Fermiamo la distruzione dei fiumi in America Latina. Incontro a Roma il 20 marzo 2012

Le multinazionali dell’idroelettrico, prima fra tutte l’italiana ENEL, stanno conducendo un’aggressiva battaglia per costruire centinaia di impianti idroelettrici in tutto il continente.
Dalla Patagonia cilena alle terre indigene del Guatemala, dalla Colombia all’Amazzonia, grazie ai meccanismi del protocollo di Kyoto oggi le multinazionali possono avere doppi guadagni dal settore idroelettrico. I risultati sono: distruzione degli ecosistemi, delle economie locali, violazioni dei diritti delle comunità indigene e contadine.
Come costruire una campagna di resistenza globale?

Il 20 marzo 2012, alle ore 17, a Roma, presso il CSOA Ex-Snia Viscosa in Via Prenestina 173, ne parliamo con:
Baltazar de la Cruz (Sindaco indigeno di San Felipe Chenlà – Guatemala)
Ivanei Maria Farina Dalla Costa e Iury Charles Paulino Bezerra (Movimentos dos antigidos por barragens)
Bruno Federico (Comitato Carlos Fonseca – in collegamento skype dalla Colombia)
partecipanti al viaggio di solidarietà nella Patagonia cilena (Patagonia senza dighe)
Modera Enzo Vitalesta (Forum Italiano Movimenti per l’acqua)

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DOCUMENTO PER L’INIZIATIVA TENUTA A ROMA IL 2 MARZO 2012

CONTRO LA DEVASTAZIONE AMBIENTALE E SOCIALE CHE L’ENEL ESPORTA IN GIRO PER IL MONDO

L’Enel oggi è una multinazionale dell’energia di primo livello per quanto riguarda i profitti, ma di ultimo per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani.
In Guatemala, Cile, Colombia sta portando avanti progetti disastrosi contro i quali lottano le popolazioni locali, spesso represse da governi autoritari su ordine della stessa Enel.
Ma cosa ci fa la vecchia impresa pubblica italiana in Sud America?
Nel 2008 L’ENEL Acquista la Società Spagnola ENDESA. Da quel momento continente SUDAMERICANO diventa di grande interesse per la società italiana, grazie alle enormi risorse naturali da SACCHEGGIARE.
Infatti delle dighe che l’Enel vuole costruire in Guatemala, Cile, Colombia
, nessuna serve a produrre elettricità per la popolazione residente, ma a soddisfare l’enorme richiesta di elettricità delle miniere dove altre imprese straniere saccheggiano le ricchezze di questi paesi indipendenti solo di nome e affamati dai loro Governi.
In Guatemala la diga di Palo Viejo (da 84 MW, costo 135 mln)
verrà completata alla fine di marzo. La popolazione locale, gli indigeni del popolo Ixil, non hanno accesso all’energia elettrica e, visto che la costruzione della diga non può essere ormai impedita, chiedono che almeno possano usare il 20% dell’elettricità prodotta. Durante le proteste e i blocchi stradali che gli indigeni hanno organizzato negli ultimi due anni l’Enel non ha esitato a chiedere l’intervento del governo che ha inviato nella regione centinaia di militari con intimidazioni e violenze. Due giovani sono morti dopo essere stati investiti dai camion dell’impresa costruttrice della diga.
In PATAGONIA – CILE – dove verranno costruite 5 Dighe
tutto il Paese è insorto contro la devastazione portata da questo progetto. Infatti, visto che le dighe verranno costruite a 2.300 km dalle miniere di rame che si trovano nel nord del Paese, ai danni causati dalle centrali idroelettriche si sommeranno quelli di una gigantesca linea di trasmissione ad alta tensione che attraverserà tutto il Cile, con 6000 torri elettriche di 70 m. Nonostante le imponenti manifestazioni (l’ultima settimana scorsa) e le irregolarità commesse nello studio di impatto ambientale, che hanno bloccato i lavori per qualche mese, il Governo e Enel-Endesa continuano a portare avanti un progetto scritto durante la dittatura di Pinochet.
In Colombia – sul RIO MAGDALENA – la diga dell’Enel viene costruita da Impregilo, multinazionale italiana specializzata in opere devastanti come la Tav in Val di Susa di cui è responsabile per il 75%. Verrà inondata una regione agricola altamente produttiva, è stato dimostrato da uno studio tecnico che la diga causerà la perdita, nei primi 50 anni di attività, di 480 mln  mentre ne produrrà 135.
Perché allora viene costruita? Non per portare lo sviluppo, ma per portare soldi nelle casse dell’Enel, dello Stato colombiano e delle imprese che sfruttano le vicini miniere di oro. A loro dei contadini che perderanno casa e lavoro non importa niente. Questi ultimi si sono organizzati per bloccare i lavori e hanno circondato il cantiere e la zona del fiume per impedire di deviarlo, sono stati sgomberati violentemente dagli squadroni antisommossa colombiani due settimane fa, e ora sono di nuovo in pericolo visto che la deviazione del fiume è prevista per il 6 marzo.
FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VOCE CONTRO QUESTI DELINQUENTI PRONTI A SACRIFICARE LA VITA DI MIGLIAIA DI PERSONE PER DECENNI SOLO PER AUMENTARE I LORO MILIONI DI EURO!
ENEL GIÙ LE MANI DA GUATEMALA, CILE, COLOMBIA

Rete Italiana di Solidarietà con la Colombia, CRMB – Comitato Riformiamo la Banca Mondiale, Spazio Sociale EX-51 – Valle Aurelia, Confederazione Cobas, Comitato Carlos Fonseca, A SUD, Associazione Italia – Nicaragua/Roma – SUTTVUES, Ass. Amicizia Italia Mapuche

PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
GUATEMALA :
http://www.cdca.it/spip.php?article55
COLOMBIA : 
http://comitatocarlosfonseca.noblogs.org/
PATAGONIA – CILE :
http://www.patagoniasenzadighe.org