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La Rete Nazionale NO Geotermia Elettrica chiede al Governo la MORATORIA e un TAVOLO TECNICO sulla geotermia

logo rete no geotermiaLa Rete Nazionale NO Geotermia Elettrica, dopo la giornata nazionale del 5 marzo presso la Camera dei Deputati, scrive al Governo per chiedere la MORATORIA e l’istituzione di un TAVOLO TECNICO sulla geotermia.

Destinatari:
Federica Guidi, Ministro dello Sviluppo Economico
Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente
Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute
Simona Vicari, Sottosegretario dello Sviluppo Economico
Silvia Velo, Sottosegretario all’Ambiente

Ing. Franco Terlizzese, MISE/DGRME, direttore generale
Dott. Mariano Grillo, MATTM/VA, direttore generale
e, p.c.:                         Matteo Renzi, Presidente del Consiglio dei Ministri
e, p.c.  inoltre:         Catiuscia Marini, Presidente Regione Umbria
Francesco Pigliaru, Presidente Regione Autonoma della Sardegna
Enrico Rossi, Presidente Regione Toscana
Nicola Zingaretti, Presidente Regione Lazio

Oggetto: Giornata di mobilitazione  nazionale contro la geotermia elettrica speculativa e inquinante- Roma, Camera dei Deputati, 5 marzo 2014/ Richiesta di moratoria delle procedure in atto relative a permessi di sfruttamento geotermico “flash”, di impianti binari non innovativi, (soprattutto) quelli definiti “pilota” di cui  al D. Lgs.11 febbraio 2010, n. 22  nonché al D. Lgs. e ss. mm. e ii., nonché richiesta di riduzione/annullamento degli  incentivi alla geotermia elettrica di cui al D.M. 6.07.2012, nonché avvio di un piano nazionale di identificazione delle aree eventualmente suscettibili, in accordo con i territori / Richiesta di apertura di un tavolo tecnico di confronto  con il Governo e le Regioni interessate.

Come a voi noto, si è tenuta il 5 marzo scorso a Roma la giornata di mobilitazione nazionale  contro la geotermia elettrica  speculativa e inquinante.
Scopo della giornata era quello di aprire un dialogo tra il pubblico ed il Governo sul tema della geotermia elettrica. In effetti, a livello amministrativo, il modo di procedere in questo settore presenta delle obiettive criticità che stanno creando forti disagi e risentimenti nelle popolazioni ed amministrazioni locali interessate nonché una rinnovata attestazione di criticità da parte del mondo scientifico.
Dalle numerose relazioni presentate al convegno di parlamentari, amministratori, comitati ed illustri esponenti del mondo scientifico, sono emersi alcuni punti importanti ed alcune precise richieste al Governo. Infatti, il piano governativo di espansione e sviluppo della geotermia, varato nel 2010 dal longevo governo Berlusconi IV, presenta una serie di problematiche, anche gravi, che non sono state sufficientemente considerate dalle istituzioni governative. Autorevoli scienziati a livello nazionale ed internazionale pongono il concreto problema dei danni per la salute, del depauperamento delle risorse idriche, della sismicità indotta ed innescata, della subsidenza ed, in genere, dell’inquinamento ambientale connessi con lo sfruttamento della geotermia per la produzione di energia elettrica.
Le zone nelle quali la geotermia tradizionale, con emissioni dirette ed indirette in atmosfera, è già sviluppata hanno rivelato enormi danni ambientali ed alla salute delle popolazioni (eppure per moltissimi anni è stato fatto credere colpevolmente che la “geotermia” era pulita e rinnovabile!). Le nuove forme di geotermia “a ciclo chiuso”, senza dichiarate emissioni in atmosfera, comportano tutta una serie di rischi, che in tutto il mondo – anche a seguito di incidenti verificatisi – hanno enormemente preoccupato le popolazioni e gli addetti ai lavori. Ciò ha dato luogo ad intensi programmi di ricerche sugli effetti delle tecniche di sfruttamento geotermico ed ha indotto le autorità locali a introdurre apposite normative tendenti a regolamentare il settore. Appare ormai chiaro a livello mondiale che lo sfruttamento geotermico per la produzione di energia elettrica ha degli impatti ambientali, che devono essere adeguatamente conosciuti, previsti e regolamentati. Esistono dei territori dove lo sfruttamento geotermico è sconsigliabile ed altri nei quali, con una serie di indispensabili accorgimenti a salvaguardia delle popolazioni e dell’ambiente, è invece possibile. In Italia, gli studi scientifici sul settore sono carenti, così come ancora del tutto carente è la normativa del caso.
Il principale problema da affrontare in Italia è quello dell’esistenza di un dogma culturale, dovuto a scarsa conoscenza del problema sia nell’opinione pubblica che negli ambienti della pubblica amministrazione: il Dogma della Ecocompatibilità della Geotermia. Secondo il quale la geotermia è sempre di per sé pulita e rinnovabile. Un dogma alimentato dal circuito degli imprenditori geotermici attratti dagli enormi incentivi statali, e fideisticamente accettato da molti ambienti governativi senza discussioni o veri approfondimenti.
La realtà della ricerca scientifica mondiale e delle esperienze sul campo mostra invece con tutta evidenza che questo dogma è inaccettabile, e che non può guidare l’azione del Governo, in quanto la geotermia in generale- e particolarmente in Italia – non è né pulita, né rinnovabile. Lo sfruttamento geotermico può diventare accettabile unicamente a determinate condizioni, che dipendono dalle specificità dei territori e dalle tecnologie impiegate.
Alcune tecnologie  cosiddette “flash”, lo dimostrano i dati sanitari del Monte Amiata, sono così inquinanti da aver trasformato la montagna amiatina tra i siti più inquinati del nostro Paese. Come recentissimamente sostenuto dai proff. Basosi e Bravi (Environmental impact of electricity from selected geothermal power plants in Italy, M.Bravi et R.Basosi in Journal of Cleaner Production, Volume 66, 1 March 2014, Pages 301-308) :” In alcuni casi l’impatto della produzione di elettricità da geotermia è perfino maggiore di quello della produzione di elettricità da combustibili fossili “….inoltre :” la produzione di elettricità dalle centrali geotermiche dell’area del Monte Amiata non può essere considerata “carbon free” … le emissioni di gas serra sono in alcuni casi generalmente più alte di quelle prodotte da centrali a gas naturale ed in alcuni casi non molto lontane dai valori di centrali a carbone”.
Mentre le nuove tecnologie a “ciclo binario” a media entalpia (soprattutto quelli definiti “impianti pilota”) in itinere di approvazione in molte regioni del Paese (e segnatamente in Umbria, Lazio, Toscana e Sardegna) pur evitando l’emissione di veleni nell’aria, presentano numerose criticità, tra cui:
=seri rischi di sismicità indotta nelle zone ad alta sismicità naturale; seri rischi di inquinamento dei bacini idropotabili, in particolare da  arsenico, in territori che già sono al limite, se non al disopra, dei valori ammessi; possibili fenomeni di subsidenza dei terreni;
= rendimenti molto bassi, a fronte di enormi incentivi governativi;
= forti impatti negativi  sul territorio, sulle economie locali e sul paesaggio di zone di alto pregio con vocazione turistica e agricola;
=l’impiego di pochissimo personale mettendo a rischio altre attività produttive  che impiegano invece  molti più addetti;
=libero afflusso nel settore di società improvvisate, soprattutto interessate a lucrare sugli incentivi e prive di seri requisiti per occuparsi di impianti con notevoli tassi di rischio;
=libero afflusso nel settore di società con capitali da investire, disinteressate al bene comune ma interessate al riciclaggio del denaro oppure ad investimenti sicuri per anni, da utilizzare nei mercati finanziari mondiali;
=eccessiva facilità nelle procedure di autorizzazione di ricerca e di impianti geotermici,  stanti le attuali insufficienti normative;
=forte attivazione delle attività di lobbying politico per garantire permessi di ricerca e sfruttamento anche dove ciò presenta dei seri rischi;
=casi di evidente e forte conflitto di interessi; con funzionari operanti sia per conto delle società private richiedenti che per gli organi addetti alle procedure autorizzative del MISE o del  Ministero dell’Ambiente;
=crescente preoccupazione delle popolazioni, che non si sentono affatto tranquillizzate da un quadro di questo tipo;  nel quale – in assenza di salvaguardie – si sta sviluppando una sorta di corsa all’oro degli incentivi. Senza adeguate informazioni, condivisioni e predisposizioni cautelari.

La valutazione di questa serie di problemi non può essere lasciata ai centri di ricerca ed ai tecnici che lavorano per le società che fanno impianti geotermici. Troppo forti sono le attese e gli appetiti generati da incentivi governativi altissimi. Occorre che lo Stato riprenda in modo sostanziale e non solo formale la propria funzione di salvaguardia di tutti gli interessi in gioco, primo fra tutti quello delle popolazioni coinvolte.
Non si può portare avanti un piano di espansione della geotermia che appare procedere in modo frettoloso, improvvisato e per giunta a dispetto delle popolazioni locali.  Laddove la geotermia è praticabile e sostenibile, occorre fornire ai cittadini proposte valide, mostrare con sincerità ed onestà i problemi e convincerle nei vantaggi di queste tecnologie. Per averne il consenso. Non ci si può basare solo sul consenso di strutture politiche spesso troppo sensibili al lavoro lobbistico delle imprese.
Molte le pressioni per procedere di corsa con questo piano, ma è di tutta evidenza che non c’è alcuna fretta, per i seguenti motivi:
=il Paese ha già ampiamente raggiunto gli obiettivi previsti di produzione di energie rinnovabili;
=le capacità di produzione elettrica italiane sono elevatissime, con grandi impianti costretti a rimanere spenti per mancanza di domanda;
Questi incentivi e questa fretta appaiono-particolarmente nella situazione attuale- del tutto inappropriati e forzosi. A meno che essi non servano esclusivamente a favorire circuiti industriali dotati di forti connessioni politiche, come dimostrano i continui e pesanti interventi di modifica legislativa favorevoli agli imprenditori geotermici. Interventi spesso in palese contrasto con i regolamenti parlamentari, con la Costituzione e con le normative europee. Il modo di procedere attuale porta invece allo scontro con le opinioni pubbliche locali, ad impianti affidati frettolosamente a società inesperte,  ad un elevato rischio di incidenti e ad una conclusione che sarà: “o una geotermia fatta male o nessuna geotermia”.Questo noi cittadini e le istituzioni del nostro Paese non lo possiamo accettare.
Poiché diverse procedure autorizzative sono in corso occorre che il Governo ponga mano con urgenza al settore per bloccare questa deriva.
A livello di Unione Europea è in corso un progetto denominato Geiser, che ha coinvolto scienziati di tutto il mondo, per l’identificazione di “linee guida” nel settore dello sfruttamento geotermico. Un’intensa attività di ricerca e di consultazione è ormai giunta alle fasi finali e nei prossimi mesi dovrebbe essere emanata una normativa europea con le previste linee guida. Vista la carenza normativa italiana e le forti preoccupazioni, si ritiene auspicabile evitare ogni irragionevole fretta ed attendere le linee guida frutto di un intenso lavoro di studio.
E nel frattempo porre in atto una serie di passi ormai diventati urgenti e già praticati nelle legislazioni più avanzate nel resto del mondo:
=una nuova normativa, sia a livello nazionale che regionale, che pianifichi le aree di sfruttamento geotermico e definisca le zone a rischio nelle quali questo sfruttamento non può avvenire, ispirandosi ad un sostanziale e rigoroso principio di precauzione;
=un intervento ormai non più procrastinabile di riduzione/annullamento degli eccessivi incentivi alla geotermia elettrica, tenendo conto che essa è stata irragionevolmente considerata una energia rinnovabile o non esauribile (e non lo è scientificamente, poiché i pozzi di prelievo hanno una specifica durata dopo di che si esauriscono) e spesso non proprio “pulita” come sicuramente nel caso già detto dello sfruttamento ENEL in Amiata (no carbon free) ;
=più stringenti normative per la definizione dei soggetti dotati delle necessarie risorse e competenze per operare nel campo geotermico; trivellazioni profonde in zone spesso instabili e poco conosciute, richiedono altissime competenze e notevoli esperienze, e grandi e comprovate capacità di intervento finanziario e tecnico in caso di incidenti; non possono essere piccole società improvvisate ad hoc per lanciarsi in avventure geotermiche, come sta ora avvenendo;
=maggiori salvaguardie per impedire i ripetuti e inaccettabili conflitti di interessi; con funzionari operanti sia per conto dei privati richiedenti che per il MISE o per il Ministero dell’Ambiente;
=introduzione di procedure di maggiore coinvolgimento delle popolazioni in tutte le fasi autorizzative, ivi incluse le fasi preliminari, nel pieno rispetto della Convenzione di Aarhus, recepita con l’art.6 della Direttiva 2011/92/UE dalla Unione Europea (e ratificata in Italia con legge n. 108 del 16.03.2001) che prevede  che il pubblico debba essere informato “in una fase precoce delle procedure decisionali in materiale ambientale” e ben prima che sul progetto si pronunci l’amministrazione pubblica.

Per tutto quanto sopra esposto si richiede che il Governo, viste la crescenti e fondate preoccupazioni dell’opinione pubblica, e nelle more della predisposizione di più adeguate normative e della emanazione delle linee guida europee, emani un

PROVVEDIMENTO DI MORATORIA

sospensivo di tutte le procedure in atto relative a permessi di sfruttamento geotermico “flash”, di impianti binari non innovativi, (soprattutto) quelli definiti “pilota”, nonché un intervento di riduzione/annullamento degli incentivi relativi alla geotermia elettrica.  In attesa di disporre di un quadro normativo maggiormente idoneo alla salvaguardia delle popolazioni e dell’ambiente, che consenta di:
=ripensare l’economicità del piano di sviluppo geotermico;
=valutare in modo più approfondito e sistematico le criticità e gli impatti delle varie tecnologie ed adeguare la normativa in modo conseguente;
=mappare il territorio nazionale decidendo le zone di esclusione, dove gli impianti geotermici presentano rischi eccessivi o comunque si presentano come fortemente impattanti e non sostenibili.
Per impedire che la Geotermia, invece che rappresentare una risorsa, diventi un grave, ulteriore problema.
Si avanza altresì la  richiesta della  apertura, sui molteplici aspetti della tematica, di un

TAVOLO TECNICO

con il Governo e le Regioni interessate. Proponiamo che a tale tavolo partecipino per conto della scrivente Rete esperti sulle materie di cui trattasi ed esponenti del mondo scientifico “preoccupati” per lo sviluppo che la geotermia sta avendo nel nostro Paese.
Va da sé che in mancanza di un serio interesse del Governo e delle Regioni in indirizzo al dialogo con gli amministratori locali e le popolazioni coinvolte nei progetto geotermici la tematica continuerà a produrre  ed ampliare  estesi conflitti sociali.

24 aprile 2014

Rete Nazionale NO Geotermia Elettrica

Umbria:
Comitato per la Difesa della Salute e del Territorio di Castel Giorgio;
Comitato Interregionale Salvaguardia Alfina (CISA),
Associazione WWF – sezione di Orvieto;
Associazione Altra Città di Orvieto;
Associazione La Renara per l’ecosviluppo del territorio di Castel Giorgio;
Associazione Italia Nostra- sezione di Orvieto;
Comitato tutela e valorizzazione Valli Chiani e Migliari di Ficulle;
Associazione Amici della Terra – Club di Orvieto;
Cobas Energia-Confederazione Cobas Umbria

Lazio:
Comitato Nazionale c. Fotovoltaico & Eolico Aree Verdi e Naturali;
Associazione lago di Bolsena;
Associazione sviluppo sostenibile e salvaguardia Alfina;
Associazione La Porticella di Capodimonte;
Comitato cittadino di Tutela ambientale Lago di Bolsena;
Comitato per l’acqua pubblica di Bolsena;
Associazione ReSeT – Rete di  Salvaguardia del Territorio di Tuscania;
Comitato lago di Bolsena Vivo di Montefiascone;
Cobas Energia-Confederazione Cobas Lazio

Toscana :
SOS Geotermia- Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata;
Comitato Difesa Val d’Orcia Inferiore;
Comitato Difensori della Toscana;
Associazione Italia Nostra Siena,
Associazione Casolenostra,
Associazione Ecomuseo Borgo la Selva,
Comitato Acqua Pubblica Senese,
Comitato Ambiente Amiata,
Comitato Beni Comuni della provincia di Grosseto;
Forum Toscano dell’Acqua;
WWF Siena
Forum ambientalista di Grosseto;
Associazione Albegna Viva;
Comitato Vivere le Crete;
Medicina Democratica Toscana
Rete dei comitati per la difesa del territorio

Sardegna :
No Trivelle Sardegna;
No Megacentrale  Guspini;
Terra che ci appartiene di Gonnosfanadiga;
No al Progetto Cuglieri;
Comitato Terrasana Decimoputzu;
Sa Nuxedda Free (Vallermosa);
No Trivel Paby (Pabillonis);
Medio Campidano Beni Comuni;
Basso Campidano-Aria-Terra-Acqua;
Progetto Comune Villacidro;
Comitato Acqua Bene Comune di Planargia e Montiferro;
Comitato S’Arrieddu Narbolia

SOS GEOTERMIA CHIEDE AI CANDIDATI SINDACI L’OPINIONE SULLA QUESTIONE GEOTERMIA

gas mask punto interrogativoRiprendono intanto gli incontri informativi, il 29 aprile ad Arcidosso sulla salute (leggi e scarica locandina)

Sei domande sulla geotermia in Amiata; è quanto Sos Geotermia vuole sapere dai candidati Sindaci e Consiglieri comunali alle prossime elezioni amministrative.

Abbiamo preso atto con soddisfazione che tra i temi in discussione nella campagna elettorale è finalmente comparsa la questione ‘geotermia’ e le ricadute sulla salute e sul territorio; ma abbiamo anche notato come spesso il tema viene trattato in ‘politichese’ e non siano chiare le opinioni in merito, né tantomento quali sono le azioni che si dovrebbero poi adottare sulla questione.

Chiediamo quindi ai candidati, anche a nome dei cittadini elettori dell’Amiata, di rispondere a 6 domande sugli aspetti principali legati all’attività geotermica e alle ricadute su salute e ambiente, sicuri che chi si propone alla guida delle Amministrazioni locali abbia una precisa opinione in merito e che, per sgombrare il campo da equivoci, voglia comunicarla ai cittadini affinchè questi possano esprimersi con convinzione nel voto tenendo conto, anche, di come si vorrà intervenire in futuro sul territorio.

Nel frattempo la nostra attività di informazione continuerà e già il 29 aprile prossimo, alle ore 17,30, presso la sala consiliare di Arcidosso, terremo un incontro su ‘LO STATO DI SALUTE DELLE POPOLAZIONI DELL’AREA GEOTERMICA DELL’AMIATA’ al quale invitiamo tutti i cittadini, le associazioni, i candidati in lista per le elezioni in tutto l’Amiata.

Leggi  e scarica le “6 DOMANDE AI CANDIDATI

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Il Tirreno del 29 aprile 2014
Sei domande ai candidati da Sos Geotermia
A domanda rispondano.  Sos geotermia chiede ai candidati sindaci e consiglieri dei 6 Comuni amiatini l’opinione sulla questione geotermia. «Abbiamo preso atto con soddisfazione che tra i temi in discussione nella campagna elettorale è finalmente comparsa la questione geotermia e le sue ricadute sulla salute e sul territorio; ma abbiamo anche notato come spesso il tema viene trattato in “politichese” e non siano chiare le opinioni in merito, né quali sono le azioni che si dovrebbero poi adottare sulla questione. Chiediamo quindi ai candidati, anche a nome dei cittadini elettori dell’Amiata, di rispondere a 6 domande sugli aspetti principali legati all’attività geotermica e alle ricadute su salute e ambiente, sicuri che chi si propone alla guida delle amministrazioni locali abbia una precisa opinione in merito e che, per sgombrare il campo da equivoci, voglia comunicarla ai cittadini, affinché questi possano esprimersi con convinzione nel voto». Una buona occasione per i sindaci c’è già oggi: alle 17,30 nella sala consiliare di Arcidosso incontro su “Lo stato di salute delle popolazioni dell’area geotermica dell’Amiata, al quale Sos geotermia invita cittadini, associazioni e candidati.

La Nazione del 29 aprile 2014
Geotermia, incontro pubblico per parlare di salute pubblica
ARCIDOSSO IL COMITATO INVITA TUTTI I CANDIDATI
di Nicola Ciuffoletti
GLI ATTIVISTI di «Sos Geotermia» non placano le loro attività di informazione. Oggi a partire dalle 17.30, in sala consiliare ad Arcidosso un incontro dal titolo «Lo stato di salute delle popolazione dell’area geotermica dell’Amiata». Un dibattito aperto al pubblico, che vedrà l’intervento di Fabio Landi e Roberto Barocci, e a cui sono stati invitati a partecipare i candidati a sindaco in lista per le elezioni in tutta l’Amiata. Di fatto si tratta di sei domande sulla geotermia in Amiata; è quanto «Sos Geotermia» vuole sapere dai candidati sindaci e consiglieri comunali alle prossime elezioni amministrative. «ABBIAMO preso atto con soddisfazione che tra i temi in discussione nella campagna elettorale è finalmente comparsa la questione geotermia affermano gli attivisti di Sos Geotermia e le ricadute sulla salute e sul territorio; ma abbiamo anche notato come spesso il tema viene trattato in politichese e non siano chiare le opinioni in merito, né tantomeno quali sono le azioni che si dovrebbero poi adottare sulla questione». «Chiediamo quindi ai candidati dice i l comitato , anche a nome dei cittadini elettori dell’Amiata, di rispondere a 6 domande sugli aspetti principali legati all’attività geotermica e alle ricadute su salute e ambiente, sicuri che chi si propone alla guida delle amministrazioni locali abbia una precisa opinione in merito e che, per sgombrare il campo da equivoci, voglia comunicarla ai cittadini affinchè questi possano esprimersi con convinzione nel voto tenendo conto, anche, di come si vorrà intervenire in futuro sul territorio».

Il Cittadino online del 28 aprile 2014
Sos Geotermia: 6 domande ai candidati sindaco
Il Coordinamento vuole indicazioni sulla posizione rispetto al tema
…segue ns. comunicato

GoNews.it del 27 aprile 2014
Sei domande di “Sos geotermia” ai candidati sindaco
…segue ns. comunicato

I soliti allarmisti: La geotermia amiatina NON è sostenibile. Lo studio Basosi-Bravi

rossi_bramerini_bocciati_non ci volevaUn altro duro colpo ai sostenitori del Green Power geotermico sul monte Amiata che -sempre più in difficoltà- continuano ad arrampicare gli specchi della sostenibilità e rinnovabilità della geotermia sempre e comunque.
Grazie al lavoro di informazione che come Sos Geotermia stiamo portando avanti, dopo le denunce sulla mortalità e altre patologie, sulla riduzione e inquinamento dell’acquifero, sulle emissioni in atmosfera di impianti di vecchia concezione, i rischi accertati di subsidenza e di sismicità indotta, un altro sonoro ceffone ai disinformati e/o complici arriva dallo studio “L’IMPATTO AMBIENTALE DELLA PRODUZIONE ELETTRICA DA SELEZIONATE CENTRALI GEOTERMICHE IN ITALIA” pubblicato il 1 marzo scorso sul Journal of Cleaner Production, a firma del Prof. Riccardo Basosi e dal Dott. Mirko Bravi.
Il Dott.Mirko Bravi è un ricercatore dell’università di Pisa, mentre il Prof.Riccardo Basosi
è un’autorità nel campo, ricoprendo molti e qualificati incarichi in ambito accademico e scientifico:
– Ordinario di Chimica Fisica presso l’Università di Siena, è stato nominato dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, tra i Rappresentanti italiani nel Comitato di Horizon 2020, Programma quadro della ricerca europea per il periodo 2014-2020.
– Rappresenta l’Università di Siena nel soggetto gestore del PIERRE, è presidente del Comitato Tecnico Scientifico dello stesso Polo di Innovazione ed è membro, per il sistema della ricerca, del Comitato di Indirizzo Tecnologico del DTE-Toscana.
– Direttore del Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Siena e Delegato del Rettore per l’energia e l’alta tecnologia;
– Direttore del Master per l’Uso Razionale ed Efficiente dell’Energia (Energy Manager), Siena;
– Membro del Comitato Tecnico Scientifico Energia presso la Regione Toscana;
– Membro del Comitato Scientifico dell’ISSI (Istituto Sviluppo Sostenibile Italia);
– Delegato italiano per il progetto europeo COST P15.

…saranno sufficientemente affidabili, cari Sindaci e Regione, o sono altri ‘allarmisti’?

Lo studio confuta la favola dell’energia geotermica pulita e sostenibile, favola che, da Kyoto fino alle nuove centrali pilota passando da Larderello e monte Amiata, governo e amministratori continuano a raccontare e che consentono a chi produce energia geotermica di ottenere sostanziosissimi incentivi che fanno sì che sia in atto una ‘corsa all’oro’ per accaparrarsi le concessioni; gli incentivi, ovviamente, sono pagati dai cittadini sulle bollette!
Rimandiamo alla lettura dell’intero articolo Basosi-Bravi da cui evidenziamo alcuni passaggi fondamentali:

“…la Comunità Europea non include le emissioni di gas serra prodotte dalle centrali geotermiche nella quota a carico dei vari paesi. Conseguentemente in Italia e nel resto d’Europa gli inventari di gas serra non considerano le emissioni di CO2 dalle centrali geotermiche…”
“…Frondini et al. argomentano che è probabile che le emissioni naturali nell’area del Monte Amiata dovute alla degassificazione del vulcano sono molto più basse di quelle dovute allo sfruttamento dei fluidi geotermici a considerevole profondità (come i campi che alimentano le centrali considerate in questo studio)…”
…Il campo geotermico del monte Amiata è del tipo ad acqua dominante con alte temperature. Attualmente sono in funzione 4 centrali geotermiche:
– una unità in località Bagnore, che copre un’area di 5 kmq., comprendente 7 pozzi di produzione e 4 di reiniezione;
– tre unità nell’area di Piancastagnaio, che copre un’area di 25 kmq., comprendente 19 pozzi di produzione e 11 di reiniezione (Frondini et al., 2009)…”
“…I risultati di questo studio sono stati comparati inizialmente con due altri sistemi di generazione di energia di analoga potenza, carbone e gas naturale…”
“…Le centrali geotermiche nell’area del Monte Amiata emettono in atmosfera una grande varietà di prodotti non condensabili (CO2, H2S, NH3, CH4)… I gas geotermici emessi dalle centrali contengono inoltre tracce di mercujrio (Hg), arsenico (As), antimonio (Sb), selenio (Se) e cromo (Cr)…”
“…Le emissioni di gas serra dalle centrali geotermoelettriche non possono essere considerate trascurabili. …
I nostri risultati per le centrali considerate in questo studio sono in buon accordo con quelli ottenuti da Brown e Ulgiati (2002) che affermano che l’emissione di CO2 delle centrali geotermiche è dello stesso ordine di grandezza di quella delle centrali alimentate da combustibili fossili.
In confronto mostra che dal punto di vista dell’ACP (Potenziale di Acidificazione, ndr), l’impatto derivante dall’energia prodotta dalle centrali geotermoelettriche del Monte Amiata è in media 2,2 volte maggiore dell’impatto di una centrale a carbone. Il valore medio dell’ACP di Bagnore 3 (il campo geotermico di Bagnore emette 21,9 kg SO2equiv/MWh) è 4,3 volte più alto di una centrale a carbone e circa 35,6 volte più alto di una centrale a gas. …”
Conclusioni
In questo studio è stato usato un metodo di valutazione ambientale per analizzare l’impatto ambientale in atmosfera della produzione di elettricità da centrali geotermiche. In alcuni casi l’impatto della produzione di elettricità da geotermia è perfino maggiore di quello della produzione di elettricità da combustibili fossili.
L’analisi mostra che la produzione di elettricità dalle centrali geotermiche dell’area del Monte Amiata non può essere considerata “Carbon free” come fin qui dichiarato in base alla letteratura menzionata nell’introduzione. Sebbene il Potenziale di Tossicitàper l’Uomo (HTP) non fornisca valori preoccupanti, le emissioni di gas serra sono in alcuni casi generalmente più alte di quelle prodotte da centrali a gas naturale ed in alcuni casi non molto lontane dai valori di centrali a carbone.
Inoltre il Potenziale di Acidificazione (ACP) dell’elettricità prodotta dalle centrali geotermiche considerate qui è 2,2 volte maggiore rispetto alle centrali a carbone. Nel caso del campo geotermico di Bagnore questa differenza aumenta di un fattore 4,4 ed è circa 28 volte più elevata dell’ACP di una centrale a gas naturale.
L’ovvia incompatubilità fra la produzione di elettricità da fonte geotermica e le emissioni da processi naturali attraverso cicli geologici di lungo periodo (che pongono i gas contenuti nei fluidi geotermici a contatto con l’atmosfera) non può essere ignorata. Perciò è necessario sviluppare appropriate tecnologie in grado di riconciliare le centrali geotermoelettriche con il carattere rinnovabile della risorsa energetica.
Mentre è certo che, al momento attuale, il ciclo binario non è la migliore soluzione dal punto di vista dei costi e dell’efficienza, l’idea di considerare la minimizzazione degli impatti (attraverso la completa reiniezione dei fluidi incondensabili all’interno del serbatoio) è necessariamente una strada promettente sulla base di considerazioni ambientali, per le centrali geotermiche del futuro.”
In ogni caso il profitto finanziario non può essere il principale criterio nel processo decisionale per lo sviluppo di centrali geotermiche nell’area dell’Amiata.

 

Post Scriptum:
Tempo di elezioni. Negli ultimi giorni leggiamo di prese di posizione da parte di vari candidati sulle centrali geotermiche: qualcuno che prima era a favore, oggi è diventato antigeotermico, altri continuano a difendere a spada tratta le centrali amiatine ed avversare le centrali del Brunello, qualcuno è favorevole purchè sia garantita la salute, come dire ‘sì alla guerra purchè non muoia nessuno’, qualcun altro continua a menare il can per l’aria pensando che se si chiede ‘con educazione’ magari l’enel ci farà centrali più salutari ed altri ancora supercazzolano come fosse antani…
A tutti vogliamo dire, di fronte ai cittadini (elettori):
I DATI CI SONO, LI ABBIAMO PUBBLICATI, VE LI ABBIAMO CONSEGNATI, SE ANCORA NON AVETE UNA OPINIONE E’ GRAVE E FORSE SARA’ MEGLIO NON AVERVI TRA I FUTURI AMMINISTRATORI;
SE LI CONOSCETE ED AVETE UN’OPINIONE SARA’ BENE CHE LA FACCIATE CONOSCERE AFFINCHE’ I CITTADINI SIANO MESSI IN CONDIZIONE DI SCEGLIERE E SAPERE COSA FARANNO LE PROSSIME AMMINISTRAZIONI IN MERITO ALLE CENTRALI GEOTERMICHE.

“436/2014”, l’altra sentenza del TAR che smaschera la Regione su Bagnore 4

ROSSI_TORNI A BORDOAnalogamente alla sentenza dello stesso TAR del gennaio us, che annullava l’autorizzazione per la centrale Enel di Bagnore 4 (leggi QUI e QUI), il 7 marzo è stata depositata la seconda sentenza che conferma i sotterfugi e le inadempienze della Regione nella ‘fretta’ di rilasciare la stessa autorizzazione.
Per qualificare tale operato della Regione basti citare un passo della sentenza (n.436/2014):

“…Il provvedimento autorizzatorio si palesa dunque viziato sotto il profilo dell’eccesso di potere per difetto di presupposti e di motivazione, mancando le condizioni normativamente prescritte per il rilascio dell’autorizzazione unica, senza che siano state esternate le ragioni per le quali si è ritenuto di prescindere dalla puntuale verifica dell’ottemperanza delle prescrizioni impartite in sede di VIA, con un evidente sconfinamento dei poteri attribuiti dalla legge all’autorità amministrativa…”.

Eppure qualcuno ha liquidato la questione dicendo che si tratta solo di problemi burocratici, come se la salute e l’ambiente fossero una questione di timbri…

Terremoto a Piancastagnaio. ‘Excusatio non petita’ del sindaco Agnorelli e della Regione Toscana

sismi_1982-2009_fonte_enelIl PD ancora contro i comitati e a difesa della geotermia (le dichiarazioni di Agnorelli e della Regione sono riportate in fondo al nostro precedente comunicato)

SOS geotermia non può che rimanere sconcertata dinnanzi alla risposta del Sindaco di Piancastagnaio che per la prima volta “si è sentito chiamato in causa”, quali fosse un addetto Enel (che invece non ha risposto) di fronte a chi chiedeva rassicurazioni in merito al possibile collegamento fra i terremoti verificatisi a Piancastagnaio lo scorso 16-17 marzo, e l’attività di sfruttamento operata dall’Enel nel nostro territorio.

Le perplessità sollevate dai Comitati traggono fondamento dalle osservazioni di esperti di fama internazionale che da sempre (e non ultimo il 5 marzo 2014 presso la sala Mercede della camera dei deputati ove si è tenuto il convegno organizzato dalla rete No Geotermia Elettrica, Speculativa, inquinante) hanno ribadito che terremoti come quelli verificatisi a Piancastagnaio, aventi profondità dell’ipocentro a solo 1300 metri, in prossimità del centro abitato e vicini a pozzi di trivellazione siano inquadrabili in eventi di sismicità indotta.

Il sindaco si lancia anche in conclusioni che, se non fossero drammatiche, sarebbero comiche:se ci sono tanti altri terremoti in Italia anche dove non ci sono trivellazioni, è normale che ci siano anche in Amiata; come dire tutto: è regolato dal Caso e dal Destino.

Vista la sua competenza, il Sindaco magari potrà anche spiegare la normalità dei numerosi sismi rilevati proprio dall’Enel e concentrati, sempre per il Caso (ci mancherebbe), a Piancastagnaio e S.Fiora/Arcidosso di cui alleghiamo una mappa tratta dagli studi di impatto ambientale delle centrali ENEL in Amiata.

Cosa grave è che il Sindaco, nella sua esplicita difesa dell’attività dell’Enel, purtroppo viene appoggiato dalla Regione la quale, a sua volta crede di riuscire a tranquillizzare la cittadinanza asserendo che “Gli esperti consultati dalla Regione” (quali??) affermano che l’ evento «rientra nello stile sismico dell’area ed è collegato con l’apparato vulcanico dell’ Amiata, caratterizzato da eventi non particolarmente intensi ma che, a causa delle limitate profondità sono avvertiti distintamente».

Sos geotermia rileva come purtroppo sia ormai accertato e accettato dalla comunità scientifica che la produzione di energia geotermica comporti un aumento del rischio sismico e sia causa di terremoti anche in zone classificate a bassa sismicità, e ricorda come l’Amiata sia da sempre citata come esempio negativo di sismicità indotta (vedasi ad es. le dichiarazioni ufficiali inerenti ad uno studio condotto dall’Osservatorio Vesuviano: la reiniezione ad alta pressione di fluidi in un sottosuolo già instabile naturalmente è una operazione che causa una sismicità indotta come è notoriamente risaputo per gli eventi avvenuti nella zona del Monte Amiata in Toscana e in Svizzera”; ed ancora le osservazioni dell’ing.Marco Mucciarelli, del Centro ricerche sismologiche dell’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale, il quale in più occasioni ha ribadito che il “terremoto dell’1 aprile 2000 al monte Amiata, di magnitudo 4.5, profondo 2 chilometri, fa supporre si tratti di un sisma legato allo sfruttamento geotermico dell’area».

Ci chiediamo perché il Sindaco Agnorelli in questi casi non si sia mai sentito chiamato in causa e non abbia mai ribattuto di rispondere a simili paragoni; perché non ha ritenuto di chiamare “allarmisti”, l’lNVG o il dott. Mucciarelli dell’INOGS, come fa invece con Sos Geotermia, accusandoci di “rovinare il territorio”? Perché non “sfrutta le sue risorse e le sue energie” per chiedere un monitoraggio continuo e costante alla Regione, monitoraggio che tra l’altro, malgrado gli impegni, non è stato predisposto?

In particolare non sappiamo quali possano essere i soggetti “esperti” sentiti e dal Sindaco Agnorelli e dalla Regione per prodigarsi in dichiarazioni così rassicuranti, visto che il Comitato Tecnico per la Geotermia in Amiata (CTGA) dopo due anni di lavoro ha terminato con un nulla di fatto e non ci risulta che i suoi esponenti, fra i quali il prof. Andrea Borgia e il prof. Giuseppe De Natale (dirigente di ricerca dei sistemi vulcanici e Geotermia del’INVG Sez. Napoli), siano stati interpellati.

Al contrario il prof. Borgia, esprimendosi sull’articolo di rassicurazione della Regione Toscana ritiene che “nessuno può affermare che il sisma registrato non sia indotto o innescato dallo sfruttamento geotermico fintanto che il gestore del campo geotermico non renda pubbliche tutte le attività che ha fatto e sta facendo nel campo geotermico stesso (perforazione pozzi nuovi e riapertura pozzi vecchi, reiniezioni di acqua, iniezioni di fluidi acidi, estrazione di vapore, pressioni, ecc.) e fintanto che sia dimostrato dall’analisi dei dati che tali attività non siano correlate.” Continua il prof.:“Io dal canto mio avendo studiato ormai da anni tali problemi in Amiata (per la Comunità Montana Senese e per il Comune di Piancastagnaio) oltre che in altre parti del mondo, ritengo piuttosto che vi sia una correlazione diretta ed ormai ben conosciuta sia dal gestore che dalle autorità Regionali oltre che locali. Ritengo che terremoti di questo tipo siano con probabilità innescati dallo sfruttamento geotermico su faglie criticamente stressate oltre che indotti direttamente dalla reiniezione dei fluidi. Ritengo che debba anche essere analizzata con estrema serietà la possibilità di una correlazione tra questo terremoto e le fuoriuscite di gas sentite tra dicembre 2013 e gennaio 2014 in un’area che sembrerebbe essere coincidente con zona dell’epicentro del sisma. Ritengo che la decantata rete sismica con stazioni a S. Casciano Bagni, Arcidosso e Latera siano un bluff, in quanto totalmente incapaci di ubicare l’ipocentro del terremoto con sufficiente approssimazione. Occorrerebbe avere almeno 5-10 stazioni a tre componenti a larga banda tutte nel raggio di 2-3 km da Piancastagnaio per poter ubicare con serietà l’ipocentro. Ritengo che le autorità preposte dovrebbero prendere in seria considerazione di richiedere al gestore di valutare l’“adeguatezza sismica” degli edifici pubblici e privati, prima che siano indotti/innescati ulteriori terremoti!”

Ancora una volta quello che viene richiesto dagli esperti e da Sos Geotermia è l’applicazione del “principio di precauzione” che si applica in tutta Europa (ma l’Amiata è ancora in Europa?): non potendo “escludersi” la correlazione fra lo sfruttamento geotermico e l’evento sismico, si deve presumere, in via cautelativa, che tale correlazione vi sia e quindi occorre porre in essere tutte quelle misure che sono necessarie ad evitarla, prima fra tutte la moratoria e l’immediata sospensione dell’attività di estrazione dei fluidi e la relativa reiniezione.

Il principio di precauzione cioè non è “nel dubbio, pro-reo” bensì “nel dubbio, pro-ambiente e salute”.

Paradossale infine il fatto che il Sindaco di Piancastagnaio Voglia sminuire l’episodio di fuoriuscita di gas verificatosi nell’abitazione di un pianese, tenuto conto del fatto che la fuoriuscita di non meglio “individuati gas” non è stata ancora esaustivamente spiegata (vedasi nota Sindaco 7.2.14 con il quale, invitando il privato a fare egli stesso ed a proprie spese, i monitoraggi e le analisi, testualmente afferma “non essendo possibile risalire alle cause dell’episodio verificato”).

Noi non abbiamo dimenticato, e non dovrebbe farlo neanche il Sindaco Agnorelli, le emissioni che nel 1992 inquinarono l’area attorno al pozzo Senna 1 e che nei primi anni 2000 danneggiarono il Podere del Marchese (fatto questo ultimo per il quale, con la nota sent. 692/09 R.S. pronunciata il 9.3.09 dalla IV Sez. Penale della Suprema Corte di Cassazione, veniva accertata in via definitiva la correlazione diretta fra le attività geotermiche svolte da Enel ed il disastro che ne derivò) e per le quali l’allora Erga (l’attuale Enel Green Power) è stata condannata in primo grado, in sede civile, a risarcire il privato che le aveva subite, come non abbiamo dimenticato le emissioni che in loc. Lavinacci, sempre a Piancastagnaio, fecero evacuare varie case e per cui Enel ha risarcito i danni, e vorremmo avere rassicurazioni e certezze che tali eventi non si ripetano.

Ma la cosa più strana è che, nel silenzio di chi dovrebbe sentirsi chiamato in causa, cioè l’Enel, risponda un amministratore del PD che invece dovrebbe avere tutto l’interesse a chiedere conto proprio all’Enel di che cosa stia realmente avvenendo nel campo geotermico; questo stesso amministratore tra l’altro, così come la sua coalizione, deve ancora rispondere “scientificamente” alle interpellanze ed alle diffide dei Comitati sul perché, ad esempio, oltre ai terremoti, ad un calo dell’acquifero superficiale e al suo inquinamento, si registrino dati sanitari così allarmanti soprattutto nel comune di Piancastagnaio, non essendo affatto sufficiente attribuire gli aumenti di patologie correlabili a fattori ambientali, alle cattive abitudini dei cittadini amiatini ed in particolare di quelli Pianesi, presunzione tra l’altro smentita dagli stessi studi “ufficiali”.

Dispiace anche che l’Agnorelli si sia sempre sottratto al confronto con i Comitati (singolare e qualificante la sua assenza, e quella della sua giunta, ai vari convegni via via organizzati dai Comitati alla presenza di esperti imparziali) e mentre non ci meraviglia la tempestività e lo zelo della risposta della Regione, che comunque deve difendere il proprio operato avendo concesso una VIA ed autorizzazioni su dati per noi non rassicuranti o comunque non scientificamente “certi”, non pensavamo che il Sindaco Agnorelli si spingesse così in là e la sua ‘excusatio non petita’ non lascia alcun dubbio sul fatto che egli non sia imparziale sul tema degli effetti dello sfruttamento geotermico sul territorio.

Ricordiamo all’Agnorelli, qualora la cosa gli fosse sfuggita, che le perplessità dei Comitati che tanto critica sono stati oggetto dell’interpellanza n. 146 presentata il 27.12.13 alla Camera dai deputati dall’On. Zaccagnini ed altri e nella quale (per la parte relativa ai terremoti) si chiede ai Ministeri competenti se “tale situazione non comporti rischi elevati per l’incolumità pubblica in caso di eventi sismici che, stante i fatti, si potrebbe verificare con conseguenze disastrose; quindi se non ravvedano un reale rischio per l’incolumità degli abitanti del territorio, considerato che l’Amiata è reputata anche zona sismica, e se non ritengono, per quanto di competenza, di fare proprie le considerazioni del professore Mucciarelli docente di sismologia applicata; se non ritengano doveroso, per quanto di competenza, colmare le lacune normative, finora troppo generalizzate, in tema di geotermia, facendo proprie le istanze dei movimenti e dei coordinamenti locali che denunciano un grave rischio per la salute e per l’ambiente.

Vogliamo comunque comunicare al Sindaco Agnorelli e alla ‘lontana’ Regione Toscana che malgrado le loro difese d’ufficio della geotermia targata Enel, le obiezioni e le più o meno velate minacce, noi continueremo la nostra opera di informazione e mobilitazione contro lo sfruttamento, oggi pressoché incondizionato, della nostra montagna; per quanto lo riguarda il Sindaco dovrebbe avere il pudore di lasciare che l’Enel si difenda da sé e cercare invece di onorare il ruolo istituzionale che ancora ricopre e che lo vede responsabile in prima persona della salute pubblica e del territorio che ha governato da 10 anni.

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Contropiano del 26 marzo 2014
Terremoto a Piancastagnaio. Il PD ancora contro i comitati e a difesa della geotermia
…segue ns. comunicato

GoNews del 25 marzo 2014
Terremoti e attività dell’Enel, l’affondo di SOS Geotermia Amiata: “La produzione di energia comporta l’aumento del rischio sismico”
…segue ns. comunicato

Il Cittadino online del 25 marzo 2014
“SISMA A PIANCASTAGNAIO: ‘EXCUSATIO NON PETITA’ DEL SINDACO”
Sos Geotermia: “Il PD ancora contro i comitati e a difesa della geotermia”
…segue ns. comunicato

Aletheia online del 25 marzo 2014
La Terra trema sull’Amiata. Geotermia sotto accusa, ma il sindaco difende la centrale Enel
…segue ns. comunicato

Ancora terremoti sul Monte Amiata, sottovalutati i nostri allarmi

 

ombrello rosso monticelliLa terra ha tremato ancora sul monte Amiata, ma fortunatamente senza gravi conseguenze, né danni  per persone e cose. Una scossa di terremoto di magnitudo 2.5 è stata registrata domenica 16 marzo dall’INGV alle ore 20,37 nell’area di Piancastagnaio con ipocentro ad una profondità di 1,3 km. La scossa è stata avvertita dalla popolazione, che si è molto spaventata ed è scesa in strada. Alla scossa principale sono seguite altre due, più lievi, rilevate dal sistema ISIDe.
La profondità di 1,3 chilometri in cui è stato localizzato l’epicentro rimanda immediatamente a quella materia sulla  sismicità indotta e/o innescata nel campo geotermico (di Piancastagnaio), di cui gli esperti parlano da tempo, ma che  localmente costituisce ancora oggi un ‘tabù’, coperto da silenzio, soprattutto da parte delle autorità, ma che avevamo portato all’attenzione dei cittadini nel Convegno del 17 settembre scorso ad Arcidosso .
Ci chiediamo e chiediamo alle autorità preposte ai controlli: cosa sta succedendo nell’area geotermica di Piancastagnaio? quali attività l’Enel sta conducendo? cosa stanno facendo i Sindaci, l’Arpat, la Regione a seguito degli eventi sismici?
Sappiamo che la sismicità può essere innescata da varie cause. Il mondo scientifico, da almeno mezzo secolo, afferma che la estrazione e la reiniezione di fluidi nel sottosuolo generano terremoti anche di entità rilevante. “Non fa eccezione la geotermia”, ha più volte sostenuto il vulcanologo Andrea Borgia, nel ricordare che “Enel stessa nel SIA di Bagnore 4 e del Piano di riassetto di Piancastagnaio riporta come la maggior parte i terremoti originino nei campi geotermici o nelle aree immediatamente limitrofe a questi”.
E non si stanca di ripetere quanto sia di primaria necessità la realizzazione di una rete sismica, “per un monitoraggio della durata di almeno un anno, con almeno 10 stazioni a tre componenti  e a banda larga” prima di dare qualunque concessione geotermica, come ha recentemente illustrato a Roma, durante il convegno di Montecitorio, in occasione della giornata di mobilitazione nazionale contro la geotermia elettrica che abbiamo organizzato, il 5 marzo us, come ‘Rete Nazionale NO Geotermia Elettrica’.
In base ai dati a disposizione, è naturale chiedersi se la crisi sismica appena accaduta sia innescata dallo sfruttamento del campo geotermico di Piancastagnaio su faglie criticamente stressate e l’epicentro sembra non essere distante dalla zona dove tra dicembre e gennaio scorsi erano state percepite fuoriuscite di gas nelle case. Ed è naturale chiedersi se i due fenomeni possano essere connessi, così come sarebbe naturale che le autorità preposte forniscano al riguardo e quanto prima  tutte le risposte e rassicurazioni del caso.
Di “geotermia e sismicità indotta” si è molto occupato anche il Prof. dell’OGS di Trieste Marco Mucciarelli, il quale ha recentemente  enunciato che “la probabilità di indurre terremoti aumenta con il differenziale di pressione e temperatura” e “poiché la pressione dipende anche dalla permeabilità, la probabilità di indurre terremoti aumenta con la compattezza delle rocce”.
In pochi territori, tra cui quello amiatino, viene negata o sottaciuta l’importanza di eseguire specifici monitoraggi per rilevare la sismicità indotta, che può raggiungere localmente i valori di quella “naturale” (5 – 5,5 Richter nell’area dell’Amiata) ma con effetti molto pesanti nelle zone epicentrali a causa della limitata profondità a cui solitamente si manifestano tali fenomeni. La regione Emilia Romagna, per esempio, ha richiesto che una ricerca del genere venisse effettuata ‘prima’ del rilascio della autorizzazione per l’impianto geotermico di Casaglia, mentre in Amiata, all’interno concessione geotermica di Bagnore, non è prevista nessuna stazione sismica!
Oltre alla realizzazione di una rete con dati pubblici, altre misure raccomandate dagli esperti sismologi sono: i confronti compiuti con la accelerazione attesa per la sismicità naturale; le indagini specifiche sulla sicurezza sismica di tutti gli edifici; le polizze assicurative da stipulare in favore di chi dovesse subire danni.
Alla luce delle evidenze scientifiche e le misure oggettivamente insufficienti alla prevenzione e controllo dell’attività sismica indotta dagli impianti geotermici amiatini, non possiamo che ribadire la richiesta di una moratoria immediata di ogni attività per una verifica della compatibilità di questi impianti anche con la struttura del monte Amiata.

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Il Cittadino online del 22 marzo 2014
GEOTERMIA E SISMICITÀ: IL PARERE DEL VULCANOLOGO
Andrea Borgia conferma l’ipotesi di una relazione tra i fenomeni
di Fabrizio Pinzuti
PIANCASTAGNAIO. Tra i tanti pareri raccolti a proposito della possibilità di un collegamento tra le scosse telluriche registrate domenica scorsa nell’Amiata e l’attività geotermica dell’Enel, ospitiamo l’intervento del professor Andrea Borgia, che non ha solo l’autorevolezza dello studioso di vulcanologia e geotermia a livello internazionale ma che può vantare anche l’esperienza diretta in Amiata, avendo studiato il fenomeno dietro incarico della Comunità Montana Amiata Zona Senese e del Comune di Piancastagnaio.
“La posizione che si dice essere della Regione, e cioè che non vi è correlazione tra terremoto ed attività di sfruttamento del campo geotermico, è quantomeno assurda oltre che espressa da incompetenti, e quindi non posso ritenere che sia né vera né possibile. Nessuno può affermare che il sisma registrato domenica sera e le molte scosse successive non siano indotte o innescate dallo sfruttamento geotermico, fintanto che il gestore del campo geotermico non renda pubbliche tutte le attività che ha condotto negli ultimi sei mesi e che sta conducendo nel campo geotermico stesso (perforazione pozzi nuovi e riapertura pozzi vecchi, reiniezioni di acqua, iniezioni di fluidi acidi per la dissoluzione di sali precipitati, estrazione di vapore, registrazione delle pressioni a livello del campo geotermico ed a boccapozzo, ecc.) e fintanto che sia dimostrato dall’analisi dei dati che tali attività non siano correlabili ai terremoti avvenuti. Io dal canto mio avendo studiato ormai da anni tali problemi in Amiata (per la Comunità Montana Senese e per il Comune di Piancastagnaio) oltre che in altre parti del mondo, ritengo piuttosto che vi sia una correlazione diretta ed ormai ben conosciuta sia dal gestore che dalle autorità Regionali oltre che locali. Ritengo che terremoti di questo tipo siano con probabilità innescati dallo sfruttamento geotermico su faglie criticamente stressate oltre che indotti direttamente dalla reiniezione dei fluidi. Ritengo che debba anche essere analizzata con estrema serietà la possibilità di una correlazione tra questo terremoto e le fuoriuscite di gas sentite da vari cittadini tra dicembre 2013 e gennaio 2014 in un’area che sembrerebbe essere coincidente con zona dell’epicentro del sisma. Ritengo che la decantata rete sismica con stazioni a S. Casciano Bagni, Arcidosso e Latera siano un bluff, in quanto totalmente incapaci di ubicare gli ipocentri dei terremoto indotti dallo sfruttamento geotermico con adeguata approssimazione. Occorrerebbe, infatti, avere almeno 5-10 stazioni a tre componenti a larga banda tutte nel raggio di circa 2 km da Piancastagnaio per poter ubicare con serietà tali ipocentri. Ritengo che le autorità preposte dovrebbero pretendere dal gestore la valutazione dell’“adeguatezza sismica” degli edifici pubblici e privati, prima che siano indotti/innescati ulteriori terremoti”.
Ricordiamo per inciso che il professor Borgia non è l’unico a sostenere l’ipotesi di una relazione tra attività geotermica e sismi. Tale possibilità ha trovato altri riscontri scientifici; citiamo tra i tanti la conclusioni dei professor Mucciarelli, dell’Università della Basilicata, che indicò l’origine indotta del terremoto del 1 aprile 2000 di Piancastagnaio e che è stato relatore insieme a Borgia in un convegno sul tema “geotermia-sismicità” svoltosi nel settembre scorso ad Arcidosso, già oggetto della nostra attenzione.

Il Tirreno del 21 marzo 2014
Geotermia e sisma La Regione replica «Non c’è relazione»
SANTA FIORA «Sono oltre dieci anni che l’area amiatina è tenuta sotto controllo per ciò che riguarda l’attività sismica. Da questo punto di vista è sempre possibile fare di più e meglio, tanto che entro quest’anno abbiamo in programma di far partire un nuovo specifico progetto di studio. I cittadini devono quindi stare tranquilli circa il fatto che sia la Regione che gli altri enti interessati, a partire dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, stanno monitorando tutti i fenomeni che si registrano nelle aree interessate dall’attività geotermica, sia in quelle cosiddette tradizionali che quelle amiatine, tenendo conto che siamo su un vulcano, naturalmente soggetto a questo tipo di attività». La Regione Toscana risponde in questo modo alle preoccupazioni sollevate dai comitati ambientalisti in seguito alla scossa di 2,5 gradi di magnitudo registrata domenica scorsa con ipocentro a Piancastagnaio. Gli esperti consultati dalla Regione affermano che l’evento «rientra nello stile sismico dell’area ed è collegato con l’apparato vulcanico dell’Amiata, caratterizzato da eventi non particolarmente intensi ma che, a causa delle limitate profondità sono avvertiti distintamente». La Regione ricorda inoltre che fin dal 2003 sono attive sull’Amiata 5 stazioni di rilevazione dei fenomeni, 3 gestite dall’Ingvi (a San Casciano dei Bagni, Arcidosso e Latera) e 2 gestite dalla protezione civile nazionale (Piancastagnaio e San Casciano dei Bagni). Entro l’anno la Regione conta di aggiungere a queste postazioni fisse una rete di stazioni mobili. Per questo obiettivo sono stati stanziati 120mila euro in tre anni. Serviranno a garantire il loro funzionamento. L’intento è quello di continuare a tenere sotto controllo l’evoluzione sismica del territorio. «Giova infine ricordare – conclude la Regione – che nell’area di Santa Fiora è presente da molti anni una stazione di monitoraggio geochimico delle acque profonde che fa parte delle rete geochimica toscana ed è finalizzata a rilevare eventuali anomalie di alcuni parametri delle acque per metterli in correlazione con significativi eventi sismici. Da oltre un decennio sempre nella stessa area sono attive le azioni di prevenzione sismica promosse e cofinanziate dalla Regione per circa 3,2 milioni di euro».

La Nazione del 21 marzo 2014
AMIATA La Regione investe 120 mila euro in stazioni mobili per monitorare l’attività sismica
«SONO OLTRE dieci anni che l’area amiatina è tenuta sotto controllo per ciò che riguarda l’attività sismica. Da questo punto di vista è sempre possibile fare di più e meglio, tanto che entro quest’anno abbiamo in programma di far partire un nuovo specifico progetto di studio. I cittadini devono quindi stare tranquilli circa il fatto che sia la Regione che gli altri enti interessati, a partire dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, stanno monitorando tutti i fenomeni che si registrano nelle aree interessate dall’attività geotermica, sia in quelle cosiddette “tradizionali” che quelle amiatine, tenendo conto che siamo su un vulcano, naturalmente soggetto a questo tipo di attività». La Regione Toscana risponde in questo modo alle preoccupazioni sollevate dai comitati ambientalisti in seguito alla scossa di 2,5 gradi di magnitudo registrata domenica sera con ipocentro a Piancastagnaio. La Regione ricorda inoltre che fin dal 2003 sono attive sull’Amiata 5 stazioni di rilevazione dei fenomeni. Entro l’anno la Regione conta di aggiungere a queste postazioni fisse una rete di stazioni mobili. Per questo obiettivo sono stati stanziati 120.000 euro in tre anni.

Il Cittadino online del 20 marzo 2014
Agnorelli: “A proposito di geotermia e terremoti…”
Le riflessioni del sindaco di Piancastagnaio sul tema
PIANCASTAGNAIO. In riferimento agli articoli di questi giorni relativi alla scossa di terremoto di domenica scorsa ed alla relativa nota stampa di “S.O.S. Geotermia”, vorrei offrire alcune riflessioni.
I terremoti e l’Amiata: anche chi è competente ed esperto non riesce, purtroppo, a spiegare compiutamente gli eventi sismici ma comunque, tralasciando la storia e limitandosi alla cronaca, andando sul sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e leggendo la cronologia degli eventi sismici di domenica scorsa, si potrà vedere che i terremoti sono distibuiti in tutta la penisola e
non solo nei territori geotermici. Le tredici scosse di magnitudo superiore a 2.0 registrate in Italia il 16 Marzo vanno dal Golfo di Augusta all’Appennino Forlivese, dalle Alpi Cozie alla costa calabra passando, appunto, dall’Amiata.
Collegamento tra terremoti ed altri fenomeni: nella nota del Comitato si parla di “fuoriuscite di gas nelle case” a Piancastagnaio nel periodo dicembre gennaio. Non è assolutamente vero! C’è stata la segnalazione di un solo cittadino e, in seguito alle relative verifiche fatte dai Vigili del Fuoco il 22 ed il 24 Gennaio per “presunta fuga di gas”, ai controlli strumentali ed a successivi campionamenti dell’aria, non è stato evidenziato nessun pericolo ma un probabile episodio legato a problematiche createsi in condotte fognarie.
Vorrei quindi far presente che, al di là dell’ennesimo tentativo di strumentalizzare avvenimenti di varia natura, dopo dieci anni di polemiche sull’attività geotermica, che noi abbiamo cercato di regolare e migliorare, quello che è per me insopportabile è lo stato di falso allarme che si vuol incutere ai nostri cittadini, le continue minacce e la paura che si vuol trasmettere, le motivazioni più assurde mascherate da risposte scientifiche ma che di scientifico non hanno niente. In questo modo, oltre che a falsare un giusto dibattito si contribuisce a penalizzare ancora di più i nostri territori.
Il sindaco Fabrizio Agnorelli

Il Tirreno del 19 marzo 2014
«Geotermia e terremoti: dateci risposte»
Dopo la scossa sull’Amiata gli ambientalisti tornano a chiedere un monitoraggio: «Lo sfruttamento può favorire sismicità» SANTA FIORA Torna a tremare la terra sul monte Amiata e trema anche l’associazione ambientalista Sos geotermia, contraria allo sfruttamento della geotermia in Amiata. L’associazione, che raccoglie diversi comitati locali, da tempo sostiene che ci sia un nesso tra l’attività di estrazione del vapore geotermico e il verificarsi di terremoti. La scossa, di magnitudo 2.5, è stata registrata domenica dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia alle 20.37 nell’area di Piancastagnaio con ipocentro a una profondità di 1,3 chilometri. «La scossa – spiega Sos geotermia – è stata avvertita dalla popolazione, che si è molto spaventata ed è scesa in strada. Alla scossa principale sono seguite altre due, più lievi, rilevate dal sistema Iside. La profondità di 1,3 chilometri in cui è stato localizzato l’epicentro rimanda immediatamente a quella materia sulla sismicità indotta e/o innescata nel campo geotermico di Piancastagnaio, di cui gli esperti parlano da tempo, ma che localmente costituisce ancora oggi un tabù, coperto da silenzio, soprattutto da parte delle autorità, ma che avevamo portato all’attenzione dei cittadini nel convegno del 17 settembre scorso ad Arcidosso». Sos geotermia torna dunque a chiedere alle autorità preposte ai controlli: «Cosa sta succedendo nell’area geotermica di Piancastagnaio? Quali attività l’Enel sta conducendo? Cosa stanno facendo i sindaci, l’Arpat, la Regione a seguito degli eventi sismici?» La sismicità può essere innescata da varie cause. «Il mondo scientifico da almeno mezzo secolo afferma che la estrazione e la reiniezione di fluidi nel sottosuolo generano terremoti – spiega Sos geotermia – anche di entità rilevante. “Non fa eccezione la geotermia”, ha più volte sostenuto il vulcanologo Andrea Borgia, nel ricordare che “Enel stessa nel Sia di Bagnore 4 e del Piano di riassetto di Piancastagnaio riporta come la maggior parte i terremoti originino nei campi geotermici o nelle aree immediatamente limitrofe». Borgia reputa anche di primaria necessità realizzare una rete sismica per un monitoraggio di almeno un anno prima di dare concessioni geotermiche. «In base ai dati a disposizione – dice Sos geotermia – è naturale chiedersi se la crisi sismica appena accaduta è probabilmente innescata dallo sfruttamento del campo geotermico di Piancastagnaio su faglie criticamente stressate; l’epicentro sembra non essere distante dalla zona dove tra dicembre e gennaio scorsi erano state percepite fuoriuscite di gas nelle case. Ed è naturale chiedersi se i due fenomeni possano essere connessi, così come sarebbe naturale che le autorità preposte forniscano quanto prima risposte e rassicurazioni». Risposte che Sos geotermia lamenta di non ricevere. «In pochi territori, tra cui quello amiatino, viene negata o sottaciuta l’importanza di eseguire specifici monitoraggi per rilevare la sismicità indotta. La regione Emilia Romagna, per esempio, ha richiesto che una ricerca del genere venisse effettuata prima del rilascio della autorizzazione per l’impianto geotermico di Casaglia, mentre in Amiata, all’interno concessione geotermica di Bagnore, non è prevista nessuna stazione sismica». Oltre alla rete con dati pubblici, Sos geotermia fa presente che gli esperti suggeriscono indagini specifiche sulla sicurezza sismica degli edifici e polizze assicurative da stipulare in favore di chi dovesse subire danni. E torna a chiedere una moratoria di ogni attività geotermica. (f.f.)

Il Cittadino online del 18 marzo 2014
Terremoti in Amiata: Sos Geotermia si preoccupa
“Sottovalutati i nostri allarmi” dice il comitato
…segue ns. comunicato

PrimaPagina online del 18 marzo 2014
SOS GEOTERMIA: ” ANCORA TERREMOTI SUL MONTE AMIATA, SOTTOVALUTATI I NOSTRI ALLARMI”
…segue ns.comunicato

Contropiano del 18 marzo 2014
“Ancora terremoti sul Monte Amiata, sottovalutati i nostri allarmi”
…segue ns.comunicato

GoNews del 18 marzo 2014
Sos geotermia: “Ancora terremoti sul Monte Amiata, sottovalutati i nostri allarmi”
…segue ns.comunicato

MaremmaNews del 18 marzo 2014
Ancora terremoti sul Monte Amiata, sottovalutati i nostri allarmi
Intervento degli esponenti S.O.S Geotermia Amiata
…segue ns.comunicato

OkSiena del 18 marzo 2014
SOS GEOTERMIA: “LA TERRA HA TREMATO ANCORA SULL’AMIATA, ALLARME INASCOLTATO”
…segue ns.comunicato

AntennaRadioEsse del 18 marzo 2014
SOS Geotermia Amiata: “Terremoti, sottovalutati nostri allarmi”
…segue ns.comunicato

Roma, 5 marzo 2014. La mobilitazione contro la geotermia elettrica -video, foto-

20140305_rm convegno geotermia camera_34Si è tenuta a Roma il 5 Marzo la giornata di mobilitazione indetta dalle Rete Nazionale contro la Geotermia Elettrica Speculativa ed Inquinante, con un convegno, una manifestazione di fronte al Parlamento ed una conferenza stampa presso la Camera dei Deputati.
Scopo della giornata era quello di aprire un dialogo con il governo su tema della geotermia. In quanto il modo di procedere delle iniziative governative in questo settore presenta delle obiettive criticità che stanno creando forti critiche, disagio e risentimento nelle popolazioni interessate. Ed un rinnovato interesse critico da parte del mondo scientifico.
Il convegno, presso la Camera dei Deputati, ha visto la partecipazione di un folto pubblico, tra cui esponenti dei comitati laziali, umbri, toscani e sardi. Parlamentari, sindaci, amministratori, esperti, esponenti dei Ministeri e degli enti interessati, rappresentanti dei media.
Dalle numerose relazioni presentate al convegno da parlamentari, amministratori, comitati ed illustri esponenti del mondo scientifico, sono emersi alcuni punti importanti e precise richieste al Governo.
Il piano governativo di espansione e sviluppo della geotermia, varato nel 2010 dal governo Berlusconi, presenta una serie di problematiche gravi che non sono state sufficientemente considerate dalle istituzioni governative. Ma che nel contempo, visto il moltiplicarsi di richieste di nuovi impianti e di permessi di ricerca, stanno suscitando serissime preoccupazioni nelle popolazioni e da parte di qualificati ambienti scientifici.
Il principale problema da affrontare è quello dell’esistenza di un dogma culturale, dovuto a scarsa conoscenza del problema sia nell’opinione pubblica che negli ambienti della pubblica amministrazione: il Dogma della Infallibilità della Geotermia. Secondo il quale la geotermia è sempre di per sé Pulita, Rinnovabile, Sostenibile.
Un dogma alimentato dal circuito degli imprenditori geotermici attratti dagli enormi incentivi statali, e fideisticamente accettato da molti ambienti governativi senza discussioni o veri approfondimenti.
La realtà della ricerca scientifica mondiale e delle esperienze sul campo mostra invece con tutta evidenza che questo dogma è inaccettabile, e che non può guidare l’azione del Governo, in quanto la geotermia non è affatto sempre pulita, rinnovabile e sostenibile. Ma lo è solo a determinate condizioni, che dipendono dalla tecnologia impiegata e dalle specificità del territorio nel quale la si vuole usare. Ogni caso va esaminato a parte, con appropriata attenzione e grandissime cautele.
Alcune vecchie tecnologie, come quella FLASH, ad alta entalpia, con emissioni a cielo aperto, usata sul Monte Amiata, ha dato abbondanti prove di essere del tutto nefasta per i cittadini di quelle zone e per l’ambiente. Inducendo sensibili aumenti nei livelli di malattia e di mortalità, e trasformando un paradiso naturale in un incubo con livelli di inquinamento pari ai peggiori d’Italia.
Mentre le nuove tecnologie a ciclo chiuso, binarie a media entalpia, pur evitando l’emissione di veleni nell’aria, presentano numerose criticità:
·    bassissimo rendimento, a fronte di enormi incentivi governativi,
·    presentano seri rischi nelle zone ad alta sismicità,
·    possono creare fenomeni di subsidenza,
·    mettono a rischio i bacini idropotabili,
·    presentano forti impatti sul territorio, sulle economie locali, sul paesaggio di zone di pregio e spesso a vocazione turistica e agricola
·    impiegano pochissimo personale, ed in determinate zone la loro presenza mette a rischio attività produttive locali che impiegano molti più addetti.
Studi scientifici importanti cominciano ad evidenziare questi problemi, dei quali occorre tenere conto. Anche perché le popolazioni locali sono sempre più informate di queste criticità. E sempre più preoccupate.
La valutazione di questa serie di problemi non può essere lasciata ai centri di ricerca ed ai tecnici che lavorano per le società che fanno impianti geotermici. Troppo forti sono le attese e gli appetiti generati da incentivi governativi altissimi.
Occorre che lo Stato riprenda in modo sostanziale e non solo formalistico la propria funzione di salvaguardia di tutti gli interessi in gioco, primo fra i quali quello delle popolazioni coinvolte.
Non si può portare avanti un piano di espansione della geotermia che appare procedere in modo frettoloso, improvvisato e per giunta a dispetto delle popolazioni locali.  Dove la geotermia è praticabile e sostenibile, occorre fornire ai cittadini proposte valide, mostrare con sincerità ed onestà i problemi e convincerle dei vantaggi di queste tecnologie. Per averne il consenso. Non ci si può basare solo sul consenso di strutture politiche spesso troppo sensibili al lavoro lobbistico delle imprese.
Molte le pressioni per procedere di corsa con questo piano, ma è di tutta evidenza che non c’è alcuna fretta, per i seguenti motivi:
·    il Paese ha già ampiamente raggiunto gli obiettivi previsti di produzione di energie rinnovabili;
·    le capacità di produzione elettrica italiane sono elevatissime, con grandi impianti costretti a rimanere spenti per mancanza di domanda;
·    gli impianti FLASH con emissioni in aria ogni giorno avvelenano l’ambiente e i cittadini, mentre quelli proposti a ciclo binario presentano criticità pesanti ed hanno rendimenti bassi, a fronte di elevatissimi incentivi pagati in bolletta dai cittadini e dalle imprese.
Questi incentivi e questa fretta appaiono nella situazione attuale del tutto inappropriati e forzosi. A meno che la fretta e gli incentivi non servano esclusivamente a favorire circuiti industriali dotati di forti connessioni politiche, come dimostrano i continui e pesanti interventi di modifica legislativa favorevoli agli imprenditori geotermici. Interventi spesso in palese contrasto con i regolamenti parlamentari, con la Costituzione e con le normative europee.
Questo noi cittadini e le istituzioni del nostro Paese non lo possono accettare.
Per tutti questi motivi dal convegno e dalla giornata di mobilitazione emerge una richiesta al governo:
una Moratoria con sospensione del Piano Geotermico e dei relativi incentivi che consenta di:
·    ripensare l’economicità del piano di sviluppo geotermico;
·    valutare in modo più approfondito e sistematico le criticità e gli impatti delle varie tecnologie; ed adeguare la normativa in modo conseguente;
·    mappare il territorio nazionale decidendo le zone di esclusione, dove gli impianti geotermici presentano rischi eccessivi o comunque si presentano come fortemente impattanti e non sostenibili.
La richiesta viene rivolta ad un Governo che ha tutto l’interesse ad evitare spese inutili, affrettate, dannose e che pesano direttamente sui bilanci di cittadini e imprese già duramente provati dalla crisi.

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TERZA PARTEQUARTA PARTE

RETE NAZIONALE NO GEOTERMIA ELETTRICA

“Nessuno dica poi che non sapeva”, diffidiamo i sindaci

3 scimmie-BagnoreDopo l’annullamento dell’autorizzazione (AIA) per la centrale di Bagnore 4 da parte del TAR abbiamo auspicato un ripensamento da parte di Regione e Amministrazioni locali, Sindaci in primis, rispetto alla decisione di ‘sacrificare’ l’intero monte Amiata al saccheggio geotermico dell’Enel.
In questo senso, all’indomani della sentenza del TAR, si sono espressi sia la Regione con l’assessore Bramerini, sia alcun i amministratori locali che continuano imperterriti a difendere la scelta di abbandonare territorio e popolazione allo sfruttamento geotermico senza tener conto delle criticità da noi -e non solo- avanzate sui possibili danni, ribadendo, anzi, che a breve verranno superate le inottemperanze che hanno portato all’annullamento dell’autorizzazione per Bagnore 4.
Da parte nostra, assicurando che porteremo la vicenda in Consiglio di Stato, intendiamo oggi ribadire, in via ufficiale, quali sono gli argomenti che dovrebbero far adottare il ‘principio di precauzione’ ai Sindaci, rilanciando una moratoria generale per tutte le attività in corso e in progetto.
Con l’atto di diffida che abbiamo iniziato a consegnare a tutti i Sindaci dei comuni amiatini, da domani nessuno di loro potrà dire che non sapeva, ammesso che fino ad oggi lo avessero pur ignorato…
Domani, 4 febbraio, intanto il tema sarà in discussione, su richiesta della minoranza, al Consiglio comunale di Arcidosso.
Sos geotermia sarà in piazza e presenzierà all’assise per informare cittadini e amministratori sui temi della geotermia con la richiesta di moratoria generale subito!
QUI SCARICA L’ATTO DI DIFFIDA

Il Tirreno del 5 febbraio 2014
Un’assemblea pubblica sulla geotermia. I comitati ieri ad Arcidosso per consegnare al sindaco la diffida per la centrale Bagnore 4
di Fiora Bonelli
ARCIDOSSO Un pamphlet antigeotermico distribuito alla gente di Arcidosso, una diffida alle autorità che sarà consegnata oggi, un ricorso in consiglio di Stato, una manifestazione contro la riapertura del cantiere di Bagnore 4. I comitati antigeotermici non sono rimasti con le mani in mano dopo la sentenza del Tar che ha stoppato i lavori della futura centrale amiatina e hanno messo in campo tutte le azioni possibili. Molta carne al fuoco proprio in concomitanza con il consiglio comunale di Arcidosso di ieri. Un pomeriggio iniziato con pochissimi rappresentanti dei comitati in piazza a fare volantinaggio fra la gente, come al solito abbastanza indifferente. Ma poi, invece, il gruppo si è animato nel momento in cui ha fatto ingresso nella sala del consiglio comunale sotto l’occhio vigile e discreto della forza pubblica, municipale, carabinieri e Digos. È stato lo stesso sindaco Emilio Landi a chiedere ai comitati di togliere gli striscioni che avevano preparato e che alcuni di essi pretendevano di esibire dalla parte del pubblico durante il consiglio e gli striscioni sono stati abbassati. Poi tutto è filato liscio. Paziente attesa dei comitati durata per due ore, fino al punto illustrato dal consigliere di minoranza Michele Nannetti che ha chiestp una pubblica assemblea con rappresentanza delle istituzioni locali e regionali per chiarire ai cittadini tutti, ancora una volta, le problematiche dello sfruttamento geotermico. Nannetti ha sottolineato il contrasto fra il no istituzionale alla geotermia in Val d’Orcia e il sì a Bagnore, in una zona di parchi e di riserve, fra l’altro, diceva Nannetti, che alla fine arrivava a chiedere le dimissioni di Fabio Leoni, assessore arcidossino all’ambiente. Il quale, però, ha chiarito che il suo silenzio sull’argomento era dipeso dal fatto che la questione era trattata dal sindaco a cui lui aveva sempre dato la sua piena fiducia. In conclusione di discussione, votazione con unanimità piena per una pubblica assemblea sulla geotermia. «La presenza del Comune all’incontro informativo è assicurata – ha sottolineato Landi – ma certo non possiamo farlo a nome della Regione». Soddisfazione dei comitati che hanno anche rinunciato a consegnare in sede di consiglio, la diffida al sindaco che sarà, invece, presentata mercoledì mattina: «Non abbiamo voluto interrompere i lavori consiliari» spiega Carlo Goretti, una dei pasionari della lotta contro lo sfruttamento del vapore. Dal canto suo, Roberto Barocci, di Sos Geotermia, con la votazione unanime per un incontro coi cittadini, ha visto esaudito l’auspicio di «approfondire a livello locale tutti gli aspetti di una questione che la regione Toscana ha comunicato in modo inappropriato. Infatti dico che la sintesi finale effettuata dalla Regione sulla problematica geotermica è molto parziale. I sindaci devono conoscere i contenuti dei documenti originali e a quel punto non potranno far finta di nulla. Non è normale quell’eccesso di mortalità in Amiata. Un 13% di troppo in quanto a morti nelle zone geotermiche di cui vogliamo sapere le motivazioni. È per questa ragione che nella diffida ai sindaci e alle altre autorità chiediamo impegno di salvaguardia per la salute e l’ambiente». Un ultimo “guizzo”, insomma, da parte dei comitati, in vista del 7 febbraio, giorno in cui la Regione ha convocato la Conferenza dei servizi per espletare le pratiche con cui i lavori di Bagnore 4 potranno ricominciare. Infatti la sentenza del Tar, che i comitati avevano invocato, ha bloccato i lavori della nuova centrale ma per motivi solo formali, mentre, nella sostanza, ha giudicato corretto tutto quanto messo in campo dalla Regione. «Non capisco – afferma Landi – il perché di questa diffida. Della nostra volontà di garantire i cittadini e l’ambiente ci dà atto pure la obiettiva sentenza del Tar. Comprendo meglio il ricorso al Consiglio di Stato, ultima tappa di un iter che Sos Geotermia ha scelto fino all’organo supremo». Intanto è stato deciso, per l’assemblea e il dibattito sulla geotermia, di stringere i tempi: «Venti, venticinque giorni al massimo, in ogni caso prima delle elezioni», ha invocato Lazzeretti della minoranza.

La Nazione del 4 febbraio 2014
Geotermia, diffida ai sindaci: «Fermate i lavori»
Pronto il ricorso al Consiglio di Stato contro la Via. Oggi gli ambientalisti in Comune
di Matteo Alfieri
NON si ferma la battaglia tra gli ambientalisti di Sos Geotermia e la centrale geotermoelettrica di Bagnore 4 dopo che l’autorizzazione alla costruzione della centrale del Comune di Santa Fiora è stata annullata dal Tar dopo i ricorsi di Wwf, Forum Ambientalista, Italia Nostra, alcuni cittadini e soggetti privati, tra i quali il monastero buddista Dzogchen. Ma non solo: gli ambientalisti oggi si presenteranno ad Arcidosso, dove è in programma il Consiglio comunale che illustrerà proprio il nuovo piano geotermico, dove verrà consegnata una diffida ai sindaci, annunciando tra l’altro anche il ricorso al Consiglio di Stato per chiedere l’annullamento della Valutazione di impatto ambientale (Via) che era stata rilasciata «con decine di prescrizioni». «La Regione Toscana si è attivata per rilasciare ad Enel una nuova autorizzazione alla costruzione di Bagnore 4 in sostituzione di quella recentemente annullata dal Tar, esattamente come per l’inceneritore di Scarlino dicono gli ambientalisti . La geotermia è una fonte energetica il cui impatto varia notevolmente tra un’area ed un’altra. Sull’Amiata la geotermia, per la natura dei fluidi geotermici, è molto più inquinante e pericolosa che nell’area tradizionale di Larderello proseguono . Sono migliaia le tonnellate di inquinanti “con caratteristiche tossicologiche ed eco tossicologiche rilevanti”, come li definisce Arpat, scaricati quotidianamente in atmosfera con ricadute sul territorio e su centri abitati: acido solfidrico, mercurio, arsenico, radon, ammoniaca, acido borico, anidride carbonica, metano ed altro ancora, molti dei quali cancerogeni». Ma non solo. Gli ambientalisti, nell’atto di diffida chiariscono anche quali sono le loro idee in merito alla difesa della salute: «Si evidenzia nella zona dell’Amiata, una grave situazione sanitaria: + 13% di morti, statisticamente significativo prosegue Sos Geotermia negli uomini rispetto alla media regionale e ai Comuni limitrofi, percentuale che sull’Amiata raggiunge per i tumori il + 30% per le concentrazioni crescenti nell’ambiente di arsenico, mercurio, acido solfidrico, cioè degli stessi inquinanti prodotti in maniera consistente anche dalle centrali geotermiche». Ma gli ambientalisti informano anche sui pericoli che arriverebbero dalle risorse idropotabili. «In Amiata il serbatoio geotermico, dal quale vengono estratte migliaia di tonnellate di vapore, è ad acqua dominante. La produzione di energia comporta un consumo di milioni di metri cubi di acqua proveniente anche dagli acquiferi superficiali oltre che da quelli termali e geotermici. I serbatoi geotermici proseguono perdono vigore nel tempo e nell’arco di un decennio la portata iniziale si riduce di circa il 30%, fino a mettere il pozzo di estrazione fuori produzione. In Amiata è documentata una interferenza tra le falde idriche superficiali e l’acquifero geotermico».

«Rischio sismico aumentato con le centrali»
I COMITATI
RISCHIO sismico con la geotermia? Secondo gli ambientalisti (e dagli studi effettuati) parrebbe proprio di sì. «Mentre le centrali termoelettriche dicono , in caso dell’interruzione del funzionamento, l’impianto può essere progressivamente «spento» in modo da eliminare le emissioni di inquinanti in atmosfera, in caso di non funzionamento delle centrali geotermoelettriche per questioni di natura impiantistica e gestionale, allo stato attuale delle conoscenze tecniche, risulta non perseguibile un completo contenimento delle emissioni dirette in atmosfera». L’Amiata è riconosciuta zona sismica di categoria 2, secondo la classificazione regionale 2012 quindi «produce una “sismicità indotta” derivante da fenomeni di depressurizzazione del sottosuolo derivanti dallo sgonfiamento dei cuscini geotermici. Sull’Amiata le case sono state costruite senza norme antisismiche».

Il Tirreno del 4 febbraio 2014
GEOTERMIA  Sos diffida i sindaci e va al Consiglio di Stato   
di Fiora Bonelli
AMIATA Mariella Baccheschi, Carlo Balducci, Roberto Barocci, Alessandro Bramerini, Mauro Buoni, Niso Cini, Elena Franceschelli, Giuliana Gentili, Alessandra Giglioni, Riccardo Giuntini, Carlo Goretti, Alvaro Gori, Pio Greggi, Giuseppe Merisio, Carlo Morganti, Lorenzo Mitchell, Susanna Nanni, Giorgio Pacini, Antonella Passerini, Beatrice Pammolli, Claudia Piccinetti, Leonardo Savelli: questi i firmatari dell’atto di diffida in merito ai presunti danni dell’attività geotermica in Amiata che SoS geotermia consegnerà ai sindaci e alle autorità pubbliche responsabili del controllo sulla legalità. Il documento sarà consegnato al sindaco Emilio Landi durante il consiglio comunale che si terrà oggi alle 17,30. Il gruppo dunque torna a manifestare in piazza Indipendenza ad Arcidosso e oltre alla diffida, ha deciso anche di presentare, dopo quello del Tar, ricorso al Consiglio di Stato, “affinchè sia annullata anche la Valutazione di impatto ambientale (sulla centrale di Bagnore 4, ndc), rilasciata con decine e decine di prescrizioni a futura memoria, che i dirigenti della Regione hanno prodotto per scaricare sui sindaci le loro responsabilità, ma che i sindaci non hanno né mezzi, né voglia di far rispettare, come già dimostrato”, spiega Barocci, portavoce di SoS geotermia, il quale duramente commenta che “la Regione si è attivata per rilasciare ad Enel una nuova autorizzazione alla costruzione di Bagnore 4 in sostituzione di quella annullata dal Tar, esattamente come per l’inceneritore di Scarlino”. Durante la manifestazione, gli esponenti di SoS geotermia distribuiranno alla popolazione un volantino in cui si riassumono tutti i danni che secondo loro vengono prodotti dalle perforazioni e dalle emissioni geotermiche. I punti cardine sono sempre gli stessi, quelli che il Tar fiorentino ha giudicato correttamente gestiti dalla Regione ma per i quali, invece, SoS geotermia va al Consiglio di Stato. Nella diffida ai sindaci si inizia col dire che “sono quattro le criticità derivanti dall’attività geotermica in Amiata: grave situazione sanitaria, emersa dalla ricerca epidemiologica del 2010 condotta dalla Fondazione Monasterio per conto dell’Agenzia regionale di sanità; interferenza tra acquifero superficiale idropotabile e l’acquifero geotermico profondo, con conseguente abbassamento della superficie della falda superficiale, consumo di acqua potabile per fini industriali, inquinamento delle acque causato dalla risalita di gas, in particolare l’arsenico, presente nel campo geotermico; inquinamento dell’aria e del suolo dovuto alle emissioni delle centrali per la presenza di sostanze tossiche e nocive; aumento dei rischi per la sismicità indotta e per la subsidenza”. Il documento così conclude: “Si richiamano i sindaci dei comuni dell’Amiata e le autorità pubbliche in indirizzo, ciascuna per le proprie esclusive competenze, ad intervenire in tempi rapidi per evitare sia i gravi problemi sanitari causati ai cittadini, che i gravi danni causati al patrimonio idrico e ambientale dell’Amiata”.

Il Giunco.net del 3 febbraio 2014
Sos Geotermia torna in piazza contro «l’autorizzazione a costruire Bagnore 4»
ARCIDOSSO – Sos Geotermia torna in piazza per protestare contro la decisione della Regione Toscana di «rilasciare ad ENEL una nuova autorizzazione alla costruzione di Bagnore 4 in sostituzione di quella recentemente annullata dal TAR, esattamente come per l’inceneritore di Scarlino». Afferma Roberto Barocci.
La manifestazione è prevista per domani, martedì 4 febbraio, in piazza Indipendenza, ad Arcidosso, alle 17 «per consegnare una Diffida ai sindac». Soso Geotermia ha anche «deciso di presentare un nuovo ricorso al Consiglio di Stato, affinché sia annullata anche la Valutazione di Impatto Ambientale, rilasciata con decine e decine di “Prescrizioni” a futura memoria, che i dirigenti della regione hanno prodotto per scaricare sui sindaci le loro responsabilità, ma che i sindaci non hanno né mezzi, né voglia di far rispettare, come già dimostrato».
“La geotermia – si legge nella diffida – è una fonte energetica il cui impatto varia notevolmente tra un’area ed un’altra a seconda delle mineralizzazioni presenti nel sottosuolo, delle caratteristiche idrogeologiche, oltre che delle tecnologie utilizzate. Si diversifica pertanto dalle fonti energetiche tradizionali (metano, petrolio, carbone), i cui effetti possono essere quantificati con esattezza e sono sempre gli stessi. Le centrali geotermoelettriche in Amiata, contrariamente da come sono comunemente ritenute, a livello sia del governo regionale e nazionale, quale fonti di energia rinnovabile e pulita, creano invece gravi criticità ambientali, sanitarie e di sicurezza. Sono quattro le criticità derivanti dall’attività geotermica in Amiata: grave situazione sanitaria, interferenza tra acquifero superficiale idropotabile e l’acquifero geotermico profondo, inquinamento dell’aria e del suolo dovuto alle emissioni delle centrali per la presenza di sostanze tossiche e nocive; aumento dei rischi per la sismicità indotta e per la subsidenza”.

Grosseto Oggi del 3 febbraio 2014
Nuova autorizzazione ad Enel per costruire Bagnore 4. Sos Geotermia torna in piazza
L’associazione presenterà un nuovo ricorso al Tar
MONTE AMIATA – La Regione Toscana si è attivata per rilasciare ad Enel una nuova autorizzazione alla costruzione di Bagnore 4 in sostituzione di quella recentemente annullata dal Tar, esattamente come per l’inceneritore di Scarlino.
Sos Geotermia, l’associazione contraria alla costruzione della centrale, torna in piazza Indipendenza, domani, martedì 4 febbraio, ad Arcidosso alle ore 17, per consegnare una diffida ai sindaci. L’associazione ha inoltre deciso di presentare un nuovo Ricorso al Consiglio di Stato, “affinchè – spiega Roberto Barocci di Sos Geotermia – sia annullata anche la valutazione di impatto ambientale, rilasciata con decine e decine di “prescrizioni” a futura memoria, che i dirigenti della Regione hanno prodotto per scaricare sui sindaci le loro responsabilità, ma che i sindaci non hanno né mezzi, né voglia di far rispettare, come già dimostrato”.

Bagnore 4, chi vince e chi perde, ma l’autorizzazione è annullata

000BAGNORE4_CARTELLI chiudereI sindaci fermino immediatamente il cantiere e si comportino come per Montenero!

SOS Geotermia augura all’Assessore Bramerini, alla Giunta toscana e ai Sindaci dell’Amiata tante “vittorie” come quella relativa alla sentenza del TAR, che  ha  ordinato la chiusura del Cantiere di Bagnore 4, perchè per noi significherebbe che tanti impianti pericolosi per la salute verranno chiusi. I lavori su Bagnore 4 sono stati autorizzati con una procedura che la sentenza dichiara illegittima, messa in atto da Enel con il consenso interessato degli  amministratori  locali, che avrebbero dovuto verificare la legittimità dell’operato. Questa è la sentenza: i tentativi dei sindaci di cambiarne il significato, escludendo la VIA, è una menzogna che merita una risposta.
La lettura attenta della Sentenza dimostra che il Giudice ha fatto una scelta, che noi non condividiamo ed entreremo successivamente nel merito alle singole questioni, ma che ha la sua logica, in quanto il TAR si esprime solitamente sugli aspetti procedurali e non è quindi entrato nel merito dei contenuti della VIA da noi contestati, ha lasciato larghissima discrezionalità alle scelte  politiche, ma è stato attento, appunto, sulla procedura e sulle prescrizioni rilasciate congiuntamente alla VIA. Purtroppo in Toscana è ormai prassi consolidata, come è avvenuto per tanti altri impianti che i tecnici, non volendo contraddire le scelte già compiute a priori dai politici, approvano la realizzazione di impianti altamente pericolosi per la salute pubblica, ma, volendosi sollevare da ogni responsabilità, impartiscono ‘a futura memoria’ prescrizioni sul merito, essendo il progetto non autorizzabile. Tali prescrizioni sono ben 53 (formalmente 38, ma diverse articolate in punti distinti) e sono state date perché il progetto non rispettava i requisiti di legge. La Sentenza afferma nel punto 16.3, quello accolto, che “le ricorrenti (noi) lamentano che alcune delle prescrizioni imposte dalla pronuncia di VIA sono state disapplicate al fine di consentire il rilascio ad Enel dell’autorizzazione…”. Questo significa aggirare la legalità e lo dimostra il fatto che nessun Sindaco sa spiegare ai suoi amministrati per quale causa in Amiata negli uomini si registra il +13% di mortalità e nei Comuni di Arcidosso, Piancastagnaio e Abbadia S. Salvatore si raggiunge il + 30% per le mortalità per tumori negli uomini.. Di questo dovrebbero vergognarsi.
Gli abitanti di Montenero che, vedendo minacciato il loro territorio, hanno da subito chiarito che nessuno può prendere decisioni che condizionino il futuro della loro comunità, hanno fatto cambiare opinione ai sindaci. Se a Montenero si sono sviluppate le coltivazioni dell’ulivo e della vite, anche in Amiata si trovano produzioni di eccellenza nel settore agroalimentare, oltre alla castanicoltura e al turismo che per giunta rappresenta un’importante risorsa economica per moltissime famiglie.
In democrazia non vi possono essere figli e figliastri ed i cittadini dell’Amiata, devono riflettere bene sulla reazione messa in atto dagli abitanti di Montenero: quando qualcuno è arrivato per mettere le mani sul loro territorio gli hanno fatto subito capire che quella è la loro casa e prima di entrare bisogna chiedere il permesso. SOS Geotermia lavorerà nei prossimi mesi per far registrare agli amministratori locali altre “vittorie “come quest’ultima.

Il Tirreno del 24 gennaio 2014
IL TAR LO DICE: SI È AGGIRATA LA LEGALITÀ
I COMITATI dopo la sentenza
…segue ns. comunicato

Contropiano.org del 23 gennaio 2014
Bagnore 4, chi vince e chi perde, ma l’autorizzazione è annullata
…segue ns. comunicato

Il Cittadino online del 23 gennaio 2014
“I sindaci fermino immediatamente il cantiere di Bagnore 4”
Sos Geotermia; “L’autorizzazione è annullata”
…segue ns. comunicato

Il Giunco.net del 23 gennaio 2014
Bagnore 4, Sos Geotermia: Per il Tar illegittima la procedura di Via
…segue ns. comunicato

Il Pane e le Rose del 23 gennaio 2014
Bagnore 4, chi vince e chi perde, ma l’autorizzazione è annullata
…segue ns. comunicato

Maremma News del 23 gennaio 2013
Bagnore 4, chi vince e chi perde, ma l’autorizzazione è annullata
SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata: “I sindaci fermino immediatamente il cantiere e si comportino come per Montenero”!
…segue ns. comunicato

Il TAR ferma Bagnore 4. Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi!

diavolo bagnore4Accolte le nostre ragioni, ora le amministrazioni facciano il loro dovere.
Il TAR Toscana annulla l’AIA, l’autorizzazione per i lavori della centrale geotermica Bagnore 4, perchè le  prescrizioni contenute nella VIA non sono state soddisfatte.
Esulta Sos geotermia, che, affiancata dal Forum Ambientalista di Grosseto, dal WWF e da Italia Nostra, vede riconosciuta la denuncia che la concessione della VIA da parte della Regione Toscana era stata forzatamente rilasciata e per fare ciò era stata infarcita di oltre 30 prescrizioni di difficile attuazione e che da sole, mettevano in evidenza come il progetto non fosse autorizzabile.
Tutto sarebbe passato sotto silenzio se Sos geotermia non avesse, da subito, denunciato lo scempio di un’altra centrale da 40 MW, con la complicità della Regione ed il colpevole silenzio dei sindaci, ma il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi e la traballante autorizzazione è crollata.
E dire che ancor prima che si iniziasse l’iter avevamo chiesto alle amministrazioni una moratoria per poter discutere nel merito di tutta la questione, ma non abbiamo mai trovato amministratori disponibili a difendere il territorio.
Oggi, alla luce anche delle prese di posizione contrarie alla centrale GESTO di Montenero, è il momento di rimettere in discussione, una volta per tutte, il modello di sviluppo che si vuole per tutto l’Amiata e la Maremma: è così stridente e lampante la contraddizione che vede gli amministratori contrari alla centrale di 5 MW a ciclo binario di Montenero e favorevoli al raddoppio fino ad oltre 120 MW a rilascio libero delle centrali Enel.
Oltre al fermo di Bagnore 4 conseguente al pronunciamento del TAR (sentenza n.107/2014), gli amministratori facciano propria la richiesta di ‘moratoria immediata’ di ogni attività. Oggi non hanno più scuse, conoscono gli effetti dell’attività geotermica sulla salute e sull’ambiente, non potranno mai più dire ‘non sapevamo’, nè nascondere le loro responsabilità dietro prescrizioni regionali ‘a futura memoria’ che poi nessun ente pubblico verifica.

La Nazione del 22 gennaio 2014
Bagnore 4, il Tar blocca la costruzione. Ma ritiene infondati i timori dei comitati
Vittoria a metà per le associazioni. Il legale: «I lavori devono fermarsi subito»
di MATTEO ALFIERI
DA UNA PARTE gli ambientalisti che esultano. Dall’altra Enel Green Power che storce la bocca per un vizio di forma che ha fermato, di fatto, la costruzione della centrale geotermoelettrica di Bagnore 4 che si trova nel comune di Santa Fiora, il nuovo colosso geotermico sull’Amiata al centro di un’aspra battaglia ormai da anni. E’ stata la seconda sezione del tribunale amministrativo della Toscana a bloccare i lavori (quando la sentenza 107/2014 sarà esecutiva) per la costruzione perché ha ritenuto illegittima l’acquisizione delle integrazioni e la relativa verifica a una delle prescrizioni (la numero 17, quella che si riferisce alle emissioni inquinanti nell’aria) prima dell’inizio dei lavori, anziché prima del rilascio dell’autorizzazione, nonostante che la verifica stessa sia stata pare effettuata e certificata nel febbraio 2013. Una vittoria comunque parziale da parte di Wwf, Italia Nostra e Forum Ambientalista. Il Tar ha infatti dichiarato di fatto «infondati» i timori dei comitati per la centrale di Bagnore 4, confermando la validità della Valutazione di impatto ambientale (Via) effettuata dalla Regione. «In definitiva secondo la Regione la sentenza chiarisce i timori sollevati dai comitati respingendo tutte le loro eccezioni e conferma l’operato della Regione in materia di geotermia, confermandone la valutazione di impatto ambientale». «ABBIAMO VINTO, c’è poco da girarci intorno chiarisce l’avvocato degli ambientalisti, Franco Zuccaro . Il Tar ha annullato di fatto la costruzione e la regione Toscana, come si legge nella sentenza, dovrà dare esecuzione della stessa il prima possibile. Il che significa che i lavori, visto che sono iniziati, devono immediatamente fermarsi». Zuccaro non canta vittoria, comunque. «PURTROPPO il ricorso contro la Valutazione di impatto Ambientale ci è stato respinto dice che era quello che alla fine ci interessava di più. Noi sosteniamo da sempre, anche con studi appropriati che però non sono stati ritenuti sufficienti, l’interferenza tra il serbatoio idrico dell’Amiata, il più grande dell’Italia centrale, e la coltivazione geotermica che verrà fatta quando la centrale geotermoelettrica sarà messa in funzione. E soprattutto avevamo anche asserito che le emissioni di ammoniaca nell’atmosfera sono nocive per gli abitanti di quel territorio». Il Tar ha evidenziato la correttezza della Regione su questi due assunti. «Comunque la nostra guerra prosegue conclude Zuccaro . Intanto abbiamo vinto questa battaglia, poi vedremo».

Il Tirreno del 22 gennaio 2014
GEOTERMIA. SCONTRO IN TRIBUNALE
Il Tar blocca la centrale Bagnore 4
Un vizio di forma annulla l’autorizzazione regionale alla costruzione del megaimpianto di Santa Fiora
di Francesca Ferri
FIRENZE Ricorso respinto ma motivi aggiunti in parte accolti. Risultato: il Tribunale amministrativo della Toscana blocca la centrale geotermica di Bagnore 4, annullando l’autorizzazione unica rilasciata dalla Regione Toscana ad Enel Green Power per costruire l’impianto. Il ricorso al Tar. La decisione è contenuta nella sentenza con cui il 20 gennaio il giudici fiorentini sono stati chiamati a pronunciarsi a seguito del ricorso presentato nel 2012 dalle associazioni ambientaliste Wwf, Italia Nostra, Forum Ambientalista e altri soggetti privati (tra di essi l’ex assessore provinciale di Rc Sergio Bovicelli e la comunità buddista Dzogchen) che da anni lottano per impedire lo sfruttamento geotermico dell’Amiata sostenendo che, per le particolari condizioni del sottosuolo dell’ex vulcano, andare a pescare il calore della terra, qui, sia inquinante. Un progetto del 2005. Di diverso parere Enel Green Power che da mezzo secolo è presente in Amiata con le sue centrali e che nel marzo del 2013 ha, appunto, avviato la costruzione dell’ultimo impianto, Bagnore 4, tra i comuni di Santa Fiora e Arcidosso, con un megainvestimento di 123 milioni di euro e un progetto che risale al 2005, anno in cui Enel invia alla Regione richiesta di compatibilità ambientale della centrale. Negli anni si è svolto il complicato iter autorizzativo: la valutazione di impatto ambientale, gli studi geostrutturali, le osservazioni degli enti locali, la conferenza dei servizi, il parere dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e, infine, il 10 settembre 2012, è arrivata l’autorizzazione della giunta alla costruzione: la delibera 810. Respinti i 12 punti “oscuri”. Contro questa delibera le associazioni ambientaliste presentano prima un ricorso e poi i cosiddetti motivi aggiunti, depositati il 21 marzo 2013. Gli ambientalisti lamentano dodici carenze nell’istruttoria presentata da Enel: mancherebbe il bilancio idrico; non sarebbe stato approfondito il possibile collegamento tra falda acquifera superficiale (e potabile) e quella geotermica sottostante e il connesso pericolo di inquinamento della prima; lo studio sull’impatto sulla salute dei cittadini sarebbe carente; Enel non avrebbe valutato l’impatto complessivo di tutte le centrali; non avrebbe descritto le condizioni iniziali dell’ambiente per alcuni fattori; non avrebbe fatto una valutazione piena di incidenza; avrebbe rimandato, a dichiarazione di compatibilità ambientale già adottata, gli accertamenti o monitoraggi necessari alla Via, in tutto ben 38, sollevati dalla Regione; non avrebbe rispettato il suo stesso protocollo per monitorare le emissioni di ammoniaza e mercurio; non avrebbe risposto alle osservazioni dei cittadini e delle associazioni; non ha invitato alla concertazione l’Autorità di bacino del Tevere; avrebbe presentato una istruttoria carente. Il Tar respinge uno per uno i dodici punti del ricorso, riconoscendo ora che la correlazione tra le falde è stata affrontata, ora che la valutazione cumulativa è stata fatta e così via. «Ok le 38 prescrizioni». In particolare il Tar riconosce la bontà del metodo con cui la Regione autorizza impianti di questo tipo e, cioè, concedere la Via anche se “qualcosa non va”, rimandando la soluzione di possibili e significativi impatti ambientali alle cosiddette “prescrizioni”. Insomma, la regione in sostanza dice: “ok, ti do l’autorizzazione a costruire l’impianto ma ti devi impegnare a sistemare questo e quell’aspetto». Nel caso della richiesta di autorizzazione a costruire Bagnore 4 la Regione ha inviato a Enel ben 38 prescrizioni che riguardano tutti gli ambiti tematici della Via (aspetti generali, qualità dell’aria, risorsa idrica, clima acustico, campi elettromagnetici, flora, fauna, qualità del paesaggio, cantierizzazione, patrimonio culturale, suolo e sottosuolo, rifiuti e bonifiche). Ma i giudici ritengono che questo modo di autorizzare tali impianti «è del tutto fisiologico». Il vizio di forma. Cosa, dunque, ha convinto il Tar a sospendere l’autorizzazione alla costruzione? Il Tar riconosce che la Regione ha “derubricato” le 38 prescrizioni a «meri prodromi dell’avvio dei lavori e, in taluni casi, dell’avvio dell’esercizio degli impianti». In particolare, le prescrizioni 17, 18 e 19 prevedevano che Enel presentasse un Protocollo di gestione e manutenzione impianti con il calendario degli interventi e le misure da adottare in caso di guasti, e che prevedesse la comunicazione in tempo reale a Regione e Arpat di blocchi delle centrali. Il 19 novembre 2012 ad Arpat non risulta che Enel abbia presentato una proposta. E il 19 dicembre 2012 Arpat ritiene che «il Protocollo per Bagnore 3 e 4 risponda solo in parte a quanto prevede la prescrizione». Intanto, però il 26 novembre 2012 la conferenza dei servizi rilascia l’autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio del nuovo impianto di Bagnore 4, dicendo che Enel aveva ottemperato all’autorizzazione. Cosa impossibile, visto che 23 giorni dopo Arpat riconosceva che il Protocollo rispondeva solo in parte alla prescrizione. Ora, se la Via può essere data pur allegandovi delle prescrizioni, bisogna poi che queste prescrizioni siano rispettate. In questo caso, invece, la Regione ha rimandato di nuovo questo “appuntamento”. Per il Tar, infatti, non è sufficiente che l’Arpat abbia poi espresso parere favorevole il 3 febbraio 2013. Troppo tardi. Per questo motivo annulla l’autorizzazione. Non appena la sentenza sarà notificata alla Regione, i lavori per Bagnore 4 dovranno essere sospesi.

LE REAZIONI
Enel e ambientalisti: vincono tutti
L’azienda: bocciato il merito. I ricorrenti: riconosciute le forzature    
FIRENZE. Esulta la Regione, esultano gli ambientalisti. Anche se la sentenza del Tar su Bagnore 4, alla fine, non piace del tutto a nessuno dei due. La Regione, e con essa Enel, sottolinea che il Tar ha sospeso l’autorizzazione solo per un «vizio di forma», respingendo il ricorso nel merito. «Il Tar dichiara infondati i timori dei comitati per la centrale di Bagnore 4 e conferma la validità della Valutazione di impatto ambientale effettuata dalla Regione», spiega Firenze. Diversa la lettura degli ambientalisti. Sos Geotermia vede riconosciuta la sua «denuncia che la concessione della Via da parte della Regione era stata forzatamente rilasciata – spiega l’associazione in un comunicato – e per fare ciò era stata infarcita di oltre 30 prescrizioni di difficile attuazione e che da sole mettevano in evidenza come il progetto non fosse autorizzabile. Tutto sarebbe passato sotto silenzio se Sos Geotermia non avesse, da subito, denunciato lo scempio di un’altra centrale da 40 Mw, con la complicità della Regione e il colpevole silenzio dei sindaci. Ma il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi e la traballante autorizzazione è crollata. E dire che ancor prima che si iniziasse l’iter avevamo chiesto alle amministrazioni una moratoria per discutere nel merito la questione ma non abbiamo mai trovato amministratori disponibili a difendere il territorio». Gli ambientalisti, in realtà, speravano che il Tar disconoscesse il metodo con cui la Regione autorizza tali impianti, cioè dare l’ok ma stabilire delle prescrizioni. Buon senso imporrebbe, dicono, che un’autorizzazione venga data quando ogni requisito di sicurezza e compatibilità ambientale è completamente rispettato. E, invece, il Tar sentenzia che è «del tutto fisiologico che quando in sede di Via di un progetto venga accertata l’esistenza di una possibile incidenza sulle matrici ambientali non eliminabile o mitigabile interamente l’autorità possa rilasciare la Via imponendo al privato adeguate prescrizioni». Tra i punti che lasciano l’amaro in bocca agli ambientalisti c’è, ad esempio, la questione ammoniaca. Gli ambientalisti hanno lamentato al Tar che le emissioni d’ammoniaca in atmosfera di Bagnore 3 e della futura Bagnore 4 sono superiori a quanto prescrive la stessa Regione nella sua autorizzazione (2 chili all’ora). La giunta regionale aveva lasciato passare dicendo che «allo stato attuale non esistono sistemi per abbattere l’ammoniaca in questa misura» e aveva ammesso «che tali valori non devono essere considerati obbligatori». Insomma, contraddicendo se stessa. Eppure anche qui il Tar le dà ragione. «Certamente è una vittoria anche se riguarda solo i motivi aggiunti», spiega l’avvocato degli ambientalisti, Franco Zuccaro. «Ma anche nella parte del ricorso respinta ci sono elementi sui cui potremmo continuare a condurre la battaglia. Sta ai miei clienti decidere se fare ricorso al Consiglio di Stato». (f.f.)

LE CIFRE    
123 milioni di euro: è l’investimento di Enel Green Power per costruire la centrale geotermica di Bagnore 4 nel territorio al confine tra Santa Fiora e Arcidosso
9 anni: è il lasso di tempo passato da quando Enel Green Power ha avviato la richiesta per costruire Bagnore 4 ad oggi. I lavori sono iniziati lo scorso marzo
38 prescrizioni: sono quelle che la Regione allega alla Via e che riguardano tutti gli ambiti autorizzativi
12 i privati cittadini che si sono affiancati alle associazioni ambientaliste Wwf, Italia Nostra e Associazione Forum Ambientalista nel ricorso al Tar. Insieme a questi soggetti si è aggiunta ai ricorrenti anche la comunità buddista Dzogchen di Merigar.

Il Tirreno.it del 21 gennaio 2014
Geotermia: il Tar annulla l’autorizzazione alla costruzione della centrale Bagnore 4
I giudici fiorentini accolgono i motivi aggiunti degli ambientalisti nel ricorso contro la Regione: stop ai lavori per l’impianto Enel Green Power
Il Tar Toscana annulla l’Aia, l’autorizzazione per i lavori della centrale geotermica Bagnore 4, perché le prescrizioni contenute nella Valutazione di impatto ambientale non sono state soddisfatte.
Esulta l’associazione contraria allo sfruttamento geotermico dell’Amiata Sos Geotermia che, affiancata dal Forum Ambientalista di Grosseto, dal Wwf e da Italia Nostra, nonché da una serie di privati cittadini, aveva presentato il ricordo ai giudici del tribunale amministrativo fiorentino. Sos Geotermia da tempo sostiene che «la concessione della Via da parte della Regione Toscana era stata forzatamente rilasciata e per fare ciò era stata infarcita di oltre 30 prescrizioni di difficile attuazione e che da sole, mettevano in evidenza come il progetto non fosse autorizzabile».
«Tutto – prosegue Sos Geotermia – sarebbe passato sotto silenzio se Sos Geotermia non avesse, da subito, denunciato lo scempio di un’altra centrale da 40 Mw, con la complicità della Regione e il colpevole silenzio dei sindaci, ma il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi e la traballante autorizzazione è crollata. E dire che ancor prima che si iniziasse l’iter avevamo chiesto alle amministrazioni una moratoria per poter discutere nel merito di tutta la questione, ma non abbiamo mai trovato amministratori disponibili a difendere il territorio. Oggi, alla luce anche delle prese di posizione contrarie alla centrale Gesto di Montenero, è il momento di rimettere in discussione, una volta per tutte, il modello di sviluppo che si vuole per tutto l’Amiata e la Maremma: è così stridente e lampante la contraddizione che vede gli amministratori contrari alla centrale di 5 Mw a ciclo binario di Montenero e favorevoli al raddoppio fino ad oltre 120 Mw a rilascio libero delle centrali Enel. Oltre al fermo di Bagnore 4 conseguente al pronunciamento del Tar, gli amministratori facciano propria la richiesta di moratoria immediata di ogni attività. Oggi non hanno più scuse, conoscono gli effetti dell’attività geotermica sulla salute e sull’ambiente, non potranno mai più dire “non sapevamo”, né nascondere le loro responsabilità dietro prescrizioni regionali a futura memoria che poi nessun ente pubblico verifica».

GrossetoOggi.net del 21 gennaio 2014
Geotermia, il Tar ferma Bagnore 4: “Progetto non autorizzabile”
Sos Geotermia accoglie con entusiasmo la notizia
…segue ns. comunicato

Il Cittadino online del 21 gennaio 2014
AMIATA: IL TAR FERMA BAGNORE 4
Accolte le ragioni di Sos Geotermia
…segue ns. comunicato

Alètheia online del 21 gennaio 2014
Energia, il Tar Toscana ferma l’impianto geotermico in Maremma
Il Tar della Toscana annulla l’Aia, l’autorizzazione per i lavori della centrale geotermica Bagnore 4, perché le prescrizioni contenute nella Valutazione di impatto ambientale non sono state soddisfatte
…segue ns. comunicato