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La insostenibilità della Geotermia in Toscana, emergente da recenti studi epidemiologici

Medicina Democratica_logoPubblichiamo il lavoro realizzato in collaborazione con Medicina Democratica in merito alla geotermia e alle ricadute sulla salute.

 

L’articolo completo è scaricabile cliccando qui, quello che segue è il riassunto in premessa:

Premessa.  La Regione Toscana ha pubblicato nel ottobre 2010 uno studio epidemiologico (SE), prodotto dall’ARS Toscana, dalla Fondazione Monasterio e dal CNR di Pisa per verificare i possibili danni alla salute dei residenti nei sedici comuni della Toscana, sede di impianti geotermici, situati in due differenti aree: una a nord (Larderello, PI e Radicondoli, SI) ed una a sud (Amiata grossetana e senese).
Obiettivo.  Abbiamo voluto verificare i materiali e metodi ed analizzare la coerenza tra conclusioni e risultati dello studio SE.
Materiali e metodi.  La nostra indagine ha riesaminato lo studio epidemiologico (SE) pubblicato su Epidemiologia & Prevenzione (2012) e ha verificato i dati osservati sulla popolazione esposta.    Come riferimento sono state considerate 2 popolazioni: quella residente in Toscana, che ha fornito i dati attesi, ritenuti nella norma e quella locale costituita dai residenti nei comuni situati in un raggio di 50 km dalle centrali geotermiche, che ha fornito dati utili ad escludere condizionamenti socio economici.
Risultati.  L’analisi dei dati forniti da SE sull’inquinamento di aria, acqua e suolo, rilevati nelle due aree geotermiche, mette in evidenza diversità importanti per la quantità e qualità degli inquinanti rilasciati in atmosfera, in particolare mercurio, boro, arsenico, ammoniaca, radon e acido solfidrico. Altri inquinamenti risultano provenire da precedenti attività minerarie e da siti ancora da bonificare.
Lo studio SE, per gran parte degli effetti sanitari, tiene correttamente ben separate le due aree geotermiche, mettendo in evidenza i risultati per zona e per popolazioni esposte, segnalando sostanziali diversità tra uomo e donna e per area geografica. Dall’analisi dei dati disaggregati, emerge che nei maschi residenti nei comuni geotermici dell’area dell’Amiata si registra un eccesso statisticamente significativo della mortalità per tutte le cause del 13%. Per tutti i tumori sono segnalati eccessi (circa 30%) statisticamente significativi in tre paesi: Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio e Arcidosso.
Conclusioni.  Riteniamo che SE esprima conclusioni erroneamente rassicuranti poiché non sono state  indagate le conseguenze di altri inquinanti (es radon), né ha valutato i loro effetti cumulativi ed è mancata una reale georeferenziazione della popolazione (esposta e di controllo). Nonostante l’evidenza di questi limiti e l’emersione di alti rischi, lo studio SE ha basato la sua rassicurazione aggregando valori molto differenti tra loro e diluendo situazioni molto preoccupanti. Il mascheramento di questa alta stima di alcuni rischi impedisce il corretto riconoscimento dei danni già subiti e produce nuovi danni alla salute della popolazione esposta.

… continua a leggere cliccando qui

PUBBLICATO IL LIBRETTO ‘ABGEOTERMIA’

GEOINTERNO8_3_2013:UNA MODERNA PROPOSTA‘CHE COS’E’ – I DANNI CHE FA – I RESPONSABILI – LE ALTERNATIVE’ è il sottotitolo del libretto ‘ABGeotermia’ che abbiamo pubblicato grazie a Strade Bianche e che contiene , appunto, l’ABC della questione geotermia sul monte Amiata con tutti i riferimenti alla documentazione ufficiale alla quale, come sempre, facciamo riferimento. Contiene anche le nostre proposte sull’energia e sullo sviluppo sostenibile sulla montagna.
La diffusione sta iniziando su tutto il territorio amiatino, a offerta libera, e vi invitiamo a leggerlo e regalarlo ai vostri amici.

Ricordiamo che è anche possibile fare una donazione online per sostenere la battaglia di Sos Geotermia collegandosi qui.

Riportiamo l’indice degli argomenti:

>DI CHE SI PARLA
>CHE COS’ E’ LA GEOTERMIA
>LA SALUTE NEGATA
-Le diversità dei flussi geotermici e delle matrici geologiche nelle diverse aree
-Risultati diversi nelle diverse aree geotermiche
-In Epidemiologia non si possono mescolare le diversità registrate in aree con differenti esposizioni sulle popolazioni.
-In Amiata ci sono prove che la Geotermia non sia sostenibile, mentre non ci sono prove del contrario
-Un aggiornamento dello Studio epidemiologico, incompleto e con conclusioni fuorvianti
>SULLA MANCATA TUTELA DELLE FALDE IDROPOTABILI
-Mancano i bilanci idrici per sostenere la rinnovabilità della geotermia
-Stanno pensando di abbandonare le sorgenti del Fiora
>SULLA PERDITA DELLA QUALITA’ DELL’ACQUA POTABILE
-La pericolosità dell’arsenico nell’acqua potabile
-La mancata informazione ed eliminazione delle fonti inquinanti
>LE ALTERNATIVE
–Energetiche
–Qualità della vita per un’altra Amiata possibile
>CONCLUSIONE

La Nazione del 23 aprile 2013

AMIATA DISTRIBUZIONE GRATUITA
La geotermia è dannosa? Uno studio nel libro di «SoS»
di Cristiano Bernacchi
MENTRE IL DIBATTITO in Amiata sulla geotermia non si placa il comitato Sos Geotermia pubblica un libro sull’argomento. Si intitola ABGeotermia (Stampa Alternativa) e contiene una sorta di ABC sulla questione geotermica in Amiata. Al suo interno vengono riportati riferimenti ai documenti ufficiali stilati dalla Regione, da Arpat e dalle Università che hanno dedicato studi a riguardo. Sono diversi i punti interrogativi che emergono da questo libro, nel testo però, oltre ai soliti capitoli che discutono su come la geotermia in Amiata sarebbe dannosa e poco sostenibile, si trovano anche voci che parlano di alternative: il fotovoltaico e il suo virtuoso sviluppo. È iniziata la diffusione del libretto ad offerta gratuita, partita da Castel del Piano, ma che raggiungerà tutto il comprensorio amiatino.

Nonostante i ‘muri di gomma’ dell’informazione, si parla ancora dell’Amiata

tacetenelContinuano, nonostante la cappa di silenzio che taluni vorrebbero intorno alla questione, ad uscire articoli e servizi che parlano di geotermia in Amiata. Diamo atto a queste testate, a volte medio-piccole, di onorare il ‘mestiere’ e di svolgere il ruolo a cui dovrebbero attenersi i giornalisti, cioè di fare inchiesta anche, e soprattutto, quando è scomoda al potere, sia politico che economico.

Riportiamo un intervista al prof.Borgia fatta dalla testata PrimaPaginaChiusi.it ed un articolo di Carlucci su IlCambiamento.it, entrambi del 9 aprile 2013.

 

GEOTERMIA SULL’AMIATA. INTERVISTA AL PROF. ANDREA BORGIA
“La geotermia sull’Amiata non è né un’energia pulita né sicura” afferma il Professore.
di David Busato
Geotermia sull’Amiata. La diatriba tra favorevoli e contrari continua. Sul nostro giornale ci siamo occupati della questione intervistando ambedue le opposte fazioni.
Abbiamo fatto qualche domanda al Prof. Andrea Borgia, geologo e vulcanologo di fama internazionale, recentemente comparso anche al noto servizio di Striscia la Notizia che si è occupato della questione.
1) Geotermia sull’Amiata. Cosa ne pensa? E’ davvero un’energia pulita e sicura?
No, all’Amiata, non è un’energia pulita né sicura né tanto meno rinnovabile, con emissioni di CO2 in atmosfera che sono praticamente il doppio di una moderna centrale a gas per unità di energia prodotta. Altro che riduzione delle emissioni clima-alteranti, come viene spesso detto! Ed ecco alcuni dei problemi ambientali generati dal fatto che Enel ha ridotto la pressione originaria dei campi geotermici di 5-10 volte con un abbassamento del livello degli acquiferi potabili di oltre 300 m:
– la riduzione alla metà delle portate delle sorgenti maggiori e l’annullamento di molte delle sorgenti minori;
– la drastica riduzione delle sorgenti termali;
– la vaporizzazione del sistema geotermico con la formazione di gas incondensabili asfissianti e tossici tra cui CO2, H2S, Metano, Radon, Mercurio, Arsina, Ammoniaca, ecc. e la risalita dei gas a inquinare la falda potabile;
– la fuoriuscita incontrollata nell’ambiente di vapori geotermici dalle faglie e dalle gallerie, discenderie e sondaggi delle vecchie miniere;
– un rilevante grado di subsidenza che ha variato anche il livello di base dei fiumi e che potrebbe essere stata una delle cause del cedimento del ponte sul fiume Paglia; Le emissioni dalle centrali geotermiche, che sono praticamente senza controllo da parte degli organi istituzionali (a parte alcune ore all’anno): contengono talmente tanto mercurio che gli abbattitori AMIS dovrebbero eliminarne 100 volte di più di quanto fanno per rendere le centrali “environmental friendly”;
– contengono talmente tanta ammoniaca che in alcuni casi nemmeno con gli abbattitori rientrano in limiti ammissibili;
– interessano pesantemente le abitazioni circostanti;
– durante le manutenzioni ed i malfunzionamenti non sono sottoposte ad abbattitori, risultano totalmente incontrollate e invadono case e paesi;
– le emissioni contengono talmente tanto H2S che spesso in prossimità delle Centrali non si respira; i rilevamenti Arpat fanno vedere che nonostante gli abbattitori AMIS nelle scuole elementari di Piancastagnaio viene superato il limite olfattivo per almeno il 30% del tempo, ma secondo i limiti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità tali superamenti potrebbero sussistere anche per il doppio del tempo e che i valori medi orari di punta sono 22 volte superiori al limite olfattivo;
– fino a pochi mesi fa, in alcuni casi le emissioni erano convogliate in atmosfera senza abbattitori all’altezza delle case poste solo ad alcune centinaia di metri di distanza;
– le concentrazioni di inquinanti nei gas incondensabili sono talmente elevate da essere probabilmente oltre i limiti di legge se fossero emesse da un normale camino e che invece, nel caso delle centrali geotermoelettriche in Amiata, l’escamotage adottato sembra essere quello di diluire i gas con milioni di metri cubi di aria pulita pompata ogni ora attraverso le torri di raffreddamento dalle quali, così, gli inquinanti escono evidentemente a concentrazioni più basse ma nelle stesse identiche quantità ancora letali di origine;
– i fluidi geotermici reiniettati sono soltanto circa 1/4 di quelli estratti dal campo geotermico (i restanti 3/4 sono emessi in atmosfera insieme ai gas incondensabili) e provocano una grande sismicità con terremoti che hanno generato anche danni ingenti alle case ed ai paesi;
– sono state indotte senza alcun preavviso da ENEL almeno tre eruzioni idrotermali che hanno devastato la vegetazione nel raggio di circa 100 m, ucciso gli animali, generato vulcani di fango anche dentro le case abitate, fatto scappare gli abitanti che si sono salvati per mera fortuna; i tubi (casings) dei pozzi geotermici vicini a queste eruzioni non erano cementati fino ad una profondità anche di oltre 80 m;
– prima che le centrali dell’Amiata potessero ottenere le necessarie autorizzazioni, la Regione Toscana:
– ha spostato dall’incarico molti tecnici e dirigenti esperti di geotermia (avevano valutato l’impatto ambientale delle nuove centrali geotermiche dell’area di Larderello);
– non ha rinnovato il Comitato Tecnico per la Geotermia dell’Amiata, organo scientifico indipendente di consulenza della Regione Toscana, costituito per affrontare proprio i problemi generati dalla geotermia. Se si suppone che in Amiata vi sia una correlazione tra sfruttamento geotermico e incremento della mortalità, come suggerito dallo studio Ars, ed io ritengo che vi sia un’alta probabilità che tale correlazione esista -,senza considerare i primi 20 anni di sfruttamento, la prospettiva di ulteriori 10 anni di sfruttamento geotermico porterebbe il numero dei morti in più ad oltre 1000. Con una visione puramente macabra del problema, dato che le compensazioni “ambientali” corrispondono a 26 milioni di euro e che mediamente i morti pesano 50 kg, si stà pagando i morti circa 500 euro a chilo. Senza considerare tutti gli altri impatti sull’ambiente e sulla salute elencati. E tutto per meno di 100 MWe elettrici! Ma vogliamo scherzare?! La geotermia attuale in Amiata è la forma di produzione di energia elettrica più inquinante al mondo. La storia del teleriscaldamento poi è un chiaro inganno perpretrato verso gli abitanti; infatti esso può in ogni caso essere fatto anche senza le centrali geotermiche (ancor più perché se lo devono pagare i cittadini) con un impatto ambientale praticamente nullo in quanto può essere sfruttata la bassa entalpia con pozzi superficiali e semplici scambiatori di calore.
Come fare a risolvere il problema? Semplicissimo. È necessario chiudere le centrali geotermiche fino al ripristino delle pressioni originarie nei campi geotermici. Poi si potrà sfruttare la geotermia con centrali a ciclo binario e con totale reiniezione dei fluidi geotermici nel sottosuolo (come per altro indicato dagli altri operatori geotermici in toscana). Direi che la situazione ambientale è tale, che ciò debba essere fatto da subito.
2) Gli studi dell’Enel e il supporto di scienziati americani?
Penso che gli scienziati americani non siano stati informati di tutti gli impatti negativi legati allo sfruttamento geotermico in Amiata.
3) La scelta tra lavoro e salute… ossimoro eterno almeno in Italia?
Nel caso specifico dell’Amiata il principio di precauzione, che è sancito per legge, non mi pare sia stato applicato dalla Regione Toscana nella valutazione di impatto ambientale delle centrali geotermiche. Per esempio, nonostante le relazioni dei tecnici della Regione e degli studi appositamente fatti dall’Università di Firenze, che indicano l’esistenza di una connessione diretta tra campi geotermici ed acquifero potabile, non ha nemmeno chiesto che fossero fatte le prove del caso, peraltro indicatele già sei anni fa! Nonostante Ars abbia dimostrato come nei paesi geotermici dell’Amiata ci siano stati negli ultimi 30 anni 700 morti in più di quelli attesi e come l’unica grande attività industriale impattante sia la geotermia, non si è nemmeno posta il problema di verificare con certezza se la geotermia sia o no la causa di quei morti prima di dare le necessarie autorizzazioni.
4) Cosa pensa del recente servizio di Striscia?
Penso sia stato un servizio equilibrato, che mette in luce le problematiche e le anomalie della geotermia in Amiata.
5) L’atteggiamento delle istituzioni locali?
Su questo non posso esprimermi anche se penso che alla popolazione farebbe piacere se le istituzioni locali fossero maggiormente attente a questi problemi che conoscono perfettamente.

Enel, geotermia, offensive mediatiche e bugie varie
Acqua e ambiente saccheggiati dalla geotermia. Carlo Carlucci torna a denunciare lo sfruttamento geotermico del monte Amiata, minacciato ora dalla costruzione della centrale Bagnore 4
di Carlo Carlucci
Continua incessante sulla stampa che conta (o non conta) l’annuncio clamoroso dei lavori per la prossima centrale geotermoelettrica Bagnore 4. L’acqua già rinomata dell’Amiata è ritornata potabile (l’arsenico è sotto i 10 mg litro) coi filtri ovunque, pagati dagli utenti. In concomitanza con l’entrata in funzione di Bagnore 3 che ‘pesca’ sulle fonti del Fiora (incomparabilmente le più importanti del Mons ad Meata, dell’Amiata cioè) si è registrato il progressivo calo fino ai minimi storici dell’acquifero in concomitanza con l’aumento fino ai massimi ( sempre in progressivo, ineluttabile ascesa dell’arsenico). Meno male che ci sono i filtri (tanto li paghiamo noi) che consentono di matenere il veleno sotto la soglia ammessa (e imposta dagli organi comunitari) di 10 mg.
Prima dell’avvento di Bagnore 3 l’arsenico era tranquillamente nei limiti fisiologici (2, 3 mg). Naturalmente chi fa rilevare queste altamente sospette coincidenze fa del terrorismo psicologico infatti l’acqua sta diminuendo, anche se in questi ultimi anni ha piovuto di più… perché sta diminuendo e basta, cosa occorre arzigogolare. E l’arsenico sta aumentando perché appunto l’acqua sta diminuendo. Torna no? Ma su tutti i manuali di geotermia non è spiegato appunto che l’acquifero superficiale ricarica l’acquifero profondo. È vero ma questo non vale per l’Amiata.
Parola di Enel, c’è da crederci. E poi la gente è soddisfatta di quanto Enel, bontà sua, elargisce come compensi ambientali. Ma allora è vero che la geotermia sull’Amiata danneggia l’ambiente? Ma no, giusto qualcosina, ma si tratta di inezie che i terroristi ambientali artatamente ingigantiscono.
E quanto sostiene il prof. Borgia il quale ultimamente ha rintuzzato certe asserzioni del geologo americano Horne il quale valutava positivamente le centrali geotermiche Enel poste in siti spopolati? Ma il prof. Borgia è un outsider, un espatriato (negli USA) perché qui non lavorava più da quando, incautamente, ha osato nel primo studio (da poche migliaia di euro) commissionatogli dalla Regione Toscana (nel 2007) sollevare forti perplessità relative alla geotermia Enel in Amiata. Fu uno studio veramente incauto e sfortunato che gli ha fatto terra bruciata attorno.
Chiarissimo monito agli altri geologi, la geologia è qui feudo incontrastato. E di fatto gli studi successivi, da centinaia di migliaia di euro hanno assolto (coi dovuti anche se, pur tuttavia, qualora, tutto sommato…) Enel. La stessa commissione Via, nuova di pacca, voluta dal Presidente Rossi, con ben 31 prescrizioni che sono il corrispettivo dei famigerati avverbi (se, qualora, pur tuttavia…) ha varato Bagnore 4.

Qualche bugia eclatante, dettata magari dall’entusiasmo di avercela fatta, gli scappa all’Enel laddove afferma di aver fornito ai comitati e alle associazioni tutte le risposte possibili nel confronto all’americana di fronte alla commissione Via nuova di pacca. No, ing. Montemaggi, lei e il suo staff sulle questioni scottanti sollevate dagli ambientalisti vi siete limitati o a risposte assolutamente vaghe o vi siete trincerati dietro un no comment. Una riprova? Alle tre domande conclusive dell’incontro, quelle della referente WWF per l’Amiata, Montemaggi & Company sono rimasti muti come pesci. Basta scorrere i verbali dell’incontro o solo soffermarsi sull’ultima pagina, quella meglio documenta appunto il sostanziale silenzio di Enel che molto ricorda i sepolcri imbiancati.
E ne abbiamo viste di cotte e di crude in questi anni. Come quel servizio de L’Espresso sulla geotermia amiatina condotto con molto acume da una giornalista di valore la quale per una settimana circa intervistò, quattro o cinque anni fa, i principali attori del dramma. Naturalmente qualcuno andò a riferire della cosa a De Benedetti, tessera n°1 del Pd, o a Enel (che è la stessa cosa) è il servizio assolutamente obiettivo e ben documentato non venne mai pubblicato.
Ora c’è un Movimento che pone tra le prime stelle del suo programma l’acqua e l’ambiente, le due ricchezze saccheggiate appunto da questa geotermia. Ci aspettiamo una risposta ferma ed adeguata. Sette anni fa scrivemmo, come comitato, a un ministro (per l’ambiente o l’energia), un tal Bersani, il quale nemmeno ci degnò di una risposta. Oggi quella risposta la pretendiamo dal M5S.

STOP ENEL. A Roma 28/30 aprile, assemblea internazionale e sit-in

20130428_stopenel_imgLa Rete STOP ENEL, costituitasi un anno fa, anche quest’anno, in occasione dell’assemblea degli azionisti Enel sarà presente a Roma; anche SOS Geotermia ci sarà alle iniziative programmate. Pubblichiamo l’Appello e la locandina, che possono essere scaricati cliccando qui.

28/30 aprile a Roma, 11 maggio in Amiata!

APPELLO AI TERRITORI
Fermiamo l’energia che opprime le comunità e distrugge l’ambiente

Il 30 aprile si celebrerà a Roma l’assemblea degli azionisti di Enel Spa. Anche quest’anno la multinazionale dell’energia, simbolo di inquinamento e del colonialismo energetico italiano nel mondo, vaglierà i suoi bilanci basati su centrali mega-inquinanti, opere devastanti, impianti costruiti senza il rispetto dei territori e delle comunità.
Dalle mega dighe della Colombia, del Cile, del Guatemala al carbone di Civitavecchia, Brindisi, La Spezia; dal nucleare in Spagna alle rinnovabili di nome e non di fatto, come la geotermia in Toscana e le biomasse sul Pollino; dalle mega centrali dell’Est Europa ai catorci ad olio combustibile di Rossano, Porto Tolle, Montalto di Castro: Enel rappresenta in pieno il modello energetico che ha caratterizzato gli ultimi cinquant’anni di politiche industriali dell’occidente, un modello fallimentare basato sull’esaurimento di risorse naturali, sullo sconvolgimento dell’ecosistema sulla prevaricazione sistematica della volontà, degli interessi e dell’identità delle comunità locali, in Italia come all’estero.
Un modello truffaldino che per Enel come per altri speculatori locali ed internazionali, nell’energia come nelle infrastrutture, nei rifiuti, nella gestione dei beni comuni, si traduce in profitti milionari assicurati dal fatto che i costi, economici e non, non vengono messi nel bilancio aziendale ma vengono pagati dalla collettività.
Ora che la crisi economica sta mettendo in evidenza tutti i limiti di questa logica iniqua e devastante è il momento di ribaltare questo modello energetico, rivedendo considerevolmente i consumi improponibili ed inutili (a fronte di 108000MW istallati, i consumi totali, industriali + domestici, in calo dell’8% sono solo 40.000MW) e mettendo al centro i diritti ed i bisogni reali delle comunità.
La Campagna “Stop Enel” nasce per questo, ha già dato vita a due assemblee internazionali partecipate dai comitati italiani e da rappresentanti delle comunità di tutto il mondo. Un nuovo modello energetico non più calato dall’alto ma costruito a partire dai territori, dalle vertenze decennali che gruppi di cittadini liberi continuano a ravvivare, seppur spesso isolatamente, fermando i progetti o limitandone i danni. Più in generale un modello di sviluppo che tenga conto di tre valori fondamentali oggi calpestati ferocemente in ogni singola vertenza territoriale: la SALUTE, la quale non può più essere posta in secondo piano rispetto a profitti e bilanci; il LAVORO, come strumento di dignità e riscatto, come servizio alle comunità, e non più come strumenti di ricatto e sfruttamento di cose e persone; la DEMOCRAZIA, ovvero l’esigenza che siano le comunità a decidere del proprio destino e del proprio sviluppo.
Per realizzare questo progetto è necessario connettere tutte le vertenze, mettere in condivisione conoscenze ed esperienze, unire le forze per contrastare nel migliore dei modi ogni singolo progetto: fermando la logica infausta che lo giustifica.
Per questo stiamo organizzando tre giorni di discussioni, iniziative ed approfondimenti.
Domenica 28 Aprile si terrà la Seconda Assemblea Internazionale della Campagna Stop Enel in preparazione di tutte le iniziative e del Sit-In di sensibilizzazione che si terrà di fronte alla sede dell’Assemblea degli Azionisti Enel, il 30 Aprile.
Durante la tre giorni si terranno incontri e seminari, tra cui un approfondimento sul ruolo di ENEL e della finanza nel mercato del carbonio europeo (29 Aprile); l’incontro del Coordinamento Nazionale No Carbone; un incontro con soggetti e movimenti che si occupano di altri settori, come quelli sui trasporti, sulle mega-opere, sui rifiuti, sui beni comuni.
Tutti i cittadini, i comitati, i movimenti e le associazioni interessate a queste tematiche sono invitate a prendere parte alla tre giorni.

Rete Stop Enel

Programma
Domenica 28 aprile – ore 10.30-17.30
Seconda Assemblea Internazionale della Campagna Stop Enel
CineTeatro Volturno Occupato – Via Volturno 37
Lunedì 29 aprile
Seminario di approfondimento- ore 10.30 – 13.30
Il ruolo di ENEL nel mercato dei crediti di Carbonio
CineTeatro Volturno Occupato – Via Volturno 37
Pomeriggio: Incontro del Coordinamento Nazionale No Carbone
Martedì 30 aprile – ore 14.00
Sit in STOPENEL durante lo svolgimento dell’assemblea degli azionisti
Di fronte alla sede nazionale di ENEL – Viale Regina Margherita 125

È arrivato il momento che l’Amiata decida del proprio futuro. L’11 maggio in piazza

BALDUCCI_FRASE“Fateci costruire Bagnore 4 e sarete compensati lautamente”. Questo è quello che ormai appare da diversi mesi sulla cronaca della stampa locale. ENEL tiene a sottolineare che saranno spesi milioni di euro per la costruzione della più grande centrale geotermoelettrica dell’Amiata, Bagnore 4, il doppio di quella già esistente, e milioni di Euro saranno versati nelle casse della Regione e dei Comuni e, meraviglia delle meraviglie, il tutto senza che questi nostri amministratori spremano troppo il loro cervello per progettare e cercare finanziamenti per lo sviluppo del territorio.
In proposito vogliamo subito  precisare che questo ipotetico sviluppo, tra l’altro mai avvenuto in quelle che sono le aree geotermiche tradizionali di Larderello, benché questa attività vi sia presente in maniera massiccia da oltre un secolo, deve tenere conto di alcune priorità, che si chiamano, in primis,  salute, qualità della vita, rispetto delle risorse naturali (aria e acqua) e dell’ambiente. Questi sono i veri beni a cui tengono coloro che abitano o che sono venuti a vivere in questa bellissima montagna, e per la salvaguardia dei quali non siamo disposti a compromessi.
Vale la pena ricordare agli amministratori locali e regionali che spesso lo sviluppo tecnologico non garantisce tutto questo: Taranto ne è l’esempio calzante; benché in quella città lo sviluppo industriale garantisca veramente l’occupazione a migliaia di persone, oggi, dopo decenni e centinaia di morti, sembra che tutti si siano svegliati da un sonno profondo e concordino che il lavoro e lo “sviluppo” non può essere anteposto al valore della vita delle persone.
Ma, a dire il vero, la sveglia l’hanno fatta suonare i magistrati e non i politici, non le istituzioni o i garanti della salute pubblica che negli anni non hanno impedito un disastro annunciato. Galimberti, uno tra i filosofi più attenti ed impegnati su i grandi temi dell’etica, del tramonto delle ideologie e della crisi dei valori cristiani, ci ricorda che oggi il mondo è governato dalla tecnica e che la natura è ormai diventata manipolabile in ogni suo aspetto. Lo sviluppo tecnologico è  incurante non solo della natura e dell’ambiente, ma poco si interessa anche degli aspetti umani.

In proposito, vogliamo citare un passo tratto dalla delibera della Giunta Regionale Toscana n. 344/2010  “Approvazione dei criteri direttivi per il contenimento delle emissioni in atmosfera delle centrali geotermoelettriche”, laddove si afferma che “Relativamente ai valori di emissione è da premettere che tali valori non costituiscono riferimenti per la tutela sanitaria, ma sono limiti tecnologici stabiliti sulla base delle “migliori tecniche disponibili” e in relazione alle caratteristiche dei fluidi (geotermici) utilizzati”.  Ebbene, è la stessa Regione a dirci che i valori di emissione non rappresentano riferimenti per la tutela sanitaria, ossia per la tutela della salute, ma sono limiti tecnologici, e dovrebbe bastare questo, ed un po’ di buon senso, a far riflettere e preoccupare amministratori, politici, autorità sanitarie ed Arpat che nelle sue relazioni definisce alcune delle sostanze immesse in atmosfera “inquinanti con caratteristiche tossicologiche ed ecotossicologiche rilevanti”.

Gli amministratori sanno bene come vengono chiamati i soldi che ENEL versa nelle casse dei Comuni: “Compensazioni ambientali e territoriali” e se non hanno ben chiaro il significato del verbo “compensare” basta leggerlo su un vocabolario: “pagare, risarcire del danno sofferto”.

Naturalmente crediamo che il tutto sia proporzionale, e se le compensazioni aumentano non vuol dire che sono stati bravi gli amministratori regionali a pretendere qualche soldo in più, né che ENEL è stata magnanima, ma che in realtà aumentano i profitti della società, poiché i programmi sull’Amiata prevedono il raddoppio delle MW attualmente prodotte. Questa è la vera manna che è caduta sulle popolazioni dell’Amiata!  E’ la manna che aspettavamo da generazioni, perché la storia non era stata generosa nei nostri confronti, cioè, non avevamo avuto le industrie.
La maremma e la miniera erano state le uniche alternative occupazionali per i nostri padri, ed oggi che avremmo potuto riscattarci da questo triste passato, perché potevamo vivere in un ambiente salubre, ebbene la storia ci sta ancora penalizzando, sta nuovamente chiedendo il sacrificio ai più deboli, a coloro che non rappresentano neppure l’uno per cento della popolazione della Toscana.
Oggi, nel terzo millennio, questa manna si chiama denaro e sono proprio i soldi l’elemento sostanziale dello scellerato sviluppo che viene proposto all’Amiata, il denaro, una tra le maggiori cause dei disastri che accadono in questo pianeta e non sono gli ambientalisti a dirlo, lo dice lo stesso vescovo di Roma recentemente eletto.

Ma il nostro destino non appartiene né agli amministratori, né tanto meno ad ENEL e questo territorio non è una loro proprietà; è ‘n o s t r o’, ci appartiene di fatto e di diritto, lo abbiamo ereditato dai nostri padri, ci abbiamo costruito le nostre case per viverci, ci abitano i nostri figli e vogliamo rispettarlo e mantenerlo integro per chi verrà dopo di noi.
Non dobbiamo mai dimenticarci che un tempo andavamo orgogliosi della nostra terra. La qualità dell’aria e delle nostre acque è stata da sempre il nostro biglietto da visita, l’Amiata, nell’immaginario collettivo, è questo e non la stazione mobile di Arpat che gira per i paesi a misurare il grado di inquinamento dell’atmosfera e tanto meno il polo geotermico che la Regione Toscana vorrebbe realizzare, imponendolo alle popolazioni. Non ci interessano i programmi redatti nei tavoli del potere politico ed economico dal Presidente Rossi e dall’Assessore Bramerini, né i loro protocolli sottoscritti e quelli da sottoscrivere con ENEL, con la complicità di amministratori male informati e che non comprendono la gravità di questi accordi dai quali dipende il futuro di un territorio e della sua gente.  Devono ancora recepire l’insegnamento delle ultime elezioni politiche e forse non hanno neppure capito che la gente vuole ricominciare a costruire dei valori etici e nuovi apparati politici e di governo, perché quelli che esistono sono i responsabili di quanto sta avvenendo nel nostro paese e l’Amiata ne è l’ennesima riprova.

Si dice che ‘si può ingannare una persona per sempre o molte persone per una volta, ma non si possono ingannare molte persone per sempre!’; la gente si è svegliata e comincia a chiedere conto di quanto sta succedendo in Amiata; la questione è ormai all’attenzione dell’intera nazione e -appunto- sarà ben difficile continuare ad ingannare tutti ancora. L’11 maggio i cittadini dell’Amiata, sostenuti da tanti comitati, associazioni, sindacati, anche nazionali, chiederanno ad alta voce che si fermi lo scempio e si progetti uno sviluppo diverso della montagna, salvaguardando la salute e l’ambiente.

‘Le chiacchiere stanno a zero’. L’11 maggio parlano i cittadini

calling_megaf_ragazza_chiacchiere‘Le chiacchiere stanno a zero’, è un modo di dire che calza perfettamente all’uso di esperti scovati dall’altra parte dell’Atlantico dall’Enel, forse perchè ‘americano’ sembra più autorevole o forse perchè gli scienziati italiani sono più attenti a lasciarsi andare ad esternazioni che ‘certifichino’ l’innocuità della geotermia amiatina (anche se -a onor del vero- lo stesso prof.Horne non dice che sia innocua, sorvola sull’aspetto dell’impatto ambientale e sulla salute per concentrarsi sul prodigio tecnologico delle nuove centrali Enel).
Resta il fatto che i ‘misteriosi’ fenomeni del monte Amiata, come le tonnellate di inquinanti, la mortalità e le malattie in eccesso, la riduzione della falda e l’aumento dell’arsenico, restano e pesano come macigni in capo agli amministratori pubblici che, di fronte a questi fenomeni, anziché attenersi al ‘principio di precauzione’, recentemente ribadito dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) attraverso la sua direttrice Jacqueline McGlade, tacciono o si allineano al coro delle bugie veicolate in questi anni per cercare, inutilmente, altre e improbabili cause.
Dal canto suo il prof.Borgia ci tiene a ribadire la sua posizione, (che riportiamo di seguito, visto che ancora nessun giornale l’ha ripresa) che condividiamo, soprattutto nelle conclusioni: se in Amiata non si possono realizzare impianti sicuri, che allora non se ne facciano!
Questo chiederemo l’11 maggio, ma non solo: chiederemo una diversa politica di sviluppo del territorio, la difesa dei servizi (a cominciare dagli ospedali), il finanziamento di progetti che creino occupazione legati alla bonifica e messa in sicurezza del territorio, il sostegno alle piccole imprese locali e all’agricoltura, la valorizzazione delle risorse ambientali, turistiche, gastronomiche.
Già sono molte le adesioni qualificanti alla giornata dell’11 maggio, segno che la questione del monte Amiata è sentita ben oltre i confini territoriali, anche se i partiti tacciono.
Invitiamo tutti all’iniziativa che dovrà essere, oltre che un chiaro ‘no’ alle centrali, una giornata di incontri e di festa tra i cittadini, amiatini e non.
Il 5 aprile di nuovo Sos Geotermia si incontra con i cittadini per organizzare l’iniziativa dell’11 maggio.

di seguito la risposta del prof.Borgia del 24 marzo al prof.Horne:

Non desidero entrare in una banale polemica con Horne o Montemaggi, né sostenere tesi ambientaliste. Io sono favorevole alla geotermia, ma penso che debba essere utilizzata nel rispetto della salute degli abitanti e dell’ambiente. Sono certo che Horne e Montemaggi pensano esattamente come me. Per questo credo che non siano stati informati adeguatamente. Ma veniamo al dunque: gli impatti ambientali delle centrali geotermiche amiatine, sollevati dai Comitati, sono evidenziati nelle pubblicazioni scientifiche e nei documenti della Regione Toscana, di Arpat, dei Tribunali e di Enel stessa. Tali impatti sono generati, come per altro ampiamente indicato nelle lezioni di geotermia dell’ONU, dal fatto che Enel ha ridotto di 5-10 volte la pressione originaria dei campi geotermici e pertanto di oltre 300 m il livello della falda acquifera potabile. Montemaggi ha ragione quando dice che la falda negli anni ’60 era alla stessa quota di quella attuale, perché tale riduzione di pressione è stata indotta dal 1959 ai primissimi anni ’60 – se quindi ben sapeva che la falda era bassa, non si capisce però come mai Enel prima del 2010 nelle perizie giurate abbia sempre sostenuto che essa doveva trovarsi ad una quota molto superiore –. Ha ragione quando afferma che “una volta individuata la risorsa geotermica possiamo parlare di tecnologie”: i fluidi geotermici individuati in Amiata sono talmente carichi di sostanze tossico-nocive che solo utilizzando centrali a ciclo binario con la reiniezione totale (anche dei gas incondensabili) e con il mantenimento della pressione originaria dei campi geotermici può essere ipotizzata la geotermia. Horne stesso nella sua risposta non esclude che il ciclo binario possa essere utilizzato, come peraltro è utilizzato anche alle Hawaii su fluidi ad alta entalpia.
Chi ha detto a Montemaggi e Horne che le emissioni dalla centrali a ciclo binario sarebbero le stesse delle centrali attuali e in progetto? Non sanno che queste ultime oltre ai gas incondensabili (5-10% del totale) emettono in atmosfera fino a quasi 3/4 del fluido geotermico estratto (più di 300 tonnellate/ora fluidi!)? Se questa esorbitante quantità di fluidi tossico-nocivi non fosse spruzzata in atmosfera insieme ai gas incondensabili in prossimità di case e paesi, le emissioni di gas incondensabili risulterebbero probabilmente fuorilegge anche utilizzando gli abbattitori! Non sono al corrente che, avendo depressurizzato i campi geotermici, le sostanze tossiche dei fluidi estratti sono “distillate” dalle rocce sottostanti e salgono ad inquinare l’acquifero dell’Amiata? Non sono al corrente che la subsidenza indotta dalla depressurizzazione potrebbe essere ritenuta responsabile del cedimento del ponte sul Fiume Paglia? Montemaggi non è stato informato che i documenti ufficiali della Regione Toscana oltre a gran parte delle pubblicazioni scientifiche ed ai dati Enel affermano come vi sia interferenza tra il sistema idrotermale e l’acquifero potabile? Che le centrali geotermiche non hanno alcun monitoraggio in continuo delle emissioni sotto il controllo dell’Arpat? Non ricorda le almeno tre eruzioni dai campi geotermici indotte da Enel che hanno distrutto case, animali e piante? Non ha letto come l’Ars affermi che nei paesi geotermici dell’Amiata, negli ultimi 30 anni, vi sono stati almeno 700 morti in più di quelli attesi? Non è stato informato che all’Amiata, appunto negli ultimi 30 anni, l’unica attività industriale con un significativo impatto ambientale è stata la geotermia, che il principio di precauzione è legge, che non è accettabile barattare l’efficienza energetica con la salute?
Se Montemaggi e Horne sostengono che le centrali a ciclo binario non possano essere in nessun caso utilizzate all’Amiata (contrariamente a quanto affermato dagli altri operatori geotermici e da molti scienziati italiani oltre che dal sottoscritto), vogliono in realtà suggerire che sarebbe meglio chiudere le centrali attuali perché obsolete? Sono certo che questa decisione troverebbe d’accordo forse tutti gli abitanti dell’Amiata ed il mezzo milione di persone che ne bevono le acque ormai degradate.

La Nazione del 4 aprile 2013

Sos Geotermia, arrivano anche le proposte di sviluppo
AMIATA UN INCONTRO PER PREPARARSI ALLA MANIFESTAZIONE DI MAGGIO DAVANTI A BAGNORE-3
E’ FISSATO per domani l’incontro promosso dal comitato Sos Geotermia in attesa della manifestazione nazionale del prossimo 11 maggio. «Per la manifestazione dicono al comitato sono già numerose le adesioni e tutti si augurano che la partecipazione sia massiccia per una causa che sta sempre più coinvolgendo i cittadini del territorio. Su Internet già circola una lunga lista di nomi dei comitati che hanno aderito all’iniziativa. Da don Gallo e la Comunità di San Benedetto al Porto (Ge) ai Cobas, dal Forum nazionale dei Movimenti per l’acqua alla federazione nazionale dell’Unione sindacale di base. Una chiamata per tutti che parte dall’Amiata, non a caso il nome dell’iniziativa è «Amiata Calling». Per l’appuntamento di domani, è prevista una prima pianificazione della manifestazione di maggio con il comitato organizzatore che informerà la cittadinanza sull’iniziativa. Cosa c’è di nuovo nelle rivendicazioni del comitato, oltre alla notoria posizione antigeotermica sull’Amiata? E’ lo stesso comitato che comunica per cosa scenderà in piazza (metaforicamente perché la manifestazione di maggio si svolgerà davanti alla centrale di Bagnore-3) oltre alla richiesta di cambiare rotta sulla geotermia, con moratoria. «L’11 maggio si parlerà di una diversa politica di sviluppo del territorio, di difesa dei servizi a partire dagli ospedali, di finanziamenti su progetti che creino occupazione legati alla bonifica e messa in sicurezza del territorio, di sostegno alle piccole e medie imprese e all’agricoltura. Quindi una manifestazione che ha si il sapore della lotta verso l’utilizzo delle risorse geotermiche, ma anche con l’obiettivo di proporre alternative e nuove politiche di intervento sul territorio dell’Amiata. C.B.

GoNews.it del 30 marzo 2013

Arcidosso
SOS Geotermia: “L’11 maggio parlano i cittadini. Adesso le chiacchiere stanno a zero”
Il coordinamento dei movimenti amiatini: “L’Enel scova esperto oltre Atlantico per certificare l’innocuità dei loro impianti”

…segue il comunicato integrale

Il Tirreno del 7 aprile 2013

GEOTERMIA: IL DIBATTITO  SERVONO INFORMAZIONI ADEGUATE
IL PROFESSOR BORGIA Horne e Montemaggi ignorano alcuni dati sull’Amiata: qui è doveroso usare altre tecnologie
di ANDREA BORGIA*
Non desidero entrare in una banale polemica con Horne o Montemaggi, né sostenere tesi ambientaliste. Io sono favorevole alla geotermia, ma penso che debba essere utilizzata nel rispetto della salute degli abitanti e dell’ambiente. Sono certo che Horne e Montemaggi pensano esattamente come me. Per questo credo che non siano stati informati adeguatamente. Ma veniamo al dunque: gli impatti ambientali delle centrali geotermiche amiatine, sollevati dai Comitati, sono evidenziati nelle pubblicazioni scientifiche e nei documenti della Regione Toscana, di Arpat, dei Tribunali e di Enel stessa. Tali impatti sono generati, come per altro ampiamente indicato nelle lezioni di geotermia dell’Onu, dal fatto che Enel ha ridotto di 5-10 volte la pressione originaria dei campi geotermici e pertanto di oltre 300 m il livello della falda acquifera potabile. Montemaggi ha ragione quando dice che la falda negli anni ‘60 era alla stessa quota di quella attuale, perché tale riduzione di pressione è stata indotta dal 1959 ai primissimi anni ‘60. Ha ragione quando afferma che «una volta individuata la risorsa geotermica possiamo parlare di tecnologie»: i fluidi geotermici individuati in Amiata sono talmente carichi di sostanze tossico-nocive che solo utilizzando centrali a ciclo binario con la reiniezione totale (anche dei gas incondensabili) e col mantenimento della pressione originaria dei campi geotermici può essere ipotizzata la geotermia. Horne stesso nella sua risposta non esclude che il ciclo binario possa essere utilizzato, come peraltro è utilizzato alle Hawaii su fluidi ad alta entalpia. Chi ha detto a Montemaggi e Horne che le emissioni dalla centrali a ciclo binario sarebbero le stesse delle centrali attuali e in progetto? Non sanno che queste ultime oltre ai gas incondensabili (5-10% del totale) emettono in atmosfera fino a quasi 3/4 del fluido geotermico estratto (più di 300 tonnellate / ora fluidi!)? Se questa esorbitante quantità di fluidi tossico-nocivi non fosse spruzzata in atmosfera insieme ai gas incondensabili in prossimità di case e paesi, le emissioni di gas incondensabili risulterebbero probabilmente fuorilegge anche utilizzando gli abbattitori! Non sono al corrente che, avendo depressurizzato i campi geotermici, le sostanze tossiche dei fluidi estratti sono “distillate” dalle rocce sottostanti e salgono a inquinare l’acquifero dell’Amiata? Non sono al corrente che la subsidenza indotta dalla depressurizzazione potrebbe essere ritenuta responsabile del cedimento del ponte sul Fiume Paglia? Montemaggi non è stato informato che i documenti ufficiali della Regione Toscana oltre a gran parte delle pubblicazioni scientifiche ed ai dati Enel affermano come vi sia interferenza tra il sistema idrotermale e l’acquifero potabile? Che le centrali geotermiche non hanno alcun monitoraggo in continuo delle emissioni sotto il controllo dell’Arpat? Non ha letto come l’Ars affermi che nei paesi geotermici dell’Amiata, negli ultimi 30 anni, vi sono stati almeno 700 morti in più di quelli attesi? Non è stato informato che all’Amiata, appunto negli ultimi 30 anni, l’unica attività industriale con un significativo impatto ambientale è stata la geotermia, che il principio di precauzione è legge, che non è accettabile barattare l’efficienza energetica con la salute? Se Montemaggi e Horne sostengono che le centrali a ciclo binario non possano essere utilizzate in Amiata (contrariamente a quanto affermato dagli altri operatori geotermici e da molti scienziati italiani oltre che dal sottoscritto), vogliono in realtà suggerire che sarebbe meglio chiudere le centrali attuali perché obsolete? Sono certo che questa decisione troverebbe d’accordo forse tutti gli abitanti dell’Amiata.
*Geologo e vulcanologo Società Edra

‘Quindici uomini sulla cassa del morto’. Misteri, bugie e smentite sui decessi in Amiata

isola tesoro trivelleDalla pubblicazione, nell’ottobre del 2010, dello Rapporto Epidemiologico (clicca qui per scaricarlo), commissionato dalla Regione Toscana, attraverso l’Agenzia Regionale di Sanità (Ars), alla Fondazione “Gabriele Monasterio” e al Cnr di Pisa (Istituto di Fisiologia Clinica) ad oggi abbiamo assistito al macabro balletto di Regione, Enel e amministratori locali sui dati, incontrovertibili, di mortalità nell’area del monte Amiata, con l’uso strumentale di affermazioni della stessa Ars che sono contraddette nello stesso Studio.
Abbiamo analizzato il Rapporto e le nostre considerazioni sono riportate nel libretto, in fase in stampa, ‘ABGeoterma’ che verrà distribuito nei prossimi giorni.
Per adesso cerchiamo di dare qualche elemento per chiarire come si stia barando sui numeri che pure ci sono, evidenziati, nel Rapporto.
Intanto bisogna fare sempre attenzione a collegare i numeri con gli anni di riferimento (2000-2006, oppure 1980-2006), con il sesso, con l’area (Amiata, oppure area sud e nord assieme, oppure cluster significativi – i comuni più colpiti- nell’area di riferimento di 50 km) e con la patologia mortale (tumori, oppure tutte le cause). Questo perchè il Rapporto riporta più confronti e bisogna essere molto precisi.
In una prima conferenza stampa di due anni fa, mostrammo ai giornalisti le copie di due pagine del Rapporto ARS e illustrammo che l’incidenza era di 535 morti in eccesso per tutte le cause, quale somma nei due cluster statisticamente significativi per i maschi e per le femmine, di pag.81 e pag.82 dello stesso, per il periodo 2000-2006. Visto che i venti non rispettano i confini amministrativi, era importante questo dato oggettivo, ma subito dopo la Bramerini, per gettare discredito su quanto avevamo rivelato, disse che sbagliavamo perchè in tutti i comuni geotermici (mentre noi ci riferivamo chiaramente anche a quelli limitrofi) la somma per maschi e per le femmine era “solo” (disse così!) di 99 morti in eccesso (131 per i maschi e -32 per la femmine).
Oggi abbiamo una nutrita bibliografia tratta dalla letteratura scientifica internazionale sugli studi epidemiologici (vedi nota*) che smaschera le conclusioni della Bramerini & Co.: sono errori (volontari o meno) fatti per DILUIRE i risultati e ridurre l’effetto di dati altrimenti preoccupanti. Ma in Epidemiologia non è consentito confondere i dati per i maschi con quelli per le femmine, come non è consentito confondere i dati della zona nord (Larderello) con quelli dell’Amiata, perchè è documentata dagli stessi estensori dell Rapporto una notevole differenza di esposizione della popolazione ad inquinanti mortali diversi, quali il Mercurio, l’Arsenico, il Radon, ecc.; inoltre, sempre in Epidemiologia, è inammissibile non valutare l’azione cumulativa dei vari inquinanti presenti su un dato territorio. Mentre le ‘conclusioni’ del Rapporto, che contraddicono i contenuti dello stesso e sembrano scritte da mani diverse ma che continuano ad essere propagandate dagli interessati, compiono questi errori di diluizione arbitraria e non consentita che denunciamo con forza, proprio perchè è ormai noto e smascherato, nel mondo scientifico, questo tipo di manipolazione.
E’ esattamente, come denuncia il prof.Borgia, quello che fanno con le emissioni di sostanze tossiche nell’aria: per diluire la concentrazione degli inquinanti insieme ai gas estratti pompano aria pulita, ma le quantità, purtroppo, restano le stesse.
Una cosa è certa e non smentita da nessuno, riferito al periodo 2000-2006, è l’aumento statisticamente significativo di mortalità, nei maschi in Amiata,  del 13%, con punte in quattro comuni del 30% per tutti i tipi di tumori. Solo il Coordinatore di zona del PD può sostenere che questi dati non sono statisticamente significativi, come fatto all’incontro di Bagnoli il 15 marzo scorso.
Ai nostri amministratori rinnoviamo l’appello ad un serio confronto per diradare la confusione che -spesso indotta interessatamente- regna tra i cittadini dell’Amiata. Sarebbe un gesto di riscatto morale e politico quello di fermarsi un attimo a riflettere se e quanto sia utile e conveniente l’attività geotermica sul nostro territorio e valutare, senza paraocchi, le alternative compatibili con l’ambiente e che già oggi sono possibili, dalla geotermia a bassa entalpia al fotovoltaico (nel libretto avanziamo questa possibile scelta) come peraltro si sta facendo in altre zone del paese (con il concorso di Legacoop, che, ci risulta, vicina alle forze politiche che ci amministrano) ; segnaliamo anche il recente articolo che conferma che ormai si tratta di una tecnologia -anche- competitiva, scritto dal prof. Massimo Zucchetti del Politecnico di Torino.

(nota*)
a) S.Parodi, V.Gennaro, M.Ceppi, PL.Cocco Comparison bias and dilution effect in occupational cohort studies. Int J Occup Environ Health 2007; Apr-Jun: 13 (2): 143-52
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17718170
b) Hernberg. ”Negative” results in cohort studies: how to recognize fallacies.SJWEH.1981; 7:121-6
http://www.sjweh.fi/show_abstract.php?abstract_id=2589
c)  V.Gennaro, P.Ricci, AG.Levis, P.Crosignani. Epidemiology’s and epidemiologists’ vice and virtues. Vizi e virtù dell’epidemiologia e degli epidemiologi. Epi & Prev 2009; 33 (4-5), supp 2:49-56. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20124642
d)  N.Pearce. Corporate influences on epidemiology. Int J Epidem 2008; 37(1):46-53.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18245050
e)  V.Gennaro, L.Tomatis. Business bias: How epidemiologic studies may underestimate or fail to detect increased risks of cancer and other diseases. Int J Occup Environ Health 2005;11:356–359.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16350469
f) N.Bailar. How to distort the scientific record without actually lying: truth, and the arts of science. Eur J Oncol 2006; 11(4):217-224
g) D.Michaels. Doubt is their product. How industry’s assault on science threatens your health. Oxford University Press 2008.

Severo monito dell’Agenzia Europea dell’Ambiente: saranno ‘terroristi’ anche loro?

mcglade_rossi_bramerini_bocciatiIl ‘principio di precauzione’ è quello che da sempre invochiamo nella nostra richiesta di una moratoria sull’attività geotermica in Amiata, preoccupati soprattutto dalle ricadute sulla salute e sull’ambiente di tale sciagurata attività e per questo ci becchiamo continuamente dai politici, dall’enel e da certi ‘intellettuali de’ noantri’ le accuse di ‘allarmismo’, di ‘danneggiare l’immagine della montagna’, di essere dei ‘terroristi’.
Che le nostre argomentazioni siano invece ampiamente motivate ce lo conferma nientepopodimenochè l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) che, attraverso la sua direttrice Jacqueline McGlade, bacchetta politici e (im)prenditori ribadendo, appunto, che tale principio ‘non è un lusso’, ma deve essere sempre rispettato e che “la priorità dei politici deve essere il mantenimento del benessere dei cittadini, non la competitività economica a tutti i costi”.
Ma si spinge anche oltre, rispondendo a chi lamentava che la crisi ci costringe a ‘tirare dritto’; dice infatti che “in un momento di crisi economica come l’attuale con la tesi che, al contrario, la sua assunzione (del principio di precausione, ndr) può essere di impulso per l’innovazione e non invece far perdere di competitività le industrie, anche perché è dimostrato che le aziende che rispondono positivamente ai preallarmi sono spesso all’avanguardia nel proprio settore”. Ma qui da noi funziona esattamente al contrario, col principio ‘pochi, maledetti e subito’: l’Enel che utilizza la tecnologia più redditizia ed i politici che sono allettati dal piatto di lenticchie delle ‘compensazioni ambientali’.
Leggendo ancora, con la lente della vicenda geotermia, la McGlade sottolinea che un problema, spesso sottaciuto, nel portare avanti tali ricerche sono le difficoltà incontrate dagli scienziati sul posto lavoro. Non di rado, infatti, è accaduto che gli studiosi che avevano denunciato un potenziale danno, pubblicando i risultati delle loro ricerche, abbiano perso il lavoro o subito rappresaglie: esattamente quello che è successo al prof.Borgia dopo che, con il suo studio Edra, aveva lanciato l’allarme sulla pericolosità della geotermia in Amiata.
Singolare in questa vicenda che a dare risalto a questa notizia sia proprio l’Arpat, che è una agenzia della Regione Toscana; ma il presidente Rossi, l’assessore all’ambiente (!) Bramerini e tutta la Giunta, li leggono questi documenti???
Probabilmente anche la EEA non potrebbe che bocciarli!
Riportiamo di seguito il testo integrale della notizia così come data dall’Arpat che può essere scaricata nel formato pdf cliccando qui.

IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE NEL PROCESSO DECISIONALE DELL’UE
La tutela dell’ambiente frontiera dell’innovazione e dello sviluppo. La direttrice esecutiva dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) ribadisce che “l’incertezza scientifica non è una giustificazione per l’inazione”.
È stata pubblicata in questi giorni su EurActiv, il più importante portale di informazione sull’Unione Europea, l’intervista che Jacqueline McGlade, direttrice esecutiva dell’Agenzia europea dell’ambiente (EEA), ha rilasciato per controbattere le critiche mosse da alcuni gruppi imprenditoriali al recente report “Late lessons from early warnings 2013” nel quale l’EEA difende strenuamente il principio di precauzione all’interno del processo decisionale dell’UE. (vedi ARPATnews 053-13) –interessante, da leggere, ndr-
La McGlade controbatte all’osservazione che l’assunzione del principio di precauzione sarebbe un lusso non sostenibile dalle imprese in un momento di crisi economica come l’attuale con la tesi che, al contrario, la sua assunzione può essere di impulso per l’innovazione e non invece far perdere di competitività le industrie, anche perché è dimostrato che le aziende che rispondono positivamente ai preallarmi sono spesso all’avanguardia nel proprio settore.
I casi analizzati nelle “Late lessons 2013” rivelano quanto sia stato ottuso perseguire facili e immediati guadagni quando già si avevano a disposizione evidenze di pericolosità per l’uomo o l’ambiente.
Così è stato, per la pesca intensiva, l’uso di sostanze a basso costo come il benzene, il piombo nella benzina, l’amianto, gli insetticidi, gli ormoni della crescita per una maggior produzione di carne, ecc., mentre sarebbe molto più lungimirante, anche dal punto di vista economico, dare ascolto ai preallarmi perché in tal modo si eviterebbe sia di essere bloccati durante i processi produttivi, a causa di un danno dimostrato, sia di versare costosi risarcimenti (es. avvelenamento da mercurio in Giappone).
E comunque, citando la McGlade, “la priorità dei politici deve essere il mantenimento del benessere dei cittadini, non la competitività economica a tutti i costi”.
La direttrice ribadisce anche che, quando si valuta l’uso o meno di sostanze chimiche, è fondamentale pesare in maniera appropriata i costi e i benefici e che tutte le evidenze scientifiche siano prese in considerazione. Così nel caso del DDT non si è proceduto ad un divieto assoluto d’uso, ma con la Convenzione di Stoccolma è stato deciso che alcuni paesi possono continuare ad usarlo, in specifiche quantità definite da linee guida
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), come vettore di controllo di malattie, come la malaria.
La posizione ribadita più volte e in diverse forme nell’intervista è quella sintetizzata nel concetto che “l’incertezza scientifica non è una giustificazione per l’inazione, quando vi è evidenza plausibile di danno potenzialmente grave”, e che anche la paura di falsi positivi, come dimostrato nel report “Late lessons 2013”, è fuori luogo e non deve essere una giustificazione per evitare interventi precauzionali perché questi sono pochi e lontani tra loro rispetto a falsi negativi.
Basti pensare al caso degli interferenti endocrini (IE) dove con gli studi sugli animali, si hanno già a disposizione una molteplicità di prove che indicano una correlazione tra l’esposizione a sostanze chimiche e problemi alla tiroide, problemi immunitari, riproduttivi e neurologici, e molte di queste patologie, o disturbi similari, si possono riscontrare in aumento nella popolazione umana dato che sia l’uomo che gli animali possono essere esposti a queste sostanze chimiche nell’ambiente, o tramite l’acqua o la catena alimentare, dove tali sostanze possono accumularsi.
La McGlade sottolinea che un problema, spesso sottaciuto, nel portare avanti tali ricerche sono le difficoltà incontrate dagli scienziati sul posto lavoro. Non di rado, infatti, è accaduto che gli studiosi che avevano denunciato un potenziale danno, pubblicando i risultati delle loro ricerche, abbiano perso il lavoro o subito rappresaglie come nel caso di Snow (per i suoi studi sul colera), Selikoff (studi sull’amianto), Henderson, Byers, Patterson e Needleman (piombo nella benzina), Osakawa (studi sul mercurio), Putzai e Chapella (in materia di OGM), Schneider (cambiameti climatici), ecc., di conseguenza molti scienziati desiderano mantenere l’anonimato anche in considerazione del fatto che non esiste una legislazione adeguata che li tuteli.

Americani in Toscana: cosa non si fa per giustificare lo scempio!

americano_a_BagnoreL’Enel, in evidente difficoltà nel giustificare la sua geotermia in Amiata, continua ad avvalersi di pareri di ‘esperti americani’ che, al di là delle loro indubitabili capacità, probabilmente non hanno mai messo piede sulla montagna e forse non ne conoscono la particolarità geologica e quello che succede in questa zona in concomitanza con l’attività delle centrali.
Un caso recente è lo studio del prof.Bates sugli abitanti dell’isola di Rototua, Nuova Zelanda (il prossimo dove, su marte?), costretti a vivere in un territorio vulcanico ricco di emissioni ‘naturali’; presentato dall’ARS a Firenze lo scorso anno con il solo scopo di minimizzare l’impatto delle centrali nostrane, sbandierando ai quattro venti che l’acido solfidrico, H2S, non fa male, ma, anzi, potrebbe aiutare nei casi di asma.
I responsabili ASR toscana dovrebbero sapere che la letteratura scientifica ha segnalato come un grave errore, spesso voluto allo scopo di rassicurare e nascondere, non considerare l’effetto cumulativo e sinergico degli inquinanti presenti sullo stesso territorio e, nel caso specifico dell’Amiata, dovrebbero sapere che non ha alcun significato isolare l’acido solfidrico dal mercurio, dall’arsenico, dal radon, ecc.
La comparazione è talmente azzardata (nello studio si evidenzia solo l’H2S e l’incidenza dell’asma) che persino l’ARS stessa nella presentazione dello studio deve puntualizzare che “…del resto gli stessi autori non escludono la presenza di possibili fattori di distorsione (bias) dell’interpretazione dei risultati, come ad esempio un survivor effect, ossia il fatto che persone sofferenti di asma potrebbero essersi spostate dalle zone più esposte a H2S…”; cioè, traduciamo, che i risultati potrebbero non essere corretti perchè magari (ma che strani questi indigeni…) chi si ammala si allontana dalla zona, oppure, diciamo noi, è già morto e non può rispondere ai questionari. Tanto basterebbe a studiosi seri, ad amministratori attenti, ma anche a persone di buon senso per evitare confronti con la più tragica situazione amiatina, ma tant’è, come per le leggende metropolitane, l’Ars, l’Enel, politici di ogni genere e persino Legambiente continuano a riproporre la favola dell’acido solfidrico ‘buono’.
Degli ultimi giorni è invece lo scoop di un’intervista, o forse di un semplice parere adattato allo scopo, del prof.Horne, un altro americano, che viene a raccontarci come la tecnologia usata per le centrali amiatine sia all’avanguardia, e che ‘…i fluidi amiatini… …contengono alcuni gas incondensabili tali da non rendere applicabile proficuamente il ciclo binario…’: certo, lo sappiamo bene che i gas estratti contengono tante sostanze tossiche e che fare impianti che riducono tale impatto costano di più e rendono di meno, ed è proprio per questo che in Amiata si usano queste centrali, sfruttando il massimo dei vantaggi con il minimo di spesa, valutando -evidentemente- come ‘danni collaterali’ inevitabili gli effetti sulla salute, sull’acqua e sull’ambiente, come più volte ribadito anche dagli amministratori in pubblici atti che circoscrivono l’impatto e i danni ad una limitata porzione di popolazione e di territorio.
Ma in merito all’intervento del prof.Horne dice qualcosa di importante anche il prof.Borgia, italiano, che conosce benissimo il monte Amiata e che si è occupato a lungo della questione, almeno finchè non è stato estromesso dal suo ruolo in regione e ‘bandito’ da una parte dell’establishment dirigente di questo paese, e puntualizza alcuni aspetti che smenticono i facili entusiasmi lanciati dall’Enel e ripresi con enfasi sulla stampa.
Il prof.Borgia è lapidario ed afferma: ‘…Enel avrebbe dovuto già da molti decenni realizzare le centrali a ciclo binario che sono certamente molto più “environmental friendly” di quelle a “scarico libero” ed a “flash” nel campo geotermico! Le centrali attuali, invece, sono talmente inquinanti ed obsolete che tutte le società di geotermia che operano in Toscana propongono anche per l’Amiata centrali a ciclo binario! La tecnologia utilizzata attualmente in Amiata è in assoluto la forma più inquinante di produzione di energia elettrica, dannosa per l’ambiente e per la salute…’.
Continua evidenziando alcuni dei maggiori problemi specifici della geotermia amiatina (vedi nota*); è probabile che se il prof.Horne ne fosse a conoscenza forse non sarebbe così certo delle sue azzardate affermazioni.
In ogni caso, come coordinamento SOS Geotermia, rimaniamo dell’opinione che i 2 morti al mese in più, le malattie, le tonnellate di inquinanti sparse sull’Amiata, la riduzione e inquinamento dell’acqua, la sismicità, siano motivo di opporsi allo sfruttamento geotermico per invertire immediatamente la rotta, investendo e incentivando una economia legata all’unicità dell’ambiente e la tipicità delle sue produzioni agroalimentari, creando nuovi posti di lavoro nel risanamento, nel recupero e messa in sicurezza del territorio e nella difesa e ampliamento dei servizi ai cittadini e ai possibili flussi turistici.

(*) Horne è stato informato? Che:
> la pressione originaria dei campi geotermici è stata ridotta di 5 a 10 volte con un abbassamento del livello degli acquiferi potabili di oltre 300 m? E che questo ha comportato:
– una riduzione alla metà delle portate delle sorgenti maggiori e l’annullamento di molte delle sorgenti minori?
– la drastica riduzione delle sorgenti termali?
– la vaporizzazione del sistema geotermico con la formazione di gas incondensabili tossici tra cui CO2, H2S, Metano, Radon, Mercurio, Arsina, Ammoniaca, ecc.?
– la risalita dei gas incondensabili che vanno ad inquinare la falda potabile?
– la fuoriuscita incontrollata nell’ambiente di vapori geotermici dalle faglie e dalle gallerie, discenderie e sondaggi delle vecchie miniere?
– un rilevante grado di subsidenza che ha variato anche il livello di base dei fiumi?
> Le emissioni dalle centrali geotermiche:
– sono praticamente non controllate (vengono misurate solo alcune ore all’anno)?
– durante le manutenzioni ed i malfunzionamenti non sono sottoposte ad abbattitori e risultano totalmente incontrollate?
– per la vicinanza dei loro punti emissivi, interessano pesantemente le abitazioni circostanti?
– contengono talmente tanto mercurio che gli abbattitori AMIS dovrebbero eliminarne 100 volte di più di quanto fanno per rendere le centrali “environmental friendly”?
– contengono talmente tanta ammoniaca che nemmeno con gli abbattitori rientrano nei limiti di legge?
– per una stessa quantità di energia elettrica prodotta, contengono circa il doppio di CO2 di una centrale a gas a ciclo combinato?
– contengono talmente tanto H2S che spesso in prossimità delle Centrali non si respira?
f-ino a pochi mesi fa, in alcuni casi erano convogliate in atmosfera senza abbattitori all’altezza delle case poste solo ad alcune centinaia di metri di distanza?
> Le concentrazioni di inquinanti nei gas incondensabili sono talmente elevate da essere oltre i limiti di legge se fossero emesse da un normale camino e che invece, nel caso delle centrali geotermoelettriche in Amiata, l’escamotage adottato è quello di diluire i gas con milioni di metri cubi di aria pulita pompata ogni ora attraverso le torri di raffreddamento dalle quali, così, gli inquinanti escono evidentemente a concentrazioni più basse ma nelle stesse identiche quantità ancora letali di origine?
> I fluidi geotermici reiniettati sono soltanto circa 1/4 di quelli estratti dal campo geotermico (i restanti 3/4 sono emessi in atmosfera) e provocano una grande sismicità con terremoti che hanno generato anche danni ingenti alle case?
> Sono state indotte senza alcun preavviso da ENEL almeno tre eruzioni idrotermali che hanno devastato la vegetazione nel raggio di circa 100 m, ucciso gli animali, generato vulcani di fango anche dentro le case abitate, fatto scappare gli abitanti, salvatisi per mera fortuna? E che i tubi dei pozzi geotermici vicini a queste eruzioni non erano cementati fino ad una profondità anche di oltre 80 m!?
> Prima che le centrali dell’Amiata potessero ottenere le necessarie autorizzazioni, la Regione Toscana:
– ha rimosso dall’incarico molti tecnici e dirigenti esperti di geotermia (avevano valutato l’impatto ambientale delle nuove centrali geotermiche dell’area di Larderello)?
– non ha rinnovato il Comitato Tecnico per la Geotermia dell’Amiata, organo scientifico indipendente di consulenza della Regione Toscana, costituito per affrontare proprio i problemi generati dalla geotermia?
> Gli studi fatti dall’Agenzia Regionale per la Salute indicano che da circa 30 anni nei paesi “geotermici” di Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio, Arcidosso e Castel del Piano vi sono in media 2 morti in più al mese rispetto ai paesi limitrofi per un totale di morti superiore a 700? E che sull’Amiata, l’unica attività industriale che ha un impatto ambientale notevolissimo è lo sfruttamento geotermico?

Il Cittadino online dell’11 aprile 2013

Tra studiosi americani e ambientalisti “smaliziati”….
Prosegue la polemica tra Enel e il supercomitato SOS Amiata
di Fabrizio Pinzuti
PIANCASTAGNAIO – “Americani in Toscana: cosa non si fa per giustificare lo scempio!” Così recita il titolo di un comunicato stampa di SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata, a proposito di alcuni pareri di studiosi americani sulla geotermia a cui recentemente è ricorsa l’Enel. Si arricchisce, e si inasprisce, dunque di motivi scientifici, la polemica tra ambientalisti e colosso dell’energia, polemica nella quale viene coinvolta anche l’ARS (Agenzia Regionale Salute).
In una lunga e serrata nota i comitati ricordano che…  segue ns. comunicato e testo Borgia.

Corriere di Maremma del 20 marzo 2013

Bagnore 4, idee diverse allo specchio

SANTA FIORA. Dal 7 marzo l’Enel ha iniziato i lavori della centrale Bagnore4 e i Comitati Ambientalisti sono sul piede di guerra. Il Corriere di Maremma ha posto alcune domande sulla questione al dottor Andrea Borgia, vulcanologo e geologo vicino ai Comitati e all’ingegnere Massimo Montemaggi responsabile Geotermia Enel Green Power.
L’impatto sul territorio dell’Amiata delle tecnologie utilizzate da Enel per la produzione di energia geotermoelettrica è paragonabile a quello delle stesse centrali “a vapori di flash” realizzate in altri paesi? Negli Stati Uniti, in Germania, ad esempio, gli impianti come quelli di Piancastagnaio o di Bagnore come sarebbero considerati?
Borgia “Il problema è semplicemente legato alla concentrazione di sostanze tossiche che compongono appunto il vapore di flash. Nel caso dell’Amiata la concentrazione di sostanze tossiche in quel vapore è esorbitante e sono certo che in nessun paese civile del mondo sarebbe permesso emettere in atmosfera tali quantità di inquinanti in prossimità di bellissimi paesi turistici, di boschi dove esiste una grandissima biodiversità, e praticamente sopra l’area di ricarica del più importante acquifero potabile strategico della Toscana meridionale. La tecnologia attualmente utilizzata in Amiata è in assoluto la forma più inquinante di produzione di energia elettrica, e non può essere che dannosa per l’ambiente e per la salute”.
Montemaggi “Una volta individuata la risorsa geotermica intanto possiamo parlare di tecnologie: quella da adottare per la produzione di energia elettrica non è una scelta libera dell’operatore, ma dipende dal fluido geotermico del sottosuolo. Nel mondo sono presenti ben 526 impianti geotermici che producono complessivamente 67mila milioni di Kwh, in Italia se ne producono 5300, con un processo binario solo il 10%”.
Secondo un professore americano il problema maggiore per il ciclo binario è costituito (oltre all’aumento di suolo e all’impatto acustico) dai gas incondensabili che dovrebbero essere immessi in atmosfera. E’ vero?
Borgia “No, sono certo che il  professore non conosce a fondo il problema dell’Amiata. Le nuove tecnologie permettono di reiniettare nel sottosuolo anche i gas incondensabili. Tutte le altre società che in Toscana, Amiata compreso, propongono di sfruttare la geotermia si sono impegnate ad applicare cicli binari ad emissioni zero. In ogni caso, se all’Amiata si pensasse emettere in atmosfera i gas incondensabili attraverso un camino, le concentrazioni di elementi tossici nelle emissioni sarebbero di gran lunga sopra ai limiti di legge. È questo il motivo per cui credo sia stata chiusa la centrale a ciclo binario di Enel a Latera. Ritengo che non possa essere ammesso che qualora i gas incondensabili vengano emessi da un camino le emissioni siano fuorilegge, mentre qualora queste siano con un escamotage diluite con i miliioni di metri cubi di aria pulita che viene pompata pompata ogni ora attraverso le torri di raffreddamento, e che viene irrimediabilmente inquinata, rientrino nella norma!
Montemaggi “Se il fluido è ad alta entalpia (come questo di Bagnore) ad alto contenuto di gas, l’utilizzo del percorso binario non porta nessun vantaggio ambientale, ma anzi ne deriva un maggiore impatto perché è necessaria una superficie di suolo maggiore 5/6 volte di più, con un maggiore rumore e di contro non c’è un vantaggio dal punto di vista delle emissioni in atmosfera. L’impianto di Bagnore 4 sarà un impianto modello, con linee guida per tutti gli operatori geotermici nel mondo, con una efficienza del 95% di abbattimento di H2S, mercurio e un nuovo impianto di abbattimento di ammoniaca. Tra l’altro, a livello internazionale, le emissioni geotermiche sono considerate naturali”.
Il professore statunitense non fa alcun riferimento alla riduzione e alla contaminazione della falda acquifera. Il problema è da sottovalutare?
Borgia “No, anzi, come ben insegna l’Onu la riduzione della pressione originaria dei campi geotermici è probabilmente la maggiore causa di impatto ambientale. L’Enel ha ridotto tale pressione di 5-10 volte con conseguente: abbassamento, secondo i dati Enel, della falda acquifera anche di più di 300 metri; riduzione alla metà delle portate delle sorgenti maggiori ed annullamento di molte delle sorgenti minori; drastica riduzione delle sorgenti termali; vaporizzazione del sistema geotermico con formazione di gas incondensabili tossici tra cui CO2, H2S, Metano, Radon, Mercurio, Arsina, Ammoniaca; risalita dei gas incondensabili che vanno ad inquinare la falda potabile; fuoriuscita incontrollata nell’ambiente di vapori geotermici da faglie e da gallerie, discenderie e sondaggi delle vecchie miniere; subsidenza che ha variato anche il livello di base dei fiumi”.
Montemaggi “A uno dei numerosi studi dell’Università degli studi di Siena emerge chiaramente che non vi sono interferenze fra l’acquifero superficiale e il serbatoio geotermico. Le perforazioni attuali, inoltre, dimostrano lo stesso livello di quelle effettuate negli anni ‘60. Il livello non è cambiato ed è lo stesso di allora e dipende da piccole oscillazioni dovute alla piovosità ecc. Dai dati relativi agli anni ‘60 la falda era a quota 780 metri sul livello del mare esattamente come quella misurata dal piezometro di Poggio Trauzzolo del 2010, al netto delle variazioni stagionali. Anzi, attualmente i piezometri sono tre, quello citato, quello della Madonna del Castagno e La Valle e altri tre prescritti saranno piazzati entro l’estate”.
Molte persone che vivono sull’Amiata, nel leggere i dati dei monitoraggi Enel e Arpat, hanno qualche preoccupazione. E’ giustificata, secondo lei?
Borgia “Si, le emissioni sono praticamente non controllate (vengono misurate solo alcune ore all’anno), inoltre per la vicinanza dei loro punti emissivi alle abitazioni le interessano pesantemente; contengono talmente tanto mercurio chegli abbattitori Amis dovrebbero eliminarne 100 volte di più di quanto fanno adesso per rendere le centrali “environmental friendly”; contengono talmente tanta ammoniaca che nemmeno con gli abbattitori sembra che rientrino nei limiti di legge; per una stessa quantità di energia elettrica prodotta, contengono circa il doppio di CO2 di una centrale a gas a ciclo combinato; contengono talmente tanto H2S che spesso in prossimità delle Centrali non si respira; fino a pochi mesi fa, le emissioni erano, in alcuni casi, convogliate in atmosfera senza abbattitori all’altezza delle case poste solo ad alcune centinaia di metri di distanza”.
Montemaggi “No assolutamente, perché c’è un monitoraggio continuo, trasparente e controllato delle emissioni in aria dei vapori. Inoltre, allo scopo di ridurre i disservizi delle centrale, sarà anche installato un sofisticato sistema di telediagnostica in grado di preavvisare i nostri operatori di anomalie che possono verificarsi nel processo di produzione, molto prima che i sistemi di sicurezza intervengano mandando in blocco il gruppo”.
Se le tecnologie a ciclo binario non sono “proficuamente applicabili”, come dice il professore americano e quelle a vapori di flash, secondo alcuni, altamente inquinanti allora sull’Amiata non sarà possibile alcun tipo di sfruttamento geotermico?
Borgia “Questo non è esattamente vero. In ogni caso rimane aperta la strada della geotermia a bassa e media entalpia. Inoltre, il calore contenuto nelle rocce del sottosuolo non viene perso ma rimane ‘stoccato’ indefinitivamente pronto per essere usato quando avremo sviluppato tecnologie che lo potranno sfruttare senza fare gli attuali danni ambientali. In ogni caso, al fine di ridurre gli impatti all’ambiente ed alla salute, è necessario da subito ridurre l’utilizzo della risorsa geotermica fino al ripristino delle condizioni di pressione originarie. Gli studi fatti dall’Agenzia Regionale per la Salute indicano che da circa 30 anni nei paesi ‘geotermici’ di Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio, Arcidosso e Castel del Piano vi sono in media 2 morti in più al mese rispetto ai paesi limitrofi per un totale di morti superiore a 700. Mi sembra di capire che sull’Amiata, l’unica attività industriale che ha un impatto ambientale notevolissimo sia lo sfruttamento geotermico”.
Montemaggi “Come dicevo prima la risorsa geotermica dell’Amiata può essere sfruttata solo con una tecnologia a vapori di flash, in considerazione che i fluidi amiatini sono ad alta entalpia e dunque non è possibile realizzare una centrale a ciclo binario”

La Nazione del 20 marzo 2013

ARCIDOSSO GLI AMBIENTALISTI PRESENTANO GLI ULTIMI DATI CHE HANNO RACCOLTO
«No alla geotermia, parliamone»
I comitati indicono un’assemblea in vista della manifestazione
di Maria Brigida Langellotti
SI FA ANCORA più ampio il fronte dei cittadini amiatini che protestano contro lo sfruttamento geotermico del territorio. E per far sentire la loro voce e sensibilizzare le istituzioni locali, cittadini e comitati, nati per contrastare la nascita delle centrali geotermiche sul Monte Amiata, hanno organizzato un incontro pubblico. L’assemblea è in programma domani, alle 17,30 al «circolino» San Lorenzo di Arcidosso, in attesa della manifestazione di protesta prevista nel mese di maggio. L’OBIETTIVO è quello di affrontare l’argomento e esprimere tutte le preoccupazioni in merito ai temuti rischi per la popolazione. «L’Amiata chiama. Discutiamone insieme»: con questo motto i cittadini vogliono richiamare l’attenzione su una questione che li vede in subbuglio già da molti mesi. Cittadini e comitati, riuniti nel coordinamento Sos geotermia, da tempo protestano contro lo sfruttamento delle risorse geotermiche. Adesso la mobilitazione si è rafforzata ancora di più dopo l’annuncio di Enel Green Power dell’avvio dei lavori per la realizzazione della centrale geotermica Bagnore4 nel territorio tra Santa Fiora e Arcidosso. «L’obiettivo spiegano da Sos geotermia è quello di promuovere un dibattito pubblico a più voci sul tema della salute, entrando nel merito delle emissioni di inquinanti presenti sul territorio e degli studi compiuti sugli effetti sanitari. E’ importante discutere e decidere insieme le iniziative da sviluppare per la difesa del Monte Amiata. Per questo è importante che durante l’incontro ci sia la possibilità di confrontarsi anche con le istituzioni e le amministrazioni locali». Per il coordinamento Sos geotermia, i dati sono preoccupanti: «Le malattie, gli inquinanti sparsi sull’Amiata, la riduzione e l’inquinamento dell’acqua, rappresentino un motivo valido per opporsi allo sfruttamento geotermico e per invertire immediatamente la rotta, valorizzando un’economia legata all’unicità dell’ambiente e alla tipicità delle sue produzioni agroalimentari». TANTI i punti che saranno affrontati nel corso dell’incontro di domani. «Durante l’assemblea aggiungono da Sos geotermia si parlerà degli ultimi sviluppi e delle novità sulla questione geotermia, sarà presentato il resoconto degli incontri di Siena con i comitati toscani e di Roma con il forum nazionale Acqua pubblica. Inoltre, nell’occasione saranno valutate le proposte dei vari appuntamenti in programma nel mese di aprile nei comuni e nelle frazioni interessate alla questione dello sfruttamento geotermico e sarà presentata l’iniziativa nazionale che si svolgerà a maggio a Bagnore, nel territorio di Santa Fiora. L’incontro è aperto a cittadini e associazioni».

Prima Pagina Chiusi.it del 18 marzo 2013

GEOTERMIA SULL’AMIATA. LA RISPOSTA DEL COMITATO SOS GEOTERMIA ALLE DICHIARAZIONI DELL’ENEL
Continua il dibattito sul tema, avvalorato dagli studi di eminenti scienziati in contrapposizione tra loro. Il Comitato SOS geotermia: ” L’ENEL in evidenti difficoltà continua ad avvalersi di pareri scientifici americani che probabilmente non hanno mai messo piede in questa zona…”.
La questione geotermia accresce sempre di più il tenore delle dichiarazioni e delle polemiche contrapposte tra l’Enel ed il Comitato SOS geotermia. Venerdì abbiamo pubblicato sul sito di Primapagina, una nostra intervista all’ING Enel Montemaggi in cui, fra l’altro, si avvalorava la sicurezza ed il vantaggio della geotermia con studi di scienziati americani. A stretto giro di posta è arrivata la risposta del Comitato SOS Geotermia che ha anche avanzato delle ipotesi di un altro scienziato, italiano, a fronte degli studi USA dimostrati da ENEL.
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Comitato amiatino che si intitola polemicamente “Americani in Toscana: cosa non si fa per giustificare lo scempio. (segue il ns. comunicato)

Contropiano.org del 18 marzo 2013

Americani in Toscana. Cosa non si fa per giustificare lo scempio
di  SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata
L’Enel chiama “esperti” Usa per far passare come “benefiche” le proprie iniziative contro l’ambiente. Una risposta allo statunitense Horne, probabilmente a corto di informazioni.
(segue il ns. comunicato)

Il Tirreno del 19 marzo 2013

Bagnore, ancora scontro fra comitati e Enel
Gli ambientalisti: «Horne fa affermazioni azzardate». Per gli altri, «la centrale è molto affidabile»
di Fiora Bonelli
AMIATA SoS geotermia in Amiata continua la sua battaglia, giudicando non affidabili le dichiarazioni e le interviste dei più autorevoli scienziati mondiali in fatto di geotermia. Per il comitato ambientalista, Enel scomoda la scienza americana pur di arrivare dove vuole. Quindi non è accreditato il professor Bates, non il professor Horne, ma viene dato credito solo al professor Borgia che afferma che «se Horne fosse a conoscenza di tutte le problematiche amiatine forse non sarebbe così certo delle sue “azzardate” affermazioni assai lusinghiere sullo sfruttamento geotermico in Amiata». In ogni caso, fanno sapere quelli del coordinamento SOS Geotermia, «rimaniamo dell’opinione che i 2 morti al mese in più, le malattie, le tonnellate di inquinanti sparse sull’Amiata, la riduzione e inquinamento dell’acqua, la sismicità, siano motivo di opporsi allo sfruttamento geotermico, investendo e incentivando invece una economia legata all’unicità dell’ambiente e la tipicità delle sue produzioni agroalimentari, creando nuovi posti di lavoro nel risanamento, nel recupero e messa in sicurezza del territorio». Dall’altra parte Enel ricorda che tutta la documentazione accumulata negli anni dalla regione Toscana, che ha incaricato Università e istituti di ricerca prestigiosi, ha dimostrato la sostenibilità della geotermia e tutte le autorizzazioni sono a posto. Per cui nulla vieta i lavori, e così prosegue la costruzione di Bagnore 4, con una capacità installata totale di 40 Mw, in grado di generare fino a 310 milioni di kilowattora all’anno. L’investimento totale previsto per la realizzazione di Bagnore 4 è di circa 120 milioni di euro. Il progetto prevede la realizzazione di due gruppi da 20 Mw ciascuno, che, con perfetto inserimento ambientale, andrà ad affiancare quella di Bagnore 3 da 20 Mw. «La centrale di Bagnore 4 è stata progettata tenendo conto dei migliori standard a livello mondiale e delle migliori tecnologie disponibili da un punto di vista ambientale – ribadisce Enel Green Power – L’impianto sarà dotato di un sofisticato sistema di monitoraggio e tele-diagnostica, in grado di garantire elevati standard di affidabilità e di efficienza».

Geotermia in Amiata. Se ne continua a parlare sui media…ma i politici tacciono

20130315_classtv_borgia_fermo_img2_elabDi nuovo ieri, 15 marzo 2013, la Tv si occupa di ‘Geotermia buona e cattiva’, titolo del servizio della trasmissione Prometeo in onda su Class Tv; a distanza di un paio di settimane dal precedente servizio che la stessa trasmissione ha fatto sull‘allarme mercurio in Amiata, questa volta viene intervistato il prof.Andrea Borgia, geologo e vulcanologo, che può essere considerato il maggior conoscitore delle criticità, dei danni e dei rischi legati allo sfruttamento geotermico in Amiata.
Lo stesso prof.Borgia oggi, 16 marzo, dalle colonne de Il Tirreno smorza i facili entusiasmi con cui la stessa Enel nei giorni scorsi aveva dato pubblicità a dichiarazioni del prof.Horn e denuncia anche i provvedimenti, a dir poco sconsiderati, presi a suo tempo dalla Regione Toscana in merito al controllo (mancato) sulla questione.

Nel box qui sotto potete ascoltare l’intervista (si tratta dell’audio, per chi volesse seguirla in video può collegarsi al servizio sul sito della trasmissione. (dal minuto 18’57” a 29’30”)

 

Questi gli articoli di oggi de ‘Il Tirreno’:

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