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Geotermia elettrica: appello in Europa

Un passo avanti contro la geotermia elettrica speculativa e inquinante. Sostegno della Rete NoGESI all’appello.

Abbiamo sempre sostenuto che quando si parla di geotermia elettrica non si può mai generalizzare, come invece è stato fatto in sede legislativa nazionale ed Europea, ma tutto deve essere analizzato e valutato rispetto alle peculiarità dei territori, poiché a differenza di altre fonti energetiche, il cui impatto ambientale è definibile e spesso indipendente dal territorio, in ambito geotermico esso varia notevolmente tra un’area ed un’altra a seconda della natura e delle quantità di sostanze inquinanti presenti nei fluidi geotermici, delle caratteristiche idrogeologiche del sottosuolo, degli equilibri tettonici, delle vocazioni economiche già radicate in superficie, dalle attività agrituristiche a quelle termali, oltre che delle tecnologie utilizzate.

Pertanto sottoscriviamo e salutiamo come una iniziativa di buon senso, necessaria e indice di coerenza l’appello ai Parlamentari Europei (leggi sotto) affinché sia sostenuta la richiesta di una normativa europea e nazionale a tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente, attenta in particolare alle emissioni che non siano clima-alteranti oltre che pericolose per la salute umana. Chiediamo anche noi che si votino gli emendamenti numero 357 e 358 (leggi sotto) presentati dall’On. Tamburrano e da numerosi altri parlamentari europei e in discussione nei prossimi giorni nel Parlamento Europeo.

Non è tollerabile che con le risorse pubbliche si continui a finanziare la produzione di energia elettrica con un potenziale di acidificazione delle emissioni pari a 2,2 volte superiore rispetto all’energia elettrica prodotta da centrali a carbone, come nel caso del Monte Amiata, oppure con una quantità di Ammoniaca emessa, nell’ordine di migliaia di tonnellate all’anno, quando la stessa UE nel Report CAFE (Clean Air for Europe), afferma che tali emissioni contribuiscono in maniera significativa alla formazione di particolato di origine secondaria (PM10 e PM2,5) per circa il 20% in massa, il cui costo sanitario medio è di euro 20,5 al Kg di Ammoniaca emessa.

Riteniamo quindi che ogni iniziativa che vada verso una regolamentazione stringente di tutti gli impianti geotermoelettrici esistenti e di progetto (compresi gli impianti cosiddetti binari) sia da sostenere, certi che si tratta di un ulteriore passo in avanti affinché anche la geotermia non venga più considerata tout court come pulita e rinnovabile, ma, come per ogni altro impianto industriale, sia sottoposta alle adeguate verifiche e all’impatto che questa produce sul paesaggio, sulla salute e sull’economia esistente e di sviluppo dei territori interessati.

Ieri 13.01.2018, nel corso dei lavori del Convegno di Viterbo sulla geotermia elettrica in Tuscia, organizzato dalla Provincia di Viterbo con la collaborazione della Rete NOGESI, il suddetto appello letto dal dott. Pietro Nocchi, Presidente della Provincia di Viterbo, è stato approvato all’unanimità dei presenti.

Chiediamo in primis agli amministratori a tutti i livelli (comunali, provinciali, regionali), ai medici, ai comitati e a tutti i cittadini sui cui territori si manifestano le contraddizioni immesse dalla geotermia elettrica di prendere posizione a favore di tale appello.

Rete Nazionale NOGESI (NO Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante)


APPELLO GEOTERMIA AL PARLAMENTO EUROPEO

Le 34 centrali geotermiche italiane immettono nell’atmosfera enormi quantità di gas serra e di sostanze pericolose per la salute e per l’ambiente. Secondo i dati ufficiali del 2007 – gli unici disponibili – in un anno questi impianti diffondono nell’aria 1,5 tonnellate di mercurio, 16.181 tonnellate di idrogeno solforato e 6.415 tonnellate di ammoniaca.
La legislazione dell’Unione Europea non prevede limiti di emissioni in atmosfera per le centrali geotermiche.
Siamo cittadini, medici ed amministratori dei Comuni che ricadono nelle aree geotermiche italiane. Siamo docenti universitari e geologi. Chiediamo che anche le centrali geotermiche debbano rispettare norme europee a difesa della salute e dell’ambiente. Chiediamo al Parlamento Europeo di approvare gli emendamenti numero 357 e 358 alla Direttiva sulla promozione dell’impiego di energia da fonti rinnovabili, tra le quali l’Unione Europea inserisce la geotermia che andranno al voto a Strasburgo mercoledì 17 gennaio 2018.
Gli emendamenti chiedono alla Commissione Europea di approfondire il problema delle emissioni inquinanti legate al funzionamento delle centrali geotermiche e, se lo ritiene opportuno, di presentare una proposta legislativa per normarle.
Dire sì a queste richieste ci pare un atto di puro buonsenso. Confidiamo che questo atto venga compiuto.


Emendamenti proposti dall’On Tamburrano
sottoscritta da 40 parlamentari di vari schieramenti politici

n.357
(31 ter) Al fine di preservare l’integrità della presente direttiva, la Commissione dovrebbe affrontare le lacune normative a livello di Unione, che poi si riflettono a livello nazionale, in modo che ogni forma di sfruttamento dell’energia geotermica sia considerata un contributo alla lotta al cambiamento climatico, anche quando le centrali geotermiche producono gas a effetto serra e altre sostanze provenienti da fluidi sotterranei e da altre formazioni geologiche del sottosuolo che sono comparabili alle fonti convenzionali.

n.358
2 bis. Entro dicembre 2018 la Commissione dovrebbe effettuare un’analisi approfondita di tutte le sostanze, fra cui la CO2, che vengono prodotte dalle centrali geotermiche, sia nelle fasi esplorative che in quelle operative, che sono nocive per la salute e l’ambiente, e presenta i risultati al Parlamento europeo e al Consiglio. Sulla base dei risultati ottenuti, la Commissione presenta, se del caso, al Parlamento europeo e al Consiglio una proposta legislativa in materia entro il 31 dicembre 2019.


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CICLO DI CONFERENZE E INCONTRI: Viterbo, 13 gennaio 2018

Nell’ambito del ciclo di conferenze e incontri 2018 promosso dalla Rete NoGESI, la Provincia di Viterbo, in collaborazione con la Rete NOGESI e l’Ass.Lago di Bolsena presentano:

Sabato 13 Gennaio 2018 dalle ore 9.30 alle 13.00 presso la Provincia di Viterbo, via Aurelio Saffi, 39 – Sala Conferenze – ci sarà un incontro/tavola rotonda sulla geotermia elettrica organizzati dalla stessa Provincia di Viterbo, in collaborazione con la Rete NOGESI e l’Ass.Lago di Bolsena.

SCARICA QUI IL MANIFESTO/LOCANDINA

Di seguito il programma dei lavori:

Ore 9:30 Conduce: Vittorio Fagioli, Rete Nazionale NOGESI; Saluto: Dr. Pietro Nocchi, Presidente della Provincia di Viterbo; Introduzione: Velio Arezzini, portavoce pro-tempore Rete Nazionale NOGESI, “Le problematiche della geotermia elettrica”

Ore 10:00 LE BELLEZZE DELLA TUSCIA: Geraldine Meyer, autrice di “Fuori luogo”, la prima guida sentimentale dedicata alla Tuscia viterbese

Ore 10:15 LA SCIENZA – Prof. Andrea Borgia, geologo, Univ. Milano, “Le tecnologie ad alta e media entalpia” – Ing. Piero Bruni, presidente Assoc. Lago di Bolsena, “Geotermia e Lago di Bolsena” – Dr. Giuseppe Pagano, geologo, “Il termalismo in Tuscia”.

Ore 11:30 TAVOLA ROTONDA Sono stati invitati: – Mauro Buschini, Assessore Ambiente Regione Lazio – Eros Brega, Presidente Commissione Ambiente Regione Umbria – Pietro Nocchi, Presidente della Provincia di Viterbo – Angelo Ghinassi, Sindaco di Acquapendente – Paolo Equitani, Sindaco di Bolsena – Francesco Di Biagi, Sindaco di Latera.

Ore 12:30 CONCLUSIONI – Dr. Pietro Nocchi, Presidente della Provincia di Viterbo. 

L’opera di informazione della Rete Nazionale NOGESI, contro la geotermia inquinante e speculativa, continua. Il programma prevede una serie di conferenze e incontri tra Lazio, Toscana e Umbria da gennaio a marzo del 2018 alla presenza di scienziati, amministratori e persone attive nei vari comitati e nella difesa del territorio.

Viterbo, il Presidente della Provincia sostiene i Sindaci contro la geotermia

foto NewTuscia

Pubblichiamo il comunicato del Comitato Farnese:

 

 

Accogliamo con entusiasmo l’interesse dimostrato dal presidente della Provincia di Viterbo, Pietro Nocchi, in merito alla questione delle perforazioni e delle centrali geotermiche sparse a macchia d’olio nell’intero territorio della Tuscia.
Pochi giorni addietro, lo stesso Nocchi, ci ha ricevuti assieme ad altre realtà associative e politiche, negli uffici della Provincia.
Ancor prima, sempre Nocchi, aveva affrontato l’argomento ad Acquapendente, in occasione degli Stati generali della geotermia, promossi dalla Rete nazionale Nogesi.
Il presidente della Provincia si è detto preoccupato di un’aggressione così radicale del viterbese, area storicamente votata a ben altro sviluppo. Si è inoltre pronunciato come disponibile a promuovere “Il coordinamento dei sindaci della Tuscia contrari alla geotermia”, tramutando il coordinamento stesso in un tavolo tecnico-politico di difesa su scala provinciale. Ad oggi, va ricordato, il coordinamento ingloba una decina di primi cittadini dell’Alta Tuscia, laddove il problema è maggiormente diffuso (tre sono i progetti in ballo tra Latera, Ischia, Farnese e Valentano).
E a proposito di progetti, occorre sottolineare che l’emendamento passato in Regione lo scorso fine agosto, fortemente voluto sia dal consigliere Enrico Panunzi che dal pari ruolo Daniele Sabatini, avrà valore fine a febbraio. Rimane quindi pochissimo tempo per cooperare, prima che il blocco al geotermico imposto dalla Pisana cessi. A partire da marzo, infatti, si tornerà a dibattere di geotermia, e la speranza è che lo si faccia con un piano energetico locale che indichi nero su bianco le zone idonee e quelle non. E se non bastasse da agosto ad oggi la normativa vigente, su scala nazionale, è stata modificata ad hoc accelerare gli iter.
Per arrivare a tale data preparati, pronti, e certi che la geotermia non rappresenta una valida alternativa per il futuro della Tuscia, facciamo un appello trasversale al mondo politico. Comprendiamo che in vista delle elezioni nazionali di marzo, di quelle regionali estive, e delle comunali di Viterbo a seguire, non è questo il momento più semplice per affrontare questioni così delicate.
Ma proprio perché la speculazione geotermica è una piaga che ricadrebbe sull’intera provincia, senza distinzioni di credo politico, sarebbe opportuno che tutte le fazioni cooperassero nell’interesse dei propri elettori.
Rimaniamo a disposizione di chiunque fosse interessato ad approfondire l’argomento, sottolinenando che la nostra opera di vigilanza sul territorio proseguirà senza sosta.

Comitato Farnese – ambiente, salute e territorio


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VITERBO & GEOTERMIA. LETTERA APERTA AI CANDIDATI ALLA PRESIDENZA PER LE ELEZIONI PROVINCIALI

I candidati Nocchi ed Equitani

I candidati Nocchi ed Equitani

Ripubblichiamo la “lettera aperta” dell’Associazione Lago di Bolsena che invita i candidati alle prossime elezioni per la Provincia di Viterbo ad esprimersi in merito ai progetti geotermici dell’area. 

 

 

Un recente articolo sulla geotermia e il rischio di terremoti apparso sui media ci da lo spunto per una lettera aperta diretta ai candidati alla presidenza della Provincia di Viterbo, Paolo Equitani e Pietro Nocchi, e indirettamente anche ai 60 Comuni che il 17 settembre dovranno fare la scelta fra i due. Con la presente chiediamo ai candidati di manifestare pubblicamente i loro programmi in merito alla geotermia.

Nell’immediato futuro il problema più urgente nel nostro territorio è appunto quello di contrastare la geotermia visto che è al centro di pesanti richieste di ricerca geotermica, in particolare attorno ai laghi vulcanici di Bolsena e di Vico. Piccole e grandi imprese si sono lanciate in questo nuovo Eldorado nella speranza di arricchirsi approfittando dei generosi incentivi elargiti dallo Stato, ma nel nostro contesto geologico la geotermia produce inaccettabili danni collaterali, quali l’aumento del rischio sismico, l’inquinamento da arsenico della falda acquifera usata per la rete potabile, l’interferenza con le sorgenti termali e la diversa vocazione del territorio per cui tutti i sindaci interessati si sono dichiarati contrari.

Attorno al lago di Bolsena ci sono due impianti che in tempi brevi potrebbero ottenere l’autorizzazione, uno è a Castel Giorgio in Umbria a pochi chilometri a nord del lago di Bolsena e l’altro, vicino a Latera, che è una rielaborazione del vecchio impianto ENEL di triste memoria. In superficie i due impianti sono tecnicamente molto diversi, ma nel sottosuolo sono simili ed hanno un grave difetto comune, prelevano acqua calda da 1000 – 2000 metri di profondità e dopo averle tolto calore nella centrale la reimmettono raffreddata nel sottosuolo ad una distanza di 4 – 5 km dal punto di prelievo.

I Proponenti ritengono che nel sottosuolo l’acqua raffreddata venga richiamata verso la zona di prelievo scaldandosi nuovamente lungo il percorso. Secondo illustri scienziati questo è improbabile, l’acqua invece di tornare da dove è venuta si accumulerà nella zona di reiniezione in un compartimento delimitato da faglie. Sarebbe quindi un travaso permanente di quantità enormi. L’impianto di Castel Giorgio estrae da sotto il bacino idrologico del Tevere mille tonnellate all’ora di fluido geotermico che poi scarica sotto il bacino idrogeologico del lago di Bolsena. Questo per 24 ore al giorno, per 365 giorni per 25 anni. Per inciso il Lazio diventerebbe la discarica dei reflui dell’Umbria.

Il travaso permanente di questa grande quantità da un compartimento ad un altro, causerà stress pressori e termici aumentando il rischio di terremoti e faciliterà la risalita di fluido geotermico cancerogeno nella falda superficiale. Siamo in una zona ad un alto rischio sismico, aggravato dal fatto che le costruzioni nei centri storici sono molto vulnerabili. Ricordiamo il terremoto di Tuscania. Non è il caso di andare a provocare terremoti per produrre cinque “miserabili” megawatt. Dell’impianto ENEL Nuova Latera non vale la pena parlarne: pare che emetta più anidride carbonica di un impianto convenzionale e non si capisce perché debba essere premiato con ricchi incentivi.

In conclusione i singoli comuni non possono essere lasciati soli a contrastare le varie richieste di sfruttamento geotermico, deve essere l’Amministrazione Provinciale a proporre ed ottenere che l’intera zona venga inserita fra quelle non idonee per lo sfruttamento geotermico. Sono a disposizione per ulteriori chiarimenti e auguro buon lavoro a tutti.

Ing. Piero Bruni – Presidente dell’Associazione Lago di Bolsena


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