Archivio mensile:Novembre 2016

Fratoni e Bramerini pari sono se si tratta di tranquillizzare sulle emissioni geotermiche in Amiata -replica e controreplica-

fratoni-bramerini-a-metaL’Assessora regionale all’Ambiente, Federica Fratoni, ha commesso ieri, 24 novembre 2016 in occasione della presentazione dei dati Ars e Arpat, gli stessi errori della sua precedente Assessora Annarita Bramerini, che nel 2010 commentò  positivamente (1) i dati dello Studio epidemiologico sulle popolazioni dell’Amiata, dicendo che tutto andava bene. Se a distanza di sei anni stiamo ascoltando la necessità di nuovi accertamenti sulla salute delle popolazioni dell’Amiata, ma i dati non sono stati forniti, bisognerebbe che quanti allora hanno cercato e cercano oggi di rassicurare le popolazioni facciano oggi una doverosa autocritica, poiché anche allora, se si fossero lette tutte le indagini, si doveva commentare diversamente tali dati.

Infatti, le Conclusioni Generali dello Studio del CNR/ARS del 2010 sono state illogiche e contraddittorie ,quando hanno definito “rassicuranti” i risultati evidenziati.

Lo Studio del 2010 dimostra nella sua Sez.A, dedicata all’analisi dell’Ambiente, che le centrali geotermiche dell’Amiata emettono in atmosfera molti più inquinanti pericolosi e in quantità consistente e con “caratteristiche tossicologiche pericolose” per la salute umana, come riporta l’ARPAT, quali l’Arsenico, il Mercurio ecc. Tali emissioni sono pertanto certe, documentate e nella terminologia della logica sono “vere”. La stessa Delibera di Giunta Regionale Toscana 344/2010, evidenzia in più parti la diversità dei fluidi estratti in Amiata e la loro maggiore pericolosità, rispetto ad altri territori toscani.

Nello stesso Studio c’è una parte molto importante nell’ Allegato 6 dal titolo significativo: “Risultati statisticamente significativi delle analisi di correlazione geografica tra dati ambientali e dati sanitari. Analisi dei ricoverati e analisi delle mortalità” dove sono state individuate e registrate ben 54 (!!!) relazioni, statisticamente significative, tra incrementi di malattie mortali nei residenti dei comuni geotermici e le concentrazioni crescenti di diversi inquinanti (AS, Hg ecc.), presenti e misurate nei comuni geotermici in concentrazioni crescenti. Tali concentrazioni crescenti di inquinanti sono in una relazione vera, secondo logica statistica, con gli incrementi di rischio per malattie mortali e spiegavano quel +13% di mortalità registrato.

Ci aspettavamo che tale elaborato fosse ieri aggiornato, anche perché nello studio del 2010 i dati circa i malati e ricoverati non sono geo referenziati rispetto ai punti geografici di emissione delle centrali geotermiche, ma dati comunali. Inoltre essendo l’Allegato 6 l’unico elaborato dello Studio che mette in relazione i dati sanitari registrati con le concentrazioni di diversi inquinanti, sembra assolutamente necessario che venga aggiornato.

E invece ieri l’Assessore Fratoni non ne ha voluto parlare e allora diciamo apertamente che il mancato aggiornamento di tale Allegato 6 è una carenza grave e voluta.

Tanto più che l’Ars aveva già pubblicato, nel novembre 2015, un aggiornamento dei dati di mortalità e ospedalizzazione che sostanzialmente CONFERMAVANO la grave situazione descritta nello Studio Epidemiologico: “l’aggiornamento […] conferma sostanzialmente le criticità degli indicatori di salute rilevati nell’Area geotermica Sud […] Sostanzialmente invariato l’eccesso di tumori […] Si conferma anche nell’ultimo periodo la problematica delle malattie respiratorie, sia dai dati di mortalità che di ricovero, in entrambi i generi. […] Si conferma ancora il dato sull’eccesso di mortalità per i sintomi e stati morbosi mal definiti, sia nei maschi che nelle femmine”

Altro punto ignorato dalla regione Toscana è quello relativo ai danni causati dalle emissioni di Ammoniaca che è ormai universalmente riconosciuto come un precursore del particolato secondario inorganico PM 10 e PM 2,5, i cui effetti sono nocivi sia per la salute umana che per l’ambiente.

Il Rapporto CAFE (Clean Air For Europe), dimostra che le emissioni di ammoniaca contribuiscono in modo significativo alla formazione di particolato secondario in atmosfera (PM 10), per circa il 20% in massa. Relativamente a queste emissioni i dati dell’Inventario regionale IRSE al 2010 evidenziano come il contributo di detto inquinante prodotto dall’attività geotermoelettrica (in particolare quella dell’area amiatina, dove le emissioni sono maggiori rispetto alle altre zone geotermiche tradizionali) rappresenti il 51% del totale.

Il recente studio di F. Paulot e D. J. Jacob, – i cui risultati sono confermati anche in una recensione di Erik Stokstad apparsa sulla prestigiosa rivista “Science” – evidenzia una precisa correlazione scientifica tra le emissioni in aria di ammoniaca, PM 10 secondario e impatto sanitario.

Lo studio documenta anche quelli che sono i costi sanitari delle emissioni di ammoniaca, quantificati in 100 dollari al Kg. Anche il CAFE aveva valutato nel 2005 i danni specifici generati dall’ammoniaca per l’ITALIA quantificando il costo medio dell’emissione di NH3 in 20,5 euro/Kg, il danno prodotto dalla sola centrale di Bagnore 3, tenuto conto dei dati delle emissioni del 2007, pari a 1.272 ton./anno corrisponderebbe a € 26.076.000.

I danni generati dall’ammoniaca specifici per l’Italia sono oggi evidenziati nell’articolo Geotermia d’impatto di Riccardo Basosi e Mirko Bravi pubblicata dalla Rivista QualEnergia del giugno/luglio 2015. I due studiosi, evidenziano quindi le enormi quantità di ammoniaca (NH3) e di acido solfidrico (H2S) emesse in Toscana dalle centrali geotermoelettriche, in particolare da quelle del Monte Amiata, e gli alti costi per i danni che ne derivano secondo lo studio di Pulot e di Jacob ed il rapporto CAFE.

Evidentemente alla Regione Toscana non interessano questi dati.

 nota (1): La stampa il 28 novembre 2010, giorno successivo la presentazione dello Studio, è uscita con questi titoli:<Amiata indagine sullo stato di salute dei cittadini “Geotermia, dagli studi non emergono rischi sanitari”> (La Nazione); <L’indagine è stata condotta in tutte le aree dove c’è attività termica “La geotermia non uccide” Presentata la ricerca dell’Ars sui rischi per la salute> (Il Tirreno)


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Replica l’assessora Federica Fratoni

da QuiNewsAmiata:

Geotermia, ‘I dati Arpat contestati sono del 2007’
“Studio Ars basato su metodi nuovi. Quanto ai dati Arpat contestati, risalgono al 2007. I comitati si aggiornino”, lo precisa l’assessora Fratoni

AMIATA — L’assessora Federica Fratoni risponde al comitato Sos Geotermia dopo le loro critiche allo studio stesso. 
Uno studio nuovo fondato su metodi nuovi che consente di fare considerazioni più solide. Questo è lo studio epidemiologico di Ars finalizzato ad approfondire lo stato di salute degli amiatini e le relazioni con i vari fattori di rischio presentato il 24 novembre scorso, e non uno studio illogico e contraddittorio.
“I nuovi studi costituiscono un salto di qualità dal punto di vista metodologico rispetto alle analisi descrittive raccolte nel report del 2010 redatto insieme al CNR” – dice Fratoni.
In particolare proprio sull’allegato 6, ARS ha chiarito che “quelle analisi, per come impostate, avevano dei forti limiti metodologici, che peraltro erano stati ben descritti nello stesso report 2010 e dei quali si deve tener conto nell’interpretazione dei risultati. Nello studio dell’allegato 6, infatti, sia i dati ambientali che quelli sanitari erano aggregati a livello comunale, cioè per ciascun comune si contano gli eventi sanitari e a tutti i cittadini indistintamente si associava l’esposizione derivante da un dato comunale di qualità dell’aria, acqua o suolo.”
Fratoni spiega: “Negli studi presentati il 24, invece, si sono correlate le concentrazioni misurate nel corpo di un campione di persone, nel sangue e nelle urine, con la storia clinica individuale di ciascuno. Un approccio completamente diverso, molto più informativo che consente di fare considerazioni più solide, motivo per cui ARS non ritiene ragionevole l’aggiornamento dell’allegato 6, che costituirebbe al contrario un passo indietro nel percorso di studi che si sta portando avanti.
Oltre alle presentazioni dell’incontro del 24 già disponibili online, ARS pubblicherà a breve sul portale dedicato al tema “Geotermia e Salute” documenti più estesi che riepilogano i metodi applicati e i risultati ottenuti con i nuovi approfondimenti, oltre a tutti gli aggiornamenti sulle altre attività in corso.
Quanto ai dati Arpat, “i dati riportati dai comitati – prosegue Fratoni – sono superati, perché riferiti al 2007 e non tengono conto quindi dell’installazione di un sistema di abbattimento dell’ammonica sulle due centrali Bagnore 3 e Bagnore 4 che riduce drasticamente le quantità emesse da ciascuna centrale, di un ordine di grandezza”.
A partire dal 2015, le misure ARPAT hanno registrato infatti una emissione media delle due centrali di circa 25 kg/h. L’esposizione della popolazione a questo inquinante è stato verificata con lo studio decritto nella presentazione ARPAT il 24 novembre scorso che dimostra concentrazioni in aria di ammoniaca comprese fra i valori 2 – 20 µg/m3, ovvero mediamente inferiori di circa 6 volte rispetto al limite di cautela sanitaria, che è di 70 µg/m3.
Si concorda sul fatto che l’ammoniaca è un precursore del particolato PM10 secondario e che, in effetti, esiste una correlazione scientifica tra le emissioni di ammoniaca e il particolato secondario. Il fatto, però, è che i dati disponibili relativi alle misure svolte dalla centralina ENEL presente in Loc Merigar (Arcidosso), luogo molto vicino alle due centrali Bagnore 3 e Bagnore 4, dimostrano livelli bassi di PM10, con valori che si avvicinano al valore di fondo regionale.”
Conclude Fratoni: “I livelli bassi di PM10, sono confermati anche da misure ARPAT svolte, in altro ambito, nella zona geotermica di Piancastagnaio, con concentrazioni che, anche in questo caso, si attestano poco oltre il valore di fondo regionale, monitoraggio che è a tutt’oggi in corso”.

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Controreplica di Sos Geotermia

Geotermia in Amiata, meno male che Fratoni c’è
Se i dati Ars e Arpat di 15 anni non le bastano e vuol fare altri studi, li faccia pure, ma nel frattempo blocchi le centrali in base al principio di precauzione

Ars e Arpat, nonostante tutti gli sforzi, nei monitoraggi e negli studi pubblicati fino ad oggi non hanno potuto tacere di fronte alle tonnellate di inquinanti emesse dalle centrali Enel e all’aumento “statisticamente significativo” della mortalità ed altre patologie causate anche dalle emissioni geotermiche.
Dopo lo Studio epidemiologico del CNR del 2010, rivisto nel 2012 e confermato nei contenuti nel 2015, oggi l’assessora Fratoni ci viene a raccontare che quello non è abbastanza “solido” per cui azzeriamo tutto e ricominciamo daccapo con un nuovo studio per fare “un salto di qualità dal punto di vista metodologico rispetto alle analisi descrittive raccolte nel report del 2010”, e anche “ARS non ritiene ragionevole l’aggiornamento dell’allegato 6, che costituirebbe al contrario un passo indietro nel percorso di studi che si sta portando avanti”.
Traducendo: lo studio epidemiologico sul quale abbiamo lavorato per più d’una decina d’anni (a spese ,nostre, peraltro) non vale più, è superato, quindi non possiamo e non vogliamo aggiornare i dati di mortalità, ma fra 10/15 anni anni vedrete finalmente i risultati.
Ribadiamo che l’Allegato 6 è l’unica parte dello Studio CRN che mette in relazione concentrazioni crescenti di inquinanti misurate sui luoghi dell’Amiata con le quantità di malattie mortali contate sugli stessi luoghi, per cui solo se viene migliorato mantenendo l’analisi della stessa correlazione è accettabile, non cancellando decenni di studi.
Quanto ai dati sulle emissioni in aria è vero che con nuove tecniche sono teoricamente possibili forti abbattimenti ma:

1) tali tecniche non incidono su tutte le emissioni inquinanti e tossiche come arsenico, boro, radon, ecc. e sull’effetto cumulativo, di cui era stato promesso uno studio ;

arpat-12) per la sola ammoniaca i dati di ARPAT (Marzo 2015, vedi la lettera dell’Arpat a lato o scaricala in pdf) forniscono valori di 38,5 kg/h (Bagnore 3) e 51.1 kg/h (Bagnore 4), quindi più del triplo di quelli riportati dall’assessora Fratoni per le sole centrali di Santa Fiora (ma non di tutta l’Amiata), cioè 89,6 kg/h contro i 25 kg/h, che significano 785.000 kg all’anno e un costo sanitario annuo aggiuntivo, stimato dalla CEE (Report Cafe) pari a più di 16 milioni di euro/anno!! (a titolo didattico, comunque anche i 25 kg/h dell’assessora Fratoni ammonterebbero comunque a 219.000 kg all’anno con un costo sanitario annuo, secondo gli stessi parametri, pari a 4 ,5 milioni di euro/anno);

3) i dati degli anni passati da noi usati arpat-2per il 2007 e 2010 hanno prodotto comunque morti aggiuntive, che dovevano e potevano essere evitati;

4) noi abbiamo riportato dati prodotti in studi molto autorevoli, pubblicati e validati dalla comunità scientifica internazionale (*) e, se ARS e ARPAT vogliono contestarli, che pubblichino anche loro sulle stesse riviste e si espongano alla verifica scientifica, invece che presentare promesse a futura memoria.

Alla fine, il 24 novembre a Firenze, dietro gli imbarazzi di fronte alle contestazioni di Sos Geotermia, abbiamo capito che per l’assessora Fratoni, e quindi per l’intera giunta Rossi,arpat-3 l’importante è prender tempo e non rispondere, ma questo era assodato da un pezzo, anche se cambiano gli assessori non cambia la strategia.

Se invece l’assessora Fratoni vuole davvero verificare e approfondire quanto emerso da oltre 15 anni di studi e ricerche, lo faccia pure e sarà anche condivisibile, ma riconosca, se non i danni, almeno i rischi accertati dagli studi precedenti e fermi le centrali in base al principio di precauzione con una moratoria generale fino ai risultati dei nuovi studi.
Il resto sono chiacchiere.

(*) – F. Paulot e D. J. Jacob, Hidden Cost of U.S Agricultural Exports: Particulate Matter from Ammonia Emissions, in “Environmental Science & Technology”, XII, 2013;

M. Bravi e R. Basosi, Environmental impact of electricity from selected geothermal power plants in Italy, in “Journal of Cleaner Production” dicembre 2013;

– R. Basosi e M.Bravi, Geotermia d’impatto, pubblicato sulla rivistaQualEnergia” del Giugno/Luglio 2015.

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Geotermia al Bagnolo, mezza sconfitta per Tosco Geo, ma c’è poco da esultare

altan_pagliuzzaL’ambigua posizione dell’amministrazione di Santa Fiora, ma il Sindaco da che parte sta?

 

 

Il progetto di perforazioni esplorative nell’ambito del permesso di ricerca “Bagnolo” promosso dalla Tosco Geo S.r.l. si arena in sede di VIA in Regione Toscana e, per ora, sono scongiurate le trivelle in quest’altro angolo del monte Amiata. Vittoria? Neanche per sogno; piuttosto un passo indietro da parte della Tosco Geo di fronte alla mole di lavori e studi preliminari imposti dalla procedure, che “ha comunicato il ritiro dell’istanza di avvio del procedimento in esame, “[.] allo scopo di predisporre la documentazione relativa alla modifica progettuale, unitamente all’aggiornamento dello studio preliminare ambientale [.]”, mantenendo comunque la facoltà di “presentare una nuova istanza, che tenga conto di quanto evidenziato dall’autorità competente nella richiesta di integrazioni”. (*)
Quindi, al di là dei toni trionfalistici che arrivano dal sindaco e dal consiglio comunale di Santa Fiora, bisognerà vedere se la Tosco Geo tornerà all’attacco, visto che le norme glielo consentono.

Bagnore 3 e 4 da lontano: mica impattano con l'ambiente...

Bagnore 3 e 4, oggi, da lontano: mica impattano con l’ambiente…

Ma quello che colpisce in questa vicenda è la posizione del Sindaco Balocchi che dichiara «Siamo soddisfatti di tutto questo e come avevamo promesso ai cittadini la paventata centrale di Bagnolo è stata stoppata. Il nostro parere è stato determinante. Noi non siamo sfavorevoli alla geotermia, ma questa centrale sarebbe stata troppo vicina al centro abitato e impattante al massimo».

A leggere le osservazioni presentate dal Sindaco al settore VIA della Regione il 26 agosto scorso, si scopre un animo ambientalista che puntualmente segnala tutti i rischi e danni che l’eventuale centrale potrebbe causare al territorio, osservazioni condivisibili anche da parte di chi scrive e che vi invitiamo a leggere.

La possibile centrale è un impianto pilota di 5 MW con reiniezione totale – a detta loro- dei fluidi geotermici: ma allora se per tale impianto valgono le osservazioni del sindaco, il pensiero non può che andare alle centrali Enel di Bagnore 3 e 4 che sviluppano 60 MW di potenza e sono di tipo “flash”, cioè a rilascio libero in atmosfera e vicine al centro abitato di Bagnore e di loc.Aiole, nonché il centro buddista Merigar, con i fumi, dati i venti prevalenti, che investono continuamente Arcidosso, come lamentano i cittadini, centrali che sono certamente più impattanti e inquinanti, come certificato anche dagli studi Basosi-Bravi  e come trapela anche dalle recenti sentenze che condannano l’Enel.

Inaugurazione di Bagnore il 25/7/16: sindaci geotermici e Rossi sempre con Enel

Inaugurazione di Bagnore il 25/7/16: sindaci geotermici e Rossi sempre con Enel

Allora perché il sindaco Balocchi e la sua amministrazione sono pervicacemente contrari al progetto Bagnolo della Tosco Geo, ma sono favorevoli alle centrali Enel di Bagnore, tanto da essere sempre in prima fila con il sindaco di Arcidosso Marini ad ogni manifestazione dell’Enel, dall’inaugurazione del 25 luglio scorso fino alla “gita scolastica” del 5 novembre scorso?

 

(*) DECRETO 28 ottobre 2016, n. 11094, pubblicato sul BURT n.45 del 2016


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La Postilla

Tribunali e geotermia. Dopo Grosseto, Siena: ancora condannata l’Enel

boia-trivellaSeconda condanna in un mese per l’Enel: le centrali inquinano e si può gridarlo forte!

 

 

 

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25 luglio 2016, inaugurazione in “pompetta magna” di Bagnore 4

Nonostante gli sforzi “greenwashing” dell’Enel e dei sindaci “geotermici” con le sponsorizzazioni di ogni sagra, inaugurazioni di centrali in “pompetta magna”ed, ultima, la precettazione delle scolaresche per la “gita scolastica” del 5 novembre alle centrali di Bagnore -che evoca, sinistramente, il “sabato fascista”- , dal Tribunale di Siena arriva la seconda condanna in un mese per la geotermia in Amiata.

5 novembre 2016, "gita scolastica" a Bagnore (ph.amiatanews.it)

5 novembre 2016, “gita scolastica” a Bagnore 4 (ph.amiatanews.it)

Dopo il pronunciamento del Tribunale di Grosseto del 13 ottobre u.s. che respingeva la denuncia dell’Enel contro chi sosteneva “che le centrali geotermiche fossero fonte d’inquinamento e determinassero la presenza di arsenico nell’acqua potabile e che lo sviluppo geotermico da lei promosso fosse causa di morte, degrado ambientale e sottosviluppo” e, in più, condannava l’Enel alle spese, il 24 ottobre u.s., con sentenza n.718, il Tribunale di Siena si pronunciava sulle denunce per risarcimento danni fatte da cittadini di Piancastagnaio per l’inquinamento e l’irrespirabilità dell’aria causato dalle quattro centrali che allora, siamo tra il 2002 e il 2007, circondavano il paese.
Il Tribunale ha accolto le ragioni dei cittadini e condannato l’Enel a risarcire i danni, pagare le spese legali e del CTU, dalla cui perizia viene accertato che l’Enel ha costantemente e continuativamente superato i limiti previsti per le emissioni di acido solfidrico, come pure aveva rilevato l’Arpat.

5 novembre 2016, enel sindaci e acquedotto del fiora alla "gita scoalstica" (ph.GrossetoNotizie.com)

5 novembre 2016 enel, sindaci e acquedotto del fiora alla “gita scolastica” (ph.GrossetoNotizie.com)

Alla faccia delle assicurazioni che continuamente Enel e sindaci geotermici continuano a propagandare!

L’accertato superamento dei limiti delle emissioni di acido solfidrico H2S (quello che provoca il “puzzo d’uova marce”) è la ragione della condanna, ma la sentenza ci dice qualcosa di più: che cioè non è necessario che le emissioni provochino un danno biologico o una patologia, come indicato dalla “…Corte di cassazione (che) ha affermato, nell’ambito della tutela del domicilio e della famiglia, che pur quando non risulti integrato un danno biologico, la lesione del diritto al normale svolgimento della vita familiare all’interno della propria casa di abitazione e del diritto alla libera e piena esplicazione delle proprie abitudini di vita quotidiane sono pregiudizi apprezzabili in termini di danno non patrimoniale (v. Cass. n. 7875 del 2009; Cass. n. 26899 del 2014). A ciò deve aggiungersi che il diritto al rispetto della propria vita privata e familiare è uno dei diritti protetti dalla Convenzione europea dei diritti umani (art. 8). La Corte di Strasburgo ha fatto più volte applicazione di tale principio anche a fondamento della tutela alla vivibilità dell’abitazione e alla qualità della vita all’interno di essa, riconoscendo alle parti assoggettate ad immissioni intollerabili un consistente risarcimento del danno morale, e tanto pur non sussistendo alcuno stato di malattia. La Corte ha più volte condannato, per violazione dell’art. 8, gli Stati che, in presenza di livelli di rumore significantemente superiori al livello massimo consentito dalla legge, non avessero adottato misure idonee a garantire una tutela effettiva del diritto al rispetto della vita privata e familiare…”.

E’ il caso di sottolineare che la Corte Costituzionale, con sentenza 26 novembre 2009, n. 311, stabilisce che il giudice italiano deve essere considerato come il giudice comune della CEDU. Gli spetta, perciò, il compito di applicare le relative norme, nell’interpretazione data dalla Corte di Strasburgo, interpretazione vincolante per il giudice interno (Cass. Sez. Unite civ. del 27 novembre 2003 n. 1338,1339,1340, 1341).
Ma non solo. Il giudice italiano è chiamato a valutare il sistema normativo italiano alla luce dei principi stabiliti dalla CEDU, nel momento operativo della sua concreta ed effettiva applicazione, ovvero nel corso del giudizio (Cass. Sez. I pen., 12 maggio 1993) e non deve ignorare che le misure e le decisioni che egli adotta nell’ambito delle sue funzioni giurisdizionali possono configurare, se in quelle non abbia tenuto conto dei parametri convenzionali e della giurisprudenza della Corte di Strasburgo, una responsabilità internazionale dello Stato, per la quale egli deve assumere una precisa responsabilità.
Tale principi, ribaditi e fatti propri dal Tribunale di Siena, aprono le porte a possibili, e probabili, nuove azioni giudiziarie, ma soprattutto vanificano gli sforzi di coloro che ancora insistono a parlare di energia pulita e rinnovabile.

 

Quello che sosteniamo da anni, cioè che si tratta di energia inquinante e speculativa, pian piano trova riscontri anche nelle aule di giustizia.

Se ne facciano una ragione: ancora di più oggi denunciamo ad alta voce i danni e i rischi di queste scellerate scelte energetiche e chiediamo la moratoria generale di tutta le geotermia toscana, esistente e di progetto.

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P.S.: Vale la pena di ricordare come già in tema di “critica alla geotermia in Amiata”, già un anno fa, il 22 luglio 2015, l’ex Assessora Bramerini si prese una bella strigliata al Tribunale di Firenze, presso il Giudice di Pace per aver querelato -a spese della Regione…- altri attivisti di Sos Geotermia per aver “offeso la sua dignità e onorabilità”; il Giudice rilevava un difetto di legittimazione alla presentazione e quindi l’invalidità della querela dell’assessore, peraltro presentata utilizzando il patrocinio dell’avvocatura regionale costituita da ben due avvocati (quando il codice di procedura ne prevede solo uno), e quindi il venir meno della condizione di procedibilità, ragion per cui ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere per difetto di querela.
marchese-grillo-sordiMa non solo: il Pubblico Ministero, entrato direttamente nel merito della denuncia, accogliendo di fatto le tesi che la difesa aveva già esposto anche nei propri precedenti atti difensivi, ha affermato che “il fatto non costituisce reato, trattandosi di una critica, seppur accesa, non lesiva di interessi”. Ed ha aggiunto come la mail incriminata, con i suoi toni – seppur forti – rappresenti la “manifestazione di una opposta visione, critica, ma non lesiva della dignità altrui”, nemmeno di un personaggio pubblico, come l’assessore Bramerini, che per un fatto del genere ha addirittura “scomodato due avvocati della avvocatura regionale”.

Bene avrebbe fatto l’Enel e i suoi avvocati ad andarsi a cercare i precedenti, avrebbero evitato di buttare soldi di tutti noi visto che l’azionista è il Ministero dell’Economia e delle Finanze, di perdere la causa ed evitato l’ennesima figura di arroganti.


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Acquapendente 5 novembre 2016. Importante successo degli “stati generali” della geotermia -video-

 

20161105_nogesi-stati-generali-acquapendente_01CON UN SUCCESSO DI PUBBLICO E DI QUALITA’ DEI RELATORI I LAVORI DEGLI STATI GENERALI DELLA GEOTERMIA DI SABATO 5 NOVEMBRE SCORSO AD ACQUAPENDENTE SEGNANO IL PASSAGGIO DEFINITIVO DELLA VERTENZA CONTRO LA GEOTERMIA SPECULATIVA E INQUINANTE DALLA RETE NOGESI AI SINDACI DEL TERRITORIO ED AI CONSIGLI REGIONALI, ALMENO NELLE MARTORIATE REGIONI DEL CENTRO ITALIA.
CON INTERESSANTI SPUNTI OFFERTI DAL DIBATTITO VERSO LA CONTINUAZIONE DELLA VERTENZA LA MATTINATA SI E’ CHIUSA CON L’APPROVAZIONE DI UN ENNESIMO DOCUMENTO DI CONTRARIETA’ DEI SINDACI LAZIALI ED UMBRI ALLA SCELTA DI INSEDIARE NEL TERRITORIO DELL’ALFINA IMPIANTI INDUSTRIALI CONTRARI ALLE LINEE DI SVILUPPO GIA’ PROGRAMMATE NEL TERRITORIO.
IL POMERIGGIO AL CASTELLO DI PROCENO LA RETE NOGESI HA INDIVIDUATO I NUOVI IMPEGNI PROGRAMMATICI ED ORGANIZZATIVI PER LA CONTINUAZIONE DELLA VERTENZA SU SCALA NAZIONALE. NOMINATA NUOVA PORTAVOCE LA DR.SSA SOLANGE MANFREDI, IN SOSTITUZIONE -PER FINE MANDATO- DELL’ATTUALE PORTAVOCE VITTORIO FAGIOLI.

20161105_nogesi-stati-generali-acquapendente_06“E’ stata-come ha detto il prof. Roberto Minervini che ha coordinato i lavori della mattinata- l’iniziativa più importante per presenza di pubblico e per qualità degli interventi che sia mai stata prodotta sul tema; vengono con soddisfazione raccolti i frutti di un instancabile lavoro- anche istituzionale- che la Rete NOGESi ha portato avanti in questi anni”.
Dopo i saluti e la contrarietà dell’amministrazione di Acquapendente espressi dal sindaco Angelo Ghinassi, ed una breve introduzione del portavoce della Rete NOGESI Vittorio Fagioli, ha preso il via la sezione dei lavori che ha mostrato le caratterizzazioni legate alla geotermia di altre regioni quali la Toscana, Campania e Sardegna. Circa la vicenda Amiata il prof. Roberto Barocci ha esposto i primi risultati positivi espressi dalla magistratura nella vertenza che da anni i comitati toscani portano avanti contro gli inquinamenti ambientali e sanitari prodotti dalla centrali geotermiche di ENEL Green Power, che hanno consigliato il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo. 20161105_nogesi-stati-generali-acquapendente_03I cui elementi portanti sono stati esposti dalla dr.ssa Solange Manfredi. In merito ai previsti impianti pilota geotermici che alcune aziende vorrebbero realizzare nei vulcani campani (!) il dr. Giuseppe Mastrolorenzo-primo ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano-ha fornito elementi di elevata preoccupazione in merito ad effetti sismici che possono interessare l’area napoletana e l’isola di Ischia densamente abitate e senza adeguati piani di evacuazione. Ha terminato questa sezione la lettura da parte di Pierluigi Pacetti di una relazione dei geologi sardi dr.ssa Laura Cadeddu e dr. Giovanni Mandis sulla situazione della vertenza anti-geotermica in Sardegna.
20161105_nogesi-stati-generali-acquapendente_07Particolarmente apprezzata è stata poi la relazione dell’avv. Michele Greco del Foro di Grosseto che ha spaziato dalla normativa attuale relativa all’istituto delle autorizzazioni degli impianti pilota ed ordinari, alle modifiche recentemente introdotte dalla “legge Madia” (Norme per il riordino della disciplina in materia di conferenza di servizi) ai possibili effetti sull’iter autorizzatorio in caso malaugurato di vittoria del SI al referendum costituzionale.
Per gli interventi dai territori ha aperto il dibattito Giuseppe Mantellassi, presidente del Consorzio tutela del Morellino di Scansano, che ha espresso – in rappresentanza di ben 106 aziende vitivinicole – profonda preoccupazione nei confronti della geotermia per le conseguenze ambientali e di immagine negativa per l’intero settore. La salubrità ambientale, la sua certificazione, l’integrità del territorio, il paesaggio, la storia sono i pilastri di ogni produzione di eccellenza e ne determinano, ora più che mai, il successo e l’affermazione nei mercati globali. 20161105_nogesi-stati-generali-acquapendente_05E’ stata poi la volta del sindaco di Castel Giorgio Andrea Garbini che ha ribadito la sua netta opposizione al ventilato impianto pilota di Castel Giorgio e la necessità ormai che la Giunta Regionale dell’Umbria prenda posizione definitiva rispetto alla intesa recentemente richiesta dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE). Ha concluso questa sezione della conferenza il sindaco di Orvieto Giuseppe Germani, reduce nella stessa mattinata del convegno sul vino in svolgimento ad Orvieto, dicendo che appunto quella del vino, dei prodotti gastronomici e del turismo, è la direzione in cui deve andare l’Orvietano e non già verso imprese industriali come l’impianto di Castel Giorgio e anche di altre aziende che intendono speculare sull’altopiano dell’Alfina. Ha poi preannunciato che nei prossimi giorni verrà inviata, dal coordinamento dei sindaci del territorio, una urgente richiesta di incontro alla presidente Catiuscia Marini perché venga non concessa l’intesa al MISE per l’impianto di Castel Giorgio.
20161105_nogesi-stati-generali-acquapendente_02Si è aperta poi la fase dei pronunciamenti politici- importantissimi- dei due presidenti delle Commissioni Consiliari Ambiente e Territorio delle regioni Lazio ed Umbria. Enrico Panunzi ha ricordato come la regione Lazio, con la recente Risoluzione, si sia dotata di uno strumento efficace di moratoria nella realizzazione degli impianti geotermici a media ed alta entalpia finché la regione non emetterà la carta idrogeotermica regionale che identifichi le aree potenzialmente sfruttabili nelle quali, soprattutto applicando il principio di precauzione, non vengano adottate decisioni atte a permettere l’insediamento di impianti pilota che possano essere fonte di danno o pregiudizio alla popolazione residente e alle economie del territorio. Dal canto suo il presidente umbro Eros Brega ha ribadito la posizione del Consiglio regionale di sostegno alle istanze dei sindaci e dei territori, ribadendo come essa sia pesata nell’orientamento recente della giunta regionale secondo cui “la concessione dell’intesa non può prescindere da un accordo del MISE con gli enti locali”, accordo a cui il MISE non ha potuto dare seguito per la netta opposizione dei sindaci del territorio.

20161105_nogesi-stati-generali-acquapendente_04E’ stata quindi la volta dei due parlamentari invitati on. Adriano Zaccagnini e l’on. Alessandra Terrosi- sin dall’inizio in prima fila in questa vertenza – che hanno esplicitato la loro dura battaglia parlamentare sia nella fase della importante Risoluzione della Commissioni VIII (Ambiente) e X (Attività produttive) della Camera dei Deputati che impegna il Governo a “riformare” la normativa di riferimento della geotermia, che con iniziative di sindacato ispettivo. L’on. Terrosi ha preannunciato un imminente incontro con il Governo sulla materia.
20161105_img_testata-locandina_stati-generali-nogesiHa chiuso i lavori il sindaco Ghinassi presentando un nuovo documento di opposizione dei sindaci alla geotermia che sarà inviato al Governo (Ministeri MISE e MATTM), alle istanze parlamentari ed alle regioni Lazio ed Umbria. In cui si conferma il perché del netto NO politico delle amministrazioni all’insediamento sul nostro territorio di impianti che possano compromettere i delicati equilibri ambientali e paesaggistici che lo caratterizzano, e che si pongano in contrasto con la politica di sviluppo che il territorio sta portando avanti da decenni legata alla valorizzazione dell’ambiente, del paesaggio, dell’agricoltura, dell’enogastronomia, del suo immenso patrimonio storico, culturale ed archeologico. Non possiamo-conclude il documento- far convivere sistemi di sviluppo fra loro in antitesi, e sarebbe incoerente, quindi, autorizzare interventi contrari alla politica di sviluppo che da decenni il nostro territorio sta portando avanti.


TUTTI GLI INTERVENTI -VIDEO-
Ringraziamo Gabriele Pelliccia e RtuaTVOrvieto

PARTE 1a

PARTE 2a

PARTE 3a

Amiata, arsenico nell’acqua: dopo 4 anni sempre peggio

img-notiziaSindaci e Acquedotto del Fiora si assumano le proprie responsabilità sulla potabilità e rischi per la salute.

Quattro anni fa Sos Geotermia fece -a proprie spese- una serie di analisi a campione sulla presenza di arsenico e mercurio nell’acqua potabile dell’Amiata, versante grossetano.
Ne scaturì una pubblica denuncia che, è il caso di dire, smosse le acque placide e tranquille in cui si cullavano amministratori e gestori degli impianti, nonostante i precedenti allarmi sui rischi di inquinamento causati anche dalle attività delle centrali geotermiche.
Oggi un nuovo campionamento delle acque fatto dai cittadini -a loro spese- mostrerebbe una situazione senza dubbio peggiore rispetto al 2012, nonostante anche gli abbattitori di arsenico e la miscelazione delle acque di diverse sorgenti per ridurne le concentrazioni.
Quasi la totalità dei valori dell’arsenico sono superiori a 5 microgrammi/litro che è la soglia oltre la quale l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, e i medici dell’ISDE sconsigliano l’uso potabile per bambini, donne in gravidanza e persone “fragili” con patologie.
Ma, ancor peggio, in ben tre casi sembrerebbe superato addirittura il limite di legge di 10 microgrammi/litro, situazione che dovrebbe far scattare allarmi e divieti di potabilità che invece non ci sono stati, o ci sono sfuggiti.

Ci chiediamo: ma i sindaci, responsabili primi della salute pubblica, e i vertici dell’Acquedotto del Fiora hanno il polso della situazione e sono in grado di smentire questi dati pubblicando le analisi per tutte le sorgenti degli ultimi anni?
Nel caso fossero confermati gli sforamenti e comunque l’alto tenore di arsenico nell’acqua potabile, a parte le promesse da marinaio del’ex presidente dell’Acquedotto di anni fa che si impegnava per drastici abbattimenti, cosa intendono fare i sindaci e i vertici dell’Acquedotto del Fiora, prima di dimettersi?

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Di seguito il testo del volantino che stiamo distribuendo in Amiata e che potete scaricare in pdf:

Cosa beviamo? …4 anni dopo
Qualcuno controlla l’arsenico nell’acqua dell’Amiata?

Riceviamo notizia da un gruppo di cittadini che hanno effettuato in questi giorni le analisi dell’arsenico contenuto nell’acqua che viene distribuita nelle loro case di una situazione per niente rassicurante in merito alle concentrazioni di ARSENICO nell’ACQUA.

Ricordiamo che il limite di legge per le concentrazioni di arsenico è di 10 microgrammi/litro, mentre l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ed anche lAssociazione italiana medici per l’ambiente (ISDE) raccomandino che l’arsenico contenuto nell’acqua destinata al consumo umano deve essere tendente allo ZERO e che comunque bambini, donne in gravidanza e persone “fragili” con patologie dovrebbero evitare l’uso di acque con concentrazioni di arsenico superiori a 5 microgrammi/litro.

Questi i valori rilevati:

Analisi 2016
* valore oltre i limiti consigliati dall’OMS e ISDE (5 µg/L)
** valore oltre i limiti di legge (10 µg/L)

Località

Comune

Arsenico

Microgrammi/litro

Via di Montagna

Casteldelpiano

7,3 *

Via Pozzo stella

Casteldelpiano

6,8 *

Sorgente Montoto

Casteldelpiano

9,8 *

Paese

Montenero

4,7

Loc. Il Giunco

Arcidosso

10,2 **

Via del Fattorone

Casteldelpiano

10,1 **

Fonte davanti Venerio

Casteldelpiano

9,3 *

Cimitero

Montelaterone

8,3 *

Via della Montagna

Bagnore

8,9 *

San Lorenzo

Arcidosso

9,9 *

Pozzo. Privato Loc. il Giunco

Arcidosso

3,8

Fonte Murata

Casteldelpiano

6,6 *

Fonte del re

Casteldelpiano

7,8 *

Paese

Monticello

3,6

Fonte case Danti

Selva

1,7

Loc. Sasso del Corvo

Seggiano

10,8 **

Loc. Colle Vergari

Casteldelpiano

8,7 *

Casa Privata

Selva

0,9

Loc.Giardino Potentino

Seggiano

9,8 *

Piazza

S.Fiora

6,6 *


Nel 2012, come Sos Geotermia, effettuammo una ricognizione simile e confrontando i dati non possiamo fare altro che essere ancora più preoccupati. All’epoca infatti si registrarono solo due valori fuori norma, entrambi in sorgenti che comunque non alimentavano direttamente abitazioni. Oggi invece sembra invece dalle analisi dei cittadini che in ben tre zone abitate l’acqua distribuita dall’acquedotto supererebbe i limiti di legge di 10 microgrammi/litro.

Pare quindi che nel corso degli ultimi anni ci sia stato un progressivo inquinamento delle falde.
Confrontando i dati in comune con le località a delle nostre analisi del 2012 ecco che cosa possiamo ottenere:

tabella2-volantino

Casteldelpiano, Arcidosso, Seggiano avrebbero livelli di arsenico quasi ovunque superiori ai 6 microgrammi/litro Senza contare le sorprese che provengono dagli sforamenti del limite di legge emersi dalle analisi del 2016!!!

Quello che denunciavamo 4 anni fa è certamente peggiorato rendendo ancora più giusta la nostra richiesta di moratoria immediata di tutta la geotermia, esistente e di progetto, visto che -a quanto sembra e fino a prova contraria- sindaci e Acquedotto del Fiora non sembrano neanche in grado di rispettare almeno i limiti di legge, pur ricevendo milioni di euro per compensazioni ambientali e avendo realizzato gli abbattitori di arsenico che, ci chiediamo oggi, a cosa servono??

Invitiamo tutti i cittadini a inviarci segnalazioni in merito, anche per costruire una mappatura più efficace dell’arsenico nell’acqua!

Rimane inconcepibile che ancora una volta siano i singoli cittadini o i comitati a fare quello che per legge compete ai sindaci e al gestore Acquedotto del Fiora. Chiediamo quindi una immediata replica di questi soggetti con le analisi “ufficiali” che consentono l’uso potabile a norma di legge, le ragioni degli sforamenti possibili e se tali sforamenti si siano verificati anche in altre località. Nel caso venissero confermati questi dati auspichiamo che i responsabili ne traggano le dovute conseguenza, fatte salve altre e più gravi ipotesi.

Sos Geotermia, aderente alla Rete nazionale NoGESI


Leggilo su:

Contropiano.org

Il Cittadino online

StampToscana

Alétheia online

GoNews.it

MaremmaNews

QuiNewsAmiata.it

La Postilla


Aggiornamento 8 novembre 2016

Apprendiamo da Il Giunco.net che Acquedotto del Fiora avrebbe prontamente risposto al nostro comunicato, ovviamente tranquillizzando perchè tutto è “a norma di legge”, madamalamarchesa…

Entriamo nel merito:

“Per quanto riguarda le analisi effettuate privatamente dai cittadini, citate nella nota stampa, va sottolineato che non viene specificato se siano riferite ad acqua di rubinetto e, come è noto, Acquedotto del Fiora è responsabile dell’acqua distribuita fino al punto di consegna, ma non di quella all’interno della rete privata. Inoltre, non viene specificato né il metodo di analisi utilizzato per il parametro arsenico, né tantomeno come sia stato eseguito il campionamento e se il campione sia stato correttamente stabilizzato e conservato.”
Ovviamente il cittadino -che non è un tecnico- si atterrà alle istruzioni del laboratorio che in questi casi indica di utilizzare bottiglie d’acqua che vanno riempite e svuotate più volte con l’acqua che si vuole analizzare, per poi riempirle e consegnarle entro il più breve tempo possibile al laboratorio; ci dicono che il metodo usato dal laboratorio di Grosseto incaricato, per l’arsenico sia l’APAT CNR 3080A ed. 2003.
Ci sembra che pretendere di più da chi neanche dovrebbe preoccuparsi di tali analisi sia oltremodo scorretto, come anche la specifica che limita la responsabilità del gestore fino al punto di consegna e che potrebbe far pensare che ci possano essere accidentali inquinamenti da arsenico successivo o, peggio ancora, che qualcuno possa aver dolosamente aggiunto arsenico all’acqua: …beh, certamente, chi non ha in casa almeno una sacchetta di arsenico?

“Le analisi effettuate negli anni 2012-2016 sull’acqua distribuita in tali zone  (Arcidosso, Castel del Piano, Seggiano e Santa Fiora, ndr) evidenziano valori medi di arsenico abbondantemente entro il limite previsto dal decreto legislativo 31/2001, fissato a 10 microgrammi/litro: pertanto valori medi inferiori a 5 microgrammi/litro come citato nella nota stampa costituiscono un obiettivo non richiesto dalla normativa di riferimento.”
Intanto “valori medi” non significano niente, perchè se una sorgente ha un valore di 1 o 0 µg/L mentre un’altra di 9 µg/L, anche se il “valore medio è 4,5 µg/L, significa però che chi usa la prima è sicuro, ma chi usa la seconda no.
Tant’è che molti valori anche dei rilevamenti dello stesso gestore sono tra 5 e 10 µg/L alcuni prossimi al limite di legge, come anche rileva l’Arpat a marzo ’16, alla Sorgente Galleria Bassa di Santa Fiora con 9,6 µg/L e alla Galleria Alta 9,8 µg/L.
Sui limiti dell’arsenico è bene ribadire che: l’Arsenico è considerato cancerogeno di I° livelli, cioè non esiste una concentrazione considerata innocua, i limiti di legge sono per forza dovuti ad un “compromesso” per non provocare un blocco generalizzato nella distribuzione dell’acqua in un territorio, come quello italiano, di origine vulcanica. Ma questo però non può tranquillizzare chi dovrebbe comunque ridurre al minimo possibile i rischi, visto che le raccomandazioni dell’OMS e dell’ISDE non sono frutto delle fantasie dei comitati.
Si consideri che nella loro ricerca del 2004 Osvaldo Conio e Roberto Porro (L’arsenico nelle acque destinate al consumo umano) riportavano che in provincia di Grosseto le loro analisi davano valori oscillanti tra un minimo inferiore a 1 µg/L a un massimo di 4 µg/L. Cosa è successo in Amiata tra il 2004 e oggi??

“Dopo aver chiesto deroga in via cautelativa, il gestore ha realizzato gli impianti di abbattimento necessari a rispettare i nuovi limiti… …per un investimento di circa 2,5 milioni di euro”
In realtà le deroghe al limite dei 10 µg/L furono richieste perchè i valori erano di molto superiori ai limiti ammessi e tali deroghe furono chieste finchè i regolamento lo permettevano (per 3 periodi di tre anni dal 2001 al 2010) finchè non ne vennero più concesse. Tali deroghe, peraltro, imponevano alcune condizioni precise quali anche “l’eliminazione delle cause dell’inquinamento da arsenico”, “l’informazione della popolazione sui rischi” e “garanzia che ai neonati e ai bambini fino ai tre anni venisse garantita acqua nel rispetto dei limiti normativi”. Nulla di tutto ciò è successo in quei 9 anni di deroghe dove tutti, compresi i soggetti più deboli, hanno consumato acqua ben sopra i limiti di legge…
Rispetto agli abbattitori per “2,5 milioni di euro” che hanno comunque pagato i cittadini, viene da chiedersi a cosa servono se comunque non riusciamo a rimanere entro i 5 µg/L; a meno che ci siano problemi di funzionamento…