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STOP ENEL. A Roma 28/30 aprile, assemblea internazionale e sit-in

20130428_stopenel_imgLa Rete STOP ENEL, costituitasi un anno fa, anche quest’anno, in occasione dell’assemblea degli azionisti Enel sarà presente a Roma; anche SOS Geotermia ci sarà alle iniziative programmate. Pubblichiamo l’Appello e la locandina, che possono essere scaricati cliccando qui.

28/30 aprile a Roma, 11 maggio in Amiata!

APPELLO AI TERRITORI
Fermiamo l’energia che opprime le comunità e distrugge l’ambiente

Il 30 aprile si celebrerà a Roma l’assemblea degli azionisti di Enel Spa. Anche quest’anno la multinazionale dell’energia, simbolo di inquinamento e del colonialismo energetico italiano nel mondo, vaglierà i suoi bilanci basati su centrali mega-inquinanti, opere devastanti, impianti costruiti senza il rispetto dei territori e delle comunità.
Dalle mega dighe della Colombia, del Cile, del Guatemala al carbone di Civitavecchia, Brindisi, La Spezia; dal nucleare in Spagna alle rinnovabili di nome e non di fatto, come la geotermia in Toscana e le biomasse sul Pollino; dalle mega centrali dell’Est Europa ai catorci ad olio combustibile di Rossano, Porto Tolle, Montalto di Castro: Enel rappresenta in pieno il modello energetico che ha caratterizzato gli ultimi cinquant’anni di politiche industriali dell’occidente, un modello fallimentare basato sull’esaurimento di risorse naturali, sullo sconvolgimento dell’ecosistema sulla prevaricazione sistematica della volontà, degli interessi e dell’identità delle comunità locali, in Italia come all’estero.
Un modello truffaldino che per Enel come per altri speculatori locali ed internazionali, nell’energia come nelle infrastrutture, nei rifiuti, nella gestione dei beni comuni, si traduce in profitti milionari assicurati dal fatto che i costi, economici e non, non vengono messi nel bilancio aziendale ma vengono pagati dalla collettività.
Ora che la crisi economica sta mettendo in evidenza tutti i limiti di questa logica iniqua e devastante è il momento di ribaltare questo modello energetico, rivedendo considerevolmente i consumi improponibili ed inutili (a fronte di 108000MW istallati, i consumi totali, industriali + domestici, in calo dell’8% sono solo 40.000MW) e mettendo al centro i diritti ed i bisogni reali delle comunità.
La Campagna “Stop Enel” nasce per questo, ha già dato vita a due assemblee internazionali partecipate dai comitati italiani e da rappresentanti delle comunità di tutto il mondo. Un nuovo modello energetico non più calato dall’alto ma costruito a partire dai territori, dalle vertenze decennali che gruppi di cittadini liberi continuano a ravvivare, seppur spesso isolatamente, fermando i progetti o limitandone i danni. Più in generale un modello di sviluppo che tenga conto di tre valori fondamentali oggi calpestati ferocemente in ogni singola vertenza territoriale: la SALUTE, la quale non può più essere posta in secondo piano rispetto a profitti e bilanci; il LAVORO, come strumento di dignità e riscatto, come servizio alle comunità, e non più come strumenti di ricatto e sfruttamento di cose e persone; la DEMOCRAZIA, ovvero l’esigenza che siano le comunità a decidere del proprio destino e del proprio sviluppo.
Per realizzare questo progetto è necessario connettere tutte le vertenze, mettere in condivisione conoscenze ed esperienze, unire le forze per contrastare nel migliore dei modi ogni singolo progetto: fermando la logica infausta che lo giustifica.
Per questo stiamo organizzando tre giorni di discussioni, iniziative ed approfondimenti.
Domenica 28 Aprile si terrà la Seconda Assemblea Internazionale della Campagna Stop Enel in preparazione di tutte le iniziative e del Sit-In di sensibilizzazione che si terrà di fronte alla sede dell’Assemblea degli Azionisti Enel, il 30 Aprile.
Durante la tre giorni si terranno incontri e seminari, tra cui un approfondimento sul ruolo di ENEL e della finanza nel mercato del carbonio europeo (29 Aprile); l’incontro del Coordinamento Nazionale No Carbone; un incontro con soggetti e movimenti che si occupano di altri settori, come quelli sui trasporti, sulle mega-opere, sui rifiuti, sui beni comuni.
Tutti i cittadini, i comitati, i movimenti e le associazioni interessate a queste tematiche sono invitate a prendere parte alla tre giorni.

Rete Stop Enel

Programma
Domenica 28 aprile – ore 10.30-17.30
Seconda Assemblea Internazionale della Campagna Stop Enel
CineTeatro Volturno Occupato – Via Volturno 37
Lunedì 29 aprile
Seminario di approfondimento- ore 10.30 – 13.30
Il ruolo di ENEL nel mercato dei crediti di Carbonio
CineTeatro Volturno Occupato – Via Volturno 37
Pomeriggio: Incontro del Coordinamento Nazionale No Carbone
Martedì 30 aprile – ore 14.00
Sit in STOPENEL durante lo svolgimento dell’assemblea degli azionisti
Di fronte alla sede nazionale di ENEL – Viale Regina Margherita 125

‘Le chiacchiere stanno a zero’. L’11 maggio parlano i cittadini

calling_megaf_ragazza_chiacchiere‘Le chiacchiere stanno a zero’, è un modo di dire che calza perfettamente all’uso di esperti scovati dall’altra parte dell’Atlantico dall’Enel, forse perchè ‘americano’ sembra più autorevole o forse perchè gli scienziati italiani sono più attenti a lasciarsi andare ad esternazioni che ‘certifichino’ l’innocuità della geotermia amiatina (anche se -a onor del vero- lo stesso prof.Horne non dice che sia innocua, sorvola sull’aspetto dell’impatto ambientale e sulla salute per concentrarsi sul prodigio tecnologico delle nuove centrali Enel).
Resta il fatto che i ‘misteriosi’ fenomeni del monte Amiata, come le tonnellate di inquinanti, la mortalità e le malattie in eccesso, la riduzione della falda e l’aumento dell’arsenico, restano e pesano come macigni in capo agli amministratori pubblici che, di fronte a questi fenomeni, anziché attenersi al ‘principio di precauzione’, recentemente ribadito dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) attraverso la sua direttrice Jacqueline McGlade, tacciono o si allineano al coro delle bugie veicolate in questi anni per cercare, inutilmente, altre e improbabili cause.
Dal canto suo il prof.Borgia ci tiene a ribadire la sua posizione, (che riportiamo di seguito, visto che ancora nessun giornale l’ha ripresa) che condividiamo, soprattutto nelle conclusioni: se in Amiata non si possono realizzare impianti sicuri, che allora non se ne facciano!
Questo chiederemo l’11 maggio, ma non solo: chiederemo una diversa politica di sviluppo del territorio, la difesa dei servizi (a cominciare dagli ospedali), il finanziamento di progetti che creino occupazione legati alla bonifica e messa in sicurezza del territorio, il sostegno alle piccole imprese locali e all’agricoltura, la valorizzazione delle risorse ambientali, turistiche, gastronomiche.
Già sono molte le adesioni qualificanti alla giornata dell’11 maggio, segno che la questione del monte Amiata è sentita ben oltre i confini territoriali, anche se i partiti tacciono.
Invitiamo tutti all’iniziativa che dovrà essere, oltre che un chiaro ‘no’ alle centrali, una giornata di incontri e di festa tra i cittadini, amiatini e non.
Il 5 aprile di nuovo Sos Geotermia si incontra con i cittadini per organizzare l’iniziativa dell’11 maggio.

di seguito la risposta del prof.Borgia del 24 marzo al prof.Horne:

Non desidero entrare in una banale polemica con Horne o Montemaggi, né sostenere tesi ambientaliste. Io sono favorevole alla geotermia, ma penso che debba essere utilizzata nel rispetto della salute degli abitanti e dell’ambiente. Sono certo che Horne e Montemaggi pensano esattamente come me. Per questo credo che non siano stati informati adeguatamente. Ma veniamo al dunque: gli impatti ambientali delle centrali geotermiche amiatine, sollevati dai Comitati, sono evidenziati nelle pubblicazioni scientifiche e nei documenti della Regione Toscana, di Arpat, dei Tribunali e di Enel stessa. Tali impatti sono generati, come per altro ampiamente indicato nelle lezioni di geotermia dell’ONU, dal fatto che Enel ha ridotto di 5-10 volte la pressione originaria dei campi geotermici e pertanto di oltre 300 m il livello della falda acquifera potabile. Montemaggi ha ragione quando dice che la falda negli anni ’60 era alla stessa quota di quella attuale, perché tale riduzione di pressione è stata indotta dal 1959 ai primissimi anni ’60 – se quindi ben sapeva che la falda era bassa, non si capisce però come mai Enel prima del 2010 nelle perizie giurate abbia sempre sostenuto che essa doveva trovarsi ad una quota molto superiore –. Ha ragione quando afferma che “una volta individuata la risorsa geotermica possiamo parlare di tecnologie”: i fluidi geotermici individuati in Amiata sono talmente carichi di sostanze tossico-nocive che solo utilizzando centrali a ciclo binario con la reiniezione totale (anche dei gas incondensabili) e con il mantenimento della pressione originaria dei campi geotermici può essere ipotizzata la geotermia. Horne stesso nella sua risposta non esclude che il ciclo binario possa essere utilizzato, come peraltro è utilizzato anche alle Hawaii su fluidi ad alta entalpia.
Chi ha detto a Montemaggi e Horne che le emissioni dalla centrali a ciclo binario sarebbero le stesse delle centrali attuali e in progetto? Non sanno che queste ultime oltre ai gas incondensabili (5-10% del totale) emettono in atmosfera fino a quasi 3/4 del fluido geotermico estratto (più di 300 tonnellate/ora fluidi!)? Se questa esorbitante quantità di fluidi tossico-nocivi non fosse spruzzata in atmosfera insieme ai gas incondensabili in prossimità di case e paesi, le emissioni di gas incondensabili risulterebbero probabilmente fuorilegge anche utilizzando gli abbattitori! Non sono al corrente che, avendo depressurizzato i campi geotermici, le sostanze tossiche dei fluidi estratti sono “distillate” dalle rocce sottostanti e salgono ad inquinare l’acquifero dell’Amiata? Non sono al corrente che la subsidenza indotta dalla depressurizzazione potrebbe essere ritenuta responsabile del cedimento del ponte sul Fiume Paglia? Montemaggi non è stato informato che i documenti ufficiali della Regione Toscana oltre a gran parte delle pubblicazioni scientifiche ed ai dati Enel affermano come vi sia interferenza tra il sistema idrotermale e l’acquifero potabile? Che le centrali geotermiche non hanno alcun monitoraggio in continuo delle emissioni sotto il controllo dell’Arpat? Non ricorda le almeno tre eruzioni dai campi geotermici indotte da Enel che hanno distrutto case, animali e piante? Non ha letto come l’Ars affermi che nei paesi geotermici dell’Amiata, negli ultimi 30 anni, vi sono stati almeno 700 morti in più di quelli attesi? Non è stato informato che all’Amiata, appunto negli ultimi 30 anni, l’unica attività industriale con un significativo impatto ambientale è stata la geotermia, che il principio di precauzione è legge, che non è accettabile barattare l’efficienza energetica con la salute?
Se Montemaggi e Horne sostengono che le centrali a ciclo binario non possano essere in nessun caso utilizzate all’Amiata (contrariamente a quanto affermato dagli altri operatori geotermici e da molti scienziati italiani oltre che dal sottoscritto), vogliono in realtà suggerire che sarebbe meglio chiudere le centrali attuali perché obsolete? Sono certo che questa decisione troverebbe d’accordo forse tutti gli abitanti dell’Amiata ed il mezzo milione di persone che ne bevono le acque ormai degradate.

La Nazione del 4 aprile 2013

Sos Geotermia, arrivano anche le proposte di sviluppo
AMIATA UN INCONTRO PER PREPARARSI ALLA MANIFESTAZIONE DI MAGGIO DAVANTI A BAGNORE-3
E’ FISSATO per domani l’incontro promosso dal comitato Sos Geotermia in attesa della manifestazione nazionale del prossimo 11 maggio. «Per la manifestazione dicono al comitato sono già numerose le adesioni e tutti si augurano che la partecipazione sia massiccia per una causa che sta sempre più coinvolgendo i cittadini del territorio. Su Internet già circola una lunga lista di nomi dei comitati che hanno aderito all’iniziativa. Da don Gallo e la Comunità di San Benedetto al Porto (Ge) ai Cobas, dal Forum nazionale dei Movimenti per l’acqua alla federazione nazionale dell’Unione sindacale di base. Una chiamata per tutti che parte dall’Amiata, non a caso il nome dell’iniziativa è «Amiata Calling». Per l’appuntamento di domani, è prevista una prima pianificazione della manifestazione di maggio con il comitato organizzatore che informerà la cittadinanza sull’iniziativa. Cosa c’è di nuovo nelle rivendicazioni del comitato, oltre alla notoria posizione antigeotermica sull’Amiata? E’ lo stesso comitato che comunica per cosa scenderà in piazza (metaforicamente perché la manifestazione di maggio si svolgerà davanti alla centrale di Bagnore-3) oltre alla richiesta di cambiare rotta sulla geotermia, con moratoria. «L’11 maggio si parlerà di una diversa politica di sviluppo del territorio, di difesa dei servizi a partire dagli ospedali, di finanziamenti su progetti che creino occupazione legati alla bonifica e messa in sicurezza del territorio, di sostegno alle piccole e medie imprese e all’agricoltura. Quindi una manifestazione che ha si il sapore della lotta verso l’utilizzo delle risorse geotermiche, ma anche con l’obiettivo di proporre alternative e nuove politiche di intervento sul territorio dell’Amiata. C.B.

GoNews.it del 30 marzo 2013

Arcidosso
SOS Geotermia: “L’11 maggio parlano i cittadini. Adesso le chiacchiere stanno a zero”
Il coordinamento dei movimenti amiatini: “L’Enel scova esperto oltre Atlantico per certificare l’innocuità dei loro impianti”

…segue il comunicato integrale

Il Tirreno del 7 aprile 2013

GEOTERMIA: IL DIBATTITO  SERVONO INFORMAZIONI ADEGUATE
IL PROFESSOR BORGIA Horne e Montemaggi ignorano alcuni dati sull’Amiata: qui è doveroso usare altre tecnologie
di ANDREA BORGIA*
Non desidero entrare in una banale polemica con Horne o Montemaggi, né sostenere tesi ambientaliste. Io sono favorevole alla geotermia, ma penso che debba essere utilizzata nel rispetto della salute degli abitanti e dell’ambiente. Sono certo che Horne e Montemaggi pensano esattamente come me. Per questo credo che non siano stati informati adeguatamente. Ma veniamo al dunque: gli impatti ambientali delle centrali geotermiche amiatine, sollevati dai Comitati, sono evidenziati nelle pubblicazioni scientifiche e nei documenti della Regione Toscana, di Arpat, dei Tribunali e di Enel stessa. Tali impatti sono generati, come per altro ampiamente indicato nelle lezioni di geotermia dell’Onu, dal fatto che Enel ha ridotto di 5-10 volte la pressione originaria dei campi geotermici e pertanto di oltre 300 m il livello della falda acquifera potabile. Montemaggi ha ragione quando dice che la falda negli anni ‘60 era alla stessa quota di quella attuale, perché tale riduzione di pressione è stata indotta dal 1959 ai primissimi anni ‘60. Ha ragione quando afferma che «una volta individuata la risorsa geotermica possiamo parlare di tecnologie»: i fluidi geotermici individuati in Amiata sono talmente carichi di sostanze tossico-nocive che solo utilizzando centrali a ciclo binario con la reiniezione totale (anche dei gas incondensabili) e col mantenimento della pressione originaria dei campi geotermici può essere ipotizzata la geotermia. Horne stesso nella sua risposta non esclude che il ciclo binario possa essere utilizzato, come peraltro è utilizzato alle Hawaii su fluidi ad alta entalpia. Chi ha detto a Montemaggi e Horne che le emissioni dalla centrali a ciclo binario sarebbero le stesse delle centrali attuali e in progetto? Non sanno che queste ultime oltre ai gas incondensabili (5-10% del totale) emettono in atmosfera fino a quasi 3/4 del fluido geotermico estratto (più di 300 tonnellate / ora fluidi!)? Se questa esorbitante quantità di fluidi tossico-nocivi non fosse spruzzata in atmosfera insieme ai gas incondensabili in prossimità di case e paesi, le emissioni di gas incondensabili risulterebbero probabilmente fuorilegge anche utilizzando gli abbattitori! Non sono al corrente che, avendo depressurizzato i campi geotermici, le sostanze tossiche dei fluidi estratti sono “distillate” dalle rocce sottostanti e salgono a inquinare l’acquifero dell’Amiata? Non sono al corrente che la subsidenza indotta dalla depressurizzazione potrebbe essere ritenuta responsabile del cedimento del ponte sul Fiume Paglia? Montemaggi non è stato informato che i documenti ufficiali della Regione Toscana oltre a gran parte delle pubblicazioni scientifiche ed ai dati Enel affermano come vi sia interferenza tra il sistema idrotermale e l’acquifero potabile? Che le centrali geotermiche non hanno alcun monitoraggo in continuo delle emissioni sotto il controllo dell’Arpat? Non ha letto come l’Ars affermi che nei paesi geotermici dell’Amiata, negli ultimi 30 anni, vi sono stati almeno 700 morti in più di quelli attesi? Non è stato informato che all’Amiata, appunto negli ultimi 30 anni, l’unica attività industriale con un significativo impatto ambientale è stata la geotermia, che il principio di precauzione è legge, che non è accettabile barattare l’efficienza energetica con la salute? Se Montemaggi e Horne sostengono che le centrali a ciclo binario non possano essere utilizzate in Amiata (contrariamente a quanto affermato dagli altri operatori geotermici e da molti scienziati italiani oltre che dal sottoscritto), vogliono in realtà suggerire che sarebbe meglio chiudere le centrali attuali perché obsolete? Sono certo che questa decisione troverebbe d’accordo forse tutti gli abitanti dell’Amiata.
*Geologo e vulcanologo Società Edra

‘AMIATA CALLING’: L’Amiata chiama! L’11 maggio una giornata di lotta in difesa della montagna

20130511_locandina_finale_72_600_imgMentre l’Enel continua a lavorare al cosiddetto ‘Piano di riassetto di Piancastagnaio’ e dopo gli annunci trionfalistici sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento SOS Geotermia si è riunito il 21 marzo us in assemblea pubblica, peraltro partecipatissima, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi il giorno 11 maggio prossimo.
Su impulso dei cittadini e dei comitati, SOS Geotermia ha redatto un appello nazionale, che riportiamo di seguito, a cui hanno già dato significativa adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali.
Primo firmatario è Don Gallo che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere ‘partigiani dell’Amiata e difendere la Terra’, seguono adesioni di rilievo nazionale come il
Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, ATTAC, l’USB ed i Cobas; l’elenco è lungo e ‘qualificato’, contando che ancora non è avvenuto il lancio dell’iniziativa.
Da oggi lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi, partiti, ecc. invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata.
Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata a partecipare al prossimo incontro che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio.

Di seguito l’appello e le prime adesioni:

SCARICA IL VOLANTINO FRONTE/RETRO CON IL PROGRAMMA E LE ADESIONI

SCARICA LA LOCANDINA CON L’APPELLO IN FORMATO A3 (colori e bianco/nero, file zippato 11,6 Mb) oppure in FORMATO A4 (colori e bianco/nero, file zippato 5,6 Mb)

AMIATA CALLING: GIU’ LE MANI DALLA NOSTRA TERRA!

> Contro il saccheggio del territorio in nome del profitto di pochi
> Per la valorizzazione delle risorse naturali, culturali e ambientali. Per ridurre le morti da avvelenamento ambientale, le morti sul lavoro, la riduzione del servizio sanitario e degli ospedali e per il rilancio di una cultura della vita sana, delle cure gratuite e garantite per tutti.
> Contro la privatizzazione dei servizi, dei beni comuni, dell’acqua e per la difesa e rilancio di una economia ecosostenibile.
> Per la politica al servizio delle popolazioni per rivendicare il diritto a decidere su come utilizzare l’energia che serve al territorio.
> Contro le produzioni inquinanti, la falsa green economy, il consumo di suolo, l’avvelenamento dell’acqua e dell’aria,
> Per il rilancio di un programma nazionale di bonifica, messa in sicurezza e difesa idrogeologica del territorio che crei prevenzione e occupazione permanente.

IL MONTE AMIATA -la montagna sacra, cuore dell’Italia- DIVENTI IL CENTRO DA CUI RIPARTIRE PER LE LOTTE COMUNI

La geotermia sul monte Amiata non è né pulita, né rinnovabile, né innocua, come dimostrato dalle stesse ricerche effettuate dalla Agenzia Regionale di Sanità:
-tonnellate di inquinanti fuoriescono dalle centrali geotermiche che concorrono a contaminare aria, terreno e falde ed entrano nel ciclo alimentare fino all’uomo;
-incremento della mortalità rispetto alle aree limitrofe e al resto della Toscana con un aumento statisticamente significativo del +13% per gli uomini e altre gravi patologie.
-depauperamento e inquinamento -soprattutto da arsenico- del bacino idropotabile amiatino con il rischio concreto della sua scomparsa e/o impossibilità per l’uso potabile;
-Diciamo basta alle centrali geotermiche Enel in Amiata, ma anche alle possibili future autorizzazioni ad altre compagnie!

FERMIAMOLI ORA, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI!
MORATORIA IMMEDIATA DI TUTTA L’ATTIVITA’ GEOTERMICA IN AMIATA!
L’11 MAGGIO 2013 TUTTI IN AMIATA
PER UNA GIORNATA NAZIONALE DI MOBILITAZIONE
A DIFESA DELLA NOSTRA TERRA

Questo il programma della giornata:

dalle 10,30 alle 12,30 ad Arcidosso (GR) in Piazza Indipendenza: L’Amiata accoglie i comitati, assemblea/incontro in piazza
– alle 14,00 in Località Aiuole, a pochi km tra Arcidosso e S.Fiora, Concentramento e Corteo fino al cantiere della centrale geotermica di Bagnore 4
– dalle 16,30 ad Arcidosso (GR) in Piazza Indipendenza, Manifestazione/Assemblea con interventi e testimonianze sulle varie esperienze di lotta dei comitati e associazioni partecipanti
– dalle ore 18,00: Festa e musica in piazza

Adesioni ad oggi:

> Don Gallo e la Comunità San Benedetto al Porto (GE)
> Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
> Comitato nazionale Stop Enel. Per un nuovo modello energetico
> Forum Ambientalista nazionale
> USB Unione Sindacale di Base, federazione Nazionale
> Confederazione COBAS
> ATTAC Italia
> Medicina Democratica Toscana
> Comitato Nazionale contro Fotovoltaico ed Eolico nelle Aree Verdi e Naturali
> Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua
> Federazione Toscana del partito dei CARC
> Ola – Organizzazione Lucana Ambientalista (No Triv)
> Assemblea Siena Beni Comuni (SI)
> DAS (Dimensione Autonoma Studentesca) di Siena
> Unione Sindacale di Base USB federazione di Grosseto
> Forum Ambientalista di Grosseto (GR)
> Comitato Beni Comuni Val di Cecina (Li/Pi)
> Carc, Abbadia San Salvatore (Si)
> Comitato Ambiente Amiata, Abbadia San Salvatore (SI)
> Lista Civica Per Abbadia, Abbadia San Salvatore (SI)
> Lista di Cittadinanza Prospettiva Comune, Piancastagnaio (SI)
> Comitato Difesa Ambiente Paesaggio Acquapendente (VT)
> SpeziaViaDalCarbone Comitato di cittadini (SP)
> Associazione di amicizia con il popolo Mapuche, Como
> Aldo Zanchetta, Fondazione Neno Zanchetta, Lucca
> ATTAC Roma
> ATTAC Chianti-Valdelsa
> Forum Cittadini del Mondo R.Amarugi, Grosseto
> ATTAC Vercelli
> Comitato Acqua Bene Comune di Vercelli
> Francesco Biagi, progetto Rebeldia, Pisa
> Associazione Yaku, Roma
> Comitato Beni Comuni di Manciano (Gr)
> Associazione Sanremo Sostenibile, Sanremo (IM)
>  Partito Comunista dei Lavoratori, Provincia di Grosseto
> Campagna Difesa del Latte Materno
> Comitato NO TUNNEL TAV Firenze
> Partito della Rifondazione Comunista – Federazione di Grosseto
> Partito della Rifondazione Comunista – Circolo di Santa Fiora e Amiata (GR)
> Spazi Liberati Firenze-Prato-Pistoia
> ALBA Grosseto
> Comitato Valdelsa – Comitato per la tutela e la difesa della Valdelsa
> Centro Donna di Grosseto
> Comitato Difensori della Toscana, Casole d’Elsa (SI)
> MPL Movimento Popolare di Liberazione
> Associazione Il Mulino, Abbadia San Salvatore (SI)
> Coordinamento Salviamo le Apuane
> Coordinamento dei Comitati e Associazioni Ambientali Provincia di Grosseto
> RETE AMBIENTALE VALDISIEVE (Associazione Valdisieve, Associazione Vivere in Valdisieve e Comitato Valdisieve)
> Associazione Re:Common
> Circolo Sinistra Ecologia e Libertà Amiata grossetana
> Associazione Vivamazzonia
> OGM Gruppo d’Opinione in Movimento di Pitigliano
> Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio, Toscana
> Comitato per la Difesa della Val D’Asso, S.Giovanni D’Asso
> Comitato per la Val D’orcia, l’Amiata e le Crete Senese
> Movimento 5 Stelle Grosseto
> Maremma Libertaria rivista on line Massa Marittima-Siena ex O.P.
> Italia Nostra – Consiglio Regionale Toscano
> Italia Nostra – sezioni di Grosseto e Siena
> perUnaltracittà – lista di cittadinanza, Firenze
> l’Altracittà – giornale della periferia, Firenze
> WWF Italia
> Comitato Non A Tutti I Costi Biogas, San Quirico d’Orcia
> Movimento 5 Stelle gruppo di Abbadia San Salvatore
> Comitato Acqua Bene Comune di Pistoia
> Movimento Rifiuti Zero, Toscana
> Associazione Ambiente e Futuro, Toscana
> Rete Ambientale della Versilia
> Movimento 5 Stelle gruppo di Montalcino
> Amici dei bagni di Petriolo
> Associazione Radicondoli Municipio Nuovo
> Associazione A Sud
> Associazione culturale Arci Veltha di Elmo, Sorano
> CRA – Comitato Risanamento Ambientale, Guidonia (RM)
> CISA (coordinamento interregionale Umbria-Lazio salvaguardia Alfina)
> Coordinamento regionale umbro sulle energie rinnovabili
> Comitato in Difesa Paesaggio – Camugnano (Bo)
> Gruppo di Piancastagnaio attivisti e simpatizzanti M5S
> Cinzia Bottene, consigliera comunale, Lista Civica Vicenza Libera No Dal Molin
> SEL Federazione Grosseto
> Comitato Rifiuti Zero Mugello

 

La Nazione del 25 aprile 2013

I comitati non si fermano «Amiata Calling» va avanti
In aumento le adesioni per la manifestazione di maggio
GEOTERMIA DEFINITO IL CALENDARIO CON MOMENTI DI FESTA
AMIATA CALLING: fervono i lavori per la manifestazione nazionale di sabato 11 maggio. I movimenti per l’Amiata, coordinati dal comitato SoS Geotermia, stanno da tempo organizzando una giornata di mobilitazione nazionale per dare voce alle loro preoccupazioni sullo sfruttamento geotermico. Il calendario della giornata prevede un’assemblea dei comitati alle 10.30 in piazza Indipendenza ad Arcidosso, un corteo alle14 che si snoderà tra Le Aiuole e la centrale geotermica (nella foto i lavori per Bagnore 4), una manifestazione alle 16.30 ad Arcidosso e dalle 18.30 in poi al Castello Aldobrandesco e in piazza Cavallotti «dibattiti, interventi, testimonianze, artigianato, musica e altre attività», dicono gli organizzatori. Molte le adesioni a questa iniziativa, da Don Gallo e la comunità di san Benedetto al Porto di Genova, al Wwf, al Forum per l’acqua. Questi ultimi sono di recente stati presenti, ad una delle riunioni dei comitati amiatini. Durante l’incontro sono stati discussi i temi che accomunano i comitati. Per far sì che le esigenze espresse dai movimenti che in tutta Italia cercano sistemi alternativi di sviluppo, di sfruttamento energetico e delle risorse naturali, dice Valerio del Forum per l’acqua, «non basta essere solidali gli uni con gli altri ma occorre riflettere sulle spinte interiori che animano i movimenti e imparare reciprocamente». Lorenzo, di Amiata autogestita, Onlus che ha sede ad Arcidosso, parla di «maggioranza fatta di minoranze e da qui il dibattito si apre sulla necessità di includere sempre più la cittadinanza amiatina nelle attività dei comitati, perché ad oggi il problema non sembra essere sentito dalla totalità della popolazione locale». Per informazioni sull’evento visitare la pagina Facebook di SoS Geotermia e il sito sosgeotermia.noblogs.org.

La Nazione del 19 aprile 2013

Manifestazione anti geotermia. Pronto il calendario della giornata
«GIÙ LE MANI dalla nostra terra»: si chiama così la manifestazione organizzata dal coordinamento Sos Geotermia in programma l’11 maggio. La mobilitazione è promossa dai cittadini e dai comitati per protestare contro l’utilizzo delle risorse geotermiche sul Monte Amiata. Alle 10.30 è in programma, in piazza Indipendenza ad Arcidosso, l’assemblea dei comitati. Alle 14 il corteo si sposterà verso la centrale di Bagnore 3, dove dovrà sorgere la super-centrale Bagnore 4. Alle 16.30 sono in cartellone interventi e testimonianze in piazza Indipendenza e a partire dalle 18.30 musica, artigianato e baratto-mercato in piazza Cavallotti e al castello Aldobrandesco.

Il Cittadino online dell’8 aprile 2013

Gli ambientalisti amiatini si riuniscono in un “supercomitato”
La molla che ha spinto a questa azione è stato l’avvio dei lavori per la realizzazione della centrale geotermica Bagnore 4
di Fabrizio Pinzuti
PIANCASTAGNAIO – Particolarmente attivi in questi ultimi tempi i comitati per la difesa dell’ambiente che non solo si sono riuniti in un supercomitato denominato SOS Geotermia, Coordinamento dei movimenti per l’Amiata, ma che hanno anche infittito la loro opera di informazione e di comunicazione con la loro email sos-geotermia@bruttocarattere.org.
La molla che ha fatto scattare la maggiore ricerca di incisività presso l’opinione pubblica da parte del movimento è stato l’inizio dei lavori della nuova centrale geotermica di Bagnore 4, vista come un ulteriore espansione  dell’attività dell’Enel e come un attentato o un impadronirsi dell’Amiata e delle sue risorse, non senza la complicità o la negligenza delle amministrazioni locali, richiamate continuamente a svolgere un’opera di sorveglianza sull’operato del colosso dell’energia. Significativo in proposito il titolo del primo documento emesso, “giù le mani dalla nostra terra”, qui di seguito ripercorso nelle linee fondamentali: “Nonostante il ricorso pendente al TAR e nonostante il crescente allarme tra la popolazione, nel silenzio complice degli amministratori, l’Enel il 7 marzo ha dato il via al cantiere della centrale Bagnore 4 che, se realizzata, triplicherà la potenza dell’esistente Bagnore 3 (20 MW) fino a 60 MW. Pure il rinnovato interesse da parte dei media nazionali che hanno evidenziato tutte le problematiche legate alla geotermia amiatina, non è valso a far sì che da parte delle amministrazioni si aprisse un tavolo di verifica ed approfondimento sulla questione. Il Coordinamento SOS Geotermia, oltre ad aver immediatamente allertato gli avvocati per intraprendere ogni eventuale iniziativa possibile sul piano legale, ha immediatamente deciso che non c’è più tempo da perdere ed annuncia l’indizione di una manifestazione a carattere nazionale da realizzarsi sul monte Amiata il prima possibile e che abbia come temi l’immediata sospensione dei lavori della centrale di Bagnore 4 e dei cantieri del cosiddetto ‘piano di riassetto’ di Piancastagnaio”. L’iniziativa non è isolata e rientra nel disegno più vasto di andare “contro il saccheggio del territorio in nome del profitto di pochi. Per la valorizzazione delle risorse naturali, culturali e ambientali. Per ridurre le morti da avvelenamento ambientale, le morti sul lavoro, la riduzione del servizio sanitario e degli ospedali e per il rilancio di una cultura della vita sana, delle cure gratuite e garantite per tutti. Contro la privatizzazione dei servizi, dei beni comuni, dell’acqua e per la difesa e rilancio di una economia ecosostenibile. Per la politica al servizio delle popolazioni, per rivendicare il diritto a decidere su come utilizzare l’energia che serve al territorio. Contro le produzioni inquinanti, la falsa green economy, il consumo di suolo, l’avvelenamento dell’acqua e dell’aria. Per il rilancio di un programma nazionale di bonifica, messa in sicurezza e difesa idrogeologica del territorio che crei prevenzione e occupazione permanente”. Si denuncia anche l’insistenza “nel ricatto lavoro/salute, laddove si annuncia che i lavori inziali vengono affidati ad una ditta di Abbadia S.S., nel maldestro tentativo di dividere i cittadini tra loro e tra ‘campanili’ o, come per Floramiata, voler far credere che più geotermia porti più occupazione”. Non ci sono note per il momento reazioni né da parte dell’Enel né da parte delle amministrazioni locali, eccezion fatta per alcune puntualizzazioni del sindaco Verdi di Santa Fiora, sulle quali saremo più esaurienti nei prossimi giorni.

La Nazione del 27 marzo 2013

Sos Geotermia non dà tregua. Incontro per decidere la manifestazione
AMIATA. MENTRE L’ENEL continua a lavorare al cosiddetto Piano di riassetto di Piancastagnaio e dopo gli annunci sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento Sos Geotermia si è riunito in un’assemblea pubblica, peraltro molto partecipata, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi l’11 maggio. Su impulso dei cittadini e dei comitati, Sos Geotermia ha lanciato un appello nazionale a cui hanno già dato adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali. «PRIMO firmatario docono al comitato è don Gallo, che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere partigiani dell’Amiata e difendere la Terra», seguono adesioni di rilievo nazionale come il Forum italiano dei Movimenti per l’acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, Ata, l’Usb ed i Cobas. «L’elenco è lungo e qualificato incalza Sos Geotermia contando che ancora non è avvenuto l’annuncio ufficiale dell’iniziativa». «DA OGGI concludono lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi e partiti, invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata. Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata a partecipare al prossimo incontro che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio».

Contropiano.it del 27 marzo 2013

Amiata Calling! L’Amiata chiama! L’11 maggio una giornata di lotta in difesa della montagna
Mentre l’Enel continua a lavorare al cosiddetto ‘Piano di riassetto di Piancastagnaio’ e dopo gli annunci trionfalistici sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento SOS Geotermia si è riunito il 21 marzo us in assemblea pubblica, peraltro partecipatissima, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi il giorno 11 maggio prossimo.
Su impulso dei cittadini e dei comitati, SOS Geotermia ha redatto un appello nazionale, che riportiamo di seguito, a cui hanno già dato significativa adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali.
Primo firmatario è Don Gallo che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere ‘partigiani dell’Amiata e difendere la Terra’, seguono adesioni di rilievo nazionale come il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, ATTAC, l’USB ed i Cobas; l’elenco è lungo e ‘qualificato’, contando che ancora non è avvenuto il lancio dell’iniziativa.
Da oggi lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi, partiti, ecc. invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata.
Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata a partecipare al prossimo incontro che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio.

SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata –
…segue l’Appello

Gonews.it del 27 marzo 2013

AMIATA
SOS Geotermia chiama a raccolta l’11 maggio i suoi sostenitori per una mobilitazione nazionale
Una giornata di lotta in difesa della montagna che già conta numerose adesioni. Prossima assemblea il 5 aprile
Mentre l’Enel continua a lavorare al cosiddetto ‘Piano di riassetto di Piancastagnaio’ e dopo gli annunci trionfalistici sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento SOS Geotermia si è riunito il 21 marzo us in assemblea pubblica, peraltro partecipatissima, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi il giorno 11 maggio prossimo.
Su impulso dei cittadini e dei comitati, SOS Geotermia ha redatto un appello nazionale, che riportiamo di seguito, a cui hanno già dato significativa adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali.
Primo firmatario è Don Gallo che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere ‘partigiani dell’Amiata e difendere la Terra’, seguono adesioni di rilievo nazionale come il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, ATTAC, l’USB ed i Cobas; l’elenco è lungo e ‘qualificato’, contando che ancora non è avvenuto il lancio dell’iniziativa.
Da oggi lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi, partiti, ecc. invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata.
Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata a partecipare al prossimo incontro che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio.
Fonte: SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata

Maremma News del 26 marzo 2013

Giornata di lotta in difesa per l’Amiata
Amiata: Mentre l’Enel continua a lavorare al cosiddetto ‘Piano di riassetto di Piancastagnaio’ e dopo gli annunci trionfalistici sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento SOS Geotermia – scrivono i suoi esponenti – si è riunito il 21 marzo us in assemblea pubblica, peraltro partecipatissima, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi il giorno 11 maggio prossimo.
Su impulso dei cittadini e dei comitati, SOS Geotermia ha redatto un appello nazionale, di seguito riportato, a cui hanno già dato significativa adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali.
“Primo firmatario è Don Gallo che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere ‘partigiani dell’Amiata e difendere la Terra’, seguono adesioni di rilievo nazionale come il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, ATTAC, l’USB ed i Cobas; l’elenco è lungo e ‘qualificato’, contando che ancora non è avvenuto il lancio dell’iniziativa. Da oggi lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi, partiti, ecc. invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata”, continuano gli esponenti. Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata – conclude il comitato SOS Geotermia – a partecipare al prossimo incontro, concludono,  che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio”.

PrimaPaginaChiusi.it del 26 marzo 2013

SOS GEOTERMIA AMIATA. L’11 MAGGIO GIORNATA DI MOBILITAZIONE
IN UN COMUNICATO STAMPA IL COMITATO AMIATINO ANNUNCIA L’INIZIATIVA: ” INVITIAMO TUTTI I CITTADINI DELL’AMIATA A PARTECIPARE AL PROSSIMO INCONTRO CHE SI TERRÀ IL 5 APRILE E A COLLABORARE CON IL COORDINAMENTO PER LA RIUSCITA DELLA GIORNATA DELL’11 MAGGIO

Prosegue senza soste la “battaglia” sull’Amiata del Comitato SOS geotermia che il 21 marzo si è riunito in assemblea pubblica e ha deciso una giornata di mobilitazione l’11 maggio.
Riceviamo e pubblichiamo il relativo comunicato stampa:
‘AMIATA CALLING’: L’Amiata chiama! L’11 maggio una giornata di lotta in difesa della montagna
Mentre l’Enel continua a lavorare al cosiddetto ‘Piano di riassetto di Piancastagnaio’ e dopo gli annunci trionfalistici sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento SOS Geotermia si è riunito il 21 marzo us in assemblea pubblica, peraltro partecipatissima, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi il giorno 11 maggio prossimo. Su impulso dei cittadini e dei comitati, SOS Geotermia ha redatto un appello nazionale, che riportiamo di seguito, a cui hanno già dato significativa adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali. Primo firmatario è Don Gallo che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere ‘partigiani dell’Amiata e difendere la Terra’, seguono adesioni di rilievo nazionale come il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, ATTAC, l’USB ed i Cobas; l’elenco è lungo e ‘qualificato’, contando che ancora non è avvenuto il lancio dell’iniziativa. Da oggi lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi, partiti, ecc. invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata. Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata a partecipare al prossimo incontro che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio”.

Corriere di Maremma del 24 marzo 2013

L’11 maggio manifestazione anti-geotermia
ARCIDOSSO. Sos Geotermia ha organizzato l’11 maggio una giornata di mobilitazione per chiedere la “moratoria immediata di tutta l’attività geotermica in Amiata” Questo il programma della giornata: dalle 10,30 alle 12,30 ad Arcidosso, piazza Indipendenza, incontro con i comitati , i movimenti e le associazioni; alle 14,00 in Località Aiuole, a pochi km da Arcidosso e S.Fiora, concentramentoecorteofino al cantiere della centrale geotermica di Bagnore 4; dalle 16,30 ad Arcidosso, in piazza Indipendenza, manifestazione/assemblea con interventi e testimonianze sulle varie esperienze di lotta in difesa del territorio e dei beni comuni;inconclusionedigiornata,dalle ore 18,00, festa e musica in piazza.

La Nazione del 23 marzo 2013

I comitati non mollano Pronta la mobilitazione
UN INCONTRO con tanto pubblico quello di Arcidosso. Un incontro che ha definito una data certa: l’11 maggio dal comune di Arcidosso partirà la mobilitazione nazionale di protesta contro lo sfruttamento geotermico. Al «circolino» di San Lorenzo, dove era in programma l’assemblea organizzata dal coordinamento Sos geotermia, si sono presentati membri dei vari comitati ambientalisti e cittadini preoccupati sulle ripercussioni che lo sfruttamento di queste risorse potrebe avere sulla salute pubblica. L’assenza dei rappresentanti delle istituzioni non è passata inosservata. Un incontro organizzato per creare un confronto sui temi della salute e sulle conseguenze legate alla realizzazione delle centrali geotermiche sul Monte Amiata. La voglia di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni si è rafforzata dopo che Enel Green Power ha annunciato l’avvio dei lavori per Bagnore 4, tra i comuni di Arcidosso e Santa Fiora. «E’ stato — spiega Roberto Barocci — un incontro partecipato e un’occasione sia per ribadire la nostra contrarietà allo sfruttamento delle risorse geotermiche, sia per definire il percorso che porterà alla manifestazione nazionale dell’11 maggio. Abbiamo deciso — aggiunge Barocci — che la mobilitazione partirà dalla piazza centrale di Arcidosso dove in mattinata è in programma un’assemblea che vedrà la presenza anche di associazioni nazionali, poi ci sarà un corteo che, passando dalla località Aiuole arriverà al sito della centrale Bagnore4. Lì, il coordinamento Sos geotermia, denuncerà ancora una volta i dati allarmanti che derivano dallo sfruttamento geotermico del territorio.

‘Quindici uomini sulla cassa del morto’. Misteri, bugie e smentite sui decessi in Amiata

isola tesoro trivelleDalla pubblicazione, nell’ottobre del 2010, dello Rapporto Epidemiologico (clicca qui per scaricarlo), commissionato dalla Regione Toscana, attraverso l’Agenzia Regionale di Sanità (Ars), alla Fondazione “Gabriele Monasterio” e al Cnr di Pisa (Istituto di Fisiologia Clinica) ad oggi abbiamo assistito al macabro balletto di Regione, Enel e amministratori locali sui dati, incontrovertibili, di mortalità nell’area del monte Amiata, con l’uso strumentale di affermazioni della stessa Ars che sono contraddette nello stesso Studio.
Abbiamo analizzato il Rapporto e le nostre considerazioni sono riportate nel libretto, in fase in stampa, ‘ABGeoterma’ che verrà distribuito nei prossimi giorni.
Per adesso cerchiamo di dare qualche elemento per chiarire come si stia barando sui numeri che pure ci sono, evidenziati, nel Rapporto.
Intanto bisogna fare sempre attenzione a collegare i numeri con gli anni di riferimento (2000-2006, oppure 1980-2006), con il sesso, con l’area (Amiata, oppure area sud e nord assieme, oppure cluster significativi – i comuni più colpiti- nell’area di riferimento di 50 km) e con la patologia mortale (tumori, oppure tutte le cause). Questo perchè il Rapporto riporta più confronti e bisogna essere molto precisi.
In una prima conferenza stampa di due anni fa, mostrammo ai giornalisti le copie di due pagine del Rapporto ARS e illustrammo che l’incidenza era di 535 morti in eccesso per tutte le cause, quale somma nei due cluster statisticamente significativi per i maschi e per le femmine, di pag.81 e pag.82 dello stesso, per il periodo 2000-2006. Visto che i venti non rispettano i confini amministrativi, era importante questo dato oggettivo, ma subito dopo la Bramerini, per gettare discredito su quanto avevamo rivelato, disse che sbagliavamo perchè in tutti i comuni geotermici (mentre noi ci riferivamo chiaramente anche a quelli limitrofi) la somma per maschi e per le femmine era “solo” (disse così!) di 99 morti in eccesso (131 per i maschi e -32 per la femmine).
Oggi abbiamo una nutrita bibliografia tratta dalla letteratura scientifica internazionale sugli studi epidemiologici (vedi nota*) che smaschera le conclusioni della Bramerini & Co.: sono errori (volontari o meno) fatti per DILUIRE i risultati e ridurre l’effetto di dati altrimenti preoccupanti. Ma in Epidemiologia non è consentito confondere i dati per i maschi con quelli per le femmine, come non è consentito confondere i dati della zona nord (Larderello) con quelli dell’Amiata, perchè è documentata dagli stessi estensori dell Rapporto una notevole differenza di esposizione della popolazione ad inquinanti mortali diversi, quali il Mercurio, l’Arsenico, il Radon, ecc.; inoltre, sempre in Epidemiologia, è inammissibile non valutare l’azione cumulativa dei vari inquinanti presenti su un dato territorio. Mentre le ‘conclusioni’ del Rapporto, che contraddicono i contenuti dello stesso e sembrano scritte da mani diverse ma che continuano ad essere propagandate dagli interessati, compiono questi errori di diluizione arbitraria e non consentita che denunciamo con forza, proprio perchè è ormai noto e smascherato, nel mondo scientifico, questo tipo di manipolazione.
E’ esattamente, come denuncia il prof.Borgia, quello che fanno con le emissioni di sostanze tossiche nell’aria: per diluire la concentrazione degli inquinanti insieme ai gas estratti pompano aria pulita, ma le quantità, purtroppo, restano le stesse.
Una cosa è certa e non smentita da nessuno, riferito al periodo 2000-2006, è l’aumento statisticamente significativo di mortalità, nei maschi in Amiata,  del 13%, con punte in quattro comuni del 30% per tutti i tipi di tumori. Solo il Coordinatore di zona del PD può sostenere che questi dati non sono statisticamente significativi, come fatto all’incontro di Bagnoli il 15 marzo scorso.
Ai nostri amministratori rinnoviamo l’appello ad un serio confronto per diradare la confusione che -spesso indotta interessatamente- regna tra i cittadini dell’Amiata. Sarebbe un gesto di riscatto morale e politico quello di fermarsi un attimo a riflettere se e quanto sia utile e conveniente l’attività geotermica sul nostro territorio e valutare, senza paraocchi, le alternative compatibili con l’ambiente e che già oggi sono possibili, dalla geotermia a bassa entalpia al fotovoltaico (nel libretto avanziamo questa possibile scelta) come peraltro si sta facendo in altre zone del paese (con il concorso di Legacoop, che, ci risulta, vicina alle forze politiche che ci amministrano) ; segnaliamo anche il recente articolo che conferma che ormai si tratta di una tecnologia -anche- competitiva, scritto dal prof. Massimo Zucchetti del Politecnico di Torino.

(nota*)
a) S.Parodi, V.Gennaro, M.Ceppi, PL.Cocco Comparison bias and dilution effect in occupational cohort studies. Int J Occup Environ Health 2007; Apr-Jun: 13 (2): 143-52
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17718170
b) Hernberg. ”Negative” results in cohort studies: how to recognize fallacies.SJWEH.1981; 7:121-6
http://www.sjweh.fi/show_abstract.php?abstract_id=2589
c)  V.Gennaro, P.Ricci, AG.Levis, P.Crosignani. Epidemiology’s and epidemiologists’ vice and virtues. Vizi e virtù dell’epidemiologia e degli epidemiologi. Epi & Prev 2009; 33 (4-5), supp 2:49-56. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20124642
d)  N.Pearce. Corporate influences on epidemiology. Int J Epidem 2008; 37(1):46-53.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18245050
e)  V.Gennaro, L.Tomatis. Business bias: How epidemiologic studies may underestimate or fail to detect increased risks of cancer and other diseases. Int J Occup Environ Health 2005;11:356–359.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16350469
f) N.Bailar. How to distort the scientific record without actually lying: truth, and the arts of science. Eur J Oncol 2006; 11(4):217-224
g) D.Michaels. Doubt is their product. How industry’s assault on science threatens your health. Oxford University Press 2008.

Severo monito dell’Agenzia Europea dell’Ambiente: saranno ‘terroristi’ anche loro?

mcglade_rossi_bramerini_bocciatiIl ‘principio di precauzione’ è quello che da sempre invochiamo nella nostra richiesta di una moratoria sull’attività geotermica in Amiata, preoccupati soprattutto dalle ricadute sulla salute e sull’ambiente di tale sciagurata attività e per questo ci becchiamo continuamente dai politici, dall’enel e da certi ‘intellettuali de’ noantri’ le accuse di ‘allarmismo’, di ‘danneggiare l’immagine della montagna’, di essere dei ‘terroristi’.
Che le nostre argomentazioni siano invece ampiamente motivate ce lo conferma nientepopodimenochè l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) che, attraverso la sua direttrice Jacqueline McGlade, bacchetta politici e (im)prenditori ribadendo, appunto, che tale principio ‘non è un lusso’, ma deve essere sempre rispettato e che “la priorità dei politici deve essere il mantenimento del benessere dei cittadini, non la competitività economica a tutti i costi”.
Ma si spinge anche oltre, rispondendo a chi lamentava che la crisi ci costringe a ‘tirare dritto’; dice infatti che “in un momento di crisi economica come l’attuale con la tesi che, al contrario, la sua assunzione (del principio di precausione, ndr) può essere di impulso per l’innovazione e non invece far perdere di competitività le industrie, anche perché è dimostrato che le aziende che rispondono positivamente ai preallarmi sono spesso all’avanguardia nel proprio settore”. Ma qui da noi funziona esattamente al contrario, col principio ‘pochi, maledetti e subito’: l’Enel che utilizza la tecnologia più redditizia ed i politici che sono allettati dal piatto di lenticchie delle ‘compensazioni ambientali’.
Leggendo ancora, con la lente della vicenda geotermia, la McGlade sottolinea che un problema, spesso sottaciuto, nel portare avanti tali ricerche sono le difficoltà incontrate dagli scienziati sul posto lavoro. Non di rado, infatti, è accaduto che gli studiosi che avevano denunciato un potenziale danno, pubblicando i risultati delle loro ricerche, abbiano perso il lavoro o subito rappresaglie: esattamente quello che è successo al prof.Borgia dopo che, con il suo studio Edra, aveva lanciato l’allarme sulla pericolosità della geotermia in Amiata.
Singolare in questa vicenda che a dare risalto a questa notizia sia proprio l’Arpat, che è una agenzia della Regione Toscana; ma il presidente Rossi, l’assessore all’ambiente (!) Bramerini e tutta la Giunta, li leggono questi documenti???
Probabilmente anche la EEA non potrebbe che bocciarli!
Riportiamo di seguito il testo integrale della notizia così come data dall’Arpat che può essere scaricata nel formato pdf cliccando qui.

IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE NEL PROCESSO DECISIONALE DELL’UE
La tutela dell’ambiente frontiera dell’innovazione e dello sviluppo. La direttrice esecutiva dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) ribadisce che “l’incertezza scientifica non è una giustificazione per l’inazione”.
È stata pubblicata in questi giorni su EurActiv, il più importante portale di informazione sull’Unione Europea, l’intervista che Jacqueline McGlade, direttrice esecutiva dell’Agenzia europea dell’ambiente (EEA), ha rilasciato per controbattere le critiche mosse da alcuni gruppi imprenditoriali al recente report “Late lessons from early warnings 2013” nel quale l’EEA difende strenuamente il principio di precauzione all’interno del processo decisionale dell’UE. (vedi ARPATnews 053-13) –interessante, da leggere, ndr-
La McGlade controbatte all’osservazione che l’assunzione del principio di precauzione sarebbe un lusso non sostenibile dalle imprese in un momento di crisi economica come l’attuale con la tesi che, al contrario, la sua assunzione può essere di impulso per l’innovazione e non invece far perdere di competitività le industrie, anche perché è dimostrato che le aziende che rispondono positivamente ai preallarmi sono spesso all’avanguardia nel proprio settore.
I casi analizzati nelle “Late lessons 2013” rivelano quanto sia stato ottuso perseguire facili e immediati guadagni quando già si avevano a disposizione evidenze di pericolosità per l’uomo o l’ambiente.
Così è stato, per la pesca intensiva, l’uso di sostanze a basso costo come il benzene, il piombo nella benzina, l’amianto, gli insetticidi, gli ormoni della crescita per una maggior produzione di carne, ecc., mentre sarebbe molto più lungimirante, anche dal punto di vista economico, dare ascolto ai preallarmi perché in tal modo si eviterebbe sia di essere bloccati durante i processi produttivi, a causa di un danno dimostrato, sia di versare costosi risarcimenti (es. avvelenamento da mercurio in Giappone).
E comunque, citando la McGlade, “la priorità dei politici deve essere il mantenimento del benessere dei cittadini, non la competitività economica a tutti i costi”.
La direttrice ribadisce anche che, quando si valuta l’uso o meno di sostanze chimiche, è fondamentale pesare in maniera appropriata i costi e i benefici e che tutte le evidenze scientifiche siano prese in considerazione. Così nel caso del DDT non si è proceduto ad un divieto assoluto d’uso, ma con la Convenzione di Stoccolma è stato deciso che alcuni paesi possono continuare ad usarlo, in specifiche quantità definite da linee guida
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), come vettore di controllo di malattie, come la malaria.
La posizione ribadita più volte e in diverse forme nell’intervista è quella sintetizzata nel concetto che “l’incertezza scientifica non è una giustificazione per l’inazione, quando vi è evidenza plausibile di danno potenzialmente grave”, e che anche la paura di falsi positivi, come dimostrato nel report “Late lessons 2013”, è fuori luogo e non deve essere una giustificazione per evitare interventi precauzionali perché questi sono pochi e lontani tra loro rispetto a falsi negativi.
Basti pensare al caso degli interferenti endocrini (IE) dove con gli studi sugli animali, si hanno già a disposizione una molteplicità di prove che indicano una correlazione tra l’esposizione a sostanze chimiche e problemi alla tiroide, problemi immunitari, riproduttivi e neurologici, e molte di queste patologie, o disturbi similari, si possono riscontrare in aumento nella popolazione umana dato che sia l’uomo che gli animali possono essere esposti a queste sostanze chimiche nell’ambiente, o tramite l’acqua o la catena alimentare, dove tali sostanze possono accumularsi.
La McGlade sottolinea che un problema, spesso sottaciuto, nel portare avanti tali ricerche sono le difficoltà incontrate dagli scienziati sul posto lavoro. Non di rado, infatti, è accaduto che gli studiosi che avevano denunciato un potenziale danno, pubblicando i risultati delle loro ricerche, abbiano perso il lavoro o subito rappresaglie come nel caso di Snow (per i suoi studi sul colera), Selikoff (studi sull’amianto), Henderson, Byers, Patterson e Needleman (piombo nella benzina), Osakawa (studi sul mercurio), Putzai e Chapella (in materia di OGM), Schneider (cambiameti climatici), ecc., di conseguenza molti scienziati desiderano mantenere l’anonimato anche in considerazione del fatto che non esiste una legislazione adeguata che li tuteli.

Geotermia in Amiata. Se ne continua a parlare sui media…ma i politici tacciono

20130315_classtv_borgia_fermo_img2_elabDi nuovo ieri, 15 marzo 2013, la Tv si occupa di ‘Geotermia buona e cattiva’, titolo del servizio della trasmissione Prometeo in onda su Class Tv; a distanza di un paio di settimane dal precedente servizio che la stessa trasmissione ha fatto sull‘allarme mercurio in Amiata, questa volta viene intervistato il prof.Andrea Borgia, geologo e vulcanologo, che può essere considerato il maggior conoscitore delle criticità, dei danni e dei rischi legati allo sfruttamento geotermico in Amiata.
Lo stesso prof.Borgia oggi, 16 marzo, dalle colonne de Il Tirreno smorza i facili entusiasmi con cui la stessa Enel nei giorni scorsi aveva dato pubblicità a dichiarazioni del prof.Horn e denuncia anche i provvedimenti, a dir poco sconsiderati, presi a suo tempo dalla Regione Toscana in merito al controllo (mancato) sulla questione.

Nel box qui sotto potete ascoltare l’intervista (si tratta dell’audio, per chi volesse seguirla in video può collegarsi al servizio sul sito della trasmissione. (dal minuto 18’57” a 29’30”)

 

Questi gli articoli di oggi de ‘Il Tirreno’:

20130316_tirreno_borgia20130316_tirreno_borgia_box

La geotermia e l’ambientalismo embedded

legambiente_maskRipubblichiamo il post di Andrea Marciano per Beni Comuni Manciano su un intervento di Legambiente in difesa della geotermia a riguardo delle emissioni.

In un articolo sul sito online Green-report (che riportiamo di seguito ed è visibile in originale qui) a firma di Lucia Venturi, del circolo Legambiente di Rispescia, sulla geotermia in Amiata, l’autrice interviene per rassicurare ed appoggiare l’ENEL, nel bel mezzo di un’aspra campagna che oppone a questa azienda (ed all’apertura di una nuova centrale da 40Mw a Bagnore.) molti comitati ambientalisti locali   Il titolo già dice tutto: Geotermia e acido solfidrico: l’odore è sgradevole, ma non nuoce alla salute. Anzi . Come dire: “Venite, gente, venite tutti a respirare acido solfidrico, perché fa bene alla salute

Premesso che una associazione ambientalista, che da quella multinazionale percepisce congrue sponsorizzazioni, dovrebbe avere quantomeno il buon gusto di non produrre interventi in sua difesa, ci indigna la superficialità dell’intervento, che pilucca dagli studi scientifici citati, (In particolare quello su di una popolazione maori costretta a convivere con un vulcano attivo) solo quel poco che serve a scagionare l’ENEL da quel 13% di mortalità in eccesso registrata dallo studio ARS nei comuni geotermici dell’Amiata, ignorando tutto il resto.

Qui di seguito alcuni dettagli che potrebbero colmare le vistose lacune dimostrate dall’autrice del pezzo:

  • Lo studio sui nativi neozelandesi prende in considerazione una popolazione esposta ad un campo geotermico naturale, in cui la componente gassosa principale (e pressoché unica) è rappresentata dall’acido solfidrico, ma non tutti i campi geotermici sono uguali.  In quello amiatino, insieme all’acido solfidrico vengono emessi: mercurio, boro, arsenico ed ammoniaca, ma anche anidrite carbonica ed anidrite solforosa e tutto in quantità superiore a quelle ammesse per delle centrali termoelettriche a carbone di pari potenza, che sono governate da norme assai più stringenti. La sola quantità d’arsenico di cui viene autorizzata l’emissione ad ogni centrale, ammonta a 43 chilogrammi per anno, arsenico che, depositato al suolo, contamina ogni organismo vegetale ed animale, oltre, naturalmente, alle falde idriche.
  • Inoltre, lo studio dell’isola di Rotorua scagiona solo l’acido solfidrico dall’incidenza dell’asma, mentre sull’Amiata si parla di morti per tumore.
  • L’affioramento dei vapori geotermici in Amiata non è un fenomeno naturale: senza lo scavo di pozzi appositi, i vapori di cui sopra non raggiungerebbero mai, se non in rarissimi casi, la superficie.
  • la geotermia non è una fonte rinnovabile! Sfrutta il calore residuo della formazione del pianeta, ed i pozzi che vengono scavati, devono essere continuamente rinnovati ed approfonditi, dato che nel tempo esauriscono il loro potenziale, sia termico che idrico, questo la colloca tra le attività minerarie-estrattive, non tra le energie rinnovabile.  Ma il sistema di incentivazione la considera tale e da questo equivoco scaturisce tutto l’interesse dell’Enel per la geotermia: I certificati verdi che guadagna dalla gestione dei campi geotermici, (e dalle centrali idroelettriche che sta costruendo in Centro-America contro il parere delle popolazioni native) gli consentono di tenere aperte le numerose centrali a carbone che continua a gestire (invece di chiuderle, come ci si aspetterebbe, in un percorso virtuoso verso l’abbandono delle fonti fossili). Centrali come la famigerata Federico II di Brindisi repertoriata come uno dei siti industriali più inquinanti d’Europa dall’EEA (European Environment Agency)
  • La geotermia consuma (ed inquina) acqua potabile: l’interdipendenza tra le falde di superficie ed i bacini magmatici è stata provata da innumerevoli studi scientifici. Ed è importante ricordare che il bacino idrico dell’Amiata è quello che rifornisce l’Acquedotto del Fiora (700 mila utenti)
  • La mortalità in eccesso nei comuni geotermici dell’Amiata è un dato di fatto. Accertato da uno studio ARS commissionato dalla Regione Toscana, ed a nulla valgono gli insensati argomenti con cui si è cercato in seguito di smussarne il significato, quello studio di 166 pagine è un macigno che pesa sulle future carriere degli amministratori locali che continuano ad ignorarlo.

L’EEA ha prodotto uno studio sui costi indotti sulla società dall’inquinamento atmosferico (visionabile qui).

Dalle pragmatiche tabelle contenute a pagina 49 risulta che danni, malattie e decessi hanno un costo sociale che può essere accuratamente calcolato e che tale prezzo dovrebbe essere pagato per intero dal responsabile dell’inquinamento.  Non serve una calcolatrice per accorgersi che le indennità pagate dall’Enel ai comuni amiatini sono, al confronto, un’elemosina irrisoria, lontana anni luce dal conto che pagherebbe in un paese dove l’interesse dei cittadini fosse anteposto a quello degli azionisti, dei politici e dei loro “ambientalisti embedded”

Andrea Marciani

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A quanto detto nel post aggiungiamo quanto, nello studio Bates sugli indigeni di Rototua, viene rilevato anche dall’Ars ma taciuto da Legambiente:

“Del resto gli stessi autori non escludono la presenza di possibili fattori di distorsione (bias) dell’interpretazione dei risultati, come ad esempio un survivor effect, ossia il fatto che persone sofferenti di asma potrebbero essersi spostate dalle zone più esposte a H2S.”
…cioè, che i risultati potrebbero non essere corretti perchè magari (ma che strani questi indigeni…) chi si ammala si allontana dalla zona, oppure, diciamo noi, è già morto e non può rispondere ai questionari degli ineffabili studiosi americani.

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Geotermia e acido solfidrico: l’odore è sgradevole, ma non nuoce alla salute. Anzi
di Lucia Venturi
La presenza di acido solfidrico (H2S) nelle aree geotermiche toscane è ben nota, in particolare da chi vi abita. L’ARPAT e l’ARS sono ormai attive da molto tempo al fine di rilevare le eventuali conseguenze dal punto di vista ambientale e sopratutto sanitario. E proprio l’Agenzia Regionale di Sanità della Regione Toscana (ARS-Toscana) si è recentemente attivata per un confronto diretto con il gruppo di lavoro di Michael Bates, dell’Università della California che da tempo studia la popolazione di Rotorua, un‘isola vulcanica in Nuova Zelanda, caratterizzata, anch’essa, dalla presenza di emissioni naturali di acido solfidrico.
La popolazione di Rotorua, è la più ampia al mondo (60 mila persone) ad essere esposta ad emissioni geotermiche naturali, in particolare H2S e da tempo è sotto osservazione da parte del gruppo dei ricercatori guidati da Bates, che, in occasione del convegno su “Geotermia e Salute” organizzato dall’ARS per confrontare l’esperienza neozelandese e quella toscana, aveva anticipato alcuni risultati rassicuranti sugli effetti dell’esposizione ad acido solfidrico.
Lo studio neozelandese include varie linee di ricerca sugli effetti dell’esposizione a basse concentrazioni di H2S, tra cui l’asma ed effetti correlati.
La nuova ricerca, pubblicata su Environmental Research, si riferisce proprio a questo tipo di disturbi respiratori e mostra che l’esposizione cronica a basse concentrazioni di acido solfidrico non è associata a incrementi di rischio per asma e sintomi respiratori simili all’asma.
La nuova campagna di misurazioni effettuata dal gruppo di ricerca di Michael Bates mostra valori di concentrazione di H2S (sia in ambienti di vita che di lavoro) che si attestano nel range 0-64 ppb (0-91.4 µg/m3).
Valori, quindi, del tutto assimilabili a quelli  medi rilevati da ARPAT nel periodo 1997-2009 che sono risultati pari a 16.5 µg/m3 nell’area geotermica dell’Amiata senese, 2.8 µg/m3 nell’Amiata grossetana, 8.6 µg/m3 nell’area di Larderello-Lago e di 6.0 µg/m3 nell’area di Radicondoli-Travale.
Allo studio neozelandese, hanno partecipato 1.637 soggetti, di età compresa tra i 18 e i 65 anni, che hanno compilato un questionario sulla salute respiratoria (in particolare diagnosi di asma e altri sintomi respiratori), sulla storia residenziale e lavorativa, sull’abitudine al fumo di tabacco e sulle caratteristiche sociali e demografiche (etnia, titolo di studio, reddito). I risultati non mostrano aumenti di rischio di asma all’aumentare dell’esposizione ad acido solfidrico. Al contrario suggeriscono una diminuzione della prevalenza di asma e sintomi asma-correlati nei soggetti esposti a concentrazioni più alte di H2S.
Oltre all’asma e a sintomi asma-correlati, i ricercatori americani hanno preso in considerazione altri esiti sanitari, che saranno oggetto di future pubblicazioni.
(8 marzo 2013)

3 marzo 2013: ‘Striscia la Geotermia’, anche Canale 5 sull’Amiata

(questa è una foto, il servizio è sotto)

(questa è una foto, il servizio è sotto)

Trasmesso oggi, 3 marzo, il servizio di Striscia la Notizia sulla geotermia in Amiata.
Di fronte alle contestazioni l’Enel mette in campo i massimi dirigenti del settore, a cominciare dall’ing.Montemaggi che è il responsabile di Enel Green Power.
Nonostante questo gli argomenti che tentano di usare per rispondere alle contestazioni sono i soliti di sempre, già smentiti  e/o rivelatisi delle enormi bugie, come nel tempo abbiamo puntualizzato su questo sito.
Se questi sono gli argomenti sarebbe bene che pensassero a dimettersi e con loro gli amministratori che fin qui li hanno avallati o hanno evitato di pronunciarsi.
Bloccare immediatamente i cantieri di Piancastagnaio e Bagnore e fermare le altre centrali in funzione!
(Alle dichiarazioni di Enel del servizio risponderemo presto ricordando e riproponendo tutte le denunce fin qui fatte).

Se non visualizzate il video qui sotto vuol dire che è stato bloccato da RTI (Mediaset); potete comunque vederlo nella pagina di Striscia la notizia qui: http://www.striscialanotizia.mediaset.it/puntata/2013/03/03/puntata_19D.shtml?2
se non si vede neanche sul sito di Striscia, potete scaricare una versione in bassa definizione CLICCANDO QUI (è un file zippato di circa 9 Mb)

Mercurio e Geotermia in Amiata. Ancora una denuncia dei danni alla salute in Tv

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(questa è una foto, il servizio è sotto)

Nonostante il colpevole silenzio da parte degli amministratori locali, regionali e nazionali e i tentativi di ‘parlare d’altro’, come della pioggia di soldi che arriverà dall’Enel, non solo SOS Geotermia mantiene accesi i riflettori sulla gravissima questione che ormai dilaga anche nei media e tra la popolazione.
E’ la volta del Prof.Giovanni Grieco dell’Università degli Studi di Milano che nel corso del programma Prometeo di Class Tv, il 26 febbraio 2013, interviene a spiegare in particolare la questione del mercurio sul Monte Amiata, sia per le vecchie miniere e sia per le nuove centrali geotermiche, specie dopo l’ultimo Protocollo Regione Toscana-Enel.
Nel video che segue i passaggi importanti relativi al monte Amiata e, a seguire, una breve intervista al Prof.Borgia fatta a Grosseto il 20 febbraio scorso.
Non riuscire a nascondere la verità, non riuscirete a fermare la rabbia.

Lettera aperta a Carlo Petrini e Slow Food

slow_food_trivellaAbbiamo sempre seguito con interesse le Sue battaglie per la valorizzazione del buon cibo, sano, pulito e dei piccoli produttori di qualità contro la grande industria agroalimentare, e, più in generale, dell’ambiente naturale ed agricolo del nostro Paese.
Può capire la sorpresa nel vedere Lei e la Sua organizzazione associata a chi tenta di spacciare la geotermia toscana come rinnovabile e pulita; ci riferiamo alla ‘alleanza’ con CoSviG
(il Consorzio Sviluppo Geotermia, leggi qui e qui).

Non vogliamo far torto alla Sua intelligenza, ma ci sembra che la sacrosanta battaglia per valorizzare la produzione di qualità della Toscana non possa prescindere da una parallela uscita di scena della geotermia nei termini in cui Enel la pratica nella nostra regione, ed in particolare sul monte Amiata.

La nostra contrarietà a classificare la geotermia genericamente pulita e rinnovabile, nasce dalle evidenze scientifiche che, si badi bene, gli stessi enti preposti e studiosi di chiara fama hanno evidenziato. Non siamo quindi tra quelli che ‘basta che non sia nel mio giardino’, ma dopo oltre 50 anni di geotermia in Amiata, sia per la struttura geologica che per le tecnologie usate, possiamo affermare che la nostra geotermia non è né pulita, né rinnovabile, né sicura.

Non potendo approfondire in questa sede tutte le problematiche della geotermia in Amiata, Le evidenziamo solo alcuni tra gli aspetti più gravi con cui dobbiamo fare i conti:

  • INQUINAMENTO E RIDUZIONE DELL’ACQUA. Il monte Amiata è uno dei bacini idropotabili più grandi del centro-Italia e serve 3 province (Siena, Grosseto e Viterbo). Le misurazioni e le stime ci dicono che, a causa della connessione fra il bacino freatico e quello geotermico sottostante, la falda si è abbassata di circa 200 metri -rispetto agli anni ’70- e continua a scendere di 1 metro al mese (la quantità persa è equiparabile all’intero lago di Bolsena). In più,i dati dimostrano l’aumento continuo della concentrazione di arsenico tanto che per ben 3 volte si è ricorsi alle ‘deroghe’ europee, somministrando ai cittadini acqua ‘avvelenata’ ed oggi, solo grazie agli abbattitori, si riesce a rientrare appena nel limite di legge di 10 μg/l che, come Lei saprà, è comunque un limite di compromesso essendo l’arsenico cancerogeno di classe I° per il quale non esiste quantità innocua (come l’amianto, per capirsi) e l’OMS auspica il livello ‘zero’.
  • INQUINAMENTO DELL’ARIA. Le centrali amiatine ad alta entalpia utilizzano una tecnologia vecchia (e vietata nei paesi ‘civili’) con emissioni nell’aria che risultano anche più gravi delle centrali tradizionali a gas e combustibile fossile. Solo per darLe qualche numero, una sola centrale, denominata Bagnore 3, nonostante i filtri, che comunque agiscono solo sul mercurio e l’acido solfidrico, emette ogni anno (dati Arpat): 213.600 tonnellate di CO2, 1.037 tonnellate di Acido Solfidrico, 6.910 tonnellate di Metano, 4.111 tonnellate di Ammoniaca, 1.236 kg di Acido Borico, 96 kg di Mercurio, più di 9 kg di arsenico, più altre sostanze tossiche.
    Se teniamo conto che questa è una centrale da 20 MW e la rapportiamo alla potenza che avremo a breve, dopo le autorizzazioni regionali, per un totale di 120 MW, può ben immaginare le proporzioni.
  • SALUTE. I dati dello studio epidemiologico dell’Ars Toscana ci dicono che nell’area geotermica del monte Amiata abbiamo avuto 171 morti in più di quelli ‘attesi’ statisticamente dal 2001 al 2006 e attualmente continua lo stillicidio di 2 morti in più al mese, oltre ad un aumento, anch’esso ‘statisticamente significativo’, di altre gravi patologie.

Queste informazioni, che provengono da fonti ‘ufficiali’, non vengono smentite –come potrebbero?– ma vengono nascoste o ne vengono date giustificazioni false e, a volte, bizzarre.
Nel caso della riduzione dell’acqua si è sostenuto che dipendeva dalla scarsità di precipitazioni, questo finché la stessa Regione, attraverso lo studio Mobidic del 2011 –pubblicato inspiegabilmente dopo un anno-, ha dovuto prendere atto che non esistono le variazioni addotte, ma, anzi, negli ultimi anni si rileva un aumento delle precipitazioni. Ma non solo. È proprio lo studio commissionato dalla regione Toscana (Mobidic) a affermare che sulle oscillazioni nelle portate misurate alle sorgenti principali potrebbe giocare un ruolo importante anche una fluttuazione della pressione inferiore (vapore geotermico), “tenuto anche conto del particolare contesto geologico del monte Amiata”.
Per le morti e le malattie l’Ars ha da subito ‘suggerito’ –usando il condizionale– che non dovrebbero essere causate dall’attività geotermica, ma forse –sempre al condizionale– potrebbero dipendere dagli ‘stili di vita’ delle popolazioni locali; queste ‘supposizioni’ sono diventate il cavallo di battaglia delle amministrazioni pubbliche che, usando peraltro soldi dei cittadini, hanno avviato studi specifici sul fumo, sull’alcool e, buona ultima, sulle malattie veneree; anche qui, come per l’acqua, si sono smentiti da soli, infatti in uno studio di uno dei ricercatori dell’Ars stessa sugli stili di vita, lo scorso anno, ha certificato che non ci sono differenze tra gli stili di vita delle popolazioni amiatine rispetto a quelle dei territori limitrofi. Quindi?

Noi non vogliamo attribuire tutti i mali del mondo alla geotermia, ma senz’altro sul monte Amiata l’attività delle centrali Enel è quantomeno concausa dei problemi evidenziati, tanto più che esistono altri sistemi, detti a bassa entalpia, che possono essere sfruttati per produrre l’energia necessaria a sviluppare il nostro territorio e rilanciare un’economia basata proprio sulle produzioni locali tipiche e di alta qualità e sul turismo, nel rispetto e compatibilmente con le caratteristiche ambientali dell’Amiata.

Ma, temiamo, non è questo quello che vogliono fare di questo territorio se, come dall’ultima delibera di giunta regionale Toscana, si include questa area –assieme alla storica di Larderello/Pomarance– nel ‘polo geotermico toscano’ dove incentivare ancora di più l’alta e media entalpia, aprendo anche ad altri gestori, e la sperimentazione di nuovi sistemi (biomasse, inceneritori o termovalorizzatori e chissà cos’altro…).
Per la nostra acqua, la cui purezza era decantata da tempi immemorabili, ci sembra che si sia abbandonata l’idea di recuperarla, tanto che sono in progetto numerosi dissalatori: arriveremo forse all’assurdo che l’acqua dal mare andrà alla montagna?

L’impressione che si ha è che si vogliano sacrificare queste due aree (Amiata e Larderelllo) al solo sfruttamento energetico, quantificandone anche il costo in “43.000 abitanti in 16 comuni, solo 1,2% del territorio”.

I dati e le informazioni più dettagliate può reperirle sui siti istituzionali o sul nostro sito: https://sosgeotermia.noblogs.org/

Ovviamente noi non siamo d’accordo con l’abbandono del monte Amiata allo sfruttamento geotermico e per questo ci rivolgiamo anche a Lei affinchè assuma una posizione coerente con i principi che sono alla base dello Slow Food e che condividiamo nella misura in cui non vengono poi contraddetti nella pratica.

Siamo disponibili per qualsiasi chiarimento in merito e saremmo felici di poter condividere con Lei e la sua associazione la battaglia per la valorizzazione dell’ambiente e della produzione locale.

Monte Amiata, 16 febbraio 2013

ps. giusto oggi su TGR Ambiente Italia è andato in onda un servizio sulla geotermia amiatina (a cui abbiamo partecipato) al termine del quale Piero Sardo di Slow Food Biodiversità ci sembrava alquanto critico sulla questione, in controtendenza rispetto alle altre vs. iniziative con CoSviG. Speriamo bene.
Scarica la lettera aperta in .pdf