fatto- ha continuato Cipriani– è dare, sulla base dei dati e delle conoscenze a disposizione, una risposta sulla situazione in atto e individuare eventuali cose da fare: per questo abbiamo detto che gli indizi ci portano a dare una risposta rassicurante per quanto riguarda la geotermia  ma non per la presenza comunque riscontrata di alcuni eccessi, sui quali è doveroso indagare per individuare quale sia la causa».
Per questi ulteriori approfondimenti, ha detto Renzo Verdi rispondendo ad una domanda che chiedeva la disponibilità delle amministrazioni a chiedere alla Regione Toscana un ulteriore studio, condotto da ARS,  «noi Comuni siamo d’accordo a metterci soldi di tasca nostra» perché, e lo ha ribadito anche Emilio Landi, «vorremmo riuscire a stabilire meglio i motivi degli eccessi di mortalità sull’Amiata».
Il prossimo incontro – già annunciato dal Sindaco di Arcidosso a nome dell’Unione dei comuni dell’Amiata – sempre improntato come contraddittorio – sarà dedicato ai temi ambientali, in particolare all’aria e all’acqua, temi su cui si sono soffermate molte delle domande poste e che in parte hanno già, comunque, avuto risposta.

Il 17 giugno a S.Fiora primo confronto tra cittadini e istituzioni

votantonioDopo mesi di sollecitazioni e massima disponibilità dei comitati di Sos Geotermia, finalmente il 17 giugno (h.17,00) a Santa Fiora ci sarà un primo incontro/contraddittorio tra le istituzioni ed i cittadini.
Avremmo voluto un contraddittorio a tutto campo, dalle emissioni inquinanti alla diminuzione del bacino idrico, dagli allarmanti aumenti di mortalità e patologie ai rischi sismici, ma la disponibilità per questo appuntamento sarà circoscritta alla questione salute. Interverrà Francesco Cipriani dell’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) e Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto Tumori di Genova a cui i cittadini potranno poi rivolgere quesiti e chiedere chiarimenti.
Riteniamo che questa scadenza sia molto importante per approfondire il confronto a tutto campo sulla geotermia e i suoi effetti  mettendo in luce le criticità sanitarie ed ambientali. Ci auguriamo che questo incontro sia un ulteriore passo per comprendere e valutare, al di là delle banalizzazioni e senza essere troppo tecnicisti, i rischi della geotermia di Enel in Amiata. Non c’è informazione nè democrazia senza trasparenza.
Invitiamo tutti alla massima partecipazione perchè riteniamo che, pur con i limiti imposti, questo incontro possa essere una tappa di un reale percorso democratico in cui ai cittadini venga riconosciuto il diritto all’informazione, prima, e alle scelte sul territorio, poi.

Il Tirreno del 19 giugno 2013
Geotermia: tra moratoria e controlli dialogo impossibile
ARCIDOSSO. A detti dei presenti è stato un incontro interessante quello avvenuto a Santa Fiora lunedì pomeriggio sulla questione “geotermia e salute”, organizzato in comune fra istituzioni e comitati antigeotermici. Alla presenza di esperti istituzionali, fra cui Francesco Cipriani dell’Agenzia Regionale di Sanità (Ars) e Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto tumori di Genova a cui i cittadini hanno potuto rivolgere quesiti e chiedere chiarimenti. Anche da questo incontro i comitati sono usciti chiedendo una moratoria per la centrale di Bagnore 4 adesso in costruzione, mentre i sindaci presenti hanno tenuto a ribadire che la costruzione della nuova centrale non è in discussione, anche se non si abbassa il monitoraggio su cui le istituzioni locali e la Regione si sono impegnati. «Intanto – spiega il sindaco di Santa Fiora Verdi – va avanti la verifica degli eccessi di mortalità che si riscontrano in Amiata e a settembre ci sarà la presentazione del nuovo step di analisi che l’Ars e l’Arpat porteranno avanti. In questi ulteriori approfondimenti, aggiunge, noi Comuni siamo d’accordo a metterci soldi di tasca nostra, affinché vengano con costanza le nuove risposte degli scienziati. Insomma, tutto va avanti, la centrale e le analisi, da cui usciranno nuovi dati con nuovi metodi e nuove tecnologie». Anche il sindaco Emilio Landi avverte che «questo incontro fa parte del programma degli obiettivi che noi istituzioni ci eravamo prefissati per mettere in piedi l’osservatorio per la geotermia di cui da tempo si parla. Lunedì l’incontro ha riguardato la sanità, ma ne faremo altri dedicati all’aria e all’acqua, ad esempio. L’intendimento istituzionale è di mantenere aperte le disponibilità che vengono dalle sollecitazioni a non abbassare la guardia, ma ad avere le cose sotto controllo. Terremo d’occhio le centraline e i dati, il loro funzionamento continuo, i piezometri». Intanto i Comuni hanno dato disponibilità ad Ars che chiede un ulteriore incarico per approfondire i dati sanitari. «Questo non può che essere un bene: saranno analisi mirate e con esse di spera di stabilire meglio i motivi degli eccessi di mortalità in Amiata», conclude Landi. (f.b.)

Il Tirreno del 17 giugno 2013
Geotermia, primo contraddittorio aperto
Istituzioni e comitati contrari allo sfruttamento si affrontano oggi in un incontro a Santa Fiora
SANTA FIORA. La sala del popolo di palazzo Sforza Cesarini, a Santa Fiora, ospita oggi alle 17 un incontro sulla geotermia e la questione salute. Interverranno Francesco Cipriani dell’Agenzia regionale di sanità e Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto Tumori di Genova a cui i cittadini potranno poi rivolgere quesiti e chiedere chiarimenti. L’incontro è stato organizzato per la prima volta in tandem da istituzioni (sindaco di S. Fiora Verdi e presidente della conferenza sindaci Unione Emilio Landi) e dai comitati antigeotermici, i quali definiscono l’appuntamento un « incontro/contraddittorio tra le istituzioni ed i cittadini». Da parte istituzionale, è un incontro di approfondimento.Cipriani riferirà dati già noti e l’area di ulteriori approfondimenti in ambito salute. Accanto a lui il dott. Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto tumori di Genova, nome indicato dai comitati antigeotermici: «Riteniamo che questa scadenza sia molto importante per approfondire il confronto a tutto campo sulla geotermia e i suoi effetti mettendo in luce le criticità sanitarie ed ambientali. Ci auguriamo che questo incontro sia un ulteriore passo per comprendere e valutare, al di là delle banalizzazioni e senza essere troppo tecnicisti, i rischi della geotermia di Enel in Amiata – spiegano quelli di SoS geotermia – Invitiamo alla massima partecipazione perchè riteniamo che, pur con i limiti imposti, questo incontro possa essere una tappa di un reale percorso democratico in cui ai cittadini venga riconosciuto il diritto all’informazione e alle scelte sul territorio». Avremmo voluto un contraddittorio a tutto campo, dalle emissioni inquinanti alla diminuzione del bacino idrico, dagli allarmanti aumenti di mortalità e patologie ai rischi sismici, ma la disponibilità per questo appuntamento sarà circoscritta alla questione salute. (f.b.)

GoNews del 16 giugno 2013
Geotermia, il 17 giugno primo confronto tra cittadini e istituzioni
Interverrà Francesco Cipriani dell’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) e Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto Tumori di Genova
Dopo mesi di sollecitazioni e massima disponibilità dei comitati di Sos Geotermia, finalmente il 17 giugno a Santa Fiora ci sarà un primo incontro/contraddittorio tra le istituzioni ed i cittadini.
Avremmo voluto un contraddittorio a tutto campo, dalle emissioni inquinanti alla diminuzione del bacino idrico, dagli allarmanti aumenti di mortalità e patologie ai rischi sismici, ma la disponibilità per questo appuntamento sarà circoscritta alla questione salute.
Interverrà Francesco Cipriani dell’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) e Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto Tumori di Genova a cui i cittadini potranno poi rivolgere quesiti e chiedere chiarimenti.
Riteniamo che questa scadenza sia molto importante per approfondire il confronto a tutto campo sulla geotermia e i suoi effetti  mettendo in luce le criticità sanitarie ed ambientali. Ci auguriamo che questo incontro sia un ulteriore passo per comprendere e valutare, al di là delle banalizzazioni e senza essere troppo tecnicisti, i rischi della geotermia di Enel in Amiata.
Non c’è informazione nè democrazia senza trasparenza.
Invitiamo tutti alla massima partecipazione perchè riteniamo che, pur con i limiti imposti, questo incontro possa essere una tappa di un reale percorso democratico in cui ai cittadini venga riconosciuto il diritto all’informazione, prima, e alle scelte sul territorio, poi.
Fonte: SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata

Castagneti amiatini: cronaca di una morte annunciata?

cinipide_sull_amiataProposta per combattere i parassiti del castagno e della montagna.
E’ desolante la primavera amiatina nei castagni come desolanti sono i commenti che, come nelle pestilenze medievali, provano ad esorcizzare il ‘castigo divino’ cercando capri espiatori buoni per ogni evenienza.
Il ‘cinipide del castagno’, così come anche il ‘punteruolo rosso della palma’, sono niente altro che le conseguenze di una economia globalizzata fondata sul profitto di pochi delinquenti sulle spalle delle popolazioni di tutto il mondo; quando per aumentare il guadagno su un prodotto, e stiamo parlando anche di prodotti tipici italiani, si va a comprare a basso costo dall’altra parte del mondo, poi spesso con il prodotto ‘importiamo’ anche qualche sgradito ospite che qui da noi mai s’era visto e non fa parte della nostra catena ecologica.
Dalla famosa zanzara tigre, via via, fino al cinipide del castagno che dal nord italia, dove è comparso, è arrivato da noi; e ci voleva un indovino per sapere che sarebbe arrivato? il ministero competente, la regione, gli enti territoriali come si sono preparati ad accoglierlo? O forse, nel bel Paese delle emergenze, aspettiamo la catastrofe così chiediamo lo ‘stato di calamità’ e ci danno qualche soldino?
Come Sos Geotermia siamo stati tirati in ballo perchè la nostra battaglia per l’Amiata non è solo contro il saccheggio delle centrali Enel, ma, come scritto nel nostro ‘manifesto’ e come andiamo proponendo in ogni occasione, anche per un diverso modello di sviluppo basato sul vero tesoro di questo territorio che sono la sua natura, le bellezze paesaggistiche e storiche, le produzioni agroalimentari d’eccellenza, tra cui, senza dubbio, vi è la castagna.
Anche se fra noi ci sono proprietari di castagneti, non abbiamo la soluzione in tasca per il problema cinipide, però possiamo avanzare delle proposte usando il buon senso con cui abbiamo sempre affrontato i problemi.
Ad oggi, ci dicono, l’unico rimedio che abbia efficacia, anche se sul medio/lungo termine, è il lancio dell’insetto antagonista del cinipide, ma che tale pratica risulti peraltro molto costosa; quindi abbiamo un problema immediato che è quello dell’uso dell’antagonista per fermare l’invasione e un problema di trovare nuove e diverse soluzioni, cioè di ‘ricerca’.
Quindi significa che c’è bisogno di finanziamenti ‘importanti’ per l’acquisto e lancio dell’antagonista e per la ricerca.
Non è ipotizzabile che siano i proprietari dei castagneti, quasi tutti a conduzione familiare, in grado di sostenere tali spese e, soprattutto, non è giusto che loro paghino per colpe di altri.
Siamo peraltro allarmati dai rischi, naturali e non, legati ad un eventuale abbandono dei castagneti che provocherebbe un danno enorme al paesaggio, all’equilibrio floro-faunistico e all’assetto idrogeologico del territorio e potrebbe favorire gli appetiti dei soliti saccheggiatori con l’arrivo di centrali a biomasse, già previste nell’art.3 del recente protocollo firmato tra regione e Enel a seguito della delibera 58 del 29.01.2013, che si ‘mangerebbero’ i boschi. Che qualcuno non aspetti altro?
Si metta quindi all’ordine del giorno una mobilitazione dell’intera montagna, cittadini e amministratori, per pretendere che la Regione ed il Governo stanzino i finanziamenti necessari.
Sosterremo qualsiasi iniziativa che vada in questa direzione ed, anzi, invitiamo sia l’associazione Castagna Amiata IGP che le forze politiche amiatine a promuovere altri incontri/assemblea con la popolazione per discuterne insieme ed avviare una forte campagna in difesa dei castagneti. Noi ci saremo.

AGGIORNAMENTO:
Sciùr padrùn da le bele braghi bianchi, fòra li palanchi!

Come potete leggere nell’articolo del Tirreno del 4 giugno (qui sotto riportato), a detta di Lorenzo Fazzi -Castagna Amiata IGP-, per la copertura integrale del territorio servirebbero 40 mila euro ed ha sollecitato le famiglie che coltivano e curano i castagneti a farsi avanti per pagare tale somma.
Non sappiamo se il Fazzi abbia già richiesto alle istituzioni (locali, provinciali, regionali e nazionali) la coperture di tali spese, ma ci sembra veramente inaccettabile che a fronte di una tale modesta cifra non siano già stati stanziati i fondi e si tenti di far ricadere i costi su chi già dal cinipide ha avuto, e avrà, già molti danni e -ribadiamo- non per sua colpa!
Riconfermiamo la nostra proposta e rilanciamo: non possiamo accettare dalle istituzioni giustificazioni di bilancio quando, ad esempio, comuni e regione ricevono milioni e milioni dall’Enel a cui hanno svenduto la montagna: che li usino almeno per una buona causa!
Si faccia anche un programma per indennizzare i coltivatori che nei prossimi anni vedranno ridotti o annullati i raccolti affinchè non abbandoni i castagneti continuando l’indispensabile opera di cura della montagna e di prevenzione per dissesti idrogeologici che un territorio abbandonato inevitabilmente porta con se.

 

Il Tirreno del 4 giugno 2013

Castagni malati, parte l’appello. Servono 40mila euro per l’insetto che uccide il parassita
«Se tutti si associano, si spenderà meno»

di Fiora Bonelli
CASTEL DEL PIANO Mentre l’Associazione della castagna amiatina Igp sta distribuendo un vademecum per la lotta al cinipide del castagno, e mentre c’è chi piange sotto le fronde raggrinzite, il cinipide, l’insetto cinese che sta distruggendo il bosco castanicolo, sfarfalla. E ormai per quest’anno è andata. Il raccolto in capo a due anni sarà zero. «La portata di questo disastro – spiega Lorenzo Fazzi che da anni si occupa del problema – mette in discussione la stessa sopravvivenza di un ambiente e di una economia, di cui rivedremo qualcosa di positivo entro sette anni. Forse». Cosa devono fare i castanicoltori per fronteggiare la “peste cinese”? Siccome l’unico sistema di lotta disponibile è l’antagonista Torymus, bisogna spalmarlo in tutti i castagneti. I lanci che occorrono per coprire tutto il territorio sono 150 per un importo di spesa previsto di 40mila euro. Una coppia costa all’incirca 400 euro. L’associazione, dunque, invita chi fosse interessato e disposto a frugarsi in tasca a diventare socio dell’associazione (l’iscrizione costa solo 25 euro) e a prenotarsi per ospitare lanci nel suo castagneto. Dopo che il lancio sarà effettuato o subito prima, sarà possibile sapere la quota pro capite dei castanicoltori, che comunque spenderanno di certo meno rispetto a quanto spenderebbero se facessero tutto da soli. Infatti la quota finale da pagare dipenderà dall’importo che verseranno le istituzioni e anche da quanto contribuiranno i commercianti di castagne. «Ci serve un budget di 40mila euro. La parte dei privati dipende dalla cifra che impegneranno gli altri due soggetti, istituzioni e commercianti», spiega Fazzi. Le prenotazioni vanno fatte nella sede dell’associazione della castagna in località Colonia, entro il prossimo ottobre, perché a dicembre saranno acquistate le coppie di Torymus e poi lanciate. È questa, l’ultima chiamata alle armi per i castanicoltori che si vedono scippare da un insetto con gli occhi a mandorla un giro economico di circa 6 milioni di euro perduto per 7 anni e se tutto andrà bene – cioè se l’antagonista sarà comprato in numero di 150 lanci e se attecchirà – i proprietari potranno riparlare di raccolto fra 7-8 anni. Nel frattempo che fare? «Da quel che sappiamo – spiega Fazzi – il cinipide indebolisce tantissimo il castagno, ma non lo secca definitivamente. Dunque il castagneto va aiutato con buone pratiche di concimazione e di potatura; regole e pratiche sono descritte accuratamente nel vademecum distribuito ai soci. Alla questione sta lavorando anche il Cnr e bisogna muoversi tutti, istituzioni e privati». E sebbene questa tragedia dell’Amiata sia un disastro ambientale non discutibile, non è al momento quantificabile. «È per questo – conclude Lorenzo Fazzi – che non abbiamo potuto ancora chiedere la calamità naturale. Proveremo a chiedere dei contributi per chi non abbandona la proprietà, come accade, ad esempio, per altri tipi di coltivazioni. Ce la potremo fare solo tutti insieme».

dal mipaaf. Ecco il progetto Bioinfocast
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali il 10 giugno presenterà al Tavolo di filiera frutta in guscio – sezione castagne –le attività fatte sul territorio nazionale per la lotta biologica al cinipide del castagno. Nell’ambito del progetto “Bioinfocast”, finanziato dal Mipaaf e coordinato dal Cra-Abp (Centro di ricerca per l’agrobiologia e la pedologia di Firenze) è stata condotta la lotta biologica al cinipide orientale del castagno mediante il rilascio, con il metodo propagativo, del parassitoide Torymus sinensis, allevato nei laboratori del Disafa dell’università i di Torino. Le tre associazioni (associazione nazionale Città del Castagno, Centro di studio e documentazione sul castagno e Castanea) hanno curato l’organizzazione, il prelievo e la distribuzione degli adulti di Torymus ai servizi fitosanitari delle 17 regioni coinvolte nel progetto, che hanno individuato i punti di lancio. Effettuati 500 lanci per un totale di 82.500 adulti di Torymus. (f.b.)

Il Tirreno del 1 giugno 2013

«Contro il cinipide c’è solo la via bio»
Salvadori (Regione): «Siamo consapevoli che servono 2 anni ma i trattamenti chimici sono fuori discussione»
CASTEL DEL PIANO «Per risolvere il problema del cinipide la Regione Toscana ha intrapreso la via maestra, quella della lotta biologica, l’unica che può garantire risposte definitive e ecologicamente compatibili». Lo dichiara l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori dopo l’uscita sulla stampa locale di denunce sulla grave situazione in cui si trovano i castagni sull’Amiata a causa dell’attacco del cinipide. «Siamo perfettamente consapevoli dei danni prodotti da questo parassita – continua Salvadori – così come sappiamo che probabilmente la decrescita del problema sarà evidente solo nei prossimi due o tre anni. Ma altrettanto siamo consapevoli del fatto che per contenere l’infestazione e ristabilire un equilibrio biologico così alterato non esistono tempi brevi né scorciatoie». L’assessore cita l’esempio della provincia di Viterbo dove, per la lotta al cinipide, in un primo tempo sono stati fatti trattamenti chimici risultati inefficaci e altamente impattanti per l’ecosistema castagno. Solo dopo si è fatto retromarcia a favore di programmi di lotta biologica come quelli adottati in Toscana. La Regione ha sviluppato attività e sinergie nella lotta al cinipide, potenziando il monitoraggio del territorio e coinvolgendo tutti i soggetti istituzionali che operano nel settore foreste. In questi giorni e per tutto il mese di giugno saranno effettuati controlli sui luoghi di lancio da parte del Servizio fitosanitario Regionale al fine di verificare l’avvenuta acclimatazione dell’insetto utile. Già dal 2008, anno di prima segnalazione del cinipide in Toscana, l’attività di monitoraggio e di raccolta delle segnalazioni da parte dei castanicoltori è stata affiancata da un’accurata campagna d’informazione con materiale illustrativo e incontri tecnici nei principali comprensori castanicoli della regione. Nel 2009 è stato avviato unconfronto con altre amministrazioni regionali e con il mondo della ricerca per definire le strategie più efficaci per contenere la diffusione del cinipide e, possibilmente, limitare i danni alla produzione. Lo strumento scelto (la lotta biologica) è risultato l’unico praticabile in quanto attuabile su tutto il territorio senza influire sulle caratteristiche qualitative delle produzioni. Nasce proprio nel 2009 il programma regionale d’introduzione del Torymus sinensis, antagonista naturale del cinipide del castagno. Nel triennio 2010-2012 sono stati fatti in totale 94 rilasci, mentre nel 2013 ne sono stati garantiti 119, a totale carico pubblico (Regione e Ministero dell’agricoltura). Recenti studi effettuati dalle istituzioni scientifiche hanno individuato un gruppo di antagonisti naturali già presenti in Toscana che stanno affiancando l’insetto utile Torymus sinensis nel contenimento del cinipide. La Regione è interessata ai numerosi studi in corso finalizzati a mantenere la vitalità dei castagni. Positivi sono stati i risultati di prove di concimazione organica che hanno stimolato la ripresa vegetativa e il mantenimento della produzione.

la proposta di sos geotermia
Una mobilitazione generale perché paghino Stato e Regione
«Il cinipide del castagno, così come anche il punteruolo rosso della palma, sono niente altro che le conseguenze di una economia globalizzata fondata sul profitto di pochi delinquenti sulle spalle delle popolazioni di tutto il mondo; quando per aumentare il guadagno su un prodotto, e stiamo parlando anche di prodotti tipici italiani, si va a comprare a basso costo dall’altra parte del mondo, poi spesso con il prodotto importiamo anche qualche sgradito ospite che qui da noi mai s’era visto». Così Sos Geotermia spiega la comparsa del parassita in Amiata. E propone una soluzione. «La nostra battaglia per l’Amiata non è solo contro il saccheggio delle centrali Enel, ma anche per un diverso modello di sviluppo basato sul vero tesoro di questo territorio che sono la sua natura, le bellezze paesaggistiche e storiche, le produzioni agroalimentari d’eccellenza». Il lancio dell’insetto antagonista è costoso; servono finanziamenti importanti che i proprietari dei castagneti non sono in grado di sostenere. Per Sos Geotermia bisogna «pretendere che la Regione e il Governo stanzino i finanziamenti necessari» con una mobilitazione generale.

Corriere di Maremma del 29 maggio 2013

Sos Geotermia: finanziamenti per combattere il cinipide
CASTEL DEL PIANO. Sos Geotermia interviene sulle problematiche inerenti i danni provocati dai parassiti del castagno. “Il ‘cinipide del castagno’, così come anche il ‘punteruolo rosso della palma’, sono niente altro che le conseguenze di una economia globalizzata fondata sul profitto di pochi delinquenti sulle spalle delle popolazioni di tutto il mondo; quando per aumentare il guadagno su un prodotto si va a comprare a basso costo dall’altra parte delmondo, poi spesso con il prodotto ‘importiamo’ anche qualche sgradito ospite che non fa parte della nostra catena ecologica. Come Sos Geotermia siamo stati tirati in ballo perchè la nostra battaglia per l’Amiata non è solo contro il saccheggio delle centrali Enel, ma, come scritto nel nostro ‘manifesto’, anche per un diverso modello di sviluppo basato sulla natura, le bellezze paesaggistiche e storiche, le produzioni agroalimentari d’eccellenza, tra cui, senzadubbio, vi è la castagna. Anche se fra noi ci sono proprietari di castagneti, non abbiamo la soluzione in tasca per il problema cinipide, però possiamo avanzare delle proposte usando il buon senso”. Prosegue SosGeotermia: “Ad oggi, ci dicono, l’unico rimedio che abbia efficacia, anche se sul medio/lungo termine, è il lancio dell’ insetto antagonista del cinipide, ma che tale pratica è molto costosa; significa che c’è bisogno di finanziamenti ‘importanti’ per l’acquisto e lancio dell’antagonista e per la ricerca. Non è ipotizzabile che siano i proprietari dei castagneti, quasi tutti a conduzione familiare, in grado di sostenere tali spese e, soprattutto, non è giusto che loro paghino per colpe di altri. Siamo peraltro allarmati dai rischi, naturali e non, legati ad un eventuale abbandono dei castagneti che provocherebbe un danno enorme al paesaggio, all’equilibrio floro-faunistico e all’assetto idrogeologico del territorio. Si metta dunque all’ordine del giorno una mobilitazione dell’intera montagna, cittadini e amministratori, per pretendere che la Regione ed il Governo stanzino i finanziamenti necessari. Sosterremo qualsiasi iniziativa che vada in questa direzione ed, anzi, invitiamo sia l’associazione Castagna Amiata Igp che le forze politiche amiatine a promuovere una forte campagna in difesa dei castagneti”.

La Nazione del 29 maggio 2013

Il comitato chiede contributi per la lotta al cinipide
AMIATA. IN CAMPO non solo per il territorio: adesso il comitato Sos Geotermia si occupa anche dei castagneti amiatini e della lotta al cinipide del castagno: «Proponiamo dicono un diverso modello di sviluppo basato sulla tutela della natura, delle bellezze paesaggistiche e storiche, delle produzioni agroalimentari d’eccellenza, tra cui la castagna». Sos geotermia avanza una proposta: «Non abbiamo la soluzione in tasca per il problema cinipide, però possiamo avanzare delle proposte. Pare che l’unico rimedio sia ad oggi il lancio dell’insetto antagonista, ma che tale pratica risulti molto costosa. C’è bisogno di finanziamenti per l’acquisto e il lancio dell’antagonista e per la ricerca. Non è ipotizzabile aggiungono che siano i proprietari dei castagneti, quasi tutti a conduzione familiare, a sostenere tali spese. Si metta all’ordine del giorno una mobilitazione dell’intera montagna per chiedere che la Regione e il Governo stanzino i finanziamenti necessari».

Il Cittadino online del 29 maggio 2013

Geotermia: castagneti amiatini a rischio
Il Comitato Sos Geotermia denuncia il pericolo
di Fabrizio Pinzuti
AMIATA. SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata – ha nel suo programma anche l’impegno per un diverso modello di sviluppo basato sul territorio, la natura, le bellezze paesaggistiche e storiche, le produzioni agroalimentari d’eccellenza. Tra queste anche la castagna che ha avuto il riconoscimento dell’IGP. E proprio sulla lotta – e sulle sue implicazioni amministrativo-politiche, sociali, economiche, oltre che biologiche – a un parassita che mette in pericolo la produzione del pregiato frutto, si incentra l’attenzione di Sos Geotermia, che esprime le sue preoccupazioni e proposte in un comunicato stampa dal titolo emblematico: “Castagneti amiatini: cronaca di una morte annunciata?”.
Eccone in sintesi il testo: “E’ desolante la primavera amiatina nei castagni come desolanti sono i commenti che, come nelle pestilenze medievali, provano ad esorcizzare il ‘castigo divino’ cercando capri espiatori buoni per ogni evenienza. Il ‘cinipide del castagno’, così come anche il ‘punteruolo rosso della palma’, sono niente altro che le conseguenze di una economia globalizzata fondata sul profitto di pochi delinquenti sulle spalle delle popolazioni di tutto il mondo; quando per aumentare il guadagno su un prodotto, e stiamo parlando anche di prodotti tipici italiani, si va a comprare a basso costo dall’altra parte del mondo, poi spesso con il prodotto ‘importiamo’ anche qualche sgradito ospite che qui da noi mai s’era visto e non fa parte della nostra catena ecologica. Dalla famosa zanzara tigre, (dalla varroa, parassita delle api ndr) via via, fino al cinipide del castagno che dal nord Italia, dove è comparso, è arrivato da noi; e ci voleva un indovino per sapere che sarebbe arrivato? Il ministero competente, la regione, gli enti territoriali come si sono preparati ad accoglierlo? O forse, nel bel Paese delle emergenze, aspettiamo la catastrofe così chiediamo lo ‘stato di calamità’ e ci danno qualche soldino? Come Sos Geotermia siamo stati tirati in ballo perché la nostra battaglia per l’Amiata non è solo contro il saccheggio delle centrali Enel, ma, come scritto nel nostro ‘manifesto’ e come andiamo proponendo in ogni occasione, anche per un diverso modello di sviluppo basato sul vero tesoro di questo territorio che sono la sua natura, le bellezze paesaggistiche e storiche, le produzioni agroalimentari d’eccellenza, tra cui, senza dubbio, vi è la castagna. Anche se fra noi ci sono proprietari di castagneti, non abbiamo la soluzione in tasca per il problema cinipide, però possiamo avanzare delle proposte usando il buon senso con cui abbiamo sempre affrontato i problemi. Ad oggi, ci dicono, l’unico rimedio che abbia efficacia, anche se sul medio/lungo termine, è il lancio dell’insetto antagonista del cinipide, ma che tale pratica risulti peraltro molto costosa; quindi abbiamo un problema immediato che è quello dell’uso dell’antagonista per fermare l’invasione e un problema di trovare nuove e diverse soluzioni, cioè di ‘ricerca’. Quindi significa che c’è bisogno di finanziamenti ‘importanti’ per l’acquisto e lancio dell’antagonista e per la ricerca. Non è ipotizzabile che siano i proprietari dei castagneti, quasi tutti a conduzione familiare, in grado di sostenere tali spese e, soprattutto, non è giusto che loro paghino per colpe di altri. Siamo peraltro allarmati dai rischi, naturali e non, legati ad un eventuale abbandono dei castagneti che provocherebbe un danno enorme al paesaggio, all’equilibrio floro-faunistico e all’assetto idrogeologico del territorio e potrebbe favorire gli appetiti dei soliti saccheggiatori con l’arrivo di centrali a biomasse, già previste nell’art.3 del recente protocollo firmato tra regione e Enel a seguito della delibera 58 del 29.01.2013, che si ‘mangerebbero’ i boschi. Che qualcuno non aspetti altro? Si metta quindi all’ordine del giorno una mobilitazione dell’intera montagna, cittadini e amministratori, per pretendere che la Regione ed il Governo stanzino i finanziamenti necessari. Sosterremo qualsiasi iniziativa che vada in questa direzione ed, anzi, invitiamo sia l’associazione Castagna Amiata IGP che le forze politiche amiatine a promuovere altri incontri/assemblea con la popolazione per discuterne insieme ed avviare una forte campagna in difesa dei castagneti. Noi ci saremo”.

GoNews del 28 maggio 2013

Sos Geotermia: “Castagneti amiatini: cronaca di una morte annunciata?”
Una proposta per combattere i parassiti del castagno e della montagna
SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata – ha inviato questo comunicato stampa sui castagneti amiatini.
E’ desolante la primavera amiatina nei castagni come desolanti sono i commenti che, come nelle pestilenze medievali, provano ad esorcizzare il ‘castigo divino’ cercando capri espiatori buoni per ogni evenienza.
Il ‘cinipide del castagno’, così come anche il ‘punteruolo rosso della palma’, sono niente altro che le conseguenze di una economia globalizzata fondata sul profitto di pochi delinquenti sulle spalle delle popolazioni di tutto il mondo; quando per aumentare il guadagno su un prodotto, e stiamo parlando anche di prodotti tipici italiani, si va a comprare a basso costo dall’altra parte del mondo, poi spesso con il prodotto ‘importiamo’ anche qualche sgradito ospite che qui da noi mai s’era visto e non fa parte della nostra catena ecologica.
Dalla famosa zanzara tigre, via via, fino al cinipide del castagno che dal nord italia, dove è comparso, è arrivato da noi; e ci voleva un indovino per sapere che sarebbe arrivato? Il ministero competente, la regione, gli enti territoriali come si sono preparati ad accoglierlo? O forse, nel bel Paese delle emergenze, aspettiamo la catastrofe così chiediamo lo ‘stato di calamità’ e ci danno qualche soldino?
Come Sos Geotermia siamo stati tirati in ballo perchè la nostra battaglia per l’Amiata non è solo contro il saccheggio delle centrali Enel, ma, come scritto nel nostro ‘manifesto’ e come andiamo proponendo in ogni occasione, anche per un diverso modello di sviluppo basato sul vero tesoro di questo territorio che sono la sua natura, le bellezze paesaggistiche e storiche, le produzioni agroalimentari d’eccellenza, tra cui, senza dubbio, vi è la castagna.
Anche se fra noi ci sono proprietari di castagneti, non abbiamo la soluzione in tasca per il problema cinipide, però possiamo avanzare delle proposte usando il buon senso con cui abbiamo sempre affrontato i problemi.
Ad oggi, ci dicono, l’unico rimedio che abbia efficacia, anche se sul medio/lungo termine, è il lancio dell’insetto antagonista del cinipide, ma che tale pratica risulti peraltro molto costosa; quindi abbiamo un problema immediato che è quello dell’uso dell’antagonista per fermare l’invasione e un problema di trovare nuove e diverse soluzioni, cioè di ‘ricerca’.
Quindi significa che c’è bisogno di finanziamenti ‘importanti’ per l’acquisto e lancio dell’antagonista e per la ricerca.
Non è ipotizzabile che siano i proprietari dei castagneti, quasi tutti a conduzione familiare, in grado di sostenere tali spese e, soprattutto, non è giusto che loro paghino per colpe di altri.
Siamo peraltro allarmati dai rischi, naturali e non, legati ad un eventuale abbandono dei castagneti che provocherebbe un danno enorme al paesaggio, all’equilibrio floro-faunistico e all’assetto idrogeologico del territorio e potrebbe favorire gli appetiti dei soliti saccheggiatori con l’arrivo di centrali a biomasse, già previste
nell’art.3 del recente protocollo firmato tra regione e Enel a seguito della delibera 58 del 29.01.2013, che si ‘mangerebbero’ i boschi. Che qualcuno non aspetti altro?
Si metta quindi all’ordine del giorno una mobilitazione dell’intera montagna, cittadini e amministratori, per pretendere che la Regione ed il Governo stanzino i finanziamenti necessari.
Sosterremo qualsiasi iniziativa che vada in questa direzione ed, anzi, invitiamo sia l’associazione Castagna Amiata IGP che le forze politiche amiatine a promuovere altri incontri/assemblea con la popolazione per discuterne insieme ed avviare una forte campagna in difesa dei castagneti. Noi ci saremo.
Fonte: SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata

Salta l’incontro tra i sindaci e il coordinamento sos geotermia?

altan_si_no_seccaAvevamo raccolto l’invito dei sindaci di S.Fiora e Arcidosso ad un incontro/confronto sulla geotermia e le ricadute sulla salute delle popolazioni esposte, nella convinzione che finalmente si potesse avviare un ‘dialogo’ franco sulla questione, uscendo dalla logica delle tifoserie e delle risse verbali.
Sembrava che ci fossero tutte le condizioni per svolgere tale incontro il 6 maggio con la presenza di qualificati interlocutori, quali l’Ars regionale, che ha redatto lo studio epidemiologico sulle ‘aree geotermiche’ e il Dott. Gennaro Valerio, epidemiologo, dell’Istituto Tumori di Genova; voci autorevoli che avrebbero aiutato gli amministratori e la popolazione a capire meglio i termini della questione.
A pochi giorni dalla definizione dell’incontro sembra invece che, tramite la Conferenza dei Sindaci dell’Amiata grossetano, siano intenzionati a rinviare l’atteso incontro.
Non sappiamo bene le motivazioni che avrebbero indotto i sindaci a tale ripensamento e riteniamo che -se fosse davvero così- non sarebbe un buon segnale per i cittadini e per tutti coloro che avevano ben sperato dell’apertura di una nuova fase di dialogo tra le parti.
Nella speranza che l’incontro possa ancora essere fatto e ribadendo la nostra disponibilità ad ogni confronto, rivolgiamo di nuovo l’invito ai sindaci a non perdere questa preziosa occasione.
Il coordinamento sos geotermia ribadisce le sue ferme posizioni, condivise ormai da gran parte della popolazione e da tante associazioni, comitati, sindacati, partiti e movimenti che hanno aderito alla prossima manifestazione nazionale dell’11 maggio in Amiata.

La Nazione del 25 aprile 2013

DELUSIONE
Salta l’incontro con i sindaci
di Cristiano Bernacchi
DOPO l’apparente distensione dei rapporti tra detrattori e sostenitori della geotermia con la previsione di un incontro-confronto, ecco la doccia fredda: sembra che l’incontro slitti a data da definire. Stupore da parte di Sos Geotermia che, dopo le intenzioni di apertura del sindaco Verdi e la disponibilità del collega Landi, pensava di avere un confronto sull’argomento che per il momento sfuma. I comitati anti geotermia si chiedono le ragioni di una simile scelta che sembra essere uscita dalla Conferenza dei Sindaci dell’Amiata Grossetano e sperano «che ci sia un ripensamento verso la conferma del sospirato incontro che è atteso dicono non solo dagli oppositori della geotermia, ma anche da molti cittadini che ancora oggi non hanno le idee chiare».

Il Tirreno del 26 aprile 2013

Geotermia, polemiche accese sul seminario con gli esperti
Sos denuncia: la conferenza dei sindaci vuole rinviare l’incontro che illustrerà le ricadute sulla salute. Ma Landi replica: «Nessun giochino, la data slitta soltanto per permettere a tutti di essere presenti»
di Fiora Bonelli
MONTE AMIATA. Non c’è nessun contraddittorio in vista fra istituzioni e comitati antigeotermici. Ma un convegno istituzionale è certo che si farà a breve. La geotermia in Amiata torna ancora sulla scena, e questa volta con Sos Geotermia che insinua il dubbio che salti l’incontro già stabilito, tra i sindaci e il coordinamento comitati. Il quale, facendo riferimento a un “invito” dei sindaci di S.Fiora e Arcidosso ad un incontro/confronto sulla geotermia e le ricadute sulla salute delle popolazioni, afferma: «Sembrava che ci fossero tutte le condizioni per svolgerlo il 6 maggio, con la presenza di qualificati interlocutori, quali l’Ars regionale, che ha redatto lo studio epidemiologico sulle ‘aree geotermiche’ e il dottor Gennaro Valerio, epidemiologo, dell’Istituto Tumori di Genova; a pochi giorni dalla definizione dell’incontro sembra invece che, tramite la conferenza dei sindaci dell’Amiata grossetano, siano intenzionati a rinviare l’atteso incontro». Ma le cose non stanno così. A Sos Geotermia che ribadisce, prima di tutto, le sue posizioni antigeotermiche, risponde il sindaco di Arcidosso, Emilio Landi, presidente della conferenza dei sindaci Amiata grossetana, che non solo assicura che l’appuntamento non è stato cancellato, ma mette anche molti altri puntolini sulle i: «Il seminario organizzato a livello istituzionale – ci tiene a precisare Landi – è stato rimandato di due settimane perché in questo modo ci sarà la disponibilità di tutti i relatori. Quindi nessun “giochino” da parte istituzionale. In secondo luogo, la nostra iniziativa che, ripeto, è istituzionale, non è certamente un confronto con i comitati. Qui si tratta, invece, di andare a presentare alla popolazione tutta i risultati di 10 anni di studi dell’Ars e dell’Arpat. Ci sono anni e anni di lavoro scientifico sull’argomento e alla popolazione, purtroppo, arrivano solo informazioni di parte. Noi vogliamo ricondurre l’informazione nell’ambito del rigore della scienza. E’ arrivato il momento. Questi studi sono stati presentati sia a Firenze che a Radicondoli e sono assai corposi. Per cui se alla fine delle spiegazioni dei relatori, qualcuno vorrà fare qualche domanda, va bene, ma non si pensi di fare come al solito, una o più controrelazioni. Mica siamo la controparte. Sono le istituzioni che vanno a presentare il risultato di una ricerca minuziosa, che per essere completa si è articolata e prolungata nel tempo. Un lavorone, di cui i cittadini devono essere messi al corrente». Poi Landi precisa: «Se i comitati vogliono portare il loro esperto, non sarà il nostro convegno la location adeguata per l’illustrazione di una sua relazione. Potrà fare qualche domanda, non altro. Voglio dire, insomma, che noi andiamo a presentare come istituzioni locali e regione, uno studio. Questo è quel che ci preme fare e questo è l’obiettivo. Saranno presenti i direttori Ars e Arpat, il cui impegno in questi anni è stato massimo. E finalmente si chiariranno secondo scienza i termini della questione». E chiude: «Se poi, una volta, vorremo organizzare un tavolo di dibattito e contraddittorio, questa è un’altra storia e non la escludiamo. Ma adesso ci preme, per amor di verità, questo passaggio istituzionale e scientifico».

Il Cittadino online del 24 aprile 2013

In forse l’incontro tra i sindaci grossetani ed Sos geotermia
La Conferenza pare intenzionata a rinviare l’appuntamento
AMIATA. Avevamo raccolto l’invito dei sindaci di S. Fiora e Arcidosso ad un incontro/confronto sulla geotermia e le ricadute sulla salute delle popolazioni esposte, nella convinzione che finalmente si potesse avviare un ‘dialogo’ franco sulla questione, uscendo dalla logica delle tifoserie e delle risse verbali.
Sembrava che ci fossero tutte le condizioni per svolgere tale incontro il 6 maggio con la presenza di qualificati interlocutori, quali l’Ars regionale, che ha redatto lo studio epidemiologico sulle ‘aree geotermiche’ e il Dott. Gennaro Valerio, epidemiologo, dell’Istituto Tumori di Genova; voci autorevoli che avrebbero aiutato gli amministratori e la popolazione a capire meglio i termini della questione.
A pochi giorni dalla definizione dell’incontro sembra invece che, tramite la Conferenza dei Sindaci dell’Amiata grossetano, siano intenzionati a rinviare l’atteso incontro.
Non sappiamo bene le motivazioni che avrebbero indotto i sindaci a tale ripensamento e riteniamo che -se fosse davvero così- non sarebbe un buon segnale per i cittadini e per tutti coloro che avevano ben sperato dell’apertura di una nuova fase di dialogo tra le parti.
Nella speranza che l’incontro possa ancora essere fatto e ribadendo la nostra disponibilità ad ogni confronto, rivolgiamo di nuovo l’invito ai sindaci a non perdere questa preziosa occasione.
Il coordinamento sos geotermia ribadisce le sue ferme posizioni, condivise ormai da gran parte della popolazione e da tante associazioni, comitati, sindacati, partiti e movimenti che hanno aderito alla prossima manifestazione nazionale dell’11 maggio in Amiata.

SIAMO STUFI! Ma quale turismo geotermico, noi abbiamo -ancora- la natura. L’11 maggio tutti in Amiata

auschwitz_amiataCon un comunicato che è tutto un programma, ‘Geotermia: rinnovabile e pulita’(*), questa volta, dopo i vari funzionari Enel, i politici locali e regionali, gli ‘esperti’ americani, Enel Green Power torna alla solita difesa della geotermia attraverso il responsabile Italia ed Europa di Enel Green Power, Roberto Deambrogio che, dopo aver salutato con entusiasmo la nascita dell’indotto turistico dell’area geotermica dell’Alta Valdicecina, torna a ribadire che la geotermia è assolutamente innocua, salvo ‘modeste emissioni … di pochi gas’.
Siamo davvero stufi! L’Enel alle nostre contestazioni di merito non ha mai risposto o ha rimpallato le competenze (soprattutto sanitarie) alla Regione, salvo poi continuare con il solito refrain, sperando forse che, come nelle peggiori pubblicità, alla fine, a forza di ripeterlo diventi verità.
Tutto quanto -ancora- viene ripetuto da Enel GP per bocca di Deambrogio lo abbiamo già confutato, punto su punto, con dati e studi scientifici e tutto è pubblicato in rete, compreso l’ultimo lavoro realizzato in collaborazione con Medicina Democratica dal titolo emblematico ‘La insostenibilità della Geotermia in Toscana, emergente da recenti studi epidemiologici’.
La smetta Enel di proporre anche in Amiata la prospettiva del ‘turismo geotermico’ perchè fortunatamente, finchè non verranno distrutte, abbiamo ben altre risorse turistiche da sfruttare nel rispetto dell’ambiente; non ci interessa il ‘turismo dell’olocausto naturale’, vogliamo vivere e conservare vivo il monte Amiata.
L’11 maggio saremo in tanti che hanno a cuore la ‘montagna sacra’ e che hanno aderito all’iniziativa nazionale ‘Amiata calling! Giù le mani dalla nostra terra!’.

(*) Geotermia: rinnovabile e pulita
Lo sfruttamento delle risorse geotermiche ha uno scarsissimo impatto sull’ambiente e nessuno sulle falde di acqua potabile. Lo spiega il responsabile Italia ed Europa di Enel Green Power, Roberto Deambrogio “Oggi nasce ufficialmente l’indotto turistico dell’area geotermica dell’Alta Valdicecina”. Con queste parole il sindaco di Pomarance, Loris Martignoni, ha aperto il convegno ospitato il 12 aprile dal comune pisano sulla “cultura dell’accoglienza e dell’eccellenza in un sistema turistico”. Che la geotermia sia una fonte rinnovabile, pulita e sostenibile è risaputo. Che l’energia della terra generi anche turismo è invece una notizia più singolare e meno nota. Eppure l’Appenino toscano, tra il Monte Amiata e le Colline Metallifere, oltre a richiamare specialisti della geotermia da tutto il mondo in visita agli impianti di Enel Green Power richiama anche tanti curiosi e turisti alla scoperta di una delle fonti di energia più antiche che in Italia unisce una secolare storia di eccellenza a innovazioni tecnologiche spesso poco conosciute. Come ha spiegato in una recente intervista a Class Meteo , Roberto Deambrogio, responsabile Area Italia ed Europa di Enel Green Power, “gli impianti geotermici sfruttano il calore della terra prelevato da particolari serbatoi situati nel sottosuolo, a profondità che a volte superano i 4.000 metri”. “Ai fluidi caldi geotermici sono di regola associati una serie di gas che non vengono rilasciati nell’atmosfera, ma trattenuti e reiniettati nel sottosuolo”. Al riguardo EGP ha una competenza di assoluto rilievo internazionale: per esempio il sistema Amis brevettato da Enel, consente di abbattere del tutto le emissioni di mercurio e di idrogeno solforato. Stessa cosa per l’ammoniaca e gli altri gas, sicché le uniche, modeste emissioni sono quelle di pochi gas cosiddetti incomprimibili, che cioè non è possibile condensare per poterli reiniettare. “Tutto ciò – precisa Deambrogio – ha scarsissimo impatto sull’ambiente circostante e nessuno con le falde di acqua potabile”. Gli acquiferi geotermici sono situati a grandi profondità, mentre le falde di acqua potabile si trovano a poche decine di metri. “Inoltre l’acquifero geotermico deve essere per definizione impermeabile, perché, altrimenti, i fluidi si disperderebbero nell’ambiente circostante e noi non potremmo sfruttarli per la produzione di energia”. Ovviamente la certezza che le attività geotermiche non hanno impatto sulle acque potabili è fondamentale per Enel, che al riguardo ha commissionato numerosi studi ad autorevoli strutture specializzate. Ma studi e analisi sono stati effettuati anche dall’ARS Toscana (l’Agenzia regionale sanitaria) che ha constatato come tutte le attività geotermiche di Enel non abbiano impatti sanitari sulle acque di falda, e anzi abbiano sempre registrato parametri molto al di sotto dei limiti di legge.

Il Tirreno del 19 aprile 2013

«Non vogliamo il turismo geotermico»
SANTA FIORA «Non ci interessa il turismo dell’olocausto naturale». Con i consueti catastrofici toni, Sos geotermia amiatina contesta il turismo legato alla geotermia annunciato dal sindaco di Pomarance. Che il responsabile Italia ed Europa di Enel Green Power, Roberto Deambrogio, abbia sottolineato che «lo sfruttamento delle risorse geotermiche ha uno scarsissimo impatto sull’ambiente e nessuno sulle falde di acqua potabile, non va proprio giù a Sos geotermia dell’Amiata. Annunciando la manifestazione dell’11 maggio in Amiata, l’associazione commenta: «Alle nostre contestazioni di merito Enel non ha mai risposto o ha rimpallato le competenze alla Regione, salvo continuare col solito refrain, sperando forse che, a forza di ripeterlo diventi verità. Tutto quanto ripetuto da Enel GP lo abbiamo già confutato, punto su punto (https://sosgeotermia.noblogs.org/). La smetta Enel di proporre pure in Amiata la prospettiva del turismo geotermico perché, finché non verranno distrutte, abbiamo ben altre risorse turistiche da sfruttare». (f.b.)

È arrivato il momento che l’Amiata decida del proprio futuro. L’11 maggio in piazza

BALDUCCI_FRASE“Fateci costruire Bagnore 4 e sarete compensati lautamente”. Questo è quello che ormai appare da diversi mesi sulla cronaca della stampa locale. ENEL tiene a sottolineare che saranno spesi milioni di euro per la costruzione della più grande centrale geotermoelettrica dell’Amiata, Bagnore 4, il doppio di quella già esistente, e milioni di Euro saranno versati nelle casse della Regione e dei Comuni e, meraviglia delle meraviglie, il tutto senza che questi nostri amministratori spremano troppo il loro cervello per progettare e cercare finanziamenti per lo sviluppo del territorio.
In proposito vogliamo subito  precisare che questo ipotetico sviluppo, tra l’altro mai avvenuto in quelle che sono le aree geotermiche tradizionali di Larderello, benché questa attività vi sia presente in maniera massiccia da oltre un secolo, deve tenere conto di alcune priorità, che si chiamano, in primis,  salute, qualità della vita, rispetto delle risorse naturali (aria e acqua) e dell’ambiente. Questi sono i veri beni a cui tengono coloro che abitano o che sono venuti a vivere in questa bellissima montagna, e per la salvaguardia dei quali non siamo disposti a compromessi.
Vale la pena ricordare agli amministratori locali e regionali che spesso lo sviluppo tecnologico non garantisce tutto questo: Taranto ne è l’esempio calzante; benché in quella città lo sviluppo industriale garantisca veramente l’occupazione a migliaia di persone, oggi, dopo decenni e centinaia di morti, sembra che tutti si siano svegliati da un sonno profondo e concordino che il lavoro e lo “sviluppo” non può essere anteposto al valore della vita delle persone.
Ma, a dire il vero, la sveglia l’hanno fatta suonare i magistrati e non i politici, non le istituzioni o i garanti della salute pubblica che negli anni non hanno impedito un disastro annunciato. Galimberti, uno tra i filosofi più attenti ed impegnati su i grandi temi dell’etica, del tramonto delle ideologie e della crisi dei valori cristiani, ci ricorda che oggi il mondo è governato dalla tecnica e che la natura è ormai diventata manipolabile in ogni suo aspetto. Lo sviluppo tecnologico è  incurante non solo della natura e dell’ambiente, ma poco si interessa anche degli aspetti umani.

In proposito, vogliamo citare un passo tratto dalla delibera della Giunta Regionale Toscana n. 344/2010  “Approvazione dei criteri direttivi per il contenimento delle emissioni in atmosfera delle centrali geotermoelettriche”, laddove si afferma che “Relativamente ai valori di emissione è da premettere che tali valori non costituiscono riferimenti per la tutela sanitaria, ma sono limiti tecnologici stabiliti sulla base delle “migliori tecniche disponibili” e in relazione alle caratteristiche dei fluidi (geotermici) utilizzati”.  Ebbene, è la stessa Regione a dirci che i valori di emissione non rappresentano riferimenti per la tutela sanitaria, ossia per la tutela della salute, ma sono limiti tecnologici, e dovrebbe bastare questo, ed un po’ di buon senso, a far riflettere e preoccupare amministratori, politici, autorità sanitarie ed Arpat che nelle sue relazioni definisce alcune delle sostanze immesse in atmosfera “inquinanti con caratteristiche tossicologiche ed ecotossicologiche rilevanti”.

Gli amministratori sanno bene come vengono chiamati i soldi che ENEL versa nelle casse dei Comuni: “Compensazioni ambientali e territoriali” e se non hanno ben chiaro il significato del verbo “compensare” basta leggerlo su un vocabolario: “pagare, risarcire del danno sofferto”.

Naturalmente crediamo che il tutto sia proporzionale, e se le compensazioni aumentano non vuol dire che sono stati bravi gli amministratori regionali a pretendere qualche soldo in più, né che ENEL è stata magnanima, ma che in realtà aumentano i profitti della società, poiché i programmi sull’Amiata prevedono il raddoppio delle MW attualmente prodotte. Questa è la vera manna che è caduta sulle popolazioni dell’Amiata!  E’ la manna che aspettavamo da generazioni, perché la storia non era stata generosa nei nostri confronti, cioè, non avevamo avuto le industrie.
La maremma e la miniera erano state le uniche alternative occupazionali per i nostri padri, ed oggi che avremmo potuto riscattarci da questo triste passato, perché potevamo vivere in un ambiente salubre, ebbene la storia ci sta ancora penalizzando, sta nuovamente chiedendo il sacrificio ai più deboli, a coloro che non rappresentano neppure l’uno per cento della popolazione della Toscana.
Oggi, nel terzo millennio, questa manna si chiama denaro e sono proprio i soldi l’elemento sostanziale dello scellerato sviluppo che viene proposto all’Amiata, il denaro, una tra le maggiori cause dei disastri che accadono in questo pianeta e non sono gli ambientalisti a dirlo, lo dice lo stesso vescovo di Roma recentemente eletto.

Ma il nostro destino non appartiene né agli amministratori, né tanto meno ad ENEL e questo territorio non è una loro proprietà; è ‘n o s t r o’, ci appartiene di fatto e di diritto, lo abbiamo ereditato dai nostri padri, ci abbiamo costruito le nostre case per viverci, ci abitano i nostri figli e vogliamo rispettarlo e mantenerlo integro per chi verrà dopo di noi.
Non dobbiamo mai dimenticarci che un tempo andavamo orgogliosi della nostra terra. La qualità dell’aria e delle nostre acque è stata da sempre il nostro biglietto da visita, l’Amiata, nell’immaginario collettivo, è questo e non la stazione mobile di Arpat che gira per i paesi a misurare il grado di inquinamento dell’atmosfera e tanto meno il polo geotermico che la Regione Toscana vorrebbe realizzare, imponendolo alle popolazioni. Non ci interessano i programmi redatti nei tavoli del potere politico ed economico dal Presidente Rossi e dall’Assessore Bramerini, né i loro protocolli sottoscritti e quelli da sottoscrivere con ENEL, con la complicità di amministratori male informati e che non comprendono la gravità di questi accordi dai quali dipende il futuro di un territorio e della sua gente.  Devono ancora recepire l’insegnamento delle ultime elezioni politiche e forse non hanno neppure capito che la gente vuole ricominciare a costruire dei valori etici e nuovi apparati politici e di governo, perché quelli che esistono sono i responsabili di quanto sta avvenendo nel nostro paese e l’Amiata ne è l’ennesima riprova.

Si dice che ‘si può ingannare una persona per sempre o molte persone per una volta, ma non si possono ingannare molte persone per sempre!’; la gente si è svegliata e comincia a chiedere conto di quanto sta succedendo in Amiata; la questione è ormai all’attenzione dell’intera nazione e -appunto- sarà ben difficile continuare ad ingannare tutti ancora. L’11 maggio i cittadini dell’Amiata, sostenuti da tanti comitati, associazioni, sindacati, anche nazionali, chiederanno ad alta voce che si fermi lo scempio e si progetti uno sviluppo diverso della montagna, salvaguardando la salute e l’ambiente.

‘Le chiacchiere stanno a zero’. L’11 maggio parlano i cittadini

calling_megaf_ragazza_chiacchiere‘Le chiacchiere stanno a zero’, è un modo di dire che calza perfettamente all’uso di esperti scovati dall’altra parte dell’Atlantico dall’Enel, forse perchè ‘americano’ sembra più autorevole o forse perchè gli scienziati italiani sono più attenti a lasciarsi andare ad esternazioni che ‘certifichino’ l’innocuità della geotermia amiatina (anche se -a onor del vero- lo stesso prof.Horne non dice che sia innocua, sorvola sull’aspetto dell’impatto ambientale e sulla salute per concentrarsi sul prodigio tecnologico delle nuove centrali Enel).
Resta il fatto che i ‘misteriosi’ fenomeni del monte Amiata, come le tonnellate di inquinanti, la mortalità e le malattie in eccesso, la riduzione della falda e l’aumento dell’arsenico, restano e pesano come macigni in capo agli amministratori pubblici che, di fronte a questi fenomeni, anziché attenersi al ‘principio di precauzione’, recentemente ribadito dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) attraverso la sua direttrice Jacqueline McGlade, tacciono o si allineano al coro delle bugie veicolate in questi anni per cercare, inutilmente, altre e improbabili cause.
Dal canto suo il prof.Borgia ci tiene a ribadire la sua posizione, (che riportiamo di seguito, visto che ancora nessun giornale l’ha ripresa) che condividiamo, soprattutto nelle conclusioni: se in Amiata non si possono realizzare impianti sicuri, che allora non se ne facciano!
Questo chiederemo l’11 maggio, ma non solo: chiederemo una diversa politica di sviluppo del territorio, la difesa dei servizi (a cominciare dagli ospedali), il finanziamento di progetti che creino occupazione legati alla bonifica e messa in sicurezza del territorio, il sostegno alle piccole imprese locali e all’agricoltura, la valorizzazione delle risorse ambientali, turistiche, gastronomiche.
Già sono molte le adesioni qualificanti alla giornata dell’11 maggio, segno che la questione del monte Amiata è sentita ben oltre i confini territoriali, anche se i partiti tacciono.
Invitiamo tutti all’iniziativa che dovrà essere, oltre che un chiaro ‘no’ alle centrali, una giornata di incontri e di festa tra i cittadini, amiatini e non.
Il 5 aprile di nuovo Sos Geotermia si incontra con i cittadini per organizzare l’iniziativa dell’11 maggio.

di seguito la risposta del prof.Borgia del 24 marzo al prof.Horne:

Non desidero entrare in una banale polemica con Horne o Montemaggi, né sostenere tesi ambientaliste. Io sono favorevole alla geotermia, ma penso che debba essere utilizzata nel rispetto della salute degli abitanti e dell’ambiente. Sono certo che Horne e Montemaggi pensano esattamente come me. Per questo credo che non siano stati informati adeguatamente. Ma veniamo al dunque: gli impatti ambientali delle centrali geotermiche amiatine, sollevati dai Comitati, sono evidenziati nelle pubblicazioni scientifiche e nei documenti della Regione Toscana, di Arpat, dei Tribunali e di Enel stessa. Tali impatti sono generati, come per altro ampiamente indicato nelle lezioni di geotermia dell’ONU, dal fatto che Enel ha ridotto di 5-10 volte la pressione originaria dei campi geotermici e pertanto di oltre 300 m il livello della falda acquifera potabile. Montemaggi ha ragione quando dice che la falda negli anni ’60 era alla stessa quota di quella attuale, perché tale riduzione di pressione è stata indotta dal 1959 ai primissimi anni ’60 – se quindi ben sapeva che la falda era bassa, non si capisce però come mai Enel prima del 2010 nelle perizie giurate abbia sempre sostenuto che essa doveva trovarsi ad una quota molto superiore –. Ha ragione quando afferma che “una volta individuata la risorsa geotermica possiamo parlare di tecnologie”: i fluidi geotermici individuati in Amiata sono talmente carichi di sostanze tossico-nocive che solo utilizzando centrali a ciclo binario con la reiniezione totale (anche dei gas incondensabili) e con il mantenimento della pressione originaria dei campi geotermici può essere ipotizzata la geotermia. Horne stesso nella sua risposta non esclude che il ciclo binario possa essere utilizzato, come peraltro è utilizzato anche alle Hawaii su fluidi ad alta entalpia.
Chi ha detto a Montemaggi e Horne che le emissioni dalla centrali a ciclo binario sarebbero le stesse delle centrali attuali e in progetto? Non sanno che queste ultime oltre ai gas incondensabili (5-10% del totale) emettono in atmosfera fino a quasi 3/4 del fluido geotermico estratto (più di 300 tonnellate/ora fluidi!)? Se questa esorbitante quantità di fluidi tossico-nocivi non fosse spruzzata in atmosfera insieme ai gas incondensabili in prossimità di case e paesi, le emissioni di gas incondensabili risulterebbero probabilmente fuorilegge anche utilizzando gli abbattitori! Non sono al corrente che, avendo depressurizzato i campi geotermici, le sostanze tossiche dei fluidi estratti sono “distillate” dalle rocce sottostanti e salgono ad inquinare l’acquifero dell’Amiata? Non sono al corrente che la subsidenza indotta dalla depressurizzazione potrebbe essere ritenuta responsabile del cedimento del ponte sul Fiume Paglia? Montemaggi non è stato informato che i documenti ufficiali della Regione Toscana oltre a gran parte delle pubblicazioni scientifiche ed ai dati Enel affermano come vi sia interferenza tra il sistema idrotermale e l’acquifero potabile? Che le centrali geotermiche non hanno alcun monitoraggio in continuo delle emissioni sotto il controllo dell’Arpat? Non ricorda le almeno tre eruzioni dai campi geotermici indotte da Enel che hanno distrutto case, animali e piante? Non ha letto come l’Ars affermi che nei paesi geotermici dell’Amiata, negli ultimi 30 anni, vi sono stati almeno 700 morti in più di quelli attesi? Non è stato informato che all’Amiata, appunto negli ultimi 30 anni, l’unica attività industriale con un significativo impatto ambientale è stata la geotermia, che il principio di precauzione è legge, che non è accettabile barattare l’efficienza energetica con la salute?
Se Montemaggi e Horne sostengono che le centrali a ciclo binario non possano essere in nessun caso utilizzate all’Amiata (contrariamente a quanto affermato dagli altri operatori geotermici e da molti scienziati italiani oltre che dal sottoscritto), vogliono in realtà suggerire che sarebbe meglio chiudere le centrali attuali perché obsolete? Sono certo che questa decisione troverebbe d’accordo forse tutti gli abitanti dell’Amiata ed il mezzo milione di persone che ne bevono le acque ormai degradate.

La Nazione del 4 aprile 2013

Sos Geotermia, arrivano anche le proposte di sviluppo
AMIATA UN INCONTRO PER PREPARARSI ALLA MANIFESTAZIONE DI MAGGIO DAVANTI A BAGNORE-3
E’ FISSATO per domani l’incontro promosso dal comitato Sos Geotermia in attesa della manifestazione nazionale del prossimo 11 maggio. «Per la manifestazione dicono al comitato sono già numerose le adesioni e tutti si augurano che la partecipazione sia massiccia per una causa che sta sempre più coinvolgendo i cittadini del territorio. Su Internet già circola una lunga lista di nomi dei comitati che hanno aderito all’iniziativa. Da don Gallo e la Comunità di San Benedetto al Porto (Ge) ai Cobas, dal Forum nazionale dei Movimenti per l’acqua alla federazione nazionale dell’Unione sindacale di base. Una chiamata per tutti che parte dall’Amiata, non a caso il nome dell’iniziativa è «Amiata Calling». Per l’appuntamento di domani, è prevista una prima pianificazione della manifestazione di maggio con il comitato organizzatore che informerà la cittadinanza sull’iniziativa. Cosa c’è di nuovo nelle rivendicazioni del comitato, oltre alla notoria posizione antigeotermica sull’Amiata? E’ lo stesso comitato che comunica per cosa scenderà in piazza (metaforicamente perché la manifestazione di maggio si svolgerà davanti alla centrale di Bagnore-3) oltre alla richiesta di cambiare rotta sulla geotermia, con moratoria. «L’11 maggio si parlerà di una diversa politica di sviluppo del territorio, di difesa dei servizi a partire dagli ospedali, di finanziamenti su progetti che creino occupazione legati alla bonifica e messa in sicurezza del territorio, di sostegno alle piccole e medie imprese e all’agricoltura. Quindi una manifestazione che ha si il sapore della lotta verso l’utilizzo delle risorse geotermiche, ma anche con l’obiettivo di proporre alternative e nuove politiche di intervento sul territorio dell’Amiata. C.B.

GoNews.it del 30 marzo 2013

Arcidosso
SOS Geotermia: “L’11 maggio parlano i cittadini. Adesso le chiacchiere stanno a zero”
Il coordinamento dei movimenti amiatini: “L’Enel scova esperto oltre Atlantico per certificare l’innocuità dei loro impianti”

…segue il comunicato integrale

Il Tirreno del 7 aprile 2013

GEOTERMIA: IL DIBATTITO  SERVONO INFORMAZIONI ADEGUATE
IL PROFESSOR BORGIA Horne e Montemaggi ignorano alcuni dati sull’Amiata: qui è doveroso usare altre tecnologie
di ANDREA BORGIA*
Non desidero entrare in una banale polemica con Horne o Montemaggi, né sostenere tesi ambientaliste. Io sono favorevole alla geotermia, ma penso che debba essere utilizzata nel rispetto della salute degli abitanti e dell’ambiente. Sono certo che Horne e Montemaggi pensano esattamente come me. Per questo credo che non siano stati informati adeguatamente. Ma veniamo al dunque: gli impatti ambientali delle centrali geotermiche amiatine, sollevati dai Comitati, sono evidenziati nelle pubblicazioni scientifiche e nei documenti della Regione Toscana, di Arpat, dei Tribunali e di Enel stessa. Tali impatti sono generati, come per altro ampiamente indicato nelle lezioni di geotermia dell’Onu, dal fatto che Enel ha ridotto di 5-10 volte la pressione originaria dei campi geotermici e pertanto di oltre 300 m il livello della falda acquifera potabile. Montemaggi ha ragione quando dice che la falda negli anni ‘60 era alla stessa quota di quella attuale, perché tale riduzione di pressione è stata indotta dal 1959 ai primissimi anni ‘60. Ha ragione quando afferma che «una volta individuata la risorsa geotermica possiamo parlare di tecnologie»: i fluidi geotermici individuati in Amiata sono talmente carichi di sostanze tossico-nocive che solo utilizzando centrali a ciclo binario con la reiniezione totale (anche dei gas incondensabili) e col mantenimento della pressione originaria dei campi geotermici può essere ipotizzata la geotermia. Horne stesso nella sua risposta non esclude che il ciclo binario possa essere utilizzato, come peraltro è utilizzato alle Hawaii su fluidi ad alta entalpia. Chi ha detto a Montemaggi e Horne che le emissioni dalla centrali a ciclo binario sarebbero le stesse delle centrali attuali e in progetto? Non sanno che queste ultime oltre ai gas incondensabili (5-10% del totale) emettono in atmosfera fino a quasi 3/4 del fluido geotermico estratto (più di 300 tonnellate / ora fluidi!)? Se questa esorbitante quantità di fluidi tossico-nocivi non fosse spruzzata in atmosfera insieme ai gas incondensabili in prossimità di case e paesi, le emissioni di gas incondensabili risulterebbero probabilmente fuorilegge anche utilizzando gli abbattitori! Non sono al corrente che, avendo depressurizzato i campi geotermici, le sostanze tossiche dei fluidi estratti sono “distillate” dalle rocce sottostanti e salgono a inquinare l’acquifero dell’Amiata? Non sono al corrente che la subsidenza indotta dalla depressurizzazione potrebbe essere ritenuta responsabile del cedimento del ponte sul Fiume Paglia? Montemaggi non è stato informato che i documenti ufficiali della Regione Toscana oltre a gran parte delle pubblicazioni scientifiche ed ai dati Enel affermano come vi sia interferenza tra il sistema idrotermale e l’acquifero potabile? Che le centrali geotermiche non hanno alcun monitoraggo in continuo delle emissioni sotto il controllo dell’Arpat? Non ha letto come l’Ars affermi che nei paesi geotermici dell’Amiata, negli ultimi 30 anni, vi sono stati almeno 700 morti in più di quelli attesi? Non è stato informato che all’Amiata, appunto negli ultimi 30 anni, l’unica attività industriale con un significativo impatto ambientale è stata la geotermia, che il principio di precauzione è legge, che non è accettabile barattare l’efficienza energetica con la salute? Se Montemaggi e Horne sostengono che le centrali a ciclo binario non possano essere utilizzate in Amiata (contrariamente a quanto affermato dagli altri operatori geotermici e da molti scienziati italiani oltre che dal sottoscritto), vogliono in realtà suggerire che sarebbe meglio chiudere le centrali attuali perché obsolete? Sono certo che questa decisione troverebbe d’accordo forse tutti gli abitanti dell’Amiata.
*Geologo e vulcanologo Società Edra