Archivio mensile:Marzo 2012
Don Marco: i dati che abbiamo non sono assolutamente sufficienti per andare avanti su questa strada
Qualche anno fa Don Marco di Seggiano, intervenuto sulla questione ambientale legata alla geotermia, venne ripreso dall’assessora Bramerini a cui rispose con questa significativa lettera.
Cara signora,
è difficile per me risponderle qualcosa, non tanto perché non sappia cosa dire, quanto perché mi sembrano diversi i piani della comunicazione. Il modo con cui ho portato avanti la cosa può essere discutibile, come tutte le azioni umane; può essere considerato una provocazione e forse lo è, come estremo tentativo.
Il problema è tecnico ma non solo e non primariamente almeno per me. Io stesso mi sono sempre trovato in difficoltà ad affrontare la cosa dal punto di vista tecnico. Conosco tutte le iniziative tecniche di cui mi ha scritto. Non sono solito bere quello che mi viene presentato senza verificarlo e anche se non sono un geologo non mi mancano gli strumenti per capire quello di cui si sta parlando (oltre alla passione giovanile per le scienze naturali e la geologia sono, o meglio ero, ingegnere meccanico specializzato in impianti di produzione di energia.)
Lei ha parlato di Comitato Tecnico per la geotermia sull’Amiata. Quando sono stati presentati i rischi idrogeologici per la TAV nel Mugello tutto è proseguito come nulla fosse e proseguirà in Val Susa (piccole punte di tanti iceberg sommersi). D’altronde se quello che è successo nel golfo del Messico non è stato capace di fermare le perforazioni in acque profonde, è da illusi pensare che possa cambiare qualcosa per un po’ di bacini acquiferi distrutti.
Io non dico: è così. Dico semplicemente che i dati che abbiamo non sono assolutamente sufficienti per andare avanti su questa strada. Continua a leggere
L’Amiata si scalda di nuovo. Come in un giallo?
di Mauro Chessa, geologo, pubblicato originariamente su ‘Il Geologo’ n. 72, notiziario dell’Ordine dei Geologi della Toscana, giugno 2008 e ripubblicato dalla Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio ne ‘La questione ambientale – La vertenza Toscana’ nel gennaio 2011
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Chi segue anche con poca passione le vicende geologiche della Toscana sa che l’Amiata è oggetto dell’attenzione degli studiosi e della preoccupazione di molti residenti.
La faccenda non è una bazzecola, come vedremo, e preme dire subito e senza ambiguità che quanto segue vuole essere null’altro che un quadro sintetico, privo dell’ambizione di aggiungere alcunché nel merito. Affinché tale condizione sia sempre presente al paziente lettore queste righe sono declinate sul piano narrativo, lontane dal rigore dell’esposizione scientifica ed anzi alleggerite dal vezzo di trattare la spinosa faccenda come se fosse un thriller poliziesco dove si contrappongono l’accusa, che vede aggirarsi un soggetto pericoloso e ne denuncia i misfatti, e la difesa, che afferma l’assenza dei motivi di allarme e legge diversamente gli indizi.
Andiamo subito alla sequenza che con la sua forza scenica ci da il leit motiv che muove la trama: nella riunione pubblica del 22 febbraio 2008 ad Arcidosso, con i piedi nella sagoma tracciata con il gesso (mi si passi, per dare sfondo all’azione), l’Assessore regionale Anna Rita Bramerini comunica di aver ricevuto una comunicazione da parte del Prof. Borgia dove si paventa la possibilità che – mantenendo l’attuale sfruttamento del campo geotermico da parte dell’ENEL e le conseguenti interferenze tra falda superficiale e sistema geotermico – si possono manifestare altri e più gravi fenomeni rispetto a quelli registrati dal ’92 (che vedremo di seguito); la falda superficiale infatti fungerebbe da ‘coperchio’ rispetto al sistema termale sottostante. Bramerini afferma che se la tesi di Borgia risultasse fondata si dovrebbe pensare, al fine di evitare l’esposizione della popolazione a seri rischi, di far evacuare l’Amiata!…
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Fermiamo la distruzione dei fiumi in America Latina. Incontro a Roma il 20 marzo 2012
Le multinazionali dell’idroelettrico, prima fra tutte l’italiana ENEL, stanno conducendo un’aggressiva battaglia per costruire centinaia di impianti idroelettrici in tutto il continente.
Dalla Patagonia cilena alle terre indigene del Guatemala, dalla Colombia all’Amazzonia, grazie ai meccanismi del protocollo di Kyoto oggi le multinazionali possono avere doppi guadagni dal settore idroelettrico. I risultati sono: distruzione degli ecosistemi, delle economie locali, violazioni dei diritti delle comunità indigene e contadine.
Come costruire una campagna di resistenza globale?
Il 20 marzo 2012, alle ore 17, a Roma, presso il CSOA Ex-Snia Viscosa in Via Prenestina 173, ne parliamo con:
Baltazar de la Cruz (Sindaco indigeno di San Felipe Chenlà – Guatemala)
Ivanei Maria Farina Dalla Costa e Iury Charles Paulino Bezerra (Movimentos dos antigidos por barragens)
Bruno Federico (Comitato Carlos Fonseca – in collegamento skype dalla Colombia)
partecipanti al viaggio di solidarietà nella Patagonia cilena (Patagonia senza dighe)
Modera Enzo Vitalesta (Forum Italiano Movimenti per l’acqua)
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Maremma avvelenata. Storie di ordinaria corruzione politica, abusi e omissioni in Toscana
Roberto Barocci prepara un libro sulla devastazione del territorio e non solo.
Per gentile concessione dell’autore pubblichiamo uno stralcio che si occupa in particolare della questione Arsenico nell’Acqua.
Il Parlamento italiano e la Regione Toscana non hanno la volontà di difendere la salute dei cittadini a danno di interessi economici di poche società private. La conseguenza è quella registrata dall’Oncologa dott.ssa Patrizia Gentilini dell’ISDE Italia, che ha lanciato la campagna a difesa del latte materno e così commenta i dati circa il crollo della aspettativa di vita in salute, registrato in Italia dalla Commissione Europea per la Salute135: “E’ chiaro a tutti che nel nostro paese, a partire dal 2003 vi è un crollo dell’aspettativa di vita in salute, crollo che è ancora più repentino nelle donne che non nei maschi: la vita continua ad allungarsi ma la vita in salute si accorcia drasticamente come, tra l’altro non aveva mai fatto prima…è sotto gli occhi di tutti che, se da un lato diminuisce l’incidenza di alcuni tipi di tumore (specie quelli correlati al tabagismo…) dall’altro ci si ammala sempre di più per i tumori alla prostata, testicolo, mammella, tiroide, linfomi. melanoma, pancreas, fegato… e sopratutto si ammalano sempre più giovani e giovanissimi…E’ davvero sensato puntare tutta l’attenzione sulla ricerca di nuovi farmaci, senza di fatto mai puntare l’attenzione sulle cause di queste malattie, evitando tra l’altro di fornire ai cittadini informazioni scientifiche corrette, chiare, complete e dettagliate sui tanti agenti cancerogeni presenti nel nostro habitat?”.
Questa mancanza di informazioni sulla qualità dell’ambiente e i ritardi sulle bonifiche da realizzare, ci riporta all’Arsenico presente in Toscana in tante falde idriche e anche nelle acque potabili. Continua a leggere
DIRITTO AD UN ACQUA DI QUALITÀ, DIRITTO ALLA SALUTE
Comunicato stampa del Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua del 26 gennaio 2012
Il Tar condanna due ministeri per la presenza di arsenico nell’acqua Forum per l’acqua: «Ci batteremo per un’acqua di qualità a un giusto costo»
Il Forum toscano dei movimenti per l’acqua ha accolto con soddisfazione la sentenza del TAR Lazio che condanna i Ministeri dell’Ambiente e della Salute al risarcimento del danno non patrimoniale, derivante dalla lesione del diritto costituzionale alla salute, per l’assunzione di acqua con eccessiva presenza di arsenico, affermando così il primato che va dato alla salute nelle scelte delle pubbliche amministrazioni. Dice la Sentenza del TAR: “Secondo la letteratura scientifica richiamata dalla decisione della Commissione europea del 28 ottobre 2010, allegata dai ricorrenti in atti e non contraddetta dalle Amministrazioni resistenti, l’arsenico è uno degli elementi più tossici che esistono al mondo.” Per questo la legge fissa il limite massimo a 10 ug/l.
Anche in Toscana dal 2001 al 2009 si è bevuta acqua all’arsenico, in deroga, anche fino a 50 ug/l, specie nei comuni del grossetano, del senese, dell’Elba e della Val di Cornia. Continua a leggere
LA TOSCANA SI FA BELLA CON LA GEOTERMIA
Riportiamo questo interessante intervento che risulta ancora attuale, di Maurizio Marchi del 16 Febbraio 2011 sul sito http://medicinademocraticalivorno.it di MEDICINA DEMOCRATICA Sezione di Livorno e della Val di Cecina
La Toscana si fa bella con la geotermia, abusivamente
“Presentato lo studio epidemiologico condotto da Ars sui 16 Comuni interessati. Nelle aree geotermiche una buona qualità della vita. L’assessore Bramerini: «Il quadro sanitario conferma il trend regionale»
«Lo studio dell’Ars – sottolinea l’assessore Bramerini -, poderoso e importante perché uno dei primi completi che valutano la situazione sanitaria nelle aree geotermiche, evidenzia dati di salute rassicuranti …” (Dal sito della Regione Toscana, fine novembre 2010)
Vedremo più avanti quanto sono rassicuranti. Continua a leggere
Geotermia. “L’Amiata merita qualsiasi nostro sforzo”
Riportiamo l’articolo di Carlo Carlucci pubblicato su Il Cambiamento 20 febbraio 2012
“Accettiamo la sfida, l’Amiata, la montagna sacra, ora così terribilmente violata, merita qualsiasi nostro sforzo”. Lo sfruttamento geotermico dell’Amiata, montagna dei corsi d’acqua sacra per gli etruschi, è stato così poco accorto all’ambiente da aver determinato l’inquinamento per arsenico delle risorse idriche. Carlo Carlucci, attivista amiatino, continua a raccontarci come.
Il Mons ad meata, la montagna dei corsi d’acqua, il monte sacro per gli etruschi, sacro per i suoi boschi e soprattutto per l’acqua, l’Amiata, insomma, non c’è più. Cioè i suoi poderosi contrafforti sono sempre maestosamente visibili, ma l’acqua oltre ad essere dimezzata è tutta arsenicata. Dopo averla fatta bere con arsenico alle stelle è intervenuta la Comunità europea che ha detto “guai se si supera la soglia 10 dell’OMS”. Continua a leggere
Geotermia sull’Amiata: sono differenti le letture del problema, quella degli amministratori e quella dei comitati. Lo racconta Carlo Carlucci, che torna a parlarci delle centrali geotermiche dell’Enel sul Monte Amiata
Riportiamo l’articolo pubblicato su InformareXresistere l’11 gennaio 2012
Il Corriere dell’Amiata dedica ampio spazio alla geotermia amiatina. E naturalmente sono due le letture del problema: quelle degli amministratori e quella dei comitati.
Tiberi – coordinatore del Pd dell’Amiata Grossetano, persona garbata e dialettica – dice che l’acqua, in seguito alle piogge sta ritornando, quindi ‘no problem’. Qualche ritocco si richiede per le emissioni non normate e sotto il profilo della salute “vi sono valori soddisfacenti al di sopra della media regionale”. Per cui tutto o quasi è (sembrerebbe) sotto controllo.
Dal canto suo, la Regione continua a far pressione sul governo perché regolarizzi le emissioni non normate, l’Enel ha presentato le cosiddette integrazioni volontarie nelle quali sperimenterebbe altri filtri per ridurre i veleni, etc. Insomma, questo il quadro di positiva realtà e di positive speranze sul versante amministratori. Sulla lettura data dai comitati antitetica a quella degli amministratori penso sia inutile dilungarsi. Si tratta del solito insolubile confronto.
Proviamo dunque a ragionare un attimo di questa risorsa al di fuori della contrapposizione ambientalisti/amministratori e relative retoriche. Continua a leggere
Arsenico nell’acqua, filtri e altre gabelle
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del Comitato Acqua Bene Comune di Grosseto che ci riguarda da vicino:
In merito all’articolo a firma Lina Senserini, comparso l’8 marzo 2012 sul sito 0564News, in cui la Asl 9 metteva in guardia dalle telefonate di persone che, spacciandosi per tecnici Asl, si offrivano di effettuare misurazioni della qualità dell’acqua, vogliamo segnalare che molte famiglie del grossetano sanno ormai , per esperienza vissuta, che si tratta in realtà di venditori di sistemi di filtraggio dell’acqua per uso domestico. Questi “esperti”, pur non effettuando alcuna analisi effettiva, si limitano a descrivere quello che alla Asl 9 sanno sicuramente, che cioè, dai rubinetti dell’Acquedotto del Fiora sgorga un acqua con livello di arsenico perennemente prossimo ai limiti di legge (di 10 ppm). Dati che sono nella norma, anche se l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) di questo cancerogeno di prima categoria ha più volte esortato le autorità nazionali a cercare di perseguire valori inferiori a 10 e l’EPA, l’Ente pubblico di tutela ambientale in USA, indica il valore tendenziale pari allo zero, dal momento che non si esclude un accumulo dell’arsenico nell’organismo, anche in concentrazioni molto inferiori a tali limiti di legge, con effetti cancerogeni. Continua a leggere