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‘Arsenico? Tranquilli, l’acqua è ottima’ …e i morti solo ‘danni collaterali’

Il Sindaco Franci fa lo struzzo e si trincera dietro ‘i limiti di legge’

Ai cittadini, preoccupati per le concentrazioni di arsenico nell’acqua potabile, che chiedono risposte e interventi urgenti il sindaco di Castel del Piano Franci ribatte nel modo più scontato si potesse immaginare (di seguito il testo), ‘siamo ben al di sotto dei limiti di legge’, ed anzi, si lancia in un esaltante ‘l’acqua è di ottima qualità’.
Sarebbe facile ironia ricordargli come al convegno del PD del 16 maggio troneggiava acqua imbottigliata o come la sua collega assessore regionale è stata vista uscire dalla coop con il suo bravo cestello di minerale; forse l’acqua dell’Amiata è ottima solo per il popolino. E quel 13% di morti in più che si registrano in Amiata? La favola degli ‘stili di vita’ dissoluti degli amiatini non funziona più, forse parlare di ‘danni collaterali’ necessari ad incassare le prebende elargite dall’Enel sarebbe almeno più corretto.
A parte le battute, amare, nessuno ha mai detto che, oggi (visto che in 10 anni di deroghe si è bevuta anche con livelli più che doppi e tripli), l’acqua superi i limiti di legge, ma in considerazione che i valori dell’arsenico nell’acqua non sono poi così ‘ben al di sotto dei limiti’, ma dalle nostre analisi, viaggiano, per Castel del Piano dal 4,4 ug/l di Montenero fino all’8,3 ug/l, i cittadini chiedevano provvedimenti per rispettare quelle precauzioni dettate anche dall’OMS e che tendono a portare il limite verso lo zero, essendo l’arsenico un cancerogeno certo di classe 1 per cui non esiste una quantità ‘innocua’ ed è sconsigliato, oltre il limite di 5, ai bambini e altre persone debilitate. Senza contare che, con le centrali che emettono inquinanti in quantità industriali, all’arsenico presente nell’acqua si sommano tutti gli altri inquinanti che respiriamo e mangiamo.
A questo il sindaco si è ben guardato di rispondere.
Ma di dati ce ne sono in abbondanza e gli amministratori dovrebbero conoscerli, senza nascondere la testa sotto la sabbia dei ‘limiti di legge’.
Ma noi diciamo di più: la sinergia ‘malefica’ fra arsenico, acido solfidrico e gli altri inquinanti sta mettendo a rischio il futuro stesso della montagna, del suo territorio e delle sue genti e la centrale di Bagnore4 in progetto è un ‘salto nel buio’ la cui responsabilità va ascritta prima di tutto agli amministratori, locali e regionali.
Fossimo nei panni dei sindaci dell’Amiata non saremmo così sicuri e tranquilli, anche perchè la gente si è svegliata e non si accontenta più dei silenzi complici e delle sagre sponsorizzate dall’Enel.

La risposta del sindaco Franci alla Petizione dei cittadini di Castel del Piano:

Cari cittadini,
ho ricevuto nei giorni scorsi la petizione popolare in merito alla qualità dell’acqua.
In più occasioni, nei mesi scorsi, il tema è stato oggetto di discussione in seno al Consiglio Comunale. Non posso, quindi, in questa occasione, che ripetere ciò che ho avuto modo di sottolineare di fronte al Consiglio stesso.
L’acqua potabile distribuita in rete dall’Acquedotto del Fiora e che sgorga dai rubinetti delle case, delle scuole, delle aziende ecc.. , viene costantemente monitorata e sottoposta ad analisi sia dalla ASL sia dall’Acquedotto del Fiora.
L’acqua distribuita non solo rispetta i parametri di legge, ma è anche di ottima qualità e ben al di sotto dei limiti previsti dalla legislazione vigente.
Si sono determinati , nel nostro Comune,due casi nei quali gli esami dell’acqua hanno rilevato una presenza di arsenico al di sopra dei limiti previsti dalla legge. Queste due utenze erano allacciate direttamente alla condotta di trasporto  che fornisce acqua  ai serbatoi di distribuzione.  Non era possibile perciò trattare adeguatamente l’acqua fornita.
L’Acquedotto del Fiora ha provveduto a realizzare due nuovi allacciamenti collegati alla rete urbana di distribuzione.
Da tempo ormai nessun allacciamento viene effettuato alla condotta adduttrice.
Sostenere, quindi, che l’acqua che utilizziamo giornalmente possa arrecare danno alla salute mi sembra fuori luogo e priva di fondamento.
In questo contesto non è giustificata la richiesta di installare fontane pubbliche dotate di filtri per fornire acqua distillata ai cittadini.
Ognuno di noi infatti può tranquillamente utilizzare quella del rubinetto della propria abitazione o delle fontanelle pubbliche allacciate alla rete cittadina, presenti in sufficienza e che forniscono acqua di ottima qualità.
Castel del Piano, 26 ottobre 2012

Il Sindaco Claudio Franci

Maremma News del 28 ottobre 2012:

Sos Geotermia: “Il Sindaco Franci fa lo struzzo e si trincera dietro ‘i limiti di legge'”
Torna il comitato Sos Geotermia sull’argomento arsenico. Nonostante i limiti di concentrazione nell’acqua sono al di sotto dei limiti di legge, l’associazione continua ad attaccare. Questa volta l’attenzione si concentra sul sindaco Franci.

Monte Amiata: “Ai cittadini, preoccupati per le concentrazioni di arsenico nell’acqua potabile, che chiedono risposte e interventi urgenti il sindaco di Castel del Piano Franci ribatte nel modo più scontato si potesse immaginare, ‘siamo ben al di sotto dei limiti di legge’, ed anzi, si lancia in un esaltante ‘l’acqua è di ottima qualità’ – scrivono dal comitato Sos Geotermia – Sarebbe facile ironia ricordargli come al convegno del PD del 16 maggio troneggiava acqua imbottigliata o come la sua collega assessore regionale è stata vista uscire dalla coop con il suo bravo cestello di minerale; forse l’acqua dell’Amiata è ottima solo per il popolino. E quel 13% di morti in più che si registrano in Amiata? La favola degli ‘stili di vita’ dissoluti degli amiatini non funziona più, forse parlare di ‘danni collaterali’ necessari ad incassare le prebende elargite dall’Enel sarebbe almeno più corretto. A parte le battute, amare, nessuno ha mai detto che, oggi (visto che in 10 anni di deroghe si è bevuta anche con livelli più che doppi e tripli), l’acqua superi i limiti di legge, ma in considerazione che i valori dell’arsenico nell’acqua non sono poi così ‘ben al di sotto dei limiti’, ma dalle nostre analisi, viaggiano, per Castel del Piano dal 4,4 ug/l di Montenero fino all’8,3 ug/l, i cittadini chiedevano provvedimenti per rispettare quelle precauzioni dettate anche dall’OMS. Senza contare che, con le centrali che emettono inquinanti in quantità industriali, all’arsenico presente nell’acqua si sommano tutti gli altri inquinanti che respiriamo e mangiamo. A questo il sindaco si è ben guardato di rispondere. Ma di dati ce ne sono in abbondanza e gli amministratori dovrebbero conoscerli, senza nascondere la testa sotto la sabbia dei ‘limiti di legge’. Ma noi diciamo di più: la sinergia ‘malefica’ fra arsenico, acido solfidrico e gli altri inquinanti sta mettendo a rischio il futuro stesso della montagna, del suo territorio e delle sue genti e la centrale di Bagnore4 in progetto è un ‘salto nel buio’ la cui responsabilità va ascritta prima di tutto agli amministratori, locali e regionali. Fossimo nei panni dei sindaci dell’Amiata – concludono – non saremmo così sicuri e tranquilli, anche perchè la gente si è svegliata e non si accontenta più dei silenzi complici e delle sagre sponsorizzate dall’Enel”.

Il Tirreno del 27 ottobre 2012:

SOS ARSENICO Castel del Piano Il sindaco ai cittadini «Acqua ottima»
CASTEL DEL PIANO Il sindaco di Castel del Piano, Claudio Franci, ribadisce: l’acqua che esce dai rubinetti di casa e dalla fontane del paese è buona, nessun pericolo per la salute e nessun intervento di emergenza necessario. Lo ripete, Franci, in una lettera aperta ai suoi concittadini scritta in risposta alla petizione popolare sulla qualità dell’acqua depositata sulla sua scrivania nei giorni scorsi. «L’acqua potabile distribuita in rete dall’Acquedotto del Fiora e che sgorga dai rubinetti delle case, delle scuole, delle aziende ecc… – scrive il sindaco – viene costantemente monitorata e sottoposta ad analisi sia dall’Asl sia dall’Acquedotto del Fiora. L’acqua distribuita – assicura – non solo rispetta i parametri di legge, ma è anche di ottima qualità e ben al di sotto dei limiti previsti dalla legislazione vigente». Franci ridimensiona poi la gravità di alcuni casi segnalati nei giorni scorsi: «Si sono determinati, nel nostro Comune,due casi nei quali gli esami dell’acqua hanno rilevato una presenza di arsenico al di sopra dei limiti previsti dalla legge. Queste due utenze erano allacciate direttamente alla condotta di trasporto che fornisce acqua ai serbatoi di distribuzione. Non era possibile perciò trattare adeguatamente l’acqua fornita. L’Acquedotto del Fiora ha provveduto a realizzare due nuovi allacciamenti collegati alla rete urbana di distribuzione». Per il sindaco, dunque, «sostenere che l’acqua che utilizziamo giornalmente possa arrecare danno alla salute» è fuori luogo. «In questo contesto non è giustificata la richiesta di installare fontane pubbliche dotate di filtri per fornire acqua distillata ai cittadini. Ognuno di noi infatti – conclude – può tranquillamente utilizzare quella del rubinetto della propria abitazione o delle fontanelle pubbliche allacciate alla rete cittadina, che forniscono acqua di ottima qualità».

La Nazione del 27 ottobre 2012:

«L’acqua è monitorata dal Fiora e rispetta i parametri di legge»
CASTEL DEL PIANO REPLICA DEL SINDACO FRANCI DOPO LA RACCOLTA FIRME DEI CITTADINI
ACQUA di ottima qualità. Il sindaco di Castel del Piano, Claudio Franci, garantisce la buona salute dell’acqua distribuita nel territorio comunale. Il primo cittadino interviene in seguito alla petizione popolare sull’acqua potabile firmata da 350 cittadini dopo che Sos Geotermia, in primavera, rese pubblici i dati delle analisi delle acque in Amiata. «In più occasioni, nei mesi scorsi sottolinea il primo cittadino il tema è stato oggetto di discussione in seno al Consiglio comunale. L’acqua potabile distribuita in rete dall’acquedotto del Fiora e che sgorga dai rubinetti delle case, delle scuole, delle aziende, viene costantemente monitorata e sottoposta ad analisi sia dall’Asl sia dall’acquedotto del Fiora. L’acqua distribuita non solo rispetta i parametri di legge, ma è anche di ottima qualità e ben al di sotto dei limiti previsti dalla legislazione vigente». Il sindaco fa poi riferimento a due casi specifici. «Si sono determinati, nel nostro Comune afferma Franci due casi nei quali gli esami dell’acqua hanno rilevato una presenza di arsenico al di sopra dei limiti previsti dalla legge. Queste due utenze erano allacciate direttamente alla condotta di trasporto che fornisce acqua ai serbatoi di distribuzione. Non era possibile perciò trattare adeguatamente l’acqua fornita. L’Acquedotto del Fiora ha provveduto a realizzare due nuovi allacciamenti collegati alla rete urbana di distribuzione. Sostenere che l’acqua che utilizziamo possa arrecare danno alla salute mi sembra fuori luogo. In questo contesto non è giustificata la richiesta di installare fontane pubbliche dotate di filtri per fornire acqua distillata ai cittadini».

L’avevamo detto… e anche la regione Lazio conferma: ma quali ‘stili di vita amiatini’, di arsenico nell’acqua si muore!

Pubblicato lo studio epidemiologico della regione Lazio che conferma la stessa incidenza di mortalità tra le popolazioni laziali e toscane esposte ad acqua con concentrazioni di arsenico significative.

Di Arsenico in piccole dosi nell’acqua, definita “potabile” dalle Giunte Regionali, oggi si muore. Questo, per noi, era scontato e l’andiamo denunciando da anni ai Sindaci della nostra Provincia, inutilmente. Loro hanno sempre finto di non sapere.

Oggi il Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio ha reso pubblici i dati di una indagine epidemiologica(1) doverosa sulla popolazione che è stata costretta a bere acqua definita “potabile” dalla Regione in deroga ai limiti sollecitati fin dagli anni’80 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Questo è scritto nella sintesi del recente studio del Servizio Sanitario(2): “In Provincia di Viterbo nei comuni con livelli di esposizione più elevata (Arsenico maggiore di 20 µgr/l) si osserva un eccesso di mortalità per tutte le cause del +11% e, complessivamente per tutte le cause tumorali, del 10% negli uomini e del 12% nelle donne”. Questo si registra rispetto ai dati dei residenti nei comuni che hanno potuto bere acqua nei limiti di 10.

Se si pensa che in provincia di Grosseto per molti anni si è stati costretti a bere acqua distribuita dall’Acquedotto del Fiora con valori anche superiore ai 20 e in alcuni casi anche con valori pari a 50, c’è di che indignarsi, perchè era noto che si sarebbero registrati molti morti in più.

Infatti davanti alle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità degli anni ’80, che raccomandava di non superare il valore 10, ci si aspettava il massimo rigore perché le ricerche più recenti indicavano che tale valore limite era di compromesso, ma che bisognerebbe tendere a concentrazioni vicine allo zero.

Il dott. Bolognini scriveva nella rivista degli oncologi italiani(3): “Le ultime linee guida dell’EPA del 2006, riconoscevano comunque, per l’arsenico, il valore limite di 10 µgr/lt, il valore di 2 µgr/lt, relativo al rischio aggiuntivo di un caso di cancro in 70 anni per 10.000 persone ed il valore obiettivo zero”.

Se l’Epa, ente statale statunitense di protezione ambientale, pone l’obiettivo zero per l’Arsenico nelle acque potabili e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, da molti anni sollecita gli stati a darsi un limite di 10 µgr/lt, era da attendersi una grande attenzione a partire dai Sindaci. Nulla di ciò è avvenuto.

Ma non è solo disattenzione, perchè in Toscana i responsabili della salute pubblica hanno fatto carte false per dimostrare la naturalità del fenomeno. In Amiata, nei paesi dove alle deroghe nell’acqua potabile si sono aggiunte le emissioni di arsenico dalle centrali geotermiche dell’ENEL, troviamo scritto nell’ultimo studio di carattere epidemiologico(4): “Tra i singoli comuni della zona geotermica sud emergono eccessi di tumori negli uomini statisticamente significativi dell’ordine del +30% essenzialmente nell’ultimo periodo ad Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio e Arcidosso”.

Ma, per gli ignari Sindaci e Giunta regionale, l’Enel non può essere disturbata e quei dati sarebbero solo il frutto di vizi e di ‘stili di vita’ inadeguati che, però, sorprendentemente, non producono gli stessi effetti mortali nei comuni limitrofi.

La cosa ancor più grave, se non fosse già abbastanza tragico il problema dell’arsenico, è che in Amiata si sommano, sempre grazie alla geotermia ‘Green’, tutta un’altra serie di inquinanti tossici e nocivi che, però, vengono ‘valutati’ singolarmente, mentre l’effetto della compresenza di diverse sostanze ne aumenta la pericolosità, come da letteratura scientifica. Nelle Note che seguono i riferimenti ad una serie di studi scientifici ‘pubblicati'(5) relativi agli inquinanti geotermici; ‘pubblicati’, nel lessico scientifico, significa accertati ed accettati, a differenza delle panzane che amministratori, tecnici ‘amici’ ed enel vorrebbero darci ad intendere sulla ‘naturalità’ dei fenomeni e sugli ‘stili di vita’ dissoluti degli amiatini e, buona ultima, delle ‘aree quasi del tutto non abitate’ dove ricadrebbero gli inquinanti.

NOTE:

1– L’indagine epidemiologica del Lazio e scaricabile anche qui: http://www.tusciamedia.com/component/content/article/267-cronaca/17952-arsenico-ecco-i-dati-su-mortalita-e-malattie.html

2– Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale della Regione Lazio – Valutazione Epidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione de Arsenico nelle acque potabili nelle popolazioni residenti nei comuni del Lazio , pag. 7 – Aprile 2012. Si può scaricare da: http://www.osservatorelaziale.it/public/allegati/files/126.pdf

3– AIOM – Dott. Michelangiolo Bolognini – I cancerogeni nelle acque per uso umano, in “Progetto Ambiente e Tumori 2001”, marzo 2009 n.23.

4– Regione Toscana – Fondazione G. Monasterio. Progetto di ricerca epidemiologica sulle popolazioni residenti nell’intero bacino geotermico toscano, “Progetto Geotermia”, ottobre 2010, svolto su committenza Agenzia Regionale Sanità, pag.89 per gli incrementi di mortalità e pag.68 per i caratteri delle aree di confronto. Si scarica da: http://www.ars.toscana.it/web/guest

5– STUDI PUBBLICATI:

1° studio in Tossicologica Sciences 128
Pubblicazione (anno 2012)
Si legge: l’H2S è importante nella attivazione neuronale in condizioni normali e patologiche-
L’H2S è molto spesso Tossico e spesso fatale ad alte concentrazioni; da tossicità al sistema nervoso centrale, può compromettere la funzione neurologica, alterare il metabolismo, distruggere la struttura del cervello e portare alla perdita di parte dei neuroni.
Lo studio parte dall’analisi di vari pubblicazioni per dire questo e la bibliografia è allegata.

2° Studio Environmental Research
Pubblicazione Gennaio 2012
Si legge: l’aumento intermittente di H2S incrementa l’uso di farmaci per malattie respiratorie (studio su pazienti Islandesi)

3° Studio Respiratory Physiology & Neurobiogolgy
In Pubblicazione
Si legge: l’H2S è molto importante nei meccanismi biologici del sistema respiratorio .
L’H2S è  la primaria intossicazione chimica da gas naturale e gli effetti chimici dipendono dalla concentrazione e dalla durata dell’esposizione.
Nello studio è riportata una figura n. 2 nella quale si esplicano gli effetti di H2S che sono: Proliferazione delle cellule muscolari lisce delle vie respiratorie (BPCO), Broncocostrizione (asma), morte cellulare, migrazione e proliferazione delle cellule polmonari (tumori), differenziazione cellulare (tumore), transizione delle cellule mesenchimali (tumore), ipossia polmonare (asma), infiammazione neurogenetica, e stress ossidativo (radicali liberi e tumori).
L’H2S può interferire con l’efficacia dei farmaci usati nelle patologie respiratorie.

4° Studio Atioxidants & Redox signaling
Pubblicazione 2011

Si legge: l’encefalopatica etilmalonica, è una patologia genetica la cui causa può essere riportata ad un accumulo di H2S in tessuti critici come la mucosa intestinale, il fegato, i muscoli ed il cervello.
Lo studio parla di una correlazione dell’H2S con questa patologia.

5° Studio Environmental Health
Pubblicazione settembre 2012
Si legge: Titolo “incidenza dei tumori dei residenti islandesi nelle aree geotermiche ad alta temperatura fra il 1981 al 2010”. tra le due aree confrontate
Questi residenti sono esposti ad emissioni geotermiche e si cerca la correlazione con l’insorgenza di tumori rispetto alla zona con minori emissioni.
Le conclusioni sono che servono più informazioni chimico fisiche sulle esalazioni e sulle popolazioni ma ci sono eccessi significativi su carcinoma della mammella e della pelle.
Emergono  quindi, tra le due aree confrontate, indicazioni di una relazione fra gli effetti e l’esposizione; lo stato social, il fumo, l’habitat sono stati considerati fra i fattori di rischio anche se non si possono escludere fattori “confondenti” (altri fattori non considerati dagli sperimentatori).

6° Studio Environmental Health Perspectives
Pubblicazione 2002
Si legge: Titolo “asma e pericolosità degli inquinanti nell’area”
Le persone con asma possono avere un rischio additivo per gli effetti dell’inquinamento ambientale. L’insieme di inquinanti sono + tossici della somma degli effetti dei singoli inquinanti.
Questo vale anche per gli antigeni (sostanze che danno allergie) o composti irritanti respirati dai pazienti con asma.

7° Studio Environmental Health Perspectives
Pubblicazione settembre 2012
Si legge: Titolo “E’ la CO2 all’interno di ambienti, inquinante? Effetti indiretti di concentrazioni da basse a moderate di CO2 sull’uomo nella capacità cognitica (decision-Making Performance)
L’aumento della concentrazione di Co2 riduce significativamente la performance cognitiva

8° Studio journal environmental and public Health
Pubblicazione 2012
Si legge: Studio su lavoratori allevatori industriali di maiali
Alimentare maiali in ambienti confinati pone le persone a esposizione di gas come ammoniaca, H2s ed altri composti solforati. Al di là del fatto che sia spiacevole questi gas danno effetti avversi sui polmoni, cervello ed altri organi
L’H2S avvelena il cervello ed i mitocondri (respirazione cellulare) combinandosi in modo irreversibile. Basse dosi di h2s aumentano neuromediatori.
Test dimostrano disfunzioni permanenti al cervello in lavoratori esposti ad H2S

9° Studio journal off animal science
Pubblicazione 2010
Si legge: (genericamente) Studio su lavoratori allevatori industriali di maiali
L’odore di composti solforati, può stimolare sintomi somatici basati sull’attivazione del nervo trigemino.
La combinazione fisica e psicologica è stata descritta come sindrome da stress ambientale. Sottoponendo gli individui a condizioni patologiche come asma ed altre complicazioni.
L’H2S rappresenta il più grande rischio per la salute, Anche l’aumento della CO2 può essere un rischio per la salute umana.

La Nazione del 9 novembre 2012

AMIATA SUL PIEDE DI GUERRA. IL COMITATO SOS GEOTERMIA
Allarme arsenico nell’acqua. Riunione in sala consiliare
Preoccupante studio epidemiologico della Regione Lazio
di Cristiano Bernacchi
DOPO le rassicurazioni del sindaco di Castel del Piano, con una lettera aperta in cui garantisce la qualità dell’acqua amiatina, il comitato «Sos geotermia» risponde ironicamente e anticipa le future iniziative che sull’argomento si svolgeranno. Il comitato ambientalista ricorda come siano scontate e prevedibili le giustificazioni addotte dal sindaco per sostenere la qualità dell’acqua amiatina. «L’acqua potabile distribuita dal Fiora è monitorata e sottoposta a costanti analisi, in più non solo rispetta i parametri di legge sulla presenza di arsenico, ma è ben al di sotto dei limiti previsti dalla legislazione vigente (10 microgrammi/litro)». La questione dal punto di vista del comitato è che, esclusi i due casi chiariti, dove i limiti superavano i parametri di legge perché le utenze erano allacciate direttamente alla condotta di trasporto, l’acqua non possiede delle percentuali così lontane dai limiti come viene descritto. «Ma soprattutto ci tengono a ricordare la questione non è la forbice nella quale si rientra per presenza di arsenico nell’acqua che viaggia tra i 4,4 ug/l e gli 8,3 ug/l nel territorio di Castel del Piano, ma di seguire la strada indicata dall’Oms(Organizzazione mondiale della santà) per azzerare completamente la presenza di arsenico nell’acqua. E in questo siamo lontanissimi, come lo siamo nell’adottare il sano principio di precauzione tanto presente nelle direttive dell’Oms». IN PIÙ è di poche settimane fa, la pubblicazione dello studio epidemiologico della Regione Lazio che conferma la stessa incidenza di mortalità tra le popolazioni laziali e toscane esposte ad acqua con significative concentrazioni di arsenico. «Le conferme dello studio come ripetono i comitati sono il frutto di anni di deroghe per la presenza di arsenico nell’acqua con livelli assai superiori a quelli di oggi fissati nei 10 microgrammi per litro. In più sull’Amiata la malefica sinergia tra arsenico, acido solfidrico e altri inquinanti immessi nell’aria mettono a rischio il patrimonio ambientale che un tempo rappresentava questa montagna». IL PROSSIMO appuntamento del comitato è per domani alle 17 in sala consiliare a Castel del Piano, dove verrà anche presentato il libro di Roberto Barocci «Arsenico e scellerati progetti», nel quale un capitolo è dedicato proprio all’Amiata.

Il Tirreno del 25 ottobre 2012

Arsenico, dati choc dal Lazio
Uno studio conferma la stessa incidenza di mortalità della Toscana: la rabbia di Sos Geotermia

AMIATA Pubblicato lo studio epidemiologico della regione Lazio che conferma la stessa incidenza di mortalità tra le popolazioni laziali e toscane esposte ad acqua con concentrazioni di arsenico significative. «Di Arsenico in piccole dosi nell’acqua, definita “potabile” dalle Giunte regionali, oggi si muore – dice il coordinamento per i movimenti dell’Amiata, Sos Geotermia – Questo, per noi, era scontato e l’andiamo denunciando da anni ai sindaci della nostra Provincia, inutilmente. Loro hanno sempre finto di non sapere». Il dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio ha reso pubblici i dati di una indagine epidemiologica doverosa sulla popolazione che è stata costretta a bere acqua definita “potabile” dalla Regione in deroga ai limiti sollecitati fin dagli anni’80 dall’organizzazione Mondiale della Sanità. Questo è scritto nella sintesi del recente studio. «In Provincia di Viterbo nei comuni con livelli di esposizione più elevata (Arsenico maggiore di 20 µgr/l) si osserva un eccesso di mortalità per tutte le cause del +11% e, complessivamente per tutte le cause tumorali, del 10% negli uomini e del 12% nelle donne. Questo si registra rispetto ai dati dei residenti nei comuni che hanno potuto bere acqua nei limiti di 10. Se si pensa che in provincia di Grosseto per molti anni si è stati costretti a bere acqua distribuita dall’Acquedotto del Fiora con valori anche superiore ai 20 e in alcuni casi anche con valori pari a 50, c’è di che indignarsi, perchè era noto che si sarebbero registrati molti morti in più». Infatti davanti alle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità degli anni ’80, che raccomandava di non superare il valore 10, ci si aspettava il massimo rigore perché le ricerche più recenti indicavano che tale valore limite era di compromesso, ma che bisognerebbe tendere a concentrazioni vicine allo zero. «Se l’Epa, ente statale statunitense di protezione ambientale, pone l’obiettivo zero per l’Arsenico nelle acque potabili e l’Oms da molti anni sollecita gli stati a darsi un limite di 10 µgr/lt, era da attendersi una grande attenzione a partire dai sindaci – prosegue il coordinamento – Nulla di ciò è avvenuto. Ma non è solo disattenzione, perchè in Toscana i responsabili della salute pubblica hanno fatto carte false per dimostrare la naturalità del fenomeno». In Amiata, nei paesi dove alle deroghe nell’acqua potabile si sono aggiunte le emissioni di arsenico dalle centrali geotermiche dell’Enel, ecco cosa viene scritto nell’ultimo studio di carattere epidemiologico. «Tra i singoli comuni della zona geotermica sud emergono eccessi di tumori negli uomini statisticamente significativi dell’ordine del +30% essenzialmente nell’ultimo periodo ad Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio e Arcidosso. Ma, per gli ignari sindaci e giunta regionale, l’Enel non può essere disturbata e quei dati sarebbero solo il frutto di vizi e di stili di vita inadeguati che, però, sorprendentemente, non producono gli stessi effetti mortali nei comuni limitrofi».

La Regione da il ‘VIA’ a Bagnore 4, i Sindaci saranno responsabili dei controlli. Il ‘quasi’ popolo amiatino non ci sta!

La nuova centrale insieme alla vecchia Bagnore 3, ‘fortunatamente’, avveleneranno aree ‘quasi’ disabitate. Controlli affidati ai Sindaci: con quali strumenti?

Il 19 settembre us sul BUR, bollettino ufficiale della regione, è stata pubblicata, e quindi diventa operativa, la delibera di giunta regionale n.810 del 10 settembre us con la quale, all’unanimità, il presidente ENRICO ROSSI, e gli assessori ANNA RITA BRAMERINI, SALVATORE ALLOCCA, LUCA CECCOBAO, RICCARDO NENCINI, GIANNI SALVADORI, GIANFRANCO SIMONCINI e STELLA TARGETTI, ‘…esprimono, ai sensi dell’art.18 della L.R. 79/98 e per le motivazioni e considerazioni sviluppate nell’Allegato A, pronuncia positiva di compatibilità ambientale del Progetto…’ della  megacentrale BAGNORE 4 da 40 MW, che triplicherà quindi la potenza fin qui presente con la ‘vecchia’ centrale Bagnore 3 di 20 MW.
A leggere bene ‘l’allegato A’, cioè il verbale della Conferenza di Servizi del 4 settembre us, tra le considerazioni di carattere sanitario, sconcerta quanto non si tenga in nessun conto salute e ambiente; infatti si dice ‘…che in merito all’impatto sanitario, l’Agenzia Regionale di Sanità – ARS, ….rileva che dalla documentazione fornita circa lo studio della diffusione e della ricaduta delle sostanze emesse dalle centrali di Bagnore 3 e Bagnore 4, si “evidenziano ricadute in aree quasi del tutto non abitate“.
Tanto sarebbe dovuto bastare per rimandare il progetto al mittente, ma c’è di più e, forse, di peggio.
Come prevedibile il via libera è condizionato da innumerevoli prescrizioni che, se venissero attuate, già metterebbero in serio dubbio la realizzazione dell’impianto; ma dare seguito alle prescrizioni è compito della stessa Enel che, sicuramente, ottempererà…
Chi controllerà? La Regione passa il cerino agli amministratori locali, infatti, delibera ‘…di individuare nei seguenti soggetti gli Enti competenti al controllo dell’adempimento delle prescrizioni: l’Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetana nonché il Comune di Arcidosso e di Santa Fiora, ognuno per il territorio di rispettiva competenza.’ Come faranno mai? Con quali strumenti?
Il rischio più che probabile e che ci ritroveremo, fra un po’ di anni, ad assistere al solito balletto di responsabilità tra regione, comuni ed enel!
Il ‘quasi’ popolo dell’Amiata non ci sta!
Il coordinamento Sos Geotermia annuncia fin da ora il ricorso al TAR contro la delibera ed auspica che anche gli Amministratori locali facciano altrettanto in quanto responsabili della salute pubblica e, nello specifico, responsabili di controlli che probabilmente non saranno mai in grado di fare.
Un appello doveroso va fatto anche a tutti gli operatori economici dell’Amiata, soprattutto del settore agro-alimentare, alle associazioni e agli enti, che hanno nella qualità dell’ambiente un valore aggiunto nel loro operare.
A breve verranno lanciate iniziative in tutti i paesi per informare i 20.000 ‘disabitanti’ dell’Amiata delle decisioni che continuano a prendere sulla loro pelle e sull’ambiente e per coinvolgerli nelle forme di ‘resistenza’ da attuare, ad iniziare proprio dal ricorso al TAR.

Corriere di Maremma del 23 settembre 2012

Il movimento Sos geotermia si oppone alla decisione della Giunta “Ricorreremo al Tar contro le delibera regionale di compatibilità ambientale di Bagnore 4”

ARCIDOSSO. Il coordinamento dei movimenti per l’Amiata interviene sulla geotermia: “Il 19 settembre – si legge in una nota – sul Bollettino ufficiale della regione è stata pubblicata, ed è quindi diventa operativa, la delibera di giunta numero 810 del 10 settembre con la quale, all’unanimità, il presidente Enrico Rossi e gli assessori Anna Rita Bramerini, Salvatore Allocca, Luca Ceccobao, Riccardo Nencini, Gianni Salvadori, Gianfranco Simoncini e Stella Targetti esprimono pronuncia positiva di compatibilità ambientale del progetto della megacentrale Bagnore 4 da 40 megawatt, che triplicherà quindi la potenza fin qui presente con la vecchia centrale Bagnore 3 di 20 megawatt. A leggere bene il verbale della Conferenza di servizi del 4 settembre, tra le considerazioni di carattere sanitario sconcerta quanto non si tengano in nessun conto salute e ambiente; infatti si dice ‘che in merito all’impatto sanitario, l’Agenzia regionale di sanità (…) rileva che dalla documentazione fornita circa lo studio della diffusione e della ricaduta delle sostanze emesse dalle centrali di Bagnore 3 e Bagnore 4 si evidenziano ricadute in aree quasi del tutto non abitate’. Tanto sarebbe dovuto bastare per rimandare il progetto al mittente, ma c’è di più e, forse, di peggio. Come prevedibile il via libera è condizionato da innumerevoli prescrizioni che, se venissero attuate, già metterebbero in serio dubbio la realizzazione dell’impianto; ma dare seguito alle prescrizioni è compito della stessa Enel che, sicuramente, ottempererà. Chi controllerà? La Regione passa il cerino agli amministratori locali, infatti, delibera ‘…di individuare nei seguenti soggetti gli enti competenti al controllo dell’adempimento delle prescrizioni: l’Unione dei Comuni montani Amiata grossetana nonché il Comune di Arcidosso e di Santa Fiora, ognuno per il territorio di rispettiva competenza’. Come faranno mai? Con quali strumenti? Il rischio più che probabile è che ci ritroveremo, fra un po’ di anni, ad assistere al solito balletto di responsabilità tra regione, comuni ed Enel. Il coordinamento Sos Geotermia annuncia fin da ora il ricorso al Tar contro la delibera ed auspica che anche gli amministratori locali facciano altrettanto in quanto responsabili della salute pubblica e, nello specifico, responsabili di controlli che probabilmente non saranno mai in grado di fare. Un appello doveroso va fatto anche a tutti gli operatori economici dell’Amiata, soprattutto del settore agro-alimentare, alle associazioni e agli enti che hanno nella qualità dell’ambiente un valore aggiunto nel loro operare. A breve verranno lanciate iniziative in tutti i paesi per informare i 20mi la ‘disabitanti’ dell’Amiata delle decisioni che continuano a prendere sulla loro pelle e sull’ambiente e per coinvolgerli nelle forme di resistenza da attuare, ad iniziare proprio dal ricorso al Tar”.

La Nazione del 25 settembre 2012

SANTA FIORA PREOCCUPAZIONE DEL COMITATO SOS GEOTERMIA
«Bagnore4, via libera con molti limiti Come faranno a controllarne il rispetto?»
di Cristiano Bernacchi
DOPO la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale Regionale della delibera n. 810 del 10 settembre scorso, che esprime parere favorevole alla realizzazione della centrale geotermica Amiatina di Bagnore4, il comitato ambientalista Sos Geotermia lancia l’ennesimo grido di allarme. «A leggere bene l’allegato A dice il comitato , cioè il verbale della Conferenza dei Sevizi del 4 settembre scorso, tra le considerazioni di carattere sanitario, sconcerta quanto non si tenga in nessun conto salute e ambiente. Infatti, in merito all’impatto sanitario, l’Agenzia Regionale di Sanità rileva che dalla documentazione fornita circa lo studio della diffusione e della ricaduta delle sostanze emesse dalle centrali di Bagnore 3 e Bagnore 4, si “evidenziano ricadute in aree quasi del tutto non abitate”». Secondo la valutazione di Sos Geotermia, questa sarebbe già una ragione sufficiente per rimandare il progetto direttamente al mittente, ma c’è dell’altro. «Come prevedibile fanno notare dal comitato il via libera è condizionato da innumerevoli prescrizioni che, se venissero attuate, già metterebbero in serio dubbio la realizzazione dell’impianto. Ma dare seguito alle prescrizioni è compito della stessa Enel che, sicuramente, ottempererà». A questo punto le domande che si pongono i comitati sono diverse. E, partendo dall’assunto che se la Regione ha demandato agli amministratori locali (Unione dei Comuni amiatini del versante Grossetano, Comune di Arcidosso e Santa Fiora) il compito di controllo sull’adempimento delle prescrizioni emerse sul progetto di Enel, bisogna capire come faranno mai a controllare? E soprattutto con quali strumenti? La preoccupazione del comitato è che si corra il serio rischio di ritrovarsi fra qualche anno ad assistere ad un balletto di responsabilità tra Regione, Enel e Comuni. Alla luce del fatto che questa previsione, avanzata dal comitato, si profili in un futuro neanche troppo prossimo, il Coordinamento Sos Geotermia annuncia che farà ricorso al Tar e che a breve ci saranno mobilitazioni di piazza su tutto il territorio investito dallo sfruttamento geotermico, affinché la causa venga sposata dal maggior numero di residenti dell’Amiata.

La Nazione del 26 settembre 2012

«Vigileremo sulle emissioni e faremo riferimento alla Regione»

ARRIVA senza farsi attendere la risposta di uno dei sindaci dei Comuni chiamati a costituire l’osservatorio che dovrà pronunciarsi sul rispetto delle prescrizioni inserite sulla Via (Valutazione impatto ambientale) approvata dalla Regione intorno al progetto Enel di Bagnore-4. A seguito delle proteste di «Sos Geotermia» che paventava ipotesi nefaste sul futuro dell’Amiata dopo l’approvazione della Via per la centrale, il sindaco di Arcidosso Emilio Landi vuole fare chiarezza. «Quello che fino ad oggi è stato approvato è solo una parte di un progetto che nel suo iter di realizzazione ha ancora molto da vedere. Infatti, quello che è stato concluso con la delibera della Regione, oltre alla Via riguarda il coinvolgimento diretto dei comuni di Arcidosso, Santa Fiora e l’Unione dei Comuni attraverso un osservatorio, in fase di costituzione, che dovrà pronunciarsi su alcune delle 39 prescrizioni integrate nel progetto di Enel. Quindi il gruppo di specialisti costituito da i soggetti del territorio, dovrà verificare che le prescrizioni siano adempiute in modo corretto, inoltrando così direttamente alla Regione il proprio parere sul lavoro svolto. Verrà inoltre inserita una cabina di controllo delle emissioni a pochi metri dalla centrale geotermica per monitorare in loco i valori». Questo osservatorio che poteri avrà? «Saranno quelli di semplice verifica. Anche perché è bene ricordare che le azioni sanzionatorie, così come di concessione sulla sfruttamento geotermico, non sono in potere né ai Comuni né all’Unione, quindi il nostro ruolo sarà quello di verificare che le prescrizioni avanzate siano rispettate e se questo non avverrà non faremo altro che comunicarlo alla Regione la quale prenderà le dovute decisioni».

Risponde SOS Geotermia:

Non ci sembra che né quanto stabilisce la delibera 810 (‘…di individuare nei seguenti soggetti gli Enti competenti al controllo dell’adempimento delle prescrizioni: l’Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetana nonché il Comune di Arcidosso e di Santa Fiora, ognuno per il territorio di rispettiva competenza.’ ), né le responsabilità in materia di salute pubblica che la legge pone in capo ai Sindaci, possano far dormire sonni tranquilli al Sindaco di Arcidosso e ai suoi colleghi amiatini.
Inoltre il Sindaco Landi sembra aver dimenticato le condizioni sottoscritte anche dal Sindaco di Arcidosso nell’Accordo con Regione Toscana ed ENEL, laddove si precisava in modo molto chiaro che nuovi impianti di sfruttamento geotermico avrebbe potuto essere autorizzati solo se le verifiche e i monitoraggi avessero escluso ogni possibile rischio, questo prima e non dopo le autorizzazioni.
Come paventavamo nel comunicato, non vorremmo che iniziassero i ‘balletti’ sulle responsabilità ancor prima che si inizi il cantiere della nuova centrale; meglio avrebbero fatto i Sindaci ad esigere, prima della VIA, le verifiche sull’impatto di una nuova centrale che triplicherà le emissioni a Bagnore.
Per questo rivolgiamo un ennesimo appello anche a loro: fermiamo adesso l’attività geotermica e apriamo un serio dibattito sul futuro dell’Amiata, prima che -a danni fatti- qualcuno sia chiamato a risponderne (e l’esperienza di casi analoghi in Italia suggerisce che a pagare saranno, oltre ai cittadini, solo i ‘pesci piccoli’).

10 settembre 2012. La giunta regionale delibera parere favorevole alla megacentrale Bagnore 4. Un colpo mortale

A seguito del Verbale della Conferenza dei servizi del 4 settembre 2012, con la Delibera n.810 del 10 settembre 2012 la Giunta regionale, presieduta da ENRICO ROSSI, approva all’unanimità, presenti ANNA RITA BRAMERINI, SALVATORE ALLOCCA, LUCA CECCOBAO, RICCARDO NENCINI, GIANNI SALVADORI, GIANFRANCO SIMONCINI e STELLA TARGETTI, il PARERE FAVOREVOLE alla megacentrale BAGNORE 4 da 40 MW, che triplicherà quindi la potenza fin qui presente con la ‘vecchia’ centrale Bagnore 3 di 20 MW.
Come prevedibile il via libera è condizionato da innumerevoli prescrizioni che dovranno poi essere controllate –non si sa come– dagli enti locali interessati. Quindi se, come temiamo, dovessero verificarsi incidenti, malfunzionamenti, rilascio nell’aria e nell’acqua di sostanze tossiche (come già avviene), assisteremo al solito balletto di responsabilità tra regione, comuni ed enel e nessuno pagherà mai!
I Comitati nell’incontro del 18 luglio scorso avevano posto una serie di domande precise alle quali l’Enel –semplicemente– non ha mai risposto; nè la Regione ne ha tenuto conto.
I Comitati del coordinamento SOS Geotermia, di fronte a questo ennesimo scempio reagiranno mettendo in campo tutte le iniziative necessarie.

Di seguito riportiamo il comunicato del Forum Ambientalista di Grosseto:

Autorizzata in Amiata Bagnore 4
La Giunta regionale con Delibera n.810 del 10 settembre scorso, pubblicata ieri, ha dato il via alla realizzazione di una nuova centrale geotermica dell’Enel a Bagnore, triplicando la potenza installata, approvando le prescrizioni che una Commissione tecnica regionale aveva sollecitato.
Tali prescrizioni, che se davvero realizzate modificherebbero sostanzialmente il Progetto presentato da Enel al punto da non renderlo fattibile; sono ben 53 (cinquantatre) e sono state date perché il progetto non rispettava i requisiti di legge.
Come giustamente ha segnalato il Coordinamento di SOS Geotermia, nessuno salirebbe per un volo, affidando la sua vita a un nuovo aereo sapendo che, dopo un primo collaudo, i tecnici hanno prescritto 53 modifiche alla sua struttura, perché fuori norma e pericolosa. Ma all’appello di SOS Geotermia nessun amministratore locale ha dato una risposta, come se non fosse in gioco la vita e la salute dei cittadini e come se non sapessero che nei Comuni sede di impianti geotermici è stato già quantificato un +13% di mortalità, rispetto ai comuni limitrofi e ai comuni della Toscana.
Sconcerta poi il fatto che la Giunta regionale affidi ai Comuni dell’Amiata il compito di controllo delle prescrizioni da realizzare, senza prevedere al contempo il trasferimento degli strumenti, delle competenze e i tempi. Sembra che i Sindaci non si rendano conto delle responsabilità che si assumono, accettando tranquillamente di essere i controllori senza ricevere gli strumenti di controllo.
Se nel frattempo quegli impianti entreranno in funzione e distribuiranno altri tumori e faranno mancare l’acqua potabile alle sorgenti del Fiora, la responsabilità non sarà della Regione Toscana. In Italia è ormai prassi consolidata, come è avvenuto per le acciaierie di Taranto, per l’amianto sparso a Casale Monferrato, per le diossine distribuite dall’Acna di Cengio che, non volendo contraddire le scelte già compiute a priori, si approva la realizzazione di impianti altamente pericolosi per la salute pubblica con prescrizioni, che nessuno controllerà.
Ma, d’altra parte, la Giunta regionale ha fatto proprio il contributo dell’Agenzia Regionale di Sanità, la quale in merito all’impatto sanitario rileva che la ricadute delle sostanze emesse dalle centrali geotermiche avvengono “in aree quasi del tutto non abitate”. C’è un “quasi” significativo, alla faccia della salute e di quanto respirato e annusato in questi anni dagli abitanti di Santa Fiora, di Arcidosso e Castel del Piano.
Roberto Barocci – Forum Ambientalista Grosseto

La Nazione del 15 settembre 2012

Bagnore, polemiche dopo il potenziamento della nuova centrale
SANTA FIORA – LA GIUNTA regionale ha dato il via alla realizzazione di una nuova centrale geotermica dell’Enel a Bagnore, triplicando la potenza installata, approvando le prescrizioni che una Commissione tecnica regionale aveva sollecitato. Tali prescrizioni, che se realizzate modificherebbero sostanzialmente il Progetto presentato da Enel al punto da non renderlo fattibile, sono ben 53 e sono state concesse perché il progetto non rispettava i requisiti di legge. «Sos Geotermia ha lanciato l’allarme dice Roberto Barocci del Forum Ambientalista ma nessun amministratore locale ha risposto, come se non fosse in gioco la vita e la salute dei cittadini e come se non sapessero che nei Comuni sede di impianti geotermici è stato già quantificato un più 13% di mortalità. Se nel frattempo quegli impianti entreranno in funzione e distribuiranno altri tumori e faranno mancare l’acqua potabile alle sorgenti, la responsabilità non sarà della Regione Toscana». Barocci chiude: «La Giunta, in merito all’impatto sanitario, rileva che le ricadute delle sostanze emesse dalle centrali geotermiche avvengono in aree “quasi” del tutto disabitate. C’è un “quasi” che è significativo, a dispetto della salute e degli abitanti di Santa Fiora, di Arcidosso e Castel del Piano».

Il Tirreno del 16 settembre 2012

No di Sos Geotermia alla nuova centrale «Sindaci passivi» Barocci accusa i primi cittadini dopo il sì della Regione «Saranno controllori delle emissioni ma senza strumenti»
di Fiora Bonelli
AMIATA – L’autorizzazione per la centrale geotermica di Bagnore 4 arriva fresca fresca dalla giunta regionale e subito, accompagnato dal tam tam di comitati ambientalisti compreso quello di Sos geotermia, molto attivo anche su Facebook, arriva la presa di posizione di Roberto Barocci del Forum ambientalista grossetano che punta il dito in specie contro i sindaci locali. «L’autorizzazione ha dato il via alla realizzazione di una nuova centrale geotermica dell’Enel a Bagnore – dice Barocci – triplicando la potenza installata, approvando le prescrizioni che una Commissione tecnica regionale aveva sollecitato. Prescrizioni, che se davvero realizzate, modificherebbero sostanzialmente il Progetto presentato da Enel al punto da non renderlo fattibile (sono ben 53). Sono state date perché il progetto non rispettava i requisiti di legge». Barocci sottolinea che agli appelli del comitato Sos Geotermia «nessun amministratore locale ha dato una risposta, come se non fosse in gioco la vita e la salute dei cittadini e come se non sapessero che nei Comuni sede di impianti geotermici è stato già quantificato un +13% di mortalità, rispetto ai comuni limitrofi e ai comuni della Toscana. Sconcerta poi il fatto che la giunta regionale affidi ai comuni dell’Amiata il compito di controllo delle prescrizioni, senza prevedere al contempo il trasferimento degli strumenti, delle competenze e i tempi. Sembra che i sindaci non si rendano conto delle responsabilità che si assumono – dice Barocci – accettando tranquillamente di essere i controllori senza ricevere gli strumenti di controllo. Se nel frattempo quegli impianti entreranno in funzione e distribuiranno altri tumori e faranno mancare l’acqua potabile alle sorgenti del Fiora, la responsabilità non sarà della Regione Toscana». La giunta regionale ha fatto proprio il contributo dell’Agenzia Regionale di Sanità, la quale in merito all’impatto sanitario rileva che la ricadute delle sostanze emesse dalle centrali geotermiche avvengono “in aree quasi del tutto non abitate”. «C’è un “quasi” significativo, conclude Barocci, alla faccia della salute e di quanto respirato e annusato in questi anni dagli abitanti di Santa Fiora, di Arcidosso e Castel del Piano».

‘UN MONTE D’ACQUA’. Anteprima del documentario sulla geotermia in Amiata

La Coop Trasparenze, col supporto e sostegno dei Comitati di SOS Geotermia, sta lavorando al documentario ‘Un monte d’acqua’ ed ha prodotto un primo video che è una anteprima del lavoro, che è già a buon punto.
La produzione del documentario viene finanziata dalle sottoscrizioni dei sostenitori con il sistema di ‘produzione dal basso‘ e necessita di altri contributi affinché il lavoro possa finalmente concludersi. Per questo invitiamo tutti coloro che hanno a cuore le sorti della magnifica montagna a contribuire prenotando/acquistando un buono di prevendita a 10 euro, che da diritto ad una copia del DVD finale, richiedendolo a:

Buona visione! Sostenete la realizzazione del documentario!

Firenze, 4 settembre 2012. Parere positivo della Commissione Via della Regione sul progetto per la realizzazione della centrale geotermica di Bagnore 4. Un nuovo scempio per la Toscana e l’Italia!

PRENDERESTE UN NUOVO AEREO SAPENDO CHE I TECNICI HANNO PRESCRITTO MODIFICHE ALLA SUA STRUTTURA, PERCHÉ FUORI NORMA E PERICOLOSA?

Per l’Amiata Intera è sempre più concreto il rischio che la Giunta regionale Toscana faccia partire la nuova centrale Enel Bagnore 4, triplicando la potenza installata da 20 a 60 MW, e ciò dopo che il 4 Settembre a Firenze, la commissione tecnica regionale, pur prescrivendo decine e decine di modifiche al progetto presentato da ENEL, ha dato parere positivo alla Valutazione di Impatto Ambientale dello stesso progetto.
Se, nel frattempo,  quegli impianti entrando in funzione  dovessero, per ipotesi, distribuire tumori, avvelenare l’aria, far mancare l’acqua potabile alle sorgenti del Fiora, la responsabilità sarà di altri…In Italia è ormai prassi consolidata, come è avvenuto per le acciaierie di Taranto, per l’amianto sparso a Casale Monferrato, per le diossine distribuite dall’Acna di Cengio…che i tecnici (incaricati all’ultimo minuto) non volendo contraddire le scelte già compiute a priori nelle alte sfere, approvino con riserva la realizzazione di impianti altamente pericolosi per la salute pubblica, ma, volendosi scaricare da responsabilità future, inseriscano ‘a futura memoria’ prescrizioni su prescrizioni.
Quelle numerosissime prescrizioni sono la conferma della illegittimità e pericolosità del progetto presentato, della mancanza di rispetto delle regole da noi sostenute: le prescrizioni non potrebbero essere legittime, se non fossero fondate su evidenti irregolarità, ma tutti sanno che nessuno potrà controllare in futuro se quelle prescrizioni verranno rispettate e in che tempi verranno attuate.
Chi ha, a livello locale e decentrato, i mezzi e le competenze  per compiere le verifiche a posteriori ?
In Amiata la storia si ripete, ma conosciamo i nomi e i cognomi dei Sindaci e degli amministratori regionali che, davanti al dato insopprimibile del + 13% di mortalità dei residenti in comuni  sede di impianti geotermici, hanno già addebitato queste centinaia di morti aggiuntive a particolari “stili di vita” degli amiatini…
Andremo davanti ai giudici e tra la popolazione più convinti di ieri delle nostre ragioni, presentando il conto a chi dovrà pagarlo.
E sarà un conto salato.

Il Tirreno del 10 settembre 2012

Via libera da Firenze a Bagnore 4 in Amiata

AMIATA – Via alla nuova centrale Enel Bagnore 4, che triplica la potenza installata da 20 a 60 MW: lo scorso 4 settembre a Firenze, la commissione tecnica regionale, pur prescrivendo molte modifiche al progetto presentato da Enel, ha dato parere positivo alla Via. E i comitati ambientalisti si scatenano. «Quelle prescrizioni sono la conferma della illegittimità e pericolosità del progetto presentato, della mancanza di rispetto delle regole da noi sostenute: le prescrizioni non potrebbero essere legittime, se non fossero fondate su evidenti irregolarità, ma tutti sanno che nessuno potrà controllare in futuro se quelle prescrizioni verranno rispettate. In Amiata la storia si ripete, ma conosciamo i nomi e i cognomi dei sindaci e degli amministratori regionali che, davanti al +13% di mortalità dei residenti in comuni sede di impianti geotermici, hanno già addebitato queste centinaia di morti aggiuntive a particolari “stili di vita” degli amiatini. Andremo davanti ai giudici e tra la popolazione più convinti di ieri delle nostre ragioni, presentando il conto a chi dovrà pagarlo».

MaremmaNews del 9 settembre 2012

Bagnore 4: “Uno scempio” dicono dal Comitato Sos Geotermia
Il 4 settembre, la Commissione Via della Regione Toscana ha dato parere positivo al progetto per la centrale geotermica Enel di Bagnore 4, ma con numerose prescrizioni ‘a futura memoria’. Il Comitato Sos Geotermia non ci sta.

Monte Amiata – “Un nuovo scempio per la Toscana e l’Italia. Per l’Amiata Intera è sempre più concreto il rischio che la Giunta regionale Toscana faccia partire la nuova centrale Enel Bagnore 4, triplicando la potenza installata da 20 a 60 MW – scrivono tornando all’attacco dal comitato Sos Geotermia – e ciò dopo che il 4 Settembre a Firenze, la commissione tecnica regionale, pur prescrivendo decine e decine di modifiche al progetto presentato da ENEL, ha dato parere positivo alla Valutazione di Impatto Ambientale dello stesso progetto. Se, nel frattempo, quegli impianti entrando in funzione dovessero, per ipotesi, distribuire tumori, avvelenare l’aria, far mancare l’acqua potabile alle sorgenti del Fiora, la responsabilità sarà di altri…In Italia è ormai prassi consolidata, come è avvenuto per le acciaierie di Taranto, per l’amianto sparso a Casale Monferrato, per le diossine distribuite dall’Acna di Cengio…che i tecnici (incaricati all’ultimo minuto) non volendo contraddire le scelte già compiute a priori nelle alte sfere, approvino con riserva la realizzazione di impianti altamente pericolosi per la salute pubblica, ma, volendosi scaricare da responsabilità future, inseriscano ‘a futura memoria’ prescrizioni su prescrizioni. Quelle numerosissime prescrizioni sono la conferma della illegittimità e pericolosità del progetto presentato, della mancanza di rispetto delle regole da noi sostenute: le prescrizioni non potrebbero essere legittime, se non fossero fondate su evidenti irregolarità, ma tutti sanno che nessuno potrà controllare in futuro se quelle prescrizioni verranno rispettate e in che tempi verranno attuate. Chi ha, a livello locale e decentrato, i mezzi e le competenze per compiere le verifiche a posteriori ? In Amiata la storia si ripete, ma conosciamo i nomi e i cognomi dei Sindaci e degli amministratori regionali che, davanti al dato insopprimibile del + 13% di mortalità dei residenti in comuni sede di impianti geotermici, hanno già addebitato queste centinaia di morti aggiuntive a particolari “stili di vita” degli amiatini… Andremo davanti ai giudici e tra la popolazione più convinti di ieri delle nostre ragioni, presentando il conto a chi dovrà pagarlo. E sarà un conto salato” concludono dal Comitato.

Piccoli allarmisti crescono… E’ suonata la sveglia ai consiglieri del versante grossetano

Qualcosa si muove nei consigli comunali di Arcidosso e Castel del Piano.
Due articoli di Cristiano Bernacchi su La Nazione del 24 e 25 agosto, che riportiamo di seguito, riferiscono dei subbugli provocati dalle -seppur timide- posizioni dei consiglieri di minoranza dei due consigli e le preoccupazioni per l’aumento dello sfruttamento geotermico con l’entrata in funzione della progettata centrale Bagnore 4.

Avremmo preferito che le posizioni fossero più decise e, soprattutto, si fosse intervenuti già da tempo considerato che i Comitati amiatini da anni denunciano i rischi e i danni, ma …meglio tardi che mai!

La Nazione – 24 agosto 2012

Opposizione preoccupata per la geotermia
«Ci vorrebbe un’autority con pieni poteri»

ARCIDOSSO CHIESTA LA CONVOCAZIONE DI UN CONSIGLIO COMUNALE
I CONSIGLIERI di opposizione di Arcidosso richiedono un Consiglio comunale: alla luce delle costanti preoccupazioni sullo sfruttamento geotermico amiatino, sollevate da più parti, i consiglieri di opposizione del Comune di Arcidosso richiedono la convocazione del Consiglio Comunale per affrontare l’argomento. Il punto all’ordine del giorno che intendono discutere in Consiglio i tre consiglieri, Michele Nannetti, Alberto Lazzaretti e Donella Garosi, propone di deliberare sulla richiesta alla Regione Toscana, in sede di eventuali concessioni di sfruttamento geotermoelettrico, di porre al gestore fra le altre condizioni anche quella di accettare controlli interni ed esterni all’impianto da parte di una autority che cooperi con l’Arpat. Questa autority dovrebbe essere composta da personale qualificato scelto nell’ambito dei Comuni interessati dallo sfruttamento, tra cui quello di Arcidosso, e dotata di ampi poteri tra cui, quelli ispettivi, sanzionatori e inibitori. La richiesta da parte dei consiglieri cerca di arrivare ad una delibera, da discutere durante il prossimo incontro pubblico in Regione, previsto per il 9 settembre.

La Nazione – 25 agosto 2012

Questione geotermia «Serve un Consiglio»
AMIATA L’OPPOSIZIONE CHIEDE CHIAREZZA
DOPO la proposta dei consiglieri di minoranza di Arcidosso di discutere in Consiglio la questione geotermoelettrica, anche quelli di Castel del Piano fanno la stessa richiesta. Il dibattito sullo sfruttamento geotermico amiatino ed il possibile potenziamento con la centrale di Bagnore4, ha generato forti dubbi nella comunità locale, rinforzati dalle richieste di approfondimento sulle emissioni nocive. L’ultima è quella della comunità buddista Dzogchen di Merigar che esorta cautela e studi certi sui quali far proseguire lo sfruttamento geotermico. Sulla scia delle prese di posizione e richieste di approfondimenti i consiglieri di opposizione di Castel del Piano, richiedono quindi la convocazione di un Consiglio sull’argomento. Il fine dei consiglieri è quello di arrivare ad una deliberazione condivisa per poter richiedere alla Regione che in caso di nuove concessioni ci sia una Autority composta anche da personale qualificato che viva sul territorio. La deliberazione sull’argomento, viene spinta dai consiglieri in vista del vicino incontro pubblico sull’argomento che si svolgerà il 12 settembre in Regione Toscana.

Amiata. Cosa beviamo? -volantino 4 pagine-

rubynettoVisualizza in PDF e scarica tutto il documento  CLICCANDO QUI

Il 15 marzo 2012 abbiamo provveduto a far analizzare un campione delle acque del Monte Amiata, presso il Laboratorio Studio Ambiente di Grosseto. Ecco i risultati:

Importante! Prima di leggere la tabella tenere conto delle seguenti note:
1) Il limite di legge per l’Arsenico è pari a 10 microgrammi/litro, mentre per il Mercurio di 1 microgrammi/litro;
2) Il metodo di rilevazione per l’Arsenico è ‘Apat cnr irsa metodo 3080 A ed 2003’, per il Mercurio ‘Apat cnr irsa metodo 3200 A1 ed.2003’;
3) Le acque di ‘rubinetto’ e delle fontane pubbliche, laddove ‘sforano’ il valore 10, vengono filtrate e miscelate affinché rientrino nel parametro di legge (infatti, ad esempio, l’acqua della ‘cascata’ di Arcidosso -sorgente- ha un valore di 11,1 mentre poi le acque delle utenze di Arcidosso sono tutte sotto il valore 10)
4) Le analisi per il mercurio, effettuate su molti campioni, sono state riportate solo nei 2 casi in cui i valori sono vicini alla soglia della potabilità, mentre negli altri risultano tutti inferiori a 0,2 microgrammi/litro, quindi irrilevanti
5) I 3 poderi segnati con l’asterisco (*) sono serviti dall’acquifero del Monte Labbro e non da quello dell’Amiata

tabelle ns analisiMonte Amiata, aprile 2012

ARSENICO nell’ACQUA: che significa e cosa fare?
Per l’OMS l’ obiettivo è acqua e cibi ad “arsenico zero”,
in Amiata si viaggia verso 10 e oltre

L’arsenico è classificato dall’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (Iarc) come elemento cancerogeno certo di classe 1, cioè tra le sostanze più pericolose e per le quali non esiste un livello minimo di sicurezza e viene posto in diretta correlazione con molte patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute, recenti studi rilevano che l’associazione arsenico/tabacco moltiplicherebbe esponenzialmente il rischio di malattie cardiovascolari, divenendo certo e statisticamente significativo per un valore di 12 microgrammi/litro. Sempre più segnalazioni, inoltre, lo correlano anche ai tumori del fegato e del colon“. E ancora. “L’assunzione cronica di arsenico, soprattutto attraverso acqua contaminata, è indicata da una cospicua e rilevante documentazione scientifica anche quale responsabile di patologie cardiovascolari, neurologiche, diabete di tipo 2, lesioni cutanee, disturbi respiratori, disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche“.

Il limite ammesso dalla legge, oggi, è di 10 microgrammi per litro e per anni in molte zone d’Italia -compreso l’Amiata- si è bevuta acqua con valori ben superiori grazie alle ‘deroghe’ chieste ed ottenute in sede europea con l’impegno che si procedesse ad eliminarne le cause, cosa che non è stata fatta. Oggi, perlomeno, non è più possibile superare quella soglia (che, ricordiamo, è una soglia di compromesso) tant’è che sull’Amiata si è ricorso alla miscelazione delle acque e/o alla realizzazione di costosi filtri (ovviamente a carico dei cittadini sulle bollette), ma queste sono soluzioni tampone che a medio/lungo termine non saranno più sufficienti se i valori di arsenico tenderanno ad aumentare ancora, come prevedibile in questa situazione.

L’Associazione italiana medici per l’ambiente (ISDE) lancia l’allarme e l’appello a “evitare subito l’esposizione a questo elemento tossico soprattutto in due categorie particolarmente fragili, le donne in gravidanza e i bambini”. “La letteratura scientifica internazionale, con sempre maggiori riscontri, tra cui l’EPA (ente per la protezione dai danni ambientali USA)– avvertono infatti gli esperti – evidenzia il legame tra l’esposizione cronica ad acque e alimenti contenenti arsenico in donne in gravidanza e bambini e molte patologie”. Fra i possibili danni da arsenico, gli specialisti elencano per esempio problemi dello sviluppo neurologico, autismo, deficit dell’attenzione e iperattività, disturbi dell’apprendimento, della memoria, della capacita’ di lettura, riduzione del quoziente intellettivo, patologie dell’apparato respiratorio, perdita fetale, aumento dei casi di morte infantile e neoplasie . “L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) – continuano gli esperti – ricorda e auspica come obiettivo di qualità un contenuto di arsenico pari a zero (o al più e in via transitoria di 5 microgrammi/litro) nelle acque destinate a consumo umano, come vera e sicura tutela della salute pubblica. “L’Associazione italiana dei registri tumori (AIRTUM) rileva che i tumori infantili nel nostro Paese sono in costante aumento ed è sempre più evidente il nesso causale tra queste patologie e fenomeni d’inquinamento ambientale.

Istituzioni ed industria continuano a sostenere la ‘naturalità’ del fenomeno nonostante sia ormai accertato l’aumento dei livelli di arsenico nell’acqua in concomitanza con lo sfruttamento geotermico. E’ quindi urgente uscire dall’equivoco, fermare le attività che possono peggiorare la situazione e che si proceda finalmente -come da impegni presi dall’Italia in sede europea- a rimuovere le cause e non a tamponare gli effetti.

I cittadini che pagano in salute e in bolletta l’arsenico nell’acqua,
cosa vogliono fare?
E i nostri amministratori, dai comuni alla regione,
cosa stanno facendo?

Di seguito riportiamo i dati disponibili fino al 2010 sia della USL 9 che dell’Arpat, l’Agenzia regionale per la Protezione Ambientale della Toscana:

USL9_dati_arsenicoarpat_arsenico_acqua_tabella_2001-2010

Arcidosso, 3 gennaio 2012. Assemblea pubblica con il geologo e vulcanologo Andrea Borgia

Sulle pendici del Monte Amiata, ad Arcidosso, lo scorso 3 gennaio, si è svolta un’affollata assemblea pubblica, promossa da SOS Geotermia e dai Comitati Ambientalisti dell’Amiata, durante la quale il prof. Andrea Borgia[1], geologo e vulcanologo di fama internazionale, ha svolto una relazione sui lavori del Comitato Tecnico della Regione Toscana, di cui è componente, e sui problemi creati dall’attuale sfruttamento geotermico, anche in previsione del raddoppio della potenza energetica con l’attivazione di un nuova centrale elettrica ENEL (Bagnore 4 da 40 MW), attualmente in fase di Valutazione di Impatto Ambientale.

Al momento, oltre alle centrali in funzione a Piancastagnaio e a S.Fiora, si stanno effettuando trivellazioni di ricerca anche in tutto il versante occidentale dell’Amiata, dal Monte Labro fino a Scansano.

L’esperto, già membro della Commissione Nazionale della VIA, ha rivelato di essere stato costantemente ostacolato nel suo compito all’interno del Comitato Tecnico Regionale.

Mentre la Regione Toscana ha fatto di tutto per boicottarlo, perché le sue tesi non erano consone alle scelte regionali di sviluppo prioritario dell’attività geotermica, il prof. Borgia è stato chiamato di recente dal Ministero dell’Ambiente degli USA in qualità di ricercatore presso il Lawrence Berkeley National Laborator, per lavorare su progetti geotermici, proprio per i suoi studi sull’Amiata. Ma negli USA la stessa Enel utilizza metodi non impattanti, cioè il sistema binario[2].

Il prof. Borgia sostiene che i rischi per l’Amiata, viste le tecniche attualmente adottate per la coltivazione geotermica, sono gravissimi poiché, da diversi rilievi diretti, è dimostrato il collegamento della falda idrica superficiale – necessaria alla fornitura di acqua potabile – con la falda profonda geotermica, il cui sfruttamento mette a rischio la risorsa potabile.[3] Da quando è iniziato lo sfruttamento dei vapori geotermici, il grande serbatoio di acqua potabile del Fiora si è ridotto, peggiorando notevolmente la qualità delle acque e dimezzando l’altezza della falda che alimenta la galleria di approvvigionamento del Fiora.Per rendere l’idea lo stesso professore ha esemplificato affermando che, fino ad oggi, la Geotermia in Amiata ha consumato tanta acqua potabile sufficiente a dissetare la popolazione mondiale per 100 giorni. Continua a leggere