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Geotermia in Amiata. ‘Striscia la menzogna’…dell’Enel

striscia_montemaggi_romagnoliIl servizio di Striscia la Notizia di domenica 3 marzo us ci consente di dimostrare quanta siano mistificanti e fasulle le argomentazioni usate a difesa della geotermia Enel sul monte Amiata.

Il giornalista, dopo aver trasmesso l’intervento di SOS Geotermia, che riporta correttamente quanto è scritto a pag.162 dello Studio epidemiologico della Regione Toscana  sullo stato della salute dei residenti, e cioè che “…negli uomini la mortalità generale osservata nell’intera area geotermica mostra un eccesso statisticamente significativo rispetto sia al riferimento locale sia a quello regionale..”, e che in Amiata tale eccesso è del 13%, come è riportato a pag.80 dello stesso Studio, passa la parola per la replica al responsabile Enel Green Power Massimo Montemaggi e all’ingegnere Paolo Romagnoli dell’Enel.

Questi afferma che lo Studio della Regione Toscana ha dimostrato che la mortalità in Amiata è invece in riduzione, con un andamento nel tempo minore di quello che si registra in altre aree, ma comunque in diminuzione.

Il telespettatore rimane perplesso: chi avrà ragione? C’è una riduzione di mortalità, come sostiene Enel, oppure un aumento, come sostiene SOS Geotermia? Il giornalista non si esprime.

Spieghiamo l’inganno furbesco dei dirigenti Enel.
Lo Studio citato analizza anche l’andamento della mortalità in un lasso di tempo molto lungo, oltre trenta anni , e registra un fenomeno che è proprio di tutto il mondo occidentale, cioè una riduzione tendenziale della mortalità per un allungamento della vita che è generalizzato, tipico e frutto della ricerca medico scientifica del dopoguerra. Quindi anche in Amiata si registra tale fenomeno di positiva riduzione, come riferisce l’ingegnere dell’Enel, ma la riduzione in Amiata per i maschi è ben inferiore del 13 % a quella registrata nei comuni limitrofi e a quella registrata in Toscana, che è presa come andamento di normalità statistica. Se la riduzione dell’andamento positivo in Amiata è inferiore del 13%, matematicamente significa che c’è un pari aumento negativo rispetto ai comuni dove si registra una riduzione maggiore della sopravvivenza.

ars_tabella_tumori

Fino al 1990-99, sia in Toscana (viola) che nelle aree di Larderello (rosso) e dell’Amiata (blu), i tumori nei maschi sono in diminuzione, ma dal 1999, mentre il trend toscano e anche dell’area di Larderello diminuisce, nell’Amiata c’è un aumento

Cioè, in tutto il mondo occidentale, e in Toscana, c’è una tendenza a vivere di più e in maggiore salute, ma in Amiata non è così! La differenza è quel 13% in più di morti e l’aumento di altre patologie.

Nelle parole dell’Enel sta l’inganno. Non dire che la scienza statistica fa solo un confronto con una situazione di riferimento considerata la norma, che nel caso in esame è l’andamento registrato in tutta la Toscana. Non dire che una diversità negativa, rispetto ad un andamento positivo concordemente scelto come norma, è una differenza negativa.

Poi si parla di stili di vita…, fingendo di non sapere che tale ipotesi è stata definitivamente smentita dalla stessa Agenzia Regionale di Sanità, con il recente studio di Voller che dice: Il confronto tra la popolazione residente nei comuni delle due aree geotermiche e quella dell’area non geotermica compresa entro 50 chilometri dall’area geotermica, non rivela differenze rilevanti rispetto alle caratteristiche socio demografiche e agli stili di vita (fumo, alcol, dieta, attività fisica)”. Più chiari di così!

L’Ing.Paolo Romagnoli afferma inoltre che il valore del livello del bacino acquifero oggi è sostanzialmente uguale al livello presente negli anni ’60 al momento dell’inizio dello sfruttamento geotermico. E’ ancora falso! Perchè la superficie di falda risulta circa 200 metri al disotto delle misurazioni effettuate da Calamai -proprio per conto di Enel- negli anni ’60. Oggi, ogni mese il bacino si riduce di un metro come rilevato dal pozzo piezometrico di Poggio Trauzzolo, nonostante che negli ultimi anni le precipitazioni e le nevicate siano state le più alte degli ultimi 45 anni, accertato dalla stessa Regione con lo Studio MOBIDIC.

L’Ing.Romagnoli afferma che le tecnologie utilizzate sull’Amiata sono le migliori possibili e realizzabili in relazione al tipo di fluido disponibile a Piancastagnaio, ma non dice che tali tecnologie sono vietate nei paesi ‘civili’ come gli Usa o l’Australia e che sono invece usate in Italia e nel ‘terzo mondo’ perché rendono di più di quelle di nuova generazione che sacrificano parte della produzione al rispetto dell’ambiente e della salute.

Resta il fatto che le tonnellate di inquinanti ce le siamo sorbite tutte fino ad oggi senza limitazioni e non si è mai proceduto ad una valutazione di impatto sanitario che tenga conto dell’azione cumulativa e sinergica delle nuove emissioni con le forme di inquinamento già esistenti e documentate, come peraltro indicato dall’Europa.

Corriere di Maremma del 5 marzo 2013

Abbadia San Salvatore. I badenghi non apprezzano il servizio televisivo di Canale 5 “Striscia la notizia” parla di geotermia sull’Amiata
Abbadia San Salvatore. Domenica sera, canale 5, Striscia la notizia. Gli amiatini tutti (o quasi) davanti la TV per assistere al servizio, annunciato qualche giorni prima, sulla geotermia in Amiata. Servizio realizzato circa un mese fa a Piancastagnaio. Il parere dei comitati locali che vi hanno preso parte sono stati articolati. C’è chi ha sostenuto che “nel programma sono state tagliate alcune cose importanti, come il principio di precauzione e le nostre proposte. Ma ci sarà occasione di ritornarci sopra, coma ha detto Laudadio”. E chi ha ritenuto, invece, che rispetto alla usuale aggressività di Strisciaquesta volta Laudadio ha mostrato imperturbabilità nei confronti dei due ingegneri Enel, contenendo ogni forma di sarcasmo o di ironia. Quello, però, che non è andato proprio giù un gruppo di giovani badenghi è che gli stessi ingegneri, non sapendo come giustificare quei morti in eccesso (il 13% della popolazione maschile rispetto all’area di riferimento locale) emersi dallo studio commissionato da Ars Toscana alla fondazione “Gabriele Monasterio” e al Cnr di Pisa, ecco, quegli stessi ingegneri hanno detto che gli eccessi di mortalità e di patologie si devono “agli stili di vita” delle popolazioni amiatine (ipotesi assunta in un primo momento anche da Ars toscana, ma poi smentita e annullata). Ma come si è permessa Striscia di dipingere gli amiatini “di fronte alla nazione come una popolazione di trogloditi e avvinazzati”, dediti al mangiare eccessivo, alle libagioni e ai piaceri sregolati? E hanno così deciso di realizzare un “controservizio” su Amiata, stili di vita e benessere, che avvalori per assurdo questa tesi. E già si cercano figuranti per il video, che prenderà il via nei prossimi giorni.

Il Tirreno del 7 marzo 2013

Geotermia e salute, il caso finisce a Striscia
Il tg satirico sull’Amiata. Gli ambientalisti: «Mortalità in eccesso del 13%». Enel replica: «Non è vero»
di Fiora Bonelli
AMIATA. Il movimento SoS Geotermia è sbarcato anche a Striscia la Notizia in un servizio di due giorni fa. Durante le interviste dell’inviato Max Laudadio ha commentato le affermazioni che i vertici Enel hanno fatto nella stessa trasmissione. Per gli ambientalisti «in Amiata c’è un eccesso di mortalità del 13% e la falda acquifera sta diminuendo». Riprendendo, dunque, alcuni passaggi della trasmissione, in cui Enel, tramite l’ingegner Montemaggi, ha affermato che non c’è né eccesso di mortalità né diminuzione della falda, come da studi dell’Ars Toscana. «Chi avrà ragione? – il senso del servizio – C’è una riduzione, come sostiene Enel, oppure un aumento, come sostiene SOS Geotermia? Il giornalista non si esprime». SoS geotermia prosegue nel contestare la lettura di Enel. «Lo studio citato analizza anche l’andamento della mortalità in un lasso di tempo molto lungo, oltre trenta anni, e registra un fenomeno che è proprio di tutto il mondo occidentale, cioè una riduzione tendenziale della mortalità per un allungamento della vita che è generalizzato, tipico e frutto della ricerca medico scientifica del dopoguerra. Quindi anche in Amiata si registra tale fenomeno di positiva riduzione, come riferisce l’ingegnere dell’Enel, ma la riduzione in Amiata per i maschi è ben inferiore del 13 % a quella registrata nei comuni limitrofi e a quella registrata in Toscana. Se la riduzione dell’andamento positivo in Amiata è inferiore del 13%, matematicamente significa che c’è un pari aumento negativo rispetto ai comuni dove si registra una riduzione maggiore della sopravvivenza. Cioè, in tutto il mondo occidentale, e in Toscana, c’è una tendenza a vivere di più e in maggiore salute, ma in Amiata non è così! La differenza è quel 13% in più di morti e l’aumento di altre patologie». E a proposito dell’acqua l’ingegnere Enel Paolo Romagnoli nel servizio di Striscia ha affermato che il valore del livello del bacino acquifero oggi è sostanzialmente uguale al livello presente negli anni ’60 al momento dell’inizio dello sfruttamento geotermico. Per Sos Geotermia «è tutto falso! Perchè la superficie di falda risulta circa 200 metri al disotto delle misurazioni effettuate da Calamai – proprio per conto di Enel- negli anni ’60. Oggi, ogni mese il bacino si riduce di un metro come rilevato dal pozzo piezometrico di Poggio Trauzzolo, nonostante che negli ultimi anni le precipitazioni e le nevicate siano state le più alte degli ultimi 45 anni, accertato dalla stessa Regione con lo studio Mobidic». Resta il fatto, concludono gli esponenti di SOS geotermia, «che le tonnellate di inquinanti ce le siamo sorbite tutte fino ad oggi senza limitazioni e non si è mai proceduto ad una valutazione di impatto sanitario che tenga conto dell’azione cumulativa e sinergica delle nuove emissioni con le forme di inquinamento già esistenti e documentate, come peraltro indicato dall’Europa».

La Nazione del 6 marzo 2013

AMIATA. PER GLI AMBIENTALISTI CI SONO DIVERSE LETTURE DEI DATI
Striscia la Notizia parla di geotermia ma il comitato non è d’accordo
di Cristiano Bernacchi
IL COMITATO ambientalista Sos Geotermia esce allo scoperto dopo il servizio di Striscia la Notizia. «Il giornalista dicono dopo aver trasmesso l’intervento di Sos Geotermia, che riporta correttamente quanto è scritto nello studio epidemiologico della Regione, cioè che negli uomini la mortalità generale osservata nell’intera area geotermica mostra un eccesso statisticamente significativo, e che in Amiata tale eccesso è del 13%, passa la parola per la replica al responsabile Enel Green Power Massimo Montemaggi e all’ingegnere Paolo Romagnoli dell’Enel. Questi affermano che lo Studio della Regione Toscana ha dimostrato che la mortalità in Amiata è invece in riduzione, con un andamento nel tempo minore di quello che si registra in altre aree, ma comunque in diminuzione». Secondo il comitato «lo spaesamento per lo spettatore è certo, dato che le due ipotesi sostenute sono in netta contraddizione, ma il bandolo della matassa è rintracciabile solo nei dati statistici. Ovvero spiegano che il trend di moralità degli ultimi trenta anni sia diminuito è un fatto che si registra in tutto il mondo occidentale con un allungamento della vita generalizzato, ma allora quel 13% di mortalità in eccesso come si spiega?». Secondo i comitati è proprio quell’aumento di mortalità in eccesso con una differenza del 13% a dimostrare che nel resto del mondo occidentale si vive tendenzialmente di più, ma «in Amiata non è così».

Il Cittadino online.it del 5 marzo 2013

Sos Geotermia: “Fateci capire che succede in Amiata”
Morti e patologie legate alla risorsa naturale, sì o no?
di Fabrizio Pinzuti

AMIATA. Altra pagina di SOS Geotermia, Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata, contro l’Enel. “Striscia la menzogna dell’Enel”, recita più esattamente il titolo di una nota dei comitati. Il comunicato prende spunto da un servizio trasmesso da canale 5 in Striscia la notizia domenica 3 marzo sull’attività geotermica dell’Enel in Amiata. Il giornalista, dopo aver trasmesso l’intervento di SOS Geotermia, che riporta quanto è scritto a pag.162 dello Studio epidemiologico della Regione Toscana1 sullo stato della salute dei residenti, e cioè che “…negli uomini la mortalità generale osservata nell’intera area geotermica mostra un eccesso statisticamente significativo rispetto sia al riferimento locale sia a quello regionale..”, e che in Amiata tale eccesso è del 13%, come è riportato a pag.80 dello stesso Studio, passa la parola per la replica al responsabile Enel Green Power Massimo Montemaggi e all’ingegnere Paolo Romagnoli dell’Enel. Questi afferma che lo Studio della Regione Toscana ha dimostrato che la mortalità in Amiata è invece in riduzione, con un andamento nel tempo minore di quello che si registra in altre aree, ma comunque in diminuzione. Il telespettatore rimane perplesso: chi avrà ragione? C’è una riduzione di mortalità, come sostiene Enel, oppure un aumento, come sostiene SOS Geotermia? Il giornalista non si esprime. Questo il riassunto della trasmissione nella quale i Comitati intravedono “l’inganno furbesco dei dirigenti Enel”. Spiega la nota che “lo Studio citato analizza anche l’andamento della mortalità in un lasso di tempo molto lungo, oltre trenta anni, e registra un fenomeno che è proprio di tutto il mondo occidentale, cioè una riduzione tendenziale della mortalità per un allungamento della vita che è generalizzato, tipico e frutto della ricerca medico scientifica del dopoguerra. Quindi anche in Amiata si registra tale fenomeno di positiva riduzione, come riferisce l’ingegnere dell’Enel, ma la riduzione in Amiata per i maschi è ben inferiore del 13% a quella registrata nei comuni limitrofi e a quella registrata in Toscana, che è presa come andamento di normalità statistica. Cioè, in tutto il mondo occidentale, e in Toscana, c’è una tendenza a vivere di più e in maggiore salute, ma in Amiata non è così! La differenza è quel 13% in più di morti e l’aumento di altre patologie. Nelle parole dell’Enel sta l’inganno. Non dire che una diversità negativa, rispetto ad un andamento positivo concordemente scelto come norma, è una differenza negativa. Poi si parla di stili di vita…, fingendo di non sapere che tale ipotesi è stata definitivamente smentita dalla stessa Agenzia Regionale di Sanità, con il recente studio di Voller che dice: “Il confronto tra la popolazione residente nei comuni delle due aree geotermiche e quella dell’area non geotermica compresa entro 50 chilometri dall’area geotermica, non rivela differenze rilevanti rispetto alle caratteristiche socio demografiche e agli stili di vita (fumo, alcol, dieta, attività fisica)”. Più chiari di così! L’Ing. Paolo Romagnoli afferma inoltre che il valore del livello del bacino acquifero oggi è sostanzialmente uguale al livello presente negli anni ’60 al momento dell’inizio dello sfruttamento geotermico. E’ ancora falso! Perché la superficie di falda risulta circa 200 metri al disotto delle misurazioni effettuate da Calamai – proprio per conto di Enel – negli anni ’60. Oggi, ogni mese il bacino si riduce di un metro come rilevato dal pozzo piezometrico di Poggio Trauzzolo, nonostante che negli ultimi anni le precipitazioni e le nevicate siano state le più alte degli ultimi 45 anni, accertato dalla stessa Regione con lo studio Mobidic. L’Ing.Romagnoli afferma che le tecnologie utilizzate sull’Amiata sono le migliori possibili e realizzabili in relazione al tipo di fluido disponibile a Piancastagnaio, ma non dice che tali tecnologie sono vietate nei paesi ‘civili’ come gli Usa o l’Australia e che sono invece usate in Italia e nel terzo mondo perché rendono di più di quelle di nuova generazione che sacrificano parte della produzione al rispetto dell’ambiente e della salute. Resta il fatto che le tonnellate di inquinanti ce le siamo sorbite tutte fino ad oggi senza limitazioni e non si è mai proceduto ad una valutazione di impatto sanitario che tenga conto dell’azione cumulativa e sinergica delle nuove emissioni con le forme di inquinamento già esistenti e documentate, come peraltro indicato dall’Europa”.

3 marzo 2013: ‘Striscia la Geotermia’, anche Canale 5 sull’Amiata

(questa è una foto, il servizio è sotto)

(questa è una foto, il servizio è sotto)

Trasmesso oggi, 3 marzo, il servizio di Striscia la Notizia sulla geotermia in Amiata.
Di fronte alle contestazioni l’Enel mette in campo i massimi dirigenti del settore, a cominciare dall’ing.Montemaggi che è il responsabile di Enel Green Power.
Nonostante questo gli argomenti che tentano di usare per rispondere alle contestazioni sono i soliti di sempre, già smentiti  e/o rivelatisi delle enormi bugie, come nel tempo abbiamo puntualizzato su questo sito.
Se questi sono gli argomenti sarebbe bene che pensassero a dimettersi e con loro gli amministratori che fin qui li hanno avallati o hanno evitato di pronunciarsi.
Bloccare immediatamente i cantieri di Piancastagnaio e Bagnore e fermare le altre centrali in funzione!
(Alle dichiarazioni di Enel del servizio risponderemo presto ricordando e riproponendo tutte le denunce fin qui fatte).

Se non visualizzate il video qui sotto vuol dire che è stato bloccato da RTI (Mediaset); potete comunque vederlo nella pagina di Striscia la notizia qui: http://www.striscialanotizia.mediaset.it/puntata/2013/03/03/puntata_19D.shtml?2
se non si vede neanche sul sito di Striscia, potete scaricare una versione in bassa definizione CLICCANDO QUI (è un file zippato di circa 9 Mb)

Lettera aperta a Carlo Petrini e Slow Food

slow_food_trivellaAbbiamo sempre seguito con interesse le Sue battaglie per la valorizzazione del buon cibo, sano, pulito e dei piccoli produttori di qualità contro la grande industria agroalimentare, e, più in generale, dell’ambiente naturale ed agricolo del nostro Paese.
Può capire la sorpresa nel vedere Lei e la Sua organizzazione associata a chi tenta di spacciare la geotermia toscana come rinnovabile e pulita; ci riferiamo alla ‘alleanza’ con CoSviG
(il Consorzio Sviluppo Geotermia, leggi qui e qui).

Non vogliamo far torto alla Sua intelligenza, ma ci sembra che la sacrosanta battaglia per valorizzare la produzione di qualità della Toscana non possa prescindere da una parallela uscita di scena della geotermia nei termini in cui Enel la pratica nella nostra regione, ed in particolare sul monte Amiata.

La nostra contrarietà a classificare la geotermia genericamente pulita e rinnovabile, nasce dalle evidenze scientifiche che, si badi bene, gli stessi enti preposti e studiosi di chiara fama hanno evidenziato. Non siamo quindi tra quelli che ‘basta che non sia nel mio giardino’, ma dopo oltre 50 anni di geotermia in Amiata, sia per la struttura geologica che per le tecnologie usate, possiamo affermare che la nostra geotermia non è né pulita, né rinnovabile, né sicura.

Non potendo approfondire in questa sede tutte le problematiche della geotermia in Amiata, Le evidenziamo solo alcuni tra gli aspetti più gravi con cui dobbiamo fare i conti:

  • INQUINAMENTO E RIDUZIONE DELL’ACQUA. Il monte Amiata è uno dei bacini idropotabili più grandi del centro-Italia e serve 3 province (Siena, Grosseto e Viterbo). Le misurazioni e le stime ci dicono che, a causa della connessione fra il bacino freatico e quello geotermico sottostante, la falda si è abbassata di circa 200 metri -rispetto agli anni ’70- e continua a scendere di 1 metro al mese (la quantità persa è equiparabile all’intero lago di Bolsena). In più,i dati dimostrano l’aumento continuo della concentrazione di arsenico tanto che per ben 3 volte si è ricorsi alle ‘deroghe’ europee, somministrando ai cittadini acqua ‘avvelenata’ ed oggi, solo grazie agli abbattitori, si riesce a rientrare appena nel limite di legge di 10 μg/l che, come Lei saprà, è comunque un limite di compromesso essendo l’arsenico cancerogeno di classe I° per il quale non esiste quantità innocua (come l’amianto, per capirsi) e l’OMS auspica il livello ‘zero’.
  • INQUINAMENTO DELL’ARIA. Le centrali amiatine ad alta entalpia utilizzano una tecnologia vecchia (e vietata nei paesi ‘civili’) con emissioni nell’aria che risultano anche più gravi delle centrali tradizionali a gas e combustibile fossile. Solo per darLe qualche numero, una sola centrale, denominata Bagnore 3, nonostante i filtri, che comunque agiscono solo sul mercurio e l’acido solfidrico, emette ogni anno (dati Arpat): 213.600 tonnellate di CO2, 1.037 tonnellate di Acido Solfidrico, 6.910 tonnellate di Metano, 4.111 tonnellate di Ammoniaca, 1.236 kg di Acido Borico, 96 kg di Mercurio, più di 9 kg di arsenico, più altre sostanze tossiche.
    Se teniamo conto che questa è una centrale da 20 MW e la rapportiamo alla potenza che avremo a breve, dopo le autorizzazioni regionali, per un totale di 120 MW, può ben immaginare le proporzioni.
  • SALUTE. I dati dello studio epidemiologico dell’Ars Toscana ci dicono che nell’area geotermica del monte Amiata abbiamo avuto 171 morti in più di quelli ‘attesi’ statisticamente dal 2001 al 2006 e attualmente continua lo stillicidio di 2 morti in più al mese, oltre ad un aumento, anch’esso ‘statisticamente significativo’, di altre gravi patologie.

Queste informazioni, che provengono da fonti ‘ufficiali’, non vengono smentite –come potrebbero?– ma vengono nascoste o ne vengono date giustificazioni false e, a volte, bizzarre.
Nel caso della riduzione dell’acqua si è sostenuto che dipendeva dalla scarsità di precipitazioni, questo finché la stessa Regione, attraverso lo studio Mobidic del 2011 –pubblicato inspiegabilmente dopo un anno-, ha dovuto prendere atto che non esistono le variazioni addotte, ma, anzi, negli ultimi anni si rileva un aumento delle precipitazioni. Ma non solo. È proprio lo studio commissionato dalla regione Toscana (Mobidic) a affermare che sulle oscillazioni nelle portate misurate alle sorgenti principali potrebbe giocare un ruolo importante anche una fluttuazione della pressione inferiore (vapore geotermico), “tenuto anche conto del particolare contesto geologico del monte Amiata”.
Per le morti e le malattie l’Ars ha da subito ‘suggerito’ –usando il condizionale– che non dovrebbero essere causate dall’attività geotermica, ma forse –sempre al condizionale– potrebbero dipendere dagli ‘stili di vita’ delle popolazioni locali; queste ‘supposizioni’ sono diventate il cavallo di battaglia delle amministrazioni pubbliche che, usando peraltro soldi dei cittadini, hanno avviato studi specifici sul fumo, sull’alcool e, buona ultima, sulle malattie veneree; anche qui, come per l’acqua, si sono smentiti da soli, infatti in uno studio di uno dei ricercatori dell’Ars stessa sugli stili di vita, lo scorso anno, ha certificato che non ci sono differenze tra gli stili di vita delle popolazioni amiatine rispetto a quelle dei territori limitrofi. Quindi?

Noi non vogliamo attribuire tutti i mali del mondo alla geotermia, ma senz’altro sul monte Amiata l’attività delle centrali Enel è quantomeno concausa dei problemi evidenziati, tanto più che esistono altri sistemi, detti a bassa entalpia, che possono essere sfruttati per produrre l’energia necessaria a sviluppare il nostro territorio e rilanciare un’economia basata proprio sulle produzioni locali tipiche e di alta qualità e sul turismo, nel rispetto e compatibilmente con le caratteristiche ambientali dell’Amiata.

Ma, temiamo, non è questo quello che vogliono fare di questo territorio se, come dall’ultima delibera di giunta regionale Toscana, si include questa area –assieme alla storica di Larderello/Pomarance– nel ‘polo geotermico toscano’ dove incentivare ancora di più l’alta e media entalpia, aprendo anche ad altri gestori, e la sperimentazione di nuovi sistemi (biomasse, inceneritori o termovalorizzatori e chissà cos’altro…).
Per la nostra acqua, la cui purezza era decantata da tempi immemorabili, ci sembra che si sia abbandonata l’idea di recuperarla, tanto che sono in progetto numerosi dissalatori: arriveremo forse all’assurdo che l’acqua dal mare andrà alla montagna?

L’impressione che si ha è che si vogliano sacrificare queste due aree (Amiata e Larderelllo) al solo sfruttamento energetico, quantificandone anche il costo in “43.000 abitanti in 16 comuni, solo 1,2% del territorio”.

I dati e le informazioni più dettagliate può reperirle sui siti istituzionali o sul nostro sito: https://sosgeotermia.noblogs.org/

Ovviamente noi non siamo d’accordo con l’abbandono del monte Amiata allo sfruttamento geotermico e per questo ci rivolgiamo anche a Lei affinchè assuma una posizione coerente con i principi che sono alla base dello Slow Food e che condividiamo nella misura in cui non vengono poi contraddetti nella pratica.

Siamo disponibili per qualsiasi chiarimento in merito e saremmo felici di poter condividere con Lei e la sua associazione la battaglia per la valorizzazione dell’ambiente e della produzione locale.

Monte Amiata, 16 febbraio 2013

ps. giusto oggi su TGR Ambiente Italia è andato in onda un servizio sulla geotermia amiatina (a cui abbiamo partecipato) al termine del quale Piero Sardo di Slow Food Biodiversità ci sembrava alquanto critico sulla questione, in controtendenza rispetto alle altre vs. iniziative con CoSviG. Speriamo bene.
Scarica la lettera aperta in .pdf

16 febbraio 2013. Va in onda su Ambiente Italia il servizio sulla geotermia in Amiata

 

20130216_tgr_ambiente_italia_01Era giusto un mese fa, il 16 gennaio, quando la troupe di ‘Ambiente Italia’ con l’inviato Igor Staglianò, testata del TGR della Rai, ha effettuato le riprese e ci ha intervistato sulla questione della geotermia amiatina di Enel.
Oggi, 16 febbraio, finalmente è andato in onda su Rai 3 il servizio in cui, compatibilmente con i tempi televisivi, siamo riusciti a denunciare e ribadire la falsità della favola che la geotermia e pulita, innocua e rinnovabile.
La cappa di silenzio che Enel e amministratori vorrebbero scendesse sulla questione è stata, ancora una volta, strappata.
Per chi l’avesse perso, vi invitiamo a rivederlo qui.

Le posizioni sulla Geotermia di SOS Geotermia

Il logo del CoordinamentoIl 3 febbraio 2013 la Rete dei comitati di Asor Rosa si riunisce a Firenze; uno dei temi principali in discussione è la questione Geotermia in Amiata. Pur non invitato, il coordinamento SOS Geotermia vuole dare un contributo chiarificatore sulla questione, in coerenza con quanto andiamo sostenendo da sempre e ribadito nel nostro Manifesto.
Riportiamo di seguito il documento che può anche essere letto e scaricato, impaginato in formato pdf

 

Per SOS Geotermia è un fatto importante che la Rete dei Comitati di Asor Rosa abbia posto il tema della Geotermia al centro della propria iniziativa con un documento specifico, che riprende alcuni problemi da noi denunciati da anni. Su molti punti siamo d’accordo con le analisi fatte dalla Rete dei Comitati, altri non ci trovano concordi e riteniamo utile e necessario un confronto a tutto campo che consenta di chiarire questioni di merito e di metodo sia sulla geotermia che più in generale sulle tematiche ambientali.

A differenza di quello che si è cercato di nascondere per anni, fornendo una scarsa e cattiva informazione, le attuali coltivazioni geotermiche in Toscana producono un pesante impatto ambientale, che varia da un territorio ad un altro a seconda delle sostanze inquinanti contenute nei fluidi presenti nel sottosuolo: non possono pertanto essere attribuite all’attività geotermica valutazioni univoche, né è possibile generalizzare quando si parla di sostenibilità e rinnovabilità di questa fonte energetica.

Sull’Amiata la quantità di inquinanti è di gran lunga superiore rispetto all’area di Larderello, pertanto criticità e pericoli risultano maggiori e stanno già compromettendo quelle che da sempre sono state le vere risorse di questa montagna: acqua, aria e ambiente.

L’estrazione del vapore sta depauperando l’acquifero dell’Amiata, il più importante della Toscana: i piezometri installati in vari punti della zona di ricarica dell’acquifero indicano che la superficie della falda si sta abbassando di un metro al mese senza che ci sia alcuna iniziativa da parte delle autorità preposte.

Nessuno degli studi redatti su incarico della Regione ha smentito i collegamenti esistenti tra i due acquiferi, quello superficiale e quello geotermico, collegamenti dovuti ai camini vulcanici e alla presenza di fratture e faglie vulcano-tettoniche che gli stessi geologi di ENEL avevano segnalato nei loro studi redatti nel 1970.

Anche la qualità delle acque in questi anni è stata compromessa per la presenza di arsenico che in alcune sorgenti ha superato il limite di legge tanto che, per renderla potabile, vengono praticate operazioni di miscelamento con altre acque ed in alcuni casi sono stati installati abbattitori di questo pericoloso inquinante.

Questa modalità di sfruttamento geotermico non produce energia pulita, e neppure rinnovabile; non si può più raccontare la favola sentita per tanti anni, minimizzando i problemi e le criticità, anche in considerazione del fatto che la geotermia è stata esclusa dal dover rispettare le norme concernenti la riduzione dei gas ad effetto serra.

In realtà le centrali dell’Amiata producono una quantità di anidride carbonica per unità di energia prodotta ben superiore a quelle alimentate ad olio combustibile (852 t/Gwh rispetto a 700 t/Gwh), oltre a diverse tonnellate al giorno di metano ed altri inquinanti ben più pericolosi, quali mercurio, arsenico, acido solfidrico, ammoniaca, acido borico, alcuni dei quali “con caratteristiche tossicologiche ed ecotossicologiche rilevanti” secondo la definizione di ARPAT..

La geotermia, dopo l’agricoltura, che è ampiamente diffusa in Toscana, rappresenta a livello regionale la seconda fonte di produzione di ammoniaca, sostanza precursore, insieme all’acido solfidrico, alla formazione del PM10 secondario che incide pesantemente sulla qualità dell’aria. “Ai fini del rispetto dei valori limite della qualità dell’aria nel territorio regionale, in particolare per il PM10, (e in seguito alla direttiva 2008/50/CE anche per il PM25), la Regione deve ridurre le emissioni dei precursori del PM10 secondario”. Questo è quanto scritto nella DGRT n.344/2010 relativa all’approvazione dei criteri direttivi per il contenimento delle emissioni in atmosfera delle centrali geotermoelettriche.

Il limite di emissione annua di ammoniaca è stato fissato anche a livello nazionale, al fine di tutelare l’ambiente e la salute umana dagli effetti nocivi causati dall’acidificazione e dalla eutrofizzazione del suolo.

La centrale di Bagnore 3, sulla base dei valori rilevati da ARPAT negli anni 2002-2012, ha prodotto in media oltre 3 t. al giorno (Kg. 3.319) di ammoniaca, con punte che nel 2005 hanno addirittura raggiunto le 13 t. (Kg. 13.125). Se teniamo presente che le emissioni totali stimate nel 2007 e dichiarate dalla stessa Regione oscillano tra 4000 e 6500 tonnellate all’anno, possiamo ritenere che la centrale di Bagnore 3 (20 MW) rappresenti la maggiore fonte inquinante di ammoniaca a livello regionale. La DGRT 344/2010 prevede quale valore limite dell’ammoniaca 2 kg./h, ossia 48 kg. al giorno, indipendentemente dalla potenza della centrale, valore di gran lunga non rispettato né da Bagnore 3, né dalla prevista centrale Bagnore 4.

Questi sono i fatti che da anni i comitati ambientalisti dell’Amiata denunciano, sulla base di dati ARPAT, che comunque tiene sempre a precisare nelle sue note che “non valida i dati degli autocontrolli di ENEL GP, ma effettua proprie analisi”.

Le autorità preposte alla tutela dell’ambiente sono ben consapevoli di questo pesante inquinamento e della grave situazione sanitaria presente sull’Amiata, emersa anche dall’Indagine Epidemiologia a cura dell’Agenzia Regionale di Sanità.

Le emissioni di sostanze particolarmente pericolose, quali il mercurio e l’ammoniaca, sommandosi all’arsenico, all’acido solfidrico, alle emissioni naturali e a quelle di precedenti attività minero-metallurgiche, già conosciute, producono criticità e pericoli maggiori rispetto all’area geotermica tradizionale.

In Amiata si registra negli uomini un eccesso di mortalità statisticamente significativo del +13%, sia rispetto ai comuni limitrofi, scelti per gli stessi caratteri socio economici, sia rispetto al resto della regione.

Sono state individuate ben 54 relazioni, statisticamente significative, tra incrementi di malattie mortali e concentrazioni crescenti di diversi inquinanti, presenti in Amiata e prodotti anche dalle centrali geotermiche.

Nonostante ciò, il quadro epidemiologico è stato giudicato “rassicurante” dalla Giunta della Regione Toscana e gli eccessi di mortalità sono stati attribuiti agli stili di vita degli amiatini: tuttavia un recente studio di un ricercatore della stessa ARS ha smentito questa tesi.

Essendo riconosciuta, nei comuni geotermici, come vera la relazione tra l’aumento notevole di mortalità e le concentrazioni crescenti di Arsenico, Mercurio, acido solfidrico, ecc., ed essendo ritenuta ancora come vera l’esistenza di emissioni significative di Arsenico, Mercurio, acido solfidrico, ecc. dalle centrali geotermiche dell’Amiata, per la legge transitiva della Logica, è vera anche la conclusione: che l’incremento delle malattie e mortalità sull’Amiata è dovuta anche alle emissioni delle centrali geotermiche. Da Aristotele in poi, nel mondo, questa è una legge, non riconosciuta soltanto dalla Giunta regionale Toscana.

A fronte di questi evidenti e gravi problemi, non sono state date risposte chiare e certe, quelle risposte tra l’altro previste dall’Accordo Volontario attuativo del Protocollo d’Intesa sottoscritto nel 2009 tra ENEL e Regione Toscana, dove è scritto: …”La previsione di sviluppo dell’attività geotermica in queste aree, pertanto, resta subordinata alla verifica, sul piano scientifico, delle condizioni di assoluta salubrità della coltivazione geotermica”.

Pur in assenza di tali condizioni dichiarate, hanno già avuto inizio gli interventi previsti dal piano di riassetto dell’area di Piancastagnaio, che comportano un aumento dell’energia prodotta dalle attuali 47 MW. a 60 MW., ed è stata anche rilasciata l’autorizzazione unica per la costruzione di Bagnore 4 (40MW), la centrale più grande dell’Amiata, prevista nell’area geotermica più inquinante, al centro di un’area a massima pericolosità di frana ed in una zona ad alto grado di sismicità. Il tutto supportato da decine di prescrizioni che prevedono interventi di monitoraggio a tutto campo, ma a cose fatte, senza applicare il principio di precauzione, senza aver fatto un attento esame sul piano scientifico sulle tecnologie impiegate da ENEL e non più utilizzate in gran parte del mondo, dove da tempo vengono praticate tecnologie a ciclo chiuso che prevedono la completa re-iniezione nella stessa falda geotermica dei fluidi estratti, dando così credito al fatto che quelle proposte da ENEL siano le migliori tecniche al momento disponibili.

E’ quindi evidente la responsabilità della Regione Toscana e l’accondiscendenza delle amministrazioni locali, allettate dalle “compensazioni ambientali” corrisposte da ENEL, nel voler sviluppare e tutti i costi una attività di sfruttamento che porterà all’esaurimento delle risorse di questo territorio, compromettendo qualsiasi prospettiva di sviluppo di altri settori economici, in particolare il turismo, l’agricoltura, le produzioni di qualità, come pure il patrimonio edilizio e le attività del settore.

Dopo anni di inutili appelli al dialogo e alla ragionevolezza, oggi i Comitati e S.O.S. Geotermia, sostenuti anche da Associazioni Ambientaliste a livello nazionale (WWF Italia, Italia Nostra e Forum Ambientalista), stanno portando avanti azioni legali nei confronti dei provvedimenti emanati dalla Regione Toscana, azioni che continueranno anche in seguito, e che già stanno trovando sempre più sostegno tra la popolazione.

Gli sviluppi di questa vicenda hanno dimostrato l’assenza della volontà di ricercare soluzioni condivise e l’impossibilità di un vero confronto democratico tra cittadini e istituzioni, dal momento che sono stati anteposti gli interessi economici ai diritti della collettività.

Siamo convinti che l’unico modo per salvare il monte Amiata sia il blocco della costruzione di nuove centrali e la “moratoria” su quelle esistenti per aprire una discussione a tutto campo sul futuro di questo territorio e sulle attività compatibili con esso, senza deroga alcuna sul principio della salvaguardia della salute e dell’ambiente.

In questo ambito un ruolo importante lo può avere la valorizzazione della risorsa geotermica “a bassa entalpia”, lo sfruttamento e l’uso del calore e dell’acqua calda, per un piano di sviluppo della risorsa energetica presente nell’Amiata per gli usi civili e produttivi: teleriscaldamento per uso civile e artigianale, serre, acquacoltura, riscaldamento impianti sportivi e turistici, etc. Una energia a uso e a favore del nostro territorio, controllata e gestita dalle nostre comunità, non finalizzata quindi allo sfruttamento dell’alta (e media) entalpia per le centrali geotermiche, gestite da Enel.

Non è questa geotermia il futuro di questa terra, ricca di risorse naturali, già oggi pesantemente messe in crisi, di biodiversità, di beni ambientali e paesaggistici da tutelare e valorizzare, perché sempre più preziosi in una società in cui cementificazione, inquinamento e desertificazione sono diventati luoghi comuni. Tra l’altro la presenza nei fluidi geotermici di una grande quantità di sostanze inquinanti la rendono insostenibile anche sotto l’aspetto sanitario.

Il tema della salvaguardia ambientale e della salute delle popolazioni amiatine è per noi, insieme al lavoro utile e dignitoso per tutti, “tema centrale” di ogni iniziativa di mobilitazione e di lotta che deve tendere alla partecipazione diretta e al coinvolgimento dei cittadini, contro le scelte delle multinazionali in campo energetico, come peraltro ribadito nel manifesto “Non è questo il futuro che vogliamo” alla base della nostra manifestazione del 15 dicembre ultimo scorso a Piancastagnaio.

Auspichiamo pertanto che la Rete faccia proprie queste nostre considerazioni per le quali i comitati ambientalisti e il Coordinamento SOS Geotermia si stanno battendo, e se vuole veramente essere la portavoce di queste istanze prima di tutto le deve condividere e sostenere in tutte le sedi.

Se questo non sarà possibile deve risultare evidente che esistono posizioni diverse e che quelle della Rete non rappresentano i Comitati dell’Amiata. Noi abbiamo già assunto impegni con le popolazioni e con il territorio e abbiamo già detto “NO alla logica del profitto a tutti i costi”.

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Titanic/Bagnore4, mentre l’Amiata affonda nel salone si brinda e si balla

titanic_croce_enel copiaIllustrate -a pochi amiatini ‘che contano’– le meraviglie di Bagnore 4

Veniamo a conoscenza dai media (vedi articoli riportati in fondo) di un incontro in cui si annuncia il prossimo avvio del cantiere per la centrale Bagnore4 e se ne magnificano le ricadute sul territorio.
Dai diversi resoconti si rileva che si è parlato, riguardo alle ‘ricadute’, solo di soldi: soldi elargiti come compensazioni ambientali, soldi come posti di lavoro, soldi come indotto (ci hanno risparmiato le sponsorizzazioni delle sagre paesane…).
Premesso che usare l’argomento ‘soldi’, quando si parla di salute e territorio, è già una sconfitta per la popolazione e per la montagna e che comunque è un aspetto che ci interessa solo in via secondaria, non ci vogliamo sottrarre neanche a questo.
Si parla di 2,6 milioni di euro l’anno, per 10 anni, di compensazioni ambientali, soldi che andranno nelle casse dei comuni (in proporzioni differenziate) più altri milioni e milioni ‘probabili’, ‘possibili’, di ricadute sulle attività locali come indotto, si badi bene, per il periodo del cantiere della centrale. Così come l’impegno per l’occupazione si risolve, sulla carta, a 100 posti sempre e solo per il periodo di costruzione della centrale. E dopo?
Per contro in Amiata abbiamo un aumento certo di alcune patologie e di mortalità, rilevate dall’ARS Regionale, alle quali concorrono anche le attività geotermiche e che sono -anche- un costo sociale ed economico; la falda potabile continua a ridursi di 1 metro al mese (rilevazioni piezometro di poggio Trauzzolo) e sono stati installati, a spese dei cittadini, filtri per l’arsenico che ormai è ben oltre la soglia di legge. Continua, e -prevedibilmente- aumenterà, l’emissione di tonnellate di sostanze inquinanti che, oltre a essere inalate dai cittadini, si depositano contaminando terreni e falde. Questa già drammatica situazione migliorerà o peggiorerà con la nuova centrale Bagnore4 più le altre in cantiere a Piancastagnaio? E con quali ulteriori costi?
Si parla di ‘volano economico’: probabilmente –ma non sicuramente– per il periodo del cantiere l’economia locale registrerà un dato positivo, ma chi non guarda oltre il proprio naso dovrebbe pensare agli scenari futuri. Finito il cantiere (5 anni) e finite le compensazioni ambientali (10 anni), cosa resterà sull’Amiata?
Le attività di pregio del territorio, castagne, olio, formaggi, dolci, e tutta la filiera agroalimentare, potranno ancora sfruttare il valore aggiunto della provenienza? Il turismo, specie quello ambientale e di qualità, sarà ancora possibile? Le case, gli immobili, i terreni verranno svalutati o rivalutati dall’attività geotermica? Se l’acquifero continuasse a diminuire e/o le concentrazioni di arsenico aumentassero ancora dove si prenderà l’acqua? Come prospettato recentemente faremo i dissalatori e porteremo l’acqua dal mare alla montagna? E cosa ne sarà del turismo termale (Saturnia, Bagno Vignoni, San casciano, San Filippo) il cui bacino idrotermale potrebbe essere compromesso?
Proponiamo agli amministratori una valutazione più seria delle semplici suggestioni, cioè, proponiamo una Analisi Costi/Benefici, che è una metodologia scientifica utilizzata per poter fare -apputo- scelte consapevoli e partecipate, includendo tutte le ricadute economiche dirette, indirette, presenti e future sulla base di dati certi, quali quelli già registrati nella vicina Larderello/Pomarance, al fine di sapere quale sarà il futuro della montagna e dei nostri figli!
Non riusciamo a quantificare, oggi, le perdite economiche connesse alla trasformazione del monte Amiata in area geotermica, ma alla luce del buon senso ci sembra che i costi siano di gran lunga maggiori dei guadagni.
Perciò non ci uniamo al coro esultante, che ci ricorda appunto l’affondamento del Titanic mentre l’orchestra proseguiva a suonare e nel salone si brindava.

Maremma News del 14 gennaio 2013

Geotermia: “mentre l’Amiata affonda nel salone si brinda e si balla”
Illustrate – a pochi amiatini “che contano”- le meraviglie di Bagnore 4, ma quali saranno le conseguenze sulla salute afferma il Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata di SOS Geotermia?
Amiata: “Veniamo a conoscenza dai media di un incontro in cui – scrive il Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata di SOS Geotermia – si annuncia il prossimo avvio del cantiere per la centrale Bagnore4 e se ne magnificano le ricadute sul territorio. Dai diversi resoconti – continua SOS Geotermia – si rileva che si è parlato, riguardo alle “ricadute”, solo di soldi: soldi elargiti come compensazioni ambientali, soldi come posti di lavoro, soldi come indotto (ci hanno risparmiato le sponsorizzazioni delle sagre paesane…). Premesso che usare l’argomento “soldi”, quando si parla di salute e territorio, è già una sconfitta per la popolazione e per la montagna e che comunque è un aspetto che ci interessa solo in via secondaria, non ci vogliamo sottrarre neanche a questo.
Si parla di 2,6 milioni di euro l’anno, per 10 anni, di compensazioni ambientali, soldi che andranno nelle casse dei comuni (in proporzioni differenziate) più altri milioni e milioni “probabili”, “possibili”, di ricadute sulle attività locali come indotto, si badi bene, per il periodo del cantiere della centrale. Così come l’impegno per l’occupazione si risolve, sulla carta, a 100 posti sempre e solo per il periodo di costruzione della centrale. E dopo? Per contro in Amiata – afferma il Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata – abbiamo un aumento certo di alcune patologie e di mortalità, rilevate dall’ARS Regionale, alle quali concorrono anche le attività geotermiche e che sono -anche- un costo sociale ed economico; la falda potabile continua a ridursi di 1 metro al mese (rilevazioni piezometro di poggio Trauzzolo) e sono stati installati, a spese dei cittadini, filtri per l’arsenico che ormai è ben oltre la soglia di legge. Continua, e -prevedibilmente- aumenterà, l’emissione di tonnellate di sostanze inquinanti che, oltre a essere inalate dai cittadini, si depositano contaminando terreni e falde. Questa già drammatica situazione migliorerà o peggiorerà con la nuova centrale Bagnore4 più le altre in cantiere a Piancastagnaio? E con quali ulteriori costi? Si parla di “volano economico”: probabilmente -ma non sicuramente- per il periodo del cantiere l’economia locale registrerà un dato positivo, ma chi non guarda oltre il proprio naso dovrebbe pensare agli scenari futuri. Finito il cantiere (5 anni) e finite le compensazioni ambientali (10 anni), cosa resterà sull’Amiata? Le attività di pregio del territorio, castagne, olio, formaggi, dolci, e tutta la filiera agroalimentare, potranno ancora sfruttare il valore aggiunto della provenienza? Il turismo, specie quello ambientale e di qualità, sarà ancora possibile? Le case, gli immobili, i terreni verranno svalutati o rivalutati dall’attività geotermica? Se l’acquifero continuasse a diminuire e/o le concentrazioni di arsenico aumentassero ancora dove si prenderà l’acqua? Come prospettato recentemente faremo i dissalatori e porteremo l’acqua dal mare alla montagna? E cosa ne sarà del turismo termale (Saturnia, Bagno Vignoni, San casciano, San Filippo) il cui bacino idrotermale potrebbe essere compromesso? Proponiamo agli amministratori una valutazione più seria delle semplici suggestioni, cioè, proponiamo una Analisi Costi/Benefici, che è una metodologia scientifica utilizzata per poter fare -appunto- scelte consapevoli e partecipate, includendo tutte le ricadute economiche dirette, indirette, presenti e future sulla base di dati certi, quali quelli già registrati nella vicina Larderello/Pomarance, al fine di sapere quale sarà il futuro della montagna e dei nostri figli! Non riusciamo a quantificare, oggi, le perdite economiche connesse alla trasformazione del monte Amiata in area geotermica, ma alla luce del buon senso ci sembra che i costi siano di gran lunga maggiori dei guadagni. Perciò non ci uniamo al coro esultante, che ci ricorda appunto l’affondamento del Titanic mentre l’orchestra – conclude SOS Geotermia, Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata – proseguiva a suonare e nel salone si brindava”.

Il Tirreno del 12 gennaio 2013
Sta per partire il cantiere Bagnore 4
Un investimento da 123 milioni di euro che avrà ricadute economiche su tutto il territorio. Ecco cosa prevede il progetto
di Fiora Bonelli
MONTE AMIATA Ormai è questione di giorni. Parte, a breve, nell’Amiata grossetana, la costruzione della nuova centrale geotermica di Bagnore 4, della potenza di 40 MW e che produrrà 310 GWh, divisa in due gruppi da 20 MW ciascuna, che saranno terminati, il primo, entro settembre 2014 e il secondo, entro dicembre 2014. Il calendario. L’avvio delle attività costruttive è previsto per febbraio – marzo 2013 (attività di predisposizione cantiere a cura di EdilCoop). Ottenuta, dunque, l’autorizzazione unica il 21 dicembre scorso, ultimo e definitivo ok dopo il lunghissimo iter autorizzativo, Enel Green Power ha illustrato il progetto l’altro giorno alle istituzioni locali (il presidente della Unione Comuni Amiata Grossetana, Franco Ulivieri, il sindaco di Santa, Fiora Renzo Verdi, di Arcidosso, Emilio Landi, di Piancastagnaio, Fabrizio Agnorelli, di Castel del Piano, Claudio Franci) e a circa 50 piccoli e medi imprenditori locali e rappresentanti di associazioni di categoria del territorio. Le attività. Ne è emerso un piano di azione, che con i suoi 123 milioni di euro di investimenti per la costruzione della nuova centrale, mette in moto un meccanismo tale da avere ricadute importanti sul territorio e da costituire una concreta occasione per il suo sviluppo e per il suo rilancio imprenditoriale: «Enel Green Power – afferma Massimo Montemaggi responsabile dell’area geotermica di Enel Green Power – lavorerà per questa opera e in futuro per la sua manutenzione, in maggior parte con le imprese locali. Una tale sinergia favorisce la nostra azienda, ma affina, di contro, anche la professionalità, il potenziale e la qualità lavorativa delle imprese stesse. Vogliamo che cresca in loco (e noi lo favoriamo) un’imprenditoria affidabile e rispondente alle necessità dell’opera. E’ sicuramente un passo in avanti per lo sviluppo di tutto il territorio». Le ricadeute economiche. Del milionario investimento previsto per il progetto Bagnore 4, si ipotizza circa il 35 % come potenziale ricaduta sull’Amiata, in termini di lavori edili, elettrici e meccanici e contributi ambientali. Ma quale sarà, in termini di stretta ricaduta economica il quadro che stabilisce il progetto? Compensazioni ambientali: 26 milioni di euro in dieci anni. Contributi connessi alla produzione: circa 1.000.000 euro all’anno. Ricaduta potenziale durante la costruzione: 15 milioni di euro nel triennio 2013 – 2015. Ricaduta connessa all’esercizio degli impianti: oltre mezzo milione di euro all’anno per forniture e servizi. 2 milioni e 600.000 euro ogni anno che si riverseranno in tutto il territorio: «Oggi – commenta Massimo Montemaggi – parte un’iniziativa che costituiscono una leva per lo sviluppo. Una scommessa per tutti». Volano per l’economia. Nell’immediato futuro, legato al calore che Enel potrebbe distribuire a costo pressoché zero ci sta il potenziamento di iniziative artigianali e industriali che possano utilizzare il calore nei settori agroalimentare, vivaistico, degli allevamenti; lo sviluppo di una filiera geotermica nel campo della manutenzione e realizzazione degli impianti e soprattutto il teleriscaldamenti per uso civile e alberghiero soprattutto, magari con iniziative sollecitate e indirizzate dalle stesse istituzioni. La nuova centrale e le novità. «Dei 500 impianti geotermici del mondo, questo è sicuramente il migliore». Massimo Montemaggi ne è certo. Bagnore 4 farà scuola. L’impianto abbattitore di ammoniaca che servirà sia Bagnore 4 che Bagnore3 è unico al mondo e con tutti gli interventi di ottimizzazione (interconnessione vapore e gas e regolazione/automazione) potrà ridurre l’emissione totale annua di ammoniaca portandola per entrambe le centrali a valori inferiori del 40% rispetto a quelli attuali della sola Bagnore 3. L’abbattitore di ammoniaca lavorerà a fianco degli Amis, due nuovi e uno già in funzione, che abbatteranno l’H2S arrivando addirittura sotto la soglia imposta dalla Regione, che pretende il 90%: «Presumiamo di toccare il 95%», afferma Montemaggi. Autocontrollo e allarmi. Ma la novità più interessante è il sistema “intelligente” di autocontrollo degli impianti, con allarme prima che l’evento dannoso si verifichi. E nuove anche le torri refrigeranti di nuova generazione, che dimezzeranno drift e rumore”. Infine saranno istallati altri 3 piezometri oltre i 3 già esistenti. Immediata comunicazione dei dati ambientali a Santa Fiora e Arcidosso e Piancastagnaio. Il progetto Bagnore 4, relativamente alla parte mineraria, prevede: perforazione di 2 nuovi pozzi produttivi; ripristino di 2 pozzi esistenti; perforazione di 2 nuovi pozzi reiniettivi; perforazione di 3 pozzetti piezometrici.

Il Tirreno del 13 gennaio 2013
«Bagnore 4, una risorsa per le imprese»
L’Amiata si apre con interesse alla nuova centrale. Ulivieri: «Quella di Enel è una carta da giocare bene per rilanciarsi»
di Fiora Bonelli
MONTE AMIATA «Disponibilità di Enel Green Power e grande interesse dell’imprenditoria locale amiatina». Il messaggio che arriva dal territorio produttivo è forte e chiaro: la costruzione della nuova centrale di Bagnore 4 è un treno sul quale l’Amiata della crisi deve salire. Le ditte, soprattutto quelle legate alla costruzione e all’edilizia che giovedì mattina, in numero consistente, erano al meeting con Enel Green Power e istituzioni, hanno mostrato nei confronti dell’operazione da 123 milioni di euro, un grandissimo interesse. Maurizio Pellegrini, coordinatore Cna per l’Amiata, anche lui presente all’incontro, lo spiega con una certa soddisfazione: «L’operazione sembra partita bene. Da parte di Enel c’è stata la massima disponibilità a coinvolgere l’imprenditoria locale in questa grande costruzione geotermica. Io -riferisce Pellegrini – ho detto in sede di riunione, che non eravamo andati a presentare il conto a Enel Green Power, perché eravamo fra quelli che abbiamo sempre visto la geotermia più come una risorsa che come un problema, rispettando, naturalmente, come l’ottenimento dell’autorizzazione unica dimostra, tutte le prescrizioni e le regole. Le aziende locali potranno trovare in questa operazione una vera e propria boccata di ossigeno di prim’ordine, che in uno scenario di crisi come quello che stiamo vivendo non è un valore aggiunto, ma un valore sostanziale». Di interesse per il territorio parla anche il presidente dell’Unione Amiata grossetana Franco Ulivieri, ma le sue considerazioni vanno oltre e si configurano anche come appello «a chi non condivide la scelta geotermia e l’ha osteggiata a lungo. Noi ci aspettiamo molto da Enel – afferma Ulivieri – Questa è una vera scommessa, in questo momento una delle poche carte da giocare per il nostro territorio. Comprendo che molti, da anni, sono portatori di idee diverse, idee che sono servite molto a creare le condizioni perché oggi questa centrale possa sorgere in Amiata, fornita di tutte le carte in regola e con piena disponibilità di Enel. Faccio dunque appello al buon senso di tutti in modo che si possa fare fronte unico per permettere a questa Amiata di rinascere». Tutte le richieste fatte, d’altra parte, sono state accolte da Enel Green Power. «Siamo consapevoli che questo è uno dei passaggi che nel territorio lascerà il segno, ma credo che sia il caso di sottolineare che in questo momento ci vuole fiducia reciproca – aggiunge Olivieri – Dunque il mio messaggio è un invito a comportamenti e riflessioni animate da buon senso e da buona volontà. Una scelta siffatta si mette in campo sia per l’interesse del territorio che per stare dentro a quel processo di sfruttamento di energie rinnovabili che riguarda la gran parte della nostra nazione. Osteggiarlo non lo riteniamo opportuno. A fronte, infatti, di un percorso lunghissimo e pieno di ostacoli, crediamo adesso che vi siano le condizioni per dire sì. Va da sé che nel momento in cui certe prescrizioni non fossero messe in atto, non staremmo con le mani in mano».

«Sono certe le correlazioni tra aumento di tumori e concentrazioni crescenti di arsenico»
AMIATA “Contabilità incostituzionale”. La definisce così Roberto Barocci del Forum Ambientalista di Grosseto, riferendosi ai dati economici relativi ai nuovi investimenti, collegati alla realizzazione della nuova centrale termoelettrica di Bagnore 4 a Santa Fiora. «Sarebbe opportuno, e corretto, per consentire una completa valutazione da parte della pubblica opinione, che quei dati siano rapportati non solo agli utili economici che le imprese locali riceveranno, ma anche ai danni alla salute che saranno collegati alle ulteriori emissioni di arsenico, mercurio nei paesi dell’Amiata», prosegue Barocci. Secondo Barocci gli studi fatti dall’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) non lasciano dubbi alla logica universale. «Sono praticamenter certe le correlazioni tra un incremento statisticamente significativo di molte malattie tumorali e mortali registrate nei comuni geotermici dell’Amiata e le concentrazioni crescenti di Arsenico, Mercurio e Acido solfidrico…, registrate negli stessi comuni geotermici; è certo che alla produzione delle suddette concentrazioni tossiche e nocive concorrono anche le centrali geotermiche; è certa la conclusione che le centrali geotermiche in Amiata concorrono ad un eccesso di mortalità statisticamente significativo». La contrarietà all’ipotesi di aprire una nuova central geotermica da parte degli ambientalisti era pressoché scontata. E ancora una volta viene certificata dagli studi. «Come quelli del dottor Voller dell’Ars sugli stili di vita, che hanno ulteriormente e definitivamente smentito le ipotesi strumentali: ovvero che quegli eccessi di mortalità registrati nei comuni geotermici potessero essere dovuti a più pericolosi stili di vita degli amiatini -prosegue Barocci – Allora, se vengono rapportati i numeri, mettendo al numeratore le “Compensazioni ambientali” ricevute ogni anno dai comuni geotermici e pari a 2,6 milioni di euro e al denominatore il numero di morti aggiuntivi, registrato ogni anno negli stessi comuni geotermici, che sono ben 24, si otterrà il compenso anno per ciascun morto aggiuntivo, che è una cifra inferiore a quanto normalmente le compagnie di assicurazioni auto risarciscono i parenti delle vittime per le morti da incidenti stradali». «Ci vergogna dover ricorrere a questa contabilità umiliante per rammentare che in questa Regione si sta calpestando la Costituzione», conclude Barocci.

La Nazione del 13 gennaio 2013
INGEGNERE Massimo Montemaggi
«Bagnore 4 sarà la centrale geotermica migliore del mondo»

AMIATA I LAVORI PER 120 MILIONI INIZIERANNO A PRIMAVERA
INCONTRO DI ENEL con gli imprenditori locali: si è svolto nella sede dell’Unione dei Comuni amiatini un incontro tra i vertici di Enel, gli amministratori locali e gli imprenditori. Un appuntamento atteso durante il quale l’ingegnere Massimo Montemaggi, responsabile per la geotermia di Enel Green Power, ha illustrato il progetto di Bagnore 4 che dovrebbe entrare nella sua fase realizzativa a partire da questa primavera. In attesa anche di conoscere l’esito del ricorso al Tar avanzato dai comitati ambientalisti. Franco Ulivieri, presidente dell’Unione dei Comuni Amiata Grossetano, si ritiene soddisfatto del percorso intrapreso e ricorda come l’incontro sia stata l’occasione per confrontarsi anche con gli imprenditori locali. Infatti questi, all’interno dei cospicui investimenti che Enel ha intenzione di riversare per la costruzione della nuova centrale (circa 120 milioni di euro), avranno senz’altro un ruolo importante. Ricorda infine Ulivieri che Enel rappresenta una risorsa per il territorio alla quale non si può rinunciare. Montemaggi ha spiegato che fra i 500 impianti geotermici che si sono in tutto il mondo «quello di Bagnore 4 sarà sicuramente il migliorre. La centrale ha detto l’ingegnere sarà destinata a fare scuola, l’impianti di abbattimento dell’ammoniaca è unico al mondo e ridurrà l’emissione del 40% rispetto all’attuale di Bagnore 3.

AMBIENTALISTA
Barocci dubbioso «Valutiamo non solo gli utili economici»
INTANTO il Forum Ambientalista Grosseto contesta il progetto della nuova centrale termoelettrica di Bagnore 4 a Santa Fiora. «Per una corretta valutazione dice Roberto Barocci del Forum sarebbe opportuno considerare non solo i dati degli utili economici per le imprese locali, ma anche i danni alla salute collegati alle emissioni nei paesi dell’Amiata. Gli studi dell’Agenzia regionale di sanità non lasciano dubbi: sono certe le correlazioni tra un incremento significativo di molte malattie mortali registrate nei Comuni geotermici dell’Amiata e le concentrazioni crescenti di arsenico, mercurio e acido solfidrico registrate negli stessi Comuni». 

Il Giunco.net del 14 gennaio 2013
Geotermia, sull’Amiata investimenti per oltre 120 milioni di euro
ARCIDOSSO – Incontro ad Arcidosso nella sede dell’Unione dei Comuni dell’Amiata Grossetano per parlare dello sviluppo della risorsa geotermica ed il rilancio economico dell’Amiata.
Enel Green Power ha presentato i suoi progetti nell’area geotermica amiatina, in primis il progetto di sviluppo di Bagnore 4 che ha terminato l’iter autorizzativo e sta per partire nella sua fase operativa.
La nuova centrale di Bagnore 4 sarà realizzata con tecnologie altamente innovative nel campo ambientale, impiantistico e dell’inserimento architettonico che consentiranno di minimizzare e migliorare l’impatto della geotermia in Amiata.
L’investimento complessivo è di 123,3 milioni di euro, di cui oltre 40 avranno una ricaduta sul territorio. L’incontro fa parte di una serie di iniziative promosse da Enel Green Power e finalizzate a facilitare la ricaduta locale dell’investimento.
All’iniziativa hanno partecipato il Responsabile Geotermia Enel Green Power Massimo Montemaggi, il Presidente dell’Unione dei Comuni Amiata Grossetano Franco Ulivieri, il Sindaco di Santa Fiora Renzo Verdi, il Sindaco di Arcidosso Emilio Landi, il Sindaco di Castel del Piano Claudio Franci e circa 50 piccoli e medi imprenditori locali e rappresentanti di Associazioni di categoria di aziende locali.
«Enel Green Power – ha detto Montemaggi – intende favorire la creazione di un distretto industriale locale, sempre più specializzato e capace di fare sistema con un’elevata capacità progettuale, logistica ed operativa, per sostenere le importanti prospettive di sviluppo geotermico sull’Amiata che avranno significative ricadute sul territorio».

SienaFree.it del 14 gennaio 2013
Amiata: Enel Green Power, Comuni e imprese insieme per lo sviluppo geotermico. 123,3 milioni di investimento
Si è svolto a Arcidosso, presso la sede dell’Unione dei Comuni, alla presenza dei Sindaci e del Presidente dell’Unione dei Comuni Amiata Grossetano, l’incontro con l’imprenditoria locale promosso da Enel Green Power e Amministrazioni per il progetto Bagnore 4
Oltre 40 milioni di euro di ricadute economiche per il territorio
Incontro importante e molto partecipato, svoltosi ad Arcidosso presso la sede dell’Unione dei Comuni dell’Amiata Grossetano: ad organizzarlo Enel Green Power, Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetano, Comuni di Santa Fiora, Arcidosso e Castel del Piano per lo sviluppo della risorsa geotermica ed il rilancio economico dell’Amiata.
All’iniziativa hanno partecipato il Responsabile Geotermia Enel Green Power Massimo Montemaggi, il Presidente dell’Unione dei Comuni Amiata Grossetano Franco Ulivieri, il Sindaco di Santa Fiora Renzo Verdi, il Sindaco di Arcidosso Emilio Landi, il Sindaco di Castel del Piano Claudio Franci, circa 50 piccoli e medi imprenditori locali e rappresentanti di Associazioni di categoria di aziende locali.
Enel Green Power ha presentato i suoi progetti nell’area geotermica amiatina, in primis il progetto di sviluppo di Bagnore 4 che, terminato l’iter autorizzativo, sta per partire nella sua fase operativa.
La nuova centrale di Bagnore 4 sarà realizzata con tecnologie altamente innovative nel campo ambientale, impiantistico e dell’inserimento architettonico che consentiranno di minimizzare e migliorare l’impatto della geotermia in Amiata. Contestualmente si creerà una straordinaria opportunità per il rilancio economico e occupazionale dell’area. L’investimento complessivo è di 123,3 milioni di euro, di cui oltre 40 avranno una ricaduta sul territorio. L’incontro fa parte di una serie di iniziative promosse da Enel Green Power e finalizzate a facilitare la ricaduta locale dell’investimento.
Una ulteriore opportunità connessa al nuovo progetto è costituita dalla disponibilità di calore, a prezzi assolutamente competitivi, per utilizzi industriali e civili: se adeguatamente utilizzata, tale opportunità potrà consentire di sviluppare o rafforzare iniziative artigianali e industriali nel campo agroalimentare e serricolo, oltre che del riscaldamento degli ambienti.
“Enel Green Power” ha detto Montemaggi “intende favorire la creazione di un distretto industriale locale, sempre più specializzato e capace di fare sistema con un’elevata  capacità progettuale, logistica ed operativa, per sostenere le importanti prospettive di sviluppo geotermico sull’Amiata che avranno significative ricadute sul territorio”.

La Nazione del 15 gennaio 2013
Bagnore 4 «Un’opportunità per l’agroalimentare da non perdere»
AMIATA – ENEL GREEN POWER illustra i vantaggi del progetto di Bagnore 4. «L’incontro anticipano i vertici di Enel è stato importante, hanno partecipato i rappresentanti dell’Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetano, dei comuni di Santa Fiora, Arcidosso e Castel del Piano e circa 50 piccoli e medi imprenditori locali e rappresentanti di Associazioni di categoria di aziende locali». Nello specifico Enel Green Power ha presentato i suoi progetti nell’area geotermica amiatina, primo fra tutti il progetto di sviluppo di Bagnore 4 che ha terminato l’iter autorizzativo e sta per partire nella sua fase operativa. «La nuova centrale di Bagnore 4 ha spiegato l’Ingegner Massimo Montemaggi sarà realizzata con tecnologie altamente innovative nel campo ambientale, impiantistico e dell’inserimento architettonico che consentiranno di minimizzare e migliorare l’impatto della geotermia in Amiata. Contestualmente si creerà una straordinaria opportunità per il rilancio economico e occupazionale dell’area. L’investimento complessivo è di 123,3 milioni di euro, di cui oltre 40 avranno una ricaduta sul territorio». L’INCONTRO fa parte di una serie di iniziative promosse da Enel finalizzate a facilitare la ricaduta locale dell’investimento. Una delle opportunità aggiuntive, connessa al nuovo progetto è costituita dalla disponibilità di calore, a prezzi assolutamente competitivi, per utilizzi industriali e civili. «Se verrà adeguatamente utilizzata Concludono tale opportunità potrà consentire di sviluppare o rafforzare iniziative artigianali e industriali nel campo agroalimentare e serricolo, oltre che del riscaldamento degli ambienti». C.B.

Il Tirreno del 15 gennaio 2013
Geotermia: l’Enel investe 123 milioni sull’Amiata
È di 123,3 milioni di euro l’investimento per lo sviluppo della risorsa geotermica e il rilancio economico dell’Amiata, secondo i progetti di Enel Green Power. Tra i progetti presentati nei giorni scorsi ad Arcidosso quello di sviluppo di Bagnore 4. La nuova centrale sarà realizzata con tecnologie altamente innovative nel campo ambientale, impiantistico e dell’inserimento architettonico che consentiranno di minimizzare e migliorare l’impatto della geotermia in Amiata. «Contestualmente – dice Enel – si creerà una straordinaria opportunità per il rilancio economico e occupazionale dell’area. L’investimento complessivo è di 123,3 milioni di euro, di cui oltre 40 avranno una ricaduta sul territorio».

«Bagnore 4, osservatorio fondamentale»
Il sindaco Landi: la sua presenza è contenuta nella Via del progetto, vogliamo le più ampie garanzie
AMIATA – Entro febbraio comincerà la costruzione della nuova centrale geotermica di Bagnore 4. Iter laboriosissimo, osteggiato dai comitati ambientalisti, ma a questo punto arrivato al traguardo con tutte le precauzioni del caso, compreso un osservatorio per verifiche e controlli che non durerà un giorno, ma sarà per sempre, per tutta la durata della vita della centrale. Enel Green Power ha accolto senza problemi le richieste in questo senso avanzate dai comuni amiatini, che hanno voluto inserire il punto nella stessa Valutazione di Impatto Ambientale di cui si è fatto portavoce a più riprese il presidente della conferenza dei sindaci dell’Unione comuni Amiata grossetana Emilio Landi. Il quale, alla vigilia della partenza dei lavori di costruzione di Bagnore 4 spiega: «La presenza di un osservatorio per monitorare costantemente la situazione emissioni nel corso degli anni, è un punto contenuto nella Via rilasciata dalla Regione a Enel – dice Landi – Chiaramente noi di fronte a dati forniti da Arpat, Asl, Ars e da altri enti istituzionali, abbiamo dato piena fiducia ai risultati, ma pensiamo anche che occorra monitorare e verificare nel corso del tempo. Non è che quei dati sono acquisiti una volta per tutte. Vogliamo insomma, dare le più ampie garanzie ai cittadini ed essere in grado di dire ad ogni momento, lo stato dell’arte della geotermia. Certo non abbiamo professionalità, nei nostri comuni, in grado di valutare i dati, ma attiveremo delle consulenze extra, oltre quelle previste per legge, che sono, appunto Arpat e Ars e Asl, oltre che Enel stessa». Su questo elemento di controllo a cui parteciperanno anche gli stessi comuni con tecnici da loro stessi nominati, punta l’accento anche il sindaco di Santa Fiora Renzo Verdi, che non ha mai nascosto la sua fiducia nella risorsa geotermica, volano di sviluppo per il territorio, fatte salve tutte le precauzioni possibili: «Siamo contenti di questa partenza – afferma Verdi – perché ci crediamo e ci abbiamo messo sempre la faccia. Oltre tutto ai controlli del cosiddetto osservatorio, parteciperemo anche noi comuni. Oltre ai professionisti Enel, la quale di buon grado si è messa a disposizione perché le verifiche siano al top, ci saranno quelli regionali e quelli che attiveremo noi dell’Unione dei comuni Amiata grossetana. Dunque da questo punto di vista abbiamo messo in campo il massimo per garantire i cittadini. A Enel Green Power chiediamo, adesso, di accompagnare in questa scommessa il settore delle imprese locali, che dovranno essere le prime a risentire le ricadute benefiche di un’operazione così imponente». Fiora Bonelli

Corriere di Maremma del 15 gennaio 2013
Terminato l’iter autorizzativo, sta per partire nella sua fase operativa. Pronti 123 milioni di investimenti Enel Green Power presenta ad Arcidosso il progetto di sviluppo di Bagnore 4
ARCIDOSSO. Incontro importante e molto partecipato, ad Arcidosso, nella sede dell’Unione dei Comuni dell’Amiata Grossetano: ad organizzarlo Enel Green Power, Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetano, Comuni di Santa Fiora, Arcidosso e Castel del Piano per lo sviluppo della risorsa geotermica ed il rilancio economico dell’Amiata. All’iniziativa hanno partecipato il Responsabile Geotermia Enel Green Power Massimo Montemaggi, il Presidente dell’Unione dei Comuni Amiata Grossetano Franco Ulivieri, il Sindaco di Santa Fiora Renzo Verdi, il Sindaco di Arcidosso Emilio Landi, il Sindaco di Castel del Piano Claudio Franci, circa 50 piccoli e medi imprenditori locali e rappresentanti di Associazioni di categoria di aziende locali. Enel Green Power ha presentato i suoi progetti nell’area geotermica amiatina, in primis il progetto di sviluppo di Bagnore 4 che, terminato l’iter autorizzativo, sta per partire nella sua fase operativa. La nuova centrale di Bagnore 4 sarà realizzata con tecnologie altamente innovative nel campo ambientale, impiantistico e dell’inserimento architettonico che consentiranno di minimizzare e migliorare l’impatto della geotermia in Amiata. Contestualmente si creerà una straordinaria opportunità per il rilancio economico e occupazionale dell’area. L’investimento complessivo è di 123,3 milioni di euro, di cui oltre 40 avranno una ricaduta sul territorio. L’incontro fa parte di una serie di iniziative promosse da Enel Green Power e finalizzate a facilitare la ricaduta locale dell’investimento. Una ulteriore opportunità connessa al nuovo progetto è costituita dalla disponibilità di calore, a prezzi assolutamente competitivi, per utilizzi industriali e civili: se adeguatamente utilizzata, tale opportunità potrà consentire di sviluppare o rafforzare iniziative artigianali e industriali nel campo agroalimentare e serricolo, oltre che del riscaldamento degli ambienti. “Enel Green Power – ha detto Montemaggi – intende favorire la creazione di un distretto industriale locale, sempre più specializzato e capace di fare sistema con un’elevata capacità progettuale, logistica ed operativa, per sostenere le importanti prospettive di sviluppo geotermico sull’Amiata che avranno significative ricadute sul territorio”.

Sviluppo Progetto Bagnore 4, oltre 40 milioni di euro di ricadute economiche per il territorio Enel green power, comuni e imprese insieme
SIENA. Incontro importante e molto partecipato, svoltosi ad Arcidosso presso la sede dell’Unione dei Comuni dell’Amiata Grossetano: ad organizzarlo Enel Green Power, Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetano, Comuni di Santa Fiora, Arcidosso e Castel del Piano per lo sviluppo della risorsa geotermica ed il rilancio economico dell’Amiata. All’iniziativa hanno partecipato il responsabile Geotermia Enel Green Power Massimo Montemaggi, il presidente dell’Unione dei Comuni Amiata Grossetano Franco Ulivieri, il sindaco di Santa Fiora Renzo Verdi, il sindaco di Arcidosso Emilio Landi, il Sindaco di Castel del Piano Claudio Franci e circa 50 piccoli e medi imprenditori locali e rappresentanti di Associazioni di categoria di aziende locali. Enel Green Power ha presentato i suoi progetti nell’area geotermica amiatina, in primis il progetto di sviluppo di Bagnore 4 che ha terminato l’iter autorizzativo e sta per partire nella sua fase operativa. La nuova centrale di Bagnore 4 sarà realizzata con tecnologie altamente innovative nel campo ambientale, impiantistico e dell’ inserimento architettonico che consentiranno di minimizzare e migliorare l’impatto della geotermia in Amiata. Contestualmente si creerà una straordinaria opportunità per il rilancio economico e occupazionale dell’area. L’investimento complessivo è di 123,3 milioni di euro, di cui oltre 40 avranno una ricaduta sul territorio. L’incontro fa parte di una serie di iniziative promosse da Enel Green Power e finalizzate a facilitare la ricaduta locale dell’investimento. Una ulteriore opportunità connessa al nuovo progetto è costituita dalla disponibilità di calore, a prezzi assolutamente competitivi, per utilizzi industriali e civili: se adeguatamente utilizzata, tale opportunità potrà consentire di sviluppare o rafforzare iniziative artigianali e industriali nel campo agroalimentare e serricolo, oltre che del riscaldamento degli ambienti. “Enel Green Power” ha detto Montemaggi “intende favorire la creazione di un distretto industriale locale, sempre più specializzato e capace di fare sistema con un’elevata capacità progettuale, logistica ed operativa, per sostenere le importanti prospettive di sviluppo geotermico sull’ Amiata che avranno significative ricadute sul territorio.

Rispondono gli ambientalisti Critiche da “Sos Geotermia”
SANTA FIORA. Il Coordinamento Movimenti per l’Amiata Sos Geotermia critico sui progetti di sviluppo di Enel Green Power: “Si è parlato, riguardo alle ‘ricadute’, solo di soldi: soldi elargiti come compensazioni ambientali, come posti di lavoro, soldi come indotto. Si parla di 2,6 milioni di euro l’anno, per 10 anni, di compensazioni ambientali, soldi che andranno nelle casse dei comuni (in proporzioni differenziate) più altri milioni e milioni ‘probabili’, ‘possibili’, di ricadute sulle attività locali come indotto per il periodo del cantiere della centrale. Così come l’impegno per l’occupazione si risolve, sulla carta, a 100 posti sempre e solo per il periodo di costruzione della centrale. E dopo? Per contro in Amiata abbiamo un aumento certo di alcune patologie, rilevate dall’Ars Regionale, alle quali concorrono anche le attività geotermiche e che sono – anche – un costo sociale ed economico; la falda potabile continua a ridursi di 1 metro al mese (rilevazioni piezometro di poggio Trauzzolo) e sono stati installati, a spese dei cittadini, filtri per l’abbattimento dell’arsenico.

La Nazione del 16 gennaio 2013
Provocazione «Bagnore 4 come il Titanic»
AMIATA. I COMITATI antigeotermia insorgono: non sono trascorsi che pochi giorni dall’incontro illustrativo del progetto di Bagnore 4, la nuova centrale geotermica, presentato da Enel Green Power con la partecipazione dell’ingegner Montemaggi, che il comitato Sos Geotermia è già sul piede di guerra. «BAGNORE 4 come il Titanic dicono: mentre l’Amiata affonda nel salone si brinda e si balla». Con questo paragone certo provocatorio il comitato introduce il comunicato di protesta manifestando la sua ormai nota contrarietà al progetto. Il comitato continua dicendo che in occasione della presentazione «si è parlato soprattutto di soldi e delle ricadute occupazionali sul territorio che secondo la loro analisi dureranno il tempo di realizzazione del cantiere stimato in 5 anni. Dopo quel periodo però cosa resterà sull’Amiata?». Con questa provocazione si chiudono gli interrogativi del comitato che propone agli amministratori locali di valutare bene il rapporto esistente tra costi e benefici. Cristiano Bernacchi

Il Tirreno del 16 gennaio 2013
SOS GEOTERMIA «Bagnore 4 come il Titanic» Il comitato ambientalista: «Si parla solo di soldi, non di salute»
di Fiora Bonelli
AMIATA. Titanic-Bagnore4: mentre l’Amiata affonda, nel salone si brinda e si balla. SoS Geotermia, che da tempo si posiziona contro lo sfruttamento geotermico in montagna, prospettando scenari drammatici per inquinamento aria, diminuzione acquifera e malattie in eccesso per gli amiatini, ancora una volta bacchetta tutti e di fronte alla notizia che vi sarebbero state economicamente ricadute benefiche per la montagna con l’inizio dei lavori per Bagnore 4, così commenta: «Si è parlato, riguardo alle ricadute, solo di soldi: soldi elargiti come compensazioni ambientali, soldi come posti di lavoro, soldi come indotto. Si parla di 2,6 milioni di euro l’anno, per 10 anni, di compensazioni ambientali, soldi che andranno nelle casse dei comuni (in proporzioni differenziate) più altri milioni e milioni probabili, possibili, di ricadute sulle attività locali come indotto, per il periodo del cantiere della centrale. Così come l’impegno per l’occupazione si risolve, sulla carta, a 100 posti sempre e solo per il periodo di costruzione della centrale». E dopo sembra chiedersi il comitato ambientalista? Che addita, di contro, «l’aumento certo di alcune patologie e di mortalità, rilevate dall’Ars Regionale, alle quali concorrono anche le attività geotermiche, la riduzione acqua e l’emissione inquinanti». Si parla di volano economico, afferma SoS geotermia: probabilmente -ma non sicuramente- per il periodo del cantiere l’economia locale registrerà un dato positivo, ma chi non guarda oltre il proprio naso dovrebbe pensare agli scenari futuri. Finito il cantiere (5 anni) e finite le compensazioni ambientali (10 anni), cosa resterà sull’Amiata? «Le attività di pregio del territorio, castagne, olio, formaggi, dolci, e tutta la filiera agroalimentare, potranno ancora sfruttare il valore aggiunto della provenienza? – si chiede SoS Geotermia – Il turismo, specie quello ambientale ? Le case, gli immobili, i terreni verranno svalutati o rivalutati? Se l’acquifero continuasse a diminuire e/o le concentrazioni di arsenico aumentassero ancora dove si prenderà l’acqua? E cosa ne sarà del turismo termale (Saturnia, Bagno Vignoni, San Casciano, San Filippo) il cui bacino idrotermale potrebbe essere compromesso? Proponiamo agli amministratori una valutazione più seria delle semplici suggestioni», esorta il coordinamento dei comitati geotermici che aggiunge: «Non riusciamo a quantificare, oggi, le perdite economiche connesse alla trasformazione del monte Amiata in area geotermica, ma alla luce del buon senso ci sembra che i costi siano di gran lunga maggiori dei guadagni. Perciò non ci uniamo al coro esultante, che ci ricorda appunto l’affondamento del Titanic mentre l’orchestra proseguiva a suonare e nel salone si brindava».

PAER regionale, un’altra maschera con cui coprire gli scempi. Presentate le osservazioni…

Come tutti gli strumenti di pianificazione delle attività che riguardano il territorio e l’ambiente, anche la  proposta di Piano Ambientale ed Energetico Regionale, per il Trattato di Aarhus, fatto proprio dalla legge italiana 108/2001, dalla Decisione 2005/370/CE e recepito da diverse norme regionali, deve essere presentata al pubblico per un periodo di due mesi, entro il quale chiunque può fare osservazioni agli Uffici che trovate in indirizzo sul testo, i quali  le debbono  valutare, positivamente o negativamente.
Il Forum Ambientalista di Grosseto, anche come parte del coordinamento Sos Geotermia, per le esperienze già fatte in sede di diverse Valutazioni di Impatto Ambientale, non ha dubbi sulla inefficacia pratica di queste procedure.
Ciò nonostante le riteniamo utili e le pratichiamo per dimostrare agli ingenui (pochi) e ai poco informati (tantissimi) chi c’è al governo oggi della Toscana, compresi i dirigenti in carriera (yesman). Siamo determinati a togliere loro la maschera, a riconoscerli, per poter documentare comportamenti a dir poco omissivi.
Di seguito riportiamo le puntuali osservazioni presentate:

Alla REGIONE TOSCANA, DIREZIONE POLITICHE TERRITORIALI AMBIENTALI E PER LA MOBILITA’,
Autorità competente per la VAS
Area di Coordinamento Ambiente, energia e cambiamenti climatici

Oggetto: Osservazioni alla PROPOSTA di PIANO AMBIENTALE ED ENERGETICO REGIONALE 2012-2015.
Per conto del Forum Ambientalista della provincia di Grosseto presento le seguenti  cinque Osservazioni al PAER 2012-2015, numerate in ordine crescente, formulate sinteticamente nei riquadri che seguono e precedute da brevi illustrazioni, contenenti la documentazione di riferimento allegata, che è stata prodotta interamente da vari Uffici della stessa Regione Toscana.
1° Osservazione
Alla Geotermia non possono essere attribuite valutazioni univoche per tutte le aree della Toscana, essendo una fonte energetica collegata e condizionata in maniera determinante dalle caratteristiche geologiche del territorio, che in Toscana sono particolarmente diversificate. Pertanto la sostenibilità e rinnovabilità della Geotermia non possono essere oggetto di valutazioni generalizzate, a meno che non si voglia nascondere realtà indesiderate. Infatti, sia la rinnovabilità dei consumi di acqua, emessa con i vapori geotermici, che la sostenibilità delle sostanza inquinanti, emesse con gli stessi vapori, sono molto diverse da zona a zona e dipendono sia dalle realtà storiche preesistenti sul territorio, sia dalle diverse caratteristiche geochimiche che si trovano nei substrati di rocce percolanti le acque di ricarica delle falde geotermiche profonde.
1° Osservazione: tutte le parti del PAER 2012-2015 che illustrano i temi collegati alla Geotermia dovrebbero essere articolate per aree individuate secondo criteri geofisici e geochimici omogenei, in quanto le generalizzazioni sono poco rispettose della realtà esistente. Si chiede pertanto che tutte le previsioni e valutazioni sulla Geotermia siano distinte per aree omogenee e fondate su dati omogenei, privi di palesi contraddizioni, che qualunque generalizzazione regionale è capace di nascondere.

2° Osservazione
S’intende segnalare agli estensori del PAER 2012-2015 i risultati dello Studio epidemiologico, pubblicati sul sito dell’Agenzia Regionale della Salute (all.1) sulle popolazioni residenti nei comuni geotermici dell’AMIATA, scorporati da quelli dell’area geotermica nord (Larderello pisano), che hanno altri problemi e che invece nelle Conclusioni dello Studio stesso sono stati sommati e valutati indistintamente, confondendoli e diluendo i risultati. Una simile confusione e generalizzazione è molto sospetta e, comunque, oggettivamente ha nascosto una realtà scomoda.
Circa le qualità e quantità di sostanze tossiche, in particolare Mercurio, Arsenico e Acido solfidrico, immesse nell’ambiente dalle attività geotermiche in Amiata, il suddetto Studio riporta alcune misurazioni nella Sezione A dal titolo “Analisi degli studi ambientali” (pag.16 dell’all.1 ), capaci comunque di evidenziare le diverse e  pericolose emissioni geotermiche misurate sull’Amiata, rispetto alle aree geotermiche del pisano. Infatti, ci sono dati che testimoniano una quantità più che doppia di Mercurio emesso da una singola centrale dell’Amiata, rispetto a quelle della zona pisana. A queste diverse emissioni vanno sommate quelle relative a discariche minerarie di mercurio, esistenti da decenni in Amiata, e a dispersioni naturali di gas, da sempre presenti sul territorio amiatino, ripetutamente rammentate anche da ENEL, ma mai quantificate e valutate nel suo complesso.
In particolare, del suddetto Studio vogliamo segnalare sia i risultati pubblicati nella sezione E, dal titolo “Studio di correlazione tra inquinanti ed eventi sanitari” (all.2), sia i dati dell’Allegato 6, dal titolo “Risultati statisticamente significativi delle analisi di correlazione geografica tra i dati ambientali e dati sanitari”(all.3), in cui, sulla base dei risultati accertati, si evidenziano le relazioni tra gli eccessi di mortalità e di malattie, statisticamente significativi, con gli inquinanti certamente immessi nell’ambiente anche dalle attività geotermiche. Pur con alcuni limiti, dovuti alla disponibilità dei dati solo su base comunale (e non secondo reti più dettagliate), emergono preoccupanti e allarmanti relazioni.
Segnaliamo che a pag.162, paragrafo 6.2 dello studio ARS (all.1) – Considerazioni sui risultati delle analisi della mortalità – analizzando i dati sia dell’insieme delle due diverse aree geotermiche della Toscana (area nord di Larderello e area sud dell’Amiata), sia delle singole due sub aree separate, si legge che:
> “è possibile osservare che la mortalità nelle due sub aree è ben diversificata” (terzo capoverso); “nell’area Sud la mortalità generale e per il complesso dei tumori risulta in eccesso negli uomini, per i quali emergono eccessi significativi…; tra le donne emergono eccessi di mortalità per le malattie respiratorie acute e per malattie dell’apparato digerente.”(terzo capoverso);
> “Negli uomini la mortalità generale osservata nell’intera area geotermica mostra un eccesso statisticamente significativo rispetto sia al riferimento locale sia a quello regionale. Inoltre, emergono eccessi per le malattie respiratorie e tra queste per la pneumoconiosi, per le malattie infettive e tra queste per la tubercolosi. Nelle donne non emergono eccessi statisticamente significativi ad eccezione della cerrosi epatica.”(secondo capoverso).
Dall’analisi dei dati disarticolati emerge con chiarezza e in modo non contestabile che nei comuni geotermici della sub area dell’Amiata (pag. 82 dello Studio ARS- in all.1) si registra un dato molto preoccupante di eccesso di mortalità statisticamente significativo nei maschi, eccesso molto simile sia rispetto all’area di riferimento locale (+13,1%), scelta sulla base di caratteri di omogeneità socio economica (pag. 68 dello Studio ARS- in all.1), sia rispetto all’intera regione toscana (+13,7%) e tutto ciò può significare solo che sull’Amiata le condizioni ambientali locali incidono negativamente sulla salute e che le condizioni socio economiche o stili di vita non hanno influenza significativa sull’eccesso di mortalità registrata nell’area geotermica amiatina.
Le argomentazioni usate dalla Giunta regionale per addebitare tali dati a presunti e non documentati diversi stili di vita degli amiatini, già smentite dal doppio confronto dei dati con i comuni limitrofi di riferimento locale (+13,1%) e con il resto della toscana (+13,7%), sono state ulteriormente smentite da una recente indagine comparativa dell’Agenzia Regionale di Sanità Toscana (all.4) sugli stili di vita delle popolazioni dell’Amiata e sui consumi della sua popolazione, presentata al Seminario “Geotermia e Salute” del 25 ottobre 2012 a Firenze. Quest’ultimo approfondimento smentisce definitivamente quelle ipotesi molto azzardate e mai documentate, fatte in precedenza da alcuni amministratori che hanno cercato di addebitare gli eccessi di mortalità registrati agli stili di vita degli amiatini.
Si chiede infine di valutare e tenere a mente l’analisi di clustering del suddetto Studio ARS (pag.87, in all.1), che ha individuato un aggregato di comuni con indice di mortalità per gli uomini statisticamente significativo con eccessi pari a +27,5% per Piancastagnaio, +18,7% per Castel del Piano, +13% per Arcidosso e Abbadia S. Salvatore.
2° Osservazione: gli estensori del PAER 2012-2015, prima di confermare quanto presentato, valutino i suddetti elaborati che non lasciano dubbi alla logica universale: essendo certe le correlazioni tra un incremento statisticamente significativo di molte malattie tumorali e mortali registrate nei comuni geotermici dell’Amiata e le concentrazioni crescenti di Arsenico, Mercurio e Acido solfidrico…, registrate negli stessi comuni geotermici; essendo certo che alla produzione delle suddette concentrazioni tossiche e nocive concorrono anche le centrali geotermiche; è certa la conclusione che le centrali geotermiche in Amiata concorrono ad un eccesso di mortalità statisticamente significativo.
Alla luce delle suddette conclusioni logiche e non smentibili, programmare l’estensione della Geotermia e la sua sostenibilità in Amiata è una prova di cinismo irresponsabile.

3° Osservazione
Alla precedente Osservazione non possono essere contrapposte le conclusioni delle procedure amministrative di Valutazione di Impatto Ambientale, recentemente prodotte dalla Regione Toscana per le procedure di autorizzazione alle centrali geotermiche di Piancastagnaio e di Bagnore 4 a Santa Fiora, in quanto sono entrambe prive di una valutazione cumulativa degli inquinanti presenti e di quelli emessi con le nuove centrali.
Infatti, se non possono esistere dubbi sul fatto che in Amiata la popolazione è già esposta a fattori inquinanti estremamente dannosi, come certificato dagli studi ARS citati sopra, è altrettanto evidente che non esistono dubbi sul fatto che diviene particolarmente importante e doveroso il rispetto delle norme che prevedono una valutazione cumulativa degli inquinanti, che tale popolazione deve sopportare con l’esercizio dei nuovi impianti geotermici. Questa valutazione cumulativa è assente nelle recenti procedure di VIA, approvate con parere positivo dalla Regione Toscana, e mai sono state in passato prodotte per le vecchie centrali geotermiche in esercizio in Amiata.
Quanto sopra è confermato dall’ARS (Agenzia Regionale di Sanità), chiamata espressamente dalla Regione Toscana, nell’ambito della recente procedura di VIA per Bagnore 4, a valutare la documentazione progettuale presentata da ENEL. L’ARS risponde in data 31.5.2012 (all.5) e conferma in data 18.6.2012 , che lo Studio di Impatto Ambientale e successive integrazioni presentate non sono accettabili, precisando che: “L’intero paragrafo dedicato agli aspetti sanitari appare poco esplicativo e non adeguato per descrivere lo stato di salute delle popolazioni potenzialmente interessate dalla costruzione della nuova centrale.” (all.5).
La stessa ARS, chiamata a valutare sempre nel maggio 2012 (all.5) dalla Regione Toscana anche le Osservazioni presentate a quella data dai gruppi e Associazioni amiatine, conferma a pag.6 che :”…la ricerca di ARS-CNR non può essere considerata una Valutazione di Impatto Sanitario che presuppone l’utilizzo di metodi di analisi diversi e adeguati allo scopo” in quanto lo studio ARS non ha indagato circa la provenienza degli inquinanti registrati, se dalle recenti centrali geotermiche, oppure da precedenti attività minero- metallurgiche, oppure da fonti naturali,
Infine sollecitiamo gli estensori del PRAE 2012-2015 a prendere visione dei Verbali del Contraddittorio (all.6), che attestano l’assoluta mancanza di risposte, sia da parte della Regione Toscana, che dell’Enel sull’assenza di valutazioni cumulative in sede di VIA, segnalata dalle Associazioni ambientaliste in occasione del Contraddittorio pubblico, in cui le suddette Associazioni segnalavano alla Regione Toscana  la inesistenza di valutazioni sanitarie sull’azione cumulativa degli inquinanti emessi dall’insieme delle centrrali geotermiche in Amiata con valutazioni che possano escludere la corresponsabilità delle emissioni geotermiche nell’eccesso di mortalità e malattie già registrate nelle popolazioni dei comuni geotermici dell’Amiata .
3° Osservazione: poiché le leggi regionali, nazionali ed europee prevedono che, per le attività fonte di possibili rischi alla salute, non sia lecito prevedere un loro incremento in mancanza di valutazioni puntuali circa l’azione cumulativa e sinergica sulla salute delle nuove emissioni inquinanti con le fonti di inquinamento già esistenti e documentate sul territorio; poiché è accertato che tali valutazioni cumulative sono assenti nelle procedure di VIA per gli impianti geotermici dell’Amiata, le previsioni del PRAE per la Geotermia in Toscana non possono essere definite sostenibili perché prive di una valutazione cumulativa che possa escludere la pericolosità per la salute pubblica delle complessive emissioni prodotte dalle precedenti attività realizzate sul territorio e dalle diverse centrali geotermiche, anche se, singolarmente, ciascuna di tali emissioni è inferiore ai limiti di concentrazione ammessa dalle norme.

4° Osservazione
A pag. 4 del documento PROPOSTA di PIANO AMBIENTALE ED ENERGETICO REGIONALE Obiettivo A.3 Aumentare la percentuale di energia proveniente da fonti rinnovabili A.3 allegato L’ENERGIA GEOTERMICA IN TOSCANA è riportata la seguente tabella:
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dalla quale si evince che nelle diverse migliaia di Kmq (vedi a pag.2 stesso documento), interessati dalle concessioni allo sfruttamento geotermico in Toscana, non ci sono aree vincolate ai fini della salvaguardia delle risorse idriche e in particolare ai fini della salvaguardia delle aree di ricarica delle falde idriche utilizzate sia per l’agricoltura che per usi potabili.
Tali aree dovrebbero essere invece individuate e vincolate alla luce del dispositivo di legge 152/99, che all’art.21 prevede le tutele di tali risorse. Infatti, al fine di mantenere e migliorare le caratteristiche qualitative delle acque di superficie e sotterranee, e per la tutela delle acque destinate al consumo umano e per la tutela delle risorse, si stabilisce che vengano individuate e diversamente vincolate tre tipi di aree: zone di rispetto assoluto; zone di rispetto; zone di protezione di ricarica delle risorse idriche.
Di particolare importanza sono il comma 8 e 9 dell’articolo suddetto, in considerazione dell’emergenza idrica registratasi a livello regionale e del peggioramento della qualità delle acque negli ultimi venti anni, con la crescita documentata dalla presenza di Arsenico, Boro e altri inquinanti nelle falde idriche utilizzate oggi per l’irrigazione delle colture agricole.
4° Osservazione: La programmazione del PAER 2012-2015 e le concessioni richieste alla Regione Toscana sia per estrazioni, che per ricerche geognostiche, che prevedono perforazioni, pozzi e sondaggi… non possono essere approvate in assenza delle previsioni di tutela e vincoli previsti dalla legge 152/99 a difesa delle risorse idriche.
La Regione Toscana può produrre una sintesi dettagliata delle aree di rispetto assoluto, di rispetto relativo e di ricarica delle risorse idriche, al fine di programmare consapevolmente e nel rispetto della normativa vigente?

5° Osservazione
Una lunga serie di leggi impongono la realizzazione dei bilanci idrici per ciascun bacino idrografico al fine di garantire le riserve idriche alle popolazioni e consentirne lo sfruttamento industriale solo dopo avere assicurato il consumo di tali riserve a fini potabili.
L’acquifero superficiale dell’Amiata è da decenni considerato il più importante del centro Italia, ma come sopra sembra ipotizzato per l’intera regione, neppure le aree di ricarica dell’acquifero superficiale dell’Amiata risultano vincolate ed è certo che tali superfici ricevono e assorbono diverse decine di kg /anno di metalli tossici dalle ricadute dei fumi geotermici.
Inoltre le connessioni tra acquifero superficiale e quello profondo geotermico non sono escluse dalla Regione Toscana e continua lo sfruttamento con un calo pauroso dell’acquifero superficiale, come testimoniano i dati del piezometro di Poggio Trauzzolo, realizzato dalla stessa Regione Toscana.
Il livello dell’acquifero superficiale è ulteriormente sceso in un anno di altri 12 metri, dopo aver perso, con dati analitici indiscutibili, dall’inizio dello sfruttamento geotermico, ben 200 metri di profondità.
Lo studio MOBIDIC, commissionato dalla Regione Toscana, ha recentemente reso pubblici i dati delle precipitazioni degli ultimi anni; nel 2008, 2009, 2010 sull’Amiata ha piovuto come non mai e anche il 2012 ha avuto le nevicate più cospicue rispetto agli ultimi anni. Ciò nonostante la Regione Toscana, a fronte di evidenze scientifiche che fanno affermare un probabile collegamento tra le due falde e in violazione del Principio di Precauzione e quello di Prevenzione consente all’Enel di continuare a sfruttare con le centrali geotermiche i bacini profondi, ma, volendo scaricarsi dalle responsabilità, ha scritto nelle ultime Prescrizioni in sede di VIA positiva per la centrale di Bagnore 4 che l’Enel:“deve monitorare gli aspetti connessi alla possibilità di mobilizzazione dell’Arsenico per interazione tra acque sotterranee e roccia serbatoio e monitorare le eventuali relazioni idrodinamiche tra l’acquifero ospitato nelle vulcaniti e il sistema geotermico profondo.”(all.7). Il tutto non in sede preventiva, ma a futura memoria…
5° Osservazione: In quali parti la programmazione del PAER 2012-2015 applica, oppure sollecita, il rispetto del Principio di Prevenzione e quello di Precauzione a tutela delle risorse idriche dell’acquifero dell’Amiata, in particolare al rispetto dei vincoli nascenti dall’approvazione di un bilancio idrico e della difesa delle aree di ricarica delle falde idropotabili dell’Amiata?
In quali parti del PAER si esclude che ci siano interferenze tra le falde idriche potabili dell’Amiata e le falde profonde sfruttate dalla Geotermia?
In attesa delle Vostre risposte,
Salute,
Roberto Barocci, Presidente del Forum Ambientalista Grosseto

Grosseto 18.12. 2012

Allegati:
allegato 1,  Rapporto su “Progetto di Ricerca Epidemiologica sulle popolazioni residenti nell’intero bacino geotermico toscano-Progetto Geotermia”, Ottobre 2010. L’intero Studio si scarica dal seguente sito:
http://www.ars.toscana.it/aree-dintervento/determinanti-di-salute/ambiente/dati-e-statistiche/1062-lo-studio-completo-dellars-sulla-geotermia.html
allegato 2,  Sezione E del suddetto Studio Epidemiologico dal titolo “Studio di correlazione tra inquinanti ed eventi sanitari”. Si scarica dal seguente sito:
http://www.ars.toscana.it/aree-dintervento/determinanti-di-salute/ambiente/dati-e-statistiche/1062-lo-studio-completo-dellars-sulla-geotermia.html
allegato 3,  Allegato 6 del suddetto Studio Epidemiologico, dal titolo “Risultati statisticamente significativi delle analisi di correlazione geografica tra i dati ambientali e dati sanitari”. Si scarica dal seguente sito:
http://www.ars.toscana.it/aree-dintervento/determinanti-di-salute/ambiente/dati-e-statistiche/1062-lo-studio-completo-dellars-sulla-geotermia.html
allegato 4,  Regione Toscana – ARS, Seminario “Geotermia e Salute” del 25 ottobre 2012 a Firenze, Le informazioni sugli stili di vita, del dott. Fabio Voller della ARS Toscana. Si scarica dalla seguente pagina dell’ARS:
http://www.ars.toscana.it/eventi/eventi-2012/243-presentazioni-eventi-2012/1193-presentazioni-del-seminario-qgeotermia-e-salute-lesperienza-neozelandese-e-toscanaq.html
allegato 5,  ARS Toscana, prot. n°1141 del 31.05.2012 – Contributo di ARS – Osservatorio di Epidemiologia al procedimento di VIA “Costruzione ed esercizio della centrale geotermoelettrica Bagnore 4” inoltrato al Settore VIA della Regione Toscana, pag.3, ultimo capoverso. ARS Toscana, prot. n°1265/SC del 18.06.2012 – Nota integrativa al Contributo Ars del 31.05.2012 per la VIA “Costruzione ed esercizio della centrale geotermoelettrica Bagnore 4”, inoltrato al Settore VIA della Regione Toscana, pag.5. Tali documenti sono allegati alla Deliberazione Giunta Regionale toscana n.810 del 10 settembre 2012, pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Toscana il 19 settembre 2012, avente ad oggetto la pronuncia di compatibilità ambientale per Bagnore 4.
allegato 6,  Regione Toscana, Settore VIA – Art.15,comma7 L.R.79/98: Contraddittorio del 18.7.2012. Verbali del Contraddittorio:
a) con il gruppo Consiliare “Prospettiva Comune “ di Piancastagnaio, Osservazioni presentate da Beatrice Pammolli;
b) con Medicina Democratica e Comitato Salvaguardia Ambientale Monte Amiata;
c) con la Lista Civica per Abbadia, pag.2, punto 6 e punto 4 delle Osservazioni presentate da Velio Arezzini;
d) con il Coordinamento Ambientalista Amiata, capoverso 5° del verbale.
I Verbali del Contraddittorio sono scaricabili dal seguente sito, nel link relativo alla procedura per Bagnore 4:
http://www.regione.toscana.it/regione/export/RT/sito-RT/Contenuti/sezioni/territorio/pianificazione_territorio/rubriche/visualizza_asset.html_1440502253.html
allegato 7 , Deliberazione Giunta Regionale toscana n.810 del 10 settembre 2012, pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Toscana il 19 settembre 2012, avente ad oggetto la pronuncia di compatibilità ambientale per Bagnore 4. Prescrizioni.

Sos Geotermia: Nessun compromesso quando in gioco è la salute! Sabato 15 dicembre tutti in piazza a Piancastagnaio contro il piano di riassetto dell’area geotermica pianese e la nuova centrale di Bagnore 4

Sul monte Amiata nel nome della speculazione e del profitto si sta procedendo con l’avallo della regione Toscana, degli amministratori locali e dei partiti politici che li sostengono ad uno scempio ambientale gravissimo giustificato dalla falsa convinzione che la geotermia sia una fonte energetica rinnovabile e pulita. Nel caso delle centrali amiatine è esattamente il contrario!

SOS Geotermia, il coordinamento dei movimenti amiatini, non cambia idea rispetto alle centrali presenti e in costruzione sul monte Amiata: No a nuove centrali e moratoria di quelle esistenti”, come dichiarato nel ‘manifesto‘, al quale hanno aderito numerose associazioni, gruppi politici e sindacali.

Tanto è vero che sulla Via favorevole data dalla regione all’Enel per Bagnore4 è già stato presentato ricorso al Tar.

È statisticamente certo e dimostrato che nei comuni geotermici dell’Amiata, dove si respira un’aria con concentrazione crescente di mercurio, arsenico, acido solfidrico e altro, la mortalità negli uomini è del +13% rispetto agli altri comuni toscani ed è certo che le centrali Enel concorrono nell’emissione di questi inquinanti. È stato anche scientificamente dimostrato che gli “stili di vita”, invocati dal presidente Rossi e dall’assessore Bramerini per giustificare questi eccessi di mortalità, in realtà sono uguali a quelli dei comuni dove invece la mortalità è inferiore.

Ci opponiamo a tutte le centrali geotermiche in esercizio e a quelle di nuova realizzazione a Santa Fiora e Piancastagnaio e chiediamo la loro definitiva chiusura, poiché non hanno valore economico trattabile i danni che questi impianti portano al territorio. Danni alla salute dei cittadini, inquinamento atmosferico e delle acque potabili, ulteriore abbassamento di una delle falde acquifere più importanti del centro Italia.

Sabato 15 dicembre saremo in piazza a Piancastagnaio per dire che “Non è questo il futuro che vogliamo”.

Ore 10, sit in, giardini Nasini; ore 14,30, corteo per le vie del paese con arrivo al pozzo PC36; ore 17, assemblea pubblica presso il centro anziani.

Quello che vogliamo per il nostro territorio è la difesa e ripristino delle sorgenti amiatine e la salvaguardia dell’intero bacino di ricarica della falda acquifera; un modello di futuro per il territorio che valorizzi le risorse ambientali culturali e sociali; una politica seria tesa al risparmio energetico; un uso delle tecnologie a bassa entalpia per il consumo e lo sviluppo economico locale, fuori da ogni logica speculativa, consociativa e affaristica; la tutela e valorizzazione dei numerosi prodotti tipici locali; la garanzia per tutti di un lavoro che non crei danno alla salute e all’ambiente.

La nostra è una battaglia per la democrazia, perché i cittadini devono poter conoscere per poter decidere del proprio futuro, dello sviluppo del proprio territorio, della propria salute e di quella dei propri figli.

…ancora bugie: alla Regione Toscana non rimane che indagare su Venere

Pubblichiamo le ultime bugie, sprechi e costi a carico dei cittadini per giustificare l’eccedenza di mortalità nella zona geotermica dell’Amiata. Tutto pur di non mettere in discussione l’Enel e quello che si sta compiendo ai danni della popolazione e del territorio.
N.B. la documentazione richiamata nonchè la presentazione (pps) e il volantino, sono scaricabili nella sezione ‘Documentazione’ di questo sito.

Mentre la Regione Toscana autorizza Enel a triplicare lo sfruttamento geotermico in Amiata, che ridurrà le portate delle sorgenti del Fiora, i Sindaci si fanno sostenitori di progetti per fornire acqua potabile dissalando l’acqua di mare, anziché fare manutenzione delle tubazioni (si perde oltre il 50% dell’acqua immessa) e realizzando abbattitori di Arsenico, anziché pretendere le bonifiche e scontrarsi con soggetti potenti, quali ENEL ed ENI. Risulta evidente la scelta di lasciare le risorse idriche naturali ai soggetti privati, che pagano un contributo agli Enti locali e Regione, e di puntare sui dissalatori/abbattitori, a spese dei contribuenti. Ma, oltre a non bere più acqua naturale, quell’acqua ci costerà tantissimo in spese di gestione degli impianti, in sicuro aumento. Ai contribuenti ignari si racconterà dell’inflazione, della crisi…

Rimane da far accettare alla popolazione toscana due questioni: l’idea della naturalità della crescita dell’Arsenico nelle fonti di acqua naturale e il fenomeno dei cattivi stili di vita, quale causa del notevole eccesso di tumori sull’Amiata.

Su questi due fronti i tecnici si sono messi al lavoro con impegno da tempo. Sulla crescita della concentrazione di Arsenico, l’ARPAT ha rinnegato i dati analitici prodotti dalle USL negli anni ’90, ma le loro argomentazioni non sono documentate. La USL 9 con i dott.ri Madrucci, Boncompagni e Morganti, preso atto dello Studio epidemiologico dell’ARS, che ha evidenziato negli uomini un eccesso di mortalità statisticamente significativo del +13% nei comuni geotermici dell’Amiata, ha proposto e ottenuto finanziamenti per 18.000 euro1 in ricerche su problemi della salute correlati all’uso di alcol, del tabacco e alle malattie infettive, causate da virus, tramite esposizione a fluidi corporei come sperma, liquidi vaginali e sangue infetto. Mentre la Regione Toscana indaga su Bacco, Tabacco e Venere, a cui sarebbero particolarmente dediti gli abitanti dei comuni geotermici, il Servizio Sanitario del Lazio2 ha reso pubblici i dati di una indagine sulla popolazione della limitrofa provincia di Viterbo, che, come quella toscana, è stata costretta a bere acqua definita potabile dalla Regione in deroga ai limiti di legge, documentando che di Arsenico in piccole dosi nell’acqua potabile, oggi si muore, con un un eccesso statisticamente significativo di mortalità per tutte le cause del +11%.

Se si pensa che in Toscana per molti anni si è stati costretti a bere acqua in deroga, c’è di che indignarsi. Per ottenere quelle deroghe, senza ricorrere alla eliminazione delle fonti inquinanti, l’ARPAT ha compiuto un ennesimo capolavoro di disinformazione3.

Secondo quanto riportato dai Decreti della Regione Toscana, l’Acquedotto del Fiora ha presentato alle autorità studi realizzati in collaborazione con ARPAT, attestanti che nelle acque naturali della provincia di Grosseto “sono presenti elevate anomalie di origine naturale dipendenti da particolarissime condizioni geochimiche”e, pertanto, non eliminabili con opere di bonifica, come previsto dalla legge.

Per giustificare queste conclusioni è stato realizzato uno Studio3 campionando come acque naturali, acque che naturali non erano. Infatti,sono state prese in esamediverse acque sicuramente inquinate da attività antropica, prelevate nei siti già inseriti nei Piani Regionali di Bonifica e oggetto di procedura di bonifica, come le acque dei canali drenanti le miniere o acque inquinate, a valle di discariche minerarie da bonificare. I dirigenti dell’ARPAT erano sicuramente informati dell’inquinamento procurato dai canali drenanti le miniere, avendo ricevuto dati e informazioni in tal senso nell’ambito delle procedure di bonifica, realizzate negli anni precedenti al suddetto Studio.

Appare scontato che i dottori della USL 9 documenteranno che Bacco, Tabacco e Venere facciano male alla salute, ma non potranno mai smentire l’ultimo studio reso noto dal dott. Voller, dell’ARS Toscana4, che dopo una indagine sui consumi degli abitanti nei comuni geotermici conclude che in Amiata non si registrano stili di vita e consumi di tabacco e alcol diversi dai comuni limitrofi!

Abbiamo riproposto una domanda, formulata nel rispetto della legge transitiva della logica ad ENEL e alla Regione Toscana5 senza ottenere una risposta. La ripetiamo ai dottori della USL 9: “Essendo riconosciuta nei comuni geotermici dell’Amiata come vera la relazione tra l’aumento notevole di mortalità in funzione di concentrazioni crescenti di arsenico, mercurio ecc; essendo ritenuta ancora come vera l’esistenza di emissioni significative di arsenico, mercurio, ecc.,dalle centrali geotermiche, non ritenete vera anche la seguente conclusione: che l’incremento delle malattie e mortalità sull’Amiata sia dovuto anche alle emissioni delle centrali geotermiche?”

Note:
1
AUSL 9, Deliberazione n° 369 del 1.10.2012, DRGT 893/2012 “approvazione Progetti Area Geotermica”.
2
Regione Lazio Dipartimento di Epidemiologia, Valutazione pidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da Arsenico nelleacque potabili nelle popolazioni residenti nei comuni del Lazio. Aprile 2012. Vedi: http://www.osservatorelaziale.it/public/allegati/files/126.pdf
3
ARPAT, Contratto di ricerca fra ARPAT e prof Mario Dall’Aglio del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi “La Sapinza” di Roma (1995-2003),Caratterizzazione e valutazione delle acque naturali in Provincia di Grosseto
4
Regione Toscana, Agenzia Regionale Sanità, dott. Voller, Le informazioni sugli stili di vita. 2012.
5
Regione Toscana, Settore VIA, Art.15, comma 7, L.R.79/98: Contraddittorio del 18.7.2012… Verbale. Gruppo Consiliare “Prospettiva comune “di Piancastagnaio.

Sabato 10 novembre 2012 a Castel del Piano, Incontro/assemblea e presentazione del libro ‘Arsenico e scellerati progetti’

Alle ore 17,00 di sabato 10 novembre 2012 ci incontriamo nella Sala consiliare del Comune a Castel del Piano.
Sarà l’occasione per aggiornare i cittadini degli sviluppi legati alla questione acqua, geotermia, territorio. Si discuterà delle iniziative da fare insieme dopo l’approvazione del progetto di Bagnore4 che triplicherà la potenza attuale, della risposta del Sindaco alla petizione dei cittadini che chiedono sicurezza per l’acqua, delle altre ‘novità’ sulla geotermia in Amiata.
Sarà l’occasione per presentare al pubblico l’ultimo libro di Roberto Barocci ‘Arsenico e scellerati progetti. Cronache di abusi ed omissioni a danno delle fonti d’acqua potabile’, temi più che mai attuali per il monte Amiata, a cui Barocci dedica un capitolo del libro stesso.

TI ASPETTIAMO!!

La Nazione del 9 novembre 2012

AMIATA SUL PIEDE DI GUERRA. IL COMITATO SOS GEOTERMIA
Allarme arsenico nell’acqua. Riunione in sala consiliare
Preoccupante studio epidemiologico della Regione Lazio
di Cristiano Bernacchi
DOPO le rassicurazioni del sindaco di Castel del Piano, con una lettera aperta in cui garantisce la qualità dell’acqua amiatina, il comitato «Sos geotermia» risponde ironicamente e anticipa le future iniziative che sull’argomento si svolgeranno. Il comitato ambientalista ricorda come siano scontate e prevedibili le giustificazioni addotte dal sindaco per sostenere la qualità dell’acqua amiatina. «L’acqua potabile distribuita dal Fiora è monitorata e sottoposta a costanti analisi, in più non solo rispetta i parametri di legge sulla presenza di arsenico, ma è ben al di sotto dei limiti previsti dalla legislazione vigente (10 microgrammi/litro)». La questione dal punto di vista del comitato è che, esclusi i due casi chiariti, dove i limiti superavano i parametri di legge perché le utenze erano allacciate direttamente alla condotta di trasporto, l’acqua non possiede delle percentuali così lontane dai limiti come viene descritto. «Ma soprattutto ci tengono a ricordare la questione non è la forbice nella quale si rientra per presenza di arsenico nell’acqua che viaggia tra i 4,4 ug/l e gli 8,3 ug/l nel territorio di Castel del Piano, ma di seguire la strada indicata dall’Oms(Organizzazione mondiale della santà) per azzerare completamente la presenza di arsenico nell’acqua. E in questo siamo lontanissimi, come lo siamo nell’adottare il sano principio di precauzione tanto presente nelle direttive dell’Oms». IN PIÙ è di poche settimane fa, la pubblicazione dello studio epidemiologico della Regione Lazio che conferma la stessa incidenza di mortalità tra le popolazioni laziali e toscane esposte ad acqua con significative concentrazioni di arsenico. «Le conferme dello studio come ripetono i comitati sono il frutto di anni di deroghe per la presenza di arsenico nell’acqua con livelli assai superiori a quelli di oggi fissati nei 10 microgrammi per litro. In più sull’Amiata la malefica sinergia tra arsenico, acido solfidrico e altri inquinanti immessi nell’aria mettono a rischio il patrimonio ambientale che un tempo rappresentava questa montagna». IL PROSSIMO appuntamento del comitato è per domani alle 17 in sala consiliare a Castel del Piano, dove verrà anche presentato il libro di Roberto Barocci «Arsenico e scellerati progetti», nel quale un capitolo è dedicato proprio all’Amiata.