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Manifestazione dell’11 maggio: E’ TORNATA PRIMAVERA! Ora nessuno può più far finta di niente

20130511_manifestazione_arcidosso_bagnore_imgAi dubbi e preoccupazioni sulla risposta alla ‘chiamata’ che nelle settimane scorse abbiamo lanciato a tutta la popolazione amiatina e a tutti coloro sensibili alla difesa dei beni comuni, hanno risposto i ‘Mille’ del colorato, pacifico e determinato corteo che l’11 maggio hanno suonato la sveglia al ‘Risorgimento’ del monte Amiata.
Mille facce, mille voci che hanno fatto proprie le parole d’ordine del Coordinamento Sos Geotermia: moratoria immediata di ogni attività geotermica, salvaguardia del territorio e dell’acqua, lavoro e sviluppo legati al ‘tesoro’ di cultura, paesaggio, produzioni agroalimentari d’eccellenza, alla valorizzazione dell’enorme patrimonio storico, architettonico, naturalistico.
Tantissimi cittadini dell’Amiata hanno rotto gli indugi e strappato il velo di indifferenza, paura, sottomissione a cui Enel e amministratori li vorrebbero piegati; a dar man forte, a dire loro che non sono soli, tantissime associazioni, comitati, sindacati e partiti; è mancata la presenza di Don Gallo che nei giorni scorsi ha avuto seri problemi di salute e a cui mandiamo un caloroso abbraccio e un augurio di pronta guarigione.
Interessante l’incontro, alle 19, al Castello, con i medici e i cittadini nel quale si sono analizzati i dati dello studio Ars sulla salute, a cui è intervenuto telefonicamente il Dott.Valerio Gennaro dell’Istituto Tumori di Genova.
La chiusura simbolica del cantiere di Bagnore 4 di fronte ad un corteo sbigottito nel vedere -a volte per la prima volta- il ‘mostro sputaveleni’ di Bagnore 3, ci lancia verso nuove e più incisive iniziative affinchè tale chiusura, da simbolica, diventi reale.
Che nessun amministratore domani dica che non sapeva! Laddove il problema è stato discusso in consiglio comunale, come ad Abbadia S.Salvatore, la risposta non può che essere netta e chiara: basta con la geotermia in Amiata. Chiediamo e solleciteremo tutte le amministrazioni locali a discutere e pronunciarsi sul tema in sede di consigli comunali ‘aperti’ ai cittadini.
Non accetteremo rinvii ‘sine die’ del confronto tra esperti più volte promesso e sempre rinviato; non sono giustificabili amministratori che dicano ‘ancora ci stiamo documentando’.
La presenza alla manifestazione di parlamentari del M5S della commissione Ambiente ci dice che l’attenzione sul problema cresce ed abbiamo già richiesto a tutti i gruppi parlamentari un incontro affinchè anche il governo nazionale intervenga.
In concerto con il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua si sta programmando per l’inizio estate una ‘3 giorni’ di discussioni e dibattiti sulla difesa di tutti i Beni Comuni, propedeutica per la crescita di un movimento generale che sappia, con maggior incisività, contrastare il saccheggio dei territori, la svendita del patrimonio comune, le privatizzazioni dei servizi, la desertificazione sociale, in definitiva, il furto di democrazia in atto in questo Paese.
La battaglia non è finita, anzi, proprio dalla giornata dell’11 maggio riparte con più forza e vigore e, nel ringraziare tutte le persone che hanno partecipato alla bella marcia, diciamo a tutti: attenti, è tornata primavera!

Ricordiamo a tutti gli amici che sostengono la battaglia in difesa del monte Amiata che il coordinamento Sos Geotermia è indipendente e non ha finanziamenti, né palesi né occulti, e deve far fronte a molte spese (organizzative e legali). L’unico sostegno economico è quello che può arrivare da VOI con una sottoscrizione.
Vi invitiamo perciò a fare una donazione CLICCANDO QUI e seguendo le istruzioni.
GRAZIE A TUTTI!

Il Cittadino online del 13 maggio 2013

Amiata:”Un altro punto di vista sulla geotermia”
Un colorato e rumoroso corteo, un po’ “pacioccone”…
di Fabrizio Pinzuti
AMIATA. Settanta associazioni, partiti, sigle sindacali e circa un migliaio di persone, anche se le stime variano, hanno preso parte sabato scorso (11 maggio) alla manifestazione “Amiata Calling”, indetta dai comitati ambientalisti contro la geotermia. Prima ad Arcidosso si è tenuta un’assemblea e poi, dopo il concentramento in località Aiole, il serpentone si è diretto verso la centrale di Bagnore, vicino a Santa Fiora. Chiusura di nuovo ad Arcidosso con una serie di eventi, tra cui alla sala del castello l’incontro  “un altro punto di vista”, lo stato di salute delle popolazioni geotermiche alla luce dello studio dell’ARS (Agenzia Regionale Salute), con le relazioni del dr. Valerio Gennaro, dell’Istituto Tumori di Genova (in collegamento telefonico) e di Fabio Landi, che ha presentato i dati epidemiologici dell’ARS.
Ovviamente il momento più partecipato è stato quello della marcia verso le centrali di Bagnore 3 (in attività) e di Bagnore 4, ferma ai lavori di sbancamento. Doveva essere nei programmi degli organizzatori “un colorato e rumoroso corteo” contro il saccheggio del territorio, e colorato e rumoroso corteo è stato, ma assolutamente pacifico, pacifista e anche “pacioccone”, in cui i partecipanti hanno dimostrato, al pari delle tante lotte in corso nel Paese, la loro determinazione “a difendere il monte Amiata dalla speculazione e dal saccheggio ad opera dell’Enel sostenuta dalla giunta regionale del governatore texano Rossi, che con le loro scellerate scelte vorrebbero condannare il territorio alla monoeconomia della ‘trivella selvaggia’, delle biomasse, degli inceneritori, mettendo a rischio la salute della popolazione e la preziosa acqua che disseta ancora tre province”.
Un riconoscimento della assoluta correttezza della manifestazione è venuto anche dalle forze dell’ordine – schierate in gran numero in tenuta antisommossa e dotate di mezzi imponenti, tra cui anche un elicottero (forse per la temuta presenza di qualche agitatore come in Val Di Susa per la TAV)  ma rimaste inoperose – attraverso la concessione ad alcuni esponenti dei movimenti, con rappresentanti della stampa, di arrivare in prossimità della costruenda centrale di Bagnore 4 per qualche gesto simbolico. Le forze dell’ordine, resesi conto del carattere pacifico della manifestazione, a cui partecipavano anche famiglie con bambini, e che forse non aveva senso fermare il corteo davanti a Bagnore 3 come previsto inizialmente – che cosa c’era poi da presidiare a Bagnore 4? Lo sterro?- hanno concesso che alcuni rappresentanti dei comitati chiudessero simbolicamente con catena e lucchetto il cancello del cantiere, sul quale veniva apposto un drappo con la scritta “cantiere chiuso dai cittadini dell’Amiata”, idealmente presenti alla manifestazione per ripetere “giù le mani dalla nostra terra!”.

GoNews del 13 maggio 2013

Sos geotermia, un successo la manifestazione dell’11 maggio con oltre 1000 partecipanti
Grande pubblico anche per l’incontro alle 19 al Castello con medici e cittadini. Il racconto della giornata
Ai dubbi e preoccupazioni sulla risposta alla ‘chiamata’ che nelle settimane scorse abbiamo lanciato a tutta la popolazione amiatina e a tutti coloro sensibili alla difesa dei beni comuni, hanno risposto i ‘Mille’ del colorato, pacifico e determinato corteo che l’11 maggio hanno suonato la sveglia al ‘Risorgimento’ del monte Amiata.
Mille facce, mille voci che hanno fatto proprie le parole d’ordine del Coordinamento Sos Geotermia: moratoria immediata di ogni attività geotermica, salvaguardia del territorio e dell’acqua, lavoro e sviluppo legati al ‘tesoro’ di cultura, paesaggio, produzioni agroalimentari d’eccellenza, alla valorizzazione dell’enorme patrimonio storico, architettonico, naturalistico.
Tantissimi cittadini dell’Amiata hanno rotto gli indugi e strappato il velo di indifferenza, paura, sottomissione a cui Enel e amministratori li vorrebbero piegati; a dar man forte, a dire loro che non sono soli, tantissime associazioni, comitati, sindacati e partiti; è mancata la presenza di Don Gallo che nei giorni scorsi ha avuto seri problemi di salute e a cui mandiamo un caloroso abbraccio e un augurio di pronta guarigione.
Interessante l’incontro, alle 19, al Castello, con i medici e i cittadini nel quale si sono analizzati i dati dello studio Ars sulla salute, a cui è intervenuto telefonicamente il Dott.Valerio Gennaro dell’Istituto Tumori di Genova.
La chiusura simbolica del cantiere di Bagnore 4 di fronte ad un corteo sbigottito nel vedere -a volte per la prima volta- il ‘mostro sputaveleni’ di Bagnore 3, ci lancia verso nuove e più incisive iniziative affinchè tale chiusura, da simbolica, diventi reale.
Che nessun amministratore domani dica che non sapeva! Laddove il problema è stato discusso in consiglio comunale, come ad Abbadia S.Salvatore, la risposta non può che essere netta e chiara: basta con la geotermia in Amiata. Chiediamo e solleciteremo tutte le amministrazioni locali a discutere e pronunciarsi sul tema in sede di consigli comunali ‘aperti’ ai cittadini.
Non accetteremo rinvii ‘sine die’ del confronto tra esperti più volte promesso e sempre rinviato; non sono giustificabili amministratori che dicano ‘ancora ci stiamo documentando’.
La presenza alla manifestazione di parlamentari del M5S della commissione Ambiente ci dice che l’attenzione sul problema cresce ed abbiamo già richiesto a tutti i gruppi parlamentari un incontro affinchè anche il governo nazionale intervenga.
In concerto con il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua si sta programmando per l’inizio estate una ’3 giorni’ di discussioni e dibattiti sulla difesa di tutti i Beni Comuni, propedeutica per la crescita di un movimento generale che sappia, con maggior incisività, contrastare il saccheggio dei territori, la svendita del patrimonio comune, le privatizzazioni dei servizi, la desertificazione sociale, in definitiva, il furto di democrazia in atto in questo Paese.
La battaglia non è finita, anzi, proprio dalla giornata dell’11 maggio riparte con più forza e vigore e, nel ringraziare tutte le persone che hanno partecipato alla bella marcia, diciamo a tutti: attenti, è tornata primavera!
Fonte: SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata

La Nazione del 12 maggio 2013

ARCIDOSSO LA MANIFESTAZIONE AMBIENTALISTA È ARRIVATA FINO A BAGNORE 3
«Giù le mani dalla nostra terra» Da tutta Italia per dire no alla geotermia
di Cristiano Bernacchi
E VENNE il giorno: la tanto chiacchierata manifestazione nazionale antigeotermica organizzata dal comitato Sos Geotermia, Amiata calling, si è svolta ad Arcidosso. Sotto l’occhio di un massiccio spiegamento di forze dell’ordine si sono ritrovate circa 400 persone provenienti da tutta Italia e dei più disparati movimenti a difesa dell’acqua pubblica, passando per i Cobas, Forum ambientalisti, Attac, l’Usb e molte altre associazioni, tutte unite nel dire «no a questo genere di produzione dell’energia». Durante la mattinata si sono tenuti alcuni interventi sul palco allestito in piazza Indipendenza dove, oltre alle posizioni dei comitati locali, si sono pronunciati anche soggetti del tutto estranei all’Amiata per parlare di altre forme di produzione energetica alternative. Ma il vero cuore della protesta si è manifestato nel pomeriggio quando un colorato e rumoroso corteo si è dato appuntamento ad Aiuole per arrivare fino alla centrale di Bagnore 3. Al di là delle stime sul numero dei partecipanti (c’è chi parla di 500 persone e chi ridimensiona questo numero) quello che rimane accertato è il fronte comune di persone che ha deciso di protestare per mettere un freno a questo uso della geotermia da loro considerato «nocivo e inutile». Variegato il corteo composto da padri di famiglia, giovani, nonni, nipoti e simpatici musicisti improvvisati che hanno accompagnato il corteo mettendo in scena una vera e propria jam session interrotta a singhiozzi per far sentire la voce dei manifestanti che invocavano l’intervento della magistratura per mettere i sigilli ad Enel. Una volta giunto davanti alla centrale di Bagnore 3, il serpentone umano si è dovuto fermare e dopo una serrata contrattazione con le forze dell’ordine, una delegazione del comitato organizzatore che avrebbe voluto far proseguire il corteo fino alle transenne che delimitano l’area in costruzione di Bagnore 4, è riuscita ad arrivare dove avrebbe voluto. Qui, circa 10 rappresentanti di Sos Geotermia, hanno effettuato un gesto simbolico, mettendo un lucchetto e affiggendo un cartello davanti all’area di Bagnore 4, dove si annuncia «la chiusura del cantiere per mano dei cittadini dell’Amiata». Alle 19 poi, i vari comitati si sono ritrovati in piazza Indipendenza ad Arcidosso per discutere dello stato di salute delle popolazioni «geotermiche» a seguito dello studio da parte di Ars.

STUDI EDIPEMIOLOGICI
«I dati di Ars non mi convincono» Barocci e i suoi dubbi sui numeri
«UNA DELLE QUESTIONI più importanti spesso sottaciuta, sulla questione geotermica dice Roberto Barocci, tra i più rumorosi del corteo riguarda lo studio epidemiologico condotto da Ars Toscana. La mia contestazione a quello studio è sui dati emersi, che sono in contraddizione dice con le conclusioni. In queste ultime infatti si mescolano i dati emersi in Amiata con quelli di altre aree geotermiche: un errore macroscopico di natura scientifica. Non si può infatti, come è avvenuto per l’Amiata, diluire i dati emergenti con quelli di altre realtà geotermiche che non presentano inquinanti che invece ci sono sostiene in questo territorio ed in quantità diverse. Sono poi studiosi internazionali a sostenere che in epidemiologia, non si può miscelare e diluire risultati preoccupanti laddove ci sono popolazioni diversamente esposte».

Il Tirreno del 12 maggio 2013

I comitati “chiudono” il cantiere
Successo senza incidenti della manifestazione contro la geotermia: «Vogliamo uno sviluppo diverso sull’Amiata»
di Fiora Bonelli
AMIATA “Partigiani” dell’Amiata. Sulle note di Bella ciao e dell’Internazionale, al grido “l’Amiata è nostra”, “Amiata sicura intervenga la magistratura, “La montagna non si tocca, la difenderemo con la lotta”, ieri pomeriggio, Sos geotermia che coordina i comitati antigeotermici, ha vissuto la propria giornata, preparata da mesi con informazione capillare, dal web all’altoparlante porta a porta. Davanti alla centrale ha portato circa 350-400 persone di comitati di tutta Italia, gruppi, movimenti ambientalisti, forum, in un corteo che dal bivio delle Aiole di Arcidosso è sfilato fino davanti alla centrale di Bagnore 3. E di seguito, una delegazione di 5-6 persone, guidate dal pasionario Velio Arezzini di Abbadia San Salvatore, è arrivata, concordando il gesto con le autorità di sorveglianza, fino al cantiere dove sorgerà Bagnore 4. Qui i manifestanti hanno appeso un cartello con su scritto: Cantiere chiuso dai cittadini dell’Amiata. «Una chiusura simbolica ed esemplare», ha rimarcato Arezzini, che mettendo una catena, ha interpretato la volontà di chi è contro lo sfruttamento del vapore amiatino. Gli organizzatori dell’Amiata, insomma, hanno mediato tra la volontà di molti che volevano penetrare fino alla piazzola di Bagnore 4 e le autorità che secondo prescrizione concordata, potevano far arrivare il corteo fino a Bagnore 3. Alla fine il buon senso ha prevalso e nessuna azione di forza è stata fatta nei confronti di un apparato d’ordine che aveva messo in campo un centinaio di persone fra carabinieri, polizia di Stato, polizia forestale anche a cavallo, Digos, polizia municipale, con una decina di mezzi attrezzati, un elicottero e assetto antisommossa. Ma tutto si è svolto pacificamente come era stato assicurato dagli organizzatori amiatini che hanno gestito centinaia di persone che amiatini non erano o lo erano solo in minima parte. Tutti speravano che quel corteo sarebbe stato guidato da don Gallo, il quale, invece, ha mandato la sua solidarietà e non è venuto in Amiata. Fra gli amiatini doc, c’era il gruppo storico degli ambientalisti abbadenghi e quello di Arcidosso e Santa Fiora. Poche persone, rispetto alla massa, perchè per il resto hanno fatto numero gli arrivati da mezza Italia con pulmann e pulmini, soprattutto i movimenti legati alle problematiche dell’acqua. Con le loro bandiere, presenti al corteo solo Rifondazione e Movimento 5 stelle, mescolati con gli altri vessilli di comitati e forum e soprattutto con quelli di SoS geotermia. Chiusa dalle 14 la strada provinciale da Arcidosso a Roccalbegna, con posti di blocco a tutti gli incroci e con sorveglianza anche dal cielo. Dopo una mattinata ad Arcidosso, in piazza Indipendenza, con pochissime persone all’inizio, che man mano sono diventate un po’ più numerose davanti agli oratori che si succedevano nel palco, come si prevedeva, la manifestazione clou è stata davanti alla centrale geotermica. I negozianti di Arcidosso, alcuni dei quali avevano temuto atti di forza e si erano preparati a chiudere le saracinesche, si sono tranquillizzati di fronte a una manifestazione che con striscioni, giornali, volantini, è stata solamente esplicativa del problema. La mattina, infatti, è stata dedicata in particolare ad interventi da parte dei partecipanti, ciascuno con la sua esperienza in fatto di ambiente e sua salvaguardia. Dirompenti gli attacchi agli amministratori locali e a Enel che sono arrivati dal palco nell’intervento di Velio Arezzini: «Noi diciamo sì alla valorizzazione di un’altra Amiata – ha rimarcato – dobbiamo fare una rete comune con altri movimenti, non occorre solo solidarietà, ma partecipazione collettiva».

Barocci: «Confronto immediato»
I leader del fronte del no decisi: serve una corretta informazione sull’argomento
AMIATA Le voci “storiche”di Barocci, Cini, Merisio Fin da prestissimo, ieri mattina, in piazza Indipendenza ad Arcidosso, lo staff organizzativo di Amiata calling e gli ambientalisti storici. In particolare Roberto Barocci, anima di Sos geotermia, che a questo punto chiede a gran voce un «Confronto con gli amministratori, che sono malamente informati. Lo studio dell’Ars, infatti, nella sua sintesi, mette insieme a confronto, dati che insieme non possono essere messi, come quelli dell’Amiata e di Lardarello. Dico solo che il dibattito con gli amministratori è urgente e che l’informazione è basilare in questa battaglia». Anche Giuseppe Merisio, di Rifondazione, e che da anni sta conducendo una battaglia costante contro la geotermia, insiste sulla richiesta di moratoria per le centrali geotermiche: «Abbiamo alternative interessanti per il nostro fabbisogno, afferma, come il fotovoltaico che servirebbe 24mila famiglie». Niso Cini, anch’egli fra gli studiosi in house della questione geotermica, ex direttore del parco del Monte Amiata, invoca uno stop allo sfruttamento della risorsa del vapore: «I più accorti si contenterebbero che non fossero fatti altri fori e in questa maniera si decreterebbe una “morte naturale” dello sfruttamento geotermico». Cini torna sulle questioni più e più volte sottolineate dai comitati e che vengono però considerate non veritierie da chi la geotermia la pratica. «Non va bene che la geotermia consumi l’acqua. Ma non va bene che l’apertura di un secondo polo come Bagnore 4 faccia capire un’apertura a tutto tondo allo sfruttamento di questa risorsa. Insomma, che un’Amiata ricca di acqua e di biodiversità si trasformi in Amiata polo geotermico». E infine Corrado Lazzeroni: «L’Amiata geotermica voluta dagli ammistratori di sinistra, per chi, come me, è stato di sinistra fino al midollo è una sconfitta che brucia». (f.b.)

Corriere di Maremma del 12 maggio 2013

In 400 sfilano verso Bagnore 4

ARCIDOSSO “Amiata Calling”, “l’Amiata chiama a raccolta per la difesa del suo ambiente naturalistico contro lo sfruttamento geotermico messo in atto da Enel”, è stata la premessa al dibattito dellamattinata inaugurale della manifestazione organizzata dal coordinamento di “Sos Geotermia” alla quale ha partecipato un nutrito gruppo di persone in piazza Indipendenza ad Arcidosso e alla quale hanno dato sostegno una sessantina di Associazioni nazionali. E’ questa la prima parte del programma con un dibattito serrato con interventi che hanno espresso idee, dubbi, perplessità sui benefici che questo sfruttamento può apportare ad “un territorio che ha una sua naturale vocazione in tutt’altra direzione, quella turistica e di valorizzazione di prodotti di eccellenza”. “Mi sembra paradossale – dice Niso Cini del Comitato – che l’Amiata da polo naturalistico eccezionale diventi ora polo geotermico”. Gli argomenti a supporto del rifiuto della geotermia sono quelli più volte espressi e portati ancora una volta all’attenzionedi chi è venuto anche da lontano “a dare man forte alla protesta”. Molti gli striscioni, diversificati gli slogansui manifesti e tutti rivolti a denunciare una situazione che riguarda la salute, l’ambiente eunfuturoche i partecipanti vedono incerto e senza uno sviluppo sostenibile compreso anche il problema delle sorgenti amiatine. Un dialogo fra sostenitori del problema, senza un confronto con gli amministratori locali, assenti in questa occasione. Dello stesso tenore la seconda parte della manifestazione, quella svoltasi nel pomeriggio proprio nel cuore della disputa, alla centrale di Bagnore 3, dove ad attendere il corteo dei manifestanti, circa 400 provenienti anche da fuori, Siena, Grosseto, e altrove, una massa di gente che ha davvero rinforzato le fila dei locali, in numero abbastanza esiguo, ad attenderli uno spiegamento di forze ingente. Erano presenti unadecinadimezzi dellaPolizia del Reparto Mobile, Carabinieri, Guardie del Corpo Forestale dello Stato, polizia municipale e provinciale. Un centinaio di operatori e forse anche di più per controllare e prevenire gesti inconsulti, tanto che la strada provinciale che porta alla centrale è rimasta bloccata dalle ore 14, con postazioni anche agli incroci, matutto si è svolto in perfetto ordine, con grande senso di responsabilità come era negli intenti. Una manifestazione pacifica, un corteo variopinto, con tante bandiere e tanto entusiasmo. Uncartello eunlucchetto è stato posto all’ingresso del cancello della costruenda Bagnore4, “come gesto simbolico per dimostrare ancora una volta che la gente dell’Amiata non vuole questa centrale”, dice Velio Arezzini del Comune di Abbadia San Salvatore.

La Repubblica del 12 maggio 2013

Grosseto Raduno sull’Amiata contro la geotermia
SETTANTA associazioni, partiti, sigle sindacali e oltre 500 persone hanno preso parte sull’Amiata (Grosseto) alla manifestazione indetta dai comitati ambientalisti contro la geotermia. Prima ad Arcidosso si è tenuta un’assemblea e poi, il serpentone si è diretto verso la centrale di Bagnore 3, vicino a Santa Fiora. In serata, sempre ad Arcidosso, chiusura della manifestazione con una serie di eventi tra cui musica in piazza. La giornata nazionale di mobilitazione è stata Sos Geotermia, il coordinamento dei movimenti a favore di una moratoria immediata dell’attività geotermica.

Diagonal Andalucìa (Spagna) del 12 maggio 2013

Una planta de geotermia recibe la oposición de ecologistas y parte de la población de un valle toscano
SOS Geotermia, el corazón envenenado de la Toscana
Una jornada nacional convoca en Italia a cientos de personas que reivindican la moratoria urgente en la actividad empresarial de la central geotérmica de Bagnore 3, en Monteamiata. Más de 60 colectivos se han agrupado para realizar una campaña a través de la plataforma S.O.S. Geotermia.
Que el Monte Amiata, corazón de Italia y montaña sagrada, sea el punto de partida para las luchas comunes
di Hazeina Rodríguez Crespo

La zona de Monte Amiata, en la región de la Toscana, está declarada como parque natural y se asienta sobre volcanes. La central geotérmica de Bagnore 3 está operativa en la zona desde 1998, pero no ha sido hasta   enero de 2011 cuando empezaron las primeras denuncias sobre los datos ofrecidos en relación a los estudios sobre los efectos de la geotermia en la zona. Roberto Barocci, del foro ambientalista de Grosseto, denuncia que “hay una vergonzosa manipulación de los datos, sabemos que hay altos niveles de mercurio y estos son peligrosos para la salud. No podemos jugar con centenas de muertes”. La central pertenece a la multinacional Enel, líder en Italia y pionera en obtención de energía de origen geotérmico.
Pese a los intentos de Enel de promocionar una imagen “verde, ecológica y respetuosa con el medio ambiente”, sus prácticas no convencen a los grupos ambientalistas. Según el manifiesto publicado por  S.O.S. Geotermia, “la energía geotérmica en el Monte Amiata no es limpia, ni renovable, ni inofensiva, como lo demuestran las mismas investigaciones llevadas a cabo por la Agencia Regional de Salud, además del aumento significativo del 13% de la mortalidad en comparación con las zonas limítrofes y el resto de la Toscana”.
Bajo terminologías como “carbón limpio” se esconden centrales de carbón que no tienen en cuenta los compromisos de reducción en las emisiones de gases invernaderos. Los mecanismos flexibles del protocolo de Kyoto dejan que empresas como ENEL sigan contaminando al asignarles permisos de emisión a cambio de la construcción de plantas con energías renovables.
Uno de los habitantes de la zona de Monte Amiata declara a DIAGONAL que “cuando hay niebla en la montaña, cosa que es muy normal, la central aprovecha para subir su potencia, ya que el humo se confunde con la niebla y pueden camuflar así la contaminación que están provocando”.
El sábado 11 de mayo una asamblea abría la jornada de protestas, seguida por concentraciones y manifestaciones con la participación de numerosos pueblos de los alrededores y una gran presencia policial. Después han tenido lugar diversos talleres relativos a economías alternativas, energías limpias, mercados de trueque, presentación de proyectos ecosostenibles, etc. En el manifiesto presentado, la plataforma reivindica “el fin de la privatización de los servicios y bienes públicos”, y denuncia la “existencia de producciones contaminantes bajo una falsa economía verde, que consume el suelo, el agua y envenena el aire”.
A pesar del rechazo social y la petición de una moratoria inmediata en la actividad de la central, la empresa anunció el pasado mes de marzo el inicio de la construcción de “Bagnore 4”, ubicada entre las localidades de Santa Fiora y Arcidosso, en la provincia de Grosseto, y que requerirá una inversión aproximada de 120 millones de euros.
Vapores desde 4.000 metros
La empresa energética utiliza vapores procedentes de pozos que se encuentran a más de 4.000 metros de profundidad y define este método como energía limpia y renovable. Pero según Ecologistas en Acción “la fracturación hidráulica o fracking es una técnica de perforación del suelo y subsuelo para extraer un gas, posteriormente se inyectan grandes cantidades de agua y arena a presión así como productos químicos muy contaminantes, a su vez esta técnica acarrea un gran consumo de agua y la generación de aguas residuales contaminadas pudiendo llegar éstas a ser radiactivas”.
Enel se privatiza en 1999, desde entonces el Gobierno italiano controla poco más del 30% de la empresa, y esta empieza su carrera de expansión y exportación del modelo energético. En el Estado español, gestiona sus operaciones a través de Enel Unión Fenosa Renovables, compañía activa en los sectores de la energía eólica e hidráulica, y desde febrero de 2009 controla el 91% de Endesa.
Detrás de este modelo de obtención energética hay numerosos conflictos medioambientales que han traspasado fronteras, llegando a Chile, Rumanía, Colombia, Rusia, incluso a Doñana, donde Gas Natural tiene planeada la construcción de un gaseoducto de interconexión de más de 18.000 metros bajo el subsuelo del paraje del Saladillo al norte del arroyo de la Rocina. T.M. Almonte (Huelva).

Contropiano.org del 12 maggio 2013

Amiata Sos Geotermia. “E’ tornata primavera”
Ora nessuno può più far finta di niente. Il grande successo della manifestazione nazionale contro la geotermia amiatina, nuovo impulso alle iniziativa del Coordinamento.

Ai dubbi e preoccupazioni sulla risposta alla ‘chiamata’ che nelle settimane scorse abbiamo lanciato a tutta la popolazione amiatina e a tutti coloro sensibili alla difesa dei beni comuni, hanno risposto i ‘Mille’ del colorato, pacifico e determinato corteo che l’11 maggio hanno suonato la sveglia al ‘Risorgimento’ del monte Amiata.
Mille facce, mille voci che hanno fatto proprie le parole d’ordine del Coordinamento Sos Geotermia: moratoria immediata di ogni attività geotermica, salvaguardia del territorio e dell’acqua, lavoro e sviluppo legati al ‘tesoro’ di cultura, paesaggio, produzioni agroalimentari d’eccellenza, alla valorizzazione dell’enorme patrimonio storico, architettonico, naturalistico.
Tantissimi cittadini dell’Amiata hanno rotto gli indugi e strappato il velo di indifferenza, paura, sottomissione a cui Enel e amministratori li vorrebbero piegati; a dar man forte, a dire loro che non sono soli, tantissime associazioni, comitati, sindacati e partiti; è mancata la presenza di Don Gallo che nei giorni scorsi ha avuto seri problemi di salute e a cui mandiamo un caloroso abbraccio e un augurio di pronta guarigione.
Interessante l’incontro, alle 19, al Castello, con i medici e i cittadini nel quale si sono analizzati i dati dello studio Ars sulla salute, a cui è intervenuto telefonicamente il Dott.Valerio Gennaro dell’Istituto Tumori di Genova.
La chiusura simbolica del cantiere di Bagnore 4 di fronte ad un corteo sbigottito nel vedere -a volte per la prima volta- il ‘mostro sputaveleni’ di Bagnore 3, ci lancia verso nuove e più incisive iniziative affinchè tale chiusura, da simbolica, diventi reale.
Che nessun amministratore domani dica che non sapeva! Laddove il problema è stato discusso in consiglio comunale, come ad Abbadia S.Salvatore, la risposta non può che essere netta e chiara: basta con la geotermia in Amiata. Chiediamo e solleciteremo tutte le amministrazioni locali a discutere e pronunciarsi sul tema in sede di consigli comunali ‘aperti’ ai cittadini.
Non accetteremo rinvii ‘sine die’ del confronto tra esperti più volte promesso e sempre rinviato; non sono giustificabili amministratori che dicano ‘ancora ci stiamo documentando’.
La presenza alla manifestazione di parlamentari del M5S della commissione Ambiente ci dice che l’attenzione sul problema cresce ed abbiamo già richiesto a tutti i gruppi parlamentari un incontro affinchè anche il governo nazionale intervenga.
In concerto con il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua si sta programmando per l’inizio estate una ‘3 giorni’ di discussioni e dibattiti sulla difesa di tutti i Beni Comuni, propedeutica per la crescita di un movimento generale che sappia, con maggior incisività, contrastare il saccheggio dei territori, la svendita del patrimonio comune, le privatizzazioni dei servizi, la desertificazione sociale, in definitiva, il furto di democrazia in atto in questo Paese.
La battaglia non è finita, anzi, proprio dalla giornata dell’11 maggio riparte con più forza e vigore e, nel ringraziare tutte le persone che hanno partecipato alla bella marcia, diciamo a tutti: attenti, è tornata primavera!

Imola Oggi del 12 maggio 2013

Grosseto: Proteste contro la geotermia
Ieri 70 associazioni, partiti, sigle sindacali e oltre 500 persone hanno preso parte sull’Amiata (Grosseto) alla manifestazione indetta dai comitati ambientalisti contro la geotermia.
Prima ad Arcidosso si e’ tenuta un’assemblea e poi, il serpentone si e’ diretto verso la centrale di Bagnore 3, vicino a Santa Fiora. Stasera, sempre ad Arcidosso, chiusura della manifestazione con una serie di eventi tra cui musica in piazza.

Ansa dell’11 maggio 2013

Amiata, manifestazione contro geotermia
Protesta indetta da comitati, corteo da Arcidosso a Santa Fiora
GROSSETO, 11 MAG – Settanta associazioni, partiti, sigle sindacali e oltre 500 persone hanno preso parte sull’Amiata (Grosseto) alla manifestazione indetta dai comitati ambientalisti contro la geotermia. Prima ad Arcidosso si e’ tenuta un’assemblea e poi, il serpentone si e’ diretto verso la centrale di Bagnore 3, vicino a Santa Fiora. Stasera, sempre ad Arcidosso, chiusura della manifestazione con una serie di eventi tra cui musica in piazza.

11 maggio, ‘AMIATA CALLING’: programma e istruzioni per l’uso

20130426_imgCresce l’adesione alla manifestazione nazionale dell’11 maggio 2013, il cui appello con le tante adesioni pervenute sono visibili qui: ‘AMIATA CALLING: GIU’ LE MANI DALLA NOSTRA TERRA!‘.

Questa pagina è in continuo aggiornamento con ulteriori informazioni utili.
E’ pronto il programma della giornata che può essere scaricato  qui (a colori) e qui (bianconero) e che si sviluppa così:

ore 10,30 Assemblea dei comitati – piazza Indipendenza, Arcidosso (GR)

ore 14  CORTEO a Bagnore 4 – concentramento in loc.Aiuole (tra Arcidosso e S.Fiora)

ore 16,30 Manifestazione in piazza Indipendenza, Arcidosso (GR)
Interventi e testimonianze, con la partecipazione del popolo Mapuche del Cile

dalle 18,30 in piazza Cavallotti e castello Aldobrandesco, Arcidosso (GR) – a cura di AmiatautogestitA: musica, artigianato, barattomercato, progetti ecosostenibili e altro. Concerto: JAKA ‘Save the Amiata’, scarica il manifesto.

Dov’è il monte Amiata e Arcidosso? (clicca sulla mappa per ingrandire)arcidosso_map2_indicazioniViabilità del monte Amiata (clicca sulla mappa per ingrandire)arcidosso_AMIATA_map

Dove ci sarà il CORTEO e la Manifestazione e Concerto? (clicca sulle mappe per ingrandire)
arcidosso_map_indicazioniarcidosso_aiole_bagnore_indicazioni

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SIAMO STUFI! Ma quale turismo geotermico, noi abbiamo -ancora- la natura. L’11 maggio tutti in Amiata

auschwitz_amiataCon un comunicato che è tutto un programma, ‘Geotermia: rinnovabile e pulita’(*), questa volta, dopo i vari funzionari Enel, i politici locali e regionali, gli ‘esperti’ americani, Enel Green Power torna alla solita difesa della geotermia attraverso il responsabile Italia ed Europa di Enel Green Power, Roberto Deambrogio che, dopo aver salutato con entusiasmo la nascita dell’indotto turistico dell’area geotermica dell’Alta Valdicecina, torna a ribadire che la geotermia è assolutamente innocua, salvo ‘modeste emissioni … di pochi gas’.
Siamo davvero stufi! L’Enel alle nostre contestazioni di merito non ha mai risposto o ha rimpallato le competenze (soprattutto sanitarie) alla Regione, salvo poi continuare con il solito refrain, sperando forse che, come nelle peggiori pubblicità, alla fine, a forza di ripeterlo diventi verità.
Tutto quanto -ancora- viene ripetuto da Enel GP per bocca di Deambrogio lo abbiamo già confutato, punto su punto, con dati e studi scientifici e tutto è pubblicato in rete, compreso l’ultimo lavoro realizzato in collaborazione con Medicina Democratica dal titolo emblematico ‘La insostenibilità della Geotermia in Toscana, emergente da recenti studi epidemiologici’.
La smetta Enel di proporre anche in Amiata la prospettiva del ‘turismo geotermico’ perchè fortunatamente, finchè non verranno distrutte, abbiamo ben altre risorse turistiche da sfruttare nel rispetto dell’ambiente; non ci interessa il ‘turismo dell’olocausto naturale’, vogliamo vivere e conservare vivo il monte Amiata.
L’11 maggio saremo in tanti che hanno a cuore la ‘montagna sacra’ e che hanno aderito all’iniziativa nazionale ‘Amiata calling! Giù le mani dalla nostra terra!’.

(*) Geotermia: rinnovabile e pulita
Lo sfruttamento delle risorse geotermiche ha uno scarsissimo impatto sull’ambiente e nessuno sulle falde di acqua potabile. Lo spiega il responsabile Italia ed Europa di Enel Green Power, Roberto Deambrogio “Oggi nasce ufficialmente l’indotto turistico dell’area geotermica dell’Alta Valdicecina”. Con queste parole il sindaco di Pomarance, Loris Martignoni, ha aperto il convegno ospitato il 12 aprile dal comune pisano sulla “cultura dell’accoglienza e dell’eccellenza in un sistema turistico”. Che la geotermia sia una fonte rinnovabile, pulita e sostenibile è risaputo. Che l’energia della terra generi anche turismo è invece una notizia più singolare e meno nota. Eppure l’Appenino toscano, tra il Monte Amiata e le Colline Metallifere, oltre a richiamare specialisti della geotermia da tutto il mondo in visita agli impianti di Enel Green Power richiama anche tanti curiosi e turisti alla scoperta di una delle fonti di energia più antiche che in Italia unisce una secolare storia di eccellenza a innovazioni tecnologiche spesso poco conosciute. Come ha spiegato in una recente intervista a Class Meteo , Roberto Deambrogio, responsabile Area Italia ed Europa di Enel Green Power, “gli impianti geotermici sfruttano il calore della terra prelevato da particolari serbatoi situati nel sottosuolo, a profondità che a volte superano i 4.000 metri”. “Ai fluidi caldi geotermici sono di regola associati una serie di gas che non vengono rilasciati nell’atmosfera, ma trattenuti e reiniettati nel sottosuolo”. Al riguardo EGP ha una competenza di assoluto rilievo internazionale: per esempio il sistema Amis brevettato da Enel, consente di abbattere del tutto le emissioni di mercurio e di idrogeno solforato. Stessa cosa per l’ammoniaca e gli altri gas, sicché le uniche, modeste emissioni sono quelle di pochi gas cosiddetti incomprimibili, che cioè non è possibile condensare per poterli reiniettare. “Tutto ciò – precisa Deambrogio – ha scarsissimo impatto sull’ambiente circostante e nessuno con le falde di acqua potabile”. Gli acquiferi geotermici sono situati a grandi profondità, mentre le falde di acqua potabile si trovano a poche decine di metri. “Inoltre l’acquifero geotermico deve essere per definizione impermeabile, perché, altrimenti, i fluidi si disperderebbero nell’ambiente circostante e noi non potremmo sfruttarli per la produzione di energia”. Ovviamente la certezza che le attività geotermiche non hanno impatto sulle acque potabili è fondamentale per Enel, che al riguardo ha commissionato numerosi studi ad autorevoli strutture specializzate. Ma studi e analisi sono stati effettuati anche dall’ARS Toscana (l’Agenzia regionale sanitaria) che ha constatato come tutte le attività geotermiche di Enel non abbiano impatti sanitari sulle acque di falda, e anzi abbiano sempre registrato parametri molto al di sotto dei limiti di legge.

Il Tirreno del 19 aprile 2013

«Non vogliamo il turismo geotermico»
SANTA FIORA «Non ci interessa il turismo dell’olocausto naturale». Con i consueti catastrofici toni, Sos geotermia amiatina contesta il turismo legato alla geotermia annunciato dal sindaco di Pomarance. Che il responsabile Italia ed Europa di Enel Green Power, Roberto Deambrogio, abbia sottolineato che «lo sfruttamento delle risorse geotermiche ha uno scarsissimo impatto sull’ambiente e nessuno sulle falde di acqua potabile, non va proprio giù a Sos geotermia dell’Amiata. Annunciando la manifestazione dell’11 maggio in Amiata, l’associazione commenta: «Alle nostre contestazioni di merito Enel non ha mai risposto o ha rimpallato le competenze alla Regione, salvo continuare col solito refrain, sperando forse che, a forza di ripeterlo diventi verità. Tutto quanto ripetuto da Enel GP lo abbiamo già confutato, punto su punto (https://sosgeotermia.noblogs.org/). La smetta Enel di proporre pure in Amiata la prospettiva del turismo geotermico perché, finché non verranno distrutte, abbiamo ben altre risorse turistiche da sfruttare». (f.b.)

La insostenibilità della Geotermia in Toscana, emergente da recenti studi epidemiologici

Medicina Democratica_logoPubblichiamo il lavoro realizzato in collaborazione con Medicina Democratica in merito alla geotermia e alle ricadute sulla salute.

 

L’articolo completo è scaricabile cliccando qui, quello che segue è il riassunto in premessa:

Premessa.  La Regione Toscana ha pubblicato nel ottobre 2010 uno studio epidemiologico (SE), prodotto dall’ARS Toscana, dalla Fondazione Monasterio e dal CNR di Pisa per verificare i possibili danni alla salute dei residenti nei sedici comuni della Toscana, sede di impianti geotermici, situati in due differenti aree: una a nord (Larderello, PI e Radicondoli, SI) ed una a sud (Amiata grossetana e senese).
Obiettivo.  Abbiamo voluto verificare i materiali e metodi ed analizzare la coerenza tra conclusioni e risultati dello studio SE.
Materiali e metodi.  La nostra indagine ha riesaminato lo studio epidemiologico (SE) pubblicato su Epidemiologia & Prevenzione (2012) e ha verificato i dati osservati sulla popolazione esposta.    Come riferimento sono state considerate 2 popolazioni: quella residente in Toscana, che ha fornito i dati attesi, ritenuti nella norma e quella locale costituita dai residenti nei comuni situati in un raggio di 50 km dalle centrali geotermiche, che ha fornito dati utili ad escludere condizionamenti socio economici.
Risultati.  L’analisi dei dati forniti da SE sull’inquinamento di aria, acqua e suolo, rilevati nelle due aree geotermiche, mette in evidenza diversità importanti per la quantità e qualità degli inquinanti rilasciati in atmosfera, in particolare mercurio, boro, arsenico, ammoniaca, radon e acido solfidrico. Altri inquinamenti risultano provenire da precedenti attività minerarie e da siti ancora da bonificare.
Lo studio SE, per gran parte degli effetti sanitari, tiene correttamente ben separate le due aree geotermiche, mettendo in evidenza i risultati per zona e per popolazioni esposte, segnalando sostanziali diversità tra uomo e donna e per area geografica. Dall’analisi dei dati disaggregati, emerge che nei maschi residenti nei comuni geotermici dell’area dell’Amiata si registra un eccesso statisticamente significativo della mortalità per tutte le cause del 13%. Per tutti i tumori sono segnalati eccessi (circa 30%) statisticamente significativi in tre paesi: Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio e Arcidosso.
Conclusioni.  Riteniamo che SE esprima conclusioni erroneamente rassicuranti poiché non sono state  indagate le conseguenze di altri inquinanti (es radon), né ha valutato i loro effetti cumulativi ed è mancata una reale georeferenziazione della popolazione (esposta e di controllo). Nonostante l’evidenza di questi limiti e l’emersione di alti rischi, lo studio SE ha basato la sua rassicurazione aggregando valori molto differenti tra loro e diluendo situazioni molto preoccupanti. Il mascheramento di questa alta stima di alcuni rischi impedisce il corretto riconoscimento dei danni già subiti e produce nuovi danni alla salute della popolazione esposta.

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Nonostante i ‘muri di gomma’ dell’informazione, si parla ancora dell’Amiata

tacetenelContinuano, nonostante la cappa di silenzio che taluni vorrebbero intorno alla questione, ad uscire articoli e servizi che parlano di geotermia in Amiata. Diamo atto a queste testate, a volte medio-piccole, di onorare il ‘mestiere’ e di svolgere il ruolo a cui dovrebbero attenersi i giornalisti, cioè di fare inchiesta anche, e soprattutto, quando è scomoda al potere, sia politico che economico.

Riportiamo un intervista al prof.Borgia fatta dalla testata PrimaPaginaChiusi.it ed un articolo di Carlucci su IlCambiamento.it, entrambi del 9 aprile 2013.

 

GEOTERMIA SULL’AMIATA. INTERVISTA AL PROF. ANDREA BORGIA
“La geotermia sull’Amiata non è né un’energia pulita né sicura” afferma il Professore.
di David Busato
Geotermia sull’Amiata. La diatriba tra favorevoli e contrari continua. Sul nostro giornale ci siamo occupati della questione intervistando ambedue le opposte fazioni.
Abbiamo fatto qualche domanda al Prof. Andrea Borgia, geologo e vulcanologo di fama internazionale, recentemente comparso anche al noto servizio di Striscia la Notizia che si è occupato della questione.
1) Geotermia sull’Amiata. Cosa ne pensa? E’ davvero un’energia pulita e sicura?
No, all’Amiata, non è un’energia pulita né sicura né tanto meno rinnovabile, con emissioni di CO2 in atmosfera che sono praticamente il doppio di una moderna centrale a gas per unità di energia prodotta. Altro che riduzione delle emissioni clima-alteranti, come viene spesso detto! Ed ecco alcuni dei problemi ambientali generati dal fatto che Enel ha ridotto la pressione originaria dei campi geotermici di 5-10 volte con un abbassamento del livello degli acquiferi potabili di oltre 300 m:
– la riduzione alla metà delle portate delle sorgenti maggiori e l’annullamento di molte delle sorgenti minori;
– la drastica riduzione delle sorgenti termali;
– la vaporizzazione del sistema geotermico con la formazione di gas incondensabili asfissianti e tossici tra cui CO2, H2S, Metano, Radon, Mercurio, Arsina, Ammoniaca, ecc. e la risalita dei gas a inquinare la falda potabile;
– la fuoriuscita incontrollata nell’ambiente di vapori geotermici dalle faglie e dalle gallerie, discenderie e sondaggi delle vecchie miniere;
– un rilevante grado di subsidenza che ha variato anche il livello di base dei fiumi e che potrebbe essere stata una delle cause del cedimento del ponte sul fiume Paglia; Le emissioni dalle centrali geotermiche, che sono praticamente senza controllo da parte degli organi istituzionali (a parte alcune ore all’anno): contengono talmente tanto mercurio che gli abbattitori AMIS dovrebbero eliminarne 100 volte di più di quanto fanno per rendere le centrali “environmental friendly”;
– contengono talmente tanta ammoniaca che in alcuni casi nemmeno con gli abbattitori rientrano in limiti ammissibili;
– interessano pesantemente le abitazioni circostanti;
– durante le manutenzioni ed i malfunzionamenti non sono sottoposte ad abbattitori, risultano totalmente incontrollate e invadono case e paesi;
– le emissioni contengono talmente tanto H2S che spesso in prossimità delle Centrali non si respira; i rilevamenti Arpat fanno vedere che nonostante gli abbattitori AMIS nelle scuole elementari di Piancastagnaio viene superato il limite olfattivo per almeno il 30% del tempo, ma secondo i limiti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità tali superamenti potrebbero sussistere anche per il doppio del tempo e che i valori medi orari di punta sono 22 volte superiori al limite olfattivo;
– fino a pochi mesi fa, in alcuni casi le emissioni erano convogliate in atmosfera senza abbattitori all’altezza delle case poste solo ad alcune centinaia di metri di distanza;
– le concentrazioni di inquinanti nei gas incondensabili sono talmente elevate da essere probabilmente oltre i limiti di legge se fossero emesse da un normale camino e che invece, nel caso delle centrali geotermoelettriche in Amiata, l’escamotage adottato sembra essere quello di diluire i gas con milioni di metri cubi di aria pulita pompata ogni ora attraverso le torri di raffreddamento dalle quali, così, gli inquinanti escono evidentemente a concentrazioni più basse ma nelle stesse identiche quantità ancora letali di origine;
– i fluidi geotermici reiniettati sono soltanto circa 1/4 di quelli estratti dal campo geotermico (i restanti 3/4 sono emessi in atmosfera insieme ai gas incondensabili) e provocano una grande sismicità con terremoti che hanno generato anche danni ingenti alle case ed ai paesi;
– sono state indotte senza alcun preavviso da ENEL almeno tre eruzioni idrotermali che hanno devastato la vegetazione nel raggio di circa 100 m, ucciso gli animali, generato vulcani di fango anche dentro le case abitate, fatto scappare gli abitanti che si sono salvati per mera fortuna; i tubi (casings) dei pozzi geotermici vicini a queste eruzioni non erano cementati fino ad una profondità anche di oltre 80 m;
– prima che le centrali dell’Amiata potessero ottenere le necessarie autorizzazioni, la Regione Toscana:
– ha spostato dall’incarico molti tecnici e dirigenti esperti di geotermia (avevano valutato l’impatto ambientale delle nuove centrali geotermiche dell’area di Larderello);
– non ha rinnovato il Comitato Tecnico per la Geotermia dell’Amiata, organo scientifico indipendente di consulenza della Regione Toscana, costituito per affrontare proprio i problemi generati dalla geotermia. Se si suppone che in Amiata vi sia una correlazione tra sfruttamento geotermico e incremento della mortalità, come suggerito dallo studio Ars, ed io ritengo che vi sia un’alta probabilità che tale correlazione esista -,senza considerare i primi 20 anni di sfruttamento, la prospettiva di ulteriori 10 anni di sfruttamento geotermico porterebbe il numero dei morti in più ad oltre 1000. Con una visione puramente macabra del problema, dato che le compensazioni “ambientali” corrispondono a 26 milioni di euro e che mediamente i morti pesano 50 kg, si stà pagando i morti circa 500 euro a chilo. Senza considerare tutti gli altri impatti sull’ambiente e sulla salute elencati. E tutto per meno di 100 MWe elettrici! Ma vogliamo scherzare?! La geotermia attuale in Amiata è la forma di produzione di energia elettrica più inquinante al mondo. La storia del teleriscaldamento poi è un chiaro inganno perpretrato verso gli abitanti; infatti esso può in ogni caso essere fatto anche senza le centrali geotermiche (ancor più perché se lo devono pagare i cittadini) con un impatto ambientale praticamente nullo in quanto può essere sfruttata la bassa entalpia con pozzi superficiali e semplici scambiatori di calore.
Come fare a risolvere il problema? Semplicissimo. È necessario chiudere le centrali geotermiche fino al ripristino delle pressioni originarie nei campi geotermici. Poi si potrà sfruttare la geotermia con centrali a ciclo binario e con totale reiniezione dei fluidi geotermici nel sottosuolo (come per altro indicato dagli altri operatori geotermici in toscana). Direi che la situazione ambientale è tale, che ciò debba essere fatto da subito.
2) Gli studi dell’Enel e il supporto di scienziati americani?
Penso che gli scienziati americani non siano stati informati di tutti gli impatti negativi legati allo sfruttamento geotermico in Amiata.
3) La scelta tra lavoro e salute… ossimoro eterno almeno in Italia?
Nel caso specifico dell’Amiata il principio di precauzione, che è sancito per legge, non mi pare sia stato applicato dalla Regione Toscana nella valutazione di impatto ambientale delle centrali geotermiche. Per esempio, nonostante le relazioni dei tecnici della Regione e degli studi appositamente fatti dall’Università di Firenze, che indicano l’esistenza di una connessione diretta tra campi geotermici ed acquifero potabile, non ha nemmeno chiesto che fossero fatte le prove del caso, peraltro indicatele già sei anni fa! Nonostante Ars abbia dimostrato come nei paesi geotermici dell’Amiata ci siano stati negli ultimi 30 anni 700 morti in più di quelli attesi e come l’unica grande attività industriale impattante sia la geotermia, non si è nemmeno posta il problema di verificare con certezza se la geotermia sia o no la causa di quei morti prima di dare le necessarie autorizzazioni.
4) Cosa pensa del recente servizio di Striscia?
Penso sia stato un servizio equilibrato, che mette in luce le problematiche e le anomalie della geotermia in Amiata.
5) L’atteggiamento delle istituzioni locali?
Su questo non posso esprimermi anche se penso che alla popolazione farebbe piacere se le istituzioni locali fossero maggiormente attente a questi problemi che conoscono perfettamente.

Enel, geotermia, offensive mediatiche e bugie varie
Acqua e ambiente saccheggiati dalla geotermia. Carlo Carlucci torna a denunciare lo sfruttamento geotermico del monte Amiata, minacciato ora dalla costruzione della centrale Bagnore 4
di Carlo Carlucci
Continua incessante sulla stampa che conta (o non conta) l’annuncio clamoroso dei lavori per la prossima centrale geotermoelettrica Bagnore 4. L’acqua già rinomata dell’Amiata è ritornata potabile (l’arsenico è sotto i 10 mg litro) coi filtri ovunque, pagati dagli utenti. In concomitanza con l’entrata in funzione di Bagnore 3 che ‘pesca’ sulle fonti del Fiora (incomparabilmente le più importanti del Mons ad Meata, dell’Amiata cioè) si è registrato il progressivo calo fino ai minimi storici dell’acquifero in concomitanza con l’aumento fino ai massimi ( sempre in progressivo, ineluttabile ascesa dell’arsenico). Meno male che ci sono i filtri (tanto li paghiamo noi) che consentono di matenere il veleno sotto la soglia ammessa (e imposta dagli organi comunitari) di 10 mg.
Prima dell’avvento di Bagnore 3 l’arsenico era tranquillamente nei limiti fisiologici (2, 3 mg). Naturalmente chi fa rilevare queste altamente sospette coincidenze fa del terrorismo psicologico infatti l’acqua sta diminuendo, anche se in questi ultimi anni ha piovuto di più… perché sta diminuendo e basta, cosa occorre arzigogolare. E l’arsenico sta aumentando perché appunto l’acqua sta diminuendo. Torna no? Ma su tutti i manuali di geotermia non è spiegato appunto che l’acquifero superficiale ricarica l’acquifero profondo. È vero ma questo non vale per l’Amiata.
Parola di Enel, c’è da crederci. E poi la gente è soddisfatta di quanto Enel, bontà sua, elargisce come compensi ambientali. Ma allora è vero che la geotermia sull’Amiata danneggia l’ambiente? Ma no, giusto qualcosina, ma si tratta di inezie che i terroristi ambientali artatamente ingigantiscono.
E quanto sostiene il prof. Borgia il quale ultimamente ha rintuzzato certe asserzioni del geologo americano Horne il quale valutava positivamente le centrali geotermiche Enel poste in siti spopolati? Ma il prof. Borgia è un outsider, un espatriato (negli USA) perché qui non lavorava più da quando, incautamente, ha osato nel primo studio (da poche migliaia di euro) commissionatogli dalla Regione Toscana (nel 2007) sollevare forti perplessità relative alla geotermia Enel in Amiata. Fu uno studio veramente incauto e sfortunato che gli ha fatto terra bruciata attorno.
Chiarissimo monito agli altri geologi, la geologia è qui feudo incontrastato. E di fatto gli studi successivi, da centinaia di migliaia di euro hanno assolto (coi dovuti anche se, pur tuttavia, qualora, tutto sommato…) Enel. La stessa commissione Via, nuova di pacca, voluta dal Presidente Rossi, con ben 31 prescrizioni che sono il corrispettivo dei famigerati avverbi (se, qualora, pur tuttavia…) ha varato Bagnore 4.

Qualche bugia eclatante, dettata magari dall’entusiasmo di avercela fatta, gli scappa all’Enel laddove afferma di aver fornito ai comitati e alle associazioni tutte le risposte possibili nel confronto all’americana di fronte alla commissione Via nuova di pacca. No, ing. Montemaggi, lei e il suo staff sulle questioni scottanti sollevate dagli ambientalisti vi siete limitati o a risposte assolutamente vaghe o vi siete trincerati dietro un no comment. Una riprova? Alle tre domande conclusive dell’incontro, quelle della referente WWF per l’Amiata, Montemaggi & Company sono rimasti muti come pesci. Basta scorrere i verbali dell’incontro o solo soffermarsi sull’ultima pagina, quella meglio documenta appunto il sostanziale silenzio di Enel che molto ricorda i sepolcri imbiancati.
E ne abbiamo viste di cotte e di crude in questi anni. Come quel servizio de L’Espresso sulla geotermia amiatina condotto con molto acume da una giornalista di valore la quale per una settimana circa intervistò, quattro o cinque anni fa, i principali attori del dramma. Naturalmente qualcuno andò a riferire della cosa a De Benedetti, tessera n°1 del Pd, o a Enel (che è la stessa cosa) è il servizio assolutamente obiettivo e ben documentato non venne mai pubblicato.
Ora c’è un Movimento che pone tra le prime stelle del suo programma l’acqua e l’ambiente, le due ricchezze saccheggiate appunto da questa geotermia. Ci aspettiamo una risposta ferma ed adeguata. Sette anni fa scrivemmo, come comitato, a un ministro (per l’ambiente o l’energia), un tal Bersani, il quale nemmeno ci degnò di una risposta. Oggi quella risposta la pretendiamo dal M5S.

STOP ENEL. A Roma 28/30 aprile, assemblea internazionale e sit-in

20130428_stopenel_imgLa Rete STOP ENEL, costituitasi un anno fa, anche quest’anno, in occasione dell’assemblea degli azionisti Enel sarà presente a Roma; anche SOS Geotermia ci sarà alle iniziative programmate. Pubblichiamo l’Appello e la locandina, che possono essere scaricati cliccando qui.

28/30 aprile a Roma, 11 maggio in Amiata!

APPELLO AI TERRITORI
Fermiamo l’energia che opprime le comunità e distrugge l’ambiente

Il 30 aprile si celebrerà a Roma l’assemblea degli azionisti di Enel Spa. Anche quest’anno la multinazionale dell’energia, simbolo di inquinamento e del colonialismo energetico italiano nel mondo, vaglierà i suoi bilanci basati su centrali mega-inquinanti, opere devastanti, impianti costruiti senza il rispetto dei territori e delle comunità.
Dalle mega dighe della Colombia, del Cile, del Guatemala al carbone di Civitavecchia, Brindisi, La Spezia; dal nucleare in Spagna alle rinnovabili di nome e non di fatto, come la geotermia in Toscana e le biomasse sul Pollino; dalle mega centrali dell’Est Europa ai catorci ad olio combustibile di Rossano, Porto Tolle, Montalto di Castro: Enel rappresenta in pieno il modello energetico che ha caratterizzato gli ultimi cinquant’anni di politiche industriali dell’occidente, un modello fallimentare basato sull’esaurimento di risorse naturali, sullo sconvolgimento dell’ecosistema sulla prevaricazione sistematica della volontà, degli interessi e dell’identità delle comunità locali, in Italia come all’estero.
Un modello truffaldino che per Enel come per altri speculatori locali ed internazionali, nell’energia come nelle infrastrutture, nei rifiuti, nella gestione dei beni comuni, si traduce in profitti milionari assicurati dal fatto che i costi, economici e non, non vengono messi nel bilancio aziendale ma vengono pagati dalla collettività.
Ora che la crisi economica sta mettendo in evidenza tutti i limiti di questa logica iniqua e devastante è il momento di ribaltare questo modello energetico, rivedendo considerevolmente i consumi improponibili ed inutili (a fronte di 108000MW istallati, i consumi totali, industriali + domestici, in calo dell’8% sono solo 40.000MW) e mettendo al centro i diritti ed i bisogni reali delle comunità.
La Campagna “Stop Enel” nasce per questo, ha già dato vita a due assemblee internazionali partecipate dai comitati italiani e da rappresentanti delle comunità di tutto il mondo. Un nuovo modello energetico non più calato dall’alto ma costruito a partire dai territori, dalle vertenze decennali che gruppi di cittadini liberi continuano a ravvivare, seppur spesso isolatamente, fermando i progetti o limitandone i danni. Più in generale un modello di sviluppo che tenga conto di tre valori fondamentali oggi calpestati ferocemente in ogni singola vertenza territoriale: la SALUTE, la quale non può più essere posta in secondo piano rispetto a profitti e bilanci; il LAVORO, come strumento di dignità e riscatto, come servizio alle comunità, e non più come strumenti di ricatto e sfruttamento di cose e persone; la DEMOCRAZIA, ovvero l’esigenza che siano le comunità a decidere del proprio destino e del proprio sviluppo.
Per realizzare questo progetto è necessario connettere tutte le vertenze, mettere in condivisione conoscenze ed esperienze, unire le forze per contrastare nel migliore dei modi ogni singolo progetto: fermando la logica infausta che lo giustifica.
Per questo stiamo organizzando tre giorni di discussioni, iniziative ed approfondimenti.
Domenica 28 Aprile si terrà la Seconda Assemblea Internazionale della Campagna Stop Enel in preparazione di tutte le iniziative e del Sit-In di sensibilizzazione che si terrà di fronte alla sede dell’Assemblea degli Azionisti Enel, il 30 Aprile.
Durante la tre giorni si terranno incontri e seminari, tra cui un approfondimento sul ruolo di ENEL e della finanza nel mercato del carbonio europeo (29 Aprile); l’incontro del Coordinamento Nazionale No Carbone; un incontro con soggetti e movimenti che si occupano di altri settori, come quelli sui trasporti, sulle mega-opere, sui rifiuti, sui beni comuni.
Tutti i cittadini, i comitati, i movimenti e le associazioni interessate a queste tematiche sono invitate a prendere parte alla tre giorni.

Rete Stop Enel

Programma
Domenica 28 aprile – ore 10.30-17.30
Seconda Assemblea Internazionale della Campagna Stop Enel
CineTeatro Volturno Occupato – Via Volturno 37
Lunedì 29 aprile
Seminario di approfondimento- ore 10.30 – 13.30
Il ruolo di ENEL nel mercato dei crediti di Carbonio
CineTeatro Volturno Occupato – Via Volturno 37
Pomeriggio: Incontro del Coordinamento Nazionale No Carbone
Martedì 30 aprile – ore 14.00
Sit in STOPENEL durante lo svolgimento dell’assemblea degli azionisti
Di fronte alla sede nazionale di ENEL – Viale Regina Margherita 125

È arrivato il momento che l’Amiata decida del proprio futuro. L’11 maggio in piazza

BALDUCCI_FRASE“Fateci costruire Bagnore 4 e sarete compensati lautamente”. Questo è quello che ormai appare da diversi mesi sulla cronaca della stampa locale. ENEL tiene a sottolineare che saranno spesi milioni di euro per la costruzione della più grande centrale geotermoelettrica dell’Amiata, Bagnore 4, il doppio di quella già esistente, e milioni di Euro saranno versati nelle casse della Regione e dei Comuni e, meraviglia delle meraviglie, il tutto senza che questi nostri amministratori spremano troppo il loro cervello per progettare e cercare finanziamenti per lo sviluppo del territorio.
In proposito vogliamo subito  precisare che questo ipotetico sviluppo, tra l’altro mai avvenuto in quelle che sono le aree geotermiche tradizionali di Larderello, benché questa attività vi sia presente in maniera massiccia da oltre un secolo, deve tenere conto di alcune priorità, che si chiamano, in primis,  salute, qualità della vita, rispetto delle risorse naturali (aria e acqua) e dell’ambiente. Questi sono i veri beni a cui tengono coloro che abitano o che sono venuti a vivere in questa bellissima montagna, e per la salvaguardia dei quali non siamo disposti a compromessi.
Vale la pena ricordare agli amministratori locali e regionali che spesso lo sviluppo tecnologico non garantisce tutto questo: Taranto ne è l’esempio calzante; benché in quella città lo sviluppo industriale garantisca veramente l’occupazione a migliaia di persone, oggi, dopo decenni e centinaia di morti, sembra che tutti si siano svegliati da un sonno profondo e concordino che il lavoro e lo “sviluppo” non può essere anteposto al valore della vita delle persone.
Ma, a dire il vero, la sveglia l’hanno fatta suonare i magistrati e non i politici, non le istituzioni o i garanti della salute pubblica che negli anni non hanno impedito un disastro annunciato. Galimberti, uno tra i filosofi più attenti ed impegnati su i grandi temi dell’etica, del tramonto delle ideologie e della crisi dei valori cristiani, ci ricorda che oggi il mondo è governato dalla tecnica e che la natura è ormai diventata manipolabile in ogni suo aspetto. Lo sviluppo tecnologico è  incurante non solo della natura e dell’ambiente, ma poco si interessa anche degli aspetti umani.

In proposito, vogliamo citare un passo tratto dalla delibera della Giunta Regionale Toscana n. 344/2010  “Approvazione dei criteri direttivi per il contenimento delle emissioni in atmosfera delle centrali geotermoelettriche”, laddove si afferma che “Relativamente ai valori di emissione è da premettere che tali valori non costituiscono riferimenti per la tutela sanitaria, ma sono limiti tecnologici stabiliti sulla base delle “migliori tecniche disponibili” e in relazione alle caratteristiche dei fluidi (geotermici) utilizzati”.  Ebbene, è la stessa Regione a dirci che i valori di emissione non rappresentano riferimenti per la tutela sanitaria, ossia per la tutela della salute, ma sono limiti tecnologici, e dovrebbe bastare questo, ed un po’ di buon senso, a far riflettere e preoccupare amministratori, politici, autorità sanitarie ed Arpat che nelle sue relazioni definisce alcune delle sostanze immesse in atmosfera “inquinanti con caratteristiche tossicologiche ed ecotossicologiche rilevanti”.

Gli amministratori sanno bene come vengono chiamati i soldi che ENEL versa nelle casse dei Comuni: “Compensazioni ambientali e territoriali” e se non hanno ben chiaro il significato del verbo “compensare” basta leggerlo su un vocabolario: “pagare, risarcire del danno sofferto”.

Naturalmente crediamo che il tutto sia proporzionale, e se le compensazioni aumentano non vuol dire che sono stati bravi gli amministratori regionali a pretendere qualche soldo in più, né che ENEL è stata magnanima, ma che in realtà aumentano i profitti della società, poiché i programmi sull’Amiata prevedono il raddoppio delle MW attualmente prodotte. Questa è la vera manna che è caduta sulle popolazioni dell’Amiata!  E’ la manna che aspettavamo da generazioni, perché la storia non era stata generosa nei nostri confronti, cioè, non avevamo avuto le industrie.
La maremma e la miniera erano state le uniche alternative occupazionali per i nostri padri, ed oggi che avremmo potuto riscattarci da questo triste passato, perché potevamo vivere in un ambiente salubre, ebbene la storia ci sta ancora penalizzando, sta nuovamente chiedendo il sacrificio ai più deboli, a coloro che non rappresentano neppure l’uno per cento della popolazione della Toscana.
Oggi, nel terzo millennio, questa manna si chiama denaro e sono proprio i soldi l’elemento sostanziale dello scellerato sviluppo che viene proposto all’Amiata, il denaro, una tra le maggiori cause dei disastri che accadono in questo pianeta e non sono gli ambientalisti a dirlo, lo dice lo stesso vescovo di Roma recentemente eletto.

Ma il nostro destino non appartiene né agli amministratori, né tanto meno ad ENEL e questo territorio non è una loro proprietà; è ‘n o s t r o’, ci appartiene di fatto e di diritto, lo abbiamo ereditato dai nostri padri, ci abbiamo costruito le nostre case per viverci, ci abitano i nostri figli e vogliamo rispettarlo e mantenerlo integro per chi verrà dopo di noi.
Non dobbiamo mai dimenticarci che un tempo andavamo orgogliosi della nostra terra. La qualità dell’aria e delle nostre acque è stata da sempre il nostro biglietto da visita, l’Amiata, nell’immaginario collettivo, è questo e non la stazione mobile di Arpat che gira per i paesi a misurare il grado di inquinamento dell’atmosfera e tanto meno il polo geotermico che la Regione Toscana vorrebbe realizzare, imponendolo alle popolazioni. Non ci interessano i programmi redatti nei tavoli del potere politico ed economico dal Presidente Rossi e dall’Assessore Bramerini, né i loro protocolli sottoscritti e quelli da sottoscrivere con ENEL, con la complicità di amministratori male informati e che non comprendono la gravità di questi accordi dai quali dipende il futuro di un territorio e della sua gente.  Devono ancora recepire l’insegnamento delle ultime elezioni politiche e forse non hanno neppure capito che la gente vuole ricominciare a costruire dei valori etici e nuovi apparati politici e di governo, perché quelli che esistono sono i responsabili di quanto sta avvenendo nel nostro paese e l’Amiata ne è l’ennesima riprova.

Si dice che ‘si può ingannare una persona per sempre o molte persone per una volta, ma non si possono ingannare molte persone per sempre!’; la gente si è svegliata e comincia a chiedere conto di quanto sta succedendo in Amiata; la questione è ormai all’attenzione dell’intera nazione e -appunto- sarà ben difficile continuare ad ingannare tutti ancora. L’11 maggio i cittadini dell’Amiata, sostenuti da tanti comitati, associazioni, sindacati, anche nazionali, chiederanno ad alta voce che si fermi lo scempio e si progetti uno sviluppo diverso della montagna, salvaguardando la salute e l’ambiente.

‘Le chiacchiere stanno a zero’. L’11 maggio parlano i cittadini

calling_megaf_ragazza_chiacchiere‘Le chiacchiere stanno a zero’, è un modo di dire che calza perfettamente all’uso di esperti scovati dall’altra parte dell’Atlantico dall’Enel, forse perchè ‘americano’ sembra più autorevole o forse perchè gli scienziati italiani sono più attenti a lasciarsi andare ad esternazioni che ‘certifichino’ l’innocuità della geotermia amiatina (anche se -a onor del vero- lo stesso prof.Horne non dice che sia innocua, sorvola sull’aspetto dell’impatto ambientale e sulla salute per concentrarsi sul prodigio tecnologico delle nuove centrali Enel).
Resta il fatto che i ‘misteriosi’ fenomeni del monte Amiata, come le tonnellate di inquinanti, la mortalità e le malattie in eccesso, la riduzione della falda e l’aumento dell’arsenico, restano e pesano come macigni in capo agli amministratori pubblici che, di fronte a questi fenomeni, anziché attenersi al ‘principio di precauzione’, recentemente ribadito dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) attraverso la sua direttrice Jacqueline McGlade, tacciono o si allineano al coro delle bugie veicolate in questi anni per cercare, inutilmente, altre e improbabili cause.
Dal canto suo il prof.Borgia ci tiene a ribadire la sua posizione, (che riportiamo di seguito, visto che ancora nessun giornale l’ha ripresa) che condividiamo, soprattutto nelle conclusioni: se in Amiata non si possono realizzare impianti sicuri, che allora non se ne facciano!
Questo chiederemo l’11 maggio, ma non solo: chiederemo una diversa politica di sviluppo del territorio, la difesa dei servizi (a cominciare dagli ospedali), il finanziamento di progetti che creino occupazione legati alla bonifica e messa in sicurezza del territorio, il sostegno alle piccole imprese locali e all’agricoltura, la valorizzazione delle risorse ambientali, turistiche, gastronomiche.
Già sono molte le adesioni qualificanti alla giornata dell’11 maggio, segno che la questione del monte Amiata è sentita ben oltre i confini territoriali, anche se i partiti tacciono.
Invitiamo tutti all’iniziativa che dovrà essere, oltre che un chiaro ‘no’ alle centrali, una giornata di incontri e di festa tra i cittadini, amiatini e non.
Il 5 aprile di nuovo Sos Geotermia si incontra con i cittadini per organizzare l’iniziativa dell’11 maggio.

di seguito la risposta del prof.Borgia del 24 marzo al prof.Horne:

Non desidero entrare in una banale polemica con Horne o Montemaggi, né sostenere tesi ambientaliste. Io sono favorevole alla geotermia, ma penso che debba essere utilizzata nel rispetto della salute degli abitanti e dell’ambiente. Sono certo che Horne e Montemaggi pensano esattamente come me. Per questo credo che non siano stati informati adeguatamente. Ma veniamo al dunque: gli impatti ambientali delle centrali geotermiche amiatine, sollevati dai Comitati, sono evidenziati nelle pubblicazioni scientifiche e nei documenti della Regione Toscana, di Arpat, dei Tribunali e di Enel stessa. Tali impatti sono generati, come per altro ampiamente indicato nelle lezioni di geotermia dell’ONU, dal fatto che Enel ha ridotto di 5-10 volte la pressione originaria dei campi geotermici e pertanto di oltre 300 m il livello della falda acquifera potabile. Montemaggi ha ragione quando dice che la falda negli anni ’60 era alla stessa quota di quella attuale, perché tale riduzione di pressione è stata indotta dal 1959 ai primissimi anni ’60 – se quindi ben sapeva che la falda era bassa, non si capisce però come mai Enel prima del 2010 nelle perizie giurate abbia sempre sostenuto che essa doveva trovarsi ad una quota molto superiore –. Ha ragione quando afferma che “una volta individuata la risorsa geotermica possiamo parlare di tecnologie”: i fluidi geotermici individuati in Amiata sono talmente carichi di sostanze tossico-nocive che solo utilizzando centrali a ciclo binario con la reiniezione totale (anche dei gas incondensabili) e con il mantenimento della pressione originaria dei campi geotermici può essere ipotizzata la geotermia. Horne stesso nella sua risposta non esclude che il ciclo binario possa essere utilizzato, come peraltro è utilizzato anche alle Hawaii su fluidi ad alta entalpia.
Chi ha detto a Montemaggi e Horne che le emissioni dalla centrali a ciclo binario sarebbero le stesse delle centrali attuali e in progetto? Non sanno che queste ultime oltre ai gas incondensabili (5-10% del totale) emettono in atmosfera fino a quasi 3/4 del fluido geotermico estratto (più di 300 tonnellate/ora fluidi!)? Se questa esorbitante quantità di fluidi tossico-nocivi non fosse spruzzata in atmosfera insieme ai gas incondensabili in prossimità di case e paesi, le emissioni di gas incondensabili risulterebbero probabilmente fuorilegge anche utilizzando gli abbattitori! Non sono al corrente che, avendo depressurizzato i campi geotermici, le sostanze tossiche dei fluidi estratti sono “distillate” dalle rocce sottostanti e salgono ad inquinare l’acquifero dell’Amiata? Non sono al corrente che la subsidenza indotta dalla depressurizzazione potrebbe essere ritenuta responsabile del cedimento del ponte sul Fiume Paglia? Montemaggi non è stato informato che i documenti ufficiali della Regione Toscana oltre a gran parte delle pubblicazioni scientifiche ed ai dati Enel affermano come vi sia interferenza tra il sistema idrotermale e l’acquifero potabile? Che le centrali geotermiche non hanno alcun monitoraggio in continuo delle emissioni sotto il controllo dell’Arpat? Non ricorda le almeno tre eruzioni dai campi geotermici indotte da Enel che hanno distrutto case, animali e piante? Non ha letto come l’Ars affermi che nei paesi geotermici dell’Amiata, negli ultimi 30 anni, vi sono stati almeno 700 morti in più di quelli attesi? Non è stato informato che all’Amiata, appunto negli ultimi 30 anni, l’unica attività industriale con un significativo impatto ambientale è stata la geotermia, che il principio di precauzione è legge, che non è accettabile barattare l’efficienza energetica con la salute?
Se Montemaggi e Horne sostengono che le centrali a ciclo binario non possano essere in nessun caso utilizzate all’Amiata (contrariamente a quanto affermato dagli altri operatori geotermici e da molti scienziati italiani oltre che dal sottoscritto), vogliono in realtà suggerire che sarebbe meglio chiudere le centrali attuali perché obsolete? Sono certo che questa decisione troverebbe d’accordo forse tutti gli abitanti dell’Amiata ed il mezzo milione di persone che ne bevono le acque ormai degradate.

La Nazione del 4 aprile 2013

Sos Geotermia, arrivano anche le proposte di sviluppo
AMIATA UN INCONTRO PER PREPARARSI ALLA MANIFESTAZIONE DI MAGGIO DAVANTI A BAGNORE-3
E’ FISSATO per domani l’incontro promosso dal comitato Sos Geotermia in attesa della manifestazione nazionale del prossimo 11 maggio. «Per la manifestazione dicono al comitato sono già numerose le adesioni e tutti si augurano che la partecipazione sia massiccia per una causa che sta sempre più coinvolgendo i cittadini del territorio. Su Internet già circola una lunga lista di nomi dei comitati che hanno aderito all’iniziativa. Da don Gallo e la Comunità di San Benedetto al Porto (Ge) ai Cobas, dal Forum nazionale dei Movimenti per l’acqua alla federazione nazionale dell’Unione sindacale di base. Una chiamata per tutti che parte dall’Amiata, non a caso il nome dell’iniziativa è «Amiata Calling». Per l’appuntamento di domani, è prevista una prima pianificazione della manifestazione di maggio con il comitato organizzatore che informerà la cittadinanza sull’iniziativa. Cosa c’è di nuovo nelle rivendicazioni del comitato, oltre alla notoria posizione antigeotermica sull’Amiata? E’ lo stesso comitato che comunica per cosa scenderà in piazza (metaforicamente perché la manifestazione di maggio si svolgerà davanti alla centrale di Bagnore-3) oltre alla richiesta di cambiare rotta sulla geotermia, con moratoria. «L’11 maggio si parlerà di una diversa politica di sviluppo del territorio, di difesa dei servizi a partire dagli ospedali, di finanziamenti su progetti che creino occupazione legati alla bonifica e messa in sicurezza del territorio, di sostegno alle piccole e medie imprese e all’agricoltura. Quindi una manifestazione che ha si il sapore della lotta verso l’utilizzo delle risorse geotermiche, ma anche con l’obiettivo di proporre alternative e nuove politiche di intervento sul territorio dell’Amiata. C.B.

GoNews.it del 30 marzo 2013

Arcidosso
SOS Geotermia: “L’11 maggio parlano i cittadini. Adesso le chiacchiere stanno a zero”
Il coordinamento dei movimenti amiatini: “L’Enel scova esperto oltre Atlantico per certificare l’innocuità dei loro impianti”

…segue il comunicato integrale

Il Tirreno del 7 aprile 2013

GEOTERMIA: IL DIBATTITO  SERVONO INFORMAZIONI ADEGUATE
IL PROFESSOR BORGIA Horne e Montemaggi ignorano alcuni dati sull’Amiata: qui è doveroso usare altre tecnologie
di ANDREA BORGIA*
Non desidero entrare in una banale polemica con Horne o Montemaggi, né sostenere tesi ambientaliste. Io sono favorevole alla geotermia, ma penso che debba essere utilizzata nel rispetto della salute degli abitanti e dell’ambiente. Sono certo che Horne e Montemaggi pensano esattamente come me. Per questo credo che non siano stati informati adeguatamente. Ma veniamo al dunque: gli impatti ambientali delle centrali geotermiche amiatine, sollevati dai Comitati, sono evidenziati nelle pubblicazioni scientifiche e nei documenti della Regione Toscana, di Arpat, dei Tribunali e di Enel stessa. Tali impatti sono generati, come per altro ampiamente indicato nelle lezioni di geotermia dell’Onu, dal fatto che Enel ha ridotto di 5-10 volte la pressione originaria dei campi geotermici e pertanto di oltre 300 m il livello della falda acquifera potabile. Montemaggi ha ragione quando dice che la falda negli anni ‘60 era alla stessa quota di quella attuale, perché tale riduzione di pressione è stata indotta dal 1959 ai primissimi anni ‘60. Ha ragione quando afferma che «una volta individuata la risorsa geotermica possiamo parlare di tecnologie»: i fluidi geotermici individuati in Amiata sono talmente carichi di sostanze tossico-nocive che solo utilizzando centrali a ciclo binario con la reiniezione totale (anche dei gas incondensabili) e col mantenimento della pressione originaria dei campi geotermici può essere ipotizzata la geotermia. Horne stesso nella sua risposta non esclude che il ciclo binario possa essere utilizzato, come peraltro è utilizzato alle Hawaii su fluidi ad alta entalpia. Chi ha detto a Montemaggi e Horne che le emissioni dalla centrali a ciclo binario sarebbero le stesse delle centrali attuali e in progetto? Non sanno che queste ultime oltre ai gas incondensabili (5-10% del totale) emettono in atmosfera fino a quasi 3/4 del fluido geotermico estratto (più di 300 tonnellate / ora fluidi!)? Se questa esorbitante quantità di fluidi tossico-nocivi non fosse spruzzata in atmosfera insieme ai gas incondensabili in prossimità di case e paesi, le emissioni di gas incondensabili risulterebbero probabilmente fuorilegge anche utilizzando gli abbattitori! Non sono al corrente che, avendo depressurizzato i campi geotermici, le sostanze tossiche dei fluidi estratti sono “distillate” dalle rocce sottostanti e salgono a inquinare l’acquifero dell’Amiata? Non sono al corrente che la subsidenza indotta dalla depressurizzazione potrebbe essere ritenuta responsabile del cedimento del ponte sul Fiume Paglia? Montemaggi non è stato informato che i documenti ufficiali della Regione Toscana oltre a gran parte delle pubblicazioni scientifiche ed ai dati Enel affermano come vi sia interferenza tra il sistema idrotermale e l’acquifero potabile? Che le centrali geotermiche non hanno alcun monitoraggo in continuo delle emissioni sotto il controllo dell’Arpat? Non ha letto come l’Ars affermi che nei paesi geotermici dell’Amiata, negli ultimi 30 anni, vi sono stati almeno 700 morti in più di quelli attesi? Non è stato informato che all’Amiata, appunto negli ultimi 30 anni, l’unica attività industriale con un significativo impatto ambientale è stata la geotermia, che il principio di precauzione è legge, che non è accettabile barattare l’efficienza energetica con la salute? Se Montemaggi e Horne sostengono che le centrali a ciclo binario non possano essere utilizzate in Amiata (contrariamente a quanto affermato dagli altri operatori geotermici e da molti scienziati italiani oltre che dal sottoscritto), vogliono in realtà suggerire che sarebbe meglio chiudere le centrali attuali perché obsolete? Sono certo che questa decisione troverebbe d’accordo forse tutti gli abitanti dell’Amiata.
*Geologo e vulcanologo Società Edra

‘AMIATA CALLING’: L’Amiata chiama! L’11 maggio una giornata di lotta in difesa della montagna

20130511_locandina_finale_72_600_imgMentre l’Enel continua a lavorare al cosiddetto ‘Piano di riassetto di Piancastagnaio’ e dopo gli annunci trionfalistici sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento SOS Geotermia si è riunito il 21 marzo us in assemblea pubblica, peraltro partecipatissima, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi il giorno 11 maggio prossimo.
Su impulso dei cittadini e dei comitati, SOS Geotermia ha redatto un appello nazionale, che riportiamo di seguito, a cui hanno già dato significativa adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali.
Primo firmatario è Don Gallo che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere ‘partigiani dell’Amiata e difendere la Terra’, seguono adesioni di rilievo nazionale come il
Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, ATTAC, l’USB ed i Cobas; l’elenco è lungo e ‘qualificato’, contando che ancora non è avvenuto il lancio dell’iniziativa.
Da oggi lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi, partiti, ecc. invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata.
Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata a partecipare al prossimo incontro che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio.

Di seguito l’appello e le prime adesioni:

SCARICA IL VOLANTINO FRONTE/RETRO CON IL PROGRAMMA E LE ADESIONI

SCARICA LA LOCANDINA CON L’APPELLO IN FORMATO A3 (colori e bianco/nero, file zippato 11,6 Mb) oppure in FORMATO A4 (colori e bianco/nero, file zippato 5,6 Mb)

AMIATA CALLING: GIU’ LE MANI DALLA NOSTRA TERRA!

> Contro il saccheggio del territorio in nome del profitto di pochi
> Per la valorizzazione delle risorse naturali, culturali e ambientali. Per ridurre le morti da avvelenamento ambientale, le morti sul lavoro, la riduzione del servizio sanitario e degli ospedali e per il rilancio di una cultura della vita sana, delle cure gratuite e garantite per tutti.
> Contro la privatizzazione dei servizi, dei beni comuni, dell’acqua e per la difesa e rilancio di una economia ecosostenibile.
> Per la politica al servizio delle popolazioni per rivendicare il diritto a decidere su come utilizzare l’energia che serve al territorio.
> Contro le produzioni inquinanti, la falsa green economy, il consumo di suolo, l’avvelenamento dell’acqua e dell’aria,
> Per il rilancio di un programma nazionale di bonifica, messa in sicurezza e difesa idrogeologica del territorio che crei prevenzione e occupazione permanente.

IL MONTE AMIATA -la montagna sacra, cuore dell’Italia- DIVENTI IL CENTRO DA CUI RIPARTIRE PER LE LOTTE COMUNI

La geotermia sul monte Amiata non è né pulita, né rinnovabile, né innocua, come dimostrato dalle stesse ricerche effettuate dalla Agenzia Regionale di Sanità:
-tonnellate di inquinanti fuoriescono dalle centrali geotermiche che concorrono a contaminare aria, terreno e falde ed entrano nel ciclo alimentare fino all’uomo;
-incremento della mortalità rispetto alle aree limitrofe e al resto della Toscana con un aumento statisticamente significativo del +13% per gli uomini e altre gravi patologie.
-depauperamento e inquinamento -soprattutto da arsenico- del bacino idropotabile amiatino con il rischio concreto della sua scomparsa e/o impossibilità per l’uso potabile;
-Diciamo basta alle centrali geotermiche Enel in Amiata, ma anche alle possibili future autorizzazioni ad altre compagnie!

FERMIAMOLI ORA, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI!
MORATORIA IMMEDIATA DI TUTTA L’ATTIVITA’ GEOTERMICA IN AMIATA!
L’11 MAGGIO 2013 TUTTI IN AMIATA
PER UNA GIORNATA NAZIONALE DI MOBILITAZIONE
A DIFESA DELLA NOSTRA TERRA

Questo il programma della giornata:

dalle 10,30 alle 12,30 ad Arcidosso (GR) in Piazza Indipendenza: L’Amiata accoglie i comitati, assemblea/incontro in piazza
– alle 14,00 in Località Aiuole, a pochi km tra Arcidosso e S.Fiora, Concentramento e Corteo fino al cantiere della centrale geotermica di Bagnore 4
– dalle 16,30 ad Arcidosso (GR) in Piazza Indipendenza, Manifestazione/Assemblea con interventi e testimonianze sulle varie esperienze di lotta dei comitati e associazioni partecipanti
– dalle ore 18,00: Festa e musica in piazza

Adesioni ad oggi:

> Don Gallo e la Comunità San Benedetto al Porto (GE)
> Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
> Comitato nazionale Stop Enel. Per un nuovo modello energetico
> Forum Ambientalista nazionale
> USB Unione Sindacale di Base, federazione Nazionale
> Confederazione COBAS
> ATTAC Italia
> Medicina Democratica Toscana
> Comitato Nazionale contro Fotovoltaico ed Eolico nelle Aree Verdi e Naturali
> Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua
> Federazione Toscana del partito dei CARC
> Ola – Organizzazione Lucana Ambientalista (No Triv)
> Assemblea Siena Beni Comuni (SI)
> DAS (Dimensione Autonoma Studentesca) di Siena
> Unione Sindacale di Base USB federazione di Grosseto
> Forum Ambientalista di Grosseto (GR)
> Comitato Beni Comuni Val di Cecina (Li/Pi)
> Carc, Abbadia San Salvatore (Si)
> Comitato Ambiente Amiata, Abbadia San Salvatore (SI)
> Lista Civica Per Abbadia, Abbadia San Salvatore (SI)
> Lista di Cittadinanza Prospettiva Comune, Piancastagnaio (SI)
> Comitato Difesa Ambiente Paesaggio Acquapendente (VT)
> SpeziaViaDalCarbone Comitato di cittadini (SP)
> Associazione di amicizia con il popolo Mapuche, Como
> Aldo Zanchetta, Fondazione Neno Zanchetta, Lucca
> ATTAC Roma
> ATTAC Chianti-Valdelsa
> Forum Cittadini del Mondo R.Amarugi, Grosseto
> ATTAC Vercelli
> Comitato Acqua Bene Comune di Vercelli
> Francesco Biagi, progetto Rebeldia, Pisa
> Associazione Yaku, Roma
> Comitato Beni Comuni di Manciano (Gr)
> Associazione Sanremo Sostenibile, Sanremo (IM)
>  Partito Comunista dei Lavoratori, Provincia di Grosseto
> Campagna Difesa del Latte Materno
> Comitato NO TUNNEL TAV Firenze
> Partito della Rifondazione Comunista – Federazione di Grosseto
> Partito della Rifondazione Comunista – Circolo di Santa Fiora e Amiata (GR)
> Spazi Liberati Firenze-Prato-Pistoia
> ALBA Grosseto
> Comitato Valdelsa – Comitato per la tutela e la difesa della Valdelsa
> Centro Donna di Grosseto
> Comitato Difensori della Toscana, Casole d’Elsa (SI)
> MPL Movimento Popolare di Liberazione
> Associazione Il Mulino, Abbadia San Salvatore (SI)
> Coordinamento Salviamo le Apuane
> Coordinamento dei Comitati e Associazioni Ambientali Provincia di Grosseto
> RETE AMBIENTALE VALDISIEVE (Associazione Valdisieve, Associazione Vivere in Valdisieve e Comitato Valdisieve)
> Associazione Re:Common
> Circolo Sinistra Ecologia e Libertà Amiata grossetana
> Associazione Vivamazzonia
> OGM Gruppo d’Opinione in Movimento di Pitigliano
> Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio, Toscana
> Comitato per la Difesa della Val D’Asso, S.Giovanni D’Asso
> Comitato per la Val D’orcia, l’Amiata e le Crete Senese
> Movimento 5 Stelle Grosseto
> Maremma Libertaria rivista on line Massa Marittima-Siena ex O.P.
> Italia Nostra – Consiglio Regionale Toscano
> Italia Nostra – sezioni di Grosseto e Siena
> perUnaltracittà – lista di cittadinanza, Firenze
> l’Altracittà – giornale della periferia, Firenze
> WWF Italia
> Comitato Non A Tutti I Costi Biogas, San Quirico d’Orcia
> Movimento 5 Stelle gruppo di Abbadia San Salvatore
> Comitato Acqua Bene Comune di Pistoia
> Movimento Rifiuti Zero, Toscana
> Associazione Ambiente e Futuro, Toscana
> Rete Ambientale della Versilia
> Movimento 5 Stelle gruppo di Montalcino
> Amici dei bagni di Petriolo
> Associazione Radicondoli Municipio Nuovo
> Associazione A Sud
> Associazione culturale Arci Veltha di Elmo, Sorano
> CRA – Comitato Risanamento Ambientale, Guidonia (RM)
> CISA (coordinamento interregionale Umbria-Lazio salvaguardia Alfina)
> Coordinamento regionale umbro sulle energie rinnovabili
> Comitato in Difesa Paesaggio – Camugnano (Bo)
> Gruppo di Piancastagnaio attivisti e simpatizzanti M5S
> Cinzia Bottene, consigliera comunale, Lista Civica Vicenza Libera No Dal Molin
> SEL Federazione Grosseto
> Comitato Rifiuti Zero Mugello

 

La Nazione del 25 aprile 2013

I comitati non si fermano «Amiata Calling» va avanti
In aumento le adesioni per la manifestazione di maggio
GEOTERMIA DEFINITO IL CALENDARIO CON MOMENTI DI FESTA
AMIATA CALLING: fervono i lavori per la manifestazione nazionale di sabato 11 maggio. I movimenti per l’Amiata, coordinati dal comitato SoS Geotermia, stanno da tempo organizzando una giornata di mobilitazione nazionale per dare voce alle loro preoccupazioni sullo sfruttamento geotermico. Il calendario della giornata prevede un’assemblea dei comitati alle 10.30 in piazza Indipendenza ad Arcidosso, un corteo alle14 che si snoderà tra Le Aiuole e la centrale geotermica (nella foto i lavori per Bagnore 4), una manifestazione alle 16.30 ad Arcidosso e dalle 18.30 in poi al Castello Aldobrandesco e in piazza Cavallotti «dibattiti, interventi, testimonianze, artigianato, musica e altre attività», dicono gli organizzatori. Molte le adesioni a questa iniziativa, da Don Gallo e la comunità di san Benedetto al Porto di Genova, al Wwf, al Forum per l’acqua. Questi ultimi sono di recente stati presenti, ad una delle riunioni dei comitati amiatini. Durante l’incontro sono stati discussi i temi che accomunano i comitati. Per far sì che le esigenze espresse dai movimenti che in tutta Italia cercano sistemi alternativi di sviluppo, di sfruttamento energetico e delle risorse naturali, dice Valerio del Forum per l’acqua, «non basta essere solidali gli uni con gli altri ma occorre riflettere sulle spinte interiori che animano i movimenti e imparare reciprocamente». Lorenzo, di Amiata autogestita, Onlus che ha sede ad Arcidosso, parla di «maggioranza fatta di minoranze e da qui il dibattito si apre sulla necessità di includere sempre più la cittadinanza amiatina nelle attività dei comitati, perché ad oggi il problema non sembra essere sentito dalla totalità della popolazione locale». Per informazioni sull’evento visitare la pagina Facebook di SoS Geotermia e il sito sosgeotermia.noblogs.org.

La Nazione del 19 aprile 2013

Manifestazione anti geotermia. Pronto il calendario della giornata
«GIÙ LE MANI dalla nostra terra»: si chiama così la manifestazione organizzata dal coordinamento Sos Geotermia in programma l’11 maggio. La mobilitazione è promossa dai cittadini e dai comitati per protestare contro l’utilizzo delle risorse geotermiche sul Monte Amiata. Alle 10.30 è in programma, in piazza Indipendenza ad Arcidosso, l’assemblea dei comitati. Alle 14 il corteo si sposterà verso la centrale di Bagnore 3, dove dovrà sorgere la super-centrale Bagnore 4. Alle 16.30 sono in cartellone interventi e testimonianze in piazza Indipendenza e a partire dalle 18.30 musica, artigianato e baratto-mercato in piazza Cavallotti e al castello Aldobrandesco.

Il Cittadino online dell’8 aprile 2013

Gli ambientalisti amiatini si riuniscono in un “supercomitato”
La molla che ha spinto a questa azione è stato l’avvio dei lavori per la realizzazione della centrale geotermica Bagnore 4
di Fabrizio Pinzuti
PIANCASTAGNAIO – Particolarmente attivi in questi ultimi tempi i comitati per la difesa dell’ambiente che non solo si sono riuniti in un supercomitato denominato SOS Geotermia, Coordinamento dei movimenti per l’Amiata, ma che hanno anche infittito la loro opera di informazione e di comunicazione con la loro email sos-geotermia@bruttocarattere.org.
La molla che ha fatto scattare la maggiore ricerca di incisività presso l’opinione pubblica da parte del movimento è stato l’inizio dei lavori della nuova centrale geotermica di Bagnore 4, vista come un ulteriore espansione  dell’attività dell’Enel e come un attentato o un impadronirsi dell’Amiata e delle sue risorse, non senza la complicità o la negligenza delle amministrazioni locali, richiamate continuamente a svolgere un’opera di sorveglianza sull’operato del colosso dell’energia. Significativo in proposito il titolo del primo documento emesso, “giù le mani dalla nostra terra”, qui di seguito ripercorso nelle linee fondamentali: “Nonostante il ricorso pendente al TAR e nonostante il crescente allarme tra la popolazione, nel silenzio complice degli amministratori, l’Enel il 7 marzo ha dato il via al cantiere della centrale Bagnore 4 che, se realizzata, triplicherà la potenza dell’esistente Bagnore 3 (20 MW) fino a 60 MW. Pure il rinnovato interesse da parte dei media nazionali che hanno evidenziato tutte le problematiche legate alla geotermia amiatina, non è valso a far sì che da parte delle amministrazioni si aprisse un tavolo di verifica ed approfondimento sulla questione. Il Coordinamento SOS Geotermia, oltre ad aver immediatamente allertato gli avvocati per intraprendere ogni eventuale iniziativa possibile sul piano legale, ha immediatamente deciso che non c’è più tempo da perdere ed annuncia l’indizione di una manifestazione a carattere nazionale da realizzarsi sul monte Amiata il prima possibile e che abbia come temi l’immediata sospensione dei lavori della centrale di Bagnore 4 e dei cantieri del cosiddetto ‘piano di riassetto’ di Piancastagnaio”. L’iniziativa non è isolata e rientra nel disegno più vasto di andare “contro il saccheggio del territorio in nome del profitto di pochi. Per la valorizzazione delle risorse naturali, culturali e ambientali. Per ridurre le morti da avvelenamento ambientale, le morti sul lavoro, la riduzione del servizio sanitario e degli ospedali e per il rilancio di una cultura della vita sana, delle cure gratuite e garantite per tutti. Contro la privatizzazione dei servizi, dei beni comuni, dell’acqua e per la difesa e rilancio di una economia ecosostenibile. Per la politica al servizio delle popolazioni, per rivendicare il diritto a decidere su come utilizzare l’energia che serve al territorio. Contro le produzioni inquinanti, la falsa green economy, il consumo di suolo, l’avvelenamento dell’acqua e dell’aria. Per il rilancio di un programma nazionale di bonifica, messa in sicurezza e difesa idrogeologica del territorio che crei prevenzione e occupazione permanente”. Si denuncia anche l’insistenza “nel ricatto lavoro/salute, laddove si annuncia che i lavori inziali vengono affidati ad una ditta di Abbadia S.S., nel maldestro tentativo di dividere i cittadini tra loro e tra ‘campanili’ o, come per Floramiata, voler far credere che più geotermia porti più occupazione”. Non ci sono note per il momento reazioni né da parte dell’Enel né da parte delle amministrazioni locali, eccezion fatta per alcune puntualizzazioni del sindaco Verdi di Santa Fiora, sulle quali saremo più esaurienti nei prossimi giorni.

La Nazione del 27 marzo 2013

Sos Geotermia non dà tregua. Incontro per decidere la manifestazione
AMIATA. MENTRE L’ENEL continua a lavorare al cosiddetto Piano di riassetto di Piancastagnaio e dopo gli annunci sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento Sos Geotermia si è riunito in un’assemblea pubblica, peraltro molto partecipata, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi l’11 maggio. Su impulso dei cittadini e dei comitati, Sos Geotermia ha lanciato un appello nazionale a cui hanno già dato adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali. «PRIMO firmatario docono al comitato è don Gallo, che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere partigiani dell’Amiata e difendere la Terra», seguono adesioni di rilievo nazionale come il Forum italiano dei Movimenti per l’acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, Ata, l’Usb ed i Cobas. «L’elenco è lungo e qualificato incalza Sos Geotermia contando che ancora non è avvenuto l’annuncio ufficiale dell’iniziativa». «DA OGGI concludono lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi e partiti, invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata. Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata a partecipare al prossimo incontro che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio».

Contropiano.it del 27 marzo 2013

Amiata Calling! L’Amiata chiama! L’11 maggio una giornata di lotta in difesa della montagna
Mentre l’Enel continua a lavorare al cosiddetto ‘Piano di riassetto di Piancastagnaio’ e dopo gli annunci trionfalistici sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento SOS Geotermia si è riunito il 21 marzo us in assemblea pubblica, peraltro partecipatissima, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi il giorno 11 maggio prossimo.
Su impulso dei cittadini e dei comitati, SOS Geotermia ha redatto un appello nazionale, che riportiamo di seguito, a cui hanno già dato significativa adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali.
Primo firmatario è Don Gallo che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere ‘partigiani dell’Amiata e difendere la Terra’, seguono adesioni di rilievo nazionale come il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, ATTAC, l’USB ed i Cobas; l’elenco è lungo e ‘qualificato’, contando che ancora non è avvenuto il lancio dell’iniziativa.
Da oggi lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi, partiti, ecc. invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata.
Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata a partecipare al prossimo incontro che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio.

SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata –
…segue l’Appello

Gonews.it del 27 marzo 2013

AMIATA
SOS Geotermia chiama a raccolta l’11 maggio i suoi sostenitori per una mobilitazione nazionale
Una giornata di lotta in difesa della montagna che già conta numerose adesioni. Prossima assemblea il 5 aprile
Mentre l’Enel continua a lavorare al cosiddetto ‘Piano di riassetto di Piancastagnaio’ e dopo gli annunci trionfalistici sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento SOS Geotermia si è riunito il 21 marzo us in assemblea pubblica, peraltro partecipatissima, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi il giorno 11 maggio prossimo.
Su impulso dei cittadini e dei comitati, SOS Geotermia ha redatto un appello nazionale, che riportiamo di seguito, a cui hanno già dato significativa adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali.
Primo firmatario è Don Gallo che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere ‘partigiani dell’Amiata e difendere la Terra’, seguono adesioni di rilievo nazionale come il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, ATTAC, l’USB ed i Cobas; l’elenco è lungo e ‘qualificato’, contando che ancora non è avvenuto il lancio dell’iniziativa.
Da oggi lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi, partiti, ecc. invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata.
Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata a partecipare al prossimo incontro che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio.
Fonte: SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata

Maremma News del 26 marzo 2013

Giornata di lotta in difesa per l’Amiata
Amiata: Mentre l’Enel continua a lavorare al cosiddetto ‘Piano di riassetto di Piancastagnaio’ e dopo gli annunci trionfalistici sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento SOS Geotermia – scrivono i suoi esponenti – si è riunito il 21 marzo us in assemblea pubblica, peraltro partecipatissima, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi il giorno 11 maggio prossimo.
Su impulso dei cittadini e dei comitati, SOS Geotermia ha redatto un appello nazionale, di seguito riportato, a cui hanno già dato significativa adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali.
“Primo firmatario è Don Gallo che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere ‘partigiani dell’Amiata e difendere la Terra’, seguono adesioni di rilievo nazionale come il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, ATTAC, l’USB ed i Cobas; l’elenco è lungo e ‘qualificato’, contando che ancora non è avvenuto il lancio dell’iniziativa. Da oggi lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi, partiti, ecc. invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata”, continuano gli esponenti. Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata – conclude il comitato SOS Geotermia – a partecipare al prossimo incontro, concludono,  che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio”.

PrimaPaginaChiusi.it del 26 marzo 2013

SOS GEOTERMIA AMIATA. L’11 MAGGIO GIORNATA DI MOBILITAZIONE
IN UN COMUNICATO STAMPA IL COMITATO AMIATINO ANNUNCIA L’INIZIATIVA: ” INVITIAMO TUTTI I CITTADINI DELL’AMIATA A PARTECIPARE AL PROSSIMO INCONTRO CHE SI TERRÀ IL 5 APRILE E A COLLABORARE CON IL COORDINAMENTO PER LA RIUSCITA DELLA GIORNATA DELL’11 MAGGIO

Prosegue senza soste la “battaglia” sull’Amiata del Comitato SOS geotermia che il 21 marzo si è riunito in assemblea pubblica e ha deciso una giornata di mobilitazione l’11 maggio.
Riceviamo e pubblichiamo il relativo comunicato stampa:
‘AMIATA CALLING’: L’Amiata chiama! L’11 maggio una giornata di lotta in difesa della montagna
Mentre l’Enel continua a lavorare al cosiddetto ‘Piano di riassetto di Piancastagnaio’ e dopo gli annunci trionfalistici sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento SOS Geotermia si è riunito il 21 marzo us in assemblea pubblica, peraltro partecipatissima, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi il giorno 11 maggio prossimo. Su impulso dei cittadini e dei comitati, SOS Geotermia ha redatto un appello nazionale, che riportiamo di seguito, a cui hanno già dato significativa adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali. Primo firmatario è Don Gallo che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere ‘partigiani dell’Amiata e difendere la Terra’, seguono adesioni di rilievo nazionale come il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, ATTAC, l’USB ed i Cobas; l’elenco è lungo e ‘qualificato’, contando che ancora non è avvenuto il lancio dell’iniziativa. Da oggi lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi, partiti, ecc. invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata. Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata a partecipare al prossimo incontro che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio”.

Corriere di Maremma del 24 marzo 2013

L’11 maggio manifestazione anti-geotermia
ARCIDOSSO. Sos Geotermia ha organizzato l’11 maggio una giornata di mobilitazione per chiedere la “moratoria immediata di tutta l’attività geotermica in Amiata” Questo il programma della giornata: dalle 10,30 alle 12,30 ad Arcidosso, piazza Indipendenza, incontro con i comitati , i movimenti e le associazioni; alle 14,00 in Località Aiuole, a pochi km da Arcidosso e S.Fiora, concentramentoecorteofino al cantiere della centrale geotermica di Bagnore 4; dalle 16,30 ad Arcidosso, in piazza Indipendenza, manifestazione/assemblea con interventi e testimonianze sulle varie esperienze di lotta in difesa del territorio e dei beni comuni;inconclusionedigiornata,dalle ore 18,00, festa e musica in piazza.

La Nazione del 23 marzo 2013

I comitati non mollano Pronta la mobilitazione
UN INCONTRO con tanto pubblico quello di Arcidosso. Un incontro che ha definito una data certa: l’11 maggio dal comune di Arcidosso partirà la mobilitazione nazionale di protesta contro lo sfruttamento geotermico. Al «circolino» di San Lorenzo, dove era in programma l’assemblea organizzata dal coordinamento Sos geotermia, si sono presentati membri dei vari comitati ambientalisti e cittadini preoccupati sulle ripercussioni che lo sfruttamento di queste risorse potrebe avere sulla salute pubblica. L’assenza dei rappresentanti delle istituzioni non è passata inosservata. Un incontro organizzato per creare un confronto sui temi della salute e sulle conseguenze legate alla realizzazione delle centrali geotermiche sul Monte Amiata. La voglia di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni si è rafforzata dopo che Enel Green Power ha annunciato l’avvio dei lavori per Bagnore 4, tra i comuni di Arcidosso e Santa Fiora. «E’ stato — spiega Roberto Barocci — un incontro partecipato e un’occasione sia per ribadire la nostra contrarietà allo sfruttamento delle risorse geotermiche, sia per definire il percorso che porterà alla manifestazione nazionale dell’11 maggio. Abbiamo deciso — aggiunge Barocci — che la mobilitazione partirà dalla piazza centrale di Arcidosso dove in mattinata è in programma un’assemblea che vedrà la presenza anche di associazioni nazionali, poi ci sarà un corteo che, passando dalla località Aiuole arriverà al sito della centrale Bagnore4. Lì, il coordinamento Sos geotermia, denuncerà ancora una volta i dati allarmanti che derivano dallo sfruttamento geotermico del territorio.

‘Quindici uomini sulla cassa del morto’. Misteri, bugie e smentite sui decessi in Amiata

isola tesoro trivelleDalla pubblicazione, nell’ottobre del 2010, dello Rapporto Epidemiologico (clicca qui per scaricarlo), commissionato dalla Regione Toscana, attraverso l’Agenzia Regionale di Sanità (Ars), alla Fondazione “Gabriele Monasterio” e al Cnr di Pisa (Istituto di Fisiologia Clinica) ad oggi abbiamo assistito al macabro balletto di Regione, Enel e amministratori locali sui dati, incontrovertibili, di mortalità nell’area del monte Amiata, con l’uso strumentale di affermazioni della stessa Ars che sono contraddette nello stesso Studio.
Abbiamo analizzato il Rapporto e le nostre considerazioni sono riportate nel libretto, in fase in stampa, ‘ABGeoterma’ che verrà distribuito nei prossimi giorni.
Per adesso cerchiamo di dare qualche elemento per chiarire come si stia barando sui numeri che pure ci sono, evidenziati, nel Rapporto.
Intanto bisogna fare sempre attenzione a collegare i numeri con gli anni di riferimento (2000-2006, oppure 1980-2006), con il sesso, con l’area (Amiata, oppure area sud e nord assieme, oppure cluster significativi – i comuni più colpiti- nell’area di riferimento di 50 km) e con la patologia mortale (tumori, oppure tutte le cause). Questo perchè il Rapporto riporta più confronti e bisogna essere molto precisi.
In una prima conferenza stampa di due anni fa, mostrammo ai giornalisti le copie di due pagine del Rapporto ARS e illustrammo che l’incidenza era di 535 morti in eccesso per tutte le cause, quale somma nei due cluster statisticamente significativi per i maschi e per le femmine, di pag.81 e pag.82 dello stesso, per il periodo 2000-2006. Visto che i venti non rispettano i confini amministrativi, era importante questo dato oggettivo, ma subito dopo la Bramerini, per gettare discredito su quanto avevamo rivelato, disse che sbagliavamo perchè in tutti i comuni geotermici (mentre noi ci riferivamo chiaramente anche a quelli limitrofi) la somma per maschi e per le femmine era “solo” (disse così!) di 99 morti in eccesso (131 per i maschi e -32 per la femmine).
Oggi abbiamo una nutrita bibliografia tratta dalla letteratura scientifica internazionale sugli studi epidemiologici (vedi nota*) che smaschera le conclusioni della Bramerini & Co.: sono errori (volontari o meno) fatti per DILUIRE i risultati e ridurre l’effetto di dati altrimenti preoccupanti. Ma in Epidemiologia non è consentito confondere i dati per i maschi con quelli per le femmine, come non è consentito confondere i dati della zona nord (Larderello) con quelli dell’Amiata, perchè è documentata dagli stessi estensori dell Rapporto una notevole differenza di esposizione della popolazione ad inquinanti mortali diversi, quali il Mercurio, l’Arsenico, il Radon, ecc.; inoltre, sempre in Epidemiologia, è inammissibile non valutare l’azione cumulativa dei vari inquinanti presenti su un dato territorio. Mentre le ‘conclusioni’ del Rapporto, che contraddicono i contenuti dello stesso e sembrano scritte da mani diverse ma che continuano ad essere propagandate dagli interessati, compiono questi errori di diluizione arbitraria e non consentita che denunciamo con forza, proprio perchè è ormai noto e smascherato, nel mondo scientifico, questo tipo di manipolazione.
E’ esattamente, come denuncia il prof.Borgia, quello che fanno con le emissioni di sostanze tossiche nell’aria: per diluire la concentrazione degli inquinanti insieme ai gas estratti pompano aria pulita, ma le quantità, purtroppo, restano le stesse.
Una cosa è certa e non smentita da nessuno, riferito al periodo 2000-2006, è l’aumento statisticamente significativo di mortalità, nei maschi in Amiata,  del 13%, con punte in quattro comuni del 30% per tutti i tipi di tumori. Solo il Coordinatore di zona del PD può sostenere che questi dati non sono statisticamente significativi, come fatto all’incontro di Bagnoli il 15 marzo scorso.
Ai nostri amministratori rinnoviamo l’appello ad un serio confronto per diradare la confusione che -spesso indotta interessatamente- regna tra i cittadini dell’Amiata. Sarebbe un gesto di riscatto morale e politico quello di fermarsi un attimo a riflettere se e quanto sia utile e conveniente l’attività geotermica sul nostro territorio e valutare, senza paraocchi, le alternative compatibili con l’ambiente e che già oggi sono possibili, dalla geotermia a bassa entalpia al fotovoltaico (nel libretto avanziamo questa possibile scelta) come peraltro si sta facendo in altre zone del paese (con il concorso di Legacoop, che, ci risulta, vicina alle forze politiche che ci amministrano) ; segnaliamo anche il recente articolo che conferma che ormai si tratta di una tecnologia -anche- competitiva, scritto dal prof. Massimo Zucchetti del Politecnico di Torino.

(nota*)
a) S.Parodi, V.Gennaro, M.Ceppi, PL.Cocco Comparison bias and dilution effect in occupational cohort studies. Int J Occup Environ Health 2007; Apr-Jun: 13 (2): 143-52
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17718170
b) Hernberg. ”Negative” results in cohort studies: how to recognize fallacies.SJWEH.1981; 7:121-6
http://www.sjweh.fi/show_abstract.php?abstract_id=2589
c)  V.Gennaro, P.Ricci, AG.Levis, P.Crosignani. Epidemiology’s and epidemiologists’ vice and virtues. Vizi e virtù dell’epidemiologia e degli epidemiologi. Epi & Prev 2009; 33 (4-5), supp 2:49-56. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20124642
d)  N.Pearce. Corporate influences on epidemiology. Int J Epidem 2008; 37(1):46-53.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18245050
e)  V.Gennaro, L.Tomatis. Business bias: How epidemiologic studies may underestimate or fail to detect increased risks of cancer and other diseases. Int J Occup Environ Health 2005;11:356–359.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16350469
f) N.Bailar. How to distort the scientific record without actually lying: truth, and the arts of science. Eur J Oncol 2006; 11(4):217-224
g) D.Michaels. Doubt is their product. How industry’s assault on science threatens your health. Oxford University Press 2008.