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29 aprile 2014. Affollata assemblea ad Arcidosso chiede la moratoria dell’attività geotermica

antigas boccioneCandidati e cittadini preoccupati chiedono che si intervenga subito; grande assente il PD, responsabile dell’attuale situazione, che manda un ‘portavoce’ a contestare.

SOS Geotermia, martedì scorso, ha organizzato nella sala consiliare del Comune di Arcidosso un’ Assemblea pubblica per illustrare e commentare i dati molto preoccupanti sulla salute dei residenti nei comuni geotermici dell’Amiata. Sono stati presentati tutti dati provenienti da vari studi della Agenzia Regionale della Sanità toscana, ai quali le amministrazioni uscenti non hanno mai dato molta importanza. Eppure quegli studi hanno chiaramente escluso che gli eccessi di mortalità registrati in Amiata possano essere attribuiti ai supposti diversi stili di vita o alle precedenti attività minerarie dei  lavoratori e, ciò nonostante, gli amministratori uscenti hanno consentito ad ENEL di raddoppiare nei prossimi anni le centrali.
Invece nell’Assemblea si sono registrate tre grandi sorprese. La prima, per la partecipazione: la sala era stracolma fin  dall’inizio, con tante persone in piedi fino al termine dell’Assemblea, con 15 interventi dal pubblico, dopo la presentazione dei dati fatta da SOS Geotermia. La seconda sorpresa per la qualità degli intervenuti, in pratica con proposte concrete fatte da tutti i candidati a Sindaco e da tutti i rappresentanti delle liste che si presentano nei vari comuni dell’Amiata e presenti in sala, ad eccezione del candidato a Sindaco Marini del PD.
Ma  la sorpresa maggiore è stata sul contenuto degli interventi, che ha ci ha convinto ad organizzare prossimi incontri simili anche negli altri comuni dell’Amiata.
Tutti gli interventi sono andati oltre i meri dati sanitari presentati, ma si sono concentrati sul che fare da subito per fermare le emissioni ENEL in atto, dando ormai per acquisita la loro pericolosità e non ci sono più dubbi sulla necessità di intervenire immediatamente.
In tal senso si sono espressi in particolare i candidati a Sindaco per il Comune di Arcidosso: Bianchini, Camporesi e Franceschelli, ma anche altri candidati a Sindaco e consigliere provenienti da altri comuni Amiatini sia del versante grossetano che senese. Unica voce discorde è stata quella del portavoce locale del PD, Marco Pastorelli, il quale ha, di fatto, sostenuto che le leggi universali della logica valide in tutto il mondo da Aristotele in poi, non sono valide in Toscana (se A=B e se B=C, anche A è uguale a C; nel nostro caso, se c’è una relazione tra inquinanti e mortalità/patologie, se quegli inquinanti vengono emessi anche dalle centrali geotermiche, non si può escludere una concorrenza delle emissioni geotermiche all’aumento di mortalità/malattie). Secondo il PD invece, un amministratore non potrebbe applicare con un’Ordinanza il Principio di Precauzione, consentito dalla legge italiana, imponendo una moratoria fintanto che non si dimostri che le tecniche in uso da parte di ENEL sono assolutamente innocue e che l’eccesso di mortalità/patologie registrato ha altre cause.

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La Nazione del 3 maggio 2014
ARCIDOSSO PIÙ POSSIBILISTI LA GRILLINA FRANCESCHELLI E BIANCHINI
I candidati a sindaco si dividono. La geotermia entra nel dibattito
Marini vuole un confronto. Da Camporesi un secco no
di NICOLA CIUFFOLETTI
MENTRE la campagna elettorale procede inesorabile, Jacopo Marini, candidato a sindaco per la lista «Arcidosso Comunità Viva», lancia l’invito agli altri tre candidati in lizza ad Arcidosso a dibattere, in sede neutra, sul tema geotermia, argomento cui Marini dichiara di avere prestato attenzione fin dall’inizio della sua candidatura. «Mi è sempre premuto fare questo incontro dice e mi sono fin da subito reso disponibile ad effettuarlo con gli altri candidati sindaci alla presenza di un moderatore imparziale». Marcello Bianchini di «Arcidosso Castel del Piano Comune Unico», pone un out out: «Mi sono reso disponibile solo se Marini firma la diffida a Enel sulla comunicazione del fermo impianti». Elena Franceschelli di «A5S si è resa disponibile ad un confronto, contrario invece Pier Paolo Camporesi di «Insieme Per Arcidosso»:«Come ho già comunicato a Marini non sarò presente. Ritengo che questa iniziativa, per quanto mi riguarda non sia utile ad aggiungere altro rispetto a ciò che ho già espresso in altre occasioni, come l’ultimo incontro con i comitati del 29 aprile scorso». Posizioni discordanti da parte dei quattro candidati a sindaco, unanime invece l’impegno a tutelare la salute del cittadino. «Massima attenzione alla salute dei cittadini e al territorio ribatte Marini . A chi propone la chiusura delle centrali come se fosse una cosa da fare alla leggera gli dico che le questioni complesse vanno affrontate con rigore e senso di responsabilità, scorciatoie populistiche e strumentalizzazioni non sono ammesse. Noi ci muoveremo su questo argomento con trasparenza e attenzione, tutelando sempre l’interesse generale». «La nostra posizione è netta afferma Elena Franceschelli siamo contrari a questo tipo di sfruttamento. Sulla salute di cittadini non ci devono essere dubbi». «Non sono contrario alla geotermia ma a queste centrali. chiosa Marcello Bianchini chiedo centrali a ciclo binario e al contempo la diffida ad Enel». «Riteniamo che questo tipo di geotermia con emissioni in atmosfera sia dannosa alla salute e all’ambiente afferma Pier Paolo Camporesi siamo però favorevoli all’utilizzo del calore geotermico per il riscaldamento, termalismo e sericoltura. Siamo decisi a chiedere alla Regione il blocco di ulteriori sviluppi geotermici ed è nostra intenzione applicare il principio di precauzione».

Qui Grosseto del 2 maggio 2014
Affollata assemblea ad Arcidosso chiede la moratoria dell’attività geotermica
Candidati e cittadini preoccupati chiedono che si intervenga subito; grande assente il PD, responsabile dell’attuale situazione, che manda un ‘portavoce’ a contestare
…segue ns. comunicato.

La Nazione del 1 maggio 2014
Geotermia e salute «Fermiamo le emissioni»
di Nicola Ciuffoletti
ARCIDOSSO. UN POMERIGGIO per illustrare e commentare i dati della Geotermia sull’Amiata. Nel pomeriggio di martedì ad Arcidosso, in sala consiliare, il comitato «Sos Geotermia» ha realizzato un incontro a tema, riempiendo la sala di cittadini e esponenti politici. Presenti tutti i candidati a sindaco di Arcidosso con l’unica assenza di Jacopo Marini, candidato Pd. «Un incontro importante dove sono stati illustrati i dati molto preoccupanti sulla salute dei residenti nei comuni geotermici dell’Amiata. afferma Roberto Barocci del Comitato Sos Geotermia Sono stati presentati tutti dati provenienti da vari studi della Agenzia Regionale della Sanità toscana, ai quali le amministrazioni uscenti non hanno mai dato molta importanza. Eppure quegli studi hanno chiaramente escluso che gli eccessi di mortalità registrati in Amiata possano essere attribuiti ai supposti diversi stili di vita o alle precedenti attività minerarie dei lavoratori e, ciò nonostante, gli amministratori uscenti hanno consentito ad Enel di raddoppiare nei prossimi anni le potenze e le emissioni oggi in essere. In assemblea continua Barocci – si sono registrati tre importanti fatti. Il primo per il numero della partecipazione: la sala stracolma, con 15 interventi dal pubblico, dopo la presentazione dei dati fatta da Sos Geotermia. Secondo fatto positivo è dovuto alla qualità degli interventi: tutti i candidati a sindaco e i rappresentanti delle liste dei vari comuni dell’Amiata, sono intervenuti con proposte concrete, ad eccezione del candidato a sindaco Marini, impegnato altrove, e dei suoi candidati di lista, tutti assenti in evidente difficoltà. Ma la sorpresa maggiore è stata sul contenuto degli interventi, che ha convinto Sos Geotermia a organizzare altri incontri simili anche negli altri comuni dell’Amiata. Tutti i candidati sono intervenuti e si sono concentrati sul da farsi per fermare le emissioni oggi in atto, partendo dal fatto che tutti sono già convinti della loro pericolosità e che non ci sono più dubbi sulla necessità di intervenire». Tutti ad eccezione del portavoce locale del PD, Marco Pastorelli.

Il Tirreno del 1 maggio 2014
GEOTERMIA I Comitati insistono: «Stop emissioni» Lite con Marini
ARCIDOSSO Geotermia sì, geotermia no. L’incontro sulla geotermia organizzata dal comitato Sos Geotermia ad Arcidosso martedì pomeriggio aveva uno scopo preciso: illustrare e commentare i dati sulla salute della Agenzia Regionale della Sanità toscana, «ai quali le amministrazioni uscenti non hanno mai dato molta importanza», commentano dal Comitato. Sos Geotermia sottolinea tre fatti importanti dell’incontro: sala stracolma, qundici interventi dal pubblico, qualità degli interventi: «Tutti i candidati a sindaco e i rappresentanti delle liste dei vari comuni dell’Amiata, sono intervenuti con proposte concrete, ad eccezione del candidato a Sindaco Marini, impegnato altrove, e dei suoi candidati di lista, tutti assenti». Sos geotermia fa presente che «tutti gli interventi non hanno approfondito o chiesto chiarimenti sui dati sanitari presentati, ma si sono concentrati sul che fare da subito per fermare le emissioni Enel», visto che tutti sono convinti della loro pericolosità. «In tal senso _ ribadisce Sos Geotermia, si sono espressi in particolare i candidati a sindaco per il Comune di Arcidosso: Bianchini, Camporesi e Franceschelli, ma anche altri candidati a sindaco e consigliere di altri comuni amiatini. L’unica eccezione è stata quella del portavoce locale del Partito democratico, Marco Pastorelli che ha detto che un amministratore non potrebbe applicare con un’ordinanza il principio di precauzione, imponendo una moratoria fintanto che non si dimostri che le tecniche in uso da parte di Enel sono assolutamente innocue». Dal canto suo Marini («assente dall’incontro per motivi di lavoro», chiarisce), in una nota in cui ribadisce la sua «disponibilità a partecipare ad un incontro sulla geotermia con gli altri candidati e i Comitati, concordando preventivamente una data», fa qualche domanda ai Comitati. « Ma come si fa _ chiede Marini _ a pensare a un convegno sui dati dello studio Ars senza invitare i ricercatori che hanno condotto lo studio? Ancora una volta, informazione a senso unico. Come mai non hanno più cercato l’epidemiologo americano Bates, contattato inizialmente dai comitati? Forse perché in uno studio recente ha affermato che l’acido solfidrico non nuoce alla salute (ma anzi sembra avere un valore protettivo)? E a chi propone la chiusura delle centrali come se fosse una cosa da fare alla leggera, invito a riflettere sulla vicenda del termovalorizzatore di Parma. Pizzarotti si è beccato la scomunica da parte di Grillo perché, una volta diventato sindaco, si è reso conto che gli slogan della campagna elettorale sono finiti nel cassetto. La questione geotermia è una cosa molto seria, conclude Marini, scorciatoie populistiche e strumentalizzazioni non sono ammesse». Le posizioni dunque restano distanti e lo scontro non accenna ad attenuarsi. Anzi, col voto in vista si fa più aspro.(f.b.)

GoNews del 1 maggio 2014
“Moratoria dell’attività geotermica”: la chiedono alcuni cittadini all’incontro degli attivisti di ‘Sos’
…segue ns. comunicato

Il Giunco.net del 30 aprile 2014
Sos Geotermia incontra i candidati di Arcidosso: «Fermare le emissioni in atto»
ARCIDOSSO – SOS Geotermia ha organizzato nella sala consiliare del Comune di Arcidosso un’assemblea pubblica per illustrare e commentare «i dati molto preoccupanti sulla salute dei residenti nei comuni geotermici dell’Amiata. Sono stati presentati tutti dati provenienti da vari studi della Agenzia regionale della sanità toscana, ai quali le amministrazioni uscenti non hanno mai dato molta importanza. Eppure – prosegue Sos Geotermia – quegli studi hanno chiaramente escluso che gli eccessi di mortalità registrati in Amiata possano essere attribuiti ai supposti diversi stili di vita o alle precedenti attività minerarie dei lavoratori e, ciò nonostante, gli amministratori uscenti hanno consentito ad ENEL di raddoppiare nei prossimi anni le potenze e le emissioni oggi in essere». «Tutti i candidati a sindaco e i rappresentanti delle liste dei vari comuni dell’Amiata, sono intervenuti con proposte concrete, ad eccezione del candidato a sindaco Marini, impegnato altrove, e dei suoi candidati di lista, tutti assenti in evidente difficoltà – afferma Sos Geotermia -. Ma la sorpresa maggiore è stata sul contenuto degli interventi, che ha convinto SOS Geotermia a decidere di organizzare prossimi incontri simili anche negli altri comuni dell’Amiata». «Tutti gli interventi si sono concentrati sul che fare da subito per fermare le emissioni Enel oggi in atto, partendo dal fatto che tutti sono già convinti della loro pericolosità e che non ci sono più dubbi sulla necessità di intervenire – precisa Sos Geotermia -. In tal senso si sono espressi in particolare i candidati a sindaco per il Comune di Arcidosso: Bianchini, Camporesi e Franceschelli, ma anche altri candidati a sindaco e consigliere provenienti da altri comuni Amiatini sia del versante grossetano che senese. L’unica eccezione è stata quella del portavoce locale del PD, Marco Pastorelli».

Centritalia News del 30 aprile 2014
Amiata: SOS Geotermia,”dati preoccupanti per salute residenti comuni geotermici”
segue ns. comunicato

Vivi Grosseto del 30 aprile 2014
L’assemblea sulla geotermia ad Arcidosso
…segue ns. comunicato

SOS GEOTERMIA CHIEDE AI CANDIDATI SINDACI L’OPINIONE SULLA QUESTIONE GEOTERMIA

gas mask punto interrogativoRiprendono intanto gli incontri informativi, il 29 aprile ad Arcidosso sulla salute (leggi e scarica locandina)

Sei domande sulla geotermia in Amiata; è quanto Sos Geotermia vuole sapere dai candidati Sindaci e Consiglieri comunali alle prossime elezioni amministrative.

Abbiamo preso atto con soddisfazione che tra i temi in discussione nella campagna elettorale è finalmente comparsa la questione ‘geotermia’ e le ricadute sulla salute e sul territorio; ma abbiamo anche notato come spesso il tema viene trattato in ‘politichese’ e non siano chiare le opinioni in merito, né tantomento quali sono le azioni che si dovrebbero poi adottare sulla questione.

Chiediamo quindi ai candidati, anche a nome dei cittadini elettori dell’Amiata, di rispondere a 6 domande sugli aspetti principali legati all’attività geotermica e alle ricadute su salute e ambiente, sicuri che chi si propone alla guida delle Amministrazioni locali abbia una precisa opinione in merito e che, per sgombrare il campo da equivoci, voglia comunicarla ai cittadini affinchè questi possano esprimersi con convinzione nel voto tenendo conto, anche, di come si vorrà intervenire in futuro sul territorio.

Nel frattempo la nostra attività di informazione continuerà e già il 29 aprile prossimo, alle ore 17,30, presso la sala consiliare di Arcidosso, terremo un incontro su ‘LO STATO DI SALUTE DELLE POPOLAZIONI DELL’AREA GEOTERMICA DELL’AMIATA’ al quale invitiamo tutti i cittadini, le associazioni, i candidati in lista per le elezioni in tutto l’Amiata.

Leggi  e scarica le “6 DOMANDE AI CANDIDATI

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Il Tirreno del 29 aprile 2014
Sei domande ai candidati da Sos Geotermia
A domanda rispondano.  Sos geotermia chiede ai candidati sindaci e consiglieri dei 6 Comuni amiatini l’opinione sulla questione geotermia. «Abbiamo preso atto con soddisfazione che tra i temi in discussione nella campagna elettorale è finalmente comparsa la questione geotermia e le sue ricadute sulla salute e sul territorio; ma abbiamo anche notato come spesso il tema viene trattato in “politichese” e non siano chiare le opinioni in merito, né quali sono le azioni che si dovrebbero poi adottare sulla questione. Chiediamo quindi ai candidati, anche a nome dei cittadini elettori dell’Amiata, di rispondere a 6 domande sugli aspetti principali legati all’attività geotermica e alle ricadute su salute e ambiente, sicuri che chi si propone alla guida delle amministrazioni locali abbia una precisa opinione in merito e che, per sgombrare il campo da equivoci, voglia comunicarla ai cittadini, affinché questi possano esprimersi con convinzione nel voto». Una buona occasione per i sindaci c’è già oggi: alle 17,30 nella sala consiliare di Arcidosso incontro su “Lo stato di salute delle popolazioni dell’area geotermica dell’Amiata, al quale Sos geotermia invita cittadini, associazioni e candidati.

La Nazione del 29 aprile 2014
Geotermia, incontro pubblico per parlare di salute pubblica
ARCIDOSSO IL COMITATO INVITA TUTTI I CANDIDATI
di Nicola Ciuffoletti
GLI ATTIVISTI di «Sos Geotermia» non placano le loro attività di informazione. Oggi a partire dalle 17.30, in sala consiliare ad Arcidosso un incontro dal titolo «Lo stato di salute delle popolazione dell’area geotermica dell’Amiata». Un dibattito aperto al pubblico, che vedrà l’intervento di Fabio Landi e Roberto Barocci, e a cui sono stati invitati a partecipare i candidati a sindaco in lista per le elezioni in tutta l’Amiata. Di fatto si tratta di sei domande sulla geotermia in Amiata; è quanto «Sos Geotermia» vuole sapere dai candidati sindaci e consiglieri comunali alle prossime elezioni amministrative. «ABBIAMO preso atto con soddisfazione che tra i temi in discussione nella campagna elettorale è finalmente comparsa la questione geotermia affermano gli attivisti di Sos Geotermia e le ricadute sulla salute e sul territorio; ma abbiamo anche notato come spesso il tema viene trattato in politichese e non siano chiare le opinioni in merito, né tantomeno quali sono le azioni che si dovrebbero poi adottare sulla questione». «Chiediamo quindi ai candidati dice i l comitato , anche a nome dei cittadini elettori dell’Amiata, di rispondere a 6 domande sugli aspetti principali legati all’attività geotermica e alle ricadute su salute e ambiente, sicuri che chi si propone alla guida delle amministrazioni locali abbia una precisa opinione in merito e che, per sgombrare il campo da equivoci, voglia comunicarla ai cittadini affinchè questi possano esprimersi con convinzione nel voto tenendo conto, anche, di come si vorrà intervenire in futuro sul territorio».

Il Cittadino online del 28 aprile 2014
Sos Geotermia: 6 domande ai candidati sindaco
Il Coordinamento vuole indicazioni sulla posizione rispetto al tema
…segue ns. comunicato

GoNews.it del 27 aprile 2014
Sei domande di “Sos geotermia” ai candidati sindaco
…segue ns. comunicato

“436/2014”, l’altra sentenza del TAR che smaschera la Regione su Bagnore 4

ROSSI_TORNI A BORDOAnalogamente alla sentenza dello stesso TAR del gennaio us, che annullava l’autorizzazione per la centrale Enel di Bagnore 4 (leggi QUI e QUI), il 7 marzo è stata depositata la seconda sentenza che conferma i sotterfugi e le inadempienze della Regione nella ‘fretta’ di rilasciare la stessa autorizzazione.
Per qualificare tale operato della Regione basti citare un passo della sentenza (n.436/2014):

“…Il provvedimento autorizzatorio si palesa dunque viziato sotto il profilo dell’eccesso di potere per difetto di presupposti e di motivazione, mancando le condizioni normativamente prescritte per il rilascio dell’autorizzazione unica, senza che siano state esternate le ragioni per le quali si è ritenuto di prescindere dalla puntuale verifica dell’ottemperanza delle prescrizioni impartite in sede di VIA, con un evidente sconfinamento dei poteri attribuiti dalla legge all’autorità amministrativa…”.

Eppure qualcuno ha liquidato la questione dicendo che si tratta solo di problemi burocratici, come se la salute e l’ambiente fossero una questione di timbri…

Terremoto a Piancastagnaio. ‘Excusatio non petita’ del sindaco Agnorelli e della Regione Toscana

sismi_1982-2009_fonte_enelIl PD ancora contro i comitati e a difesa della geotermia (le dichiarazioni di Agnorelli e della Regione sono riportate in fondo al nostro precedente comunicato)

SOS geotermia non può che rimanere sconcertata dinnanzi alla risposta del Sindaco di Piancastagnaio che per la prima volta “si è sentito chiamato in causa”, quali fosse un addetto Enel (che invece non ha risposto) di fronte a chi chiedeva rassicurazioni in merito al possibile collegamento fra i terremoti verificatisi a Piancastagnaio lo scorso 16-17 marzo, e l’attività di sfruttamento operata dall’Enel nel nostro territorio.

Le perplessità sollevate dai Comitati traggono fondamento dalle osservazioni di esperti di fama internazionale che da sempre (e non ultimo il 5 marzo 2014 presso la sala Mercede della camera dei deputati ove si è tenuto il convegno organizzato dalla rete No Geotermia Elettrica, Speculativa, inquinante) hanno ribadito che terremoti come quelli verificatisi a Piancastagnaio, aventi profondità dell’ipocentro a solo 1300 metri, in prossimità del centro abitato e vicini a pozzi di trivellazione siano inquadrabili in eventi di sismicità indotta.

Il sindaco si lancia anche in conclusioni che, se non fossero drammatiche, sarebbero comiche:se ci sono tanti altri terremoti in Italia anche dove non ci sono trivellazioni, è normale che ci siano anche in Amiata; come dire tutto: è regolato dal Caso e dal Destino.

Vista la sua competenza, il Sindaco magari potrà anche spiegare la normalità dei numerosi sismi rilevati proprio dall’Enel e concentrati, sempre per il Caso (ci mancherebbe), a Piancastagnaio e S.Fiora/Arcidosso di cui alleghiamo una mappa tratta dagli studi di impatto ambientale delle centrali ENEL in Amiata.

Cosa grave è che il Sindaco, nella sua esplicita difesa dell’attività dell’Enel, purtroppo viene appoggiato dalla Regione la quale, a sua volta crede di riuscire a tranquillizzare la cittadinanza asserendo che “Gli esperti consultati dalla Regione” (quali??) affermano che l’ evento «rientra nello stile sismico dell’area ed è collegato con l’apparato vulcanico dell’ Amiata, caratterizzato da eventi non particolarmente intensi ma che, a causa delle limitate profondità sono avvertiti distintamente».

Sos geotermia rileva come purtroppo sia ormai accertato e accettato dalla comunità scientifica che la produzione di energia geotermica comporti un aumento del rischio sismico e sia causa di terremoti anche in zone classificate a bassa sismicità, e ricorda come l’Amiata sia da sempre citata come esempio negativo di sismicità indotta (vedasi ad es. le dichiarazioni ufficiali inerenti ad uno studio condotto dall’Osservatorio Vesuviano: la reiniezione ad alta pressione di fluidi in un sottosuolo già instabile naturalmente è una operazione che causa una sismicità indotta come è notoriamente risaputo per gli eventi avvenuti nella zona del Monte Amiata in Toscana e in Svizzera”; ed ancora le osservazioni dell’ing.Marco Mucciarelli, del Centro ricerche sismologiche dell’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale, il quale in più occasioni ha ribadito che il “terremoto dell’1 aprile 2000 al monte Amiata, di magnitudo 4.5, profondo 2 chilometri, fa supporre si tratti di un sisma legato allo sfruttamento geotermico dell’area».

Ci chiediamo perché il Sindaco Agnorelli in questi casi non si sia mai sentito chiamato in causa e non abbia mai ribattuto di rispondere a simili paragoni; perché non ha ritenuto di chiamare “allarmisti”, l’lNVG o il dott. Mucciarelli dell’INOGS, come fa invece con Sos Geotermia, accusandoci di “rovinare il territorio”? Perché non “sfrutta le sue risorse e le sue energie” per chiedere un monitoraggio continuo e costante alla Regione, monitoraggio che tra l’altro, malgrado gli impegni, non è stato predisposto?

In particolare non sappiamo quali possano essere i soggetti “esperti” sentiti e dal Sindaco Agnorelli e dalla Regione per prodigarsi in dichiarazioni così rassicuranti, visto che il Comitato Tecnico per la Geotermia in Amiata (CTGA) dopo due anni di lavoro ha terminato con un nulla di fatto e non ci risulta che i suoi esponenti, fra i quali il prof. Andrea Borgia e il prof. Giuseppe De Natale (dirigente di ricerca dei sistemi vulcanici e Geotermia del’INVG Sez. Napoli), siano stati interpellati.

Al contrario il prof. Borgia, esprimendosi sull’articolo di rassicurazione della Regione Toscana ritiene che “nessuno può affermare che il sisma registrato non sia indotto o innescato dallo sfruttamento geotermico fintanto che il gestore del campo geotermico non renda pubbliche tutte le attività che ha fatto e sta facendo nel campo geotermico stesso (perforazione pozzi nuovi e riapertura pozzi vecchi, reiniezioni di acqua, iniezioni di fluidi acidi, estrazione di vapore, pressioni, ecc.) e fintanto che sia dimostrato dall’analisi dei dati che tali attività non siano correlate.” Continua il prof.:“Io dal canto mio avendo studiato ormai da anni tali problemi in Amiata (per la Comunità Montana Senese e per il Comune di Piancastagnaio) oltre che in altre parti del mondo, ritengo piuttosto che vi sia una correlazione diretta ed ormai ben conosciuta sia dal gestore che dalle autorità Regionali oltre che locali. Ritengo che terremoti di questo tipo siano con probabilità innescati dallo sfruttamento geotermico su faglie criticamente stressate oltre che indotti direttamente dalla reiniezione dei fluidi. Ritengo che debba anche essere analizzata con estrema serietà la possibilità di una correlazione tra questo terremoto e le fuoriuscite di gas sentite tra dicembre 2013 e gennaio 2014 in un’area che sembrerebbe essere coincidente con zona dell’epicentro del sisma. Ritengo che la decantata rete sismica con stazioni a S. Casciano Bagni, Arcidosso e Latera siano un bluff, in quanto totalmente incapaci di ubicare l’ipocentro del terremoto con sufficiente approssimazione. Occorrerebbe avere almeno 5-10 stazioni a tre componenti a larga banda tutte nel raggio di 2-3 km da Piancastagnaio per poter ubicare con serietà l’ipocentro. Ritengo che le autorità preposte dovrebbero prendere in seria considerazione di richiedere al gestore di valutare l’“adeguatezza sismica” degli edifici pubblici e privati, prima che siano indotti/innescati ulteriori terremoti!”

Ancora una volta quello che viene richiesto dagli esperti e da Sos Geotermia è l’applicazione del “principio di precauzione” che si applica in tutta Europa (ma l’Amiata è ancora in Europa?): non potendo “escludersi” la correlazione fra lo sfruttamento geotermico e l’evento sismico, si deve presumere, in via cautelativa, che tale correlazione vi sia e quindi occorre porre in essere tutte quelle misure che sono necessarie ad evitarla, prima fra tutte la moratoria e l’immediata sospensione dell’attività di estrazione dei fluidi e la relativa reiniezione.

Il principio di precauzione cioè non è “nel dubbio, pro-reo” bensì “nel dubbio, pro-ambiente e salute”.

Paradossale infine il fatto che il Sindaco di Piancastagnaio Voglia sminuire l’episodio di fuoriuscita di gas verificatosi nell’abitazione di un pianese, tenuto conto del fatto che la fuoriuscita di non meglio “individuati gas” non è stata ancora esaustivamente spiegata (vedasi nota Sindaco 7.2.14 con il quale, invitando il privato a fare egli stesso ed a proprie spese, i monitoraggi e le analisi, testualmente afferma “non essendo possibile risalire alle cause dell’episodio verificato”).

Noi non abbiamo dimenticato, e non dovrebbe farlo neanche il Sindaco Agnorelli, le emissioni che nel 1992 inquinarono l’area attorno al pozzo Senna 1 e che nei primi anni 2000 danneggiarono il Podere del Marchese (fatto questo ultimo per il quale, con la nota sent. 692/09 R.S. pronunciata il 9.3.09 dalla IV Sez. Penale della Suprema Corte di Cassazione, veniva accertata in via definitiva la correlazione diretta fra le attività geotermiche svolte da Enel ed il disastro che ne derivò) e per le quali l’allora Erga (l’attuale Enel Green Power) è stata condannata in primo grado, in sede civile, a risarcire il privato che le aveva subite, come non abbiamo dimenticato le emissioni che in loc. Lavinacci, sempre a Piancastagnaio, fecero evacuare varie case e per cui Enel ha risarcito i danni, e vorremmo avere rassicurazioni e certezze che tali eventi non si ripetano.

Ma la cosa più strana è che, nel silenzio di chi dovrebbe sentirsi chiamato in causa, cioè l’Enel, risponda un amministratore del PD che invece dovrebbe avere tutto l’interesse a chiedere conto proprio all’Enel di che cosa stia realmente avvenendo nel campo geotermico; questo stesso amministratore tra l’altro, così come la sua coalizione, deve ancora rispondere “scientificamente” alle interpellanze ed alle diffide dei Comitati sul perché, ad esempio, oltre ai terremoti, ad un calo dell’acquifero superficiale e al suo inquinamento, si registrino dati sanitari così allarmanti soprattutto nel comune di Piancastagnaio, non essendo affatto sufficiente attribuire gli aumenti di patologie correlabili a fattori ambientali, alle cattive abitudini dei cittadini amiatini ed in particolare di quelli Pianesi, presunzione tra l’altro smentita dagli stessi studi “ufficiali”.

Dispiace anche che l’Agnorelli si sia sempre sottratto al confronto con i Comitati (singolare e qualificante la sua assenza, e quella della sua giunta, ai vari convegni via via organizzati dai Comitati alla presenza di esperti imparziali) e mentre non ci meraviglia la tempestività e lo zelo della risposta della Regione, che comunque deve difendere il proprio operato avendo concesso una VIA ed autorizzazioni su dati per noi non rassicuranti o comunque non scientificamente “certi”, non pensavamo che il Sindaco Agnorelli si spingesse così in là e la sua ‘excusatio non petita’ non lascia alcun dubbio sul fatto che egli non sia imparziale sul tema degli effetti dello sfruttamento geotermico sul territorio.

Ricordiamo all’Agnorelli, qualora la cosa gli fosse sfuggita, che le perplessità dei Comitati che tanto critica sono stati oggetto dell’interpellanza n. 146 presentata il 27.12.13 alla Camera dai deputati dall’On. Zaccagnini ed altri e nella quale (per la parte relativa ai terremoti) si chiede ai Ministeri competenti se “tale situazione non comporti rischi elevati per l’incolumità pubblica in caso di eventi sismici che, stante i fatti, si potrebbe verificare con conseguenze disastrose; quindi se non ravvedano un reale rischio per l’incolumità degli abitanti del territorio, considerato che l’Amiata è reputata anche zona sismica, e se non ritengono, per quanto di competenza, di fare proprie le considerazioni del professore Mucciarelli docente di sismologia applicata; se non ritengano doveroso, per quanto di competenza, colmare le lacune normative, finora troppo generalizzate, in tema di geotermia, facendo proprie le istanze dei movimenti e dei coordinamenti locali che denunciano un grave rischio per la salute e per l’ambiente.

Vogliamo comunque comunicare al Sindaco Agnorelli e alla ‘lontana’ Regione Toscana che malgrado le loro difese d’ufficio della geotermia targata Enel, le obiezioni e le più o meno velate minacce, noi continueremo la nostra opera di informazione e mobilitazione contro lo sfruttamento, oggi pressoché incondizionato, della nostra montagna; per quanto lo riguarda il Sindaco dovrebbe avere il pudore di lasciare che l’Enel si difenda da sé e cercare invece di onorare il ruolo istituzionale che ancora ricopre e che lo vede responsabile in prima persona della salute pubblica e del territorio che ha governato da 10 anni.

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Contropiano del 26 marzo 2014
Terremoto a Piancastagnaio. Il PD ancora contro i comitati e a difesa della geotermia
…segue ns. comunicato

GoNews del 25 marzo 2014
Terremoti e attività dell’Enel, l’affondo di SOS Geotermia Amiata: “La produzione di energia comporta l’aumento del rischio sismico”
…segue ns. comunicato

Il Cittadino online del 25 marzo 2014
“SISMA A PIANCASTAGNAIO: ‘EXCUSATIO NON PETITA’ DEL SINDACO”
Sos Geotermia: “Il PD ancora contro i comitati e a difesa della geotermia”
…segue ns. comunicato

Aletheia online del 25 marzo 2014
La Terra trema sull’Amiata. Geotermia sotto accusa, ma il sindaco difende la centrale Enel
…segue ns. comunicato

Roma, 5 marzo 2014. La mobilitazione contro la geotermia elettrica -video, foto-

20140305_rm convegno geotermia camera_34Si è tenuta a Roma il 5 Marzo la giornata di mobilitazione indetta dalle Rete Nazionale contro la Geotermia Elettrica Speculativa ed Inquinante, con un convegno, una manifestazione di fronte al Parlamento ed una conferenza stampa presso la Camera dei Deputati.
Scopo della giornata era quello di aprire un dialogo con il governo su tema della geotermia. In quanto il modo di procedere delle iniziative governative in questo settore presenta delle obiettive criticità che stanno creando forti critiche, disagio e risentimento nelle popolazioni interessate. Ed un rinnovato interesse critico da parte del mondo scientifico.
Il convegno, presso la Camera dei Deputati, ha visto la partecipazione di un folto pubblico, tra cui esponenti dei comitati laziali, umbri, toscani e sardi. Parlamentari, sindaci, amministratori, esperti, esponenti dei Ministeri e degli enti interessati, rappresentanti dei media.
Dalle numerose relazioni presentate al convegno da parlamentari, amministratori, comitati ed illustri esponenti del mondo scientifico, sono emersi alcuni punti importanti e precise richieste al Governo.
Il piano governativo di espansione e sviluppo della geotermia, varato nel 2010 dal governo Berlusconi, presenta una serie di problematiche gravi che non sono state sufficientemente considerate dalle istituzioni governative. Ma che nel contempo, visto il moltiplicarsi di richieste di nuovi impianti e di permessi di ricerca, stanno suscitando serissime preoccupazioni nelle popolazioni e da parte di qualificati ambienti scientifici.
Il principale problema da affrontare è quello dell’esistenza di un dogma culturale, dovuto a scarsa conoscenza del problema sia nell’opinione pubblica che negli ambienti della pubblica amministrazione: il Dogma della Infallibilità della Geotermia. Secondo il quale la geotermia è sempre di per sé Pulita, Rinnovabile, Sostenibile.
Un dogma alimentato dal circuito degli imprenditori geotermici attratti dagli enormi incentivi statali, e fideisticamente accettato da molti ambienti governativi senza discussioni o veri approfondimenti.
La realtà della ricerca scientifica mondiale e delle esperienze sul campo mostra invece con tutta evidenza che questo dogma è inaccettabile, e che non può guidare l’azione del Governo, in quanto la geotermia non è affatto sempre pulita, rinnovabile e sostenibile. Ma lo è solo a determinate condizioni, che dipendono dalla tecnologia impiegata e dalle specificità del territorio nel quale la si vuole usare. Ogni caso va esaminato a parte, con appropriata attenzione e grandissime cautele.
Alcune vecchie tecnologie, come quella FLASH, ad alta entalpia, con emissioni a cielo aperto, usata sul Monte Amiata, ha dato abbondanti prove di essere del tutto nefasta per i cittadini di quelle zone e per l’ambiente. Inducendo sensibili aumenti nei livelli di malattia e di mortalità, e trasformando un paradiso naturale in un incubo con livelli di inquinamento pari ai peggiori d’Italia.
Mentre le nuove tecnologie a ciclo chiuso, binarie a media entalpia, pur evitando l’emissione di veleni nell’aria, presentano numerose criticità:
·    bassissimo rendimento, a fronte di enormi incentivi governativi,
·    presentano seri rischi nelle zone ad alta sismicità,
·    possono creare fenomeni di subsidenza,
·    mettono a rischio i bacini idropotabili,
·    presentano forti impatti sul territorio, sulle economie locali, sul paesaggio di zone di pregio e spesso a vocazione turistica e agricola
·    impiegano pochissimo personale, ed in determinate zone la loro presenza mette a rischio attività produttive locali che impiegano molti più addetti.
Studi scientifici importanti cominciano ad evidenziare questi problemi, dei quali occorre tenere conto. Anche perché le popolazioni locali sono sempre più informate di queste criticità. E sempre più preoccupate.
La valutazione di questa serie di problemi non può essere lasciata ai centri di ricerca ed ai tecnici che lavorano per le società che fanno impianti geotermici. Troppo forti sono le attese e gli appetiti generati da incentivi governativi altissimi.
Occorre che lo Stato riprenda in modo sostanziale e non solo formalistico la propria funzione di salvaguardia di tutti gli interessi in gioco, primo fra i quali quello delle popolazioni coinvolte.
Non si può portare avanti un piano di espansione della geotermia che appare procedere in modo frettoloso, improvvisato e per giunta a dispetto delle popolazioni locali.  Dove la geotermia è praticabile e sostenibile, occorre fornire ai cittadini proposte valide, mostrare con sincerità ed onestà i problemi e convincerle dei vantaggi di queste tecnologie. Per averne il consenso. Non ci si può basare solo sul consenso di strutture politiche spesso troppo sensibili al lavoro lobbistico delle imprese.
Molte le pressioni per procedere di corsa con questo piano, ma è di tutta evidenza che non c’è alcuna fretta, per i seguenti motivi:
·    il Paese ha già ampiamente raggiunto gli obiettivi previsti di produzione di energie rinnovabili;
·    le capacità di produzione elettrica italiane sono elevatissime, con grandi impianti costretti a rimanere spenti per mancanza di domanda;
·    gli impianti FLASH con emissioni in aria ogni giorno avvelenano l’ambiente e i cittadini, mentre quelli proposti a ciclo binario presentano criticità pesanti ed hanno rendimenti bassi, a fronte di elevatissimi incentivi pagati in bolletta dai cittadini e dalle imprese.
Questi incentivi e questa fretta appaiono nella situazione attuale del tutto inappropriati e forzosi. A meno che la fretta e gli incentivi non servano esclusivamente a favorire circuiti industriali dotati di forti connessioni politiche, come dimostrano i continui e pesanti interventi di modifica legislativa favorevoli agli imprenditori geotermici. Interventi spesso in palese contrasto con i regolamenti parlamentari, con la Costituzione e con le normative europee.
Questo noi cittadini e le istituzioni del nostro Paese non lo possono accettare.
Per tutti questi motivi dal convegno e dalla giornata di mobilitazione emerge una richiesta al governo:
una Moratoria con sospensione del Piano Geotermico e dei relativi incentivi che consenta di:
·    ripensare l’economicità del piano di sviluppo geotermico;
·    valutare in modo più approfondito e sistematico le criticità e gli impatti delle varie tecnologie; ed adeguare la normativa in modo conseguente;
·    mappare il territorio nazionale decidendo le zone di esclusione, dove gli impianti geotermici presentano rischi eccessivi o comunque si presentano come fortemente impattanti e non sostenibili.
La richiesta viene rivolta ad un Governo che ha tutto l’interesse ad evitare spese inutili, affrettate, dannose e che pesano direttamente sui bilanci di cittadini e imprese già duramente provati dalla crisi.

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TERZA PARTEQUARTA PARTE

RETE NAZIONALE NO GEOTERMIA ELETTRICA

Il TAR ferma Bagnore 4. Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi!

diavolo bagnore4Accolte le nostre ragioni, ora le amministrazioni facciano il loro dovere.
Il TAR Toscana annulla l’AIA, l’autorizzazione per i lavori della centrale geotermica Bagnore 4, perchè le  prescrizioni contenute nella VIA non sono state soddisfatte.
Esulta Sos geotermia, che, affiancata dal Forum Ambientalista di Grosseto, dal WWF e da Italia Nostra, vede riconosciuta la denuncia che la concessione della VIA da parte della Regione Toscana era stata forzatamente rilasciata e per fare ciò era stata infarcita di oltre 30 prescrizioni di difficile attuazione e che da sole, mettevano in evidenza come il progetto non fosse autorizzabile.
Tutto sarebbe passato sotto silenzio se Sos geotermia non avesse, da subito, denunciato lo scempio di un’altra centrale da 40 MW, con la complicità della Regione ed il colpevole silenzio dei sindaci, ma il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi e la traballante autorizzazione è crollata.
E dire che ancor prima che si iniziasse l’iter avevamo chiesto alle amministrazioni una moratoria per poter discutere nel merito di tutta la questione, ma non abbiamo mai trovato amministratori disponibili a difendere il territorio.
Oggi, alla luce anche delle prese di posizione contrarie alla centrale GESTO di Montenero, è il momento di rimettere in discussione, una volta per tutte, il modello di sviluppo che si vuole per tutto l’Amiata e la Maremma: è così stridente e lampante la contraddizione che vede gli amministratori contrari alla centrale di 5 MW a ciclo binario di Montenero e favorevoli al raddoppio fino ad oltre 120 MW a rilascio libero delle centrali Enel.
Oltre al fermo di Bagnore 4 conseguente al pronunciamento del TAR (sentenza n.107/2014), gli amministratori facciano propria la richiesta di ‘moratoria immediata’ di ogni attività. Oggi non hanno più scuse, conoscono gli effetti dell’attività geotermica sulla salute e sull’ambiente, non potranno mai più dire ‘non sapevamo’, nè nascondere le loro responsabilità dietro prescrizioni regionali ‘a futura memoria’ che poi nessun ente pubblico verifica.

La Nazione del 22 gennaio 2014
Bagnore 4, il Tar blocca la costruzione. Ma ritiene infondati i timori dei comitati
Vittoria a metà per le associazioni. Il legale: «I lavori devono fermarsi subito»
di MATTEO ALFIERI
DA UNA PARTE gli ambientalisti che esultano. Dall’altra Enel Green Power che storce la bocca per un vizio di forma che ha fermato, di fatto, la costruzione della centrale geotermoelettrica di Bagnore 4 che si trova nel comune di Santa Fiora, il nuovo colosso geotermico sull’Amiata al centro di un’aspra battaglia ormai da anni. E’ stata la seconda sezione del tribunale amministrativo della Toscana a bloccare i lavori (quando la sentenza 107/2014 sarà esecutiva) per la costruzione perché ha ritenuto illegittima l’acquisizione delle integrazioni e la relativa verifica a una delle prescrizioni (la numero 17, quella che si riferisce alle emissioni inquinanti nell’aria) prima dell’inizio dei lavori, anziché prima del rilascio dell’autorizzazione, nonostante che la verifica stessa sia stata pare effettuata e certificata nel febbraio 2013. Una vittoria comunque parziale da parte di Wwf, Italia Nostra e Forum Ambientalista. Il Tar ha infatti dichiarato di fatto «infondati» i timori dei comitati per la centrale di Bagnore 4, confermando la validità della Valutazione di impatto ambientale (Via) effettuata dalla Regione. «In definitiva secondo la Regione la sentenza chiarisce i timori sollevati dai comitati respingendo tutte le loro eccezioni e conferma l’operato della Regione in materia di geotermia, confermandone la valutazione di impatto ambientale». «ABBIAMO VINTO, c’è poco da girarci intorno chiarisce l’avvocato degli ambientalisti, Franco Zuccaro . Il Tar ha annullato di fatto la costruzione e la regione Toscana, come si legge nella sentenza, dovrà dare esecuzione della stessa il prima possibile. Il che significa che i lavori, visto che sono iniziati, devono immediatamente fermarsi». Zuccaro non canta vittoria, comunque. «PURTROPPO il ricorso contro la Valutazione di impatto Ambientale ci è stato respinto dice che era quello che alla fine ci interessava di più. Noi sosteniamo da sempre, anche con studi appropriati che però non sono stati ritenuti sufficienti, l’interferenza tra il serbatoio idrico dell’Amiata, il più grande dell’Italia centrale, e la coltivazione geotermica che verrà fatta quando la centrale geotermoelettrica sarà messa in funzione. E soprattutto avevamo anche asserito che le emissioni di ammoniaca nell’atmosfera sono nocive per gli abitanti di quel territorio». Il Tar ha evidenziato la correttezza della Regione su questi due assunti. «Comunque la nostra guerra prosegue conclude Zuccaro . Intanto abbiamo vinto questa battaglia, poi vedremo».

Il Tirreno del 22 gennaio 2014
GEOTERMIA. SCONTRO IN TRIBUNALE
Il Tar blocca la centrale Bagnore 4
Un vizio di forma annulla l’autorizzazione regionale alla costruzione del megaimpianto di Santa Fiora
di Francesca Ferri
FIRENZE Ricorso respinto ma motivi aggiunti in parte accolti. Risultato: il Tribunale amministrativo della Toscana blocca la centrale geotermica di Bagnore 4, annullando l’autorizzazione unica rilasciata dalla Regione Toscana ad Enel Green Power per costruire l’impianto. Il ricorso al Tar. La decisione è contenuta nella sentenza con cui il 20 gennaio il giudici fiorentini sono stati chiamati a pronunciarsi a seguito del ricorso presentato nel 2012 dalle associazioni ambientaliste Wwf, Italia Nostra, Forum Ambientalista e altri soggetti privati (tra di essi l’ex assessore provinciale di Rc Sergio Bovicelli e la comunità buddista Dzogchen) che da anni lottano per impedire lo sfruttamento geotermico dell’Amiata sostenendo che, per le particolari condizioni del sottosuolo dell’ex vulcano, andare a pescare il calore della terra, qui, sia inquinante. Un progetto del 2005. Di diverso parere Enel Green Power che da mezzo secolo è presente in Amiata con le sue centrali e che nel marzo del 2013 ha, appunto, avviato la costruzione dell’ultimo impianto, Bagnore 4, tra i comuni di Santa Fiora e Arcidosso, con un megainvestimento di 123 milioni di euro e un progetto che risale al 2005, anno in cui Enel invia alla Regione richiesta di compatibilità ambientale della centrale. Negli anni si è svolto il complicato iter autorizzativo: la valutazione di impatto ambientale, gli studi geostrutturali, le osservazioni degli enti locali, la conferenza dei servizi, il parere dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e, infine, il 10 settembre 2012, è arrivata l’autorizzazione della giunta alla costruzione: la delibera 810. Respinti i 12 punti “oscuri”. Contro questa delibera le associazioni ambientaliste presentano prima un ricorso e poi i cosiddetti motivi aggiunti, depositati il 21 marzo 2013. Gli ambientalisti lamentano dodici carenze nell’istruttoria presentata da Enel: mancherebbe il bilancio idrico; non sarebbe stato approfondito il possibile collegamento tra falda acquifera superficiale (e potabile) e quella geotermica sottostante e il connesso pericolo di inquinamento della prima; lo studio sull’impatto sulla salute dei cittadini sarebbe carente; Enel non avrebbe valutato l’impatto complessivo di tutte le centrali; non avrebbe descritto le condizioni iniziali dell’ambiente per alcuni fattori; non avrebbe fatto una valutazione piena di incidenza; avrebbe rimandato, a dichiarazione di compatibilità ambientale già adottata, gli accertamenti o monitoraggi necessari alla Via, in tutto ben 38, sollevati dalla Regione; non avrebbe rispettato il suo stesso protocollo per monitorare le emissioni di ammoniaza e mercurio; non avrebbe risposto alle osservazioni dei cittadini e delle associazioni; non ha invitato alla concertazione l’Autorità di bacino del Tevere; avrebbe presentato una istruttoria carente. Il Tar respinge uno per uno i dodici punti del ricorso, riconoscendo ora che la correlazione tra le falde è stata affrontata, ora che la valutazione cumulativa è stata fatta e così via. «Ok le 38 prescrizioni». In particolare il Tar riconosce la bontà del metodo con cui la Regione autorizza impianti di questo tipo e, cioè, concedere la Via anche se “qualcosa non va”, rimandando la soluzione di possibili e significativi impatti ambientali alle cosiddette “prescrizioni”. Insomma, la regione in sostanza dice: “ok, ti do l’autorizzazione a costruire l’impianto ma ti devi impegnare a sistemare questo e quell’aspetto». Nel caso della richiesta di autorizzazione a costruire Bagnore 4 la Regione ha inviato a Enel ben 38 prescrizioni che riguardano tutti gli ambiti tematici della Via (aspetti generali, qualità dell’aria, risorsa idrica, clima acustico, campi elettromagnetici, flora, fauna, qualità del paesaggio, cantierizzazione, patrimonio culturale, suolo e sottosuolo, rifiuti e bonifiche). Ma i giudici ritengono che questo modo di autorizzare tali impianti «è del tutto fisiologico». Il vizio di forma. Cosa, dunque, ha convinto il Tar a sospendere l’autorizzazione alla costruzione? Il Tar riconosce che la Regione ha “derubricato” le 38 prescrizioni a «meri prodromi dell’avvio dei lavori e, in taluni casi, dell’avvio dell’esercizio degli impianti». In particolare, le prescrizioni 17, 18 e 19 prevedevano che Enel presentasse un Protocollo di gestione e manutenzione impianti con il calendario degli interventi e le misure da adottare in caso di guasti, e che prevedesse la comunicazione in tempo reale a Regione e Arpat di blocchi delle centrali. Il 19 novembre 2012 ad Arpat non risulta che Enel abbia presentato una proposta. E il 19 dicembre 2012 Arpat ritiene che «il Protocollo per Bagnore 3 e 4 risponda solo in parte a quanto prevede la prescrizione». Intanto, però il 26 novembre 2012 la conferenza dei servizi rilascia l’autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio del nuovo impianto di Bagnore 4, dicendo che Enel aveva ottemperato all’autorizzazione. Cosa impossibile, visto che 23 giorni dopo Arpat riconosceva che il Protocollo rispondeva solo in parte alla prescrizione. Ora, se la Via può essere data pur allegandovi delle prescrizioni, bisogna poi che queste prescrizioni siano rispettate. In questo caso, invece, la Regione ha rimandato di nuovo questo “appuntamento”. Per il Tar, infatti, non è sufficiente che l’Arpat abbia poi espresso parere favorevole il 3 febbraio 2013. Troppo tardi. Per questo motivo annulla l’autorizzazione. Non appena la sentenza sarà notificata alla Regione, i lavori per Bagnore 4 dovranno essere sospesi.

LE REAZIONI
Enel e ambientalisti: vincono tutti
L’azienda: bocciato il merito. I ricorrenti: riconosciute le forzature    
FIRENZE. Esulta la Regione, esultano gli ambientalisti. Anche se la sentenza del Tar su Bagnore 4, alla fine, non piace del tutto a nessuno dei due. La Regione, e con essa Enel, sottolinea che il Tar ha sospeso l’autorizzazione solo per un «vizio di forma», respingendo il ricorso nel merito. «Il Tar dichiara infondati i timori dei comitati per la centrale di Bagnore 4 e conferma la validità della Valutazione di impatto ambientale effettuata dalla Regione», spiega Firenze. Diversa la lettura degli ambientalisti. Sos Geotermia vede riconosciuta la sua «denuncia che la concessione della Via da parte della Regione era stata forzatamente rilasciata – spiega l’associazione in un comunicato – e per fare ciò era stata infarcita di oltre 30 prescrizioni di difficile attuazione e che da sole mettevano in evidenza come il progetto non fosse autorizzabile. Tutto sarebbe passato sotto silenzio se Sos Geotermia non avesse, da subito, denunciato lo scempio di un’altra centrale da 40 Mw, con la complicità della Regione e il colpevole silenzio dei sindaci. Ma il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi e la traballante autorizzazione è crollata. E dire che ancor prima che si iniziasse l’iter avevamo chiesto alle amministrazioni una moratoria per discutere nel merito la questione ma non abbiamo mai trovato amministratori disponibili a difendere il territorio». Gli ambientalisti, in realtà, speravano che il Tar disconoscesse il metodo con cui la Regione autorizza tali impianti, cioè dare l’ok ma stabilire delle prescrizioni. Buon senso imporrebbe, dicono, che un’autorizzazione venga data quando ogni requisito di sicurezza e compatibilità ambientale è completamente rispettato. E, invece, il Tar sentenzia che è «del tutto fisiologico che quando in sede di Via di un progetto venga accertata l’esistenza di una possibile incidenza sulle matrici ambientali non eliminabile o mitigabile interamente l’autorità possa rilasciare la Via imponendo al privato adeguate prescrizioni». Tra i punti che lasciano l’amaro in bocca agli ambientalisti c’è, ad esempio, la questione ammoniaca. Gli ambientalisti hanno lamentato al Tar che le emissioni d’ammoniaca in atmosfera di Bagnore 3 e della futura Bagnore 4 sono superiori a quanto prescrive la stessa Regione nella sua autorizzazione (2 chili all’ora). La giunta regionale aveva lasciato passare dicendo che «allo stato attuale non esistono sistemi per abbattere l’ammoniaca in questa misura» e aveva ammesso «che tali valori non devono essere considerati obbligatori». Insomma, contraddicendo se stessa. Eppure anche qui il Tar le dà ragione. «Certamente è una vittoria anche se riguarda solo i motivi aggiunti», spiega l’avvocato degli ambientalisti, Franco Zuccaro. «Ma anche nella parte del ricorso respinta ci sono elementi sui cui potremmo continuare a condurre la battaglia. Sta ai miei clienti decidere se fare ricorso al Consiglio di Stato». (f.f.)

LE CIFRE    
123 milioni di euro: è l’investimento di Enel Green Power per costruire la centrale geotermica di Bagnore 4 nel territorio al confine tra Santa Fiora e Arcidosso
9 anni: è il lasso di tempo passato da quando Enel Green Power ha avviato la richiesta per costruire Bagnore 4 ad oggi. I lavori sono iniziati lo scorso marzo
38 prescrizioni: sono quelle che la Regione allega alla Via e che riguardano tutti gli ambiti autorizzativi
12 i privati cittadini che si sono affiancati alle associazioni ambientaliste Wwf, Italia Nostra e Associazione Forum Ambientalista nel ricorso al Tar. Insieme a questi soggetti si è aggiunta ai ricorrenti anche la comunità buddista Dzogchen di Merigar.

Il Tirreno.it del 21 gennaio 2014
Geotermia: il Tar annulla l’autorizzazione alla costruzione della centrale Bagnore 4
I giudici fiorentini accolgono i motivi aggiunti degli ambientalisti nel ricorso contro la Regione: stop ai lavori per l’impianto Enel Green Power
Il Tar Toscana annulla l’Aia, l’autorizzazione per i lavori della centrale geotermica Bagnore 4, perché le prescrizioni contenute nella Valutazione di impatto ambientale non sono state soddisfatte.
Esulta l’associazione contraria allo sfruttamento geotermico dell’Amiata Sos Geotermia che, affiancata dal Forum Ambientalista di Grosseto, dal Wwf e da Italia Nostra, nonché da una serie di privati cittadini, aveva presentato il ricordo ai giudici del tribunale amministrativo fiorentino. Sos Geotermia da tempo sostiene che «la concessione della Via da parte della Regione Toscana era stata forzatamente rilasciata e per fare ciò era stata infarcita di oltre 30 prescrizioni di difficile attuazione e che da sole, mettevano in evidenza come il progetto non fosse autorizzabile».
«Tutto – prosegue Sos Geotermia – sarebbe passato sotto silenzio se Sos Geotermia non avesse, da subito, denunciato lo scempio di un’altra centrale da 40 Mw, con la complicità della Regione e il colpevole silenzio dei sindaci, ma il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi e la traballante autorizzazione è crollata. E dire che ancor prima che si iniziasse l’iter avevamo chiesto alle amministrazioni una moratoria per poter discutere nel merito di tutta la questione, ma non abbiamo mai trovato amministratori disponibili a difendere il territorio. Oggi, alla luce anche delle prese di posizione contrarie alla centrale Gesto di Montenero, è il momento di rimettere in discussione, una volta per tutte, il modello di sviluppo che si vuole per tutto l’Amiata e la Maremma: è così stridente e lampante la contraddizione che vede gli amministratori contrari alla centrale di 5 Mw a ciclo binario di Montenero e favorevoli al raddoppio fino ad oltre 120 Mw a rilascio libero delle centrali Enel. Oltre al fermo di Bagnore 4 conseguente al pronunciamento del Tar, gli amministratori facciano propria la richiesta di moratoria immediata di ogni attività. Oggi non hanno più scuse, conoscono gli effetti dell’attività geotermica sulla salute e sull’ambiente, non potranno mai più dire “non sapevamo”, né nascondere le loro responsabilità dietro prescrizioni regionali a futura memoria che poi nessun ente pubblico verifica».

GrossetoOggi.net del 21 gennaio 2014
Geotermia, il Tar ferma Bagnore 4: “Progetto non autorizzabile”
Sos Geotermia accoglie con entusiasmo la notizia
…segue ns. comunicato

Il Cittadino online del 21 gennaio 2014
AMIATA: IL TAR FERMA BAGNORE 4
Accolte le ragioni di Sos Geotermia
…segue ns. comunicato

Alètheia online del 21 gennaio 2014
Energia, il Tar Toscana ferma l’impianto geotermico in Maremma
Il Tar della Toscana annulla l’Aia, l’autorizzazione per i lavori della centrale geotermica Bagnore 4, perché le prescrizioni contenute nella Valutazione di impatto ambientale non sono state soddisfatte
…segue ns. comunicato

Interrogazione parlamentare sulla geotermia in Amiata presentata il 27 dicembre scorso

montecitorio trivellaStamattina a Grosseto si è svolta una conferenza stampa di Sos geotermia per presentare l’interrogazione parlamentare presentata il 27 dicembre 2013 dagli On.Zaccagnini (primo firmatario), Serena Pellegrino e Alberto Zolezzi; ai giornalisti e cittadini convenuti è stata illustrata l’interrogazione e fornita la documentazione. Erano anche presenti i portavoce provinciali del M5S Giacomo Gori e Matteo della Negra.

Tre deputati al Parlamento italiano hanno presentato alla Camera una interpellanza sulle dannose conseguenze della geotermia in Amiata: Adriano Zaccagnini, del Gruppo misto, primo firmatario, Serena Pellegrino di Sinistra Ecologia e Libertà ed Alberto Zolezzi del Movimento 5 Stelle. Quattro i Ministri destinatari delle  informazioni presentate al Governo al quale si chiede di rispondere: quello della Salute in primo luogo, poi quelli dello Sviluppo Economico, dell’Ambiente e degli Affari europei.
I temi sono quelli che SOS Geotermia da tempo ha sollevato in più occasioni, ma i fatti denunciati dai tre deputati, con la relativa documentazione presentata al vaglio della Commissione Ispettiva della Camera sulle interrogazioni, testimoniano ipotesi di illegittimità e illegalità allarmanti. In sintesi per gli interroganti la Geotermia in Amiata non è né rinnovabile, né sostenibile e tanto meno pulita ed è quindi sospetto come l’Enel abbia potuto ottenere consistenti finanziamenti pubblici, a carico dei contribuenti, e come quegli impianti, tecnologicamente superati, abbiano potuto essere autorizzati ed essere considerati capaci di produrre una energia rinnovabile e sostenibile, al punto da essere incentivata e ben accolta dagli amministratori pubblici.
In realtà le quantità di inquinanti emesse in atmosfera in Amiata documentano una attività che concorre sicuramente all’eccesso del +13% di mortalità, statisticamente significativo, rilevato nei paesi geotermici dell’Amiata. Sono inoltre emissioni clima alteranti ben oltre le centrali elettriche alimentate ad olio combustibile e sottraggono una buona parte delle riserve idriche, peggiorandone la qualità, fino all’esaurimento. Il tutto in zona sismica e all’interno di arre protetta dalla Comunità europea.
Chi per arroganza od opportunismo o peggio vuole continuare ad ignorare la specificità idro/geochimica dell’Amiata, dovrà assumersi la responsabilità politica e giuridica delle scelte fatte.
Sette le domande finali dell’interrogazione a cui il Governo dovrà rispondere.

Questi i quesiti:
1.
se, considerato che l’acqua è un bene comune di gran lunga più importante degli utili di una società energetica e tenuto conto della grave crisi idrica determinata anche dagli impianti geotermici che comportano forti aumenti dei consumi, ad avviso degli interpellanti nella specifica circostanza del Monte Amiata si sarebbe dovuto applicare il principio di precauzione;

2.
se i Ministri siano a conoscenza dei fatti narrati e quali azioni intendano intraprendere;
se i Ministri, visto l’eccesso di malattie registrate nei comuni geotermici con concentrazioni crescenti degli inquinanti di cui in premessa, non reputino ci sia un nesso con le suddette emissioni geotermiche, che si ripetono da diversi decenni in Amiata;

3.
se non reputino che il bilancio idrico avrebbe dovuto essere definito, come richiesto anche dalle autorità di bacino, comprendendo le acque emesse dalle centrali geotermiche e che le aree di ricarica delle falde idropotabili debbano essere individuate, perimetrate e tutelate;
di quali elementi disponga circa la conformità dell’attività geotermica in Amiata con le normative vigenti così come sopra citate;

4.
se viste le norme e le direttive e indicazioni dell’Unione europea sulla riduzione delle emissioni di ammoniaca e metano, non reputino che le centrali geotermiche dovrebbero essere escluse dalle energie rinnovabili, visto che producono più di una centrale alimentata ad olio combustibile e se stante i dati dell’Arpat, si possa sostenere che le centrali geotermoelettriche producano energia pulita e sostenibile tale da ricevere una cospicua somma di incentivi statali;

5.
se tale situazione non comporti rischi elevati per l’incolumità pubblica in caso di eventi sismici che, stante i fatti, si potrebbe verificare con conseguenze disastrose; quindi se non ravvedano un reale rischio per l’incolumità degli abitanti del territorio, considerato che l’Amiata è reputata anche zona sismica, e se non ritengono, per quanto di competenza, di fare proprie le considerazioni del professore Mucciarelli docente di sismologia applicata;

6.
se non ritengano doveroso, per quanto di competenza, colmare le lacune normative, finora troppo generalizzate, in tema di geotermia, facendo proprie le istanze dei movimenti e dei coordinamenti locali che denunciano un grave rischio per la salute e per l’ambiente;

7.
se i Ministri vista la costruzione di Bagnore 4 all’interno di un sito di interesse comunitario e zona di protezione speciale, non ritengano che vada ad inquinare pesantemente un’area protetta, anche in considerazione del fatto che, ad avviso degli interpellanti sia sta agendo in netto contrasto con le scelte compiute in precedenza dalla pubblica amministrazione che ha prima usufruito di finanziamenti pubblici per proteggere e valorizzare le risorse naturali e le biodiversità di un’area ed ora usufruisce delle «compensazioni ambientali» di ENEL per danneggiare quello che invece avrebbe dovuto tutelare.

All’interrogazione è stata allegata anche la documentazione:

1. Arpat di Firenze, “Monitoraggio dell’impatto ambientale della produzione geotermica” dell’11.10.2006

2 Nota del Dip.ARPAT di Siena del 12.5.2011 Prot. n° 32765, All.1.

3 Nota del Dip.Arpat di Siena – Monitoraggio delle arre geotermiche toscane- Anno 2011 tab. 2-10, pag.24.

4Il Rapporto ARS è scaricabile da :

http://www.ars.toscana.it/files/aree_intervento/ambiente/geotermia/studio_geotermia/progetto_geotermia_2010.pdf

(accesso del 17.12.2013) a pag.80 gli eccessi statisticamente significativi nell’area Sud.

5 L’Aggiornamento ARS e la rivista si scarica da:

http://www.epiprev.it/materiali/2012/EP5-2012/EPv36i5suppl1.pdf

(accesso del 17.12.2013)

5La stampa locale, il 28 novembre 2010, riportando la presentazione della Relazione Ars-Cnr, fatta dalla Giunta Regionale, ha così titolato: “Amiata indagine sullo stato di salute dei cittadini – Geotermia, dagli studi non emergono rischi sanitari” (La Nazione); “L’indagine è stata condotta in tutte le aree dove c’è attività termica -La geotermia non uccide- Presentata la ricerca dell’Ars sui rischi per la salute” (Il Tirreno); “Santa Fiora- La vita al tempo della geotermia. Sala del Popolo gremita per ascoltare la relazione sui dati epidemiologici. Cipriani:- Qui l’aria migliore della Toscana-. Ma i comitati contestano”. (Corriere di Maremma).

Vedi:

http://www.provincia.grosseto.it/index.php?id=913&tx_ttnews[cat]=52&tx_ttnews[year]=2010&tx_ttnews[month]=11&tx_ttnews[day]=28

(accesso del 17.12.2013)

6 Fabio Voller, Ars, “Le informazioni sugli stili di vita”, Ottobre 2012. Vedi:

http://www.ars.toscana.it/files/eventi/eventi_2012/geotermia_e_salute/2012_10_25_presentazione_stili_vita_voller.pdf

(accesso del 17.12.2013)

7 Si riportano alcune pubblicazioni e censure in merito alla scelta di diluire i risultati ricavati su popolazione diversamente esposte agli inquinanti:

a) S.Parodi, V.Gennaro, M.Ceppi, PL.Cocco Comparison bias and dilution effect in occupational cohort studies. Int J Occup Environ Health 2007; Apr-Jun: 13 (2): 143-52

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17718170

b) Hernberg. ”Negative” results in cohort studies: how to recognize fallacies.SJWEH.1981; 7:121-6

http://www.sjweh.fi/show_abstract.php?abstract_id=2589

c) V.Gennaro, P.Ricci, AG.Levis, P.Crosignani. Epidemiology’s and epidemiologists’ vice and virtues.Vizi e virtù dell’epidemiologia e degli epidemiologi. Epi & Prev 2009; 33 (4-5), supp 2:49-56.http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20124642

d) N.Pearce. Corporate influences on epidemiology. Int J Epidem 2008; 37(1):46-53.

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18245050

e) V.Gennaro, L.Tomatis. Business bias: How epidemiologic studies may underestimate or fail to detect increased risks of cancer and other diseases. Int J Occup Environ Health 2005;11:356–359.

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16350469

8 Regione Toscana – Gruppo di Lavoro per il Bilancio Idrico dell’Acquifero del M. Amiata (AdB Tevere, AdB Fiora, Bacino Regionale Ombrone, Settore Prevenzione del Rischio Idraulico e Idrogeologico, Settore Tutela e Gestione delle Risorse Idriche) Procedura di VIA Progetto di riassetto Area Geotermica Piancastagnaio. Contributo istruttorio sulle integrazioni Enel, relativamente alla tutela della falda strategica del M. Amiata. Verbale riunione del 16.12.2010;

9 A. Calamai, R. Cataldi (Enel, Direzione Studi e Ricerche, Centro di Ricerca Geotermica, Pisa) – P. Squarci (Cnr, Istituto Internazionale per le Ricerche Geotermiche, Pisa),Geology, Geophysics and Hydrogeology of the Monte Amiata Geothermal Fields Maps and Comments, 1970.

Il lavoro di Calamai, insieme a quelli di Burgassi et altri del 1965 e di Cataldi del 1965, viene più volte richiamato nel verbale del Gruppo di Lavoro per il Bilancio Idrico dell’Acquifero del Monte Amiata, redatto in data 16 dicembre 2010, in occasione della procedura di VIA per il Piano di riassetto dell’Area geotermica di Piancastagnaio.

10 Regione Toscana, Settore Tutela del Territorio e della costa . Prot. n° A00-GRT int.11 del 14.11 2007. Oggetto Piano di lavoro finalizzato alla definizione del bilancio idrico dell’acquifero dell’Amiata. Risultati delle indagini eseguite” a firma del geologo Luigi Micheli.

11 Regione Toscana, Relazione del geologo dott. Micheli, Il sondaggio di poggio Trauzzolo,Convegno ad Abbadia S. Salvatore del 5 febbraio 2011.

12 a) O. Conio, R. Porro, L’arsenico nelle acque destinate al consumo umano, ed.F. Angeli,2009. Pag. 86/88;

b) USL 9, Zona 3 – Amiata Grossetana, prot.n. 308 del 24.04.2007, del Dipartimento della Prevenzione, Ufficio Igiene e Sanità Pubblica di Arcidosso, Oggetto: Dati analitici delle acque potabili, relativi al parametro “arsenico” per i Comuni di Castel del piano, Arcidosso, Santa Fiora. Periodo 1999 – 2006;

c) Acquedotto del Fiora – Richiesta di deroga per le acque destinate al consumo umano. Relazione Sintetica e Allegato 2 .2007;

d) ARPAT – Allegato 2 –L’Acquifero del Monte Amiata – Analisi dei dati relativi al monitoraggio nel periodo 2002-2006, con particolare riferimento alla presenza di arsenico.Alessandro Becatti, Dario Giannerini – Febbraio 2007.

13 L.183/89 e successive modifiche e integrazioni, art. 144 del D. Lgs. 152/06.

14 Dati presenti nella Deliberazione di Giunta Regionale Toscana n° 344 del 22.3.2010 “Approvazione dei criteri direttivi per lil contenimento delle emissioni in atmosfera delle centrali geo termoelettriche”.

15 Nota ARPAT-dip. Siena,”Controllo e monitoraggio delle pressioni e dello stato dei territori soggetti allo sfruttamento dei fluidi geotermici” Febbraio 2007.

16Nota dell’ARS alla Regione Toscana del 31.052012, pag.3 e pag.6 in merito allo Valutazione di Impatto Ambientale della centrale geotermoeletrica di Bagnore 4.

17Regione Toscana – Direzione generale della Presidenza, Settore Valutazione di Impatto Ambientale. Conferenza dei Servizi del 4 settembre 2012. Verbale, capoverso in merito all’impatto sanitario.

18M Mucciarelli,Sismicità indotta da attività antropiche e rischio derivante “ Rivista di Ingegneria sismica n°1/2 gennaio/giugno 2013.

19 ENEL, Studio di Impatto Ambientale della centrale geotermoelettrica Bagnore 4.

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Contropiano.org dell’11 gennaio 2014
Interrogazione parlamentare sulla nocività della geotermia a Monte Amiata
…segue ns. comunicato

Il Tirreno dell’11 gennaio 2014
ENERGIA » LUCI E OMBRE
Il caso geotermia amiatina finisce in Parlamento 
I comitati contrari agli impianti sono i promotori di un’interpellanza a 4 ministri sull’incremento degli inquinanti, l’assenza del bilancio idrico e il rischio sismico 
di Enrico Pizzi
GROSSETO. «Sta crollando il mito della geotermia come energia pulita, sicura e rinnovabile». È già una mezza vittoria, per gli esponenti di Sos Geotermia, il fatto che la loro lotta contro l’espansione delle centrali geotermiche sull’Amiata e le loro ragioni, supportate da una copiosa documentazione tutta composta da studi e atti pubblici, siano approdate in Parlamento attraverso una interpellanza “bipartisan” presentata degli onorevoli Adriano Zaccagnini (ex Movimento 5 Stelle, oggi gruppo misto), Serena Pellegrino (Sel) e Alberto Zolezzi (M5S). Una mezza vittoria che Roberto Barocci, portavoce dei comitati riuniti sotto la sigla Sos Geotermia, ha sottolineato ieri in una conferenza stampa convocata a Grosseto, nel corso della quale – documenti alla mano, ha fatto notare che quei documenti hanno già superato il vaglio di una commissione parlamentare che decide dell’ammissibilità o meno di una interpellanza. Insomma, sulla loro attendibilità ci sono pochi dubbi, secondo Barocci. Adesso quei documenti saranno trasmessi a tutti i sindaci interessati. «Perché nessuno – dice Roberto Barocci – possa dire che non sapeva». L’interpellanza pone questioni pesanti, tutte basate su una serie di premesse fondate proprio sulla documentazione fornita da Sos Geotermia. Si chiede, infatti, ai ministri competenti – i ministeri interpellati sono quattro: Sviluppo economico, Ambiente, Salute e Affari europei – innanzitutto se non si sarebbe dovuto applicare il principio di precauzione a tutela della risorsa idrica «un bene comune di gran lunga più importante degli utili di una società energetica – scrivono – e tenuto conto della grave crisi idrica determinata anche dagli impianti geotermici che comportano forti aumenti dei consumi». Si chiede, poi, se «i ministri, visto l’eccesso di malattie registrate nei Comuni geotermici con concentrazioni crescenti degli inquinanti, non reputino ci sia un nesso con le suddette emissioni geotermiche, che si ripetono da diversi decenni in Amiata». Si chiede, inoltre, se non si reputi «che il bilancio idrico avrebbe dovuto essere definito, come richiesto anche dalle autorità di bacino, comprendendo le acque emesse dalle centrali geotermiche e che le aree di ricarica delle falde idropotabili debbano essere individuate, perimetrate e tutelate», se non si ritenga che «viste le norme e le direttive e indicazioni dell’Unione Europea sulla riduzione delle emissioni di ammoniaca e metano, le centrali geotermiche dovrebbero essere escluse dalle energie rinnovabili, visto che producono più di una centrale alimentata ad olio combustibile» e, dunque, anche dalla possibilità di ricevere cospicui incentivi statali. L’attenzione, poi è rivolta anche al rischio sismico che lo sfruttamento della risorsa geotermica comporterebbe. I tre parlamentari chiedono in proposito ai quattro ministri «se non ravvedano un reale rischio per l’incolumità degli abitanti del territorio, considerato che l’Amiata è reputata anche zona sismica». Inoltre chiedono ai ministri «se non ritengano doveroso colmare le lacune normative in tema di geotermia, facendo proprie le istanze dei movimenti e dei coordinamenti locali che denunciano un grave rischio per la salute e per l’ambiente». In merito, infine, allo specifico della centrale di Bagnore 4, che è in fase di realizzazione, nell’interpellanza si fa notare che si trova «all’interno di un sito di interesse comunitario (Sic) e zona di protezione speciale (Zps) “Monte Labbro ed Alta Valle dell’Albegna”», così come gli altri interventi «sono programmati in prossimità del medesimo sito ed alcuni ricadono all’interno o nelle vicinanze del Sic “Alto corso del fiume Fiora” e del Sic “Cono vulcanico del Monte Amiata”». Per gli interpellanti ne discende una contraddizione «con le scelte compiute in precedenza dalla pubblica amministrazione che ha prima usufruito di finanziamenti pubblici per proteggere e valorizzare le risorse naturali e le biodiversità di un’area e ora usufruisce delle compensazioni ambientali di Enel».

La Nazione dell’11 gennaio 2014
AMBIENTE IL GOVERNO INFORMATO DEI PROBLEMI IN MONTAGNA

Interpellanza parlamentare per la geotermia sull’Amiata
Il comitato «Sos» ha raccolto la documentazione
L’ENERGIA geotermica al centro di polemiche. Il comitato Sos Geotermia ha consegnato nel dicembre scorso a tre gruppi parlamentari (Gruppo Misto, M5S e Sel), diciannove documenti, per la maggior parte prodotti da uffici pubblici, responsabili della tutela della salute e dell’ambiente. Sono tutti passati, assieme al testo dell’interrogazione, al vaglio della Commissione ispettiva del Parlamento e adesso sono alla base di un’interpellanza. Lo ha detto Roberto Barocci ieri mattina durante una conferenza stampa organizzata da Sos Geotermia. L’ambientalista da sempre sostiene che la geotermia prodotta da Enel in Amiata non è «né pulita, né rinnovabile. E che bisogna iniziare a rispettare la legalità». La documentazione ha consentito agli onorevoli Adriano Zaccagnini, del Gruppo misto, Serena Pellegrino di Sel, e Alberto Zolezzi di M5S di informare il Governo che «c’è una relazione tra l’aumento di malattie registrato e le concentrazioni di inquinanti. Essendo riconosciuta nei comuni geotermici come vera anche la relazione tra glii inquinanti e le emissioni delle centrali geotermiche sostengono diciamo che l’eccesso di malattie è anche funzione delle emissioni delle centrali geotermiche». Ma non solo. In merito alle risorse idriche i parlamentari chiedono: «In Amiata la produzione di energia comporta un consumo di milioni di metri cubi di acqua proveniente anche dagli acquiferi superficiali oltre che da quelli termali e geotermici e la legge prevede che le acque siano utilizzate con priorità per consumi potabili». In merito alle emissioni climalteranti, «oltre ad inquinanti tossici e nocivi per la salute, le centrali dell’Amiata, producono migliaia di tonnellate di Co2 e grandi quantità di metano, altra sostanza climalterante». Poi anche il rischio sismico: «La geotermia produce una sismicità indotta derivante da fenomeni di depressurizzazione del sottosuolo dovuti dallo sgonfiamento dei cuscini geotermici e alla reiniezione dei fluidi con conseguente possibile fatturazione delle rocce, oltre a fenomeni di subsidenza».

GrossetoOggi.net del 10 gennaio 2014
“La geotermia in Amiata non è né pulita, né rinnovabile”
Gruppo Misto, M5S e SEL presentano un’interrogazione in Parlamento
GROSSETO – Ben 19 documenti, per lo più prodotti da Pubblici Uffici, responsabili della tutela dalla salute e dell’ambiente, e tutti provenienti da fonti autorevoli, sono stati consegnati nel dicembre scorso da SOS Geotermia ai tre gruppi parlamentari Gruppo Misto, M5S e SEL e passati, assieme al testo dell’interrogazione, al vaglio della Commissione ispettiva del Parlamento. La documentazione, infatti, ha consentito agli onorevoli Adriano Zaccagnini del Gruppo misto, Serena Pellegrino di Sel ed Alberto Zolezzi del Movimento 5 Stelle di informare il Governo che sussiste una relazione tra l’aumento di malattie registrato e le concentrazioni di diversi inquinanti prodotti, così come in altri comuni, dalle centrali geotermiche. In merito alle risorse idriche, precisa il comitato Sos Geotermia, “la produzione di energia comporta un consumo di milioni di metri cubi di acqua proveniente anche dagli acquiferi superficiali, ma” prosegue “non è stato definito il bilancio idrico, in programma sin dal 2002 come strumento indispensabile per conoscere la quantità di acqua in uscita ed assicurare l’equilibrio fra le disponibilità di risorse ed i fabbisogni per i diversi usi” nel rispetto delle leggi ricordate nell’interpellanza parlamentare.
A questo, nei documenti presentati dai tre gruppi parlamentari, si aggiunge anche la questione della presenza di inquinanti tossici e nocivi per la salute. “Le centrali dell’Amiata producono migliaia di tonnellate di CO2 e grandi quantità di metano. L’anidride carbonica emessa è di gran lunga superiore a quella di una centrale alimentata ad olio combustibile. Viste le norme e le direttive e indicazioni dell’Unione europea sulla riduzione delle emissioni di ammoniaca e metano, le centrali geotermiche dovrebbero essere escluse dalle energie rinnovabili”. Per il movimento Sos Geotermia, che ha raccolto la documentazione, “come dimostrato scientificamente, si può produrre una sismicità indotta, derivante da fenomeni di depressurizzazione del sottosuolo dovuti dallo sgonfiamento dei cuscini geotermici e alla reiniezione dei fluidi con possibili fatturazioni delle rocce e fenomeni di subsidenza” in una zona già di per sé sismica. Ed infine, come riporta il comitato, “la nuova centrale Bagnore 4 e due nuovi pozzi sono localizzati all’interno di un sito di interesse comunitario (SIC) e zona di protezione speciale (ZPS) Monte Labbro ed Alta Valle dell’Albegna. Le rispettive procedure di VIA non hanno preso in esame l’impatto cumulativo delle emissioni, né è stato preso in considerazione l’inquinamento che continuano a produrre le discariche di materiali di risulta derivanti dalla lavorazione del mercurio: siti ancora in gran parte da bonificare, nonostante il loro inserimento nei piani di bonifica regionali”. Ora, oltre che in Parlamento, la documentazione sarà passata anche ai sindaci dell’Amiata direttamente dal movimento Sos Geotermia.

PrimaPaginaChiusi.it del 10 gennaio 2014
GEOTERMIA SULL’AMIATA. IL 27 DICEMBRE PRESENTATA DA ALCUNI PARLAMENTARI UN’INTERROGAZIONE
Incontro pubblico, lunedì 13 gennaio, alle ore 18, presso il Circolino di S.Lorenzo di Arcidosso
…segue ns.comunicato

Interrogazione parlamentare sulla nocività della geotermia a Monte Amiata

Piancastagnaio, 16 novembre 2013. Incontro sulla salute: Un Altro Punto di Vista

20131116_incontro salute piano_imgLo stato di salute delle popolazioni residenti nelle Aree Geotermiche alla luce dello Studio epidemiologico dell’ARS Toscana e dei rilevamenti dell’Arpat Toscana.
Appuntamento per tutti a Piancastagnaio, il 16 novembre alle ore 16, presso il Centro Anziani

Il coordinamento Sos geotermia continua solitario nell’opera di informazione, nel colpevole silenzio dei nostri amministratori  durato fin troppi anni, anche quando l’Europa obbligava a tale informazione, come nel caso del superamento dei limiti dell’arsenico nell’acqua mai apertamente dichiarato
Sicuramente oggi, dopo i dati sulle emissioni delle centrali geotermiche diffusi dall’Arpat dal 2008 e, ancor più, dopo lo Studio epidemiologico presentato nel 2010 e aggiornato nel 2013 da parte dell’Ars, non è più possibile per nessuno sottrarsi alle proprie responsabilità sia in merito alla diffusione di questi dati sull’impatto sanitario a carico della popolazione locale sia in merito ai conseguenti provvedimenti che ci si aspetterebbe per la tutela della salute che, ricordiamo, è ancora una responsabilità in capo ai sindaci e, per estensione, agli amministratori locali tutti.
Ben sappiamo che, a volte, i molti dati prodotti sono di difficile lettura e purtroppo assistiamo all’estrapolazione e diffusione solo delle conclusioni che, come nel caso dello studio epidemiologico dell’Ars, troppo facilmente tendono a sottovalutare il problema sanitario e ad escludere la responsabilità dell’inquinamento ambientale  quale concausa delle patologie e della mortalità in eccesso che pur lo stesso studio rileva come significativi (come quel 13% in più che corrisponde a ben 2 morti al mese in più rispetto ai comuni limitrofi ed alla regione). L’unica cosa di cui gli estensori dello studio ARS sono certi è che non sanno quali sono le ragioni di tali aumenti di mortalità e patologie, cosa inaccettabile per chi in Amiata vive con le proprie famiglie.
Per questo SOS geotermia si è sentita  in dovere di promuovere pubblicazioni ed incontri affinchè le popolazioni dell’Amiata vengano informate sui dati e sui rischi sanitari e non solo, ma intende rivolgersi anche agli operatori del settore e agli amministratori locali affinchè, presa conoscenza della situazione, possano correttamente esercitare il loro ruolo e, soprattutto in base al ‘principio di cautela’ previsto dalla normativa europea, spingersi a decretare per un immediato fermo delle attività estrattive e dei cantieri.
SOS Geotermia ha invitato all’incontro di Piancastagnaio, che si terrà il 16 novembre alle ore 16 presso il Centro Anziani, oltre alla cittadinanza tutta, il sindaco, i consiglieri comunali ed i medici di zona.
Durante l’incontro ci sarà un collegamento in diretta con il Dott.Valerio Gennaro dell’Istituto Tumori di Genova che, insieme all’associazione Medicina Democratica, ha lavorato con il coordinamento alla lettura dei dati sanitari.

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Il Cittadino online del 20 novembre 2013
Geotermia i dati Arpat preoccupano il Comitato
Le emissioni, i dati epidemiologici nell’incontro di Piancastagnaio
di Fabrizio Pinzuti
PIANCASTAGNAIO. L’Arpat (Agenzia regionale per l’ambiente Toscana) certifica ufficialmente che in un anno le centrali dell’Amiata rilasciano in atmosfera 2.799 tonnellate di acido solforico, 28,97 chili di arsenico, 2.460 tonnellate di ammonio, 889,14 chili di mercurio, 11,01 tonnellate di acido borico e 655.248 tonnellate di anidride carbonica, senza spiegare dove finiscono queste sostanze. Una risposta, molto preoccupante, secondo SOS Geotermia, coordinamento dei movimenti per l’Amiata, l’ha data invece l’ARS (Agenzia Regionale Salute) nello studio sullo “Stato di salute delle popolazioni residenti nelle aree geotermiche della Toscana” a un’altra domanda: esiste una relazione tra incrementi di malattie e concentrazioni crescenti, nell’ambiente, degli stessi inquinanti prodotti in maniera consistente anche dalle centrali geotermiche? La risposta è stata «sì», in 54 relazioni «statisticamente significative». «Pertanto con il linguaggio della logica, valida dai tempi di Aristotele – spiega Sos Geotermia – possiamo ritenere come vera l’esistenza di una relazione tra l’aumento notevole di malattie registrato e le concentrazioni crescenti di diversi inquinanti. Essendo riconosciuta nei comuni geotermici come vera anche la relazione tra gli stessi inquinanti presenti nell’ambiente e le emissioni delle centrali geotermiche, possiamo affermare come vero che l’eccesso di malattie è anche funzione delle emissioni delle centrali geotermiche».
E’ stato questo uno dei punti più dibattuti dell’incontro svoltosi sabato scorso 16 novembre a Piancastagnaio, nell’opera di continua informazione svolta da SOS Geotermia sui possibili effetti dell’attività geotermica in Amiata, su “un altro punto di vista”, con le relazioni di Fabio Landi e Roberto Barocci. L’incontro, a cui erano stati invitati anche gli amministratori locali che hanno fatto registrare una sola presenza, peraltro non per tutta la durata del dibattito, ha voluto essere un aiuto alla comprensione dei dati, spesso di difficile lettura, dello studio, integrato con i dati sulle emissioni delle centrali geotermiche diffusi dall’Arpat dal 2008. Spesso si assiste all’estrapolazione e diffusione solo delle conclusioni che, a giudizio di SOS Geotermia, “troppo facilmente tendono a sottovalutare il problema sanitario e ad escludere la responsabilità dell’inquinamento ambientale  quale concausa delle patologie e della mortalità in eccesso che pur lo stesso studio rileva come significativi (come quel 13% in più che corrisponde a ben 2 morti al mese in più rispetto ai comuni limitrofi ed alla regione). L’unica cosa di cui gli estensori dello studio ARS sono certi è che non sanno quali sono le ragioni di tali aumenti di mortalità e patologie”.
Su questi punti si è ulteriormente concentrata la relazione di SOS Geotermia condotta con Medicina Democratica di Livorno e con Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto nazionale di ricerca sul cancro di Genova, che ha partecipato in collegamento telefonico all’incontro di Piancastagnaio. Le emissioni di sostanze inquinanti rilasciate in atmosfera dalla centrale Bagnore 3 a Santa Fiora e dalle quattro centrali di Piancastagnaio (Pc 2, Pc3, Pc4 e Pc5) sono state misurate nel flusso di massa, cioè nella loro quantità complessiva. È questo uno dei due parametri che la legge prevede di monitorare. L’altro è la concentrazione delle sostanze (al metro cubo). Secondo le norme regionali attuali, per essere in regola una centrale geotermica deve rispettare o l’uno o l’altro parametro. In parole semplici: un inquinante può essere immesso in atmosfera in quantità pressoché illimitate purché non ci finisca tutto insieme. Va diluito. Secondo SOS geotermia invece dal punto di vista sanitario ciò che conta è la quantità totale che il territorio riceve. Insomma gli effetti delle sostanze inquinanti vanno valutati anche in ragione del loro accumulo nell’aria, nell’acqua, nel suolo e sottosuolo e nel corpo umano, nonché sommati a quelli di pregresse attività, come quella estrattiva di mercurio durata fin quasi agli anni 80.
Queste ed altre preoccupazioni, hanno riferito i rappresentanti di SOS Geotermia, sono condivise dai partecipanti – scienziati e ricercatori di varie università e istituti di ricerca – al 27º congresso dell’Associazione italiana di epidemiologia, svoltosi recentemente a Roma, dato questo che testimonia l’inizio dell’incrinamento anche nel mondo scientifico della convinzione che la geotermia sia una fonte pulita e rinnovabile di energia. Quanto meno non lo è dovunque ed esiste una seria possibilità che l’attività geotermica in Amiata emetta in atmosfera i metalli pesanti di cui è ricco il sottosuolo, a cominciare dal mercurio, che gli stessi dati Arpat individuano nell’Amiata Senese superiore di 27 volte a quello registrato nel bacino geotermico dell’area pisana e di Radicondoli. Differiscono pure tra le due aree i dati relativi all’analisi di aria, acqua e suolo, in particolare per le superiori emissioni in atmosfera di boro, arsenico, ammoniaca, radon nell’Amiata, mentre sono superiori le missioni di acido solfidrico nell’altra area. Altro punto su cui è stata posta l’attenzione è quello sulla mortalità, che i risultati dell’ARS mostrano più elevata nei maschi e nell’area dell’Amiata mentre quella pisana risulta al di sotto del livello atteso per entrambi i generi, con una eccezione per la mortalità per malattie respiratorie tra gli uomini. Lo studio dell’ARS tiene separate le due aree geotermiche, mettendo in evidenza i risultati per zona, per patologia e per popolazioni esposte, con le diversità tra maschi e femmine. Dall’analisi dei dati disaggregati emerge che i maschi residenti nei comuni geotermici dell’Amiata registrano un eccesso statisticamente significativo della mortalità per il complesso delle cause (+ 13%), che arriva al 30% per tutti i tumori nei comuni di Piancastagnaio, Arcidosso e Abbadia San Salvatore, quelli, guarda caso, che sembrano i più esposti alle emissioni geotermiche.
E’ stato anche osservato, a detta di SOS Geotermia, un aumento di patologie che potrebbero essere correlabili alla qualità dell’aria e dell’acqua (fino a qualche tempo fa erano alte le concentrazioni di arsenico nell’acqua). Non mancano peraltro anche alcune conclusioni in contraddizione tra loro, secondo SOS Geotermia: prima infatti nello studio dell’ARS si dice che “negli uomini la mortalità generale osservata nell’intera area geotermica mostra un eccesso statisticamente significativo rispetto sia al riferimento locale sia al riferimento regionale”, poi si afferma che “al netto dei limiti propri degli studi con disegno epidemiologico descrittivo, basato su dati ambientali e sanitari esistenti, analizzati in modo aggregato a livello dei comuni di residenza, gli indizi e le prove raccolti evidenziano un quadro epidemiologico nell’area geotermica rassicurante perché simile a quello dei comuni limitrofi non geotermici e a quello regionale”. Come fa dunque la Regione, conclude SOS Geotermia, nonostante le relazioni tra aumento di inquinanti e incremento di malattie e di morti nella popolazione, a definire «rassicurante» il quadro epidemiologico nell’area geotermica?

GoNews.it del 14 novembre 2013
Sos geotermia presenta “un altro punto di vista” su inquinamento e salute
Incontro pubblico sabato 16 novembre su “lo stato di salute delle popolazioni residenti nelle Aree Geotermiche alla luce dello Studio epidemiologico dell’ARS Toscana e dei rilevamenti dell’Arpat”
…segue ns.comunicato

Grosseto Oggi.net del 14 novembre 2013
Sos geotermia torna a far sentire la propria voce: sabato in programma un incontro a Piancastagnaio
…segue ns.comunicato

Contropiano.org del 14 novembre 2013
Piancastagnaio 16 novembre: “Un altro punto di vista” su inquinamento e salute
…segue ns.comunicato

Cortocircuito del 14 novembre 2013
“Un altro punto di vista” su geotermia e salute, il 16 novembre a Piancastagnaio
…segue ns.comunicato

Il Cittadino online del 14 novembre
“Un altro punto di vista” su inquinamento e salute
Stato di salute degli abitanti delle zone geotermiche
…segue ns.comunicato

5 novembre 2013. Sos Geotermia e MD portano l’Amiata al 37° Congresso dell’Ass. Italiana di Epidemiologia

20131105_manifesto aie cropSOS Geotermia, insieme a Medicina Democratica di Livorno e al dott. Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto Nazionale Ricerca sul Cancro di Genova, hanno ricevuto l’invito ad essere presenti a Roma il 5-6 novembre 2013 con i contenuti del loro lavoro nella “sessione poster” organizzata nello spazio museale dell’Università di Roma “La Sapienza” per tutta la durata del XXXVII Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di Epidemiologia e durante il lunch time.
Uno dei temi centrali del Congresso è: “Quale ricerca per dare fondamento scientifico a politiche orientate a principi di appropriatezza, costo-efficacia, eco-compatibilità ambientale e giustizia?”
Una delle risposte a questo tema viene data nel Congresso dal nostro lavoro, che critica in termini argomentati le conclusioni definite “rassicuranti” della Ricerca Epidemilogica sulle popolazioni residenti nell’intero bacino geotermico toscano del CNR/ARS Toscana dell’ottobre 2010.
Il sunto è presentato nel manifesto, che sarà esposto negli spazi assegnati, dai volantini che lo riproducono e che verranno distribuiti ai presenti, assieme a precedenti materiali di informazione elaborati da SOS Geotermia e al testo che segue:

L’Allegato 6 allo Studio epidemiologico dell’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) sulla popolazione residente nei comuni geotermici individua ben 54 relazioni, statisticamente significative, tra incrementi di malattie e concentrazioni crescenti nell’ambiente degli stessi inquinanti prodotti in maniera consistente anche dalle centrali geotermiche.

Pertanto con il linguaggio della logica, valida dai tempi di Aristotele, possiamo ritenere come vera l’esistenza di una relazione tra l’aumento notevole di malattie registrato (a) e le concentrazioni crescenti di diversi inquinanti (b), cioè che a = f(b) è vera.

In Amiata queste sono le emissioni annuali di alcuni inquinanti rilasciati in atmosfera dalle centrali geotermiche e misurate nel flusso di massa da ARPAT (nota del Dip.ARPAT di Siena del 12.5.2011 Prot. n° 32765, All.1):

20131105_tabella aie crop(I suddetti dati ARPAT sono tutti riferiti all’anno 2008, mentre per Pc5 quelli segnati con * sono riferiti al 2009 e quelli segnati con ** sono riferiti al 2007).

Pertanto essendo riconosciuta nei comuni geotermici come vera anche la relazione tra gli stessi inquinanti presenti nell’ambiente (b) e le emissioni delle centrali geotermiche (c), cioè se è vera: b = f(c), possiamo affermare come vera anche che a = f(c), cioè che l’eccesso di malattie è anche funzione delle emissioni delle centrali geotermiche.

Secondo il dott. Francesco Cipriani, Direttore dell’ARS regionale:
“E’ chiaro che esiste un problema sanitario nell’ area amiatina, ma secondo noi non dipende dalla geotermia. Ribadisco che se la mortalità è alta in quella zona, evidentemente ci sono in gioco diverse cause e, quasi sicuramente, non la geotermia”.

Scarica il manifesto ed il volantino

Il Tirreno del 3 novembre 2013
Il caso geotermia Amiata scuote gli scienziati
Presentato al congresso dell’Aie lo studio del Comitato: «Gli inquinanti prodotti dalle centrali possono concorrere ad aumentare le malattie. Lo dice la logica»    
di Francesca Ferri
ROMA.  Il “caso geotermia” in Amiata entra nei lavori del 27º congresso dell’Associazione italiana di epidemiologia, a Roma, e lascia il segno. I partecipanti – scienziati e ricercatori di varie università e istituti di ricerca – non sono rimasti indifferenti ai dati relativi alle sostanze inquinanti rilasciate in atmosfera dalle cinque centrali amiatine e certificate dall’Arpat (tabella a destra). Né alle 54 relazioni, certificate dallo studio epidemiologico dell’Agenzia regionale di sanità (Ars) della Toscana tra incrementi di malattie e concentrazioni crescenti degli inquinanti prodotti dalle centrali. E, soprattutto, non sono rimasti insensibili alle conclusioni a cui sono giunti gli amministratori regionali che, nonostante le relazioni tra aumento di inquinanti e incremento di malattie nella popolazione, hanno definito «rassicurante» il quadro. Su questi punti si è concentrata la relazione del comitato Sos Geotermia condotta con Medicina Democratica di Livorno e con il dottor Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto nazionale di ricerca sul cancro di Genova, e presentata da Roberto Barocci. Il congresso (dal 4 novembre ad oggi) quest’anno è focalizzato sulle strategie per una sanità pubblica sostenibile ed equa e s’intitola “Dentro la crisi. Oltre la crisi”, tema particolarmente caro al comitato, che da anni si batte contro la geotermia sull’Amiata. Il comitato era stato invitato a presentare il lavoro nella sessione poster. All’appuntamento romano Sos Geotermia ha portato le misurazioni fatte dall’Arpat nel 2008 e divulgate nel 2011, sulle emissioni di sostanze inquinanti rilasciate in atmosfera dalla centrale Bagnore 3 a Santa Fiora e dalle quattro centrali di Piancastagnaio (Pc 2, Pc3, Pc4 e Pc5) e misurate nel flusso di massa, cioè nella loro quantità complessiva. È questo uno dei due parametri che la legge prevede di monitorare. L’altro è la concentrazione delle sostanze (al metro cubo). Secondo le norme regionali attuali, per essere in regola una centrale geotermica deve rispettare o l’uno o l’altro parametro. In parole semplici: un inquinante può essere immesso in atmosfera in quantità pressoché illimitate purché non ci finisca tutto insieme. Va diluito. «Nella presentazione al congresso – spiega Barocci – ho invece sostenuto che, dal punto di vista sanitario, ciò che conta è la quantità totale che il territorio riceve». Quante sono queste quantità? L’Arpat lo certifica: in un anno le centrali dell’Amiata rilasciano in atmosfera 2.700 tonnellate di acido solforico, 28,97 chili di arsenico, 2.460 tonnellate di ammonio, 889,14 chili di mercurio, 11,01 tonnellate di acido borico e 655.248 tonnellate di anidride carbonica. «Dove finiscono tutte queste sostanze?», chiede Barocci. Arpat non ha mai dato una risposta. Una risposta, molto preoccupante, l’ha data invece l’Ars a un’altra domanda: esiste una relazione tra incrementi di malattie e concentrazioni crescenti, nell’ambiente, degli stessi inquinanti prodotti in maniera consistente anche dalle centrali geotermiche? La risposta è stata «sì», in 54 relazioni «statisticamente significative». «Pertanto con il linguaggio della logica, valida dai tempi di Aristotele – spiega Sos Geotermia – possiamo ritenere come vera l’esistenza di una relazione tra l’aumento notevole di malattie registrato e le concentrazioni crescenti di diversi inquinanti. Essendo riconosciuta nei comuni geotermici come vera anche la relazione tra gli stessi inquinanti presenti nell’ambiente e le emissioni delle centrali geotermiche, possiamo affermare come vero che l’eccesso di malattie è anche funzione delle emissioni delle centrali geotermiche». Perché dunque la Regione conclude che il quadro epidemiologico nell’area geotermica è «rassicurante»? «È una conclusione fuori dalla logica», spiega Barocci. «Mi sono confrontato con ricercatori del Cnr e dell’Ars e qualcuno mi ha detto: “Non hai tutti i torti”». Ma, soprattutto, lo stupore è stato grande tra le file degli scienziati, «convinti finora – spiega Barocci – che la geotermia fosse una fonte pulita e rinnovabile di energia. Penso che lo sia, ma non ovunque, non in Amiata, perché qui il sottosuolo è ricco di metalli pesanti che, con l’attività geotermica, escono fuori insieme al vapore acqueo». Gli scienziati che hanno partecipato al congresso hanno cominciato a pensarci.

Incontro Istituzioni/Sos geotermia: confermate tutte le preoccupazioni sulla salute. Resta prioritaria e urgente la moratoria di ogni attività geotermica in Amiata

20130617_sfiora_incontro_02cropI Sindaci dei comuni, sede degli impianti geotermici, utilizzando la credibilità ereditata dalle pubbliche istituzioni, stanno applicando una vecchia tecnica di comunicazione: ripetendo in maniera ossessiva una evidente bugia si riesce a diventare credibili, come ha insegnato in Italia chi addebita le sue condanne ai malefici complotti dei Giudici.
L’ultimo a cimentarsi con questa tecnica è il Sindaco di Pomarance, il quale ripete che “ i risultati degli studi sulla salute confermano che le emissioni geotermiche non hanno un peso sugli eccessi delle malattie.”.
E’ esattamente il contrario di quanto è emerso a Santa Fiora il 17 giugno scorso nel confronto pubblico tra il Direttore dell’Agenzia della Sanità della Toscana e un epidemiologico dell’Istituto Tumori di Genova. In quella sede, infatti, è stato accertato concordemente che dagli studi finora fatti non è possibile escludere il concorso delle emissioni inquinanti negli eccessi di mortalità registrato nei comuni sede di impianti geotermici.
Tali studi sono molto parziali e imprecisi, non è stata mai fatta una valutazione cumulativa degli inquinanti, già presenti con certezza, né è stata fatta una valutazione degli effetti sinergici di inquinanti molto pericolosi. Non si vuole applicare il Principio di Precauzione e di Prevenzione e necessitano altri studi più mirati, capaci di individuare le cause ambientali di un sicuro eccesso di mortalità, che in alcuni comuni dell’Amiata particolarmente esposti alle emissioni, sono dell’ordine del + 30% per tumori.
Infine le autorizzazioni rilasciate dalla Regione Toscana si fondano su valutazioni sanitarie errate e inadeguate.
Questo è il quadro chiaramente emerso dalla documentazione presentata e dalle risposte ricevute dai tecnici esperti. Questo quadro è oggettivamente allarmante, giustifica ampiamente la richiesta di moratoria di nuovi impianti avanzata da SOS Geotermia ed espone i Sindaci alle loro responsabilità in tute le sedi.

Il Fatto quotidiano Tv del 26 giugno 2013
Toscana, inquinamento e centrali geotermiche. C’è correlazione?
di Francesco Maria Borrelli
Eccesso di mortalità e ospedalizzazione che oscilla dal +6% al +13% a seconda delle zone, con punte del +30% nel comune di Arcidosso, in provincia di Grosseto. Questi i dati emersi dallo studio ad hoc commissionato nel 2010 dalla Regione ed eseguito dall’Agenzia regionale di Sanità (Ars) e dall’Arpat (Agenzia regionale protezione ambientale) per verificare la correlazione tra le centrali geotermiche presenti in Toscana e l’inquinamento. Da tre anni i comitati cittadini hanno chiesto un confronto con le Agenzie. L’occasione è stata il convegno del 17 giugno a Santa Fiora (GR). Durante l’incontro il direttore dell’Ars, Francesco Cipriani, ha riferito che analizzando i tipi di tumori riscontrati nello studio descrittivo, sembra che non ci sia correlazione con patologie riferibili all’inquinamento. Adesso però è necessario affiancare un secondo studio, a causa dei limiti metodologici del primo. Secondo l’epidemiologo dell’Istituto nazionale per la ricerca sul cancro di Genova, Valerio Gennaro, quello svolto “è uno studio di primo livello, che non risponde al quesito su dove va l’inquinamento, che mix di inquinamenti ci sono, che popolazione è inquinata e quindi come sta la popolazione inquinata rispetto a quella non inquinata”.

Il Tirreno del 20 luglio 2013
Sos Geotermia «Sul rischio tumori bugie dai sindaci»
SANTA FIORA «Bugie» ed «errori di valutazione» sul rapporto tra geotermia e salute umana che pregiudicherebbero quest’ultima. Sos Geotermia – Coordinamento dei movimenti per l’Amiata non fa sconti ai sindaci dei comuni sede degli impianti geotermici. Secondo il comitato contrario allo sfruttamento del calore della terra, i primi cittadini, «utilizzando la credibilità ereditata dalle pubbliche istituzioni, stanno applicando una vecchia tecnica di comunicazione: ripetendo in maniera ossessiva una evidente bugia, si riesce a diventare credibili». Sos Geotermia spiega di essere uscito dal confronto pubblico, tenuto a Santa Fiora il 17 maggio tra il direttore dell’Agenzia della Sanità della Toscana e un epidemiologico dell’Istituto tumori di Genova, con informazioni completamente diverse rispetto a quelle recepite dai sindaci. «È stato accertato – spiega Sos Geotermia – che dagli studi finora fatti non è possibile escludere il concorso delle emissioni inquinanti negli eccessi di mortalità registrato nei comuni sede di impianti geotermici. Tali studi sono molto parziali e imprecisi, non è stata mai fatta una valutazione cumulativa degli inquinanti, già presenti con certezza, né è stata degli effetti sinergici di inquinanti molto pericolosi. Non si vuole applicare il principio di precauzione e prevenzione e servono altri studi più mirati, capaci di individuare le cause ambientali di un sicuro eccesso di mortalità che in alcuni comuni dell’Amiata particolarmente esposti alle emissioni, sono dell’ordine del più 30 per cento di mortalità per tumori. Le autorizzazioni rilasciate dalla Regione si fondano poi su valutazioni sanitarie errate e inadeguate». Per questo Sos Geotermia chiede una moratoria per la costruzione della centrale Bagnore 4.

La Nazione del 20 giugno 2013
IMPIANTI. Il Comitato «Sos Geotermia» chiede nuove verifiche
«Geotermia Servono studi»
di Cristiano Bernacchi
AMIATA. A SEGUITO del confronto tenutosi a Santa Fiora tra il direttore dell’Agenzia della Sanità Toscana Francesco Cipriani e l’epidemiologo Valerio Gennaro dell’Istituto tumori di Genova, il comitato «Sos Geotermia» rilancia la richiesta di moratoria sull’attività geotermica sull’Amiata. «In quella sede, come dicono i rappresentanti del Comitato ambientalista è stato accertato che dagli studi finora fatti non è possibile escludere il concorso delle emissioni inquinanti negli eccessi di mortalità registrato nei comuni sede degli impianti». Stando a quanto sostiene «Sos Geotermia», tali studi «sono molto parziali ed imprecisi e, in più, non è mai stata fatta una valutazione cumulativa degli inquinanti, già presenti con certezza, né è stata fatta una valutazione degli effetti sinergici di inquinanti molto pericolosi». Oltre alla moratoria, quindi secondo il comitato, «è necessario che si facciano altri studi più mirati, capaci di individuare le cause ambientali di un sicuro eccesso di mortalità, che in alcuni comuni dell’Amiata particolarmente esposti alle emissioni, sono del + 30 % di mortalità per tumori». Durante l’incontro, particolarmente partecipato, alcuni sindaci presenti hanno confermato che la costruzione di Bagnore 4 non è in discussione, anche se la guardia sui monitoraggi deve rimanere sempre alta.

Corriere di Maremma del 20 giugno 2012
Amministratori, esperti e cittadini a confronto sulla questione geotermia
SANTA FIORA Si è ancora parlato di geotermia sull’Amiata lunedì 17 giugno in un incontro fra amministratori, esperti e cittadini, promosso dall’Unione dei Comuni dell’Amiata Grossetana in accordo con i Comitati di Sos Geotermia. Nella Sala del Popolo del Comune di Santa Fiora si sono confrontati cittadini edesperti dell’Arsia e dell’Arpat per rispondere alle domande e cercare di dare risposte per quanto possibile chiare ed esaustive. Un mese fa furono presentati i dati di una ricerca dell’Agenzia Regionale della Salute e dell’ Arpat provinciale sullo stato di salute dell’Amiata facendo conoscere i dati raccolti nel corso di dieci anni (2000 2009) riferiti ai territori geotermici della Toscana e quindi anche dell’Amiata. In quella occasione vennero fornite informazioni sui vari elementi dello statodi salute quali mortalità, ospedalizzazione, patologie ricorrenti fra la popolazione e venne esclusa una correlazione fra l’attività geotermica in essere sull’Amiata e le patologie riscontrate. Lunedì 17 si è voluto focalizzare nel merito della questione con approfondimenti più particolari nei quali si sono soffermati i dottori Francesco Cipriani (Ars) e Valerio Gennaro (oncologo dell’I.S.T. di Genova). L’occasione è stata utile per la popolazione per presentare ancheuna serie di punti interrogativi e domande per ulteriori approfondimenti. Intanto la ricerca che l’Agenzia Regionale sta effettuando riguarda i dati fino al 2012, cioè ulteriori tre anni rispetto a quelli conosciuti che arrivano al 2009, il risultato dei quali sarà presentato alla popolazione nel settembre/ottobre prossimo. “E’ stato utile il confronto – dice il presidente della Conferenza dei Sindaci Emilio Landi – ed è stato preso impegno da parte delle istituzioni pubbliche di procedere ad ulteriori approfondimenti anche in tema di acqua e aria che il costituendo Osservatorio dell’Amiata avrà come funzione, operando approfondimenti ancora più mirati entrando nel merito delle questioni per dare risposte più certe e poter tranquillizzare la gente. L’impegno è rivolto anche a monitorare l’azione di Enel in modo costante”. Non sono stati, comunque, chiariti ancora una volta molti punti messi sul tavolo e fra i molti interrogativi senza risposta, ad esempio, c’è quello relativo alle mortalità degli uomini superiore a quella delle donne. I Comitati di Sos Geotermia hanno avanzato anche la proposta di una moratoria inattesa dei risultati delle indagini in corso, ma su questo tema le Amministrazioni locali si trincerano dietro alle autorizzazioni già concesse dallaRegione alla quale spetta il diritto di intervenire. Dunque, in sostanza, le attività già in essere andranno avanti e alle amministrazioni locali toccherà il solocompito, importantissimo, di “controllare la salute dei cittadini, facendorispettare le norme legislative in essere”.

Il Tirreno del 19 giugno 2013
Geotermia: tra moratoria e controlli dialogo impossibile
ARCIDOSSO A detti dei presenti è stato un incontro interessante quello avvenuto a Santa Fiora lunedì pomeriggio sulla questione “geotermia e salute”, organizzato in comune fra istituzioni e comitati antigeotermici. Alla presenza di esperti istituzionali, fra cui Francesco Cipriani dell’Agenzia Regionale di Sanità (Ars) e Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto tumori di Genova a cui i cittadini hanno potuto rivolgere quesiti e chiedere chiarimenti. Anche da questo incontro i comitati sono usciti chiedendo una moratoria per la centrale di Bagnore 4 adesso in costruzione, mentre i sindaci presenti hanno tenuto a ribadire che la costruzione della nuova centrale non è in discussione, anche se non si abbassa il monitoraggio su cui le istituzioni locali e la Regione si sono impegnati. «Intanto – spiega il sindaco di Santa Fiora Verdi – va avanti la verifica degli eccessi di mortalità che si riscontrano in Amiata e a settembre ci sarà la presentazione del nuovo step di analisi che l’Ars e l’Arpat porteranno avanti. In questi ulteriori approfondimenti, aggiunge, noi Comuni siamo d’accordo a metterci soldi di tasca nostra, affinché vengano con costanza le nuove risposte degli scienziati. Insomma, tutto va avanti, la centrale e le analisi, da cui usciranno nuovi dati con nuovi metodi e nuove tecnologie». Anche il sindaco Emilio Landi avverte che «questo incontro fa parte del programma degli obiettivi che noi istituzioni ci eravamo prefissati per mettere in piedi l’osservatorio per la geotermia di cui da tempo si parla. Lunedì l’incontro ha riguardato la sanità, ma ne faremo altri dedicati all’aria e all’acqua, ad esempio. L’intendimento istituzionale è di mantenere aperte le disponibilità che vengono dalle sollecitazioni a non abbassare la guardia, ma ad avere le cose sotto controllo. Terremo d’occhio le centraline e i dati, il loro funzionamento continuo, i piezometri». Intanto i Comuni hanno dato disponibilità ad Ars che chiede un ulteriore incarico per approfondire i dati sanitari. «Questo non può che essere un bene: saranno analisi mirate e con esse di spera di stabilire meglio i motivi degli eccessi di mortalità in Amiata», conclude Landi. (f.b.)

GreenReport.it del 21 giugno 2013
Geotermia e salute, Toscana alla (impossibile) ricerca della certezza
Il confronto tra istituzioni e comitato SOS geotermia sui dati sulla salute nelle aree geotermiche non poteva che avere l’esito che ha avuto: ognuno rimane della sua opinione
di Lucia Venturi
È stato un serrato dibattito quello che si è svolto alla sala del Popolo di Santa Fiora tra i rappresentanti istituzionali e il comitato SOS geotermia, supportato dal loro esperto di riferimento, per approfondire i dati sulla salute emersi dall’indagine epidemiologica condotta da ARS per conto della Regione Toscana sulle popolazioni delle aree geotermiche.
Un contraddittorio richiesto dal comitato che si oppone allo sviluppo della geotermia sull’Amiata, e che le istituzioni hanno organizzato, chiamando a rispondere alle domande da una parte Francesco Cipriani Direttore dell’Agenzia Regionale di Sanità e dall’altra Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto Tumori di Genova, chiamato da SOS geotermia.
L’incontro era volto a chiarire le questioni dibattute sui risultati dell’indagine epidemiologica condotta da ARS sulle popolazioni delle aree geotermiche ma si è, ovviamente, esteso anche alle altre questioni ambientali, cui ha risposto Marco Pellegrini, Coordinatore dell’Area Vasta Sud di ARPAT.
Sugli aspetti ambientali, in particolare qualità dell’aria e dell’acqua, l’impegno assunto dal Sindaco di Arcidosso, Emilio Landi, è stato quello di organizzare un prossimo incontro, dato che, anche su questi temi, molte sono state le richieste di approfondimento.
Un incontro senza dubbio interessante, peccato che oltre alla presenza dei rappresentanti del comitato e di alcuni sindaci non  fossero presenti anche gli altri cittadini dell’area geotermica dell’Amiata.
Clima disteso, nonostante tutto, domande inerenti e ben studiate quelle che sono state poste, risultato pressoché scontato, che ha portato a chiedere nuovamente ai sindaci presenti di avviare una moratoria sulla realizzazione della nuova centrale di Bagnore. E anche in questo caso il risultato era altrettanto scontato: sia Renzo Verdi, che Emilio Landi, rispettivamente sindaco di Santa Fiora e di Arcidosso, hanno infatti ribadito la loro intenzione a non rinunciare alla geotermia ma nemmeno a fare sconti sulla salute della popolazione.
A tale proposito hanno informato i presenti che sosterranno in Regione la richiesta di approfondire gli studi sanitari con un progetto – già presentato da ARS – volto a mettere in piedi un’ulteriore indagine epidemiologica, non più descrittiva ma eziologica, per confermare i risultati sino ad oggi acquisiti ed indagare sulle reali cause del quadro clinico rilevato.
L’indagine che é stata svolta e aggiornata con nuove serie di dati ha portato, infatti a rilevare alcuni eccessi di mortalità ma solo nei maschi, di malattie (tumorali e non) e di ospedalizzazione tra la popolazione amiatina, ma «per  cause in cui il fattore ambientale è poco o per niente rappresentato» ha spiegato Cipriani e in un’area, quella dell’Amiata appunto, «dove le emissioni geotermiche sono più basse rispetto all’area tradizionale».
Da cui le conclusioni che non può essere la geotermia la causa di questi eccessi «che comunque preoccupano» ha sottolineato più volte Cipriani e che «è bene approfondire»: per questo le tre ASL hanno aumentato la loro attività clinica per interventi di prevenzione.
«Gli indizi rilevati – ha spiegato Cipriani- fanno ipotizzare che le cause delle criticità riscontrate siano prevalentemente riconducibili a fattori occupazionali, stili di vita, fattori genetici, forse anche ad altri fattori ambientali, penso all’arsenico, piuttosto che alle emissioni geotermiche».
Per questo «le conclusioni hanno segnalato una situazione rassicurante, rispetto alla presenza di attività geotermica, ma questo non significa che un problema non ci sia e che sia giusto studiarne la causa. Sarebbe però più corretto approfondire il problema dell’esposizione storica all’arsenico, che può essere la causa di danni sistemici oltre al tumore».
Quindi una posizione molto chiara quella di Francesco Cipriani, che invitava a guardare altrove anziché alle emissioni geotermiche, ricordando che anche per quanto riguarda l’acido solfidrico, allo stato attuale non esiste una sufficiente evidenza scientifica degli effetti a lungo termine delle esposizioni croniche a basse dosi.
I principali studi condotti da Bates, sulla popolazione neozelandese di Rotorua esposta ad emissioni naturali molto più alte di quelle dell’Amiata (dove attualmente i sistemi di abbattimento AMIS hanno ridotto del 90% le emissioni delle centrali) indicano «che non si sono rilevati problemi sanitari e anzi, da recenti studi di epidemiologia molecolare, risulta dotato di importanti effetti sul metabolismo cellulare, ossia su molti processi biochimici importanti per la vita delle cellule, in particolare per la salute del sistema cardiovascolare».
Dopo la breve introduzione di Francesco Cipriani che ha ricordato le linee metodologiche dell’indagine svolta, le conclusioni cui è giunta e gli aggiornamenti in corso, e l’intervento di Valerio Gennaro, che, a sua volta, ha illustrato quali debbano essere gli elementi da considerare in un’indagine epidemiologica, è iniziato il vero contraddittorio con l’esposizione da parte di Andrea Borgia e dei rappresentanti di SOS Geotermia di 14 domande, alle quali -una ad una- è stata data una risposta, laddove una risposta era possibile.
La gran parte delle domande era tesa infatti a far escludere categoricamente il “concorso degli inquinanti emessi dalle centrali geotermiche negli eccessi rilevati” sulla popolazione dell’Amiata cui Francesco Cipriani, ha dovuto rispondere che «non è possibile escludere nulla e nessun ricercatore può escludere nulla, perché nel campo medico e biomedico non esiste l’assoluta certezza».  «Quello che si può fare, ed è quello che è stato fatto- ha continuato Cipriani– è dare, sulla base dei dati e delle conoscenze a disposizione, una risposta sulla situazione in atto e individuare eventuali cose da fare: per questo abbiamo detto che gli indizi ci portano a dare una risposta rassicurante per quanto riguarda la geotermia  ma non per la presenza comunque riscontrata di alcuni eccessi, sui quali è doveroso indagare per individuare quale sia la causa».
Per questi ulteriori approfondimenti, ha detto Renzo Verdi rispondendo ad una domanda che chiedeva la disponibilità delle amministrazioni a chiedere alla Regione Toscana un ulteriore studio, condotto da ARS,  «noi Comuni siamo d’accordo a metterci soldi di tasca nostra» perché, e lo ha ribadito anche Emilio Landi, «vorremmo riuscire a stabilire meglio i motivi degli eccessi di mortalità sull’Amiata».
Il prossimo incontro – già annunciato dal Sindaco di Arcidosso a nome dell’Unione dei comuni dell’Amiata – sempre improntato come contraddittorio – sarà dedicato ai temi ambientali, in particolare all’aria e all’acqua, temi su cui si sono soffermate molte delle domande poste e che in parte hanno già, comunque, avuto risposta.