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Lettera aperta a Carlo Petrini e Slow Food

slow_food_trivellaAbbiamo sempre seguito con interesse le Sue battaglie per la valorizzazione del buon cibo, sano, pulito e dei piccoli produttori di qualità contro la grande industria agroalimentare, e, più in generale, dell’ambiente naturale ed agricolo del nostro Paese.
Può capire la sorpresa nel vedere Lei e la Sua organizzazione associata a chi tenta di spacciare la geotermia toscana come rinnovabile e pulita; ci riferiamo alla ‘alleanza’ con CoSviG
(il Consorzio Sviluppo Geotermia, leggi qui e qui).

Non vogliamo far torto alla Sua intelligenza, ma ci sembra che la sacrosanta battaglia per valorizzare la produzione di qualità della Toscana non possa prescindere da una parallela uscita di scena della geotermia nei termini in cui Enel la pratica nella nostra regione, ed in particolare sul monte Amiata.

La nostra contrarietà a classificare la geotermia genericamente pulita e rinnovabile, nasce dalle evidenze scientifiche che, si badi bene, gli stessi enti preposti e studiosi di chiara fama hanno evidenziato. Non siamo quindi tra quelli che ‘basta che non sia nel mio giardino’, ma dopo oltre 50 anni di geotermia in Amiata, sia per la struttura geologica che per le tecnologie usate, possiamo affermare che la nostra geotermia non è né pulita, né rinnovabile, né sicura.

Non potendo approfondire in questa sede tutte le problematiche della geotermia in Amiata, Le evidenziamo solo alcuni tra gli aspetti più gravi con cui dobbiamo fare i conti:

  • INQUINAMENTO E RIDUZIONE DELL’ACQUA. Il monte Amiata è uno dei bacini idropotabili più grandi del centro-Italia e serve 3 province (Siena, Grosseto e Viterbo). Le misurazioni e le stime ci dicono che, a causa della connessione fra il bacino freatico e quello geotermico sottostante, la falda si è abbassata di circa 200 metri -rispetto agli anni ’70- e continua a scendere di 1 metro al mese (la quantità persa è equiparabile all’intero lago di Bolsena). In più,i dati dimostrano l’aumento continuo della concentrazione di arsenico tanto che per ben 3 volte si è ricorsi alle ‘deroghe’ europee, somministrando ai cittadini acqua ‘avvelenata’ ed oggi, solo grazie agli abbattitori, si riesce a rientrare appena nel limite di legge di 10 μg/l che, come Lei saprà, è comunque un limite di compromesso essendo l’arsenico cancerogeno di classe I° per il quale non esiste quantità innocua (come l’amianto, per capirsi) e l’OMS auspica il livello ‘zero’.
  • INQUINAMENTO DELL’ARIA. Le centrali amiatine ad alta entalpia utilizzano una tecnologia vecchia (e vietata nei paesi ‘civili’) con emissioni nell’aria che risultano anche più gravi delle centrali tradizionali a gas e combustibile fossile. Solo per darLe qualche numero, una sola centrale, denominata Bagnore 3, nonostante i filtri, che comunque agiscono solo sul mercurio e l’acido solfidrico, emette ogni anno (dati Arpat): 213.600 tonnellate di CO2, 1.037 tonnellate di Acido Solfidrico, 6.910 tonnellate di Metano, 4.111 tonnellate di Ammoniaca, 1.236 kg di Acido Borico, 96 kg di Mercurio, più di 9 kg di arsenico, più altre sostanze tossiche.
    Se teniamo conto che questa è una centrale da 20 MW e la rapportiamo alla potenza che avremo a breve, dopo le autorizzazioni regionali, per un totale di 120 MW, può ben immaginare le proporzioni.
  • SALUTE. I dati dello studio epidemiologico dell’Ars Toscana ci dicono che nell’area geotermica del monte Amiata abbiamo avuto 171 morti in più di quelli ‘attesi’ statisticamente dal 2001 al 2006 e attualmente continua lo stillicidio di 2 morti in più al mese, oltre ad un aumento, anch’esso ‘statisticamente significativo’, di altre gravi patologie.

Queste informazioni, che provengono da fonti ‘ufficiali’, non vengono smentite –come potrebbero?– ma vengono nascoste o ne vengono date giustificazioni false e, a volte, bizzarre.
Nel caso della riduzione dell’acqua si è sostenuto che dipendeva dalla scarsità di precipitazioni, questo finché la stessa Regione, attraverso lo studio Mobidic del 2011 –pubblicato inspiegabilmente dopo un anno-, ha dovuto prendere atto che non esistono le variazioni addotte, ma, anzi, negli ultimi anni si rileva un aumento delle precipitazioni. Ma non solo. È proprio lo studio commissionato dalla regione Toscana (Mobidic) a affermare che sulle oscillazioni nelle portate misurate alle sorgenti principali potrebbe giocare un ruolo importante anche una fluttuazione della pressione inferiore (vapore geotermico), “tenuto anche conto del particolare contesto geologico del monte Amiata”.
Per le morti e le malattie l’Ars ha da subito ‘suggerito’ –usando il condizionale– che non dovrebbero essere causate dall’attività geotermica, ma forse –sempre al condizionale– potrebbero dipendere dagli ‘stili di vita’ delle popolazioni locali; queste ‘supposizioni’ sono diventate il cavallo di battaglia delle amministrazioni pubbliche che, usando peraltro soldi dei cittadini, hanno avviato studi specifici sul fumo, sull’alcool e, buona ultima, sulle malattie veneree; anche qui, come per l’acqua, si sono smentiti da soli, infatti in uno studio di uno dei ricercatori dell’Ars stessa sugli stili di vita, lo scorso anno, ha certificato che non ci sono differenze tra gli stili di vita delle popolazioni amiatine rispetto a quelle dei territori limitrofi. Quindi?

Noi non vogliamo attribuire tutti i mali del mondo alla geotermia, ma senz’altro sul monte Amiata l’attività delle centrali Enel è quantomeno concausa dei problemi evidenziati, tanto più che esistono altri sistemi, detti a bassa entalpia, che possono essere sfruttati per produrre l’energia necessaria a sviluppare il nostro territorio e rilanciare un’economia basata proprio sulle produzioni locali tipiche e di alta qualità e sul turismo, nel rispetto e compatibilmente con le caratteristiche ambientali dell’Amiata.

Ma, temiamo, non è questo quello che vogliono fare di questo territorio se, come dall’ultima delibera di giunta regionale Toscana, si include questa area –assieme alla storica di Larderello/Pomarance– nel ‘polo geotermico toscano’ dove incentivare ancora di più l’alta e media entalpia, aprendo anche ad altri gestori, e la sperimentazione di nuovi sistemi (biomasse, inceneritori o termovalorizzatori e chissà cos’altro…).
Per la nostra acqua, la cui purezza era decantata da tempi immemorabili, ci sembra che si sia abbandonata l’idea di recuperarla, tanto che sono in progetto numerosi dissalatori: arriveremo forse all’assurdo che l’acqua dal mare andrà alla montagna?

L’impressione che si ha è che si vogliano sacrificare queste due aree (Amiata e Larderelllo) al solo sfruttamento energetico, quantificandone anche il costo in “43.000 abitanti in 16 comuni, solo 1,2% del territorio”.

I dati e le informazioni più dettagliate può reperirle sui siti istituzionali o sul nostro sito: https://sosgeotermia.noblogs.org/

Ovviamente noi non siamo d’accordo con l’abbandono del monte Amiata allo sfruttamento geotermico e per questo ci rivolgiamo anche a Lei affinchè assuma una posizione coerente con i principi che sono alla base dello Slow Food e che condividiamo nella misura in cui non vengono poi contraddetti nella pratica.

Siamo disponibili per qualsiasi chiarimento in merito e saremmo felici di poter condividere con Lei e la sua associazione la battaglia per la valorizzazione dell’ambiente e della produzione locale.

Monte Amiata, 16 febbraio 2013

ps. giusto oggi su TGR Ambiente Italia è andato in onda un servizio sulla geotermia amiatina (a cui abbiamo partecipato) al termine del quale Piero Sardo di Slow Food Biodiversità ci sembrava alquanto critico sulla questione, in controtendenza rispetto alle altre vs. iniziative con CoSviG. Speriamo bene.
Scarica la lettera aperta in .pdf

Le posizioni sulla Geotermia di SOS Geotermia

Il logo del CoordinamentoIl 3 febbraio 2013 la Rete dei comitati di Asor Rosa si riunisce a Firenze; uno dei temi principali in discussione è la questione Geotermia in Amiata. Pur non invitato, il coordinamento SOS Geotermia vuole dare un contributo chiarificatore sulla questione, in coerenza con quanto andiamo sostenendo da sempre e ribadito nel nostro Manifesto.
Riportiamo di seguito il documento che può anche essere letto e scaricato, impaginato in formato pdf

 

Per SOS Geotermia è un fatto importante che la Rete dei Comitati di Asor Rosa abbia posto il tema della Geotermia al centro della propria iniziativa con un documento specifico, che riprende alcuni problemi da noi denunciati da anni. Su molti punti siamo d’accordo con le analisi fatte dalla Rete dei Comitati, altri non ci trovano concordi e riteniamo utile e necessario un confronto a tutto campo che consenta di chiarire questioni di merito e di metodo sia sulla geotermia che più in generale sulle tematiche ambientali.

A differenza di quello che si è cercato di nascondere per anni, fornendo una scarsa e cattiva informazione, le attuali coltivazioni geotermiche in Toscana producono un pesante impatto ambientale, che varia da un territorio ad un altro a seconda delle sostanze inquinanti contenute nei fluidi presenti nel sottosuolo: non possono pertanto essere attribuite all’attività geotermica valutazioni univoche, né è possibile generalizzare quando si parla di sostenibilità e rinnovabilità di questa fonte energetica.

Sull’Amiata la quantità di inquinanti è di gran lunga superiore rispetto all’area di Larderello, pertanto criticità e pericoli risultano maggiori e stanno già compromettendo quelle che da sempre sono state le vere risorse di questa montagna: acqua, aria e ambiente.

L’estrazione del vapore sta depauperando l’acquifero dell’Amiata, il più importante della Toscana: i piezometri installati in vari punti della zona di ricarica dell’acquifero indicano che la superficie della falda si sta abbassando di un metro al mese senza che ci sia alcuna iniziativa da parte delle autorità preposte.

Nessuno degli studi redatti su incarico della Regione ha smentito i collegamenti esistenti tra i due acquiferi, quello superficiale e quello geotermico, collegamenti dovuti ai camini vulcanici e alla presenza di fratture e faglie vulcano-tettoniche che gli stessi geologi di ENEL avevano segnalato nei loro studi redatti nel 1970.

Anche la qualità delle acque in questi anni è stata compromessa per la presenza di arsenico che in alcune sorgenti ha superato il limite di legge tanto che, per renderla potabile, vengono praticate operazioni di miscelamento con altre acque ed in alcuni casi sono stati installati abbattitori di questo pericoloso inquinante.

Questa modalità di sfruttamento geotermico non produce energia pulita, e neppure rinnovabile; non si può più raccontare la favola sentita per tanti anni, minimizzando i problemi e le criticità, anche in considerazione del fatto che la geotermia è stata esclusa dal dover rispettare le norme concernenti la riduzione dei gas ad effetto serra.

In realtà le centrali dell’Amiata producono una quantità di anidride carbonica per unità di energia prodotta ben superiore a quelle alimentate ad olio combustibile (852 t/Gwh rispetto a 700 t/Gwh), oltre a diverse tonnellate al giorno di metano ed altri inquinanti ben più pericolosi, quali mercurio, arsenico, acido solfidrico, ammoniaca, acido borico, alcuni dei quali “con caratteristiche tossicologiche ed ecotossicologiche rilevanti” secondo la definizione di ARPAT..

La geotermia, dopo l’agricoltura, che è ampiamente diffusa in Toscana, rappresenta a livello regionale la seconda fonte di produzione di ammoniaca, sostanza precursore, insieme all’acido solfidrico, alla formazione del PM10 secondario che incide pesantemente sulla qualità dell’aria. “Ai fini del rispetto dei valori limite della qualità dell’aria nel territorio regionale, in particolare per il PM10, (e in seguito alla direttiva 2008/50/CE anche per il PM25), la Regione deve ridurre le emissioni dei precursori del PM10 secondario”. Questo è quanto scritto nella DGRT n.344/2010 relativa all’approvazione dei criteri direttivi per il contenimento delle emissioni in atmosfera delle centrali geotermoelettriche.

Il limite di emissione annua di ammoniaca è stato fissato anche a livello nazionale, al fine di tutelare l’ambiente e la salute umana dagli effetti nocivi causati dall’acidificazione e dalla eutrofizzazione del suolo.

La centrale di Bagnore 3, sulla base dei valori rilevati da ARPAT negli anni 2002-2012, ha prodotto in media oltre 3 t. al giorno (Kg. 3.319) di ammoniaca, con punte che nel 2005 hanno addirittura raggiunto le 13 t. (Kg. 13.125). Se teniamo presente che le emissioni totali stimate nel 2007 e dichiarate dalla stessa Regione oscillano tra 4000 e 6500 tonnellate all’anno, possiamo ritenere che la centrale di Bagnore 3 (20 MW) rappresenti la maggiore fonte inquinante di ammoniaca a livello regionale. La DGRT 344/2010 prevede quale valore limite dell’ammoniaca 2 kg./h, ossia 48 kg. al giorno, indipendentemente dalla potenza della centrale, valore di gran lunga non rispettato né da Bagnore 3, né dalla prevista centrale Bagnore 4.

Questi sono i fatti che da anni i comitati ambientalisti dell’Amiata denunciano, sulla base di dati ARPAT, che comunque tiene sempre a precisare nelle sue note che “non valida i dati degli autocontrolli di ENEL GP, ma effettua proprie analisi”.

Le autorità preposte alla tutela dell’ambiente sono ben consapevoli di questo pesante inquinamento e della grave situazione sanitaria presente sull’Amiata, emersa anche dall’Indagine Epidemiologia a cura dell’Agenzia Regionale di Sanità.

Le emissioni di sostanze particolarmente pericolose, quali il mercurio e l’ammoniaca, sommandosi all’arsenico, all’acido solfidrico, alle emissioni naturali e a quelle di precedenti attività minero-metallurgiche, già conosciute, producono criticità e pericoli maggiori rispetto all’area geotermica tradizionale.

In Amiata si registra negli uomini un eccesso di mortalità statisticamente significativo del +13%, sia rispetto ai comuni limitrofi, scelti per gli stessi caratteri socio economici, sia rispetto al resto della regione.

Sono state individuate ben 54 relazioni, statisticamente significative, tra incrementi di malattie mortali e concentrazioni crescenti di diversi inquinanti, presenti in Amiata e prodotti anche dalle centrali geotermiche.

Nonostante ciò, il quadro epidemiologico è stato giudicato “rassicurante” dalla Giunta della Regione Toscana e gli eccessi di mortalità sono stati attribuiti agli stili di vita degli amiatini: tuttavia un recente studio di un ricercatore della stessa ARS ha smentito questa tesi.

Essendo riconosciuta, nei comuni geotermici, come vera la relazione tra l’aumento notevole di mortalità e le concentrazioni crescenti di Arsenico, Mercurio, acido solfidrico, ecc., ed essendo ritenuta ancora come vera l’esistenza di emissioni significative di Arsenico, Mercurio, acido solfidrico, ecc. dalle centrali geotermiche dell’Amiata, per la legge transitiva della Logica, è vera anche la conclusione: che l’incremento delle malattie e mortalità sull’Amiata è dovuta anche alle emissioni delle centrali geotermiche. Da Aristotele in poi, nel mondo, questa è una legge, non riconosciuta soltanto dalla Giunta regionale Toscana.

A fronte di questi evidenti e gravi problemi, non sono state date risposte chiare e certe, quelle risposte tra l’altro previste dall’Accordo Volontario attuativo del Protocollo d’Intesa sottoscritto nel 2009 tra ENEL e Regione Toscana, dove è scritto: …”La previsione di sviluppo dell’attività geotermica in queste aree, pertanto, resta subordinata alla verifica, sul piano scientifico, delle condizioni di assoluta salubrità della coltivazione geotermica”.

Pur in assenza di tali condizioni dichiarate, hanno già avuto inizio gli interventi previsti dal piano di riassetto dell’area di Piancastagnaio, che comportano un aumento dell’energia prodotta dalle attuali 47 MW. a 60 MW., ed è stata anche rilasciata l’autorizzazione unica per la costruzione di Bagnore 4 (40MW), la centrale più grande dell’Amiata, prevista nell’area geotermica più inquinante, al centro di un’area a massima pericolosità di frana ed in una zona ad alto grado di sismicità. Il tutto supportato da decine di prescrizioni che prevedono interventi di monitoraggio a tutto campo, ma a cose fatte, senza applicare il principio di precauzione, senza aver fatto un attento esame sul piano scientifico sulle tecnologie impiegate da ENEL e non più utilizzate in gran parte del mondo, dove da tempo vengono praticate tecnologie a ciclo chiuso che prevedono la completa re-iniezione nella stessa falda geotermica dei fluidi estratti, dando così credito al fatto che quelle proposte da ENEL siano le migliori tecniche al momento disponibili.

E’ quindi evidente la responsabilità della Regione Toscana e l’accondiscendenza delle amministrazioni locali, allettate dalle “compensazioni ambientali” corrisposte da ENEL, nel voler sviluppare e tutti i costi una attività di sfruttamento che porterà all’esaurimento delle risorse di questo territorio, compromettendo qualsiasi prospettiva di sviluppo di altri settori economici, in particolare il turismo, l’agricoltura, le produzioni di qualità, come pure il patrimonio edilizio e le attività del settore.

Dopo anni di inutili appelli al dialogo e alla ragionevolezza, oggi i Comitati e S.O.S. Geotermia, sostenuti anche da Associazioni Ambientaliste a livello nazionale (WWF Italia, Italia Nostra e Forum Ambientalista), stanno portando avanti azioni legali nei confronti dei provvedimenti emanati dalla Regione Toscana, azioni che continueranno anche in seguito, e che già stanno trovando sempre più sostegno tra la popolazione.

Gli sviluppi di questa vicenda hanno dimostrato l’assenza della volontà di ricercare soluzioni condivise e l’impossibilità di un vero confronto democratico tra cittadini e istituzioni, dal momento che sono stati anteposti gli interessi economici ai diritti della collettività.

Siamo convinti che l’unico modo per salvare il monte Amiata sia il blocco della costruzione di nuove centrali e la “moratoria” su quelle esistenti per aprire una discussione a tutto campo sul futuro di questo territorio e sulle attività compatibili con esso, senza deroga alcuna sul principio della salvaguardia della salute e dell’ambiente.

In questo ambito un ruolo importante lo può avere la valorizzazione della risorsa geotermica “a bassa entalpia”, lo sfruttamento e l’uso del calore e dell’acqua calda, per un piano di sviluppo della risorsa energetica presente nell’Amiata per gli usi civili e produttivi: teleriscaldamento per uso civile e artigianale, serre, acquacoltura, riscaldamento impianti sportivi e turistici, etc. Una energia a uso e a favore del nostro territorio, controllata e gestita dalle nostre comunità, non finalizzata quindi allo sfruttamento dell’alta (e media) entalpia per le centrali geotermiche, gestite da Enel.

Non è questa geotermia il futuro di questa terra, ricca di risorse naturali, già oggi pesantemente messe in crisi, di biodiversità, di beni ambientali e paesaggistici da tutelare e valorizzare, perché sempre più preziosi in una società in cui cementificazione, inquinamento e desertificazione sono diventati luoghi comuni. Tra l’altro la presenza nei fluidi geotermici di una grande quantità di sostanze inquinanti la rendono insostenibile anche sotto l’aspetto sanitario.

Il tema della salvaguardia ambientale e della salute delle popolazioni amiatine è per noi, insieme al lavoro utile e dignitoso per tutti, “tema centrale” di ogni iniziativa di mobilitazione e di lotta che deve tendere alla partecipazione diretta e al coinvolgimento dei cittadini, contro le scelte delle multinazionali in campo energetico, come peraltro ribadito nel manifesto “Non è questo il futuro che vogliamo” alla base della nostra manifestazione del 15 dicembre ultimo scorso a Piancastagnaio.

Auspichiamo pertanto che la Rete faccia proprie queste nostre considerazioni per le quali i comitati ambientalisti e il Coordinamento SOS Geotermia si stanno battendo, e se vuole veramente essere la portavoce di queste istanze prima di tutto le deve condividere e sostenere in tutte le sedi.

Se questo non sarà possibile deve risultare evidente che esistono posizioni diverse e che quelle della Rete non rappresentano i Comitati dell’Amiata. Noi abbiamo già assunto impegni con le popolazioni e con il territorio e abbiamo già detto “NO alla logica del profitto a tutti i costi”.

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Geotermia e terremoti. Arriva da Napoli una nuova conferma

emilia_amiata_figli_madreNonostante gli sforzi ‘interessati’ per escludere la correlazione tra sfruttamento geotermico, trivellazioni, reiniezioni, fracking e terremoti, fino a raggiungere il ridicolo di affermare l’esatto contrario, cioè,  che lo sfruttamento geotermico ci ‘salva’ dai terremoti, purtroppo sono sempre di più le voci che invece confermano questa correlazione.
Il tema è tra quelli ‘scottanti’ su cui la discussione scientifica è aperta, si è parlato di questo anche in relazione al recente terremoto dell’Emilia (di cui pubblichiamo, in alto, la mappa degli eventi e l’inquietante similitudine con la mappa dei ‘microsismi’ del monte Amiatafonte Enel- anche se la scala temporale non è paragonabile); ricordiamo anche la vicenda geotermica ritenuta causa di terremoti nella vicina Svizzera, a Basilea e finita in tribunale con denunce e arresti  (ma, si sa, gli svizzeri sono esagerati e un po’ ‘allarmisti’ anche loro, stiano pure tranquilli, in Regione Toscana) e le innumerevoli e meritorie campagne condotte dalla Prof.ssa Maria Rita D’Orsogna, ricercatrice presso la California State University di Los Angeles, che da anni denuncia e si batte contro i disastri ambientali, in particolare della tecnica del fracking (leggetevi il fracking in provincia di Grosseto).
L’ultima cattiva notizia giunge dalla California passando per l’Università di Napoli e conferma la correlazione certa tra attività geotermica e terremoti. Riportiamo l’agenzia di stampa senza ulteriori commenti:

Terremoti: Ingv, studio monitora rischio da sfruttamento geotermico

(AGI) – Roma, 16 gen. – L’esplorazione del sottosuolo finalizzata alla produzione di energia tramite lo sfruttamento del calore interno della terra (l’energia geotermica), ha comportato in alcuni casi un aumento del rischio sismico.
Infatti, nel corso di operazioni relative al pompaggio o all’estrazione di fluidi geotermali sotterranei, si sono verificati terremoti medio-piccoli. Uno studio condotto dai ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e dall’Universita’ di Napoli fornisce uno strumento che permette di valutare gli effetti della sismicita’ indotta dallo sfruttamento geotermico e di valutare come la pericolosita’ vari nel tempo in funzione delle attivita’ industriali, quali iniezioni o emungimento di fluidi.
Lo studio di Vincenzo Convertito, Nils Maercklin, Nitin Sharma e Aldo Zollo e pubblicato su Bulletin of the Seismological Society of America, esamina questi problemi relativi a un campo geotermico noto come “The Geysers”, localizzato nel nord della California e sfruttato sin dagli anni ’60. In questo campo i fluidi del serbatoio principale raggiungono una temperatura di 235 gradi centigradi e sono intrappolati sotto uno strato impermeabile di roccia tra uno e tre chilometri di profondita’.
Come riportato da studi precedenti, si e’ notato che quando inizio’ l’estrazione del fluido geotermico per creare elettricita’, la cosiddetta sismicita’ indotta aumento’ sensibilmente, crescendo di pari passo con l’intensificarsi dello sfruttamento. Recentemente, nel periodo aprile 2007-ottobre 2010, in questa stesa area sono stati registrati ben sette terremoti, di magnitudo uguale e superiore a quattro. La tecnica proposta nello studio dei ricercatori dell’Ingv e dell’Universita’ di Napoli si basa sull’analisi in continuo, nel tempo e nello spazio, dei parametri utilizzati per la valutazione della pericolosita’ sismica. Nello studio si evidenzia infatti come la variazione di uno o piu’ parametri possa portare ad una variazione sia della probabilita’ di avere eventi potenzialmente piu’ dannosi che della pericolosita’ sismica, richiedendo quindi agli operatori una ri-calibrazione delle operazioni di campo. La tecnica permettera’ di studiare la sismicita’ indotta, oltre che nel caso dello sfruttamento delle aree geotermiche, anche relativamente all’estrazione di idrocarburi e all’immagazzinamento di anidride carbonica.

p.s. questa è del 31 dicembre scorso:
Una scossa di terremoto registrata in zona Amiata
L’epicentro nelle vicinanze di San Casciano dei Bagni. La magnitudo è 2.2, non si registrano danni a persone o cose
Un terremoto di magnitudo 2.2 è avvenuto alle 17:10 di ieri, domenica 30 dicembre, nella Toscana centro-meridionale. Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV nel distretto sismico del Monte Amiata, a 7,6 chilometri sotto la superficie. L’epicentro è stato localizzato tra i comuni senesi di Radicofani e San Casciano dei Bagni. Altri comuni nelle vicinanze sono quelli di Abbadia San Salvatore, Cetona, Chianciano Terme, Chiusi, Piancastagnaio, Sarteano e Castell’Azzara. Non si registrano danni a persone o cose.
(fonte GoNews.it)

16 gennaio 2013. Televisoni in Amiata per Sos Geotermia

20130116_Tv_imgA dispetto di quello che pensa chi è a favore della geotermia tossica in Amiata, evidentemente a qualcuno in Italia interessa ascoltare le ragioni di chi chi, come noi, critica il saccheggio del territorio.
Oggi, 16 gennaio, ci sono venuti a trovare le troupe di due trasmissioni Rai e Mediaset per sentire le ragioni di chi critica la geotermia amiatina. Al di là dei servizi che verranno poi realizzati siamo soddisfatti perchè è il riconoscimento che la questione non è così tranquilla come vorrebbero farci credere e noi -evidentemente- non siamo i ‘terroristi’ che vorrebbero dipingerci.
E’ stata, dopo l’iniziativa del 15 dicembre scorso, un’altra giornata di tempo inclemente (quasi che l’enel abbia agganci anche più in ‘alto’…), ma comunque piena di entusiasmo pensando di lanciare al Paese intero un ‘sos’ per salvare la montagna. La mattina siamo stati in compagnia della troupe di Igor Stagliano nella trasmissione di Rai 3 Ambiente Italia, mentre il pomeriggio con Max Laudadio di Striscia la Notizia.
Pubblichiamo alcune immagini della giornata.

15 dicembre 2012 tutti a Piancastagnaio, difendiamo il futuro!

Presentiamo dei video che ci aiutano a capire cosa succede e pensare a cosa può succedere nel futuro all’Amiata e ai suoi abitanti. Il primo è una ‘giornata particolare’ passata per i cantieri del finto ‘piano di riassetto’ di Piancastagnaio che significa nuove centrali e nuove strade, km di tubazioni e ancora emissioni.
L’appuntamento è per tutti il 15 dicembre a Piancastagnaio per una giornata di mobilitazione.

 

…ancora bugie: alla Regione Toscana non rimane che indagare su Venere

Pubblichiamo le ultime bugie, sprechi e costi a carico dei cittadini per giustificare l’eccedenza di mortalità nella zona geotermica dell’Amiata. Tutto pur di non mettere in discussione l’Enel e quello che si sta compiendo ai danni della popolazione e del territorio.
N.B. la documentazione richiamata nonchè la presentazione (pps) e il volantino, sono scaricabili nella sezione ‘Documentazione’ di questo sito.

Mentre la Regione Toscana autorizza Enel a triplicare lo sfruttamento geotermico in Amiata, che ridurrà le portate delle sorgenti del Fiora, i Sindaci si fanno sostenitori di progetti per fornire acqua potabile dissalando l’acqua di mare, anziché fare manutenzione delle tubazioni (si perde oltre il 50% dell’acqua immessa) e realizzando abbattitori di Arsenico, anziché pretendere le bonifiche e scontrarsi con soggetti potenti, quali ENEL ed ENI. Risulta evidente la scelta di lasciare le risorse idriche naturali ai soggetti privati, che pagano un contributo agli Enti locali e Regione, e di puntare sui dissalatori/abbattitori, a spese dei contribuenti. Ma, oltre a non bere più acqua naturale, quell’acqua ci costerà tantissimo in spese di gestione degli impianti, in sicuro aumento. Ai contribuenti ignari si racconterà dell’inflazione, della crisi…

Rimane da far accettare alla popolazione toscana due questioni: l’idea della naturalità della crescita dell’Arsenico nelle fonti di acqua naturale e il fenomeno dei cattivi stili di vita, quale causa del notevole eccesso di tumori sull’Amiata.

Su questi due fronti i tecnici si sono messi al lavoro con impegno da tempo. Sulla crescita della concentrazione di Arsenico, l’ARPAT ha rinnegato i dati analitici prodotti dalle USL negli anni ’90, ma le loro argomentazioni non sono documentate. La USL 9 con i dott.ri Madrucci, Boncompagni e Morganti, preso atto dello Studio epidemiologico dell’ARS, che ha evidenziato negli uomini un eccesso di mortalità statisticamente significativo del +13% nei comuni geotermici dell’Amiata, ha proposto e ottenuto finanziamenti per 18.000 euro1 in ricerche su problemi della salute correlati all’uso di alcol, del tabacco e alle malattie infettive, causate da virus, tramite esposizione a fluidi corporei come sperma, liquidi vaginali e sangue infetto. Mentre la Regione Toscana indaga su Bacco, Tabacco e Venere, a cui sarebbero particolarmente dediti gli abitanti dei comuni geotermici, il Servizio Sanitario del Lazio2 ha reso pubblici i dati di una indagine sulla popolazione della limitrofa provincia di Viterbo, che, come quella toscana, è stata costretta a bere acqua definita potabile dalla Regione in deroga ai limiti di legge, documentando che di Arsenico in piccole dosi nell’acqua potabile, oggi si muore, con un un eccesso statisticamente significativo di mortalità per tutte le cause del +11%.

Se si pensa che in Toscana per molti anni si è stati costretti a bere acqua in deroga, c’è di che indignarsi. Per ottenere quelle deroghe, senza ricorrere alla eliminazione delle fonti inquinanti, l’ARPAT ha compiuto un ennesimo capolavoro di disinformazione3.

Secondo quanto riportato dai Decreti della Regione Toscana, l’Acquedotto del Fiora ha presentato alle autorità studi realizzati in collaborazione con ARPAT, attestanti che nelle acque naturali della provincia di Grosseto “sono presenti elevate anomalie di origine naturale dipendenti da particolarissime condizioni geochimiche”e, pertanto, non eliminabili con opere di bonifica, come previsto dalla legge.

Per giustificare queste conclusioni è stato realizzato uno Studio3 campionando come acque naturali, acque che naturali non erano. Infatti,sono state prese in esamediverse acque sicuramente inquinate da attività antropica, prelevate nei siti già inseriti nei Piani Regionali di Bonifica e oggetto di procedura di bonifica, come le acque dei canali drenanti le miniere o acque inquinate, a valle di discariche minerarie da bonificare. I dirigenti dell’ARPAT erano sicuramente informati dell’inquinamento procurato dai canali drenanti le miniere, avendo ricevuto dati e informazioni in tal senso nell’ambito delle procedure di bonifica, realizzate negli anni precedenti al suddetto Studio.

Appare scontato che i dottori della USL 9 documenteranno che Bacco, Tabacco e Venere facciano male alla salute, ma non potranno mai smentire l’ultimo studio reso noto dal dott. Voller, dell’ARS Toscana4, che dopo una indagine sui consumi degli abitanti nei comuni geotermici conclude che in Amiata non si registrano stili di vita e consumi di tabacco e alcol diversi dai comuni limitrofi!

Abbiamo riproposto una domanda, formulata nel rispetto della legge transitiva della logica ad ENEL e alla Regione Toscana5 senza ottenere una risposta. La ripetiamo ai dottori della USL 9: “Essendo riconosciuta nei comuni geotermici dell’Amiata come vera la relazione tra l’aumento notevole di mortalità in funzione di concentrazioni crescenti di arsenico, mercurio ecc; essendo ritenuta ancora come vera l’esistenza di emissioni significative di arsenico, mercurio, ecc.,dalle centrali geotermiche, non ritenete vera anche la seguente conclusione: che l’incremento delle malattie e mortalità sull’Amiata sia dovuto anche alle emissioni delle centrali geotermiche?”

Note:
1
AUSL 9, Deliberazione n° 369 del 1.10.2012, DRGT 893/2012 “approvazione Progetti Area Geotermica”.
2
Regione Lazio Dipartimento di Epidemiologia, Valutazione pidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da Arsenico nelleacque potabili nelle popolazioni residenti nei comuni del Lazio. Aprile 2012. Vedi: http://www.osservatorelaziale.it/public/allegati/files/126.pdf
3
ARPAT, Contratto di ricerca fra ARPAT e prof Mario Dall’Aglio del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi “La Sapinza” di Roma (1995-2003),Caratterizzazione e valutazione delle acque naturali in Provincia di Grosseto
4
Regione Toscana, Agenzia Regionale Sanità, dott. Voller, Le informazioni sugli stili di vita. 2012.
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Regione Toscana, Settore VIA, Art.15, comma 7, L.R.79/98: Contraddittorio del 18.7.2012… Verbale. Gruppo Consiliare “Prospettiva comune “di Piancastagnaio.

Sabato 10 novembre 2012 a Castel del Piano, Incontro/assemblea e presentazione del libro ‘Arsenico e scellerati progetti’

Alle ore 17,00 di sabato 10 novembre 2012 ci incontriamo nella Sala consiliare del Comune a Castel del Piano.
Sarà l’occasione per aggiornare i cittadini degli sviluppi legati alla questione acqua, geotermia, territorio. Si discuterà delle iniziative da fare insieme dopo l’approvazione del progetto di Bagnore4 che triplicherà la potenza attuale, della risposta del Sindaco alla petizione dei cittadini che chiedono sicurezza per l’acqua, delle altre ‘novità’ sulla geotermia in Amiata.
Sarà l’occasione per presentare al pubblico l’ultimo libro di Roberto Barocci ‘Arsenico e scellerati progetti. Cronache di abusi ed omissioni a danno delle fonti d’acqua potabile’, temi più che mai attuali per il monte Amiata, a cui Barocci dedica un capitolo del libro stesso.

TI ASPETTIAMO!!

La Nazione del 9 novembre 2012

AMIATA SUL PIEDE DI GUERRA. IL COMITATO SOS GEOTERMIA
Allarme arsenico nell’acqua. Riunione in sala consiliare
Preoccupante studio epidemiologico della Regione Lazio
di Cristiano Bernacchi
DOPO le rassicurazioni del sindaco di Castel del Piano, con una lettera aperta in cui garantisce la qualità dell’acqua amiatina, il comitato «Sos geotermia» risponde ironicamente e anticipa le future iniziative che sull’argomento si svolgeranno. Il comitato ambientalista ricorda come siano scontate e prevedibili le giustificazioni addotte dal sindaco per sostenere la qualità dell’acqua amiatina. «L’acqua potabile distribuita dal Fiora è monitorata e sottoposta a costanti analisi, in più non solo rispetta i parametri di legge sulla presenza di arsenico, ma è ben al di sotto dei limiti previsti dalla legislazione vigente (10 microgrammi/litro)». La questione dal punto di vista del comitato è che, esclusi i due casi chiariti, dove i limiti superavano i parametri di legge perché le utenze erano allacciate direttamente alla condotta di trasporto, l’acqua non possiede delle percentuali così lontane dai limiti come viene descritto. «Ma soprattutto ci tengono a ricordare la questione non è la forbice nella quale si rientra per presenza di arsenico nell’acqua che viaggia tra i 4,4 ug/l e gli 8,3 ug/l nel territorio di Castel del Piano, ma di seguire la strada indicata dall’Oms(Organizzazione mondiale della santà) per azzerare completamente la presenza di arsenico nell’acqua. E in questo siamo lontanissimi, come lo siamo nell’adottare il sano principio di precauzione tanto presente nelle direttive dell’Oms». IN PIÙ è di poche settimane fa, la pubblicazione dello studio epidemiologico della Regione Lazio che conferma la stessa incidenza di mortalità tra le popolazioni laziali e toscane esposte ad acqua con significative concentrazioni di arsenico. «Le conferme dello studio come ripetono i comitati sono il frutto di anni di deroghe per la presenza di arsenico nell’acqua con livelli assai superiori a quelli di oggi fissati nei 10 microgrammi per litro. In più sull’Amiata la malefica sinergia tra arsenico, acido solfidrico e altri inquinanti immessi nell’aria mettono a rischio il patrimonio ambientale che un tempo rappresentava questa montagna». IL PROSSIMO appuntamento del comitato è per domani alle 17 in sala consiliare a Castel del Piano, dove verrà anche presentato il libro di Roberto Barocci «Arsenico e scellerati progetti», nel quale un capitolo è dedicato proprio all’Amiata.

Centrali Biogas. Non bastasse la geotermia… incontro il 13 a S.Quirico d’Orcia

Riprendiamo e pubblichiamo il comunicato dei Comitati NO BIOGAS col quale si annuncia un incontro pubblico a S.Quirico d’Orcia per sabato 13 ottobre dove si parlerà delle centrali a Biogas.

PER  UN NUOVO IMPEGNO PER L’AMBIENTE

I Comitati cittadini locali dei Comuni di San Quirico, Radicofani, Buonconvento e Abbadia San Salvatore recentemente costituiti per affrontare le rispettive problematiche da insediamenti produttivi e di produzione energetica di impianti a Biomasse/ biogas, si sono riuniti a San Quirico d’Orcia per avviare un percorso comune, che partendo dalle proprie esperienze comunali sia di arricchimento, di confronto con le istituzioni locali e di maggiore informazione per i cittadini di queste zone.
Le perplessità espresse finora dai cittadini della Valdorcia, Valdarbia, e Amiata hanno infatti un comune denominatore: i possibili impatti ambientali e le ricadute in termini di salute, paesaggio, turismo.
Per approfondire tali tematiche è stata organizzata un’iniziativa pubblica in Palazzo Chigi, sala Alessandro Magno, a San Quirico d’Orcia sabato 13 Ottobre  alle 15.30, dove tutti i cittadini e le istituzioni interessate  potranno partecipare all’incontro con i Comitati e il Prof. Gianni Tamino, biologo docente all’Università di Padova.

Comitato Non A Tutti I Costi Biogas – Comitato Valorizzazione Buonconvento – Comitato Ambiente Amiata

La Regione da il ‘VIA’ a Bagnore 4, i Sindaci saranno responsabili dei controlli. Il ‘quasi’ popolo amiatino non ci sta!

La nuova centrale insieme alla vecchia Bagnore 3, ‘fortunatamente’, avveleneranno aree ‘quasi’ disabitate. Controlli affidati ai Sindaci: con quali strumenti?

Il 19 settembre us sul BUR, bollettino ufficiale della regione, è stata pubblicata, e quindi diventa operativa, la delibera di giunta regionale n.810 del 10 settembre us con la quale, all’unanimità, il presidente ENRICO ROSSI, e gli assessori ANNA RITA BRAMERINI, SALVATORE ALLOCCA, LUCA CECCOBAO, RICCARDO NENCINI, GIANNI SALVADORI, GIANFRANCO SIMONCINI e STELLA TARGETTI, ‘…esprimono, ai sensi dell’art.18 della L.R. 79/98 e per le motivazioni e considerazioni sviluppate nell’Allegato A, pronuncia positiva di compatibilità ambientale del Progetto…’ della  megacentrale BAGNORE 4 da 40 MW, che triplicherà quindi la potenza fin qui presente con la ‘vecchia’ centrale Bagnore 3 di 20 MW.
A leggere bene ‘l’allegato A’, cioè il verbale della Conferenza di Servizi del 4 settembre us, tra le considerazioni di carattere sanitario, sconcerta quanto non si tenga in nessun conto salute e ambiente; infatti si dice ‘…che in merito all’impatto sanitario, l’Agenzia Regionale di Sanità – ARS, ….rileva che dalla documentazione fornita circa lo studio della diffusione e della ricaduta delle sostanze emesse dalle centrali di Bagnore 3 e Bagnore 4, si “evidenziano ricadute in aree quasi del tutto non abitate“.
Tanto sarebbe dovuto bastare per rimandare il progetto al mittente, ma c’è di più e, forse, di peggio.
Come prevedibile il via libera è condizionato da innumerevoli prescrizioni che, se venissero attuate, già metterebbero in serio dubbio la realizzazione dell’impianto; ma dare seguito alle prescrizioni è compito della stessa Enel che, sicuramente, ottempererà…
Chi controllerà? La Regione passa il cerino agli amministratori locali, infatti, delibera ‘…di individuare nei seguenti soggetti gli Enti competenti al controllo dell’adempimento delle prescrizioni: l’Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetana nonché il Comune di Arcidosso e di Santa Fiora, ognuno per il territorio di rispettiva competenza.’ Come faranno mai? Con quali strumenti?
Il rischio più che probabile e che ci ritroveremo, fra un po’ di anni, ad assistere al solito balletto di responsabilità tra regione, comuni ed enel!
Il ‘quasi’ popolo dell’Amiata non ci sta!
Il coordinamento Sos Geotermia annuncia fin da ora il ricorso al TAR contro la delibera ed auspica che anche gli Amministratori locali facciano altrettanto in quanto responsabili della salute pubblica e, nello specifico, responsabili di controlli che probabilmente non saranno mai in grado di fare.
Un appello doveroso va fatto anche a tutti gli operatori economici dell’Amiata, soprattutto del settore agro-alimentare, alle associazioni e agli enti, che hanno nella qualità dell’ambiente un valore aggiunto nel loro operare.
A breve verranno lanciate iniziative in tutti i paesi per informare i 20.000 ‘disabitanti’ dell’Amiata delle decisioni che continuano a prendere sulla loro pelle e sull’ambiente e per coinvolgerli nelle forme di ‘resistenza’ da attuare, ad iniziare proprio dal ricorso al TAR.

Corriere di Maremma del 23 settembre 2012

Il movimento Sos geotermia si oppone alla decisione della Giunta “Ricorreremo al Tar contro le delibera regionale di compatibilità ambientale di Bagnore 4”

ARCIDOSSO. Il coordinamento dei movimenti per l’Amiata interviene sulla geotermia: “Il 19 settembre – si legge in una nota – sul Bollettino ufficiale della regione è stata pubblicata, ed è quindi diventa operativa, la delibera di giunta numero 810 del 10 settembre con la quale, all’unanimità, il presidente Enrico Rossi e gli assessori Anna Rita Bramerini, Salvatore Allocca, Luca Ceccobao, Riccardo Nencini, Gianni Salvadori, Gianfranco Simoncini e Stella Targetti esprimono pronuncia positiva di compatibilità ambientale del progetto della megacentrale Bagnore 4 da 40 megawatt, che triplicherà quindi la potenza fin qui presente con la vecchia centrale Bagnore 3 di 20 megawatt. A leggere bene il verbale della Conferenza di servizi del 4 settembre, tra le considerazioni di carattere sanitario sconcerta quanto non si tengano in nessun conto salute e ambiente; infatti si dice ‘che in merito all’impatto sanitario, l’Agenzia regionale di sanità (…) rileva che dalla documentazione fornita circa lo studio della diffusione e della ricaduta delle sostanze emesse dalle centrali di Bagnore 3 e Bagnore 4 si evidenziano ricadute in aree quasi del tutto non abitate’. Tanto sarebbe dovuto bastare per rimandare il progetto al mittente, ma c’è di più e, forse, di peggio. Come prevedibile il via libera è condizionato da innumerevoli prescrizioni che, se venissero attuate, già metterebbero in serio dubbio la realizzazione dell’impianto; ma dare seguito alle prescrizioni è compito della stessa Enel che, sicuramente, ottempererà. Chi controllerà? La Regione passa il cerino agli amministratori locali, infatti, delibera ‘…di individuare nei seguenti soggetti gli enti competenti al controllo dell’adempimento delle prescrizioni: l’Unione dei Comuni montani Amiata grossetana nonché il Comune di Arcidosso e di Santa Fiora, ognuno per il territorio di rispettiva competenza’. Come faranno mai? Con quali strumenti? Il rischio più che probabile è che ci ritroveremo, fra un po’ di anni, ad assistere al solito balletto di responsabilità tra regione, comuni ed Enel. Il coordinamento Sos Geotermia annuncia fin da ora il ricorso al Tar contro la delibera ed auspica che anche gli amministratori locali facciano altrettanto in quanto responsabili della salute pubblica e, nello specifico, responsabili di controlli che probabilmente non saranno mai in grado di fare. Un appello doveroso va fatto anche a tutti gli operatori economici dell’Amiata, soprattutto del settore agro-alimentare, alle associazioni e agli enti che hanno nella qualità dell’ambiente un valore aggiunto nel loro operare. A breve verranno lanciate iniziative in tutti i paesi per informare i 20mi la ‘disabitanti’ dell’Amiata delle decisioni che continuano a prendere sulla loro pelle e sull’ambiente e per coinvolgerli nelle forme di resistenza da attuare, ad iniziare proprio dal ricorso al Tar”.

La Nazione del 25 settembre 2012

SANTA FIORA PREOCCUPAZIONE DEL COMITATO SOS GEOTERMIA
«Bagnore4, via libera con molti limiti Come faranno a controllarne il rispetto?»
di Cristiano Bernacchi
DOPO la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale Regionale della delibera n. 810 del 10 settembre scorso, che esprime parere favorevole alla realizzazione della centrale geotermica Amiatina di Bagnore4, il comitato ambientalista Sos Geotermia lancia l’ennesimo grido di allarme. «A leggere bene l’allegato A dice il comitato , cioè il verbale della Conferenza dei Sevizi del 4 settembre scorso, tra le considerazioni di carattere sanitario, sconcerta quanto non si tenga in nessun conto salute e ambiente. Infatti, in merito all’impatto sanitario, l’Agenzia Regionale di Sanità rileva che dalla documentazione fornita circa lo studio della diffusione e della ricaduta delle sostanze emesse dalle centrali di Bagnore 3 e Bagnore 4, si “evidenziano ricadute in aree quasi del tutto non abitate”». Secondo la valutazione di Sos Geotermia, questa sarebbe già una ragione sufficiente per rimandare il progetto direttamente al mittente, ma c’è dell’altro. «Come prevedibile fanno notare dal comitato il via libera è condizionato da innumerevoli prescrizioni che, se venissero attuate, già metterebbero in serio dubbio la realizzazione dell’impianto. Ma dare seguito alle prescrizioni è compito della stessa Enel che, sicuramente, ottempererà». A questo punto le domande che si pongono i comitati sono diverse. E, partendo dall’assunto che se la Regione ha demandato agli amministratori locali (Unione dei Comuni amiatini del versante Grossetano, Comune di Arcidosso e Santa Fiora) il compito di controllo sull’adempimento delle prescrizioni emerse sul progetto di Enel, bisogna capire come faranno mai a controllare? E soprattutto con quali strumenti? La preoccupazione del comitato è che si corra il serio rischio di ritrovarsi fra qualche anno ad assistere ad un balletto di responsabilità tra Regione, Enel e Comuni. Alla luce del fatto che questa previsione, avanzata dal comitato, si profili in un futuro neanche troppo prossimo, il Coordinamento Sos Geotermia annuncia che farà ricorso al Tar e che a breve ci saranno mobilitazioni di piazza su tutto il territorio investito dallo sfruttamento geotermico, affinché la causa venga sposata dal maggior numero di residenti dell’Amiata.

La Nazione del 26 settembre 2012

«Vigileremo sulle emissioni e faremo riferimento alla Regione»

ARRIVA senza farsi attendere la risposta di uno dei sindaci dei Comuni chiamati a costituire l’osservatorio che dovrà pronunciarsi sul rispetto delle prescrizioni inserite sulla Via (Valutazione impatto ambientale) approvata dalla Regione intorno al progetto Enel di Bagnore-4. A seguito delle proteste di «Sos Geotermia» che paventava ipotesi nefaste sul futuro dell’Amiata dopo l’approvazione della Via per la centrale, il sindaco di Arcidosso Emilio Landi vuole fare chiarezza. «Quello che fino ad oggi è stato approvato è solo una parte di un progetto che nel suo iter di realizzazione ha ancora molto da vedere. Infatti, quello che è stato concluso con la delibera della Regione, oltre alla Via riguarda il coinvolgimento diretto dei comuni di Arcidosso, Santa Fiora e l’Unione dei Comuni attraverso un osservatorio, in fase di costituzione, che dovrà pronunciarsi su alcune delle 39 prescrizioni integrate nel progetto di Enel. Quindi il gruppo di specialisti costituito da i soggetti del territorio, dovrà verificare che le prescrizioni siano adempiute in modo corretto, inoltrando così direttamente alla Regione il proprio parere sul lavoro svolto. Verrà inoltre inserita una cabina di controllo delle emissioni a pochi metri dalla centrale geotermica per monitorare in loco i valori». Questo osservatorio che poteri avrà? «Saranno quelli di semplice verifica. Anche perché è bene ricordare che le azioni sanzionatorie, così come di concessione sulla sfruttamento geotermico, non sono in potere né ai Comuni né all’Unione, quindi il nostro ruolo sarà quello di verificare che le prescrizioni avanzate siano rispettate e se questo non avverrà non faremo altro che comunicarlo alla Regione la quale prenderà le dovute decisioni».

Risponde SOS Geotermia:

Non ci sembra che né quanto stabilisce la delibera 810 (‘…di individuare nei seguenti soggetti gli Enti competenti al controllo dell’adempimento delle prescrizioni: l’Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetana nonché il Comune di Arcidosso e di Santa Fiora, ognuno per il territorio di rispettiva competenza.’ ), né le responsabilità in materia di salute pubblica che la legge pone in capo ai Sindaci, possano far dormire sonni tranquilli al Sindaco di Arcidosso e ai suoi colleghi amiatini.
Inoltre il Sindaco Landi sembra aver dimenticato le condizioni sottoscritte anche dal Sindaco di Arcidosso nell’Accordo con Regione Toscana ed ENEL, laddove si precisava in modo molto chiaro che nuovi impianti di sfruttamento geotermico avrebbe potuto essere autorizzati solo se le verifiche e i monitoraggi avessero escluso ogni possibile rischio, questo prima e non dopo le autorizzazioni.
Come paventavamo nel comunicato, non vorremmo che iniziassero i ‘balletti’ sulle responsabilità ancor prima che si inizi il cantiere della nuova centrale; meglio avrebbero fatto i Sindaci ad esigere, prima della VIA, le verifiche sull’impatto di una nuova centrale che triplicherà le emissioni a Bagnore.
Per questo rivolgiamo un ennesimo appello anche a loro: fermiamo adesso l’attività geotermica e apriamo un serio dibattito sul futuro dell’Amiata, prima che -a danni fatti- qualcuno sia chiamato a risponderne (e l’esperienza di casi analoghi in Italia suggerisce che a pagare saranno, oltre ai cittadini, solo i ‘pesci piccoli’).

‘UN MONTE D’ACQUA’. Anteprima del documentario sulla geotermia in Amiata

La Coop Trasparenze, col supporto e sostegno dei Comitati di SOS Geotermia, sta lavorando al documentario ‘Un monte d’acqua’ ed ha prodotto un primo video che è una anteprima del lavoro, che è già a buon punto.
La produzione del documentario viene finanziata dalle sottoscrizioni dei sostenitori con il sistema di ‘produzione dal basso‘ e necessita di altri contributi affinché il lavoro possa finalmente concludersi. Per questo invitiamo tutti coloro che hanno a cuore le sorti della magnifica montagna a contribuire prenotando/acquistando un buono di prevendita a 10 euro, che da diritto ad una copia del DVD finale, richiedendolo a:

Buona visione! Sostenete la realizzazione del documentario!