Archivi categoria: News

L’acqua diminuisce, ma le bugie aumentano. I dati sulle precipitazioni smentiscono Enel e amministratori pubblici

Tabella 12, studio Mobidic, pag.24: Precipitazioni annue 1990-2010

Abbiamo sempre detto che erano una bugia le giustificazioni dell’enel e degli amministratori pubblici che da sempre imputano la diminuzione dell’acquifero dell’Amiata alla minor piovosità; finchè il tutto era basato sulle percezioni personali di ciascuno hanno continuato imperterriti il ritornello ‘c’è meno acqua perchè ci sono meno piogge‘.
Ma, come si sa, le bugie hanno le gambe corte: con lo studio MOBIDIC, commissionato dalla stessa regione Toscana, sono stati resi pubblici i dati delle precipitazioni degli ultimi anni; ebbene gli anni 2008, 2009, 2010 sull’Amiata sono stati i più piovosi in assoluto e l’inverno 2011-2012 -anni non rilevati nello studio Mobidic- ha avuto le nevicate più cospicue rispetto agli ultimi anni (ed è cosa nota che lo scioglimento del manto nevoso garantisce la migliore ricarica dell’acquifero superficiale in quanto non vi è perdita da ruscellamento).
Ciononostante, come testimoniano i dati del piezometro di Poggio Trauzzolo, il livello dell’acquifero dell’Amiata è ulteriormente sceso solo nell’ultimo anno di altri 12 metri (*) e, considerato che la superficie del bacino dell’acquifero è ormai in proporzioni analoghe a quelle del lago di Bolsena, si può immaginare bene l’entità della ulteriore perdita.
Se quindi fosse vero quanto vanno favoleggiando avremmo dovuto assistere ad una risalita dell’acquifero anziché la perdita registrata.
Lo stesso studio Mobidic, pur non nominando mai il problema geotermia e la possibile interferenza con l’acquifero (non lo conoscono? è irrilevante? altri motivi?), nelle conclusioni rimane spiazzato nella valutazione e si trova in ‘difficoltà‘ nel capire perchè ‘…l’ampiezza delle oscillazioni (delle portate misurata alle sorgenti principali, ndr)  riprodotte risulta sottostimata. Ciò tende a suggerire che la variabilità climatica possa non essere l’unico fattore di controllo di tali oscillazioni, ma che possa potenzialmente giocare un ruolo anche una fluttuazione della pressione inferiore…’ (punto 4 delle Conclusioni, pag.66).
Evidentemente la diminuzione è da imputare ad altra causa e noi un sospetto ce l’abbiamo, ma chiediamo alla Regione e a tutti gli amministratori: sarà il caso di trovare la causa ‘reale’ della diminuzione dell’acquifero? Nel frattempo sarà il caso di sospendere cautelativamente quelle attività industriali che potrebbero interferire con lo stesso acquifero rischiando di lasciare l’Amiata e i 700.000 utenti che ne usufruiscono, senza acqua potabile?
Aggiungiamo queste domande e richieste a quelle sull’aumento della concentrazione di arsenico che abbiamo già rese pubbliche.
Riteniamo che non dare risposte a questi problemi sia da irresponsabili e chi oggi ha tra i suoi compiti quello della salvaguardia della salute e dell’ambiente o provvede immediatamente o è meglio che si dimetta.

(*) Rilevazioni del 21 luglio 2011 e del 21 luglio 2012. La prima misurazione indicava la superficie di falda a meno 290,66 metri, la seconda a meno 302,69; la falda si  abbassa mediamente di un metro al mese!  Le misurazioni avvengono circa ogni sei mesi: la prima (luglio 2011- febbraio 2012) aveva mostrato un abbassamento di sei metri; la seconda  (febbraio 2011-luglio 2012) di ulteriori sei metri.

La Nazione 1 settembre 2012
CONTRO Ambientalisti di nuovo all’attacco
«Geotermia, quanti guai alle falde»
RISORSE DATI ALLARMANTI DEGLI AMBIENTALISTI IN LOCALITÀ TRAZZUOLO
IL COORDINAMENTO dei Comitati ambientalisti della Provincia di Grosseto entra nel dibattito sulla carenza idrica. «Lo sfruttamento dall’Enel per produrre energia elettrica geotermica dice Angelo Properzi . Per molti anni Enel ha sostenuto che la nostra preziosa acqua è sana e salva, che la geotermia non la consuma, che il calo del suo livello nel bacino freatico è dovuto a fattori climatici e che non ci sia nessun collegamento tra questo bacino (che fornisce l’acqua potabile all’Acquedotto del Fiora e quindi per 3 province) e i pozzi geotermici. Questa dichiarazione è stata smentita clamorosamente dai dati del piezometro di Poggio Trauzzolo, l’unico piezometro i cui dati sono disponibili. Attendiamo, come da richiesta avanzata dalla stessa Regione che ne siano messi in disposizione 5 o 6». Poi i dati: «Si vede chiaramente che nonostante 3 anni di piovosità eccezionale, il livello del bacino freatico (già calato da 300 metri negli anni 70 fino a 90) si è abbassato altri 12 metri, e che cala un metro al mese. Lo studio Mobidic, commissionato dalla Regione stessa, è stato costretto ad ammettere che l’abbassamento di questo bacino non può essere solo dovuto a fattori climatici, ma che possa potenzialmente giocare un ruolo anche una fluttuazione della pressione inferiore». Questi dati smentiscono un altro mito cioè, quella attualmente prodotta dalle centrali esistenti e che l’Enel intende triplicare usando la stessa tecnologia, non è rinnovabile. «Perché? Perché l’elevato consumo di acqua non è compensato dalle precipitazioni chiudono gli ambientalisti , le emissioni di anidride carbonica sono maggiori di una corrispondente centrale idroelettrica».

Corriere di Maremma 30 agosto 2012
Il caso. Gli ambientalisti preoccupati i dati rilevati dal piezometro
Acqua, la falda si abbassa
AMIATA. Clima torrido e secco con gravissime conseguenze per la mancanza di acqua che ha quasi messo in ginocchio vaste zone della regione toscana. Sull’Amiata si tace. Ma le preoccupazioni non sono poche per i prossimi mesi. Lo stato dell’acquifero dell’Amiata è tenuto sotto osservazione dagli ambientalisti amiatini, ai quali non sono sfuggiti i più recenti dati (richiesti) relativi al piezometro regionale di Poggio Trauzzolo, i quali indicano che la superficie di falda si trova a meno 302,69 metri, mentre un anno fa era stata rilevata a 290,66 metri. Un dato preoccupante, poiché significa che in un anno (dal 21 luglio 2011 al 21 luglio 2012) la superficie piezometrica si è abbassata di 12 metri, con una decrescita costante. Come dimostrano per altro i dati della misurazione intermedia del febbraio 2012, che evidenziavano una diminuzione di circa sei metri. L’ulteriore calo degli ultimi mesi ha creato molta apprensione tra gli ambientalisti, i quali si aspettavano prudenzialmente una crescita della falda, favorita – secondo i loro ragionamenti – dalla ricarica che di solito avviene nel periodo febbraio-luglio. E, invece, nulla di fatto. A conferma per altro che “l’acquifero non reagisce alle fluttuazioni climatiche”. Come sembra avvalorare la tabella pluviometrica della relazione finale relativa allo studio Mobidic (il modello idrologico per il bilancio dei bacini idrografici e dell’acquifero del Monte Amiata), la quale definisce la piovosità dell’ Amiata negli ultimi tre anni (2008-2010) eccellente. Nel 2010 circa 2000 mm/anno, il massimo registrato in circa mezzo secolo ( i dati di partenza risalgono al 1965). L’inverno 2011, inoltre, è stato interessato da nevicate “storiche”, degne degli anni cinquanta. I recenti dati hanno sollecitato agli ambientalisti amiatini la formulazione di nuove osservazioni, che puntualmente sono state inviate ai soggeti deputati, relativamente alla procedura di via del progetto di Bagnore 4 (centrale geotermoelettrica- comune di Santa Fiora). La prima di queste recita: “considerato che i dati relativi alle precipitazioni meteoriche degli ultimi anni avrebbero dovuto far registrare una crescita del livello dell’acquifero, considerato che nello stesso periodo il prelievo ai fini potabili non è aumentato, a quale causa è attribuibile l’abbassamento registrato?”. La seconda osservazione, chiede: “Quali argomenti tecnici sono usati per escludere con certezza che l’abbassamento registrato dell’acquifero idropotabile non possa dipendere dalla ridotta pressione dei fluidi geotermici?”. La terza osservazione, infine, pone un quesito: “considerato che la falda idro potabile dell’Amiata è assimilabile a un unico sistema idraulico incapace di soddisfare tutte le esigenze della popolazione servita dall’Acquedotto del Fiora, quali iniziative si prevedono per garantire il mantenimento della risorsa idropotabile?”.

‘ARSENICO E SCELLERATI PROGETTI’, il nuovo libro di Roberto Barocci parla anche di noi

E’ stato pubblicato il nuovo libro di Roberto Barocci sui disastri ambientali in Maremma, passati, presenti e futuri.
Ricco di documentazione, basato su dati certi e fonti ‘ufficiali’, il lavoro di Barocci, che ha come sottotitolo ‘Cronaca di abusi ed omissioni a danno delle acque potabili’ pone l’accento sull’avvelenamento delle acque, in particolare a causa dell’arsenico.
Il libro è volutamente ‘No copyright’, cioè senza diritti riservati, per permetterne la più ampia diffusione che –si spera– porti, soprattutto nelle popolazioni della Maremma e dell’Amiata, ad una presa di coscienza e un nuovo e più determinato impulso ad attivarsi in difesa del territorio, delle acque, della salute, in sostanza, del futuro dei nostri figli e di questa ‘terra amara’.
Un capitolo è interamente dedicato alla vicenda che più ci sta a cuore, cioè al problema della geotermia in Amiata e la relazione con l’acquifero potabile che, ricordiamo sempre, serve oltre 700 mila persone su tre province, Grosseto, Siena e Viterbo.
Il libro lo trovate in edizione cartacea nelle ‘migliori’ librerie e , ad un prezzo ‘politico’, presso il nostro banchetto nelle iniziative in cui SOS Geotermia è presente, oppure, in edizione digitale (pdf) scaricandolo dal sito personale di Roberto, dove trovate anche altre interessanti notizie.

Riportiamo l’indice dei capitoli:
Introduzione – Corrotti e corruttori, di Enrico Calossi
Capitolo primo – Un disastro annunciato
Capitolo secondo – La legge non è uguale per tutti
Capitolo terzo – Uno “scellerato progetto”
Capitolo quarto – Impuniti alla luce del sole
Capitolo quinto – Sapevano, ma al danno aggiungono la beffa
Capitolo sesto – A Fenice Capanne altri veleni
Scheda n°I – Qualità dell’ambiente e tumori
Capitolo settimo – L’Acqua dell’Amiata e la salute
Scheda n°2 – Come difendersi dall’Arsenico nelle acque potabili
Capitolo ottavo – Una brutta fine per il Piombo nel sangue
Capitolo nono – Una prima vittoria sul Merse
Capitolo decimo – Gli inquinatori legiferano
Capitolo undicesimo – Una finta bonifica sul Merse
Capitolo dodicesimo – Dal Bruna l’inquinamento s’espande in pianura
Scheda N°3 – Un pericolo per la salute pubblica
Capitolo tredicesimo – La pianura di Follonica: un disastro
Capitolo quattordicesimo – Omissioni, prepotenza e impunità
Scheda N°4 – Le mie querele
Capitolo quindicesimo – Me ne frego!
Capitolo sedicesimo – Conclusione

Piccoli allarmisti crescono: …si sveglia anche Merigar

Dopo un lungo quanto inspiegabile silenzio, tenuto conto la vicinanza del centro con l’area della centrale Bagnore 3 e la progettata Bagnore 4 , finalmente anche la comunità con sede in Merigar ad Arcidosso prende posizione in merito alla geotermia in Amiata.
Leggiamo infatti in un comunicato stampa pubblicato su Facebook il 7 agosto us che “L’Associazione Internazionale Comunità Dzogchen e L’Istituto Internazionale Shang Shung dopo aver preso parte al contraddittorio pubblico con l’ENEL presso la Regione Toscana a Firenze il 18 Luglio 2012 si vedono costretti a lanciare l’ennesimo appello affinché il programma di ampliamento delle centrali Geotermiche di Bagnore sia cautelativamente sospeso fino a che non saranno completamente accertati i possibili rischi per la salute della popolazione dell’Amiata e il suo impatto ambientale…” e “…Ad oggi la possibilità della Comunità Dzogchen di proseguire le proprie attività a Merigar è messa a repentaglio dal programma di ampliamento delle centrali geotermiche di Bagnore portato avanti dall’ENEL. Merigar dista meno di mille metri in linea d’aria dalla centrale Geotermica di Bagnore 3, attualmente in esercizio, le cui emissioni in passato hanno già creato disagi ai frequentatori dell’Associazione. I fumi emessi dalla centrale Bagnore 3, come è noto, contengono idrogeno solforato, arsenico, mercurio, ammoniaca, acido borico oltre a numerose altre sostanze non ancora normate. L’ENEL sembra intenzionata a triplicare la potenza del sito produttivo con gli ulteriori 40MWp della eventuale centrale Bagnore 4 nonostante i numerosi allarmi per i possibili rischi per la salute e le preoccupazioni per il possibile impatto ambientale espressi da scienziati, comitati locali ed associazioni ambientaliste. Le valutazioni che, ad oggi, sono state fatte del possibile impatto dell’intervento dell’ENEL sull’ambiente amiatino sull’acquifero dell’Amiata e sulla salute della popolazione, sono significativamente discordanti e lasciano adito a ragionevolissime preoccupazioni. La decisione di andare avanti con il progetto di ampliamento dell’ENEL e la conseguente costruzione della centrale Bagnore 4 non può essere presa senza aver prima escluso oltre ogni ragionevole dubbio i rischi che questo intervento potrebbero comportare…”.
Preoccupati che le loro attività “…potrebbero essere direttamente danneggiate da questo intervento. L’impossibilità di svolgere regolarmente le proprie attività costituirebbe un gravissimo danno economico e morale per la Comunità Dzogchen contro il quale l’Associazione avrebbe il dovere di cautelarsi. La cessazione delle attività dell’Associazione, o la limitazione delle stesse, rappresenterebbe, per altro, un danno significativo all’indotto economico locale e allo sviluppo di un turismo internazionale sul Monte Amiata…” lanciano un appello “…agli amministratori locali, ai sindaci dei comuni di Santa Fiora, Arcidosso e Castel del Piano, all’assessore all’Ambiente Bramerini e al presidente della regione Rossi affinché, in quanto rappresentanti di noi cittadini, tutelino la salute della popolazione amiatina, dei membri e degli ospiti di Merigar, applicando responsabilmente il principio di precauzione nel non autorizzare la realizzazione della centrale ENEL Bagnore 4. Inoltre la comunità Dzog Chen chiede che venga predisposto un protocollo di controllo delle emissioni con apposite centraline di monitoraggio in continua degli effetti di Bagnore 3 su Merigar dal momento che questa zona non risulta ad oggi monitorata.”

Benvenuti (meglio tardi che mai) tra gli allarmisti.

Le Terme di Saturnia a rischio? Piccoli allarmisti crescono…

Ci hanno tacciato di ‘allarmisti’, ‘ecoterroristi’, minacciando denunce e querele perchè in questi mesi SOS Geotermia ha riportato all’attenzione i problemi legati allo sfruttamento geotermico, primo fra tutti la possibile e probabile correlazione tra l’attività geotermica e la riduzione della falda acquifera e l’aumento della concentrazione dell’arsenico.
Sembra proprio che il ‘virus’ dell’informazione stia dilagando e non sia più possibile continuare a nascondere la realtà dei dati nei cassetti di qualche ente o società o, al massimo, continuare ad affermare che è tutto ‘naturale’.

Stavolta, giustamente preoccupati anche per le ricadute economiche, sono i cittadini di Manciano, nel cui territorio ricadono le famose Terme di Saturnia, riuniti nel comitato “i Beni Comuni Manciano”.
Riportiamo l’articolo apparso su Il Tirreno del 2 luglio scorso, invitando il Comitato a contattarci:

«Geotermia, Saturnia a rischio»
Da Manciano allarme acqua termale: «Lo sfruttamento eccessivo può seccare le nostre falde»
MANCIANO. Non c’è solo una parte della popolazione amiatina preoccupata per la propria salute, a far sentire la sua voce sulla geotermia. Dalle pendici della montagna, divenuta da tempo una sorta di eldorado per chi vuole ricavare energia alternativa dal sottosuolo, si alza ora un nuovo grido d’allarme, che riguarda un altro tema, non meno inquietante. L’sos arriva da Manciano. Lo lancia Andrea Marciani a nome de “i Beni Comuni Manciano”, sollevando una questione della quale fin qui poco si è parlato: uno sfruttamento eccessivo sull’Amiata, dice “Beni Comuni”, potrebbe seccare anche le falde che alimentano Saturnia. «Il rischio è concreto», dice Marciani, che sull’argomento ha inviato una lettera dai toni pacati, ma preoccupati, all’assessore regionale Cristina Scaletti, assessore al turismo e dunque competente sulle questioni termali. Una lettera che si può sintetizzare così: lo sfruttamento geotermico dell’Amiata, per il quale la Regione ha ricevuto decine di richieste di ricerca, rischia di intaccare le falde che alimentano le terme di Saturnia; per l’economia del territorio sarebbe un colpo devastante; per questo – osserva Beni Comuni – lascia perplessi il fatto (emerso in un recente incontro con la stessa Scaletti) che l’assessore al turismo non sia coinvolto nelle decisioni che portano ad autorizzare le concessioni per ricerca ed eventuale sfruttamento geotermico. Per ribadire alla Scaletti l’entità del problema, Beni Comuni le invia una folta mole di documenti «sul possibile conflitto tra ricerche geotermiche e acque termali. La maggior parte dei materiali – spiega Marciani – riguarda direttamente la centrale di Bagnore 4 che l’Enel conta di realizzare sul monte Amiata, in provincia di Grosseto. Si tratta di documenti inerenti allo studio Macgeo, commissionato dalla Regione stessa, per monitorare l’impatto della geotermia nell’ambiente e sulle risorse idriche ed è uno studio molto lacunoso, per ammissione di molti membri della commissione stessa, e apertamente contestato dal prof. Borgia (docente alla University of California at Berkeley e membro lui stesso della commissione)». Ad allarmare Beni Comuni è in particolare un fatto: «Solo negli ultimi 8 mesi, sulle pagine che il sito web della Regione dedica alla procedura di assoggettabilità, sono comparse 51 richieste di sondaggi e perforazioni inerenti alla geotermia», 27 delle quali in territorio grossetano. «La crisi energetica, unita ai ricchi incentivi statali previsti dal 5º conto energia per l’energia geotermica, sta imprimendo una forte accelerazione alla ricerca di campi geotermici e la Regione Toscana al momento sembra decisa a lasciare mano libera alle imprese. La Regione però non dovrebbe dimenticare i suoi 65 stabilimenti termali». Per questo, scrive Marciani alla Scaletti, «il mancato coinvolgimento del suo assessorato in tutte le procedure di Via correlate allo sfruttamento geotermico, solleva forte perplessità e timore». Dunque, al di là delle «pur pesanti implicazioni di carattere ambientale e sanitario di questa attività industriale», per Beni Comuni è necessario che l’assessorato regionale al turismo abbia «voce in capitolo su un attività che, ai crescenti ritmi di sfruttamento che si prospettano, anche nel settore della bassa e media entalpia, finirà inevitabilmente per interferire e compromettere l’attività turistico/sanitaria che Lei è chiamata a tutelare».

Amiata. Cosa beviamo? -volantino 4 pagine-

rubynettoVisualizza in PDF e scarica tutto il documento  CLICCANDO QUI

Il 15 marzo 2012 abbiamo provveduto a far analizzare un campione delle acque del Monte Amiata, presso il Laboratorio Studio Ambiente di Grosseto. Ecco i risultati:

Importante! Prima di leggere la tabella tenere conto delle seguenti note:
1) Il limite di legge per l’Arsenico è pari a 10 microgrammi/litro, mentre per il Mercurio di 1 microgrammi/litro;
2) Il metodo di rilevazione per l’Arsenico è ‘Apat cnr irsa metodo 3080 A ed 2003’, per il Mercurio ‘Apat cnr irsa metodo 3200 A1 ed.2003’;
3) Le acque di ‘rubinetto’ e delle fontane pubbliche, laddove ‘sforano’ il valore 10, vengono filtrate e miscelate affinché rientrino nel parametro di legge (infatti, ad esempio, l’acqua della ‘cascata’ di Arcidosso -sorgente- ha un valore di 11,1 mentre poi le acque delle utenze di Arcidosso sono tutte sotto il valore 10)
4) Le analisi per il mercurio, effettuate su molti campioni, sono state riportate solo nei 2 casi in cui i valori sono vicini alla soglia della potabilità, mentre negli altri risultano tutti inferiori a 0,2 microgrammi/litro, quindi irrilevanti
5) I 3 poderi segnati con l’asterisco (*) sono serviti dall’acquifero del Monte Labbro e non da quello dell’Amiata

tabelle ns analisiMonte Amiata, aprile 2012

ARSENICO nell’ACQUA: che significa e cosa fare?
Per l’OMS l’ obiettivo è acqua e cibi ad “arsenico zero”,
in Amiata si viaggia verso 10 e oltre

L’arsenico è classificato dall’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (Iarc) come elemento cancerogeno certo di classe 1, cioè tra le sostanze più pericolose e per le quali non esiste un livello minimo di sicurezza e viene posto in diretta correlazione con molte patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute, recenti studi rilevano che l’associazione arsenico/tabacco moltiplicherebbe esponenzialmente il rischio di malattie cardiovascolari, divenendo certo e statisticamente significativo per un valore di 12 microgrammi/litro. Sempre più segnalazioni, inoltre, lo correlano anche ai tumori del fegato e del colon“. E ancora. “L’assunzione cronica di arsenico, soprattutto attraverso acqua contaminata, è indicata da una cospicua e rilevante documentazione scientifica anche quale responsabile di patologie cardiovascolari, neurologiche, diabete di tipo 2, lesioni cutanee, disturbi respiratori, disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche“.

Il limite ammesso dalla legge, oggi, è di 10 microgrammi per litro e per anni in molte zone d’Italia -compreso l’Amiata- si è bevuta acqua con valori ben superiori grazie alle ‘deroghe’ chieste ed ottenute in sede europea con l’impegno che si procedesse ad eliminarne le cause, cosa che non è stata fatta. Oggi, perlomeno, non è più possibile superare quella soglia (che, ricordiamo, è una soglia di compromesso) tant’è che sull’Amiata si è ricorso alla miscelazione delle acque e/o alla realizzazione di costosi filtri (ovviamente a carico dei cittadini sulle bollette), ma queste sono soluzioni tampone che a medio/lungo termine non saranno più sufficienti se i valori di arsenico tenderanno ad aumentare ancora, come prevedibile in questa situazione.

L’Associazione italiana medici per l’ambiente (ISDE) lancia l’allarme e l’appello a “evitare subito l’esposizione a questo elemento tossico soprattutto in due categorie particolarmente fragili, le donne in gravidanza e i bambini”. “La letteratura scientifica internazionale, con sempre maggiori riscontri, tra cui l’EPA (ente per la protezione dai danni ambientali USA)– avvertono infatti gli esperti – evidenzia il legame tra l’esposizione cronica ad acque e alimenti contenenti arsenico in donne in gravidanza e bambini e molte patologie”. Fra i possibili danni da arsenico, gli specialisti elencano per esempio problemi dello sviluppo neurologico, autismo, deficit dell’attenzione e iperattività, disturbi dell’apprendimento, della memoria, della capacita’ di lettura, riduzione del quoziente intellettivo, patologie dell’apparato respiratorio, perdita fetale, aumento dei casi di morte infantile e neoplasie . “L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) – continuano gli esperti – ricorda e auspica come obiettivo di qualità un contenuto di arsenico pari a zero (o al più e in via transitoria di 5 microgrammi/litro) nelle acque destinate a consumo umano, come vera e sicura tutela della salute pubblica. “L’Associazione italiana dei registri tumori (AIRTUM) rileva che i tumori infantili nel nostro Paese sono in costante aumento ed è sempre più evidente il nesso causale tra queste patologie e fenomeni d’inquinamento ambientale.

Istituzioni ed industria continuano a sostenere la ‘naturalità’ del fenomeno nonostante sia ormai accertato l’aumento dei livelli di arsenico nell’acqua in concomitanza con lo sfruttamento geotermico. E’ quindi urgente uscire dall’equivoco, fermare le attività che possono peggiorare la situazione e che si proceda finalmente -come da impegni presi dall’Italia in sede europea- a rimuovere le cause e non a tamponare gli effetti.

I cittadini che pagano in salute e in bolletta l’arsenico nell’acqua,
cosa vogliono fare?
E i nostri amministratori, dai comuni alla regione,
cosa stanno facendo?

Di seguito riportiamo i dati disponibili fino al 2010 sia della USL 9 che dell’Arpat, l’Agenzia regionale per la Protezione Ambientale della Toscana:

USL9_dati_arsenicoarpat_arsenico_acqua_tabella_2001-2010

Il Manifesto del Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata Sos Geotermia. Aderisci anche tu!

Alla fine, dopo mesi di duro lavoro, di incontri, dibattiti, coordinamenti e iniziative, pubblichiamo il Manifesto del Coordinamento SOS Geotermia.

Lo potete leggere qui e se lo voleste distribuire, far conoscere, far girare, lo potete anche scaricare da qui.

DIFENDI IL TERRITORIO! ADERISCI AL MANIFESTO!

Per aderire al Manifesto manda una mail con oggetto ‘ADERISCO AL MANIFESTO’ a: sos-geotermia@bruttocarattere.org

Si può aderire sia in forma collettiva (associazione, comitato, gruppo, ecc) che singolarmente; vi chiediamo solo di indicare esattamente la dicitura del gruppo o l’esatto nome e cognome e, in ogni caso, la città.

Don Marco: i dati che abbiamo non sono assolutamente sufficienti per andare avanti su questa strada

Qualche anno fa Don Marco di Seggiano, intervenuto sulla questione ambientale legata alla geotermia, venne ripreso dall’assessora Bramerini a cui rispose con questa significativa lettera.

 

 

 

Cara signora,
è difficile per me risponderle qualcosa, non tanto perché non sappia cosa dire, quanto perché mi sembrano diversi i piani della comunicazione. Il modo con cui ho portato avanti la cosa può essere discutibile, come tutte le azioni umane; può essere considerato una provocazione e forse lo è, come estremo tentativo.
Il problema è tecnico ma non solo e non primariamente almeno per me. Io stesso mi sono sempre trovato in difficoltà ad affrontare la cosa dal punto di vista tecnico. Conosco tutte le iniziative tecniche di cui mi ha scritto. Non sono solito bere quello che mi viene presentato senza verificarlo e anche se non sono un geologo non mi mancano gli strumenti per capire quello di cui si sta parlando (oltre alla passione giovanile per le scienze naturali e la geologia sono, o meglio ero, ingegnere meccanico specializzato in impianti di produzione di energia.)
Lei ha parlato di Comitato Tecnico per la geotermia sull’Amiata. Quando sono stati presentati i rischi idrogeologici per la TAV nel Mugello tutto è proseguito come nulla fosse e proseguirà in Val Susa (piccole punte di tanti iceberg sommersi). D’altronde se quello che è successo nel golfo del Messico non è stato capace di fermare le perforazioni in acque profonde, è da illusi pensare che possa cambiare qualcosa per un po’ di bacini acquiferi distrutti.
Io non dico: è così. Dico semplicemente che i dati che abbiamo non sono assolutamente sufficienti per andare avanti su questa strada. Continua a leggere

L’Amiata si scalda di nuovo. Come in un giallo?

di Mauro Chessa, geologo, pubblicato originariamente su ‘Il Geologo’ n. 72, notiziario dell’Ordine dei Geologi della Toscana, giugno 2008 e ripubblicato dalla Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio ne ‘La questione ambientale – La vertenza Toscana’ nel gennaio 2011

.

Chi segue anche con poca passione le vicende geologiche della Toscana sa che l’Amiata è oggetto dell’attenzione degli studiosi e della preoccupazione di molti residenti.

La faccenda non è una bazzecola, come vedremo, e preme dire subito e senza ambiguità che quanto segue vuole essere null’altro che un quadro sintetico, privo dell’ambizione di aggiungere alcunché nel merito. Affinché tale condizione sia sempre presente al paziente lettore queste righe sono declinate sul piano narrativo, lontane dal rigore dell’esposizione scientifica ed anzi alleggerite dal vezzo di trattare la spinosa faccenda come se fosse un thriller poliziesco dove si contrappongono l’accusa, che vede aggirarsi un soggetto pericoloso e ne denuncia i misfatti, e la difesa, che afferma l’assenza dei motivi di allarme e legge diversamente gli indizi.

Andiamo subito alla sequenza che con la sua forza scenica ci da il leit motiv che muove la trama: nella riunione pubblica del 22 febbraio 2008 ad Arcidosso, con i piedi nella sagoma tracciata con il gesso (mi si passi, per dare sfondo all’azione), l’Assessore regionale Anna Rita Bramerini comunica di aver ricevuto una comunicazione da parte del Prof. Borgia dove si paventa la possibilità che – mantenendo l’attuale sfruttamento del campo geotermico da parte dell’ENEL e le conseguenti interferenze tra falda superficiale e sistema geotermico – si possono manifestare altri e più gravi fenomeni rispetto a quelli registrati dal ’92 (che vedremo di seguito); la falda superficiale infatti fungerebbe da ‘coperchio’ rispetto al sistema termale sottostante. Bramerini afferma che se la tesi di Borgia risultasse fondata si dovrebbe pensare, al fine di evitare l’esposizione della popolazione a seri rischi, di far evacuare l’Amiata!…

…il giallo continua cliccando qui

Maremma avvelenata. Storie di ordinaria corruzione politica, abusi e omissioni in Toscana

Roberto Barocci prepara un libro sulla devastazione del territorio e non solo.

Per gentile concessione dell’autore pubblichiamo uno stralcio che si occupa in particolare della questione Arsenico nell’Acqua.

Il Parlamento italiano e la Regione Toscana non hanno la volontà di difendere la salute dei cittadini a danno di interessi economici di poche società private. La conseguenza è quella registrata dall’Oncologa dott.ssa Patrizia Gentilini dell’ISDE Italia, che ha lanciato la campagna a difesa del latte materno e così commenta i dati circa il crollo della aspettativa di vita in salute, registrato in Italia dalla Commissione Europea per la Salute135: “E’ chiaro a tutti che nel nostro paese, a partire dal 2003 vi è un crollo dell’aspettativa di vita in salute, crollo che è ancora più repentino nelle donne che non nei maschi: la vita continua ad allungarsi ma la vita in salute si accorcia drasticamente come, tra l’altro non aveva mai fatto prima…è sotto gli occhi di tutti che, se da un lato diminuisce l’incidenza di alcuni tipi di tumore (specie quelli correlati al tabagismo…) dall’altro ci si ammala sempre di più per i tumori alla prostata, testicolo, mammella, tiroide, linfomi. melanoma, pancreas, fegato… e sopratutto si ammalano sempre più giovani e giovanissimi…E’ davvero sensato puntare tutta l’attenzione sulla ricerca di nuovi farmaci, senza di fatto mai puntare l’attenzione sulle cause di queste malattie, evitando tra l’altro di fornire ai cittadini informazioni scientifiche corrette, chiare, complete e dettagliate sui tanti agenti cancerogeni presenti nel nostro habitat?”.

Questa mancanza di informazioni sulla qualità dell’ambiente e i ritardi sulle bonifiche da realizzare, ci riporta all’Arsenico presente in Toscana in tante falde idriche e anche nelle acque potabili. Continua a leggere

DIRITTO AD UN ACQUA DI QUALITÀ, DIRITTO ALLA SALUTE

Comunicato stampa del Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua del 26 gennaio 2012

Il Tar condanna due ministeri per la presenza di arsenico nell’acqua Forum per l’acqua: «Ci batteremo per un’acqua di qualità a un giusto costo»
Il Forum toscano dei movimenti per l’acqua ha accolto con soddisfazione la sentenza del TAR Lazio che condanna i Ministeri dell’Ambiente e della Salute al risarcimento del danno non patrimoniale, derivante dalla lesione del diritto costituzionale alla salute, per l’assunzione di acqua con eccessiva presenza di arsenico, affermando così il primato che va dato alla salute nelle scelte delle pubbliche amministrazioni. Dice la Sentenza del TAR: “Secondo la letteratura scientifica richiamata dalla decisione della Commissione europea del 28 ottobre 2010, allegata dai ricorrenti in atti e non contraddetta dalle Amministrazioni resistenti, l’arsenico è uno degli elementi più tossici che esistono al mondo.” Per questo la legge fissa il limite massimo a 10 ug/l.
Anche in Toscana dal 2001 al 2009 si è bevuta acqua all’arsenico, in deroga, anche fino a 50 ug/l, specie nei comuni del grossetano, del senese, dell’Elba e della Val di Cornia. Continua a leggere