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20 luglio 2012, di nuovo in piazza a Piancastagnaio

Non si ferma l’attività di controinformazione e sensibilizzazione delle popolazioni dell’Amiata da parte del coordinamento SOS Geotermia. Il 20 luglio pv, dalle 17 in poi,  saremo in Campo di Fiera a Piancastagnaio per discutere con i cittadini della difesa e del futuro del territorio amiatino e della saluta dei suoi abitanti.

Partecipate numerosi!

Di seguito il testo del volantino che sarà distribuito per l’occasione:

Riprendono le perforazioni di nuovi pozzi geotermici a Piancastagnaio

Sai che il piezometro messo dalla Regione Toscana a Poggio Trauzzolo, ci ha rivelato che il livello del serbatoio profondo di acqua dell’Amiata, che serve le popolazioni dell’Italia centrale, dagli anni ’70 si è abbassato di ben  200 m in tutta l‘Amiata ?

Sai che la geotermia consuma grandi quantità di acqua e  l’impoverimento dell’acquifero è avvenuto in concomitanza con lo sfruttamento geotermico e numerosi studi,( compreso l’ultimo che ha redatto la Regione Toscana chiamato Mobidic,)  presumono che  esista un collegamento tra la falda acquifera  e i campi geotermici?

Sai che per decenni abbiamo bevuto acqua con livelli altissimi di arsenico, aumentato  con l’aumentare dello sfruttamento geotermico senza che le autorità preposte informassero le popolazioni, e che solo da poco, (perché obbligati da norme europee) , tali livelli sono stati abbassati con costosi abbattitori che pagano i cittadini, senza nessuna ricerca delle cause che lo hanno provocato?

Sai che dallo studio epidiemologico della Regione sullo stato di  salute emerge chiaramente come il numero di morti e di malattie sia molto più alto nei comuni geotermici rispetto agli altri?

Sai quante tonnellate di sostanze nocive come mercurio, arsenico, acido solfidrico acido borico, oltre a radon ed altri inquinanti in tracce hanno emesso e continuano ad emettere le nostre centrali da quando è iniziato lo sfruttamento di questa energia né pulita né rinnovabile?

PERCHÉ L’ENEL SI DEVE ARRICCHIRE SULLA NOSTRA PELLE?

PERCHÉ CI DOBBIAMO FAR DISTRUGGERE TERRITORIO E RISORSE, COME LO HANNO DISTRUTTO A LARDERELLO, SENZA REAGIRE?

CI PUO’ ESSERE UN FUTURO PER L’AMIATA SOLO UTILIZZANDO ENERGIE PULITE E RINNOVABILI NON DISTRUTTIVE

INVITIAMO LE POPOLAZIONI ad  un  INCONTRO/CONFRONTO
per venerdì 20 c.m. dalle ore  17 alle 20 al campo di fiera
per scambiare opinioni e conoscenze e per decidere strategie di difesa.

Interverranno i ragazzi di Ecocompatibilmente di Sorano con spettacoli e canzoni. Ci saranno banchetti informativi e mostre.

Le Terme di Saturnia a rischio? Piccoli allarmisti crescono…

Ci hanno tacciato di ‘allarmisti’, ‘ecoterroristi’, minacciando denunce e querele perchè in questi mesi SOS Geotermia ha riportato all’attenzione i problemi legati allo sfruttamento geotermico, primo fra tutti la possibile e probabile correlazione tra l’attività geotermica e la riduzione della falda acquifera e l’aumento della concentrazione dell’arsenico.
Sembra proprio che il ‘virus’ dell’informazione stia dilagando e non sia più possibile continuare a nascondere la realtà dei dati nei cassetti di qualche ente o società o, al massimo, continuare ad affermare che è tutto ‘naturale’.

Stavolta, giustamente preoccupati anche per le ricadute economiche, sono i cittadini di Manciano, nel cui territorio ricadono le famose Terme di Saturnia, riuniti nel comitato “i Beni Comuni Manciano”.
Riportiamo l’articolo apparso su Il Tirreno del 2 luglio scorso, invitando il Comitato a contattarci:

«Geotermia, Saturnia a rischio»
Da Manciano allarme acqua termale: «Lo sfruttamento eccessivo può seccare le nostre falde»
MANCIANO. Non c’è solo una parte della popolazione amiatina preoccupata per la propria salute, a far sentire la sua voce sulla geotermia. Dalle pendici della montagna, divenuta da tempo una sorta di eldorado per chi vuole ricavare energia alternativa dal sottosuolo, si alza ora un nuovo grido d’allarme, che riguarda un altro tema, non meno inquietante. L’sos arriva da Manciano. Lo lancia Andrea Marciani a nome de “i Beni Comuni Manciano”, sollevando una questione della quale fin qui poco si è parlato: uno sfruttamento eccessivo sull’Amiata, dice “Beni Comuni”, potrebbe seccare anche le falde che alimentano Saturnia. «Il rischio è concreto», dice Marciani, che sull’argomento ha inviato una lettera dai toni pacati, ma preoccupati, all’assessore regionale Cristina Scaletti, assessore al turismo e dunque competente sulle questioni termali. Una lettera che si può sintetizzare così: lo sfruttamento geotermico dell’Amiata, per il quale la Regione ha ricevuto decine di richieste di ricerca, rischia di intaccare le falde che alimentano le terme di Saturnia; per l’economia del territorio sarebbe un colpo devastante; per questo – osserva Beni Comuni – lascia perplessi il fatto (emerso in un recente incontro con la stessa Scaletti) che l’assessore al turismo non sia coinvolto nelle decisioni che portano ad autorizzare le concessioni per ricerca ed eventuale sfruttamento geotermico. Per ribadire alla Scaletti l’entità del problema, Beni Comuni le invia una folta mole di documenti «sul possibile conflitto tra ricerche geotermiche e acque termali. La maggior parte dei materiali – spiega Marciani – riguarda direttamente la centrale di Bagnore 4 che l’Enel conta di realizzare sul monte Amiata, in provincia di Grosseto. Si tratta di documenti inerenti allo studio Macgeo, commissionato dalla Regione stessa, per monitorare l’impatto della geotermia nell’ambiente e sulle risorse idriche ed è uno studio molto lacunoso, per ammissione di molti membri della commissione stessa, e apertamente contestato dal prof. Borgia (docente alla University of California at Berkeley e membro lui stesso della commissione)». Ad allarmare Beni Comuni è in particolare un fatto: «Solo negli ultimi 8 mesi, sulle pagine che il sito web della Regione dedica alla procedura di assoggettabilità, sono comparse 51 richieste di sondaggi e perforazioni inerenti alla geotermia», 27 delle quali in territorio grossetano. «La crisi energetica, unita ai ricchi incentivi statali previsti dal 5º conto energia per l’energia geotermica, sta imprimendo una forte accelerazione alla ricerca di campi geotermici e la Regione Toscana al momento sembra decisa a lasciare mano libera alle imprese. La Regione però non dovrebbe dimenticare i suoi 65 stabilimenti termali». Per questo, scrive Marciani alla Scaletti, «il mancato coinvolgimento del suo assessorato in tutte le procedure di Via correlate allo sfruttamento geotermico, solleva forte perplessità e timore». Dunque, al di là delle «pur pesanti implicazioni di carattere ambientale e sanitario di questa attività industriale», per Beni Comuni è necessario che l’assessorato regionale al turismo abbia «voce in capitolo su un attività che, ai crescenti ritmi di sfruttamento che si prospettano, anche nel settore della bassa e media entalpia, finirà inevitabilmente per interferire e compromettere l’attività turistico/sanitaria che Lei è chiamata a tutelare».

‘CARTA CANTA!’ Conferenza stampa a Grosseto, consegnati documenti ai media

re nudoIl 24 maggio 2012, a Grosseto, si è svolta una Conferenza Stampa convocata dal Coordinamento SOS Geotermia per consegnare ai giornalisti la documentazione che attesta come la presenza di arsenico nell’acqua del Monte Amiata (che viene distribuita ad un bacino di utenza di circa 700.000 persone tra Grosseto, Siena e Viterbo) abbia subito dalla fine degli anni ’90 ad oggi un aumento.

Abbiamo subito attacchi furibondi e minacce da parte di politici, amministratori, enti e società legati alla gestione dell’acqua e all’attività geotermica in Amiata solo perchè, dopo oltre 10 anni di silenzi, abbiamo osato informare i cittadini sui rischi per la salute e il territorio, peraltro utilizzando anche documenti prodotti dagli stessi soggetti che oggi, però, smentiscono tutto.

Gli 8 documenti che oggi forniamo alla Stampa testimoniano una realtà insopprimibile, nonostante gli insulti e le minacce, perché prodotta in modo concorde da tutte le strutture pubbliche responsabili e competenti per territorio, che i Sindaci dei Comuni dell’ATO Ombrone sembrano oggi ignorare:
LA CONCENTRAZIONE DI ARSENICO NELLE FONTI IDROPOTABILI DELL’AMIATA E IN PARTICOLARE DEL FIORA È CRESCIUTA DALLA FINE DEGLI ANNI ’90 A METÀ DEGLI ANNI 2000, ARRIVANDO AI LIMITI DI LEGGE.
Le deroghe non sono più praticabili grazie al rifiuto della Commissione Europea all’ennesima deroga, e la furbizia di non prendere in considerazioni i rilevamenti e le analisi antecedenti al 2002 da parte di Arpat si commenta da sola.
Noi sosteniamo diverse possibili cause dell’inquinamento, legate al collegamento delle falde idropotabili con quelle profonde geotermiche, alla mancata protezione dei terreni di ricarica della falda dalle immissioni inquinanti e alle mancate bonifiche.
I Sindaci che sostengono invece la “naturalità” della presenza di Arsenico lo dimostrino con studi qualificati.
Noi li abbiamo chiesti, ma ancora li aspettiamo.
I Sindaci per legge avrebbero dovuto eliminare già dieci anni fa le cause di tale inquinamento e di tale incremento in sede dell’ATO Ombrone, così come avrebbero dovuto dare informazione ai cittadini (tutto previsto nelle deroghe ottenute all’epoca in sede CE), ma non l’hanno fatto.
Hanno invece deliberato l’acquisto di impianti da inserire a valle delle sorgenti per realizzare l’abbattimento delle elevate concentrazioni di Arsenico, addebitandoli ai contribuenti sulle bollette; soluzione che può essere tollerata solo in via emergenziale in attesa di ‘rimuovere le cause’ come prescritto.

Questa la documentazione:

1°doc. del 1999. Fonte: Arpat Toscana, Francesco Mantelli – Presenza di arsenico nelle acque distribuite al consumo umano in Toscana, ultima versione del 2002.
Si scarica dal sito ARPAT toscana scrivendo su un motore di ricerca il nome dell’autore e la rivista in cui è stato Pubblicato: Quaderni di geologia applicata.
Il lavoro è stato presentato al
3° Convegno Nazionale sulla protezione e gestione delle acque sotterranee per il III millennio a Parma nell’ottobre 1999.
Il limite minimo di rivelabilità strumentale per le sorgenti collocate nella provincia di Grosseto è di 1
µgr/litro e il valore massimo registrato in n°33 analisi effettuate nel corso del 1999 è di 4 µgr/litro, mentre il valore mediano è <1 µgr/litro.

2°doc. del 2003.Fonte Verbale del Consiglio provinciale del 23 giugno 2003 a Santa Fiora, Responsabile del Dipartimento provinciale Arpat:
L’acqua di Santa è un acqua oligominerale, cioè con un basso contenuto di sali minerali, purtroppo tra questi , ed introduco subito un argomento delicato, è presente l’arsenico, in quantità
mediamente di 7 µgr/litro; ricordo che la normativa attuale per l’acqua ad uso potabile è di 50 µgr/litro, però dalla fine di quest’anno, su indirizzo di una normativa europea, il limite passerà a 10 µgr/litro, per cui l’acqua di Santa Fiora non potrà più essere utilizzata, come più volte è stato fatto in passato, per tagliare altre acque, in modo da consentire il rispetto dei limiti consentiti dalla legge per i vari parametri”.

3°doc. del febbraio 2004. Fonte Acquedotto del Fiora, Presidente Rossano Teglielli – Risposta alla nota di accesso agli atti del 29.1.2004: Scrive: “Tale preoccupazione nasce dal continuo aumento di Arsenico registrato nelle risorse provenienti dall’acquifero del monte Amiata. Infatti sebbene le ultime analisi indicano che le principali sorgenti hanno tenori inferiori al limite normativo, i valori assoluti sono ormai prossimi alla soglia per soli 1 o 2 decimi di microgrammo per litro”.

4°doc. del febbraio 2004. Fonte ARPAT Grosseto, Il Responsabile della Prevenzione e Controlli Ambientali Integrati, dott. Antonino Costa. Nota prot. n°502 a firma. Analisi acque sotterranee. In ingresso alla Provincia di Grosseto prot. n°17639 del 12.2.2004. Valori di n°62 analisi effettuate con limite di rivelabilità strumentale 1 µgr/litro e sensibilità a 0,1 µgr/litro. Solo in tre analisi di acque prelevate in comune di Scarlino e di Gavorrano superano il valore di 10. Il valore mediano è ancora < 1 µgr/litro.

5°doc. del marzo 2004. Fonte ARPAT di Grosseto, Silvano Giannerini, Responsabile del Dipartimento Arpat. Verbale della II^ Commissione Consiliare Permanente Provincia di Grosseto, seduta del 9 marzo 2004:
L’acqua del Fiora è stata usata fino ad oggi per tagliare le altre acque, dati i suoi contenuti bassi di arsenico (7/8 µgr/litro…), oggi i valori di arsenico in tali acque sono aumentati fino a raggiungere valori di 9.9µgr/litro…Giannerini continua dicendo che tutto questo comporterà il rischio di non poter più usare l’acqua del Fiora per tagliare le altre acque se i valori di arsenico dovessero continuare a salire…”.

6° doc. del 2007. Fonte Acquedotto del Fiora, Richiesta di deroga alla Regione Toscana per le acque destinate al consumo umano (ex art.13,D.L.vo 2.2.2001 n°31). Allegato 2 alla Relazione del geol. dott. Massimo Bellatalla. Anno 2007. Si legge a pag.4:
Presso le sorgenti di Santa Fiora, che rappresentano le captazioni di maggiore produttività erogando attualmente 650 litri/secondo, è stata accertata una variazione del tenore in As, su un periodo di osservazione inferiore a 10 anni , caratterizzato da un aumento tendenziale da circa 6 µgr/litro a quasi 10 µgr/litro”.

7°doc. del 2007. Fonte Usl 9 Grosseto, Il Direttore del Dipartimento della Prevenzione, dott.ssa Tosca Papalini, Trasmissione dati analitici.
Sono riportati i dati anche degli anni 1999, 2000 e 2001 delle sorgenti dell’Amiata grossetana. Tali dati sono relativi a
35 analisi il cui valore medio è 3,92 µgr/litro .

8°doc. del 2011. Fonte Autorità di Bacino del Tevere, Autorità di Bacino Fiora, Autorità di Bacino Ombrone, Regione Toscana, Settore Prevenzione del Rischio Idraulico e Settore Tutela e Gestione delle Risorse Idriche, Contributo istruttorio sulle integrazioni Enel relativamente alla tutela della falda strategica del M. Amiata.
Scrivono:
“Si segnala inoltre che il monitoraggio in corso da parte di Arpat relativo alla presenza di arsenico nelle sorgenti, sembra indicare un recente incremento di questo elemento. Lo studio 7 in bibliografia riporta una concentrazione di Arsenico nella principale captazione acquedottistica dell’Amiata (Santa Fiora) di 10,70 µgr/litro. Ciò potrebbe essere interpretato anche come una risalita di fluidi profondi nella falda superficiale”.

ARPAT smentisce anche se stessa: AL CITTADINO NON FAR SAPERE QUANT’E’ BUONO L’ARSENICO NEL BICCHIERE

apprendista stregoneCi mancava il contributo dell’Arpat Toscana alla ‘gioiosa macchina da guerra’ scatenatasi dopo che i Comitati amiatini riuniti nel coordinamento Sos Geotermia hanno ripreso con vigore a fare informazione sulla geotermia.
Dopo la riuscita assemblea pubblica di Castel del Piano del 12 maggio scorso, al coro del PD, del Ceroni per Aquedotto del Fiora spa, si unisce ora l’Arpat con un comunicato del 18 us (aspettiamo trepidi l’intervento della corazzata Enel).
Nel suo comunicato l’Arpat risponde proprio a noi dandoci sostanzialmente dei bugiardi ed allarmisti, per aver reso note oggi le certificazioni e le documentazioni che la stessa Arpat presentò nel 1999 nella sede autorevole di un convegno nazionale, i cui atti sono stati pubblicati dalla rivista dei Geologi italiani. Pur di affermare la naturalità della presenza di Arsenico e pur di non rimuovere le fonti inquinanti, dalla geotermia alle bonifiche parziali e inconcludenti certificate da Arpat in Maremma, arriva a smentire se stessa e le certificazioni USL, affermando cioè che le rilevazioni del pericoloso cancerogeno nell’acqua del monte Amiata fino al 2002 non sono attendibili e solo dopo, e grazie ai potenti mezzi dell’Arpat, possiamo avere dati sicuri e quindi non c’è nessun trend in aumento.
Come ha ricordato Barocci del Forum ambientalista proprio all’assemblea del 12, ‘queste affermazioni sono smentite da molti documenti, risalenti agli anni ’90 o primi anni 2000, prodotti da Arpat stessa, da Usl, da dirigenti e funzionari dell’Acquedotto del Fiora e dalla società RiMin del gruppo Eni, dall’Autorità di bacino del Tevere, Ombrone e Fiora, dalla stessa regione Toscana’, senza contare le numerose pubblicazioni ed analisi di scienziati come il Prof.Borgia, ed il ponderoso studio di Conio/Porro ‘L’arsenico nelle acque destinate al consumo umano’; tutti confermano che nelle acque dell’Amiata fino al 2000 la concentrazione di arsenico non superava i 4 µgr/lt.
Delle due, una: o ha ragione l’Arpat e quindi bisogna licenziare e denunciare per ‘concorso in ecoterrorismo’ tutti gli altri oppure è l’Arpat che dice bugie.
Abbiamo un illustre precedente sulla lettura dei ‘dati scientifici’ da parte delle Agenzie regionali: è lo studio epidemiologico dell’Ars, l’Agenzia Sanitaria Regionale, pubblicato nel 2010 in cui hanno rilevato che nei comuni geotermici dell’Amiata c’è un aumento ‘statisticamente significativo’ del 13 % di mortalità e non sapendo a chi darne la colpa (di certo non all’unica fonte certa di emissioni nocive che è l’attività geotermica) hanno accusato gli stessi abitanti dell’Amiata di avere stili di vita assai poco sani -colpevoli di bere, oltre l’acqua all’arsenico, anche vino, e fumare-.
A margine della vicenda rileviamo che il comunicato Arpat è stato immediatamente ripreso e rilanciato sul sito Green Report, un sito accattivante che ha tutto l’aspetto di una cosa buona, ecologica, sana. Peccato che il sito appartenga alla soc.ECO srl di Livorno e che sia un’agenzia di marketing, cioè fanno pubblicità a chi li paga, a dispetto dei nomi così tanto ‘ecologici’ e ‘verdi’. Non è che per caso con i soldi della Regione, cioè dei cittadini toscani, si pagano anche costoro? Presidente Rossi e assessore Bramerini, se ci siete battete un colpo.
Con rammarico apprendiamo che anche il sindaco di Castel del Piano, Franci, si lancia in un attacco furibondo al coordinamento SOS Geotermia (cfr.Il Tirreno del 20/5), dandoci degli allarmisti, insinuando strani complotti e minacciando denunce. Vogliamo rassicurarlo, non abbiamo mai detto che dai rubinetti esca acqua con arsenico oltre i limiti legali di 10 µgr/lt, ma siamo molto preoccupati dal fatto che, come abbiamo detto, nelle ‘purissime acque dell’Amiata’ negli ultimi 10/15 anni c’è stato un aumento esponenziale dell’arsenico che alcuni studiosi, da Borgia a Medicina Democratica, associano alla attività geotermica e che per il futuro si prevedono nuovi e più consistenti interventi (riassetto Piancastagnaio e Bagnore 4).
Siamo peraltro d’accordo con Tiberi, dello stesso PD come Franci, quando dice che ‘l’Enel ci crea qualche problema ambientale’ e che ‘non siamo per nulla tranquilli che il livello di arsenico sia 10 o 10,1 o 9,9 e bisogna andare almeno al di sotto del 50% dei limiti di legge’. Crediamo che anche Franci converrà almeno su questo, magari ci differenziamo sui modi come arrivare alla riduzione dell’arsenico, ma questo già sarebbe un ragionamento su cui vorremmo che cittadini e amministratori fossero coinvolti.

12 maggio a Castel del Piano: “Arsenico e acqua potabile: tra limite normativo e rischi per la salute”

Il nuovo logo del Coordinamento

Il logo del Coordinamento

Oggi le acque del Monte Amiata celebrate da tempo come “purissime”, presentano preoccupanti concentrazioni di Arsenico ed altri inquinanti, in alcuni casi anche superiori ai limiti di legge. Le direttive dell’OMS, dell’EPA (ente per la prevenzione dei danni ambientali USA) affermano che obiettivo di qualità e l’assenza di questo inquinante dall’acqua destinata al consumo umano. Purtroppo le recenti analisi indicano che questo obiettivo è ben lontano.

Quali sono i rischi che corriamo?

Quali provvedimenti sono necessari per la tutela della salute pubblica ?

Ne parliamo con:

Roberto Barocci, Forum Ambientalista di Grosseto

M.Marchi di Medicina Democratica ( resp. Livorno e val di Cecina)

Jorge Hueche del parlamento Mapuche di Koz Koz (Cile)

A seguire microfono aperto per chiunque voglia intervenire e ragionare con noi di come salvaguardare la nostra salute.

Ore 19,30

Apericena di sottoscrizione presso “La Fea

corso Nasini, Castel del Piano

Musica dal vivo con Francesco Martinelli

Per contatti:

sos-geotermia at bruttocarattere.org

Puoi seguirci anche su Facebook:

https://www.facebook.com/sos.geotermia

 

 

Arsenico nelle acque potabili in Toscana

Estratto dal libro in stampa: “Arsenico e vecchi corrotti – Cronaca di un disastro avvenuto grazie ad abusi ed omissioni” di Roberto Barocci

Quando ci accorgemmo dell’esistenza in Toscana delle deroghe81 ai limiti di Arsenico nell’acqua potabile, consigliati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2004 promuovemmo diverse interrogazioni82-83 agli amministratori responsabili della nostra salute, anche perché dagli Enti locali erano state omesse due prescrizioni importanti previste nella normativa europea79. La prima violazione di legge era la mancanza di informazioni al pubblico, espressamente previste anche dal Ministro della Sanità80-81, che, per scaricarsi da responsabilità, richiamava la Regione:“…al disposto normativo circa l’obbligo dell’informazione al cittadino relativamente alle elevate concentrazioni dei suddetti elementi con specifico riferimento all’uso razionale di eventuali prodotti integratori.” Invece, nessuno aveva avvisato i cittadini, che, se sofferenti anche per malattie di modesta pericolosità, avevano, come conseguenza collaterale, limitate difese biologiche o minori capacità di smaltimento di metalli tossici. Nessuno sapeva quali potessero essere gli integratori consigliabili, anche perché allora, a livello di civile abitazione, non erano disponibili integratori o piccoli impianti di abbattimento dell’Arsenico cancerogeno in soluzione nell’acqua potabile.

La seconda violazione di legge era  relativa al mancato avvio delle iniziative, previste dalla legislazione, tese a rimuovere le cause dell’inquinamento delle nostre acque potabili. La Regione Toscana, nel decretare le ripetute deroghe, chiedeva anche alle Autorità di Ambito, cioè alle Assemblee dei Sindaci dei Comuni che in consorzio gestiscono le risorse idriche e al Gestore delle reti idriche81:“di adottare tutte le misure possibili e necessarie a garantire il ripristino della qualità delle acque erogate…”. Ma rispettare la decretazione significava imporre le bonifiche e fermare le centrali geotermiche in Amiata, scontrandosi contro l’Eni sui siti minerari e l’ENEL rispetto alla emissione in atmosfera di milioni di mc/anno di vapor d’acqua e decine di kg/anno di Arsenico. Rispettare la decretazione della Regione, per gli Enti locali, significava scontrarsi contro la Regione che ha sempre evitato di compiere quelle scelte.

Infatti, il Presidente del Consiglio d’Amministrazione dell’Acquedotto del Fiora, al tempo Rossano Teglielli, nel giustificare che la richiesta di deroga non era stata accompagnata, come prescritto, dai progetti per recuperare le qualità delle acque, ammetteva84: “La relazione riferisce ben poco circa le cause dei tenori di As, al di là di un breve accenno alla particolarità geologica delle Colline Metallifere e del monte Amiata…” e sulla necessità della deroga, riferiva di forti motivazioni e ammetteva che84:“Tali motivazioni emergono più dalla preoccupazione di ciò che potrebbe accadere presso le sorgenti del Monte Amiata piuttosto che dalla situazione esistente sui punti dove sono stati registrati i superamenti; in quest’ultimo caso, infatti la possibilità di miscelazione della risorsa consente al momento di rientrare nei limiti di legge. Tale preoccupazione nasce dal continuo aumento di As registrato nella risorsa proveniente dall’acquifero del Monte Amiata. Infatti sebbene le ultime analisi indicano che le principali sorgenti hanno tenori inferiori al limite normativo, i valori assoluti sono ormai prossimi alla soglia per 1 o 2 decimi di µgr/lt.”. La Regione Toscana affermerà negli anni successivi che da sempre l’Arsenico è presente nelle acque potabili dell’Amiata, ma compie una generalizzazione errata, consapevolmente. Infatti nel 2004 il Presidente dell’Acquedotto del Fiora scrive che è preoccupato del continuo aumento della concentrazione di Arsenico nelle acque dell’Amiata, perchè ciò gli impedisce di poterle usare per abbattere i livelli di concentrazione di As, presenti da molti anni sulle acque potabili delle Colline Metallifere.

In questa parte del territorio della Toscana meridionale la Giunta regionale Toscana ha consentito nel fine anni ’80 e i primi anni ’90 (con gli Assessori all’Ambiente succedutesi in quegli anni: Marcucci, Monarca, Periccioli e Del Lungo) che si realizzasse quello che la Magistratura inquirente di Grosseto ha definito nel 2003 “uno scellerato progetto”, cioè ha consentito all’Eni di smaltire illegalmente molte tonnellate di Arsenico nei territori della provincia di Grosseto e Siena, definendo inerti e sterili i rifiuti, che sapevano essere tossici e nocivi.

Quindi, non si interviene sulle cause industriali della perdita di qualità dell’acqua potabile sia nelle aree minerarie delle Colline Metallifere, sia nell’Amiata, ma ci si preoccupa solo di come riuscire a miscelare le varie fonti. La Regione Toscana, con grande cinismo, ripetutamente ha affermato81 che esistono: “studi idrogeologici, prodotti dai suindicati gestori a supporto delle suindicate richieste di deroghe, dai quali si evince che i valori delle concentrazioni dei parametri in oggetto di richiesta di deroga per l’Arsenico risultano in armonia con la circolazione idrica sotterranea”. Sapevamo, invece, che il gestore84 aveva fatto solo “un breve accenno” alla natura geologica e, pertanto, chiedemmo di vedere tale studio, che certificava l’armonia. Ma non ci fu mai consegnato.

Negli anni seguenti fu ripetuto, in in varie occasioni, che tutto è naturale e che da sempre conviviamo con questi elementi tossici nelle acque potabili. E’ un falso, sia per il grande serbatoio dell’Amiata, che fornisce acqua alla provincie di Grosseto, Siena e Viterbo, sia per le Colline Metallifere. Per le Colline Metallifere abbiamo a disposizione i dati della RiMin, società del gruppo Eni, che negli anni ’70/80 cercava le anomalie geochimiche per scopi minerari. Per le fonti dell’Amiata, abbiamo i dati di fonte Usl e di Arpat delle concentrazioni di Arsenico, il cui trend di crescita ha inizio a partire dalla fine degli anni’90, pubblicati anche in un libro da O.Conio e R.Porro85. Essi confermano quanto sostenuto dal gestore84 e ci dicono che, in tutta la Provincia di Grosseto e Siena, prima del 2000, non esistevano concentrazioni di arsenico nelle reti di distribuzione di acqua potabile superiori a 4 ug/l. Le mancate bonifiche e lo sfruttamento geotermico sono le cause più probabili del peggioramento.

Roberto Barocci, Forum Ambientalista Grosseto

Note (i documenti sono a disposizione. Richiedere a: roberto@barocci.it)
79 Direttiva 98/83CE del Consiglio del 3.11.98 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, art.9.
80
Art.13 del D.Lgs. n.31 del 2.2.01.
81
Regione Toscana – Dipartimento delle politiche Ambientali:
a) Decreto n°7950 del 24.12.03;
b) Decreto n°3 del 5.1.05;
c) Decreto n°754 del 29.2.08.
82.
Regione Toscana – Consiglio Regionale. Interrogazioni a firma dei consiglieri Giovanni Barbagli e Mario Ricci del 28.9.04.
83.
Provincia di Grosseto – Consiglio Provinciale. Interrogazione al Presidente a firma della consigliera Susanna Cesaretti del 16.2.2004.
84
Acquedotto del Fiora- Risposta dell’Amministratore Delegato Rossano Teglielli. Oggetto: Richiesta documentazione in merito alla deroga ex art.13 l.31/01, gennaio 2004.

85
Osvaldo Conio e Roberto Porro -L’arsenico nelle acque destinate al consumo umano, edito da F. Angeli nel 2004 pag.86-88 vedi: http://www..it/Ricerca/Scheda_libro.aspx?CodiceLibro=380.235
30.
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Grosseto – Richiesta di archiviazione ex art.441 e 415 CPP e successiva restituzione degli atti del 9.1.2003 a firma del dott. Vincenzo Pedone.

Amiata. Cosa beviamo? -volantino 4 pagine-

rubynettoVisualizza in PDF e scarica tutto il documento  CLICCANDO QUI

Il 15 marzo 2012 abbiamo provveduto a far analizzare un campione delle acque del Monte Amiata, presso il Laboratorio Studio Ambiente di Grosseto. Ecco i risultati:

Importante! Prima di leggere la tabella tenere conto delle seguenti note:
1) Il limite di legge per l’Arsenico è pari a 10 microgrammi/litro, mentre per il Mercurio di 1 microgrammi/litro;
2) Il metodo di rilevazione per l’Arsenico è ‘Apat cnr irsa metodo 3080 A ed 2003’, per il Mercurio ‘Apat cnr irsa metodo 3200 A1 ed.2003’;
3) Le acque di ‘rubinetto’ e delle fontane pubbliche, laddove ‘sforano’ il valore 10, vengono filtrate e miscelate affinché rientrino nel parametro di legge (infatti, ad esempio, l’acqua della ‘cascata’ di Arcidosso -sorgente- ha un valore di 11,1 mentre poi le acque delle utenze di Arcidosso sono tutte sotto il valore 10)
4) Le analisi per il mercurio, effettuate su molti campioni, sono state riportate solo nei 2 casi in cui i valori sono vicini alla soglia della potabilità, mentre negli altri risultano tutti inferiori a 0,2 microgrammi/litro, quindi irrilevanti
5) I 3 poderi segnati con l’asterisco (*) sono serviti dall’acquifero del Monte Labbro e non da quello dell’Amiata

tabelle ns analisiMonte Amiata, aprile 2012

ARSENICO nell’ACQUA: che significa e cosa fare?
Per l’OMS l’ obiettivo è acqua e cibi ad “arsenico zero”,
in Amiata si viaggia verso 10 e oltre

L’arsenico è classificato dall’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (Iarc) come elemento cancerogeno certo di classe 1, cioè tra le sostanze più pericolose e per le quali non esiste un livello minimo di sicurezza e viene posto in diretta correlazione con molte patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute, recenti studi rilevano che l’associazione arsenico/tabacco moltiplicherebbe esponenzialmente il rischio di malattie cardiovascolari, divenendo certo e statisticamente significativo per un valore di 12 microgrammi/litro. Sempre più segnalazioni, inoltre, lo correlano anche ai tumori del fegato e del colon“. E ancora. “L’assunzione cronica di arsenico, soprattutto attraverso acqua contaminata, è indicata da una cospicua e rilevante documentazione scientifica anche quale responsabile di patologie cardiovascolari, neurologiche, diabete di tipo 2, lesioni cutanee, disturbi respiratori, disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche“.

Il limite ammesso dalla legge, oggi, è di 10 microgrammi per litro e per anni in molte zone d’Italia -compreso l’Amiata- si è bevuta acqua con valori ben superiori grazie alle ‘deroghe’ chieste ed ottenute in sede europea con l’impegno che si procedesse ad eliminarne le cause, cosa che non è stata fatta. Oggi, perlomeno, non è più possibile superare quella soglia (che, ricordiamo, è una soglia di compromesso) tant’è che sull’Amiata si è ricorso alla miscelazione delle acque e/o alla realizzazione di costosi filtri (ovviamente a carico dei cittadini sulle bollette), ma queste sono soluzioni tampone che a medio/lungo termine non saranno più sufficienti se i valori di arsenico tenderanno ad aumentare ancora, come prevedibile in questa situazione.

L’Associazione italiana medici per l’ambiente (ISDE) lancia l’allarme e l’appello a “evitare subito l’esposizione a questo elemento tossico soprattutto in due categorie particolarmente fragili, le donne in gravidanza e i bambini”. “La letteratura scientifica internazionale, con sempre maggiori riscontri, tra cui l’EPA (ente per la protezione dai danni ambientali USA)– avvertono infatti gli esperti – evidenzia il legame tra l’esposizione cronica ad acque e alimenti contenenti arsenico in donne in gravidanza e bambini e molte patologie”. Fra i possibili danni da arsenico, gli specialisti elencano per esempio problemi dello sviluppo neurologico, autismo, deficit dell’attenzione e iperattività, disturbi dell’apprendimento, della memoria, della capacita’ di lettura, riduzione del quoziente intellettivo, patologie dell’apparato respiratorio, perdita fetale, aumento dei casi di morte infantile e neoplasie . “L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) – continuano gli esperti – ricorda e auspica come obiettivo di qualità un contenuto di arsenico pari a zero (o al più e in via transitoria di 5 microgrammi/litro) nelle acque destinate a consumo umano, come vera e sicura tutela della salute pubblica. “L’Associazione italiana dei registri tumori (AIRTUM) rileva che i tumori infantili nel nostro Paese sono in costante aumento ed è sempre più evidente il nesso causale tra queste patologie e fenomeni d’inquinamento ambientale.

Istituzioni ed industria continuano a sostenere la ‘naturalità’ del fenomeno nonostante sia ormai accertato l’aumento dei livelli di arsenico nell’acqua in concomitanza con lo sfruttamento geotermico. E’ quindi urgente uscire dall’equivoco, fermare le attività che possono peggiorare la situazione e che si proceda finalmente -come da impegni presi dall’Italia in sede europea- a rimuovere le cause e non a tamponare gli effetti.

I cittadini che pagano in salute e in bolletta l’arsenico nell’acqua,
cosa vogliono fare?
E i nostri amministratori, dai comuni alla regione,
cosa stanno facendo?

Di seguito riportiamo i dati disponibili fino al 2010 sia della USL 9 che dell’Arpat, l’Agenzia regionale per la Protezione Ambientale della Toscana:

USL9_dati_arsenicoarpat_arsenico_acqua_tabella_2001-2010

Il Manifesto del Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata Sos Geotermia. Aderisci anche tu!

Alla fine, dopo mesi di duro lavoro, di incontri, dibattiti, coordinamenti e iniziative, pubblichiamo il Manifesto del Coordinamento SOS Geotermia.

Lo potete leggere qui e se lo voleste distribuire, far conoscere, far girare, lo potete anche scaricare da qui.

DIFENDI IL TERRITORIO! ADERISCI AL MANIFESTO!

Per aderire al Manifesto manda una mail con oggetto ‘ADERISCO AL MANIFESTO’ a: sos-geotermia@bruttocarattere.org

Si può aderire sia in forma collettiva (associazione, comitato, gruppo, ecc) che singolarmente; vi chiediamo solo di indicare esattamente la dicitura del gruppo o l’esatto nome e cognome e, in ogni caso, la città.