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Incontro nazionale dei movimenti dal 10 al 14 luglio in Amiata -appello e programma-

mucca1 bannerDal 10 al 14 Luglio 2013, intendiamo costruire un incontro nazionale sul monte Amiata, un momento in cui confrontarsi tra differenti battaglie per la difesa del territorio e la riappropriazione dei beni comuni, un’occasione per costruire un processo collettivo di confronto, oltre che un appuntamento per sostenere la lotta territoriale in Amiata contro la geotermia.

La crisi è il pane quotidiano delle nostre giornate. Ma siamo di fronte ad una crisi o ad una nuova e più aggressiva fase di accumulazione della ricchezza nelle mani di pochi? Una nuova fase in cui questo Stato ed il blocco economico-politico dominante compiono costanti imposizioni nei confronti degli individui e delle comunità. Questo è  il nuovo assetto che governa le nostre vite basato su un saccheggio sistematico che produce costante erosione della ricchezza sociale e dei diritti conducendo alla precarietà e alla povertà, individuale e sociale. Un modello destinato ad aggredire i territori con sempre maggior violenza e ad utilizzare strumenti come le privatizzazioni e la finanziarizzazione per saccheggiare beni e servizi comuni. In Italia come in Grecia, Turchia, Brasile e via dicendo.

Su questi temi nel nostro paese si è aperto un importante fronte di resistenza, duraturo, radicato e radicale che, a sua volta, ha consentito di costruire  una prospettiva alternativa sulla gestione dei territori, i meccanismi partecipativi e gli strumenti di finanza,  accompagnato anche da un ragionamento di indirizzo normativo. Le battaglie a difesa dei territori e dei beni comuni rappresentano uno dei più importanti ostacoli all’aggressione dei processi di  privatizzazione e  finanziarizzazione.

Sono relazioni ed alleanze che si pongono su un piano avanzato, innovativo, passando dalla posizione di trincea ad un vero e proprio rilancio di alternative e di nuovi assetti economici e sociali.

Il referendum sull’acqua è stato vinto nel 2011 grazie alla capacità di costruire un’alleanza sociale dal basso che ha dettato una nuova agenda e imposto all’opinione pubblica il tema dei beni comuni, oggi scippato e vituperato dai partiti politici e non solo, ma non per questo svuotato di significato.

Un’agenda che ha al centro, in maniera ogni giorno più stringente, la questione della democrazia.  Ovvero chi decide sul futuro dei nostri territori e delle nostre vite e come costruire nuovo modelli di organizzazione sociale ed economica che pongano al centro le comunità e la loro partecipazione diretta alle decisioni.

Ma per aprire questo spazio politico è necessario trovare strategie comuni per contrastare la finanziarizzazione dei beni comuni, delle risorse naturali e dei territori e la rottura democratica che questo comporta, dettata dalle dinamiche di un nuovo e più aggressivo capitalismo improntato sulla speculazione sui beni collettivi necessari alla vita.

La proposta di quest’incontro nasce dalla necessità di condividere riflessioni, esperienze, prospettive e strategie con movimenti e comitati che oggi stanno lottando in questa prospettiva. Non intendiamo creare nessun nuovo contenitore, rete o movimento dei movimenti, né tanto meno offrire un’occasione elettorale a nessuno.

Quello che proponiamo è costruire un’opportunità per delineare nessi e punti in comune in cui riuscire ad individuare alcune azioni coordinate. Ci piacerebbe fare uno sforzo di astrazione dalle singole esperienze per fare un passo in avanti tutti/e insieme.

Vorremmo costruire una leva collettiva per sollevarci da quelle imposizioni che schiacciano le nostre vite e i nostri territori ribaltando il profitto generato sulle nostre vite.

Un incontro nazionale che possa essere propulsore di un ragionamento,  ma anche un sostegno concreto alle battaglie contro le bugie della green economy finanziarizzata, incarnate bene dalla geotermia sull’Amiata che produce morte, prosciuga uno dei bacini idrici più grandi d’Europa, garantisce  profitto all’ENEL e che inquina la democrazia nel territorio. Una vertenza emblematica in cui l’energia è il fulcro dello scontro tra due visioni: mercato contro diritti, merce contro bene comune.

Una storia simile a tante altre nei nostri territori.
Da qui intendiamo ripartire per difendere i beni comuni e riprenderci il futuro.

Tutti in tenda sul Monte Amiata!

Per info e adesioni: campeggio_amiata@acquabenecomune.org

Sito ufficiale dell’iniziativa: http://campeggioamiata.noblogs.org

Promotori:
Coordinamento SOS Geotermia
Forum Italiano Movimenti per l’Acqua
Rete StopENEL
Forum Contro le Grandi Opere Inutili e Imposte

Prime adesioni:
Movimento No Tav
Presidio Europa No Tav
Re:Common
Comitato SpeziaViaDal Carbone
A Sud
CDCA
Yaku
Forum Ambientalista
Movimento No Coke Alto Lazio
Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”
Comitato No Carbone – Rossano Calabro
Associazione Italia Nicaragua di Livorno
Eco Mapuche
Comitato No Grandi Navi – Laguna Bene Comune
Libereria AmiatautogestitA
Federazione Toscana del Partito dei Carc
Comitato Difensori della Toscana
Attac Italia
Coordinamento Toscano dei Comitati Popolari per la Legge Rifiuti Zero
Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua
Comitato Opzione Zero – Riviera del Brenta
Confederazione Cobas
Assemblea Permanente No Inceneritori Parma
Etinomia
Gruppo promotore “Campagna nazionale no Fracking”
Ola (Organizzazione lucana ambientalista)
Coordinamento Comitati Ambientalisti della Lombardia
Comitato No Gasaran di Sergnano e Nord cremasco
Mondoallarovescia.com, Liguria
Ross@
Spazi Liberati. Toscana specchio d’Europa. Lotte locali e proposte dal basso
Associazione Strade Bianche – Stampa Alternativa
Coordinamento nazionale No Triv
Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio e della Salute del Cittadino
Forum Ambiente e Salute
Assemblea Permanente NoInceneritori di Parma
Comitato nazionale legge rifiuti zero
Ex-Colorificio Liberato – Progetto Rebeldìa
Forum di Grosseto per una “Finanza pubblica e sociale”
Gruppo Spontaneo per la Salute dei Cimini
Comitato popolare di resistenza per la cittadinanza attiva CPRCA
Comitato Beni Comuni Val di Cecina
MEDICINA DEMOCRATICA movimento di lotta per la salute
Rete per la tutela della Valle del Sacco
Rete Commons! Napoli

PROGRAMMA
(clicca per ingrandire)

20130710_14_PROGRAMMA_imgSCARICA IL PROGRAMMA IN PDF

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La Nazione del 25 giugno 2013
Gli ambientalisti non mollano Pronta un’altra manifestazione
AMIATA – SI È APPENA conclusa la tre giorni di approfondimenti e dibattiti sul territorio, «Amiata reload», in programma nel fine settimana scorso ad Arcidosso per parlare di geotermia e lotta al cinipide, che è già partita l’organizzazione di un nuovo appuntamento, quello previsto dal 10 al 14 luglio sul Monte Amiata. PROMOTORI dell’iniziativa il Coordinamento Sos Geotermia, il Forum italiano movimenti per l’acqua, la Rete StopEnel, il Forum contro le grandi opere inutili e le imposte. L’obiettivo degli organizzatori è quello di «costruire un incontro nazionale sul Monte Amiata, un momento in cui confrontarsi tra differenti battaglie per la difesa del territorio e la riappropriazione dei beni comuni, un’occasione per costruire un processo collettivo di confronto, oltre che un appuntamento per sostenere la lotta territoriale in Amiata contro la geotermia». Un’occasione per delineare strategie di azione comuni. «LA PROPOSTA di quest’incontro aggiungono gli organizzatori nasce dalla necessità di condividere riflessioni, esperienze, prospettive e strategie con movimenti e comitati».

Il 17 giugno a S.Fiora primo confronto tra cittadini e istituzioni

votantonioDopo mesi di sollecitazioni e massima disponibilità dei comitati di Sos Geotermia, finalmente il 17 giugno (h.17,00) a Santa Fiora ci sarà un primo incontro/contraddittorio tra le istituzioni ed i cittadini.
Avremmo voluto un contraddittorio a tutto campo, dalle emissioni inquinanti alla diminuzione del bacino idrico, dagli allarmanti aumenti di mortalità e patologie ai rischi sismici, ma la disponibilità per questo appuntamento sarà circoscritta alla questione salute. Interverrà Francesco Cipriani dell’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) e Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto Tumori di Genova a cui i cittadini potranno poi rivolgere quesiti e chiedere chiarimenti.
Riteniamo che questa scadenza sia molto importante per approfondire il confronto a tutto campo sulla geotermia e i suoi effetti  mettendo in luce le criticità sanitarie ed ambientali. Ci auguriamo che questo incontro sia un ulteriore passo per comprendere e valutare, al di là delle banalizzazioni e senza essere troppo tecnicisti, i rischi della geotermia di Enel in Amiata. Non c’è informazione nè democrazia senza trasparenza.
Invitiamo tutti alla massima partecipazione perchè riteniamo che, pur con i limiti imposti, questo incontro possa essere una tappa di un reale percorso democratico in cui ai cittadini venga riconosciuto il diritto all’informazione, prima, e alle scelte sul territorio, poi.

Il Tirreno del 19 giugno 2013
Geotermia: tra moratoria e controlli dialogo impossibile
ARCIDOSSO. A detti dei presenti è stato un incontro interessante quello avvenuto a Santa Fiora lunedì pomeriggio sulla questione “geotermia e salute”, organizzato in comune fra istituzioni e comitati antigeotermici. Alla presenza di esperti istituzionali, fra cui Francesco Cipriani dell’Agenzia Regionale di Sanità (Ars) e Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto tumori di Genova a cui i cittadini hanno potuto rivolgere quesiti e chiedere chiarimenti. Anche da questo incontro i comitati sono usciti chiedendo una moratoria per la centrale di Bagnore 4 adesso in costruzione, mentre i sindaci presenti hanno tenuto a ribadire che la costruzione della nuova centrale non è in discussione, anche se non si abbassa il monitoraggio su cui le istituzioni locali e la Regione si sono impegnati. «Intanto – spiega il sindaco di Santa Fiora Verdi – va avanti la verifica degli eccessi di mortalità che si riscontrano in Amiata e a settembre ci sarà la presentazione del nuovo step di analisi che l’Ars e l’Arpat porteranno avanti. In questi ulteriori approfondimenti, aggiunge, noi Comuni siamo d’accordo a metterci soldi di tasca nostra, affinché vengano con costanza le nuove risposte degli scienziati. Insomma, tutto va avanti, la centrale e le analisi, da cui usciranno nuovi dati con nuovi metodi e nuove tecnologie». Anche il sindaco Emilio Landi avverte che «questo incontro fa parte del programma degli obiettivi che noi istituzioni ci eravamo prefissati per mettere in piedi l’osservatorio per la geotermia di cui da tempo si parla. Lunedì l’incontro ha riguardato la sanità, ma ne faremo altri dedicati all’aria e all’acqua, ad esempio. L’intendimento istituzionale è di mantenere aperte le disponibilità che vengono dalle sollecitazioni a non abbassare la guardia, ma ad avere le cose sotto controllo. Terremo d’occhio le centraline e i dati, il loro funzionamento continuo, i piezometri». Intanto i Comuni hanno dato disponibilità ad Ars che chiede un ulteriore incarico per approfondire i dati sanitari. «Questo non può che essere un bene: saranno analisi mirate e con esse di spera di stabilire meglio i motivi degli eccessi di mortalità in Amiata», conclude Landi. (f.b.)

Il Tirreno del 17 giugno 2013
Geotermia, primo contraddittorio aperto
Istituzioni e comitati contrari allo sfruttamento si affrontano oggi in un incontro a Santa Fiora
SANTA FIORA. La sala del popolo di palazzo Sforza Cesarini, a Santa Fiora, ospita oggi alle 17 un incontro sulla geotermia e la questione salute. Interverranno Francesco Cipriani dell’Agenzia regionale di sanità e Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto Tumori di Genova a cui i cittadini potranno poi rivolgere quesiti e chiedere chiarimenti. L’incontro è stato organizzato per la prima volta in tandem da istituzioni (sindaco di S. Fiora Verdi e presidente della conferenza sindaci Unione Emilio Landi) e dai comitati antigeotermici, i quali definiscono l’appuntamento un « incontro/contraddittorio tra le istituzioni ed i cittadini». Da parte istituzionale, è un incontro di approfondimento.Cipriani riferirà dati già noti e l’area di ulteriori approfondimenti in ambito salute. Accanto a lui il dott. Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto tumori di Genova, nome indicato dai comitati antigeotermici: «Riteniamo che questa scadenza sia molto importante per approfondire il confronto a tutto campo sulla geotermia e i suoi effetti mettendo in luce le criticità sanitarie ed ambientali. Ci auguriamo che questo incontro sia un ulteriore passo per comprendere e valutare, al di là delle banalizzazioni e senza essere troppo tecnicisti, i rischi della geotermia di Enel in Amiata – spiegano quelli di SoS geotermia – Invitiamo alla massima partecipazione perchè riteniamo che, pur con i limiti imposti, questo incontro possa essere una tappa di un reale percorso democratico in cui ai cittadini venga riconosciuto il diritto all’informazione e alle scelte sul territorio». Avremmo voluto un contraddittorio a tutto campo, dalle emissioni inquinanti alla diminuzione del bacino idrico, dagli allarmanti aumenti di mortalità e patologie ai rischi sismici, ma la disponibilità per questo appuntamento sarà circoscritta alla questione salute. (f.b.)

GoNews del 16 giugno 2013
Geotermia, il 17 giugno primo confronto tra cittadini e istituzioni
Interverrà Francesco Cipriani dell’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) e Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto Tumori di Genova
Dopo mesi di sollecitazioni e massima disponibilità dei comitati di Sos Geotermia, finalmente il 17 giugno a Santa Fiora ci sarà un primo incontro/contraddittorio tra le istituzioni ed i cittadini.
Avremmo voluto un contraddittorio a tutto campo, dalle emissioni inquinanti alla diminuzione del bacino idrico, dagli allarmanti aumenti di mortalità e patologie ai rischi sismici, ma la disponibilità per questo appuntamento sarà circoscritta alla questione salute.
Interverrà Francesco Cipriani dell’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) e Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Istituto Tumori di Genova a cui i cittadini potranno poi rivolgere quesiti e chiedere chiarimenti.
Riteniamo che questa scadenza sia molto importante per approfondire il confronto a tutto campo sulla geotermia e i suoi effetti  mettendo in luce le criticità sanitarie ed ambientali. Ci auguriamo che questo incontro sia un ulteriore passo per comprendere e valutare, al di là delle banalizzazioni e senza essere troppo tecnicisti, i rischi della geotermia di Enel in Amiata.
Non c’è informazione nè democrazia senza trasparenza.
Invitiamo tutti alla massima partecipazione perchè riteniamo che, pur con i limiti imposti, questo incontro possa essere una tappa di un reale percorso democratico in cui ai cittadini venga riconosciuto il diritto all’informazione, prima, e alle scelte sul territorio, poi.
Fonte: SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata

11 maggio, ‘AMIATA CALLING’: programma e istruzioni per l’uso

20130426_imgCresce l’adesione alla manifestazione nazionale dell’11 maggio 2013, il cui appello con le tante adesioni pervenute sono visibili qui: ‘AMIATA CALLING: GIU’ LE MANI DALLA NOSTRA TERRA!‘.

Questa pagina è in continuo aggiornamento con ulteriori informazioni utili.
E’ pronto il programma della giornata che può essere scaricato  qui (a colori) e qui (bianconero) e che si sviluppa così:

ore 10,30 Assemblea dei comitati – piazza Indipendenza, Arcidosso (GR)

ore 14  CORTEO a Bagnore 4 – concentramento in loc.Aiuole (tra Arcidosso e S.Fiora)

ore 16,30 Manifestazione in piazza Indipendenza, Arcidosso (GR)
Interventi e testimonianze, con la partecipazione del popolo Mapuche del Cile

dalle 18,30 in piazza Cavallotti e castello Aldobrandesco, Arcidosso (GR) – a cura di AmiatautogestitA: musica, artigianato, barattomercato, progetti ecosostenibili e altro. Concerto: JAKA ‘Save the Amiata’, scarica il manifesto.

Dov’è il monte Amiata e Arcidosso? (clicca sulla mappa per ingrandire)arcidosso_map2_indicazioniViabilità del monte Amiata (clicca sulla mappa per ingrandire)arcidosso_AMIATA_map

Dove ci sarà il CORTEO e la Manifestazione e Concerto? (clicca sulle mappe per ingrandire)
arcidosso_map_indicazioniarcidosso_aiole_bagnore_indicazioni

COME SOSTENERE L’INIZIATIVA?Per sostenere l’iniziativa, collegatevi QUI e fate una DONAZIONE Grazie!!

STOP ENEL. A Roma 28/30 aprile, assemblea internazionale e sit-in

20130428_stopenel_imgLa Rete STOP ENEL, costituitasi un anno fa, anche quest’anno, in occasione dell’assemblea degli azionisti Enel sarà presente a Roma; anche SOS Geotermia ci sarà alle iniziative programmate. Pubblichiamo l’Appello e la locandina, che possono essere scaricati cliccando qui.

28/30 aprile a Roma, 11 maggio in Amiata!

APPELLO AI TERRITORI
Fermiamo l’energia che opprime le comunità e distrugge l’ambiente

Il 30 aprile si celebrerà a Roma l’assemblea degli azionisti di Enel Spa. Anche quest’anno la multinazionale dell’energia, simbolo di inquinamento e del colonialismo energetico italiano nel mondo, vaglierà i suoi bilanci basati su centrali mega-inquinanti, opere devastanti, impianti costruiti senza il rispetto dei territori e delle comunità.
Dalle mega dighe della Colombia, del Cile, del Guatemala al carbone di Civitavecchia, Brindisi, La Spezia; dal nucleare in Spagna alle rinnovabili di nome e non di fatto, come la geotermia in Toscana e le biomasse sul Pollino; dalle mega centrali dell’Est Europa ai catorci ad olio combustibile di Rossano, Porto Tolle, Montalto di Castro: Enel rappresenta in pieno il modello energetico che ha caratterizzato gli ultimi cinquant’anni di politiche industriali dell’occidente, un modello fallimentare basato sull’esaurimento di risorse naturali, sullo sconvolgimento dell’ecosistema sulla prevaricazione sistematica della volontà, degli interessi e dell’identità delle comunità locali, in Italia come all’estero.
Un modello truffaldino che per Enel come per altri speculatori locali ed internazionali, nell’energia come nelle infrastrutture, nei rifiuti, nella gestione dei beni comuni, si traduce in profitti milionari assicurati dal fatto che i costi, economici e non, non vengono messi nel bilancio aziendale ma vengono pagati dalla collettività.
Ora che la crisi economica sta mettendo in evidenza tutti i limiti di questa logica iniqua e devastante è il momento di ribaltare questo modello energetico, rivedendo considerevolmente i consumi improponibili ed inutili (a fronte di 108000MW istallati, i consumi totali, industriali + domestici, in calo dell’8% sono solo 40.000MW) e mettendo al centro i diritti ed i bisogni reali delle comunità.
La Campagna “Stop Enel” nasce per questo, ha già dato vita a due assemblee internazionali partecipate dai comitati italiani e da rappresentanti delle comunità di tutto il mondo. Un nuovo modello energetico non più calato dall’alto ma costruito a partire dai territori, dalle vertenze decennali che gruppi di cittadini liberi continuano a ravvivare, seppur spesso isolatamente, fermando i progetti o limitandone i danni. Più in generale un modello di sviluppo che tenga conto di tre valori fondamentali oggi calpestati ferocemente in ogni singola vertenza territoriale: la SALUTE, la quale non può più essere posta in secondo piano rispetto a profitti e bilanci; il LAVORO, come strumento di dignità e riscatto, come servizio alle comunità, e non più come strumenti di ricatto e sfruttamento di cose e persone; la DEMOCRAZIA, ovvero l’esigenza che siano le comunità a decidere del proprio destino e del proprio sviluppo.
Per realizzare questo progetto è necessario connettere tutte le vertenze, mettere in condivisione conoscenze ed esperienze, unire le forze per contrastare nel migliore dei modi ogni singolo progetto: fermando la logica infausta che lo giustifica.
Per questo stiamo organizzando tre giorni di discussioni, iniziative ed approfondimenti.
Domenica 28 Aprile si terrà la Seconda Assemblea Internazionale della Campagna Stop Enel in preparazione di tutte le iniziative e del Sit-In di sensibilizzazione che si terrà di fronte alla sede dell’Assemblea degli Azionisti Enel, il 30 Aprile.
Durante la tre giorni si terranno incontri e seminari, tra cui un approfondimento sul ruolo di ENEL e della finanza nel mercato del carbonio europeo (29 Aprile); l’incontro del Coordinamento Nazionale No Carbone; un incontro con soggetti e movimenti che si occupano di altri settori, come quelli sui trasporti, sulle mega-opere, sui rifiuti, sui beni comuni.
Tutti i cittadini, i comitati, i movimenti e le associazioni interessate a queste tematiche sono invitate a prendere parte alla tre giorni.

Rete Stop Enel

Programma
Domenica 28 aprile – ore 10.30-17.30
Seconda Assemblea Internazionale della Campagna Stop Enel
CineTeatro Volturno Occupato – Via Volturno 37
Lunedì 29 aprile
Seminario di approfondimento- ore 10.30 – 13.30
Il ruolo di ENEL nel mercato dei crediti di Carbonio
CineTeatro Volturno Occupato – Via Volturno 37
Pomeriggio: Incontro del Coordinamento Nazionale No Carbone
Martedì 30 aprile – ore 14.00
Sit in STOPENEL durante lo svolgimento dell’assemblea degli azionisti
Di fronte alla sede nazionale di ENEL – Viale Regina Margherita 125

‘AMIATA CALLING’: L’Amiata chiama! L’11 maggio una giornata di lotta in difesa della montagna

20130511_locandina_finale_72_600_imgMentre l’Enel continua a lavorare al cosiddetto ‘Piano di riassetto di Piancastagnaio’ e dopo gli annunci trionfalistici sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento SOS Geotermia si è riunito il 21 marzo us in assemblea pubblica, peraltro partecipatissima, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi il giorno 11 maggio prossimo.
Su impulso dei cittadini e dei comitati, SOS Geotermia ha redatto un appello nazionale, che riportiamo di seguito, a cui hanno già dato significativa adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali.
Primo firmatario è Don Gallo che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere ‘partigiani dell’Amiata e difendere la Terra’, seguono adesioni di rilievo nazionale come il
Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, ATTAC, l’USB ed i Cobas; l’elenco è lungo e ‘qualificato’, contando che ancora non è avvenuto il lancio dell’iniziativa.
Da oggi lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi, partiti, ecc. invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata.
Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata a partecipare al prossimo incontro che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio.

Di seguito l’appello e le prime adesioni:

SCARICA IL VOLANTINO FRONTE/RETRO CON IL PROGRAMMA E LE ADESIONI

SCARICA LA LOCANDINA CON L’APPELLO IN FORMATO A3 (colori e bianco/nero, file zippato 11,6 Mb) oppure in FORMATO A4 (colori e bianco/nero, file zippato 5,6 Mb)

AMIATA CALLING: GIU’ LE MANI DALLA NOSTRA TERRA!

> Contro il saccheggio del territorio in nome del profitto di pochi
> Per la valorizzazione delle risorse naturali, culturali e ambientali. Per ridurre le morti da avvelenamento ambientale, le morti sul lavoro, la riduzione del servizio sanitario e degli ospedali e per il rilancio di una cultura della vita sana, delle cure gratuite e garantite per tutti.
> Contro la privatizzazione dei servizi, dei beni comuni, dell’acqua e per la difesa e rilancio di una economia ecosostenibile.
> Per la politica al servizio delle popolazioni per rivendicare il diritto a decidere su come utilizzare l’energia che serve al territorio.
> Contro le produzioni inquinanti, la falsa green economy, il consumo di suolo, l’avvelenamento dell’acqua e dell’aria,
> Per il rilancio di un programma nazionale di bonifica, messa in sicurezza e difesa idrogeologica del territorio che crei prevenzione e occupazione permanente.

IL MONTE AMIATA -la montagna sacra, cuore dell’Italia- DIVENTI IL CENTRO DA CUI RIPARTIRE PER LE LOTTE COMUNI

La geotermia sul monte Amiata non è né pulita, né rinnovabile, né innocua, come dimostrato dalle stesse ricerche effettuate dalla Agenzia Regionale di Sanità:
-tonnellate di inquinanti fuoriescono dalle centrali geotermiche che concorrono a contaminare aria, terreno e falde ed entrano nel ciclo alimentare fino all’uomo;
-incremento della mortalità rispetto alle aree limitrofe e al resto della Toscana con un aumento statisticamente significativo del +13% per gli uomini e altre gravi patologie.
-depauperamento e inquinamento -soprattutto da arsenico- del bacino idropotabile amiatino con il rischio concreto della sua scomparsa e/o impossibilità per l’uso potabile;
-Diciamo basta alle centrali geotermiche Enel in Amiata, ma anche alle possibili future autorizzazioni ad altre compagnie!

FERMIAMOLI ORA, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI!
MORATORIA IMMEDIATA DI TUTTA L’ATTIVITA’ GEOTERMICA IN AMIATA!
L’11 MAGGIO 2013 TUTTI IN AMIATA
PER UNA GIORNATA NAZIONALE DI MOBILITAZIONE
A DIFESA DELLA NOSTRA TERRA

Questo il programma della giornata:

dalle 10,30 alle 12,30 ad Arcidosso (GR) in Piazza Indipendenza: L’Amiata accoglie i comitati, assemblea/incontro in piazza
– alle 14,00 in Località Aiuole, a pochi km tra Arcidosso e S.Fiora, Concentramento e Corteo fino al cantiere della centrale geotermica di Bagnore 4
– dalle 16,30 ad Arcidosso (GR) in Piazza Indipendenza, Manifestazione/Assemblea con interventi e testimonianze sulle varie esperienze di lotta dei comitati e associazioni partecipanti
– dalle ore 18,00: Festa e musica in piazza

Adesioni ad oggi:

> Don Gallo e la Comunità San Benedetto al Porto (GE)
> Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
> Comitato nazionale Stop Enel. Per un nuovo modello energetico
> Forum Ambientalista nazionale
> USB Unione Sindacale di Base, federazione Nazionale
> Confederazione COBAS
> ATTAC Italia
> Medicina Democratica Toscana
> Comitato Nazionale contro Fotovoltaico ed Eolico nelle Aree Verdi e Naturali
> Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua
> Federazione Toscana del partito dei CARC
> Ola – Organizzazione Lucana Ambientalista (No Triv)
> Assemblea Siena Beni Comuni (SI)
> DAS (Dimensione Autonoma Studentesca) di Siena
> Unione Sindacale di Base USB federazione di Grosseto
> Forum Ambientalista di Grosseto (GR)
> Comitato Beni Comuni Val di Cecina (Li/Pi)
> Carc, Abbadia San Salvatore (Si)
> Comitato Ambiente Amiata, Abbadia San Salvatore (SI)
> Lista Civica Per Abbadia, Abbadia San Salvatore (SI)
> Lista di Cittadinanza Prospettiva Comune, Piancastagnaio (SI)
> Comitato Difesa Ambiente Paesaggio Acquapendente (VT)
> SpeziaViaDalCarbone Comitato di cittadini (SP)
> Associazione di amicizia con il popolo Mapuche, Como
> Aldo Zanchetta, Fondazione Neno Zanchetta, Lucca
> ATTAC Roma
> ATTAC Chianti-Valdelsa
> Forum Cittadini del Mondo R.Amarugi, Grosseto
> ATTAC Vercelli
> Comitato Acqua Bene Comune di Vercelli
> Francesco Biagi, progetto Rebeldia, Pisa
> Associazione Yaku, Roma
> Comitato Beni Comuni di Manciano (Gr)
> Associazione Sanremo Sostenibile, Sanremo (IM)
>  Partito Comunista dei Lavoratori, Provincia di Grosseto
> Campagna Difesa del Latte Materno
> Comitato NO TUNNEL TAV Firenze
> Partito della Rifondazione Comunista – Federazione di Grosseto
> Partito della Rifondazione Comunista – Circolo di Santa Fiora e Amiata (GR)
> Spazi Liberati Firenze-Prato-Pistoia
> ALBA Grosseto
> Comitato Valdelsa – Comitato per la tutela e la difesa della Valdelsa
> Centro Donna di Grosseto
> Comitato Difensori della Toscana, Casole d’Elsa (SI)
> MPL Movimento Popolare di Liberazione
> Associazione Il Mulino, Abbadia San Salvatore (SI)
> Coordinamento Salviamo le Apuane
> Coordinamento dei Comitati e Associazioni Ambientali Provincia di Grosseto
> RETE AMBIENTALE VALDISIEVE (Associazione Valdisieve, Associazione Vivere in Valdisieve e Comitato Valdisieve)
> Associazione Re:Common
> Circolo Sinistra Ecologia e Libertà Amiata grossetana
> Associazione Vivamazzonia
> OGM Gruppo d’Opinione in Movimento di Pitigliano
> Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio, Toscana
> Comitato per la Difesa della Val D’Asso, S.Giovanni D’Asso
> Comitato per la Val D’orcia, l’Amiata e le Crete Senese
> Movimento 5 Stelle Grosseto
> Maremma Libertaria rivista on line Massa Marittima-Siena ex O.P.
> Italia Nostra – Consiglio Regionale Toscano
> Italia Nostra – sezioni di Grosseto e Siena
> perUnaltracittà – lista di cittadinanza, Firenze
> l’Altracittà – giornale della periferia, Firenze
> WWF Italia
> Comitato Non A Tutti I Costi Biogas, San Quirico d’Orcia
> Movimento 5 Stelle gruppo di Abbadia San Salvatore
> Comitato Acqua Bene Comune di Pistoia
> Movimento Rifiuti Zero, Toscana
> Associazione Ambiente e Futuro, Toscana
> Rete Ambientale della Versilia
> Movimento 5 Stelle gruppo di Montalcino
> Amici dei bagni di Petriolo
> Associazione Radicondoli Municipio Nuovo
> Associazione A Sud
> Associazione culturale Arci Veltha di Elmo, Sorano
> CRA – Comitato Risanamento Ambientale, Guidonia (RM)
> CISA (coordinamento interregionale Umbria-Lazio salvaguardia Alfina)
> Coordinamento regionale umbro sulle energie rinnovabili
> Comitato in Difesa Paesaggio – Camugnano (Bo)
> Gruppo di Piancastagnaio attivisti e simpatizzanti M5S
> Cinzia Bottene, consigliera comunale, Lista Civica Vicenza Libera No Dal Molin
> SEL Federazione Grosseto
> Comitato Rifiuti Zero Mugello

 

La Nazione del 25 aprile 2013

I comitati non si fermano «Amiata Calling» va avanti
In aumento le adesioni per la manifestazione di maggio
GEOTERMIA DEFINITO IL CALENDARIO CON MOMENTI DI FESTA
AMIATA CALLING: fervono i lavori per la manifestazione nazionale di sabato 11 maggio. I movimenti per l’Amiata, coordinati dal comitato SoS Geotermia, stanno da tempo organizzando una giornata di mobilitazione nazionale per dare voce alle loro preoccupazioni sullo sfruttamento geotermico. Il calendario della giornata prevede un’assemblea dei comitati alle 10.30 in piazza Indipendenza ad Arcidosso, un corteo alle14 che si snoderà tra Le Aiuole e la centrale geotermica (nella foto i lavori per Bagnore 4), una manifestazione alle 16.30 ad Arcidosso e dalle 18.30 in poi al Castello Aldobrandesco e in piazza Cavallotti «dibattiti, interventi, testimonianze, artigianato, musica e altre attività», dicono gli organizzatori. Molte le adesioni a questa iniziativa, da Don Gallo e la comunità di san Benedetto al Porto di Genova, al Wwf, al Forum per l’acqua. Questi ultimi sono di recente stati presenti, ad una delle riunioni dei comitati amiatini. Durante l’incontro sono stati discussi i temi che accomunano i comitati. Per far sì che le esigenze espresse dai movimenti che in tutta Italia cercano sistemi alternativi di sviluppo, di sfruttamento energetico e delle risorse naturali, dice Valerio del Forum per l’acqua, «non basta essere solidali gli uni con gli altri ma occorre riflettere sulle spinte interiori che animano i movimenti e imparare reciprocamente». Lorenzo, di Amiata autogestita, Onlus che ha sede ad Arcidosso, parla di «maggioranza fatta di minoranze e da qui il dibattito si apre sulla necessità di includere sempre più la cittadinanza amiatina nelle attività dei comitati, perché ad oggi il problema non sembra essere sentito dalla totalità della popolazione locale». Per informazioni sull’evento visitare la pagina Facebook di SoS Geotermia e il sito sosgeotermia.noblogs.org.

La Nazione del 19 aprile 2013

Manifestazione anti geotermia. Pronto il calendario della giornata
«GIÙ LE MANI dalla nostra terra»: si chiama così la manifestazione organizzata dal coordinamento Sos Geotermia in programma l’11 maggio. La mobilitazione è promossa dai cittadini e dai comitati per protestare contro l’utilizzo delle risorse geotermiche sul Monte Amiata. Alle 10.30 è in programma, in piazza Indipendenza ad Arcidosso, l’assemblea dei comitati. Alle 14 il corteo si sposterà verso la centrale di Bagnore 3, dove dovrà sorgere la super-centrale Bagnore 4. Alle 16.30 sono in cartellone interventi e testimonianze in piazza Indipendenza e a partire dalle 18.30 musica, artigianato e baratto-mercato in piazza Cavallotti e al castello Aldobrandesco.

Il Cittadino online dell’8 aprile 2013

Gli ambientalisti amiatini si riuniscono in un “supercomitato”
La molla che ha spinto a questa azione è stato l’avvio dei lavori per la realizzazione della centrale geotermica Bagnore 4
di Fabrizio Pinzuti
PIANCASTAGNAIO – Particolarmente attivi in questi ultimi tempi i comitati per la difesa dell’ambiente che non solo si sono riuniti in un supercomitato denominato SOS Geotermia, Coordinamento dei movimenti per l’Amiata, ma che hanno anche infittito la loro opera di informazione e di comunicazione con la loro email sos-geotermia@bruttocarattere.org.
La molla che ha fatto scattare la maggiore ricerca di incisività presso l’opinione pubblica da parte del movimento è stato l’inizio dei lavori della nuova centrale geotermica di Bagnore 4, vista come un ulteriore espansione  dell’attività dell’Enel e come un attentato o un impadronirsi dell’Amiata e delle sue risorse, non senza la complicità o la negligenza delle amministrazioni locali, richiamate continuamente a svolgere un’opera di sorveglianza sull’operato del colosso dell’energia. Significativo in proposito il titolo del primo documento emesso, “giù le mani dalla nostra terra”, qui di seguito ripercorso nelle linee fondamentali: “Nonostante il ricorso pendente al TAR e nonostante il crescente allarme tra la popolazione, nel silenzio complice degli amministratori, l’Enel il 7 marzo ha dato il via al cantiere della centrale Bagnore 4 che, se realizzata, triplicherà la potenza dell’esistente Bagnore 3 (20 MW) fino a 60 MW. Pure il rinnovato interesse da parte dei media nazionali che hanno evidenziato tutte le problematiche legate alla geotermia amiatina, non è valso a far sì che da parte delle amministrazioni si aprisse un tavolo di verifica ed approfondimento sulla questione. Il Coordinamento SOS Geotermia, oltre ad aver immediatamente allertato gli avvocati per intraprendere ogni eventuale iniziativa possibile sul piano legale, ha immediatamente deciso che non c’è più tempo da perdere ed annuncia l’indizione di una manifestazione a carattere nazionale da realizzarsi sul monte Amiata il prima possibile e che abbia come temi l’immediata sospensione dei lavori della centrale di Bagnore 4 e dei cantieri del cosiddetto ‘piano di riassetto’ di Piancastagnaio”. L’iniziativa non è isolata e rientra nel disegno più vasto di andare “contro il saccheggio del territorio in nome del profitto di pochi. Per la valorizzazione delle risorse naturali, culturali e ambientali. Per ridurre le morti da avvelenamento ambientale, le morti sul lavoro, la riduzione del servizio sanitario e degli ospedali e per il rilancio di una cultura della vita sana, delle cure gratuite e garantite per tutti. Contro la privatizzazione dei servizi, dei beni comuni, dell’acqua e per la difesa e rilancio di una economia ecosostenibile. Per la politica al servizio delle popolazioni, per rivendicare il diritto a decidere su come utilizzare l’energia che serve al territorio. Contro le produzioni inquinanti, la falsa green economy, il consumo di suolo, l’avvelenamento dell’acqua e dell’aria. Per il rilancio di un programma nazionale di bonifica, messa in sicurezza e difesa idrogeologica del territorio che crei prevenzione e occupazione permanente”. Si denuncia anche l’insistenza “nel ricatto lavoro/salute, laddove si annuncia che i lavori inziali vengono affidati ad una ditta di Abbadia S.S., nel maldestro tentativo di dividere i cittadini tra loro e tra ‘campanili’ o, come per Floramiata, voler far credere che più geotermia porti più occupazione”. Non ci sono note per il momento reazioni né da parte dell’Enel né da parte delle amministrazioni locali, eccezion fatta per alcune puntualizzazioni del sindaco Verdi di Santa Fiora, sulle quali saremo più esaurienti nei prossimi giorni.

La Nazione del 27 marzo 2013

Sos Geotermia non dà tregua. Incontro per decidere la manifestazione
AMIATA. MENTRE L’ENEL continua a lavorare al cosiddetto Piano di riassetto di Piancastagnaio e dopo gli annunci sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento Sos Geotermia si è riunito in un’assemblea pubblica, peraltro molto partecipata, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi l’11 maggio. Su impulso dei cittadini e dei comitati, Sos Geotermia ha lanciato un appello nazionale a cui hanno già dato adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali. «PRIMO firmatario docono al comitato è don Gallo, che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere partigiani dell’Amiata e difendere la Terra», seguono adesioni di rilievo nazionale come il Forum italiano dei Movimenti per l’acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, Ata, l’Usb ed i Cobas. «L’elenco è lungo e qualificato incalza Sos Geotermia contando che ancora non è avvenuto l’annuncio ufficiale dell’iniziativa». «DA OGGI concludono lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi e partiti, invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata. Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata a partecipare al prossimo incontro che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio».

Contropiano.it del 27 marzo 2013

Amiata Calling! L’Amiata chiama! L’11 maggio una giornata di lotta in difesa della montagna
Mentre l’Enel continua a lavorare al cosiddetto ‘Piano di riassetto di Piancastagnaio’ e dopo gli annunci trionfalistici sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento SOS Geotermia si è riunito il 21 marzo us in assemblea pubblica, peraltro partecipatissima, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi il giorno 11 maggio prossimo.
Su impulso dei cittadini e dei comitati, SOS Geotermia ha redatto un appello nazionale, che riportiamo di seguito, a cui hanno già dato significativa adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali.
Primo firmatario è Don Gallo che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere ‘partigiani dell’Amiata e difendere la Terra’, seguono adesioni di rilievo nazionale come il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, ATTAC, l’USB ed i Cobas; l’elenco è lungo e ‘qualificato’, contando che ancora non è avvenuto il lancio dell’iniziativa.
Da oggi lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi, partiti, ecc. invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata.
Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata a partecipare al prossimo incontro che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio.

SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata –
…segue l’Appello

Gonews.it del 27 marzo 2013

AMIATA
SOS Geotermia chiama a raccolta l’11 maggio i suoi sostenitori per una mobilitazione nazionale
Una giornata di lotta in difesa della montagna che già conta numerose adesioni. Prossima assemblea il 5 aprile
Mentre l’Enel continua a lavorare al cosiddetto ‘Piano di riassetto di Piancastagnaio’ e dopo gli annunci trionfalistici sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento SOS Geotermia si è riunito il 21 marzo us in assemblea pubblica, peraltro partecipatissima, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi il giorno 11 maggio prossimo.
Su impulso dei cittadini e dei comitati, SOS Geotermia ha redatto un appello nazionale, che riportiamo di seguito, a cui hanno già dato significativa adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali.
Primo firmatario è Don Gallo che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere ‘partigiani dell’Amiata e difendere la Terra’, seguono adesioni di rilievo nazionale come il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, ATTAC, l’USB ed i Cobas; l’elenco è lungo e ‘qualificato’, contando che ancora non è avvenuto il lancio dell’iniziativa.
Da oggi lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi, partiti, ecc. invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata.
Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata a partecipare al prossimo incontro che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio.
Fonte: SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata

Maremma News del 26 marzo 2013

Giornata di lotta in difesa per l’Amiata
Amiata: Mentre l’Enel continua a lavorare al cosiddetto ‘Piano di riassetto di Piancastagnaio’ e dopo gli annunci trionfalistici sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento SOS Geotermia – scrivono i suoi esponenti – si è riunito il 21 marzo us in assemblea pubblica, peraltro partecipatissima, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi il giorno 11 maggio prossimo.
Su impulso dei cittadini e dei comitati, SOS Geotermia ha redatto un appello nazionale, di seguito riportato, a cui hanno già dato significativa adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali.
“Primo firmatario è Don Gallo che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere ‘partigiani dell’Amiata e difendere la Terra’, seguono adesioni di rilievo nazionale come il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, ATTAC, l’USB ed i Cobas; l’elenco è lungo e ‘qualificato’, contando che ancora non è avvenuto il lancio dell’iniziativa. Da oggi lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi, partiti, ecc. invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata”, continuano gli esponenti. Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata – conclude il comitato SOS Geotermia – a partecipare al prossimo incontro, concludono,  che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio”.

PrimaPaginaChiusi.it del 26 marzo 2013

SOS GEOTERMIA AMIATA. L’11 MAGGIO GIORNATA DI MOBILITAZIONE
IN UN COMUNICATO STAMPA IL COMITATO AMIATINO ANNUNCIA L’INIZIATIVA: ” INVITIAMO TUTTI I CITTADINI DELL’AMIATA A PARTECIPARE AL PROSSIMO INCONTRO CHE SI TERRÀ IL 5 APRILE E A COLLABORARE CON IL COORDINAMENTO PER LA RIUSCITA DELLA GIORNATA DELL’11 MAGGIO

Prosegue senza soste la “battaglia” sull’Amiata del Comitato SOS geotermia che il 21 marzo si è riunito in assemblea pubblica e ha deciso una giornata di mobilitazione l’11 maggio.
Riceviamo e pubblichiamo il relativo comunicato stampa:
‘AMIATA CALLING’: L’Amiata chiama! L’11 maggio una giornata di lotta in difesa della montagna
Mentre l’Enel continua a lavorare al cosiddetto ‘Piano di riassetto di Piancastagnaio’ e dopo gli annunci trionfalistici sull’apertura del cantiere per le due centrali di Bagnore4, il coordinamento SOS Geotermia si è riunito il 21 marzo us in assemblea pubblica, peraltro partecipatissima, che ha approvato la proposta di una giornata di mobilitazione che abbia carattere nazionale da farsi il giorno 11 maggio prossimo. Su impulso dei cittadini e dei comitati, SOS Geotermia ha redatto un appello nazionale, che riportiamo di seguito, a cui hanno già dato significativa adesione associazioni, gruppi, sindacati, sia nazionali, che regionali e territoriali. Primo firmatario è Don Gallo che avevamo già incontrato e che ci aveva esortato ad essere ‘partigiani dell’Amiata e difendere la Terra’, seguono adesioni di rilievo nazionale come il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, promotore dei referendum vinti sulla ripubblicizzazione dell’acqua che continua nella battaglia, ma anche associazioni e sindacati nazionali, come il Forum Ambientalista, ATTAC, l’USB ed i Cobas; l’elenco è lungo e ‘qualificato’, contando che ancora non è avvenuto il lancio dell’iniziativa. Da oggi lanciamo pubblicamente l’appello a tutte le associazioni, comitati, gruppi, partiti, ecc. invitandoli ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 maggio sull’Amiata. Invitiamo tutti i cittadini dell’Amiata a partecipare al prossimo incontro che si terrà il 5 aprile e a collaborare con il coordinamento per la riuscita della giornata dell’11 maggio”.

Corriere di Maremma del 24 marzo 2013

L’11 maggio manifestazione anti-geotermia
ARCIDOSSO. Sos Geotermia ha organizzato l’11 maggio una giornata di mobilitazione per chiedere la “moratoria immediata di tutta l’attività geotermica in Amiata” Questo il programma della giornata: dalle 10,30 alle 12,30 ad Arcidosso, piazza Indipendenza, incontro con i comitati , i movimenti e le associazioni; alle 14,00 in Località Aiuole, a pochi km da Arcidosso e S.Fiora, concentramentoecorteofino al cantiere della centrale geotermica di Bagnore 4; dalle 16,30 ad Arcidosso, in piazza Indipendenza, manifestazione/assemblea con interventi e testimonianze sulle varie esperienze di lotta in difesa del territorio e dei beni comuni;inconclusionedigiornata,dalle ore 18,00, festa e musica in piazza.

La Nazione del 23 marzo 2013

I comitati non mollano Pronta la mobilitazione
UN INCONTRO con tanto pubblico quello di Arcidosso. Un incontro che ha definito una data certa: l’11 maggio dal comune di Arcidosso partirà la mobilitazione nazionale di protesta contro lo sfruttamento geotermico. Al «circolino» di San Lorenzo, dove era in programma l’assemblea organizzata dal coordinamento Sos geotermia, si sono presentati membri dei vari comitati ambientalisti e cittadini preoccupati sulle ripercussioni che lo sfruttamento di queste risorse potrebe avere sulla salute pubblica. L’assenza dei rappresentanti delle istituzioni non è passata inosservata. Un incontro organizzato per creare un confronto sui temi della salute e sulle conseguenze legate alla realizzazione delle centrali geotermiche sul Monte Amiata. La voglia di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni si è rafforzata dopo che Enel Green Power ha annunciato l’avvio dei lavori per Bagnore 4, tra i comuni di Arcidosso e Santa Fiora. «E’ stato — spiega Roberto Barocci — un incontro partecipato e un’occasione sia per ribadire la nostra contrarietà allo sfruttamento delle risorse geotermiche, sia per definire il percorso che porterà alla manifestazione nazionale dell’11 maggio. Abbiamo deciso — aggiunge Barocci — che la mobilitazione partirà dalla piazza centrale di Arcidosso dove in mattinata è in programma un’assemblea che vedrà la presenza anche di associazioni nazionali, poi ci sarà un corteo che, passando dalla località Aiuole arriverà al sito della centrale Bagnore4. Lì, il coordinamento Sos geotermia, denuncerà ancora una volta i dati allarmanti che derivano dallo sfruttamento geotermico del territorio.

Sabato 10 novembre 2012 a Castel del Piano, Incontro/assemblea e presentazione del libro ‘Arsenico e scellerati progetti’

Alle ore 17,00 di sabato 10 novembre 2012 ci incontriamo nella Sala consiliare del Comune a Castel del Piano.
Sarà l’occasione per aggiornare i cittadini degli sviluppi legati alla questione acqua, geotermia, territorio. Si discuterà delle iniziative da fare insieme dopo l’approvazione del progetto di Bagnore4 che triplicherà la potenza attuale, della risposta del Sindaco alla petizione dei cittadini che chiedono sicurezza per l’acqua, delle altre ‘novità’ sulla geotermia in Amiata.
Sarà l’occasione per presentare al pubblico l’ultimo libro di Roberto Barocci ‘Arsenico e scellerati progetti. Cronache di abusi ed omissioni a danno delle fonti d’acqua potabile’, temi più che mai attuali per il monte Amiata, a cui Barocci dedica un capitolo del libro stesso.

TI ASPETTIAMO!!

La Nazione del 9 novembre 2012

AMIATA SUL PIEDE DI GUERRA. IL COMITATO SOS GEOTERMIA
Allarme arsenico nell’acqua. Riunione in sala consiliare
Preoccupante studio epidemiologico della Regione Lazio
di Cristiano Bernacchi
DOPO le rassicurazioni del sindaco di Castel del Piano, con una lettera aperta in cui garantisce la qualità dell’acqua amiatina, il comitato «Sos geotermia» risponde ironicamente e anticipa le future iniziative che sull’argomento si svolgeranno. Il comitato ambientalista ricorda come siano scontate e prevedibili le giustificazioni addotte dal sindaco per sostenere la qualità dell’acqua amiatina. «L’acqua potabile distribuita dal Fiora è monitorata e sottoposta a costanti analisi, in più non solo rispetta i parametri di legge sulla presenza di arsenico, ma è ben al di sotto dei limiti previsti dalla legislazione vigente (10 microgrammi/litro)». La questione dal punto di vista del comitato è che, esclusi i due casi chiariti, dove i limiti superavano i parametri di legge perché le utenze erano allacciate direttamente alla condotta di trasporto, l’acqua non possiede delle percentuali così lontane dai limiti come viene descritto. «Ma soprattutto ci tengono a ricordare la questione non è la forbice nella quale si rientra per presenza di arsenico nell’acqua che viaggia tra i 4,4 ug/l e gli 8,3 ug/l nel territorio di Castel del Piano, ma di seguire la strada indicata dall’Oms(Organizzazione mondiale della santà) per azzerare completamente la presenza di arsenico nell’acqua. E in questo siamo lontanissimi, come lo siamo nell’adottare il sano principio di precauzione tanto presente nelle direttive dell’Oms». IN PIÙ è di poche settimane fa, la pubblicazione dello studio epidemiologico della Regione Lazio che conferma la stessa incidenza di mortalità tra le popolazioni laziali e toscane esposte ad acqua con significative concentrazioni di arsenico. «Le conferme dello studio come ripetono i comitati sono il frutto di anni di deroghe per la presenza di arsenico nell’acqua con livelli assai superiori a quelli di oggi fissati nei 10 microgrammi per litro. In più sull’Amiata la malefica sinergia tra arsenico, acido solfidrico e altri inquinanti immessi nell’aria mettono a rischio il patrimonio ambientale che un tempo rappresentava questa montagna». IL PROSSIMO appuntamento del comitato è per domani alle 17 in sala consiliare a Castel del Piano, dove verrà anche presentato il libro di Roberto Barocci «Arsenico e scellerati progetti», nel quale un capitolo è dedicato proprio all’Amiata.

Don Gallo esorta a difendere l’Amiata. Il 12 ottobre sarà ad Arcidosso

In occasione dell’incontro ‘La Buona Novella’ con Don Andrea Gallo, che si terrà il prossimo 12 ottobre alle 21, presso il Park Hotel Colle degli Angeli in località Aiuole, Arcidosso lo abbiamo contattato per rammentargli i problemi ed i rischi che andiamo denunciando in merito all’attività geotermica in  Amiata.

Don Gallo, fedele al suo essere sempre ‘ostinato e contrario’, per dirla con le parole di De Andrè, ci risponde con un’esortazione che volentieri condividiamo con tutti gli amiatini, ma che dovrebbe essere un monito per tutti:

“Carissimi, siate “partigiani” dell’Amiata.
La salvaguardia del creato è una priorita assoluta.
Sono con Voi!  Ciao Don Gallo”

Ci vediamo tutti il 12 sera!

Grosseto, 21 settembre 2012. Consiglio comunale ‘aperto’ sull’acqua

Consiglio comunale dedicato all’acqua oggi a Grosseto, aperto agli interventi dei cittadini. Ci saranno il presidente dell’Acquedotto del Fiora, Ceroni, e il Sindaco di Grosseto, Bonifazi, che è anche presidente dell’Assemblea dell’ATO.
Ci saranno anche Barocci del Forum Ambientalista Grosseto (che partecipa al coordinamento SOS Geotermia) e Andrea Marciani del Forum Acqua di Grosseto che col loro intervento di denuncia sull’inquinamento e sulla riduzione del bene Acqua richiameranno gli amministratori alle loro responsabilità amministrative e politiche. Di seguito il testo degli interventi.
-Aggiornamento del 24 settembre- pubblichiamo il comunicato del Comitato Acqua Bene Comune Grosseto Amiata Val d’Orcia:

Addio acqua del Fiora : berremo acqua di mare, senza sale, e acqua del Merse, senza veleni(?) con bollette alle stelle e profitti garantiti a chi inquina

Il 21 settembre us, a Grosseto, si è tenuto il Consiglio comunale “aperto” sulla tutela e gestione dell’acqua.
Confermata la notizia che le perdite della rete idrica si attestano ancora sul 50% (come dato di efficienza non c’è male! Nonostante che, come grossetani e senesi, paghiamo le bollette tra le più alte d’Italia), sia l’Acquedotto del Fiora, con Ceroni che il Commissario regionale dell’AIT, con  Periccioli sono stati concordi nel dire che senza un intervento finanziario pubblico la rete attuale dell’acquedotto non si può riparare. La soluzione secondo Periccioli, che evidentemente anticipa le decisioni che prenderà la Regione, sta in altri interventi, piuttosto che la manutenzione dell’esistente; sembrerebbe che si preferisca, così, abbandonare progressivamente l’acquedotto del Fiora.
Secondo loro, avendo davanti a noi un mare di acqua, si dovrebbero fare dissalatori lungo tutta la costa, anche se, come ha fatto notare l’AD di Ombrone SpA l’acqua dissalata sia oggi quella che costa di più (per tacere di quanto costerà in futuro e delle qualità organolettiche, aggiungiamo noi). Poi, sempre  secondo Periccioli, si potrà riprendere il progetto del grande invaso del Merse (senza il Farma), progetto a suo tempo abbandonato perché non economico dati i tempi brevi di riempimento da sedimenti. Ma, come non ricordare che il Merse diventò “rosso”, nel 2001 per lo sversamento, ancora in atto, dei veleni provenienti dalla Miniera di Campiano, che impongono un trattamento quotidiano di bonifica? Quale acqua ci regaleranno questi progetti e a quale costi?
Ma lo scenario che si intravede è ben più preoccupante, perché nel frattempo, sia Fiora che AIT  hanno espresso parere favorevole alla Regione affinché si lascino all’ENEL le acque dell’Amiata per triplicare lo sfruttamento Geotermico.
L’acquifero del Fiora sta diminuendo in rapida progressione mentre aumenta la quantità di arsenico. Il maggior imputato è lo sfruttamento geotermico che ENEL, su autorizzazione della Regione, incrementa, continuando ad usare tecnologie obsolete fortemente impattanti sull’ambiente.
Le royalties che ENEL paga sono più importanti per Regione e Comuni sede di impianti; che la salute delle popolazioni, la tutela dell’ambiente e l’acqua naturale per le future generazioni.
Né va meglio nel resto delle aree minerarie. L’acqua di falda della Piana di Scarlino, le acque dei canali drenanti di miniera non vengono bonificate, perdendo così una quantità immensa di acqua che potrebbe essere ad uso potabile. Ma anche qui ENI non viene chiamata a pagare.
Quindi sembra che abbiano già deciso di abbandonare all’ENEL e all’ENI le acque naturali dell’Amiata e delle Colline Metallifere, facendo pagare a noi contribuenti i dissalatori dell’acqua di mare, gli abbattitori di Arsenico e il grande invaso sul Merse.
Siamo usciti da questa riunione avendo avuto la dimostrazione lampante che il sistema di gestione misto pubblico/privato di questo bene primario che è l’acqua non può essere lasciata in queste mani, né che l’acqua possa continuare ad essere una merce; deve essere non solo pubblica ma, soprattutto, gestita in modo partecipato dal basso. Un’amara verità è emersa: se anche nel passato si fosse valutata la convenienza economica solo a brevissimo termine, come fanno oggi i neoliberisti, lo Stato non avrebbe mai investito e realizzato l’Acquedotto del FIORA e questa regione sarebbe oggi una landa abbandonata.

Gli interventi:

Roberto Barocci

Se ci si limita a proclamare che l’acqua è sempre stata di proprietà pubblica e che i referendum non avevano ragione di essere, ma al contempo si tace sul fatto che le conoscenze, le competenze e il saper fare sono state affidate ad un soggetto privato, si compie un’operazione politica disonesta. Purtroppo in molti lo hanno fatto, approvando in queste aule, con tali argomentazioni, lo Statuto della Spa Acquedotto del Fiora, e, tutt’oggi, c’è chi sostiene ancora queste posizioni disoneste.
Infatti, da sempre è risaputo che il controllo reale di un impresa è nelle mani di chi  ha le conoscenze e le competenze, il sapere e il saper fare e in Economia Aziendale il Know how è persino sinonimo di buoni affari. Se poi una parte di tale conoscenze sono esercitate in regime di monopolio, come oggi accade per quelle idrogeologiche, sulla estensione e qualità di una falda idrica o sulle condizioni di stabilità di una conduttura o di un’opera di captazione, il proprietario reale dell’acqua, cioè il gestore della rete, gode anche di una posizione di rendita.
Con uno slogan, quindi semplificando, possiamo dire che l’Acqua appartiene a chi gestisce le tubature.
Per questo motivo in questi ultimi anni i consiglieri comunali sono stati espropriati delle scelte sull’acqua e mai hanno potuto scegliere quale tipo di opera fosse preferibile o quale tipo di finanziamento fosse più opportuno. Non credo di sbagliare affermando che neppure i Sindaci in sede di Assemblee dell’ATO abbiano avuto la possibilità di scegliere. Se i Sindaci sono stati trasparenti, al massimo hanno comunicato ai loro consiglieri le scelte già compiute e ratificate.
Per questi motivi siamo a illustrarvi tre fatti documentati, che possono esservi utili nel momento che fosse per voi possibile esercitare una funzione, che per legge vi è affidata: il diritto di scegliere come gestire il bene Acqua per conto dei cittadini e del mandato ricevuto.

1- Non corrisponde al vero che l’acqua manca.
E’ vero invece che molte sorgenti di acqua, in Amiata e in particolare in tutte le località delle Colline Metallifere sono inquinate da soggetti privati, da ENI in particolare. Nessun Ente pubblico, tranne l’ex sindaco di Montieri, ha imposto a tale società il rispetto della legge: quello di compiere le dovute bonifiche. Tanto meno si è attivato il sig. Moreno Periccioli, già Presidente dell’ATO/Acqua, poi commissario regionale, ma anche Presidente della Scarlino Energia, a cui spetterebbe da una parte la difesa delle risorse idriche e dall’altro tutte le bonifiche ereditate da Eni su Scarlino dopo l’acquisto dell’inceneritore da Ambiente Spa. Le bonifiche delle falde idriche attendono da decenni e il conflitto di interessi è evidentissimo anche perché fu Moreno Periccioli, al tempo Assessore regionale all’Ambiente, a consentire all’Eni l’allagamento della miniera di Campiano, nonostante che fosse stato informato del probabile avvelenamento delle falde del fiume Merse, consentendo che fosse terminato quello che la Magistratura ha definito “uno scellerato progetto”(1).
Per essere concreti, il solo canale drenante la miniera di Niccioleta versa sul fiume Carsia in media 300 litri al secondo. Se si moltiplica la portata dello scarico sul Carsia per i 60 secondi di un minuto, quindi per i 60 minuti di un’ora e infine per le 24 ore di una giornata, si trova la quantità d’acqua che si perde in un solo giorno: quasi 26 milioni di litri! Ciò avviene tutti utti i giorni dell’anno. Altre portate d’acqua dei canali drenanti da bonificare sono a Gavorrano, Fenice Capanne e Campiano, ma le procedure di bonifica della miniera di Niccioleta, iniziate nel secolo scorso, nel 1998, non procedono e nessun opera è stata compiuta per recuperare tali acque inquinate dalle attività minerarie.
Dal 2005 tale Canale drenante è inserito inutilmente anche nel Piano Regionale di Bonifica. Se un consigliere volesse documentarsi e far rispettare la legalità calpestata, basta leggere il Piano Provinciale di Bonifica, dove può trovare lo stato di tanti siti da bonificare sparsi nella nostra provincia e le relative portate d’acqua.

2- Non corrisponde al vero che esiste un’anomalia naturale di Arsenico nelle fonti d’acqua naturali della nostra provincia.
Secondo quanto riportato dai Decreti della Regione Toscana, l’Acquedotto del Fiora, a supporto delle richieste di deroghe alla concentrazione massima di 10 µgr/lt di Arsenico nelle acque potabili, ha presentato alle autorità studi idrogeologici realizzati in collaborazione con Arpat, attestanti che l’Arsenico è “in armonia con la circolazione idrica sotterranea”(1), che nelle acque naturali della provincia di Grosseto “sono presenti elevate anomalie di origine naturale dipendenti da particolarissime condizioni geochimiche” e, pertanto, non eliminabili con opere di bonifica, come previsto dalla legge.(2)
Per giustificare queste conclusioni sono state campionate come acque naturali anche diverse acque sicuramente inquinate da attività antropica, prelevate nei siti già inseriti nei Piani regionali di Bonifica e oggetto di procedura di bonifica o in corsi d’acqua inquinati, a valle di discariche minerarie da bonificare. Inserendo tra le fonti naturali analizzate, anche le acque dei canali drenanti le miniere e le acque di torrenti inquinati da scoli di discariche minerarie a cielo aperto, si sono sicuramente falsati i risultati. L’Arpat con queste scelte si dimostra uno strumento inaffidabile.
Dirigenti dell’ Arpat erano infatti sicuramente informati dell’inquinamento procurato dai canali drenanti le miniere, avendo ricevuto dati e informazioni in tal senso nell’ambito delle procedure di bonifica, realizzate negli anni precedenti ai suddetti studi sulle acque naturali (1).
Considerato che le ultime linee guida dell’EPA del 2006, riconoscono per l’Arsenico il valore di 2 µgr/lt relativo al rischio aggiuntivo di un caso di cancro per 10.000 persone ed il valore obiettivo zero (1), si può comprendere il nostro allarme per aver dovuto bere per molti anni As in concentrazioni diverse volte superiori al valore 10.
Dopo il salutare intervento della Comunità Europea, che ha recentemente bloccato l’ennesima richiesta di deroga della Regione Toscana, si sono realizzate a nostre spese gli abbattitori di Arsenico a valle delle sorgenti, che portano acqua con valori fuori norma. Non abbiamo più acque naturali.
Questi inserimenti impiantistici, necessari in fase emergenziale, devono essere posti, secondo legge, a carico dei soggetti inadempienti nelle opere di bonifica e a carico di quanti oggettivamente hanno operato impedendo l’applicazione della legislazione sulle bonifiche nel nostro territorio.

3- Non corrisponde al vero che la Geotermia in Amiata non inquina e non sottrae acqua all’acquifero idropotabile.
E’ certificato dall’ARS che le centrali già operanti in Amiata depositano con la ricaduta dei fumi da 80 a 94 Kg/anno di Arsenico. Questo cancerogeno di I° classe IARC, secondo l’ISPEL non può non finire nelle acque superficiali e di falda. Il che significa che attualmente le centrali geotermiche sono in grado di rendere non potabili, da 8 a 9 miliardi di litri d’acqua.
Lo studio MOBIDIC, commissionato dalla Regione Toscana, ha reso pubblici i dati delle precipitazioni degli ultimi anni; nel 2008, 2009, 2010 sull’Amiata ha piovuto come non mai e anche il 2012 ha avuto le nevicate più cospicue rispetto agli ultimi anni. Ciò nonostante continua il calo pauroso dell’acquifero e, come testimoniano i dati del piezometro di Poggio Trauzzolo, il suo livello è ulteriormente sceso in un anno di altri 12 metri, dopo aver perso, con dati analitici indiscutibili, dall’inizio dello sfruttamento geotermico, ben 200 metri di profondità.
La Regione Toscana e i comuni dell’Amiata, a fronte di evidenze scientifiche e della   indubbia riduzione dell’acqua, che fanno affermare un probabile collegamento tra le due falde e in violazione del Principio di Precauzione e quello di Prevenzione consentono all’Enel di continuare a sfruttare con la geotermia i bacini profondi, per pochi decine di migliaia di euro. Ma volendo scaricarsi dalle responsabilità hanno scritto nelle ultime prescrizioni per la centrale di Bagnore 4 che l’Enel:“deve monitorare gli aspetti connessi alla possibilità di mobilizzazione dell’Arsenico per interazione tra acque sotterranee e roccia serbatoio e monitorare le eventuali relazioni idrodinamiche tra l’acquifero ospitato nelle vulcaniti e il sistema geotermico profondo.”(4). Il tutto non in sede preventiva, ma a posteriori, come a Taranto…
SOS Geotermia e noi sosteniamo che un amministratore, se opera nell’interesse della collettività, dovrebbe richiedere al soggetto privato, nel rispetto della legge esistente,  la certezza della mancanza di tali rischi con monitoraggi preventivi e non prescriverli a posteriori, per di più senza fissare i tempi, gli strumenti e le competenze, tutte lasciate al Comune montano, che sicuramente ne è privo.
Note:
1) La documentazione e gli approfondimenti sono sul libro “Arsenico e scellerati progetti – Cronache di abusi ed omissioni..” scaricabile da questo sito:
http://roberto.barocci.info/category/documenti/arsenico-e-scellerati-progetti/
2)Vedi:“Caratterizzazione e valutazione delle acque naturali in provincia di Grosseto” Contratti di ricerca fra Arpat…e Università degli Studi La Sapienza di Roma, 1995- 2003.
3) Scaricabile qui: http://www.regione.toscana.it/regione/multimedia/RT/documents/2012/05/25/fd958d3f1a3759cf7fc90729b8a3a715_amiatamobidicrelfinale.pdf
4) Delibera della Giunta Regione Toscana n° 810 del 10.9.2012

Andrea Marciani

Con la sentenza 199/2012 della Corte Costituzionale che ha abolito l’art. 4 del decreto legge 138/2011 del governo Berlusconi, la gestione dei servizi idrici integrati è tornata a quanto stabilito dai decreti presidenziali 113 e 116 del 21 luglio 2011, l’abolizione dell’articolo 23-bis, non richiama in vita norme precedenti ma sottomette i servizi pubblici locali alla legislazione comunitaria.
La novità più rilevante che scaturisce dall’abrogazione di questo articolo è la possibilità di affidamento della gestione del servizio idrico integrato ad un azienda speciale, che ricordiamo è un ente strumentale dell’ente locale dotato di personalità giuridica, con autonomia imprenditoriale e dotata di uno statuto approvato dall’ente pubblico di riferimento (art.114 testo unico degli enti locali) .
Ora gli ATO hanno piena libertà di scelta sull’affidamento del SII.
La possibilità di arrivare ad una gestione realmente pubblica tramite un’azienda speciale deve misurarsi con la grande diversità delle situazioni gestionali esistenti, dalle SpA a totale capitale pubblico alle SpA miste fino ai rarissimi casi di SpA totalmente private.
Prendendo in esame l’Acquedotto del Fiora, che ci riguarda direttamente,e la cui concessione si conclude nell’anno 2026, la possibilità di trasformare questa SpA mista in un Azienda Speciale, passa attraverso la necessità di reperire risorse per riacquistare le quote dei soggetti privati (Acea e Mps).
Dall’esame del bilancio 2011 a noi risulta che a fronte di un utile d’esercizio di oltre 6 milioni d’euro, il valore complessivo della quota in mano ai privati, conteggiando Capitale sociale, Riserve ed Utili d’esercizio, non eccede i 9 milioni di euro.
A queste condizioni, i 56 Gomuni delle provincie di Grosseto e Siena, che ne detengono la quota pubblica, con il riacquisto della quota privata farebbero un ottimo affare, recuperando l’investimento in solo due anni d’esercizio.
Naturalmente non possiamo essere a conoscenza di eventuali patti para-sociali che potrebbero modificare il valore delle quote societarie e visto che in aula sono presenti molti dei protagonisti che potrebbero darci chiarimenti su questo punto li invitiamo a farlo.
Bisogna comunque tenere presente, che gli utili d’esercizio dell’Acquedotto del Fiora sono cresciuti negli ultimi 6 anni ad un ritmo esponenziale, nonostante si sia registrato al contempo un decremento dei consumi, dai 219 mila euro del 2005 ai 6 milioni 168mila euro del 2011. questo soprattutto per l’effetto congiunto del calo degli investimenti in manutenzione e dell’aumento delle tariffe, aumenti autorizzati dai sindaci dell’ATO 6 e che ci pongono al terzo posto in Italia per costo unitario dell’acqua nella fascia dei primi 200 metri cubi di consumo.
Per quanto i costi d’esercizio dell’acquedotto del Fiora siano appesantiti dalla vastità del territorio in rapporto al numero delle utenze, di fronte al livello di profitti raggiunti, le note difficoltà di accesso al credito bancario dovrebbero essere ormai superate, anche qualora tale credito dovesse servire al recupero alla parte pubblica del intera proprietà.
Senza dimenticare che la Cassa depositi e prestiti, che ha sostenuto negli scorsi anni molti imprenditori privati nelle operazioni di privatizzazione, potrebbe trovare una funzione molto più consona ai sua ragion d’essere nel finanziare il tragitto inverso dal privato al pubblico.
Infine per chi oppone all’ipotesi del ricorso alle Aziende speciali, il timore dei rigori imposti dal Patto di Stabilità degli enti locali e che renderebbero insostenibile la gestione pubblica delle stesse, ricordiamo che secondo la già citata sentenza 199/2012 della Corte Costituzionale, l’abrogazione dell’articolo 4, che prevedeva, tra l’altro, l’assoggettamento al patto di stabilità interno delle società “in house”, fa decadere i suoi effetti anche in quest’ambito.
Per concludere, anche se è difficile immaginare un immediato ritorno alla gestione pubblica del servizio idrico integrato, è importante che si faccia strada nella classe politica l’evidenza della sua necessità.
Infatti è ormai noto che l’irruzione del profitto privato nella gestione di un bene comune come l’acqua, abbia avuto ovunque effetti deleteri sul servizio, con enorme aumento delle tariffe e generale peggioramento dello stato della rete di distribuzione.
Gli italiani nel giugno dello scorso anno lo hanno capito e lo hanno affermato con vigore, ora tocca ai nostri amministratori dare esecuzione alla volontà popolare.
Vi invitiamo a farlo… meglio di quanto abbiate fatto finora.

Civitavecchia, 29-30 settembre 2012: 2a Assemblea Nazionale della campagna “Stop Enel”

Riceviamo e pubblichiamo l’invito alla 2a Assemblea Nazionale della campagna “StopENEL – per un nuovo modello energetico”

I promotori e sostenitori della rete StopENEL, invitano cittadini, attivisti, amministratori, a partecipare alla II Assemblea Nazionale della campagna che si svolgerà il 29 e 30 settembre a Civitavecchia.
La campagna “Stop Enel” si è costituita in aprile 2012 con una prima assemblea internazionale alla quale hanno partecipato rappresentanti delle comunità colpite dagli impianti dell’ENEL in Italia, in America Latina e nell’Est Europa.
La campagna nasce per denunciare ed arrestare il modello energetico praticato dalla multinazionale italiana, ancora oggi per il 31% di proprietà del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Un modello insostenibile e distruttivo per l’ambiente, che viola i diritti umani ed il diritto ad un ambiente sano e impedisce alle comunità coinvolte di partecipare alla pianificazione del territorio. Inoltre la sua disperata e affannosa ricerca di fonti energetiche, obsolete e inquinanti o tecnologie sedicenti eco-sostenibili, non risponde ad altra logica che quella del profitto, andando a sostenere un modello economico basato sulla crescita infinita della produzione di merci e di conseguenza del consumo energetico regolato da tariffe monopolisitche e speculative.
Obiettivo della campagna è promuovere un modello energetico alternativo che metta al centro i diritti umani, la giustizia ambientale e sociale, la difesa della salute dei cittadini e del territorio come bene comune. “Stop Enel” intende mettere in rete le comunità locali, i movimenti sociali e le associazioni coinvolte nei diversi conflitti con lo scopo di costruire strategie congiunte, aumentare la capacità di incidenza sull’opinione pubblica nazionale e internazionale.
La rete, che ha raccolto più di 50 adesioni di associazioni, gruppi e comitati locali, invita tutti a partecipare alla sua IIa assemblea nazionale che si svolgerà a Civitavecchia il 29-30 settembre.
L’incontro è ospitato dal Movimento No Coke Alto Lazio che da oltre dieci anni si batte contro la riconversione a carbone della centrale di Torrevaldaliga nord. La nuova centrale, che emette ogni anno 10,3 milioni di tonnellate di CO2 e oltre 6 milioni di metri cubi l’ora di emissioni inquinanti varie, è attiva dal 2010 e si inscrive in un contesto già duramente colpito da una ultradecennale servitù ambientale costituita da numerosi impianti. I dati sulla salute pubblica nel comprensorio di Civitavecchia, sono allarmanti: la zona è al primo posto nel Lazio ed al terzo in Italia per mortalità causata da tumori ai polmoni, alla trachea e ai bronchi, con leucemie e linfomi diffusi in maniera nettamente superiore rispetto alla media nazionale.
Vogliamo realizzare assieme un differente modo di abitare questo pianeta, assieme a tutte le comunità dove Enel sviluppa i suoi progetti, valorizzando il nostro diritto a un ambiente sano, a una vita degna di essere vissuta, (al rispetto dei diritti umani, alla difesa dei beni comuni), alla partecipazione nella pianificazione del territorio.
L’incontro darà un’occasione per aprire un dibattito nazionale sul modello energetico, rafforzare il coordinamento e l’azione dei comitati e delle associazioni e fra le diverse reti, portare un contributo al dibattito in corso a Civitavecchia
L’incontro si articolerà su due giornate, un incontro pubblico sabato 29 e l’assemblea della rete StopENEL la mattina di domenica 30 settembre e si svolgerà secondo il seguente programma di massima:
Sabato 29 Settembre
Ore 15.30 – Presentazione della campagna “Stop Enel” e del CNNC (Coordinamento Nazionale No al Carbone)
Ore 16.00 – Interventi, collegamenti e video dai territori italiani, dall’America Latina e dall’Europa dell’Est.
Ore 17.00 – Movimento No Coke Altolazio, schiavitù energetica e legalità.
Ore 17.30 – Dichiarazione di intenti e proposte di azione delle associazioni ed i comitati aderenti alla rete StopENEL
Ore 18.30 –Da un modello energetico obsoleto alla democrazia e la sostenibilità energetica
Ore 20.00 – Cena sociale
Ore 21.00 –StoppaEnelLive Musica dal vivo
Domenica 30 Settembre
ore 10.00 – Riunione della rete “Stop Enel” aperta a tutte le associazioni ed i comitati aderenti (sintesi delle proposte – costruzione di un’agenda comune – prossime scadenze).
La rete StopENEL invita a partecipare comitati, associazioni, cittadini interessati a promuovere un nuovo modello energetico, che sia rispettoso della salute, dell’ambiente e dei diritti delle comunità locali.
TUTTI A CIVITAVECCHIA IL 29 E 30 SETTEMBRE
Per informazioni, adesioni e per comunicare la partecipazione scrivere a:
noenel-adesioni@autistici.org
Perché la campagna Stop Enel
L’ENEL è la più grande società elettrica italiana e la seconda in Europa per potenza installata. Nel 1999 è stata privatizzata ed oggi è quotata in borsa contando 1,2 milioni di azionisti. In parte resta una società pubblica in quanto il 31% è proprietà del Ministero dell’Economia e delle finanze, quindi dei cittadini italiani.
Oggi sono 40 i paesi dove ENEL opera nel settore dell’energia elettrica e del gas. Nel 2009 con la definitiva acquisizione della società elettrica spagnola ENDESA, Enel ha ereditato impianti e progetti in numerosi paesi dell’America Latina. Ad accomunarli è purtroppo un evidente retaggio coloniale, che include legislazioni nazionali anti-democratiche e sistemi di valutazioni ambientale chiaramente inadeguati e orientate al settore corporativo come dimostra la gravità degli impatti socio-ambientali. L’arroganza di Enel si è gravemente manifestata anche in Italia verso i territori interessati dai suoi progetti e gli abitanti coinvolti.
Nonostante l’immagine verde e di impegno verso la sostenibilità, che la multinazionale italiana si affanna a comunicare attraverso i suoi messaggi promozionali, la realtà è ben diversa. L’ENEL continua a costruire centrali a carbone nonostante gli impegni di riduzione dell’emissione di gas serra, e usando in maniera ingannevole terminologie come “carbone pulito”. Ciò è possibile grazie ai meccanismi cosiddetti flessibili del protocollo di Kyoto che consentono alle imprese di continuare ad inquinare, assegnando veri e propri permessi di emissione in cambio della costruzione di impianti di energie rinnovabili. Ma l’energia può essere considerata verde solo ad alcune condizioni. Non quando rischia di distruggere ecosistemi incontaminati, come nel caso del progetto Hydroaisèn nella Patagonia cilena e dei progetti previsti sulle nostre Alpi, o quando calpesta i diritti, le economie locali e l’accesso all’acqua delle comunità contadine e dei popoli indigeni, come avviene nella regione Ixil in Guatemala, in Colombia e in Cile spesso in violazione della Convenzione 169 dell’ILO. L’energia non può essere considerata verde o rinnovabile quando prosciuga le falde acquifere, emette sostanze dannose per la salute dei cittadini o li espone a rischi incalcolabili come nel caso della geotermia sull’Amiata e del nucleare in Slovacchia o in Russia.
ENEL è pertanto responsabile di promuovere in Italia ed esportare all’estero un modello energetico insostenibile e obsoleto, aggravato da un atteggiamento autoritario e irrispettoso dei territori locali. Un modello basato su una produzione centralizzata per mezzo di grandi impianti, imposti alle comunità locali e velati da compensazioni economiche elargite ai comuni o ai governi compiacenti, spesso mascherate da politiche di responsabilità sociale d’impresa che dividono intere comunità. E’ nei grandi cantieri infatti che si annidano la corruzione, la speculazione, il conflitto di interesse e si realizzano i profitti maggiori, a scapito dell’ambiente e dei diritti delle comunità. Un modello di produzione finalizzato non a migliorare la qualità della vita dei cittadini e garantirne l’approvigionamento energetico, ma ad alimentare l’industria estrattiva ed un’economia basata sul saccheggio e sullo sfruttamento illimitato delle risorse. Un modello che sta inevitabilmente generando conflitti ambientali e sociali con le comunità locali. I principali a livello internazionale sono oggi in corso in Cile, e particolarmente nella regione dell’Aysènin Patagonia, nel territorio ancestrale e nei siti sacri di Panguipulli (Cile), nel Municipio indigeno di San Juan Cotzal (Guatemala), nella zona di El Quimbo, Dipartimento di Huila (Colombia), a Porto Romano (Albania), a Mochovce (Slovacchia), nel Distretto di Galati(Romania), a Kaliningrad (Russia). In Italia, a Civitavecchia, sul Monte Amiata, sulle Dolomiti, a Porto Tolle, a Brindisi, a Bastardo, a Fusina, a Genova, a La Spezia.
La risposta che l’alleanza tra impresa e governi ha troppo spesso riservato alle comunità locali che si battono per difendere il territorio è repressione, violenza e criminalizzazione attraverso leggi speciali.
Noi vogliamo un altro modello di produzione, distribuzione e gestione dell’energia e di definizione delle priorità. Un modello reticolare, decentralizzato ed efficiente basato su impianti di energia rinnovabile di piccola scala, che avvicini la produzione di energia al consumo, eliminando la necessità di grandi linee di trasmissione, che preveda l’effettiva partecipazione delle comunità locali nei processi decisionali di pianificazione e gestione e che non danneggi la salute delle persone e l’ambiente.
Per questo ci attiviamo con una campagna internazionale che:
> Denunci e arresti un modello di sviluppo estrattivista e un modello energetico insostenibile e distruttivo per l’ambiente, che viola i diritti umani ed il diritto alla partecipazione delle comunità coinvolte.
> Promuova un modello energetico alternativo che metta al centro i diritti umani, la difesa della salute dei cittadini e la difesa del territorio come bene comune
> Sostenga unitariamente le rivendicazioni delle comunità locali in Italia e a livello internazionale
> Dia vita ad una campagna globale che metta in rete le comunità locali, i movimenti sociali e le associazioni coinvolte nei diversi conflitti.
http://stopenel.noblogs.org/

20 luglio 2012, di nuovo in piazza a Piancastagnaio

Non si ferma l’attività di controinformazione e sensibilizzazione delle popolazioni dell’Amiata da parte del coordinamento SOS Geotermia. Il 20 luglio pv, dalle 17 in poi,  saremo in Campo di Fiera a Piancastagnaio per discutere con i cittadini della difesa e del futuro del territorio amiatino e della saluta dei suoi abitanti.

Partecipate numerosi!

Di seguito il testo del volantino che sarà distribuito per l’occasione:

Riprendono le perforazioni di nuovi pozzi geotermici a Piancastagnaio

Sai che il piezometro messo dalla Regione Toscana a Poggio Trauzzolo, ci ha rivelato che il livello del serbatoio profondo di acqua dell’Amiata, che serve le popolazioni dell’Italia centrale, dagli anni ’70 si è abbassato di ben  200 m in tutta l‘Amiata ?

Sai che la geotermia consuma grandi quantità di acqua e  l’impoverimento dell’acquifero è avvenuto in concomitanza con lo sfruttamento geotermico e numerosi studi,( compreso l’ultimo che ha redatto la Regione Toscana chiamato Mobidic,)  presumono che  esista un collegamento tra la falda acquifera  e i campi geotermici?

Sai che per decenni abbiamo bevuto acqua con livelli altissimi di arsenico, aumentato  con l’aumentare dello sfruttamento geotermico senza che le autorità preposte informassero le popolazioni, e che solo da poco, (perché obbligati da norme europee) , tali livelli sono stati abbassati con costosi abbattitori che pagano i cittadini, senza nessuna ricerca delle cause che lo hanno provocato?

Sai che dallo studio epidiemologico della Regione sullo stato di  salute emerge chiaramente come il numero di morti e di malattie sia molto più alto nei comuni geotermici rispetto agli altri?

Sai quante tonnellate di sostanze nocive come mercurio, arsenico, acido solfidrico acido borico, oltre a radon ed altri inquinanti in tracce hanno emesso e continuano ad emettere le nostre centrali da quando è iniziato lo sfruttamento di questa energia né pulita né rinnovabile?

PERCHÉ L’ENEL SI DEVE ARRICCHIRE SULLA NOSTRA PELLE?

PERCHÉ CI DOBBIAMO FAR DISTRUGGERE TERRITORIO E RISORSE, COME LO HANNO DISTRUTTO A LARDERELLO, SENZA REAGIRE?

CI PUO’ ESSERE UN FUTURO PER L’AMIATA SOLO UTILIZZANDO ENERGIE PULITE E RINNOVABILI NON DISTRUTTIVE

INVITIAMO LE POPOLAZIONI ad  un  INCONTRO/CONFRONTO
per venerdì 20 c.m. dalle ore  17 alle 20 al campo di fiera
per scambiare opinioni e conoscenze e per decidere strategie di difesa.

Interverranno i ragazzi di Ecocompatibilmente di Sorano con spettacoli e canzoni. Ci saranno banchetti informativi e mostre.